La sfida della disoccupazione giovanile in Europa

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autori STEFANO GURCIULLO PAOLO LUCCHINO graphic design EMANUELE SANGALLI La sfida della disoccupazione giovanile in Europa

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Negli ultimi anni, la disoccupazione giovanile è aumentata in modo drammatico nella maggioranza dei paesi europei. Gli interventi, dovranno concentrarsi su una di queste priorità: • Far si che i giovani posseggano le competenze accademiche, professionali e personali necessarie nel mercato del lavoro di oggigiorno. • Armare i giovani con gli strumenti per pianificare la loro transizione dalla scuola al lavoro e prendere le decisioni più adatte alle loro capacità e ambizioni. Allo stesso tempo, i Governi devono intervenire per ridurre la dualità del mercato del lavoro, permettendo ai giovani di ambire ad un lavoro alla pari degli altri. • Favorire la crescita di tutto il sistema economico, aiutando ad aumentare le opportunità di lavoro anche nelle regioni UE più svantaggiate.

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autori Stefano Gurciullo

Paolo lucchino

graphic design emanuele SanGalli

La sfida della disoccupazione

giovanile in Europa

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La disoccupazione giovanile dopo la crisi

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Qual È' l´entitÀ' della sfida?negli ultimi anni, la discoccupazione giovanile è aumentata in modo drammatico nella maggioranza dei paesi europei.in Grecia e Spagna, più della metà dei giovani che cercano lavoro non lo trovano.

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La recessione ha avuto un forte impatto sui giovani in particolare... la crisi economica e del debito hanno avuto conseguenze più gravi sulla disoccupazione giovanile che su quella degli adulti. nella maggior parte dei paesi ue, l’aumento nella percentuale di giovani che sono rimasti senza lavoro è stato il doppio di quello per gli adulti.

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... e alcuni hanno semplicemente abbandonato la ricerca di lavorola disoccupazione è solo parte della storia. anche il numero di chi non lavora, non studia e non è su un corso di formazione (i cosiddetti neet, not in employment education or training) ha raggiunto livelli drammatici.

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Disoccupazione giovanile: La crisi È solamente un campanello d´allarme

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Non puntiamo il dito solo verso la crisila crisi e la recessione che ne ha seguito hanno solo fatto emergere e aggravato problemi che già esistevano. anche quando tornerà la crescita economica, la sfida della disoccupazione giovanile non verrà risolta a meno che non si interverrà sulle cause sociali e strutturali del fenomeno.

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Formazione e competenze

CAUSA N.1

i giovani che sono più a rischio di disoccupazione sono spesso quelli con scarsi titoli di studio e livelli di formazione.

inoltre, spesso si tratta di giovani che devono affrontare barriere molteplici, come l’essere immigrato o disabile, o essere cresciuto in un contesto famliare disagiato.

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Il mercato del lavoro dualein molti paesi, semplicemente trovare un lavoro non basta. Spesso, il lavori a cui possono ambire i giovani sono quelli con una retribuzione scarsa o scarse prospettive di avanzamento. Questo fenomeno è accentuato in mercati del lavoro duali. Questi mercati sono caratterizzati da segmenti distinti: uno con lavori stabili e a lungo termine, e l’altro con lavori ‘precari’ con una scarsa protezione sociale.

l’incidenza di lavori ‘precari’, che non offrono certezze finanziarie e prospettive di avanzamento sufficienti, è particolarmente alta tra i giovani. inoltre, questi lavori sono i primi ad essere colpiti dalle recessioni.

CAUSA N.2

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Notiamo che sono i paesi con una disoccupazione giovanile maggiore ad essere anche quelli con un’incidenza maggiore di giovani insoddisfatti con il loro lavoro.

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Scarsa crescita economicala disoccupazione giovanile si concentra in alcune regioni dell’ue a causa della scarsa performance economica.

chi vive in regioni svantaggiate spesso ha difficoltà a spostarsi verso aree con opportunità economiche maggiori, e può; rimanere intrappolato dopo ci sono poche prospettive di lavoro.

CAUSA N.3

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Come intervenire?

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Prima si interviene, meglio.la letterature parla del fenomeno di ‘scarring’ - lasciare una cicatrice. un momento di disoccupazione riduce l’accumulazione di esperienze lavorative, e quindi le prospettive di un lavoro migliore nel futuro. Si mette in moto un circolo vizioso, in cui alcuni posso rimanere esclusi dal mercato del lavoro.

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Gli interventi, piccoli o grandi che siano, dovranno concentrarsi su almeno una di queste prioritÀ':• far si che i giovani posseggano le competenze accademiche, professionali e personali necessarie nel mercato del lavoro di oggigiorno.

• armare i giovani con gli strumenti per pianificare la loro transizione dalla scuola al lavoro e prendere le decisioni più adatte alle loro capacità e ambizioni. allo stesso tempo, i Governi devono intervenire per ridurre la dualità del mercato del lavoro, permettendo ai giovani di ambire ad un lavoro alla pari degli altri.

• favorire la crescita di tutto il sistema economico, aiutando ad aumentare le opportunità di lavoro anche nelle regioni ue più svantaggiate.