iCordai Anno 5 Numero 6 giugno 2010

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mensile per S. Cristoforo a cura del G.A.P.A. Centro di aggregazione popolare Direttore Responsabile: Riccardo Orioles Anno Quinto n• sei Giugno 2010 U populu diventa poviru e servu quannu ci arrub- banu a lingua ignazio Buttitta Una sfida quotidiana... 7 Turisti in “casa” 7 La riforma della (d)istruzione pubblica 2 Ancora una volta... l’ingiustizia 2 contiene inserto "U populu diventa poviru e servu quannu ci arrubbanu a lingua" Ignazio Buttitta NO ALLA LEGGE BAVAGLIO che toglie a noi italiani il diritto di informare ed essere informati NOI GUARDEREMO! NOI ASCOLTEREMO! NOI PARLEREMO! E RACCONTEREMO!

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iCordai Anno 5 Numero 6 giugno 2010

Transcript of iCordai Anno 5 Numero 6 giugno 2010

mensile per S. Cristoforo a cura del G.A.P.A. Centro di aggregazione popolareDirettore Responsabile: Riccardo Orioles Anno Quinto n• sei Giugno 2010

U populu diventa

poviru e servu

quannu ci arrub-

banu a lingua

ignazio Buttitta

Una sfida quotidiana... 7Turisti in “casa” 7La riforma della (d)istruzione pubblica 2Ancora una volta... l’ingiustizia 2

contiene inserto

"U populu diventa poviru e servuquannu ci arrubbanu a lingua"

Ignazio Buttitta

NO ALLA LEGGE BAVAGLIOche toglie a noi italiani

il diritto di informareed essere informatiNOI GUARDEREMO!NOI ASCOLTEREMO!

NOI PARLEREMO!E RACCONTEREMO!

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La riforma dellascuola tra proteste edibattiti va avanti…

di Miriana Squillaci

Si era aperto con delle grandi prote-ste l'anno scolastico 2009/2010 che

probabilmente si chiuderà allo stessomodo.

La Riforma Gelmini, se così la pos-siamo chiamare, non è proprio riuscitaad andare giù a professori e studenti,che dall'inizio dell'anno, hanno datovita a numerose manifestazioni e pro-teste, creato coordinamenti nazionali eregionali a favore della scuola pubblicae fatto nascere quello che viene defini-to "il popolo dei docenti precari".

Il perché delle proteste ormai lo sap-piamo: 42.000 posti per il personaledocente e 15.000 posti per il personaleATA sono stati tagliati, è stato introdot-to il maestro unico e si è preferito dareincentivi alle scuole private piuttostoche investire nelle scuole pubbliche…

Dentro questo elenco potrebberoentrarci chissà quanti altri "capi d'accu-

sa" contro la riforma e quante storie diprecari e studenti ai quali hanno taglia-to sogni e futuro.

Ma la riforma non si ferma e portacon sé dei cambiamenti sul qualemolto si potrebbe dire.

Si inizia dalla scuola materna doveadesso potranno accedere bambini di 2anni e mezzo. I problemi della scuolamaterna però erano ben diversi. Nonera l'età infatti a preoccupare docenti egenitori ma le lunghe liste d'attesa cheil più delle volte costringono a rivol-gersi a scuole private.

Alle elementari il maestro unico hacreato non poche diatribe ed è statoanche aspramente criticato delleAssociazioni pedagogiche Siped, Sird,Cirse, Siref, secondo le quali "un solomaestro può limitare l'esperienzasocio-affettiva degli alunni, che risultainvece arricchita dall'attuale pluralità difigure.

Ritornare al maestro unico signifi-cherebbe, inoltre, indebolire la prepa-razione specifica dei docenti sui fonda-menti dei diversi saperi, e quindi ren-dere più fragile ed incerta l'alfabetizza-

zione dei nostri allievi.Il tempo pieno è stato però forse il

più controverso. Infatti, benché sul sitodel Ministero della Pubblica istruzione,dell'Università e della Ricerca sia scrit-to che viene confermato il tempo pienonella scuola primaria per 9 mila classicon il quadro orario di 40 ore settima-nali; in realtà si stima che in tutta Italiaoltre 150 mila bambini non potrannofrequentare le elementari con il modu-lo da 40 ore, dovendosi accontentare diquelli a tempo ridotto.

Anche la scuola superiore è statastravolta, cambiano indirizzi e offerteformative, si riducono ore, si introdu-cono nuove materie, si cambiano i pro-grammi (da sottolineare l'assenza dellaResistenza dai programmi dell'ultimohanno di liceo. La Resistenza, graziealla quale nasce la nostra Costituzionee la nostra Repubblica viene inclusasenza citarla tra i capitoli fondatividella storia repubblicana), le fasce dicredito, e chissà quanto altro ancoracambierà dall'inizio del nuovo annoscolastico.

Ma nonostante tutto "la scuola pub-

LA RIfORmA deLLA (d)ISTRUZIONe pUbbLICA

ANCORA UNA VOLTA... L'INGIUSTIZIA di Giovanni Caruso

230.000euro, tanto sono costati gli "Stati generali", organizzati erealizzati dall'Amministrazione Comunale catanese, gui-

data dal "podestà" Raffaele Stancanelli. 230.000 euro per un'iniziativa che vor-rebbe risolvere i tanti problemi di Catania.

Ma di fatto gli "Stati generali" sono stati solo una passerella di politici,imprenditori, esperti e qualche associazione della cosiddetta "società civile"progressista che ha legittimato tale operazione.

E la scuola Andrea Doria?Voi direte cosa c'entra in questo discorso degli "Stati generali" l'Andrea

Doria?Le suore orsoline sono le proprietarie del plesso che ospita l'istituto com-

prensivo "Andrea Doria" di via Cordai, nel quartiere di San Cristoforo, e, dacinque anni, inviano puntualmente verso luglio l'ingiunzione di sfratto permorosità all'Amministrazione Comunale.

Ad oggi il debito del Comune verso le proprietarie è di 123.000 euro, pocopiù della metà di quella somma impiegata per la farsa degli "Stati generali".

Allora ci chiediamo: non è meglio salvare un pezzo dello stato democratico?Un diritto sancito dalla Carta Costituzionale, cioè, il diritto alla formazione

ed istruzione?Un presidio di legalità, assediato da abbandono, degrado e mafie, come la

scuola Doria?Ma evidentemente la Giunta che guida la città non la pensa così; infatti, pre-

ferisce sprecare denari in consulenze clientelari, posteggi scambiatori costruitiper accontentare qualche amico di destra o sinistra e mai utilizzati, piattaformebalneari che servono per favorire aziende compiacenti e giovani catanesi checon le chiappe al sole potranno dire: "ma che bravi i nostri governanti!"

Sì, ma l'Andrea Doria?La domanda l'abbiamo girata al vecchio assessore alle politiche scolastiche,

Arcidiacono, ma non c'è stata risposta.Poi l'abbiamo rivolta al nuovo assessore, la signora Cinquegrana, ma anche

questa tace.Possiamo sempre chiederlo all'opposizione politica (PD), ma chissà se ci

risponderanno, impegnati come sono ad accordarsi con la maggioranza delConsiglio Regionale e Comunale.

Oppure lo possiamo chiedere ad uno del comitato dei "saggi" che si sonoautoproposti di lavorare gratuitamente per il bene di Catania ricevendo il plau-

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blica" non si arrende, parte cosi losciopero degli scrutini indetto dalCOBAS contro i tagli di posti di lavo-ro nel mondo della scuola, il bloccoper tre anni dei contratti, l'allungamen-to dell'età pensionabile e per l'assun-zione a tempo indeterminato dei pre-cari, maggiori investimenti nella scuo-la pubblica, l'annullamento della rifor-ma delle superiori e la restituzione atutti dei diritti sindacali a partire daldiritto di assemblea.

In questa estate che si preannunciadi fuoco, per il mondo della scuola,non ci resta che lottare e sperare che laGelmini faccia un passo indietrorispetto alla distruzione della scuolapubblica che tanto demoralizza stu-denti e docenti.

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so del "podestà" da Stancanelli, come ad esempio, l'illustrissimo, chiarissimoprof. "compagno" Pietro Barcellona, docente di "diritto costituzionale", semprepresente con le sue lettere sul quotidiano "LA SICILIA", a difesa dei "poteriforti" che opprimono Catania.

Certo, non c'è meglio di lui! Per rispondere ai tanti genitori di San Cristoforoche credono, nonostante tutto, che vale la pena alzarsi la mattina per accompa-gnare i figli a scuola, perchè fare questo vuol dire avere una speranza di vita, inun quartiere che a viverlo non ne dà di speranza.

Certo chi meglio di lui può spiegare quali sono i nostri diritti sanciti dallaCostituzione? E se ne ha voglia e coraggio, venga l'8 luglio, in via Cordai 59,sede della scuola media "Andrea Doria", a chiarire a tutti e tutte noi perché unufficiale giudiziario accompagnato dai carabinieri, l'8 luglio chiuderà l'unicascuola media nel quartiere di San Cristoforo.

Se qualcuno di chi amministra questa città vuol rispondere ai genitori, agliinsegnanti, al personale scolastico e ai ragazzini e alle ragazzine... noi ci siamo!

inserto del mensile per S. Cristoforo a cura del G.A.P.A. Centro di aggregazione popolareDirettore Responsabile: Riccardo Orioles Anno Uno n• tre Giugno 2010

esperienza di unnuovo laboratorio digiornalismo

14, 15 e 16 maggio un gruppo deiCordai e dei Piccoli Cordai si é recatoa Rimini al convegno della Rete RadièResch, un'associazione di solidarietàche segue progetti soprattutto nel suddel mondo. Agisce dove c'è bisognod'aiuto. Uno dei loro progetti è il

nostro giornale.Qui si è svolto un importante e

divertente laboratorio di giornalismocon i bambini della rete.

Giocando, ritagliando, incollando,colorando questi bambini si sonoconosciuti e con curiosità e intelligen-za hanno interagito con le attività delconvegno. Con serietà hanno concor-dato le domande da porre agli ospitiche da diverse parti del mondo erano

stati invitati a portare la loro testimo-nianza. Gli hanno posto domandesemplici, a cui ognuno di noi potrebberispondere, ma non banali perché ognirisposta è stata interessante e impor-tante. Hanno scoperto che in Africa sicontano gli anni con le piogge, che inPalestina c'è la guerra e che esiste unpopolo in Sud America, i Mapuche,che combatte senza armi per la propriaidentità.

Divertendosi hanno stretto amiciziae scoperto che anche loro possono rac-contare e dire quello che sentono evogliono con le parole, le immagini el'amicizia.

Un ringraziamento speciale a:Giulia, Samuele, Rebecca, Elena,Paolo, Ludovica, Andrea P., Anna,Chiara, Francesco, Andrea L., la pic-cola Teresa, Federico e Leonardo,nella speranza di poterci rincontrare.

I PICCOLI CORDAI VANNO A RIMINI

Due piccole giorna-liste hanno scrittoquanto segue suquesta esperienza

Giulia e Ludovica

La Re te Rad iè Resch èmolto vecchia .

Al lo ro convegno hannoinvi ta to degl i s t ranier i . Sonovenu t i deg l i o sp i t i che s ich iamano Omar, F lo re eMargot . Nei loro paesi del la

Palest ina, del l 'Afr ica e delSud America c 'è una speciedi guerra .

Ci sono tant i t ipi di guerra ,non solo con le armi.

La guerra è un incubo enon s i deve fare .

Qui abbiamo fat to un labo-ra tor io d i g iorna l i smo condel le ragazze. Noi bambiniabbiamo disegnato uno s t r i -sc ione che è s t a to appesosot to i l palco dove abbiamofat to una piccola conferenza.

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Foto: simone, carmelo, salvo, Martina,Francesca, Jolanda, stefano

Hanno collaborato a questo numero:Francesca, Irenea, Ivana, Nadia, Orazio,

Carlotta, Graziella, Paolo, Martina, Jolanda,

Concetta, Giulia, Vanessa, Michele, Simone,

Carmelo, Salvo, Stefano

iPiccoliCordai vi augurano unabuona estate e un arrivederci inautunno con tante piccole storie etante nuove idee

CIAOOOOOOOO!!!

di Graziella

L'altro giorno siamo andati in giro per il quartiere ed al Castello Ursino. Hofatto foto e poi ho fatto la foto ai miei compagni, e io non c'ero. Ci siamo diver-titi.

I pICCOLI CORdAI ALLA RICeRCAdI STORIe

storia sul cannone del castellodi Michele

Ero con il mio cannone, ero un imperatore.Avevo una principessa tra le manise n'è andata via da me,suo padre mio odiava tanto tanto. Ma gli ho fatto cambiare idea ed è tornata da me Ed eravamo felici e contentiChe scappi de renti.

i fiori del castello Ursinodi Graziella

Questa foto mi fa pensare ad una storia bellissimache mi ha raccontato mia mamma. Questa storiaracconta che tanto tempo fa fiorivano tanti bei fiorinel cortile del castello. In primavera ed in estateerano profumatissimi e coloratissimi, ma in invernocon i primi freddi seccavano. Un giorno, per evita-re questo, la fata dei fiori li trasformò in pietra perrenderli immortali.

i vasi danzantidi Giulia

Giulia incontra tanti vasiche ballano,che la tiranoe le dicono di ballare con loro.

La ragazza con l'ombrellodi Vanessa

Un giorno la ragazza con l'ombrello è andata apasseggio ed è arrivata in un cortile malvagio. Laragazza con l'ombrello aveva dei poteri magici e ipoteri uscivano quando apriva il suo ombrello ec'era una persona che la fissava. Il quartiere aveva:3 case, una macchina, 2 garage, e uno di questiaveva una faccia, cioè: 2 occhi, 1 naso e 1 bocca.

Il garage cattivo era il capo di una banda di per-sone che facevano cose cattive. Il garage fece unsegno e i compari sporcarono l'ambiente, spacciaro-no, fecero scippi ed infine volevano rubare l'om-brello alla ragazza, ma lei aprì l'ombrello e li scon-fisse.

Le piante che si sorreggono da soledi Paolo

In una casa in via Plebiscito c'erano delle pianteche si sorreggevano da sole. Iniziò a diffondersi lanotizia e vennero da tutta la nazione a vedere ilfenomeno paranormale. La persona che stava lìdecise di aprire un business facendo pagare le per-sone che volevano vedere questo fenomeno. Questapersona si arricchì fino a comprarsi 10 Ferrari, 1000paia di scarpe dell'Olviero Martini e 1.000.000 por-tafogli dell'Olviero Martini.

Un giorno questa signora morì per la felicità ditutti quelli che pagavano. Da quel giorno in poi lepersone furono contente perché sapevano che lepiante sarebbero rimaste sospese per sempre.

La vecchia mossi e tutti vissero felici e contenti.

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a cura della 3^C e 3^F dell’I.C. Andrea Doria

Da molti anni si parla di differenzetra Nord e Sud del mondo, assegnandoa queste categorie, significati chevanno aldilà della loro collocazionegeografica.

Nonostante tante volte si sia parlatodi interventi per ridurre le differenze,oggi lo squilibrio si è ulteriormenteaggravato.

Se è vero che nel mondo le risorsesono distribuite in modo disomogeneoè anche vero che nel complesso talirisorse potrebbero soddisfare le neces-sità di tutti i popoli della terra. Quelloche accade è invece un uso assoluta-mente squilibrato di esse: paesi moltoricchi che sprecano risorse indispensa-bili, come l'acqua e paesi che si vedonosottratte le loro ricchezze , anche quel-le necessarie alla sopravvivenza, qualeappunto l'acqua. Si potrebbe parlare ditante altre risorse di cui spesso i paesiindustrializzati, per mezzo delle multi-

nazionali si appropriano: l'oro, l'uranio,i diamanti, il petrolio ecc. che potreb-bero favorire lo sviluppo di molti Statiafricani ed invece, proprio con lo sfrut-tamento disumano della manodoperadegli stessi africani, spesso bambini,vengono portate via.

In particolare, riguardo all'acqua,non si può negare il diritto che tutti gliuomini hanno di poter disporre dellaquantità d'acqua necessaria alla soprav-vivenza: sarebbe come negare lo stessodiritto alla vita! Infatti ogni uomo,donna o bambino ha bisogno di alme-no due litri d'acqua da bere al giorno e40 litri per l'igiene personale e gli usidomestici indispensabili.

Quello che succede, invece, è che neipaesi del Nord industrializzato si con-sumano quantità d'acqua enormementepiù alte (pensiamo allo sciacquone delwater che in un sol colpo esaurisce iquaranta litri; e lasciamo stare tutte le

L'ACqUA, UN bENE INDISPENSAbILE PER LA VITACome vengono distribuite le risorse nel mondo?

Giovedì 20 maggio si è svolta laFesta di Primavera dell'I.C."A. Doria".Quest'anno si è scelta la forma dellagiornata evento, organizzata nei localidella Prima municipalità di via Zurriaa Catania.

Il tempo incerto di questa stagioneha convinto il Comitato organizzatorea cambiare veste ad una festa, chenegli anni, ha offerto a tutte le scuoledella città di mettere in mostra i lorolavori in piazza Duomo o in piazzaUniversità.

Abbiamo pensato di coinvolgere le

associazioni culturali e multietnichedella municipalità per arricchire leproposte culturali e valorizzare lediversità. Nel grande salone conferen-ze di via Zurria sono stati sistemati glistand delle scuole espositrici, maanche delle associazioni: molti i lavoriapprezzati dai visitatori, molti i pro-dotti venduti, il cui ricavato sarà devo-luto, in gran parte, all'UNICEF, moltii visitatori, anche istituzionali e molti iragazzi che si sono esibiti. A partiredagli alunni della Doria, che studianoStrumento musicale, che si sono pro-

vati in vari brani, accompagnati dalcoro della scuola, per proseguire con ilFestival della canzone, che ha visto lapartecipazione di tante istituzioni sco-lastiche. I docenti tutti e le associazio-ni hanno contribuito alla preparazionedel pranzo: uno spettacolo di pietanzecoreografiche, colorate e multietnicheche hanno soddisfatto tutti i gusti.

Il pomeriggio e la serata sono statidedicati alla conclusione del Festivaldelle canzone e ad una rassegna didanze e musiche multietniche chehanno entusiasmato i presenti.

Sicuramente un'esperienza da ripe-tere.

Il tempo piovoso e freddo ha con-fermato l'opportunità della scelta di unluogo coperto. Qualcuno ci ha consi-gliato bene, speriamo che dia consiglialtrettanto buoni a chi deve decideredel destino della Doria e che gli facciaricordare l'importanza di lasciare nelquartiere un Istituto che ha svolto esvolge una grande funzione educativa,di civiltà e di presidio istituzionale diun territorio particolarmente disagiatocom'è San Cristoforo.

FESTA DI PRIMAVERA MULTIETNICA DELL'I.C. "ANDREA DORIA"Quest'anno la tradizionale Festa di primavera cambia veste

lavate di denti con l'acqua del rubinettoche scorre o le docce o le perdite neiguasti della rete di distribuzione degliacquedotti). Mentre in tanti altri luoghi,come stimato dall'Organizzazionemondiale della sanità, non si disponeneanche di 20 litri a persona giornalie-re e spesso le donne sono costrette apercorrere chilometri e chilometri perraggiungere la prima sorgente, doveattingere due secchi d'acqua.

Quanti sono i bambini che muoionoogni giorno per carenza d'acqua, di ali-mentazione, d'igiene? Tantissimi, trop-pi! Non pensate che sia tempo di cam-biare, di fare qualcosa per quei bambi-ni?

Certo la strada da percorrere non può

essere quella della privatizzazione diun bene indispensabile, né tanto menol'appropriazione dell'acqua dei paesidel Sud, da parte di grosse multinazio-nali, che poi la vendono a prezzi altissi-mi.

I miei genitori mi raccontano che,fino a un ventina d'anni fa, l'acqua pota-bile si prendeva dai rubinetti di casa oal massimo dalle fontane, oggi quasitutti la compriamo a prezzi anche millevolte superiori a quelli degli acquedottimunicipali. Il rimedio, peggiore delmale, è stato concepito: privatizzareanche gli acquedotti, così noi paghere-mo di più per consumare o sprecareacqua, ma le società continueranno afare affari sulla vita dei più deboli!

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Il 26 maggio 2010 all'Istitutocomprensivo "Andrea Doria" diCatania, si è concluso il concorsogiornalistico "Cronisti per un gior-no" con l'assegnazione della borsadi studio in memoria di AngeloCaruso, Giornalista. Di fronte aduna platea di giornalisti della, didocenti, di genitori, di alunni-cro-nisti, la famiglia Caruso-Cassia e ilDirigente hanno presentato l'even-to. Al figlio Giovanni Caruso, foto-reporter di grande professionalità eai nipoti è toccato fare emozionaretutti i presenti ricordando la figuradel padre e del nonno, ma sempre ecomunque del Giornalista, apparte-nente a quella categoria di giornali-sti con la "G" maiuscola che è sem-pre stata, e purtroppo lo è ancoraoggi, molto rara. Un esempio diprofessionista della carta stampata,che non si fa piegare dal potere,che va all'assalto della notizia, con

la certezza del diritto-dovere diinformare.Un modello importanteda fornire ai giovani, quei giovaniche si sono impegnati a dare noti-zie, a cercare le testimonianze, leprove. Un modello da ricordaresoprattutto oggi , perché c'è davve-ro bisogno di giornalisti veri, comelui, come Giovanni Caruso, come isuoi collaboratori dei "Cordai" edel G.A.P.A. , volontari che spen-dono il loro tempo per la pluralitàdell'informazione, per i ragazzi diun quartiere che riceve poco dalloStato, che forse perderà anche quelpoco, se è vero che gli voglionoportare via la scuola che da tantotempo opera nel quartiere in modoegregio: l'Istituto comprensivo"Andrea Doria", lo stesso in cuipochi giorni fa è stata vissuta unagiornata di grande valore civile ededucativo. Per la cronaca, la borsadi studio, del valore di 500 € è stata

ASSEGNAZIONE bORSA DI STUDIO ALLA "DORIA"

Siamo arrivati alla fine di quest'an-no scolastico. Fra qualche giornosaremo fuori e avremo concluso unafase della nostra vita: il primo ciclod'istruzione, che come speriamo, sichiuderà con il conseguimento dellaLicenza Media. Usciti da questascuola, ci rimarrà nel cuore un pezzodella nostra vita, che a volte è statafaticosa, a volte noiosa, a volte inte-ressante e qualche volta insopportabi-le. Di quest' anno, però, ci portiamodietro tanti bei momenti speciali.Sembrava dovessimo parlare sempredelle stesse cose: progetto "Il giorna-le a scuola" - Saranno sempre le stes-

se lezioni più o meno difficili da capi-re! Invece no! La bomba ci scoppiatra le mani. La redazione dei "Cordai"del GAPA ci propone il progetto"Libera scuola… Libera stampa" evuole darci una mano a capire comesi fa il giornale, vuole aiutarci a capi-re cosa succede nel nostro quartiere,ed è come se i nostri occhi si aprisse-ro, come se la nostra mente si fosserisvegliata e qualcuno ci ripetessedentro interessa anche te, futuro citta-dino responsabile, qualcosa la puoifare anche tu.

Così ci siamo messi a lavorare, manon era pesante, abbiamo proposto i

temi da affrontare e qualcuno di noiha cominciato ad intervistare ilPreside e il personale A.T.A. e i com-pagni. Qualcuno ha osservato le stra-de rotte, l'acqua che impediva diattraversarle dopo la pioggia, i rifiutiaccumulati, quello che succede a duepassi da noi, ma anche nelle altrecittà, nel mondo: la donazione degliorgani, i terremoti, Internet ecc... Poidecidiamo di parlare di qualcosa chefa male all'anima, che ci fa impazzire:la droga, quella droga che ci rovina lefamiglie, che porta in carcere i nostricompagni di giochi e talvolta di scuo-la, che ci impedisce di camminare

sereni per le strade del nostro quartie-re e non solo.

Ci rimarrà tutto questo, ma cirimarrà la voglia di pensare per direla nostra, ci rimarrete voi del GAPAche ci avete aiutato gratuitamente,amorevolmente, gentilmente, profes-sionalmente…

Grazie di averci aiutato a credere innoi, a credere che qualcosa si puòcambiare… Grazie anche ai nostriinsegnanti, pazienti, ma decisi, seve-ri, ma interessati alla nostra crescita, afarci diventare cittadini consapevoli.

Le redazioni della 3^ C e 3^ Fdell'I.C. "A. Doria"

GRAZIE G.A.P.A.La scuola sta finendo…, ma quest'anno è stato un anno speciale

Concorso giornalistico “Cronisti per un giorno” in memoria di Angelo Caruso, giornalista

vinta da Lorenzo Nicolosi con duearticoli: uno sui vari terremoti chesi sono susseguiti nel mondo nel-l'ultimo anno, a partire da quello inAbruzzo, nel quale si invitavano leautorità preposte a valutare l'impat-to che un eventuale terremotopotrebbe avere per la città diCatania e per il quartiere SanCristoforo, al fine di sollecitarnemisure di prevenzione, e uno sulladroga, in cui si testimoniavano ledifficoltà che i ragazzi del quartie-re affrontano giornalmente per evi-tare di essere assorbiti da un siste-ma di spaccio e consumo ormaimolto diffuso. A consegnare laborsa di studio alla madre del vin-citore è stata la signora Caruso-Cassia, vedova di Angelo Caruso,che ha anche donato una targa

ricordo allo stesso Lorenzo, unamedaglia a tutti gli alunni chehanno partecipato al Concorso, unapergamena ai docenti coinvolti eduna targa al Dirigente scolastico.La Scuola, su proposta delDirigente, ha intitolato ad AngeloCaruso Giornalista la Bibliotecadella sede centrale. La scoperturadella targa sulla porta della Salabiblioteca ha costituito un momen-to di grande commozione per ifamiliari, ma anche per tutti i pre-senti.

A Lorenzo le nostre congratula-zioni e l'augurio di un futuro dagiornalista professionista, cheabbia come modello AngeloCaruso, Giornalista ed uomo digrande valore.

Nerina Platania

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TURISTI IN “CASA”

esperienza di turismoresponsabile a s.cristoforo

di Salvatore Ruggieri

Immaginate casa vostra: una cucinachiassosa dai mille profumi, un

salotto accogliente, tanti curtigghi…Certo un po' di disordine, anche spor-co forse... Immaginate che siate ipadroni di casa, una casa da custodire,curare. Ed immaginate ancora, che lacasa la dobbiate mostrare ad un paren-te molto lontano, raccontandone glianeddoti vissuti, accompagnandolo dauna stanza all'altra attraversando cor-ridoi di cui conoscete ogni centimetrodi mattonella. Immaginate infine chela casa in questione sia il vostro quar-tiere. Fantasia, che dovrebbe essererealtà. Davvero San Cristoforo sareb-be migliore con questo spirito. Unospirito che i ragazzi del GAPAdovranno vivere, durante questi mesiestivi, in cui il quartiere verrà risco-perto, reimmaginato, ritrovato…Un'estate che consegnerà ai ragazzi lechiavi di questa casa-quartiere, affin-ché siano loro a deciderne le sorti.Spazi che verranno ripensati, luoghiche assumeranno di nuovo un senso.Ed ancora progetti ideali, che

Consiglieri Circoscrizionali eComunali non hanno, ne potranno maiimmaginare. Ed infine orgogliosi, maanche un po' imbarazzati per la non-curanza mostrata dagli altri coinquili-ni nei confronti della casa, porterannoa spasso per le sue vie-corridoi gentevenuta da lontano.

Non è una favola, né un'invenzionedel redattore, dovrebbe essere la realtàdi tutti i giorni, di tutti gli abitanti.Non è così, non lo sarà per tantotempo. Ma per questa decina di giova-ni, che si dovranno innamorare delloro quartiere, sarà un'esperienza cheporteranno sempre dietro e che maga-ri trasmetteranno ad altri. Si chiama"Turismo responsabile", un modo perscoprire nuovi luoghi, ma soprattuttofarli scoprire, in una dialettica visitato-re abitante che non sia quella di unasocietà consumistica del mordi efuggi, ma piuttosto uno scambio. Perquesto i ragazzi che parteciperanno allaboratorio, impareranno a conoscere irespiri del quartiere, prima di farliascoltare a persone "estranee".Apprenderanno ad ascoltarlo e a dia-logare con lui, e solo allora saranno ingrado di farlo conoscere, presentarlo.A chi? A dei giovani francesi coetanei,venuti in Sicilia, a cercare di sfiorare escrutarne i suoi profondi misteri.

UNA SfIdA qUOTIdIANA…

essere adolescente asan cristoforo.

di Rosalba Cancelliere

L'adolescenza è un momento diffi-cile per l'essere umano. Segna il

passaggio dalla fanciullezza all'etàadulta. Dalla spensieratezza ai primiproblemi personali e con gli altri.

A San Cristoforo essere adolescentiassume significati più complessi. Ibambini vivono presto difficoltà che licostringono al cambiamento, senzaaspettare di essere più alti e con qual-che forma in più.

Abbiamo chiesto ad alcuni adole-scenti com'è la loro vita quotidiana.Quali sono i loro sogni, il rapporto congli amici, con la droga e con le diffi-coltà che incontrano. Con sorpresascopriamo che amano e difendono ilquartiere dalle critiche di chi lo giudi-ca malfamato pur non conoscendolo.

Orazio e Alessandro sono fieri diabitare a S. Cristoforo e criticano lepersone che mostrano pregiudizi. Lorostudiano e lavorano. Vanno a scuolaper imparare e diventare migliori.Lavorano per mantenere i loro piccolibisogni. "non ci sono possibilità che lavita nel quartiere migliori" dicono,"perché nessuno fa qualcosa di con-

creto, affinché la cose cambino.Alcuni amici vivono il quartiere pren-dendo e dando il peggio, attraverso ladroga e frequentando cattivi compa-gni. La maggior parte di loro sonosballati e se chiediamo perché fannoquesto rispondono che 'farsi le mazze'li aiuta ad affrontare meglio la vita. Lofanno per essere accettati dal gruppodi appartenenza". Loro invece preferi-scono frequentare i ragazzi che vivonoin modo più sano anche il quartiere.

Agata, che non abita a S. Cristoforoma va a scuola qui, è ottimista. "Ilquartiere può cambiare" dice "ma civuole tanta buona volontà. Provare afare ragionare i miei compagni chespesso stazionano agli angoli delle vie,significa scontrarsi con un mondo cheè più grande di noi ed è molto perico-loso".

Rossella vive a Librino ed ogni esta-te va in vacanza dalla nonna, nel quar-tiere di S. Cristoforo. "Vivere qui mi fasentire a mio agio". Frequenta il primoanno alla Lucia Mangano per diventa-re estetista.

"Gli adolescenti non hanno le ideechiare su loro stessi. Per questo moti-vo prendono facilmente strade sba-gliate. Seguono modelli sbagliati e poinon riescono a tornare indietro. È

Misteri che solo dall'interno, e conl'aiuto di chi vive i luoghi possonoessere svelati. Ma turismo responsabi-le, significa anche ridistribuzione soli-dale: per questo la quasi totalità dellespese di viaggio, resteranno nei luo-

ghi visitati, finanzieranno lo sviluppodei territori.

Dunque se durante la calura diLuglio ed Agosto, osservate gentegironzolare per "casa" non allarmatevi,sono solo viaggiatori… responsabili.

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importante, invece, che si confrontinocon modelli positivi, dei quali si pos-sano fidare; che trovino un posto che lifaccia sentire concretamente utili edun ambiente che li accolga; che i geni-tori abbiano fiducia nei loro figli, cosìche i ragazzi si possano confidare dipiù".

Quali sono i sogni di questi ragazzi?Forse per loro è un argomento pocorealistico. Rossella racconta il suoquasi per sbaglio. "Vorrei essere unadottoressa pediatra". Ma forse la pos-sibilità di un guadagno concreto fapassare il sogno in secondo piano.Perdendo di vista il fatto che è l'adole-scenza il tempo giusto per tentare direalizzarlo.

Queste storie gettano una luce diver-sa su S. Cristoforo. Non bisogna peròdimenticare la difficile realtà del quar-tiere, fatta di stenti e prevaricazione,che coinvolge anche famiglie oneste.Un sostegno fondamentale è dato dallascuola che rappresenta un contributoistituzionale alla difesa della legalità.A S. Cristoforo questa scuola eral'Andrea Doria. Le istituzioni hannoperò deciso di chiudere, per motivieconomici, questa struttura, che inventi anni ha contribuito a sostenere lefamiglie nell'educazione non soltantodidattica dei loro figli. Che ha contri-buito a sviluppare un pensiero positivosul quartiere, la vera chiave di un pos-sibile cambiamento.

8 iCordai / Numero Sei

redazione “i Cordai”Direttore responsabile: riccardo oriolesreg. trib. catania 6/10/2006 nº26Via cordai 47, [email protected] - www.associazionegapa.orgtel: 348 1223253

stampato dalla Tipografia Paolo Millauro,

Via Montenero 30, catania

Grafica: Massimo Guglielmino

Foto: Salvo Ruggieri, Paolo Parisi, Luigi Marino

Hanno collaborato a questo numero:G. Caruso, T. Domina, M. Giammusso, P. Parisi,

S. Giardina, R. Cancellieri, M. Squillaci,

S. Ruggieri

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tavola rotonda al23° convegno dellarete radié resch

di Marcella Giammusso

Si è molto discusso dei tanti proble-mi che gravano sul mondo intero

nei tre giorni del convegno svoltosi aRimini dal 14 al 16 maggio 2010,organizzato dall'Associazione di soli-darietà internazionale Rete RadiéResch. La redazione del nostro giorna-le "I Cordai" è stata invitata a parteci-pare e le tre ragazze che hanno presoparte all'incontro, Irenea Privitera,Giusy Guglielmino e MirianaSquillaci, si sono distinte nell'attivitàsvolta con i bambini presenti con lapagina de "I piccoli Cordai", dando unnotevole contributo al convegno.

Inoltre la nostra redazione de "ICordai" ha messo in evidenza la situa-zione di precarietà e di povertà in cuivivono molte famiglie dei quartieriperiferici di Catania e di molte cittàdel Sud Italia. Il racconto che ha fattoGiovanni Caruso sullo sfratto permorosità da parte del comune diCatania dell'unica scuola media nelnostro quartiere, l'Andrea Doria, che siripropone di anno in anno e che paresia in via definitiva ha lasciato sbigot-tita l'assemblea.

I partecipanti al seminario prove-nienti da varie parti del Sud del mondohanno raccontato i disagi sociali e lesofferenze che opprimono le loropopolazioni.

Dai fatti di Rosarno e dalle difficoltàdegli immigrati in Italia, causate dal"Pacchetto Sicurezza", alla dispera-

NUOVe SpeRANZe dI UNA eCONOmIA IN CRISIzione degli abitanti di Haiti, dall'op-pressione dello stato d'Israele sulpopolo Palestinese alle sofferenze delpopolo Mapuche (popolazione cherisiede fra il Cile e l'Argentina), si èfatta una profonda analisi giungendoalla consapevolezza delle responsabi-lità dei governi occidentali e deipotenti del mondo rispetto alla povertàe alla morte per fame di milioni di per-sone.

Un ruolo di primo piano in molti diquesti paesi lo hanno le donne che conla loro forza e la loro sensibilità lotta-no contro le ingiustizie sociali. MargotIrene Collipal Cueaqueo, è coordina-trice locale della Rete Mapuche sullaBiodiversità, organizzazione che rag-gruppa circa 70 comunità Mapucheche lottano per la rivendicazione delleterre e del territorio Mapuche, per ladifesa degli ecosistemi comunitari e labiodiversità in generale. FloreKerehana, proveniente da un villaggiodella Repubblica Centrafricana, hafrequentato la scuola al Centro diPromozione Femminile fino a diven-tare la direttrice della scuola di cucito.Grazie al suo intervento coraggioso edintelligente l'atelier è scampato al sac-cheggio ed alla distruzione che le trup-pe dell'attuale Presidente dellaRepubblica hanno operato a Nord delpaese nel 2003.

Sono stati tre giorni in cui si è vera-mente fatta politica dal basso e doveognuno ha potuto esprimere le proprieidee e le proprie speranze rispetto alleeconomie in crisi che riguardano tutto

il mondo. A tirare le conclusioni delconvegno è stato Francuccio Gesualdi(Coordinatore del Centro NuovoModello di sviluppo), il quale ha riba-dito che ormai il modello capitalisticoè in netta decadenza. È necessario chel'uomo occidentale si renda conto cheil consumismo ha creato povertà neipaesi del Sud del mondo. Inoltre l'uo-mo non ha bisogno di tanti oggettisuperflui che danno solo una soddisfa-zione momentanea. Bisogna usareenergie alternative al petrolio comel'energia eolica o quella solare, per nondistruggere la natura, ma soprattutto èfondamentale che l'uomo restituisca almondo l'importanza dei valori umani,del rispetto della terra e di tutti gliesseri viventi.

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Pari

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