Il numero di giugno 2015

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Il numero di giugno 2015 del periodico mensile "Santa Teresa di Gesù Bambino e la sua pioggia di rose".

Transcript of Il numero di giugno 2015

  • PREGHIERA DI AFFIDAMENTOLAtto di offerta di Teresa di Lisieux allAmore Misericordioso

    3Santa Teresa Giugno 2015

    A cura della Provincia Veneta dei Carmelitani ScalziVicolo Scalzi, 13 - 37122 VeronaCon approvazione ecclesiastica.Autorizzazione tribunale di Verona 20/01/1966 n. 191Dir. Responsabile: p. Antonio Maria Sicari ocdRapp. legale: p. Umberto Raineri ocdDirettore: p. Giacomo Gubert ocdN Repertorio ROC.: n. 24593 del 06/06/2014Foto: Foto Soave via L. Manara, 10 - Verona www.flickr.com

    Redazione: Padri Carmelitani Scalzi Santuario di s. Teresa del Bambino Ges Via Volturno, 1 - 37135 Verona tel. 045.500.266 - fax 045.581.214Impaginazione: Grafiche Vilcar - Villa Carcina (Bs)Stampa: Litografia Casagrande via dellArtigianato, 10 Colognola ai Colli (VR)Spedizione: Nuova Zai - via A. Secchi, 7 - Verona

    Incontro di Teresa con fr Giovanni di San Mattia a cui propone la nuova vita nella Riforma Carmelitana.La scritta: Ferte per antiquos Pa-trum vestigia gressus (espressione virgiliana)Camminate imitando gli esempi dei Padri.

    som

    ma

    rioEditorialePreghiera di affidamento 3-5

    Dai nostri archiviAnno 1929: Il segreto della santitdi santa Teresa di Ges Bambino 6

    Rose di santa Teresa nella sua BasilicaLe meraviglie del Signore 7-10

    Notizie carmelitaneIl Signore qui e ti chiama 11-15

    Classici TeresianiSpiritualit e morale 16

    Inserto per bambiniSulle orme di Giovanni della Croce 56-59

    Teresa 1515-2015Alma de fuego 17

    Santi & Beati futuriPadre Herman Cohen 18

    Beati carmelitaniTeresa di Ges, la polacca 19-20

    Luoghi teresianiCappella di S.Barbarae delle famiglie sante 21

    Notizie carmelitaneFesta del geac amicizia 22

    Lettere non anonimeSettimo anniversario 24-25

    Storia VeroneseIl dono di Giuseppe Tosi 26

    Santi coniugiI santi mi fanno compagnia 27-29

    Affidati a santa Teresa 30Nella pace del Signore 31

    di p. Franois-Marie Lther ocd

    ed

    itoria

    leLOfferta allAmore Miseri-cordioso il cuore di tutta la spiritualit di santa Tere-sa di Lisieux, Dottore della

    Chiesa e Patrona delle Missioni. Ed proprio cos che viene pre-sentata nellottimo libro di padre Fau, [che vi segnaliamo in questo mese di giugno] in relazione con tutti gli altri scritti e insegnamen-ti della santa. come un centro di prospettiva su tutta la dottrina di Teresa, una dottrina allo stesso tempo semplice e densa, profon-da e misteriosa, che non si pu capire sena metterla in pratica. Sono dunque molto felice di poter scrivere la prefazione per la prima traduzione italiana di questo bel libro [Per il tuo solo amore], a cura dellEditrice Punto Famiglia.Vorrei soprattutto offrire la mia te-stimonianza personale. Teresa di Lisieux, insieme a Giovanni della Croce e a Teresa dAvila, mi ha fatto sentire la chiamata di Ges a seguirlo nellOrdine del Carme-lo, dove sono entrato nel 1967. Avevo gi letto pi volte la Storia di unanima che riunisce i tre Ma-noscritti Autobiografici di Teresa e la sue Preghiere pi importanti nel giorno della Professione e lAt-to di Offerta allAmore Misericor-dioso. Nel ritiro di preparazione alla mia vestizione, avevo preso come guida il libro classico di pa-dre Liagre che offre un itinerario di esercizi spirituali che si con-clude precisamente con lOfferta

    allAmore Misericordioso. Cos, ho fatto questa Offerta proprio quando ho ricevuto labito carme-litano. Pochi giorni dopo, nella bi-blioteca del noviziato, ho trovato il Trattato della vera devozione alla Santa Vergine di san Luigi Maria di Montfort. Ho capito subito lim-portanza di questo testo, la sua perfetta armonia con la Storia di unanima a tal punto che ho fat-to la sua Consacrazione a Ges per Maria allinizio del 1968. Poi, ho sperimentato sempre pi che erano due specchi convergente che diffondevano la stessa luce dellAmore di Ges per illuminare il cammino della santit, un cam-mino che tutti i battezzati sono chiamati a percorrere attraverso le diverse vocazioni. Questa era la grande spiritualit del Concilio Vaticano II, appena offerta al Po-

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    resa

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    Questa volta un dov santa Teresa in forma di facile quiz: in questa imponente chiesa cat-tolica, in un luogo celeberrimo dove visse il primo cardinale nominato dal papa Leone XIII, si ricorda la Santa di Lisieux.Dove siamo? A tutti i lettori che ci comunicheranno la ri-sposta corretta, invieremo una bella edizione della Novena delle Rose delle Edizioni An-cilla di Conegliano (TV).

    NON IN ITALIA ...

    Ricordiamo che tutti i primi gioved del mesela santa messa sar offertaper tutti i nostri devoti lettorialle ore 8.00 e alle ore 18.30 (ora italiana).

    www.radiosantateresa.it

    Ascolta anche tu

    Radio SantaTeresa

  • PREGHIERA DI AFFIDAMENTOLAtto di offerta di Teresa di Lisieux allAmore Misericordioso

    3Santa Teresa Giugno 2015

    A cura della Provincia Veneta dei Carmelitani ScalziVicolo Scalzi, 13 - 37122 VeronaCon approvazione ecclesiastica.Autorizzazione tribunale di Verona 20/01/1966 n. 191Dir. Responsabile: p. Antonio Maria Sicari ocdRapp. legale: p. Umberto Raineri ocdDirettore: p. Giacomo Gubert ocdN Repertorio ROC.: n. 24593 del 06/06/2014Foto: Foto Soave via L. Manara, 10 - Verona www.flickr.com

    Redazione: Padri Carmelitani Scalzi Santuario di s. Teresa del Bambino Ges Via Volturno, 1 - 37135 Verona tel. 045.500.266 - fax 045.581.214Impaginazione: Grafiche Vilcar - Villa Carcina (Bs)Stampa: Litografia Casagrande via dellArtigianato, 10 Colognola ai Colli (VR)Spedizione: Nuova Zai - via A. Secchi, 7 - Verona

    Incontro di Teresa con fr Giovanni di San Mattia a cui propone la nuova vita nella Riforma Carmelitana.La scritta: Ferte per antiquos Pa-trum vestigia gressus (espressione virgiliana)Camminate imitando gli esempi dei Padri.

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    EditorialePreghiera di affidamento 3-5

    Dai nostri archiviAnno 1929: Il segreto della santitdi santa Teresa di Ges Bambino 6

    Rose di santa Teresa nella sua BasilicaLe meraviglie del Signore 7-10

    Notizie carmelitaneIl Signore qui e ti chiama 11-15

    Classici TeresianiSpiritualit e morale 16

    Inserto per bambiniSulle orme di Giovanni della Croce 56-59

    Teresa 1515-2015Alma de fuego 17

    Santi & Beati futuriPadre Herman Cohen 18

    Beati carmelitaniTeresa di Ges, la polacca 19-20

    Luoghi teresianiCappella di S.Barbarae delle famiglie sante 21

    Notizie carmelitaneFesta del geac amicizia 22

    Lettere non anonimeSettimo anniversario 24-25

    Storia VeroneseIl dono di Giuseppe Tosi 26

    Santi coniugiI santi mi fanno compagnia 27-29

    Affidati a santa Teresa 30Nella pace del Signore 31

    di p. Franois-Marie Lther ocd

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    leLOfferta allAmore Miseri-cordioso il cuore di tutta la spiritualit di santa Tere-sa di Lisieux, Dottore della

    Chiesa e Patrona delle Missioni. Ed proprio cos che viene pre-sentata nellottimo libro di padre Fau, [che vi segnaliamo in questo mese di giugno] in relazione con tutti gli altri scritti e insegnamen-ti della santa. come un centro di prospettiva su tutta la dottrina di Teresa, una dottrina allo stesso tempo semplice e densa, profon-da e misteriosa, che non si pu capire sena metterla in pratica. Sono dunque molto felice di poter scrivere la prefazione per la prima traduzione italiana di questo bel libro [Per il tuo solo amore], a cura dellEditrice Punto Famiglia.Vorrei soprattutto offrire la mia te-stimonianza personale. Teresa di Lisieux, insieme a Giovanni della Croce e a Teresa dAvila, mi ha fatto sentire la chiamata di Ges a seguirlo nellOrdine del Carme-lo, dove sono entrato nel 1967. Avevo gi letto pi volte la Storia di unanima che riunisce i tre Ma-noscritti Autobiografici di Teresa e la sue Preghiere pi importanti nel giorno della Professione e lAt-to di Offerta allAmore Misericor-dioso. Nel ritiro di preparazione alla mia vestizione, avevo preso come guida il libro classico di pa-dre Liagre che offre un itinerario di esercizi spirituali che si con-clude precisamente con lOfferta

    allAmore Misericordioso. Cos, ho fatto questa Offerta proprio quando ho ricevuto labito carme-litano. Pochi giorni dopo, nella bi-blioteca del noviziato, ho trovato il Trattato della vera devozione alla Santa Vergine di san Luigi Maria di Montfort. Ho capito subito lim-portanza di questo testo, la sua perfetta armonia con la Storia di unanima a tal punto che ho fat-to la sua Consacrazione a Ges per Maria allinizio del 1968. Poi, ho sperimentato sempre pi che erano due specchi convergente che diffondevano la stessa luce dellAmore di Ges per illuminare il cammino della santit, un cam-mino che tutti i battezzati sono chiamati a percorrere attraverso le diverse vocazioni. Questa era la grande spiritualit del Concilio Vaticano II, appena offerta al Po-

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    Questa volta un dov santa Teresa in forma di facile quiz: in questa imponente chiesa cat-tolica, in un luogo celeberrimo dove visse il primo cardinale nominato dal papa Leone XIII, si ricorda la Santa di Lisieux.Dove siamo? A tutti i lettori che ci comunicheranno la ri-sposta corretta, invieremo una bella edizione della Novena delle Rose delle Edizioni An-cilla di Conegliano (TV).

    NON IN ITALIA ...

    Ricordiamo che tutti i primi gioved del mesela santa messa sar offertaper tutti i nostri devoti lettorialle ore 8.00 e alle ore 18.30 (ora italiana).

    www.radiosantateresa.it

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    Radio SantaTeresa

  • 5

    4 Santa Teresa Giugno 2015Santa Teresa Giugno 2015

    polo di Dio nella Lumen gentium e meravigliosamente sviluppata dal beato Paolo VI: la Vocazione uni-versale alla santit (cap. V), vissu-ta con Maria nel Mistero di Cristo e della Chiesa (cap. VIII). Teresa e Luigi Maria, attraverso due formulazioni diverse e per-fettamente comple-mentari, insegnano a vivere pienamente la grazia del battesimo, come dinamismo di fede, speranza e amore, in un dono totale e assoluto di se stessi a Ges nel-la Trinit, nellAmore dello Spirito Santo, attraverso le mani e il Cuore di Maria. Infat-ti, secondo le parole di Teresa nella sua ultima poesia Perch ti amo, o Maria: Amare dare tutto e dare se stesso. Il continuo Ges ti amo, che era il battito di cuore di Teresa, il respi-ro della sua anima, significa ne-cessariamente: Mi do tutto a te,

    sono tutto tuo. lo stesso Totus tuus che san Giovanni Paolo II aveva ripreso da san Luigi Maria, prima di dichiarare Teresa Dottore della Chiesa.La nostra Santa esprime la tota-lit e la radicalit di questo dono con il forte simbolo biblico della

    Vittima di Olocau-sto, cio della vitti-ma che, nellAntico Testamento, era to-talmente consuma-ta dal fuoco. Nella Pasqua di Ges, il fuoco dello Spirito Santo, fuoco dellA-more Misericordioso che arde sempre nel suo Cuore, brucian-do tutto il peccato del mondo, e che Egli

    stesso accende nel Cuore della Chiesa, sua Sposa.Il pi povero peccatore (come Maddalena e il buon ladrone) che si getta in questo fuoco, viene perdonato, purificato e trasforma-to fino a diventare santo! Secon-

    do le parole di Teresa, si tratta di gettarsi tra le braccia di Ges e accogliere il suo Amore Infinito. Infatti, il cuore che si d tutto a questo fuoco dello Spirito Santo, allo stesso tempo si apre piena-mente ai fiumi e oceani di grazia dello stesso Spirito. Ed proprio la vita mistica come continua crescita nellAmore, che tutti sono chiamati a vi-vere!Sappiamo che, dopo la Madonna, Teresa la santa pi ama-ta dal nostro papa Francesco Fin dalli-nizio del suo Pontifi-cato, non ha smesso di manifestare al Po-polo di Dio e a tutto il mondo la meraviglia dellAmo-re Misericordioso di Ges che chiama tutti alla gioia del Vangelo (Evangelium Gaudium).Ma papa Francesco, come Teresa, insiste sulla necessit di questo dono totale a Ges da parte no-

    stra, per uscire da tutte le nostre chiusure, egoismo, individuali-smo, insistendo specialmente sul-le scelte definitive, sia nel matri-monio, sia nel celibato consacrato e nel sacerdozio. Si tratta sempre di dare tutta la vita a Ges e ai fra-telli secondo le diverse vocazioni.

    LOfferta di Teresa, che va rinnovata ogni giorno, ed come un catalizzatore batte-simale per riattivare sempre questo dono. In modo particola-re, per i giovani non ancora giunti al mo-mento delle scelte definitive della loro vita, per viverla sem-pre nel suo Amore, secondo il suo Van-

    gelo, preparandosi a queste scel-te definitive. LOfferta allAmore Misericordio-so dunque la porta della gran-de spiritualit di Teresa per tutto il Popolo di Dio, interamente chia-mato alla santit.

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    I Padri Capitolari riuniti ad Alba De Tormes hanno visitato il monastero dove mor la nostra santa Madre e lannesso (rin-novato e bellissimo) museo teresiano. Qui sono ritratti al ter-mine della santa Messa. In altro, dietro la grata, si intravede il sepolcro della Santa.

    P. Saverio Cannistr ocd, preposito generale dei fratelli della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo.Cari fratelli, desideriamo comunicarvi che unora fa (il 7 mag-gio 2015) nellaula capitolare stato rieletto Preposito Gene-rale il nostro fratello P. Saverio Cannistr. Fu eletto Generale nellaprile 2009 a Fatima e oggi, ad Avila, gli stata rinnovata la fiducia affinch guidi il nostro Ordine e ci accompagni nel cammino durante i prossimi sei anni

    P. Aldino Cazzago, provinciale veneto.

    CAPITOLO GENERALE DELLORDINE

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    4 Santa Teresa Giugno 2015Santa Teresa Giugno 2015

    polo di Dio nella Lumen gentium e meravigliosamente sviluppata dal beato Paolo VI: la Vocazione uni-versale alla santit (cap. V), vissu-ta con Maria nel Mistero di Cristo e della Chiesa (cap. VIII). Teresa e Luigi Maria, attraverso due formulazioni diverse e per-fettamente comple-mentari, insegnano a vivere pienamente la grazia del battesimo, come dinamismo di fede, speranza e amore, in un dono totale e assoluto di se stessi a Ges nel-la Trinit, nellAmore dello Spirito Santo, attraverso le mani e il Cuore di Maria. Infat-ti, secondo le parole di Teresa nella sua ultima poesia Perch ti amo, o Maria: Amare dare tutto e dare se stesso. Il continuo Ges ti amo, che era il battito di cuore di Teresa, il respi-ro della sua anima, significa ne-cessariamente: Mi do tutto a te,

    sono tutto tuo. lo stesso Totus tuus che san Giovanni Paolo II aveva ripreso da san Luigi Maria, prima di dichiarare Teresa Dottore della Chiesa.La nostra Santa esprime la tota-lit e la radicalit di questo dono con il forte simbolo biblico della

    Vittima di Olocau-sto, cio della vitti-ma che, nellAntico Testamento, era to-talmente consuma-ta dal fuoco. Nella Pasqua di Ges, il fuoco dello Spirito Santo, fuoco dellA-more Misericordioso che arde sempre nel suo Cuore, brucian-do tutto il peccato del mondo, e che Egli

    stesso accende nel Cuore della Chiesa, sua Sposa.Il pi povero peccatore (come Maddalena e il buon ladrone) che si getta in questo fuoco, viene perdonato, purificato e trasforma-to fino a diventare santo! Secon-

    do le parole di Teresa, si tratta di gettarsi tra le braccia di Ges e accogliere il suo Amore Infinito. Infatti, il cuore che si d tutto a questo fuoco dello Spirito Santo, allo stesso tempo si apre piena-mente ai fiumi e oceani di grazia dello stesso Spirito. Ed proprio la vita mistica come continua crescita nellAmore, che tutti sono chiamati a vi-vere!Sappiamo che, dopo la Madonna, Teresa la santa pi ama-ta dal nostro papa Francesco Fin dalli-nizio del suo Pontifi-cato, non ha smesso di manifestare al Po-polo di Dio e a tutto il mondo la meraviglia dellAmo-re Misericordioso di Ges che chiama tutti alla gioia del Vangelo (Evangelium Gaudium).Ma papa Francesco, come Teresa, insiste sulla necessit di questo dono totale a Ges da parte no-

    stra, per uscire da tutte le nostre chiusure, egoismo, individuali-smo, insistendo specialmente sul-le scelte definitive, sia nel matri-monio, sia nel celibato consacrato e nel sacerdozio. Si tratta sempre di dare tutta la vita a Ges e ai fra-telli secondo le diverse vocazioni.

    LOfferta di Teresa, che va rinnovata ogni giorno, ed come un catalizzatore batte-simale per riattivare sempre questo dono. In modo particola-re, per i giovani non ancora giunti al mo-mento delle scelte definitive della loro vita, per viverla sem-pre nel suo Amore, secondo il suo Van-

    gelo, preparandosi a queste scel-te definitive. LOfferta allAmore Misericordio-so dunque la porta della gran-de spiritualit di Teresa per tutto il Popolo di Dio, interamente chia-mato alla santit.

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    leI Padri Capitolari riuniti ad Alba De Tormes hanno visitato il monastero dove mor la nostra santa Madre e lannesso (rin-novato e bellissimo) museo teresiano. Qui sono ritratti al ter-mine della santa Messa. In altro, dietro la grata, si intravede il sepolcro della Santa.

    P. Saverio Cannistr ocd, preposito generale dei fratelli della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo.Cari fratelli, desideriamo comunicarvi che unora fa (il 7 mag-gio 2015) nellaula capitolare stato rieletto Preposito Gene-rale il nostro fratello P. Saverio Cannistr. Fu eletto Generale nellaprile 2009 a Fatima e oggi, ad Avila, gli stata rinnovata la fiducia affinch guidi il nostro Ordine e ci accompagni nel cammino durante i prossimi sei anni

    P. Aldino Cazzago, provinciale veneto.

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    6 Santa Teresa Giugno 2015Santa Teresa Giugno 2015

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    O 1

    929

    IL SEGRETO DELLA SANTITDI TERESA DEL BAMBINO GESsecondo mons. Del Corona

    Il vescovo di S. Miniato, e poi Arcivescovo titolare di Sardica, mons. Pio Alberto Del Corona, Domenicano, scriveva al Som-

    mo Pontefice Pio X che la santit di suor Teresa riposta in una volont negante e rinnegante s in tutto e sempre. Ecco, pertan-to, il segreto della santit di Teresa del B. G.: abnegazione perpetua! E che cos labnegazione? - di-ceva, in altra occasione, lo stesso monsignore. - Dir di no alla natu-ra per obbedire alla grazia; dir di noi alla fantasia, per governarsi colla ragione; dir di no al cuore, che vorrebbe sempre sentir gau-dio, per non sentire se non la gio-ia austera del sacrifizio. Questa, proprio questa, la via percorsa dalla Santina di Lisieux; via dif-ficile, come difficile domare la

    natura, sempre proclive al male, come difficile go-vernare la fantasia, la paz-za di casa, com difficile frenare il cuore, ora vile, ora audace. In altre paro-le, il segreto della santit di Teresa fu tutto nel sep-

    pellire la libert di arbitrio nella volont divina e nellimmolarsi ad ogni ora del giorno, secondo mons. Del Corona; il quale, quasi estasiato, soggiunge che questa via dellabnegazione perpetua regalmente corse in pochi lustri la fanciulla meravigliosa perch nel Volto Santo si pose in cuore di guardare del continuo la nostra

    Suor Teresa per istudiarvi la indo-mabile gagliardia dimmolarsi ad ogni ora del giorno. Il Dio Incarna-to e Bambino le fece sentire tutte le gioie, il Dio Crocifisso le infuse le virt dellamore. Dal Volto San-to di Ges appassionato, pertanto, dal Volto Santo di Colui che fu ob-bediente fino alla morte, e alla mor-te di Croce, impar la nostra Santa a mortificare la propria volont in tutto e sempre; e, conseguente-mente, a raggiungere una santit agevole a tutti, come dice il ve-scovo di S. Miniato. Difatto, come la nostra Santa nulla oper di stra-ordinario, cos nulla presenta di ini-mitabile. Fare in tutto e sempre la volont di Dio; ecco il program-ma praticato da s. Teresa del B. G.! Ma a far questa santa volon-t di Dio, a sottomettersi ad essa, sono obbligati tutti i cristiani, nes-suno eccettuato! Perci, si tratta di una santit, che tutto possono, se vogliono, facilmente raggiungere! Imitiamo, dunque, la cara Santina di Lisieux, che pot dire di se stes-sa: In Cielo Dio appagher i miei desideri, perch non ho mai fatta la mia volont in questo mondo!! San Bernardo, citato da mons. Del Corona, dice che il seppellire la libert di arbitrio nella volont di-vina cima di grandezza e via alla evangelica perfezione. Vogliamo ancor noi percorrere la strada della perfezione cristiana? Imitiamo la nostra Santa, sottoponendoci alla volont di Dio in tutto e sempre!

    Sac. Dr. Luigi Bianchi Celana (BG), 2 Aprile 1929

    Signore Ges Cristo a Te lode e la gloria nei secoli. Voglio raccontare le meraviglie che Tu hai compiuto nella mia famiglia attraverso linter-cessione di santa Teresa del Bambi-no Ges.

    Siamo nel lontano 1940, io sono Renato, mio padre Gentile e mamma Car-mela, io ho pochi mesi di

    vita, a pap arriva lordine di par-tire per la guerra in Grecia. Paura e disperazione. Ma in quella casa c molta fede in DIO e molta de-vozione in santa Teresa. Nella pre-ghiera di decide di fare un Voto. Se pap fosse tornato sano e sal-vo dalla guerra si avrebbero do-nate le fede nuziali a santa Teresa come ringraziamento. Pap tra le lacrime parte e io e mamma rima-niamo soli. Mamma lavora in casa come magliaia, ma la vita prose-gue sempre pi dura per la care-stia, per la fame e per le notizie sempre pi tragiche della guerra.

    Arriva il 1942 pap torna a casa per una licenza quando parte mamma si trova incinta. Nascer Graziano.La nascita di mio fratello porta molta gioia e unisce ancor pi il legame dei miei genitori e il desi-derio che il dramma della guerra finisca al pi presto, ma le soffe-renze saranno ancora molto lun-ghe. La guerra si protrae ancora per anni la carestia e la fame sempre pi pesante mamma sem-bra una larva, si toglie il pane di bocca per darlo a noi piccoli. Pap scrive lettere di incoraggia-mento per tranquillizzare mamma, ci descriveva la bellezza di quei posti sembrava si trovasse in va-canza, ma le notizie dalla radio e dei giornali erano drammatiche.Noi bambini crescevamo in fret-ta perch le difficolt e le rinunce ti maturano e ti fanno diventare uomo velocemente, ricordo che aiutavamo la mamma in casa e a

    LE MERAVIGLIEDEL SIGNORE

    di Renato

    attraverso lintercessione di s. Teresa

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    Il beato mons. Pio Alberto Del Corona,

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    IL SEGRETO DELLA SANTITDI TERESA DEL BAMBINO GESsecondo mons. Del Corona

    Il vescovo di S. Miniato, e poi Arcivescovo titolare di Sardica, mons. Pio Alberto Del Corona, Domenicano, scriveva al Som-

    mo Pontefice Pio X che la santit di suor Teresa riposta in una volont negante e rinnegante s in tutto e sempre. Ecco, pertan-to, il segreto della santit di Teresa del B. G.: abnegazione perpetua! E che cos labnegazione? - di-ceva, in altra occasione, lo stesso monsignore. - Dir di no alla natu-ra per obbedire alla grazia; dir di noi alla fantasia, per governarsi colla ragione; dir di no al cuore, che vorrebbe sempre sentir gau-dio, per non sentire se non la gio-ia austera del sacrifizio. Questa, proprio questa, la via percorsa dalla Santina di Lisieux; via dif-ficile, come difficile domare la

    natura, sempre proclive al male, come difficile go-vernare la fantasia, la paz-za di casa, com difficile frenare il cuore, ora vile, ora audace. In altre paro-le, il segreto della santit di Teresa fu tutto nel sep-

    pellire la libert di arbitrio nella volont divina e nellimmolarsi ad ogni ora del giorno, secondo mons. Del Corona; il quale, quasi estasiato, soggiunge che questa via dellabnegazione perpetua regalmente corse in pochi lustri la fanciulla meravigliosa perch nel Volto Santo si pose in cuore di guardare del continuo la nostra

    Suor Teresa per istudiarvi la indo-mabile gagliardia dimmolarsi ad ogni ora del giorno. Il Dio Incarna-to e Bambino le fece sentire tutte le gioie, il Dio Crocifisso le infuse le virt dellamore. Dal Volto San-to di Ges appassionato, pertanto, dal Volto Santo di Colui che fu ob-bediente fino alla morte, e alla mor-te di Croce, impar la nostra Santa a mortificare la propria volont in tutto e sempre; e, conseguente-mente, a raggiungere una santit agevole a tutti, come dice il ve-scovo di S. Miniato. Difatto, come la nostra Santa nulla oper di stra-ordinario, cos nulla presenta di ini-mitabile. Fare in tutto e sempre la volont di Dio; ecco il program-ma praticato da s. Teresa del B. G.! Ma a far questa santa volon-t di Dio, a sottomettersi ad essa, sono obbligati tutti i cristiani, nes-suno eccettuato! Perci, si tratta di una santit, che tutto possono, se vogliono, facilmente raggiungere! Imitiamo, dunque, la cara Santina di Lisieux, che pot dire di se stes-sa: In Cielo Dio appagher i miei desideri, perch non ho mai fatta la mia volont in questo mondo!! San Bernardo, citato da mons. Del Corona, dice che il seppellire la libert di arbitrio nella volont di-vina cima di grandezza e via alla evangelica perfezione. Vogliamo ancor noi percorrere la strada della perfezione cristiana? Imitiamo la nostra Santa, sottoponendoci alla volont di Dio in tutto e sempre!

    Sac. Dr. Luigi Bianchi Celana (BG), 2 Aprile 1929

    Signore Ges Cristo a Te lode e la gloria nei secoli. Voglio raccontare le meraviglie che Tu hai compiuto nella mia famiglia attraverso linter-cessione di santa Teresa del Bambi-no Ges.

    Siamo nel lontano 1940, io sono Renato, mio padre Gentile e mamma Car-mela, io ho pochi mesi di

    vita, a pap arriva lordine di par-tire per la guerra in Grecia. Paura e disperazione. Ma in quella casa c molta fede in DIO e molta de-vozione in santa Teresa. Nella pre-ghiera di decide di fare un Voto. Se pap fosse tornato sano e sal-vo dalla guerra si avrebbero do-nate le fede nuziali a santa Teresa come ringraziamento. Pap tra le lacrime parte e io e mamma rima-niamo soli. Mamma lavora in casa come magliaia, ma la vita prose-gue sempre pi dura per la care-stia, per la fame e per le notizie sempre pi tragiche della guerra.

    Arriva il 1942 pap torna a casa per una licenza quando parte mamma si trova incinta. Nascer Graziano.La nascita di mio fratello porta molta gioia e unisce ancor pi il legame dei miei genitori e il desi-derio che il dramma della guerra finisca al pi presto, ma le soffe-renze saranno ancora molto lun-ghe. La guerra si protrae ancora per anni la carestia e la fame sempre pi pesante mamma sem-bra una larva, si toglie il pane di bocca per darlo a noi piccoli. Pap scrive lettere di incoraggia-mento per tranquillizzare mamma, ci descriveva la bellezza di quei posti sembrava si trovasse in va-canza, ma le notizie dalla radio e dei giornali erano drammatiche.Noi bambini crescevamo in fret-ta perch le difficolt e le rinunce ti maturano e ti fanno diventare uomo velocemente, ricordo che aiutavamo la mamma in casa e a

    LE MERAVIGLIEDEL SIGNORE

    di Renato

    attraverso lintercessione di s. Teresa

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  • 9Santa Teresa Giugno 2015

    8 Santa Teresa Giugno 2015

    di mia madre, cerco affannosa-mente il suo volto, lo trovo, cerco di pulire la sua faccia, mamma viva, mi sorride, vengo continua-mente disturbato dal rumore degli aerei che continuano a passare a bassa quota mitragliando di conti-nuo, ricordo la sagoma degli aerei e le pallottole che mi sfioravano, per questa ragione i soccorrito-ri impiegarono molto tempo per potere soccorrerci, Signore ora so che in quei momenti drammatici tu eri l con me e mi proteggervi sotto il palmo delle sue mani, nes-suna pallottola mi poteva colpire. In questo tremendo bombarda-mento morirono 15 persone, fra le quali i miei nonni materni, mio cugino, e Graziano, che non ha conosciuto pap. La mamma estratta in condizio-ni gravissime, ferite molto gravi e nulle le speranze di salvarla. Pap erano mesi che non si avevano notizie, non si sapeva se era vivo o morto. Io ero stato portato a casa di una mia zia, in un attimo la mia vita stato sconvolta, le per-

    sone che amavo non cerano pi.Un trauma indescrivibile.Per rimettere in piedi mamma ci sono voluti mesi, per agosto mamma torna a casa, ancora molto debole, non riesce a cam-minare, ha il braccio sinistro pa-ralizzato, era il braccio che teneva Graziano, lha sentito morire sof-focato contro il suo seno, ha fatto sforzi sovrumani per fargli spazio ma era tutta sotterrata.Inizia un barlume di famiglia, io e mamma, ci guardavamo e pian-gevamo senza parlare, ero felice perch avevo mamma ma ero tri-ste per Graziano, mi sembrava di avergli rubato la mamma. un ri-morso durato molti anni.Un giorno di settembre, un pome-riggio, ci avvisano che sta arrivan-do una persona importantissima, si presenta un uomo che io non avevo mai visto, sporco, magro e mal vestito, con dei sandali a pezzi, mamma si alza e fa qual-che passo verso quelluomo e mi grida: pap; era arrivato a piedi da Trieste, si era buttato dal tre-

    8

    girare la ruota che formava i go-mitoli. Gli anni passano ed arri-vammo al 1945, aprile.Alla sera avevamo iniziato a na-sconderci in una galleria scavata in una collina assieme alle poche famiglie del mio piccolo paese perch lesercito tedesco si stava ritirando e i soldati entravano nel-le case cercando cibo e biciclette con le armi spianate; poi si sen-tiva laereo chiamato Pippo che con il suo rumore ed il pericolo che sganciasse delle bombe spa-ventava tutti. Assieme a noi cerano anche i nonni materni e un mio cuginetto della mia stessa et sfollato dal-la citt per paura dei bombarda-menti. il 26 aprile 1945 ore 9.00 torniamo a casa dei miei nonni, per la strada incontriamo grup-petti di soldati tedeschi che an-davano verso la valle dellAdige,

    cercavano la strada per tornare a casa, assieme a loro cerano an-che i soldati della repubblica di Sal che scappavano frettolosa-mente con le loro camionette ca-riche di ogni cosa.Una famiglia di questi soldati ita-liani (romani) abitava vicino a casa mia e quel giorno anche loro sta-vano caricando due camionette delle loro cose e si preparavano a fuggire perch lesercito alleato avanzava deciso.In questa grande confusione si sente il rumore di un aereo, era una cicogna che anticipava il fron-te e incominciava a girare sopra le nostre teste, la gente si spaventa, non capisce cosa pu succedere, cerca riparo nelle poche case di cui formato il mio piccolo paese.Passano pochi o tanti minuti di forte tensione si sente il rumore di altri aerei che vengono decisi so-pra le nostre case; si odono forti esplosioni, mia mamma ci prende in braccio, io con la sua destra e Graziano con la sinistra e si sie-de su di una sedia appoggiata al muro, siamo cos stretti a lei spa-ventati ma protetti da lei.A questo punto si interrompe la mia memoria!!!!Una bomba ha centrato in pieno la mia casetta!!!!Mi trovo in mezzo a un polvero-ne tremendo sotterrato fino alla cintola, pian piano il polverone si dirada e mi trovo su di un gran cu-mulo di macerie, sto bene, non ho nessuna ferita, mi ricordo che ero in braccio a mia madre, incomin-cio a smuovere la polvere, sento che sono il solo che pu fare qual-cosa per salvare mamma e mio fratello, mi viene una forza incredi-bile, quei ricordi sono nitidamente impressi nella mia mente fino nei minimi particolari, sento i capelli

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    8 Santa Teresa Giugno 2015

    di mia madre, cerco affannosa-mente il suo volto, lo trovo, cerco di pulire la sua faccia, mamma viva, mi sorride, vengo continua-mente disturbato dal rumore degli aerei che continuano a passare a bassa quota mitragliando di conti-nuo, ricordo la sagoma degli aerei e le pallottole che mi sfioravano, per questa ragione i soccorrito-ri impiegarono molto tempo per potere soccorrerci, Signore ora so che in quei momenti drammatici tu eri l con me e mi proteggervi sotto il palmo delle sue mani, nes-suna pallottola mi poteva colpire. In questo tremendo bombarda-mento morirono 15 persone, fra le quali i miei nonni materni, mio cugino, e Graziano, che non ha conosciuto pap. La mamma estratta in condizio-ni gravissime, ferite molto gravi e nulle le speranze di salvarla. Pap erano mesi che non si avevano notizie, non si sapeva se era vivo o morto. Io ero stato portato a casa di una mia zia, in un attimo la mia vita stato sconvolta, le per-

    sone che amavo non cerano pi.Un trauma indescrivibile.Per rimettere in piedi mamma ci sono voluti mesi, per agosto mamma torna a casa, ancora molto debole, non riesce a cam-minare, ha il braccio sinistro pa-ralizzato, era il braccio che teneva Graziano, lha sentito morire sof-focato contro il suo seno, ha fatto sforzi sovrumani per fargli spazio ma era tutta sotterrata.Inizia un barlume di famiglia, io e mamma, ci guardavamo e pian-gevamo senza parlare, ero felice perch avevo mamma ma ero tri-ste per Graziano, mi sembrava di avergli rubato la mamma. un ri-morso durato molti anni.Un giorno di settembre, un pome-riggio, ci avvisano che sta arrivan-do una persona importantissima, si presenta un uomo che io non avevo mai visto, sporco, magro e mal vestito, con dei sandali a pezzi, mamma si alza e fa qual-che passo verso quelluomo e mi grida: pap; era arrivato a piedi da Trieste, si era buttato dal tre-

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    girare la ruota che formava i go-mitoli. Gli anni passano ed arri-vammo al 1945, aprile.Alla sera avevamo iniziato a na-sconderci in una galleria scavata in una collina assieme alle poche famiglie del mio piccolo paese perch lesercito tedesco si stava ritirando e i soldati entravano nel-le case cercando cibo e biciclette con le armi spianate; poi si sen-tiva laereo chiamato Pippo che con il suo rumore ed il pericolo che sganciasse delle bombe spa-ventava tutti. Assieme a noi cerano anche i nonni materni e un mio cuginetto della mia stessa et sfollato dal-la citt per paura dei bombarda-menti. il 26 aprile 1945 ore 9.00 torniamo a casa dei miei nonni, per la strada incontriamo grup-petti di soldati tedeschi che an-davano verso la valle dellAdige,

    cercavano la strada per tornare a casa, assieme a loro cerano an-che i soldati della repubblica di Sal che scappavano frettolosa-mente con le loro camionette ca-riche di ogni cosa.Una famiglia di questi soldati ita-liani (romani) abitava vicino a casa mia e quel giorno anche loro sta-vano caricando due camionette delle loro cose e si preparavano a fuggire perch lesercito alleato avanzava deciso.In questa grande confusione si sente il rumore di un aereo, era una cicogna che anticipava il fron-te e incominciava a girare sopra le nostre teste, la gente si spaventa, non capisce cosa pu succedere, cerca riparo nelle poche case di cui formato il mio piccolo paese.Passano pochi o tanti minuti di forte tensione si sente il rumore di altri aerei che vengono decisi so-pra le nostre case; si odono forti esplosioni, mia mamma ci prende in braccio, io con la sua destra e Graziano con la sinistra e si sie-de su di una sedia appoggiata al muro, siamo cos stretti a lei spa-ventati ma protetti da lei.A questo punto si interrompe la mia memoria!!!!Una bomba ha centrato in pieno la mia casetta!!!!Mi trovo in mezzo a un polvero-ne tremendo sotterrato fino alla cintola, pian piano il polverone si dirada e mi trovo su di un gran cu-mulo di macerie, sto bene, non ho nessuna ferita, mi ricordo che ero in braccio a mia madre, incomin-cio a smuovere la polvere, sento che sono il solo che pu fare qual-cosa per salvare mamma e mio fratello, mi viene una forza incredi-bile, quei ricordi sono nitidamente impressi nella mia mente fino nei minimi particolari, sento i capelli

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  • 11Santa Teresa Giugno 2015

    10 Santa Teresa Giugno 2015

    no in corso che lo stava portando in un campo di concentramento in Germania. Quelluomo dicono che mio padre, avevo 5 anni e mezzo ma ero gi molto cresciuto per la mia et, ho faticato molto, direi anni per convincermi che quelluomo era mio padre, vedo che sto divagando molto dal rac-contare le meraviglie del Signore.Arriviamo al momento che pap e mamma decidono di adempie-re al voto fatto molti anni prima. Pap chiama un taxi e partiamo tutti e tre per Verona destinazio-ne chiesa di santa Teresa in Tom-betta, mamma non si ancora ristabilita, cammina zoppicando e il braccio sinistro sempre pa-ralizzato sorretto da una fascia al collo; arrivati in chiesa ricordo che ci accoglie un frate che ci porta direttamente allaltare della santa, ci d la benedizione e i miei ge-nitori si levano le fedi deponen-dole sullaltare. Mia madre sente subito una formicolio al braccio

    morto, non dice nien-

    te a nessuno ma tornati a casa si accorge che riesce a muovere le dita. Dopo qualche giorno anche il braccio riprende normalmente le sue funzioni; la guarigione sar completa e non risentir pi di al-cuna conseguenza. Da allora la nostra famiglia ritorna al santuario per ringraziare il Signore che at-traverso santa Teresa ci ha fatto sentire il suo Amore. Dal cumulo di quelle macerie fumanti, la no-stra famiglia pian piano con laiuto dallAlto si ricompattata, la na-scita di un nuovo fratellino, Tizia-no, ha lenito molte ferito e infine la nascita di Graziella, ha portato moltissima gioia ed ha alimentato ancor pi il desiderio di mettere ogni cosa nelle mani della volont di Dio.

    Sia a Lode e Gloria al Signore

    N. b.: Quel bambino oggi ha 74 anni, mi chiamo Renato Bonometti, abito ancora in quel paesino di nome Albar di Coster-mano e ho sempre vissuto con la certezza che la mia vita nelle mani del Signore.

    Prima Comunione in Basilica (1 maggio

    2015)

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    1 tappa: Italia-Tel Aviv-Haifa-Wadi ain es-Siah

    Dal 14 al 27 aprile un gruppetto di 14 persone, fra Padri e giovani in formazione della nostra Provincia veneta, ha ricevuto la grande gra-zia di partecipare ad un pellegri-naggio assolutamente sui generis in Terra Santa, sui passi di Ges. E non in senso metaforico, ma in senso letterale questo gruppo dei pellegrini ha camminato con mar-ce di 15 o anche 30 km giornalieri per visitare i principali luoghi se-gnati dalla vita terrena di Nostro Signore, da Nazareth a Gerusa-lemme passando per il lago di Ti-beriade e Gerico. Ma muovendo i primi passi, com naturale per un gruppo di carmelitani, l dove questordine religioso nato, sulle falde del Monte Carmelo.

    A guidare la comitiva stato P. Gianni Bracchi, maestro dei po-stulanti, tutti presenti, mentre ad accoglierci in loco stato P. Fran-cisco Negral, carmelitano spagno-lo nativo di Len, ma da decenni impegnato in Terra Santa dove ha effettuato i suoi studi e dove ha messo senza riserve a disposizio-ne dellOrdine e dei pellegrini la sua competenza archeologica e la sua esperienza e sapienza matu-rata in campo. Insieme allattuale provinciale delle province unifica-te di Spagna, P. Miguel, nel 2006 ebbe lidea di predisporre questo pellegrinaggio pedestre nei luoghi santi di Israele e Palestina, e co-minciarono a farlo insieme a grup-pi di laici. Dalla nostra Provincia Veneta invece nata lidea di con-cepire questo pellegrinaggio non

    IL SIGNORE QUI E TI CHIAMA

    di Iacopo Iadarola

    Ricordi di un pellegrinaggio in Terra Santa

    no

    tizie

    ca

    rme

    lita

    ne

    Il cronista, Iacopo Iadarola con la decana delle suore carmelita-ne di san Giuseppe nel villaggio di Isfiya.

  • 11Santa Teresa Giugno 2015

    10 Santa Teresa Giugno 2015

    no in corso che lo stava portando in un campo di concentramento in Germania. Quelluomo dicono che mio padre, avevo 5 anni e mezzo ma ero gi molto cresciuto per la mia et, ho faticato molto, direi anni per convincermi che quelluomo era mio padre, vedo che sto divagando molto dal rac-contare le meraviglie del Signore.Arriviamo al momento che pap e mamma decidono di adempie-re al voto fatto molti anni prima. Pap chiama un taxi e partiamo tutti e tre per Verona destinazio-ne chiesa di santa Teresa in Tom-betta, mamma non si ancora ristabilita, cammina zoppicando e il braccio sinistro sempre pa-ralizzato sorretto da una fascia al collo; arrivati in chiesa ricordo che ci accoglie un frate che ci porta direttamente allaltare della santa, ci d la benedizione e i miei ge-nitori si levano le fedi deponen-dole sullaltare. Mia madre sente subito una formicolio al braccio

    morto, non dice nien-

    te a nessuno ma tornati a casa si accorge che riesce a muovere le dita. Dopo qualche giorno anche il braccio riprende normalmente le sue funzioni; la guarigione sar completa e non risentir pi di al-cuna conseguenza. Da allora la nostra famiglia ritorna al santuario per ringraziare il Signore che at-traverso santa Teresa ci ha fatto sentire il suo Amore. Dal cumulo di quelle macerie fumanti, la no-stra famiglia pian piano con laiuto dallAlto si ricompattata, la na-scita di un nuovo fratellino, Tizia-no, ha lenito molte ferito e infine la nascita di Graziella, ha portato moltissima gioia ed ha alimentato ancor pi il desiderio di mettere ogni cosa nelle mani della volont di Dio.

    Sia a Lode e Gloria al Signore

    N. b.: Quel bambino oggi ha 74 anni, mi chiamo Renato Bonometti, abito ancora in quel paesino di nome Albar di Coster-mano e ho sempre vissuto con la certezza che la mia vita nelle mani del Signore.

    Prima Comunione in Basilica (1 maggio

    2015)

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    1 tappa: Italia-Tel Aviv-Haifa-Wadi ain es-Siah

    Dal 14 al 27 aprile un gruppetto di 14 persone, fra Padri e giovani in formazione della nostra Provincia veneta, ha ricevuto la grande gra-zia di partecipare ad un pellegri-naggio assolutamente sui generis in Terra Santa, sui passi di Ges. E non in senso metaforico, ma in senso letterale questo gruppo dei pellegrini ha camminato con mar-ce di 15 o anche 30 km giornalieri per visitare i principali luoghi se-gnati dalla vita terrena di Nostro Signore, da Nazareth a Gerusa-lemme passando per il lago di Ti-beriade e Gerico. Ma muovendo i primi passi, com naturale per un gruppo di carmelitani, l dove questordine religioso nato, sulle falde del Monte Carmelo.

    A guidare la comitiva stato P. Gianni Bracchi, maestro dei po-stulanti, tutti presenti, mentre ad accoglierci in loco stato P. Fran-cisco Negral, carmelitano spagno-lo nativo di Len, ma da decenni impegnato in Terra Santa dove ha effettuato i suoi studi e dove ha messo senza riserve a disposizio-ne dellOrdine e dei pellegrini la sua competenza archeologica e la sua esperienza e sapienza matu-rata in campo. Insieme allattuale provinciale delle province unifica-te di Spagna, P. Miguel, nel 2006 ebbe lidea di predisporre questo pellegrinaggio pedestre nei luoghi santi di Israele e Palestina, e co-minciarono a farlo insieme a grup-pi di laici. Dalla nostra Provincia Veneta invece nata lidea di con-cepire questo pellegrinaggio non

    IL SIGNORE QUI E TI CHIAMA

    di Iacopo Iadarola

    Ricordi di un pellegrinaggio in Terra Santa

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    Il cronista, Iacopo Iadarola con la decana delle suore carmelita-ne di san Giuseppe nel villaggio di Isfiya.

  • 13Santa Teresa Giugno 2015

    12 Santa Teresa Giugno 2015

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    nesoltanto per laici, ma anche per i soli religiosi carmelitani o per chi

    in discernimento vocazionale, affinch questi possano entrare nel Carmelo attraverso la porta del proprio carisma, rivissuto e respirato nei luoghi in cui nato, otto secoli fa. Per noi postulanti, poi, non poteva pensarsi prepa-razione migliore ad essere incor-porati nella famiglia carmelitana, nonch per discernere pi ap-profonditamente la chiamata che abbiamo avuto il dono di ricevere! Il Signore qui che ti chiama, infatti, il titolo scelto per questo pellegrinaggio da P. Gianni, citan-do Gv 11,28, l dove Ges chiama Maria di Betania invitandola a le-varsi e riprendere speranza per la risurrezione di suo fratello Lazza-ro. Questo scossone, ci che ognuno di noi ha potuto presagi-re, in modi diversi, nellavvicinarsi ai luoghi dove quella chiamata risuonata per la prima volta, dai pescatori di Galilea e dagli amici di Betania, agli eremiti crociati del Carmelo fino ai nostri giorni.

    Un concretissimo tornare in Gali-

    lea, dunque, come esorta a fare il Risorto nei racconti pasquali delle apparizioni che abbiamo ascolta-to nelle liturgie delle passate setti-mane, ma che pu ben essere in-teso in senso spirituale, come ha esortato a fare Papa Francesco nel recente discorso ai formatori dei religiosi. Per ognuno neces-sario risalire, infatti, alle sorgenti della propria vocazione, l dove tutto cominciato, al primo amore che ha scardinato la nostra vita e che perfettamente simboleggia-to da quella Galilea dove Ges ha chiamato i suoi allinizio della sua predicazione e allinizio della sua vita di Risorto.

    Ma come dicevamo, per noi car-melitani, a tutto ci stato pre-messo il monte Carmelo, quasi come preparazione evangelica allincontro col Signore, cos come nella storia di Israele le imprese di Elia su quel santo monte sono state anticipazione e preparazio-ne a quanto avrebbe vissuto e operato Ges. Egli rispose loro: S, prima viene Elia e ristabilisce ogni cosa; ma, come sta scritto

    del Figlio delluomo? Che deve soffrire molto ed essere disprez-zato (Mc 9,12). Per questo mo-tivo, la nostra prima destinazione, arrivati allaeroporto di Tel Aviv nel cuore della notte, stata Haifa, lussureggiante citt israeliana ai piedi del Carmelo. Sul treno che ci avrebbe portati qui, al nostro pun-to di partenza, cerano vari isra-eliani che, alla luce dellalba che iniziava a trapelare dai finestrini, han cominciato a prepararsi alla preghiera, avvolgendosi il braccio destro con striscioline di cuoio (i tefillim, i filatteri che conosciamo dai vangeli) e coprendosi con uno scialle (il tallit). Cos acconciati, con grande disinvoltura, han co-minciato a litaniare salmi nella loro lingua, dondolandosi seduti sul posto o in piedi davanti ai fi-nestrini. E anche nellaeroporto di Tel Aviv era aperta, fra i bagni e le sale dattesa, una piccola si-nagoga dove alle tre del mattino dei rabbini stavano scrutando le Scritture: il primo volto di Israele stato decisamente quello di un popolo in preghiera. Preghiera che mi sembrata sbocciare in

    contesti che han poco di sacro, come da parte di chi ha dolorosa-mente imparato a non fissarsi in un posto, in un tempio, anche se desidera con tutto il cuore di tor-narvi a prendere dimora.

    Ad Haifa abbiamo sistemato gli zaini nei locali della parrocchia di S. Giuseppe, gestita dai nostri padri carmelitani, a poca distan-za dalla stazione, e siamo par-titi subito per Wadi ain es-Siah (wadi=vallata; ain=sorgente; siah=cespuglio), il primissimo luo-go della presenza carmelitana in Terra Santa. Padre Francisco, che ormai per tutti Padre Paco, si trasforma nella infaticabile mac-china esplorativa che sar per le prossime due settimane, fiutando come un segugio e i percorsi da intraprendere (che non son mai esattamente gli stessi ogni anno) e incamminandovisi con sveltez-za, ma senza trascurare di tenere unito il gruppo, di dare spiega-zioni su tutto e di rispondere pa-zientemente ad ogni domanda di noi che lo seguiamo. A volte, per fortuna, viene rapito dalla bellezza

    Sopra:Il gruppo di pellegrini a

    Wadi ain es-SiahA fianco:

    Alla grotta di p. Prospero, sul monte Carmelo, poco sotto il santuario di Stella

    Maris ad Haifa

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    nesoltanto per laici, ma anche per i soli religiosi carmelitani o per chi

    in discernimento vocazionale, affinch questi possano entrare nel Carmelo attraverso la porta del proprio carisma, rivissuto e respirato nei luoghi in cui nato, otto secoli fa. Per noi postulanti, poi, non poteva pensarsi prepa-razione migliore ad essere incor-porati nella famiglia carmelitana, nonch per discernere pi ap-profonditamente la chiamata che abbiamo avuto il dono di ricevere! Il Signore qui che ti chiama, infatti, il titolo scelto per questo pellegrinaggio da P. Gianni, citan-do Gv 11,28, l dove Ges chiama Maria di Betania invitandola a le-varsi e riprendere speranza per la risurrezione di suo fratello Lazza-ro. Questo scossone, ci che ognuno di noi ha potuto presagi-re, in modi diversi, nellavvicinarsi ai luoghi dove quella chiamata risuonata per la prima volta, dai pescatori di Galilea e dagli amici di Betania, agli eremiti crociati del Carmelo fino ai nostri giorni.

    Un concretissimo tornare in Gali-

    lea, dunque, come esorta a fare il Risorto nei racconti pasquali delle apparizioni che abbiamo ascolta-to nelle liturgie delle passate setti-mane, ma che pu ben essere in-teso in senso spirituale, come ha esortato a fare Papa Francesco nel recente discorso ai formatori dei religiosi. Per ognuno neces-sario risalire, infatti, alle sorgenti della propria vocazione, l dove tutto cominciato, al primo amore che ha scardinato la nostra vita e che perfettamente simboleggia-to da quella Galilea dove Ges ha chiamato i suoi allinizio della sua predicazione e allinizio della sua vita di Risorto.

    Ma come dicevamo, per noi car-melitani, a tutto ci stato pre-messo il monte Carmelo, quasi come preparazione evangelica allincontro col Signore, cos come nella storia di Israele le imprese di Elia su quel santo monte sono state anticipazione e preparazio-ne a quanto avrebbe vissuto e operato Ges. Egli rispose loro: S, prima viene Elia e ristabilisce ogni cosa; ma, come sta scritto

    del Figlio delluomo? Che deve soffrire molto ed essere disprez-zato (Mc 9,12). Per questo mo-tivo, la nostra prima destinazione, arrivati allaeroporto di Tel Aviv nel cuore della notte, stata Haifa, lussureggiante citt israeliana ai piedi del Carmelo. Sul treno che ci avrebbe portati qui, al nostro pun-to di partenza, cerano vari isra-eliani che, alla luce dellalba che iniziava a trapelare dai finestrini, han cominciato a prepararsi alla preghiera, avvolgendosi il braccio destro con striscioline di cuoio (i tefillim, i filatteri che conosciamo dai vangeli) e coprendosi con uno scialle (il tallit). Cos acconciati, con grande disinvoltura, han co-minciato a litaniare salmi nella loro lingua, dondolandosi seduti sul posto o in piedi davanti ai fi-nestrini. E anche nellaeroporto di Tel Aviv era aperta, fra i bagni e le sale dattesa, una piccola si-nagoga dove alle tre del mattino dei rabbini stavano scrutando le Scritture: il primo volto di Israele stato decisamente quello di un popolo in preghiera. Preghiera che mi sembrata sbocciare in

    contesti che han poco di sacro, come da parte di chi ha dolorosa-mente imparato a non fissarsi in un posto, in un tempio, anche se desidera con tutto il cuore di tor-narvi a prendere dimora.

    Ad Haifa abbiamo sistemato gli zaini nei locali della parrocchia di S. Giuseppe, gestita dai nostri padri carmelitani, a poca distan-za dalla stazione, e siamo par-titi subito per Wadi ain es-Siah (wadi=vallata; ain=sorgente; siah=cespuglio), il primissimo luo-go della presenza carmelitana in Terra Santa. Padre Francisco, che ormai per tutti Padre Paco, si trasforma nella infaticabile mac-china esplorativa che sar per le prossime due settimane, fiutando come un segugio e i percorsi da intraprendere (che non son mai esattamente gli stessi ogni anno) e incamminandovisi con sveltez-za, ma senza trascurare di tenere unito il gruppo, di dare spiega-zioni su tutto e di rispondere pa-zientemente ad ogni domanda di noi che lo seguiamo. A volte, per fortuna, viene rapito dalla bellezza

    Sopra:Il gruppo di pellegrini a

    Wadi ain es-SiahA fianco:

    Alla grotta di p. Prospero, sul monte Carmelo, poco sotto il santuario di Stella

    Maris ad Haifa

  • 15Santa Teresa Giugno 2015

    14 Santa Teresa Giugno 2015

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    di un fiore o dallemail sul cellulare di qualche suo corrispondente, il che lo blocca per qualche minu-to in cui noi possiamo riprende-re fiatoci che stupisce che dopo trentanni vissuti in questi luoghi mantiene lo stupore e la freschezza di chi vi incappa per la prima volta, e lentusiasmo e la dedizione nei nostri confron-ti di chi sembra ci aspettasse da una vita. Credo che gi questo sia stato per tutti un grande inse-gnamento vocazionale, su come un carmelitano debba unire con-templazione e apostolato al ser-vizio della Chiesa. Dopo due ore di cammino per le strade di Haifa, lasciamo il centro della citt alle nostre spalle e ci addentriamo, costeggiando splendide marine e fioritissimi parchi, fra lussuosi palazzoni di periferia dove stanno sorgendo numerosi centri com-merciali: lIsraele ricco e bene-stante di cui vedremo nel nostro viaggio numerosissimi esempi. Ma proprio a un paio di chilome-tri di distanza da questi palazzi, ledilizia rampante si arresta per lasciare spazio a qualche collina

    semi-deserta davanti al mare, fra le cui balze prende labbrivio un piccolo viottolo lastricato che si-nerpica per la nostra prima meta: Wadi ain es-Siah, dove sono le rovine del primo convento car-melitano, costruito dai nostri pa-dri eremiti agli inizi del XIII secolo, proprio qui sulle propaggini infe-riori del Carmelo. Su internet c molto materiale per approfondire dal punto di vista archeologico e storico la conoscenza di questo importantissimo sito, per cui non ci dilunghiamo su questi aspetti. Ricordiamo invece come lo stato in cui versano le rovine, a detta di P. Paco, peggiori di anno in anno, per lerosione naturale della valla-ta del wadi e per la mancanza di unadeguata tutela archeologica, mancanza dovuta non tanto alla scarsit di risorse da parte nostra quanto agli intoppi burocratici da parte delle autorit israeliane. Ci siamo potuti comunque rinfresca-re alla fonte superiore (apprez-zata molto anche da israeliani in vena di scampagnate, a quanto risulta da alcuni rifiuti lasciati!), detta anche di Elia in quanto

    una tradizione afferma che qui il profeta si sarebbe dissetato; ma soprattutto ci siamo potuti racco-gliere in quella che era la chiesa conventuale, cui si accede per un portale a sesto acuto restau-rato solo qualche anno fa e che una delle poche strutture che a tuttoggi sono in piedi. Fra i resti archeologici pi caratteristici, una scala che conduceva al piano su-periore del convento (costruito in un secondo momento rispetto ai primi insediamenti eremitici), e la cella del Priore, purtroppo inac-cessibile perch invasa da rampicanti. L, nella chie-sa, abbiamo celebra-to una messa vo-tiva in onore alla Madonna, la stessa Madre a cui erano teneramente devoti i pri-mi eremiti del Carmelo, che le dedicarono il loro oratorio, e che ancora oggi continua a radunarci insieme per guidarci ver-so suo Figlio. Non stupisce, al-lora, che il convento dove vivono attualmente i nostri Padri, non qui nel wadi ma in cima al promonto-rio del Carmelo, sia dedicato an-cora a Lei, venerata col nome di Stella maris, Stella di un mare che su questo monte sembra abbrac-ciarti per ogni dove. Vi siamo saliti subito dopo la visita a Wadi ain es-Siah, ma soltanto per pranzar-vi, in attesa di andare a visitare le vicine monache del Carmelo di Haifa, dedicato a Nostra Signo-ra del Monte Carmelo. Queste ci

    hanno accolto con la medesima gioia di un Carmelo nostranomolte di esse, del resto, sono del bresciano! Ma molte altre di tutti e cinque i continenti: Madagascar, Per, Corea, Giappone, Brasi-lemeravigliosa variet che ci ha ricordato come questo cuore orante del Carmelo rispecchi per-fettamente la multicolore cattoli-cit della Chiesa. Pi dei custodi e degli archeologi, sono in fondo esse a preservare e rinnovare con la loro vocazione la memoria delle rovine di Wadi ain es-Siah, che si

    intravedono dalle finestre del loro monastero e

    che devono ica-sticamente ri-

    cordar loro le parole della Santa Ma-dre: Tut-te siamo chiamate allorazio-ne e alla

    contempla-zione per-

    ch in ci la nostra origine e

    siamo progenie di quei santi Padri del monte

    Carmelo che in grande solitudine e nel totale disprezzo del mondo cercavano questa gioia, questa preziosa margherita di cui par-liamo: eppure in poche ci dispo-niamo per ottenere che Dio ce la scopra (Teresa dAvila, Castello Interiore, Quinte mansioni 1,2).

    (Per leggere i resoconti delle altre tappe cerca nella sezione Spiri-tualit carmelitana del sito della Provincia Veneta www.carmelo-veneto.it

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    Sopra:Foto di gruppo con la

    comunit carmelitana di Isfiya

    A fianco:Nostra Signora del Monte

    Carmelo nel suo santuario

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    14 Santa Teresa Giugno 2015

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    di un fiore o dallemail sul cellulare di qualche suo corrispondente, il che lo blocca per qualche minu-to in cui noi possiamo riprende-re fiatoci che stupisce che dopo trentanni vissuti in questi luoghi mantiene lo stupore e la freschezza di chi vi incappa per la prima volta, e lentusiasmo e la dedizione nei nostri confron-ti di chi sembra ci aspettasse da una vita. Credo che gi questo sia stato per tutti un grande inse-gnamento vocazionale, su come un carmelitano debba unire con-templazione e apostolato al ser-vizio della Chiesa. Dopo due ore di cammino per le strade di Haifa, lasciamo il centro della citt alle nostre spalle e ci addentriamo, costeggiando splendide marine e fioritissimi parchi, fra lussuosi palazzoni di periferia dove stanno sorgendo numerosi centri com-merciali: lIsraele ricco e bene-stante di cui vedremo nel nostro viaggio numerosissimi esempi. Ma proprio a un paio di chilome-tri di distanza da questi palazzi, ledilizia rampante si arresta per lasciare spazio a qualche collina

    semi-deserta davanti al mare, fra le cui balze prende labbrivio un piccolo viottolo lastricato che si-nerpica per la nostra prima meta: Wadi ain es-Siah, dove sono le rovine del primo convento car-melitano, costruito dai nostri pa-dri eremiti agli inizi del XIII secolo, proprio qui sulle propaggini infe-riori del Carmelo. Su internet c molto materiale per approfondire dal punto di vista archeologico e storico la conoscenza di questo importantissimo sito, per cui non ci dilunghiamo su questi aspetti. Ricordiamo invece come lo stato in cui versano le rovine, a detta di P. Paco, peggiori di anno in anno, per lerosione naturale della valla-ta del wadi e per la mancanza di unadeguata tutela archeologica, mancanza dovuta non tanto alla scarsit di risorse da parte nostra quanto agli intoppi burocratici da parte delle autorit israeliane. Ci siamo potuti comunque rinfresca-re alla fonte superiore (apprez-zata molto anche da israeliani in vena di scampagnate, a quanto risulta da alcuni rifiuti lasciati!), detta anche di Elia in quanto

    una tradizione afferma che qui il profeta si sarebbe dissetato; ma soprattutto ci siamo potuti racco-gliere in quella che era la chiesa conventuale, cui si accede per un portale a sesto acuto restau-rato solo qualche anno fa e che una delle poche strutture che a tuttoggi sono in piedi. Fra i resti archeologici pi caratteristici, una scala che conduceva al piano su-periore del convento (costruito in un secondo momento rispetto ai primi insediamenti eremitici), e la cella del Priore, purtroppo inac-cessibile perch invasa da rampicanti. L, nella chie-sa, abbiamo celebra-to una messa vo-tiva in onore alla Madonna, la stessa Madre a cui erano teneramente devoti i pri-mi eremiti del Carmelo, che le dedicarono il loro oratorio, e che ancora oggi continua a radunarci insieme per guidarci ver-so suo Figlio. Non stupisce, al-lora, che il convento dove vivono attualmente i nostri Padri, non qui nel wadi ma in cima al promonto-rio del Carmelo, sia dedicato an-cora a Lei, venerata col nome di Stella maris, Stella di un mare che su questo monte sembra abbrac-ciarti per ogni dove. Vi siamo saliti subito dopo la visita a Wadi ain es-Siah, ma soltanto per pranzar-vi, in attesa di andare a visitare le vicine monache del Carmelo di Haifa, dedicato a Nostra Signo-ra del Monte Carmelo. Queste ci

    hanno accolto con la medesima gioia di un Carmelo nostranomolte di esse, del resto, sono del bresciano! Ma molte altre di tutti e cinque i continenti: Madagascar, Per, Corea, Giappone, Brasi-lemeravigliosa variet che ci ha ricordato come questo cuore orante del Carmelo rispecchi per-fettamente la multicolore cattoli-cit della Chiesa. Pi dei custodi e degli archeologi, sono in fondo esse a preservare e rinnovare con la loro vocazione la memoria delle rovine di Wadi ain es-Siah, che si

    intravedono dalle finestre del loro monastero e

    che devono ica-sticamente ri-

    cordar loro le parole della Santa Ma-dre: Tut-te siamo chiamate allorazio-ne e alla

    contempla-zione per-

    ch in ci la nostra origine e

    siamo progenie di quei santi Padri del monte

    Carmelo che in grande solitudine e nel totale disprezzo del mondo cercavano questa gioia, questa preziosa margherita di cui par-liamo: eppure in poche ci dispo-niamo per ottenere che Dio ce la scopra (Teresa dAvila, Castello Interiore, Quinte mansioni 1,2).

    (Per leggere i resoconti delle altre tappe cerca nella sezione Spiri-tualit carmelitana del sito della Provincia Veneta www.carmelo-veneto.it

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    Carmelo nel suo santuario

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    Lautrice Elisa Gentile (li-cenziata in Teologia Morale presso lAccademia Alfon-siana di Roma ed attual-

    mente insegnante di religione), nel suo libro intitolato Spiritualit e morale in S. Teresa di Lisieux, affronta un tema che sempre attuale sia fra i credenti che non, cio il senso della vera fede rap-portato alle cose concrete di ogni giorno. Capita spesso infatti, an-che fra chi si professa un fervoro-so credente, che ci sia una sepa-razione tra la propria formazione spirituale e quella prettamente umana, senza che queste due ric-chezze riescano a fondersi e cre-scere insieme. S. Teresina invece stata un mirabile esempio di chi riuscito ad illuminare la chiesa sia attraverso lesempio cristiano e lo zelo apostolico che attraver-so doti di grande umanit, cat-turando i cuori di tantissime per-sone da ogni parte del mondo a prescindere dalla loro religione di appartenenza. Il libro strutturato in tre parti: nella prima parte viene delineata la figura di s. Teresina

    partendo anche dalla sua famiglia e dallambiente in cui cresciuta, fatto di un autentico amore coniu-gale, attenzione per figli affinch ricevessero una solida formazio-ne educativa e religiosa, armonia con le sorelle che si prendevano cura luna dellaltra in una e offri-vano ogni giorno il proprio cuore a Ges; nella seconda parte si pone in evidenza la ricchezza morale di Teresa che veniva distribuita a piene mani in particolar modo alle sue novizie, le quali molto spesso si sentivano scrutate nel profon-do dalla loro piccola formatrice che offriva loro la parola giusta al momento giusto; nella terza par-te lautrice ha scelto di descrivere la piccola via di s. Teresina, una via percorribile da tutti coloro che si abbandonano fiduciosamente tre le braccia del Padre e accol-gono a cuore aperto i flussi infiniti della Sua misericordia.

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    iSPIRITUALIT E MORALEla ricchezza morale di Teresa

    di Annalisa Bonadonna

    Maite Lpez aVerona, salutata da p. Gino Toppan ocd.

  • 16 Santa Teresa Giugno 2015

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    Lautrice Elisa Gentile (li-cenziata in Teologia Morale presso lAccademia Alfon-siana di Roma ed attual-

    mente insegnante di religione), nel suo libro intitolato Spiritualit e morale in S. Teresa di Lisieux, affronta un tema che sempre attuale sia fra i credenti che non, cio il senso della vera fede rap-portato alle cose concrete di ogni giorno. Capita spesso infatti, an-che fra chi si professa un fervoro-so credente, che ci sia una sepa-razione tra la propria formazione spirituale e quella prettamente umana, senza che queste due ric-chezze riescano a fondersi e cre-scere insieme. S. Teresina invece stata un mirabile esempio di chi riuscito ad illuminare la chiesa sia attraverso lesempio cristiano e lo zelo apostolico che attraver-so doti di grande umanit, cat-turando i cuori di tantissime per-sone da ogni parte del mondo a prescindere dalla loro religione di appartenenza. Il libro strutturato in tre parti: nella prima parte viene delineata la figura di s. Teresina

    partendo anche dalla sua famiglia e dallambiente in cui cresciuta, fatto di un autentico amore coniu-gale, attenzione per figli affinch ricevessero una solida formazio-ne educativa e religiosa, armonia con le sorelle che si prendevano cura luna dellaltra in una e offri-vano ogni giorno il proprio cuore a Ges; nella seconda parte si pone in evidenza la ricchezza morale di Teresa che veniva distribuita a piene mani in particolar modo alle sue novizie, le quali molto spesso si sentivano scrutate nel profon-do dalla loro piccola formatrice che offriva loro la parola giusta al momento giusto; nella terza par-te lautrice ha scelto di descrivere la piccola via di s. Teresina, una via percorribile da tutti coloro che si abbandonano fiduciosamente tre le braccia del Padre e accol-gono a cuore aperto i flussi infiniti della Sua misericordia.

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    SPIRITUALIT E MORALEla ricchezza morale di Teresa

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    Maite Lpez aVerona, salutata da p. Gino Toppan ocd.

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    In occasione del cinquecente-nario della nascita di S. Teresa DAvila, gioved 14 maggio, nella Basilica di S. Teresa del

    Bambin Ges in Verona, si te-nuto il concerto meditazione di Maite Lpez, tutto su testi della Santa, dal titolo Teresa, Alma de fuego.P. Antonio Maria Sicari ocd, diret-tore di questo periodico, in una recente catechesi ci chiedeva di scrivere su un foglio bianco, a quale distanza arriva il nostro le-game missionario nel carisma car-melitano. Un giorno cercavamo dei brani di S. Teresa per la radio parrocchiale e nelle varie versioni di Vuestra soy, abbiamo trovato quella di Maite, la cantante, ha re-alizzato un cd con testi tratti dalle opere di s. Teresa dAvila (www.maitelopez.com), disponibile, per chi ne fosse interessato, nella no-stra redazione.Maite Lpez una cantautrice spagnola che vive a Madrid, lei stessa ci racconta: Nel mio cam-mino di fede, una delle donne che mi affascina Santa Teresa. Alma de Fuego nasce, su iniziativa del V Centenario della sua nascita, volendo contribuire modestamen-te a divulgare questa santa stra-ordinaria e, soprattutto, cercando di agevolare, chi mi ascolta, a un, profondo, sincero e intimo incon-tro con DioIl clima di preghiera a cuore a cuo-re con la voce di Maite Lpez,

    stato bello e intenso sia per chi gi conosce e ha letto la Vita e le opere di S. Teresa, ma altrettanto per chi non la conosceva affatto.Maite ha tradotto in italiano alcu-ne strofe e ci ha invitato a pregare insieme in spagnolo e in italiano, il concerto si concluso con un bis, cantando insieme queste pa-role: El amor cuando es crecido no puede estar sin obrar.Papa Francesco parlando ai con-sacrati dice: Amore concreto. Ma che cosa faceva S. Teresa? Qua-le consiglio dava Santa Teresa, la grande, alla superiora? Ma dalle una bistecca e poi parliamo. Far-la scendere alla realt. La concre-tezza della bont, dellamore, che prega prima di fare un rimprovero e poi chiede al Signore che vada avanti con la correzione. lamo-re concreto.

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    TERESA, ALMA DE FUEGO

    di Claudia Cervellin

    Concerto-meditazione di Maite Lpez

    Maite Lpez con la sua chitarra

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    In occasione del cinquecente-nario della nascita di S. Teresa DAvila, gioved 14 maggio, nella Basilica di S. Teresa del

    Bambin Ges in Verona, si te-nuto il concerto meditazione di Maite Lpez, tutto su testi della Santa, dal titolo Teresa, Alma de fuego.P. Antonio Maria Sicari ocd, diret-tore di questo periodico, in una recente catechesi ci chiedeva di scrivere su un foglio bianco, a quale distanza arriva il nostro le-game missionario nel carisma car-melitano. Un giorno cercavamo dei brani di S. Teresa per la radio parrocchiale e nelle varie versioni di Vuestra soy, abbiamo trovato quella di Maite, la cantante, ha re-alizzato un cd con testi tratti dalle opere di s. Teresa dAvila (www.maitelopez.com), disponibile, per chi ne fosse interessato, nella no-stra redazione.Maite Lpez una cantautrice spagnola che vive a Madrid, lei stessa ci racconta: Nel mio cam-mino di fede, una delle donne che mi affascina Santa Teresa. Alma de Fuego nasce, su iniziativa del V Centenario della sua nascita, volendo contribuire modestamen-te a divulgare questa santa stra-ordinaria e, soprattutto, cercando di agevolare, chi mi ascolta, a un, profondo, sincero e intimo incon-tro con DioIl clima di preghiera a cuore a cuo-re con la voce di Maite Lpez,

    stato bello e intenso sia per chi gi conosce e ha letto la Vita e le opere di S. Teresa, ma altrettanto per chi non la conosceva affatto.Maite ha tradotto in italiano alcu-ne strofe e ci ha invitato a pregare insieme in spagnolo e in italiano, il concerto si concluso con un bis, cantando insieme queste pa-role: El amor cuando es crecido no puede estar sin obrar.Papa Francesco parlando ai con-sacrati dice: Amore concreto. Ma che cosa faceva S. Teresa? Qua-le consiglio dava Santa Teresa, la grande, alla superiora? Ma dalle una bistecca e poi parliamo. Far-la scendere alla realt. La concre-tezza della bont, dellamore, che prega prima di fare un rimprovero e poi chiede al Signore che vada avanti con la correzione. lamo-re concreto.

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    di Claudia Cervellin

    Concerto-meditazione di Maite Lpez

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    Il 24 aprile 2015 la cappella del Palazzo Arcivescovile di Cra-covia stata testimone della chiusura della tappa diocesana

    del processo di beatificazione di Teresa di Ges (Marianna Mar-chocka) della prima generazione di Carmelitane Scalze in Polonia, chiama-ta santa Teresa di Ges polacca. LArcivescovo di Cracovia, il Car-dinale Stanislaw Dziwisz, sotto-line il fatto che la Serva di Dio si incammina verso gli altari nel contesto dellAnno Giubilare del V Centenario della Nascita di San-ta Teresa di Ges. I tentativi di iniziare il suo processo di beatifi-cazione nel passato furono infatti ostacolati dalle guerre, spartizioni della Polonia e dittatura comuni-sta. Davanti al Cardinale i membri del tribunale ecclesiastico hanno

    prestato giuramento di aver com-piuto fedelmente il loro incarico, ed il vice-postulatore della causa, P. Szczepan Praskiewicz, sta-to nominato portatore degli atti a Roma. Una volta terminato latto giuridico, mons. Andrzej Scaber,

    giudice delegato, ha pre-sieduto lEucaristia

    presso le spoglie mortali della Ser-va di Dio nella chiesa delle Car-melitane Scalze in via Kopernika a Cracovia per

    chiedere al Signo-re laiuto per il buon

    esito della fase roma-na del processo. Lomelia

    fu tenuta dal p. Tadeusz Florek, superiore provinciale della Provin-cia di Cracovia. Alla celebrazione era presente un gran numero di fedeli, soprattutto membri della nobile famiglia dei Marchocki, che conservano la memoria della loro parente carmelitana.

    Lo scorso 23 aprile ho con-segnato personalmente allArcivescovo Cardinale Jean-Pierre Ricard di Bor-

    deaux, il Supplex Libellus in cui chiedo lapertura dalla causa di beatificazione e canonizzazione di padre Agostino Maria del SS. Sacramento (Hermann Cohen, 1820-1871). Singolare fu la vita di questo carmelitano scalzo. Nato in una famiglia ebrea, fu discepo-lo privilegiato del grande musici-sta Franz Liszt. Nel maggio 1847, mentre dirige un coro liturgico, inizia in lui un processo di conver-sione al cristianesimo. Battezzato il 28 agosto 1847, entra nellOrdi-ne dei Carmelitani Scalzi nel 1849. Predicatore affermato, percorre lEuropa restaurando il Conven-to di Lione rifondando lOrdine in Inghilterra. Guarisce miracolo-samente a Lourdes da una gra-

    ve malattia agli occhi (1868) e tre anni pi tardi muore a causa di unepidemia di vaiolo. Il suo cor-po riposa nella chiesa conventua-le del monastero di Broussey, in Francia, dove ha vissuto.

    In occasione del 56 anniversio della sua morte, il 28 aprile scor-so, i resto mortali della Chiuitunga (venerabile Maria Felicia di Ges Sacramentato, 1925-1959) sa-ranno traslati di fianco alla chiesa del monastero delle Carmelitane Scalze di Asuncin (Paraguay) nella cappella recentemente co-struita. Mons. Claudio Gimnez, vescovo di Caacup e presidente della conferenza episcopale, ha celebrato una s. Messa alla pre-senza di migliaia di fedeli e dei membri dellOrdine dei Carmelita-ni Scalzi del Paraguay.

    PADRE HERMANN COHENdi p. Romano Gambalunga ocd

    postulatore generaledi p. Szczepan Prakiewicz ocd

    TERESA DI GES, LA POLACCAe la Chiquitunga

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    Stufi di parole e dei loro giochi, in questo mese ricorriamo ad unimmagine per il no-stro quiz. Vinceranno una preziosa bottigliet-ta della nostra melissa moldavica (50ml) tut-ti i nostri lettori che entro il 31 luglio 2015 sapranno darci una descrizione esatta (per telefono, fax, e-mail, lettera o per-sonalmente) di questa foto (nome e cognome delle tre donne, luogo e anno dello scatto).

    TRE AMICHE FRANCESI

    A fiancounimmagine di

    P. Hermann Cohen

    in alto:La Chiquitunga

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    Il 24 aprile 2015 la cappella del Palazzo Arcivescovile di Cra-covia stata testimone della chiusura della tappa diocesana

    del processo di beatificazione di Teresa di Ges (Marianna Mar-chocka) della prima generazione di Carmelitane Scalze in Polonia, chiama-ta santa Teresa di Ges polacca. LArcivescovo di Cracovia, il Car-dinale Stanislaw Dziwisz, sotto-line il fatto che la Serva di Dio si incammina verso gli altari nel contesto dellAnno Giubilare del V Centenario della Nascita di San-ta Teresa di Ges. I tentativi di iniziare il suo processo di beatifi-cazione nel passato furono infatti ostacolati dalle guerre, spartizioni della Polonia e dittatura comuni-sta. Davanti al Cardinale i membri del tribunale ecclesiastico hanno

    prestato giuramento di aver com-piuto fedelmente il loro incarico, ed il vice-postulatore della causa, P. Szczepan Praskiewicz, sta-to nominato portatore degli atti a Roma. Una volta terminato latto giuridico, mons. Andrzej Scaber,

    giudice delegato, ha pre-sieduto lEucaristia

    presso le spoglie mortali della Ser-va di Dio nella chiesa delle Car-melitane Scalze in via Kopernika a Cracovia per

    chiedere al Signo-re laiuto per il buon

    esito della fase roma-na del processo. Lomelia

    fu tenuta dal p. Tadeusz Florek, superiore provinciale della Provin-cia di Cracovia. Alla celebrazione era presente un gran numero di fedeli, soprattutto membri della nobile famiglia dei Marchocki, che conservano la memoria della loro parente carmelitana.

    Lo scorso 23 aprile ho con-segnato personalmente allArcivescovo Cardinale Jean-Pierre Ricard di Bor-

    deaux, il Supplex Libellus in cui chiedo lapertura dalla causa di beatificazione e canonizzazione di padre Agostino Maria del SS. Sacramento (Hermann Cohen, 1820-1871). Singolare fu la vita di questo carmelitano scalzo. Nato in una famiglia ebrea, fu discepo-lo privilegiato del grande musici-sta Franz Liszt. Nel maggio 1847, mentre dirige un coro liturgico, inizia in lui un processo di conver-sione al cristianesimo. Battezzato il 28 agosto 1847, entra nellOrdi-ne dei Carmelitani Scalzi nel 1849. Predicatore affermato, percorre lEuropa restaurando il Conven-to di Lione rifondando lOrdine in Inghilterra. Guarisce miracolo-samente a Lourdes da una gra-

    ve malattia agli occhi (1868) e tre anni pi tardi muore a causa di unepidemia di vaiolo. Il suo cor-po riposa nella chiesa conventua-le del monastero di Broussey, in Francia, dove ha vissuto.

    In occasione del 56 anniversio della sua morte, il 28 aprile scor-so, i resto mortali della Chiuitunga (venerabile Maria Felicia di Ges Sacramentato, 1925-1959) sa-ranno traslati di fianco alla chiesa del monastero delle Carmelitane Scalze di Asuncin (Paraguay) nella cappella recentemente co-struita. Mons. Claudio Gimnez, vescovo di Caacup e presidente della conferenza episcopale, ha celebrato una s. Messa alla pre-senza di migliaia di fedeli e dei membri dellOrdine dei Carmelita-ni Scalzi del Paraguay.

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    Stufi di parole e dei loro giochi, in questo mese ricorriamo ad unimmagine per il no-stro quiz. Vinceranno una preziosa bottigliet-ta della nostra melissa moldavica (50ml) tut-ti i nostri lettori che entro il 31 luglio 2015 sapranno darci una descrizione esatta (per telefono, fax, e-mail, lettera o per-sonalmente) di questa foto (nome e cognome delle tre donne, luogo e anno dello scatto).

    TRE AMICHE FRANCESI

    A fiancounimmagine di

    P. Hermann Cohen

    in alto:La Chiquitunga

  • Santa Teresa Giugno 2015Santa Teresa Giugno 2015 21

    20

    be

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    rme

    lita

    ni TERESA DI GES (MARIANNA

    MARCHOCKA)

    La Serva di Dio nacque il 25 giugno 1603 a Stroze presso Zakliczyn sul Danubio (Polonia) in una famiglia nobile, nella qua-le rivevette la prima educazione. Il 26 aprile 1620 vest labito car-melitano a Cracovia, emettendo lanno dopo i voti religiosi. Eletta sottopriora del monastero e quin-di priora del medesimo, nel 1641 fond il monastero a Leopoli (oggi Ucraina), dove rimase fino alle-spulsione causata dallinvasione cosacco-tartara del 1648. Si rifu-gi quindi con la sua comunit a Varsavia, fondandovi il monaste-ro, nel quale mor il 19 aprile 1652.

    E lautrice dellAutobiografia mi-stica, che fino ad oggi oggetto di interessamento da parte dei te-

    ologi, i quali concordano nellalto apprezzamento di essa. La sua esperienza mistica affonda le sue radici nella Sacra Scrittura e nella liturgia. Scrittura, liturgia e mistica formano in lei una triplice realt vicendevolmente condizionata e avente lo stesso Autore lo Spi-rito Santo, che le d profonda co-noscenza esperienziale del miste-ro di Cristo. Nelle sue esperienze mistiche vive laffettuosa presen-za di Dio, ma conosce anche mo-menti di aridit, abbandono di Dio e timore.

    La fama di santit della Serva di Dio, affermata dai suoi contempo-ranei, ebbe sempre un incremen-to. Il 21 dicembre 2007 il Card. Stanisaw Dziwsz, arcivescovo di Cracovia, apr ufficialmente il suo processo di beatificazione.

    Vergine e martire di Nico-media, sub il martirio a causa del padre pagano nel 306. Al centro il bel-

    lissimo dipinto a olio su tela raf-figurante il martirio della Santa. S. Barbara patrona del genio, dei minatori e dellartiglieria, e la Cap-pella stata restaurata da spese degli Ufficiali Artiglieri. stata co-struita dallArcivescovo Giovanni Giuseppe Raulo Costantino Fal-letti (1726-1748) che govern la Diocesi per 22 anni. A sinistra il monumento a Gerolamo Falletti, vicer della Sardegna dal 1731 al 1735, a destra quello dellarci-vescovo Raulo Costanzo Felletti, fatto costruire da lui stesso nel 1736. La Cappella stata dedicata alle Sante Famiglie il 28 dicembre 2008 da S.E.R. Mons. Giuseppe Mani, Arcivescovo metropolita di Cagliari. Vuole essere il punto di incontro spirituale di tutte le fami-glie dellintera diocesi cagliaritana che guardano alle famiglie sante per imitarne leroicit nella virt.

    Essa contiene al centro, sopra il tabernacolo, lURNA DELLE RE-LIQUIE: contenente allinterno le reliquie ex ossibus dei Beati Luigi e Maria Beltrame-Quattrocchi; ex corpore dei beati Luigi e Zelia Mar-tin genitori di S. Teresa di Lisieux; ed ex indumentis di S. Gianna Beretta-Molla. Di fronte allaltare sono collocati due vasi di marmo con dei fiori di rame contenenti dei ritratti. Da sinistra in alto vediamo

    la foto di S. Gianna Beretta-Molla, e sempre a sinistra nel basso del beato Luigi Beltrame-Quattrocchi con a fianco sua moglie la beata Maria Corsini. Nel vaso di destra alla sommit posta la fotografia di S. Teresa di Ges Bambino fi-glia dei Beati Luigi Martin e Zelia Guerin le cui immagini sono al di sotto di quella della loro figlia.

    CAPPELLA DI S. BARBARA E DELLE FAMIGLIE SANTE

    di p. Angelo Lanfranchi ocdHaifa, 20 dicembre 2014

    nella Cattedrale di Cagliari

    luo

    gh

    i te

    resi

    an

    i

    Conosci qualcuno interessatoa ricevere la Rivista?Richiedi per lui una copiasaggio in OMAGGIO!Contatta p. [email protected]. 045 500266

    Invito allabuona stampa!

    La Cappella delle famiglie sante nella Cattedrale di Cagliari.

  • Santa Teresa Giugno 2015Santa Teresa Giugno 2015 21

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    ni TERESA DI GES (MARIANNA

    MARCHOCKA)

    La Serva di Dio nacque il 25 giugno 1603 a Stroze presso Zakliczyn sul Danubio (Polonia) in una famiglia nobile, nella qua-le rivevette la prima educazione. Il 26 aprile 1620 vest labito car-melitano a Cracovia, emettendo lanno dopo i voti religiosi. Eletta sottopriora del monastero e quin-di priora del medesimo, nel 1641 fond il monastero a Leopoli (oggi Ucraina), dove rimase fino alle-spulsione causata dallinvasione cosacco-tartara del 1648. Si rifu-gi quindi con la sua comunit a Varsavia, fondandovi il monaste-ro, nel quale mor il 19 aprile 1652.

    E lautrice dellAutobiografia mi-stica, che fino ad oggi oggetto di interessamento da parte dei te-

    ologi, i quali concordano nellalto apprezzamento di essa. La sua esperienza mistica affonda le sue radici nella Sacra Scrittura e nella liturgia. Scrittura, liturgia e mistica formano in lei una triplice realt vicendevolmente condizionata e avente lo stesso Autore lo Spi-rito Santo, che le d profonda co-noscenza esperienziale del miste-ro di Cristo. Nelle sue esperienze mistiche vive laffettuosa presen-za di Dio, ma conosce anche mo-menti di aridit, abbandono di Dio e timore.

    La fama di santit della Serva di Dio, affermata dai suoi contempo-ranei, ebbe sempre un incremen-to. Il 21 dicembre 2007 il Card. Stanisaw Dziwsz, arcivescovo di Cracovia, apr ufficialmente il suo processo di beatificazione.

    Vergine e martire di Nico-media, sub il martirio a causa del padre pagano nel 306. Al centro il bel-

    lissimo dipinto a olio su tela raf-figurante il martirio della Santa. S. Barbara patrona del genio, dei minatori e dellartiglieria, e la Cap-pella stata restaurata da spese degli Ufficiali Artiglieri. stata co-struita dallArcivescovo Giovanni Giuseppe Raulo Costantino Fal-letti (1726-1748) che govern la Diocesi per 22 anni. A sinistra il monumento a Gerolamo Falletti, vicer della Sardegna dal 1731 al 1735, a destra quello dellarci-vescovo Raulo Costanzo Felletti, fatto costruire da lui stesso nel 1736. La Cappella stata dedicata alle Sante Famiglie il 28 dicembre 2008 da S.E.R. Mons. Giuseppe Mani, Arcivescovo metropolita di Cagliari. Vuole essere il punto di incontro spirituale di tutte le fami-glie dellintera diocesi cagliaritana che guardano alle famiglie sante per imitarne leroicit nella virt.

    Essa contiene al centro, sopra il tabernacolo, lURNA DELLE RE-LIQUIE: contenente allinterno le reliquie ex ossibus dei Beati Luigi e Maria Beltrame-Quattrocchi; ex corpore dei beati Luigi e Zelia Mar-tin genitori di S. Teresa di Lisieux; ed ex indumentis di S. Gianna Beretta-Molla. Di fronte allaltare sono collocati due vasi di marmo con dei fiori di rame contenenti dei ritratti. Da sinistra in alto vediamo

    la foto di S. Gianna Beretta-Molla, e sempre a sinistra nel basso del beato Luigi Beltrame-Quattrocchi con a fianco sua moglie la beata Maria Corsini. Nel vaso di destra alla sommit posta la fotografia di S. Teresa di Ges Bambino fi-glia dei Beati Luigi Martin e Zelia Guerin le cui immagini sono al di sotto di quella della loro figlia.

    CAPPELLA DI S. BARBARA E DELLE FAMIGLIE SANTE

    di p. Angelo Lanfranchi ocdHaifa, 20 dicembre 2014

    nella Cattedrale di Cagliari

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    Conosci qualcuno interessatoa ricevere la Rivista?Richiedi per lui una copiasaggio in OMAGGIO!Contatta p. [email protected]. 045 500266

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    La Cappella delle famiglie sante nella Cattedrale di Cagliari.

  • Santa Teresa Giugno 2015 23

    22 Santa Teresa Giugno 2015

    Veramente una bella do-menica quella trascorsa a Tombetta (VR) il 26 apri-le dagli amici del Geac.

    Siamo gli ex allievi carmelitani. Ci siamo ritrovati in circa 120 presso il santuario di santa Teresa dove, quasi tutti da bambini, siamo stati ospiti dei Padri Carmelitani, che anche questa volta, in occasione del nostro ra-duno annuale, ci hanno ac-colti con gioia ed hanno dato la disponibili-t dei luoghi, come a loro amici e fami-liari.Gi allarrivo, ognuno cerca-va gli amici di un tempo, per alcuni ormai lontano. Pro-venivamo dai quattro punti cardinali, chi pi vicino, al-tri dal bergamasco, da Brescia, da Milano, da Bolzano dal Friuli, da Pordenone, da Treviso, da Vi-cenza, da Verona, da Trento....e da...; ma tutti con la grande gioia di approfittare della grande op-portunit che il Geac offre di poter incontrare persone amate e respi-rare insieme i valori della spiritua-lit carmelitana che ci ha animati fin dal collegio. Come sempre,

    ognuno cercava prima di salutare lanimatore P. Andrea Panont, il fondatore e da sempre coordina-tore del gruppo, per poi abbrac-ciare gli amici che incontrava. Nel frattempo alcune gentili signore arrivavano con dolci, caff, panini , bibite, v