Numero tre - Giugno
-
Upload
giovanet-giornale-on-line -
Category
Documents
-
view
237 -
download
6
description
Transcript of Numero tre - Giugno
[1]
GIUGNO
EDITORIALE
Eccoci arrivati al terzo numero del nostro giornale, orgogliosi del lavoro svolto e soddisfatti dei riscontri positivi che la nostra proposta di collaborazione, di confronto e di condivisione di esperienze e di conoscenze ha ottenuto da parte delle scuole del territorio e dell’Amministrazione Comunale di Ginosa.
Siamo lieti, perciò, di annunciare la presentazione ufficiale di Giov@net nell’ambito di una iniziativa più vasta che comprende la presentazione del progetto SCUOLAWIVA, laboratorio di simulazione aziendale operante nell’Istituto Bellisario, e del progetto INSIEME PER COSTRUIRE UNA CITTA’ AMICA DEI BAMBINI E DEI RAGAZZI, promosso dall’ UNICEF di Taranto e accolto dalla Amministrazione Comunale di Ginosa. La manifestazione si terrà
giovedì 30 maggio alle ore 10 nell’aula magna dell’Istituto Bellisario e vi parteciperanno gli alunni delle scuole che hanno contribuito alla realizzazione del giornale, i docenti, i Dirigenti Scolastici, il Sindaco di Ginosa, l’Assessore alla Pubblica Istruzione, l’Assessore Provinciale alle Politiche Giovanili, il Delegato UNICEF di Taranto.
Lo staff di Giov@net
SCUO
LA20
13Giornale
onLine
[2]
A TU PER TU… CON LA PROF.ssa MARILISA MONGELLI
<< Se hai un sogno, realizzalo. Se hai una passione,
coltivala, anche se sei costretto ad ingoiare pillole amare,
perché ciò che ti circonda spesso non ascolta la voce dei
tuoi desideri>> mi suggerisce la prof.ssa Mongelli prima
dell’intervista. Una frase che descrive in breve la
“grandezza” di una “piccola donna” tenace, forte,
combattiva, ricca di pathos, di speranza che trasmette dai
suoi occhi lo specchio dell’anima; un animo generoso e
servizievole, che ha sempre una mano tesa per sorreggere i
cittadini che, con orgoglio e fierezza, rappresenta e tutela
nel Consiglio Comunale ginosino. Ci parli un po’ di lei, del
suo lavoro attuale. Con straordinaria semplicità si presenta:
<< Sono Marilisa Mongelli, docente in pensione ed attuale
Vicesindaco e Assessore all’Istruzione al Comune di
Ginosa. Il mio non lo considero un lavoro, bensì uno
“strumento” a disposizione delle necessità della
cittadinanza>>. Ha nostalgia del suo precedente lavoro di
insegnante? Le è stato utile per il ruolo che riveste oggi? <<
Non ho nostalgia del mio vecchio lavoro, poiché grazie a
questa attività ho sempre dei contatti con i ragazzi. A volte
la mattina quando mi sveglio, penso ancora di fare tutto di
fretta per non far tardi a scuola>> scherzando ci racconta
l’assessore ; <<però dopo mi rendo conto che la
destinazione è il Comune. Il ruolo di insegnante mi è stato
utile per capire le esigenze dei ragazzi, cosa fare per
spronarli ed ottenere il meglio da loro>>. Parliamo della
situazione scolastica ginosina. Che ne pensa del problema
del dimensionamento scolastico e della dispersione? Ci
sono proposte da parte dell’Amministrazione Comunale per
arginare questi problemi? << Il dimensionamento scolastico
è caratterizzato dai vari Istituti Comprensivi nati da una
decisione di decenni fa presa dall’Amministrazione
Comunale di allora. Quella di “smembrare” l’Istituto
Carducci è stata, però, una dura scelta fatta dalla
L’ALUNNO MARIO ANZILLOTTI INTERVISTA
L’ASSESSORE ALLA PUBBLICA ISTRUZIONE
PROF.SSA MARILISA MONGELLI
Presentazione Ufficiale30 Maggio 2013
Aula Magna
Marisa Bellisario
GIUGNO 2013
BitGeneration - Il giornale Online dei nativi digitali
GIORNALINO DEGLI STUDENTI
[3]
precedente Amministrazione Comunale con accordi fra il
Dirigente Scolastico e le famiglie degli alunni.
Io penso che sulla scuola, sull’istruzione non bisogna far
tagli e ridimensionamenti per rientrare “nelle spese”. Credo
sia opportuno investire, spendere per poi coglierne i frutti,
ovvero una popolazione con un’ottima formazione che dia
un futuro alla nostra comunità>>.
Man mano l’ambiente dell’intervista diventa sempre più
accogliente, caloroso, nonostante la cupa e fredda giornata
di maggio, grazie al particolare savoir-faire della
professoressa Mongelli e alla sua positività con cui mette a
proprio agio.
Parliamo della struttura scolastica del Bellisario. Come
ben sa è una continuazione del plesso “Deledda” a cui
recentemente sono state cedute aule in precedenza usate
dagli alunni del nostro istituto. Di conseguenza siamo privi di
aule per lo sdoppiamento delle classi per effettuare attività e
senza una palestra. Esiste, secondo lei, un’alternativa a tale
situazione? <<Purtroppo l’assegnazione delle aule alla
Deledda era urgente, in quanto in questo istituto è confluito
parte della Carducci. La privazione delle aule non è stata
una cattiveria o un danno doloso al Bellisario. Comunque, la
palestra è una grave mancanza della vostra scuola, questo
è dovuto al fatto che in passato furono assegnati al
Bellisario i laboratori e la palestra, invece, rimase in
dotazione alla Deledda. Per arginare questo problema
basterebbe mettersi d’accordo fra gli insegnanti di ed. fisica
e i Dirigenti dei rispettivi plessi per alternare l’uso della
struttura. Tutto sta nella loro volontà>>. Cambiamo
argomento. L’idea del giornalino on-line è stata accolta con
soddisfazione dai docenti del territorio, ed è stata accettata
da lei con entusiasmo, per vederci lavorare insieme. Ha
visionato il primo numero? Che cosa ne pensa? << Ho
visionato il primo numero e penso che sia eccellente dal
punto di vista grafico e dei contenuti degli argomenti trattati.
Ho desiderato e voluto appieno la nascita di questo
giornalino, per superare quella barriera che c’è fra le scuole
e il Comune. Adoro collaborare con tutte le scuole del
territorio ginosino e credo sia importante avere dei legami,
essere partecipe della vita scolastica, viverla a stretto
contatto con i ragazzi>>. Cosa prevede di realizzare per un
buon funzionamento delle scuole ginosine?
<<Credo sia prioritario collaborare fra scuola,
amministrazione comunale e famiglie, perché solo così
possiamo ottenere il meglio. Il Comune dà e ha dato input
per incentivare lo studio e l’impegno dei ragazzi, tramite la
creazione di concorsi a premi, come la “Giornata del
Bambino”. Sostenerli e credere in loro è importantissimo>>.
Molte sono le eccellenze che si allontanano dal nostro
paese costrette dalle necessità lavorative. Cosa, secondo
lei, si potrebbe fare per evitare tale fenomeno o quantomeno
limitarlo? <<“La fuga dei cervelli” è un problema che
riguarda tutta l’Italia, poiché questi giovani non hanno né
fiducia né speranza nell’intraprendere un’attività lavorativa;
sono demoralizzati, causa principale la crisi. I ragazzi, però,
dovrebbero “inventarselo” un lavoro, sfruttando le risorse di
cui dispone il nostro territorio e mixarlo con il loro
ingegno>>.
Una grande stretta di mano, un piccolo omaggio
floreale e un in bocca al lupo chiudono un’intervista, un
viaggio fra le parole della prof.ssa Mongelli, da cui si può
evincere quanto sia importante svolgere il ruolo di politico a
360°. Ascoltarla dà sollievo, è la luce di quel tunnel buio,
oscuro nel quale la politica italiana è piombata negli ultimi
anni; la prof. rappresenta un baluardo di speranza, la
salvezza dell’immagine “ del politico” deteriorata e spesso
odiata, purtroppo, sempre più dalla gente. E’ una preziosa
risorsa del Comune di Ginosa.
Mario Anzillotti (5D Amministrazione e Controllo)
[4]
POLIZIA POSTALE E DELLE COMUNICAZIONIIN VISITA ALL’I.I.S.S.“MARISA BELLISARIO”
Il Prof. Roberto Muscolino moderatore del seminario “LA SICUREZZA SUL WEB SIAMO NOI”
INCONTRO
con la POLIZIA POSTALE
Ancora una volta protagonisti.I ragazzi dell’Istituto “Marisa Bellisario” di Ginosa hanno ricevuto la cortese visita della Polizia Postale per spiegare loro quali siano le problematiche della rete Internet ed i suoi pericoli costanti.Sono intervenuti come ospiti graditi, il Dirigente dell’Istituto “G. Deledda” Prof. Alessandro Calabrese, Il dirigente dell’Istituto “ G. Calò”, la Prof.ssa Maria Giuseppa Alfonso, Il Direttore della “Goccia” Stefano Giove, Il nostro Vice Sindaco, nonché delegato alla Pubblica Istruzione Prof.ssa Marilisa Mongelli, il network Nettuno ed infine, ma non ultimo, siamo stati deliziati da un ottimo decoro floreale fornito a titolo gratuito dalla Signora Giovanna Menzella.Inoltre hanno relazionato con grande competenza e saggezza l’Ispettore Capo Andreina Rucci, l’Ispettore Paolo Falciatore, e l’Assistente Domenico Visconti della Polizia Postale di Taranto.Come al solito il nostro Dirigente la prof.ssa Vita Maria Surico, ha accolto gli ospiti, i relatori e noi tutti, per poi dare la parola al prof. Muscolino Roberto, moderatore del seminario che ha introdotto il tema su un argomento così sentito e quanto mai scottante.Il seminario dal titolo “LA SICUREZZA SUL WEB SIAMO NOI”, si è tenuto nella Sala Conferenze /Seminari del nostro Istituto il giorno 16 Maggio alle ore 10.30.La Polizia Postale e delle Comunicazioni in collaborazione con Google porta in giro per le scuole il progetto dal titolo “Buono a Sapersi”, che si pone come obiettivo quello di aiutare gli utenti della rete: ragazzi, alunni e adolescenti a navigare in piena sicurezza e a gestire con consapevolezza e controllo i dati condivisi online.Nei loro interventi gli agenti della Polizia Postale insegnano ai ragazzi che frequentano YouTube e i social network a sfruttare le potenzialità comunicative del web e delle community online senza correre rischi connessi alla privacy, al caricamento di contenuti inappropriati, alla violazione del copyright e all’adozione di comportamenti scorretti o pericolosi per sé o per gli altri.La collaborazione di Google e Polizia Postale delle Comunicazioni nella formazione degli studenti è iniziata nel 2010 e subito dopo, nel 2011, agli incontri riservati agli studenti si è aggiunta la possibilità per le scuole di ospitare anche una serie di appuntamenti dedicati a genitori e fomatori, in modo che possano svolgere il loro ruolo educativo con maggiore consapevolezza.Durante lo scorso anno scolastico,pensate, gli esperti della Polizia delle Comunicazioni hanno incontrato 480mila studenti di oltre 400 scuole di tutta Italia. Navigare, navigare e navigare.......i ragazzi non ci chiedono altro . Navigare sì , ma con sicurezza e sopratutto gestire i nostri dati online ormai è divenuta una necessità; circa il 79% degli utenti Internet manifesta qualche timore nell'uso del mezzo ed il 95% di essi identifica i timori nella paura di un utilizzo improprio dei propri dati: furto di identità, paura che qualcuno usi i propri dati per frodi, timori che qualcuno effettui acquisti online con i nostri soldi, sono le preoccupazioni maggiori.
[5]
La ricetta per superare queste preoccupazioni è la trasparenza ed il controllo e circa tre utenti su quattro indicano questi come fattori chiave.Come ha detto di recente il noto giornalista Mentana che ha dato l'addio al noto social network Twitter per le troppe offese ricevute, e non per le offese in se stesse che sono deplorevoli, ma perchè fatte da anonimi: " sono contrario a limitazioni o censure in rete, però se il bar si riempie di bruttti ceffi io cambio Bar".Mi domando: val la pena cambiare bar, dare tanta importanza a chi si nasconde dietro un anonimato?, cosa diffusissima in rete nelle chat, forum, news gruop, blog etc..... , per molti questo comportamento rappresenta un capro espiatorio attraverso cui sfogare le proprie paure tramutate in rabbia.La comunicazione è cosa delicata, quanto essenziale , chi funge da comunicatore ha una responsabilità infinita verso coloro che ricevono l'informazione, mi viene in mente una affermaziona alla Forrest Gump, - comunicatore è chi comunicazione fa - , quindi attenzione genitori, insegnanti, amministartori , giornalisti ed altri che comun i ca te con ado lescen t i , l a responsabilità di quello che si comunica è tanta, pensiamo bene alle parole da usare ed adattiamole al contesto in cui siamo, senza forzare , senza direzionare, ma lasciando l'interpretazione di quello che si è detto all'interlocutore .La cinematografia è ricca di film che narrano della rete e delle sue problematiche: The Social network - Facebook del 2010 - dove si narra come Mark Zucherberg sia arrivato a creare una comunità che oggi conta più di 500 milioni di utenti attivi, dove ogni utente ha in media 130 amici, tradotto in 70 lingue, con più di 1700 impiegati e ad oggi vale circa 11 miliardi di dollari, pensate quanto sia importante quello che si dice e come si dice , quali interpretazioni si possono dare, oppure un altro film - Ciberbully - veramente interessante che riguarda la diffamazione di una ragazzina in rete.Ritornando al nostro seminario , ha iniziato a relazionare la dott.ssa Rucci proiettando due filmati dal tema molto forte:il gioco on-line , l’adescamento in rete ed introducendo argomenti come il cyber bullismo , la privacy online , siti che incitano all’anoressia, alla bulimia o al consumo di droghe.Ha trattato questi argomento dal punto di vista sociale e psicologico, evidenziando quanto sia importante l’affiancamento degli adulti , genitori , insegnanti nei momenti di navigazione dei nostri ragazzi, e dando dei consigli utili per come cercare di combattere queste “anomalie”.La dottoressa ha con forza sottolineato di parlare molto con i nostri ragazzi della violenza su Internet incoraggiandoli a rivolgersi ai genitori, agli insegnanti, se
vedono o hanno accesso a scene o contenuti in grado di turbarli, ha evidenziato la sostanziale differenza che esiste tra violenza reale e violenza “virtuale".La dottoressa Rucci ha esortato inoltre a tenere il computer in un luogo visibile per s o r v e g l i a r n e l ’ u s o , p o s s i b i l m e n t e accompagniamoli nella navigazione online in modo da evitare che ne facciano un uso pericoloso.Continuando, ha invitato nel contattare senza timore alcuno i provider e/o la polizia postale per chiedere aiuto nel localizzare i siti che ospitano contenuti proibiti, poichè Internet rappresenta una piazza virtuale ove è possibile incontrare contenuti e relazioni di qualsiasi tipo; i bambini possono imbattersi in materiale violento o con r i fer imenti dichiaratamente sessuali. È importante prevenire tale esposizione, vigilando sui contatti e sui contenuti e denunciando ogni situazione imbarazzante. Una tra le minacce, ha evidenziato la dottoressa , più serie è il cosiddetto “grooming”, cioè l’adescamento online di minori, che avviene principalmente attraverso l’incontro in Rete con persone sconosciute e la condivisione di informazioni personali, soprattutto attraverso le chat. La curiosità degli adolescenti e la loro voglia d i soc ia l i zza re possono por ta r l i a comportamenti pericolosi, di cui spesso genitori e insegnanti sono tenuti all’oscuro, come la decisione di incontrare persone conosciute on line. È quindi necessario fornire agli adolescenti strumenti che permettano di gestire le si tuazioni potenzialmente pericolose incontrate in rete, senza però alimentare le paure. È bene infine ricordare che l’utilizzo stesso di Internet, se eccessivo nel tempo e in presenza di particolari fattori di vulnerabilità nel bambino/adolescente, può dare origine a vere e proprie dipendenze e difficoltà psicologiche. I consigli che possiamo dare, ha ribadito l'Ispettore Rucci, per evitare l’adescamento ondine, sono:Informiamoci il più possibile su Internet e su tutto ciò che i nostri ragazzi stanno facendo online, sorvegliamo e regoliamo l’uso di Internet, coinvolgiamoli nella loro elaborazione indicando ciò che possono visitare, cosa possono fare, quando e per quanto tempo possono usare il computer, facciamo una lista dei siti web che possono visitare e insegniamo loro a non dare mai informazioni personali o a mandare fotografie. E' importante chiedere ai propri amici di non mettere online proprie immagini senza avere prima chiesto il permesso. Senza dimenticare di rispettare la privacy altrui!
Altro fenomeno negativo, ha ribadito il nostro ispettore, è il bullismo, un comportamento messo in atto da una o più persone, che ha
CHE FANTASTICA ESPERIENZA!
I relatori del Seminario
Ispettore Capo Andreina RUCCIIspettore Paolo FALCIATOREAssistente Domenico VISCONTI
[6]
l’obiettivo di prendere di mira e danneggiare una “vittima designata”, che non riesce a reagire e a difendersi. Spesso le azioni di prepotenza continuano nel tempo (per settimane, mesi e addirittura anni) e implicano un’asimmetria nella relazione tra chi prevarica e chi subisce. Il fenomeno è in crescita, anche perché attraverso il web o il cellulare il “bullo” può agire indisturbato, in quanto è protetto dall’anonimato garantitogli dall’utilizzo di tali tecnologie, e può cambiare anche diverse volte la sua “identità virtuale”. A differenza del bullismo “reale”, quindi, il bullismo virtuale non prevede un contatto diretto tra il bullo e la vittima, che può non essere a conoscenza della vera identità del suo persecutore. Questi argomenti hanno preso la platea tanto da zittire totalmente i nostri ragazzi lasciandoli a bocca aperta ed increduli su ciò che rischiano in rete. In seguito l'ispettore Falciatore ha trattato il tema da un punto di vista tecnico, dando delle informazioni su come è possibile prevenire e combattere i pericoli in rete con la tecnologia.Intanto" ha ribadito" è utile aggiornare sempre e comunque i software e come principio generale vi è quello di acquistare sempre software licenziato, questo per prevenire vari malware. Aggiornare il browser, controllare sempre ciò su cui facciamo clic o ciò che scarichiamo, come musica, film, file, plug-in o componenti aggiuntivi per il browser , stiamo attenti alle finestre popup che ci chiedono di scaricare software o che si offrono di sistemare il nostro computer. Spesso questi popup affermano che il nostro computer è stato infettato e che il loro download può risolvere il problema: non credeteci. Chiudete la finestra popup e assicuraevii di non fare clic al suo interno. Non aprite file di tipo sconosciuto e non seguite prompt o avvisi insoliti nel browser che vi chiedono di aprire un file. A volte il malware potrebbe impedirvi di uscire da una pagina, ad esempio aprendo più volte un messaggio di richiesta di download, in questo caso, utilizzate l'applicazione Task Manager o Monitoraggio Attività del computer per chiudere il browser, controllate che l'indirizzo web inizi con https://, che vi fa
capire che la connessione al sito web è crittografata , quindi più protetta da snooping e manomiss ione , quando ins ta l la te applicazioni software, assicuratevi di installarle da fonti attendibili . Se il vostro computer è stato infettato da malware, rimuoveteli appena possibile con antivirus licenziati ed aggiornati. Proteggete le vostre password utilizzandone una univoca per ogni vostro account importante, come l'account email e l'account dei servizi bancari online . Scegliere la stessa password per ogni account online è come utilizzare la stessa chiave per chiudere le porte di casa, dell'auto e dell'ufficio: se un criminale riesce ad accedere a una, sono tutte compromesse. Pertanto, non utilizzate per una newsletter online la stessa password che utilizzate per l' account email o bancario,la scelta di password diverse potrebbe essere meno pratica ma è sicuramente più sicura. Conservate le vostre password in un posto segreto e non in vista, utilizzate una password lunga formata da numeri, lettere e simboli , più è lunga la vostra password, più difficile sarà indovinarla.Previeniamo il furto d'identità ; come i ladri, i criminali informatici conoscono tanti modi diversi per rubare informazioni personali e denaro, così come non daremmo la chiave di casa a un ladro, assicuriamoci di proteggerci dalle frodi e dal furto d'identità online, non rispondete se trovate nell'email un messaggio immediato o una pagina web sospetta che vi chiede dati personali o finanziari, diffidate sempre da messaggi o siti che chiedono dati personali o da messaggi che vi rimandano a una pagina web sconosciuta chiedendovi i n f o r m a z i o n i q u a l i : N o m i u t e n t e , Password ,Codici fiscali , Numeri di conto bancario , PIN (Personal Identification Number) , Numeri di carte di credito completi .Non compilate moduli; se si iniza ad inserire dati nel modulo, tali dati potrebbero essere inviati ai ladri di identità anche se non si preme il pulsante "Invia". Segnalate email sospette e truffe .E' opportuno prestare molta attenzione quando si accede a Internet utilizzando una rete che non si conosce o della quale non ci si
fida, come una rete Wi-Fi gratuita in un bar. Il provider potrebbe monitorare tutto il traffico sulla rete, inclusi i nostri dati personali.
Se invece si utilizza un servizio che crittografa la connessione al servizio web, potrebbe essere molto più difficile per qualcuno spiare le vostre attività. Per impostazione predefinita, crittografiamo la connessione Gmail tra il nostro computer e Google per cercare di proteggere la nostra attività su Google da occhi indiscreti, utilizzate questa protezione, chiamata crittografia SSL a livello di sessione, come predefinita anche quando si esegue l'accesso in Google Drive e in tanti altri servizi.
Se si utilizza una rete Wi-Fi a casa, dovreste utilizzare una password per proteggere il router, seguite le istruzioni fornite dal provider di servizi Internet o dal produttore del router per impostare una password personalizzata per il router anziché utilizzare quella predefinita, che potrebbe essere nota ai criminali informatici se i criminali riescono ad accedere al router, possono modificare le impostazioni e spiare la attività online. Infine, per maggiore sicurezza dovreste assicurarvi anche di proteggere la vostra rete Wi-Fi domestica per evitare che altre persone la possano utilizzare, ciò significa che dovreste impostare una password per proteggere la rete Wi e per una protezione più avanzata scegliete l'impostazione WPA2 durante la configurazione della rete.
Alla fine del seminario, si è aperta una ampia discussione, dove i nostri ragazzi hanno dato sfogo alle loro curiosità effettuando domande pertinenti ed estremamente interessanti.Dopo i saluti di rito, il prof. Muscolino ha congedato gli Ospiti intervenuti ed i nostri relatori, strappando loro la promessa di ritornare nella nostra Ginosa per dare ancora maggiori dettagli ai nostri giovani utenti e non solo.Occhio ragazzi , la rete non è tutto; una carezza reale ne vele cento virtuali.
Prof. Roberto Muscolino
[7]
Francesco Gungui e il suo
“Inferno”Il giorno 15 maggio 2013 presso l’Istituto Comprensivo G.Calò si è tenuto l’incontro con lo scrittore Francesco Gungui il quale è ritornato a distanza di pochi mesi nel nostro Istituto per presentarci il suo nuovo libro intitolato “INFERNO”.
Il libro è uscito l’8 Maggio ed è ispirato alla Divina Commedia di Dante Alighieri.
Si parla dell’ avventura di due ragazzi: Alec, un ragazzo di 17 anni e Maj una ragazza di 16 anni. Il libro è una rivisitazione in chiave moderna dell’ Inferno dantesco.
Sul pianeta terra si erge il cratere di un vulcano che è diviso, come descritto dal poeta vate, in diversi cerchi in cui vanno a finire coloro che commettono i diversi peccati. In questo caso, però, l’Inferno viene costruito sulla terra come prigione per punire coloro che commettono i vari reati in Europa, luogo in cui è ambientata la vicenda. Si tratta di una metropoli che si estende sulle Alpi e custodisce la popolazione del 2100, in un probabile futuro. Il libro parla anche dei pochi ricconi che si potevano permettere di vivere in Paradiso, luogo costituito da una serie di città fortificate che si estendono sul Mediterraneo in cui si vive senza il timore
di finire all’ Inferno. Tra gli abitanti di Paradiso vi è Maj che viene accusata di un reato e finisce all’Inferno, ma questo Alec non lo accetta perché è innamorato di Maj e decide anch’egli di finire all’Inferno commettendo un reato pur di salvare Maj. A partire da questo momento ha inizio la travolgente ed appassionante avventura dei due ragazzi.
Da parte nostra vi è stata subito tanta curiosità verso il suo nuovo libro, per cui gli abbiamo posto una serie di domande a cui abbiamo ricevuto risposte semplici e chiare. Ci ha anche anticipato che a
settembre pubblicherà “Purgatorio” e che avrebbe il piacere di presentarlo in anteprima
presso la nostra scuola.
Secondo noi l’incontro è stato molto interessante perché ha determinato ancora più interesse per la lettura e ci ha convinti che Dante è stato un grande scrittore.
Consigliamo a tutti i nostri coetanei di leggerlo e di perdersi tra le pagine di un romanzo così avvincente ed entusiasmante.
Is#tuto comprensivo “G. Calò”Scuola secondaria di I grado
Alessandro Di Tinco -‐ Francesco VizzielliClasse 3°B
GIOCHI PER
LA MENTE
MAL
INCONTROConsigliamo a tutti i nostri coetanei di leggerlo e di perdersi tra le pagine di un romanzo così avvincente ed entusiasmante.
[8]
PUNTARE SUI GIOVANI E SULLA LORO EDUCAZIONECon il termine legalità si intende l'osservanza delle leggi, cioè il rispetto delle norme democratiche che regolano la vita civile. Lo
Stato deve essere il primo garante della legalità, praticando quei comportamenti corretti che poi si esigono dai cittadini e
assicurando alla giustizia i criminali.
Non è facile parlare di legalità oggigiorno, ma per fortuna la scuola dà sempre un impulso a noi giovani per farlo. A tale
proposito il giorno 16 maggio al Castello Normanno siamo stati tutti invitati a partecipare alla "Lezione di legalità". Questa volta,
però, al posto dei soliti insegnanti, (i quali sono diventati "alunni"
per una sera, proprio come noi) a farci da professori ci sono state due persone di grande riguardo: il Colonnello Dott. Daniele
Sirimarco e il Procuratore Aggiunto della Procura della Repubblica di Brindisi, il Magistrato Dott. Nicolangelo Ghizzardi,
accompagnati naturalmente dall'organizzatore della serata: il
Dirigente Scolastico prof. Alessandro Calabrese e dal Sindaco di Ginosa, Dott. Vito De Palma.
La serata ha avuto inizio con il discorso del Dirigente che ha affermato: "Dobbiamo puntare sui giovani e sulla loro
educazione, perché sono la nostra scommessa. Sicuramente
noi siamo stati più fortunati - continua - perché la nostra crescita è avvenuta nelle parrocchie, mentre ora avviene intorno a
facebook o a social network vari. Proprio per questo, noi prima di tutti, dobbiamo avere la sensibilità di incidere sulle famiglie,
affinché insegnino sempre ai loro figli il rispetto per i docenti e per gli altri. Se vogliamo che la nostra pianta cresca forte e
rigogliosa bisogna che ci sia un tutore altrettanto forte a
sostenerla!" In seguito ha passato la parola al Sindaco che ha ringraziato tutti, ma in particolare il Dirigente prof. Calabrese per
averlo invitato ancora una volta ad essere vicino a temi trattati dalla scuola e in particolare al concetto di legalità, infatti quanto
più si riesce a realizzare a scuola, tanto più si realizza per la
società. Hai poi proseguito: "Tutti quanti siamo assetati di legalità, vogliamo che chi delinque sia punito come di dovere,
proprio per questo vanno incentivate le istituzioni e l'arma dei carabinieri."
È toccato poi al Colonnello dell’ Arma Sirimarco illuminare i
presenti con parole da esperto; si è detto davvero onorato di poter discutere di un argomento così complesso, di cui ormai si
parla poco. L'Arma dei Carabinieri è stata istituita da quasi 200 anni (l'anno prossimo festeggerà infatti il bicentenario); è nata
con un progetto molto importante: essere un elemento di fiducia
sul territorio al quale potersi riferire. Egli ha affermato: "Sembra quasi che quello che non è scritto in una regola non sia giusto.
Non è facile parlare di legalità oggigiorno, ma per fortuna la scuola dà sempre un impulso
a noi giovani per farlo.A LEZIONE DI LEGALITÀ
[9]
Mettere il casco, la cintura di sicurezza, sono diventate ormai normative, come se l'uomo non fosse più in grado di tutelare da
solo la sua sicurezza, che non dovrebbe essere né nelle regole né nella presenza fisica delle forze armate. L'uomo fa
determinate cose solo perché gli vengono imposte dalla legge,
che, ormai, invece di essere uguale per tutti sta diventando uguale per tutto e bisogna trasmettere tutto questo ai nostri figli
perché come disse Walt Disney: <<Non è che i nostri figli ci devono imitare, ci dovranno sostituire! "
Ha concluso la serata il dott. Ghizzardi, che ha iniziato il proprio discorso affermando che, se è vero che si raccoglie quello che si
semina, nell'ultimo periodo stanno accadendo molti fatti spiacevoli segno che non si è seminato proprio bene, anche
perché spesso è più facile seguire i cattivi esempi anziché i
buoni.
Poi, a proposito di legalità, ci ha parlato di due "eroi" che ne hanno fatto la storia battendosi contro la mafia e l'illegalità: i
giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Quest'ultimo
sosteneva: " Chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una sola volta" e ci ha spiegato che essere coraggiosi
non vuol dire non avere paura, ma essere consapevoli del pericolo e affrontarlo. In seguito ha ricordato anche una frase
memorabile di Falcone: " Gli uomini passano, ma le idee
restano, purché ci siano altri uomini a portare avanti quelle idee." Ha concluso il suo discorso citando un'espressione di Tacito: "Lo
Stato più è corrotto più leggi fa".
Al termine della serata il Dirigente Scolastico prof. Alessandro
Calabrese ha ringraziato gli ospiti ad ha concluso citando la frase " Le leggi siano per i mediocri, perché i cattivi non le
seguono e i bravi non ne hanno bisogno." È stata per me, personalmente, una bella esperienza, un modo
per arricchirmi. Ho sentito tante belle parole, però forse è proprio
questo il problema. I cittadini italiani sono abituati a sentire sempre belle parole tanto da non crederci più, perché ormai
coloro che le concretizzano si possono contare sulle dita di una mano. Quando c'è qualcuno che si impegna a fare cose giuste,
viene sempre "fatto fuori". Tutto questo fa scaturire in me tanti
interrogativi: "Perché gli eroi diventano tali solo dopo la loro morte?" e "Perché chi è ricco si arricchisce sempre di più,
mentre ci sono paesi in estrema povertà, coinvolti in una realtà totalmente diversa dalla nostra?"
Spero con tutto il cuore che si inizi più ad agire e che un giorno
noi giovani possiamo trovarci in un mondo dove possa davvero regnare la legalità, perché se non c'è prima di tutto all'interno del
nostro Stato, non ci può essere tra la gente, perché è dallo Stato che dovremmo prendere esempio ma,
come ha detto il nostro Dirigente, se non abbiamo un buon tutore la nostra pianta non può crescere dritta e
rigogliosa.
Alessandra De Canio 3^A
"Chi ha paura muore ogni
giorno, chi non ha paura
muore una sola volta" Paolo Borsellino
[10]
La pallavolo
insegnata
ai bambini
della primariaFin dal mese di Novembre gli
alunni della scuola primaria dell’ Istituto S. G. BOSCO, hanno iniziato un corso di MINI VOLLEY.
Il corso ha lo scopo di insegnare ai ragazzi un nuovo sport e con esso le regole del vivere bene insieme nel rispetto delle regole.
L’allenatore si chiama Antonio Delia mentre la sua collaboratrice Alessandra Lapiscopia. Sono molto bravi nell’ insegnare questa disciplina e hanno catturato la nostra simpatia ed attenzione perchè ci fanno fare esercizi molto divertenti.
Gli istruttori affiancano i nostri insegnanti nelle ore di educazione motoria per insegnarci tutti i trucchi della pallavolo.
Entrando in palestra ci prepariamo per gli allenamenti di riscaldamento: corriamo per quasi tutta la palestra in avanti e indietro; con i palloni cominciamo
a palleggiare prima con la mano destra e poi con la mano sinistra o viceversa ed eseguiamo anche palleggi in aria e altri giochi divertenti.Ogni settimana, per l’allenamento portiamo un asciugamano, una bottiglietta d’ acqua e delle scarpe pulite di ricambio per mantenere l’ igiene e la pulizia della palestra.Non vediamo l’ora di fare una vera partita di mini volley, per ora ci soffermiamo sulla preparazione della pallavolo con riscaldamenti, poi quando saremo abbastanza preparati passeremo alle partite vere e proprie e infine ci sarà uno scontro con altre classi della scuola nella manifestazione finale. Secondo me e i miei amici questo è uno sport molto bello che aiuta a socializzare con altri bambini o ragazzi e penso che negli anni alcuni di noi continueranno a praticare questo sport.
Flora Durante e Elena Bracciale
Classe 5^A Redazione “Zucchero Filato “
dell’I. C. “S. G.Bosco”
A SCUOLA DI MINI VOLLEY
Pallavolo
IMPARIAMO
LO SPORT PER VIVERE BENE
E SOCIALIZZARE
[11]
Ciao amici di Giovanet,
sono Maria, ho 13 anni e fino a qualche settimana fa
credevo che i miei unici interessi potessero derivarmi
dalla scuola per migliorare la mia futura qualità di vita
e uscire con i miei amici invece mi sono ritrovata
nella mia scuola, il mitico I.C. “Leone” di Marina di
Ginosa a parlare di economia, di politica e di
questa brutta crisi economica che ci coinvolge
tutti. Andiamo per ordine: il nostro Dirigente
Scolastico, il Dott. Vincenzo Calabrese, ha deciso di
organizzare degli incontri di cultura finanziaria su vari
argomenti; io ho seguito quello relativo alla crisi appunto,
argomento molto complicato da capire ma grazie
all’esperto che è venuto a scuola, il Sig. Gallitelli, direttore
della Banca di Credito Cooperativo, l’argomento mi è
sembrato meno ostico. Egli ci ha spiegato che la crisi
economica è nata nel 2008 in seguito ad una crisi di natura
finanziaria originatasi negli Stati Uniti. Tra i principali fattori
che l’hanno determinata figurano gli alti prezzi delle materie
prime come il petrolio, una crisi alimentare e un’inflazione
globale. Dagli economisti è stata definita una delle peggiori
crisi economiche verificatesi nel mondo e nella storia.
Un’altra causa pare sia stato il cambio della nostra moneta,
dalla lira all’euro e tutti sappiamo com’è andata…. Qualche
segno di ripresa qualche economista lo intravede..speriamo
bene. Abbiamo parlato anche dello Spread cioè
della differenza di rendimento tra i titoli di Stato
italiani e quelli tedeschi; meno l’Italia è credibile
più alti sono gli interessi che deve pagare per
avere prestiti e così lo spread si impenna.
Secondo il nostro ospite qualche reale segno
di ripresa tangibile potremo vederlo forse nel
2014. E noi nel frattempo che cosa possiamo fare?
Risparmiare. Eliminare il superfluo e dare, nel nostro
piccolo, una mano alla nostra famiglia. Molti di noi hanno
chiesto se per noi ci sarà uno straccio di lavoro nel futuro, il
Sig. Gallitelli ha detto che bisogna sempre coltivare i nostri
sogni, della serie crederci sempre arrendersi mai insomma
e cercare lavoro magari nel settore dell’economia, della
finanza e in quello sanitario.
Partecipare a questo incontro è stato per me
stimolante, il linguaggio era semplice e da oggi in poi molte
notizie del tg mi sembreranno più comprensibili.
Alla prossima.
Maria Canzolino III A
LA SCUOLA INCONTRA LA
BANCA
ECONOMIA A SCUOLA
INCONTRI DI “ECONOMIA A SCUOLA”
[12]
I Giochi Matematici del Mediterraneo
Venerdì 22 marzo i vincitori della
finale dell’Istituto Comprensivo “San
Giovanni Bosco” di Ginosa-TA, che
si erano già affrontati con gare
interne per i Giochi Matematici del
Mediterraneo, si sono recati a
Taranto per prendere parte alla finale
provinciale.
Erano in tutto quattordici
domande (poiché una era stata
eliminata in quanto vi avevano
riscontrato un errore!) molto
complesse ma, nonostante ciò, il
nostro Istituto ha trionfato. Tra i miei
compagni sono stato l’ultimo a
consegnare il foglio: non avrei mai
pensato di poter essere ammesso
alla finale nazionale con il punteggio
più alto ottenuto nel minor tempo
possibile di tutte le seconde medie
della provincia di Taranto; della mia
classe, la seconda A, è stato
ammesso anche Davide D’Angelo;
della classe prima B si sono
qualificati invece Alessio Di Tinco e
Ranaldo Giuliana; mentre della
classe terza A Roberta Conte ed
Anna Malagnini. Per quanto attiene
alla Scuola Primaria, i ragazzi
interessati sono: Valeria Di Tinco,
Enrico D’Alessandro, Antonella
Scarati, Alessandro Di Lena e Miriam
Laterza.
Quando qualche giorno dopo
sono stati resi noti i risultati, noi tutti
siamo stati chiamati nell’ufficio del
Dirigente Scolastico per ricevere i
suoi complimenti.
Poiché adesso i ricorsi sono
scaduti, sono stati mandati degli
inviti per il giorno 22 aprile 2013 alle
ore 17.30 presso i locali sottostanti la
palestra del nostro Istituto, affinché
ai protagonisti siano consegnati degli
attestati di partecipazione.
La finale nazionale invece si terrà
a Palermo, ma devo ammettere che
non mi aspetto di vincere, dato che
abbiamo trovato alunni di altre
province che avevano ottenuto il
massimo del punteggio (cosa che io
non sono riuscito a fare). Se uscissi
vittorioso da questa esperienza ne
sarei felicissimo, ma quanto fatto fino
ad ora per me è già un grande
traguardo.
Alessandro Scardino
CLASSE 2^ A
GIOCARECON
INUMERI
FINALE NAZIONALE
PALERMO
[13]
ART. 3 - Questo è un articolo
molto importante per la nostra meravigliosa costituzione e per noi cittadini italiani anche se oggi non mi sembra che abbia molta importanza. Per molti avvenimenti sgradevoli che accadono nella nostra cittadina, infatti, gli immigrati hanno sempre la colpa. Secondo il mio parere, molte volte siamo noi a commettere atti brutali per poi dare la colpa agli extracomunitari. Ma non sono solo loro. Questo è un articolo di Costituzione che dovrebbe davvero diventare un dovere per tutti; tutti noi dovremmo rispettare coloro che hanno diverso colore di pelle, hanno problemi di handicap e altro. Molte volte, o meglio sempre, anche le persone con problemi di handicap vengono escluse dal mondo e non hanno gli stessi diritti e doveri di una persona "normale". Queste forma di disapprovazione verso gli extracomunitari e handicappati che vengono definite "anormali" viene chiamata Razzismo. Queste persone vengono uccise, violentate, trattate male, vengono messe in condizioni sfavorevoli e a loro toccano sempre i lavori che a noi italiani non piace più fare perché sono troppi faticosi.Secondo me, chi discrimina deve essere punite con sanzioni pesanti, far provare loro le stesse cose che fanno provare agli altri. Questa è una
guerra che deve essere vinta a tutti i costi (costi quel che costi) per i diritti e per far valere la cosa più bella del mondo: la nostra COSTITUZIONE. Katiuscia Carenza PARI
DIGNITA’
[14]
Il nostro viaggio d’istruzione a Roma
Cari lettori,questo che state per leggere è la descrizione di un
viaggio a Roma attraverso gli occhi dei nostri ragazzi delle classi quinte della scuola primaria e prime della
secondaria. Gli allievi hanno vissuto questa intensa esperienza sotto il
vigile e amorevole sguardo del Dirigente Scolastico, Prof. Alessandro Calabrese e dei docenti Giovanni Materano e
Maria Mortato.Si sa, tornati dal tanto agognato viaggio di istruzione le
docenti di Italiano o di arte fanno a gara per rovinare le giornate degli allievi pretendendo cronache, esposizioni
con dovizia di particolari, analisi dettagliata delle opere d’arte viste…..sigh! Però, in fin dei conti, se si mettono
giù i ricordi diventano indelebili, no?Dai loro racconti attingerò per costruire questo articolo.
“Il 28 gennaio 2013, alle ore 4:30, abbiamo intrapreso un’avventura straordinaria: siamo andati a Roma, la città
detta Caput mundi.” Così iniziano la propria relazione Nicole, Alessia e Sabrina di I A. “ L’emozione era tanta e,
dopo esserci rinfrescate in albergo, ci siamo recati al Pantheon. Che meraviglia! Tutto tondo e con il tetto
aperto! Lì riposano alcuni Re d’Italia. Poi siamo andati alla libreria del Senato e siamo stati accolti con gentilezza
e allegria e la Costituzione ci è parsa una cosa meravigliosa. Dopo aver rinfrancato lo spirito, abbiamo
rinfrescato il ..palato, con un gustosissimo gelato della gelateria Giolitti.” Pierluigi, della V C primaria, scrive che
“L’inizio del viaggio è stato un po’ duro, la sveglia ha trillato troppo presto ma il viaggio è stato entusiasmante e
costruttivo.” Che gioia.Ancora un alunno della primaria afferma: “ Roma è una
città maestosa e ci sono monumenti in ogni angolo. La cosa che mi è piaciuta di più è stata la Sala Nervi e
l’incontro con Papa Benedetto XVI. Vederlo dal vivo mi ha fatto provare una sensazione di pace e quando il
Pontefice ha detto: < Saluto la scuola G. Deledda di Ginosa> tutti abbiamo emanato un forte grido di gioia
che io non dimenticherò mai”. Come non credergli!
Un altro studente è invece rimasto sorpreso dal latino
delle preghiere del Papa, “…Mi sembrava di stare in televisione”.
Chiaramente non poteva mancare la visita a Montecitorio, sede del Parlamento. “Abbiamo incontrato Sgarbi, lo
stesso che è venuto a Ginosa” scrive ancora un alunno “primario” che continua “ Che bello il Colosseo o
Anfiteatro Flavio e poi che emozionante il Foro Romano”. Un altro alunno della secondaria, dopo aver raccontato
delle arcinote bellezze romane, afferma ”Però professoressa, quante farmacie che stanno a Roma!
Comunque a me è piaciuto tanto Palazzo Madama. Mi ricordo anche quel bellissimo tappeto rosso e mi è
piaciuta anche la Sala verde. E poi le stanze liberty e quello stile barocco del Parlamento! Stupende prof.! Per
non parlare del Transatlantico, detto anche corridoio dei passi perduti”.
Alessio conclude questa antologia di ricordi affermando che “ In occasione della visita a Roma mi sono
allontanato da casa e dalla mia famiglia per la prima volta. All’inizio avevo un po’ d’ ansia ma poi che festa con
i miei compagni in questi tre giorni! Questa è stata per me un’esperienza indimenticabile!”
Non ho accompagnato a Roma questi ragazzi. Che rimpianto.
Prof.ssa Grazia Pollicoro
I RAGAZZI
INCONTRANO IL PAPA
[15]
Ma tu pensi veramente
che in un mondo come il nostro
dove il ben sembra latente,
per te non ci sia più posto?
A te giovane rivolgo
il mio quesito motivato,
mentre dai tuoi temi tolgo
tutto quel che c’è di errato.
Ma a prescinder dall’errore
lessicale o di sintassi,
vorrei tanto cancellare
un pensiero ormai di prassi;
una condizion generica,
tra le righe un po’ nascosta,
ma di elevazion numerica
ch’è crescente e senza sosta:
questo essere annoiato
sempre privo di obiettivi
sul futuro o sul passato,
sul presente che tu vivi.
E la scuola è un tedio immenso:
a che serve poi studiare?
per avere quel compenso
di un diploma da sfruttare?
ma per cosa lo utilizzi?
per cercar caparbiamente
un lavor che ti realizzi
o con te non c’entra
niente?
O magari, ancora peggio,
devi fare il tuo dovere
perché dopo avrai il
vantaggio
di far parte delle schiere
di quei tanti che sui testi
mezza vita hanno passato,
ma che ti diranno mesti
“faccio anch’io il disoccupato”.
Perché è questo che tu vedi
quando guardi al tuo avvenire,
anche se ancor non possiedi
la coscienza per capire.
Se alle spalle poi ti manca
chi ti guida e ti sostiene,
chi ti insegna la via franca,
il discerner il mal dal bene,
puoi cadere nella rete
della noia o solitudine
di una vita senza mete,
del pensar ch’è tutto inutile.
E qui scatta il gran tormento:
a ciò come tu reagisci?
qual è il tuo comportamento?
in che modo interagisci?
Puoi rinchiuderti nel ghetto
di un tal social coinvolgente,
che può far di te un inetto
s’è il tuo unico espediente.
Twitter, facebook e quant’altro,
son rifugio per cuor soli,
e non sempre resti scaltro
per usarli a fin migliori!
Ma se questo è il mal minore,
ce n’è un altro coi suoi artigli,
che attanaglia con livore,
senza scelte, figlie e figli.
RIFLESSIONI DI UNA PROF.Proviamo a Rapparla?!?!
La prof. lancia la sfida
[16]
Se offuscati hai tu gli occhi.
credi sia la via più breve
verso il mondo dei balocchi,
come se un manto di neve
per un po’ congeli in fondo
le paure o le tue voglie,
rinfacciandoti poi il mondo
nel momento in cui si scioglie.
Ma non credere nemmeno
che le audaci tue bravate,
neanche il rischio o il sesso
estremo,
le improbabili “scalate”,
siano la giusta maniera
che ti dia brivido intenso:
sana adrenalina vera
non preclude alcun buon senso.
Ecco, proprio di quel senso
io ora qui voglio parlare:
nel gran caos fin troppo immenso
tu non sai cosa cercare;
anche quei principi sani
che qualcuno ti ha profuso,
or ti sembrano sol vani
e ti senti più confuso.
Ma non è sol tua la colpa:
è che questa società
spesso fa l’occhio da talpa
e il buonismo e la bontà
si confondono in famiglia,
nelle alte istituzioni
dove ancor più si assottiglia
il senso delle proporzioni.
E si perde poi di vista
quel che c’è di
basilare
per seguir la via più
giusta
del buon vivere
sociale.
Questa è una
riflessione
che dal mio mestier
vien fuori,
ma non ho la
soluzione
che rimedi ai nostri
errori.
Si perché io certo credo
che non serve poi parlare,
inculcar per forza un credo,
se noi adulti agiamo male.
L’attual generazione
d’intelletto ne ha da vendere
ma dall’insoddisfazione
spesso non si sa difendere.
Per saper quel ch’è da fare
non ci vuole tanta scienza,
basta metter sotto esame
ogni tanto la coscienza.
Non è poi chissà qual sogno,
non parliam di velleità,
questi giovani han bisogno
sol di esempi di onestà.
Giocare con le parole
La Prof.ssaPierangela Pagliaruloha lanciato la sua sfida.Ora tocca ai ragazzi rispondere a tono.Siete pronti ?!
[17]
La Grammatica ci salverà la vita
Il giorno 23 aprile 2013 l’Istituto
Comprensivo Giovanni Calò ha avuto l’onore
di ospitare Massimo Birattari, noto scrittore
laureato in storia e Ghostwriter, che ha
presentato due dei suoi libri: “La Grammatica
ti salverà la vita” e “Benvenuti a Grammaland”.
L’impatto emotivo è stato fondamentale
per affrontare un argomento non sempre
amato dagli studenti: alludiamo alla
grammatica. Il signor Birattari, infatti, si è
approcciato a noi con un fare semplice ed
ironico e ci ha parlato in modo tale da
catturare l’attenzione di tutti i presenti.
Ci ha mostrato delle immagini che sono
state quelle che lo hanno ispirato per la
creazione dei suoi libri: la casa della famiglia
Addams per la Villa Torcibudella presente nel
libro “La grammatica ti salverà la vita”, e un
parco giochi per il libro Benvenuti a
Grammaland.
Subito dopo abbiamo iniziato a porgergli
una serie di domande che avevamo preparato
ed a cui ha risposto sempre con molto piacere
e ringraziando tutti i ragazzi perché, come ha
più volte sottolineato durante l’incontro, non
sempre gli è capitato di ricevere tanta
attenzione da parte di un pubblico così
giovane. Ha anche sottolineato che ama molto
la nostro terra che lo ha accolto con calore e
presso cui ritorna sempre con molto piacere.
Durante questa chiacchierata che, via
via, ha assunto toni quasi confidenziali, ci ha
detto che non ama Facebook, a cui non è
iscritto, perché teme che questo potrebbe
indurlo a rovinare le sue competenze
grammaticali.
I suoi libri sono ispirati alla grammatica
perché cerca di insegnarla a bambini e adulti
tentando di fargliela amare. Ha intitolato il suo
libro” La grammatica ti salverà la vita” perché,
in realtà, imparare la grammatica ci salva dai
brutti voti, dai segnacci rossi sulla verifica e
dalle figuracce in generale. Ci ha spiegato che
lui è un Ghostwriter cioè uno scrittore
fantasma che mette il suo nome su libri scritti
da altri scrittori non conosciuti in modo che
diventino famosi.
Per tutti noi è stata un’esperienza molto
intensa e formativa grazie alla quale abbiamo
compreso l’importanza dello studio della
grammatica. Desideriamo ringraziare la nostra
scuola , il Dirigente scolastico, i professori ed
il signor Calabrese della libreria Book Brothers
per averci offerto questa preziosa opportunità.
Scuola secondaria di I grado
Di Dio Ilaria - Ciriello Pierfrancesco
Parisi Stefano - Moretti Nico
Russo Giulio
SCRITTORE FANTASMA
Ghostwriter
Ci ha spiegato che lui è un Ghostwriter cioè uno scrittore fantasma che mette il suo nome su libri scritti da altri scrittori non conosciuti in modo che diventino famosi.
SALVARSI DAI BRUTTI
VOTI
[18]
Io & TE
Vorrei stare sola con TE amor mio,in questa infinita grandezza.
Vorrei trascorrere ogni secondo accanto a TE,ed allora, solo allora, questa vita avrà un senso.
Non intendo sprecare neanche un secondo senza TE al mio fianco, ed ogni secondo amarti, sempre e ancora amarti.
Con TE continuerò a sorridere.Perché il sorriso che vedi sul mio viso
esiste solo quando vedo TE.Quando sono con TE
Sembra quasi che inizi a vivereE vedo il mondo con altri occhi.
Maria RosariaII E – Servizi Socio Sanitari
ANGOLO DELLA POESIA
[19]
<< Avevo vent’anni. Non permetterò a nessuno di dire che questa è la più bella età della vita >>
Le nuove generazioni, soprattutto in
Italia, devono lottare contro tanti problemi che
giorno dopo giorno rendono sempre più
difficili le loro condizioni. E’ sempre più
difficoltoso trovare un posto di lavoro e,
quindi, avere un reddito che consenta di vivere
con tranquillità. Per questo i giovani si sentono
molto frustrati e umiliati, però è anche vero
che con l’entrata del nuovo millennio e della
cosiddetta era della tecnologia e della
globalizzazione si può affermare con certezza
che i giovani, oggi, sono molto differenti dalle
generazioni del passato e sono continuamente
esposti a stimoli sempre nuovi e accattivanti.
La comunicazione è diventata più immediata e
accessibile a tutti, infatti in qualsiasi momento
è possibile comunicare con il lato opposto del
mondo. Nelle scuole i metodi di insegnamento
diventano sempre più all’avanguardia, questo
influisce sicuramente sul modo di vivere delle
nuove generazioni, il modo di rapportarsi con
il mondo e con l’ambiente che li circonda.
Grazie all’accesso facilitato ad ogni tipo di
informazione i sogni dei giovani si fanno
sempre più grandi. Studiare o lavorare lontano
da casa, dalla propria famiglia, oggi è molto
più semplice di un tempo. Esperienze
all’estero, vacanze studio, stage sono ormai
alla portata di tutti e permettono di conoscere
nuovi posti e culture diverse, nuove sfide ma
anche maggiori rischi. Tutto è accessibile,
compresi i nuovi mali del secolo: alcool, fumo,
droghe sempre più nuove e potenti, soldi
facili, perché è questo il problema dei giovani,
la continua ricerca di soldi in una società
basata sempre più sul denaro. L’esigenza di
sentirsi e restare a passo con le mode, con le
nuove tecnologie, cellulari, macchine e un
elenco infinito di altre cose. In un periodo di
crisi come questo, il tasso di disoccupazione
aumenta a dismisura, chi ha studiato per anni
si ritrova senza lavoro, il futuro diventa
un’incognita per noi che siamo prossimi al
mondo del lavoro e, forse, tutta la comodità
del mondo di oggi non è sempre un bene, non
siamo più abituati come i nostri nonni quando
emigravano con una valigia di cartone in cerca
di fortuna per mantenere una famiglia,
facendo continui sacrifici e lavori umilissimi
per andare avanti. Oggi il peggio che può
capitare è fare il politico o il militare: tutti
vogliono essere medici, avvocati, perché la
società impone di diventare “qualcuno”, di
guadagnare più soldi possibili, magari anche
in maniera disonesta. Il sogno di una ragazza,
oggi, non sarà quello di mettere su famiglia,
ma di realizzarsi professionalmente nella vita o
al peggio fare la velina in una società basata
sull’immagine. I giovani cercano in tutti i modi
di entrare nel mondo della televisione che
propone falsi miti e false illusioni, ormai lo
spettacolo e l’immagine sono diventati
fondamentali. L’apparenza è quello che conta,
perciò l’ambizione di un giovane è fare il
tronista a “Uomini e Donne” piuttosto che
iscriversi all’Università perché, qualcuno gli ha
detto che è più facile guadagnare col proprio
corpo che con la mente. Eppure, dicono che
noi giovani abbiamo il mondo nelle nostre
mani, che solo noi abbiamo il potere di
cambiarlo, lo stesso mondo di valori che ogni
giorno calpestiamo e dimentichiamo, lo stesso
mondo che sembra ormai senza futuro né
speranze. Ma c’è chi ci crede ancora, che
spegne la TV ed esce a farsi un giro con gli
amici per parlare di cosa fare domani e dove
andare; C’è ancora qualcuno che ha più sogni
che paure, e che spera di farcela.
Alessandro Punzi 4^C
[20]
Perché quel sorriso amaro?
Ma cosa ci rende felici? Viviamo in un
mondo con sette milioni di persone intorno a
noi, eppure ci sarà sempre qualcuno, che sarà
solo, non avrà nessuno, né un amico né un
fratello, e ormai si sa, “per essere felici
occorre essere almeno in due”, sostiene
Zamagni in Avarizia. Tutti sono concordi nel
dire che la felicità è necessaria, anzi è un
elemento quasi indispensabile. In America
essa è diventata un diritto, addirittura riportato
nella Dichiarazione d’Indipendenza del 1776,
con le seguenti parole: “Tutti gli uomini sono
creati eguali, che essi sono dal creatore dotati
di certi inalienabili diritti, che tra questi diritti
sono la Vita, la Libertà e il perseguimento della
felicità”. Nella Dichiarazione ci sono parole
che quasi spingono ogni cittadino a
perseguire la propria felicità, si chiede ad ogni
uomo di lottare, superare ostacoli e non
fermarsi davanti a niente, ed è proprio per
questo che bisogna fare, come detto da
Zygmunt Bauman nel “L’arte della vita”.
Dobbiamo porci delle sfide difficili da
contrastare, dobbiamo scegliere obiettivi che
siano ben oltre la nostra portata, dobbiamo
tentare l’impossibile. Parole che danno
conforto a chi da tempo lotta per raggiungere
il proprio scopo, la propria felicità, parole che
incitano a continuare a non gettare la spugna,
perché prima o poi quell’obiettivo che ora
guardiamo come se fosse un tramonto
lontano, colmo dei nostri sogni, si avvicina a
noi e diventa sempre più una realtà da tempo
attesa. La felicità non va cercata solo in
speranze future, nel denaro e nei beni
materiali, la felicità la si può trovare
semplicemente con la pace interiore,
guardando un dolce paesaggio, un fiore che
sboccia oppure citando le parole dello
scrittore Stefano Zamagni in “Avarizia” : “Le
interazioni sociali acquistano significato
unicamente grazie all’assenza di strumentalità,
il senso di un’azione cortese o generosa verso
un amico, figlio o collega, sta proprio nel
senso di essere gratuita” , ed è proprio in
queste semplici azioni che l’uomo dovrebbe
trovare la felicità. Lo scrittore continua
dicendo che solo per questo riusciamo a
comprendere perché l’avaro è infelice, perché
è “tirchio” principalmente con se stesso,
negandosi quel valore che la reciprocità,
anche di un semplice gesto di bontà
garantisce, rendendoci un po’ più felici e
soddisfatti. Ma siamo sicuri che ogni uomo sia
felice, anche se in minima parte? Questo è
quello che affermano in un articolo pubblicato
su “La Stampa”, Mauro Maggioni e Michele
Pellizzari, dicendo che ogni uomo si dichiara
soddisfatto, in relazione a ciò che può
realisticamente ottenere. Di conseguenza,
oggi, dovremmo essere tutti più felici di
vent’anni fa, ma non ci riteniamo tali, perché le
nostre aspettative sono cambiate, migliorate e
desideriamo sempre di più. Con questo
pensiero, i due scrittori vogliono far notare,
come le persone siano incontentabili, in
quanto, ogni singolo uomo vorrà sempre di più
di quello che già possiede, aumentando
gradualmente il limite che segna il
raggiungimento della vera felicità. Possiamo
quindi affermare che la felicità non potrà mai
essere raggiunta da chi la cerca nei beni
materiali, ma potrà arrivare solo a chi sarà
capace di aprire la propria mente cogliendo la
gioia di ogni piccolo e generoso atto.
Davide Galeota 4^C
Amministrazione Controllo
APRIRE LA MENTE
La felicità non va cercata solo in speranze future, nel denaro e nei beni materiali, la si può trovare semplicemente con la pace interiore...
DOBBIAMO PORCI DELLE
SFIDE DIFFICILI...
[21]
I giovani: ieri, oggi, e…?!
La cultura giovanile ha avuto un forte
cambiamento negli ultimi 50-60 anni. Tutto è
cambiato, il modo di vestire, i generi musicali,
ma soprattutto è cambiato il modo di pensare
dei giovani. Inizialmente erano in pochi quelli
che seguivano le tendenze, oggi, al contrario,
sono pochi quelli che non le seguono, ed è
per questo che vengono considerati “diversi”.
A partire dagli anni 50, iniziò a svilupparsi
la “Beat Generation”, un movimento culturale
nato in America e sviluppatosi
successivamente anche in Europa. Come
sostiene E.J. Hobsbawm ne “Il secolo breve”,
la cultura giovanile americana si diffuse
attraverso i dischi, le cassette, ma soprattutto
con la radio, che era l’unico modo per
ascoltare nuova musica. In quegli anni,
quando tutti i giovani andavano in giro in
Vespa, anche la moda ebbe un cambiamento:
erano molto in voga i jeans a vita alta e larghi
sotto, e le ragazze iniziavano ad utilizzare le
minigonne, che inizialmente erano uno
scandalo per chiunque.
Durante gli anni 60 iniziò a svilupparsi il
movimento “Hippie”, un movimento culturale
creato negli Stati Uniti da un gruppo di giovani
che erano contro la guerra; questi utilizzavano
vestiti larghi e colorati, e spesso
organizzavano rivoluzioni pacifiche, per
esaltare appunto la pace, l’amore e la
fratellanza, non a caso i loro slogan principali
erano “Peace and Love”, oppure “Don’t Worry,
be happy”, una frase tratta da una canzone di
Bob Marley, un famoso cantante di quel
periodo, insieme ai Beatles.
Come si evince dal testo di D. Miscioscia
“Miti affettivi e cultura giovanile”, negli ultimi
decenni i giovani hanno intrapreso strade
nuove, ma pericolose: <<I giovani sono andati
fino ai limiti estremi della propria fisicità, hanno
esplorato nuove dimensioni della mente e
della realtà virtuale, hanno ridisegnato la
geografia dei rapporti sessuali, affettivi e
sociali>>. Essi infatti non hanno più valori, i
ragazzi non si vergognano nemmeno di farsi
vedere mentre si drogano, e le ragazze
mostrano il proprio corpo con troppa facilità.
Dagli anni 2000, i giovani sono peggiorati
maggiormente. Una delle principali cause è
stata la nascita dei social network, che danno
la possibilità di far sapere tutto della propria
vita a chiunque, amici, parenti, conoscenti, e
spesso anche sconosciuti. Questo sta
portando alla deriva molti ragazzi.
La cultura giovanile del giorno d’oggi
risente del passato: ci sono giovani tendenti
alla cultura Hippy, altri seguono il Rock, altri
ancora seguono la moda dei Punk, con
piercing e tatuaggi su tutto il corpo e capelli
rasta o colorati. Tutto ciò a volte diventa
piacevole da vedere perché significa che nel
nostro presente c’è ancora qualcosa del
passato.
Ma la cultura dei giovani è cambiata, L.
Tomasi afferma che oggi il termine “cultura
giovanile”, non ha più il significato del
passato, non indica più ribellione o rifiuto del
sistema sociale. Non significa più nemmeno
sperimentazione dei modi di vivere, alternativi
o marginali rispetto ad un dato sistema
sociale. Ai giorni d’oggi, “cultura giovanile”
significa essere uguali, come un gregge di
pecore. Se qualcuno si compra una maglia
particolare, se la comprano anche gli altri,
oppure, se un ragazzo si fuma uno spinello,
quasi sicuramente lo faranno anche i suoi
amici. Non esiste più la scelta personale,
perché tutti copiano tutti, anche nei modi di
pensare. Oggi tutto è scontato. In passato
nulla era scontato, e nulla si buttava,
nemmeno le esperienze. Una relazione era una
cosa rara, un bacio veniva custodito
gelosamente, non pubblicato su Facebook. Si
imparava dai dolori, si conservava qualsiasi
sensazione. Adesso, con troppa facilità
buttiamo tutto, come se fossero vecchi vestiti
usurati dal tempo. Consumiamo tutto, ci
disfiamo di tutto.
Silvia Sangiorgio IV D (AMC)
Amministrazione e Controllo
[22]
DROGA: UN PROBLEMA ITALIANO
Il problema della droga ha da sempre
afflitto la società, è sempre stato la piaga
maggiore della nostra comunità, specie negli
ultimi decenni. Ma, di fatto, si può dire che
l’uomo ha sempre utilizzato la droga in
maniera costante, dapprima come metodo
curativo come ad esempio la cannabis o la
morfina e poi come vero e proprio mezzo e
strumento per la ricerca del cosiddetto
“sballo”.
Nella società odierna, però, la ricerca
dello “sballo” sta diventando sempre più una
motivazione di facciata per quel che concerne
l’assunzione di droghe, poiché in molti casi le
motivazioni sono differenti e magari vengono
mascherate da questa continua ricerca
d’euforia, di “sballo” appunto.
In una società come la nostra, fatta di
squilibri sociali, di differenze razziali, di
inuguaglianze, di luoghi comuni, di dogmi
secolari, è facile che un giovane o un cittadino
di qualsiasi età entri nel tunnel della droga o
che finisca nel “limbo dei tossici”, come
avrebbe detto il celeberrimo Mark Renton nel
film Trainspotting di Danny Boyle. Spesso
accade che i più giovani cerchino una fuga
attraverso la droga, cercando un illusorio
rifugio alla loro paura di vivere, alla loro paura
di “essere” respingendo così i disvalori della
società contemporanea nella quale tutto è
finalizzato alla lotta per il potere. Inoltre, la
mancanza di lavoro e la fragile, se non
inesistente, risposta che le istituzioni danno al
grave problema della disoccupazione, porta
alcuni giovani verso una discutibile fuga dalla
realtà, una fuga che è solo una momentanea
assenza di problemi e che, invece, porta solo
alla disperazione, alla tragedia e soprattutto
ad una non-risoluzione dei problemi. In una
comunità con carenza di valori morali, con
assenza di guide sicure alla crescita e con un
evidente disagio nei rapporti sociali piuttosto
superficiali e a tratti avulsi, il giovane rischia di
colmare questo vuoto proprio con
l’assunzione di droghe. Non a caso, secondo
le statistiche, più della metà dei drogati
appartiene a famiglie disagiate: genitori
separati, padri violenti, abitazione insufficiente.
Spesso il drogato, il tossicodipendente, è
semplicemente una persona cui manca
qualcosa e cerca di riempire questa sorta di
buco creatosi nella sua esistenza assumendo
droghe, fuggendo dalla realtà che lo circonda
e che è costretto a vivere. È proprio qui che la
droga entra in gioco: quando c’è una
mancanza, una situazione difficile, un
problema, e diventa pertanto un simbolo di
rifiuto verso la società “adulta” e viene usata
come mezzo di compenso o come strumento
di cameratismo.
Spesso può accadere che, come nel
caso di chi assume eroina, la droga venga
assunta per compensare un desiderio di morte
derivante da una situazione sociale assai
difficile. Infatti, come ebbe a dire Pierpaolo
Pasolini nel suo scritto “La droga: una vera
tragedia italiana”, il più delle volte “la droga
viene a riempire un vuoto causato dal
desiderio di morte e che è dunque un vuoto di
cultura”.
I problemi soventi, quindi, sono
sostanzialmente due: come recuperare i
tossicodipendenti e reinserirli nella società ma
soprattutto come evitare l’assunzione di
droghe da parte dei giovani, specie di droghe
pesanti. Nel primo caso la soluzione principale
è rappresentata dalle comunità di recupero,
dislocate ormai in tutto il Paese. I
LA RICERCA DELLO
SBALLO
[23]
tossicodipendenti che vi entrano a far parte,
intraprendono dei veri e propri programmi di
recupero al fine di liberarsi dal “cancro della
droga” e di potersi successivamente reinserire
in un contesto sociale.
Nel secondo caso, le soluzioni possono
essere molteplici ma molto spesso non sono
di facile applicabilità sia da un punto di vista di
etica sociale, soprattutto in un paese come il
nostro che, certamente, non ha una mentalità
del tutto “aperta”. A mio parere, per ridurre il
consumo di droghe, la soluzione ideale ma
forse irrealizzabile in Italia sarebbe l’apertura
dei “Coffee shop” sul modello olandese.
Il “Coffee shop” non è altro che un vero e
proprio negozio all’interno del quale il cliente
può consumare fino a cinque grammi al giorno
di droghe leggere, dalla cannabis alla
marjuana. Sembrerebbe una pazzia, una
soluzione immorale, ma non lo è
assolutamente. Nei negozi possono accedere
solo i maggiorenni e, così facendo, verrebbe
debellato il problema dell’assunzione di
droghe da parte dei minori e inoltre, essendo
vietata la vendita di droghe pesanti, si
potrebbe ridurre in parte l’uso di questo tipo di
droghe, cocaina ed eroina su tutte. Ma è a
livello di beneficio economico per il Paese e
per la collettività che questa soluzione
acquista importanza, in quanto i proprietari dei
“Coffee shop” verrebbero tassati, versando
così nelle casse dello Stato ingenti somme di
denaro da poter poi reinvestire in opere di
pubblica utilità. In Olanda, ad esempio, lo
Stato guadagna oltre 400 milioni all’anno da
questo “business”.
Alla fine, però, credo che il vantaggio
primario che in Italia apporterebbero questi
“Coffee shop” sarebbe quello di sottrarre soldi
e potere alla mafia, che in tal modo verrebbe
usurpata del suo commercio principale, della
sua linfa vitale: il traffico di stupefacenti.
Giuseppe Leone
5^A geometra
In una società come la
nostra, fatta di squilibri
sociali, di differenze
razziali, di inuguaglianze,
di luoghi comuni, di
dogmi secolari, è facile
che un giovane o un
cittadino di qualsiasi età
entri nel tunnel della
droga o che finisca nel
“limbo dei tossici”
[24]
La mia esperienza
di studente lavoratore
La mia esperienza di studentessa
lavoratrice è indubbiamente qualcosa di
positivo che ha cambiato in meglio la mia vita.
Inizialmente pensavo di non farcela; ritornare
sui banchi di scuola dopo molti anni non è
facile, considerando la minore capacità di
memorizzazione ed i l poco tempo a
disposizione per poter studiare. Tuttavia la
soddisfazione che provo dopo una verifica
positiva mi ripaga di tutti i sacrifici che questo
percorso scolastico inevitabilmente impone.
Il rapporto con gli insegnanti è stato
coinvolgente; ho apprezzato molto la
comprensione che hanno mostrato nei
confronti di noi studenti e l’ impegno e la
capacità nel trasmettere i contenuti delle
proprie discipline.
Il ritorno a scuola per me ha significato
una sfida, ha riempito e completato in maniera
produttiva le giornate della mia vita e posso
affermare che mi ha reso una persona
migliore, più completa e soddisfatta.
Ho avuto modo di conoscere persone
nuove; molte come me, sono donne sposate
con figli ormai grandi, altre sono ragazze che
oltre al desiderio di approfondire la loro
cultura, coltivano la speranza di poter trovare
uno sbocco occupazionale.
Il mio desiderio, invece, è quello di poter
finalmente conseguire un diploma, obiettivo
questo che mi ero prefissata da tempo, ma
soprattutto di arricchire il mio bagaglio
culturale.
L’unico disagio che avverto in questa
esperienza è quello di sottrarre del tempo alla
mia famiglia che, comunque, mi sostiene in
tutti i modi e mi incoraggia ad andare avanti.
I o s o n o S t e f a n i a , h o 3 8 a n n i ,
felicemente sposata e madre di una ragazzina
di 10 anni.
Da piccola non ho avuto la possibilità di
studiare, in quanto mia madre era titolare di
una piccola azienda tessile, dove aveva
inserito anche me, subito dopo la licenza
media.
All’ epoca ero una ragazzina fortunata,
perché subito dopo la licenza media, avevo
già un posto di lavoro modesto, ma ben
retribuito. Vi parlo di 24 anni fa, per mia madre
lo studio era una cosa superflua, in quanto il
lavoro lo avevo già.
Col passare degli anni, però le cose sono
cambiate, le ditte richiedevano meno forniture,
le tasse erano tantissime; ricordo che
lavoravamo anche di notte per pagare il 70%
del nostro guadagno allo Stato. Così una
decina di anni fa, decidemmo di chiudere l’
attività e la stessa cosa fecero, insieme a noi,
tante altre ditte.
Il lavoro artigianale è andato via via
perdendosi.
Ebbene oggi mi trovo qui! Dietro un
banco di scuola a riprendermi quello che un
tempo non mi era stato concesso!
Sono contenta, orgogliosa e soprattutto
tanto, ma tanto fortunata ad aver avuto questa
possibilità e vorrei che tanti come me lo
facessero, in quanto mi sento ringiovanita
n e l l ’ ’ a n i m o ; o g g i s t u d i a r e c o n l a
consapevolezza di voler imparare è troppo
bello.
Mi rendo conto che le gioie della vita
sono tante, io includo anche questa
esperienza: i professori sono meravigliosi, a
volte percepisco in loro la fierezza negli occhi
quando noi “donne adulte” facciamo un passo
avanti nella disciplina, quasi a dire “andate
avanti ce la farete”.
Questa è la forza che i docenti ci
trasmettono, perché bisogna dirlo a questa
età non è facile con una famiglia ed lavoro
saltuario imparare la letteratura, la psicologia,
la cultura medico sanitaria, l’inglese, ecc…
Per me conseguire la maturità è un
obiettivo a cui vorrei arrivare per gridare “ce
l’ho fatta! “ E’ importante conoscere cose
nuove, riuscire ad esprimersi meglio, provare
l’emozione nel tornare a casa la sera e sentire
mia figlia dire: “brava mamma, hai preso un
bel voto all’interrogazione”
Io ringrazio di cuore i miei professori,
l’istituto Bellisario che ha dato a me ultra
trentenne questa possibilità.
NON E’ MAI TROPPO TARDI
[25]
TECNOLOGIA AL GALOPPO
Il termine ippoterapia sta a significare
terapia di rieducazione motoria che si forma
con la pratica dell'equitazione. Solo un luogo
in tutta Ginosa ha la possibilità di svolgere
questo servizio ed è situato nella contrada
Terzo di mezzo. Questa attività è stata
possibile grazie alla progettazione realizzata
dal prof. Dino Caruso ed alla collaborazione di
Maria Nelli, Giusppe Luisi e Michele Valenzano
che hanno consentito di eseguire la nuova
terapia di gruppo rivolta ai ragazzi
diversamente abili per rafforzare e potenziare
le loro capacità motorie, psichiche e sociali.
Hanno partecipato Alessandra, Alessio,
Andrea, Angelica, Carmela, Domenico,
Elisabetta, Francesco, Marco, Maria, Rossella
e , come accompagnatori i tutor, Francesco
Conte, Floriana Di Tinco, Michele Malvani,
Silvio Malvani, Alessia Palmisano, Margherita
Pistoia, Carmela Sergio ed Annalisa
Valenzano. Questo progetto si è potuto
realizzare grazie all'I.I.S.S. Marisa Bellisario ed
all'Ufficio Scolastico Regionale della Puglia,
che ha concesso i fondi necessari. Noi ragazzi
ci recavamo al maneggio nel pomeriggio con
il pulmino messo a disposizione dai servizi
sociali del Comune. Il primo giorno visitammo
i luoghi dove si sarebbero svolte le attività, ci
misero a disposizione due cavalli addestrati e
molto tranquilli, ci fornirono varie attrezzature,
la scaletta per salire in groppa al cavallo e il
casco di protezione. Per tutti, ma soprattutto
per i ragazzi diversamente abili, è stata
un'esperienza fantastica. Abbiamo trascorso
giornate molto interessanti ed educative
poiché, oltre a cavalcare, abbiamo imparato a
distinguere le varie parti del corpo del cavallo
ed a prendercene cura. Prima di svolgere
queste attività, vi sono stati degli incontri in cui
abbiamo potuto utilizzare gli strumenti
informatici come il tablet e la lavagna
interattiva. Purtroppo questo progetto è
durato solo otto settimane, fortunatamente
però, si sta organizzando per farlo ripartire,
poiché ha avuto degli ottimi risultati per tutti
coloro che vi sono stati coinvolti. Si ringrazia
l'I.I.S.S. Marisa Bellisario, i ragazzi che vi
hanno partecipato, le collaboratrici ed i
collaboratori, il professor Dino Caruso, gli
educatori Maria Nelli e Giuseppe Luisi ed il
proprietario del maneggio Michele Valenzano.
Margherita Pistoia (IV E Servizi Sociali)
SOLO OTTO SETTIMANE
fortunatamente però, si sta organizzando per farlo ripartire, poiché ha avuto degli ottimi risultati per tutti coloro che vi sono stati coinvolti.
IPPOTERAPIAPer i nostri alunni
[26]
CORSI SERALI
[27]
INDIRIZZI