iCordai Anno 2 Numero 2 gennaio 2007

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mensile per S. Cristoforo a cura del G.A.P.A. Centro di aggregazione popolare Direttore Responsabile: Riccardo Orioles Anno Secondo n• due Gennaio 2007 D on Pippo, 75 anni, pensionato di S. Cristoforo, mi mostra l'ultima bolletta dell'acqua SIDRA: "Non avevo mai saputo che Catania c'avi a fognatura", mi dice. Io rispon- do, sempre leggendo la bolletta, che non sapevo dell'esisten- za di un servizio di depurazione. Ma la bolletta parla chiaro "servizio fognatura e depurazione", che determina pratica- mente un raddoppio della bolletta. Secondo i dati di Legambiente, però, oltre l'80% degli utenti catanesi non sono allacciati alla rete fognaria e di depu- razione delle acque reflue. L'aumento è richiesto dalla SIDRA (direttamente parteci- pata e controllata dal Comune) in virtù dell'art.155 inserito dal precedente Governo nazionale nell'ambito del dispositivo normativo "Codice Ambientale", reso esecutivo il 3 aprile del 2006. Si "pretende", come recitato nel comma 1, che "le quote di tariffa riferite ai servizi di pubblica fognatura e di depurazio- ne sono dovute dagli utenti anche nel caso in cui manchino impianti di depurazione o questi siano temporaneamente inattivi"; in più, per tutti (allacciati o meno), ai fini del valo- re tariffario, al comma 4, si aggiunge: " … il volume dell'ac- qua scaricata è determinato in misura pari al cento per cento del volume dell'acqua fornita". Questo servizio fantasma costerà agli utenti in media 150,00 Euro l'anno: tutto a norma di legge, beninteso! La SIDRA comunque è l'unico gestore che nel catanese ha applicato questa normativa, dal momento che Acoset e Acque Carcaci non hanno reso operative queste normative. Don Pippo mi guarda sconsolato raccontando che il pro- blema, soprattutto d'estate, non è lo scarico: "magari potessi scaricare la cassetta del bagno", il problema è il carico: "ci sono giorni che acqua non se ne vede neanche a cercarla col binocolo, e dobbiamo companaggiare la piccola vasca del tetto". A Don Pippo piace il buon vino, come a me d'altronde, e sì, quello saremmo disposti a pagarlo come una bolletta SIDRA! Ma il vino è un'altra storia, dietro c'è il sudore di chi coltiva la vigna e di chi trasforma l'uva. Dai rubinetti invece esce sol- tanto acqua, preziosa, ma che è pur sempre una risorsa natu- rale. Purtroppo ormai l'Oro Blu (come viene chiamata adesso l'acqua) fa appetito a molti e dietro ci sono manovre locali e internazionali per far passare la gestione e il controllo del- l'acqua dal pubblico (che siamo noi!) al privato. Attenzione! la prossima preda, continuando di questo passo, forse sarà l'aria che respiriamo. Toti Domina Quando le donne stanno insieme 6 Ricordo 2 La Befana Antimafia 5 Il P. I. per San Cristoforo 3- 4 foto: Archivio Giovanni Caruso Acqua: a mancu su era vinu!!! Acqua: a mancu su era vinu!!!

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mensile per S. Cristoforo a cura del G.A.P.A. Centro di aggregazione popolareDirettore Responsabile: Riccardo Orioles Anno Secondo n• due Gennaio 2007

Don Pippo, 75 anni, pensionato di S. Cristoforo, mimostra l'ultima bolletta dell'acqua SIDRA: "Non avevo

mai saputo che Catania c'avi a fognatura", mi dice. Io rispon-do, sempre leggendo la bolletta, che non sapevo dell'esisten-za di un servizio di depurazione. Ma la bolletta parla chiaro"servizio fognatura e depurazione", che determina pratica-mente un raddoppio della bolletta.

Secondo i dati di Legambiente, però, oltre l'80% degliutenti catanesi non sono allacciati alla rete fognaria e di depu-razione delle acque reflue.

L'aumento è richiesto dalla SIDRA (direttamente parteci-pata e controllata dal Comune) in virtù dell'art.155 inseritodal precedente Governo nazionale nell'ambito del dispositivonormativo "Codice Ambientale", reso esecutivo il 3 apriledel 2006.

Si "pretende", come recitato nel comma 1, che "le quote ditariffa riferite ai servizi di pubblica fognatura e di depurazio-ne sono dovute dagli utenti anche nel caso in cui manchinoimpianti di depurazione o questi siano temporaneamenteinattivi"; in più, per tutti (allacciati o meno), ai fini del valo-re tariffario, al comma 4, si aggiunge: " … il volume dell'ac-qua scaricata è determinato in misura pari al cento per centodel volume dell'acqua fornita".

Questo servizio fantasma costerà agli utenti in media150,00 Euro l'anno: tutto a norma di legge, beninteso!

La SIDRA comunque è l'unico gestore che nel catanese haapplicato questa normativa, dal momento che Acoset e AcqueCarcaci non hanno reso operative queste normative.

Don Pippo mi guarda sconsolato raccontando che il pro-blema, soprattutto d'estate, non è lo scarico: "magari potessiscaricare la cassetta del bagno", il problema è il carico: "cisono giorni che acqua non se ne vede neanche a cercarla colbinocolo, e dobbiamo companaggiare la piccola vasca deltetto".

A Don Pippo piace il buon vino, come a me d'altronde, e sì,quello saremmo disposti a pagarlo come una bolletta SIDRA!Ma il vino è un'altra storia, dietro c'è il sudore di chi coltivala vigna e di chi trasforma l'uva. Dai rubinetti invece esce sol-tanto acqua, preziosa, ma che è pur sempre una risorsa natu-rale. Purtroppo ormai l'Oro Blu (come viene chiamata adessol'acqua) fa appetito a molti e dietro ci sono manovre locali einternazionali per far passare la gestione e il controllo del-l'acqua dal pubblico (che siamo noi!) al privato.

Attenzione! la prossima preda, continuando di questopasso, forse sarà l'aria che respiriamo.

Toti Domina

Quando le donne stanno insieme 6Ricordo 2 La Befana Antimafia 5Il P. I. per San Cristoforo 3-4

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Acqua: a mancusu eravinu!!!

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2 iCordai / Numero Due

Ricordo quella redazione, del"GIORNALE DEL SUD", che

fremeva piena di entusiasmo, divoglia di "fare".

Ricordo quelle cinque stanze, dove,stretti stavano quegli uomni e quelledonne, che finalmente "facevano gior-nalismo", con la speranza di intaccareil monopolio dell'unico giornale quo-tidiano della nostra città; quotidianoservo della politica mafiosa, quotidia-no servo dell'imprenditoria mafiosa.

Ricordo: il "direttore", GiuseppeFava, che ogni pomeriggio, ogni sera,girava nelle redazioni, parlandoci,insegnandoci, e a volte "incavolando-si".

Ricordo: quel "chilo di tritolo" checi doveva intimorire, ma che non cifece nessuna paura, e continuammoconvinti di essere nel giusto.

Ricordo: come io fotografo ebbi lalibertà di raccontare storie per imma-gini; storie di uomini e donne, storiedi cronaca nera, storie d'ingiustizia,storie che mi "segnarono tutta la vita".

Ricordo: le battaglie combattutecon la penna e le immagini contro imissili "imperialisti" di Comiso.

Ricordo: quei giorni, dove i "padro-ni infami e mafiosi" si misero a cen-surarci perché raccontavamo che lamafia esisteva e che al suo comandoc'erano politici e imprenditori.

Ricordo: il direttore che difese lasua giovane redazione e che per que-sto fu punito con uno squallido tele-gramma di licenziamento.

Ricordo: quei sette gioni di occupa-

zione, le continue assemblee e la bat-taglia perduta con dignità.

Ricordo: il direttore che ci riunì per

risollevare la testa, e fondammo unnuovo giornale "I SICILIANI" e unnuovo modo di fare giornalismo.

Ricordo: la penna di GiuseppeFava, che svegliò, le coscienze deisiciliani per combattere la mafia.

Ricordo: le ultime parole diGiuseppe Fava che denunciava i"legami" fra mafia, politica e impresa,parole, che furono la sua "condanna amorte".

Ricordo: quella sera del 5 gennaiodell'84, quel corpo martoriato dal"piombo mafioso".

Ricordo: il senso della fine, ladisperazione, il pianto.

Ricordo: le squallide calunnie,scritte e dette, come se si volesse ucci-dere una seconda volta quell'uomo,quel giornalista.

Ricordo: la verità, provata e concla-mata, dai "pubblici ministeri" sullavile uccisione di Giuseppe Fava.

E adesso ricordo, per non dimenti-care, e per raccontare a chi non c'era,quei ricordi, scolpiti in quella pietra,che recita:

"QUI È STATO UCCISOGIUSEPPE FAVA

LA MAFIA HA COLPITO CHICON CORAGGIO

L'HA COMBATTUTA, NE HADENUNCIATO LE

CONNIVENZE COL POTEREPOLITICO ED

ECONOMICO, SI È BATTUTOCONTRO

L'ISTALLAZIONE DEI MISSILIGLI STUDENTI DI CATANIA"

Giovanni Caruso

Lo scorso 14 dicembre l'I.C. "A.Vespucci" ha ospitato la Carovana

Antimafia organizzata da Libera, Arcied Avviso Pubblico, che ha chiuso aCatania il suo giro siciliano. I carova-nieri, dopo essere stati accolti nellapiazza del Castello Ursino, sono statiaccompagnati in classe, dove si è gio-cato e discusso di mafia. E poi un len-zuolo bianco steso a terra e tutti attor-no con pennelli e colori a riempirlo didisegni e frasi del tipo "Non si spara","No al pizzo" con un grande "NOISIAMO CONTRO LA MAFIA" alcentro. Il lenzuolo è stato poi riconse-gnato alla carovana per essere portatoin giro negli ultimi incontri nella pro-vincia catanese.

E un viaggio ancora più lontano èstato fatto dal video "La mafia den-tro", realizzato lo scorso anno scola-stico da altri alunni della Vespucci edella Doria con la collaborazione delregista Carlo Lo Giudice alla fine delpercorso di educazione alla legalità

"Donne e mafia" ed arrivato prima aRoma, dove è stato proiettato alCinema Vittoria ad ottobre durante laFesta Internazionale del Cinema, e poia Torino, dove, dopo essere stato sele-zionato per il concorso Sottodiciotto,è stato proiettato lo scorso 27 novem-bre al Cinema Massimo. Alla proie-zione ha assistito con grande emozio-ne una delegazione di alunni catanesiche ha poi partecipato a un dibattitoconfrontandosicon coetanei dialtre città ita-liane.

"La mafiadentro" è unvideoclip dipoco più di treminuti, untempo brevema moltointenso e riccodi numerosescene, che si

susseguono velocemente con unritmo scandito da una musica sincopa-ta, nelle quali gli alunni esprimonocon forme a volte verbali ma soprat-tutto mimiche le loro opinioni sullamafia e su come sconfiggerla. Laforza del video sta proprio nella sceltadel metodo di realizzazione: schermobianco alle spalle, telecamera davantie una serie di domande alle qualirispondere con diverse forme espres-

s i v e .Metodologiache ha permes-so ai ragazzi difar venir fuori iloro sentimentiveri.

Il video puòessere visto suinternet nei sitiwww.icorti.ito p p u r e

www.lpss.unict.it/progetti/legalità.htm.

Lo striscione della carovana e ilvideo "La mafia dentro" sono messag-gi forti e chiari che i ragazzi ci man-dano, quando hanno l'occasione diparlare grazie ai progetti di educazio-ne alla legalità dove sono i protagoni-sti e non solo spettatori. E i ragazziparlano, eccome, ci urlano la loro rab-bia e ci trasmettono la voglia di cam-biamento con il loro tipico entusia-smo. Ma a questo punto, come diceDon Luigi Ciotti, il Presidente nazio-nale di Libera, ricordiamoci che l'en-tusiasmo è dei giovani, ma poi sono igrandi che decidono, fanno le leggi,fanno gli amministratori, i preti, gliinsegnanti, ecc. Quindi non nascon-diamoci dietro l'alibi "lasciamo spazioai giovani perché il futuro è loro", per-ché in realtà il futuro è loro, ma il pre-sente lo decidiamo noi.

Giuseppe Vinci

Per non dimenticare Giuseppe Fava

RICORDO

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3iCordai / Numero Due Piano Integrato San Cristoforo

Per conoscere tutte le sfaccettaturedel Piano Integrato per San

Cristoforo sud, abbiamo intervistatol'Assessore Orazio D'Antoni, a cui èstata affidata dall'Amministrazione ladelega dello stesso. Nato e cresciutoproprio a San Cristoforo, l'Assessoreha risposto alle domande con estremasincerità ideologica, pertanto palesan-do a volte, posizioni contrastanti conquello che è il pensiero della redazio-ne:

Assessore ci faccia il punto dellasituazione. Come procedono i lavo-ri?

Per quanto riguarda i lavori diurbanizzazione primaria, ossia fogna-ture e allacciamenti alla rete, i lavoristanno per procedere su via dellaConcordia, si sono al momento arre-stati perché sotto la pavimentazionedella suddetta via, si è trovati in pre-senza di cavi dell'alta tensione. Sonostati fatti pertanto dei sondaggi e pro-babilmente si procederà scavandolateralmente ed inserendo la condottasotto il livello dei cavi elettrici. I lavo-ri ripartiranno presto. Nel contempo,sono stati appaltati i lavori per unaltro lotto che va da via Barcellona elimitrofe fino in via Cordai. I lavoripartiranno a metà Gennaio.

Per quanto riguarda Piazza DonPuglisi, che verrà estesa e subirà unrestyling, i lavori cominceranno alpiù presto, la zona è stata cantierata,mentre s'attende la firma del contrat-to da parte della società vincitricedell'appalto. Stesso discorso va fattoper la realizzazione dell'area a verdedi via De Lorenzo. Procedono celer-

mente invece i lavori per la pedona-lizzazione di via S. Maria delleSalette. Per quanto riguarda i lavoridi realizzazione della piazza antistan-te l'oratorio, i lavori si sono dovutiarrestare, perché dopo la demolizionedella stragrande maggioranza degl'e-difici, lo sfratto consenziente degliabitanti e il conseguente affidamentodi alloggi a Librino di quest'ultimi,una proprietaria, tra l'altro non resi-dente, s'è opposta. Stiamo dunque

trattando con la proprietaria, perchénon è nostra intenzione intervenirecon uno sgombero coatto dell'arreda-mento, ormai unico "residente" dellacasa.

Assessore, la vicenda però, eviden-zia che dei malumori ci sono stati.Forse bisognava informare mag-giormente e richiedere opinioni aicittadini.

Noi con "Agenda 21 Junior" abbia-mo fatto uno studio che è frutto dellapartecipazione degli studenti, ai qualiè stata richiesta la loro opinione sulPiano.

Dottor D'Antoni, non ci dica peròche ciò è sufficiente.

Magari non lo sarà dal vostropunto di vista, ma dal mio si. La par-tecipazione popolare dunque c'èstata.

Assessore torniamo ai lavori.Perché non s'è puntato sulle peculia-rità del quartiere? San Cristoforo èsorto come quartiere industriale,dove s'è sviluppato un artigianato diquantità, perché il progetto tace inmerito?

Restaureremo alcuni edifici consi-

derati pezzi pregiati d'archeologiaindustriale. Uno tra tutti, strutturaenorme visibile da via AcquicellaPorto, sarà destinata a divenireimpianto sportivo.

Ci riferivamo ad altro. Non al sem-plice recupero di edifici, ma al ripri-stino di attività artigianali.

Gli artigiani tendono a lavorare nelsommerso. Abbiamo spesso provato afar emergere queste belle realtà, maspesso questi lavoratori sono restii

mostrare il lorooperato.

Assessore ilproblema è chec'è una comple-ta disaffezionenelle Istituzioni,si deve prepara-re un cammino.

Ribadisco ilfatto che abbia-mo coinvoltotutti.

Ma è solo unap i c c o l i s s i m aparte di quelpercorso che sic h i a m a"Democraziapartecipata". E'un lavoro che vafatto quotidia-namente. E'quello che ten-tiamo di fare alGapa.

Dobbiamo tutti convincerci chelavoriamo tutti per lo stesso obiettivo.Il percorso di "Democrazia parteci-pata" è stato fatto.

Ma forse ciò non sufficiente.Bisognava fare qualcosa in più. Su10 persone, 9 a San Cristoforo, nonconoscono il progetto in minimaparte.

Se questo non basta, troveremoaltre forme per far conoscere il pro-getto.

A proposito di "partecipazione", igenitori chiedevano la messa in sicu-rezza dei percorsi casa-scuola. Ariguardo cosa ci dice?

Questa idea che mi convince moltodeve essere meglio definita.

Assessore un'ultima domanda.Quando saranno ultimati i lavori perla piazza?

Io credo che i tempi saranno rispet-tati: ossia due anni.

Assessore la ringraziamo per iltempo concessoci e le auguriamouna buona giornata!

Grazie a voi e Arrivederci.

G.A.P.A.

Continuano abbastanza celermente ilavori per il "Piano integrato San

Cristoforo sud". Il quartiere, passo dopopasso, s'appresta a "subire" cambiamen-ti che stravolgeranno, o perlomenomodificheranno vistosamente, quelloche è il suo assetto originario, ne lime-ranno le sue peculiarità! Forse, proba-bilmente, diverrà un quartiere più puli-to, più vivibile, addirittura più bello, madiverrà semplicemente "un" quartiere,un quartiere come tanti ce ne sono ingiro per l'Occidente. Ciò contribuirà alprocesso, già in stato avanzato, di alie-nazione dei suoi abitanti, che di fattosono stati resi pochissimo partecipi delfuturo di San Cristoforo e dunque loro.Rete fognaria, piazze, aree a verde,strutture ad uso sociale, largamenteinseriti nel Piano, sono tutti aspetti chedevono essere presenti in un progetto diriqualificazione e ne rappresentano lasua "fisicità". Questa deve però accom-pagnarsi ad una riqualificazione del tes-suto sociale, a San Cristoforo possibilesolo ripristinando il suo passato indu-strioso, fatto di artigianato! D'altra parte,se l'articolo 1 della Costituzione diceche l'Italia è una Repubblica fondata sullavoro, un motivo ci sarà! Il Piano inte-grato, purtroppo, su questo punto è assailacunoso, anzi diciamo che su quest'a-spetto, non c'ha scommesso proprio!Sfruttando il silenzio dei tanti abitanti,ormai rassegnati e "alienati" da tutto ciòche si discosta dalla sfera privata e per-sonale, s'è fatto quanto si ritenesse giu-sto: indovinando qualcosa e sbagliandotanto altro. E il Piano integrato dunqueè stato fatto: e lo si è fatto in pochi, i soli-ti pochi! Un destino forse ormai segna-to, un Piano che ci consegnerà SanCristoforo, come una bella e raffinatadonna col trucco rifatto, che dopo tantianni di Collegio, senza più cuore eanima, si dimentica chi è e da doveviene!

Salvo Ruggieri

Intervista all’Assessore D’Antoni

IL PIANO “DISINTEGRATO” PER SAN CRISTOFORO

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Come la vediamonoi

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4 iCordai / Numero Due

Continuano i lavori per l'attuazionedel P.I.I. San Cristoforo Sud.

Continuano i dialoghi e gli incontriche la redazione de iCordai da tempocerca di portare avanti con residenti,lavoratori e giovani del quartiere daun lato, e istituzioni dall'altro.

L'intervista all'assessore D'Antoniriportata in queste pagine rappresentauno di questi momenti di confronto.Le parole dell'assessore e le esperien-ze dirette di incontro e coinvolgimen-to dei residenti di San Cristoforo inmerito alle vicende del programmastimolano la curiosità e aprono alcuniinterrogativi e riflessioni che ci piacequi porre all'attenzione non solo del-l'assessore, ma anche di tutti coloro iquali pensano di poter arricchire ilprocesso di costruzione di un futuromigliore per il quartiere.

Un breve articolo della legge 179,(l'art. 16) introduce nel 1992 iProgrammi Integrati di Interventocome strumenti di riqualificazione deltessuto urbanistico, edilizio edambientale di una città. A Cataniaquesto strumento è stato applicatoproprio nel quartiere San Cristoforo.Gli interventi qui proposti vanno dallasistemazione di porzioni della reteviaria e della rete fognaria alla riqua-lificazione di vecchi e nuovi spazipubblici. Tali interventi ci paiononella loro varietà, in certa misura, piùoccasioni puntuali di sistemazione

dello spazio "fisico" che un vero eproprio insieme di interventi sinergiciche possano toccare in profondità lacomplessità delle problematiche -anche tristemente note - del quartiere.

Non vogliamo tuttavia dare un giu-dizio in merito. Non ancora. Ci piaceessere ottimisti e attendere i risultaticoncreti prima di valutare se scelte emodalità di operare nel Programmaabbiano contribuito o meno ad unasvolta. Seguendo però le nostre perce-zioni, nasce in noi la curiosità di capi-re secondo quali logiche e qualiopportunità siano stati decisi gli inter-venti.

Immaginiamo che molto di ciò cheè stato deciso sia dipeso da chi hapreso parte alla formazione del pro-gramma. Molto da chi era più o menoinformato e interessato a prenderneparte e molto da ciò che al momentoè stato ritenuto giusto e opportuno.

In tal senso ci piacerebbe continua-re a discutere con l'assessore su qualie quante difficoltà siano sorte e sisiano incontrate durante la formazio-ne del programma. Quante occasioni"altre" siano state perse o trascurateper strada. Quali e quante alternativesi sarebbero potute scegliere se maga-ri promotori dell'iniziativa, ideatoridei progetti e decisori fossero statiquei cittadini che durante i percorsi dicoinvolgimento e le interviste fattequest'autunno in un percorso speri-

mentale di progettazione partecipatacondotto con la collaborazione del-l'associazione G.A.P.A., ci hanno par-lato del loro desiderio di realizzare"centri per anziani", "laboratori arti-gianali di formazione per i giovanidisoccupati", "percorsi scolasticicasa-scuola sicuri", "parchi" e "picco-li presidi sanitari" in zona… piuttostoche una scuola materna o una stradapedonale. Ci piacerebbe inoltre capirequale possa essere il contributo siner-gico e quale l'effetto positivo offertoal processo di attuazione del program-ma dal "bando di concorso dueProgetti per San Cristoforo", quale lasua compatibilità con un percorso di"partecipazione popolare".

Le nostre curiosità nascono dariflessioni in merito alle vicende delProgramma che traggono origine daalcune convinzioni. La convinzioneche un percorso che possa definirsidemocratico, sia un percorso in cuiper democrazia si debba intendere lacondivisione di un sistema di valoriprima ancora che di un "processo"finalizzato ad assumere collettiva-mente delle decisioni. La convinzioneche per parlare di "partecipazione" sianecessario rivedere le modalità concui si costruiscono le azioni, e dunqueanche piani e programmi. Proprio perquesto ci sembra necessario interro-garci anzitutto sulle modalità con cuiincentivare e implementare il coinvol-

gimento di soggetti e saperi diversi daquelli tecnici e istituzionali e porreparticolare attenzione ai saperiprofondi delle comunità locali.Questo patrimonio di conoscenze epratiche, di tradizioni, consuetudini eabilità che ciascuno possiedono per ilfatto stesso di vivere e "sentire" unquartiere come San Cristoforo posso-no, infatti, a nostro avviso caratteriz-zare ed arricchire un valido incontrotra saperi tecnici e saperi comuni.Incentivare e legittimare un dialogoparitario tra cittadini depositari diquesta ricchezza e istituzioni e tecni-ci.

È questo credo il messaggioprofondo sotteso alle domande diGiovanni e Salvo e la strada da lorosuggerita: cercare una via che consen-ta ai saperi tecnici e professionali diincontrare i saperi comuni; agli arti-giani locali, agli studenti, alle casalin-ghe e ai loro mariti, ai residenti e aifruitori del quartiere un occasione percostruire insieme agli ingegneri e agliarchitetti - che fino ad oggi sono statireferenti esclusivi nei processi di tra-sformazione di città e territorio -nuove dinamiche di azioni realmenteinclusive. Realmente partecipate.

È questo quello di cui ci piacerebbeparlare e raccontarvi nelle edizioniche seguiranno alla presente.

Sebina Caruso

Quali logiche e opportunità dietro gli interventi

UN’ALTRA OCCASIONE MANCATA?

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Piano Integrato San Cristoforo

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5iCordai / Numero Due

Nella Catania avvezza alleconfische, in cui spesso

patrimonio e privatizzazione sifondono contro i principi delbuon senso e del provincialismo,vale bene soffermarsi su una tipo-logia di confisca assai più forte eche merita molta più attenzione diquanto in realtà non venga data:parliamo della confisca ai benidella Mafia. Sempre nella cittàdella disinformazione è facile nonvenire a capo di molti intrecci perdi più se nascosti e impossibili aessere svelati alla popolazione.

Nel giorno della "befana" pres-so la sede del G. A. P. A. (centrodi aggregazione popolare sito inVia Cordai), si è svolta un'assem-blea in cui si è discusso sull'argo-mento a ruota libera, grazie allapartecipazione massiccia didiverse associazioni catanesi,quali: Osservatorio sulla mafia,Fondazione Fava, Itaca,Casablanca Addiopizzo Catania,il GAPA per l'appunto, IqbalMasih, Città Insieme Giovani,Grilli dell'Etna, Libera,Federazione Giovanile ComunistiItaliani Catania e RifondazioneComunista.

Nei panni di Cicerone si è cala-to Giuseppe Cipriani, ex sindaco

di Corleone, che ha delineato lesituazioni di Bagheria, Corleone,Palermo correlandole alla leggesulla confisca dei beni mafiosi."10 anni fa partiva una petizionedi firme che poi diventò legge inParlamento. Quello che ci preme-va maggiormente era sconfiggerela Mafia. Soprattutto la cosa chepiù ci soddisfaceva era la possibi-lità concreta che, consegnare unbene confiscato alla Mafia, avreb-be significato lavoro e soprattuttoper giovani e un tessuto socialeda cui ripartire. Quando parlo dilavoro naturalmente mi riferisco alavoro regolare e non in nero!Oggi la realtà è profondamentediversa. Per fortuna esiste questalegge che tutela ancora questibeni confiscati per far si che nonvengono venduti o affidati aicosiddetti "prestanome" che poifanno di questo bene un utilizzoimproprio addirittura riconse-gnandolo al mafioso di turno.

Voglio precisare che la leggevieta questa vendita a terzi! Ilnostro obiettivo categorico è ilrecupero del territorio. Le cifre dacui preferisco ripartire è che inItalia sono stati confiscati oltre3000 beni anche se 1/3 giaccionosolo a Palermo.

Purtroppo dobbiamo recrimina-re una debolezza da parte dellasocietà civile. Lo Stato è piùdebole del potere mafioso e spes-so si nasconde in un silenzioomertoso che non migliora affattola situazione. Ribadisco che inSicilia a maggior ragione, nonpossiamo perdere certe sfide!"afferma Cipriani. Come suggeri-sce perfettamente l'ex sindaco diCorleone, si deve perseguire que-sto scopo mediante il sacrificiocorale e il coraggio delle istitu-zioni.

Aggiungiamo noi che vannoapprezzati lo spirito e l'impegnodelle associazioni presenti, alcu-ne veterane nel campo, altre dapoco nate, ma che combattonoallo stesso modo il menefreghi-smo della gente offrendo comun-que un servizio degno di nota. Eper il giorno della Befana, tantimeriterebbero molto carbone, perle cose non fatte e per le sceltenon intraprese ma non possiamonon sognare a occhi chiusi e per-mettiamoci di sperare in undomani migliore, senza Mafia econ molta più fiducia nelle istitu-zioni.

Francesco Casicci

Quanto segue fa parte di una corag-giosa mail che Girolamo Giardina inviòai suoi amici il 17 agosto di quest'anno.

Amo la vita nella sua pienezza, amo imiei simili, partecipo ai loro problemi, ailoro drammi, alle loro gioie. Amo intera-gire con essi e identificarmi con quellacollettività che è la comunità umana.

Oggi questa comunità vive un periodostorico drammatico nel quale si nega ognidiritto alla libertà, si attenta alla biosfera,si mette in forse la sopravvivenza dellostesso genere umano. Si sta tentando distrappare il pensiero dalla mente dimiliardi di uomini per farne docili ogget-ti da dominare.

Io vivo queste cose e partecipo di que-sta situazione, anche perché la sperimen-to su me stesso e la vedo calarsi a scon-volgere la vita di quei miei simili con cuisono direttamente in rapporto.

Sono ottimista e ritengo che l'uomoalla fine potrà prevalere sulle forze delladistruzione.

Io al pari di tanti altri sono convintoche il tentativo può avere successo soloattraverso l'unificazione dei singoli in uninsieme collettivo. Il singolo non è nulla,ma l'insieme esprime una forza spavento-sa. Lo scopo è quello di avere un mondoper l'uomo, un mondo in cui sia esclusivol'amore tra gli uomini e dal quale sia ban-dito l'odio, un mondo in cui ciascuno sialibero, e in cui la libertà del singolo sia lagaranzia della libertà di tutti.

Io spero di continuare a percorrereinsieme a voi quella parte della vita che lanatura mi riserva. Spero che l'idea dellapossibilità che il bene cacci via il maleconquisti sempre più persone e che quin-di insieme. noi e tutti gli altri, possiamofare qualcosa per la realizzazione di que-sto fine. Spero che il mio percorso di vitanon vada presto a terminare.

Non ho paura di morire, ma di dispiacedi lasciare il campo delle battaglie per unmondo in cui l'uomo sia finalmente libe-ro ed ovviamente mi dispiace lasciare gliaffetti a me prossimi di familiari, amici,conoscenti colleghi.

Cari amici, mi dispiace infine se con lemie parole vi ho causato della tristezza.

Un caro salutoGirolamo

Girolamo Giardina era un compagno,era un amico.

Se dico era, è perché Girolamo non c'èpiù.

Ma di lui rimangono: le "cose fatte" perla gente, con i suoi ideali, le sue lotte perla giustizia e la libertà. Io non so se dopola morte ci sia l'eternità o il "niente", madi sicuro di Girolamo rimangono i mieipochi ricordi e le sue tracce per sempre.Per tutto questo abbiamo deciso di pub-blicare uno stralcio del suo testamentopolitico.

I beni confiscati alla mafia ritornino alla società civile

LA BEFANA ANTIMAFIA Era un compagno

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Redazione “i Cordai”Direttore Responsabile: Riccardo OriolesReg. Trib. Catania 6/10/2006 nº26Via Cordai 47, [email protected] - www.associazionegapa.orgtel: 348 1223253

Stampato dalla Tipografia Paolo Millauro,Via Montenero 30, CataniaGrafica: Massimo GuglielminoFoto: Ag.Liberaimmagine, Elena Majorana,Gaetano Mirabella, Salvo Ruggieri, ArchivioGiovanni Caruso

Hanno collaborato a questo numero:Salvo Ruggieri, Francesco Casicci, Rita Brancato,Giuseppe Vinci, Sebina Caruso, Paolo Parisi,Marcella Giammusso, Toti Domina, GiovanniCaruso

Èproprio vero, quando le donne siuniscono per creare qualcosa

insieme riescono a farla propriobene!

Così è stato anche per lo spettaco-lo teatrale organizzato e interpretatodalle mamme di alcuni ragazzi chefrequentano il nostro Centro diAggregazione, con la collaborazionedi alcune volontarie del G.A.P.A..

Tutto è nato dalla voglia di una diloro, Elena, di volere realizzare undesiderio che si portava dietro daanni: quello di interpretare il perso-naggio di Cicca Stonchiti nel raccon-to di Nino Martoglio "Civitoti inPretura". Parlando di ciò con le altremamme è nato spontaneamente ungruppo di donne deciso a mettere inscena ed interpretare questa comme-dia.

Clara, una delle volontarie delG.AP.A. ha colto l'occasione e, aven-do già fatto questa esperienza nellascuola dove insegna, ha diretto congrande impegno le prove dello spet-tacolo. Le nostre novelle attrici,costumiste, scenografe e regista:Anna, Cettina, Clara, Elena, ElenaM., Fina, Gloria, Lucia, Rosalia eSalvina, si sono messe al lavoro contanta buona volontà e impegno.

Le prove si svolgevano di sera invia Cordai presso la sede delG.A.P.A., dopo che ognuna di loroaveva "sistemato" i rispettivi mariti e

figli, aver lasciato loro la cena pron-ta o avere ultimato le faccendedomestiche, eccole pronte a studiaree ripetere il copione come delle veree proprie professioniste, con tantaallegria e voglia di stare insieme.

Lo spettacolo, rappresentato il 16dicembre 2006 presso la sede del

G.A.P.A. è stato un vero e propriosuccesso. Le attrici che hanno inter-pretato tutti i ruoli, anche quellimaschili, sono state molto brave espontanee, ma soprattutto si sonodivertite molto. E' stato per tutteanche un modo per potersi incontra-re, confrontarsi e crescere insieme.

E allora, donne di San Cristoforo,visto che l'esperienza teatrale è anda-ta così bene, cosa aspettiamo adorganizzare un'altra iniziativa?

Aspettiamo suggerimenti, propo-ste ed adesioni da parte di tutte.

Marcella Giammusso

Al GAPA “Civitoti in Pretura” tutto al femminile

QUANDO LE DONNE STANNO INSIEME...

Vi siete mai chiesti come funzionel'igiene urbana a Catania?

Grazie alla testimonianza di un ope-ratore ecologico, il signor L. P., daanni dipendente a servizio delComune di Catania, possiamo capirecome funzionano le cose all'internodella stessa organizzazione. L. P. ciracconta di una situazione tragica, diun servizio svolto con superficialità econ mezzi tutt'altro che all'avanguar-dia. La situazione colpisce l'interacittà, dai quartieri "in", a quelli perife-rici; per quest'ultimi però, il fenomenoè ancora più accentuato. Se ci adden-trassimo per le vie di questi rioni,infatti, noteremo subito che non c'ètratto di strada "pulito". Ogni angolo è

pieno di cartacce, rifiuti organici dicane o di gatto, cicche di sigaretta,vestiti vecchi, a volte anche rifiuti spe-ciali come amianto o residui farma-ceutici.

Per fortuna esistono ancora quellesignore di una volta, che puliscono,oltre che alle loro case, la "loro parte"di marciapiede. Il problema, rimanetuttavia irrisolto, anzi "spostato", datoche i cumuli di spazzatura non vengo-no smaltiti, ma spinti un po' oltre l'u-scio di casa.

L'intervistato, ci dice ancora che gliorari di raccolta della spazzatura nonvengono affatto rispettati, e di conse-guenza, ma soprattutto per mancanzadi controlli, anche i cittadini, non sono

educati all'osservanza degli orari. Ilrisultato è che i cassonetti sono pieniin qualsiasi ora del giorno, con conse-guente tanfo pestilenziale. Ma la cosache c'intristisce di più, è la mancatacultura della raccolta differenziata,mai stimolata ed incentivata dalleIstituzioni (forse perché è più conve-niente l'uso degl'inceneritori?); ed èsoprattutto per l'ultimo punto citatoche ogni volta ci ritroviamo davanti acassonetti stracolmi di spazzatura diogni genere e con le campane dellaraccolta differenziata vuote.

Ma parliamo anche dell'organizza-zione interna.

Ci riferisce il sig. L.P. che la societàdi gestione non è mai puntuale nei

pagamenti, sono infatti frequenti gliscioperi da parte degli impiegati; inol-tre, gli straordinari vengono pagati adistanza di anni. "Le attrezzature daimpiegare," dice L.P., "sono a caricodell'impiegato, che deve fornirsi ditutto il materiale utile alla pulituradelle strade e alla propria sicurezza, avolte sborsando soldi di tasca pro-pria".

Noi, così come il nostro operatore,speriamo che in futuro le cose possa-no cambiare in tutto e per tutto, e chetutti, cittadini ed Istituzioni, possanocollabborare per il pieno rispetto dellapropria città e della sua pulizia.

Rita Brancato

Nessun incentivo per la raccolta differenziata a Catania

INTERVISTA AD UN NETTURBINO

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