LiberaMentre
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Premessa“La parola mi piace perchè richiama una moralità non pas-siva, compiaciuta, contemplativa e consolatoria, ma un'atti-tudine critica da non abbandonare, una tensione continuaverso la realtà...” (Stefano Rodotà).Durante il viaggio di ritorno dal mio lavoro, immerso nella
musica di Lenny Kravitz, ho rivisto nella mia mente cinque
poeti che si trovano in un caffè letterario e amabilmente di-
scutono. Oziano in modo creativo. “Libera...mente” dice
uno; “mi piace molto” dice un secondo. Scivolano i discorsi
sulle questioni organizzative di un imminente spettacolo. “
Comporre: osservare e astrarre!” dice con voce risoluta il se-
condo dei poeti. “mi suona” dice il terzo “ mettiamo un sot-
totitolo, prima uno e poi l'altro!” Cade il discorso sui poeti
che quest'anno scriveranno. Con ordine si stila l'elenco dei
giovani e meno giovani scrittori...” LiberaMentre!” dice sot-
tovoce il quinto dei poeti. Il Silenzio d'improvviso
irrompe...il quarto poeta lo ripete, “LiberaMentre... Libera-
Mentre!” lo scandisce piano: dopo un repentino scambio di
sguardi, incroci di meraviglie, uno schizzo sulla grafica da
conferire al titolo, uno dei poeti afferma: “Si, è perfetto, sarà
il titolo della raccolta !”
Sono soltanto due parole per caso tornatemi alla mente: un
verbo, imperativo presente ed una congiunzione temporale.
Così nasce la nostra poesia, tra una telefonata al nonno ed
una relazione al Comune, tra una lamiera infuocata ed un
servizio al tavolo del ristorante. Parole istintive, taglienti e
ironiche, dolci e amorevoli sono accostate, messe in fila con
grazia soltanto asservite alla costruzione di immagini sem-
plici, pure invenzioni. Più periodi costruiscono magicamen-
te dei versi, che associati al giusto sentimento compongono
una strofa, due, tre ed infinite combinazioni in completa li-
bertà. Squilla il telefono, la relazione reclama attenzione, il
cliente si lamenta dell'antipasto scarso, un altro tavolo da
servire, una nuova lamiera da fondere, un autocarro di ba-
nane da caricare. L'attimo creativo non finisce li, perchè en-
tra in circolo, scorre nel sangue, nei discorsi, torna alla men-
te anche se già ha cambiato le sue fattezze primordiali. E’
lui, l'attimo libero che sfugge, ma come un vizio torna in
mente. I poeti dell’era del collasso del capitalismo scrivono
con il cuore, astraendosi ad ogni respiro, mentre si sporca-
no le mani come tutti i cristiani di questo tempo di crisi o
potrei dire recessione. Questi scrittori di seconda categoria,
nonostante la crisi morale ed economica in atto, si inseri-
scono negli interstizi nascosti dell'anima umana e nelle mi-
steriose curve dello spirito e mettono in risalto ognuno con
un suo stile, quel sorriso raro della vecchina, la luce intensa
un istante prima dell'alba, l'aria pesante di un tramonto, il
respiro affannoso di un uomo dopo l'abbraccio con la sua
donna, le fantasie d'amore di una giovane studentessa, il
soffio lieve dello Spirito Santo durante l'adorazione.
Il poeta disincantato è un artista che vuol comunicare le
proprie visioni; è un astratto ritrattista ma molto più con-
creto che un tempo. Si incontra e si confronta con i propri
simili sulla carta e dal vivo in spazi e tempi ridotti al mini-
mo. Dal 2008, per non chiudersi nella più classica torre
d'avorio, gli artisti disincantati si impegnano nella diffusio-
ne della poesia, si spendono nella costruzione di letture al
pubblico per portare la parola raffinata del poeta in mezzo
alla gente, tra sorrisi falsi ed applausi sentiti. Un GRAZIE a
chi crede in noi ed anche nei giovani. Essi soprattutto pren-
dono coscienza della loro creatività, ne sono sconvolti e
posso assicurare che il loro impegno per confezionare un
messaggio chiaro e forte alle pagine bianche del nostro libro
è stato significativo. Anche quest'anno grazie all'Associa-
zione Città Nuova, a Piazza del Grano di Foligno, le nostre
poesie conferiscono nuova linfa al libretto che Voi, O Lettori
Onorevolissimi, tenete tra le mani e se avrete voglia di leg-
gerlo potrete provare a sperimentare le sensazioni amplifi-
cate dai poeti. E se ci chiederete a cosa potrebbe mai servirvi
un libro di poesie noi vi risponderemo: troverete sempre in
esso almeno un verso che vi vada a genio, capace di descri-
vere, o tradurre, o risolvere ciò che avete vissuto.
Paolo Pablos Parigi
Diciottenne nato a Foligno,vive a Santa Maria di Pietra-rossa. Frequenta il quintoanno del Liceo Socio-Psico-Pedagogico di Spoleto. È ungiovane che ama molto losport (da 13 anni pratica ju-do), ha un predilezione perla lettura , in particolare deiracconti di Edgar Allan Poe edi Lovecraft. Il suo futuronon è molto chiaro, ma pro-babilmente frequenteràl’Università a Perugia.
Destrezza
Colpisciquando il tempo ègiusto, muoviti conrapidità, quando si
ferma il battito
La vita è come un esperto guerriero,
saggio e forte,sicuro di sé.
Colpisci veloce,sorprendi, innova la tecnica,aggira,
cambia prospettiva,cambia te stesso
e quando il vecchioguerriero, stupito,
abbasserà la guardia
pag. 3
David
e C
ala
nd
riD
avid
e C
ala
nd
ri
affonda il colpo
con tutta la forza
della tua volontà
ma ricorda:
dalla ferita
non uscirà mai
sangue.
Dolore
Il tuo corpo
che, ahimè , ancor scalda
si muoveva come volesse
crear tempesta
Ma l’ora è tarda a dimenticar
vorrei solo che
al rimando dei giorni amati
mostrassi verità
È complicata la verità?
È una parola, neanche troppo lunga
Perché la tua bocca tace?
Non la schiudi nemmeno
per un casto bacio
Oh, povero cuore!
Prima candido ora malato
che non può più trovar strada
se non quella della notte
Oh misero cuore!!!
Come si spegne l’amore
fulminato dal dolore!
Flusso interrotto
Supino su un letto
di fiume, osservavolo scorrere limpido
dell’acqua cristallinatra i sassi e le radici
dei salici
L’idilliaca visionecomunicava pace e
ordine, serenità e silenzio nel mio animo
Ma in quell’attimola mia mente creò
un distorto ricordo:un timido flusso d’acqua
nera come il buioche piano si
prosciuga, richiudendosiin sé, scomparendo
dall’umidità della terrasenza memoria.
Ciò che vidi ora mi è chiaro:l’uomo non è limpido,
non scorre sinuososulla terra, non sazia lasete e non è ben voluto
dalla natura.
Noi siamo un flusso interrotto,bevuto dal tempo e
inquinato dalle pulsioni
pag. 5
forse, per chi è fortunatotutto lo scorrere porterà
a una corrente sempre piùforte, che trascina ogni cosa,
fino ad arrivare al saltod’una cascata.
Sul fondo, rimane solo poca
acqua.
Ma presto il fiumedall’acqua cristallina passerà lì, sul fondo,
prendendosi curadi ciò che rimane.
E anche noi potremmo passare tra i sassi e le
radici dei salici, splendendo di luce.
speranzadi un nuovo riscatto.
Il canto del terrore
Morte e doloresi incrociano
nel cantico del terrore;dove gli uomini nascon deformi,
dove le donne piangono sui loro figli morti
ora inizia di timpano e contraltol’orchestra nera,
ora inizia il sognod’un'altra era
penombra invade l’estrema vallela musica sale, la musica piange
oscurità nelle note infernali.si sparge nello spazio
fino alle ore fatalidove al culmine dell’orgia
arriva sovrana la voce.
“Bestie, demoni, e uominiamici e compatrioticantiamo insieme,
pieni d’amore,il cantico del terrore!!!
“Invoco il terrore,ladro della notte e del giorno
spirito d’ogni era ed età.Invoco il tuo potere, la tua influenza
la tua potenza .Canto la tua forza, la tua saggezza
canto il tuo destino grandiosocomposto dalla vecchia signora;e mai opera fu più letta e odiata.
Canto del tuo sorriso che cela la lamafredda di paure ancestrali,
fredda di quietefredda di vuoto
canto del tuo passo leggerocanto del tuo imponente arrivo
canto anche la tua pietàche, per fortuna, è così poca!
canto i tuoi incubi le tue metamorfosi,terrene e d’incubo,
che allietano il nostrosonno senza ritorno!
pag. 7
Portami con te, o terrore!Balliamo tutta l’eternità,tormentando la realtà
degli stolti amantidell’amore!!!
È arrivata, è ora!Prendici per la gola
e scatena la maestositàdella paura che precede
l’oblio!!!Lode a te
lode a te!!”
L’applauso dell’oscura follaesplode nella notte:
ciò che si era dileguatoora torna dall’ombra.
Mille volti sfigurati formano la madre terrore
che alta si ergesui suoi domini
eterni.
Sorridendo senzaridere, si sparge sul mondo
colpendo senza rimorso,fa giacere tutti sul fondo,
in un ciclo eternoche tutti cattura,
che tutti trattiene,nel male
o nel bene,in salute o in
malattia, finchevita non vi separi!!!!
Sogno
L’eco distante risuona cristallinotra alte montagne
e ampie vallatecoronate da una una lesta aurora
Così poco tempo per coglierlo
lasciando l’illusionedell’irreale
lo sguardo cercavainvano di personificare
il suonoma si confonde
schiacciato tra cieloe terra
l’unica certezzaera l’infinita bellezza
dell’indefinito
forse raggiunte le alte colonnepotrà vedere
cosa c’èoltre l’aurora
la conoscenzaè la fede più potente
che ci sia
pag. 9
così si avviòtra quelle
grandi vallatesotto il cieloarcobaleno
non fece più ritorno.
ma adesso lo sentoanche io quel suono
che fluttua nell’ampia vallata
sotto l’aurora.
Non posso tirarmi più indietro, è il mio destino.
La bellezza ci rinchiudein prigioni dorate.
Nato a Spoleto il 9 agosto1996 - tra la gioia dei parenti.Cresciuto, coccolato e a volteviziato come tutti i bambiniche passano la maggior partedel tempo dai propri nonni. Frequenta la 2° classe del Li-ceo delle Scienze Umane. Pra-tica calcio da quando ha 5 an-ni. Attualmente gioca nellaSocietà Fulginium. Il suo so-gno nel cassetto: viaggiareper lavoro, magari giocando apallone.
Diciamo che sta andando tutto bene
Diciamo che sta andando tutto bene,ma come stanno le cose realmente?
Mentre il gatto è feliceil topo muore,
mentre il leone è felicela lepre piange suo figlio,
mentre realizzi il tuo sognoquello di un altro è infranto per colpa tua,
allora, si può essere veramente felici?
Famiglia
Che voi siate due, tre, quattro, dieci, millenon fa differenza.
Si potrebbe dir che da soli sarebbe stato meglio.Non è così.
Quello strano nodo che unisce tutte quelle personenate sotto lo stesso albero,
pag. 11
Ale
ssan
dro
Carl
ini
Ale
ssan
dro
Carl
ini
è radicato dentro ognuno di noi,anima ogni festa e ci spinge a star bene insieme,
tutti insieme.Per questo amo questa piccola, ma anche quando
si è in pochi, grande parola.L’importante è che il nodo non diventi groviglio,
e che la famiglia per il figlio sia sempre piùun appiglio.
E' nato a Spoleto il 17
agosto 1993. E’ uno stu-
dente del liceo scientifi-
co “Alessandro Volta”
di Spoleto, ama la lettu-
ra specialmente roman-
zi fantastici. E’ uno
scrittore in erba ma ha
una grande voglia di
emergere, scrive poesie
da quando era bambino
anche se non ha mai partecipato ad un concorso poetico,
considerava le sue poesie “cosuncole” non adatte ai concor-
si. Ora ha pensato bene di crearne di nuove per dimostrare
che per scrivere poesie non serve essere già un poeta, piut-
tosto è necessario cominciare a scrivere come si è, per po-
terlo diventare un giorno.
Frammenti di anime
Nulla è per sempre...
Tutto si sgretola,
tutto si sfalda,
tutto si riduce.
Viviamo una vita succubi della follia,
la follia di vincere.
come castelli di sabbia fronteggiamo l’oceano
e sconfitti inneggiamo alla vittoria.
La vita è come mordere il vento;
non riesci a prenderla e ti secca la gola.
pag. 13
Cris
tia
n C
ris
pin
iC
ris
tia
n C
ris
pin
i
Mezzanotte
Notte accendi la tua luce rubata m’avvolgi,m’abbracci ma non sento tepore,
sollievo? Magari
…
L’hai presa per mano l’hai condotta lontano
laddove neanche il pensieroriesce a indagare.
Cala la notte come un sipariochiude le tende l’atto è concluso
le gettano i fiori anche loro commossilacrime di rugiada a bagnare la terra.
Il tuo abbraccio si scioglie, perde vigore e s’accascia
la luce rinasce con te a nuova vita.
I grilli non cantano tutto tace,solo una campana alza il suo grido
ha terminato questa notte il cuore lo spartito.
Nato a Spoleto (PG) il04/05/1981, nel 2.000 conse-gue la maturità socio-psico-pedagogica presso il LiceoPontano Sansi. Nel 2007 con-segue presso l’Istituto Teologi-co di Assisi , sotto la saggiaguida della professoressa Cla-ra Burini De Lorenzi: Tertul-liano: L’anima e la sua realtà (De anima 22). Dal 2007, oltre aesperienze didattiche svolte inscuole di vario ordine e grado, è responsabile e animatoredel Centro Culturale Poli d’Arte, per cui ha curato anche lamostra di arte aborigena dell’Australia e la personale del M°William Tode. Nel biennio 2007/2008 ha curato l’UmbriaSegreta con l’associazione culturale Musikè: la musica ca-meristica nelle pievi dimenticate del comprensorio spoleti-no. Dal 2010 collabora con la rivista online Spoleto Web. E’socio fondatore dell’associazione culturale Fare Cultura.Sempre nel 2010 ha partecipato al cortometraggio di Ales-sandro Ciamarra ( autore) e Filippo Titta ( regista) L’amorenelle radici. Nel 2011 ha redatto il testo critico di due com-posizioni sinfoniche per organo del M° William Tode: La pre-ghiera per un artista e il Prometeo eseguite in prima asso-luta presso il Conservatorio di Santa Cecilia in Roma il 20dicembre 2011.
Dittico lirico Ali gemelle
Vissero le più reconditevoragini della terra
anelando squarci di cielo,cercando di rimanere
in equilibrio solo su di un’unica ala.
pag. 15
San
dro
Co
stan
zi
San
dro
Co
stan
zi
Le anime che si riconosconosi aggrappano all’ala gemella
e si abbracciano sorellein un volo risorto ... eterno ....
domenica 23 ottobre 2011
Il volo delle anime
Sfiorano ....E fioriscono radiosegustando il segreto
nettare dell’universo...E poi la nostalgia
di consonanze reconditenell’attesa
di rimanere abbracciatequando la vita
… le congiunge …lunedì 24 ottobre 2011
Sezione ermeticaLimitare oltre...
Metafisico sospendersidi un fulcro unicoche limitare oltre...
nell’abbraccio informedell’universo orizzonte...
Un volo imprimeleggero la volta
di cattedrali impalpabili ...
La materia non fu...Che un consunto scindersi
di atomi esplosi...
Dissolversi nell’Uno
ritornando puro
... concetto...
venerdì 27 gennaio 2012
Nota introduttiva:Segue una breve, ma compatta silloge di concise poesie er-
metiche: volutamente scarnificate e senza titolo, private
di qualsiasi data per svincolarle dal tempo.
Astrarre essenzeConcepire concetti
Ossidarsi di albe
consunte e radiate
in enigmi vissuti ...
Sanno di noi... più di quanto
sappiamo di loro... le cose
disperse in silenzi di polvere...
Rarefarsi di giorni
in tramonti sognanti ….
Fugace freccia
tesa e radiata
nell’arco di... un giorno...
Povera cosa è la vita
che ogni dì si polverizza
nella stanca luce del meriggio.
Dissolversi intellegibile
di preghiere ossidate
al limitare dell’orizzonte...pag. 17
Rifulge ancora...Fanciullo... il titano...
Piccola e perfettami immergi in spirali
di luce pura e compiuta.
Si dissolse intangibiletra le cime rarefatte
nell’attimo di un volo …
Immerso nel biancoe solo ondeggiare
in un mare di soli … ...
Fu la scintilla di un attimoa ricomporre frammenti
di galassie perse nel mito …
Universi dischiusiin orizzonti di sensoconclusi nell’Uno …
Dissolversi originarionell’Uno ritornando
l’essenza che fu materia …...
Arcaico respirareorizzonti inediti...
... E trasfigurarsi ...L’universo nell’Uno ...
...Umano irradiarsi... dell’Uno...
Ho una pagina o poco piùper dirvi chi sono: mi as-sale l’idea che tutte le pa-role del mondo non ba-sterebbero a raccontareGiovanni D’Andrea. Vi po-trei dire che per capiredavvero da dove vengo ioe i miei pensieri, avrestebisogno di leggere le miepoesie. Ma mentirei a mestesso e a voi, perché unapoesia non spiega un uomo. Una poesia è un’idea un, lampoche colpisce, un numero sognato nel dormiveglia e scrittoappena si è svegli ogni altra, chissà quale grande responsa-bilità di fronte al mondo. Quando invece in qualsiasi situa-zione che la vita ci mette davanti basta semplicemente ri-cordarsi chi si è veramente, senza voler essere qualcun al-tro. Ho iniziato a scrivere non per amore di grandi portatoridi pensieri e parole come Alda Merini o Neruda: ho amatoleggerli non per ammirazione riverenziale, ma per curiositàsmaniosa di scoprire da solo il messaggio che hanno volutolasciare. In verità però il motivo vero per cui scrivo è chenon riesco a farne a meno. Ogni poesia è un pensiero, ognipensiero è un foglietto appeso a una grande bacheca, con lasperanza che un giorno, rileggendoli tutti, io riesca a mette-re in ordire me stesso e riesca a “Vittoria Colonna” – orga-nizzato dall’assessorato alla cultura del comune di Marino(Roma) con le liriche “Morfina” e “Specchi” per giocarselo alsuperenalotto. Non lo so neanche io chi sono e dove andrò,altrimenti non sareste qui a leggere di me. Posso forse dirvida dove viene la mia contorta idea di essere vivo. Sono natopiù o meno 18 anni fa, da due splendidi genitori che dal pri-mo momento che mi hanno visto hanno dedicato tutta la lo-ro vita a prepararmi per il mondo dei grandi, dandomi lostesso grande amore che da loro ricevettero le mie due so-relle maggiori. Non appena imparai a radermi la barba poco
pag. 19
Gio
van
ni
D’A
nd
rea
Gio
van
ni
D’A
nd
rea
dopo il sedicesimo compleanno, dovetti raderla per l’ultima
volta alla salma dell’uomo che mi insegnò a tenere in mano
quel rasoio. Nella stupidità di un orfano che aveva appena
perso suo padre, mi illusi che quella disgrazia richiedesse,
di spiegare agli altri chi fosse Giovanni D’Andrea. Mi trovo
ancora in quello stesso mondo sospeso tra il sogno e la re-
altà, appuntando tutti i numeri che vedo: chissà se un gior-
no lo vincerò questo Superenalotto. Voi intanto leggete i
miei pensieri, magari in passato ne saranno passati di simili
anche a voi tra un sogno e l’altro.
PS: I risultati conseguiti:
3° classificato al concorso “Verseggiando” 2011, con la lirica
“Morfina”; 1° assoluto nella sezione studenti scuole superio-
ri alla terza edizione del Premio di poesia biennale .
Io sto ancora cercando
Il respiro affannato soffoca
nello scenario di un film di sola paura
sei nel buio o il buio è in te.
Dov’è Dio? Siamo uomini per impazzire?
Quando non riesci a parlare con te stesso
chiedi alla chiesa, alla scienza, all’amore…
ma la risposta non c’è, solo abitudine alla paura.
Hai un demonio dentro e temi di incontrarlo fuori.
Non abituarti!! Non arrenderti!!
I mostri! Le urla! Lo strazio dell’inferno!
Non sono davvero sulla tua pelle
è la paura nera in te
Trova il coraggio cerca le risposte
chiedile a Dio, alla ragione,all’amore…
Alla vita non va dato per forza un lieto fine.
Ma io lo sto ancora cercando.
Ipocrisia dell’emozione
Poeti, scrittori, maestri di retorica
maestri di vite passate e future
ma erranti nell’illusione di far nascere
tra noi comuni mortali la loro Venere
La poesia è una rapida veloce!
E tu gli sei sopra!La poesia è ricordo!
È rancore! È sollievo dal dolore!
La poesia è puro erotismo della mente!
Perché volete scriverla?
Per la gloria? Ma è glorioso
catturare un animale così raro
e metterlo in gabbia?
Una poesia una volta scritta
è come una lucciola in una mano!
Resta bellissima ma non brilla più
non lo fa come quando era leggera e volava
sopra i profumi del grano caldo dell’estate.
Una poesia scritta poi riletta
è come Il furto d’un bacio di Venere.
Sì, dannazione ! Un viaggio in paradiso!
Ogni uomo lo desidera!
Ma una volta dato diventa come ogni bacio
umano e raggiungibile…
Io non voglio ciò che posso raggiungere
io voglio di più!
pag. 21
Mi hanno dato del pazzo
Mi hanno dato del pazzoho creduto di esserlo con tutto me stesso
non resto più in una stanza buiaho paura di incontrare le tenebre in me
Non ho detto addio a mio padre gli ho fatto una battuta
per l’ultima volta lui me ne ha fatta un'altraavrei voluto dirgli TI VOGLIO BENE
Ho errato nel dare importanza alla realtàquando era importante cercare dentro
tutti son morti tutti moriremoma pochi eletti sapranno vivere.
Morfina
Tic toc scorrono lancettepassano come treni ore sui binari dei giorni
Tic toc bussano e non apri e studi lavori hai dei figlima più veloce di te lavora il tempo
Tic toc ma l’ordine supremo è non pensarcise la vita finisce in ogni giorno che è un giorno in
meno
Tic toc se ti abbandoni ti rilassi perché c’è chi pensaal posto tuo
li hanno inventati per questo giornali e talk showTic toc e per un attimo nel battito incontri la tua vita
glielo hai dato un senso? Perché lo chiedi quandoormai è finita?
Tic toc meglio lasciar stare meglio un clic che accende il televisore
è la morfina che ti concedono a portata di manoper te malato terminale di rinuncia ad andartene
lontano.
SpecchiCome vivi? Vivo.
Come vedi? Tanto bianco da sembrare nero.
A cosa pensi? C’è chi per me pensa
Lo lasci fare? Sono distratto da suoni che non mi fanno
ascoltare
Sei felice? Mi hanno detto che lo sono
Il pagliaccio sorride se le mani battono
Le mani battono se il pagliaccio sorride
La sera? Ho paura del buio potrei incontrare il mio
pensiero
Accendo la tv per la mia dose giornaliera di morfina
Ma il tempo? Finisce col ricordo
Allora basta. incontra te stesso.
il mondo rispecchia il mondo e ci sembra vero.
pag. 23
Eleonora nasce nella primaveradel ’93 a Spoleto. Il primo ap-proccio con la poesia avvienetramite suo nonno, pittore um-bro che la trasporta sin da bam-bina nel mondo dell’arte. Parte-cipa per la prima volta a concor-si letterari nel 2011, presentan-do al Premio letterario Interna-zionale “Città di Martinsicuro” eal concorso “Verseggiando” IIedizione, la poesia dal titolo“Tu che eri danza”.
Il pennello e l’amoreTe ne sei andato.
Non c’eri quando ti chiamavo.Era assordante il rumore del mio urlare il tuo nome
adoravo la tua turbolenta anima mate ne sei andato
stufo di una vita non tua.Avanti a me lo sgretolarsi di un’immaginazione.
Scompaiono i tratti del tuo visoi tuoi bianchi capelli.Le tue mani di piuma
non riescono più a stringer il pennello e l’amore.Te ne vai senza sapere il mio dolore
ma restidiverso
e la tua arte con meindifferente al soffiare del vento.
Tu che eri danzaApplausi scroscianti
che fuggirono nel temposuccessi su successi in ogni palco di mondo
migliaia a mazzi rose ed altri fiori
pag. 25
Ele
on
ora
Di
Gir
ola
mo
Ele
on
ora
Di
Gir
ola
mo
nei tuoi cameriniche si riempivano di anni.
Strade di trionfi spalancavano i teatrie caloroso il pubblico
confondeva per te le differenzedi ceto e si colmava
l’anima con la tua gioia.Poi venne la tristezza
lenta del tramontoinesorabile che tu non sapevi
digiuna del saporeormai del successo
e degli applausi l’odore.Era l’arrivo annunciato della morte
che col suo abbraccio beffardoti circondò d’immensosilenzio di squallore.Giunsero ancora fioridai prati del mondo
eroici nella fine più tarda della tua.Sgranati nei petali mille perché
della vita e la sua corsa danzata e inesorabiledell’esser stati e disfatti
o dell’averesaputo e poi sapere nulla più.
Vivere è un ballo stranoda immaginare tentando di sentire
e poi concludere certi soltantopoter sognare, semmai, di aver visto
…Tu stesa come il logoro tuo sogno
scarnita ed assuefatta allo sfaldarsidel tutto. E dormi nel sempre coi tuoi occhi
ancora tesi alle pareti di una stanzadove oltre te rimane a carezzarti
il tiepido ricordonell’aria che ripete la tua danza.
Nasce a Foligno il 28/09/1986,risiede a Castel Ritaldi fin dallanascita. La sua prima pubblica-zione consiste in dodici dellesue poesie, all’interno della col-lana antologica “Spiragli 61” , fi-nita di stampare nel dicembre2005, edita dalla casa editrice“Nuovi Autori”.Pubblica poi in“Emozioni da saltimbanco” e “Burattinai di parole” editi ri-spettivamente negli anni 2008e 2010 da CESVOL. L’anno 2009 l’ha vista vincitrice del pri-mo e fin ad ora unico “Poetry Slam” svolto nella città di Spoleto. Numerosi concorsi hanno notato e selezionato suepoesie anche ai fini della pubblicazione. Possiamo infatti in-contrare i suoi versi nei seguenti volumi che prendono il no-me del concorso di cui sono il risultato, editi da “b AlettiEditore” nella cronologia che segue:2009 - “ Parole in fuga” vol.6 ; 2010 - “Tra un fiore colto el’altro donato” vol. 7 ; 2010 - “Verrà il mattino e avrà un tuo verso” vol. 8 ;2010- “Habere Artem”La poetessa ha preso parte e partecipa a numerosi recital ediniziative rivolte alla poesia organizzate nel suo territorio.L’estate dell’anno 2008 a Castel Ritaldi ha ideato e organiz-zato all’interno del calendario eventi della XX edizione del ”Palio del Fantasma” il recital “ Streghe Ubriache”, un passo adue tutto al femminile, scegliendo come unica duettante lascrittrice spoletina Elisabetta Comastri, accompagnamentomusicale a cura di Christian Panetto - Marco Di Battista, coreo-grafia ed interpretazione del balletto curato interamente daTeresa Rospetti.La sua poesia è realtà, trasfigurata quanto ammiccante, quasimai rivelata ma solo tratteggiata e accennata. Le chiavi di let-tura si percepiscono leggendo i testi con tutti i sensi, lasciandoal suono delle parole la possibilità di creare immagini, affinché
pag. 27
Pao
la G
ub
bin
iP
ao
la G
ub
bin
i
possano evocare alcuni dei nostri mondi. Nella sua poesia c’èl’istinto poetico, l’istinto sicuro di chi nasce poeta, di chi è abi-tuato a leggere il mondo in versi ed in versi esprimerlo.
Gocce sul vetro
Spazio solo per noiper i soli posto non c’è
perché non esiste spazio tra noi.D’impatto
senz’attesa trovarti quia pochi millimetri da me
distante chilometri dal resto che c’è.
Parole nel buioio te e gocce sul vetro
sembrano baci dal cieloil mondo è qui io e te
lo sguardo ha autonomia mezzo metro.
Cristalli circolari simmetricisembrano custodirci
con uno sguardo compattosenza commento
dipinti silenti fanno di quadroil nostro firmamento.
E ti sento in quello che sentoaltro è cerchi di fumo che svuota un sospiro
mentre qui parla anche il silenzio in cui ti respiro.
Sembra strano parole di mentasotto un cielo di vetro
sopra il mondo io siedosenza giri di tempo
ignoro lancetteche perdo nel vento.
E’ come di gettodopo a lungo girare
dopo passi lasciati alle spalleintrisi di furto
concessi a un desertoè or come un riposo incontrare il mare.
Altro non sonulla io chiedo
a un incontro che tieneancora i miei occhiincollati al muro.
Dopo ore ingoiando calceche brucia la gola
che tinge, brandelli di fumol’ultima parola.
Arriva la pioggia e pulisce tuttoda qui
è come guardarela città dall’alto di un tetto.
Un cono di gocceche asciuga il volto,
vittoria o fiduciacome limone negli occhi
mi bruciaper il sapore di un bacio raccolto.
Altro non sonulla io chiedo
a un incontro che tieneancora i miei occhiincollati al muro.
pag. 29
Scivoli
E miri scivoli tra le ditacome un saluto mai consegnato,una goccia di veleno che corre
da una bocca ormai senza fiato.
E ti scrivo,perché?
Più di primame lo chiedo anch'io.
Ero in un postoche aveva tutte le sembianze
d'esser il posto mio.
Per un tragitto segnato nel cieloper una carta senza seme
disegno su sabbia conchiglie di vetromentre aspetto un nome per quello che vedo.
Conchiglie che calpesto col nudo d'un piedeche rimargina e non ne resta disegnoperché di vento è la linea che tracciodanzando in un castello senza regno.
E attimi o parole lentesguardi e domande
in un momento in cui già di me non so nienteil tempo per noi è già distante.
Non avere rispostenon fare domande non cercare marginima sentire il bisogno di saperne di più
di aprire le imposte su un libro d'immagini.
E mi dilungo perché non riescoa collegare i puntinidi un nuovo disegno
già visto.
Non lo chiamo imprevistoanzi era scontato il ritorno
perché ho volato di dieci anniin un giorno.
E risposte non puoi chiederese risposte non hai
quindi taccio su queste parole di scivolile tracce di quello che sai.
Senza filtro
Mi hai vestita di nienteper trovarmi la pelle
per presentarmi le stelleinsegnanti di strada per uscire da te
mi hai cambiato la mente per portarmi da me.
Quella pietra servivaper portarmi alla vitaquella pietra è matitache non sa scrivere
Nero su biancosenza parole pesanti
senza sguardi distrattinon vicini e distanti quegli istanti con te.
E ora scrivo di fugadi righe non ne hai lasciate di ruga
pag. 31
ma una nuova che rideti raggiunge alla nuca con su pezzi di te.
Mi hai svestita di genteun foglio scritto di niente
carta bianca pretende di vestirsi da sé.
E dietro un libero arbitriocancello ogni videogià esente da audiosenza gesti eclatanti silenzi importantigiornate di sonno
ombra di sveglia un tramonto
Che mi riporta un pensiero
Ma non ne adopero il siero
perché non ha gesti ingombranti
Io non ho mai condannato il tuo essere vivo
il tuo essere un mostro nel restare pulitoe se ti ho biasimato
è perché non ho mai capito.Vorrei imparare da te a scrollarmi
dal fulcroi respiri di sguardo
vorrei fossi d'argento senza chiedere altro.
L'unica logica è un sognosenza monili di peltro
da portare con séda ricordare di giorno
da raccontare al risvegliosenza filtro.
Autore letterario libero e spoletino,
profondo conoscitore del mondo
del Melodramma, e da sempre affa-
scinato dalle magie della musica Sa-
cra. Collabora con numerosi portali
on-line, prediligendo i Festivals, e la
stagione lirica, mettendo in risalto
la bellezza dellerarità presentate
nella Città dei Due Mondi. Nel 2008
è autore insieme a Paolo Parigi di un
libretto operistico dal titolo “Fuori
dal tempo”. È ideatore del blog “http://www.notitiae.info”.
Collabora con “Spoleto 7 giorni”.Negli ultimi anni si è lascia-
to prendere dalla poesia iniziando a scrivere in occasione
delle serate organizzate durante il Festival da una nota Can-
tina per celebrare il “Rosso di Montefalco”. La sua attività
artistica in campo musicale lo vede impegnato come canto-
re dellaCappella musicale della Cattedrale di Spoleto e come
compositore di qualche lirica. Ha partecipato ai reading
poetici dell’Associazione “Fare Cultura” presentando il Me-
lodramma in esplicativa ed originale chiave poetico-lettera-
ria. Le poesie presentate sono state ispirate dai meandri più
reconditi ed affascinanti della Conoscenza umana, sempre
oggetto di approfondimento e studio; rese poi marmo sta-
bile da una perifrasi lineare e descrittiva, ma molto disomo-
genea. Si ha l’impressione di vedere un quadro con pennel-
late di colore di intensità sempre diverse e leggermente sfu-
mate, confuse dalla luce del crepuscolo: la luce che l’autore
ama maggiormente.
La politica
Bla, bla, bla;
Bla, bla, bla; bla bla..
Valletto a 'Piramide'.
Mente perenne, mai se ne pente;
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Iaco
po
Felic
ian
iIaco
po
Felic
ian
i
gira e rigira, sempre raggira;rotola e arrotola, tutto s'accomoda.
Sbatte e ribalta, mai la vuol patta;mutua e accumula, è tutto nà cupola;
senza virtù, si crede Re Artù.
Se fiuta una lira, al volo la pija;senza una mente, meschino non sente;occhio per occhio, somigli a Pinocchio.
Alti ruoli ricopre, tutti mariuoli;mai non arriva, si crede una cima;
a nulla crede, ma tutto beve.
Requiem crepuscolare
Tic, tac;tic, tac;
il Requiem Aeternam! Tic, tac!
Creato il tempo, ...inventato!
Tic, tac! A ritmo - ermetico!
Simpatico, amato! Studiato e impostato...
In media osannato. Nel numero estorto.
Tic, tac! Il Requiem Aeternam, sottratto; annullato!
Tic, tac!!
Greta Guerrini è nata adAssisi la vigilia di Nataledi 18 anni fa e vive a Spo-leto. Frequenta l’ultimoanno del Liceo Scientifico“A.Volta” della sua cittàed è appassionata di let-tura, scrittura, lingue epallavolo. Nel 2011 haottenuto le prime segna-lazioni ai concorsi lette-rari cui ha iniziato a par-tecipare, dapprima con il racconto “Il sapore di un giornod’estate” al concorso letterario “Fame di parole” indetto dal-la società italiana di psicologia,sessuologia e criminologiadi Napoli, poi con la favola “Il riscatto di Lia” al concorso Ta-barrini-Castel Ritaldi “Il paese delle fiabe”. Si è poi classifi-cata terza con la lettera “La vita è amore o no?” al concorsoletterario Elisabetta e Maria Chiara Casini di Firenze; Infineha raggiunto il primo posto assoluto in due concorsi: con lapoesia “La culla del mio io” al 2° concorso poetico nazionale“IL CHIOSTRO” di Stradella, Pavia e con la poesia “Il volo” al-la 23° edizione di poesia “Sabbatino Circi” di Borbona (RI) .
Alla mia dolce Olivia
Dolce sorriso giallodi canditi e caramelle nutre l’anima
a chi gioca la vita insieme a te.Manine felici e impertinenti
battono al grido di una nuova impresaun applauso che festeggia
labbra spalancate ad ospitarti.Piedini che scalciano alla vista
di una nuova invenzione di colori e suoni.Occhi vogliosi di conoscere
pag. 35
Gre
ta G
uer
rin
iG
reta
Gu
erri
ni
scintillano come diamantimedicina per chi non sogna più.
Corpicino inesauribile arcobaleno di energiabianchi i dentini come pietre preziose
un solo sorriso imburra il cuore e caramella ilgiorno.
Dolci parole suonano in una canzoneche solo lei sa cantare, ritornello della vita.
Farfallina che vola di fiore in fiorelei balza da un gioco all’altro ad esplorare
l’ignoto sapore delle paurel’ animo eroico ancora e volto all’avventura.Ed io che come lei tentai imprese non umaneora mi rispecchio nell’abisso del suo sorriso
mi emoziono con la sua energiavivo con le sue avventure un’altra volta
stringendole la mano e risentendo viva la mia.
La regina del castello di coperte
Dentro ai suoi occhi il verde ch’era accesoda quella azzurra fiamma giovanile
si è spenta e insieme quella sua allegriala gioia sua di trottole e canditi.
Dentro di sé porta il fardello stranodi una famiglia che non è più suae l’esigenza di diventare grande
come magia o grazie ad una mascherache non è sua ma serve per celare
il vuoto dentro che riempie sonni e soli.Come combatterla è forse troppo chiarose… basterebbe il fuoco di un abbraccio
di una famiglia che sola può cullarlo.Si sente altrove e lacrime vorrebbeper ritornare ad essere bambina
quando le bambole giocavano nei sogni
con la regina del castello di coperte.
Fragile è il volo come di farfalla
che non si merita ancora di esser donna
che non sa ancora decidere il futuro
perché il bisogno è vivere i suoi giorni
di adolescenza, magari anche un amore.
Ma non è dato percepire il grido
di una farfalla se non si ascolta il vento
che alla coscienza allunga le sue mani
e apre la cella al carcere del tempo.
A noi donne basta essere
La paura paralizza il corpo
ed una morsa agguanta le corde vocali
a togliere quel poco di voce che sospira.
Si gela l’animo e il cuore slavina
Suona impossibile un dolore così immane.
Stanca se ne va senza una strada
tutta la forza che c’era per lottare
la convinzione cucita addosso con un filo d’oro
ora è polvere cosparsa al vento.
Non c’è una spiegazione
amara è la certezza che non c’è.
Ogni paura omologa gli effetti
e li somiglia a se stessi
sia una delusione
sia dall’amore
sia da un dentro che non vedi
Ma c’è sempre anche da spenta
quella luce fa rialzare
e sciacqua di dosso la polvere.
A noi donne basta poco per alzarci al giorno
a noi donne basta essere.pag. 37
Il motore del mondo
In lei forza esplosiva che tempestadi diamanti l’animo e di arcobaleni
uragano di rosa determinazionecome il fiocco appeso per una sorella nuova.
Crudele umanità subisce ai volie porta il peso della cipria sopra un volto d’angelo
che non ne vorrebbema copre di paure.
Inesauribile energia che permettein lei imprese non pensate per gli umani
riscossa motore
di un carro armato invincibilee gravido di vita.
Un ticchettio fastidioso urla dal fornoe il ferro scalpita ai panni appena asciutti
ma lei eroinarisolve il dramma fatale che siae nella casa si risolve di tacere.
Eppure in lei permanevoglia che arde che brucia che esplode
di chi ha strozzato idee affogandole nel cuoreschiacciando a forza le labbra al cuscino
per notti e sogni lunghi come ere.E ancora qualcuna s’attarda a gridare l’affondo
agli occhi sordi di chi nega ma sache siamo donne, ora, motore del mondo.
Crescendo si è accorto che la vita
cambia ed oggi alle volte trova rifu-
gio nella carta e nella penna che gli
permettono di fantasticare. JONNY
come ama firmarsi vive a Sant'Ana-
tolia di Narco, nel cuore della Valne-
rina. Vive e lavora gestendo il bar di
famiglia e il Bed & Breakfast The
Old Train, da poco inaugurato. Do-
po due anni la sua scrittura ancora
mi colpisce con scherzi fulminei
che affiorano dall'inconscio. Legge
di filosofia ed ascolta la musica di
Guccini . E' un grande appassionato
di calcio soprattutto giocato. In campo illumina il gioco, così
come le sue poesie accendono i riflettori per un istante: poi
torna al suo lavoro con tanta dedizione ed amore...e lascia-
temelo dire di amore ce ne vuol tanto per sorridere indistin-
tamente a tutti clienti.
A cura di Pablos
In una giornata di neve a Sant'Anatolia di Narco.
...
Non so se sono più strano
nella mia vita o nei miei sogni
…
Sarei il mio idolo,
se la vita che faccio
non fosse la mia.
Dubiteresti?
Dubiteresti della luna solo
perchè non la puoi toccare
il vento non lo puoi toccare,
eppure esiste,
lui ti accarezza...
pag. 39
jO
NN
Y (
Gio
nad
a B
attis
ti)
jO
NN
Y (
Gio
nad
a B
attis
ti)
sono come il vento...ti sfioro e ti scompiglio i capelli,
ti avvolgo con il mio abbraccio invisibile,non mi vedi,
ma ci sono sempre.
Dialogo tra due poeti a Cesare
TROVO LA MIA NATURALE COLLOCAZIONENELL'IRRAZIONALITA'
che trasale dal mio e tuo Io in questa strana irrealtàMI PIACE IL GRANDE ORDINE ED IL DISORDINE
estremamente perfetta nel passaggio dall'uno all'altroOGGI...UN GIORNO PUO' NON SIGNIFICARE NIENTEè tempo senza nome, in crisi d'identità apparente.SI PUO' NASCERE O MORIRE, GUARIRE O MORIRE
scendere o salire, ridere e soffrireINNAMORARSI, CAMBIARE IDEA
giocare e burlarsi della gente ignaraLITIGARE, CONOSCERE AMICI PER LA VITA
trovare un luogo bello, un punto unico.UN GIORNO NON POTRA' MAI SIGNIFICARE NIENTE
urlare per scaricare la rabbia, per poi piangere di felicità.HO BISOGNO DI USCIRE DAI CONFINI DEFINITI
per andare nell'infinito spazio dell'universoimmenso e buio...buio come una galleria senza luce.
Sant'Anatolia di Narco, 10 febbraio 2012. Questo è un esperimento poetico scritto con un amico, unasequenza di versi a voci alternate.
Mi sento colpevoledi tutto quello che non sono
per te.
Nasce a Palermo. All’età di quat-tordici anni si trasferisce in Um-bria per studiare Chitarra Classi-ca al Conservatorio “Morlacchi”di Perugia, si diplomerà, con dueanni di anticipo, all’Istituto Musi-cale Pareggiato “Briccialdi” diTerni . Contemporaneamente sidiploma al Liceo Classico di As-sisi. A soli quindici anni viene in-vitata dal comitato “8 Marzo”, aleggere le sue poesie, in qualitàdi finalista più giovane al concor-so letterario indetto dallo stesso comitato. Si classifica terzaal concorso nazionale “Una poesia per il Giubileo”, e finali-sta al concorso per racconti indetto dal comitato culturale“L’Angelo”. Attualmente lavora come insegnante di chitarraclassica e moderna e sta completando gli studi di chitarraelettrica presso l’Accademia Lizard.
Il mio amoreIl mio amore…
è un mendicante cieco,all’uscio
del tuo castellovuoto…
è il brandellodelle tende strappate
dal vento…è il contorno
inettodella tua ombra
stanca…è l’abbozzoimperfetto
delle mie tele migliori…
pag. 41
Ch
iara
Man
cuso
Ch
iara
Man
cuso
è la luce che ti aspettaalla finestra…
un sospiro infinito…
una nuvola sbiadita…Il mio amore…
è l’ospite straniero delle mie notti
insonni…è un bambino
la mattina di Natale…il tuo sguardoarrossato…
un bacio mai dato…un bocciolo mai nato…
Il mio amore…è la mano che cerca
i tuoi capelli sul mio cuscino
vuoto…le mie grida prigioniere
che mi straziano in silenzio…
le lacrime nascoste…un ossimoro imperfetto…
Questo amore…è il tuo ritratto
incisonei miei occhi,il tuo essereche dà vita
ai miei pensieri,platonico figlio
di povertàe ricchezza…
C.M. Marzo 2000
AddioQuello che resta
in fondo agli occhiè la tua schiena che si allontana
in questo tramontodi sangue e sgomento,
in questo viale così lungo e
desolato,mentre le ombre si distendono,intrecciando il loro profilo,confondendo
le nostre ultime parole,distese anch’esse
dietro la luceche trema.
Quello che resta,adesso,
in fondo ai miei occhiè questo orizzonte
liquido,i tuoi passi
incerti,che ti portano
lontanodalle mie dita,
dalle mie braccia,dalla mia pelle
imperlatadal sudore,
come ragnatele al mattino,
segnata
pag. 43
da rivoli di lacrime,come ruscelli estivi,
arginati da deboli rughe,
da fragili ditasole
come questi rami secchi,già all’ombra.
Quello che resta,adesso,
è la tua sagoma sfocata
da lontano,che si fermaun attimo,
mentre un ultimo bagliore
brillasul tuo viso di tre quarti,
brillasu questo ultimo
addio,su questo viale
già al buio,sulle mie mani
vuotecome questa stanza,
dove aleggiano, ancora,le nostre ultime
mute parole.Quello che resta
stanotteè il nostro addio
intrappolato in questa torre
di ghiaccio.14/01/2012
AttesaLontano
dai tuoi occhi,c’è ancora
il tuo castelloinfestato
dalle nostre ultime parole,come fantasmi dolenti
urlanonelle nostre stanze,strappando le tende
che un tempoaccoglievano
un sole festoso.Lontano
dai tuoi occhi,brillano ancora
le spadeappese alle pareti,
dolenti per le battaglie trascorse.
Lontano dai tuoi occhi,
volaun velo bianco
come un vessillodi guerra,
come un gabbianoleggerosi libra
sopra le torri del tuo castello
spoglio.Lontano
dai tuoi occhi,le onde
pag. 45
sfiancano ancoragli scogli
dove un tempo sfidavi la sorte.
Lontano dai tuoi occhi,
il mareadagia piano
un velo biancosulla riva,
con tenera curalo sostiene
fino alla sabbiaasciutta,
dove aspetterà le tue dita
ad afferrarlo.
15/01/2012
Nata a Firenze (FI) il 21/06/1991 e
iscritta alla facoltà di Psicologia di
Chieti – Pescara, ha cominciato a scri-
vere e fare concorsi letterari all’età di
14 anni debuttando con “Il mistero
di Nicola” , racconto popolare inviato
al concorso indetto dal comune di
Vallo di Nera. Di lì a poco continuerà
a partecipare a manifestazioni arti-
stico - letterarie nella sua città a col-
lezionare parecchi riconoscimenti.
Amante della poesia decadente e ro-
mantica è grande stimatrice di poeti come G. Pascoli ed Emily Di-
kinson, ma anche della musica di F. de Andrè e Mia Martini ai quali
si ispira. Da grande sogna di poter diventare una psicologa-psico-
terapeuta per potersi dedicare interamente agli altri e di continua-
re a scrivere non solo poesie ma chissà, anche un romanzo breve.
2.VIIISi dice
Sempre
Che le tenebre
Rendono ciechi,
ma bada
- lettore -
Perchè è il sole diretto
Ad accecare gli occhi.
AutunnoOsserva gli alberi
In autunno:
vedrai il miglior spettacolo
dell’anno.
Osserva bene
I loro colori:
ti mostreranno
la Morte.
Chissà se
Per gli uomini
È
la stessa cosa?
pag. 47
Fed
eric
a M
osca
Fed
eric
a M
osca
A mani spezzate… e quando torni a scrivere
dopo che l’abisso
del tempo passatoti ha spezzato
le manisolo allorati accorgi
che non riesci più a remare...
MelogranoLacrime
che si sgrananocome melograni acerbi
a bruciarei tuoi occhi
bagnati di sangue.Solo buio attorno
perché troppo il doloreferite da disinfettareper tornare a vedere
davanti a quel rosso melogranoche è stato fiore.
CarnevaleI sogni non son altroche coriandoli di luce
sparsi a terra.Diamanti che brillano
caduti senza alistanno lì
e osservano il cielosperando solo
di non essere calpestati troppo…
E' una ragazza nata a Spoleto16 anni fa. Sogna di andare via,lontano dalla sua cittadina, perfare nuove esperienze, cono-scere nuova gente, esplorareluoghi diversi; da esperta so-gnatrice ad occhi aperti qualeè, non perde mai di vista i suoisogni, che le danno ogni giornola forza e la determinazioneche servono per affrontare al meglio ciò che la vita le riserva.Come tutti i ragazzi anche lei ha delle passioni: la musica, ildisegno, la lettura e infine la scrittura. Quest'ultima l'ha por-tata a sperimentare la poesia, dove può esprimere tutta sestessa, le proprie emozioni, i propri sentimenti, i propri pen-sieri, senza dare troppe spiegazioni."
La mia salvezza
Alberga in me da sempre.Salvezza immediata.
Fedele compagna di un viaggio senza finenon ha fine.
Immensa completa piena di tutto.Sottofondo di tante storie
sottofondo della mia storia.Di ciò che ero che sono che sarò.
Colpisce senza far maleaccarezza dolcemente l'anima
un bambino che sfiora il viso della sua mamma.
Musica. Salvezza immediata fedele compagna di un viaggio senza fine.
Il bianco della vita
Agitazione speranza voglia di emozioni.Intorno a me il bianco
il bianco più splendente del mondo.Purezza candore
luce libertà
la vita che racchiude tutti i colori.L'aria piena di tutto
faceva di me l'unica abitante di un mondo lontanoun mondo tutto mio
dove le bianche note sono mie amiche.
pag. 49
Ilari
a N
izi
Ilari
a N
izi
Ma le note finiscono.Il bianco non c'è più
solo fa l'eco un ricordo.Al suo posto un bianco spento cupo come la nostalgia del sole
e ubriaco d’amarezza.
Ma candidi i ricordi generosi soccorronosul bianco spento della malinconia.
Quando amo
Quando amo ho il vizio di credere.Quando amo dono
animacuoretesta
parole.Quando amo rischio il battito del fegato
e respiro con la milza nei polmoni.Quando amo sorrido
creo sorrisi.Quando amo mi dispero di conferme.
Quando amo piango e viaggio.Quando amo cammino dannatamente vulnerabile
dolcemente prepotente,semplicemente me.
Quando amo ho paura.Quando amo ho gli occhi accesi da una luce,
la stessa luce che è negli occhi di chi guardo ogni giorno.
Quando amo amoed è la vita.
In uno sguardo
Gli occhi superano ogni barrierama corazzano il respiro dei pensieri.
Si fa fatica a costruirsi un guscio subito distrutto dalle sillabe dell'anima.
Gli occhi.E lo sguardo va oltre le parole,
che arruffano disguidi e annodano incomprensioniritagliano maschere beffardeal vero impaurito del cuore.
Nessuna parola al posto di uno sguardo Nastro sottile tra due anime al decollo
e il destino d'incontrarsi era già scritto in cielo.Nel primo sguardol'inizio di un tutto
quando ancora le parole hanno culla nel ventreprima di nascere al massacroavide dell’impero sul silenzio.
Gli occhi sono analfabeti di parole ma lo sguardoracconta a chi sa leggergli la trama più vera.
Nato a Chieri (TO)
36 anni fa. I primi
versi stesi nel 1998
sono quelli di una
canzone ispirati da
una discussione con
un'amica. L'attività
letteraria è spesso
accompagnata dalla
composizione di musiche per pianoforte, strumento che
suona dall'età di otto anni. L'arrivo a Spoleto nel 2006 favo-
risce l'attività letteraria ed artistica. Le poesie vengono pub-
blicate più volte su alcune raccolte dell'Editore Aletti di Ro-
ma. Pubblica le sue poesie nei volumi “Emozioni da saltim-
banco” 2008 e “Burattinai di parole” 2009. Durante l'estate
del 2011, nell'ambito dei festeggiamenti dell'Anno Menot-
tiano è stato impegnato nelle animazioni di numerosi rea-
ding per la città di Spoleto. Dal 2007 canta stabilmente nella
Cappella Musicale del Duomo di Spoleto. La sua poesia e le
attività sono pubblicate sul suo blog www.myspace.com/pa-
blosparigi.
Osservo
Osservo
il viso
tuo d'oro
colora
l'animo
ferito
lenisce
dolori
Osservo
nel blu
profondo
disegni
di rondini
vernine
rapide
pag. 51
Pab
los P
arig
iP
ab
los P
arig
i
immagini
Osservo
paesaggi
antiche
civiltà
oscurate
da viltà
viziose
abitudini
di un umano
meccanismo
alterabile
quanto
il moderno
cive privo
di pensiero.
Schegge di immagini
Schegge di immagini
rimbalzano impazzite
nella mia scatola cranica
deformata da fatica cronica
Schegge di immagini
accelerano la crescita
della percezione dell'irrealtà
che mi trasporta nel pianeta sogno
Morfeo accoglie un altro delirante
uomo in catalessi da troppo lavoro
e per terra rimangono schegge
schegge di favole infrante.
Schegge di immagini
tornano a ferirmi.
Foligno, 17 marzo 2012. Ore 00:57.
Sogno di un poeta nottambuloSento di volare
oltre le nuvole blusupero gli ostacolicon le mie fragilità
le energie si moltiplicanosi espandono nel cervellofiori profumati nasconoe Papà, non sai che bello!
Sento l'aria freddache punge il mio corpo
vivo infinitesimi a fondoplasmo lo scorrere del tempo
stretto stretto lo stringo, tengoil bello di ogni secondo
e lascio che m'attraversinei visceri, Papà cerco dei versi.
Sento di saltare il buiomi getto coscientemente
contro una coltre biancastrastringo ardentementei pugni, come un fucodalla pelliccia tigratami scaglio nel giorno
o Papà, non sai che sudata!
Sento il tuo sguardoplacido, ora assai più rilassato
mi dice...abbi riguardodei tuoi sensi, difendise tutto hai valutato
non sei certo codardo!”Tal sogno m'ha destato
Papà, e di fame ora ardo!
Notizia specialea papà Luciano
Blocchi di rocciarossi del ferro alterato
arancio d'ossido di alluminiosu pareti sterili, aridi luoghi
pag. 53
e la terra vi si aggrappa
come l'uomo limitato
dove riesce con comodo
depreda il diseredato
e il morto lascia al romito
Massi assai pesanti
sotterrano l'impresa
appesantiscono il mese
ed intollerabile la spesa
volatile la domenica
impensabile la vacanza
lusso della classe politica
che senza alcuna reticenza
la legge ha reso lesa
che attacca le indifese
persone di una società tesa
da parole ancor più dissonanti.
“Blocchi di roccia lucentedella miglior miniera
ha sepolto quei palazzi della fieracosì inaspettatamente
son scagliati dalle campagnestaccatisi dalle montagne
han cementato noti individuivani i tentativi di soccorso”.
Rimane un monumento grandioso
nel centro della Roma capitale
ornato di rosso tenebroso, fangoso
ricordo di un tempo immorale
Tutto tace non c'è voce nè guida
regna il silenzio del lavorare
ora il popolo lo celebra, prega
e annuncia la sognata rinascita.
Così dice l'edizione speciale
di un gioioso telegiornale.
Foligno, 17/04/2012. Ore 00:40.
Nata a Montana (Bulgaria) il
10/12/1997 residente a Spoleto
dal 2008. Interessi lettura, mu-
sica . frequenta la seconda me-
dia presso la scuola “Pianciani-
Manzoni”-Spoleto.
La vana speranza
Occhi miei che luce non vedono
mani mie che dolore non sentono
gambe mie stanche di lottare per un sogno irreale
speranza ormai andata
via come gli uccelli in inverno
rose nere
sbocciate nella mia testa
spine ardenti
mi toccano il cuore
Amor che vieni
Cuor mio che si riempì di tenebre
occhi miei che fuoco accesero
bocca mia che tacque e sospir non uscì
davanti a quei tuoi occhi neri,grandi come il
carbone
davanti alle tue mani calde come il sole
davanti al cuore tuo rosso come il sangue
il mio corpo cadde come occhi
che perdono l’equilibrio e
cadono su spine doratepag. 55
An
na P
etro
va V
inesh
ka
An
na P
etro
va V
inesh
ka
Il sogno
Non ti ho e ti sognonon ti conosco e già ti aspetto
sento un peso dentro non respiro e ti sogno mentre sudo
mi chiedo dove seiso i tuoi occhi
le tue pupille come la cenerema non conosco la tua anima
non ho il tuo cuoresento i suoi battiti
forse sarà perché è dentro il cassetto?non portarlo via è il nostro segreto……….shhhhhh
Immortale
Immortale io saròimmortale io sarò per sentirti ridere ancoraimmortale io sarò per accarezzarti il viso
immortale io diventerò solo per quei tuoi occhimi siederò un giorno vicino a te per sentirti respirare
e mi addormenterò con il rumore del tuo battito.
Rivelazioni
Aprii la finestra e scoprii che erol’unica ad aspettare una bicicletta con
una ruota bucataun mezzo che non è mai partito.
Nata il 21 maggio 1996 aSpoleto. Frequenta la se-conda classe del Liceodelle Scienze Umane. Lesue passioni: leggere,scrivere poesie, ma so-prattutto giocare con ibambini di tutte le età. Lepiace relazionarsi con lepersone, soprattutto conquelle che non si sentono"accettate" e che hannobisogno di essere accolte.
L’emozione
L’emozione si avvicinaCauta come un fantasma,
impaurisce quando apparesenza avvisarci si appropria
della nostra mente e del cuore intenso,strappandoti senza pietà da noi.Lasciando dentro solo il vuoto.
I suoi baci
Arrivano, mi sfiorano;Sono dolcissimi, proprio come lui.
Chiudo gli occhili sento sul mio viso,
sul mio collo,sulla bocca.
Piano piano entrano in me, nel profondo,fino al cuore.
Provo sensazioni strane:
pag. 57
Mari
ka R
an
ucc
iM
ari
ka R
an
ucc
i
brividi caldi,brividi freddi,
piacevoli, bellissimi.Mi abbandono,mi lascio andare.
Mi sento trascinareda un delicato soffio,
che non voglio spezzare mai...
Nasce a Spoleto il 21 settembre
1986. Inizia a scrivere all'età di
sedici anni, mosso dalla scoperta
della letteratura attraverso il li-
bro “Sull'utilità e il danno della
storia per la vita di Nietzsche” e
dalla scoperta del poeta Neruda.
Esprime la sua scrittura attraver-
so forti immagini che si rifanno
alle ballad musicali degli anni ot-
tanta, periodo fiorente di un nuo-
vo modo più duro e figurato per esprimersi. Non mancano
le influenze di Neruda e dei poeti maledetti. I suoi scritti va-
riano nelle tematiche dall'amore, alle donne, al personale
vissuto, all'erotismo, spaziando su qualunque cosa susciti
emozioni il lui.
MareIl rumore assordante della risacca
l’odore della salsedine
si è scattata la molla
voglio tuffarmi nell’acqua potente.
Il cielo promette tempesta
il mare minaccia con le sue onde.
Eppure all’orizzonte si aprono due nuvole
quasi come due braccia accoglienti.
ORAA!!
mi grida il mio spirito.
Salto
sono sei metri
le gelide acque quasi mi prendono tutto il respiro.
Resisto continuo
anche dopo i colpi sulle rocce
affronto il mare
pag. 59
Lo
ren
zo
Ric
ci
Lo
ren
zo
Ric
ci
lo rispetto
e lui seppur dolorante mi lascia tornare.
Ora sono tornato e col vento che spazza
qui sul porto
nel dolore del mio costato che batte
assaporo davvero quella mezz’ora di …
… Libertà.
Senza titoloSu questo sentiero di campagna
l’acqua cade da un cielo plumbeo
e come lacrima sacra
profuma l’erba.
E’ un profumo inebriante
che raffredda l’aria
ma ci scalda l’anima
e incendia i nostri sensi.
I vestiti cadono
veloci come la pioggia
e noi siamo coperti dai nostri baci
dai nostri sensi.
La natura ci avvolge
siamo parte di lei
la nostra unione è quasi un rituale pagano
un antico debito pagato alla terra.
Ed ora che ci allontaniamo
da questo luogo
una volta ameno
nelle narici ho il romantico odore
d’un prato bagnato
E sul cuore rimane …
… Il tuo profumo.
Spoleto 15/04/2012 06:20 p.m.
L’autrice dell’illustrazionedi copertina è una giovaneartista,che ha frequentatostudi inerenti a questosettore,e si è avvicinata almondo dell’arte sin dabambina,perché solo at-traverso questa riesce adesprimere se stessa equello che ha da dire. Datala sua sensibilità si è acco-stata ad altre formeespressive oltre la pittura,quali la recitazione e lapoesia.
Parolepensanti, pesanti
che viaggiano in ritmisilenti, calanti
come concentriche ondestorte, distorte
contorte, coinvoltein menti
perverse, diverse, maldestredi chi è
abile,labile,amabilele sfoglia, le spoglia….
…. E le riveste in un versoPer dargli un senso.
pag. 61
Mic
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Supplemento del periodico Piazza del GranoAutorizzazione dei tribunale di Perugia n. 29/2009
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maggio 2012