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La formazione continua e gli interventi finanziati da Fondimpresa I° Rapporto Nazionale di valutazione PARTE TERZA: I RAPPORTI TERRITORIALI GRUPPO DI LAVORO NOMINATIVO E RUOLO BREVE PROFILO PROFESSIONALE Mauro Frisanco, ricercatore senior Economista del lavoro, già professore a contratto presso l’Università degli Studi di Trento, si è occupato a livello locale di attività ricerca- azione in riferimento al contesto socio-economico provinciale, con particolare riferimento alle tematiche delle politiche di valorizzazione e sviluppo del capitale umano. Ha partecipato all’assistenza tecnica fornita al tavolo Interistituzionale nazionale (MIUR, MLPS, Regioni) sui temi della formazione professionale e di certificazione delle competenze. E’ attualmente delegato della PA di Bolzano nel Gruppo Tecnico delle Regioni, nel Coordinamento delle Regioni e nel Comitato Tecnico Nazionale per lo sviluppo e messa a regime del sistema nazionale di certificazione delle competenze (Dgls 13/13 e DM 30/6/15). Giovanni Maria Abbiati, ricercatore junior Attualmente ricercatore presso FBK-IRVAPP (Istituto per la Ricerca Valutativa sulle Politiche Pubbliche di Trento), dove si occupa dei settori di scuola e formazione. Ha ottenuto la laurea specialistica in Sociologia all’Università di Milano-Bicocca nel 2009 e il dottorato in Studi del Lavoro e del Welfare alla Graduate School in Social, Economic and Political Sciences dell’Università di Milano nel 2013. Ha lavorato come consulente esterno per INVALSI (Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema educativo di Istruzione e di formazione) dal 2009 al 2014 su progetti di ricerca relativi alla valutazione degli effetti della formazione in servizio degli insegnanti delle scuole secondarie sugli esiti dei loro studenti. Dal 2013 al 2015 è stato il responsabile di field di un progetto di ricerca nazionale sugli effetti di un corso di formazione-orientamento per studenti delle classi quinte superiori sulle loro scelte educative e lavorative. COORDINATORE DEL GRUPPO DI RICERCA : Mauro Frisanco

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PARTE TERZA: I RAPPORTI TERRITORIALI

GRUPPO DI LAVORO

NOMINATIVO E RUOLO

BREVE PROFILO PROFESSIONALE

Mauro Frisanco, ricercatore senior

Economista del lavoro, già professore a contratto presso l’Università degli Studi di Trento, si è occupato a livello locale di attività ricerca-azione in riferimento al contesto socio-economico provinciale, con particolare riferimento alle tematiche delle politiche di valorizzazione e sviluppo del capitale umano. Ha partecipato all’assistenza tecnica fornita al tavolo Interistituzionale nazionale (MIUR, MLPS, Regioni) sui temi della formazione professionale e di certificazione delle competenze. E’ attualmente delegato della PA di Bolzano nel Gruppo Tecnico delle Regioni, nel Coordinamento delle Regioni e nel Comitato Tecnico Nazionale per lo sviluppo e messa a regime del sistema nazionale di certificazione delle competenze (Dgls 13/13 e DM 30/6/15).

Giovanni Maria Abbiati, ricercatore junior

Attualmente ricercatore presso FBK-IRVAPP (Istituto per la Ricerca Valutativa sulle Politiche Pubbliche di Trento), dove si occupa dei settori di scuola e formazione. Ha ottenuto la laurea specialistica in Sociologia all’Università di Milano-Bicocca nel 2009 e il dottorato in Studi del Lavoro e del Welfare alla Graduate School in Social, Economic and Political Sciences dell’Università di Milano nel 2013. Ha lavorato come consulente esterno per INVALSI (Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema educativo di Istruzione e di formazione) dal 2009 al 2014 su progetti di ricerca relativi alla valutazione degli effetti della formazione in servizio degli insegnanti delle scuole secondarie sugli esiti dei loro studenti. Dal 2013 al 2015 è stato il responsabile di field di un progetto di ricerca nazionale sugli effetti di un corso di formazione-orientamento per studenti delle classi quinte superiori sulle loro scelte educative e lavorative.

COORDINATORE DEL GRUPPO DI RICERCA: Mauro Frisanco

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Il Rapporto Provincia di Trento

INDICE 1. ANALISI DEL CONTESTO PRODUTTIVO 1.1 Lo sfondo macroeconomico 1.2 La partecipazione al mercato del lavoro 1.3 La composizione settoriale dell’occupazione 1.4 La produttività e la dinamica di crescita delle imprese 1.5 Ammortizzatori sociali 1.6 Le previsioni di assunzione: i dati dell’Indagine Excelsior 1.7 Conclusioni 1.8 Abstract 2. LA FORMAZIONE CONTINUA FINANZIATA 2.1 Analisi delle aree di fabbisogno di formazione continua interessate e coperte dalla formazione finanziata con risorse

pubbliche 2.2 Gli strumenti utilizzati 2.3 Conclusioni 2.4 Abstract 3. ANALISI DEGLI SPAZI OPERATIVI DI FONDIMPRESA 3.1 Nota introduttiva sulla metodologia di analisi 3.2 Imprese 3.3 Lavoratori beneficiari 3.4 Formazione erogata 3.5 Penetrazione di Fondimpresa nel tessuto produttivo provinciale 3.6 Conclusioni 3.7 Abstract 4. RICOGNIZIONE DEI FABBISOGNI FORMATIVI “ESPRESSI” INTERCETTATI DA

FONDIMPRESA 4.1 Nota introduttiva 4.2 Ricostruzione dei fabbisogni formativi espressi intercettati da Fondimpresa 4.3 Analisi della rilevanza dei fabbisogni formativi intercettati 4.3.1 Metodologia di indagine 4.3.2 Risultati 4.4 Conclusioni 4.5 Abstract 5. ANALISI DEI FABBISOGNI FORMATIVI “INESPRESSI” E SULLA RILEVANZA DEGLI STESSI

NEI PROCESSI DI RIPOSIZIONAMENTO COMPETITIVO DELLE IMPRESE 5.1 Nota introduttiva 5.2 Analisi dei fabbisogni formativi inespressi 5.2.1 Metodologia di indagine 5.2.2 Risultati 5.2.3 La validazione e certificazione delle competenze nell’esperienza Fondimpresa in Trentino: buona pratica di

integrazione sinergica con le strategie istituzionali 5.3 Conclusioni 5.4 Abstract 6. SINTESI E CONCLUSIONI 6.1 Lo scenario di riferimento, il coinvolgimento del tessuto imprenditoriale e la copertura operativa di Fondimpresa 6.2 Fondi interprofessionali, Fondimpresa e le strategie della Provincia autonoma di Trento 6.3 I fabbisogni delle imprese e lo spazio formativo erogato da Fondimpresa 6.4 La prospettiva, non più rinviabile, della certificazione: il riconoscimento e la messa in trasparenza delle competenze

come leva strategica per la competitività e il sostegno all’innovazione 6.5 La prospettiva, non più rinviabile, della valutazione

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PARTE TERZA: I RAPPORTI TERRITORIALI

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1. ANALISI DEL CONTESTO PRODUTTIVO

1.1 Lo sfondo macroeconomico Le particolari condizioni garantite dallo statuto di autonomia non sembrano aver agevolato

l’economia trentina nel contrastare la generale tendenza al declino che ha caratterizzato l’Italia a partire dalla fine degli anni Novanta e che è stata accelerata dall’insorgere della crisi economica del 2007. Le condizioni di autonomia avrebbero potuto contribuire alla generazione di un differenziale di crescita economica rispetto al resto del Paese e all’adeguamento della struttura produttiva alle nuove condizioni economiche. Tuttavia, se confrontata con quella nazionale e in particolare con quella delle aree maggiormente sviluppate, l’economia trentina sembra, sotto il profilo della crescita, aver sofferto quanto il resto del Paese.

La crescita del PIL ha seguito nell’ultimo decennio un trend analogo a quello registrato nel resto del Paese e specialmente nelle altre regioni del Nord-Est. Osservando l’andamento anno su anno si verifica come la forte contrazione della crescita della ricchezza in Trentino registrata nel biennio 2008-2009 sia stata seguita da una decisa ripresa nel 2010-2011 e quindi da una nuova contrazione nel 2012-2013. Il 2014 ha registrato cenni di ripresa, con il PIL che si è nuovamente attestato intorno a valori pre-crisi: complessivamente, nel periodo compreso tra il 2000 e il 2014, il PIL provinciale ha guadagnato circa 220 milioni di euro.

Figura 1.1 Andamento del PIL provinciale (valori in milioni di euro) a prezzi costanti (2010). Anni 2000-2014

Fonte: Istituto di statistica della Provincia di Trento

Questo andamento del PIL provinciale non è affatto dissimile da quello registrato in media nel

Nord-Est e nel resto del Paese, come riportato nella figura seguente.

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PARTE TERZA: I RAPPORTI TERRITORIALI

Figura 1.2 Dinamica del PIL1 in Trentino, nel Nord-Est e in Italia, 2001-202.

Fonte: Istituto di statistica della Provincia di Trento

Negli anni a cavallo della crisi, l’analisi settoriale del valore aggiunto mostra un andamento positivo

dell’agricoltura, una fase recessiva—pur contenuta rispetto al resto d’Italia—dell’industria in senso stretto, che comunque dà segnali di ripresa a partire dal 2010, una leggera contrazione delle costruzioni specialmente negli ultimi anni, e una sostanziale tenuta del settore dei servizi.

Figura 1.3 Andamento settoriale del valore aggiunto. Anni 1995-2012.

Fonte: Istituto di statistica della Provincia di Trento

A mostrare un andamento inequivocabilmente positivo durante gli anni di crisi sono, invece, le

esportazioni, che presentano in Trentino un andamento simile a quello registrato nel resto d’Italia, e in particolare nel Nord-Est. La propensione ad esportare, misurata dal rapporto tra le esportazioni e il valore aggiunto di agricoltura e industria in senso stretto, passa da livelli inferiori al 60% a metà degli

1 PIL a prezzi concatenati anno (t) su PIL a prezzi concatenati anno (t-1) * 100

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anni Novanta all’82% nel 2012, registrando solo una forte contrazione nel 2009, nel pieno della crisi economica.

Figura 1.4 Propensione ad esportare in Trentino, nel Nord-Est e in Italia. Anni 1995-2012.

Fonte: Istituto di statistica della Provincia di Trento

Come si vedrà nel prossimo paragrafo, ciò che ha veramente contraddistinto l’economia trentina da

quella del resto d’Italia e in particolare da quella delle aree a sviluppo comparabile begli anni della crisi economica è la maggiore tenuta dell’occupazione, che riflette una redistribuzione delle risorse volta a limitare l’impatto della riduzione del prodotto attraverso una riallocazione dei posti di lavoro.

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PARTE TERZA: I RAPPORTI TERRITORIALI

1.2 La partecipazione al mercato del lavoro Nell’ultimo quindicennio la partecipazione al mercato del lavoro provinciale è rimasta pressoché

stabile: il tasso di attività della popolazione di età compresa tra i 15 e i 64 anni ha presentato leggere oscillazioni, decisamente contenute anche nel periodo di crisi economica. Tra il 2007 e il 2013, il tasso di attività è complessivamente aumentato del 2%, come risultato di una sostanziale stabilità del tasso di attività maschile e di un deciso aumento (pari al 6,5%) di quello femminile.

Tabella 1.1 Tassi di attività, di occupazione e disoccupazione totali, maschili e femminili. Anni 2000-2013, PAT. Tasso di attività Tasso di occupazione Tasso di disoccupazione

Tot. M F Tot. M F Tot. M F

2000 65,4 80,5 58,8 63,0 74,8 51,0 5,0 2,7 7,9 2001 63,7 80,5 58,4 61,2 74,1 48,1 5,1 2,0 8,8 2002 65,0 80,2 57,7 62,5 74,8 49,9 5,0 2,1 8,8 2003 64,2 78,7 58,5 62,0 72,4 51,3 3,7 2,0 5,9 2004 66,8 76,7 58,8 64,7 73,7 55,8 3,2 1,9 5,1 2005 67,1 77,1 57,7 64,7 74,5 54,7 3,6 2,4 5,2 2006 66,9 77,2 57,5 64,8 75 54,7 3,1 1,8 4,8 2007 67,9 77,6 58,8 65,8 75,4 56,2 2,9 1,8 4,4 2008 68,4 77,3 60,4 66,2 74,6 57,7 3,3 2,4 4,5 2009 68,4 77,1 60,8 65,9 73,9 58,0 3,5 2,7 4,6 2010 68,1 77,4 60,5 65,2 73,3 57,3 4,3 3,6 5,2 2011 68,2 77,4 60,8 65,1 72,8 57,7 4,5 4,0 5,0 2012 68,8 77,2 62,4 64,6 71,4 58,1 6,1 5,6 6,8 2013 69,2 77,8 62,6 64,7 72,2 57,7 6,6 5,4 7,9

Fonte: Istituto di statistica della Provincia di Trento

In tema di evoluzione del tasso di attività, meritano di essere segnalate le differenze osservate tra le

diverse fasce d’età. I dati medi sulla popolazione risultano, infatti, da un andamento calante nelle classi di età 15-24 e 25-34, da una tendenza pressoché stabile per le fasce d’età centrali (35-44 e 45-54, quest’ultima in lieve aumento negli anni di crisi economica) e da una decisa espansione nella classe di età 55-64. Queste sostanziali differenze tra le classi di età più giovani e più anziane sono dovute a una molteplicità di fattori che, come si vedrà nel seguito, si riflettono in modo ancora più esplicito nell’andamento dei tassi di occupazione e disoccupazione.

Figura 1.5 Tasso di attività per classi di età. Anni 2004-2014, Trentino.

Fonte: Istituto di statistica della Provincia di Trento

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Il Rapporto Provincia di Trento

Rispetto al resto del Paese e alle aree del Nord-Est a sviluppo comparabile si osserva, in Trentino, una maggiore tenuta dell’occupazione durante la crisi (Fig. 1.6). Tra il 2007 e il 2013 il tasso di occupazione dei 15-64enni cala del 5% in Italia e nel Nord-Est. La contrazione è invece molto contenuta (-1,5%) in Trentino, il cui tasso di occupazione, nel 2013, risulta superiore di circa 10 punti percentuali rispetto alla media italiana.

Figura 1.6 Tasso di occupazione in Trentino, nel Nord-Est e in Italia, anni 2005-2013.

Fonte: Istituto di statistica della Provincia di Trento

Anche in questo caso, la buona performance trentina è principalmente dovuta all’aumento

dell’occupazione femminile. Come riportato nella Tabella 1.1, il tasso di occupazione femminile aumenta, infatti, del 3% tra il 2007 e il 2013, compensando in parte la perdita di occupazione degli uomini (-4% nello stesso periodo). Anche in questo caso, però, ciò che maggiormente colpisce è la polarizzazione in funzione della classe di età dei lavoratori. Tra i lavoratori giovani, di età compresa tra i 25 e i 34 anni, si registra una forte flessione del tasso di occupazione, che è passato dall’85% del 2004 al 72% del 2013; al contrario, tra i lavoratori anziani (di età compresa tra i 55 e i 64 anni) riscontriamo, nello stesso arco temporale, un incremento di oltre il 70% del tasso di occupazione, che è passato dalla quota 27% del 2004 al 47% del 2013.

Figura 1.7 Tasso di occupazione giovanile e anziana in Trentino, anni 2004-2014

Fonte: Istituto di statistica della Provincia di Trento

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PARTE TERZA: I RAPPORTI TERRITORIALI

Ad un incremento del tasso di attività e ad una sostanziale stabilità del tasso di occupazione si è

ovviamente accompagnato, anche in Trentino, un andamento crescente del tasso di disoccupazione, che pure si mantiene su livelli decisamente più bassi rispetto alla media del Paese: nel 2013 la disoccupazione raggiunge quota 6,6% in Trentino, 7,7% nel Nord-Est e 12,2% in Italia.

Figura 1.8 Tasso di disoccupazione in Trentino, nel Nord-Est e in Italia, anni 2005-2013

Fonte: Istituto di statistica della Provincia di Trento

Anche in questo caso, a risentire maggiormente della crisi risulta la componente maschile della forza

lavoro (Tab. 1.1). Il tasso di disoccupazione maschile risulta infatti triplicato nel periodo tra il 2007 (1,8%) e il 2013 (5,4%), mentre quello femminile presenta un aumento più contenuto, passando dal 4,4% del 2007 al 7,9% del 2013.

Negli anni di crisi economica la disoccupazione, che pure ha colpito l’intera popolazione, è aumentata soprattutto tra le fasce più giovani della forza lavoro. Il tasso di disoccupazione è, infatti, passato dal 9% del 2007 al 27% nel 2014 tra i giovani di 15-24 anni ed è più che triplicato nella classe d’età 25-34 (dal 3% del 2007 al 10% del 2014). L’aumento è stato decisamente più contenuto nelle fasce adulte e anziane della forza lavoro, che pure partivano da livelli molto contenuti, sostanzialmente frizionali.

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Figura 1.9 Tasso di disoccupazione per classi di età. Anni 2004-2014, Trentino.

Fonte: Istituto di statistica della Provincia di Trento

Le differenze riscontrate nell’evoluzione dei tassi di attività, occupazione e disoccupazione in

funzione della classe di età riflettono, come si diceva, una molteplicità di fattori. Da un lato, nelle classi di età più giovani, sono presumibilmente all’opera, da un lato, la tendenza di ormai lungo periodo all’espansione della scolarizzazione di livello superiore e terziario e, dall’altro, la concentrazione tra i giovani di fenomeni di scoraggiamento indotti dal crescente rischio di disoccupazione. Per i lavoratori più anziani, d’altro canto, sono probabilmente all’opera i progressivi innalzamenti dell’età pensionabile e le politiche per fronteggiare la crisi economica che, in Italia più che altrove, hanno preferito tutelare gli insiders piuttosto che proporre interventi di innovazione e riqualificazione.

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PARTE TERZA: I RAPPORTI TERRITORIALI

1.3 La composizione settoriale dell’occupazione La figura seguente, che riporta l’andamento settoriale del numero di occupati rispetto all’anno base

(2004), evidenzia come, ad aver perso il maggior numero di occupati durante la crisi economica, siano stati i settori primario e secondario. Il numero di occupati nell’agricoltura è diminuito del 20% tra il 2004 e il 2014, mentre l’industria manifatturiera, dopo un decennio di flessione dell’occupazione, si è riportata, nel 2014, al livello del 2004. Il settore delle costruzioni, in espansione negli anni pre-crisi, ha subito un tracollo del numero di occupati a partire dal 2008, fatto salvo un picco positivo nel 2011. Hanno mostrato, invece, un’ottima tenuta i servizi: gli occupati del terziario sono aumentati vistosamente anche negli anni di crisi, fino a raggiungere, nel 2014, quota +20% rispetto al dato del 2004. Fanno eccezione gli occupati del settore turistico che, con un trend oscillatorio, si sono comunque mantenuti intorno a valori simili a quelli del 2004.

Figura 1.10 Variazione percentuale del numero di occupati in Trentino per macrosettore di attività economica, 2004-20142.

Fonte: Istat – Registro statistico Asia-occupazione

La differente capacità settoriale di tenuta di fronte alla crisi economica si è riflessa, naturalmente, in

una variazione dell’incidenza dei settori sull’occupazione complessiva: mentre il peso dei settori primario e secondario è andato progressivamente contraendosi tra il 2004 e il 2014, il settore terziario ha progressivamente acquisito peso, come risultato della progressiva terziarizzazione in corso in tutte le economie avanzate. Naturalmente, come si vedrà nel paragrafo seguente, questo andamento dell’occupazione non è affatto dissimile da quanto rilevato a livello di natalità e mortalità delle imprese.

2 Si veda anche la Tabella 1 in Allegato 2.

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Figura 1.11 Incidenza dei macrosettori sull'occupazione in Trentino, anni 2004-20143.

Fonte: Istat - Registro statistico Asia-occupazione

Come risultato delle tendenze fin qui delineate, nel 2013 l’INPS conta oltre 124.000 lavoratori

dipendenti non agricoli nella provincia di Trento. Come riportato nella figura 1.11, la forza lavoro non agricola è assorbita in larghissima misura dal settore manifatturiero (23%), dal commercio (15%), dai servizi di alloggio e ristorazione e dai servizi alle imprese (in entrambi i casi 13%).

Figura 1.12 Incidenza dei settori sull'occupazione non agricola in Trentino, 20134

Fonte: Osservatorio statistico INPS

3 Si veda la Tabelle 2 in Allegato 2 4 Si veda la Tabella 3 in Allegato 2

Estrazione di minerali 0,66%

Manifattura 22,93%

Produzione energia, acqua e gas

0,15% Costruzioni

9,43%

Commercio 15,20%

Trasporti 7,38%

Servizi di alloggio e

ristorazione 13,07%

Attività finanziarie 4,28%

Servizi alle imprese 13,56%

Istruzione 3,49%

Sanità 5,30%

Altri servizi 4,55%

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PARTE TERZA: I RAPPORTI TERRITORIALI

La tabella seguente riporta la composizione per sesso e qualifica professionale dei lavoratori occupati nei diversi comparti produttivi. Complessivamente, circa il 57% della forza lavoro trentina è composta da uomini, occupati specialmente nell’industria manifatturiera (31%), nelle costruzioni (15%) e nel commercio (14%). Oltre l’85% della componente femminile della forza lavoro risulta, invece, impiegata nel settore terziario: spiccano, in particolare, i servizi di alloggio e ristorazione e i servizi alle imprese(entrambi impiegano il 19% delle donne occupate), il commercio (17%), la sanità (10%) e l’istruzione (7%). È tuttavia degna di nota anche la quota di occupazione femminile nella manifattura (12%). Si noti, però, che le donne impiegate in questo settore si dividono in misura equa tra ruoli operai e impiegatizi; al contrario, tra gli uomini occupati nella manifattura prevalgono le figure operaie (72%). Questo dato, evidente nell’ambito manifatturiero, riflette in realtà una generale prevalenza dei ruoli operai tra gli uomini (62%) e una preponderanza delle figure impiegatizie tra le donne (53%). Si noti, infine, che gli uomini sono impiegati in ruoli intermedi e dirigenziali in misura doppia rispetto alle donne, riflettendo una tendenza non estranea al resto dell’Italia.

Tabella 1.2 Numero di lavoratori in Trentino per qualifica, sesso e sezione ATECO, anno 2013 Operai Impiegati Quadri Dirigenti Apprendisti Altro Totale Maschi

Estrazione di minerali 90,9 8,1 0,4 0,3 0,3 0,0 726 Manifattura 72,9 19,8 2,2 1,2 3,5 0,3 21.758 Produzione energia, acqua e gas 50,5 43,2 4,2 1,7 0,4 0,0 1.300 Costruzioni 82,3 9,8 0,2 0,2 7,5 0,0 10.633 Commercio 43,6 46,5 2,4 0,6 6,9 0,0 9.759 Trasporti 72,5 23,5 2,5 0,5 0,9 0,2 7.354 Servizi di alloggio e ristorazione 88,0 5,8 0,4 0,0 5,8 0,0 6.139 Attività finanziarie 0,0 57,9 37,6 4,0 0,5 0,0 2.842 Servizi alle imprese 35,5 54,0 4,3 1,2 4,6 0,4 6.541 Istruzione 12,2 86,1 0,6 0,5 0,4 0,0 784 Sanità 23,1 74,0 0,7 1,6 0,5 0,0 1.249 Altri servizi 56,9 33,2 3,7 1,3 3,3 1,5 2.201 Totale 63,0 28,2 3,4 0,9 4,3 0,2 71.286

Femmine

Estrazione di minerali 27,9 70,9 0,0 0,0 1,2 0,0 86 Manifattura 49,9 44,6 1,2 0,3 3,6 0,4 6.481 Produzione energia, acqua e gas 1,6 94,6 3,8 0,5 0,0 0,0 185 Costruzioni 5,6 87,9 0,3 0,2 5,9 0,0 977 Commercio 16,9 77,8 0,4 0,0 4,8 0,0 8.957 Trasporti 10,7 83,9 3,5 0,2 1,7 0,1 1.733 Servizi di alloggio e ristorazione 85,6 9,8 0,1 0,0 4,5 0,0 9.951 Attività finanziarie 0,2 83,9 13,7 0,2 1,9 0,0 2.429 Servizi alle imprese 41,2 53,3 0,7 0,1 3,7 0,9 10.156 Istruzione 25,0 74,4 0,2 0,0 0,3 0,0 3.513 Sanità 31,8 66,6 0,1 0,2 1,3 0,0 5.279 Altri servizi 47,2 43,4 0,9 0,1 8,0 0,5 3.398 Totale 41,2 53,5 1,2 0,1 3,7 0,3 53.143

Fonte: Osservatorio statistico INPS

I dati ISTAT rappresentati nella figura 1.13 evidenziano che il 58% dei lavoratori trentini ha età

compresa tra i 30 e i 49 anni; circa il 20% ha meno di 30 anni, mentre il restante 22% ne ha più di 50. Questa struttura anagrafica rimane pressoché invariata nei diversi settori di attività. Gli unici scostamenti dalla media degni di nota riguardano il settore minerario, dove la componente più anziana è più ampia che altrove (42%) a scapito di quella più giovane (4%) e i servizi di alloggio e ristorazione e gli altri servizi pubblici, sociali e personali, dove i “giovanissimi” costituiscono rispettivamente il 34% e il 40% del totale degli occupati.

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La formazione continua e gli interventi finanziati da Fondimpresa I° Rapporto Nazionale di valutazione

Il Rapporto Provincia di Trento

Figura 1.13 Occupati delle imprese trentine per classe di età. Distribuzione percentuale per sezione ATECO. Anno 20135.

Fonte: Istat - Registro statistico Asia-occupazione

5 Tabella 4 in Allegato 2.

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PARTE TERZA: I RAPPORTI TERRITORIALI

1.4 La produttività e la dinamica di crescita delle imprese Negli anni della crisi economica in Trentino si sono registrati una diminuzione consistente del tasso

di natalità delle imprese (passate da quota 7,3% del 2005 a quota 5,8% del 2014) e un parallelo aumento del loro tasso di mortalità, passato dal 5,6% del 2005 al 7% del 2013 ma con segnali di ripresa nel 2014 (6,2%).

Specularmente a quanto già rilevato a proposito dell’occupazione, in un generale quadro di

contrazione del numero di imprese attive, a risentire della crisi sono state soprattutto le aziende del settore primario, agricoltura e manifattura in primis: in entrambi i casi il numero di imprese attive nel contesto provinciale è diminuito del 9% tra il 2009 e il 2014, seguendo un trend di ininterrotta flessione. Affatto trascurabile è la contrazione del numero di imprese attive registrata tra il 2009 e il 2014 nel settore estrattivo (-5%) e delle costruzioni (-7%).

Inversa la tendenza nel settore terziario, che ha visto invece un incremento, talvolta anche ingente,

del numero di imprese attive – segno della progressiva terziarizzazione in corso in tutte le economie avanzate. L’aumento è stato del 32% nella sanità, del 10% nell’istruzione e nei servizi alle imprese e del 12% nelle attività finanziarie; meno marcato, infine, nelle attività legate al turismo: le imprese dei servizi di alloggio e ristorazione sono, infatti, aumentate solo del 3,5%.

Tabella 1.3 Numero di imprese attive in Trentino per sezione ATECO, anni 2009-2014 2009 2010 2011 2012 2013 2014

Agricoltura, caccia e silvicoltura 13.083 12.867 12.596 12.418 11.958 11.784 Estrazione di minerali 85 85 83 82 83 81 Attività manifatturiere 4.115 4.082 4.026 3.910 3.804 3.740 Produzione e distribuzione di energia elettrica, acqua e gas 226 239 168 201 224 249 Costruzioni 7.964 7.980 7.952 7.742 7.614 7.396 Commercio all'ingrosso e al dettaglio 8.778 8.715 8.702 8.610 8.666 8.488 Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni 2.215 2.218 2.212 2.229 2.262 2.229 Servizi di alloggio e di ristorazione 4.381 4.463 4.426 4.417 4.489 4.535 Attività finanziarie 798 813 831 829 864 896 Servizi alle imprese 4.267 4.397 4.514 4.567 4.751 4.721 Istruzione 342 355 358 367 382 377 Sanità e assistenza sociale 131 139 144 149 160 174 Altri servizi pubblici, sociali e personali 2.046 2.067 2.106 2.117 2.140 2.112

Fonte: Infocamere - Movimprese

Ciononostante, la struttura produttiva provinciale continua a mostrare una notevole stabilità. Nel

2013 il Trentino contava 47.397 imprese attive, operanti in larghissima parte nei settori agricolo (25%) e industriale (16% nelle costruzioni e 8% nella manifattura). La restante metà delle imprese trentine opera nel settore terziario: spiccano in particolar modo il commercio (18%), i servizi alle imprese (10%) e quelli legati al turismo (10%). Decisamente minoritarie, nel settore terziario, sono invece le imprese che operano nella finanza (1,8%), nell’istruzione (0,8%) e nella sanità (0,3%).

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Il Rapporto Provincia di Trento

Figura 1.14 Imprese attive in Trentino per sezione ATECO. Anno 2013.

Fonte: Infocamere - Movimprese

In tutti i settori, sono le micro e piccole imprese a trainare l’economia trentina: i dati del Censimento

dell’Industria e dei Servizi, rappresentati nella figura seguente, indicano che nel 2011 oltre il 90% delle imprese attive in Trentino contava meno di dieci dipendenti, e un ulteriore 6% ne contava meno di cinquanta.

Figura 1.15 Imprese del Trentino per classe di addetti. Distribuzione percentuale per sezione ATECO. Anno 20116.

Fonte: Istat - Censimento dell’industria e dei servizi 2011

Questo dato presenta, per altro, minime variazioni rispetto a quello raccolto durante il Censimento del 2001. Le poche medie e grandi imprese presenti sul territorio operano nel settore energetico, nei trasporti e nell’ambito finanziario.

6 Tabella 5 in Allegato 2.

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PARTE TERZA: I RAPPORTI TERRITORIALI

1.5 Ammortizzatori sociali Nel dar conto del contesto produttivo in cui Fondimpresa opera, merita un particolare

approfondimento, specie per il particolare momento di crisi che l’economia trentina e quella italiana più in generale stanno attraversando, il tema del ricorso agli ammortizzatori sociali come strumento per fronteggiare la congiuntura negativa. In particolare, vengono di seguito presentati dati relativi al ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni e al numero di lavoratori in mobilità.

Per quanto riguarda la CIG, la figura sottostante evidenzia come il ricorso a questa misura sia stata nettamente più contenuta in Trentino che nel resto d’Italia. Nonostante vi sia stato un netto incremento del numero di lavoratori cassaintegrati a partire dal 2009, il Trentino presenta sempre valori di poco superiori al 5‰, pari a circa un terzo di quelli osservati nel resto d’Italia e nelle aree a sviluppo comparabile del Nord-Est. Figura 1.16 Ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni in Trentino, nel Nord-Est e in Italia, anni 2005-2013 (Lavoratori equivalenti in cassa

integrazione su occupati totali * 1000)

Fonte: Istituto di statistica della Provincia di Trento

Vale la pena sottolineare che, mentre la crisi è stata fronteggiata nel 2009 soprattutto tramite il

ricorso alla CIGO, negli anni successivi si è fatto più ampio ricorso alla CIGS, secondo modalità simili a quelle registrate nel resto d’Italia. Rispetto alle altre aree del Paese, in Trentino è stato invece minoritario il ricorso alla Cassa Integrazione in Deroga, come riportato nella tabella seguente.

Tabella 1.3 Ricorso alla CIG Ordinaria, Straorinaria e in Deroga in Trentino, in Italia e nel Nord-Est, anni 2005-2013. CIG ORDINARIA CIG STRAORDINARIA CIG IN DEROGA

PAT Nord-Est Italia PAT Nord-Est Italia Trentino Nord-Est Italia

2005 0,6 1,1 2,3 1,7 1,0 1,9 0,0 0,1 0,3 2006 0,5 0,6 1,2 0,9 1,2 2,4 0,1 0,3 0,5 2007 0,2 0,4 0,9 1,0 1,0 1,9 0,0 0,2 0,5 2008 0,6 0,9 1,7 0,7 1,3 1,8 0,0 0,3 0,5 2009 5,6 9,6 11,4 1,3 3,6 4,5 0,3 2,6 2,1 2010 2,0 5,1 6,2 5,3 11,1 10,4 0,4 8,3 6,1 2011 1,4 2,6 3,8 3,6 7,8 8,6 0,3 5,4 4,7 2012 1,8 4,3 6,0 3,9 7,3 7,8 0,3 5,3 4,5 2013 1,3 3,8 6,1 3,7 8,3 9,0 0,1 5,3 3,3

Fonte: Istituto di statistica della Provincia di Trento

Piuttosto contenuto è stato anche il numero di lavoratori inseriti in mobilità, passati dallo 0.9% del

2005 (pari a 2.566 unità) al 2,6% del 2012 (pari a 5.935 lavoratori). Nel 2013 si è registrata una netta contrazione del ricorso alla mobilità, sceso a quota 1,6% (3.203). Pur seguendo trend simili, i lavoratori

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maschi sono stati maggiormente interessati dalla mobilità rispetto alle lavoratrici. In entrambi i casi il picco si è registrato nel 2012, con valori, rispettivamente, del 3% e 2%.

Figura 1.17 Lavoratori in mobilità per sesso, Trentino, anni 2000-2013

Fonte: Istituto di statistica della Provincia di Trento

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PARTE TERZA: I RAPPORTI TERRITORIALI

1.6 Le previsioni di assunzione: i dati dell’Indagine Excelsior I dati del quadro previsionale della domanda di lavoro e dei fabbisogni professionali e formativi

espressi dalle imprese forniti da Excelsior prevedono l’entrata di 15.600 dipendenti nelle imprese operanti in Trentino nell’arco del 2015: di queste, oltre 10.000 sono previste come assunzioni stagionali. Queste 15.600 assunzioni si distribuiscono secondo il settore economico e la classe dimensionale come riportato nella tabella seguente.

Tabella 1.4 Previsioni di assunzione per settore economico e classe dimensionale dell’impresa. Trentino, 2015. Industria Costruzioni Commercio Turismo Altri servizi Totale

1-9 dipendenti 24,35 57,89 42,15 40,47 18,26 33,33 10-49 dipendenti 21,74 21,05 25,62 56,66 25,73 40,32 50 dipendenti + 53,91 21,05 31,40 3,00 56,22 26,35

Totale 1.150 760 1.210 7.660 4.820 15600

Fonte: Excelsior

Benché, come emerso in precedenza, le attività dei servizi legate al turismo abbiano conosciuto una

lieve flessione nel 2014, è proprio in questo settore che Excelsior prevede il maggior numero di assunzioni nel 2015; si consideri, però, che si tratta in larghissima parte (oltre il 96%) di assunzioni stagionali. Seguono poi le altre attività dei servizi, confermando il trend di crescita precedentemente evidenziato. Stupisce positivamente, invece, l’ampia quota di assunzioni previste nel settore industriale e dei servizi per le medie imprese, che pure costituiscono una netta minoranza nel panorama trentino.

Figura 1.18 Previsioni di assunzione per settore economico e titolo di studio. Trentino, 2015

Fonte: Excelsior

Secondo le previsioni di Excelsior, nel 2015 verranno assunti in larga parte (pari al 38%) lavoratori in possesso di diploma o laurea, seguiti da un ulteriore 33% in possesso di qualifica professionale. La percentuale di diplomati e laureati tra i neoassunti sarà particolarmente elevata nei settori del commercio e dell’industria.

Tra le 5.600 assunzioni non stagionali previste, le figure maggiormente richieste (22%) rientrano nel gruppo delle professioni non qualificate; un ulteriore 20% saranno professioni qualificate nelle attività commerciali e nei servizi; circa il 10% di assunzioni riguarderà invece le professioni scientifiche e intellettuali, le professioni tecniche e le professioni esecutive d’ufficio; percentuali simili si rilevano

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anche per quanto riguarda le figure artigiane e i conduttori di impianti. Solo una percentuale irrisoria (0,2%) delle assunzioni riguarderà invece figure dirigenziali.

La tabella seguente riporta le dieci figure professionali più richieste per assunzioni non stagionali. Se da un lato le professioni non qualificate sono le più richieste, dall’altro esse sono affiancate da un ampio numero di professioni altamente qualificate che operano nei servizi, nell’industria e nella ricerca, elemento che rassicura circa la capacità dell’economia trentina di far fronte alla crisi puntando tanto su settori tradizionali quanto su quelli emergenti.

Tabella 1.5 Previsioni di assunzione non stagionale: le dieci professioni più richieste. Trentino, 2015 N assunzioni previste

Professioni non qualificate nel commercio e nei servizi 1170 Artigiani e operai specializzati in industria estrattiva e in edilizia 480 Professioni qualificate nelle attività commerciali 470 Impiegati alle funzioni di segreteria e alle macchine da ufficio 370 Professioni qualificate nelle attività ricettive e della ristorazione 360 Conduttori di veicoli, di macchinari mobili e di sollevamento 350 Specialisti della formazione e della ricerca 260 Professioni tecniche in attività amministrative finanziarie e commerciali 260 Artigiani e operai specializzati in metalmeccanica ed elettronica 260 Professioni tecniche in campo scientifico, ingegneristico e produttivo 190

Fonte: Excelsior

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PARTE TERZA: I RAPPORTI TERRITORIALI

1.7 Conclusioni I dati fin qui presentati evidenziano come la provincia di Trento abbia sofferto la crisi economica

almeno quanto le aree del Nord-Est, a sviluppo comparabile. Gli elementi che hanno invece contraddistinto il Trentino rispetto al resto dell’Italia sono la buona tenuta dell’occupazione e un contenuto aumento della disoccupazione: a conferma di questo dato, anche il ricorso ad ammortizzatori sociali quali la Cassa Integrazione Guadagni o la mobilità è stato molto più contenuto in Trentino che altrove. Sebbene su livelli più bassi rispetto al resto del Paese, a risentire maggiormente della crisi è stata la fascia più giovane della forza lavoro; al contrario, le buone performance trentine sono in larga parte da attribuire alla componente femminile.

Dal punto di vista settoriale, a risentire maggiormente della crisi sono stati soprattutto i comparti produttivi dei settori primario e secondario, sia dal punto di vista della perdita di posti di lavoro, che da quello della progressiva riduzione del numero di imprese attive. Al contrario, il settore terziario ha mostrato una buona capacità di tenuta, con la parziale eccezione delle attività legate al turismo, che hanno presentato un andamento maggiormente altalenante.

Ciononostante, i dati sulle previsioni di assunzione per il 2015, forniti da Excelsior, rassicurano sulla capacità di questi settori di uscire dalla crisi: è nel settore turistico che si prevede il maggior numero di assunzioni per l’anno in corso, anche se prevalentemente di carattere stagionale, ma a queste si affianca un’ingente quota di assunzioni previste per le figure professionali maggiormente qualificate nel settore industriale, così come anche nel campo della ricerca.

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1.8 Abstract Nonostante le particolari condizioni garantite dalla condizione di autonomia, l’economia trentina ha

conosciuto un periodo recessivo analogo a quello riscontrato nelle altre regioni d’Italia. Tuttavia, i dati presentati in questo capitolo evidenziano una maggiore tenuta dell’occupazione, cui ha contribuito specialmente la componente femminile della forza lavoro. In Trentino si è registrata anche una minore incidenza della disoccupazione, specie rispetto alla aree del Nord-Est a sviluppo comparabile, benché tra i giovani si riscontrino valori elevati, specchio di tendenze in atto anche nel resto d’Italia.

A risentire maggiormente della crisi economica sono stati i settori primario e secondario; tuttavia, le previsioni di assunzione per il 2015 indicano buoni segnali di ripresa.

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PARTE TERZA: I RAPPORTI TERRITORIALI

2. LA FORMAZIONE CONTINUA FINANZIATA

2.1 Analisi delle aree di fabbisogno di formazione continua interessate e coperte dalla formazione finanziata con risorse pubbliche

In riferimento al contesto più generale dei fabbisogni e degli interventi di formazione attuati in provincia di Trento, il Rapporto7 Annuale di Esecuzione anno 2013 mostra un ulteriore importante avanzamento dell’attuazione del Programma operativo FSE, che è giunto ad un impegno complessivo nell’intero periodo considerato pari ad euro 248.315.760,31, corrispondenti al 114,29% delle risorse previste per l’intera programmazione. I pagamenti complessivi effettuati ammontano a euro 193.146.077,14, arrivando ad un’efficienza realizzativa pari al 88,90%.

Nel 2013 sono stati impegnati euro 27.739.181,34, pari al 12,77% del totale programmato. I pagamenti dell’anno ammontano a euro 41.364.968,78.

Nel 2013 il Programma si è concentrato principalmente sulle seguenti linee di intervento:

- interventi di formazione continua promossi dalle imprese finalizzati alla riqualificazione, all’aggiornamento e alla specializzazione dei lavoratori (Asse 1- Adattabilità);

- assunzione di soggetti in condizioni di debolezza occupazionale in lavori di utilità collettiva di cui agli Interventi n. 19 e n. 20.2 del Documento degli interventi di politica del lavoro (Asse 2 - Occupabilità);

- percorsi individualizzati volti a favorire l’inserimento professionale di soggetti disabili, percorsi di accompagnamento all’inserimento di giovani in situazioni di disabilità o con disturbi specifici di apprendimento all’interno dei percorsi scolastici e/o formativi e progetti di intervento individualizzato per soggetti portatori di grave forma di svantaggio di cui agli Interventi n. 18 e n. 18 – bis del Documento degli interventi di politica del lavoro (Asse 3 - Inclusione sociale);

- proseguimento dei numerosi interventi nell’ambito del settore dell’istruzione e formazione professionale, a favore degli studenti e degli adulti, finalizzati ad accompagnare gli interventi di riforma del sistema scolastico e formativo, nonché dei percorsi di formazione per i servizi socio-educativi per la prima infanzia, di formazione di secondo livello post-diploma e post-laurea e di formazione permanente (Asse 4 - Capitale umano);

- approvazione di un nuovo intervento denominato Carte ILA (Individual Learning Account) volto al finanziamento individuale di percorsi formativi da realizzarsi in contesto extra provinciale e/o europeo in un’ottica di sviluppo o consolidamento delle capacità imprenditoriali (Asse 5 - Transnazionalità e interregionalità).

Inoltre, nell’anno 2013:

- è proseguita l’iniziativa dei buoni di servizio8 e dei buoni formativi9 arrivando complessivamente ad assegnare rispettivamente 20.747 e 5.612 buoni nella programmazione 2007/2013;

- sono state erogate 63 carte ILA (Individual Learning Account) per il finanziamento di percorsi di formazione per adulti volti al conseguimento della qualifica professionale nel settore meccanico o

7 Provincia autonoma di Trento (2014), Rapporto annuale di esecuzione del Programma operativo del Fondo sociale europeo della

Provincia autonoma di Trento, Anno 2013. 8 I buoni di servizio sono titoli di spesa per la conciliazione tra impegno lavorativo e cura in ambito familiare erogati dalla Provincia

mediante graduatorie periodiche. I buoni di servizio consentono ai titolari di acquisire servizi di educazione e cura per minori con età fino a 14 anni (18 anni nel caso di minori riconosciuti in stato di handicap o difficoltà di apprendimento o situazioni di particolare disagio attestate da personale di competenza) in forma complementare ai servizi pubblici erogati sul territorio provinciale

9 Il buono formativo è un documento erogato dalla Provincia autonoma di Trento che consente alle persone tra i 18 e i 64 anni di frequentare un percorso formativo per il rafforzamento delle competenze linguistiche, informatiche o trasversali scegliendolo tra quelli presenti all'interno di appositi cataloghi predisposti dall'Amministrazione provinciale

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La formazione continua e gli interventi finanziati da Fondimpresa I° Rapporto Nazionale di valutazione

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elettrico, nonché 17 per il finanziamento di percorsi di formazione e/o di specializzazione al di fuori dal territorio trentino per promuovere la nascita, lo sviluppo e il consolidamento di nuove imprese - in particolare giovanili.

Con le deliberazioni della Giunta provinciale 30 maggio 2013, n. 1047 e 11 luglio 2013, n. 1386 sono

state approvate le seguenti operazioni (in corsivo vengono evidenziate le operazioni attinenti più specificatamente alla formazione continua) relative alla “Sezione 2013 delle Azioni ordinarie a cofinanziamento del Fondo sociale europeo”:

- Asse I - obiettivo specifico A) operazione 1A.02.c “Iniziative di formazione finalizzate a riqualificazione, aggiornamento e specializzazione;”

- Asse II - obiettivo specifico E) operazione 2E.31 “Interventi formativi per il potenziamento delle competenze chiave (key competence);”

- Asse III - obiettivo specifico G) operazione 3G.11 “Percorsi di accompagnamento all’inserimento di giovani in situazioni di disabilità o con disturbi specifici di apprendimento all’interno dei percorsi scolastici e/o formativi;”

- Asse IV - obiettivo specifico H) operazione 4H.05 “Integrazione tra i sistemi dell’istruzione secondaria di secondo grado e della istruzione e formazione professionale;”

- Asse IV - obiettivo specifico H) operazione 4H.09 “Interventi di rinforzo motivazionale, supporto e prevenzione del disagio educativo e dell’abbandono scolastico;”

- Asse IV - obiettivo specifico H) operazione 4H.12 “Interventi a sostegno dell’integrazione tra sistemi istruzione e formazione;”

- Asse IV - obiettivo specifico H) operazione 4H.13 “Attivazione di adeguati supporti alla valutazione delle ipotesi progettuali aventi contenuto formativo;”

- Asse IV - obiettivo specifico I) operazione 4I.02 “Attivazione di interventi integrativi dei curricula scolastici al fine di favorirne la valenza professionalizzante;”

- Asse IV - obiettivo specifico I) operazione 4I.03 “Corsi di formazione per adulti volti al conseguimento della qualifica professionale attuati con l’utilizzo sperimentale di carte ILA (Individual Learning Account);”

- Asse IV - obiettivo specifico I) operazione 4I.04 “Attivazione di azioni di supporto all’istruzione secondaria di secondo grado attraverso moduli professionalizzanti e laboratori d’impresa;”

- Asse V - obiettivo specifico M) operazione 5M.13 “Carte ILA (Individual Learning Account): finanziamento individuale di percorsi formativi professionalizzanti, finalizzati alla qualificazione, riqualificazione e all’aggiornamento professionale.”

Guardando ai risultati (Tabella 2.1), possono essere utilizzati gli indicatori di risultato calcolati seguendo quanto consigliato nella proposta di Indice ragionato finalizzata ad agevolare la redazione dei rapporti annuali di esecuzione dei Programmi operativi regionali FSE, per la programmazione 2007-2013.

Per quanto riguarda il sostegno dei diversi gruppi di destinatari, il quadro con riferimento alla data del 31.12.2013 è offerto dalla Tabella 2.2.

Gli impegni del 2013, pari a euro 27.739.181,34, portano ad un totale impegnato pari a euro

248.315.760,31, vale a dire il 114,29% del totale programmato 2007/2013. A fine 2013 tutti gli Assi

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PARTE TERZA: I RAPPORTI TERRITORIALI

presentano una quota di overbooking in quanto la Provincia autonoma di Trento10 ha impegnato

maggiori risorse di quanto previsto nel Programma operativo, al fine di garantire l’utilizzo totale delle

risorse del Programma in caso di economie o non riconoscimento di alcune spese.

Considerando il peso finanziario dell’impegnato cumulato a fine 2013, l’Asse 2 - Occupabilità

diminuisce nel corso del 2013 dal 45% (registrato alla fine del 2012) al 43%, come pure l’Asse 3 - Inclusione sociale che passa dal 12% all’11%. Aumenta invece il peso finanziario dell’Asse 4 - Capitale umano (che passa dal 18% al 21%), mentre rimangono fissi i pesi dell’Asse 1 - Adattabilità, dell’Asse 5 - Transnazionalità e Interregionalità e dell’Asse 6 - Assistenza tecnica.

I principali provvedimenti riferiti alla formazione continua11, di cui all’Asse 1 – Adattabilità,

riguardano una pluralità e generalità di contenuti necessari per accompagnare i processi di sviluppo dei contesti produttivi e gestionali. Nello specifico, viene data priorità ai percorsi destinati a fornire competenze generali (ovvero potenzialmente spendibili in una pluralità di contesti produttivi anche di imprese diverse) in luogo di competenze specifiche (ovvero spendibili solo con riferimento all’impresa di attuale occupazione). Inoltre, in termini di aree tematiche e/o di fabbisogno, priorità viene assegnata ai processi di riorganizzazione/riconversione ovvero riqualificazione, con formazione obbligatoria negli ambiti del diritto del lavoro, della previdenza sociale, della sicurezza sul lavoro, delle competenze digitali generali ed applicate, di metodologie, tecniche e sensibilità idonee a favorire i processi di apprendimento permanente (imparare ad imparare). Viene, infine, attribuita precedenza di finanziamento alle progettazioni presentate da imprese in crisi12 e per lavoratori posti in cassa integrazione, soprattutto del settore edile/estrattivo e del settore manifatturiero.

10 La possibilità di impegnare un importo superiore al programmato è data dall’art. 9 della Legge provinciale 10 febbraio 2005, n. 1

(legge finanziaria 2005), che consente di impegnare fino al 20% in più rispetto alle risorse programmate, con l’impegno da parte della Provincia di farsi carico delle eventuali spese superiori sostenute nel corso della programmazione.

11 Deliberazione della Giunta provinciale n. 1047 del 30 maggio 2013. 12 Sono considerate imprese in crisi quelle che hanno sottoscritto un piano di riqualificazione o riconversione dei lavoratori, con le

rappresentanze sindacali, che attesti fra l’altro la situazione di debolezza o di fragilità che sta attraversando l’impresa.

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Il Rapporto Provincia di Trento

2.2 Gli strumenti utilizzati Con riferimento agli strumenti di azione utilizzati, al 31.12.2013 risultano complessivamente

approvati 4.856 progetti, dei quali quasi la metà all’interno dell’Asse 2 - Occupabilità. Di questi, ne risultano avviati 4.755 entro la fine del 2013 e 4.555 sono anche stati conclusi. I destinatari complessivamente approvati sono 92.614, di cui 90.201 avviati e 76.945 conclusi. Nel 2013 sono stati approvati 717 nuovi progetti, con un coinvolgimento previsto di 13.017 soggetti. Anche nel corso dell’anno 2013, una parte significativa delle risorse del Programma è stata rivolta - in continuità con quanto avvenuto negli anni precedenti - a fronteggiare la situazione di crisi economica.

L’Asse sul quale è stato approvato il maggior numero di progetti è l’Asse 2 - Occupabilità, che

presenta il 44,8% del totale complessivo dei progetti approvati, in quanto su tale Asse è stata realizzata la maggior parte degli interventi anticrisi promossi dalla Provincia. Segue l’Asse 4 - Capitale umano, all’interno del quale sono finanziati i percorsi destinati al sistema scolastico e formativo trentino.

Per quanto riguarda i destinatari, oltre il 70% dei soggetti approvati fa riferimento all’Asse 1 -

Adattabilità e all’Asse 2 - Occupabilità: si tratta principalmente dei fruitori di buoni di servizio e buoni formativi, nonché dei partecipanti ai percorsi anticrisi.

Figura 2.2 Programmazione 2007/2013 - Totale dei progetti approvati, avviati e conclusi per Asse

Fonte: Provincia autonoma di Trento (2014), Rapporto Annuale di Esecuzione Anno 2013, Trento

424 424358

2.176 2.176 2.166

916 893871

1277 12001114

23 23 14 40 39 32

Asse 1 Asse 2 Asse 3 Asse 4 Asse 5 Asse 6

Totale progetti approvati, avviati e conclusi per Asse

Approvati Avviati Conclusi

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PARTE TERZA: I RAPPORTI TERRITORIALI

Figura 2.3 Programmazione 2007/2013 - Totale dei destinatari approvati, avviati e conclusi per Asse

Fonte: Provincia autonoma di Trento (2014), Rapporto Annuale di Esecuzione Anno 2013, Trento

Nel corso del 2013, rispetto al totale di 4.856 progetti approvati, sono stati approvati 717 nuovi progetti, vale a dire il 16,2% del totale, con una prevalenza di interventi sugli Assi 2 - Occupabilità (percorsi per l’assunzione di soggetti in condizioni di debolezza occupazionale in lavori di utilità collettiva di cui agli Interventi n. 19 e n. 20.2 del Documento degli interventi di politica del lavoro) e Asse 3 - Inclusione sociale (percorsi individualizzati volti a favorire l’inserimento professionale di soggetti disabili, percorsi di accompagnamento all’inserimento di giovani in situazioni di disabilità o con disturbi specifici di apprendimento all’interno dei percorsi scolastici e/o formativi e progetti di intervento individualizzato per soggetti portatori di grave forma di svantaggio di cui agli Interventi n. 18 e 18-bis del Documento di Politica del Lavoro). Inoltre, quasi l’80% dei 13.017 destinatari approvati nel 2013 si riferisce all’Asse 1 - Adattabilità e all’Asse 2 - Occupabilità.

Figura 2.4 Dettaglio dei progetti approvati nel 2013 per Asse rispetto al totale dei progetti approvati 2007/2013

Fonte: Provincia autonoma di Trento (2014), Rapporto Annuale di Esecuzione Anno 2013, Trento

3387832.851

27.788

32047 31.253

28.847

3760 3.7383.090

21327 20757

15.746

16021602 1474

Asse 1 Asse 2 Asse 3 Asse 4 Asse 5

Totale destinatari approvati, avviati e conclusi per Asse

Approvati Avviati Conclusi

Asse 1

Asse 2

Asse 3

Asse 4

Asse 5

Asse 6

372

1912

676

1118

22

39

52

264

240

159

1

1

Progetti 2007 - 2012 progetti 2013

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Il Rapporto Provincia di Trento

Figura 2.5 Dettaglio dei destinatari approvati nel 2013 per Asse rispetto al totale degli approvati 2007/2013

Fonte: Provincia autonoma di Trento (2014), Rapporto Annuale di Esecuzione Anno 2013, Trento

Per quanto riguarda le caratteristiche dei destinatari, strettamente correlate alla tipologia degli interventi approvati, si evidenzia che i 90.201 soggetti avviati al 31.12.2013 sono ripartiti quasi equamente tra maschi e femmine, con una prevalenza di queste ultime che presentano una quota pari al 54%. Per quasi la metà dei destinatari si tratta di soggetti occupati, dato che è riferibile principalmente ai partecipanti agli interventi di formazione e ai destinatari dei buoni di servizio e dei buoni formativi all’interno dell’Asse 1 - Adattabilità. I disoccupati sono pari al 33% del totale e si concentrano prevedibilmente sull’Asse 2 - Occupabilità, mentre un’altra quota del 17% è rappresentata da studenti del sistema scolastico e formativo, collocati in gran parte sull’Asse 4 - Capitale umano. Con riferimento all’età, più dei due terzi dei destinatari rientrano nella fascia intermedia 25 - 54 anni (69%), mentre i soggetti più giovani con età compresa tra i 15 e i 24 anni sono pari al 23% del totale. Risulta più contenuta invece l’incidenza dei più anziani con età compresa tra i 55 e i 64 anni (8%). In merito al titolo di studio, gli iscritti con licenza elementare o media inferiore (ISCED 1 - 2) e i diplomati alla scuola media superiore o con qualifica professionale (ISCED 3) presentano quote simili che si ascrivono al 45% per i primi e al 41% per i secondi. Non è comunque trascurabile nemmeno l’incidenza dei soggetti con titoli di istruzione universitari o post secondari non universitari (ISCED 5 - 6) che risulta pari al 14%.

Per quanto riguarda i Buoni formativi, il quadro può essere così sintetizzato.

Buoni formativi

Buoni assegnati al 31.12.2013 5.612 Buoni avviati al 31.12.2013 5.234

Ripartizione per Asse/obiettivo specifico

1A 2.534 2E 2.489 4I 589 Totale 5.612

Ripartizione per anno di assegnazione

2012 3.587 2013 2.025 Totale 5.612

Area di formazione Femmine Maschi Totale

Informatica 871 602 1.473 Lingue 2.616 1.460 4.076 Competenze trasversali 26 37 63 Totale 3.513 2.099 5.612

Asse 1

Asse 2

Asse 3

Asse 4

Asse 5

26.555

28.969

3.396

19.092

1.585

7323

3078

364

2235

17

Destinatari approvati 2007/2012 Destinatari approvati 2013

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PARTE TERZA: I RAPPORTI TERRITORIALI

E’ agevole osservare, in tema di aree di formazione, e di fabbisogno, il maggior utilizzo dei buoni per la fruizione di corsi di Lingue, soprattutto, e di Informatica. Irrilevante, infine, l’uso dei buoni per frequentare attività formative rivolte alle Competenze trasversali.

Per quanto riguarda invece i finanziamenti tramite Carte ILA (Individual Learning Account),

ulteriore importante e innovativo strumento attivato nell’ambito del Programma operativo, alla fine del 2013 risultano assegnate 80 Carte ILA, suddivise nel seguente modo.

Tipologia di Carta ILA Totale

Carte ILA per adulti - Finanziamento di percorsi di formazione per adulti volti al conseguimento della qualifica professionale, prevista dal sistema di istruzione e formazione professionale provinciale, nel settore meccanico o elettrico

63

Carte ILA Nuova imprenditorialità - Finanziamento volto a consentire alle persone in età lavorativa di partecipare a percorsi di formazione e/o di specializzazione al di fuori dal territorio trentino per promuovere la nascita, lo sviluppo e il consolidamento di nuove imprese

17

Totale 80

Un approfondimento del quadro di contesto della formazione continua finanziata con risorse

pubbliche attraverso una lettura di maggior dettaglio delle Azioni dell’Asse 1 – Adattabilità è più che opportuna. Le azioni dell’Asse 1 – Adattabilità, infatti, intendono promuovere e sostenere l’impegno delle imprese trentine a favore dell’aggiornamento e adattamento dei lavoratori. Si tratta di Azioni, inoltre, indirizzate a rendere esplicite e valorizzare le competenze possedute e orientata tanto all’aumento della quota di professionalità più qualificate, quanto alla diffusione di quelle competenze e qualificazioni trasversali diventate ormai una condizione imprescindibile per tutte le occupazioni. Complessivamente, al 31 dicembre 2013 sono stati approvati 424 progetti, tutti avviati e di cui 358 conclusi.

Per quanto riguarda l’Obiettivo A – Sviluppare sistemi di formazione continua e sostenere

l’adattabilità dei lavoratori-, nel corso dell’anno 2013 l’Agenzia del Lavoro ha approvato due tipologie di interventi di formazione all’interno dell’obiettivo: una filiera di interventi anticrisi e una relativa alla formazione continua aziendale. Nel 2013 risultano attivi 52 progetti anticrisi, di cui 47 conclusi al 31 dicembre 2013. L’area della formazione continua aziendale ha visto, nell’anno 2013, la realizzazione di 49 interventi, di cui 2 conclusi e 47 ancora in attuazione al 31.12.2013. I partecipanti a tali interventi sono complessivamente pari a 1.399, di cui solo 43 effettivamente formati entro la chiusura dell’esercizio.

L’anno 2013 è l’ultima annualità caratterizzata da una programmazione di interventi di formazione

continua a cofinanziamento FSE, causa l’esaurimento delle risorse disponibili. Di conseguenza, il numero delle azioni effettivamente finanziate sono meno della metà di quelle richieste. La priorità di finanziamento è stata assegnata solo a progetti di intervento proposti da aziende in crisi (con apprezzabile calo di fatturato) e con un progetto di ristrutturazione già condiviso con le rappresentanze sindacali aziendali o con le confederazioni sindacali. Per far fronte alle richieste di intervento inevase, notevole è stato l’intervento da parte di Agenzia del Lavoro mediante l’impiego di risorse e procedure provinciali riferibili agli interventi straordinari anticrisi.

Per quanto riguarda la filiera anticrisi, sono state approvate 3 azioni riguardanti soggetti sospesi dal

lavoro a causa di crisi (53 allievi iscritti e 25 formati). Tali attività hanno riscontrato maggiori difficoltà

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sia in termini di attivazione sia in termini di apprezzabilità dei risultati. La programmazione di questo canale di interventi è stata introdotta sin dal 2011, in sostituzione del pacchetto delle azioni di breve durata (40 ore) di formazione generale attuate nel 2009 e 2010 come “prima risposta” all’esplosione del fenomeno della cassa integrazione straordinaria. Il nuovo strumento di intervento si proponeva obiettivi più ambiziosi, perseguendo delle finalità di specializzazione in diversi ambiti emergenti del panorama del sistema economico. Da segnalare come questa tipologia di interventi si caratterizzi per difficoltà di attuazione, soprattutto a causa del mismatch tra caratteristiche e obiettivi delle azioni formative (marcata specializzazione, durata non inferiore alle 100-120 ore) e le modalità di autorizzazione della cassa integrazione straordinaria non sempre coerenti nei tempi con programmazione di azioni formative strutturate.

Alcuni quadri di approfondimento delle Azioni in tema di adattabilità sono forniti dalla Tabella 2.3

mentre, per quanto riguarda l’Obiettivo A – Sviluppare sistemi di formazione continua e sostenere l’adattabilità dei lavoratori, la tipologia di progetti e le caratteristiche socio-anagrafiche dei destinatari sono indicati nella Tabella 2.4 e nella Tabella 2.5.

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PARTE TERZA: I RAPPORTI TERRITORIALI

2.3 Conclusioni Il quadro di sfondo sulla formazione continua finanziata con risorse pubbliche, qui presentato, mette

in evidenza la significatività delle risorse derivate dal Fondo Sociale Europeo che, anche nel corso del 2013, sono state rivolte - in continuità con quanto avvenuto negli anni precedenti - a fronteggiare la situazione di crisi economica. Nello specifico, l’anno 2013 è l’ultima annualità caratterizzata da una programmazione di interventi di formazione continua a cofinanziamento FSE, con priorità di finanziamento assegnata solo a progetti di intervento proposti da aziende in crisi e con un progetto di ristrutturazione già condiviso con le rappresentanze sindacali aziendali o con le confederazioni sindacali. Oltre alle risorse messe a disposizione del Fondo Sociale Europeo, è stato necessario, per far fronte alle numerose richieste di intervento inevase, l’intervento da parte di Agenzia del Lavoro provinciale mediante l’impiego di risorse e procedure provinciali riferibili agli interventi straordinari anticrisi.

Ne consegue l’evidente strategicità del ruolo dei Fondi interprofessionali, e qui di Fondimpresa, per

il sostegno della formazione continua sia per volume delle risorse potenzialmente disponibili sia per l’opportunità di assicurare al territorio, in aggiunta a interventi di carattere ordinario e/o straordinario attinenti alla riqualificazione professionale, opportunità di specializzazione competitiva e sviluppo qualitativo del capitale umano disponibile, agganciate ai vettori di innovazione ed a professionalità oggi difficilmente reperibili e/o strategiche secondo un’ottica anticipatoria dei fabbisogni di medio-lungo periodo.

Emerge, in maniera ancor più evidente che in passato, la strategicità di un’azione congiunta tra

Fondimpresa e il contesto istituzionale strategico e programmatico provinciale, in grado di supportare l’utilizzo in forma sinergica di tutte le opportunità formative territoriali disponibili.

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2.4 Abstract In riferimento al contesto più generale dei fabbisogni e degli interventi di formazione attuati in

provincia di Trento, il Rapporto Annuale di Esecuzione anno 2013 mostra un ulteriore importante avanzamento dell’attuazione del Programma operativo FSE che, nel 2013, si è concentrato principalmente sulle seguenti linee di intervento:

- interventi di formazione continua promossi dalle imprese finalizzati alla riqualificazione, all’aggiornamento e alla specializzazione dei lavoratori (Asse 1- Adattabilità);

- assunzione di soggetti in condizioni di debolezza occupazionale in lavori di utilità collettiva di cui agli Interventi n. 19 e n. 20.2 del Documento degli interventi di politica del lavoro (Asse 2 - Occupabilità);

- percorsi individualizzati volti a favorire l’inserimento professionale di soggetti disabili, percorsi di accompagnamento all’inserimento di giovani in situazioni di disabilità o con disturbi specifici di apprendimento all’interno dei percorsi scolastici e/o formativi e progetti di intervento individualizzato per soggetti portatori di grave forma di svantaggio di cui agli Interventi n. 18 e n. 18 – bis del Documento degli interventi di politica del lavoro (Asse 3 - Inclusione sociale);

- proseguimento dei numerosi interventi nell’ambito del settore dell’istruzione e formazione professionale, a favore degli studenti e degli adulti, finalizzati ad accompagnare gli interventi di riforma del sistema scolastico e formativo, nonché dei percorsi di formazione per i servizi socio-educativi per la prima infanzia, di formazione di secondo livello post-diploma e post-laurea e di formazione permanente (Asse 4 - Capitale umano);

- approvazione di un nuovo intervento denominato Carte ILA (Individual Learning Account) volto al finanziamento individuale di percorsi formativi da realizzarsi in contesto extra provinciale e/o europeo in un’ottica di sviluppo o consolidamento delle capacità imprenditoriali (Asse 5 - Transnazionalità e interregionalità).

I principali provvedimenti riferiti alla formazione continua di cui all’Asse 1 – Adattabilità, riguardano

una pluralità e generalità di contenuti necessari per accompagnare i processi di sviluppo dei contesti produttivi e gestionali. Nello specifico, viene data priorità ai percorsi destinati a fornire competenze generali (ovvero potenzialmente spendibili in una pluralità di contesti produttivi anche di imprese diverse) in luogo di competenze specifiche (ovvero spendibili solo con riferimento all’impresa di attuale occupazione). Inoltre, in termini di aree tematiche e/o di fabbisogno, priorità viene assegnata ai processi di riorganizzazione/riconversione ovvero riqualificazione, con formazione obbligatoria negli ambiti del diritto del lavoro, della previdenza sociale, della sicurezza sul lavoro, delle competenze digitali generali ed applicate, di metodologie, tecniche e sensibilità idonee a favorire i processi di apprendimento permanente (imparare ad imparare). Viene, infine, attribuita precedenza di finanziamento alle progettazioni presentate da imprese in crisi e per lavoratori posti in cassa integrazione, soprattutto del settore edile/estrattivo e del settore manifatturiero. Una parte significativa delle risorse del Programma 2013 è stata rivolta - in continuità con quanto avvenuto negli anni precedenti - a fronteggiare la situazione di crisi economica. L’Asse sul quale è stato approvato il maggior numero di progetti è, infatti, l’Asse 2 - Occupabilità, che presenta il 44,8% del totale complessivo dei progetti approvati, in quanto su tale Asse è stata realizzata la maggior parte degli interventi anticrisi promossi dalla Provincia. Anche in termini di destinatari, oltre il 70% dei soggetti approvati fa riferimento all’Asse 1 -Adattabilità e all’Asse 2 – Occupabilità, trattandosi principalmente, oltre che di fruitori di buoni di servizio e buoni formativi, di partecipanti ai percorsi anticrisi.

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PARTE TERZA: I RAPPORTI TERRITORIALI

Tabella 2.1 Azioni a cofinanziamento FSE attinenti alla formazione continua - Indicatori di risultato al 31 dicembre 2013

Asse 1 - Adattabilità

Linea riferimento (2007)

31.12.2013 Obiettivo (2013)

C1

Indicatore 1 (ob. sp. a)

Tasso di copertura dei destinatari degli interventi di formazione continua cofinanziati rispetto al totale degli occupati (media annua) declinato per genere

M NA 5,3% 3,6%

F

NA 3,3% 3,4%

Asse 4 - Capitale umano

Linea riferimento (2007)

31.12.2013 Obiettivo (2013)

C13

Indicatore 13 (ob. sp. h)

Numero di azioni di sistema finalizzate all’orientamento sul totale degli interventi implementati dall’obiettivo

NA 30,2% 50%

C14

Indicatore 14 (ob. sp. h)

Numero di azioni di sistema che prevedono la certificazione delle competenze sul totale degli interventi realizzati nell’obiettivo

NA - NA

C15

Indicatore 15 (ob. sp. i)

Tasso di copertura dei destinatari degli interventi FSE di formazione permanente sul totale della popolazione in età compresa tra i 25 e i 64 anni

M NA 0,2% 0,4%

F NA 0,3% 0,6%

Indicatore C1 - Tasso di copertura dei destinatari degli interventi di formazione continua cofinanziati rispetto al totale degli occupati: per

il calcolo di tale indicatore si è rapportato il numero dei destinatari dei percorsi di formazione continua con quello degli

occupati al 31.12.2013.

L’indicatore C13 - Numero di azioni di sistema finalizzate all’orientamento sul totale degli interventi implementati dall’obiettivo:

numero di percorsi di orientamento (codifica 4H.08) avviati entro il 31.12.2013 sul totale dei percorsi dell'obiettivo 4H

avviati entro il 31.12.2013. Rispetto all’anno scorso si è rilevato un aumento dei progetti di orientamento avviati, ma

l’indicatore presenta un valore inferiore rispetto a quello riscontrato al 31.12.2012 a causa di un considerevole aumento

(al denominatore) degli interventi implementati dall’obiettivo.

Indicatore C14 - Numero di azioni di sistema che prevedono la certificazione delle competenze sul totale degli interventi realizzati

nell’obiettivo: presenta valore pari a zero in quanto al momento nessuna azione - all’interno dell’obiettivo specifico H -

prevede esplicitamente la certificazione delle competenze.

Indicatore C15 - Tasso di copertura dei destinatari degli interventi FSE di formazione permanente sul totale della popolazione in età

compresa tra i 25 e i 64 anni: per il calcolo di tale indicatore sono stati presi in considerazione i destinatari dei buoni

formativi e degli interventi di formazione permanente (codifica 4I.10) con età compresa tra i 25 e i 64 anni, avviati entro

il 31.12.2013, sul totale della popolazione con età compresa tra i 25 e i 64 anni al 31.12.2013.

Fonte: Provincia autonoma di Trento (2014), Rapporto Annuale di Esecuzione Anno 2013, Trento.

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Il Rapporto Provincia di Trento

Tabella 2.2 Gruppi di destinatari delle Azioni a cofinanziamento FSE

2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013

Femmine 910 1.561 6.026 8.620 9.220 10.929 11.220

Maschi 1.122 1.933 6.556 9.560 6.696 7.573 8.275

Occupati 135 1.105 7.340 9.858 6.919 8.348 10.238

di cui Lavoratori autonomi 0 176 909 1.042 552 638 797

Disoccupati 1.122 1.249 2.301 5.458 5.611 7.034 6.987

di cui Disoccupati di lunga durata 112 141 157 768 862 1.108 612

Persone inattive 775 1.140 2.941 2.864 3.386 3.120 2.270

di cui Persone inattive che frequentano corsi di istruzione e formazione

772 1.068 2.788 2.732 3.250 2.972 2.180

Giovani (15-24 anni) 817 1.356 3.350 3.887 4.099 3.940 3.283

Lavoratori anziani (55-64 anni) 270 312 742 1.111 1.101 1.524 1.717

Istruzione primaria e secondaria inferiore (ISCED 1 e 2)

1.134 1.539 5.281 6.870 8.032 9.022 8.737

Istruzione secondaria superiore (ISCED 3)

876 1.789 5.783 7.888 6.105 7.041 7.636

Istruzione post-secondaria non universitaria (ISCED 4)

0 4 0 0 0 0 0

Istruzione universitaria (ISCED 5 e 6) 22 162 1.518 3.422 1.779 2.439 3.122

Fonte: Provincia autonoma di Trento (2014), Rapporto Annuale di Esecuzione Anno 2013, Trento

Tabella 2.3 Principali caratteristiche dei destinatari delle Azioni a cofinanziamento FSE a supporto dell’Adattabilità

Destinatari avviati al 31.12.2013 TOTALE DONNE

Genere Maschi 11.103 -

Femmine 21.748 21.748

Posizione nel mercato del lavoro

Occupati 32.851 21.748

di cui Lavoratori autonomi 3.851 2.057

Disoccupati 0 0

di cui Disoccupati di lunga durata 0 0

Persone inattive 0 0

di cui Persone inattive che frequentano corsi di istruzione e formazione 0 0

Età 15-24 anni 1.097 406

55-64 anni 1.055 432

Grado di istruzione

ISCED 1 e 2 7.388 3.844

ISCED 3 19.756 13.676

ISCED 4 4 0

ISCED 5 e 6 5.703 4.228

Fonte: Provincia autonoma di Trento (2014), Rapporto Annuale di Esecuzione Anno 2013, Trento

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PARTE TERZA: I RAPPORTI TERRITORIALI

Tabella 2.4 Principali caratteristiche dei progetti e dei destinatari delle Azioni a cofinanziamento FSE a supporto dell’Obiettivo specifico

“Sviluppare sistemi di formazione continua e sostenere l'adattabilità dei lavoratori”

Progetti Al 31.12.2013

TIPOLOGIA PROGETTO Approvati Avviati Conclusi

001-Costruzione e sperimentazione di prototipi e modelli 1 1 1

010-Formazione per occupati (FC) 408 408 345

082- Formazione permanente aggiornamento professionale e tecnico 1 1 0

403-Assistenza tecnica alla preparazione, realizzazione e sorveglianza 5 5 5

499- Altre attività di consulenza e assistenza tecnica 2 2 2

999- Altre informazioni e comunicazioni 1 1 1

TOTALE 418 418 354

Destinatari

TIPOLOGIA PROGETTO Approvati Avviati Conclusi

010-Formazione per occupati 11.174 MF: 10.334

MF: 6.435

F: 3.351 F: 2.424

082-Formazione permanente e aggiornamento professionale e tecnico 2.534 MF: 2.481

MF: 2.343

F: 1.526 F: 1.436

TOTALE 13.708 12.815 8.778

Fonte: Provincia autonoma di Trento (2014), Rapporto Annuale di Esecuzione Anno 2013, Trento

Tabella 2.5 Principali caratteristiche socio-demografiche dei destinatari delle Azioni a cofinanziamento FSE a supporto dell’Obiettivo specifico

“Sviluppare sistemi di formazione continua e sostenere l'adattabilità dei lavoratori”

Destinatari avviati al 31.12.2013 TOTALE DONNE

Genere Maschi 7.938 -

Femmine 4.877 4.877

Posizione nel mercato del lavoro

Occupati 12.815 4.877

di cui Lavoratori autonomi 1.527 352

Disoccupati 0 0

di cui Disoccupati di lunga durata 0 0

Persone inattive 0 0

di cui Persone inattive che frequentano corsi di istruzione e formazione 0 0

Età 15-24 anni 942 254

55-64 anni 972 402

Grado di istruzione ISCED 1 e 2 3.149 691

ISCED 3 7.072 2.780

ISCED 4 4 0

ISCED 5 e 6 2.590 1.406

Fonte: Provincia autonoma di Trento (2014), Rapporto Annuale di Esecuzione Anno 2013, Trento

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Il Rapporto Provincia di Trento

3. ANALISI DEGLI SPAZI OPERATIVI DI FONDIMPRESA

3.1 Nota introduttiva sulla metodologia di analisi In questo capitolo sono presentati i dati relativi ai piani attivati nel corso del 2013 dalle imprese

aderenti a Fondimpresa, finanziati dal Conto Formazione e dal Conto di Sistema. Si tenga presente che, per l’individuazione delle attività formative svolte nell’anno 2013 si sono

utilizzati i seguenti criteri: - per il Conto Formazione sono state considerate tutte le giornate formative inserite in calendario

nel 2013 con almeno un lavoratore effettivo (frequenza >=65%) in piani con monitoraggio procedurale chiuso;

- per il Conto di Sistema sono state considerate tutte le giornate formative in azioni chiuse inserite in calendario nel 2013 con almeno un lavoratore effettivo (frequenza >=65%) in progettazioni di periodo chiuse.

Il paragrafo 3.2 illustra le caratteristiche delle imprese che hanno adottato piani formativi. Come si

vedrà, una sola impresa (cui afferisce una sola unità produttiva) è stata eliminata dalle analisi a causa di alcune informazioni mancanti circa il piano formativo attivato. Per una maggiore completezza delle informazioni presentate, dove possibile, le analisi riportate nel §3.2 utilizzano come unità di misura sia le imprese che le unità produttive. Quando il dato fornito da Fondimpresa si riferisce all’unità produttiva, come nel caso della sezione ATECO, all’impresa è stato imputato il valore della unità produttiva che costituisce sede legale o principale.

Il paragrafo 3.3 descrive invece la composizione dei lavoratori che hanno preso parte a piani

formativi finanziati da Fondimpresa. Un solo lavoratore è sistematicamente escluso dalle analisi poiché non si conosce il settore economico dell’impresa cui afferisce.

Nel paragrafo 3.4 vengono poi descritti i contenuti della formazione erogata. Parallelamente a

quanto rilevato per il § 3.2, un piano formativo è stato eliminato dalle analisi poiché risulta mancante l’informazione circa la sezione ATECO di afferenza dell’impresa che ha attivato il piano stesso.

Il paragrafo 3.5, infine, analizza la penetrazione di Fondimpresa nel tessuto produttivo provinciale,

incrociando i dati relativi alle imprese che hanno aderito al Fondo e ai lavoratori che hanno preso parte a piani formativi con quelli di fonte statistica ufficiale (ISTAT e INPS) su struttura delle imprese e dei lavoratori. Per quanto riguarda le elaborazioni relative al tasso di penetrazione di Fondimpresa tra le imprese presenti sul territorio, poiché l’unità statistica privilegiata nelle analisi è quelle relativa all’unità produttiva, si è deciso di utilizzare come metro di confronto il registro statistico delle unità locali (ASIA UL - Occupati) dell’Istat. L’archivio è la fonte più attendibile di dati sulle caratteristiche strutturali delle imprese e delle unità locali, ma ha il limite di essere aggiornato nell’ultima versione al 2012 e di non considerare le attività del settore primario e dell’amministrazione pubblica. Allo stesso modo, i dati INPS non contemplano i lavoratori dell’agricoltura: questo settore è perciò escluso da questo set di analisi.

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PARTE TERZA: I RAPPORTI TERRITORIALI

3.2 Imprese I dati evidenziano che, nel 2013, 332 unità produttive, facenti capo a 287 aziende, hanno adoperato

le risorse accantonate nel Conto Formazione o quelle stanziate dal Conto di Sistema per attivare, complessivamente, 304 piani formativi. La gran parte di questi (288) sono stati finanziati dal Conto Formazione; per soli sedici piani si è invece attinto dal Conto di Sistema. Come illustrato in precedenza, una impresa (cui afferisce una sola unità produttiva) è stata eliminata dalle analisi a causa di informazioni mancanti circa il piano formativo attivato. Le analisi di seguito riportate fanno quindi riferimento a 286 aziende, articolate in 331 unità produttive, e a 303 piani formativi.

La grande maggioranza delle imprese (circa il 75%) ha attivato un solo piano formativo, circa il 15%

ne ha attivati due, mentre il restante 10% ne ha attivati tre o più (fino ad un massimo di otto). Si noti, tuttavia, che sono soprattutto medie e grandi imprese ad aver attivato più di un piano formativo. Mentre ogni piano formativo finanziato dal Conto di Sistema ha interessato, come auspicabile, un ampio numero di imprese (da un minimo di 5 fino a un massimo di 146), il Conto Formazione è stato più frequentemente utilizzato per finanziare piani aziendali (81%), eventualmente multiregionali (14%). Solo il 5% dei piani attivati tramite il ricorso al Conto formazione sono interaziendali.

I comuni del Trentino che hanno visto l’attivazione di un maggior numero di piani sono, come è

lecito immaginarsi, Trento e Rovereto. Affatto trascurabile è tuttavia anche la numerosità dei piani attivati nei comuni di Arco, Pergine Valsugana e Lavis.

La figura seguente13 rappresenta la distribuzione dei piani formativi attivati per sezione ATECO.

Poiché, come riportato in precedenza, alcuni piani hanno interessato più unità produttive di una stessa impresa, tali analisi sono state effettuate utilizzando come unità di misura sia le imprese che le unità produttive.

Indipendentemente dall’unità di misura utilizzata, emerge in tutta evidenza come il settore che ha

fatto il più ampio ricorso ai Piani Formativi sia quello manifatturiero: tra le imprese che hanno attivato piani, il 52% opera, infatti, in questo ambito (si noti che la percentuale scende al 47% se si assume l’unità produttiva come unità di misura). All’interno della manifattura, sono soprattutto le industrie alimentari (circa 7% sul totale), metallurgiche e quelle impiegate nella fabbricazione di apparecchi meccanici (in entrambi i casi, circa 10% sul totale) ad aver attivato Piani Formativi (vedi Tabella 6, Allegato 2). Altri settori di attività economica in cui è stato fatto ampio ricorso ai Piani Formativi finanziati da Fondimpresa sono quelli delle costruzioni (11% se si fa riferimento alle Unità Produttive, 13% se si considerano le imprese), del commercio (circa 9%), dei servizi alle imprese (8%) e dei trasporti (tra il 6 e il 7% a seconda dell’unità di misura impiegata).

Si attestano su percentuali più basse, comprese tra il 2 e il 5%, il settore agricolo, la produzione e

distribuzione di energia elettrica, acqua e gas e i servizi di alloggio e ristorazione. Sfiora la soglia del 2% il settore dell’istruzione, con sole 5 imprese (e 6 unità produttive) che hanno attivato Piani Formativi. Infine, presentano percentuali irrisorie le attività finanziarie e la sanità: in entrambi i casi, una sola impresa è stata raggiunta da Fondimpresa14.

13 La Figura 3.1 è stata costruita a partire dai dati riportati nella Tabella 6 (vedi Allegato 2), che contiene anche informazioni

maggiormente dettagliate circa la diffusione dei piani formativi in ambito manifatturiero. 14 Nelle analisi fin qui riportate ogni unità produttiva (o impresa) è conteggiata una sola volta, a prescindere dal numero di piani

formativi attivati. Una strategia alternativa per valutare la penetrazione di Fondimpresa nei diversi comparti produttivi consiste nell’utilizzare come unità di misura la combinazione di unità produttiva (o impresa) e piano formativo. Ciò significherebbe conteggiare ogni impresa tante volte quanti sono i piani formativi da essa attivati. La Tabella 6a riportata nell’allegato 2 presenta le stime derivanti da questo esercizio. I risultati non sono qui commentati poiché non cambiano in maniera sostanziale da quanto discusso finora.

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Il Rapporto Provincia di Trento

Figura 3.1 Imprese e unità produttive che hanno attivato piani formativi per sezione ATECO.

Fonte: Fondimpresa - Conto Formazione e Conto di Sistema

Il dato riportato in Figura 3.1 viene scomposto di seguito in funzione della classe dimensionale

dell’Unità Produttiva (si veda anche la Tabella 7 riportata in Allegato 2). La Figura 3.2 riporta, per ogni sezione ATECO, il peso relativo di micro, piccole, medie e grandi imprese sul numero complessivo di imprese che hanno attivato piani formativi.

Complessivamente, sono soprattutto piccole e medie unità produttive quelle che hanno attivato

piani formativi nel corso del 2013. Circa una unità produttiva su cinque conta meno di dieci lavoratori, circa il 40% ne ha meno di 50, e un ulteriore 25% si colloca entro la soglia dei 250 occupati. Questo dato non stupisce, poiché riflette direttamente la realtà del tessuto produttivo provinciale, costituito in misura preponderante da imprese di piccola dimensione.

Come riportato in Figura 3.2 (si veda anche la Tabella 7, Allegato 2), gli unici settori in cui grandi

imprese abbiano implementato piani formativi sono quelli manifatturiero e dei trasporti, cui si aggiungono il commercio e il settore dei servizi alle imprese, che vedono raggiunte da Fondimpresa una quota non trascurabile di unità produttive con più di 250 lavoratori.

4,2% 0,3%

46,8%

5,7%

10,9%

8,5%

3,0%

6,7%

0,3%

7,6% 1,8%

0,3%

3,9%

2,8%

0,0%

51,7%

2,1%

12,6%

8,7%

2,1%

5,9%

0,4%

8,4%

1,8%

0,4% 3,2%

Agricoltura, caccia e silvicoltura

Estrazione di minerali

Attività manifatturiere

Produzione e distribuzione di energia elettrica, acqua e gas

Costruzioni

Commercio all'ingrosso e al dettaglio

Servizi di alloggio e ristorazione

Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni

Attività finanziarie

Servizi alle imprese

Istruzione

Sanità e assistenza sociale

Altri servizi pubblici, sociali e personali

Imprese (n=286)

Unità produttive (n=331)

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PARTE TERZA: I RAPPORTI TERRITORIALI

A prevalere sono, comunque, le micro e piccole imprese: addirittura, nel settore agricolo e in quello

dell’istruzione, la quota di unità produttive che non raggiungono la quota di 10 dipendenti si attesta intorno al 70% del totale delle unità coinvolte in piani formativi. Nettamente preponderanti sono anche le unità produttive con un numero di occupati compreso tra 10 e 50: l’unica unità operante nell’estrazione mineraria che ha attivato piani formativi appartiene a questa classe dimensionale, ma percentuali elevate si trovano anche nel settore delle costruzioni (55%), nella manifattura (40%) e nella produzione di energia elettrica, gas e acqua (42%).

Figura 3.2 Unità produttive che hanno attivato piani formativi per classe di addetti. Distribuzione percentuale per sezione ATECO.

Fonte: Fondimpresa - Conto Formazione e Conto di Sistema

Non è purtroppo trascurabile la quota di unità produttive per le quali il dato relativo alla classe

dimensionale risulta mancante, elemento che potrebbe in qualche modo inficiare i risultati fin qui presentati; queste costituiscono complessivamente circa il 13% delle unità produttive che hanno attivato piani formativi, ma questa percentuale risulta particolarmente elevata in numerosi comparti produttivi, quali i servizi di alloggio e ristorazione (40%), i trasporti (18%), il settore energetico (18%), e l’attività manifatturiera (14%).

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3.3 Lavoratori beneficiari Complessivamente 7.411 lavoratori hanno beneficiato di Piani Formativi finanziati da Fondimpresa

nel 2013. Si noti che molti di questi hanno preso parte a più di un piano, tanto che, se moltiplichiamo il numero di lavoratori per il numero di piani cui hanno partecipato, otteniamo un totale pari a 12.323 unità. Come nel paragrafo precedente, nelle analisi che seguono ogni lavoratore è conteggiato una sola volta, indipendentemente dal numero di piani cui ha partecipato15. Un solo lavoratore è sistematicamente escluso dalle analisi poiché non si conosce il settore economico dell’impresa cui afferisce.

I lavoratori beneficiari sono in gran parte uomini (circa l’80%), cittadini italiani (oltre il 90%), in

possesso di un titolo di studio secondario (circa il 35% ha conseguito la licenza media; una percentuale analoga ha concluso l’istruzione secondaria superiore), e stabilmente occupati nell’impresa di appartenenza (il 70% è impiegata nell’azienda da almeno 5 anni; il 90% ha un contratto a tempo indeterminato). Si registra, inoltre, che i piani formativi attivati nel 2013 sono stati rivolti soprattutto a operai (circa il 60% tra operai generici e qualificati) e impiegati (circa il 35% tra impiegati amministrativi e direttivi). Molto più raro è il caso di attività indirizzate a lavoratori con inquadramento più elevato: si registra, infatti, che il 4% circa dei lavoratori beneficiari sono classificati come quadri.

La composizione dei lavoratori beneficiari per inquadramento professionale16 varia notevolmente,

però, se il dato viene disaggregato per settore economico in cui opera l’azienda, come rappresentato nella figura seguente: gli operai risultano sovra rappresentati nei piani formativi attivati da imprese che operano nel settore alberghiero e in quello dei trasporti, dove rappresentano circa il 90% dei lavoratori beneficiari. Percentuali molto elevate di impiegati (direttivi o amministrativi) si trovano, invece, tra i lavoratori coinvolti in attività formative nei settori della sanità e dell’istruzione (in entrambi i casi, circa 95%), delle attività finanziarie (75%), del commercio (70%) e nell’agricoltura (65%). Il dato varia, naturalmente, se analizziamo separatamente lavoratori e lavoratrici (si veda la Tabella 8 riportata nell’Allegato 2): soprattutto nei settori primario e secondario (nelle varie articolazioni di costruzioni, manifattura e produzione di energia elettrica) fra i primi prevalgono le figure operaie, mentre tra le lavoratrici beneficiarie osserviamo in gran parte impiegate.

Figura 3.3 Numero di lavoratori raggiunti da Fondimpresa per sezione ATECO e inquadramento professionale.

Fonte: Fondimpresa – Conto Formazione e Conto di Sistema

15 Si segnala, ad ogni modo, che i risultati di seguito presentati non cambiano in modo sostanziale se i lavoratori sono conteggiati più

volte in funzione del numero di piani formativi cui hanno preso parte. 16 Sono 17 i lavoratori beneficiari di cui non si conosce l’inquadramento professionale. Di conseguenza, i risultati qui commentati

fanno riferimento ad analisi condotte su 7.393 individui.

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PARTE TERZA: I RAPPORTI TERRITORIALI

Un ultimo dato che pare interessante rilevare riguarda la composizione per età dei lavoratori che

hanno partecipato a Piani Formativi. La classe di età maggiormente rappresentata risulta essere quella centrale (30-49 anni), cui appartiene quasi il 65% dei beneficiari. Circa il 26% dei lavoratori raggiunti da Fondimpresa ha più di 50 anni, mentre solo il 10% ne ha meno di 30. Questo dato rimane pressoché invariato se scomposto per sezione di attività dell’impresa, come rappresentato nella Figura 3.417. Gli unici risultati degni di nota riguardano il maggior coinvolgimento nei Piani Formativi finanziati di Fondimpresa dei giovani lavoratori del settore agricolo (22%) e alberghiero (36%) e dei lavoratori più anziani del settore istruzione (circa 40%).

Figura 3.4 Numero di lavoratori raggiunti da Fondimpresa per classe di età e sezione ATECO.

Fonte: Fondimpresa - Conto Formazione e Conto di Sistema

17 La figura è costruita a partire dai dati riportati in Tabella 9, Allegato 2.

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3.4 Formazione erogata Analizzando il numero di ore di formazione erogata è possibile verificare quali siano le tematiche

maggiormente rilevanti per le imprese raggiunte da Fondimpresa. Come si diceva in precedenza, il Conto di Sistema ha finanziato 16 piani, articolati in 216 azioni, per

un totale di 8.673 ore di formazione. Si è trattato in larghissima parte di formazione di livello base (90% delle azioni), che ha riguardato per lo più il settore manifatturiero (4.814 ore, pari a oltre il 55%). Sono invece esclusi dalla formazione finanziata dal Conto di Sistema il settore estrattivo, le attività finanziarie e la sanità.

Per quanto riguarda le tematiche affrontate, oltre il 25% delle ore di formazione nell’ambito del

Conto di Sistema (pari a oltre 2.200 ore) ha riguardato le tecniche di produzione, seguite dall’informatica (24%) e dalla sicurezza sul luogo di lavoro (17%). Non sono trascurabili nemmeno le ore dedicate alla gestione aziendale e alle abilità personali (rispettivamente, 9% e 6%), seguite dal marketing e dalle lingue (entrambe intorno al 5%). Una quota decisamente minoritaria di ore (circa 1%) è stata, infine, dedicata alla contabilità e alla qualità.

La figura successiva incrocia questi due dati al fine di avere un quadro più completo dei settori e

delle tematiche formative cui sono stati rivolti i Piani Formativi finanziati dal Conto di Sistema18.

Figura 3.5 Ore di formazione erogate nell’ambito del Conto di Sistema per tematiche formative. Distribuzione percentuale per sezione ATECO

Fonte: Fondimpresa - Conto Formazione e Conto di Sistema

Le tecniche di produzione—tematica centrale, come si diceva, dei piani formativi finanziati dal

Conto di Sistema—risultano essere un argomento privilegiato nell’industria manifatturiera (30%), nelle costruzioni (40%) e nei servizi alle imprese (28%), ma ricevono una certa attenzione anche nel settore

18 Si veda, per un maggiore dettaglio, la Tabella 10 riportata nell’Allegato 2.

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PARTE TERZA: I RAPPORTI TERRITORIALI

agricolo (10%). Più trasversale ai settori produttivi sembra essere invece l’interesse per le altre due tematiche ampiamente finanziate dal Conto di Sistema, vale a dire l’informatica e la sicurezza sul lavoro. La prima copre una porzione non irrilevante del numero di ore di formazione attivate negli ambiti della produzione e distribuzione di energia, acqua e gas (48%), della manifattura (28%) e delle costruzioni (22%), così come nel commercio (20%) e nei servizi, sia alle imprese (24%) che in quelli pubblici, sociali e personali (20%). La seconda ricopre un ruolo di rilievo nel settore primario (80% nell’agricoltura), così come nel secondario (14% nella manifattura, 21% nella produzione di energia; 17% nelle costruzioni) e nel terziario (essa rappresenta l’unica tematica affrontata dai piani formativi nel settore alberghiero, il 40% nell’istruzione, il 10% nei servizi alle imprese). Per quanto riguarda invece le altre tematiche, vale la pena sottolineare che mentre quelle legate all’impatto ambientale sono affrontate, come prevedibile, prevalentemente in piani formativi attivati da aziende operanti nel settore primario e secondario, le altre—abilità personali, contabilità, gestione aziendale, marketing e qualità—sono d’interesse primario per le imprese del terziario.

Maggiore è stato il numero di piani formativi finanziati dal Conto Formazione: si tratta di 288 piani,

articolati in 1.428 azioni, per un totale di 19.580 ore di formazione. In un solo caso (un piano, composto da una sola azione), che viene eliminato dalle analisi che seguono, non abbiamo l’informazione riguardante la sezione ATECO di afferenza dell’impresa. I risultati qui riportati fanno dunque riferimento a 287 piani, articolati in 1.427 azioni, per un totale di 19.556 ore di formazione. Benché si tratti, anche in questo caso, di formazione di livello base, non sono mancati programmi finanziati dal Conto Formazione di livello specialistico o avanzato (quasi il 40% delle azioni promosse). La distribuzione settoriale delle ore di formazione conferma quanto già rilevato per il Conto di Sistema: la maggioranza assoluta delle ore formative hanno interessato il settore manifatturiero (52%, pari a circa 10.250 ore), seguito dai trasporti (16%), dai servizi alle imprese (8%), dall’industria energetica (7%) e dalla costruzioni (5%). Seguono gli altri settori, con percentuali inferiori al 5%. I settori che non risultavano interessati da attività del Conto di Sistema, vale a dire il settore estrattivo, le attività finanziarie e la sanità, insieme all’istruzione, all’agricoltura e al settore alberghiero, sono toccati solo marginalmente (percentuali uguali o inferiori all’1%) anche dal Conto Formazione. Per quanto riguarda le tematiche affrontate, le tecniche di produzione, l’informatica e la sicurezza sul lavoro si confermano come gli argomenti più trattati, anche se con una diversa redistribuzione del carico formativo: queste rappresentano, rispettivamente, il 10%, 9% e 38% del totale delle ore di formazione finanziata. Ben oltre la soglia del 10% si colloca anche la formazione relativa ad abilità personali (18%). Un numero non trascurabile di ore è poi dedicato a piani formativi riguardanti la gestione aziendale (8%) e le lingue (7%). Rivestono, infine, un ruolo minoritario la contabilità (3%), il marketing (3%), la qualità (2%), l’impatto ambientale (1%) e l’attività di segreteria (0.1%). Anche in questo caso, incrociamo questi dati per avere un quadro completo dei piani attivati. Naturalmente, come già si registrava a proposito dei piani finanziati dal Conto di Sistema, le tematiche affrontate sono tanto più varie quanto più è elevato il numero di ore di formazione attivate nei singoli settori produttivi.

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Il Rapporto Provincia di Trento

Figura 3.6 Ore di formazione erogate nell’ambito del Conto Formazione per tematiche formative. Distribuzione percentuale per sezione ATECO

Fonte: Fondimpresa - Conto Formazione e Conto di Sistema

Tra le tematiche maggiormente affrontate, la sicurezza sul lavoro (circa 7.400 ore di formazione) è

quella che interessa in maniera più trasversale i diversi settori: essa costituisce, infatti, argomento cardine della formazione svolta nel settore primario (63% in agricoltura), nel secondario (58% nelle costruzioni; 45% nella produzione di elettricità, acqua e gas; 35% nella manifattura) e nel terziario (84% nei servizi di alloggio e ristorazione; 70% nei servizi pubblici, sociali e personali; 47% nei trasporti; 21% nel commercio; 12% nei servizi alle imprese). Abbastanza trasversali ai settori sono anche l’interesse per l’informatica e per lo sviluppo delle abilità personali che, con un totale di, rispettivamente, 1.858 e 3.653 ore, hanno costituito importanti tematiche formative tanto nel terziario quanto nel secondario. Piani formativi incentrati sulle abilità personali hanno riscosso un certo successo anche nel settore primario: il 36% delle ore di formazione attivate nel settore estrattivo hanno riguardato proprio questa tematica. Più circoscritto settorialmente è, invece, l’interesse per le tecniche di produzione: queste sono state argomento di oltre 1.900 ore di formazione, svolte soprattutto, nell’industria energetica, nella manifattura e nel commercio, dove costituiscono, rispettivamente, il 22%, il 13% e il 14% del totale della formazione svolta.

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PARTE TERZA: I RAPPORTI TERRITORIALI

3.5 Penetrazione di Fondimpresa nel tessuto produttivo provinciale In quest’ultimo paragrafo, la penetrazione di Fondimpresa nel tessuto produttivo provinciale è

stimata rapportando, in primo luogo, il numero di imprese raggiunte da Fondimpresa con il numero di quelle presenti sul territorio e, in seconda istanza, il numero di lavoratori coinvolti in piani formativi finanziati dal Fondo con quello degli occupati in Trentino. In entrambi i casi vengono proposte disaggregazioni per variabili rilevanti, quali il settore produttivo e la classe dimensionale dell’impresa, il sesso e l’età dei lavoratori e il loro inquadramento professionale. Per quanto riguarda la penetrazione del Fondo a livello di impresa, vengono proposti due set di analisi. Da un lato, viene presentato il tasso di adesione a Fondimpresa, dato dal rapporto tra numero di unità produttive aderenti a Fondimpresa e numero totale di unità produttive operanti sul territorio19. Dall’altro, a questo dato viene affiancato quello relativo al tasso di attivazione di piani formativi, che rappresenta la quota di unità produttive che hanno attivato piani formativi sul totale delle unità produttive aderenti a Fondimpresa. Per quanto riguarda, invece, il numero di lavoratori raggiunti da Fondimpresa, invece, è stato possibile solo rapportare il numero di lavoratori che hanno preso parte alla formazione con quello degli occupati in Trentino.

Complessivamente, nel 2013, il tasso di adesione a Fondimpresa è quantificabile in 35 unità

produttive su 1000 operanti in settori diversi da quello agricolo20; il 20% di queste ha attivato Piani Formativi nel corso dell’anno in considerazione. Questi due dati variano in misura considerevole se disaggregati per settore produttivo in cui le aziende operano (Figura 3.7 e Tabella 12, Allegato 2) e per loro classe dimensionale (Figura 3.8 e Tabella 13, Allegato 2).

Figura 3.7 Tasso di adesione a Fondimpresa (sul totale delle unità produttive operanti in Trentino) e tasso di attivazione di piani formativi (sul totale delle unità produttive iscritte a Fondimpresa) per sezione ATECO

Fonte: Istat, Registro statistico Asia-Unità locali; Fondimpresa – Database adesioni; Fondimpresa - Conto Formazione e Conto di Sistema

19 Il dato fa riferimento al Registro ASIA – ISTAT. Per maggiori dettagli si veda il § 3.1. 20 In valore assoluto si tenga presente che il numero di aziende aderenti a Fondimpresa è pari, in Trentino, a 1600 unità (dato a

novembre 2013).

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I tassi di adesione più elevati si registrano nel settore secondario, decisamente più bassi sono invece quelli delle aziende operanti nel terziario. Il primato spetta all’industria estrattiva, con il 37% delle unità aderenti a Fondimpresa, seguita dalla manifattura (14%), dal settore energia (11%) e dalle costruzioni (4%). Il tasso di adesione delle imprese operanti nel settore terziario si colloca invece tra l’1% e il 2%, con l’eccezione delle unità operanti nell’istruzione (8%) e nei trasporti (4%).

Come si evince dal grafico, ad un elevato tasso di adesione a Fondimpresa non corrisponde necessariamente un elevato tasso di attivazione di Piani Formativi. Nel settore estrattivo, ad esempio, solo il 2% delle imprese aderenti ha implementato piani formativi nel corso del 2013. Il primato spetta al settore energia e alla manifattura, che presentano tassi di attivazione pari, rispettivamente, al 51% e al 30%. Valori molto elevati si registrano, in questo caso, anche nel terziario: benché in questo settore siano poche le unità produttive che hanno aderito a Fondimpresa, esse presentano un’elevata propensione a sfruttare appieno le possibilità garantite dal Fondo. Ad esempio, nel campo dei servizi sociali, pubblici e personali si registra un tasso di attivazione pari al 25% a fronte di un tasso di adesione del 2%, ma spiccano anche i valori registrati nel settore trasporti (21%) e istruzione (18%).

Figura 3.8 Tasso di adesione a Fondimpresa (sul totale delle unità produttive operanti in Trentino) e tasso di attivazione di piani formativi (sul totale delle unità produttive iscritte a Fondimpresa) per dimensione aziendale

Fonte: Istat, Registro statistico Asia-Unità locali; Fondimpresa – Database adesioni; Fondimpresa – Conto Formazione e Conto di Sistema

Sia il tasso di adesione che quello di attivazione di Piani Formativi risultano crescere con la

dimensione aziendale. Benché numericamente minoritarie in Trentino, le aziende che presentano i più elevati tassi di adesione sono quelle di medie e grandi dimensioni (rispettivamente 52% e 56%). Più contenuto, seppure ragguardevole, è il tasso di adesione delle piccole imprese (20%). Le microimprese, infine, pur essendo quelle maggiormente presenti sul territorio (42.120 unità locali contano meno di 10 dipendenti) presentano livelli di adesione molto bassi (2%). Tutte le quattordici unità produttive che hanno aderito a Fondimpresa hanno attivato Piani Formativi nel corso del 2013; il tasso di attivazione è molto elevato anche tra le medie imprese (50%), mentre decresce al diminuire della classe dimensionale (24% tra le piccole e 7% tra le micro imprese).

Spostando l’attenzione sulla quota di lavoratori che sono stati raggiunti da Fondimpresa, osserviamo

che, complessivamente 6 lavoratori trentini su 100 hanno preso parte ad azioni formative finanziate dal Fondo; questa percentuale sale all’8% per gli uomini, mentre scende al 2% per le donne. Il settore in cui

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PARTE TERZA: I RAPPORTI TERRITORIALI

Fondimpresa mostra la maggiore capacità di penetrazione è quello dei trasporti, con il 31% dei lavoratori coinvolti in piani formativi, seguito dalla manifattura (14%) e dal settore energia (11%). Si noti che in questi ultimi due comparti produttivi si registrano tassi elevati di partecipazione, indipendentemente dalla qualifica dei lavoratori. Nel settore dei trasporti, al contrario, a trainare il dato sembrano essere gli operai e i quadri (soprattutto uomini). Negli altri settori, invece, si riscontrano percentuali di partecipazione molto basse, comprese tra lo 0% il 6%: anche in questi casi il dato rimane pressoché invariato se lo disaggreghiamo per sesso dei lavoratori o per loro qualifica professionale. Fa eccezione il settore dei servizi alle imprese, che vede una prevalenza di formazione rivolta ai quadri: il tasso di partecipazione è rispettivamente del 19% e del 18% per uomini e donne. Anche nel settore della sanità sono soprattutto i quadri ad essere coinvolti nella formazione, ma in questo caso è netta la differenza di genere: il tasso di partecipazione è del 19% tra le donne ma nullo tra gli uomini.

Figura 3.9 Proporzione di lavoratori partecipanti in Trentino a Piani Formativi finanziati da Fondimpresa per sesso, qualifica e sezione ATECO

Fonte: INPS, Osservatorio Statistico; Fondimpresa – Conto Formazione e Conto di Sistema

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I dati presentati nella figura seguente evidenziano, infine, che Fondimpresa raggiunge soprattutto lavoratori “maturi” o “anziani”: complessivamente circa il 7% degli occupati di età compresa tra i 30 e i 49 anni o superiore ai 50 ha partecipato almeno ad un piano di formazione finanziato da Fondimpresa. La percentuale scende al 3% se osserviamo i lavoratori più giovani. L’unica eccezione è costituita dal settore dei servizi di alloggio e ristorazione, che pur presentando tassi estremamente bassi privilegia la formazione rivolta ai lavoratori giovani.

Figura 3.10 Proporzione di lavoratori partecipanti in Trentino a Pian iFormativi finanziati da Fondimpresa per classe di età e sezione ATECO

Fonte: ISTAT, Registro statistico ASIA-Occupazione; Fondimpresa – Conto Formazione e Conto di Sistema

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PARTE TERZA: I RAPPORTI TERRITORIALI

3.6 Conclusioni Le analisi presentate in questo capitolo permettono di evidenziare alcuni tratti salienti della

formazione finanziata da Fondimpresa, delle imprese che hanno attivato piani formati nell’arco del 2013 e dei lavoratori che vi hanno preso parte.

I piani formativi attivati nel 2013 risultano finanziati in larghissima misura dal Conto Formazione; si è trattato per lo più di formazione di livello base, indirizzata a lavoratori impiegati stabilmente nell’impresa. La più ampia quota di piani formativi è stata attivata da micro e piccole imprese operanti nella manifattura, nelle costruzioni, nei trasporti, nel commercio e nei servizi alle imprese. Si noti che questi sono i settori in cui Fondimpresa registra la maggiore capacità di penetrazione. Lo stesso discorso, invece, non vale a proposito della classe dimensionale d’impresa: benché la maggior parte dei piani formativi siano stati attivati in micro e piccole imprese, se guardiamo al rapporto tra imprese operanti sul territorio e imprese raggiunte da Fondimpresa, notiamo che a registrare i più alti tassi di adesione al Fondo e di attivazione di piani formativi sono le medie e grandi imprese.

La formazione finanziata dal Fondo è stata rivolta principalmente a operai e impiegati occupati stabilmente nell’impresa e ha riguardato soprattutto i temi delle tecniche di produzione e della sicurezza sul luogo di lavoro: nel primo caso si tratta di tematiche affrontate principalmente da imprese operanti nel settore secondario, mentre la seconda tematica si presenta come maggiormente trasversale alle aree produttive.

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3.7 Abstract Obiettivo di questo capitolo è fornire un quadro dettagliato della formazione finanziata da

Fondimpresa e della sua capacità di penetrazione nel tessuto produttivo provinciale. A tal fine, vengono presentati, in prima istanza, dati relative alle imprese che hanno attivato piani

formativi e ai lavoratori coinvolti; quindi, vengono analizzati i contenuti della formazione erogata. Infine, i dati relativi al numero di imprese e di lavoratori coinvolti in Piani Formativi vengono rapportati, rispettivamente, al numero di imprese e di lavoratori operanti sul territorio.

Le analisi evidenziano come le possibilità di finanziamento offerte dal Fondo vengano utilizzate soprattutto nel settore secondario per attivare piani formativi di livello base, specie sui temi della sicurezza sul lavoro e delle tecniche di produzione, rivolti principalmente a lavoratori di inquadramento operaio o impiegatizio, occupati stabilmente nell’impresa.

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PARTE TERZA: I RAPPORTI TERRITORIALI

4. RICOGNIZIONE DEI FABBISOGNI FORMATIVI “ESPRESSI” INTERCETTATI DA FONDIMPRESA

4.1 Nota introduttiva La ricostruzione dei fabbisogni formativi “espressi” è stata effettuata sulla base dei seguenti dati:

Finalità e aree di formazione caratterizzanti i Piani approvati (Conto Formazione)

Ore di formazione complessive erogate (conto formazione e conto di sistema) per Tematiche Formative

Ore di formazione erogate nell’ambito del conto formazione per Tematiche Formative

Ore di formazione erogate nell’ambito del conto formazione per Tematiche Formative e imprese per classe dimensionale

Ore di formazione erogate nell’ambito del conto formazione per Tematiche Formative e per tipo di contratto partecipanti

Ore di formazione erogate nell’ambito del conto di sistema per Tematiche formative.

Attraverso l’analisi dei contenuti della formazione (tematiche affrontate) e possibile aggregare e presentare i dati in base alle seguenti macro-tematiche formative che, ai fini della presente sezione del Rapporto, fungono da ambiti del fabbisogno espresso:

abilita personali;

contabilità – finanza;

gestione aziendale, amministrazione;

impatto ambientale;

informatica;

lingue;

marketing vendite;

qualita ;

sicurezza sul luogo di lavoro;

tecniche di produzione.

Vengono inoltre proposti degli approfondimenti del quadro emerso, esplorando le tematiche associate alla formazione per livello di approfondimento (formazione di base, formazione avanzata e formazione specialistica).

A seguire, fabbisogni attinenti l’esercizio di specifici ruoli professionali (19%) e la comunicazione e la gestione delle relazioni interpersonali (11%).

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4.2 Ricostruzione dei fabbisogni formativi espressi intercettati da Fondimpresa

Tra le finalità dei Piani formativi approvati (figura 4.1) circa la metà riguarda la competitività d’impresa/innovazione (28%) e la formazione ex lege (obbligatoria) la cui incidenza supera il 20%. In oltre il 50% dei casi, i Piani esprimono un fabbisogno formativo legato soprattutto alle aree formative attinenti l’ambiente, la sicurezza, l’innovazione organizzativa, le competenze tecnico-professionali (figura 4.2). Le competenze gestionali e di processo, unitamente allo sviluppo organizzativo, rappresentano, rispettivamente, il 19,9% e l’11,3% delle aree formative connotative i Piani approvati nel 2013.

Figura 4.1 Articolazione dei Piani approvati per finalità (Conto Formazione, Anno 2013)

Fonte: Fondimpresa, Articolazione Territoriale Trento Figura 4.2 Articolazione dei Piani approvati per area di formazione (Conto Formazione, Anno 2013)

Fonte: Fondimpresa, Articolazione Territoriale Trento

Un confronto tra il contesto provinciale e quello nazionale può essere effettuate utilizzando i dati prodotti dal XV Rapporto ISFOL sulla formazione continua – Annualità 2013-2014 e riferiti al complesso dei fondi interprofessionali (figura 4.3). Si tratta di un confronto indicativo, e di massima, in grado tuttavia di mostrare come le finalità dei Piani finanziati da Fondimpresa in Trentino si caratterizzino soprattutto per una netta maggiore incidenza degli interventi formativi necessari al

39,7

28,4

20,3

6,5 3,9

1,0 0,3 0,0 5,0

10,0 15,0 20,0 25,0 30,0 35,0 40,0 45,0

33,2

27,0

19,9

11,3

4,7 3,4 0,5

0,0 5,0

10,0 15,0 20,0 25,0 30,0 35,0

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rispetto della formazione ex lege. Una maggiore incidenza a livello provinciale, anche se con scarto più contenuto, si rileva anche rispetto alla tematica della delocalizzazione/internazionalizzazione.

Figura 4.3 Incidenza di alcune finalità dei Piani approvati. Confronto Fondimpresa Articolazione Territoriale Trento e Attività finanziate dai FPI in Italia (Anno 2013)

Fonte: Fondimpresa, Articolazione Territoriale Trento e XV Rapporto sulla formazione continua, Annualità 2013-2014, ISFOL

Considerando, inoltre, le indicazioni fornite dalle “ore di formazione erogate”, è possibile disporre di un quadro conoscitivo più articolato e disaggregato.

La figura 4.4, che riprende i dati presentati nel capitolo 2, mostra chiaramente come la quota più alta di fabbisogno complessivamente espresso (Conto Formazione e Conto di Sistema) sia rappresentata dalla sicurezza sul luogo di lavoro, tematica seguita dagli ambiti “abilità personale”, “tecniche di produzione”, “informatica”, “gestione aziendale”, “lingue”. Decisamente inferiori appaiono le quote di fabbisogno espresso relativamente alle altre tematiche affrontate (marketing, impatto ambientale, qualità), mentre marginale risulta quello associato al “lavoro d’ufficio ed attività di segreteria”. Figura 4.4 Ambiti del fabbisogno complessivamente espresso (Conto Formazione e Conto di Sistema)

Fonte: Sistema informativo di Fondimpresa

23,0

492,0

758,0

812,3

904,0

1.803,0

2.295,3

3.942,8

4.157,8

4.203,5

8.861,3

Lavoro in ufficio ed attività di segreteria

Qualità

Contabilità - finanza

Impatto ambientale

Marketing vendite

Lingue

Gestione aziendale - amministrazione

Informatica

Tecniche di produzione

Abilità personali

Sicurezza sul luogo di lavoro

Ore di formazione

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Il quadro non cambia in generale se consideriamo separatamente il Conto di Sistema dal Conto di Sistema (cfr. figura 4.5). Ai fini della fotografia del fabbisogno espresso dai due Conti rileggiamo da questa angolatura di analisi i dati presentati nel capitolo 2.

Figura 4.5 Ambiti del fabbisogno espresso dal Conto Formazione e dal Conto di Sistema (valori percentuali)

Fonte: Sistema informativo di Fondimpresa

Tuttavia, osservando i singoli ambiti di fabbisogno il Conto di Sistema, (figura 4.5) rispetto al Conto

Formazione, intercetta ed esprime maggiormente fabbisogni “trasversali” soprattutto attinenti sia alla “tecniche di produzione” e all’“informatica” sia anche in riferimento alla “gestione aziendale”. Leggendo le tematiche formative espresse, invece, dal Conto Formazione, emerge l’attribuzione da parte delle imprese di priorità assoluta alla necessità di assicurare la formazione obbligatoria nell’ambito della sicurezza e, in quota significativa, anche in riferimento alle abilità personali, soprattutto, e alle lingue. Distinguendo per dimensione dell’impresa (figura 4.6), emergono intensità di fabbisogno articolate, anche nettamente, a seconda del numero di addetti:

- nelle imprese di maggiori dimensioni (250 addetti e oltre) sono decisamente più significativi sia gli ambiti delle tecniche di produzione, sia quelli della sicurezza, dell’informatica, della gestione aziendale e delle abilità personali;

- tra le due classi dimensionali “50-99” e “100-249” addetti non emergono sostanziali differenze di fabbisogno espresso e, in generale, la sua articolazione tematica coincide con quella delle imprese più grandi;

- decisamente diverso, invece, risulta il fabbisogno espresso dalle imprese di dimensioni più ridotte: prevale nettamente una domanda di formazione inerente l’ambito della lavoro d’ufficio e di segreteria, seguito da quello della sicurezza; fortemente limitata, se non marginale, l’incidenza del fabbisogno in termini di sviluppo di competenze nell’ambito della produzione, impatto ambientale, gestione aziendale e soprattutto riguardo all’ampia categoria delle abilità personali;

- il fabbisogno relativo all’ambito contabile e finanziario, infine, risulta più significativo soprattutto per le imprese della classe “50-99” addetti.

18,7

3,3

8,0

1,3

9,5

0,1

7,0

2,6 1,9

37,7

9,9

6,4

1,2

8,5 6,4

24,0

-

5,0 4,6

1,3

17,0

25,6

-

5,0

10,0

15,0

20,0

25,0

30,0

35,0

40,0

Conto Formazione

Conto di Sistema

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PARTE TERZA: I RAPPORTI TERRITORIALI

Figura 4.5 Ambiti del fabbisogno per dimensione dell’impresa (Conto Formazione)

Fonte: Sistema informativo di Fondimpresa

Un ulteriore e più disaggregato confronto, seppur molto indicativo, con il quadro nazionale del fabbisogno espresso può essere effettuato considerando le frequenza delle diverse tematiche formative dei progetti costituenti i piani finanziati da tutti i Fondi interprofessionali nell’anno 2013. Dalla figura 4.6 emerge un fabbisogno provinciale decisamente più significativo rispetto all’informatica, al marketing e all’impatto ambientale.

7,2 7,8

13,6

19,9 34,5

1,6

11,3 3,0

1,3

3,9

12,2

8,1

3,0 28,6

0,0

1,1

2,6

3,2

0,7

10,4

9,3

6,3 16,7

26,5

93,8 50,0

11,0

7,9

11,2 7,6 12,9

10,3

2,6

1,0 2,7

1,6

5,5

4,7

1,5

46,6

45,7

41,0 36,7

52,7

2,4 6,8 3,4

7,1

41,2

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

90%

100%

<=9 10-49 50-99 100-249 >=250

Tecniche di produzione

Sicurezza sul luogo di lavoro

Qualità

Marketing vendite

Lingue

Lavoro in ufficio ed attività di segreteria

Informatica

Impatto ambientale

Gestione aziendale - amministrazione

Contabilità - finanza

Abilità personali

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Figura 4.6 Ambiti del fabbisogno: confronto tra il piano nazionale e quello provinciale

Fonte: Sistema informativo di Fondimpresa e XV Rapporto sulla formazione continua (ISFOL, annualità 2013-14)

Un approfondimento del quadro provinciale del fabbisogno espresso (figura 4.7) può essere effettuato per livello connotativo delle competenze perseguite (base, avanzate, specialistiche):

nel complesso il fabbisogno è riconducibile in quota più significativa al livello base per tutti gli ambiti, fatta eccezione per quello del lavoro d’ufficio;

il livello avanzato riguarda soprattutto le tematiche della qualità, del lavoro d’ufficio e delle lingue;

lo sviluppo di competenze specialistiche riguarda invece soprattutto l’ambito dell’impatto ambientale e in quota sostanzialmente analoga le tecniche di produzione, la sicurezza, l’informatica, la qualità, la contabilità e le abilità personali.

Figura 4.7 Tematiche e livelli associati agli ambiti di fabbisogno

Fonte: Sistema informativo di Fondimpresa

18,7

3,3

8,0

1,3

9,5

7,0

2,6

1,9

37,8

6,4

1,2

8,5

6,4

24,0

5,0

4,6

1,3

17,0

0,0 5,0 10,0 15,0 20,0 25,0 30,0 35,0 40,0

Abilità personali

Contabilità - finanza

Gestione aziendale - amministrazione

Impatto ambientale

Informatica

Lingue

Marketing vendite

Qualità

Sicurezza sul luogo di lavoro

Contesto provinciale

Contesto nazionale

17,5

18,9

7,4

11,9

50,0

34,8

6,8

31,8

5,2

17,6

57,6

74,6

55,7

29,6

65,3

50,0

65,2

75,0

59,1

72,4

58,3

25,0

23,6

25,5

63,0

22,9

18,2

9,1

22,4

24,1

0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%

Abilità personali

Contabilità e finanza

Gestione aziendale

Impatto ambientale

Informatica

Lavoro d'ufficio

Lingue

Marketing

Qualità

Sicurezza sul luogo di lavoro

Tecniche di produzione

Avanzato

Base

Specialistico

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PARTE TERZA: I RAPPORTI TERRITORIALI

Considerando la dimensione dell’impresa, è agevole osservare (figura 4.8) come lo sviluppo di competenze specialistiche sia un fabbisogno espresso soprattutto dalle imprese di dimensione più grande mentre al decrescere della dimensione media aumenti l’incidenza del fabbisogno di competenze di livello base, con l’unica eccezione delle imprese “10-49 addetti” che manifestano una certa quota di fabbisogno di competenze specialistiche.

Figura 4.8 Livelli associati agli ambiti di fabbisogno per classe dimensionale

Fonte: Sistema informativo di Fondimpresa

Considerando il settore di attività economica (figura 4.9), emergono fabbisogni esclusivi, o quasi, di livello specialistico delle competenze per i comparti sanità/assistenza sociale e trasporti/logistica. La necessità di formare competenze avanzate riguarda soprattutto i comparti estrattivo e chimico. In 18 dei 24 settori considerati prevalgono, anche significativamente, fabbisogni relativi allo sviluppo di competenze base, con incidenza della quota molto elevate in agricoltura, nel comparto alimentare , nel settore della carta, nella fabbricazione dei mezzi di trasporto, nelle costruzioni e nei servizi di alloggio e ristorazione. Figura 4.9 Fabbisogno per tipologia di competenze (base, avanzate, specialistiche) espresse dai vari settori

8,5

9,5

5,8

16,0

21,2

3,8

10,6

83,9

66,0

79,8

74,5

39,8

25,0

66,9

7,7

24,6

14,4

9,5

39,0

71,3

22,5

0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%

<=9

10_49

50_99

100_249

250_499

>=500

Totale

Avanzato

Base

Specialistico

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Fonte: Sistema informativo di Fondimpresa

Se, infine, consideriamo il tipo di competenze connotative il fabbisogno espresso per inquadramento contrattuale dei lavoratori (figura 4.10), si osservano valori più significativi per le competenze specialistiche in riferimento ai dipendenti a tempo indeterminato o determinato.

Lavoratori in mobilità, apprendisti e assunti con contratto di inserimento e/o a progetto risultano categorie portatrici soprattutto di fabbisogni di abilità e/o conoscenze di base, probabilmente connesse alla formazione obbligatoria nell’ambito della sicurezza.

Figura 4.10 Fabbisogno per tipologia di competenze (base, avanzate, specialistiche) in riferimento all’inquadramento contrattuale del lavoratore

Fonte: Sistema informativo di Fondimpresa

100,0

8,9

0,0

12,2

62,5

7,8

8,9

11,4

8,5 6,3

11,6

7,6

10,0

5,5

50,0

30,5

12,5

6,7

10,6

98,5

93,0

48,2

66,7

76,4

22,5

91,1

91,1

78,2

63,6

57,5

93,8

97,7

59,4

81,0

75,7

95,2

19,8

50,0

52,5

87,5

66,7

66,9

42,9

33,3

11,4

15,0

6,3

12,9

25,0

34,0

29,0

11,4

14,3

4,8

74,7

17,0

100,0

26,7

22,5

0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%

Agricoltura, caccia e silvicoltura

Estrazione di minerali

Industrie alimentari

Industrie tessili e dell'abbigliamento

Industria del legno

Industria della carta

Fabbricazione di prodotti chimici

Fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche

Fabbricazione di prodotti della lavorazione di minerali non …

Metallurgia

Fabbricazione di macchine e apparecchi meccanici

Fabbricazione di macchine elettriche, elettroniche e ottiche

Fabbricazione di mezzi di trasporto

Altre industrie manifatturiere

Produzione e distribuzione di energia elettrica, acqua e gas

Costruzioni

Commercio all'ingrosso e al dettaglio

Servizi di alloggio e ristorazione

Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni

Attività finanziarie

Servizi alle imprese

Istruzione

Sanità e assistenza sociale

Altri servizi pubblici, sociali e personali

Totale

Avanzato

Base

Specialistico

4,4

5,2

8,4

6,9

8,0

80,0

100,0

78,7

67,7

88,0

88,2

100,0

97,3

69,2

15,6

16,2

23,9

12,0

4,9

22,7

0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%

Apprendisti

Contratto a progetto

Tempo determinato

Tempo indeterminato

Lavoro intermittente

Lavoro a tempo parziale

Contratto di inserimento

Mobilità

Totale

Avanzato

Base

Specialistico

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PARTE TERZA: I RAPPORTI TERRITORIALI

Considerando la categoria delle “abilità personali”, risultata un ambito particolarmente significativo del fabbisogno espresso, è possibile cogliere alcune macro-fisionomie dei bisogni di formazione.

Per necessità di sintesi e semplificazione è stata costruita una tipologia di abilità personali:

abilità personali necessarie per l’esercizio di specifici ruoli professionali;

abilità personali attinenti all’organizzazione, management, team working e building;

abilità personali attinenti la comunicazione e la gestione delle relazioni interpersonali.

In termini di abilità personali, il fabbisogno espresso intercettato da Fondimpresa risulti rilevante soprattutto in riferimento a tematiche attinenti all’organizzazione, management, qualità team-working e team-building (il 70% delle azioni).

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La formazione continua e gli interventi finanziati da Fondimpresa I° Rapporto Nazionale di valutazione

Il Rapporto Provincia di Trento

4.3 Analisi della rilevanza dei fabbisogni formativi intercettati 4.3.1 Metodologia di indagine

Di seguito il quadro di sintesi dei riferimenti metodologici richiesti. Declinazione degli obiettivi conoscitivi

Obiettivo di questa fase di ricerca è stato quello di verificare con alcuni soggetti ritenuti testimoni privilegiati del contesto imprenditoriale e lavorativo del Trentino quanto la formazione realizzata attraverso gli strumenti di Fondimpresa sia idonea ad accompagnare le esigenze formative e di riqualificazione delle imprese provinciali.

Contesto in cui si svolge il focus group

Il contesto fisico di realizzazione del focus ha previsto l’incontro dei partecipanti e dello staff di conduzione presso la sede dell’Articolazione Territoriale. Ciascun partecipante è stato chiamato a dare il proprio contributo valutativo sulla base di una serie di tavole (tabelle e grafici) in grado di rappresentare in sintesi la mappa dei fabbisogni intercettati da Fondimpresa nell’anno di riferimento.

Staff di conduzione

Lo staff di conduzione è composto da due persone:

- Mauro Frisanco che coordina il focus e pone le domande

- Giovanni Maria Abbiati che coadiuva il coordinatore proponendo approfondimenti tematici.

Criteri di composizione del gruppo

In questa fase di ricerca sono stati invitati a partecipare le seguenti tipologie di interlocutori:

- responsabili education di associazioni datoriali;

- consiglieri di Fondimpresa Trento e componenti dell'Assemblea di Fondimpresa Trento;

- referenti delle organizzazioni sindacali;

- responsabili delle strategie e della programmazione/attuazione della formazione continua pubblica.

Composizione del gruppo

I soggetti partecipanti sono stati: Maria Cristina Poletto, Responsabile Education Confindustria Trento, componente il Comitato di Sorveglianza FSE e FESR e già Presidente del Comitato provinciale della Formazione Professionale, attuale consigliere Fondimpresa Trento Franco Ischia, membro della segreteria generale Cgil trentina, già componente Commissione provinciale per l'Impiego e Consiglio di Amministrazione dell'Agenzia del Lavoro della Provincia autonoma di Trento, attuale consigliere Fondimpresa Trento Lorenzo Pomini, segretario generale CISL Trentino, componente Commissione provinciale per l'Impiego e Consiglio di Amministrazione dell'Agenzia del Lavoro della Provincia autonoma di Trento, già consigliere del primo triennio della costituzione di Fondimpresa Trento. Nicoletta Clauser, dirigente Servizio Europa, Provincia autonoma di Trento Ermano Monari, già segretario generale UIL del Trentino, già componente Commissione provinciale per l'Impiego e Consiglio di Amministrazione dell'Agenzia del Lavoro della Provincia autonoma di Trento, già consigliere del primo triennio della costituzione di Fondimpresa Trento Luigi Pitton, già Direttore dell’Area Iniziative formative presso Agenzia del Lavoro della Provincia autonoma di Trento Giovanni Sbetti, Funzionario di ANCE Trento, componente Comitati di Pilotaggio per Confindustria in numerosi Piani territoriali finanziati dagli Avvisi di Fondimpresa.

Descrizione delle modalità di contatto con i partecipanti individuati

I diversi soggetti sono stati individuati con il supporto dell’Articolazione Territoriale e contattati dalla stessa.

Descrizione della metodologia di conduzione e degli strumenti utilizzati

Il focus è stato condotto proponendo i seguenti ambiti di riflessione:

- collegamento tra la formazione svolta con Fondimpresa e le dinamiche strategiche, programmatorie, socio-economiche locali;

- livello e adeguatezza delle azioni attivate alle priorità e ai fabbisogni caratterizzanti il territorio;

- contributo della formazione complessivamente svolta con Fondimpresa su innovazione tecnologica, di processo e di prodotto;

- dimensione, contenuti e caratteristiche della formazione svolta con Fondimpresa in rapporto all’universo provinciale delle attività di formazione continua (aspetti di sussidiarietà ed eventuali sovrapposizioni);

- temi chiave per la competitività delle imprese;

- individuazione di casi e/o modelli significativi di sviluppo dei processi formativi a livello aziendale, pluriaziendale, territoriale, settoriale, di reti o filiere.

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PARTE TERZA: I RAPPORTI TERRITORIALI

4.3.2 Risultati Di seguito il quadro sinottico dei risultati emersi in riferimento a ogni ambito di riflessione.

Quadro generale dei fabbisogni intercettati

In riferimento al quadro generale dei fabbisogni intercettati, gli interlocutori intervenuti sottolineano quanto segue:

- per quanto riguarda la forte incidenza del fabbisogno formativo in riferimento alla “salute e sicurezza sul luogo di lavoro”, i dati evidenziano un contesto da “leggere in positivo” e non solo in relazione alla necessità di ottemperare a obblighi di legge. Un contesto che segnala un significativo rafforzamento del livello generale di sensibilizzazione delle imprese e dei lavoratori nei confronti di questo tema, l’ampia e pervasiva diffusione di una cultura della sicurezza, entrambi prodotti delle azioni istituzionali promosse in Trentino negli ultimi anni (ad esempio, costituzione del Comitato di coordinamento in materia di salute e sicurezza sul lavoro della Provincia autonoma di Trento, l’istituzione dell’Albo RLS, ecc.)

- la polarizzazione dei fabbisogni espressi in riferimento all’ampia categoria delle “abilità personali” e a quella dell’”informatica” denotano, in generale, che le difficoltà congiunturali, nello specifico il rallentamento della produzione, sono state colte dalle imprese e dai lavoratori come opportunità.

- in particolare, le imprese hanno sentito la necessità di investire in formazione più per soddisfare quei fabbisogni correlati allo sviluppo di competenze strategiche e valorizzanti ai fini della flessibilità funzionale e organizzativa che per lo sviluppo/riqualificazione delle competenze tecnico-professionali

Collegamento tra la formazione svolta con Fondimpresa e le dinamiche strategiche, programmatorie, socio-economiche locali

In riferimento al collegamento tra la formazione svolta con Fondimpresa e le dinamiche strategiche, programmatorie, socio-economiche locali, gli interlocutori intervenuti sottolineano la necessità, date le ingenti risorse disponibili sul territorio grazie alle azioni Fondimpresa e alla formazione pubblica, di definire meglio e in maniera più accurata e integrata linee generali strategiche di risposta ai fabbisogni espressi, emergenti e prospettici del territorio. Una necessità che si scontra, allo stato, con le inevitabili difficoltà derivanti, soprattutto, dalle normative (comunitarie, nazionali, locali) con impianti e adempimenti non facilmente integrabili nell’ottica di un’azione sinergica di sistema rivolta alla formazione continua. In riferimento, inoltre, agli Avvisi, la programmazione centralizzata di Fondimpresa può non sempre cogliere e valorizzare a pieno le specificità locali del fabbisogno; ciò spiega perché i contenuti effettivi della formazione erogata dalle azioni progettuali presentate e approvate possono trovare orientamenti tematici, da un lato, anche poco coerenti con la tematica “identificativa” dell’avviso e, dall’altro, pienamente coerenti con le priorità locali.

Livello e adeguatezza delle azioni attivate, alle priorità e ai fabbisogni caratterizzanti il territorio

In riferimento al livello e adeguatezza delle azioni attivate, alle priorità e ai fabbisogni caratterizzanti il territorio, gli interlocutori intervenuti sottolineano quanto segue:

- in generale, il quadro di fabbisogno che emerge risulta sostanzialmente in linea con le necessità espresse dal territorio in quella specifica fase temporale (2011-2013, tenendo conto che le progettazioni delle azioni a risposta del fabbisogno avvengono molto prima rispetto all’attuazione degli interventi formativi);

- lo confermano le linee programmatiche per il periodo considerato della formazione continua pubblica prodotte nel 2011 in esito alle attività di rilevazione e analisi dei fabbisogni formativi a livello provinciale. Viene fatto riferimento all’impianto di rilevazione e analisi del modello operativo per la rivelazione e l’analisi dei fabbisogni formativi e professionali a supporto della programmazione annuale delle attività formative già ampiamente sperimentato e messo a regime dalla Provincia Autonoma di Trento (Deliberazione della Giunta provinciale n. 3303 del 23 dicembre 2002, successivamente integrata dalle Deliberazioni n. 1125 del 16 maggio 2003, n. 178 del 17 settembre 2003 e n. 632 del 19 marzo 2004). Nello specifico, una focalizzazione degli ambiti di intervento per “iniezioni di competenze” volte a supportare l’innovazione sul versante organizzativo delle imprese e della “resilienza” dei lavoratori.

Contributo della formazione complessivamente svolta con Fondimpresa su innovazione tecnologica, di processo e di prodotto

In riferimento al contributo della formazione complessivamente svolta con Fondimpresa su innovazione tecnologica, di processo e di prodotto, gli interlocutori intervenuti sottolineano quanto segue:

- l’analisi qualitativa dei “contenuti” delle azioni formative attuate nell’ambito del Conto Formazione mette in luce una certa copertura dei fabbisogni rilevabili sul territorio locale in riferimento all’innovazione;

- la copertura è maggiore in termini di innovazione tecnologica ed, a seguire, i contenuti sono riconducibili a quella di processo e di prodotto;

- in riferimento, invece, alle azioni supportate dal Conto di Sistema, è evidente come i contenuti della formazione erogata supportino quasi interamente fabbisogni relativi all’innovazione di processo; per l’ambito tecnologico e di prodotto, difficile, a detta degli intervistati, individuare contenuti “comuni” e, soprattutto, disporre di setting formativi nei quali partecipanti provenienti da imprese diverse, anche in concorrenza tra loro, siano effettivamente disponibili a condividere innovazioni connotative la realtà aziendale di appartenenza.

Dimensione, contenuti e caratteristiche della formazione svolta con Fondimpresa in rapporto

In riferimento alla dimensione, contenuti e caratteristiche della formazione svolta con Fondimpresa in rapporto all’universo provinciale delle attività di formazione continua, gli interlocutori intervenuti sottolineano soprattutto il forte sostegno da parte del Fondo sul piano degli investimenti formativi attuati a livello locale in questa annualità (2013), dove gli effetti della crisi hanno cominciato a manifestarsi con maggiore intensità. In particolare, nonostante l’approccio utilitaristico delle imprese nei confronti di Fondimpresa (formazione per il rispetto degli obblighi normativi o per ottenere/mantenere alcune certificazioni obbligatorie), le tematiche formative attivate dalle imprese (ad esempio, quelle attinenti alla categoria delle abilità personali) indicano come l’utilizzo della formazione

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Il Rapporto Provincia di Trento

all’universo provinciale delle attività di formazione continua (aspetti di sussidiarietà ed eventuali sovrapposizioni)

finanziata dal Fondo si configuri come risorsa che possa sostenere, in prospettiva, nuovi scenari di opportunità, crescita e sviluppo. Una risorsa, si sottolinea, che affianca ed integra quanto la formazione pubblica ha messo in campo per fronteggiare le sfide contingenti di questa fase storica, offrendo quella risposta più mirata alle mutate condizioni organizzative, operative, produttive del mondo aziendale, difficilmente leggibili, interpretabili e traducibili in azioni di intervento formativo pubblico.

Individuazione di casi e/o modelli significativi di sviluppo dei processi formativi a livello aziendale, pluriaziendale, territoriale, settoriale, di reti o filiere

In riferimento all’individuazione di casi e/o modelli significativi di sviluppo dei processi formativi, il confronto con gli interlocutori intervenuti si è focalizzato soprattutto sulla novità più recente emersa nel panorama di Fondimpresa in Trentino: l’avvio della sperimentazione di azioni di validazione e certificazione delle competenze per i lavoratori iscritti ai Piani formativi. Di questa sperimentazione viene dato conto in uno specifico capitolo del Rapporto di monitoraggio.

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PARTE TERZA: I RAPPORTI TERRITORIALI

4.4 Conclusioni Dall’analisi di quanto emerge dai dati e dal focus group con gli interlocutori privilegiati appare

rilevante che i fabbisogni espressi e intercettati dal Fondo sembrano, per finalità dei Piani approvati, polarizzarsi su competitività d’impresa/innovazione e formazione ex lege, con alcune peculiarità distintive per settore economico, dimensione d’impresa, profilo dei lavoratori partecipanti. Una lettura del fabbisogno attraverso le ore di formazione erogate, e le tematiche/contenuti della stessa, mostra come la significativa attenzione data all’ambito delle “abilità personali” denoti un orientamento delle imprese a considerarlo una risorsa strategica a supporto della necessità di flessibilità ed adeguamento a contesti futuri caratterizzati da opportunità ma anche da complessità e dinamica crescenti. Eterogenei risultano i fabbisogni espressi nelle diverse dimensioni aziendali: da un lato, le imprese di maggiori dimensioni esprimo fabbisogni, oltre che rispetto alla sicurezza, soprattutto in riferimento alla produzione, all’informatica applicata ai processi organizzativo-produttivi, alla gestione integrata dei processi aziendali e alle abilità personali; dall’altro, nelle imprese di dimensioni più ridotte la domanda di formazione riguarda fabbisogni attinenti soprattutto ad aree molto tradizionali (ad esempio, l’operatività d’ufficio) e marginale risulta l’incidenza del fabbisogno soprattutto riguardo all’ampia categoria delle abilità personali. Nelle imprese a dimensione ridotta sembrerebbe che il Fondo intercetti soprattutto necessità contingenti e slegate da visioni di medio termine in riferimento a snodi quali il riposizionamento, la competitività aziendale. Ciò determina un livello di fabbisogno espresso che, nel complesso, è riconducibile in quota più significativa al livello base per tutti gli ambiti tematici, dato che lo sviluppo di competenze specialistiche è una necessità rilevata soprattutto nelle imprese di dimensione più grande mentre, al decrescere della dimensione media, aumenta l’incidenza del fabbisogno di competenze di livello base. Il dato relativo alla forte incidenza della tematica “salute e sicurezza sul luogo di lavoro”, è senza dubbio un indicatore, secondo gli intervistati, da “leggere in positivo” a riscontro del significativo rafforzamento del livello generale di sensibilizzazione delle imprese e dei lavoratori nei confronti di questo tema, l’ampia e pervasiva diffusione di una cultura della sicurezza, entrambi prodotti delle azioni istituzionali promosse in Trentino negli ultimi anni in termini di coordinamento in materia di salute e sicurezza sul lavoro. In riferimento al quadro generale dei fabbisogni intercettati, il quadro di fabbisogno che emerge risulta sostanzialmente in linea con le necessità espresse dal territorio nella specifica fase temporale di riferimento (2013).

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Il Rapporto Provincia di Trento

4.5 Abstract In termini di fabbisogni formativi espressi intercettati da Fondimpresa, dall’analisi dei dati emerge quanto segue:

tra le finalità dei Piani formativi approvati circa la metà riguarda la competitività d’impresa/innovazione e la formazione ex lege (obbligatoria);

la quota più alta di fabbisogno complessivamente espresso è rappresentata dalla sicurezza sul luogo di lavoro, tematica seguita dagli ambiti “abilità personale”, “tecniche di produzione”, “informatica”, “gestione aziendale”, “lingue”;

il Conto di Sistema, rispetto al Conto Formazione, intercetta ed esprime maggiormente fabbisogni “trasversali” soprattutto attinenti sia alla “tecniche di produzione” e all’”informatica” sia anche in riferimento alla “gestione aziendale”;

le tematiche formative espresse dal Conto Formazione mostrano un’attribuzione da parte delle imprese di priorità assoluta alla necessità di assicurare la formazione obbligatoria nell’ambito della sicurezza e, in quota significativa, anche in riferimento alle abilità personali, soprattutto, e alle lingue;

nelle imprese di maggiori dimensioni (250 addetti e oltre) sono decisamente più significativi sia gli ambiti delle tecniche di produzione, sia quelli della sicurezza, dell’informatica, della gestione aziendale e delle abilità personali;

nelle imprese di dimensioni più ridotte prevale nettamente una domanda di formazione inerente l’ambito della lavoro d’ufficio e di segreteria, seguito da quello della sicurezza; fortemente limitata, se non marginale, l’incidenza del fabbisogno in termini di sviluppo di competenze nell’ambito della produzione, impatto ambientale, gestione aziendale e soprattutto riguardo all’ampia categoria delle abilità personali;

nel complesso, il fabbisogno è riconducibile in quota più significativa al livello base per tutti gli ambiti;

il livello avanzato riguarda soprattutto le tematiche della qualità, del lavoro d’ufficio e delle lingue;

lo sviluppo di competenze specialistiche riguarda invece soprattutto l’ambito dell’impatto ambientale e in quota sostanzialmente analoga le tecniche di produzione, la sicurezza, l’informatica, la qualità, la contabilità e le abilità personali;

lo sviluppo di competenze specialistiche è un fabbisogno espresso soprattutto dalle imprese di dimensione più grande mentre al decrescere della dimensione media aumenti l’incidenza del fabbisogno di competenze di livello base;

valori più significativi per le competenze specialistiche si rilevano in riferimento ai dipendenti a tempo indeterminato o determinato. Lavoratori in mobilità, apprendisti e assunti con contratto di inserimento e/o a progetto risultano categorie portatrici soprattutto di fabbisogni di abilità e/o conoscenze di base;

considerando la categoria delle “abilità personali” il fabbisogno rilevante soprattutto in riferimento a tematiche attinenti all’organizzazione, management, qualità team-working e team-building ed, a seguire, lo sviluppo di competenze attinenti l’esercizio di specifici ruoli professionali, la comunicazione e la gestione delle relazioni interpersonali;

Fondimpresa, guardando agli ambiti di fabbisogno intercettati, emerge come una risorsa che affianca ed integra quanto la formazione pubblica ha messo in campo per fronteggiare le sfide contingenti di questa fase storica, offrendo quella risposta più mirata alle mutate condizioni organizzative, operative, produttive del mondo aziendale, difficilmente leggibile, interpretabile e traducibili in azioni di intervento formativo pubblico.

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PARTE TERZA: I RAPPORTI TERRITORIALI

5. ANALISI DEI FABBISOGNI FORMATIVI “INESPRESSI” E SULLA RILEVANZA DEGLI STESSI NEI PROCESSI DI RIPOSIZIONAMENTO COMPETITIVO DELLE IMPRESE

5.1 Nota introduttiva La ricostruzione dei fabbisogni formativi “inespressi” è stata effettuata sulla base del confronto tra i

fabbisogni intercettati dal Fondo e le necessità espresse dal contesto produttivo locale secondo i partecipanti al focus group. La valenza di uno dei temi emersi dal confronto – sviluppo e riconoscimento delle competenze – ha orientato tematicamente una parte significativa di questa sessione del focus group nella quale i focus delle attività sono state l’illustrazione, la rilettura e la riflessione critica sul processo sperimentale di validazione e certificazione delle competenze attivato in riferimento a due Piani in attuazione nel 2014.

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Il Rapporto Provincia di Trento

5.2 Analisi dei fabbisogni formativi inespressi 5.2.1 Metodologia di indagine

Di seguito il quadro di sintesi dei riferimenti metodologici richiesti.

Declinazione degli obiettivi conoscitivi

Obiettivo di questa fase di ricerca è stato quello di verificare con alcuni soggetti ritenuti testimoni privilegiati del contesto imprenditoriale e lavorativo del Trentino quanto la formazione realizzata attraverso gli strumenti di Fondimpresa non colga in termini di fabbisogni, soprattutto in relazione al riposizionamento competitivo delle imprese provinciali.

Contesto in cui si svolge il focus group

Il contesto fisico di realizzazione del focus ha previsto l’incontro dei partecipanti e dello staff di conduzione presso la sede dell’Articolazione Territoriale. Ciascun partecipante è stato chiamato a dare il proprio contributo valutativo sulla base di una serie di tavole (tabelle e grafici) in grado di rappresentare in sintesi la mappa dei fabbisogni intercettati da Fondimpresa nell’anno di riferimento (base di partenza della riflessione e del confronto).

Staff di conduzione

Lo staff di conduzione è composto da due persone:

- Mauro Frisanco che coordina il focus e pone le domande

- Maria Giovanni Abbiati che coadiuva il coordinatore proponendo approfondimenti tematici.

Criteri di composizione del gruppo

In questa fase di ricerca sono stati invitati a partecipare le seguenti tipologie di interlocutori:

- responsabili education di associazioni datoriali;

- consiglieri di Fondimpresa Trento e componenti dell'Assemblea di Fondimpresa Trento;

- referenti delle organizzazioni sindacali;

- responsabili delle strategie e della programmazione/attuazione della formazione continua pubblica.

Composizione del gruppo

I soggetti partecipanti sono stati: Maria Cristina Poletto, Responsabile Education Confindustria Trento, componente il Comitato di Sorveglianza FSE e FESR e già Presidente del Comitato provinciale della Formazione Professionale, attuale consigliere Fondimpresa Trento Franco Ischia, membro della segreteria generale Cgil trentina, già componente Commissione provinciale per l'Impiego e Consiglio di Amministrazione dell'Agenzia del Lavoro della Provincia autonoma di Trento, attuale consigliere Fondimpresa Trento Lorenzo Pomini, segretario generale CISL Trentino, componente Commissione provinciale per l'Impiego e Consiglio di Amministrazione dell'Agenzia del Lavoro della Provincia autonoma di Trento, già consigliere del primo triennio della costituzione di Fondimpresa Trento. Nicoletta Clauser, dirigente Servizio Europa, Provincia autonoma di Trento Ermano Monari, già segretario generale UIL del Trentino, già componente Commissione provinciale per l'Impiego e Consiglio di Amministrazione dell'Agenzia del Lavoro della Provincia autonoma di Trento, già consigliere del primo triennio della costituzione di Fondimpresa Trento Luigi Pitton, già Direttore dell’Area Iniziative formative presso Agenzia del Lavoro della Provincia autonoma di Trento Giovanni Sbetti, Funzionario di ANCE Trento, componente Comitati di Pilotaggio per Confindustria in numerosi Piani territoriali finanziati dagli Avvisi di Fondimpresa.

Descrizione delle modalità di contatto con i partecipanti individuati

I diversi soggetti sono stati individuati con il supporto dell’Articolazione Territoriale e contattati dalla stessa.

Descrizione della metodologia di conduzione e degli strumenti utilizzati

Il focus è stato condotto proponendo una riflessione su quali possono essere considerati i temi chiave per la competitività delle imprese.

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PARTE TERZA: I RAPPORTI TERRITORIALI

5.2.2 Risultati Di seguito si riporta il quadro sinottico delle tematiche emerse, con esplicitazione del grado di

rilevanza assegnato nella prospettiva di interventi da parte del Fondo.

Tematiche prioritarie di riferimento

per interventi del Fondo in prospettiva Livelli di rilevanza

dell’intervento

Bassa Media Alta

Trasferimento tecnologico

Strategie integrate di innovazione e di internazionalizzazione

Tematiche attinenti al riposizionamento competitivo connesse alle aree di specializzazione SMART della strategia provinciale 2014 – 2020 (meccatronica, energia e ambiente, qualità della vita e agrifood)

Leve di marketing

Comunicazione, relazione, networking

Project e change management

Gestione delle fonti di finanziamento

Ottimizzazione costi-processi-prodotti

Strategie e operatività in contesti produttivi multiculturali

Innalzamento e certificazione del profilo qualitativo del capitale umano

Come esplicitato nella nota introduttiva, particolare attenzione da parte dei partecipanti al focus

group è stata dedicata al tema “innalzamento e certificazione del profilo qualitativo del capitale umano”. Da questa angolatura di analisi, è emerso in grande evidenza il senso “alto” della prospettiva di validazione/certificazione delle competenze per le persone e le imprese. E’, infatti, emerso come le dimensioni del lavoro e di vita siano oggi collegate da un filo rosso sempre più evidente: la forte segmentazione delle opportunità, a seconda delle diverse combinazioni delle caratteristiche qualitative di persone e imprese. Non è solo un fatto “congiunturale”, sottolineano i partecipanti al focus group. Osservando bene, ad esempio, l’evoluzione delle caratteristiche qualitative (genere, età, scolarità, tipologie di esperienze, residenza, ecc.) dei gruppi sociali maggiormente in svantaggio sul piano occupazionale, risulta, a detta degli intervistati, la valenza “strutturale” di questa segmentazione delle opportunità. E’, inoltre, opinione comune che già da tempo, e ancor più in prospettiva, la realtà che abbiamo di fronte quotidianamente lega, o legherà nei prossimi anni, i processi di evoluzione sociale, economica e professionale alla resilienza e flessibilità degli individui; in altri termini, alla loro capacità di far fronte in maniera positiva agli eventi traumatici, di riorganizzare positivamente la propria vita di fronte alle difficoltà, di dare nuovo slancio alla propria esistenza. Solo da questa angolatura di analisi -si sottolinea nella discussione- emerge pienamente il senso e significato “alto” della prospettiva del riconoscimento e della certificazione delle competenze. Non vi possono essere dubbi, sottolineano i partecipanti, sui vantaggi per le persone, le imprese, i servizi al lavoro, i sistemi di education.

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Il Rapporto Provincia di Trento

Guardando alle persone, i processi di validazione e certificazione delle competenze possono offrire: maggiore consapevolezza del potenziale di ognuno; disponibilità di una strumentazione funzionale alla crescita e alla valorizzazione del proprio patrimonio culturale e professionale acquisito nella storia di vita, di studio, di lavoro; opportunità di capitalizzare esiti di apprendimenti formali, non formali e informali come crediti via via accumulabili in vista di una qualificazione o valorizzabili in altri percorsi di apprendimento. Attraverso la validazione (e certificazione) si avrà finalmente la possibilità di offrire queste opportunità ai segmenti più deboli della popolazione, caratterizzati da scarsa, se non assenza, di certificazioni “formali”.

Di qui, la validazione e certificazione come uno strumento decisivo per sostenere l’effettiva

inclusione sociale e lavorativa dei gruppi sociali più vulnerabili in questo lungo momento di difficile congiuntura. Per le imprese i processi di validazione e certificazione delle competenze possono favorire politiche più moderne di gestione delle risorse umane e delle relazioni industriali in chiave di competenza posseduta e di merito. Nello specifico, guardando alle imprese e al sistema della bilateralità, il riconoscimento delle competenze acquisite dalla persona promuove: il potenziale educativo/formativo del lavoro; il protagonismo della bilateralità e della contrattazione (a tutti i suoi livelli) nella formazione aziendale; la rilettura delle relazioni industriali e sindacali in chiave di competenza, produttività, merito, competitività; la disponibilità di basi più affidabili per un accesso di qualità dei lavoratori provenienti da altri paesi europei o extraeuropei, per la gestione delle dinamiche di transizione intergenerazionale, per agevolare la trasparenza della fisionomia qualitativa del proprio capitale umano ai fini di una sua spendibilità in ambiti di opportunità generati da mercati nei quali è sempre più richiesta la “certificazione delle persone” oltre che delle organizzazioni. Indirettamente, le imprese possono poi beneficiare di una maggiore qualità ed efficacia, in termini di matching tra domanda e offerta di lavoro, che questi processi possono assicurare ai servizi al lavoro. Si pensi, ad esempio, ai vantaggi offerti dalla migliore leggibilità e trasparenza degli apprendimenti, dalla maggiore interoperatività dei sistemi informativi e delle relative banche dati centrali e periferiche, dalla possibilità di pianificare un ventaglio di servizi integrati di politiche passive e attive più personalizzati, congrui ed efficaci in relazione ad attitudini e bisogni della persona e all'incontro domanda-offerta.

Contestualizzando, inoltre, la tematica in relazione al contesto di operatività di Fondimpresa, gli intervistati ritengono che nonostante negli Avvisi si dà priorità alla significativa presenza di azioni formative che prevedono l’acquisizione di competenze verificate e certificate, le modalità, o il processo, di validazione e certificazione delle competenze, pur rinviate agli accordi di condivisione tra le parti sociali, non risultano in linea alla disposizioni normative nazionali più recenti sia dal punto di vista lessicale/terminologico/semantico sia in termini di contesto di operatività e dispositivi previsti. Si auspica, da parte degli intervistati, una maggiore uniformità, o armonizzazione, del riconoscimento delle competenze in esito alla conclusione dei percorsi più strutturati che Fondimpresa premia nelle proprie griglie di valutazione.

La questione centrale, si sottolinea, è la possibilità che attraverso una maggiore uniformità si possa assicurare almeno ad una parte dei partecipanti ai corsi del Fondo di conseguire un riconoscimento pubblico di valore nazionale. A margine, si evidenzia anche la reale difficoltà di poter “certificare” competenze in esito alle singole azioni formative, data la contenuta durata delle stesse o i loro obiettivi specifici di apprendimento (spesso traducibili più in conoscenze o in abilità che in vere e proprie competenze). Di conseguenza, tenendo invece presente l’esperienza sperimentale di “sistema” attuata nel contesto Trentino, si è sollecitata, in chiave propositiva e di eventuale trasferibilità, una descrizione dettagliata dell’esperienza di Confindustria Trento all’interno del presente Rapporto di monitoraggio.

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PARTE TERZA: I RAPPORTI TERRITORIALI

5.2.3 La validazione e certificazione delle competenze nell’esperienza Fondimpresa in Trentino: buona pratica di integrazione sinergica con le strategie istituzionali

Per quanto riguarda i riferimenti normativi e il contesto istituzionale, l’esperienza pilota Fondimpresa Articolazione Territoriale Trento si colloca in coerenza all’impianto normativo del decreto legislativo 16 gennaio 2013, n. 13, dell’intesa in Conferenza Stato-Regioni del 22 gennaio 2015 e della Legge provinciale 1 luglio 2013 n. 10 “Interventi per favorire l’apprendimento permanente e la certificazione delle competenze”. Il modello/dispositivo adottato, denominato “modello Confindustria Trento - Fondimpresa” (di seguito modello), rimanda alla tipologia, prevista dalla disposizioni Fondimpresa, “dispositivi di certificazioni regionali: certificazioni relative ad acquisizioni e competenze professionali che vengono rilasciate secondo normative e regolamenti specifici delle Amministrazioni Regionali”.

Lo sviluppo e l’attuazione del modello nasce nell’ambito di un contesto di sperimentazione reso possibile ai sensi dell’art 14 della Legge provinciale 10/13 che, nelle more dei provvedimenti necessari per attivare il sistema provinciale di certificazione delle competenze, consente la promozione di azioni sperimentali per l'attivazione delle procedure di validazione delle competenze. Al pari di altre sperimentazioni promosse sul territorio provinciale, la sperimentazione Confindustria Trento - Fondimpresa contribuisce, nell’ambito del percorso costruttivo del sistema trentino di certificazione delle competenze, a: - identificare e testare un modello pilota leggero di “processo di individuazione e validazione delle

competenze”, al fine di poter disporre di indicazioni operative utili al processo di modellizzazione del sistema provinciale di certificazione delle competenze, nello specifico in riferimento ai criteri e modalità di:

o erogazione dei servizi di individuazione e validazione o valutazione delle competenze o attestazione, attraverso il rilascio di documenti di validazione

- avviare l’introduzione nel contesto trentino di approcci metodologici e culturali rispetto al tema della validazione/certificazione delle competenze

- sensibilizzare i contesti formativi e lavorativi coinvolti rispetto all’importanza di un linguaggio comune sul tema della validazione/certificazione delle competenze

- mettere a disposizione delle persone un primo percorso di capitalizzazione e riconoscimento, a livello provinciale, delle acquisizioni professionali in ambito non formale e informale.

La sperimentazione, in analogia al disegno istituzionale di questa fase sperimentale, è agganciata a un impianto di monitoraggio/valutazione provinciale fondato su una metodologia di lavoro definita “ricerca basata su progetti (Design-Based Research)” in grado di: - coniugare sul piano progettuale le esigenze teoriche e pratiche dell’azione sperimentale mediante la

prefigurazione di interventi che incarnano assunzioni di natura teorica/pratica derivanti da altre esperienze in altri contesti e la puntuale verifica della loro validità nel contesto concreto della pratica;

- sostenere lo sviluppo del progetto sul piano pratico e su quello della ricerca legata al controllo delle sue qualità e all’enucleazione dei suoi caratteri specifici attraverso un continuo ciclo di progettazione, attuazione, analisi e riprogettazione;

- favorire una riflessione critica pervasiva lungo tutto il processo della sperimentazione, attraverso un monitoraggio continuo dell’azione da parte del Gruppo di lavoro provinciale Legge 10/13;

- assicurare riscontri sistematici di come l’azione sperimentale funziona nel contesto autentico, documentando successi e fallimenti, focalizzando l’attenzione sulle interazioni che affinino la comprensione delle diverse problematiche.

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Il Rapporto Provincia di Trento

Allo stato sono state attuate due sperimentazioni accompagnate da una specifica Deliberazione della

Giunta provinciale (Deliberazione n. 1649 del 29 settembre 2014).

Per quanto riguarda i principi, l’articolazione e le scelte attuative, la validazione/certificazione delle competenze è un’opportunità offerta a lavoratori/aziende, aggiuntiva/complementare alla formazione prevista dal Piano, che intendono valorizzare, in questa prospettiva, acquisizioni/apprendimenti a prescindere dal contesto di riferimento (formale, non formale, informale. Nello specifico, possono avvalersi di questa opportunità esclusivamente lavoratori/aziende che, sulla base della qualificazione di riferimento, frequentano/promuovono la partecipazione ai percorsi formativi. L’iscrizione al Piano rappresenta il requisito per accedere al processo di validazione delle competenze. L’accesso avviene su esplicita richiesta del partecipante al quale vengono successivamente forniti alcuni tools (formazione specifica per la costruzione del dossier individuale, verifica per stati di avanzamento della documentazione prodotta) per poter accedere alla fase di “identificazione” prevista dal modello. Di seguito uno schema esemplificativo generale del processo.

La qualificazione di riferimento (standard oggetto di validazione/certificazione) individuata è: - correlabile a repertori professionali disponibili - referenziata NUP/ISTAT, ATECO/ISTAT, Quadro Europeo Qualificazioni - di riferimento per gli accertamenti funzionali alla validazione/certificazione delle competenze e

per l’attestazione (documento di validazione/certificazione).

Nello specifico, la sperimentazione attuata ha riguardato l’ambito “Amministrazione/finanza/controllo di gestione”, con competenze tecnico-professionali, oggetto della validazione, che:

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PARTE TERZA: I RAPPORTI TERRITORIALI

- esprimono una specializzazione rispetto a «Amministrazione e finanza di impresa /Servizi alle imprese / Servizi commerciali», secondo la nomenclatura e articolazione del Repertorio nazionale di cui al decreto legislativo n. 13/2013

- sono per questo correlate al Livello 4 del Quadro Europeo delle Qualificazioni (QEQ/EQF) - sono referenziate NUP/ISTAT e ATECO/ISTAT e hanno come riferimento, e aggancio , i

costrutti delle competenze tecnico-professionali del Repertorio nazionale IFTS (Istruzione e Formazione Tecnica Superiore). Questo per assicurare il rispetto del requisito fondante il riconoscimento delle competenze (“è possibile validare e certificare solo competenze inserire in repertori pubblici”) e per assicurare una loro spendibilità e riconoscimento sul piano nazionale.

Di seguito una schematizzazione delle competenze di riferimento del processo di validazione/certificazione.

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Il percorso di validazione/certificazione delle competenze prevede le seguenti macro-fasi:

1. FASE DI ACCESSO: accesso su domanda da parte dell’interessato (lavoratore che partecipa al percorso formativo del Piano territoriale Fondimpresa), presa in carico e informazione sul processo di validazione e valutazione delle competenze

2. FASE DI IDENTIFICAZIONE: individuazione, sistematizzazione e formalizzazione delle evidenze (presentazione di un dossier personale di supporto alla messa in trasparenza degli apprendimenti comunque acquisiti)

3. FASE DI VALUTAZIONE: valutazione delle competenze attraverso specifica prova, predisposta

e valutata dalla Commissione pubblica, determinata dalla Provincia autonoma di Trento

4. FASE DI ATTESTAZIONE: rilascio, da parte della Provincia autonoma di Trento, del documento di validazione/attestazione su format pubblico, definito dalle deliberazioni Giunta provinciale n. 214 del 14 febbraio 2014 e n. 1649 del 29 settembre 2014.

5. FASE DI REGISTRAZIONE: registrazione del documento in specifico data-base provinciale.

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PARTE TERZA: I RAPPORTI TERRITORIALI

Nello specifico, obiettivi, macro-attività e risorse professionali impiegate nelle diverse fasi possono

essere riassunte dal seguente schema.

Fas

e

Obiettivi – Macro attività – Risorse professionali

Identificazione

Fase finalizzata a individuare e mettere in trasparenza le competenze del lavoratore, riconducibili a una o più qualificazioni professionali (competenza n. 1 e/o competenza n.2). Nello specifico, si procede a:

- identificare la/le qualificazione/i che per fisionomia può/possono rappresentare il riferimento professionale fattibile e realistico alla luce delle aspirazioni e delle esperienze del lavoratore

- consigliare l’interruzione del processo nel caso non se ne rilevino le condizioni minime successo - fornire alla persona indicazioni per la raccolta in autonomia di evidenze “pertinenti” (correlabili alla qualificazione

di riferimento) e “corrette” (documentate secondo le modalità definite) che possano testimoniare la presenza e il livello di padronanza delle competenze possedute

- motivare e monitorare la persona durante l’attività di individuazione e raccolta delle evidenze - supportare la persona nell’analisi e documentazione dell’esperienza di apprendimento e nel correlarne gli esiti alla

qualificazione - verificare le evidenze - supportare la composizione finale del dossier - fornire ogni elemento informativo utile alle fasi successive, ivi incluse eventuali indicazioni per le prassi valutative La fase è a cura di un Referente dossier, o del processo di validazione e certificazione, individuato da Confindustria Trento in quanto provvisto di specifici requisiti per l’applicazione delle opportune metodologie per lo svolgimento delle attività previste. Le predette operazioni avvengono tramite uno o più colloqui individuali. Viene assicurata la privacy all’utente nelle diverse fasi del percorso e la riservatezza delle informazioni raccolte.

Valutazione

La fase è curata dalla Commissione di valutazione pubblica, determinata dall’Amministrazione provinciale e costituita nel rispetto dei principi di oggettività, collegialità, indipendenza e terzietà del processo. La Commissione è composta dal “Referente dossier, validazione e certificazione”, dal “Referente di settore”, dal “Referente di qualificazione”. Il “Referente dossier”, e dell’intero processo di validazione, è chiamato a: - presentare il dossier e, nello specifico, la correlabilità delle evidenze alla qualificazione di riferimento; - a supportare l’esame tecnico del dossier che viene svolto congiuntamente dal Referente di categoria e dal

Referente di qualificazione, espressi da Confindustria Trento L’esame tecnico del dossier, con conseguente opportunità e relativo grado di approfondimento dell’eventuale richiesta alla persona di ulteriori riscontri supplementari è bilanciata in funzione della quantità e qualità della documentazione presente nel Dossier tramite l’applicazione di criteri di valore e pertinenza della documentazione. Il “Referente di qualificazione” svolge funzioni di Presidente della Commissione, è garante del processo, definisce il contenuto, presidia e determina l’esito della prova prestazionale. Ha la titolarità esclusiva di firma per il documento di validazione. La prova prestazionale è strutturata come project work assegnato a ciascun candidato che provvede alla sua elaborazione e consegna alla Commissione entro un tempo congruo rispetto alla tipologia e livello di competenze di riferimento. La Commissione procede successivamente al colloquio con il candidato nel quale si accerta la sua capacità di padroneggiare gli approcci teorici, metodologici e strategici scelti per giungere ai risultati esplicitati nel project work. La Commissione, in esito alle attività svolte: - determina il giudizio finale: validazione / non validazione; - inoltra alla Provincia gli elementi necessari per la stesura e rilascio del documento di validazione nonché tutta la

documentazione prevista dagli adempimenti amministrativi stabiliti

Attestazione

Fase gestita direttamente della Provincia che elabora il documento di validazione sulla base del format determinato dalla stessa.

Registrazione

Fase gestita direttamente della Provincia che provvede all’assegnazione del numero di protocollo del documento rilasciato.

Di seguito una esemplificazione grafica del funzionamento della Commissione di valutazione.

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Le prime due sperimentazioni si sono concluse, altre sono in avvio. Seguiranno poi momenti di

confronto e reporting sugli esiti a vari livelli: istituzionale provinciale, di partenariato del Piano territoriale, di aziende aderenti, di lavoratori partecipanti. Ciò che è già emerso con tutta evidenza, sia dal percorso congiunto con l’Amministrazione provinciale per la messa a punto della sperimentazione, sia con i partecipanti (lavoratori e imprese) è la strategicità di lavorare molto sul piano dell’informazione, della comunicazione, della promozione di questa opportunità. L’interesse manifestato dalle aziende e dai lavoratori che hanno aderito alla sperimentazione è alto, come le attese. Per questo, anche i Piani territoriali Fondimpresa possono dare un contributo strategico non solo in termini formativi ma anche per attivare e capitalizzare, contestualmente al lavoro sul piano tecnico-metodologico di costruzione del sistema istituzionale provinciale di certificazione delle competenze, risorse per un adeguato “slancio” verso questo tema, per far crescere la cultura del valore delle competenze, del loro riconoscimento e certificazione.

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PARTE TERZA: I RAPPORTI TERRITORIALI

5.3 Conclusioni

Dall’analisi di quanto emerge dal focus group con gli interlocutori privilegiati i fabbisogni inespressi e strategici per il riposizionamento competitivo delle imprese riguardano le seguenti macro-tematiche

Trasferimento tecnologico

Strategie integrate di innovazione e di internazionalizzazione

Tematiche attinenti al riposizionamento competitivo connesse alle aree di specializzazione SMART della strategia provinciale 2014 – 2020 (meccatronica, energia e ambiente, qualità della vita e agrifood)

Leve di marketing

Comunicazione, relazione, networking

Project e change management

Gestione delle fonti di finanziamento

Ottimizzazione costi-processi-prodotti

Strategie e operatività in contesti produttivi multiculturali

Innalzamento e certificazione del profilo qualitativo del capitale umano

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5.4 Abstract In termini di fabbisogni formativi inespressi, dall’analisi dei dati emerge quanto segue:

- la particolare attenzione al tema “innalzamento e certificazione del profilo qualitativo del capitale umano”. Da questa angolatura di analisi, è emerso in grande evidenza il senso “alto” della prospettiva di validazione/certificazione delle competenze per le persone e le imprese;

- contestualizzando questa tematica in relazione al contesto di operatività di Fondimpresa, gli intervistati ritengono che nonostante negli Avvisi si dà priorità alla significativa presenza di azioni formative che prevedono l’acquisizione di competenze verificate e certificate, le modalità, o il processo, di validazione e certificazione delle competenze, pur rinviate agli accordi di condivisione tra le parti sociali, non risultano in linea alla disposizioni normative nazionali più recenti sia dal punto di vista lessicale/terminologico/semantico sia in termini di contesto di operatività e dispositivi previsti;

- si auspica una maggiore uniformità, o armonizzazione, del riconoscimento delle competenze in esito alla conclusione dei percorsi più strutturati che Fondimpresa premia nelle proprie griglie di valutazione;

- la questione centrale, si sottolinea, è la possibilità che attraverso una maggiore uniformità si possa assicurare almeno ad una parte dei partecipanti ai corsi del Fondo di conseguire un riconoscimento pubblico di valore nazionale;

- partendo dall’esperienza di “sistema” di validazione/certificazione attuata da Fondimpresa Trento nel contesto provinciale, si riporta, in chiave propositiva e di eventuale trasferibilità, una descrizione del modello sperimentale elaborato e sperimentato.

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PARTE TERZA: I RAPPORTI TERRITORIALI

6. SINTESI E CONCLUSIONI

6.1 Lo scenario di riferimento, il coinvolgimento del tessuto imprenditoriale e la copertura operativa di Fondimpresa

Durante gli anni della crisi economica, l’economia trentina, pur beneficiando delle particolari condizioni garantite dallo Statuto di autonomia, ha conosciuto un periodo recessivo analogo a quello riscontrato nel resto d’Italia, specie nelle regioni del Nord-Est a sviluppo comparabile. Ciò che ha indubbiamente contraddistinto il Trentino sono state, invece, una decisa tenuta dell’occupazione, cui ha contribuito specialmente la componente femminile della forza lavoro, e la speculare bassa incidenza della disoccupazione, con la rilevante eccezione di quella giovanile che pure ha mostrato valori elevati, specchio, d’altronde, di tendenze in atto anche nel resto del Paese.

Nonostante i dati più recenti mostrino segnali di ripresa anche in questi settori, le analisi qui presentate evidenziano una maggiore sofferenza dei settori primario e secondario, sia in termini di perdita di occupati che di contrazione del numero di imprese attive sul territorio provinciale.

Agricoltura e industria rappresentano, d’altronde, due cardini della struttura produttiva trentina: complessivamente raccolgono circa la metà delle imprese operanti nella provincia e impiegano circa un lavoratore su tre.

Nonostante il periodo di sofferenza, le aziende dei due settori hanno investito in formazione, tant’è che la grande maggioranza dei piani formativi finanziati da Fondimpresa nell’arco del 2013 è stata attivata da imprese operanti in questi comparti produttivi. A beneficiarne sono state soprattutto le imprese di piccole dimensioni, elemento storicamente caratterizzante l’economia provinciale.

Se da un lato questi due elementi rassicurano circa la capacità del tessuto produttivo trentino di far fronte alla crisi economica anche ricorrendo a strumenti di formazione e aggiornamento della propria forza lavoro, altri due risultati emersi dalle analisi presentate in questo Rapporto suggeriscono cautela nella lettura del dato relativo alla capacità di penetrazione di Fondimpresa nell’economia provinciale.

In primo luogo, vale la pena rimarcare nuovamente come le possibilità di finanziamento offerte dal Fondo vengano utilizzate, soprattutto nel settore secondario, per attivare piani formativi di livello base, specie sui temi della sicurezza sul lavoro e delle tecniche di produzione, rivolti principalmente a lavoratori di inquadramento operaio o impiegatizio, occupati stabilmente nell’impresa.

Questo primo dato suggerisce un’attenta riflessione circa il rischio che le risorse accantonate nel Fondo vengano utilizzate al di sotto del loro potenziale, per le tematiche trattate (prevalenza di azioni formative riferite a igiene e sicurezza sul lavoro) e per un non omogeneo coinvolgimento dei beneficiari (minore presenza della componente più giovane – in termini di età anagrafica ma anche di anzianità lavorativa – della forza lavoro).

In secondo luogo, se rapportiamo i dati relativi all’adesione a Fondimpresa e all’attivazione di piani formativi a quello del numero di imprese attive nel territorio, notiamo come le imprese di piccole dimensioni perdano il loro primato. Benché, in termini assoluti, siano queste le aziende che hanno attivato nel 2013 il maggior numero di piani formativi, in termini relativi Fondimpresa registra, invece, un’ottima capacità di penetrazione solo tra le aziende di maggiori dimensioni, che pure costituiscono un’esigua minoranza del tessuto produttivo provinciale. Accrescere la propria capacità di raggiungere anche le piccole imprese (il cuore produttivo del Trentino), pur in presenza di altri Fondi interprofessionali di altri settori, si rivelerà un obiettivo strategico imprescindibile, specie in considerazione della massima rilevanza che il Fondimpresa rivestirà negli anni a venire, elemento di cui si discuterà nel paragrafo seguente.

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Il Rapporto Provincia di Trento

6.2 Fondi interprofessionali, Fondimpresa e le strategie della Provincia autonoma di Trento

A conclusione delle analisi compiute relativamente al 2013, se per il 2014 e il 2015 erano ancora prevedibili a livello provinciale investimenti di risorse, rese disponibili sia dal Fondo sociale europeo che dal bilancio della Provincia autonoma di Trento, per quanto in prospettiva, nell’ambito della formazione continua, si evidenzia per il futuro come il sostegno di Fondimpresa sia una risorsa primaria per assicurare l’attuazione delle politiche inerenti il Capitale umano che, guardando al Programma di Sviluppo Provinciale per la XV legislatura, è chiamata a promuovere un sistema di formazione diretto a mantenere nel tempo le condizioni di occupabilità dei lavoratori e, più in generale, lo sviluppo della competitività. Questo ruolo assegnato a Fondimpresa, e in generale a tutti i fondi interprofessionali, avrà una rilevanza e valore massimo soprattutto negli anni a venire. Le linee programmatiche a supporto dei Programmi Operativi dei fondi comunitari per il periodo 2014-2020 lasciano intravvedere, rispetto alle precedenti programmazioni, una significativa minor dotazione finanziaria per la formazione continua pubblica, soprattutto di quella a sostegno dei processi di miglioramento delle performance individuali dei lavoratori ad esito di formazione su ambiti quali il rinnovo delle tecnologie e dei modelli organizzativi e gestionali. Dalla visione complessiva degli interventi e delle azioni, nello specifico dalla dotazione finanziaria assegnata alle diverse linee a cofinanziamento comunitario, emerge la rilevante priorità assegnata all’obiettivo di aumentare il livello delle competenze linguistiche della popolazione trentina nel suo complesso.

Non vi è certezza, nei prossimi anni, sull’effettiva presenza sul territorio di una formazione continua pubblica in grado di coinvolgere, come in passato, quote significative di lavoratori in processi di accrescimento e manutenzione, ad esempio, di competenze tecnico-specialistiche.

Di qui, la necessità, in prospettiva, di un’integrazione “virtuosa” tra le risorse del Conto Formazione delle singole aziende, le risorse collettive del Conto di Sistema e le risorse provinciali/comunitarie, con necessità di aprire un confronto con la programmazione istituzionale provinciale al fine di favorire, pur nel rispetto delle rispettive autonomie, confronti congiunti su priorità, target da privilegiare, modalità a massima efficienza di copertura dei fabbisogni del territorio, evitando dunque anche possibili attivazioni di interventi sovrapposti. Questa integrazione degli strumenti di finanziamento e operatività nel territorio potrebbe meglio favorire, oltre uno sviluppo complessivo ed equilibrato della formazione continua, una maggiore “vicinanza” della programmazione più generale ai reali fabbisogni e alla domanda di formazione dell’impresa, alle dinamiche dei sistemi produttivi, delle reti, dei settori e delle filiere. Ogni impresa, all’interno di questo quadro più sistemico ed organico di opportunità formative, potrebbe così trovare in ogni momento la forma di finanziamento rispondente alle sue esigenze (tempistica, modalità di gestione, tematiche, setting formativo).

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PARTE TERZA: I RAPPORTI TERRITORIALI

6.3 I fabbisogni delle imprese e lo spazio formativo erogato da Fondimpresa Il quadro strategico trentino, secondo le linee di sviluppo indicate dal Programma di Sviluppo

Provinciale per la XV legislatura, mette al centro la promozione dell’economia delle “reti lunghe”, al fine di individuare e sfruttare le opportunità di nicchia sui mercati extraprovinciali resi accessibili dalla globalizzazione, di ritrovare dinamismo imprenditoriale e valorizzare la produzione di beni e servizi anche legati al territorio. A tal fine, si intende favorire la nascita e lo sviluppo di imprese in grado di adattarsi a mercati differenziati e adeguatamente collocate nelle filiere internazionali, promuovendo: l’estensione dei processi di internazionalizzazione, anche tenendo conto della posizione del Trentino in talune filiere di produzione di beni e servizi macroregionali; lo sviluppo di competenze manageriali; l’investimento continuo (life-long) in una forza lavoro qualificata; il legame tra fasi di innovazione e fasi produttive e di commercializzazione; una diversa concezione del rapporto tra ricerca, conoscenza e innovazione, attenta alle specifiche missioni delle diverse istituzioni coinvolte; lo sviluppo di istituzioni adatte alla gestione di un mercato flessibile e l’adozione di politiche innovative capaci di preservare la stabilità e la coesione a livello territoriale ma anche di rendere più dinamico e competitivo il sistema economico.

Lo scenario che ci si pone dinnanzi è dunque segnato da numerose sfide, alle quali la formazione può rispondere in modo adeguato solo se potrà assicurare una immediata fruibilità. E’ opinione diffusa, tra gli intervistati, che i fabbisogni che l’impresa incontra sono per la maggioranza riconducibili a tematiche difficilmente pianificabili con largo anticipo. Di qui, la strategicità di poter disporre di uno “sportello sempre aperto”, come viene definito il Conto Formazione, per poter accedere con rapidità e snellezza al finanziamento di risposte a fabbisogni che l’azienda incontra nell’operare quotidiano o che intravvede come “specifici” rispetto alle future opportunità di crescita e riposizionamento. E’, tuttavia, altresì evidente per le imprese di minori dimensioni l’effetto leva del Conto di Sistema in termini di sostegno degli interventi di innovazione che necessitano innesti formativi, nonostante negli Avvisi possano trovare prevalentemente risposte di carattere generale e trasversale. In questo caso, risorsa strategica per l’investimento formativo diventa l’assistenza alle imprese interessate da parte delle strutture delle parti sociali e dei fornitori dei servizi formativi al fine di personalizzare, in funzione dei propri specifici fabbisogni, le azioni formative.

A prescindere dal contesto aziendale di riferimento, il quadro dei fabbisogni formativi, soprattutto quelli di prospettiva individuati dagli intervistati, si connota per una significativa trasversalità delle tematiche prioritarie che dovrebbero trovare risposta nelle attività di Fondimpresa. Tra le più significative: la formazione per un’ulteriore diffusione e rafforzamento di una cultura della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, la formazione per l’innovazione, la formazione a contrasto degli effetti della crisi economica e di rilancio attraverso il mantenimento/aggiornamento/accrescimento delle competenze. Nello specifico, si auspica un ampliamento e un rafforzamento delle azioni formative erogate da Fondimpresa in riferimento ai processi di trasferimento tecnologico su base territoriale, alle strategie integrate di innovazione e di internazionalizzazione, al project e change management e, soprattutto, all’innalzamento e certificazione del profilo qualitativo del capitale umano.

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Il Rapporto Provincia di Trento

6.4 La prospettiva, non più rinviabile, della certificazione: il riconoscimento e la messa in trasparenza delle competenze come leva strategica per la competitività e il sostegno all’innovazione

In relazione al successivo contesto di operatività di Fondimpresa, oggi riscontrabile, gli intervistati riconoscono, già in precedenza alle prime disposizioni nazionali del 2013, un lungimirante tentativo di procedere a validare con appositi processi le competenze in esito alle azioni previste dai Piani finanziati con Avvisi. Una riflessione critica su queste esperienze offre, secondo gli intervistati, alcune spunti di miglioramento e allineamento al nuovo quadro normativo e metodologico: ad esempio, nonostante negli Avvisi si dia priorità alla significativa presenza di azioni formative che prevedono l’acquisizione di competenze verificate e certificate, un vero e organico processo di validazione e certificazione delle competenze, pur con il rinvio delle sue modalità agli accordi di condivisione tra le parti sociali, risulta assente in molti contesti attuativi. Laddove invece è possibile individuare qualche elemento progettuale ed attuativo nella direzione del riconoscimento delle competenze, sottolineano gli intervistati, non vi è traccia del recepimento delle disposizioni normative nazionali più recenti sia dal punto di vista lessicale/terminologico/semantico sia in termini di contesto di operatività e/o di dispositivi previsti che “certificano”competenze solo in esito al percorso formativo (contesto formale) e non anche valorizzando gli apprendimenti attraverso l’esperienza lavorativa (contesto non formale) e nella vita personale di tutti i giorni (contesto informale). Si auspica, dunque, una maggiore uniformità, o armonizzazione, del riconoscimento delle competenze in esito alla conclusione dei percorsi più strutturati che Fondimpresa premia nelle proprie griglie di valutazione. La questione centrale, si sottolinea, è la possibilità che attraverso una maggiore uniformità si possa assicurare almeno ad una parte dei partecipanti ai percorsi formativi supportati dal Fondo di conseguire un riconoscimento pubblico di valore nazionale. Il tema della trasparenza e del riconoscimento delle competenze acquisite a prescindere dal contesto di apprendimento costituisce un nodo centrale della strategie di Europa 2020 e delle successive raccomandazioni comunitarie. In quest’ultime si sottolinea come la riconducibilità di tutte le azioni formative a competenze certificabili favorisca il perseguimento di obiettivi generali quali: l’orientamento e la personalizzazione della formazione; la capitalizzazione degli apprendimenti nella prospettiva delle competenze; la ricreazione di nuove e “alte” condizioni di occupabilità; l’integrazione effettiva dei lavoratori in circuiti qualificati di mobilità professionale all’interno del sistema produttivo. Di qui, l’importanza di un’estensione decisa dell’azione di Fondimpresa oltre il sostegno allo sviluppo delle attività di formazione nella prospettiva, non più rinviabile, della modellizzazione delle procedure e degli strumenti da utilizzare per il riconoscimento delle competenze nonché dell’elaborazione di un manuale-quadro condiviso per gli operatori coerente con i livelli essenziali delle prestazioni stabiliti di recente dal legislatore nazionale. Il “cantiere certificazione” dovrebbe essere aperto valorizzando le diverse esperienze che connotano sia i sistemi regionali più maturi in quest’ambito sia quelli che stanno sperimentando forme e contesti attuativi “dedicati”, come nel caso delle azioni pilota attuate nell’ambito Fondimpresa – Articolazione Territoriale Trento e descritte nel presente Rapporto di monitoraggio.

6.5 La prospettiva, non più rinviabile, della valutazione I risultati fin qui presentati, le interpretazioni proposte e le riflessioni sviluppate, si scontrano

inevitabilmente con la parzialità dei dati disponibili, circoscritti alle attività formative finanziate nell’arco del 2013 e di natura squisitamente osservazionale dei piani attivati in quell’arco temporale. Una solida ricostruzione della capacità di penetrazione di Fondimpresa nel tessuto produttivo provinciale, nonché della propensione delle imprese operanti nel territorio a sfruttare appieno le potenzialità formative offerte dal Fondo, richiederebbe un’analisi di più ampio respiro che muova, anzitutto, dall’andamento storico del dato. Disporre di serie storiche dei piani formativi finanziati permetterebbe una più

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La formazione continua e gli interventi finanziati da Fondimpresa I° Rapporto Nazionale di valutazione

PARTE TERZA: I RAPPORTI TERRITORIALI

adeguata valutazione del grado di copertura di Fondimpresa e allo stesso tempo garantirebbe un costante monitoraggio delle attività del Fondo, in un quadro d’insieme che il dato qui presentato non è in grado di fornire. Sarebbe auspicabile, poi, un approfondimento del dato raccolto, che vada nelle direzione di un monitoraggio valutativo della formazione erogata. Obiettivo sicuramente più arduo, ma anche più ambizioso del precedente, la valutazione dell’efficacia delle attività formative finanziate costituirebbe un traguardo strategicamente rilevante per il Fondo. Ad esempio, una verifica empirica dell’impatto della formazione sull’adattabilità e occupabilità dei lavoratori consentirebbe a Fondimpresa di incrementare ulteriormente la propria capacità di indirizzo nell’erogazione dei fondi, relativamente al conto di Sistema, e alle aziende di riconoscere con maggiore agilità il proprio fabbisogno formativo.