Numero 55 - Aprile 2011

32
COPIA OMAGGIO FREE PRESS MENSILE modi per guardarsi intorno QUINDICI Anno 3 - N° 55 APRILE 2011 Speciale Intervista agli Stylaz Attualità Informazione o vulgata? Controcorrente Le invasioni barbariche Cronache dalla Ditta Lavoro, quindi fallisco Sport All Star Game 2011 Moda Tendenze Primavera Estate

description

15quindici - Modi per guardarsi intorno

Transcript of Numero 55 - Aprile 2011

Page 1: Numero 55 - Aprile 2011

COPIA OMAGGIO

FREE PRESS MENSILE

modi per guardarsi

intorno

Q U I N D I C I

Anno 3 - N° 55APRILE 2011

SpecialeIntervista agli Stylaz

AttualitàInformazione o vulgata?

ControcorrenteLe invasioni barbariche

Cronache dalla DittaLavoro, quindi fallisco

SportAll Star Game 2011

ModaTendenze Primavera Estate

Page 2: Numero 55 - Aprile 2011
Page 3: Numero 55 - Aprile 2011

15quindiciDirezione, Redazione Amministrazionevia Donatello 14 25080 Calvagese della Riviera (BS)tel. 393 9438145

[email protected] del Presidentedel tribunale di Brescian. 17/2007 del 18/05/2007Prezzo di copia1,00 euro

Direttore ResponsabileAzzurra Smolari [email protected]

VicedirettoreAlberto [email protected]

RedazioneAlessandro Andriolo

Valentina Cane

Alberto Castrini

Alessandro F. Caprettini

Matteo Cominardi

Carlo Contrini

Diego Corsini

Giuseppe Daini

Ilenia Delrio

Agnese Facchini

Massimo Fasoli

Lucia Furiani

Simone Furiani

Stefano Gardelli

Gianluca Gorlani

Filippo Grumi

Margherita Grumi

Simona Leoni

Rocco Lorenzoni

Ferdinando Magnino

Roberto Massolari

Riccardo Pretto

Aurora Ragone

Alessandro Rumi

Jessica Rumi

Davide Ruocco

Loredana Savoldi

Cristian Sgotti

Madame SìSì

Massimo Smolari

Silvia Trenta

Manuela Turillazzi

Bruno Veronesi

Stampa e GraficaTipolitografia S.Eustacchio

SommarioANNO 3° - N° 55

APRILE 2011

Editoriale1di Azzurra Smolari

5

Arte & Design8Arte di Valentina Cane

Design di Simona Leoni

20-2

1

Attualità

2 Notizie in Pillole di Diego CorsiniPunti di Vista di Stefano GardelliIl rasoio di Occam di A. CaprettiniCronache dalla ditta M.CominardiControcorrente di Massimo SmolariPolitiche Giovani Comune di Brescia

6-9

Volontariato9Polvere di stelle

di Margherita GrumiSOS Animalidi SOS Animali

22

Economia & Ambiente3Economia

di Daniele LeucataAmbiente di Riccardo Pretto

10-1

1

Amici Animali

10Associazione Argo

23

Normative4Ingegnere

di Filippo GrumiCommercialistadi Ferdinando Magnino

12

Cucina11Consigli dello Chef

di Cristian Sgotti

24

Speciale5Intervista agli Stylaz

di Azzurra Smolari

13

Salute & Bellezza12 Erbario

di L. Savoldi e A. FacchiniBenessere di J. RumiMedicina di Spedali Civili

25-2

6

Tempo Libero6Eventi

Viaggi di CTS Brescia

14-1

8

Moda & Stile13Moda

di Giuseppe Daini

27

Cultura7Miti & Leggende

di S. Furiani e A. RumiFotografia di Davide RuoccoRacconto di Alberto Castrini

18-1

9

Sport & Motori14Sport

di Alessandro Andriolo

Posta & Comicità15Barzellette

Posta di Madame SiSì

29-3

0

Brescia centroBedizzoleCalcinatoCalvagese d/R CastenedoloCastiglione d/SChiariDesenzano d/G

GargnanoGavardoLonatoMolinettoMontichiariPrevalleRezzatoSalò

S. EufemiaSirmioneSoiano s/LToscolanoVillanuova s/C.Milano centro VeronaPeschiera

Hanno collaborato Assessorato Politiche Giovanili Comune Brescia, CTS Bs, Ospe-dale Civile, Studio RDM

Vignetta editorialeValentina Vezzani

Copertina fotografia diStylaz

Special Thanks Stylaz

Distribuzione

Per la vostra pubblicità su 15quindici393 9438145

Page 4: Numero 55 - Aprile 2011

DIETRO IL PROGETTO

AMBIENTAZIONE

LE ZONE. LE RISORSE.

CLUB&RESTAURANT

25124 S. Polo (Brescia) - Via Marziale Ducos, 2/b - tel. 030.2312266 - [email protected] - www.navediharlock.it

Page 5: Numero 55 - Aprile 2011

5

1L’Italia è un Paese per vecchi (decrepiti)

A differenza di tanti altri, questo non è Paeseper giovani, che infatti appena possono scap-pano (quasi tutte le persone più interessantiche conosco, o vivono all’estero o stannopensando di trasferirsi). Del resto andarsenesembra davvero l’unica alternativa al rima-nere schiacciati da una logica gerontocraticache non dà segni di cedimento. Nella natu-rale evoluzione delle cose, gli anziani do-vrebbero lasciare il passo ai giovani e ilvecchio fare spazio al nuovo, in nome dellarigenerazione delle cose. In Italia invece il tempo sembra essersi fer-mato: da noi si vedono le stesse facce rugosee botoxate da venti, trenta, addirittura qua-rant’anni. Un esercito di zombi messi a sur-gelare di notte per fare in modo che il giornodopo sembrino freschi come fiorellini dicampo. Possibile che tutti i giovani siano in-competenti e che per avere credibilità servaaver abbondantemente superato i 50 anni?Del resto, diversamente non si spiegherebbeperché per diventare senatori sia necessarioavere 40 anni e per fare il Presidente dellaRepubblica 50.A tal proposito, nei giorni scorsi il ministroMeloni ha proposto l’abbassamento dell’etàper l’eleggibilità alla Camera (25 anni), cosìda allinearci con gli altri Paesi europei, dovebasta la maggiore età. Tra l’altro, quanti sono i nostri deputati sottoi 30 anni, su 630? Quattro. Tra i 30 e i 39anni ben 49, mentre 162 dai 40 ai 49, 262tra i 50 e i 59 e 153 oltre i 60. Ovviamente inostri politici sono i più vecchi d’Europa,così come gli insegnati (solo l’1% dei docentiha meno di 30 anni, mentre l’età media deiricercatori è oltre i 40 anni e quella dei pro-fessori 60). Per non parlare del mondo del-l’imprenditoria, dove gli under 35 sono il15% e tra i dirigenti l’età media è 61 anni. Del resto, un serio studio di Cnel e UnicreditGroup (2009) conferma che in Italia l’età perun ingresso adeguato nel mondo del lavoroè 35-40 anni e per una stabile affermazioneprofessionale 50-60. Forse ricorderete comein passato ci siamo schierati dalla parte di chiaveva definito i giovani italici bamboccioni.La critica è riconfermata dai recenti dati,che parlano chiaro: nel 2010 hanno abban-donato licei e istituti statali quasi un terzodegli studenti. Il tasso di disoccupazione gio-vanile, in continuo aumento, ha toccato il30% (contro il 10% della Germania), lo

stesso della Tunisia. E in base al rapportoIstat 2011 Noi Italia, sono 2.242.000 i giovanitra 15 e 34 anni che non studiano, non lavo-rano, né cercano un impiego. Il 16% del to-tale, che arriva al 20% se si considera lafascia 25-34: uno su cinque, la quota più ele-vata d’Europa. Questa volta però vorremmo spezzare unalancia in loro favore. Perché anche se i nu-meri sono eloquenti, vanno contestualizzati.E come detto, il contesto italico è tutt’altroche propizio ai giovani. Innanzitutto un’attenuante: basta osservarela nostra situazione socio culturale per capireche le nuove generazioni non hanno esempia cui ispirarsi, tanto meno modelli educativicon cui misurarsi. In un Paese dove non ci sivergogna di essere ignoranti, dove nemmenoi politici sanno esprimersi sensatamente e ci-vilmente, dove i canoni di riferimento sonodati dalla tv, non c’è da stupirsi se il 30% deiragazzi lascia la scuola. Come potrebbe es-sere altrimenti quando studio, cultura, sensodel dovere e spirito di sacrificio per raggiun-gere i propri obiettivi non hanno il minimovalore? Iniziamo a chiederci che tipo di gio-vani abbiamo cresciuto negli ultimi tren-t’anni. Mentre all’estero i figli dell’upperclass studiano seriamente nei college più ri-gidi e selettivi, il nostro ceto medio, quellodella classe dirigente di domani, alleva gio-vani sempre più orgogliosamente ignoranti.E così in Italia aumenta il divario tra culturae ricchezza. Basta fare una chiacchierata coni figli di tanti imprenditori nostrani per ac-corgersene. Girano in Mercedes ma nonhanno mai letto un libro (e sì, leggere devetornare a essere fondamentale: i libri sono ilcibo della mente). Parte della responsabilità è di una società in-capace di educare (scuola e famiglia in primafila), di fornire linee guida da seguire, nonchévalori su cui basare il proprio comporta-mento. Abbiamo cresciuto, e continuiamo afarlo, ragazzi allo sbaraglio, senza punti diriferimento. Ma senza cultura e senso eticoun popolo non può andare da nessuna parte.Purtroppo non siamo stati capaci di trasmet-tere alle nuove generazioni l’importanza diquesti due aspetti, perché noi per primi nonli riteniamo importanti. Secondo punto. La nostra è una società ge-rontocratica e quelle che avanzano sono legioventù anziane, come mostra il caso Ge-nerali: ad arzilli vecchietti (così è stato defi-nito Geronzi da Della Valle) ne succedonoaltri, mentre alle generazioni più giovani,anche se capaci, non è dato il minimo cre-

dito, né alcuna chance di entrare nel gioco.Così come persiste la discriminazione versole donne, che sono ancora vittime di precon-cetti (al punto che sono state necessarie lequote rosa nei CDA delle aziende), anche igiovani si devono scontrare con il muro dipregiudizi. Inutile negarlo: in Italia esseregiovani è un handicap. Non è vista in loro lapassione, il coraggio di osare, la freschezzadi pensiero e tutte quelle caratteristiche pro-prie della giovane età, ma solo la mancanzadi esperienza. Non sono una risorsa su cuiinvestire, bensì manovalanza da sfruttare. Lachiamano generazione dei baby losers, deiperdenti: è quella dei trentenni di oggi. Sonoin gamba, pieni di idee e talento. Hanno stu-diato più dei genitori e un lavoro migliore,ma guadagnano meno, al punto da non riu-scire a essere autonomi (tra gli under 30, 6su 10 è aiutato dai genitori). Dove finisce laresponsabilità dei giovani, per il loro bam-boccionismo, e dove inizia quella dei geron-tocrati che fanno le regole del gioco? Bisognaper forza espatriare per farsi strada nelmondo del lavoro?E qui veniamo al terzo aspetto. I giovanifanno così fatica a emergere perché la crisieconomica grava soprattutto su di loro,l’anello debole. Dopotutto lo sono anche nu-mericamente: l’età media del nostro Paese èla 3° più alta del mondo (43,3 anni) dopoGiappone e Germania. Come hanno scritto Montezemolo & co qual-che giorno fa sul Corriere «il sistema produttivoitaliano si regge su un equilibrio instabile einiquo: incertezza come condizione di vitaper alcuni, stabilità come diritto acquisito peraltri». Indovinate i giovani dove sono? Tra gliunder 35, uno su due è precario.Anche Draghi si è espresso in merito, di-cendo che «senza la prospettiva di una sta-bilizzazione dei rapporti di lavoro precari,s’indebolisce l’accumulazione di capitaleumano specifico, con effetti alla lunga nega-tivi su produttività e profittabilità». Stiamoinsomma creando un Paese senza eredi.Del resto, prima o poi il cambio generazio-nale ci sarà. Ma quali le conseguenze, se nel frattemponon si è formata una generazione preparataal passaggio di testimone? Lo chiediamo nonsolo alla casta politica e ai dirigenti, maanche a tutti quegli imprenditori, direttori,responsabili che non hanno fiducia nei gio-vani che li circondano. Se provassero a dargli una chance, inve-stendo nella loro formazione, si sorprende-rebbero dei risultati.

Editorialedi Azzurra Smolari [email protected]

Page 6: Numero 55 - Aprile 2011

Padre mette una taglia sul fidanzato di sua figliaDavanti alla East County Superior Court di El Cajon, Domingos

Oliveira si è dichiarato non colpevole”. Le accuse: aver messo una

taglia di 3.000 $ sul fidanzato di sua figlia, da consegnarsi “vivo

o morto”.

L’uomo, 49 anni, è stato arrestato a Spring Valley (Ne-vada). Il capo d’accusa è “istigazione all’omicidio” at-traverso l’affissione di una dozzina di manifesti pressoil College della figlia 19enne, sui quali campeggiava lafoto del fidanzato 33enne, già noto alle forze dell’ordineper crimini a sfondo sessuale.Secondo l’avvocato dell’uomo, il vero senso del volan-tino sarebbe quello della ricerca di un aiutante: la scritta“Wanted” mancherebbe semplicemente della parola“Help”. Il suo cliente non avrebbe mai avuto intenzionedi istigare qualcuno a uccidere il fidanzato della figlia.Questa teoria non ha però convinto il giudice, che hafissato la cauzione a 250.000$. Oliveira dovrà rispon-dere anche dell’accusa d’intimidazioni, rischiando 11anni di carcere.

Svezia, donna trova un preservativo nel latteLa scoperta è avvenuta mentre la protagonista dell’episodio, un’abi-

tante del paesino svedese di Gunnilse, versava il latte al cane.

Anche un prodotto candido come il latte può riservarebrutte sorprese. E’ accaduto a una donna svedese cheha trovato un preservativo in una confezione di latte fil-mjolk. La conferma del bizzarro incidente arriva ancheda sua figlia, che ha dichiarato che mentre la madre ver-sava la bevanda sono saltati fuori sia il profilattico, cheuno scontrino. Katarina Malmstrom, la responsabile delservizio clienti di Arla Foods - il caseificio-cooperativache produce il “filmjolk” – dubita che il preservativo siafinito nel latte durante il processo di confezionamentoe ipotizza che a inserire per dispetto il preservativo nelcontenitore sarebbe stato qualcuno presente in casadelle donne: questa la risposta che ha ricevuto Milicaquando ha “denunciato” il fatto all’azienda. Ora resta da capire come sia possibile che un preserva-tivo sia finito in una confezione di latte. Occorrerannodiversi giorni prima che i tecnici della società riescanoa stabilire quando e come sia successo l’increscioso epi-sodio. Intanto i consumatori svedesi sono allertati:prima di comprare una confezione di “filmjolk”, fa-ranno molta più attenzione.

Cosa c’è nello stomaco delle tartarugheQuest’immagine di Victoria Gonzalez Carman non è un’opera d’arte

astratta.. Pubblicata su seaturtle.org, illustra il contenutodello stomaco di una giovane tartaruga pescata al largodelle coste dell’Argentina. Questo fenomeno non solo in-dica il livello d’inquinamento delle acque, ma anche la di-pendenza dell’uomo dalla plastica. Ogni anno produciamoinfatti circa 260 tonnellate di plastica: un aumento signifi-cativo rispetto alla mezza tonnellata del 1950. Nel mondoogni giorno sono usati un miliardo di sacchetti diplastica monouso, dei quali 3 su 1000 finiscononell’oceano. Quando questo materiale si trasforma in ri-fiuti, non essendo biodegradabile, si riduce in pezzi più pic-coli spargendosi in tutto il pianeta. Le correnti marinetrascinano i pezzi fino a che la fauna marina non li ingeri-sce, scambiandoli per cibo. Inghiottire questi detriti causagravi danni all’apparato digerente, ostruendo l’esofago elacerando le pareti dell’intestino, e provoca la morte. Esa-minando il contenuto dello stomaco di una tartaruga pe-scata al largo della Florida sono stati ritrovati 74 oggetti:tra questi c’erano 4 tipi diversi di gomma per palloncini,plastica dura, materiale simile alla stoffa per tappeti e duepallottole di catrame. Su 92 tartarughe marine trovatemorte sulla spiaggia del Rio Grande do Sul in Brasile, 50avevano ingerito forti quantità di detriti di plastica. Il fe-nomeno non colpisce solo le tartarughe: tutta lafauna marina, dal plancton alle balene, ingerisceplastica, materiale letale.Il più grande ammasso di detriti di plastica oggi in mare èil North Pacific Gyre: è grande come il Texas e contienecirca 3,5 milioni di detriti, che vanno dai giocattoli aglispazzolini da denti.Nell’ultimo numero di Marine Turtle Newsletter, i biologiColette Wabnitz (British Columbia), e Wallace Nichols(California Academy of Science) hanno dichiarato che glioceani sono diventati un cassonetto per tutti i tipi di mate-rie plastiche. Tutte le tartarughe marine potrebbero essereseriamente in pericolo. In Plastic Pollution: An OceanEmergency i due professori sostengono che “tutte le ri-cerche sull’impatto della plastica sull’ambiente oceanico esulla salute dell’uomo portano a pensare che il problemasia più grave del previsto”. Intervenire sulla cultura dell’usae getta, studiare l’origine dell’inquinamento da plastica eripensare tutti gli involucri che oggi impiegano plastica èurgente e necessario. “L’anno scorso ho contato 76 sacchidi plastica in mare in un solo minuto, stando in piedi aprua della nostra barca mentre cercavamo tartarughe ma-rine in Indonesia”.Questi studiosi chiedono ai visitatori di riserve naturalie coste di ridurre l’inquinamento della plasticaportando con sé sacchetti riutilizzabili e contenitori peralimenti, ed evitando le bevande in bottiglie di plastica.

2Attualità

Notizie in Pillole

di D

ieg

o C

ors

ini

corle

ones

tyle

@ho

tmai

l.it

Nei giorni scorsi 58 deputati di tutti gli schieramenti hanno presen-tato un disegno di legge che mira a raddoppiare il finanziamentopubblico ai partiti: 185 milioni di euro l’anno. Da aggiungere ai rim-borsi, per un totale di 345 milioni di euro. Tanto ci costa la nostrainefficiente, classe politica, che in tempo di crisi, anziché pensare alPaese, alle famiglie sempre più povere, alle imprese che falliscono,ai giovani senza lavoro, pensa solo a riempirsi le tasche, alle spalledi quei cittadini che dovrebbero servire.Per capirci, in Spagna dato il periodo di crisi, il governo ha deciso ditagliare i soldi ai partiti: da 136 a 119 milioni di euro. In Gran Bre-tagna il finanziamento pubblico, esclusi certi servizi a disposizionenelle campagne elettorali, è limitato ai contributi ai partiti di op-posizione. Da noi, il taglio previsto nel 2010 del 50% ai «rimborsi»(200 milioni l’anno, dose doppia in caso di elezioni) è stato ridottoal 10%. E non sazi, hanno persino il coraggio di chiedere più soldi…

A.S.

Page 7: Numero 55 - Aprile 2011

7

2Attualità

Punti di Vista

Gli avventimenti politici delleultime settimane impongonol’ennesima riflessione sullostato di salute del cantiere po-litico europeo, che sembra avertoccato il punto più basso da diecianni a questa parte. Forse è giunto ilmomento che anche gli europeistipiù convinti si persuadano che tradesideri e realtà esiste uno scarto,che nel caso di un’idea forte di Eu-ropa è incolmabile. L’idea forte diEuropa teorizza un’Europa in cui ivari Stati europei cedano a un entesovranazionale (quello europeo) lamaggior parte delle proprie preroga-tive, per la costruzione di un’Europadavvero unita e federale. Quali pre-rogative cedere e quali no è appuntoil problema sui cui le opinioni diver-gono. Tuttavia l’idea forte di Europanon gode di buona salute: la guerrain Libia fortemente voluta da Fran-cesi e Inglesi e sulla quale l’Eliseo haimpresso il proprio marchio di fab-brica iniziando i bombardamenti edando un’accellerata all’inizio delleoperazioni (costringendo gli StatiUniti, per una volta, a rincorrere chifa la guerra) è un’ulteriore dimostra-zione che gli interessi dei singoli statinazionali saranno per molti anni avenire l’unico fondamento per le de-cisioni di politica estera dei singoli.

Quindi ognuno per sè, secondo lapropria convenienza, con buonapace di qualsiasi idea di politicaestera comune. Ma è sui temi di politica interna,come la gestione dell’immigrazione,che l’Europa si sta rivelando ancorpiù divisa e inutile: la chiusura dellefrontiere agli immigrati del NordAfrica da parte di Francia e Germa-nia è uno scandalo, e l’Italia è difatto abbandonata a se stessa nel ge-stire un problema che non ha affattoricadute solo interne. Per non parlare del campo eco-nomico, dove Paesi come il no-stro stanno affannosamentealzando le barricate per evitarele scalate da parte di attori econo-mici europei più competitivi, in pa-lese contraddazione con l’idea stessadi libero mercato unico. Insomma, ilprocesso di costruzione europeo,dopo gli entusiasmi e i passi in avantidi fine secolo, ha perso sempre piùslancio, fino alle laceranti debacledegli ultimi anni, tra cui la boccia-tura da parte dei cittadini di Olanda,Francia (2008) e Irlanda (2010) deltrattato di Lisbona; i salvataggi dellebanche nella crisi economica, doveogni paese ha scelto la propriastrada; e le resistenze tedesche al sal-vataggio di Paesi oberati da debiti

come la Grecia. Questi “inciampi”non hanno insegnato nulla alle no-stre classi dirigenti e ormai le popo-lazioni europee vedono l’UE comeun ente inutile e un costo aggiuntivoper le proprie tasche, se non comeun ostacolo legislativo e una secca-tura burocratica ulteriore. La veritàè che tutti vogliono trarre il massimovantaggio dal processo di aggrega-zione ma nessuno è disposto a ce-dere qualcosa o a sostenerne fino infondo i costi. Tuttavia, in una prospettiva dimondo multipolare, l’Europa potràevitare di essere declassata da centroa semi-periferia se e solo se saprà ri-trovare quello slancio che negli ul-timi anni è drammaticamentemancato. Lo sanno le generazioni Era-smus: stanno girando l’Europain lungo e in largo, hanno unaconsapevolezza più profondadei loro padri della propriaidentità comune europea e av-vertono questa necessità in manierapiù netta e stringente. Finchè peròqueste generazioni non avranno ilpotere di prendere decisioni politi-che e la politica rimarrà prerogativadella nostra sciatta e provincialeclasse politica, quel divario tra desi-deri e realtà rimarrà incolmabile.

di Stefan

o G

ardelli stefanogardelli@

libero.it

EUROPA UNITA ALL’ANNO ZERO

Page 8: Numero 55 - Aprile 2011

8

2Attualità

Il rasoio di Occam

Nelle ultime settimane abbiamo assistitoad avvenimenti di portata più omeno storica: il terremoto in Giappone,la guerra in Libia e l’anniversario del-l’Unità. Ognuno di questi fatti è stato ri-portato su media nazionali e locali, chehanno dedicato migliaia di pagine e ore dispeciali televisivi. Tutto normale? A un primo sguardo su-perficiale – quello che dedica all’informa-zione il 95% delle persone – sì; un’analisiun po’ più approfondita rivelerebbe molteinesattezze e soprattutto un tentativo disottolineare fatti, tralasciarne altri e creareconnessioni che definire frutto di disatten-zione sarebbe riduttivo. La cosa che colpi-sce è che tutti i principali quotidiani etelevisioni hanno affrontato nello stessomodo le notizie, senza un minimo di ana-lisi critica: già questo è di per sé strano.Analizziamo i tre fatti così come sono statiriportati e come, forse, avrebbero dovutoesserlo. Se chiedessimo quali parole ven-gono in mente al lettore di quotidianidopo la catastrofe giapponese e qualepericolo è scaturito da essa, la prima rispo-sta che otterremmo è “nucleare, radia-zioni, reattore”. Tutti i quotidianinazionali hanno dedicato al “pericolo nu-cleare” le prime pagine di giorno succes-sivo alla tragedia nel Paese del SolLevante. Eppure i ventimila morti sonostati causati da un sisma di una potenza30.000 volte superiore a quella del terre-moto dell’Aquila e dallo Tsunami che daesso è derivato. Il terremoto è stato prestodimenticato e la tragedia naturale è diven-tata tragedia alla Cernobyl. Reattori cheesplodevano, cibi contaminati, migliaia infuga. La realtà è un po’ diversa, ma in Ita-lia tra poco si vota un referendum sul-l’energia nucleare e qualche grandissimaazienda italiana ha interesse a che il nu-cleare non passi: ecco spiegato l’inusualescambio causa-effetto avvenuto sui media.Causa reale? Il terremoto. Effetto: morti euna centrale nucleare di prima genera-zione i cui impianti, affacciati al mare,hanno subito danni dallo tsunami. Possi-bilità che una cosa simile si ripeta in Italia?Nessuna, per vari motivi. Le centrali chesi costruiscono oggi sono “a spegni-mento”, ovvero qualsiasi incidente ha

come primo effetto lo spegnimento auto-matico del reattore; i terremoti come quellogiapponese in Italia non sono possibili (puressendo un Paese sismico l’Italia non è suuna faglia come il Giappone o la California-senza contare che la centrale giapponese ècomunque rimasta in piedi, in Italia non ri-marrebbe una sola casa intera); gli tsunamiin Italia non sono possibili. E allora l’atten-zione esagerata con conseguenti polemichesul nucleare? Chiedetelo ai direttori deigiornali, io mi limito a rilevare che in que-sto caso più che di cronaca si è trattato divulgata. Se proprio bisognava parlare dinucleare (che comunque una parte nella ca-tastrofe che sta vivendo il Giappone ce l’ha,inutile negarlo) allora perché non chiedersiquanto siano sicure le nostre fonti di ap-provvigionamento energetico, quanto ilsogno delle rinnovabili sia realizzabile eaprire un vero dibattito sul rifornimentoenergetico del nostro Paese? Seconda notizia: la guerra in Libia.Nessuno contrario? Sembra che tutti imedia siano favorevoli a una guerra che èpalesemente per il petrolio e in cui l’Italiaha TUTTO da perdere. Gheddafi è undittatore sanguinario non da ieri. A noiitaliani purtroppo è necessario. Non tantoperché blocca l’armata di disperati che vo-gliono raggiungere l’Italia, ma perchél’ENI è l’unico partner del Colonnello, checi fornisce gas e petrolio. Nessuna analisisu questo sui nostri giornali. Solo paginesui motivi tutti umanitari dell’interventomilitare. Motivi che cadono immediata-mente: la guerra è iniziata quando la ri-volta era praticamente sedata e aGheddafi mancava da riconquistare soloBengasi, oggi in mano alle tribù e agliestremisti islamici (sì, questo tutti hannoevitato di dirlo). La popolazione libica (chenon è tutta contro il Colonnello, anzi!)aveva già sofferto per settimane, senza chenessuno muovesse un dito. Allora perchéora l’intervento? Nessun giornale spieganeanche questo. Il motivo è che Francia eStati Uniti vogliono mettere le mani sulpetrolio libico e hanno inizialmente spe-rato che i ribelli, con i quali hanno ac-cordi, vincessero la rivolta; poi, visto chel’obiettivo è fallito, sono intervenuti. Sarkòinterviene in nome di Total, Obama per

Esso. Gli unici a perderci siamo noi, invasida una massa di disperati e che perderemouna bella fetta della torta. Eppure questa guerra è giusta per tutti,compresi i pacifisti. Le cause per cuistiamo zitti sono molte: in primis è che sifa contro un amico di Berlusconi. Ogninemico del mio nemico è mio amico. Insecondo luogo la guerra la fanno Obamae la Francia, l’idolo dei newdem e il Paesepatria della democrazia giacobina.Quando si trattava di spodestare Saddaminvece c’era Bush e la Francia era contra-ria (qualcuno deve spiegarci la differenzatra Iraq e Libia). Il terzo motivo è chelarga parte della nostra stampa (Repub-blica e Corriere in testa) è da sempre vi-cina alle posizioni di certi ambientifinanziari che hanno la testa a Wall Street.A queste posizioni è pure molto vicino ilPD, in prima linea a difendere la santità diquesta guerra. Personalmente sullastampa non ho visto nessuna di questeanalisi. Terzo e ultimo caso di mistifica-zione: la festa dell’Unità Nazionale.Qui è stata addirittura fisica: si sono mol-tiplicate le persone nelle piazze, si è affer-mato che un “mare” di gente era in giroper Roma: 100.000! Se un partito politicoammettesse di portare in piazza questi nu-meri la manifestazione sarebbe un flop.Chi ha partecipato alle iniziative ha avutol’impressione che si era in pochi; ma nonper i giornali, piegati al volere del Presi-dente della Repubblica e in pura chiaveanti-leghista, hanno tutti riportato folleoceaniche che commosse si stringevano in-torno al vessillo tricolore (fino a ieri vitu-perato) e respingevano l’orda barbara deicattivoni leghisti. Non un’analisi sui pro-blemi che attanagliano l’Italia a 150 annidalla sua fondazione, non un’analisi suiPrincipi per cui i nostri antenati hannocombattuto o sui rischi di scissione delPaese che oggi sono sempre più alti. L’informazione in Italia somiglia semprepiù a una vulgata. Transit i giornali diparte. Ma anche la stampa indipendenteo locale ormai mente in maniera spudo-rata. Ecco perché la stampa libera, come15quindici, è sempre più importante nelladifesa della Democrazia e della Verità.

di A

less

and

ro C

apre

ttin

i Fac

chin

i a.

capr

ettin

i@al

ice.

it

Informazione o vulgata?IL RASOIO DI OCCAM« A parità di fattori la spiegazione più semplice è da preferire »Abbiamo scelto il principio di Occam, alla base del pensiero scientifico moderno,

come titolo della Rubrica che da questo numero ho l’onore di gestire. La scelta è ricaduta su un assioma apparentemente semplice, ma oggi di

difficile applicazione non tanto nel mondo scientifico, quanto nella vita quotidiana di una società schizzofrenica, deresponsabilizzata e ormai

abituata allo stupro quotidiano della verità, del buon senso e della logica, in nome di biechi interessi particolari. Cercherò, pur alla luce delle

mie opinioni, di analizzare sempre i fatti nudi e crudi, poiché la realtà non è in sé complicata, sono i nostri occhi che la vedono tale a causa

dei molti pregiudizi che zavorrano la nostra obiettività. L’invito e lo scopo della rubrica è squarciare il velo di ipocrisia dietro cui ci nascondiamo

e ricercare la spiegazione dei fatti così come i fatti ce la presentano. A tutti auguro una buona lettura.

Page 9: Numero 55 - Aprile 2011

9

2Attualità

Lavoro, quindi falliscoLa storia di GB, imprenditore bresciano di 34 anni, oggi fallito. GB ha cominciato a lavorare al tornio a 18 anni, al terminedella scuola tecnica. A 28 era capofficina in una piccola im-presa specializzata in torniture meccaniche. Non è un lavoromolto complicato, ma va fatto con precisione scrupolosa. Un giorno la banca offre a GB, che ha ereditato la casa dei ge-nitori, un impegno di capitale. Ovvero l’offerta di un sostegnoeconomico in caso avesse voluto mettersi in proprio.GB ci pensa e decide (era il prima-della-crisi): affitta un ca-pannone in zona P.I.P. (zona artigianale a credito agevolato ndr), ac-quista in leasing due torni e a credito il materiale. Tra i suoiprimi clienti AF, il maggior cliente della sua vecchia azienda.Conosciuto proprio in banca, una mattina.I primi due anni il lavoro va bene, si pagano le spese e GB ab-bassa i prezzi per far concorrenza al vecchio datore.GB ha otto clienti fissi e un buon fatturato. Acquista la terzamacchina e, finalmente, un’automobile di valore, sempre inleasing.Quel suo cliente, AF, gli commissiona un lavoro importante egli chiede di comprare altri macchinari, specifici per la lavo-razione. Il lavoro che gli farà avere è la garanzia che la bancalo appoggerà. Gli ordini aumentano e GB si specializza su unparticolare tipo di lavorazione. Pur riducendo volutamente adue i clienti, il fatturato è ottimo.AF è ora la principale fonte d’introito per GB e i macchinarisono stati progettati per le sue lavorazioni. Una mattina AF si

presenta da GB e gli propone la fornitura di tutto il materiale.I numeri sono enormi tanto che GB amplia il capannone. Ilguadagno è meno ora, ma i pezzi sono tanti che...Poi AF decide che sta pagando troppo. Convoca GB, calcolaquanto guadagna a pezzo e ne dimezza il costo. GB non puòcrederci, ora che può lavorare solo per AF, questi lo porta alivelli di sussistenza.Vuole cambiare lavorazioni, allestire nuove macchine: si ri-volge in banca, ma questa non concede più prestiti. E’ troppoesposto e AF minaccia di cambiare banca. Comincia la crisi.GB non riesce a pagare l’automobile. Il leasing la rileva e lodichiara insolvente.Immediatamente le banche pretendono il rientro dei debiti. GBnon può, ha lavoro programmato per un anno, ma guadagnatroppo poco. I fornitori non si possono più fidare e non conce-dono il materiale a credito.Il tribunale, su istanza di un fornitore, lo dichiara fallito. Labanca, primo creditore, si prende la casa dei genitori.I macchinari vanno all’asta, li compra AF. Un’intesa sindacalesalva il posto ai lavoratori.

Oggi GB lavora in una cooperativa sociale. Un quinto del suostipendio va all’erario, poi andrà ai fornitori.Se GB fosse stato una società di capitali, non ci avrebbe ri-messo la casa.

Matteo [email protected]

Cronache dalla Ditta

Controcorrente

Per una volta, cerchiamo, se ci riusciamo, didire le cose come stanno: in Italia abbiamosuperato i 60 milioni di abitanti, purcon una natalità prossima allo zero, gra-zie all’arrivo in pochi anni di milioni di stra-nieri e abbiamo una densità abitativa(soprattutto al nord) tra le più alte del mondo.Ma nonostante disoccupazione, criminalità,corruzione, parassitismo e tantissimo altro,continuiamo ad attirare sogni e speranze daogni parte del pianeta. L’Italia è la nuova terra promessa.

Un esempio per tutti, l’Africa. Un secolo fa po-polata da 180 milioni di africani, ora, dopo100 anni di guerre, carestie, pandemie e sic-cità, si sta avvicinando trionfalmente al mi-liardo e almeno la metà aspira all’Occidente eall’Italia.Dopotutto è risaputo: basta approdaresulle nostre coste e il gioco è fatto, dallapenisola non se ne va più nessuno e una solu-zione si trova sempre.I 25.000 tunisini che hanno letteralmente in-vaso e devastato Lampedusa, distruggendotutti i posti dove sono stati ospitati e le navi cheli hanno trasportati, vestiti spesso all’ultimamoda e con telefonini nuovissimi, hanno pre-

teso di restare qui, senza alcun titolo, e sonostati accontentati. Va detto subito che inTunisia non c’è nessuna guerra e nes-suna emergenza umanitaria. I magrebinisono clandestini e andrebbero rispediti a casaloro, e il permesso di soggiorno temporaneo èun pessimo messaggio per le centinaia di mi-gliaia di persone che sono in attesa di partiredalle coste del Mediterraneo. Invece sarannomantenuti a spese dei contribuenti e reste-ranno in Italia, dato che nessuno in Europa livuole (Francia, Germania e Svizzera non li la-sceranno entrare nei propri confini): le gentidel Maghreb sono considerate difficili da ge-stire e spesso aggressive, e con 5000 delin-quenti evasi dalle carceri tunisine mescolatiagli altri, è facile intuire di che natura sarannoi problemi che ci attendono. Che l’Italia,ovvio, affronterà da sola, visto l’atteg-giamento di tutta l’Europa. L’ennesimo spettacolo offerto dai nostri politiciè stato ancora una volta deprimente, proprioquando sarebbe servita un po’ di coesione e disostegno alle iniziative del ministro Maroni (trai pochi ad avere credibilità). Da Vendola,l’uomo nuovo della sinistra che ha solenne-mente dichiarato (sic!) “ospitiamoli tutti”, allaChiesa, che da sempre predica l’accoglienza

infinita, fino a Bersani, che giustifica l’unicoscopo della propria esistenza (e del suo partito)nella critica eterna al Governo.Che dal canto suo non scherza. Berlusconimesi fa è apparso sulla TV tunisina edopo aver raccontato il commoventebaciamano a Gheddafi davanti a ungruppo di giornalisti locali adoranti, ha invi-tato i tunisini (sic!) a venire in Italia, doveavrebbero trovato casa, lavoro e avrebberousufruito dei nostri servizi sociali, dalle scuoleagli ospedali. Forse il nostro anziano premiervoleva solo far colpo su una giornalista parti-colarmente carina che faceva parte del gruppoe che si è dichiarata colpita dalle promesse edalla bontà d’animo del nostro attempato pre-mier (ma è comprensibile, Berlusconi quandovede una bella donna, non sa trattenersi).

Non illudiamoci, quelle di queste settimanesolo le avanguardie e il grosso arriverà in fu-turo. Del resto il messaggio è chiarissimo intutto il mondo: a differenza degli altri Paesi,l’Italia accoglie tutti. Dopotutto la nostra iden-tità non interessa a nessuno, nemmeno a noi.

Massimo [email protected]

Le invasioni barbariche

Cosa non funziona nella costellazione dell’indotto?

Perché aziende che hanno lavoro chiudono?

Come mai tante le società di capitale?

Page 10: Numero 55 - Aprile 2011

10

2Attualità

Politiche Giovani

Teatro ForumIn un’epoca in cui i problemi sono rimandati alla sfera intima, c’è la necessità di renderli pubblici, di collettivizzarli, di passare dall’ioal noi, per evitare l’isolamento.Il “Teatro Dell’Oppresso” (TDO) è un insieme dinamico di tecniche ludico teatrali che permette di porre in scena situazioni oppressivedel nostro quotidiano, per analizzarle e cercare collettivamente una soluzione. La tecnica che permette di raggiungere più persone e stimolare maggiormente il cambiamento è quella del Teatro Forum. Nel TeatroForum gli spettatori possono intervenire nella scena per provare il cambiamento e scoprire le conseguenze di ogni azione. Il Teatro Forum è come una sorta di brainstorming su temi sociali. Gli “spett-attori” sono chiamati a intervenire e cercare soluzioni.Chi ha un’idea sostituisce un attore e mette in scena la propria volontà; a volte succede che pur avendo delle buone idee non siriesca a metterle in pratica, oppure si finisce in un vicolo cieco; con l’aiuto di una “mente collettiva” si cerca di arrivare a soluzionisoddisfacenti. Ci sono problemi o conflitti che nascono da ingiustizie, altri da stereotipi e incomprensioni. In ogni caso ci sono scontritra valori o bisogni diversi: in certi casi sono risolvibili tramite mediazioni e soluzioni creative, in altri eliminando l’ingiustizia. Si trattadi una forma di teatro che vuole incitare la creatività e stimolare i partecipanti a mettere in gioco le proprie emozioni.

A cura dell’Assessorato alle Politiche Giovanili del Comune di Brescia

Tutti possono fare teatro... anche gli attori; si può fare teatro dappertutto... anche nei teatri.(A. Boal)

Lo spettacolo di TEATRO FORUMche si è svolto a Brescia lo scorso 31marzo era rivolto a 80 studenti delle ul-time classi di alcuni Istituti Superiori(Abba, Golgi e Tartaglia).Lo spettacolo era inserito fra le inizia-tive di “AMBIENT FESTIVAL” e ha quindiproposto una rappresentazione legataagli stili di vita, alla sostenibilità ambientale

e al prendersi cura di noi e degli altri.

Struttura del Teatro Forum:Riscaldamento: ha la funzione dipresentare l’iniziativa, le modalità uti-lizzate e di “attivare” gli spettatori. Sipropongono alcune attività che facili-tano l’espressione di sé e il contatto congli altri partecipanti.Presentazione scene: ne sono pro-poste due, entrambe riferibili alla tema-tica proposta, ma che presentanosituazioni e punti di vista diversi.Scelta: gli spettatori sono invitati a sce-gliere quella per loro più reale e “rico-noscibile”, su cui sono maggiormenteinteressati a lavorare.Forum: la scena scelta per approfon-dire e analizzare la tematica affrontatasi interrompe al culmine di una escala-tion problematica o conflittuale; glispettatori sono invitati a trasformarsi in“spett-attori” e a proporre, sostituendogli attori, possibili soluzioni.Conclusioni: insieme agli spettatori sisintetizzano le diverse soluzioni speri-mentate, la loro efficacia e la loro par-ticolarità.

Due le situazioni proposte agli studentibresciani.Nella prima si assiste a un dialogo ac-

ceso fra una signora che, fermandosiall’edicola, non spegne il motore del-l’auto e un ciclista che si lamenta ancheper il parcheggio. La figlia della signorae l’edicolante contribuiscono ad au-mentare i toni polemici…La seconda situazione racconta di undiciottenne neopatentato che invita gliamici a festeggiare in un locale l’ago-gnata patente. Fra questi anche la so-rella quattordicenne di un’amica. Afine serata il diciottenne, che ha abbon-dantemente bevuto, si appresta a riac-compagnare i ragazzi a casa. La sorelladella sua amica ha paura…I partecipanti hanno scelto la secondasituazione e si sono cimentati nella so-stituzione dei vari personaggi, conl’obiettivo di sperimentare possibili so-luzioni. Tutto il pubblico ha parteci-pato attivamente nella valutazionedegli elementi di novità che ogni sosti-tuzione ha fatto emergere.

Alcuni commenti dei ragazzi:Mi è piaciuto assistere a questo forum: mi ha per-

messo di vedere le cose da diversi punti di vista”;

“Ho trovato interessante la possibilità di spe-

rimentare una tua idea e vedere se e come fun-

ziona e di confrontarti con gli altri”;

“Mi ha stupito l’attenzione di tutti e sentire

che non si è giudicati”;

“Che bello incontrare degli adulti che credono

davvero nelle nostre capacità!”

… e quello di un insegnante:“Penso che l’iniziativa del teatro-forum sia

stata molto interessante, soprattutto per lo

scambio dei ruoli, dove l’attore diventa spetta-

tore e lo spettatore diventa attore; ritengo che

sia una modalità che facilita la comunicazione

di un messaggio e ne favorisce la comprensione

e l’interiorizzazione. Pur avendo difficoltà a

mettermi in gioco in pubblico, vedere che la per-

sona seduta accanto a me o qualche posto più

in là, si offre e va sul “palco”, mi ha fatto sen-

tire, non so per quale meccanismo psicologico,

io stessa sul palco; mi ha spronato nel cercare

io stessa un possibile cambiamento”.

Fra i vari strumenti che Tornasole uti-lizza per le sue proposte formative,anche il Teatro di Augusto Boal.Si tratta di un metodo teatrale elabo-rato in Brasile nei primi anni ‘60, sulla

base delle esperienze di Boal prima aSan Paolo, poi in altri Stati sudameri-cani e infine in Europa. E’ un teatroche rende attivo il pubblico e serve peresplorare, mettere in scena e “trasfor-mare” la realtà. Si basa sull’ipotesi che“tutto il corpo pensa”; su una conce-zione “globale” dell’uomo, visto comeinterazione di corpo, mente, emozioni.E’ basato sull’approccio detto “coscien-tizzazione” di Paulo Freire, filosofo ededucatore brasiliano che ha scommessoil suo cammino pedagogico sul dialogoe sulla comunicazione. Boal parla dello“spett-attore” come di colui che deveessere protagonista della scena teatralee non passivo osservatore; parla dell’es-sere teatro come di una capacità tipica-mente umana di “vedersi in azione”,che va stimolata per poter riflettere sulpresente e immaginare un futuro di-verso.Il Teatro – Forum si basa sull’uso dellinguaggio teatrale applicato alla forma-

zione e al confronto. Le tecniche utiliz-zate permettono agli spettatori diesprimere le proprie opinioni su quantoaccade, modificando così la situazionedi partenza. Si tratta di uno strumentoutilizzato per attivare processi di sensibiliz-

zazione sociale e consiste nel coinvolgerei partecipanti all’evento teatrale nellaricerca di soluzioni alla situazione pro-posta. La scena si interrompe al cul-mine di una escalation problematica egli spettatori sono invitati a trasfor-marsi in “spett-attori”, proponendopossibili soluzioni. Lo scopo del Teatro –Forum è di rappresentare una scenache stimoli a ragionare su aspetti socialiconflittuali, andando alla ricerca di so-luzioni che vedano coinvolti gli spett...at-

tori.Gli eventi di Teatro – Forum sono par-ticolarmente indicati per grandi nu-meri di persone e si prestano a essereutilizzati con molteplici tipologie dipossibili fruitori.

Per informazioni e contatti:COOPERATIVA TORNASOLE

Via Milano, 59 - 25126 Brescia030/3731739

[email protected]

Page 11: Numero 55 - Aprile 2011

TESSUTI E PELLAMII vestiti raccolti possono essere utiliz-zati per progetti umanitari o possonodiventare pannelli di materiale isolanteper l’edilizia. Una felpa recuperata, in-vece di diventare un rifiuto e un costoper il suo smaltimento, raddoppia ilsuo valore diventando un indumento aprezzo accessibile per persone che nehanno bisogno e risorsa economica perprogetti di solidarietà.

PLASTICARiciclando la plastica si ottiene nuovaplastica utile in molti settori. Tessile: con 20 bottiglie di PET (un tipo di plastica) si fa una copertain pile. Edilizia: il PVC (altro tipo di plastica) riciclato è utilizzato per la pro-duzione di tubi, scarichi per l’acqua piovana, ecc. Imballaggi: dal PET riciclato si ottengono contenitori per detergenti,tappi, film per sacchi della spazzatura, pellicole. Arredo urbano: con 45 vaschette di plastica e qualche metro di pel-licola di polietilene si fa una panchina.

METALLII metalli sono facilmente riciclabili. Riciclare l’alluminio (lat-tine, per esempio) permette di risparmiare il 95% del-l’energia necessaria per produrlo dal minerale. In Italia il48% dell’alluminio circolante viene dal riciclo e permette il risparmiodi 2,5 milioni di tonnellate di petrolio all’anno. Inoltre la materiaprima, che è la bauxite, non si trova in Italia ed è importata. Alcuniesempi di recupero? Con 800 lattine si produce il telaio per una bi-cicletta; con 70 lattine si produce una padella; con 37 una caffettiera.

VETRODa 100 kg di vetro riciclato si ricavano 100 kg di prodotto nuovo (neservirebbero 120 kg di materie prime). Riciclando il vetro si risparmiail 20% di energia (petrolio) e si riducono anche le emissioni in atmo-sfera connesse all’attività produttiva.

INGOMBRANTI E PERICOLOSIElettrodomestici che non funzionano e vecchi mobili sono rifiuti che,per le loro dimensioni, devono essere portati negli ecocentri, doveverranno smontati per poter recuperare molti materiali, come legno,metalli, plastica, ecc. Anche i cosiddetti “rifiuti pericolosi” vanno con-segnati agli ecocentri: data la pericolosità e tossicità delle sostanzeche li costituiscono, devono essere sottoposti a trattamenti particolariin grado di renderli innocui per l’ambiente.Con l’acquisto di detersivi alla spina in flaconi ricaricabili e prodottialimentari sfusi puoi ridurre sensibilmente l’importo della spesa e laquantità degli imballaggi, che si pagano e vengono buttati.

I pannolini usa e getta sono fra i rifiuti a maggior im-patto ambientale. Rappresentano oltre il 15% dei rifiuti nonriciclabili e il 4% dei rifiuti casalinghi. Sono più di 6000 i panno-lini utilizzati da un bambino nei primi tre anni di vita. Ognigiorno, per produrre i pannolini che si utilizzano in Italia, sonoabbattuti 12.000 alberi, si consumano 2,15 miliardi di litri di pe-trolio e 6 miliardi di litri d’acqua. L’alternativa è passare a quellilavabili, più pratici di quanto si possa pensare. Realizzati in tessutotraspirante naturale, evitano gli arrossamenti della pelle del bam-bino, che impara più in fretta anche l’uso del vasino. Inoltre co-stano decisamente meno dei pannolini usa e getta.

Riccardo Pretto [email protected]

3Economia& Ambiente

Internet and the moneyCari lettori, oggi torniamo a scrivere di economia applicataa internet, e per farlo prendiamo in esame uno dei mostrisacri della rete: sua maestà Google Inc.Si tratta di un gigante che ricalca la più classica delle storie della SiliconValley: nato nel 1998 come progetto di due studenti della Stanford Uni-versity che volevano offrire un nuovo modo di effettuare le ricerche suinternet, cresce a ritmi vertiginosi, arrivando a quotarsi in borsa nel2004. Oggi annovera tra i suoi traguardi una capitalizzazione che superai 180 mld di dollari e sedi in tutto il mondo, con 24 mila dipendenti.Anche se Google investe in molti progetti, anche poco correlati con in-ternet (come il parco eolico marino sulle coste USA o le auto che si gui-dano da sole), l’ingrediente principale di tale crescita, nonché la sua quasiunica fonte di ricavi, è la vendita di pubblicità online. Quella che si vedequando si effettua una ricerca, si accede alla posta su Gmail e in tutti glialtri servizi lanciati negli anni dal colosso californiano. Ovviamente que-sta crescita è stata irrobustita da alcune acquisizioni: tra le più importantiYoutube – il popolarissimo servizio di condivisione di video - e Double-Click – network di pubblicità online -, ma sicuramente, vista la liquiditàdisponibile, ne seguiranno altre. Oggi Google sta cercando di diversificare le attività e i relativi ricavi(come i servizi in mobilità con Android), e forse la vera sfida per il fu-

turo è puntare sui social network: il traffico di siti come Facebook è incontinua crescita ed è plausibile diventino una sorgente alternativapresso cui reperire le informazioni su internet. Inoltre sempre piùspesso i social network recintano le informazioni contenute all’internodella propria rete, rendendole inaccessibili ai motori di ricerca. Altrastrada è mirare ai produttori di contenuti mediatici digitali, che sonosempre più perplessi nel concedere gratuitamente i loro contenuti suinternet, e quindi ad alimentare i database di aziende come Google. Ma al di là di queste nubi all’orizzonte, è oggi difficile pen-sare che il colosso di Mountain View possa avere difficoltà,vista la sempre crescente importanza di internet in termini di infor-mazioni presenti e i budget pubblicitari delle aziende in costante au-mento. Senza dimenticare i servizi in mobilità: un ambito in cuil’importanza dell’advertising e dell’offerta di servizi innovativi è semprepiù rilevante. Google vi è entrata da un paio di anni con il suo sistemaoperativo mobile, Android, concesso gratuitamente a utenti e costrut-tori, ma attorno al quale, con lo sviluppo delle apps presenti sull’An-droid market, sta cercando di suscitare interesse e sviluppare servizicapaci di generare ricavi – ottenendo peraltro un discreto successo.

Daniele Leucata [email protected]

DOVE LI BUTTO?Ambiente

Ecomomia

Page 12: Numero 55 - Aprile 2011

Alzate un attimo la testa dallalettura di 15quindici e guarda-tevi bene intorno.Osservate con attenzione tutto ciò chevi circonda, sia che siate in un bar diun grazioso centro storico oppure al-l’interno di un centro commerciale,nel vostro ufficio o in treno. Fatto?Bene, ora immaginate che tuttoquello che vi circonda non esista più,non per una qualche magia o effettospeciale, ma per una causa del tuttonaturale, quale è un terremoto.In Italia, un terremoto come quellocapitato in Giappone avrebbe l’ef-fetto che avete immaginato.Un terremoto del 9° della scala Ri-chter avrebbe cancellato tutte le no-stre città d’arte, con i loro bellissimicentri storici in muratura, spazzatovia le nostre industrie e la maggiorparte degli edifici più recenti, ma co-struiti senza alcuna concezione strut-

turale antisismica.Se non ci credete vi basterà faremente locale, ripensando cosa è statoper l’Aquila un terremoto valutatotra i 5,8 e 6,3 gradi Richter (pari auna delle più leggere scosse di asse-stamento del terremoto in Giap-pone!). Cosa avrebbe causato qui unterremoto che come energia è pari aquella liberata da 9 miliardi di ton-nellate di TNT?Recentemente anche l’Italia siè dotata di normative all’avan-guardia per il calcolo e la pro-gettazione delle struttureantisismiche e finalmente si èanche provveduto a una nuova e piùaggiornata classificazione sismica delterritorio italiano.Fatta eccezione per i tecnici, nessunosa come sia stato travagliato e infar-cito di errori il percorso che ha por-tato all’emanazione delle recenti

Norme Tecniche per le Costruzioni.Ci si aspetterebbe che una legge diquesto tipo, per la sua specificità tec-nica e per la sua importanza a livellonazionale, sia frutto di un percorsocondiviso da più ambiti scientifici eraggiunga la sua emissione senzacontenere errori e imprecisioni.Ma siamo in Italia, con unaclasse politica il cui orizzontetemporale non è costituito dadecenni e nemmeno da anni,bensì dalle scadenze elettorali opeggio dai proclami e dagli articoli suigiornali, giusto per rispondere ai ma-lumori e alle pulsioni di una società ci-vile che vuole tutto e subito.Passano gli anni ma le cose non cam-biano, rimaniamo un Paese pressap-pochista, che vive alla giornata; unPaese che non è in grado di sapere sefra sei mesi sarà in grado di avere il gasai fornelli o l’energia elettrica per lenostre case… possiamo permetterci diragionare ancora così? Sembra di sì,basti pensare a quello che succede perl’energia nucleare italiana.Si è fermato tutto per un necessarioapprofondimento su quanto successoin Giappone, così ci dicono. Ma poi,fuori onda, il nostro Ministro del-l’Ambiente (dell’ambiente!) StefaniaPrestigiacomo dichiara: «È finita,non possiamo mica rischiare le ele-zioni per il nucleare»… Bene italiani, non vi preoccupate,fino alle elezioni avremo luce e gas. Dopo, chissà!

4Normative& Consigli

Ingegnere

di F

ilip

po

Gru

mi

info

@fil

ippo

grum

i.it

Banzai!

CONSULENTE DEL COLORE

TINTEGGIATURE CIVILI E INDUSTRIALI

STUCCHI

FINITURE DECORATIVE

CARTONGESSO

ISOLAMENTI

PAVIMENTAZIONI IN RESINA

Phone +39 346 8872842 | mail: [email protected]

www.reinventart.it

Page 13: Numero 55 - Aprile 2011

Integra la fattispecie di cui all’art. 3del DLgs. 74/2000 (dichiarazionefraudolenta mediante altri artifici -reclusione da un anno e sei mesi a seianni) il legale rappresentante di unasrl esercente impresa edile che: • nel vendere gli appartamenti co-

struiti dalla società fa risultare daicontratti di compravenditaun  prezzo inferiore a quelloreale;

• inserisce nelle scritture conta-bili della società il prezzo mede-simo ovvero  il corrispettivoindica-to nei contratti di compra-vendita;

• riporta nella dichiarazione dei red-diti, un  attivo assoggettabilead imposta inferiore a quelloreale in misura tale da superare leprescritte soglie di punibilità.

È quanto affermato dal PM presso ilTribunale di Foggia, nella richiesta alGIP di un provvedimento di seque-stro di immobili riconducibili allasocietà per la quale l’indagato agiva.Infatti la norma punisce con la reclu-sione chiunque, al fine di evadere leimposte sui redditi o sul valore ag-giunto, sulla base di una falsa rappre-sentazione nelle scritture contabiliobbligatorie e avvalendosi di mezzifraudolenti idonei a ostacolarne l’ac-certamento, indichi in una delle di-chiarazioni annuali relative a detteimposte elementi attivi per un am-montare inferiore a quello effettivo oelementi passivi fittizi, quando sonosuperate congiuntamente le pre-scritte soglie di punibilità. Il PM os-serva che i contratti di compra-vendita  simulati quanto alprezzo costituiscono un mezzo frau-dolento idoneo a ostacolare l’accer-tamento, le scritture contabili sono

falsificate in ragione di tali contrattie la dichiarazione dei redditi finale,presentata nel 2008, risulta falsa pereffetto di tale mendacio.

A sostegno di tale ricostruzione, ilPM evidenzia che: i contratti dimutuo assistiti da garanzia ipotecariastipulati dagli istituti di credito a fa-vore degli acquirenti degli immobiliavevano in alcuni casi ad oggetto fi-nanziamenti di gran lunga superiorialle somme indicate come prezzo;tutte le perizie effettuate dagli espertinominati dagli istituti di credito nel-l’ambito delle procedure per conces-sione del mutuo indicavanoun valore di mercato degli im-mobili superiore a quello specifi-cato nei contratti di compravendita enella contabilità della società vendi-trice; alcuni contratti preliminari edalcune offerte riportavano un prezzopattuito superiore rispetto a quelloindicato nel contratto e nella conta-bilità della società venditrice; erastata rinvenuta una contabilità in-formale  con acconti corrispostidagli acquirenti e non contabilizzatidalla società; dai dati tratti da uncontratto di compravendita di un boxemergeva come fosse non credibile ilprezzo a metro quadro stabilito perl’appartamento confrontato conquello per il box; in molti casi gli ac-quirenti prelevavano in modoanomalo ingenti somme di de-naro in contanti dai propri conti neigiorni precedenti e successivi alla sti-pula dell’atto di compravendita o allaricezione del mutuo.Il GIP ha ritenuto tali indizi gravi,precisi e concordanti rispetto alladimostrazione della simulazione,quanto al prezzo, dei contratti; ciòcon ripercussioni sulle scritture con-

tabili della società e sulle dichiara-zioni fiscali. Ha disposto, quindi,come richiesto dal PM, il sequestrosui beni non dell’indagato, madella società.

Questo modo di procedere è già statoconsiderato legittimo anche dallaCorte di Cassazione; peraltro, nelcaso di specie, in cui il rappresen-tante legale era anche unico sociodella srl, appare evidente, a giudiziodel PM, come lo stesso avesse la“di-sponibilità” dei beni della so-cietà; circostanza che legittima laconfisca per equivalente (e, in viapreventiva, il sequestro) sui relativibeni. Tale soluzione è criticata da au-torevole dottrina, che evidenzia comeil sequestro (e la confisca) per equiva-lente dei beni della società, facendoleva sulla “disponibilità” dei mede-simi in capo al rappresentante legale,autore dell’illecito penale, integre-rebbe una vera e propria analogia legis,vietata in ambito penale.

Inoltre così operando si otterrebbeun risultato che l’ordinamento, almomento, non consente: sanzionarela persona giuridica per i delitti tri-butari commessi nel suo interesse ovantaggio dall’amministratore.Tali illeciti, infatti, non sono “reatipresupposto”  della responsabilitàamministrativa degli enti ex DLgs.231/2001, nel cui ambito è contem-plata la sanzione della confisca perequivalente del prezzo o del profitto delreato (art. 19 del DLgs. 231/2001).

4Normative& Consigli

Commercialista

di Ferd

inan

do

Mag

nin

o m

[email protected]

Rischio penale per le compravendite immobiliari con prezzo «falso»

CERCHIAMO IN ACQUISTO PER LA NOSTRA CLIENTELA:Immobili di pregio - Immobili a redditoTerreni edificabili - Terreni agricoliZona Lago di Garda - Brescia

Intermediazione immobiliare Tel 030.9906971 - Fax 030.9199536mail [email protected]

Page 14: Numero 55 - Aprile 2011

5Speciale

A distanza di un anno siamo tornati a tro-

vare gli Stylaz, in occasione della loro vit

toria del Graphis Gold Award, un

importante premio internazionale.

Per rendersi conto del loro talento basta dare

un’occhiata alle loro fotografie.

Noi che li conosciamo da un po’ possiamo

dire che oltre a essere ritrattisti eccezionali,

per la loro capacità di riuscire a vedere dav-

vero le persone che devono fotografare, sono

da ammirare anche per come vivono la pro-

fessione: consci che prima o poi il talento

paghi, e che quindi non è necessario fare com-

promessi con la propria arte e la propria

anima. Esattamente il contrario di quello

che quasi tutti credono.

I successi che hanno raccolto da quando

sono partiti, solo tre anni fa, stanno dando

ragione a loro.

Per vedere qualche loro scatto, vi consigliamo

di visitare il sito: www.stylaz.eu

Come si trasforma la passioneper la fotografia in lavoro?R. Pensando alla fotografia come aun lavoro.A. Bisogna essere spinti dalla vogliadi far vivere una passione. Poi ser-vono talento e fortuna. Oltre alla vo-lontà di modernizzarsi.R. Sulla fortuna apro una parentesi:le occasioni bisogna sapersele creare.Serve costanza nel voler realizzareun sogno, facendo il possibile perchési realizzi, senza stare fermi ad aspet-tare che le cose succedano.

Consigli agli aspiranti foto-grafi?A. Innanzitutto evitare i corsi/wor-kshop: hanno un approccio alla foto-grafia fermo agli anni ’80, totalmentesuperato… soldi buttati via. Poi non emulare i grandi fotografi.Da foto nate come imitazioni nonuscirà mai nulla di buono. Per emer-gere bisogna fare qualcosa di diversodagli altri, creare un proprio stile.Nel nostro caso, ora che c’è un’inva-sione di immagini, il fatto di giocaresulle cromie e sui contrasti, ha fattola differenza. Noi cerchiamo imma-gini nuove, che abbiano un appealdiverso.

Fotografi di riferimento? R. Rankin, Giovanni Gastel e tanti

americani poco conosciuti. A. Max & Douglas, soprattutto per-ché ci hanno illuminato riguardo allavoro in team: sono stati i primi adarrivare ad alto livello come coppia.

Quanto conta il talento equanto le conoscenze?R. Questo mondo è clientelare, manoi abbiamo scelto di non sporcarcicon certe logiche e possiamo dire dinon dover favori a nessuno. Tantepersone ci hanno dato un’opportu-nità perché hanno visto in noi il ta-lento, non per altro.A. Non per forza per emergere biso-gna avere conoscenze. Si fa fatica,ma alla fine si riesce comunque.Prova di questo, i personaggi che ab-biamo fotografato: sono arrivati soloperché hanno visto i nostri lavori.

Moltissimi i vostri ritratti diattori e cantanti. Come siete entrati nel giro?R. Abbiamo cominciato fotogra-fando conoscenti, con l’intenzione diandare oltre al classico ritratto, e ab-biamo inviato gli scatti ad agenzie ecase discografiche. Ci ha chiamatola TIME RECORDS (etichetta disco-

grafica, ndr) e abbiamo fotografato iltitolare. Poi Alex Gaudino e Alber-tino. Quindi il comico di Zelig Gio-vanni Vernia, che ha visto le foto eci ha voluti per un servizio. Dopo dilui altri… E’ stato un passaparola trai personaggi dello spettacolo. Poi, dato che volevamo crescere edentrare nel mondo dell’editoria, ab-biamo cercato un agente: passavamole giornate a mandare mail e a Mi-lano per incontri. Dopo tante mail avuoto, ci ha risposto PHOTOMO-VIE, un’agenzia specializzata in edi-toria che lavora con le maggioririviste nazionali, con una sede a Mi-lano e una a Roma. Hanno visto lenostre immagini e hanno creduto in

Intervistaagli Stylaz

Fotografie: Stylaz

Page 15: Numero 55 - Aprile 2011

15

noi: poco dopo avevano un contratto e inun anno hanno mantenuto la promessa difarci conoscere a livello nazionale.

Lavorate moltissimo a Milano emeno a Brescia, la vostra città.Come mai?R. A Brescia non ci conoscono. Sono 4-5 ifotografi che lavorano, ma mancando lavoglia di innovare non si sente la necessitàdi cambiare e sperimentare. Poi Brescia èancora schiava di una mentalità provin-ciale. Nonostante non abbiano titoli perfarlo, in questo campo si atteggiano tutti agrandi creativi e professionisti; senza con-tare che si lavora solo per conoscenza.A. Di solito si parte dalla propria città. Noisiamo stati ambiziosi e abbiamo preferitoconfrontarci da subito con i grandi nomi.

Degli ultimi ritratti, di quale sietepiù soddisfatti?A. Giovanni Vernia, perché con lui ab-biamo un rapporto che va oltre la stimareciproca: ci ha anche invitato alla primadel suo nuovo spettacolo…R. Biagio Antonacci, che ci ha richiamatodopo il primo lavoro (le foto per il suo ultimo

disco, ndr) e ci ha voluto per un servizio fo-tografico uscito in questi giorni su SportWeek (è loro la foto di copertina, ndr). E poi lefoto a Massimo Boldi per Vanity Fair.Queste erano le riviste su cui aspiravamoessere pubblicati. Riuscirci ci ha fatto pen-sare che siamo sulla strada giusta...

Tra i vostri lavori, anche un calen-dario sui malati di Alzheimer.Com’è nato il progetto?R. Tramite un’educatrice che ci ha pro-posto di realizzare un calendario sugliospiti del reparto di Alzheimer. Siamostati con loro due settimane. I primi giorninon avevamo nemmeno la macchina.Non sapevamo cosa sarebbe venuto fuori,ma quando abbiamo visto le immagini cisiamo resi conto che trasmettevano quelloche abbiamo sentito in quei giorni. A. Il calendario sarebbe dovuto uscire con

il film sull’Alzheimer di Pupi Avati (Una

sconfinata giovinezza, ndr), per sfruttarel’onda emotiva del momento. Il problemaè che siamo stati ostacolati da tutti, medicie parenti: non volevano darci i permessidi pubblicazione, senza nemmeno avervisto le immagini. Dopo averle viste sisono ricreduti e i permessi sono arrivati.Ormai però era troppo tardi, l’attenzionesull’argomento era svanita e alle riviste ilnostro reportage non interessava più. R. Ci spiace perché questa malattia, chelascia solo pochi minuti di lucidità, è an-cora poco conosciuta e le nostre fotoavrebbero potuto aiutare a capire. La cosapiù drammatica non è la pazzia, ma que-gli attimi di coscienza.

Quest’anno avete vinto il premio“Graphis Gold Award 100 Best inPhotography” insieme ad AnnieLeibovitz (famosa fotografa di cuiabbiamo scritto un paio di mesi fa).R. Il GA è un premio americano dovesono selezionati i migliori 100 fotografi almondo nel campo della pubblicità. Vipartecipano tutti i maggiori brand (Di-sney, Coca cola, ecc) e tutti i fotografi. Ab-biamo mandato i nostri lavori convintiche non avremmo mai vinto, invece poi èarrivata una mail… A. Ci sono voluti diversi giorni per con-vincerci che fosse vero!

Progetti futuri?A. Internazionalizzarci. Dopo avere vintoil GA abbiamo contattato molti agentiesteri. Ci ha risposto un’agenzia presti-giosa, con sedi a Miami, Los Angeles,New York e Chigago: i nostri lavori sonopiaciuti, ci hanno dato alcuni consigli ec’è la possibilità di entrare nel loro teamin futuro.

Un personaggio che vi piacerebberitrarre?A. Rita Levi di Montalcini. Avrei volutofotografare anche Alda Merini…R. Paola Maugeri. La trovo una giornali-

sta musicale molto competente e stilosa.

Nel vostro portfolio mancano ri-tratti di paesaggi…A. Il paesaggio è troppo romantico, e haquel sapore amatoriale…R. I paesaggi sono capaci tutti di fotogra-farli. Nel ritratto invece c’è qualcosa dipiù, perché va al di là della fotografia. E’chiamato in causa anche il rapportoumano: oltre a saper fotografare, bisognaavere la capacità di creare una relazionecon chi si fotografa.

A.S.

Gli Stylaz sono Riccardo Ambrosio e

Andrea Peroni, due giovani fotografi bre-

sciani. Nonostante stiano nati solo nel 2008, nel

loro portfolio ci sono personaggi come Biagio An-

tonaggi, Giovanni Vernia (Zelig), Max Pezzali,

Angela Finocchiaro, Massimo Boldi, Albertino,

Morgan, Alex Gaudino, Malika Ayane, DJ

Ravin (Buddha Bar) e Loris Capirossi.

Page 16: Numero 55 - Aprile 2011

16

6TempoLibero

Eventi

100 cuori per amare l’AfricaMostra fotografica

Quando: fino al 25 aprileorario: martedì 10.30-12.30, venerdì 16.00 –19.00, sabato e domenica10.30-12.30 e 16.00 –19.00Dove: Galleria Civica Bosio, Piazza Malvezzi – Desenzano (Bs)Info: 030 9994275

Oscar Di Prata. Gli angeli e i demoni.Drammi e speranze del NovecentoMostra a cura di Maurizio Bernar-delli Curuz Quando: Fino al 15 maggio. Dal mar-tedì alla domenica dalle 9.30 alle 17Dove: Grande e Piccolo Miglio in Castello (Brescia)Info: [email protected]

Giochi della memoriaPrima mostra personale a Brescia di Matteo Pagani

Quando: Fino al 21 maggio.Da martedì a venerdì dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 16.30 alle 19.30Dove: Galleria FORMA&COLORE, contrada Soncino Rotto 5/b (Bs)Info: 030.293064

Risorgimento in salottoMostra allestita in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia

Quando: fino al 12 giugnoDove: Grande Miglio in Castello (Brescia)

Mostre

Mi chiamo Sam: ci vuole solo amoreRASSEGNA CINEMATOGRAFICA “DIVERSI?”

Quando: 29 Aprile ore 20.30Dove: Casa della Cultura – Soiano (Bs)Info: www.unionecomunivaltenesi.it

Migranti: diritti in bilicoRelatrice: Orsetta Giolo, Università di Ferrara

Quando: 29 aprile, dalle 10.15 alle 11.45Dove: Facoltà di Giurisprudenza dell’Uni-versità degli Studi di Brescia – aula 4

Impronte di DragoPer “Incontro alla Cina: Draghi e leoni. Brescia si interroga”,dibattito sulla letteratura cinese e la Cina di oggi

Quando: 3 maggio ore 18Dove: Libreria dell’Università Cattolica,via Trieste 17/d (Bs)

Incontri & Conferenze

Festa della LiberazioneCelebrazioni istituzionali con intratteni-mento della Banda cittadina

Quando: 25 aprile ore 9.30Dove: Piazza Malvezzi – Desenzano (Bs) Info: www.comune.desenzano.brescia.it

FESTA ALPINAStand gastronomici e musica

Quando: 25 aprile dalle 10.30 alle 23Dove: Spiaggia D’Oro – Rivoltella (Bs)

FESTA DEL LUNEDÌ DI PASQUAStand gastronomici con spiedo e pro-dotti locali, area bambini e area esterna

Quando: 25 aprile ore 12Dove: Polo Fieristico di Polpenazze (Bs)Info: www.poloenogastronomico.it

11° COPPA FLAEMGara ciclistica a cura Gruppo Sportivo San Martino

Quando: 30 aprile, ritrovo ore 7.00 alCentro SocialeDove: San Martino d/B (Bs)Info: www.comune.desenzano.brescia.it

Sagre & Feste

Emergenza RockConcorso musicale

Quando: 21, 22, 28 aprile ore 22.30Dove: Latte+, via G. Di Vittorio 38 (Bs)Info: 328.2550096

Coro Santa GiuliaPer il XX anniversario della morte di don Paolo Arrigo, concerto del Coro Santa Giulia.

Quando: 29 aprile ore 20.45Dove: Chiesa parrocchiale di S. BenedettoAbate, via Divisione Acqui 105 (Bs)

Giulio TampaliniPer Aref in Musica, Giulio Tampalini esegue musiche per chitarra classica Regondi, Giuliani, Terzi, Mozzani, Beccuti, Murtula.

Quando: 4 maggio ore 20.30Dove: SpazioAref in piazza Loggia 11/f (Bs)Info: 030.3752369

“La speranza conquistata”Concerto di orchestra e coro del Conservatorio “Luca Marenzio” con Giovanni Duci e Federico Bardazzi.

Quando: 6 maggio ore 21Dove: Chiesa di S. Maria del Carmine (Bs)

Concerti jazz, rock e classica

Coro La MirabellaSpettacolo di musica sacra tratto dalle “Tenebrae Responsories”del musicista spagnolo Tomas Luis Da VictoriaDove: Abbazia Olivetana, Rodengo Saiano Quando: 22 aprile ore 20.30

Mina, Jannacci e il signor G“Mina, Jannacci e il signor G”, spetta-colo musicale con Leana Palmieri eMatteo CominardiQuando: 30 aprile ore 21Dove: Teatro comunale, via Leonardoda Vinci 7 – Borgosatollo (Bs)Info: 3483124708 - Ingresso 5 €

Puro TangoMiguel Angel Zotto e i Tango x 2 nellospettacolo “Puro Tango”. Orchestra dal vivo. Quando: 7 maggio ore 21Dove: Pala Brescia, via San Zeno (Brescia)Info: 030.348888, www.palabrescia.it, Ingresso da 25 a 40 €

“Serata con... Caffè Corretto”Un po’ concerto... poi passione, impegno,piacere e amore per il teatro.

Dove: Teatro comunale, via Leonardo daVinci 7 – Borgosatollo (Bs) Quando: 14-15 maggio ore 21Info: tel. 348.3124708 - Ingresso 5 €

Teatro & Danza

Ingressoa pagamento

gratuitoCittadinanza e integrazione:dall’Ottocento a oggiNell’ambito “Diritto, diritti, multiculturali”. Relatore Pietro Costa,Università di Firenze

Quando: 12 maggio ore 14.00 – 15.30Dove: Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Brescia – aula 4

Page 17: Numero 55 - Aprile 2011

6TempoLibero

Viaggi

VACANZE FUORI DAL COMUNEIstruzioni per l’uso per tutti i giovani bresciani

INTERNSHIP (STAGE LAVORATIVI ALL’ESTERO)PROGRAMMI “LEONARDO” ED “ERASMUS”

WORK & TRAVEL AU-PAIR (VACANZE “ALLA PARI” IN FAMIGLIA)

SCAMBI INTERNAZIONALIVOLONTARIATO INTERNAZIONALE (IN TUTTO IL MONDO)

S.V.E. (SERVIZIO VOLONTARIO EUROPEO)CAMPI DI VOLONTARIATO (SOCIALE - AMBIENTALE

ARCHEOLOGICO IN ITALIA E ALL’ESTERO)

…Sono solo alcune delle tante opportunità offerte ai giovani e giovanissimi di tutto il mondo per esplorare la propria ealtre nazioni, viaggiando in modo intelligente e consapevole, senza rinunciare al piacere della scoperta e del divertimento.

SE ANCHE TU VUOI SCOPRIRE COME TRASCORRERE UNA “VACANZA FUORI DAL COMUNE”, VIENI A TROVARCI:

Lunedì 11 aprile - dalle 11.30 alle 14.30OFFICINA DEL VOLONTARIATO

Università Cattolica - Brescia

Sabato 21 maggioBABILONIA

PalaBrescia - Brescia

Sabato 4 giugno“CITTADINI PER COSTITUZIONE” - EVENTO CONCLUSIVO

Cascina Maggia - Brescia

Domenica 5 giugnoBEATLES DAY

Nave di Harlock - Brescia

MORE INFO E AGGIORNAMENTI www.vacanzefuoridalcomune.it - [email protected]

Nell’anno del 60° anniversario dell’approvazione dellaCostituzione Italiana, l’Associazione Arciragazzi(www.arciragazzibrescia.it), in collaborazione con ilForum del Turismo Sociale di Brescia (www.ilu-oghidelsociale.it), aderisce al progetto POGAS Gio-vani Cittadini per Costituzione. Con quest’iniziativa, finanziata dal Ministero della Gio-ventù e patrocinata dall’Assessorato alle PoliticheGiovanili del Comune di Brescia e dal CSV (cen-tro servizi per il volontariato), vogliono creare opportu-nità educative per permettere ai ragazzi di divenire abilicostruttori del proprio sviluppo personale, attraverso espe-rienze di autonomia e responsabilità. E cosa c’è di megliodi un viaggio per acquisire consapevolezza delle proprie

potenzialità e desideri, valorizzare e rafforzare le compe-tenze individuali, conoscere e interpretare nuovi spazi divita e interagire con persone diverse dalla propria cerchiafamiliare e amicale?Sempre più convinti che vivere un’esperienza sia meglioche leggerla sui libri o farsela raccontare da altri, l’Arcira-gazzi e il Forum del Turismo Sociale hanno deciso di im-pegnarsi per far conoscere ai loro giovani concittadini lediverse opportunità di “Vacanze fuori dal Comune” disponibiliin Italia e all’Estero. Perché crescere insieme ad altri coe-tanei italiani e stranieri, viaggiando, divertendosi e ren-dendosi utili (il 2011 è anche l’Anno Europeo delVolontariato), si può e SI DEVE!!

[email protected]

17

Page 18: Numero 55 - Aprile 2011

Prometeo aveva un figlio, Deucalione, cheaveva sposato sua cugina Pirra. I due gio-vani si stabilirono a Ftia, ai piedi del monteParnaso, dove cercarono di regnare nelbene e in pace. Gli uomini però, usciti dalmondo primitivo grazie al fuoco e agli in-segnamenti di Prometeo, iniziarono a sen-tirsi al pari degli dèi, trascurando gliobblighi religiosi. Divennero superbi, cattivie maligni, si armarono gli uni contro glialtri e scoppiarono guerre che portaronoalla rovina molte città. Così Zeus decise didistruggere il genere umano, sommergen-dolo col Diluvio Universale. Tutti gli uo-mini morirono, tranne Deucalione e Pirra,perché Zeus sapeva che erano gli unici uo-mini giusti e virtuosi. Per volere di Zeus fu-rono messi su una barca e vi navigarono pertutta la durata del Diluvio (9 giorni), fino aquando non si avvicinarono alla vetta delParnaso e finalmente poterono toccare la

terra. In un paesaggio di desolazione e ro-vine, camminarono fino al tempio dell’ora-colo dei Temi, la dea della giustizia; loconsultarono e ebbero un’enigmatica rispo-sta: “Uscite dal tempio e gettate dietro levostre spalle le ossa della Gran Madre”.Pensarono a lungo, fino a che Deucalionecapì che la Gran Madre era la Terra e leossa della Terra erano le pietre. Così le pie-tre gettate da Deucalione, appena toccataterra, diventarono uomini, mentre quellegettate da Pirra, donne. La Terra si ripo-polò.Aspettiamo i vostri commenti e le vostre ri-chieste (come ha fatto il nostro lettorePaolo, a cui abbiamo risposto in questo nu-mero).

Simone Furiani e Alessandro [email protected]

[email protected].

Finalmente s’era decisa.Al diavolo sua madre! Avrebbe iniziato anche da sola ladepilazione delle ascelle. Le sue amiche lo facevano datempo e quando la incontravanoalla toilette le battute caustiche sisprecavano!Riflettendo, era solo questo il mo-tivo? Perché oltre a lei chi l’avrebbe no-tato?Non certo il bellissimo Max della IIB, che non la degnava di unosguardo!Però sicuramente non aveva di cheessere gelosa.Lui era innamorato di una solapersona: se stesso. Il Narciso!

Comunque adesso era il suo mo-mento.I genitori erano troppo occupati alitigare tra loro per capire i pro-blemi di una donna che cresce.E ormai erano troppo matusa!Al pomeriggio venne il gran mo-mento: sola in casa.Prese il rasoio del padre, s’ insa-ponò come faceva lui e zac! Aiah! Che taglio… e che bruciore,porco diavolo!E adesso, proseguo o termino le sevizie?

S’interrogò.Domanda inutile! Aveva preso daquella fanatica della madre: qua-lunque impegno doveva essere por-tato sempre al compimento. Unamissione quotidiana!

Dopo essersi incerottata per bene sivestì scegliendo l’abito con partico-lare cura.Aveva, è vero, dei compiti da pre-parare ma che diavolo doveva benfesteggiare la sua risoluzione! (O ri-voluzione?)L’aria fuori pareva essersene ac-corta ed iniziò a corteggiarla con lesue dolci lusinghe di primavera. Solo questa se n’era accorta?Strinse le spalle, spinse in fuori piùdell’impossibile il piccolo seno emarciò a testa alta. “Fiuuuuit” le fischiarono, girandosia riguardarla, due ragazzi, già sca-miciati, mentre in moto sfreccia-vano verso il lago.

FINE

18

7Cultura

di A

lber

to C

astr

ini

albe

rtoc

astr

ini@

hotm

ail.i

t

Primavera

Deucalione e PirraDiluvio universale? Ossa della terra? Sono termini misteriosi e o ricordi lontani?

Eccoli svelati con uno dei miti più interessanti.

Racconto

Miti& Leggende

Page 19: Numero 55 - Aprile 2011

7Cultura

The Chelsea Hotel

Una vita spesa per ilgiornalismo di frontieracome inviato dall’Asia emolti romanzi scritti perspiegare la cultura del-l’Indocina e dintorni:non ci stupisce che Tiziano Terzani(1938-2004) abbia usato anche lafotografia come strumento per in-dagare il mondo. La sua non è statafotografia di professione, ma nelcorso dei soggiorni in Vietnam,Cina e Unione Sovietica haavuto la possibilità di raccontare efotografare avvenimenti storici conl’inseparabile Leica. A suo direportare la macchia al collo lo ras-serenava, poiché sarebbe comun-que riuscito a conservare traccia diciò che aveva visto, qualora gli fos-sero mancate le parole per descri-verlo.Il Chelsea Hotel ospita un foto-grafo che utilizza l’obiettivo perraccontare al mondo ciò che almondo realmente succede. Comequando arriva in Cina nel 1980 perraccontare che in realtà Mao nonaveva regalato alla sua gente unmodello sociale equo ma aveva di-strutto totalmente le radici di unacultura millenaria. Mao era mortoda quattro anni e dal 1949 Terzaniera uno dei primi giornalisti che sistabiliva in Cina. La foto di unatartaruga di pietra che emergemaestosa e abbandonata nellecampagne cinesi esprime brillante-mente la violenza esercitata dal re-

gime marxista nel tentativo di can-cellare ogni traccia del confuciane-simo e creare la nuova societàsocialista. Terzani rimase sconvoltodalla realtà che si trovò davanti, intotale contraddizione con l’ideache aveva della Repubblica Popo-lare Cinese. Gli scatti alle anzianesignore nate nel periodo in cui si fa-sciavano i piedi alle bambine sonoun disperato tentativo di salvare, al-meno sulla pellicola, una culturamillenaria che nello scontro con ilcomunismo rischiava di scompa-rire.Nato a Firenze, Terzaniha trovato nel giornaletedesco Der Spiegel ilmecenate di cui ogni ar-tista ha bisogno.Lavorando come corrispondentedal Vietnam, ha raccolto le imma-gini della vittoria dei vietcong, maancora di più ha reso reale nelle suefotografie il significato dello slogan:”Uno, dieci, mille, Vietnam”.Come racconta “la mattina facevano

colazione (noi giornalisti) all’Hotel Con-

tinental e poi con i taxi, tutti andavano

alla guerra”. L’espressione raccontala quotidianità del conflitto, quasiuna normalità scontata. Terzaniracconta la tristezza della guerracon scatti a ragazzine coi mitra o adonne che fiancheggiano in bici-cletta carri armati pieni di giovanivietcong vittoriosi. Tristezza che di-venta ancora più acuta quando cisi fa l’abitudine: questo uno dei

messaggi delle sue fotografie. Unmessaggio che oggi più che mai cideve far riflettere, per non caderenell’assurda consuetudine di conce-pire la guerra come qualcosa senzarimedio. Si può chiamare la guerrain vari modi, per rendere il pro-cesso di accettazione e normalizza-zione più indolore, ma ciò che stasuccedendo negli ultimi anni rap-presenta un tragico caso di assuefa-zione alla violenza. Tramite le foto di soldaticon lineamenti asiatici,Terzani descrive unaguerra lontana dallecoste italiane e di cui l’Italianon aveva responsabilità. Maquella che il nostro Paese sta vi-vendo da più di un mese è unaguerra in cui è attore protagonistae vittima allo stesso tempo. Unaguerra che non può essere prestodimenticata e che dovrebbe esseretestimoniata più da vicino, per ca-pirla e disprezzarla. Un disprezzoverso la violenza che Tiziano Ter-zani ha provato a insegnarci.

di Davide [email protected]

“Fotografare vuol dire cercare nelle cose

quel che uno ha capito con la testa.

La foto è l’immagine di un’idea.” T. Terzani

Tiziano TerzaniReception Hotel consiglia: Tiziano Terzani Un Mondo che non esiste più.Longanesi, Milano 2010

Festeggia la Pasqua con la tipica polenta del Garda bresciano!Farine tipiche del Lago di Gardapresso la sede del vecchio Mulino di Bedizzole

Vecchio Mulinovia Garibaldi 14, Bedizzole (Bs)328.3319822

19

Page 20: Numero 55 - Aprile 2011

8Arte

& Design

Arte

di Valentina Cane [email protected]

Fin dalle sue origini l’Arte è legata allasimbologia, ma non sempre l’osserva-tore è in grado di coglierne il signifi-cato. Pittori e scultori del passatousarono oggetti che, rappresentati al-l’interno di un determinato contesto,potevano rimandare a concetti che al-trimenti sarebbe stato difficile cogliere.Questo accadeva specialmente nel Me-dioevo con l’iconografia sacra, dove eraimportante per i committenti (clero,confraternite, ecc…) far capire al po-polo illetterato il messaggio religiososenza ricorrere alla parola scritta. Questo viaggio attraverso la sim-bologia nell’arte comincia dalsimbolo più noto: la mela. Em-blema del peccato, la mela deve lapropria fama alla Genesi, dove si rac-conta di Adamo ed Eva e del loro ten-tativo di assaggiare il frutto proibitoproveniente dall’albero della Cono-scenza del Bene e del Male. Pochi ri-

cordano che nell’episodio biblico lamela non è affatto citata. Pare che lasua comparsa nella tradizione sia da at-tribuire agli amanuensi dei secoli suc-cessivi, monaci che si ritrovarono atradurre il testo sacro con errori di tra-duzione o trascrizioni non proprio fe-deli all’originale. Il termine latinomalum, infatti, può significare sia melache male. E’ molto più probabile che ilfrutto proibito fosse il fico, albero vicinoal quale si trovavano i progenitoriquando iniziarono a provare vergogna,al punto da dover usare le sue foglie percoprirsi. La mela, dolce, profumata e suc-cosa, compare spesso associataalla femminilità: la ritroviamo inmolte opere d’arte, non solo di stamporeligioso, in riferimento alla figura diVenere, dea della bellezza, proprietariadel famoso giardino delle Esperidi, cu-stodi dell’albero dai pomi d’oro. Si

veda ad esempio la Primavera del Bot-ticelli, ambientata proprio in questogiardino. Per non parlare dei ricordid’infanzia che ci spingono ad associarela mela alla figura di Biancaneve. An-cora una volta nella favola originale deifratelli Grimm l’oggetto del male nonera una mela, ma un pettine. Quasi sempre la presenza del frutto in-dica l’allusione al peccato originale equindi compare nelle opere tratte daepisodi della Genesi, come gli affreschidel Masaccio nella Cappella Brancaccia Firenze. Si può trovare anche in al-cune Madonne con Bambino di Dona-tello e di Luca della Robbia, in cui è trale mani del Bambino Gesù. Il riferi-mento è al peccato, ma in maniera se-condaria rispetto al tema, più forte,della redenzione: Gesù, ritratto primadi mangiare la mela, ricorda come, as-sumendo su di sé il peccato originale, sisacrificherà per salvare gli uomini. Con le nature morte del Seicento lamela sarà protagonista associata adaltri frutti o a oggetti simbolici, comespecchi, simboli di vanità, o fiori, em-blemi di giovinezza effimera. Nel famoso Canestro di frutta diCaravaggio non rappresenta nessunasimbologia, se non se stessa nel suoaspetto più quotidiano, bacata, scolo-rita, più realistica possibile, come vo-leva il pittore. In altri contesti, si pensialle opere di Van Dyck, è simbolo diabbondanza, spesso in relazione a ri-tratti di borghesi che volevano manife-stare la propria ricchezza, celandolaallo stesso tempo dietro alla simbologia.

La melaI simboli dell’arte

Arte

Design

Shabby chic è un termine coniato dallarivista d’interni “Il Mondo” nel 1980;divenne popolare con la designer ame-ricana Rachel Aswell, che ha fatto na-scere una scuola di pensiero. Shabbysignifica logoro, chic raffinato: shabbychic è uno stile trasandato ma ro-mantico e pratico, che ha comeicone oggetti e mobili consumatidal tempo.Lo shabby è anche una filosofia del re-cupero, oltre che uno stile d’arreda-mento. Il trucco è saper unire il vecchioal nuovo, mescolando sapientementegli oggetti. Tutto deve avere un’aria fre-sca e delicata, che può essere creata uti-lizzando in modo nuovo e con unminimo di restauro vecchi mobili e pic-coli tesori trovati nei mercatini.I mobili con queste lavorazioni sonodefiniti “Decapè”: una tecnica decora-tiva francese che risale all’epoca diLuigi XV, la cui caratteristica è far in-travedere il colore del legno sotto letinte della decorazione. L’obiettivo èdare una nuova funzione a oggetti diuso comune. Ad esempio, la specchieradi un comò importante può esseremessa in bagno sopra a un lavandinosemplice; una vecchia vetrinetta, ridi-

pinta con toni pastello, può trasferirsiin camera da letto, trasformandosi incontenitore le nostre scarpe. La diffe-renza tra lo stile shabby, il coun-try e il provenzale, la fanno icolori.Anche nello stile country il materialepredominante è il legno, ma è trattatocon tonalità più scure, in modo da dareun effetto rustico, mentre nei tessuti pre-valgono i toni del rosso, verde e giallo.Nel provenzale troviamo sempre illegno recuperato e decapato, con toniazzurro e lavanda.Nello shabby il legno è usato al natu-rale o dipinto nelle nuance del biancoavorio e grigio pallido.Pavimenti: rigorosamente di legno. Pa-reti: bianche o avorio. Colori: rosa pol-vere, menta, azzurri grigiastri, verdi,avorio, grigi sbiaditi, bianco, crema esabbia. Tessuti: damaschi sbiaditi, linostropicciato e stoffe di cotone.Per il giardino sono indicati i vecchi og-getti in alluminio o zinco, come innaf-fiatoi e catini, che si trasformano incontenitori per le ortensie.Questo stile si sposa con le grandi casedi campagna, anche se sempre piùusato anche da chi abita in città.

Il problema è che tutto ormai sembraessersi trasformato in shabby chic: lostile provenzale, il nordico, le finestreall’inglese... Spesso chi si vanta di avereuna casa in questo stile, possiede in re-altà mobili comprati nei vari “Merca-toni”, che scoperto il giochinodipingono tutto di bianco.Un oggetto invece per essereshabby, deve avere un’anima, cioèaver già vissuto da qualche altra parte ecomunicare con le sue imperfezioni lasua storia. Tutto ciò che troviamo incantina o dai rigattieri è “vintage” e di-venta shabby nel momento in cui loprendiamo, lo “antichiamo” e gli ri-diamo un’anima. Il resto va chiamatoin un altro modo... Che qui non è“chic” menzionare! Se volete diventare“seguaci” di questo stile, partite alla ri-cerca di grandi divani bianchi o sabbia edi tesori provenienti dai mercatini, comechandelier con gocce di cristallo che scen-deranno dai vostri soffitti creando ele-ganti giochi di luce.Per vedere altri esempi su questo o altri stili:

leonisimona.blogspot.com. Trove-

rete tante immagini, notizie e consigli.

Simona Leoni [email protected]

Lo stile shabby chic trasandato… con gusto

20

Page 21: Numero 55 - Aprile 2011

Dentro il Centro Commerciale Italmarkviale S. Eufemia, 108 - Brescia

I nostri orariLUNEDI dalle 15,00 alle 19,30 / da MARTEDI a SABATO dalle ,00 alle 12,30 - dalle 15,00 alle 19,30

A M P I O P A R C H E G G I O A P O C H I M E T R I D A L N E G O Z I O

sartoria rapida e tradizionalecamerino prova

riparazioni di ogni generecambio fodere - rammendiriparazioni pelli / pellicce

riparazioni tappeti / frange / bordi

LISTINO PREZZIorlo jeans € 7,00orlo classico da € 7,00orli speciali da € 8,00cambio cerniere da € 7,00stringere/allargare da € 8,00accorciare maniche da € 12,00

anche solo servizio di stiratura

lavaggio ad acqua di piumoni

lavaggio piuma d’oca e sterilazzione

lavaggio di capi in pelle/pellicce

lavaggio tendaggi / copridivani / copriletto

lavaggio abiti e tute da lavoro

lavaggio tappeti acqua/secco

lavaggio di

abbigliamento per motociclisti

insieme per un unico servizioLAVANDERIA e SARTORIA CLEAN DRY AND WATER

telefono 030.2357529

ACQUA E SECCO

8

Tanti anni fa, all’inizio dell’attività di lavanderia, una cliente mi chiese se era vero che le piume dei piumoni possono causare allergie. Almomento non seppi rispondere, ma il quesito mi incuriosì e iniziai a cercare informazioni sull’argomento.La cliente in effetti aveva ragione. Il corpo emana calore che tende ad attraversare, per effetto traspirante, le piume o qualsiasi altro capo. Ilcalore, proprio per la capacità isolante delle piume, rimane all’interno, e col tempo si possono sviluppare muffe che possono provocare allergierespiratorie in soggetti particolarmente sensibili come bambini e anziani.Queste informazioni ci hanno fatto profondamente riflettere sul modo di operare e abbiamo deciso che il concetto di sa-nificazione non doveva essere disgiunto dall’attività di lavaggio.Da allora tutto ciò che contiene piuma, indumenti compresi, è lavato con detergenti disinfettanti, per abbattere ogniagente patogeno; viene poi sottoposto a numerosi risciacqui, nell’ultimo dei quali è aggiunto un componente che ha la proprietà di eli-minare totalmente l’acqua dalle piume, così che durante la fase di asciugatura non rimangono perfettamente asciutte e distese e non si im-pacchino le une alle altre. In questo modo si mantiene inalterato negli anni il loro potere isolante.Noi consigliamo anche, durante l’utilizzo, di esporre frequentemente il piumone all’aria.Dopo averlo lavato, se riposto in armadio e quindi al riparo da polvere, al pari di giacconi o altri capi di abbigliamento, suggeriamo di levarlodal sacco di plastica che lo contiene. Deve respirare liberamente.Piccoli suggerimenti che, unitamente al nostro metodo di lavaggio e igienizzazione, prolungano la vita del piumone e dei vostri capi.

Page 22: Numero 55 - Aprile 2011

9Volontariato

Ho immaginato lunghi discorsi egrandi promesse per la presenta-zione dei TEAM GAUSS RDZORMU UNICO1 cat. Elite eTEAM CARRERA GAUSSUNICO1 cat. Allieve ed Esordienti,tenutasi lo scorso 12 marzo al Palacehotel di Desenzano. Invece a illumi-nare tutte le future “volate” di questeprincipesse su due ruote, più diquanto potrei fare io con tutta la miapolvere di stelle, sono state le paroledi Diego Murari: “Qualche tempo fa un medico midisse che non sarei arrivato a Na-tale. Invece sono ancora qui…sono nato il 17 gennaio del 1967 inuna cittadina della provincia ve-neta. Un giorno, inesorabile, lamalattia di cui soffro ormai da treanni, ha spezzato i miei sogni…per parlare brevemente del maleche mi ha colpito e che mina tut-tora la mia esistenza vi dirò soloche con la mia altezza di un metroe ottanta pesavo 35 kg… ora nepeso 50. Ho subito l’asportazionedi un polmone, interessato da

un’infezione rara e gravissima. Ilgiorno successivo è subentrataun’emorragia interna che ha lesio-nato tendini e muscoli. Ho avutotre attacchi d’ischemia cerebraletalmente gravi da provocare lesionial nervo. Secondo i medici è statoun miracolo che non sia rimasto instato vegetativo o cerebroleso.Sono rincasato dalla lunga de-genza ospedaliera affetto da unagrave forma di anoressia che miimpediva di mangiare. Era dura,ho toccato con mano ogni dispera-zione, ogni dolore, ogni enormesofferenza, ma lentamente ho ma-turato la decisione di trovare inmodo diverso per sostenere econo-micamente le spese mediche, cer-cando la disperata forza persopravvivere, sognando semplice-mente di sentirmi ancora vivo euomo. Dopo aver condiviso le mieriflessioni con alcuni amici, l’ideaè stata realizzare una ONLUSdove far convogliare i fondi otte-nuti mediante la vendita di unanuova linea di abbigliamento e

gadget il cui nome è UNICO1... Non solo per avere la concretapossibilità di guarire dallamia malattia, ma soprattuttodi vincere quella mia partitache è la vita”. Lascio a voi, come sempre, tempoe modo di approfondire la cono-scenza di Diego e dei progetti chesi propone di realizzare con l’aiutodi tutti coloro che vorranno essereCuori Vicini. Non ci sono dubbi:per queste principesse su “dueruote”, in particolare Sara C., Ja-smine S., Simona S., CristinaL., Debora V., Erika M., AliceG., Martina M., Ilaria R.,Lucia f., Alessia G., Anna F. eKatia C., iniziare questo lungo ca-lendario di gare, indossando unamaglia portatrice di un messaggiocosì “buono”, non può che esserela strada migliore e più solidale pertagliare il traguardo in modoUNICO!

A tutte, buona volataaa!La vostra Fatina Buona

Unico 1

Fondazione

UNICO1www.unico1.it Tel. 0424511628339.1082481

SOS Animali

Polvere di Stelle

Ben ritrovati! Ricordate Diana, la lupetta a cui abbiamo dedicatol’articolo di Febbraio? Grazie a 15quindici ha finalmente tro-vato famiglia! Inoltre sono arrivate le prime risposte alla raccolta fondi“4 ruote x i Lupi”, finalizzata all’acquisto di un mezzo per l’Unità cinofilaLupi della Valverde - Brescia. Ora l’appello è per il dolcissimo Grass, alquale vorremmo trovare, con il vostro aiuto, una cuccia “alternativa” aquella che, fino a oggi, ha avuto in canile. Il nostro amico a quattro zampe è un esemplare di nove anni, taglia mediae con un lucidissimo manto nero. Le sue caratteristiche ricordano moltoquelle di un cocker. Quando abbiamo scritto che Grass è dolcissimo nonabbiamo esagerato: adora sdraiarsi ed essere coccolato fino allo sfini-mento, anche a costo di vincere la timidezza che prova verso le persone.Dal servizio fotografico, sembra aver capito che qualcosa di nuovo “giranell’aria” e ci auguriamo per lui che questo appello non passi come unventicello di primavera…

S.O.S. AMICI ANIMALI - [email protected]

La primavera di Grass

di [email protected]

Page 23: Numero 55 - Aprile 2011

10AmiciAnimali

Associazione Argo

Nelle edizioni passate 15quindici si è dedicato al pro-blema Green Hill, realtà che ha destato molto cla-more, forse perché a molti sconosciuta o perché sembrastrano che ancora oggi debba esistere la vivisezione.Dato che per ora il caso di Green Hill è in stallo, pen-siamo che far riflettere le persone sia un modo per“ostacolare” l’esistenza di Green Hill e altre realtà si-mili.La vivisezione è adottata non solo per speri-mentare cure, medicine o strumenti operatori,ma anche per testare cosmetici, creme, bagno-schiuma, shampoo, balsami….Per questo fare la spesa può diventare un impegno so-ciale.

Prima di tutto ci dedichiamo ai farmaci.Ci sono medicinali presenti sul mercato da anni. Eccoperché per mal di testa, mal di pancia o dolori muscolariè assurdo comprare nuovi farmaci, che per essere messisul mercato hanno bisogno di essere testati. È vero cheanche i primi in passato sono stati testati, ma il loro ac-quisto non richiede test su altri animali.Il discorso è più semplice per i prodotti per lacura personale: ne esistono alcuni non testatisugli animali. Ci sono infatti aziende che hannoscelto di non testare i propri prodotti.Come fare per riconoscere questi prodotti? È molto fa-cile: basta fare un po’ di attenzione alle etichette e ve-rificare se su di esse c’è il logo della LAV (quipubblicato).Questi prodotti sono ottimi, non hanno nulla da invi-diare agli altri e sono comunque sottoposti a controlli.Certo, passare mezz’ora nel reparto cosmetici non è di-vertente, ma dà grandi soddisfazioni alla nostra co-scienza.

Per avere altre informazioni sulla vivisezionevi consigliamo di consultare montichiaricon-trogreenhill.blogspot.com o il sito della LAV(www.lav.it). Non perdervi la conferenza tenuta dal Dott. Cagno,antivivisezionista molto ferrato in materia, che trovatesul nostro sito internet, nella pagina di questo articolo.

BASTA RIFLETTERE

“Vivisezione: nessuno scopo è così alto da giustificare metodi così indegni” Albert Einstein

23

Page 24: Numero 55 - Aprile 2011

11Cucina

Consigli dello Chef

di C

rist

ian

Sg

ott

i cr

istia

nsgo

tti@

liber

o.it

Orecchiette con le cime di rapaIngredienti per 4 persone: 400 g di orecchiette BIO, 600 g di cime dirapa da coltivazione biologica, 6 filetti di acciuga, 2 spicchi d’aglio, olioextravergine BIO, grana padano BIO.

Procedimento: pulite bene le cime di rapa sotto l’acqua, tagliate le fogliea pezzetti ed eliminate la parte più bianca del gambo; mettetele in pen-tola e portate a ebollizione, salate e fate cuocere per 5 minuti; poi ag-giungete le orecchiette e finite la cottura. Nel frattempo fate scaldarequalche cucchiaio di olio, unite l’aglio tritato e le acciughe e fatele scio-gliere. Scolate cime di rapa e orecchiette e unitele alle acciughe; fatesaltare in padella per insaporire e servite con una spolverata di granagrattugiato.

Orzotto alle verdure al profumo di timoIngredienti per 4 persone: 300 g di orzo perlato BIO, 100 g di carote,100 g di porro, 100 g di zucchine, 50 g di sedano (tutte verdure BIO),5 g di pancetta BIO, brodo vegetale, vino bianco, burro BIO, olio ex-travergine BIO, grana padano BIO, timo fresco, sale, pepe.Procedimento (si tratta di un normale risotto preparato con l’orzo):Tagliate il porro a rondelle, tritate la pancetta, pelate e tagliate a dadinile carote, tritate grossolanamente il sedano, tagliate la parte verde dellezucchine e tagliatela a dadini. Fate rosolare il porro e la pancetta inqualche cucchiaio di olio, unite l’orzo e fate tostare bene; bagnate conun bicchiere di vino bianco e lasciate evaporare; unite il brodo vegetale,le verdure a dadini e continuate la cottura come un normale risotto peralmeno 20 minuti. A fine cottura mantecate con grana e burro, profu-mate con qualche fogliolina di timo, sistemate di sale e pepe e servite.

L’AGRICOLTURA BIOLOGICAIl cibo è un segno della nostra identità. Negli ultimi anni la nostra società ci ha incoraggiato a mangiare in modopiù consapevole, a preferire prodotti biologici e a frequentare i mercati contadini (soprattutto per verdure, uova,carni, formaggi e olio). Anche gli scandali alimentari (come la BSE e la diossina) hanno contribuito a far aumentareil successo dell’agricoltura biologica. Segno del cambiamento è la forte crescita che hanno avuto i GAS (gruppoacquisto solidale), gruppi di persone che in perfetta autonomia acquistano direttamente dai produttori grandiquantità di merce per spuntare il prezzo migliore (quasi ogni paese ha una sede). Il consumatore italiano oggiè molto vicino alla mentalità che si è sviluppata nel nord Europa circa un decennio fa, quella diconsiderare i prodotti biologici buoni, sani, genuini e allo stesso tempo che non danneggino l’am-biente. Una prova di ciò è che, nonostante la crisi economica, il settore bio segna risultati positivi, forte nella cre-scita la vendita dell’olio extravergine bio, delle uova, dei formaggi e del latte.L’agricoltura biologica si basa su principi agronomici che recuperano il meglio della tradizionepassata, coniugandola con le più innovative scoperte tecnologiche, in modo da salvaguardare l’am-biente e il benessere di persone e animali. In sintesi, nell’agricoltura biologica non si possono usare fitofarmaci oconcimi chimici, ma solo fertilizzanti organici; si deve seguire la pratica delle rotazioni colturali e la lotta alle av-versità delle piante è consentita solo con preparati vegetali, minerali o animali e non chimici.

Buon appetito al prossimo numero!Cristian

L’Agriturismo SANGALLO è un’antica cascina coloniale di fine ‘700,

con 8 camere indipendenti, 2 appartamenti, un ristorante con cucina tipica e un parco di ulivi.

E’ possibile degustare o acquistare i nostri prodotti: salumi tipici della zona; olio di oliva; farina di mais integrale;

miele millefiori; carni avicole; pasta fresca e pasta ripiena fatta in casa; verdura e frutta fresca; torte di vario tipo.

Offriamo soggiorni in una struttura unica e caratteristica, con prezzi vantaggiosi, professionalità,

tradizione e massima indipendenza dei nostri ospiti .

…venite a scoprire il nostro ristorante, con piatti all’insegna della cucina tipica, preparati con prodotti naturali.

Agriturismo Sangallo - Via Cogozzo Sotto, 12 – Bedizzole (Bs)

Tel. (+39) 030674965 Fax. (+39) 030675604 - Mobile (+39) 3491478151

Mail: [email protected] - web: www.sangalloagriturismo.it

Page 25: Numero 55 - Aprile 2011

Il 39° fiore di Bach si chiama Rescue Remedy: un rimedio d’emer-genza messo a punto da Bach stesso.Si tratta di una miscela composta da 5 fiori:• Star of Bethlehem, per il trauma, lo shock; • Rock Rose, per il terrore, il panico; • Clematis, per l’incoscienza, la confusione mentale; • Impatiens, per l’ansia;• Cherry Plum, per la paura di perdere il controllo.E’ da portare sempre con sé perché dà calma e conforto nei momenti di stress o shock.Si trova in erboristeria o farmacia sotto forma di gocce o di crema. La posologia è di 4 gocce 4 volte al giorno.

USI GENERALI • Trauma da incidente, da shock; • Forme di ansia e di paura, attacchi di panico; • Mal di mare e mal d’auto, paura di viaggiare in aereo;• Prima di un avvenimento traumatico (operazione chirurgica,

visita a una persona morente, ecc.)• Disperazione acuta dovuta a lutto (assumere ogni due ore); • Durante una convalescenza (4 gocce per 4 volte al giorno); • Aiuto per chi assiste i malati terminali;• Situazioni di crisi familiare;• Attacchi di asma;• Trauma emotivo dovuto a una rottura di relazione

(matrimonio o fidanzamento);

CORPO, MENTE • Prima e dopo estrazioni dentarie o interventi odontoiatrici; • Nervosismo prima di parlare in pubblico; • Malattie della pelle e allergie di origine psicosomatica; • Squilibrio articolazione temporo-mandibolare

dovuta a tensione muscolare, mal di testa;• Nausea;• Prima di fare meditazione;• In caso di senso di svenimento; • Per rilassarsi;• Per rasserenare persone anziane e calmare le tensioni;• Per alleviare la tensione prima di esami o colloqui di lavoro.

BAMBINI • Crisi dei bambini: pianto e irritabilità;• Bambini iperattivi e con temperamento collerico; • Tensione prima di un’iniezione o una visita;• Episodi di enuresi (durante la notte);Se i bambini non riescono a ingerire le gocce strofinare dietro le orecchie

GRAVIDANZA, PARTO, NEONATI • Per donne particolarmente nervose nei giorni che precedono il parto; • Durante la fase iniziale del travaglio; • Dolori e crampi del ciclo mestruale (una decina di gocce diluite in acqua); • Depressione post partum; • Per aiutare il neonato a superare il trauma della nascita (può essere mas-

saggiato sui polsi, sulle tempie o intorno all’ombelico); • Coliche dei bambini (3 gocce in un cucchiaio di acqua tiepida);• Prima vaccinazione di bambini di due mesi: massaggiare sulla zona del-

l’iniezione e poi somministrarlo durante il giorno.

USO ESTERNO• Lividi, contusioni, distorsioni, gonfiori, ferite, tagli

(c’e’ anche la crema Rescue);• Per massaggi in caso di dolori alle giunture e piedi gonfi e dolenti;• Prurito e gonfiore dopo punture d’insetti; • Reazione allergica provocata da creme;• Scottatura all’interno della bocca;• In caso di herpes, bruciature, ascessi.

Il Rescue è un rimedio di emergenza, e come tale vausato. Non può sostituire l’uso quotidiano dei Fiori di Bach.Per ottenere buoni risultati e per essere in salute con la floriterapia,la cosa migliore è assumere i fiori più adatti a noi, personalizzandoliin base alla situazione.

Loredana SavoldiNaturopata

[email protected]

12Salute& Bellezza

Erbario

Malvone

Rescue Remedy:

Agnese Facchini [email protected]

da Radio Live MusicOgni Sabato

dalle 10 alle 11www.radiolivemusic.com

L’Althea rosea appartiene alla famiglia delle Malvaceae. Comunemente conosciuta comemalvone, è ben diversa dalle malve per gli steli semplici, alti e ben ingrossati, nonché per i fiori vistosi.E’ detta anche malvarosa, rosa cinese o rosone; è coltivata nei giardini a scopo ornamentale. Originariadell’Asia, si è acclimata nelle nostre regioni ed è tanto rustica che sovente tende a rinselvatichire perdisseminazione spontanea, soprattutto nelle regioni costiere del Mediterraneo. Si coltivano diverse va-rietà orticole, che differiscono per la taglia e per la conformazione o il colore dei fiori (può variare dalbianco al violaceo). È una specie perenne, che si coltiva come biennale, seminandola nella tarda pri-mavera. È molto frugale e cresce indifferentemente su terreni profondi, fertili e abbastanza freschi,come pure su terreni poveri e superficiali. Del malvone si utilizzano unicamente i fiori, chevanno colti appena sono sbocciati; si scelgono quelli rossicci e di tinte forti, perché più ricchi dimucillagini, di tannino e di alteina. Hanno proprietà diuretiche, emollienti ed espettoranti,analoghe a quelle dell’altea. Utile per rinfrescare l’intestino, per curare la tosse e contro l’irritazioneagli occhi, le emorroidi e l’acne.

Page 26: Numero 55 - Aprile 2011

12Salute

& Bellezza

Finalmente la tanto attesa prima-vera è arrivata! Una delle prime parti delcorpo che si scoprono con l’arrivo della bella sta-gione sono i piedi.. ma dopo un inverno copertida calze, calzettoni, scarpe e scarponi, come sonoora? Questo mese ci preoccuperemo di ripristi-nare la bellezza dei nostri piedi.La primavera è la stagione dei calli: se in tutto l’in-verno si sono fatti sentire poco, con i primi caldici ricordano che ci sono.

Cosa sono i calli e perché si ostinano a ri-formarsi?

Al pari delle vesciche sono una conseguenzaall’attrito di scarpe sbagliate o a errate posi-zioni del piede. Possono essere molto fastidiosie dolorosi; si tratta di una reazione protettivadella pelle alla pressione eccessiva in un deter-minato punto del piede. E’ molto importantenon trascurare un callo, perché continuerà apeggiorare e il dolore aumenterà.Altro problema molto diffuso, i talloni scre-

polati e tagliati. La soluzione, che vi garantirà unimmediato miglioramento, è fare un pediluvio consale per almeno 15 minuti o un impacco con unacrema grassa per i piedi, avvolgendoli nella cartavelina (per costringere la vostra pelle ad assorbiretutte le proprietà benefiche della crema).

Infine, dopo aver parlato di pelle, possiamo dedi-carci alle unghie. E’ importante che siano tagliatebene, altrimenti si rischia che si incarnino provo-cando altri spiacevoli dolori; mentre una buona li-matura evita che si spezzino. Una volta finito ilnostro pedicure, manca solo lo smalto.

Smalti: moda Primavera-Estate Pare che sarà il giallo il colore di punta della sta-gione. Ma anche rosso corallo e fucsia sono moltogettonati: la moda vuole tonalità molto decise esoprattutto colorate… e possiamo abbandonarefinalmente il color tortora (che Dior ha propostoquest’inverno)!

Gessica Rumi [email protected]

Piedi belli, sani… e colorati

Sconto del 10% sul pedicure

A cura degli Spedali Civili

di Brescia

Da queste premesse nasce il Progetto Itaca, un’oc-casione per attivare un percorso di riabilita-zione oncologica in senso globale, tesa non solo almiglioramento della funzionalità d’organo, ma anchedella Qualità della Vita.Il Progetto Itaca vuole unire l’importanza del processoriabilitativo in ambito oncoematologico alla vela che, perle particolari e uniche condizioni in cui viene svolta e glistimoli che offre a tutti i nostri sensi, può fortificare al-cune dimensioni psicologiche appartenenti all’area del“concetto di sé”, parametri psicofisici e favorire un ab-bassamento della soglia del dolore.Il Progetto Itaca si presenta quindi come un interventodi sostegno psicosociale e, come tale, si propone di in-tervenire positivamente sulle strategie di coping per “aiu-tare le persone ad aiutare se stesse”.Il Progetto Itaca è un’iniziativa nata a Brescia, all’internodelle Unità Operative di Oncologia e di Ematologiadell’Ospedale Civile, in stretta collaborazione con l’AILBrescia e alcuni importanti circoli velici del Garda. Tale progetto si propone di attivare percorsi di ap-profondimento delle problematiche della riabil-itazione onco-ematologica, tesa non solo alrecupero della funzionalità d’organo, ma anche e soprat-tutto al miglioramento della qualità di vita dei pazienti.

Itaca rappresenta la meta del viaggio di Ulisse verso lapropria patria, ma è anche metafora della realtà che spessovive chi è affetto da una malattia onco-ematologica.Come Ulisse, i pazienti si trovano ad affrontareun mare aperto, sconosciuto, pieno d’insidie.Durante il viaggio incontrano “nuovi territori” (a volteanche temibili!), ma scoprono anche nuove risorse, vici-nanze e solidarietà. In questa cornice, la navigazione rappresenta un validocontesto del “qui e ora”, in cui ognuno ha l’occasione dimettere alla prova se stesso, prendere decisioni, con-frontarsi con problemi da risolvere e con situazioni im-previste; esegue degli ordini, compie scelte in rapidasequenza. Tutto in vista di un obiettivo comune: arrivareal prossimo porto. Nella composizione dell’e-quipaggio, formato da 2-3 pazienti, un medico,un infermiere e un volontario, oltre ovviamente auno skipper, si tende a riproporre quella situazione che ilcontesto onco-ematologico presenta durante il percorsodi cura, ma in un nuovo ambiente. In questo modo, la barca a vela smette di essere solo unosport e diventa un modo diverso per superare gli ostacoli.Del resto, la vela, come il percorso terapeutico, imponespazi ristretti, necessità di collaborare e di stare insieme…Finché non si ritorna a terra!

Medicina

Benessere

PROGETTO ITACA

EMATOLOGIA ED ONCOLOGIA IN BARCA A VELA

“Oggi non basta prevenire il tumore, scoprirlo, curarlo...È necessario impostare un approccio integrato e multidisciplinare per una proposta terapeuticache deve necessariamente tener conto della riabilitazione”(Loredana Maspes, commissario straordinario dell’Istituto Nazionale Tumori)

“Oggi di tumore si vive e la riabilitazione oncologica ha assunto un valore strategiconell’impostazione terapeutica”(Natale Cascinelli, direttore scientifico dell’Istituto Nazionale dei Tumori)

26

Page 27: Numero 55 - Aprile 2011

Moda& Stile

Moda

Rieccoci care amiche e come promesso...consigli.E’ esplosa la primavera e sono esplosi i colori (finalmente). Delresto c’era da aspettarselo, pensando a cosa si era visto nelle sfi-late… di tutti i colori, nel vero senso della parola. Dominano icolori accesi, addirittura quelli al neon: arancio, giallo lime, fuc-sia, verde smeraldo… con un po’ di fantasia potrete aggiornareil vostro look.Scegliete capi colorati in materiali leggeri, e abbinateli a cotone,jeans, fresco di lana e pelle. Riuscirete a ottenere accostamentiparticolari ma di classe e vi sentirete più che mai chic.

E ora eccovi una classifica dei colori più get-tonati per questa stagione.1. In assoluto il bianco, abbinabile a tutti i colori forti di que-

st’anno. Ma che sia abbagliante e impeccabile. 2. Rosa e rosa corallo, che saranno il must della stagione.3. Arancio, colore flou e molto appariscente, che però è da portare

quando la vostra pelle sarà un po’ più abbronzata… occhio!

4. Blu curacao. Sì, come il liquore…. Ma non comprate la bot-tiglia e scolatela per sapere com’è da vicino il colore!

5. Verde smeraldo. Ricordate però che chi di verde si veste... asua beltà si affida!

Un breve riferimento anche alle fantasie, tassativamente anni’70 o con motivi etnici, tutte in capi di seta, con linee molto mor-bide e tessuti ovviamente di ottima qualità.Tornano anche gli abitini a trapezio come la lettera A, in stileanni Cinquanta e Sessanta... Mai abito nascose meglio qualchechiletto di troppo che non siamo riuscite a smaltire, perciò… benvengano!Per questo mese ci fermiamo qui…

Alla prossima, per parlare di cerimonie e anche di... uomini. ...Naturalmente moda uomo!

Giuseppe Daini

Moda Primavera Estate 2011

13

Page 28: Numero 55 - Aprile 2011

28

14Sport

& Motori

Sport

Se dovessimo giudicare l’All StarGame 2011 di basket come una pa-rentesi della stagione cestistica ita-liana, daremmo un votosicuramente positivo. Lo spetta-colo andato in scena al Forumdi Assago è stato, per moltiversi, degno di nota. La nazio-nale italiana ha steso, a due secondidalla fine, la squadra delle stellestraniere, e si è aggiudicata il trofeovincendo 90 – 88. E questo po-trebbe già bastare: la palla che tra-figge il cesto e determina l’esito delmatch mentre strilla la sirena do-vrebbe appagare anche il pubblicodal palato più fine. Noi, che siamocinici e amiamo la dietrologia, sot-tolineiamo comunque lo strano tra-collo del team guidato da DanPeterson, a pochi minuti dal ter-mine… A parte questo, la palla-canestro nostrana sembraessere abbastanza in forma:Stefano Mancinelli, ala della AJMilano, è stato votato Mvp, titoloampiamente meritato. Buoneanche le prestazioni di alcuni gio-vani, come Alessandro Gentile, Ni-colò Melli e Jeff Viggiano.Probabilmente la squadra di Si-

mone Pianigiani potrebbe tornarea contare qualcosa nel mondo,visto che l’Italia del basket, dallostorico argento ad Atene 2004, èlentamente sparita dalle scene.Certo, le assenze dei recenti feno-meni dei nostri vivai (Bargnani, Beli-nelli) si sono fatte sentire, ma laquestione è quella di sempre:la difficoltà, per gli sport ita-liani (nessuno escluso), di inve-stire con raziocinio sui propriragazzi per avere una nazionale diqualità.Dopo aver assistito alla competizionedelle stelle, un punto è comunquechiaro. L’Italia, per quanto si sforzi,non è l’America. L’All Star Gamedella NBA, fondato nel 1951, è pro-babilmente uno dei momenti topdella stagione. Show itinerante, gio-cato sempre in palazzetti fantasma-gorici (il Fila Forum sembra uncatino in confronto), vanta un ri-chiamo popolare notevole. Certo, gli USA sono famosi per la vo-glia di strafare e per i mezzi tecnicied economici al servizio dello sport,e proprio per questo il confronto èimpari fin dall’inizio. Secondo noi, malgrado lo sforzo

organizzativo, le cose potevano riu-scire meglio. Primo: troppi tempimorti. Anche il momento clou, lagara delle schiacciate (con uno stra-biliante James White, una vera epropria macchina volante), è diven-tato troppo lento e macchinoso. Se-condo: che bisogno c’era di inserireMarco Materazzi (sommerso tral’altro dai fischi del pubblico) nellagiuria? Per una volta il calcio po-teva, e doveva, essere lasciato fuori.E, last but not least, due righe sull’an-chorman della serata: Guido Ba-gatta. Ci chiediamo solo una cosa:perché? Capiamo che il noto pre-sentatore/giornalista/scrittore/tut-tologo abbia studiato negli Statesda giovane, che sia stato uno deiprimi commentatori sportivi sulletv commerciali. Ma, detto in sol-doni, “non si può vedere”! Vuolfare il protagonista quando non selo può permettere, affibbia nomi-gnoli e soprannomi improbabili atutti, cerca di tenere le redini delloshow ma, soprattutto fra i giocatori,nessuno se lo fila. Ecco, dell’inutilesapere multidisciplinare di Guido,per una volta ne avremmo fatto vo-lentieri a meno.

Testo di:

Alessandro Andriolo [email protected]

Fotografie di:

Gerardo Andriolo

All Star Game 2011

ElettrautoGommistaAutoriparazioniCarrozzeriaRicariche climatizzatoriInstallazione GPL e MetanoCentro manutenzione ARVAL

VIA ROSE, 24 - BRESCIA - TEL. 328.4505216

Page 29: Numero 55 - Aprile 2011

Un signore sta percorrendouna strada residenziale,quando vede in un giardinoun bambino che gioca a scac-chi con un cane. Poiché è unfatto alquanto insolito, il si-gnore si ferma a guardare idue che giocano. Dopo cin-que minuti, il cane fa scacco-matto. A quel punto il signore dice: -Lo sai che hai davvero uncane intelligente!- Oh non tanto... questa è laprima volta che vince!

29

15Posta& Comicità

Barzellette

Sul letto di morte, all’ospedale. Lui le tiene la fragile e fredda mano, pregando, con le lacrime agliocchi. Lei muove appena le sue pallide labbra, mentre le parole paiono un lungo sospiro: “Tesoro...”.“Shhh, non dire nulla, devi riposare”. Lei, con voce stanca, insiste: “Amore mio, prima di morire tidevo confessare una cosa...”. “Non c’e’ nulla da confessare, riposa adesso”. “No, no, devo morirein pace con la mia coscienza. Vedi, sono andata a letto con tuo padre, con tuo fratello e col tuo mi-gliore amico”. “Si, lo so...” risponde lui “...per questo ti ho avvelenato”.

Una scimmia sta seduta su un albero e si fauna canna.Una lucertola passa lì sotto, guarda in alto edice:- Ehi! Che stai facendo?La scimmia le dice:- Sto fumando una canna, sali e fatti un tiro!Così la lucertola sale, si siede accanto allascimmia e si fanno un paio di canne.Dopo un po’ la lucertola dice di avere labocca asciutta e va al fiume a bere.La lucertola è così fuori che si sporge troppodalla riva e cade nell’acqua. Un coccodrillovede la scena, nuota fino alla lucertola e laaiuta a raggiungere la riva, poi le chiede:- Ma che stai a fa’?La lucertola gli racconta che è stata su un al-bero a farsi la canne con una scimmia, si èsballata troppo ed è caduta in acqua mentrebeveva.Il coccodrillo, che non vede di buon occhio ilconsumo di droghe, va allora nella giungla,trova l’albero dove la scimmia si sta finendol’ennesima canna e urla:-Hey, tu!…….La scimmia guarda giù e fa:-Da pauuuuraaaa… ma quanta cacchio diacqua hai bevuto?!?

Un carabiniere entra in un bar e ordina: - Uncaffè veloce! Il barista: - E’ già in macchina... - Ah... allora torno fuori!

Mia suocera mi ha detto: “Quanto alla bellezza,tu sei un incrocio tra Raoul Bova e Kevin Costner.Solo che uno dei due non si è fermato allo stop!”

Un avvocato ha appena aperto l’ufficio e si rac-comanda col custode che se viene qualche clientedeve avvisarlo in anticipo. Dopo un po’ suona ilcitofono e il custode: “Avvocato, sta salendo unapersona per voi”. Allora l’avvocato socchiude laporta, si mette dietro la scrivania e fa finta di par-lare al telefono per darsi un certo tono e una certaimportanza. Entra la persona, lui fa segno con lamano di accomodarsi e nel frattempo parla dicause risolte, con un amico immaginario, dilun-gandosi nel discorso per far sentire al “potenzialecliente” di cosa sia capace. Dopo un po’ dice al-l’amico immaginario: “Ora ti devo salutare cheho qui una persona. Ci risentiamo, fammi sapereper quella causa, che aggiusto tutto io...” A questopunto l’avvocato si rivolge alla persona seduta echiede: “Prego, mi dica... in cosa posso esserleutile?!”“Mah, veramente.... io sarei il tecnico deltelefono e sono venuto per collegarle l’apparec-chio....!!”

C’è una lunghissima coda in autostrada. Una persona al volante della sua auto comin-cia a innervosirsi e a un certo punto spazientito abbassa il finestrino e urla a uno chesi sta avvicinando a piedi: “Ma che succede?” “ Un gruppo di terroristi ha preso SilvioBerlusconi in ostaggio e chiede 10 milioni di dollari di riscatto; altrimenti hanno dettoche lo cospargono di benzina e gli danno fuoco! Stiamo facendo una colletta tra tuttigli automobilisti per raccogliere il necessario”. “E quanto avete raccolto fino ad ora?”“500 litri e quattro accendini...”

Bedizzole. Privato vende villa di 380 mq in posizione tranquilla e agevole.Piano terra composto da cucina, soggiorno, 4 camere da letto, 2 bagni,

grande porticato con vista piscina di proprietà.Piano interrato composto da grande taverna, sala cinema, sala giochi, studio, palestra,

bagno, lavanderia, stireria e ripostiglio.Il tutto circondato da 6000 mq di parco piantumato, irrigato e illuminato (anche frazionabile).

Possibilità di ampliamento. Prezzo interessante. 348.6532950

Page 30: Numero 55 - Aprile 2011

30

15Posta

& Comicità

Madame Sìsì

“Sono curiosa… qual è il tuo pensiero su Ruby?” (Delfina)

Sono molto disturbata dalle valanghe di pagine perse per esaltare una realtà che esiste dalla nascitadel mondo… Povera politica! Poveri Uomini! E’ tutto un puttaneopocochic!

“Evviva l’estate, evviva il sole, evviva tutti…” (ale90)

Stupendo! Finalmente qualcuno che vede ilsole con tanta gioia. Complimenti.Continua così… la vita è fantastica. Evviva!

“Il mio amico mi manda una valanga di sms…” (Bella)

Già come ti firmi sei una Diva. Sicuramenteil tuo comportamento scalda la “pentola”…Ahahah! Cambia modo. Cerca l’atteggia-mento dell’amica e non della farfalla. Baciuo.

“Sempre eccitato… con tutti!” (Di-no)

Oh, mio Dio! Che posso fare? Ti consigliouna bella visita e quattro chiacchere sincerecon il tuo medico. Lui sicuramente ti potràaiutare… con calma e senza colpi duri!

“Tra un mese mi sposo. Sono felicissimaaa. Ti vorreialla mia cerimonia…” (Linda85)

Tutti a cantar “W gli Sposi”. Ti ringraziotanto tanto per l’invito ma credo che la miafigura potrebbe sconvolgere la cerimonia. Diomi vuole a seguir la notte in discoteca! Vi aspetto all’Art prima della ritirata… per un brindisi chic!

di M

adam

e Sì

Sì m

adam

e@m

adam

esis

i.com

Amici di 15quindici… Vi aspetto

nella Mia Nuova Disco!

Per Tutti i maggiorenni…

MadameSiSi ARTCLUBMUSICALTHEATRE

Via Mella 4 – Desenzano del Garda0309127285E V V I V A!

Page 31: Numero 55 - Aprile 2011
Page 32: Numero 55 - Aprile 2011