L'Alpone numero 4 2011

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NON GETTARE IL TUO BAMBINO: TELEFONA !! CHIAMATA GRATUITA Sede S.O.S. di San Giovanni: Piazza Martiri, 1 GRAZIE ROBERTO, GRAZIE VINCENZO! Il meritato riposo, dopo oltre 35 anni di servizio, PER IL DOTTOR OLMARI... ...E PER IL DOTTOR MAGNABOSCO Figlio di Ugo e Lucia Faccio, Ro- berto Olmari nasce a Vestenanova nel 1945. E’ sposato con Silvana Zerbato, una insegnante elementare, ed ha due figli: Elena ed Elia. Roberto ha altri due fratelli, entram- bi ora in pensione: Renzo che è stato direttore di banca, e Ruggero che è stato militare nella guardia di finanza. Ci accoglie cordialmente nel suo studio ed esordisce raccontando bre- vemente il suo curriculum scolastico universitario: ha compiuto gli studi presso le facoltà di medicina di Pado- va e Verona, e nel 1973 si è laureato in medicina a Padova. Subito dopo la laurea, negli anni 1974-75, svolge il servizio militare come ufficiale medico a Bolzano pres- so il 2° reggimento Genio. Contemporaneamente al servizio mili- tare, presta servizio come medico presso il Comune di Bolzano dove gli viene affi- dato il compito di rilasciare certificazioni di morte, licenze di caccia e patenti; ma deve anche prestare assistenza sanitaria gratuita ai poveri del Comune. “Ricordo con particolare emozione quella gente che con me è sempre sta- ta cortese e gentile, quasi ossequiosa”, ci dice! Alla fine del 1975, terminato il servizio militare, prende servizio come medico di medicina generale a San Giovanni Ilario- ne, in sostituzione del dott. Aldo Cavag- gioni che, nel frattempo, lascia la profes- sione per godere la meritata pensione. Ci racconta ancora: “In quegli anni c’erano l’INAM con i suoi 2.500 mutuati, ai quali si sommavano quelli di altre casse mutualistiche; e c’erano anche i coltivato- ri diretti ed i commercianti che allora si dovevano pagare le visite; in più svolgevo anche le funzioni di ufficiale sanitario per tutto il Comune di San Giovanni Ilarione. Un lavoro massacrante che mi impegna- va giorno e notte, sabati e domeniche comprese”. Ma tutto cambia nel 1982, con la rifor- ma sanitaria e l’arrivo nel nostro Comune di 3 medici ed un pediatra e in più anche la novità della guarda medica. Ma nella sua vita non si è dedicato solo alla professione medica, perché dal 1972 al 1977 ha dovuto occuparsi anche dell’allora famosa “Taverna Olmari” di Ve- stenanova, una trattoria con annessa sala da ballo. Vincenzo Magnabosco, figlio di Riccar- do e Giulia Vicentini, nasce a Montecchia di Crosara nel 1946 da una famiglia di origine contadina composta da 5 figli: 2 maschi e 3 femmine. In quei primi anni del dopoguerra le possibilità economiche erano scarse, so- prattutto delle famiglie contadine, e Vin- cenzo è stato l’unico della sua famiglia a studiare. A quei tempi poi, il riuscire a mandare a scuola un figlio era per i genitori un moti- vo di riscatto sociale. Ci dice: “In quegli anni, da Vestenano- va a Monteforte d’Alpone c’erano solo 5 studenti che andavano a scuola; avere un laureato in famiglia era raro ed una per- sona istruita era segno di benessere, una forma di investimento, ma ora non è più così”. Il padre lo voleva ingegnere navale, e la madre, che era stata da giovane infermie- ra in una clinica privata di malati di men- te, accettò con una smorfia di disgusto la scelta professionale del figlio che, diceva, sarebbe stato tutta la vita in mezzo alle piaghe della gente. E ci racconta ancora: “Frequentai le scuole superiori presso il collegio Barba- rigo di Padova, che era una scuola an- nessa al seminario, e poi presso il liceo classico Maffei di Verona; seguirono poi gli studi universitari di medicina, a Pado- va ed a Verona, terminati con la laurea il giorno 8 novembre 1972 a Verona che era una sede staccata di Padova. E’ stato un percorso scolastico pieno di sacrifici per i frequenti viaggi fatti anche per una sola ora di lezione e per il fatto che, oltre allo studio, lavoravo”! Una volta conseguita la laurea, co- mincia il suo percorso lavorativo presso l’ospedale di Crespa- no del Grappa (Tre- viso), interrotto per il servizio militare svol- to come sottufficiale medico a Firenze, Mi- lano, Lodi e Treviso. Il 2 giugno 1976 sposa un’ostetrica nostra concittadina, Luciana Damini, e dal matrimonio nascono i due figli: Andrea e Giulia. Dal 1977, e per 2 anni, ha lavorato nel reparto di medicina dell’ospedale di Por- togruaro fino a quan- do, nel febbraio 1980, in seguito alla rifor- ma sanitaria che mirava ad aumentare il Domenica 19 Febbraio: Sora Castagna–Mastro Ciliegia presentano: Il CARNEVALE con Sfilata dei Carri e Maschere. Sono invitati i carri di carnevale, per pre-iscrizione telefonare a : Cavazzola pres. Franco 347/2600161 Gecchele Lorenzo 340/5495401 Domenica 19 Febbraio 2012 PRO LOCO DI SAN GIOVANNI ILARIONE IN COLLABORAZIONE CON ISTITUTO SCOLASTICO E GLI ARTISTI DEL PAESE " IO CANTO” SABATO 21 GENNAIO 2012 PRESSO IL TEATRO PARROCCHIALE DI VILLA Tutti coloro che volessero partecipare contattare Angelina Beschin: 347 0607273 L’ EVENTO DEL TUO CAPODANNO By ciupa boys Presso la zona industriale di san Giovanni ilarione Per info : Lorenzo Gecchele: 340 5495401 Luca nardi: 348 4994259 Alice zamboni: 347 8366998 BASALTI COLONNARI DI S. GIOVANNI ILARIONE Continua a pag. 2 Continua a pag. 2 ASSESSORATO ALLO SPORT ORGANIZZA LA 10^ EDIZIONE DI SPORTIVAMENTE NATALE che si svolgerà DOMENICA 18 DICEMBRE 2011 dalle ore 14.00 alle ore 18.30 presso la palestra delle Scuole Medie. Sarà un pomeriggio di giochi, musica e divertimento!!!!!!! Alla manifestazione sono invitati tutti i bambini delle scuole elementari di San Giovanni Ilarione. Per informazioni LUCIA 347/4420071 www.ilarione.it Pro Loco . San Giovanni Ilarione (VR) Anno 26 - N. 4 Dicembre 2011 l ’alpone Autorizz. del Tribunale di Verona del 3 Luglio 1986 - R:S: 705 - Sped. in abbonamento Post. - 45 % art. 2 comma 20/b legge 662/96 - Filiale di Verona da Verona C.M.P. - 50 % - Trimestrale di informazione e cultura - Anno 26 - N. 4 - Dicembre 2011 - Recapito a cura dell’ Ente Poste Italiane

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L'Alpone numero 4 2011

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NON GETTARE IL TUO BAMBINO:

TELEFONA !!CHIAMATA GRATUITA

Sede S.O.S. di San Giovanni: Piazza Martiri, 1

GRAZIE ROBERTO, GRAZIE VINCENZO! Saluto Saluto Saluto Saluto Saluto Saluto Saluto Saluto Saluto

del Presidentedel Presidentedel Presidentedel Presidentedel Presidentedel Presidentedel Presidentedel Presidentedel Presidentedel Presidentedel Presidentedel Presidentedel Presidentedel Presidentedel Presidente

Il meritato riposo, dopo oltre 35 anni di servizio,

PER IL DOTTOR OLMARI...

...E PER IL DOTTOR MAGNABOSCO

Figlio di Ugo e Lucia Faccio, Ro-berto Olmari nasce a Vestenanova nel 1945.

E’ sposato con Silvana Zerbato, una insegnante elementare, ed ha due figli: Elena ed Elia.

Roberto ha altri due fratelli, entram-bi ora in pensione: Renzo che è stato direttore di banca, e Ruggero che è stato militare nella guardia di finanza.

Ci accoglie cordialmente nel suo studio ed esordisce raccontando bre-vemente il suo curriculum scolastico universitario: ha compiuto gli studi presso le facoltà di medicina di Pado-va e Verona, e nel 1973 si è laureato in medicina a Padova.

Subito dopo la laurea, negli anni 1974-75, svolge il servizio militare come ufficiale medico a Bolzano pres-

so il 2° reggimento Genio. Contemporaneamente al servizio mili-

tare, presta servizio come medico presso il Comune di Bolzano dove gli viene affi-dato il compito di rilasciare certificazioni di morte, licenze di caccia e patenti; ma deve anche prestare assistenza sanitaria gratuita ai poveri del Comune.

“Ricordo con particolare emozione quella gente che con me è sempre sta-ta cortese e gentile, quasi ossequiosa”, ci dice!

Alla fine del 1975, terminato il servizio militare, prende servizio come medico di medicina generale a San Giovanni Ilario-ne, in sostituzione del dott. Aldo Cavag-gioni che, nel frattempo, lascia la profes-sione per godere la meritata pensione.

Ci racconta ancora: “In quegli anni c’erano l’INAM con i suoi 2.500 mutuati,

ai quali si sommavano quelli di altre casse mutualistiche; e c’erano anche i coltivato-ri diretti ed i commercianti che allora si dovevano pagare le visite; in più svolgevo anche le funzioni di ufficiale sanitario per tutto il Comune di San Giovanni Ilarione. Un lavoro massacrante che mi impegna-va giorno e notte, sabati e domeniche comprese”.

Ma tutto cambia nel 1982, con la rifor-ma sanitaria e l’arrivo nel nostro Comune di 3 medici ed un pediatra e in più anche la novità della guarda medica.

Ma nella sua vita non si è dedicato solo alla professione medica, perché dal 1972 al 1977 ha dovuto occuparsi anche dell’allora famosa “Taverna Olmari” di Ve-stenanova, una trattoria con annessa sala da ballo.

Vincenzo Magnabosco, figlio di Riccar-do e Giulia Vicentini, nasce a Montecchia di Crosara nel 1946 da una famiglia di origine contadina composta da 5 figli: 2 maschi e 3 femmine.

In quei primi anni del dopoguerra le possibilità economiche erano scarse, so-prattutto delle famiglie contadine, e Vin-cenzo è stato l’unico della sua famiglia a studiare.

A quei tempi poi, il riuscire a mandare a scuola un figlio era per i genitori un moti-vo di riscatto sociale.

Ci dice: “In quegli anni, da Vestenano-va a Monteforte d’Alpone c’erano solo 5 studenti che andavano a scuola; avere un laureato in famiglia era raro ed una per-sona istruita era segno di benessere, una forma di investimento, ma ora non è più così”.

Il padre lo voleva ingegnere navale, e la

madre, che era stata da giovane infermie-ra in una clinica privata di malati di men-te, accettò con una smorfia di disgusto la scelta professionale del figlio che, diceva, sarebbe stato tutta la vita in mezzo alle piaghe della gente.

E ci racconta ancora: “Frequentai le scuole superiori presso il collegio Barba-rigo di Padova, che era una scuola an-nessa al seminario, e poi presso il liceo classico Maffei di Verona; seguirono poi gli studi universitari di medicina, a Pado-va ed a Verona, terminati con la laurea il giorno 8 novembre 1972 a Verona che era una sede staccata di Padova. E’ stato un percorso scolastico pieno di sacrifici per i frequenti viaggi fatti anche per una sola ora di lezione e per il fatto che, oltre allo studio, lavoravo”!

Una volta conseguita la laurea, co-mincia il suo percorso lavorativo presso

l’ospedale di Crespa-no del Grappa (Tre-viso), interrotto per il servizio militare svol-to come sottufficiale medico a Firenze, Mi-lano, Lodi e Treviso.

Il 2 giugno 1976 sposa un’ostetrica nostra concittadina, Luciana Damini, e dal matrimonio nascono i due figli: Andrea e Giulia.

Dal 1977, e per 2 anni, ha lavorato nel reparto di medicina dell’ospedale di Por-togruaro fino a quan-do, nel febbraio 1980, in seguito alla rifor-ma sanitaria che mirava ad aumentare il

Domenica 19 Febbraio: Sora Castagna–Mastro Ciliegia presentano:

Il CARNEVALE con Sfilata dei Carri e Maschere.

Sono invitati i carri di carnevale,per pre-iscrizione telefonare a :

Cavazzola pres. Franco 347/2600161Gecchele Lorenzo 340/5495401

Domenica 19 Febbraio 2012

PRO LOCO DI SAN GIOVANNI ILARIONE IN COLLABORAZIONE CON ISTITUTO SCOLASTICO

E GLI ARTISTI DEL PAESE

" IO CANTO”SABATO 21 GENNAIO 2012

PRESSO IL TEATRO PARROCCHIALE DI VILLATutti coloro che volessero partecipare

contattare Angelina Beschin: 347 0607273

L’ EVENTO DEL TUO CAPODANNOBy ciupa boysPresso la zona industriale di san Giovanni ilarione

Per info : Lorenzo Gecchele: 340 5495401 Luca nardi: 348 4994259 Alice zamboni: 347 8366998

di san Giovanni ilarionePer info : Lorenzo Gecchele: 340 5495401 Luca nardi: 348 4994259 Alice zamboni: 347 8366998

BASALTI COLONNARI DIS. GIOVANNI ILARIONE

Continua a pag. 2

Continua a pag. 2

ASSESSORATO ALLO SPORT

ORGANIZZA LA 10^ EDIZIONE DI

SPORTIVAMENTE NATALEche si svolgerà DOMENICA 18 DICEMBRE 2011 dalle ore 14.00

alle ore 18.30 presso la palestra delle Scuole Medie.

Sarà un pomeriggio di

giochi, musica e divertimento!!!!!!!Alla manifestazione sono invitati tutti i bambini delle scuole elementari

di San Giovanni Ilarione.

Per informazioni LUCIA 347/4420071

www.ilarione.it Pro Loco . San Giovanni Ilarione (VR) Anno 26 - N. 4Dicembre 2011

l ’alponeAutorizz. del Tribunale di Verona del 3 Luglio 1986 - R:S: 705 - Sped. in abbonamento Post. - 45 % art. 2 comma 20/b legge 662/96 - Filiale di Verona da Verona C.M.P. - 50 % - Trimestrale di informazione e cultura - Anno 26 - N. 4 - Dicembre 2011 - Recapito a cura dell’ Ente Poste Italiane

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L’ ALPONE L’ ALPONE

Domenica 16 ottobre 2011, un pul-lman di famiglie di San Giovanni Ilarione è partito alla volta di Carvico (Berga-mo) dove, presso la scuola dell’Infan-zia “Maria Bambina” c’era una vecchia e cara conoscenza ad attendere: suor Domizia.

Man mano che il pullman avanzava e si avvicinava alla scuola, sembrava crescere in ciascuno una trepidazione forte. Ogni passeggero cominciava a muoversi, a prepararsi per l’imminente discesa, come se non si volesse rubare neppure un attimo al tanto atteso incon-tro. All’improvviso ecco apparire, nel consueto abito nero dai contorni bian-chi, suor Domizia e, senza neppure at-tendere l’apertura completa delle por-te, si vedono sgusciare fuori bambini, mamme, papà che, a mo’ di girotondo, la circondano fino a farla scomparire.

Segue naturalmente un momento prolungato di baci, abbracci, sorrisi … Gli occhi di tutti sembrano brillare di una luce calda, tenera, intensa. Qualche la-crima tradisce l’emozione che inevi-tabilmente cresce e qualche battuta scherzosa taglia un po’ l’aria, quasi per spezzare il pianto di qualcuno.

Non c’è tristezza in questo pianto! Sono lacrime di gioia che esprimono la felicità di ritrovarsi dopo tanto tempo e di condividere insieme quel poco tempo che c’è, che resta.

Dopo una visita alla scuola, alla par-rocchia e al centro giovanile i nostri bambini hanno subito scovato dei gio-chi, tra cui un gonfiabile che il parroco ha messo a nostra disposizione. Il resto della mattinata è stato un momento in cui, a turno, ciascuno cercava di rubare anche la minima frazione di tempo per

chiacchierare, scambiare qualche bat-tuta con suor Domizia. Insieme abbiamo ricordato i tanti momenti belli trascorsi, abbiamo cantato ... mangiato. Dopo il pranzo, ci siamo recati a Sotto il Monte per una breve visita alla casa natale e alla Basilica di Papa Giovanni XXIII, im-portante meta per turisti e pellegrini a poca distanza dalla scuola dell’infanzia.

Ma il pensiero per la seconda parte della giornata era rivolto a suor Maria Rita e quindi, dopo averla imbarcata in corriera, siamo partiti alla volta del San-tuario della Beata Vergine della Pallavi-cina, nel comune di Izano (Cremona). Questo santuario, situato lungo un viale alberato, sulla strada verso Crema, è un luogo di antica devozione, che conser-va tuttora il fascino dei piccoli santuari di campagna. Sulla porta della chiesetta si poteva notare, alla grande, una picco-la suorina che saltava, dimenava brac-cia e gambe, non solo per dire “sono quiiii … siete arrivati!” ma soprattutto per esprimere tutta la felicità che aveva in corpo e, benché il corpo fosse picco-lo, assicuriamo che la felicità era davve-ro tanta. Anche con suor Maria Rita non è stata fatta alcuna economia di baci e abbracci, e poiché il santuario si trova-va “sulla strada”, qualche macchina ha dovuto rispettare il segnale: “abbracci in corso”.

Dopo i saluti ci siamo recati subito all’interno della chiesetta dove, in un cli-ma raccolto, suor Maria Rita ci ha rac-contato un po’ la sua nuova avventura come custode di quel santuario. Tra non poca emozione, abbiamo pregato con le parole, con il canto, con gli sguardi che sembravano voler rimanere ancora lì, come avveniva tra le mura della scuo-

la dell’Infanzia a San Giovanni. In quella chiesetta … con le nostre suore… ab-biamo gustato la bellezza di ritrovarci, di stare insieme, di guardarci negli occhi e, senza alcun bisogno di parlare, capire che era come se nulla fosse mai cam-biato, come se nessun tempo, nessuna lontananza avesse scalfito quell’affetto, quel gusto sano, bello … vitale di stare insieme.

Credo che nel cuore di tutti venis-se a galla, non solo la gioia di questo momento, ma soprattutto un senso di gratitudine reciproca per quello che cia-scuno di noi era stato, ed è, per gli altri.

Una giornata davvero speciale, stra-ordinaria che dice quanto sia stato bello e importante aver camminato, insieme ai nostri bambini e alle suore, per tanto tempo, con tanta amicizia sincera, con-dividendo i momenti belli e le fatiche del vivere quotidiano, sentendoci accolti … sempre. Negli occhi di tutti, era ben visi-bile, l’entusiasmo e la contentezza che questi incontri avevano regalato. Forse in tanti è rimasto anche un pizzico di nostalgia perché, l’esperienza ce lo in-segna, sulle strade della vita incrociamo tante persone con le quali camminiamo. Alcune se ne vanno ma altre restano e diventano presenze importanti che, per ciascuno di noi, si trasformano in fram-menti di cuore … briciole di vita.

Queste sono state per noi le “nostre suore”. E allora, grazie suor Domizia … grazie suor Maria Rita per tutto quello che ci avete donato e che, ogni giorno, riscopriamo negli occhi e nel cuore dei nostri bambini. Un abbraccio ancora.

Genitori bambini scuola d’infanzia

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2L’ ALPONE 2

L’ARTE FLOREALE DI GIOVANNA

La gioia di un incontro... con Suor Domizia

Segue da pag. 1

Segue da pag. 1

Quando parla dei fiori, le sue creature, Giovanna

Bevilacqua 46 anni e mamma di due figli, Giacomo e Vittorio, rispettivamente 19 e 16 anni, si illumina in volto, le brillano gli occhi e con lo sguardo abbraccia rose, ciclamini, crisantemi e tante altre varietà floreali che abbelliscono il negozio di cui è titolare in piazza del Martiri, ereditato da zia Erminia.

Dalla “Erminia”, oltre ai fiori, si trovava un po’ di tutto ma soprattutto frutta e verdura di ottima qualità. Nella gestione del negozio era impegnata praticamente tutta la famiglia, a cominciare da papà Giuseppe che assicurava i rifornimenti presso i magazzini generali di Verona, a mamma Almerina che aiutava la zia nella gestione del negozio.

Ma, lei, come è subentrata alla zia? Personalmente sono sempre

stata affascinata dai fiori. Per questo ho cominciato, diciassettenne, a collaborare con la zia aiutandola in ciò che era alla mia portata. Mi è sempre piaciuto rapportarmi con le persone, consigliarle e aiutarle a fare delle scelte che rispondessero ai loro desideri, soprattutto in occasione dei grandi avvenimenti della vita.

Quanto è durato l’apprendistato? A 21 anni ho preso in carico l’attività

dopo aver frequentato un apposito corso trimestrale di formazione presso la Camera di Commercio di Verona

dove ho avuto modo di completare la mia preparazione sia sul piano tecnico che estetico. Non ancora contenta ho fatto anche un tirocinio di ulteriori tre mesi presso un’importante fioreria di Verona.

Da allora di anni ne sono passati 25… qual è stato il fiore più richiesto?

Sicuramente la rosa rossa che non ha mai conosciuto momenti di debolezza. Chi è innamorato veramente non sceglie un fiore diverso. E’ un fiore connaturato con l’essere umano, apprezzato da tutti, sia pure con una netta prevalenza da parte delle donne. I maschi lo considerano, ancor oggi, lo strumento migliore per dimostrare il proprio affetto alla donna amata. Non c’è una particolare età per prediligere la rosa al posto di tanti altri fiori.

Quali altre varietà floreali vengono offerte alla clientela?

Fiori recisi, fiori secchi, fiori artificiali, fiori vivi in vaso, piante perenni, da esterno e da appartamento, che vengono forniti mediante una distribuzione capillare affidata a strutture commerciali appositamente organizzate e in tempi molto rapidi. In questo modo non si corre il rischio di rimanere sprovvisti di alcuna delle varietà che vengono richieste dalla clientela. Se un cliente non trova subito ciò che cerca, in poche ore viene comunque accontentato.

Altre attività oltre la vendita al dettaglio?

Ho sempre offerto la mia collaborazione alla Pro loco in occasione della sagra delle castagne e, in particolare, per la sfilata delle contadinelle attraverso le vie del paese o in altre circostanze quali cerimonie pubbliche e ricorrenze patriottiche.

Cosa mi dice della “crisi” economica e finanziaria che continua a turbare i nostri sonni?

Dico che si è fatta sentire, eccome! Nella vendita al dettaglio sono banditi

gli sprechi, le pazzie di un tempo. Oggi si bada all’essenziale. La scelta di un fiore o di un altro fiore è frutto anche di ricerca. Una volta non si badava tanto al prezzo e la priorità veniva attribuita alla qualità e al significato del fiore. Oggi, in genere, si chiede preventivamente anche il prezzo oltre alle modalità di presentazione e di mantenimento dell’omaggio floreale. Stessa considerazione vale per le cerimonie importanti come matrimoni, funerali, battesimi, prime comunioni, cresime…

Qualche ulteriore considerazione su matrimoni e funerali?

Nei funerali il fiore rende sempre evidente un messaggio di grande significato che lega i vivi ai morti e, a prescindere dagli addobbi delle tombe in particolari periodi dell’anno, tramite il fiore il legame non viene mai meno.

Il vero problema, sotto il profilo commerciale, è costituito dai matrimoni. Le cerimonie religiose sono fortemente diminuite e, di conseguenza, sono notevolmente aumentati i matrimoni civili, per i quali non servono impegnativi addobbi floreali. Per le convivenze i fiori non servono proprio!

Qualche innovazione nel settore? Da qualche tempo, in collaborazione

e con la consulenza tecnica dell’amica Bernadette, che lavora come sarta teatrale al teatro “La Fenice” di Venezia, stiamo dando vita ad un’iniziativa molto

originale “Vestire con i fiori di stagione”, come si può vedere osservando la fotocomposizione preparata, in occasione della recente sagra delle castagne, da mia nipote Veronica Sartori. Nella circostanza il tema era costituito, ovviamente, dall’autunno.

Quali ulteriori sviluppi? Nel programma di lavoro

per il prossimo futuro c’è anche l’organizzazione di sfilate di moda in rapporto all’andamento stagionale. Noi ci mettiamo tutta la nostra la nostra professionalità e la nostra creatività. Ogni tanto c’è bisogno di una scossa che faccia dimenticare il grigiore della quotidianità. Mi piacerebbe anche sviluppare un altro settore ricco di stimoli: l’abbinamento tra fiori e gastronomia o pasticceria. Qualcosa di più significativo del fiorellino sul tavolo del ristorante. Non posso anticipare altro…Da parte mia non smetterò di aggiornarmi partecipando a mostre, esposizioni e ad attività formative di varia natura.

Dopo di lei? Non mi pronuncio. Il figlio maggiore

lavora, il minore sta ancora studiando… io spero che qualche miracolo avvenga. La creatività da noi è sempre stata di casa… anche mio marito, modellista calzaturiero, la vive quotidianamente...

delio Vicentini

Ci dice con un pizzico di nostalgia: “E’ stata la prima sala da ballo della valla-ta, che ha avuto una nascita travagliata perché non era molto bene tollerata dal clero di allora che la considerava luogo peccaminoso; ma l’esperienza lavorativa di cameriere nella trattoria mi ha insegna-to che è necessario trattare i pazienti alla stregua di clienti, con l’implicito obbligo di trattarli sempre bene.

Ed in effetti ha sempre avuto gran-de disponibilità a tutte le chiamate ad a qualsiasi ora!

La sua filosofia è sempre stata quella che bisogna visitare bene le persone e cercare di farle guarire, così non chia-mano ancora il medico e gli danno la possibilità di utilizzare il tempo per altri pazienti.

La sua età gli avrebbe consentito di re-stare ancora al lavoro, ma l’ultima riforma della burocrazia che obbliga ad un mas-siccio uso del computer con il quale Ro-berto non ha molto feeling, lo ha messo in condizione di abbandonare, suo malgra-do, la professione.

Un preponderante uso del computer, inoltre, ruba al medico molto del tempo che potrebbe invece impiegare vantag-giosamente alla cura dei pazienti.

Ora che da qualche mese è in pensio-ne si sente un pò demoralizzato e ci dice: “I pazienti erano per me tanti amici che ora mi mancano”. Alla richiesta di come

impiegherà il suo tempo ora che è in pen-sione, ci risponde: “Credo che farò an-cora qualche visita e qualche intervento dentistico, ma dedicherò molto del mio tempo agli alberi da frutto che coltivo a Vestenanova nei miei terreni, e continue-rò anche a coltivare la mia vena artistica: la pittura e la scultura. E poi ancora, le mie giornate saranno dedicate alla cura di Tommaso e Giacomo i nipotini che mi ha dato mia figlia”.

Ci confida che nella sua vita professio-nale ha avuto poche amarezze e molte soddisfazioni, soprattutto quando il suo intervento è riuscito a salvare la vita ad una persona, o anche solo ad aiutare a rendere serena una persona demoralizza-ta o negli ultimi momenti della sua vita; o che, magari, arriva perfino a rifiutare an-che la vita.

E’ importante allora convincere chi si sente vecchio ed inutile o che si trova in difficoltà, che si deve continuare a vivere anche perché questo è un segno di affet-to verso i propri famigliari che soffrireb-bero della loro mancanza.

La redazione de “L’Alpone” ringrazia il dottor Roberto Olmari per la sua disponi-bilità e cortesia e gli augura una vita lunga e serena circondato dagli affetti della fa-miglia e di tutta la nostra comunità.

anGelo Pandolfo

Nuovo look e riportato agli antichi splendori il capitello della contrà Vacca-ri, dedicato a Nostra Signora di Lourdes, con la bella scritta originale “Nostra Si-gnora di Lourdes pregate per noi”, indul-genza 200 giorni applicabili ai defunti. Papa Pio X 1907-.

Per desiderio di tutti, ma soprattutto per la laboriosità del gruppo paracaduti-sti Valdalpone, il 25 settembre ha tagliato il traguardo la nuova ristrutturazione.

Racchiuso in un recinto marmoreo di ml 6x 6, ha l’aspetto di un elegante edicola lungo la strada che porta a nord verso Tregnago e a Sud nella vicina Catti-gnano ed attira lo sguardo del turista at-tento, che non può far a meno di fermar-si, fare il segno della croce e osservare.

Al capitello si affianca, all’interno del perimetro, un monumento ai caduti lo-cali, una colonna spezzata, debitamente ripulita e sistemata, che ricorda i caduti della zona nella prima guerra mondiale:

Beschin Luigi: 1892-1916 – fanteriaPanarotto Romano: 1894-1918 - bersagliereMarchesini Isidoro: 1896-1916, fanteria, caduto sul Tambora

DOTTOR OLMARI

DOTTOR MAGNABOSCO

25 settembre 2011: CAPITELLO DEI VACCARI IN FESTA

LA GIOIA DI UNA CASA-FOCOLAREPROCEDE GRAZIE ALLA GENEROSITA’ DEI TANTI SOSTENITORI L’INIZIATIVA

DI ACCOGLIENZA FONDATA DA PADRE LUCIANO COSTALUNGAAnche in Venezuela si festeggiano

i 150 anni dell’Unità d’Italia! E’ questa la sorpresa che si sono ritrovati a

vivere Mario Fochesato e la moglie Ida Panarotto lo scorso settembre, avvolti dalle bandiere dell’Italia e del

Venezuela, mentre intorno i bambini della “Casa Hogar”, fondata una decina d’anni fa dal missionario ilarionese

Padre Luciano Costalunga, schiamazzavano felici.

Dura ormai da oltre 10 anni il ponte d’affetto e solidarietà che lega il nostro paese a questa istituzione che raccoglie quotidianamente una trentina fra bambini e giovani, che altrimenti sarebbero sulla strada, in balia dell’abbandono e della malavita locale e che invece trovano un pasto caldo e un posto dove dormire, ma soprattutto il calore di una famiglia che li accoglie e dà loro, giorno per giorno, la possibilità di crearsi un futuro dignitoso.

La struttura sorge nelle vicinanze di Caracas, in un ambiente di povertà assoluta, in cui le case (se così si possono definire) sono spesso costruite

con pezzi di legno rabberciati alla bell’e meglio e coperti da un lamierino di fortuna, pronte a essere spazzate via dalle frequenti frane che si formano al primo violento scrosciare di pioggia.

Eppure, basta guardare i visi di questi bambini per capire quanta gioia li anima e quanto grande dono può essere per loro un luogo come questo: la Casa Hogar (focolare), gestita dalla famiglia Noguera, non a caso porta il nome di San Giovanni Ilarione, proprio perché grazie alla generosità degli ilarionesi e di altri abitanti della Val d’Alpone ha potuto compiere (e continua a portarlo avanti) questo piccolo miracolo quotidiano di

solidarietà e fratellanza. Il ponte ideale Italia-Venezuela

continua quindi a dare buoni frutti, anche se le difficoltà non mancano: la struttura avrebbe bisogno di essere ampliata per venire incontro alle nuove esigenze dei suoi giovani inquilini.

Chi volesse unirsi a coloro che in paese già sostengono da anni questa preziosa opera, può farlo contattando Mario Fochesato (cell. 3470627297) o anche sentendo direttamente Padre Luciano Costalunga (cell. 00584146837279), oppure scrivendogli una mail a [email protected]. dario bruni

canonici e di sentirmi una persona che fa del suo meglio per far stare meglio la gente”.

Dalle pagine del nostro giornale il dot-tor Magnabosco desidera ringraziare tutte quelle persone, e sono tante, che gli hanno dato fiducia; e ci assicura che

anche se qualche volta non sarà stato all’altezza del suo compito, ha comunque fatto sempre del suo meglio per aiutare i suoi pazienti.

Sempre dalle pagine del nostro giorna-le, anche la redazione, i suoi pazienti ed i lettori tutti, vogliono ringraziarlo per i lun-

ghi anni di apprezzata attività nella nostra comunità.

Vogliamo anche porgergli il nostro au-gurio di una vita lunga e serena, allietata dai suoi famigliari e circondata dall’affetto di tutti coloro che lo hanno conosciuto ed apprezzato!

a.P.

22 Ottobre 2011: Gita annuale pensionati (e simpatizzanti) F.N.P. C.I.S.L. di San Giovanni Ilarione a Mantova

Gruppo Azione Cattolica in Pellegrinaggio a Madonna della Corona

Posta su un nuovo piedistallo, ricorda chi per dovere di patria ha lasciato la vita, per difenderne i confini. Il gruppo para-cadutisti ha voluto nuovamente eternare la loro memoria ponendo la significativa scritta “ONORE PERENNE AI CADUTI PER LA PATRIA”.

Sopra di loro sventola la bandiera tri-colore, voluta da anziani e giovani e che si affianca alla Croce, ad indicare l’appar-tenenza ad una fede, ad una nazione, ad una storia, a destini comuni.

Dopo la benedizione ufficiale e i discor-si di rito, si prega per la nostra comunità, per la nostra Italia, per la pace. Si chiede di mettere da parte le divisioni, la guerra, l’indifferenza, l’ingiustizia, si prega perché una goccia di amore possa profumare il mondo intero.

E i nostri paracadutisti, non nuovi a queste imprese, in quest’occasione han-no superato se stessi. Tempo bello, clima gioioso, sorrisi contagiosi si sono scam-biati con tutti e poi i trombini dei fratelli Sartori hanno solennizzato l’evento con le potenti detonazioni che hanno fatto rin-tronare la valle. Infine tutti a godere di un pantagruelico rinfresco, seguito dal pran-zo ufficiale dei parà. Ma ecco il lancio dei paracadutisti in cielo. Spettacolo magni-fico, grazie anche alla splendida giornata. Splendido vedere quelle palline colorate lassù in alto, che si ingrandiscono man mano che discendono, per atterrare mor-bidi sul prato antistante. Bello vederli in festa, perché è la festa della freschezza,

della for-za attiva, la festa di chi ha operato, della con-trada, la festa di chi vuole continua-re lo spiri-to di fede e di spe-ranza per il futuro.

Gianni sartori

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Dopo oltre 31 anni di brillante ed ap-prezzato servizio nella nostra comunità, dal 1 ottobre scorso, si è ritirato dal lavo-ro per godersi la maritata pensione.

Ora si dedicherà alle molte cose che ha ancora da fare, alle cose che gli piaccio-no di più, ai molti interessi che ha sempre avuto e che lo terranno occupato: prima di tutto fare il nonno di Giacomo e Gaia i due nipotini che gli ha dato Andrea. E poi curare l’orto ed il giardino e gli hobby del-

la fotografia, la musica, le escursioni in montagna, la lettura, il ballo folkloristico ed anche qualche viaggio per recuperare il tempo perduto!

Ci dice scherzosamente: “Ogni cam-biamento è sempre traumatizzante, ma il pensionamento lo è forse di più perché poi rimane un solo cambiamento... il sal-to nella fossa”!

Gli chiediamo qual’è stata l’esperienza più bella in tanti anni di professione me-dica, e senza esitazione ci dice: “L’espe-rienza più bella è stata la nascita di un bambino sul lettino del mio ambulatorio, mentre mi hanno sempre sconvolto emo-tivamente le gravi malattie dei bambini”.

E continua: “In tutti questi anni ho sempre avuto la sensazione di girare in mezzo a gente che mi vuole bene, e con cui instauro un rapporto di amicizia che mi incoraggia ad essere disponibile in qualsiasi momento, anche in orari non

numero dei medici di base, si trasferì nel nostro Comune appunto come medico di base; da allora ha sempre fatto solo il me-dico di base, ed ha cercato di farlo bene.

Ci racconta che fare il medico è stata un’esperienza molto positiva: si è sempre trovato bene in mezzo alla gente. In tale situazione è facile lasciarsi coinvolgere emotivamente. Ma non è un fatto nega-tivo... anche se, a volte, rischia di farti impazzire.

Page 3: L'Alpone numero 4 2011

L’ ALPONE L’ ALPONE

Anche quest’anno, grazie alla pre-ziosa organizzazione di Igino Corradini e di Simone Burato, in occasione della Sagra delle Castagne, è stata allestita la mostra artigianale, arrivata alla sua ventesima edizione. Sabato 8 ottobre, alle ore 16.30 precise, si è alzato il sipa-rio ed è iniziata la visita dei vari stands. All’inaugurazione oltre al sindaco Dome-nico Dal Cero erano presenti: il Prefetto di Verona Perla Stancari, il Presidente della Provincia di Verona Giovanni Mioz-zi, il Capitano della Compagnia Carabi-nieri di San Bonifacio Salvatore Gueli, il Comandante della locale stazione Carabinieri Mar.llo Andrea Santinelli, il consigliere Regionale Davide Bendinelli, oltre naturalmente a un numerosissimo pubblico. Appena varcata la soglia del capannone sede della rassegna, subito i visitatori sono stati ammaliati dalle arti

e mestieri antichi e moderni. Numerosi e variegati erano infatti i settori merceo-logici: idraulica, energie alternative, pro-dotti per l’agricoltura, edilizia, ristorazio-ne, falegnameria, fotografia, vivaistica, casearia e apicoltura. Va fatto notare che grazie alla perfetta e sapiente or-ganizzazione tutte le richieste pervenu-te sono state accolte e tutti hanno così potuto esporre i loro prodotti o servizi. All’uscita i visitatori venivano accolti da un tiepido sole, ma la luce l’avevano già ammirata all’interno per merito delle geniali menti e delle mani operose del mondo artigianale, che proprio in que-sto delicato momento è più che mai la spina dorsale dell’economia nazionale. Dopo una quindicina di giorni dalla ras-segna, quasi tutti gli espositori, si sono ritrovati per una cena e poter brindare così al successo della manifestazione.

La vera novità era riservata nella lunga serata. Che spettacolo e quanti complimenti! Un evento che ha coinvolto ben 60 ragazzi per le sfilate di moda, 7 espositori di vestiti, 10 associazioni del territorio che hanno presentato le loro attività e uno staff composto da ben 22 persone che si erano preparate a puntino nei giorni precedenti per arrivare al meglio all’appuntamento con la sera della domenica.

Ad aprire la serata, una vera e propria esplosione di vita, con la coinvolgente performance di ballo con Energy Studio di Federico Gallo e i suoi bravissimi insegnanti, a cui si alternavano gli esperti ballerini di Mister Anthony e della scuola di liscio. Ed ecco le sfilate di moda dei negozi Punto Baby, Giolly e Rino, Gromeneda, Moda Stile e Bellezza, Ottica Adami con Gloria Rossetto, il settore sportivo con Boscagin Samuele, Mainente Camilla e i vestiti da sposa. Interessanti gli interventi di alcune associazioni locali, che hanno intrattenutoil pubblico proponendosi in più momenti: la compagnia teatrale Sale & Pepe e il coro Gospel Prayers.

Un grazie a tutti per il risultato, in modo particolare a tutti coloro che hanno sfilato, ma soprattutto ai capigruppo, Sonia Cambiolo, Claudia Lovato, Giulia Galiotto, Vilama Elezi,

Camilla Gecchele, Angelina Beschin, Valentina Grolli. Le coreografie erano seguite dalla nostra Giovanna Bevilacqua “fioreria”, con la nipote Veronica Sartori, grazie ai tanti negozi che hanno partecipato come “trucco

estetica”: Estetica Francy di Pegoraro Francesca, Elite Beauty Center di Prando Susi, Primo Sole e parrucchieri Valentina Look Store, Acconciature Immagine, Primo Piano, Volta 13 spa per capelli di Rossetto Gloria; un grazie particolare per quelli che non sono

stati ricordati durante la serata: Chiara Zandonà per l’acconciatura e Angelica Siervo per il trucco. Grazie al nostro artista Igino Corradini per le riprese dello spettacolo; un caloroso grazie alla nostra presentatrice, cantante e ballerina Mariangela Grolli, a Flavio Filipozzi per averci prestato la sua splendida voce, ad Alice Zamboni per

la scaletta e a Dj Coffee per la regia, o meglio a Marco Confente per aver esaudito tutte le richieste del Direttore Artistico. Grazie infine a tutti coloro che hanno fatto servizio e che non ci siamo ricordati di ringraziare.

lorenzo Gecchele

Serata delle grandi occasioni quella vissuta lo scorso sabato 8 ottobre presso il Teatro parrocchiale di San Giovanni Ilarione. Sul palco a celebrare, con giustificato orgoglio, i loro anniversari sono saliti la Banda musicale “Giuseppe Verdi” di Montec-chia di Crisara e San Giovanni Ilarione (40 anni di vita!), il nostro amatissimo giornale L’Alpone (25 anni e 100 numeri compiuti lo scorso dicembre) e il Libretto della Sagra delle Castagne (30 anni di vivace e sempre ben accolta presenza).

Se tutto ormai si sa, complici anche queste pagine, riguardo a “L’Alpone” e alla gloriosa “Banda G. Verdi”, uno spazio particolare merita stavolta il Libretto della Sa-gra, che nella sua umile veste di “raccoglitore di sponsorizzazioni” tanto utili per sostenere le iniziative degli organizzatori, rischia di passare inosservato, sebbene a ben guardare abbia scandito le sagre di un’intera generazione.

A scorrere invece i 30 (anzi 31) numeri che, dal 1981, immancabilmente accompa-gnano la manifestazione più amata del paese, si scopre con sorpresa il brulicare di tutto un mondo di notizie, approfondimenti e veri e propri studi specifici che hanno arricchito il patrimonio culturale del paese. Dai primi numeri, ancora incerti e fragili nella veste grafica di poche ma sempre interessanti pagine, a quelli ben più corposi e razionalmente organizzati delle ultime edizioni, il libretto ha finito per rappresentare uno spaccato quanto mai coinvolgente della storia di San Giovanni Ilarione, in cui a farla da protagonista si alternano tante persone, vicende, curiosità, eventi, proposte, molte delle quali oggi scomparse o (lo si scopre proprio sfogliando i diversi nume-ri dei libretti) assorbite troppo in fretta nella dimenticanza degli anni che scorrono. Quest’anno è toccato al calcio essere scandagliato dall’attenta analisi dei “librettisti”, onorando così i 30 anni di storia della locale U.S. San Giovanni Ilarione:

Sorto dall’iniziativa congiunta di Mario Gecchele e dell’allora presidente della Pro Loco, Carlo Biondaro, il libretto ha saputo nel tempo meritarsi un posto di rilievo, vivificato, di volta in volta, dai lavori di tanti collaboratori (Gianni Sartori, Angelo Pan-dolfo, Dario Bruni sono quelli maggiormente presenti) che si sono sempre mossi sul duplice piano della ricerca documentaria e e della raccolta di dati sul campo, alter-nando testimonianze, racconti, riflessioni, fotografie, immagini di ogni sorta (quante interviste, quanti volti conosciuti passano per queste pagine!)

I pochi che gelosamente conservano tutte le edizioni (e sappiamo che in paese ce n’è più di uno!) possono dire di avere oggi un piccolo tesoro di saggezza, da con- servare ma anche da rivedere o, meglio ancora, da rileggere insieme ai propri figli o nipoti.

E allora sarà forse più giusto non chiamarlo più con quel tradizionale ma un po’ riduttivo termine di “libretto”, bensì con quello ormai pienamente meritato di vero e proprio “libro”: il grande e amato libro della nostra storia, in cui anche gli sponsor hanno il loro posto e segnano il mutare di un paese che, guardando con un po’ di nostalgia a quello che era, impara a guardare con fiducia a quello che potrà essere negli anni che verranno.

dario bruni

Divertimento, tradizione e giovani. Se fosse possibile esprimere la 76^ Sagra delle Castagne del nostro paese in poche parole, queste tre parole sarebbero sicuramente significative. Quest’anno il consiglio della Pro Loco di San Giovanni Ilarione ha eletto il suo nuovo consiglio e con esso la voglia di creare una Sagra coinvolgente e divertente, soprattutto per i giovani del nostro paese. E’ su questa base che sono nate e si sono sviluppate le diverse iniziative. In particolare sono stati organizzati i Giochi della tradizione popolare in piazza. L’idea e la sua realizzazione sono state in ugual modo fulminee e, fin dall’inizio, voglio ringraziare di cuore tutte le persone che con la loro buona volontà e il loro spirito di iniziativa hanno contribuito alla buona realizzazione dei giochi, nonostante i tempi ristretti.

Abbiamo voluto organizzare un’attivi-tà che coinvolgesse i nostri giovani, le-gandoli alla tradizione della nostra terra, ma soprattutto che li facesse divertire e che facesse divertire non solo chi vi ha partecipato, ma anche tutte le persone che hanno assistito allo spettacolo.

Tre squa-dre, compo-ste ciascuna da 4 giovani e giovanis-simi, ragazzi e ragazze, si sono sfidate in tre diver-se manches sulla pista da ballo al centro della piazza del-la chiesa, durante il pomeriggio della dome-

nica. Era la prima volta che personal-mente organizzavo qualcosa di simile, essendo solo da quest’anno nel consi-glio della Pro Loco e le incognite per me erano tantissime, in primis il timore che l’effetto non fosse quello desiderato.

Preparativi un po’ frenetici, per il coin-cidere delle molte attività della dome-nica, ma al fischio d’inizio tutte le ten-sioni svaniscono. Tre concorrenti delle tre diverse squadre, bendati e posti agli angoli della pista lanciano le castagne ai rispettivi compagni di squadra al cen-tro della pista, tanti centri tanti punti ed iniziano le risate che continuano con il secondo gioco. I due concorrenti del lancio della castagne partono con una gamba nello stesso sacco cercando di compiere due giri della pista nel mino-re tempo possibile. Le squadre Rossa, Verde e Blu si sono battute sul filo dei secondi e la competizione era ben visi-bile nei loro visi divertiti. Ed ecco partire la colonna sonora del terzo gioco. Sulle note di Adriano Celentano gli altri due concorrenti delle tre squadre si sfidano in una tradizionale attività del nostro ter-ritorio: la pigiatura dell’uva, ovviamente a piedi nudi. La stanchezza si fa sentire ma nessuno molla e fino all’ultimo se-condo ogni concorrente dà il massimo di sè.

Si passa ora al conteggio dei punti e alla proclamazione della squadra vinci-trice, ma direi che la festa è generale per partecipanti e spettatori. Ogni fatica viene ripagata dalle persone che ci cir-condano con i loro volti divertiti.

Ed ora premiazioni e poi tutti insieme diretti all’happy hour per passare un po’ di tempo insieme prima che gli impegni della serata ci chiamino.

Vista l’esperienza molto positiva rin-grazio tutte le persone che hanno par-tecipato ed hanno contribuito alla rea-lizzazione dei Giochi augurandomi che l’appuntamento possa ripetersi l’anno prossimo e per gli anni futuri.

alice zamboni

I concorrenti:Squadra verde: Greta Zamboni – Giulia Taviani – Riccardo Ferrari – Simone Dal FittoSquadra rossa: Cristiano Burato – Mi-chele Leaso – Carlo Fracasso – Matteo GugoleSquadra blu: Kevin Galiotto – Dario Gaz-zo– Alex Arvotti – Roberto Pasqualini

Fossili, molluschi, insetti, ma anche storia dei costumi, tradizioni e incontri curiosi. “Asini e scienziati”, la spedi-zione scientifico - escursionistica che ha voluto ricordare Paolo Lioy (1834-1911) nel centenario della sua morte, ha concluso il suo percorso di cinque giorni, raccogliendo incontri, racconti e materiale biologico e fossile che an-drà ad arricchire il Museo Naturalistico Archeologico di Vicenza. La spedizio-ne, coordinata da Antonio Dal Lago, è stata organizzata dal museo di Vicen-za, in collaborazione con la cooperati-

va Biosphaera di San Vito di Leguzzano e la cooperativa I Berici di Arcugnano.Scienziati, entomolo-gi, paleontologi e nau-ralisti, insieme a due asine, hanno riper-corso l’escursione da San Giovanni Ilarione al Ponte di Veja, la stessa che dal 5 all’ 8 settembre 1879 con-dusse Paolo Lioy, Sci-pione Cainer del CAI, il geologo Antonio De

Gregorio e la guida alpina Giovanni Meneguzzo sui monti Lessini vicentini e

veronesi. Un viaggio di scienza, ma an-che di cultura, che 130 anni dopo, si è proposto di raccogliere nuovi dati e di coltivare nuovi incontri.La spedizione, durata cinque giorni, è stata così divisa: il primo giorno da San Giovanni Ilarione a Bolca; il secon-do da Bolca a Campodalbero; il terzo da Campodalbero al rifugio Revolto; il quarto dal rifugio Revolto a Erbezzo e l’ultimo giorno da Erbezzo all’ “impo-nente arco di Ponte di Veja”.Un cronista, Enrico Gleria, ha affian-cato il trekking scientifico e ne ha dato

un resoconto finale. Si tratta di un do-cumento perzioso, che 130 anni dopo il resoconto fatto da Scipione Cainer, riscopre i monti Lessini, la loro fauna, i loro fossili e le loro tradizioni. Dopo un primo giorno che li ha condotti fino a Bolca, il secondo giorno ha previsto la visita alla celebre “Pesciara”.Nei ruscelli sottostanti, alcuni tra gli scienziati partecipanti “hanno raccol-to materiale biologico, larve di insetti, piccoli crostacei e molluschi; contem-poraneamente i botanici rivolgono la loro attenzione soprattutto a muschi e licheni”. Accanto alla ricerca di ma-teriale, un ruolo importante ha avuto anche lo studio del paesaggio e delle tradizioni.Ad esempio, “sorprendente è stato l’incontro con la gente delle contrade: festoso e accogliente, sicuramente fa-vorito dalla presenza delle due asine che riscuotono subito simpatia e parte-cipazione. L’incontro più importante è stato sicuramente quello fatto a contrà Gaiga con Bruno Gaiga, un costruttore di “trombini”.Il terzo giorno, diretti verso Cima Lob-bia con meta rifugio Revolto, gli scien-ziati coninvolti hanno avuto occasione di sviluppare “ Osservazioni sulla distri-buzione della flora e della fauna e so-prattutto sulle formazioni geologiche”.

La giornata di Domenica (terzo gior-no) ha visto inoltre la presenza di “una ventina di soci del CAI, entusia-sti di partecipare all’iniziativa”. Guidati dall’entomologo Filippo Buzzetti hanno compiuto un percorso didattico.Ugo Sauro, docente di geografica all’università di Padova ed esperto dei monti Lessini, è stata la loro guida a partire dal quarto giorno fino alla fine: “come il Cainer nella località di Po-desteria fece un’analisi sull’alpeggio, Sauro presenta la situazione attuale del pascolo.” Altri campioni di fossili, di molluschi terrestri e di fauna vengono raccolti anche negli ultimi giorni. “E’ stata un’originale occasione per ricordare Paolo Lioly nel centenario della sua morte, un naturalista che ha dato molto al Museo e alla Città di Vi-cenza. Tutti hanno avuto l’occasione di approfondire le conoscenze del territo-rio, raccogliere materiale da studiare, ma soprattutto di stringere amicizia, condividere le proprie passioni per ar-ricchirsi scientificamente attraverao un confronto diretto sul campo. Non sono man cate poi occasioni per raccogliere documentazioni fotografiche e reperti da utilizzare per attività didattiche”. silVia ferrari

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Positivamente conclusa la missione, durata cinque giorni, coordinata da Antonio Dal Lago nel ricordo del naturalista vicentino.

La Sagra delle Castagne edizione n. 76 si è rivelata, a conti fatti, tutta nel solco della tradizione, ma con qualche novità rilevante. In particolare occhi puntati su una manifestazione che la Pro Loco ha voluto programmare nel cuore della Sagra e che era segnata da un clima tutto ilarionese.

Un’intera giornata, quella di domenica, interamente improntata sul territorio, con valorizzazione delle realtà locali, come le associazioni e i gruppi più disparati, l’abbigliamento mady in San Giovanni e la cultura di casa nostra, insomma tutto ciò che

rende protagonista il paese e la sua gente.

Dal capannone dell’Artigianato per l’accattivante mostra giunta alla 20^ edizione, all’impegno delle scuole (genitori e alunni insieme) che vendevano le castagne per recuperare qualche soldo per la manutenzione degli edifici scolastici, secondo il motto “con una castagna la scuola ci guadagna”, per finire nel primo pomeriggio con la tradizionale battitura della castagne e con i giochi di una volta, accompagnati dal suono immancabile della banda: a sfilare erano gruppi di giovani del paese, impegnati nella pigiatura a piedi

scalzi dell’uva, nel lancio di castagne e quant’altro. Un bel momento di festa in cui si susseguivano risate e scherzi divertenti di ogni sorta, con il pubblico coinvolto che acclamava e invitava le varie squadre a pigiare nei vecchi tini l’uva appena colta.

La conclusione della serata è stata al tempo stesso vivace ed imponente, seguita da un numero inaspettato di persone, malgrado il freddo pungente del primo inverno, assiepata lungo il perimetro della pista per cercare di cogliere qualche scorcio di spettacolo e prodiga di applausi convinti.

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E Paolo Lioy fece da guida ad “Asini e scienziati” 1834-1911

L’organizzazione, tramite l’Alpone, in-tende ringraziare il Gruppo Carabinieri in Congedo per il loro prezioso contri-buto, sopratutto in merito alla vigilanza notturna.

ennio reGazzin

DANZARE E’...VIVERE

Inesprimibile il mio piacerequando al suonoinebriante della musicami tuffo in una vorticosa danza.Si susseguono nell’inconscio singolari vibrazionie tutto si agitacome in uno shaker.I ritmi dell’onda,incalzanti o lentiprovocano nell’animoserene armonie.Senza la danzanon saprei vivere, perchè, i muscoli del corposlegano i pensieri della mente polverizzando ogni fantasma.Come una libellulatrasportata dal soffiodelle note, ascoltosenzazioni inesplorateche mi stimolano una poeticavoglia di vivere. Rosanna Ruffo

Una fase della raccolta di fossili da un muretto a secco lungo il percorso naturalistico

tutta la Sagra minuto per minutoDa 30 anni la Pro Loco presenta, in occasione della Sagra delle

Castagne, il tradizionale e atteso “Libretto” Castagnata

a scuola 15 ottobre 2011Nell’aria serena di un fresco mattinouna calda sorpresa ci ha atteso in giardino.Un fumo grigio abbiam visto al ciel saliree un profumo invitante s’ è fatto sentire.Scoppiettavano danzando i buoni frutti nel padellonee nel guardarli …Quanta emozione!Per poterli gustare è stata dolce l ‘attesamentre tutti eravamo con la manina tesa.I tigli dorati facevan da cornicee l ‘animo era davvero felice.Grazie Pro Loco.Grazie genitori.Perché son le cose semplici che vanno apprezzatee la natura che ce le ha donate. alunni della scuola “a. stefani” duRante la cottuRa delle castagne

Page 4: L'Alpone numero 4 2011

L’ ALPONE L’ ALPONE

CONTRIBUTO TRIENNALE ALL’ ASSOCIAZIONE CALCIO

Con propria delibera n. 47 del 16/09/2010 il Consiglio comunale aveva stabilito di affidare in concessione, per il triennio 2010/2012, all’ Associazione “U.S. Calcio” di San Giovanni il campo da calcio comunale stipulando apposita convenzione. In conseguenza di ciò la Giunta ha stanziato, a favore dell’Asso-ciazione e per l’intero triennio, i seguenti contributi:

- Euro 30.000,00 per il 2010- Euro 30.000,00 per il 2011- Euro 30.000,00 per il 2012 (Delibera n. 104 del 15/09/2011)

CONTRIBUTO ALLA PRO LOCOIn occasione della sagra delle casta-

gne, svoltasi dal 7 al 10 ottobre, come tradizione di ormai lunga data, la Pro loco, in collaborazione con i commer-cianti, ha organizzato, in piazza Aldo Moro, una mostra delle attività produtti-ve artigianali locali che ha attirato molti visitatori. I gestori hanno allestito per-sonalmente gli stand e hanno fornito ai visitatori, per l’intera durata della mani-festazione, ogni possibile consulenza finalizzata alla corretta conoscenza dei

prodotti esposti. Tutto si è svolto nel migliore dei modi anche grazie all’inter-vento dell’Amministrazione comunale che aveva messo a disposizione della Pro loco, un contributo straordinario di 1.000,00 euro per il noleggio di un ca-pannone fieristico.

(Delibera n. 102 del 15/09/2011)

CENTRO DIDATTICO MUSICALE ITALIANO “G. ROSSINI”

Un’ apposita convenzione è stata sti-pulata tra l’ Amministrazione comunale e il responsabile del Centro Didattico Musi-cale Italiano “G.Rossini” con sede legale a Recoaro Terme, allo scopo di insegnare la musica strumentale a quanti si ritenga-no interessati. Si tratta prevalentemente di ragazzi e giovani di ambo i sessi che vengono seguiti da personale competen-te e diplomato al Conservatorio. In consi-derazione delle positive esperienze degli scorsi anni la Giunta ha concesso l’uso di due locali: la sala attigua alla biblioteca civica comunale e la sala civica “Mariano Rumor”. La convenzione, accettata dalle parti, è stata definita con decorrenza dal-lo scorso 15 settembre 2011 e scaden-za al 30 giugno 2012. Il Centro didattico corrisponderà al comune un canone di

locazione pari a 160,00 euro.(Delibera n.99 del 15/09/20)

TRASPORTO DISABILI A SCUOLAViene confermata anche per il corrente

anno scolastico la convenzione, stipu-lata fin dall’ anno scolastico 2009/2010 con la Cooperativa di Solidarietà Socia-le “Monscleda Onlus” di Montecchia di Crosara, per il trasporto di alunni disabili frequentanti le scuole secondarie di se-condo grado del territorio. La spesa pre-vista viene quantificata in circa 9.000,00 euro e sarà interamente rimborsata a cura dell’Amministrazione provinciale di Verona.

(Delibera n. 91 del 25 agosto 2011)

SERVIZIO MENSA DI CASTELLOCome già avvenuto per gli anni scola-

stici precedenti l’Associazione Castello, continuerà, anche per il corrente anno a fornire i pasti agli alunni della scuola primaria a tempo pieno “Cirillo Tonin” di Castello, oltre agli alunni della scuola pri-maria “Aristide Stefani” e della seconda-ria di primo grado “Mario Marcazzan” di San Giovanni capoluogo, limitatamente ai giorni di rientro pomeridiano.

La convenzione sottoscritta tra l’Am-

ministrazione comunale e la stessa As-sociazione prevede l’utilizzo di due lo-cali – un reparto cucina e la sala mensa - adeguatamente attrezzati, presso l’edi-ficio di Castello. Il personale di servizio r isulta in possesso dei prescritti requisiti igienico-sanitari ed è qualificato per le mansioni previste. L’Associazione prov-vederà alla riscossione delle rette, pre-viste secondo le tariffe concordate con l’Amministrazione comunale. Da parte sua la stessa Amministrazione integrerà il bilancio dell’Associazione mediante un versamento, a titolo di rimborso spese, i di 17.104,00 euro. Oltre a tale contributo saranno a carico del comune la fornitura

di luce, acqua e gas. Entro il 15 maggio 2012 verrà versa-

to un acconto pari al 10% della somma stanziata. Entro il mese di luglio 2012 l’Associazione presenterà ai competenti uffici comunali il rendiconto economico. In caso di inosservanza degli accordi stipulati l’Amministrazione comunale si riserva la facoltà di revocare i contributi e di farsi risarcire eventuali danni subiti.

UFFICI E SERVIZI COMUNALI: LA RIFORMA BRUNETTA

Il Decreto legislativo 150/2009 ha re-centemente introdotto il nuovo regola-mento sull’ordinamento degli uffici e dei

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L’ AMMINISTRAZIONE COMUNALE INFORMAL’ AMMINISTRAZIONE COMUNALE INFORMAL’ AMMINISTRAZIONE COMUNALE INFORMA Testi a cura di Delio Vicentini

dal Consiglio comunale

dalla Giunta comunale

DOCUMENTO PROGRAMMATICO PRELIMINAREDOCUMENTO DEL SINDACO

a cura di maurizio bacco

La Legge Urbanistica Regionale n. 11 del 2004 sostituisce il Piano Regolatore Generale (P.R.G.) della L.R. 61/85 con una nuova organizzazione urbanistica che si articola in “Disposizioni struttu-rali” contenute nel piano di assetto del territorio (PAT) e in “disposizioni opera-tive” contenute nel piano degli interven-ti (PI):

- il Piano di Assetto del Territorio (PAT) è lo strumento di pianificazio-ne che delinea le scelte strategiche di assetto e di sviluppo per il governo del territorio comunale;

- il Piano degli Interventi (PI) è lo strumento urbanistico che, in coerenza e in attuazione del PAT, individua e di-sciplina gli interventi di tutela e valoriz-zazione di organizzazione e di trasfor-mazione del territorio programmando in modo contestuale la realizzazione di tali interventi, il loro completamento, i servizi connessi e le infrastrutture per la mobilità.

Mentre con l’approvazione regionale del P.R.G. (di cui alla L.R. 61/1985) il Piano diveniva immediatamente ope-rativo essendo individuate con chiarez-za le diverse zone edificabili e non, la nuova disciplina introdotta con la L.R. 11/2004 prevede che successivamen-te all’approvazione regionale del P.A.T. l’operatività avvenga con l’elaborazio-ne e approvazione comunale del Piano d’Intervento, che si devono rapportare con il bilancio pluriennale comunale e con il programma triennale delle opere pubbliche.

Il PI in coerenza e in attuazione del (PAT) sulla base del quadro conosciti-vo provvede a suddividere il territorio comunale in zone territoriali omoge-nee, chiamate ATO (Ambito Territoriale Omogeneo), a individuare le aree in cui

gli interventi sono subordinati alla pre-disposizione di PUA (Piano Urbanistico Attuattivo) a dettare criteri e limiti per la modifica dei perimetri da parte dei PUA, a individuare le unità minime di inter-vento, le destinazioni d’uso e gli indici edilizi, a definire le modalità di interven-to sul patrimonio edilizio esistente da salvaguardare, definire le modalità per l’attuazione degli interventi di trasfor-mazione e di conservazione, a definire

e localizzare le opere e i servizi pubblici e di interesse pubblico da realizzare o riqualificare, a individuare e disciplinare le attività produttive da confermare in zona impropria e gli eventuali amplia-menti, a dettare la specifica disciplina con riferimento ai centri storici, alle fasce di rispetto e alle zone agricole,

dettare la normativa di carattere opera-tivo derivante da leggi regionali di altri settori con particolare riferimento alle attività commerciali, ecc….

Per l’attuazione compilazione del P.I. si deve necessariamente partire da una relazione programmatica redatta dal Sindaco, in cui sono evidenziati, secon-do le priorità, le trasformazioni urbani-stiche, gli interventi, le opere pubbliche da realizzarsi nonché gli effetti attesi..

Il Consiglio Comunale di San Gio-vanni Ilarione nella seduta 29 settem-bre 2011 ha preso atto della “Relazione programmatica – Documento del Sin-daco”.

Nel documento di cui sopra, viene stabilito il principio secondo il quale il Piano degli Interventi è uno strumento

flessibile che, nell’ambito degli indiriz-zi pianificatori generali dettati dal PAT, individua le trasformazioni destinate ad essere pianificate, approvate, ed avvia-te a realizzazione nel breve periodo (5 anni), pena la loro decadenza. Questa impostazione innovativa del Piano vie-ne colta dall’Amministrazione Comuna-le che riconosce un ruolo significativo alle forme di partecipazione dei privati all’attuazione del Piano.

Fermo restan-do che, allo stato attuale il vigente P.R.G. comuna-le, come definito dalla nuova legge, “il valore e l’effica-cia del P.I. per le sole parti compa-tibili con il PAT”, l’Amministrazione Comunale di San Giovanni Ilarione ritiene opportu-no procedere alla predisposizione del Piano degli In-terventi in più fasi operative, attra-verso più P.I., per programmare con gradualità l’attua-zione dello scena-rio di sviluppo del PAT.

Il Piano degli Interventi troverà at-tuazione attraverso:Una prima fase riguardante l’esecu-

zione delle operazioni di allineamento tra PAT e PRG, per evidenziare le parti di PRG che assumono compatibilità con il PAT approvato e che quindi diventano già Piano degli Interventi. Tale prima fase riguarda altresì la valutazione ed attuazione di accordi pubblico/privato

ritenuti prioritari dall’Amministrazione Comunale che troveranno applicazione a seguito assunzione da parte della A. C. di criteri omogenei generali fissati con apposita Deliberazione di Giunta.

In tale contesto, nei limiti delle com-petenze di cui alla L.R. 11/2004, il P.I. potrà recepire le proposte di progetti ed iniziative di rilevante interesse pubblico presentate da soggetti privati; queste dovranno necessariamente coniugarsi e coordinarsi con gli strumenti di pro-grammazione comunali ed in partico-lare con il Piano triennale delle opere pubbliche. Gli interventi richiesti da privati saranno assoggettati ad un con-tributo di sostenibilità a favore del Co-mune che sarà calcolato in percentuale sul maggior valore acquisito.

L’accordo pubblico/privato sarà re-cepito dal Consiglio Comunale in sede di adozione del Piano degli Interventi, costituirà parte integrante dello stru-mento di pianificazione e sarà soggetto alle medesime forme di pubblicità.

Una seconda fase riguardante la trat-tazione del territorio aperto con il mo-nitoraggio della VAS (Valutazione Am-bientale Strategica), il “Prontuario per la Qualità Architettonica e Mitigazione Ambientale”, nonché la trattazione di ulteriori manifestazioni di interesse/ac-cordi pubblico-privato, oltre che la de-finizione attuativa delle azioni previste dal PAT negli ATO.

Una terza fase relativa all’aggiorna-mento della trattazione disciplinare dei Centri Storici, a risoluzione di proble-matiche di carattere gestionale.

Come sopra ricordato il termine di validità del P.I. è di cinque anni, per cui gli interventi di trasformazione indivi-duati da tale strumento urbanistico do-vranno essere pianificati, approvati ed avviati alla realizzazione entro cinque anni, pena la decadenza delle previsioni delle trasformazioni stesse.

IL SERVIZIO TAGESMUTTER

Il Comune è lieto di informare le Famiglie che è attivo anche a San Giovanni Ilarione il Servizio Tagesmut-ter - Mamme per Mamme, patrocinato dalla Provincia di Verona e dal Comune di San Giovanni Ilarione, garantito negli standard di qualità, professionalità e sicurezza.Nell’ ottica di implementare i servizi del territorio dedicati all’ infanzia, comunico che il servizio è operati-vo per i bambini da 0 a 13 anni con orari flessibili per le famiglie che ne avessero necessità.

Il SIndaco - domenIco dal cero

l’ aSSeSSore al SocIale - auguSto gambarettoInFormaZIonI Sul SerVIZIo:Chi è la Tagesmutter?La Tagesmutter è una persona, adeaguatamente formata che offre educazione e cura a bambini di altri presso il proprio domicilio, in collegamento stabile con un Ente che la sostiene e la supporta nel lavoro.Quali sono gli orari del servizio?Il servizio non ha orari predeterminati. Essi vengono concordati all’avvio del servizio tenendo conto delle esigenze della famiglia utente e delle disponibilità della tagesmutter. Gli accordi vengono formalizzati in un contratto che garantisce entrambe le parti, definendo impegni e responsabilità reciproche.Quali garanzie offre?- operatrici professionalmente formate e costantemente aggiornate;- monitoraggio costante del mantenimento degli standard qualitativi previsti riguardanti la casa e il lavoro delle singole Tagesmutter;- disponibilità di un equipe di esperti a disposizione delle operatrici e delle famiglie utenti;- Costante verifica delle norme igenico-sanitarie ambientali e delle sicurezze delle case in cui si svolge il servizio;- trasparenza e condivisione delle regole del servizio;- massima flessibilità del servizio rispetto alle richieste delle famiglie.

Per InFormaZIonI:

aSSocIaZIone tageSmutter “ la tata”Sede ammInIStratIVa : VIale del laVoro, 45 c - 237036 San martIno buon albergo (Vr)tel. 349 8759694 - e maIl: [email protected]

Gita a Mercogliano (AV) 10-11-12-13 giugno 2010

La sera del 13/06/2010, sulla strada di ritorno per San Giovanni Ilarione, durante la sosta in un autogrill in Toscana, alcuni componenti -e non- del Coro “El Biron”, han-no avuto il privilegio di incontrare ed intrattenersi con il popolare cantante GIANNI MORANDI; fortuna volle che qualcuno fosse equipaggiato di macchina fotografica digitale per poter immortalare l’evento.

I fortunati :Governo Ferancesco,Tomiozzo Silvano, Rigodanzo Mariano, Dal Zovo Pierino, Bruni Mario, Rossetto Augusto. In mezzo, in piedi, Gianni Morandi.

Il forno deI CamadIDici forno e subito pensi al

pane, fatto in cento modi diversi, di cui tutti ci nutriamo.

Alimento per eccellenza!Dalla colazione a cena non

manca mai il pane sulle nostre tavole.

Anche i nostri bisnonni e nonni hanno mangiato pane, per questo in ogni contrada si può scorgere un forno.

Ormai le famiglie sono sempre meno numerose, e il pane si compera dal fornaio, fresco e buono, e così ci dimentichiamo dei forni, lasciandoli deperire e cadere.

Anche dai Camadi c’è un vecchio forno e alle famiglie dispiaceva vederlo “morire” pensando a quante belle e buone cioppe aveva cotto, a quanta gente aveva sfamato dal 1800 in poi. La struttura ha subito varie

ristrutturazioni, l’ultima che si ricorda è quella del 1946.

Un giorno, scendendo dalla contrada verso casa, passo davanti al forno e vedendolo malridotto ho pensto “perchè non ristrutturarlo ancora una volta?”.

I Camadi si radunano e dopo la vendemmia, con entusiasmo e gran lena, chi come demolitore, chi come muratore, chi come tuttofare, il forno è stato riportato allo splendore di una volta.

E così insieme abbiamo fatto “nà gran bela fornà de pan” e tutti in allegria l’abbiamo gustata con salame, formaggi e porchetta.

Naturalmente innaffiando il tutto col nostro bon durello!

Si ringraziano “quei dei Camadi” per il buon lavoro...Magari siamo d’esempio per qualcun’ altro?

loVato dina

Inaugurazione della nuova sede della Protezione Civile

Medjugorje 02/10/2011. Giovanna Grolli, Valentina Grolli, Mariangela Grolli e Lorenzo Gecchele hanno consegnato un cesto di fiori offerto da Giovanna Fioreria, con su scritto “la comunità di San Giovanni Ilarione”, nello stesso luogo in cui poco prima avv enne la visione di Marjana.

In tempo di crisi il Co-mune di San Giovanni Ilarione premia lo spi-rito imprenditoriale ma, soprattutto, “ La salva-guardia dei posti di la-voro e la vicinanza agli operai”. Con queste parole il sindaco Domenico Dal Cero ha introdotto, sabato 8 ottobre, la consegna delle beme-renze del Comune ad una decina di impren-ditori ilarionesi. Alla presenza del Prefetto, Perla Stancari, e del presidente della Pro-vincia, Giovanni Mioz-zi, il sindaco si è fatto interprete del paese consegnando un diplo-ma con cui si ricono-sce il contributo “ Allo sviluppo economico, sociale e culturale della comunità” di una decina di imprenditori del paese. Sono stati premiati Guerrino e Rino Confente della Cartotecnica Al-pone, l’impresa edile Augusto Panarotto

e figli, l’impresa edile Francesco Beltra-me, il calzaturificio Relaxshoe, Mariano Maporti e Franco Pegoraro che fanno lavorazione pelli, Vittorio Beschin (ma-teriali edili), Lino Mainente (movimento

terra), l’impresa edile Rossetto & Mar-cazzan, la Fila Termoidraulica e Augu-sto, Stefano e Cristian Panarotto della Calcestruzzi Alpone. P.d.c.

Imprenditori meritevoli premiati dal sindaco

L’amministrazione comunale di Valleroy (Francia) e San Giovanni Ilarione si sono incontrati sabato 19 novembre 2011 per un prossimo gemellaggio.

“Egregio Direttore, Nel precedente numero de “ L’Alpo-ne” i bambini della scuola primaria “ A. Stefani” si sono lamentati perchè la loro scuola è molto vecchia e bisognosa di importanti interventi strutturali. Con la presente desidero rassicurarli che l’ Am-ministrazione comunale non si è dimen-ticata di loro”.

Con nota del 16.12.2008 il Comune di San Giovanni Ilarione richiedeva un con-tributo per “ Interventi urgenti finalizzati al risparmio energetico ed all’adegua-mento alla norme di sucurezza dei locali delle scuole elementari “A. Stefani” per un valore di Euro 508.800,00.La Regione Veneto, Direzione Lavori Pubblici, in data 29.04.2009, concede-va un contributo pari a Euro 100.000,00, condizionandone l’utilizzo al reperimen-

to, da parte dell’Amministrazione Comu-nale, delle somme mancanti alla coper-tura del progetto di sistemazione.Per problematiche legate al Patto di Stabilità ae al bilancio comunale, non fu possibile ottenere il rimanente finanzia-mento pari a Euro 408.800,00.Nel corrente anno l’Amministrazione Comunale ha presentato alla Comunità Europea, attraverso il Patto dei Sincaci di cui il comune fa parte, il progetto per la sistemazione della scuola “A. Stefani”, da finanziarsi interamente con fondi eu-ropei, attraverso il risparmio energetico deriante dalla sistemazione stessa.In attesa che l’iter burocratico faccia il suo corso, l’ Amministrazione Comunale sta programmando alcune sistemazioni ritenute urgenti in termini di sicurezza e qualità.

Il SINDACO Dal Cero Domenico

LETTERA dEL sindAco

servizi comunali, adeguato alla riforma Brunetta e articolato sui seguenti prin-cipi e criteri informatori (art. 2):

1. La struttura organizzativa del Co-mune è articolata in aree e servizi.

2. L’ordinamento delle aree e dei ser-vizi si uniforma ai principi di autonomia, funzionalità ed economicità della ge-stione, professionalità e responsabilità, nonché in particolare:

- alla definizione di livelli di responsa-bilità e autonomia del personale in rela-zione agli obiettivi assegnati;

- alla necessità di assicurare il sod-disfacimento delle esigenze degli utenti garantendo la trasparenza dell’azione amministrativa, il diritto di accesso agli atti, la semplificazione delle procedure, la partecipazione all’attività amministra-

tiva;- alla flessibilità organizzativa degli

uffici, in relazione sia alle dinamiche dei bisogni dell’utenza, sia alle nuove e mu-tate competenze;

- alla valorizzazione delle risorse umane, incentivando il lavoro di grup-po e garantendo il miglioramento delle condizioni lavorative, la crescita profes-sionale del personale, le pari opportu-nità tra uomini e donne sotto il duplice profilo dell’accesso e del trattamento sul lavoro;

- all’attuazione del principio di distin-zione tra politica e gestione.

Per un completo quadro informativo si rinvia alla lettura integrale del documen-to, depositato presso gli uffici comunali.

(Delibera n.93 del 25 agosto 2011)

Genova: domenica 25 maRzo 2012"la gRande mostRa di van gogh e il viaggio di gauguin”

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Era ormai nell’aria: sono alcuni anni, infatti, che l’Azienda Agricola

Florovivaistica Bevilacqua A. e G. s.s. Condotta dai fratelli Giampaolo ed

Emanuele Bevilacqua, sta rinnovando i propri vigneti sostituendo i vecchi tendoni con i moderni “allevamenti” a spalliera, dove le operazioni colturali si possono meccanizzare, ed il loro impegno ha portato importanti risultati: lo scorso Agosto, infatti, hanno raccolto con una moderna vendemmiatrice le uve di Sauvignon Blanc del loro vigneto di circa un ettaro e mezzo piantato in località “Maccioni”.Grande la curiosità dei viticoltori vicini sorpresi nel veder lavorare la vendemmiatrice che in poco più di tre ore raccoglieva con precisione tutta l’uva, facendo lo stesso lavoro di una giornata di 20 persone. Grande la soddisfazione di Giampaolo che non smentisce la tradizione innovativa trasmessa da papà Armando, sempre tra i primi in paese a seguire le novità della moderna agricoltura e a lui dedica questo piccolo ma importante traguardo … Uno dei tanti raggiunti dai fratelli Bevilacqua in questi ultimi anni.

GiamPaolo beVilacqua

La seconda domenica di settembre, come ormai tradizione, il nostro gruppo Avis ha voluto festeggiare tutti i Donatori che con generosità ed altruismo hanno contribuito a fare si che dalle 1.012 donazioni del 2009 si passasse alle 1.101 del 2010. Un traguardo molto importante che ci porta ad essere uno dei gruppi più attivi della provincia. Se questo è stato possibile lo si deve alla generosità, costanza e disponibilità continua dei nostri Donatori.

L’Avis è da sempre impegnata in una battaglia molto difficile, quella di aumentare le donazioni. Ma per fare ciò, il nostro agire deve essere con il cuore, pensando a coloro che soffrono ed hanno bisogno del nostro sangue, della nostra forza per sperare. Aiutando il prossimo, specialmente gli ammalati, si cresce come persona e aiuta a capire che nella vita ci sono valori di solidarietà e comunità che vanno oltre il tutto e subito e sono parte fondamentale della nostra civiltà.

Essere Donatori significa dire coi fatti che la vita di chi sta soffrendo ci preoccupa, ed esprime il desiderio di dare aiuto e solidarietà verso coloro che, su un letto d’ospedale, sono in attesa di quella sacca di sangue per essi spesso vitale. Riflettiamo su questo gesto di grande valore sociale ed umanitario che è la donazione del sangue, la quale va vissuta come una scelta naturale, volontaria e consapevole; oggi sono io a dare agli altri e domani potrebbe essere il contrario.

Dopo il ritrovo dei Donatori e simpatizzanti a Vestenanova in piazza Pieropan dove gli Alpini hanno preparato un lauto rinfresco, accompagnati dalle note della Banda musicale “G. Verdi”, ci siamo recati in chiesa per la S. Messa, non senza essere prima passati dal monumento per un omaggio floreale. La celebrazione della S. Messa, con le belle parole di Don Gianluca, a sua volta donatore e premiato con distintivo d’oro, è stata resa ancora più solenne dai canti della Corale di Vestenanova. Al termine sono stati premiati 79 donatori benemeriti. Poi, come da buona usanza, la festa si è conclusa con il pranzo sociale presso il Ristorante Zoccante.

Ecco i donatori benemeriti premiati:

Distintivo in rame per 8 DonazioniBruni Giovanni, Calierno Enrico, Camponogara Thiago, Casarotto Monica,

Confente Enrico, Dal Cortivo Michela, Dal Zovo Luca, Faccio Filippo,Ferrari Giorgio Alfredo, Fochesato Marco, Fochesato Rudi, Marana Martino,Ottolini Francesco, Ottolini Gabriele, Pandolfo Giovanni, Rossetto Alberto,Rossi Pierangelo, Tomba Gianluca , Valentini Marco, Vanzo Andrea 1988,

Vesentini Elisa, Zandonà Luca, Zoccante Valerio.

Distintivo in argento per 16 DonazioniAldegheri Mariano, Dalla Verde Laura, Danese Chiara, Filipozzi Fausto,Florio Cristian, Gambaretto Davide, Gambaretto Nico, Leaso Marco,

Liebscher Giorgio, Lovatin Giovanni, Marcazzan Matteo, Marchesini Elio Maurizio,Oresti Ferruccio, Panarotto Massimo, Pandolfo Paolo, Pertile Francesco,

Rigoni Celestina, Sartori Maria, Sgaggio Roberta, Vanzo Andrea 1973,Zandonà Nada

Distintivo in argento dorato per 24 DonazioniDalla Riva Renzo, Dalla Verde Bertilla, Dalla Verde Sergio, Ferrari Diego,

Ferro Mario, Grolli Tiziano, Gugole Lina, Leaso Giandomenico,Lovatin Antonio, Lovatin Francesco, Munaretti Monica, Niselli Diego,

Pandolfo Alberto, Pandolfo Cristina, Pelle Maria, Ramponi Marco,Tezza Silvano, Zanderigo Silvio, Zandonà Davide, Zoccante Gioacchino,

Zordan Matteo

Distintivo in oro per 50 DonazioniBacco don Gianluca, Bacco Fiorenzo, Bacco Maurizio, Baldo Bruno,

Cattazzo Daniela, Cracco Maria Assunta, Dal Zovo Marco, Dal Zovo Roberto,Tezza Maria Teresa, Trettene Gabriele

Distintivo in oro con rubino per 75 DonazioniCamponogara Dario, Fedeli Silvano, Pezzato Irma, Tomiozzo Silvano

Avviso: Apertura domenicale del Centro Trasfusionale di San Bonifacio, 29/01/2012 dalle ore 07,30 alle ore 11,00.

L’AVIS di San Giovanni Ilarione e Vestenanova augura a tutti

Buon Natale e Felice Anno Nuovo

“Il RIcettaRIo delle BenemeRIte del Veneto”

“In occasione della mostra Artigianale allestita dall’Unione Commercianti ed Artigiani di San Giovanni Ilarione, in occasione della Sagra delle Castagne del 09/10/2011, le Benemerite della Sezione Carabinieri di San Giovanni Ilarione, in apposito stand messo a disposizione dagli organizzatori, hanno presentato, in anteprima assoluta, il “Ricettario delle Benemerite del Veneto”, una raccolta di ricette e di piatti tipicamente veneti. La presentazione che ha avuto un notevole successo, ha riscosso anche il plauso di molti visitatori, Autorità e non si sono soffermate allo stand ed hanno acquistato il libro, a conoscenza anche dello scopo prettamente benefico a favore degli orfani dei Carabinieri caduti in servizio.

c.re mario rossetto

La macchina vendemmiatrice anche a San Giovanni Ilarione!

SAN GIOVANNI ILARIONE E VESTENANOVA

7 Novembre 2011, Agresti Amalia festeggia i suoi 80 anni con l’ affetto dei figli, generi, nuora, nipoti e pronipoti.

dal GrUPPo alPInI dI San GIoVannI IlarIone

Agnese MArcAzzAn,UnA donnA iMpegnAtA Una piazza d’altri tempi...

Liguria: un inferno di fango

Gruppo Gavetta al Cippo di Garbuzovo

Dal 13 al 20 agosto scorso con la partecipazione di 21 persone tra soci, famigliari ed amici, in rappresentanza di nove gruppi alpini della sezione di Verona, siamo tornati in terra di Russia: a Mosca e nella zona del Don (Rossosch e dintorni), dove hanno operato le Divisioni Alpine durante la seconda guerra mondiale.

Il 17 agosto, diretti a Nikolajevka, siamo passati dalla cittadina di OL’CHOVATKA, nella Regione di Voronezh. Scesi dal pullman eravamo fermi lungo la strada con la guida che ci stava spiegando la direzione da cui si erano ritirati i soldati italiani e quella verso ovest dove erano diretti, quando con nostra sorpresa siamo stati avvicinati da una giovane signora che, avendo notato che alcuni di noi portavano il cappello alpino, ci disse, attraverso l’interprete, che i suoi genitori avevano…una pentola, un recipiente appartenuto agli italiani. Si capì subito che poteva trattarsi di una gavetta, per cui venne fissato un appuntamento per il ritorno dandoci l’indirizzo dei genitori.

Nel tardo pomeriggio, al ritorno, ci

siamo fermati presso l’abitazione a Bugaevkat e i genitori della signora ci hanno consegnato la gavetta, sulla quale, tra le varie incisioni era riportato il nome del paese: Lizzanella Rovereto ed anche il probabile cognome: Pooli. Ritornati in Italia è iniziata la ricerca del proprietario ed è stato scoperto che apparteneva all’art. alpino della 31^ btr. Gruppo Bergamo della Divisione Alpina “Tridentina” POOLI LIVIO, già residente a Lizzanella Rovereto e dato per disperso nella battaglia del 22 gennaio 1943 a Varvarovka.

Sono stati individuati, grazie agli amici alpini del gruppo di Lizzanella, alcuni nipoti del disperso ai quali la gavetta è stata consegnata il 29 ottobre 2011 con una cerimonia presso la baita del gruppo alpini di Grezzana, presenti i partecipanti al viaggio-pellegrinaggio, vari reduci, i Presidenti delle Sezioni di Trento e Verona ed altre autorità.

….Un altro piccolo pezzo della storia degli Alpini in Russia (1942 / 1943) è tornato “a baita”.

Guido Gecchele

IV Novembre” a S. Giov. Ilarione

Anche quest’anno la Sezione Combattenti e Reduci ha voluto commemorare, domenica 06/11/2011, la festività del “IV Novembre”, la giornatata delle Forze Armate e dell’ Unità Nazionale per onorare i Caduti di tutte le guerre e gli operatori di pace nelle missione all’estero. La cerimonia si è svolta con l’iniziale corteo verso la Chiesa parrocchiale, accompagnato dalla Banda “G. Verdi”, con la Santa Messa officiata dal parroco Don Elio Nizzero e con l’alzabandiera e la deposizione della corona di alloro al monumento dei Caduti, da poco riportato al suo splendore a cura di tutte le Associazioni d’Arma. Con l’impiego di propri associati si è provveduto ad una pulizia della statua e del giardino circostante in occasione della giornata del 150° dell’unità d’Italia e del Raduno Provinciale dell’Arma di Fanteria.

Alla cerimonia ha partecipato il Sindaco Domenico Dal Cero al quale è toccato per diritto il compito di ricordare

il sacrificio dei Combattenti e Reduci della prima guerra mondiale, ma anche quelli della seconda, dei Caduti in missione di pace all’estero e dei Caduti delle Forze di Polizia nell’espletamento del proprio dovere. Padrone di casa il nostro “vecchio” fante Biondaro Giuseppe “Bepi Galo”, Presidente della Sezione, accompagnato dal suo vice Pandian Piero, nonostante la loro età non sia più tanto verde (96 anni il Presidente e 85 il vice), presente anche un altro combattente, Beltrame Agostino classe 1926. Al termine della cerimonia ci siamo riuniti presso la Baita Alpina, intitolata al compianto compaesano “Angelo Zanchi” che in vita non ha mai perso un’analoga cerimonia, per il “rancio” di rito.-

Il Segretario antonio dal zoVo

Parrocchia di San Giovanni Battista - Castello

Canto DeLLa SteLLa

in occasione delle festività natalizie il “gruppo stella” percorrerà le vie della

parrocchia ed entrerà in tutte le famiglie per augurare un lieto natale e

Felice anno nuovo

info: Dario Bruni 349/0657198 Lorenzo Gecchele 340/5495401

Rappresenta

l’immagine di una donna fe-lice, appagata, nella sua bella casa spaziosa ove si aggira sicura, attor-niata dalla nu-merosa fami-

glia in via Colombara.Figura alta e slanciata, curata nei ca-

pelli e nella persona, Agnese Marcaz-zan trasmette all’esterno la pace e la serenità dello spirito, gli occhi profondi ed intelligenti manifestano tanta voglia di parlare e di ricordare. Nasce a San Giovanni Ilarione, o meglio alle Boarie, il 19/08/1924, figlia di Primo Domenico e Giuseppina Marcazzan, proveniente da Castello.

La piccola Agnese viene battezzata il giorno della sagra alle Boarie, l’anti-ca sagra in campagna, e una curiosa coincidenza ricorda che si era rotta una campana della chiesetta locale, e la so-stituta è stata chiamata “Agnese”.

Papà si è fatto tutta la prima guerra mondiale, è temprato dal lavoro nei campi e dall’esperienza del contatto con gli altri, ha raggiunto una maturità che sarà molto apprezzata dall’intero paese. Verrà infatti eletto sindaco per due legislature.

In famiglia intanto corrono attorno alla tavola i fratelli Gaetano e Carlo, in-sieme alla sorella Erminia. Due Maschi e due femmine, proprio una bella famiglia.

La piccola Agnese frequenta l’asi-lo parrocchiale a San Giovanni, dietro la chiesa, ove c’è la casa della dottrina cristiana e poi la scuola elementare nel nuovo edificio grande e spazioso dedi-cato ad Aristide Stefani, da poco scom-parso. Dalla classe prima alla classe quinta elementare senza sbavature, sempre promossa, una scolara model-lo. Qui incontra e ricorda la maestra Montagna Agnese, alle prime armi, spo-sata al maestro Dignani, un autentico gendarme di insegnante, che sa tenere la classe numerosa, ma sotto la scorza di ruvidezza nasconde tanto amore. Ter-minata la scuola, inizia a lavorare presso la ditta Sperotti, al telaio per il cotone. Dopo alcuni mesi lascia, perché a casa

c’è bisogno di lei. Dà una mano nei campi, in casa. Aiuta il papà anche nei lavori pesanti. Egli lavora i frutti, li por-ta personalmente ai mercati di Padova e Vicenza con il cavallo, trasformandoli in denaro sonante; Agnese nel frattem-po pulisce la stalla, prepara il fieno per gli animali. Non disdegna di fare questi lavori, perché si sente parte attiva della famiglia.

Papà è una persona rigida, impartisce un’ educazione rigorosa alla famiglia e così anche la nostra Agnese si vede opporre un netto rifiuto al consenso di andare alla sagra delle ciliegie a Mon-tecchia, insieme con alcune amiche del-la zona. Cresce nel rispetto, nella fede, nell’amore verso gli altri, nell’interioriz-zare il senso profondo della famiglia. L’incontro con il futuro marito avviene in casa di parenti comuni in via Camera. Domenico Zanchi è uno spilungone, di via Colombara, un ragazzo sincero che affronta il futuro suocero con un po’ di batticuore nel chiedere il permesso di frequentare Agnese e ne ottiene il con-senso, però solo dalla chiesa a casa, in nome di quella rigida morale allora im-perante. Durante la guerra il giovane spasimante deve nascondersi e cam-biare continuamente luogo, per non far-si catturare dai nazifascisti, con il rischio della fucilazione o quanto meno della deportazione. Per fortuna tutto passa e a 22 anni Agnese convola a nozze . Passa allora dalle Boarie a Colombara, una bella zona sollevata e baciata dal sole. Il marito è un esperto agricoltore e i campi sono numerosi. C’è da lavora-re, ma anche da mangiare. A riempire la casa arrivano Teresina, Giuseppe,Maria Rita, Danilo, Luigi, Anna Maria, e Clau-dio, una bella famiglia numerosa, come quelle di una volta, prospera e feconda. C’è da lavorare per tutti, sia in casa che nei campi. Agnese si trova in casa tre zii del marito, rimasti da sposare. Ad essi dedica tutte le cure possibili, fa da infermiera, da inserviente; li segue nelle loro necessità, senza mai trascurare la propria famiglia, i propri doveri di mam-ma e di sposa.

Intanto i figli crescono, si sposano, i tre maschi più grandi lavorano i campi con un sistema manageriale, diventa-no esperti nelle colture con il lavoro e il continuo aggiornamento tanto da af-

fermarsi tra i primi agricoltori del paese.Tutti i figli rimangono in paese for-

mando le loro famiglie, ad eccezione di Maria Rita, che si accasa a Campiglia dei Berici. Tutto fila tranquillo, fino al 1973 quando il marito Domenico muore improvvisamente, lasciando la famiglia nell’angoscia. Ma Agnese non si sco-raggia. Non ha tempo per pensare a se stessa, deve aiutare i figli, specialmente quelli più giovani ad andare avanti, in-ghiotte spesso le lacrime per far corag-gio agli altri e tutto si riallinea nell’amo-re e nell’aiuto reciproco.

Poi, nel 1993, un’altra mazzata col-pisce la nostra protagonista, come una fucilata in pieno petto: Maria Rita muo-re all’improvviso, colpita da infarto. E’ una durissima prova. Si risolleva e con-tinua grazie all’amore dei familiari, alla solidarietà della gente, alla fede in Dio. Anche se ogni figlio ha la propria fami-glia, la propria casa e conduce la sua esistenza, la mamma rimane sempre il punto focale.

Tutti ricorrono a lei per interessarsi della sua salute, per consiglio, per aiuto.

Ultimamente la salute dà qualche se-gno di cedimento, ma siamo ancora ben lontani dall’inattività. Si muove ancora sicura nella grande casa arreda-ta con gusto e semplicità, seguita dalle nuore che intervengono fin nelle più pic-cole necessità.

“Sono le mie infermiere” sbotta ri-dendo e in questo viene ripagata del-le attenzioni e delle cure che lei stessa ha prodigato agli anziani della famiglia. Non frequenta più la chiesa, perché le gambe più non lo consentono, ma se-gue la S.Messa alla TV, prega per la fa-miglia, per gli altri, per il sacerdote, per la parrocchia.

Segue puntuale la cura prescritta dal dottore perché vuole arrivare al tra-guardo dei 100 anni.

E ci arriverà certamente, perché ani-mata dai sani principi di onestà, di amo-re per la famiglia, tanta fede in Dio e nel prossimo. E’ bisnonna di 8 bimbetti, presto arriverà la nona, si sente come un grande albero con tanti rami vivi , è contenta di quello che ha fatto, non dà giudizi, non desidera nulla di più perchè Dio le ha dato proprio tutto, l’amore e la pace nel cuore. Gianni sartori

Scorcio su piaz-

za del Popolo a San Giovanni nel 1954, con foto scattata dalla scala della casa del dott.Aldo Cavaggioni.

Ben evidenziata sullo sfondo la casa di Romanin Vandin, con a sx i “Porte-ghi” di Dignani.

A fianco di casa Vandin un mucchio di sassi, materiale edilizio per iniziare la costruzione del-la casa Creasi, ora “Dolce Remy”.

L’aspetto della piazza è ancora un po’ rustico e la fo-tografia rappresen-ta un documento storico del paese di allora.

I due bambini immortalati nell’imma-gine sono a sx Gianni Burato, celebre fornaio ed ora armiere molto apprezza-to, ed Ettore Cavaggioni figlio del medi-co condotto di San Giovanni ed ora pure lui medico in pensione. La foto è opera di Giovanna Sperotti, figlia di Antonio

e moglie del dott. Cavaggioni, chiamata anch’essa dalla gente “la dotora”, per-sona molto generosa e altruista.

Sul volto dei due fanciulli sboccia un innocente sorriso, che lascia in fieri presagire il cambiamento e l’evoluzione positiva del paese.

G.s.

Non poteva mancare la solidarietà da parte del nostro paese ai fratelli meno fortunati, vittime dell’alluvione in Liguria nella prima decade di novembre, ad un anno esatto dall’inondazione della parte bassa della valle dell’Alpone.

Renzo Panarotto, persona molto at-tiva in paese e sempre pronto ad ac-correre alle richieste di aiuto nei casi di emergenza, reduce già dall’esperienza di una settimana durante il terremoto in Abruzzo, ha risposto subito all’appello, unendosi al gruppo di intervento orga-nizzato dalla regione Veneto, in totale n.100 persone circa, gestito direttamen-te dalla regione Veneto. Una decina di volontari appartenevano alla provincia di Verona.

Sul posto era già presente un gruppo “A.N.A.” per sovrintendere alle cucine e agli aspetti logistici.

Tanto lavoro, tanto impegno. All’eser-cito e ai vigili del fuoco erano riservati gli interventi maggiori, ai volontari i la-vori di pulizia degli scantinati, spalare il fango, lavare con le pompe dei mezzi antincendio.

Un intervento necessario, fatto con il cuore, la gente ha accolto i volonta-ri come angeli del soccorso, con essa hanno condiviso pene, gioie, fatiche, progetti.

Davanti alle catastrofi ci si trova tutti uniti, ci si sente fratelli ed è bello dare una mano, perché ogni persona si sente necessaria all’altra, ogni uomo condivi-

de il destino dell’altro.Perché lo hai fatto?“perché mi sento impegnato come per-sona, faccio parte della protezione ci-vile, quando posso dò tutto me stesso per gli altri. Bello notare che lo stato era presente in prima fila, più di così non si poteva fare, ci si è sentiti stretti attorno all’ideale di patria comune, di nazione.”

La gente del posto si è rimboccata le maniche per prima e non ha mai prete-so, ha sempre chiesto, in modo garba-to, l’intervento dei volontari.

Ora le cose si stanno sistemando, la-sciando inevitabilmente danni per anni, senza contare le frane, terra in continuo movimento.

Continua a pag. 11

BRuNI GIOVANNI, laurea triennale in Ingegneria dell’Informazione presso l’Università di Padova il 27/09/2011.PAOLO PANATO, Dottore in Ingegneria della Telecomunicazione presso l’ Università di Padova il 30/09/2011.VERONICA SARTORI, Dottoressa in Design della Comunicazione presso il Politecnico di Milano - Facoltà di Architettura.VANZO SARA Laura in Scienze Manageriali presso L’Università di Verona il 25.11.2011

Complimenti vivissimi da parte della redazione a:

Page 6: L'Alpone numero 4 2011

L’ ALPONE L’ ALPONE

Seconda edizione del premio “Ma-rio Marcazzan” , istituito, grazie ad una donazione della famiglia degli eredi del prof. Mario Marcazzan, al quale è inti-tolata la scuola media di San Giovanni.

Aula gremita, con la presenza di En-rico Marcazzan, figlio di Mario, del pre-sidente del consiglio di Istituto Silvino Sartori, del Presidente della Cassa Ru-rale di Vestenanova, Augusto Rossetto, dell’assessore alla p.i. di San Giovanni Ilarione Augusto Gambaretto, e poi gli alunni delle attuali terze medie, per fe-steggiare i compagni di scuola appena usciti e per raccogliere il testimone per il prossimo anno.

La novità di quest’anno: l’allargamen-to della premiazione, grazie al contribu-to della Casca Rurale di Vestenanova, agli alunni usciti dall’esame di licenza media con la votazione del 10.

E’ un atto dovuto, in quanto apparte-nenti al medesimo istituto comprensivo, che gestisce un unitario programma educativo e didattico.

La scuola è rappresentata dal vicario del dirigente prof. Mauro Zuccante, che sostituisce il dirigente impedito a parte-cipare per ragioni di salute, ma che ha voluto mandare un messaggio di saluto.

Tutti gli interventi di rito hanno avu-to un denominatore comune: porsi ob-biettivi prestigiosi, puntare in alto, non

accontentarsi mai della mediocrità nella vita, dare sempre in positivo il massimo di se stessi, come ha fatto Mario Mar-cazzan.

In tal modo si può essere di aiuto per sé e per gli altri.

Ed ecco poi sfilare i quattro ragazzi che hanno tagliato il traguardo con la massima votazione:Elisa Presa, III^F di VestenanovaMartina Roncari, III^ F di VestenanovaGloria Tezza, III^ A di San Giovanni Ila-rione , cui vanno € 100,00 ciascuno,Enrico Sartori, III^ C di San Giovanni Ilarione, che al voto 10 ha aggiunto la lode, guadagnandosi, a buon diritto, i 120,00 € dell’ambito premio.

Tutti bravi, tutti contenti, ma i più emozionati sono stati i genitori e i nonni presenti. Un giusto orgoglio lo manife-sta anche la scuola che vede in questi successi una propria gratificazione.

L’esecuzione dell’inno alla scuola “Marcazzan” ha concluso la celebrazio-ne e tutti sono rimasti intimamente toc-cati dalla manifestazione.

Il messaggio di positività di questo premio avrà certamente un futuro per-ché alla donazione Marcazzan si sta affiancando in solido anche l’ammini-strazione comunale di San Giovanni Ila-rione, perché è necessario che l’inizia-tiva in corso abbia un futuro, per il suo

contenuto e la sua peculiarità.Non è importante o necessario che

tutti i ragazzi raggiungano i traguardi di Mario Marcazzan, ma sul suo esempio devono tutti sentirsi stimolati a cre-scere culturalmente per offrire il proprio contributo nella crescita del paese e per gli altri.

Gianni sartori

Ester è una bambina con una pan-cia gonfia che contiene a sua volta una bambina. La sua pancia oggi è verde come quel maglioncino sgualcito che una volta era un bel “Fred Perry” ed ora è pieno di briciole di brioche. Mentre prendiamo la colazione al bar la osser-vo. Con una mano mescola il suo cap-puccino. “Ester - le ho detto - Sei sicura che lo puoi bere il caffè?”

Mi ha risposto annuendo con il capo, poi è andata a prendere una brioche al banco.

“La pago io, non ti preoccupare” mi ha detto con orgoglio. Ho fatto finta di niente, poi prima che se ne accorga

andrò diretta da Ivan a sal-dare il conto.

Sono una g io r na l i s ta precaria, ma pur semre da 1.300 euro

netti al mese. Lei intanto addenta con ferocia il croissant. “A mangiare adesso siamo in due” mi ha ricordato scher-zando toccandosi il pancione. Lo tocco anch’io per vedere che effetto fa. E’ un brivido impercettibile che tento di scac-ciare subito. “Vedi - mi dice - Quando si muove può apparire un piede oppure il culetto. Dipende”. Poi è tornata alla sua colazione.

Fa effetto vederla così minuta, con le manine piccole, i piedi-ni che calzano s c a r -pe da bambi-na con i laccetti. E quel v i s o paffuto e in-genuo. C h i s -sà se c o m e S a r a

della canzone di Venditti, anche tu Ester sei andata a scuola nel banco che non ti conteneva più. Tu sempre più ingom-brante e i vestiti sempre più striminziti come se fossero stati ristretti in lavatri-ce.

Chissà se l’hai nascosto a mamma che ti sognava dottoressa perchè eri più brava di tutti i tuoi fratelli.

Mi tocco la pancia anch’io cercando di fare in modo che nessuno si accorga. Faccio scivolare la mano piano all’al-tezza dei fianchi, poi la lascio striscia-re quasi distrattamente lungo il basso ventre. Mi fermo ma io non sento nien-te. Intanto Ester sta attirando la mia at-tenzione. “Che lavoro fai?” mi chiede e poi continua senza aspettare risposta. “Secondo me l’avvocato o qualcosa del genere”. Lascio che mi scruti i vestiti, la valigetta. Poi ritorna sugli occhi. Im-broncia il viso, facentdo saltare un pò in su quel suo piccolo neo all’altezza della guancia sinistra che la fa sembrare un pò più grande.

“Qualcosa del genere sarebbe la gior-nalista” butto lì sorridendo. La giornali-sta. Il lavoro che avrei voluto fare fin da bambina quando tutti gli altri si face-vano regalare barbie o macchinine e io puntavo i piedi per avere la macchina da scrivere “Olivetti” come quella di Oriana Fallaci. Il lavoro che svolgo ogni giorno cercando di sopportare l’invidia dei col-leghi, lo stress dei servizi, l’ira dei politici e le inesauribili richieste del mio capo.

“Che bel lavoro” mi dice Ester. E mi guarda ammirata ache se dovrei esse-re io ad ammirare lei. Quanti anni hai Ester? Diciassette o Diciotto?

Tua mamma ti ha sbattuto fuori di casa il giorno che le hai detto che il tuo bambino te lo saresti tenuto stretto. Non l’avresti ucciso perchè ormai era dentro di te. Poi hai salutato i tuoi fratelli che non hanno avuto il coraggio di dirti una parola perchè tuo padre li guardava con aria minacciosa. Hai riempito un sac-chetto con tutte le tue cose e sei anda-ta a stare da un’amica. “Io avrei voluto fare la maestra. Ho fatto uno stage per qualche mese prima di...” si interrompe Ester e si tocca di nuovo la pancia. Vor-rei capire da dove proviene questa ma-nia, questo istinto che ci prende tutte. Ester ha gli occhi che si velano di malin-conia, ma è solo un attimo.

“Adesso curo i figli di Brenda dopo la scuola e in cambio posso stare da lei. Però un giorno vorrei continuare a studiare e poi, chissà, trovare lavoro in

una scuola”. Mentre addenta l’ultimo boccone della sua colazione, torna a sorridere.

Mi guarda e capisco che mi sta di-cendo che non avrebbe potuto lasciare andare la sua bambina, ormai era den-tro di lei.

Vorrei dirle qualcosa di me, ma non ho tutto quel coraggio. Lei mi racconta di sua mamma che quando la chiama le chiede solo come sta e le dice che ha scritto la scuola e poi riattacca subito il telefono e vorrei aver il coraggio di dirle che la capisco.

Invece continuo a guardarla in si-lenzio, finchè confesso. “Io ti ammiro”. Poche parole che fanno commuovere. “Tu ammiri me?” Mi guarda senza ca-pire. Ci vorrebbe un nastro rallentatore che si riavvolge per farci vedere di nuo-vo tutto daccapo. Io che mi avvicino all’ambulatorio. Ma non ho il coraggio di entrare e allora torno indietro goffa-mente, mi giro e..qualcosa di morbido mi colpisce e poi cade. Mi giro e vedo questa bambina che esce dalla porta a fianco all’ambulatorio con due gros-si pacchi di pannolini in mano. Cerco di scusarmi, glieli raccolgo tutti mentre cerco di capire cosa sia quella scritta “ Centro aiuto alla vita” che compare sul cancello. “Te li porto alla macchina?” Le chiedo. Mi mordo la lingua. Non ha la macchina. Lei mi sorride e con grande sfrontatezza mi dice: “Potresti offrirmi un cappuccino”.

Sorrido del suo coraggio, ma il suo viso morbido e affabile è come una ca-lamita e finisco per precederla nel pic-colo bar. E adesso questa bambina che è più donna di me mi guarda con curio-sità. E così per la prima volta io dico:

“Sono incinta anch’io. Sono venuta qui per abortire”.

E mentre le parole mi escono d’im-provviso assieme alle lacrime che avevo ricacciato indietro un’infinità di volte e ..penso. Una vita è dentro di me. E’ pic-cola, non si vede, ma io so che c’è. Il suo papà è un immaturo, è l’uomo sba-gliato. Se sapesse di questo frammento di carne nella mia pancia, scapperebbe o forse peggio si ucciderebbe. Per non contrariare la società, per non offendere i suoi genitori che vivono in quella casa troppo piccola e ipocrita. Ester mi guar-da senza giudicarmi, non dice nulla. “ Io non ho il tuo coraggio” mi giustifico. Ormai la brioche l’ha finita, beve l’ultimo sorso del suo cappuccino e poi mi offre la sua sentenza: è netta, non ammette

repliche. “Io credo di sì visto che sei qui e non là dentro” se ne esce fuori arroto-lando i capelli sulle dita.

Forse hai ragione tu Ester, forse non posso combattere la vita, noi donne siamo la vita. Lo canta anche Ligabue: femmina come la vita. Questa battaglia ho deciso che non la perderò. “Adesso devo andare” mi dice solo. Ed io vorrei aggrapparmi a te Ester, chiederti di dar-mi un po’ della tua forza, vorrei nutrirmi alla tua fonte di coraggio. Mi insegni a trovare la strada? Vorrei farlo per que-sto frammento che un giorno avrà degli occhi e un cuore e genererà a sua volta la vita.

Esco dal piccolo caffè. Un ultimo sguardo prima di separarci, ognuna per la sua vita. E così sia. “Buona fortuna Ester e grazie”.

Dico solo, e le passo i pannolini, aspetto che li afferri con le manine. “Per quello che vale, so che ce la farai” mi dice con un largo sorriso.

Mentre si allontana torno davanti all’ambulatorio. Osservo la scritta per un tempo che sembra infinito, finchè le gambe non tremano.

Mi sento che sto per cedere e chiu-do gli occhi. È una promessa lunga, femmina come la sorte, femmina come la vita. E vado oltre. Cammino fino a quando i piedi non sono stanchi e la-cerati. Poi entro nel primo negozio che vende tutine, ciucci, biberon, che vende la capacità di essere una buona madre. Datemene almeno un po’, vi prego. La paura si è accucciata piano nelle mie viscere, ma sento che può sgattaiolare fuori da un momento all’altro.

“Posso aiutarla?”. Una commessa anziana mi scruta con curiosità. Sta-volta non è un regalo, stavolta non è un piccolo pezzo di mondo da cambiare. Stavolta è il mio mondo. Bello o brutto che sia. Nessuna famiglia sfrattata, nes-sun disoccupato da aiutare per sentire di aver cambiato almeno un po’ le cose. Stavolta fa un po’ effetto.

“ Mi dia questa tutina gialla”. “E’ un pacco regalo?” mi chiede la commessa. Ester avrai bisogno di una tutina per la tua bambina? Il pensiero mi attraversa solo un secondo. Ma poi l’istinto ha la meglio e mi tocco la pancia. E d’im-provviso quell’uomo sbagliato non esi-ste più, non esistono secoli di lotte per l’emancipazione e la consapevolezza di perdere il lavoro, ormai non c’è più nem-meno la paura. “ No, è per me”.

daria cariani

MATRIMONI :MATRIMONI :MATRIMONI :MATRIMONI :MATRIMONI :MATRIMONI : 2 2 2 2 2 2 NATI : 10NATI : 10NATI : 10

10 11

MORTI :MORTI :MORTI : 666

CONTRIBUTI PER L’ALPONECONTRIBUTI PER L’ALPONECONTRIBUTI PER L’ALPONECONTRIBUTI PER L’ALPONECONTRIBUTI PER L’ALPONECONTRIBUTI PER L’ALPONE

Totale residenti maschi al 31.10.2011: 2677Totale residenti femmine al 31.10. 2011: 2505

Totale residenti al 31.10.2011: 5182Totale famiglie al 31.10.2011: 1807

Catazzo Giuseppina Cattignano S.Giov.IlarioneCeccarelli Giancarlo Canadi S.Giov.IlarioneCeron Francesco Fernando Valdagno (VI)Ceron Giglio Bussolengo (VR)Eleonora diwischek Ramisch Rampi S.Giov.Ilarione Galiotto Emilio Rovereto ModenaGaliotto Teresa Biassono (MB)Gallo Patrizia Ambrogio Valp. (VR)Gecchele Giustina Martiri delle foibe S.Giov.IlarioneGino Pozza Montecchio MaggioreLovatin Ivano Montecchia di CrosaraLovato Agostino CarpiMarcazzan Teresa Montecchia di CrosaraMunaretti Antonio Pandolfi Vestenanova (VR)Munaretto Domenico V.g.VerdiPanarotto Marcello FranciaPasqualina Filipozzi Vestenanova (VR)Perazzolo Carla RaldonPerazzolo Cesare TorinoPerazzolo Mari Arzignano(VI)Rivato Ignazio S.Giov.Ilarione Rossetto Rino ModenaSalgaro Pietro Castello, S.Giov.Ilarione Soprana Gaetano TorinoSperotti Giancarla S.Bonifacio (VR)

L’ angolo del goloso LettereAL GIORNALE

Lettere

L’ ALPONE 10

San Giovanni Ilarione, 5/11/11

Egregio Direttore,a nome del Centro di Aiuto alla Vita

di San Giovanni Ilarione, di cui sono legale rappresentante, Le invio i nostri più sentiti ringraziamenti per l’attenzio-ne e la sensibilità che il suo giornale ha dimostrato in questi anni verso la vita, in particolare la vita nascente. Il Centro ha bisogno di tanti aiuti, collaboratori e canali di comunicazione perché le ri-chieste che riceviamo sono sempre più numerose e drammatiche.

Attualmente sono 56 le famiglie che una volta al mese, o più volte secondo le condizioni, sono assistite dal Centro con la distribuzione di alimenti, pannoli-ni, latte in polvere, vestiario e altro. Que-ste famiglie provengono da un territorio più vasto di quello comunale: Vestena-nova, Montecchia, Roncà… Sono or-mai più di 20 le mamme che fino ad ora il nostro Centro ha adottato con il Pro-getto Gemma permettendo loro di non abortire e far nascere così il loro figlio.

Colgo l’occasione, visto l’avvicinar-si del Santo Natale, di ringraziare tutte le Istituzioni e le persone che, in vario modo, ci hanno aiutato e a tutti porgia-mo i più sinceri auguri di bene.

Ma poiché la cosa che più ci sta a cuore è aiutare le mamme a non abor-tire, Le chiediamo di pubblicare, quale significativa testimonianza, l’articolo “Il coraggio di Ester, femmina come la vita”, di Daria Cariani, tratto dalla rivi-sta “Sì alla vita” di maggio 2011. È forse inusuale ma purtroppo descrive una si-tuazione frequente.

Le rivolgo questa richiesta perché, leggendolo, il pensiero è corso a Maria, giovanissima donna che accolse la sua misteriosa maternità e partorì Gesù in condizioni di grande disagio e rifiuto. Anche se lei comunque aveva vicino San Giuseppe, il suo sposo, che non si era “defilato”…

La ringraziamo moltissimo e porgia-mo a Lei, che è per noi un prezioso rife-rimento, tantissimi auguri.

Gabriella marcazzan - Presidente

Alessandria, 28/10/11

Alla Redazione Pro Loco,Mi chiamo Mainente Elisa (Lisetta) na-

tiva dai Cimani di Castello, suora figlia di Maria Ausiliatrice Salesiana di Don Bosco.

Dal giornale l’Alpone ho appreso che il Dottore Vincenzo Magnabosco se ne va in pensione. E’ mio dovere unirmi a tutti voi per ringraziarlo del suo prezioso servizio prestato prima ai miei genitori, poi ultimamente a mio fratello Valentino mancato, due anni fa, il 29 Novembre.

Le giunga il mio grazie più sentito per tutto il bene operato in questi anni di servizio alla comunità.

Grazie Dottor Magnabosco, resterà sempre nel nostro cuore.

Ora però non mi trovo più nella città di Alba ma ad Alessandria poco lontana dalla casa “Clelia Merloni” dove la no-stra cara Suor Pierina è volata in cielo. Lassù pregherà per il nostro paese e per tutti i suoi abitanti.

La casa “Angelo Custode” dove abito è una grande casa con tante scuole: tre classi dell’ infanzia, dieci classi primarie e nove primarie di primo grado.

In comunità siamo in diciannove suo-re, tutte in qualche modo a servizio della scuola per il buon andamento della co-munità scolastica.

La casa è fornita di una palestra ben attrezzata per le diverse attività sportive. La popolazione vuole bene alle suore, le apprezza per il loro instancabile lavoro per il bene della gioventù.

Saluto il Consiglio e il suo Presidente con l’augurio di lavorare insieme per il bene di tutti, vicini e lontani.

Vi assicuro la mia preghiera. suor lisetta mainente

Il coraggio di Ester femmina come la vita

TORTA ALL’ANANAS SOTTOSOPRA

INGREDIENTI: 110 gr di burro12 gherigli di noci spezzettati10 fette di ananas sciroppate100 gr di zucchero3 uova medie250 gr di farina1 presa di sale7/8 cucchiai di latte 1 bustina di vanillina1 /2 bustina di lievito in polvere

PREPARAZIONE:preriscaldate il forno a 180 °C . Imburrate una tortiera di 24 cm di diametro, fate sciogliere 50 gr di burro e versatelo nella tortiera. Cospargete il fondo con le noci, poi sistemate le fette di ananas. Fate sciogliere il burro rimasto, sbattete le uova con lo zucchero e agguingete il burro. Unite la farina, il latte, la vanillina, il sale e il lievito. Otterrete un impasto liscio e viscoso. Distribuite l’impasto nella tortiera e sistemate sopra le fette di ananas. Fate cuocere per 40-50 minuti e fate raffreddare nella tortiera.

BUON APPETITO E BUONE FESTE!

luciana damini

E’ volata in cielo, piena di meriti e di anni Sr. Pierina, forse pochissimi san-no che alla nascita è stata battezzata con il nome di Ida, ma tutti certamente hanno voluto bene a questa persona, decana dell’ultimo gruppo di suore entrata a pieno titolo nel tessuto della comunità di San Giovanni in maniera umile e forte, riservata e decisa. La notizia della sua dipartita per il cielo ha lasciato tut-ta la comunità nel dolore, ma nello stesso tempo convinta di avere lassù in alto qualcuna attraverso cui intercedere.

Nella sua lunga esi-stenza non si è mai ri-sparmiata, mai ha ces-sato di pensare agli altri, di aiutare, di intervenire. Non aveva mai tempo di pensare a se stessa.

Fin da ragazza rice-ve dai genitori, che ge-stiscono un’osteria con annessa vendita di ali-mentari, l’incarico far da mamma alla nidiata di fratellini, vestendoli, ac-compagnandoli a scuola, preparando da mangiare e dissipando le imman-cabili incomprensioni o dissapori. Quando il più piccolo ha tre anni essa decide di seguire la sua strada, rinunciando ad avere una famiglia propria per avere una famiglia più grande, con migliaia di bambini ai quali fare da mamma e da consi-gliera. Ed eccola allora a Milano per la prescritta formazione, per passare a Genova , responsabile di 35 bambini interni, giorno e notte, e questo per 20 anni. Poi 10 anni a Pie-tra Ligure, sempre con bambini interni, ma durante l’estate deve sovrintende-re pure alla colonia marina, con 600 bambini da seguire, da portare al mare, con l’aiuto di poche consorelle. Qui si esaltano le eccezionali doti organizza-tive di Sr. Pierina, che supplisce alla mancanza di mezzi con tutto l’amore possibile, con l’impegno, con il massi-mo della dedizione. Quando le forze sembrano mancare, ecco la ricarica con la preghiera, con il contatto con Dio, abbandonandosi pienamente con fiducia in Lui. Dalla Liguria , seguendo l’obbedienza delle superiori, emigra in Lombardia, a Cermenate. Il contatto con i bambini è sempre la molla che la mantiene attiva, vigile, operativa. Man-tiene i contatti con le famiglie, negli in-contri con gli adulti non tralascia mai di mettere a germogliare la semente di qualche buona parola, di qualche buon consiglio, convinta che non occorre sempre salire sul pulpito per operare il bene. Infine le superiori decidono che anche i bambini di San Giovanni Ilarione hanno il diritto di assaporare i frutti dell’apostolato di Sr. Pierina.

Eccola arrivare fra noi l’11 settembre 1979, con la scuola materna appena inaugurata; risente parlare il suo dia-letto di gioventù, ringiovanisce nel cor-po e nello spirito. Salvo l’interruzione di due anni, rimane sempre nella no-stra comunità, si mette a disposizione di tutti , specialmente delle famiglie in difficoltà. Quante volte le mamme che

iniziavano al lavoro in fabbrica presto il mattino hanno “parcheggiato” i pro-pri bambini in chiesa, accanto a lei, novello angelo custode, come pulcini attorno alla chioccia, perché la scuola materna non era ancora aperta. Quanti bambini, dopo un richiamo o un rim-provero, hanno trovato conforto tra le sue braccia, sicure e bonarie come quelle della loro mamma naturale.

“Nella mia lunga esistenza - confi-dava in una precedente intervista - ho vissuto i bambini che mi sono passati davanti come miei. Se non si fa per amore non si resiste. Io ai bambini non ho mai fatto da maestra, ho sempre ed esclusivamente cercato di fare da mamma, una mamma che stimola, che suggerisce, che corregge, ma che so-prattutto vuole bene” .

Con l’uscita di scena dal nostro pae-se delle suore, è uscita di scena anche lei ma dal mondo, forse perché non po-teva trovare o accettare un altro sipa-rio su cui esibirsi, perché San Giovanni Ilarione lo portava nel cuore. Era un po’ la mamma e la nonna di tutte le perso-ne, sempre pronta, attenta, non diceva mai “aspetta un attimo”, interrompeva tutto per dare ascolto agli altri.

Persona umile, di quell’umiltà nasco-sta che esalta la persona, ha sempre

chiesto di occupare gli ultimi posti, ha salvato tante famiglie in crisi di identità e di sentimenti, ha sempre sottolineato che il volersi bene e il donarsi anche nel matrimonio è il volere e il disegno di Dio; ha sempre fatto capire che in fondo al tunnel delle difficoltà ci sono sempre la speranza e la Provvidenza.

All’interno della sua comunità di suo-re, poi, ha sempre cercato di portare concordia, spi-rito fraterno, di fungere da elemento di equilibrio e di congiunzione nelle eventuali incomprensioni, ha sempre accettato tut-to con umiltà, offrendo al Signore, pur rivendicando a volte la propria dignità. Anche se meritevole di maggiori attenzioni, ha sempre accettato la vo-lontà di Dio e dei supe-riori, la sua forza è sempre stata e la fiducia in Dio, che si manifestava attraverso i superiori ed il parroco, don Elio soprattutto, con il qua-le c’era la massima intesa e comprensione e alla qua-le egli stesso si rivolgeva per consiglio.

Chi non ricorda le sue bellissime composizioni floreali in chiesa, orgogliosa di partecipare alla gestione della parrocchia. Chi non la rivede alle 7,00 di ogni mattino scendere veloce ed inginocchiarsi a pregare per attingere e fare il pieno della grazia di Dio, chi non la risente la sera, con voce ormai stanca, presiedere

alla recita del S.Rosario al primo banco?Sul suo volto si rifletteva il sorriso dei

bambini e la serenità dell’anima.Al momento di lasciare il paese con il

cuore gonfio di tristezza, ha voluto sot-tolineare il suo desiderio di obbedienza e di accettare la volontà di Dio. Che stra-zio però doverla lasciare in lacrime, in un momento di sconforto, nella nuova casa, in Piemonte!

Ora ha fatto definitivamente la volon-tà di Dio, volando direttamente nelle sue braccia, il 26/08/2011, nella casa madre di Alessandria. Qui si è svolta la cerimo-nia funebre, celebrata dal nostro e suo parroco don Elio e con una rappresen-tanza del paese, con l’assessore Augu-sto Gambaretto in testa. La stessa ceri-monia si è ripetuta in maniera solenne e trionfale a San Giovanni Ilarione, per poi infine proseguire per l’ultima dimora nella tomba di famiglia a Villa Ganzerla, vicino a Ponte di Barbarano.

Ora la sua vita terrena è passata, ma è iniziata la sua beatitudine in cielo e noi la salutiamo commossi e riconoscenti; tutto il paese la saluta, sentendola sempre viva e presente nelle famiglie e nell’intera co-munità. Gianni sartori

Auguri a Clara e Salvatore Beschin insieme da 65 anni. Qui tutti insieme per festeggiare il loro lungo amore. Auguri e grazie per il buon esempio! Figli e Nipoti

Segue da pag. 9

Renzo Panarotto, a nome dell’intera-protezione civile, è contento del lavoro svolto, del tempo dedicato ai meno for-tunati, e anche noi tutti, l’intero paese è fiero ed orgoglioso di questo concittadi-no che ha rappresentato San Giovanni Ilarione nel paese di Brugnato, deci-samente colpito dall’emergenza, zona “Cinque Terre”.L’augurio è che non abbiano più, in futu-ro, a ripetersi disastri ecologici del ge-nere ma, in caso di necessità l’augurio è pure che tante altre persone del paese, potendolo fare, seguano l’esempio di-sinteressato di Renzo, al quale va tutta la nostra stima ed amicizia.

G. s.

Liguria: un inferno di fango

Sr.Pierina Zorzetto , un angelo in cielo

“ Noi sappiamo che là dove tu ora sei...continui

a volerci bene”

.........................................................Renzo Panarotto nel comitato tecnico in Liguria

Enrico Sartori e famiglia

PREMIO “MARIO MARCAZZANPer le “eccellenze“ Della scuola

Page 7: L'Alpone numero 4 2011

L’ ALPONE

Per il Tennis di Club San Giovanni Ila-rione si sta concludendo un anno pieno di attività e sicuramente molto positivo. In questi ultimi anni l’obiettivo primario del nostro circolo è sempre stato quello di promuovere questo sport soprattut-to fra i più giovani e, possiamo dire che per il 2011 l’obiettivo è stato ampiamen-te raggiunto. La stagione si è aperta a Marzo con il “Progetto Scuola Tennis” in collaborazione con l’Istituto Com-prensivo “M. Marcazzan”, con il quale si è realizzato un corso di tennis di 8 lezio-ni, tenuto dal maestro di tennis Sergio Diquigiovanni e svoltosi in orario scola-stico pomeridiano per un gruppo di stu-denti di scuola media ed un mini corso di 3 lezioni svolte al sabato mattina con i ragazzi di quarta e quinta elementare.

Nel periodo estivo siamo riusciti inol-tre ad organizzare ben quattro corsi di tennis per ragazzi, che hanno visto impegnati sui campi di gioco circa una trentina di tenaci giovani appassiona-ti della racchetta, suddivisi in piccoli gruppi in base al loro livello di gioco. E’ stato motivo di grande soddisfazio-ne anche il consueto torneo svoltosi in occasione della Festa dello Sportivo: fin dalle prime ore del mattino oltre una trentina di ragazzi si sono confrontati in partite divertenti ed entusiasmanti, interrotte solo a tarda mattinata per un pranzo in compagnia di genitori e amici (con circa 70 persone presenti, numeri impensabili per il tennis del nostro pae-se) nei pressi dei campi da gioco.

Segnali molto incoraggianti sono ve-

nuti anche dal tessera-mento annuale dei soci il cui numero ha supe-rato in questa stagione le trenta unità, valore che non si raggiungeva oramai da diversi anni: speriamo che sia l’inizio di un ritorno di passione per questo bellissimo sport!!

Ma la stagione non è ancora finita. Il Tennis Club ha infatti organiz-zato per la prima volta un corso invernale che vede impegnati una decina di ragazzi, per un’ora alla settimana, dal mese di ottobre fino al mese di marzo 2012: è un modo per

permettere ai più appassionati di non in-terrompere l’attività agonistica e iniziare così nel migliore dei modi la prossima stagione.

Un grazie caloroso a tutti i nostri soci

ed ai ragazzi che hanno partecipato ai vari corsi, Vi aspettiamo anche l’anno prossimo!

il direttiVo

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CICLI & MOTO

Quante volte noi della generazione degli anni 80 a scuola ci siamo scambiati le figurine dei calciatori o abbiamo giocato a “sora-sotto-speo”? A volte richiamiamo l’immagine di quella appassionante raccolta con un pizzico di nostalgia.

Immaginate ora che al posto dei mitici Scirea, Baresi, Antognoni o dello scudetto dell’ Inter ci sia la figurina di vostro figlio, o del vostro vicino o del vostro compagno di banco…o meglio ancora la vostra!!!!

E’ questa l’idea che l’assessorato allo sport, in collaborazione con la “Polisportiva Ilarione”, sta portando avanti: un album di figurine degli sportivi di San Giovanni Ilarione: una raccolta che darà la possibilità a tutti di conoscere da vicino le realtà sportive del nostro paese:

U.s calcio - pink volley - a.s.basalti - judo valdalpone - karate shotokan - sky volley - ass.paracadutisti - tennis club - energy studio, sono le associazioni che hanno aderito al progetto.

Dai prossimi mesi sarà possibile acquistare l’album e le figurine nei negozi di San Giovanni Ilarione; e chissà che non si ritorni a scambiarsi le figurine o a giocarcele come una volta!!!!! lucia burato

Il giorno 23 ottobre a Torino si sono svolti i mondiali di karate, un evento coinvolgente che ha visto sfilare sui tatami 19 stati, dai vicini Francia, Polonia e Russia al Sud Africa e Argentina. Tante categorie con tanti preparatissimi atleti che hanno sfoggiato il meglio del combattimento e una gran voglia di vincere. Tra le varie scuole italiane era presente la palestra Shotokan Samurai di San Giovanni Ilarione. La finale Italia Argentina viene vinta dal nostro maestro Alessandro Galiotto che conquista così il suo secondo oro mondiale nella categoria cinture nere meno 80 kg. Ma le sorprese e le gioie per lui non finiscono qui: dopo mesi di duri allenamenti porta con sè il suo allievo Stizzoli Marco che si aggiudica il suo primo mondiale nella categoria cinture marroni più 80 kg, conquistando così il secondo oro della giornata. Soddisfatto della promessa fatta ai suoi allievi, il lunedì seguente viene accolto in palestra tra entusiasmo e applausi e con l’ occasione ricorda loro l’importanza di avere fiducia in se stessi e che l’impegno e la volontà alla fine vengono sempre ripagate. E adesso per la scuola di karate si prevedono mesi molto impegnativi per prepararsi al meglio nel cammino verso le conquiste nelle future competizioni. Tra le più importanti gare, i prossimi mondiali per ragazzi che si terranno per la prima volta a Verona a marzo 2012.

alessandro Galiotto

La classica SALSICCIA CUP 2011 anche quest’anno approda nel palmares degli SPOSATI ORANGE, vincitori su EL GRINTO FRIENDS, con un secco 6-3.

Emozioni da ambo le parti, con occasioni sprecate, anche grazie alla bravura dei portieri, Micky Buffon e Julio Cesar Pele, opposti alle numerosissime conclusioni di Confente (El Salta) e Panarotto Sneijder.Capocannoniere è Thomasigho con 3 reti.Premiazioni e tutti a tavola con “fameie e morose”.Gli ORANGE quindi si confermano un caterpillar e “the show must go one!!”

Gecchele luiGi

ORO AI MONDIALI DI KARATE DI TORINO GALIOTTO E STIZZOLI CAMPIONI DEL MONDO

UN ANNO POSITIVO PER IL TENNIS CLUB

Stizzoli Marco sul gradino piu’ alto del podio

Galiotto Alessandro per la seconda volta campione del mondo

Salsiccia cup 2011...

Trimestrale di informazione e Cultura c/c postale n. 15684376Se vuoi inviare il tuo contributo all’Alpone utilizza c/c postale n°15684376 intestato a : Pro Loco di San Giovanni Ilarione - Piazza Aldo Moro, 5Coordinate bancarie Poste Italiane: Codice IBAN IT23 T076 0111 7000 0001 5684 376 - Codice Bic/Swift: BPPIITRRXXXDirettore responsabile: Delio VicentiniRedazione: Dario Bruni, Luciana Damini, Mario Gecchele, Giovanni Sartori, Lucia Burato, Lorenzo Gecchele, Angelo PandolfoRecapito: Franco Cavazzola - Presidente Pro Loco - Via Risorgimento, 3/C - S.Giovanni Ilarione (VR) Tel. 045 7465727Pubblicità: Augusto Gambaretto - Via Bosco, 7 - Tel. 045 7465151 San Giovanni Ilarione (VR)Prestampa e Stampa: Grafica Alpone srl - Tel. 045 6550833 Fax: 045 6550221 e-mail: [email protected] Giovanni Ilarione (VR)

Noi sportivi...lo sport formato “figurina”

IN COLLABORAZIONE CON

POLISPORTIVA ILARIONE A.S.D.

ASSESSORATO ALLO SPORT

Vi invitano,

SABATO 17 DICEMBRE 2011 alle ore 20.30,

presso la palestra delle Scuole Medie.INGRESSO LIBERO!