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Quindicinale Anno XXXIII 20.04.2011 Numero 576 PERIODICO DI ATTUALITÀ DEI COMUNI DI ALANO DI PIAVE, QUERO, VAS, SEGUSINO http://digilander.libero.it/tornado Tassa pagata/Taxe Perçue/Ordinario Autorizzazione Tribunale BL n. 8 del 18/11/80 Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in A. P. - D.L. 353/2003 - (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art.1, comma 1, DCB BL Chiuso in redazione il 11.04.2011 Giro d’Italia 2011 in provincia - pag. 1 La speranza di suor Vincenziana - pag. 2 Inaugurata a Feltre la mostra di Tancredi - pag. 4 Piave Tegorzo praticamente salva - pag. 9 Auguri di Buona Pasqua!

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Quindicinale di attualità dei Comuni di Alano di Piave, Quero, Vas e Segusino

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QuindicinaleAnno XXXIII

20.04.2011Numero

576PERIODICO DI ATTUALITÀ DEI COMUNI DI ALANO DI PIAVE, QUERO, VAS, SEGUSINO

http://digilander.libero.it/tornadoTassa pagata/Taxe Perçue/Ordinario Autorizzazione Tribunale BL n. 8 del 18/11/80 Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in A. P. - D.L. 353/2003 - (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art.1, comma 1, DCB BL

Chiuso in redazione il 11.04.2011

Giro d’Italia 2011 in provincia - pag. 1La speranza di suor Vincenziana - pag. 2

Inaugurata a Feltre la mostra di Tancredi - pag. 4Piave Tegorzo praticamente salva - pag. 9

Auguri di Buona Pasqua!

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il tornado Sede: via J. Kennedy - 32031 FeneR (Belluno). direttore responsabile: Mauro Mazzocco. redattori: Sandro Curto, Silvio Forcellini. collaboratori: Alessandro Bagatella, Francesco dal Canton, ivan dal Toè, Gianni de Girardi, Antonio deon, Foto Comaron, Fotocolor Resegati, Silverio Frassetto, ermanno Geronazzo, Cristiano Mazzoni, Sergio Melchiori, Antonio Spada, Andrea Tolaini.abbonamenti: italia Abbonamento annuale (18 numeri) 20,00 estero Abbonamento annuale (18 numeri) 50,00.L’abbonamento può essere sottoscritto o rinnovato nei seguenti modi: 1- versando la quota sul c/c postale n. 10153328 intestato alla PRo loCo di FeneR; 2- pa-gando direttamente ad uno dei nostri seguenti recapiti: negoZio “da milio” - Alano; pasticceria “dolci pensieri” - Fener - bar Jole - Fener; mauro maZZocco - Quero; alessandro bagatella - Quero; bar “piave” Carpen - locanda solagna - vas; antonio deon - vas; bar “bollicine” - Scalon; baZar di a. verri - Segusino.

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Il Giro d’Italia 2011 in provincia di Belluno Martedì 24 maggio il Giro d’Italia arriva sul Nevegal per una crono scalata corta e di difficile interpretazione. Pendenze non impossibili, ma che arrivano dopo un giorno di riposo e che metteranno a dura prova gli atleti. Mercoledì 25 maggio la carovana del Giro partirà da Feltre per dirigersi verso Tirano, attraversando il Trentino e affrontando le scalate di Tonale ed Aprica. Per l’occasione numerose sono le iniziative di contorno alla presenza del giro in provincia. Informazioni dettagliate sui programmi e sulle varie manifestazioni si possono trovare sul sito:

www.giroitaliabelluno.it

CICLISMO

Al molin de la guera

di Alessandro Bagatella

Conservo questo attrezzo con particolare cura e devozione, a ricordo di quanti hanno sofferto la fame durante la Grande Guerra. Nell’impossibilità di andare al mulino per procurarsi la farina per la po-lenta, a causa del coprifuoco e dei bombardamenti, veniva usato in ca-sa. Ed era, di solito, un lavoro affidato ai bambini. Una volta uscita la farina, questa veniva passata con un “crivèl” ed eccola pronta per la polenta…

La devozione dei nostri nonni

di Alessandro Bagatella

Qualche mese fa, rovistando tra le mie cose, nel libro da messa di mia nonna ho trovato un santino, del 1926, della comunione pasquale nel santuario dei santi Vittore e Corona. Ho immaginato che senz’altro doveva essere stato dato a mia nonna, perché in quel tempo la popolazione di Santa Maria e paesi limitrofi si recava ogni martedì a Fel-tre a piedi per comprare quel formaggio, il cosiddetto “pinción”, che tutti usavano anche perché era il più economi-co. E senz’altro si trattava del martedì della Settimana Santa, durante il quale mia nonna dapprima si recò al merca-to e poi, sulla via del ritorno, sul Monte Miesna a fare la comunione pasquale. In ricordo suo e di tutte le persone devote di allora voglio proporre ai lettori questo santino di 85 anni fa.

ASTERISCO

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Il Mercatino

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La speranza di Suor Vincenziana Raccolta fondi dei ragazzi delle medie di Quero, coordinati dall’insegnante Alessandra Seganfreddo, con un bel banchetto di torte proposte ai visitatori della fiera di Quero.

L’abbiamo incontrata un pomeriggio di febbraio: si chiama Suor Vincenziana. E’ una donna minuta, dal viso dolce e segnato dalle esperienze, dagli occhi che trasmettono pace e armonia, ma anche forza e sicurezza. E’ veramente una persona con un’incrollabile buona volontà, un senso pratico e concreto delle cose. Appartiene all’ordine delle Piccole Figlie di San Giuseppe da Verona ed opera in Uganda. Lì ha riaperto la scuola, un luogo dove i bambini possono trovare un po’ di speranza e di cibo, che le loro famiglie non possono permettersi. Suor Vincenziana ci ha descritto una realtà “sofferente” dove guerra, povertà e fame hanno lasciato profonde ferite; ci ha fatto capire che per vivere bene non serve avere tutto, ma basta sapersi accontentare. Attraverso il suo esempio, abbiamo compreso quanto sia importante impegnarsi concretamente per gli altri e donare anche solo un sorriso a chi è disperato, lontano o vicino che sia. Anche noi allora vogliamo dare il nostro piccolo contributo, impegnandoci nella raccolta fondi per aiutare Suor Vincenziana a migliorare la sua scuola, che ospita circa duecentotrenta bambini e il dispensario dove ogni giorno molti malati vengono curati.

(M.M.) Ci si sono messi d’impegno i ragazzi della terza media di Quero ed hanno allestito un banchetto stracolmo di torte e dolci fatti in casa per raccogliere offerte a favore della missione di Suor Vincenziana. Non si sono sottratti alla collaborazione nemmeno gli insegnanti dell’Istituto comprensivo fornendo alcune torte per l’occasione. L’accoglienza del pubblico della fiera di primavera di Quero è stata ottima. I ragazzi hanno raccolto così tante offerte da finire i dolci prima che terminasse la fiera. Nelle parole introduttive a questa pagina si coglie lo scopo dell’iniziativa, che tenta di aggiungere una goccia al mare che deve soddisfare le necessità di quelle popolazioni a cui manca di tutto. Un aiuto concreto, portato con l’entusiasmo dei ragazzi, con l’auspicio che stimoli altre iniziative a favore della speranza di Suor Vincenziana.

Nelle foto: I ragazzi e la loro insegnante impegnati nell’iniziativa e alcune immagini della missione in Uganda

CRONACA

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3 ALPINI

Prima comunione a Schievenin foto segnalazione di Amedeo Mondin

Correva l’anno 1957 quando è stata scattata questa foto, di proprietà di Amedeo Mondin. Con il parroco don Bruno Baldoin troviamo alla sua destra Vincenzo Mondin e alla sua sinistra Ernesto Specia. Nella prima fila, da destra: Bruna Mondin, Amedeo Mondin, Vittorino Benato, Renato Specia, Meraldo Schievenin e, infine, Edda Specia. Un bel ricordo, che Amedeo ha voluto condividere con tutti i nostri lettori e per questo lo ringraziamo, anche a nome delle persone qui ritratte.

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Venerdi’ 6 maggio: ore 24.00 Partenza in pullman da Alano di Piave c/o la sede del Gruppo

Sabato 7 maggio: in mattinata arrivo a Torino e sistemazione al campo

Domenica 8 maggio: Sfilata come da programma Nel pomeriggio partenza da Torino, arrivo in serata ad Alano di Piave

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o c/o Capogruppo e consiglieri – cell. 348/8009749 COME ERAVAMO

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Inaugurata a Feltre la mostra di Tancredi

di Silvio Forcellini

Venerdì 8 aprile è stata inaugurata a Feltre, alla galleria d’arte moderna “Car-lo Rizzarda” in via Paradiso, la grande mostra dedicata a Tancredi Parmeggiani (1927-1964). Feltrino di nascita, Tancredi è stato definito “forse il più eclettico e straordinario pittore italiano degli anni Cinquanta e Sessanta, con una vita e una vicenda professionale unica, che già all’epoca lo contraddistinsero come il genio e l’enfant prodige della nuova pittura italiana”. Non a caso trovò in Peggy Guggenheim una mecenate d’eccezione che ne promosse le opere nel mondo. La mostra feltrina - con oltre 150 tra opere, disegni, scritti e documenti anche inediti di Tancredi e un importante volume di nuovi studi che la accompagnano - vuole rendere quindi il dovuto onore a un artista molto noto ai grandi musei e agli addetti ai lavori, meno al grande pubblico. E’ giusto sottolineare come l’idea di ricordare degnamente questo illustre figlio del nostro territorio venne, circa quattro anni fa, al notaio Enzo Rossi e alla moglie Elettra Dalla Favera, fenerese trapiantata a Feltre, architetto, amante dell’arte nonché affezionata lettrice di questo giornale (oltre che carissima amica). Un’idea decisamente ambiziosa e apparentemente impossibile da realizzare, causa anche la mancanza di fon-di. Poi il coinvolgimento dapprima del Comune di Feltre, e successivamente

di molti altri enti e sponsor - unito alla passione, all’impegno e alla caparbietà dei promotori - ha consentito che l’intuizione dei coniugi Rossi diventasse realtà. Una realtà di cui si sono occupati anche i grandi quotidiani nazionali, a dimostrazione del valore e dell’eccezionalità dell’evento. “Repubblica”, ad esempio, all’indomani dell’inaugurazione ha dedicato un ampio spazio alla mostra e alla figura di Tancredi nelle pagine della cultura, con un articolo di Fabrizio D’Amico che proponiamo di seguito. Prima di lasciare i nostri lettori alla scoperta di Tancredi, ricordiamo solo che la mostra rimarrà aperta fino al 28 agosto 2011 con i seguenti orari settimanali: dal martedì alla domenica dalle ore 10.00 alle ore 19.00 (chiusura biglietteria ore 18.00). Per ulteriori informazioni invitiamo tutti gli appassionati a visitare il sito internet http://mostratancredi.feltre.eu.

Feltre dedica una grande retrospettiva al suo maestro, che morì a 37 anni In cento opere la storia di un artista che non ha ancora la fama che si merita

Tancredi, la libera astrazione del pittore “anticubista”

di Fabrizio D’Amico

FELTRE. Oltre cento opere, dai dipinti maggiori ai disegni più rari e spesso trascurati - splendidi, e sempre annuncianti una nuova sua stagione ideativa – fanno la bella mostra che dedica a Tancredi la città di Feltre, ove il pittore nacque nel 1927: a cura di Luca Massimo Bar-bero, la ospita la Galleria civica d’arte moderna “Carlo Rizzarda” (catalogo Silvana, aperta fino al 28 agosto). Tancredi (nella foto a fianco) è un nome quasi mitico per chi ama la pittura deI XX secolo, e nel contempo è da un pubblico più vasto quasi ignorato. La sua vita fu breve (trentasette anni: soglia misteriosamente fatale, in secoli diversi, a tanti); e brevissimi furono dunque gli anni che egli poté destinare al lavoro: poco più d’un decennio. Dopo un primissimo avvio, occupato soprattutto dalla frequenza all’Accademia di Venezia, dove si era trasferito, e dal canonico viaggio di studio a Parigi nel 1947, fa l’esordio

alla galleria Sandri di Venezia, presentato da Virgilio Guidi, nel maggio del ’49, ove mostra ancora - è lui stesso a confessarlo - solo “risultati esperientistici”.

La prima maturità risale all’anno trascorso a Roma, dove si reca all’avvio del ’50, e ove frequenta Perilli, Dorazio e quanti allora gravitavano attorno alla piccola ma aggiornatissima libro-galleria dell’Age d’Or; oltre a Turcato, nella cui stanza gli capita di dormire prima d’essere meno precariamente ospite di Milton Gendel, che lo aggiorna certamente sulla situazione della nuova pittura americana, peraltro già avvistata da Tancredi alla Biennale veneziana del ’48. Nella vita randagia che conduce a Roma, “tipica dell’artista romantico” - seppur costretta in una città “troppo piccola e impoverita per consentire un’autentica bohème”, come ricorderà eGendel - Tancredi sa cogliere il seme che gli varrà, al suo ritorno a Venezia, Io sbocciare pieno della sua pittura. Che sarà, subito, “anticubista”, come dirà poi: vale a a dire subito al di là delle sintassi più usuali praticate dalla pittura italiana; subito lontana da preoccupazioni -rigidamente formaliste, da programmi, da bandiere già da altri issate; votata al colore, libero, ora clamoroso ora trasparente, sempre gioioso; astratta, certo, ma serbando un forte profumo di natura, di connivenze con la realtà, con i suoi tempi e luoghi: tanto

CRONACA

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che il primo ciclo di dipinti perfettamente maturi fu intitolato da Tancredi alla “primavera" («nel 1951 dipinsi un qua-dro che si chiamava Primavera e che è al Museo d’Arte Moderna di New York dal 1952. E’ un paesaggio universale dipinto con delle piccole pennellate scritte in modo quasi incontrollato e mosso, che fanno pensare ad un prato in-fiorato» disse più tardi; e a quel primo quadro altri seguirono, sul medesimo tema).

D’altronde, oltre alla conoscenza dell’opera di Fontana, anche la cer-tamente larga e fortificante frequentazione della pittura americana, consentitagli dall’amicizia con Peggy Guggenheim al suo ritorno in la-guna da Roma, non spinse Tancredi verso una nozione di astrattismo rigoroso, di tradizione neoplastica o neocostruttivista, che invece era patrimonio corrente della nuova pittura italiana che guardava soprattut-to a Parigi; essendo la Scuola di New York, da subito e sempre di più nel corso del progredire degli anni Cinquanta, percorsa da una tensione eterodossa verso un’idea di “figura”, e di natura, che fece indicare ad esempio allo stesso Clement Greenberg il lontano capostipite del modo allora attuale oltreoceano in Monet, e soprattutto ovviamente nella sua opera tarda, più che nella linea Cézanne-Picasso (nel volume che accompagna la mostra odierna è Francesco Tedeschi

a delineare nitidamente la vicenda di Tancredi “accanto” a queste inflessioni dell’arte statunitense). Dopo le Prima-vere, individuato nel “punto” il suo monema plastico, che il colore e il caso indotto dall’automatismo e dall’“istinto” avrebbero aggregato o disperso nello spazio, reso drammaticamente centripeto o liricamente centrifugo, Tancredi immaginò le Venezie, schermi diafani di luce, nelle quali giocava un ruolo fondamentale la lenta emissione luminosa dal fondo e il suo invadere l’intera superficie; ed è questo forse l’unico frangente in cui la pittura di Tancredi si stringe ad altre esperienze, quali quelle del veneto Mario Deluigi, o di Mario Nigro. Poi, al limitare del decennio, furono le Facezie e i Matti che occuparono questa sua tarda stagione (e la mostra odierna ne fornisce splendidi esempi). Nella trama sapiente delle Venezie presero allora a nascondersi, a far d’improvviso, in,ultimo a mostrarsi senza più remore, in uno spazio incendiato e vorticante di segni di squarci di traiettorie le piccole figurette dei “Matti” - «tanti piccoli matti con dei cazzi senza palle e delle teste grosse, gonfie di decorazioni. armature e retoriche comuni» - che diranno tutto il malessere crescente e il grido di rivolta di Tancredi verso la società che si pretende “civile”, e verso l’acquiescenza degli uomini all’odio, alla ferocia reciproca, alla volgarità di cui si circondano.

Finché nel ’62, prossimi dunque alla fine, vennero i Fiori: quadri di disperso, sontuoso, sciabolante colore, che si disponeva spesso accanto e sopra al collage fatto con fiori di stoffa e carte diverse, tutte raffiguranti fiori. Era il suo ultimo canto di fiducia nella pittura (a quella “pittura appena nata” che voleva giovanilmente ardimentosa, felice di sé e certa del proprio vitale destino); un canto intonato scegliendosi a pretesto, in polemica silenziosa con il mon-tante clima neo-dada, uno dei soggetti nei secoli più amati e ritratti - i fiori, appunto.

(Le immagini delle opere di Tancredi, così come la sua foto, sono tratte dal depliant illustrativo della mostra “Tancredi/Feltre”)

Comune di Alano, la campagna elettorale si fa anche su Facebook

di Silvio Forcellini

Manca meno di un mese al voto per il rinnovo del Consiglio comunale di Alano (domenica 15 e lunedì 16 maggio), ma già da tempo la campagna elettorale impazza, cercando di utilizzare anche nuove forme di comunicazione. La prima a “sbarcare” su Facebook, il social network più popolare tra i giovani, è stata Serenella Bogana, l’attuale ca-pogruppo di minoranza che, a cinque anni di distanza, si ricandida alla carica di sindaco alla guida della lista “Nuo-vAlano”. Nella scorse settimane Bogana ha creato su Facebook un gruppo “Serenella Bogana candidata sindaco”, motivandolo in questi termini: «E' un gruppo aperto creato per essere al passo con i nuovi canali di comunicazione, naturalmente tutti avranno la possibilità di avanzare proposte, lanciare idee, ma soprattutto vuole essere un modo di coinvolgere la fascia più giovane della popolazione che va valorizzata e coinvolta nelle scelte future. Si porrà at-tenzione a quello che i giovani avranno da dirci, saranno prese in considerazione eventuali proposte e discusse con i promotori. Faremo anche noi delle proposte, valuteremo la risposta e ci faremo promotori di tutte quelle iniziative che vedono i giovani protagonisti, giovani - conclude Bogana - che magari si sentono più a loro agio a comunicare con Facebook, che è diventato il loro modo di interagire, piuttosto che avvicinarsi ad un’istituzione che magari sen-tono troppo lontana da loro». Al momento di andare in stampa (lunedì 11 aprile), non si conoscono ancora i nomi di tutti i candidati (il termine ultimo per la presentazione di candidature e liste è infatti sabato 16 aprile). Certa, al mo-mento, è la candidatura a sindaco di Luigi Codemo, alla guida di una nuova lista. Ricordiamo che Codemo, vice-sindaco uscente, ha già ricoperto la carica di sindaco dal 1997 al 2006. Possibile anche la presenza di una terza li-sta, “Arcobaleno”, con un proprio candidato sindaco. Ma di tutto questo ci occuperemo più diffusamente sul pros-simo numero, presentando candidati, liste e programmi.

CRONACA

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La via Claudia Augusta Altinate Riflessioni in margine alla vexata quaestio

di Martino Durighello – seconda puntata

IL MILIARIO DI FENER E LA VIA ASOLO – FELTRE Quando fu rinvenuto il miliario di Fener furono in molti a gridare al ...miracolo. Ecco – si disse – ecco per dove passava la grande via Claudia Augusta! E in molti si accodarono come tante pecore, acriticamente: si poteva in tal modo porre fine alla diatriba e dimostrare, finalmente, che la via tracciata da Druso passava proprio per Feltre. Galeotto fu, quindi, l'ostinazione a voler vedere la via passare per questa città. Il monolito recante il numero XI è sicuramente autentico, segno del passaggio di una via romana ed è sempre stato là dove fu rinvenuto (poche decine di metri più in qua o più in là non cambiano nulla). Una stradina apparentemente campestre con inizio dall'antico capitello di San Benedetto che si trova poco discosto dalla pietra miliare e passa dietro il cimitero di Fener, fu riconosciuta come d'epoca romana e questa seconda scoperta fugò in molti ogni dubbio residuo. Ci si dimenticò, quindi, senza tanto riflettere che, come abbiamo detto precedentemente, una via per questi luoghi al tempo di Druso sembra quanto mai improbabile: se il toponimo Quero, come pensiamo, deriva da Aquer (acqua), tutta la conca Bassofeltrinara (Quero, Alano, Campo, Colmirano e, soprattutto, Fener, dovevano essere sommersi o, comunque, paludosi e non adatti.* E poi c'è quell'undici che sta a significare undecim millia passuum. Undici miglia, circa 17 Km. Da dove? I romani misuravano la lunghezza delle loro strade dal punto di origine delle stesse; allora da Altino? Assolutamente no: le miglia sono molte di più e quindi il miliario non può essere riferito alla via in discussione. Sicuramente una traversa. Da Feltre? Potrebbe essere: da Feltre a Fener sono, guarda caso, circa 17 Km. Sorge un dubbio: da Feltre partirebbero due vie, una verso Belluno ed una verso Fener; è possibile, ma questa per dove proseguirebbe? Un luogo di una certa importanza vicino a Fener è Asolo, guarda caso, lontana circa 17 Km! Ad Asolo poi giunge la via Aurelia da Padova. Non sarebbe, allora, più logico far partire da Asolo una diramazione per Feltre, lungo la quale Fener si troverebbe precisamente a mezza strada? Undecim millia passuum da una parte e altrettanto dall'altra. Asolo più che Feltre nel passato ebbe maggiore relazione con Quero, essendo questa zona soggetta alla diocesi patavina. Inoltre trattasi di una via commerciale, costruita molto dopo la C.A.A. (almeno cento, centocinquant'anni dopo), quando la Conca Bassofeltrina divenne più abitabile. Questa via (Asolana), provenendo da Cavaso e transitando per Fener, sarebbe salita a Quero per poi infilare il Canale della Piave e raggiungere Anzù e Feltre. Essa fu denominata “Strada del Canal”. APPENDICE: Strade e ponti. Dove conduceva la via che dal capitello di San Benedetto passa a monte del cimitero di Fener? Con tutta probabilità trattasi di una via d'epoca Romano-Bizantina. Essa, secondo il nostro parere, avrebbe raggiunto il Tegorzo e di qui un ramo avrebbe proseguito per Quero e uno per i Faori e quindi, salito a Colmirano e arrivata a Uson, sarebbe discesa al Calcino per attraversarlo sul ponticello a monte dell'attuale campo sportivo e quindi risalire a Campo per poi raggiungere Quero e Schievenin.(?) Un altro percorso ipotizzabile (e forse più probabile): dai Faori a Campo e di qui discesa al ponticello di cui sopra, via per Uson, Balzan fino al gemello ponte della Stua. Di qui, come ancora oggi, si poteva salire per i Colleselli e per le Olte, scavalcare la Forchetta di San Daniele e quindi raggiungere Feltre e Seren risalendo il Tomatico o La Valle di Sassumà. I ponticelli sul Calcino sopra citati sono tipici del tempo romano-bizantino per forma e per scelta del punto di scavalcamento: strettoia del torrente, unica arcata, larghezza di circa un metro e mezzo- due, ancoraggio alla roccia o a rialzo su terrapieno, arco a tutto sesto. Simili sono numerosi altri ponti, come quello sul Rimonta in località Bardies di Mel, o quello sul torrente Grigno poco a nord di Castel Tesino, od infine il famosissimo ponte sul Senaiga a Lamon, e questo sicuramente lungo la via Claudia Augusta Altinate. PER CONCLUDERE Sconcerta non poco, ed in parte smentisce l'ipotesi da noi sostenuta, la netta deviazione dopo il superamento della Piave (Nave di Mel). Abbiamo più volte e con decisione sostenuto la tesi della direzionalità unica delle strade romane. Verrebbe da pensare, in base a questa tesi, che possano aver ragione i sostenitori di un itinerario Belluno-Cadore e di conseguenza la via per il San Boldo (3^ ipotesi) o quella per il Monte Cesen (2^ ipotesi); non quella per il Fadalto, essendo troppo dirupata la stretta valle Lapisina e perciò inadatta al passaggio delle legioni. Ma c'è il miliario di Rablat: come potremmo giustificarne la presenza là dove è stato rinvenuto, cioè lungo la Val d'Adige? Amenoché non si pensi, con altri studiosi, che vi siano due C.A.A., una da Altino (laguna veneta) per Belluno e il Cadore e un'altra da Ostiglia (valle padana) diretta a Trento, o perlomeno due rami iniziali che si riuniscono appunto a Trento. Non sono ipotesi liquidabili in.. quattro e quattr'otto. La situazione è alquanto ingarbugliata e, alla luce di quanto fino ad oggi possiamo sapere, senza via d'uscita. Senonché il tratto che porta da Zumelle a Cesiomaggiore non è una semplice deviazione, ma un vero e proprio cambio di direzione, una diversa idea, una finalità diversa. Da una direzione SN, come è da Altino a Falzé e mantenuta più o meno da tutte le ipotesi esaminate, si passa decisamente ad una direzione EW, cioè dalla Valle della Piave alla Valle dell'Adige. Una bazzecola! La domanda che nasce spontanea: cosa può aver fatto cambiare così drasticamente a Druso il progetto iniziale? Oppure il progetto era proprio questo fin dall'inizio: raggiungere Trento attraverso la Valsugana e proseguire fino al Danubio con un'unica via? O qualcosa di grave o più urgente è intervenuto a consigliare il collegamento delle due vie con una traversa lungo la Valsugana rinviando la realizzazione del progetto che avrebbe dovuto raggiungere la Drava via Cadore? Non lo sapremo mai. Ad ogni modo, per quanto interessante il problema esula dal nostro intento che è quello di individuare il percorso più logico e più idoneo per superare le Prealpi trevigiano-bellunesi. Sia pure con tutte le incertezze e gli interrogativi che ci lasciamo alle spalle, ci sembra di aver, se non risolta l'annosa questione (non pensavamo certo di poter giungere a tanto), almeno di aver contribuito a rendere meno confuso il discorso o di aver dato lo spunto per maggiori approfondimenti e ricerche di elementi chiarificatori.

CENNI STORICI

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DUE ISCRIZIONI Iscrizione di Cesiomaggiore TI(berius) CLAUDIUS DRUSI F(ilius) CAESAR AUG(ustus) GERMANICUS PONTIFEX MAXIMUS TRIBUNICIA POTESTATE VI CO(n)S(ul) IV IMP(erator) XI P(ater) P(atriae) CENSOR VIAM CLAUDIAM AUGUSTAM QUAM DRUSUS PATER ALPIBUS BELLO PATEFACTIS DEREX(e)RAT MUNIT AB ALTINO USQUE AD FUMEN DANUVIUM M(ilia) P(assuum) CCCL. Trad.: Tiberio Claudio, figlio di Druso, Cesare Augusto Germanico Pontefice Massimo, insignito della potestà di Tribuno per la sesta volta, Console per la quarta, Imperatore per l'undicesima, Padre della Patria, Censore, la via Claudia Augusta, che il padre Druso, aperte le Alpi con la guerra, aveva tracciato, fortificò da Altino al fiume Danubio per 350 miglia. Iscrizione di Rablat TI(berius) CLAUDIUS CAESAR AUGUSTUS GERMAN(icus) PONT(ifex) MAX(imus) TRIB(unicia) POT(estate) VI CO(n)S(ul) DESIG(natus) IIII IMP(erator) XI P(ater)P(atriae) (vi)AM CLAUDIAM AUGUSTAM QUAM DRUSUS PSTER ALPIBUS BELLO PATEFACTIS DEREXTERAT MUNIT A FLUMINE PADU AD (f)LUMEN DANUVIUM PER (milia) P(assuum) CC(...). Trad.: Tiberio Claudio Cesare Augusto Germanico, Pontefice Massimo, insignito della potestà di Tribuno per la sesta volta, Console designato per la quarta, Imperatore per l'undicesima, Padre della Patria la via Claudia Augusta, che il padre Druso, Aperte le Alpi con la guerra, aveva tracciato, fortificò dal fiume Po al fiume Danubio per 250 miglia. Nota. 1- L'iscrizione di Rablat dovrebbe essere precedente a quella di Cesio, in quanto il termine “designatus” si riferisce al momento in cui l'Imperatore assume il consolato che eserciterà nell'anno successivo.

Traduzione e nota di Pocchetto Prof. Mirta

CENNI STORICI

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In ricordo di Agostino Mondin

La notizia della sua scomparsa è giunta dalla Svizzera lasciando tutti attoniti. Era abitudine vedere Agostino e consorte tornare a Quero, soprattutto l’estate, per riassaporare le arie del paese natale. Nel numero 568 del nostro giornale avevamo dato notizia dei festeggiamenti del 60° anniversario di matrimonio. Vogliamo ricordarlo con quelle stesse parole, che dipingono una vita d’amore per la moglie Rina, per la famiglia, per il lavoro e per il proprio paese d’origine. “Agostino e Rina si sono giurati eterno amore il 17 dicembre 1949, nella chiesa parrocchiale di Schievenin, loro paese d’origine. Nel lontano 1955 si sono trasferiti in Svizzera, a Ballaigues, dove hanno trovato ambedue lavoro nella fabbrica Maillefer, famosa per la fabbricazione di strumenti per dentisti. Nonostante i tanti anni trascorsi all’estero, Rina e Agostino non hanno mai dimenticato la terra natia e, ogni volta che gli è possibile, tornano a Quero per ritrovare amicizie e luoghi noti.” Di lui ci resti questo bel ricordo, questo esempio di dedizione. Ai famigliari sentite condoglianze.

In ricordo di Agostino Mondin

La notizia della sua scomparsa è giunta dalla Svizzera lasciando tutti attoniti. Era abitudine vedere Agostino e consorte tornare a Quero, soprattutto l’estate, per riassaporare le arie del paese natale. Nel numero 568 del nostro giornale avevamo dato notizia dei festeggiamenti del 60° anniversario di matrimonio. Vogliamo ricordarlo con quelle stesse parole, che dipingono una vita d’amore per la moglie Rina, per la famiglia, per il lavoro e per il proprio paese d’origine. “Agostino e Rina si sono giurati eterno amore il 17 dicembre 1949, nella chiesa parrocchiale di Schievenin, loro paese d’origine. Nel lontano 1955 si sono trasferiti in Svizzera, a Ballaigues, dove hanno trovato ambedue lavoro nella fabbrica Maillefer, famosa per la fabbricazione di strumenti per dentisti. Nonostante i tanti anni trascorsi all’estero, Rina e Agostino non hanno mai dimenticato la terra natia e, ogni volta che gli è possibile, tornano a Quero per ritrovare amicizie e luoghi noti.” Di lui ci resti questo bel ricordo, questo esempio di dedizione. Ai famigliari sentite condoglianze.

Informare per conoscere venerdì 13 e giovedì 19 Maggio

Centro Culturale di Quero dalle ore 20,30

In Italia ci sono più di tre milioni di volontari che tutti i giorni operano, chi nell’assistenza agli anziani, chi nelle emergenze, chi con i disabili, o chi nella sanità in generale. Altri ancora entrano in azione a seguito d’incendi, terremoti, alluvioni, smottamenti, o qualsiasi altro evento naturale, gli uni dipendenti da altri capaci di creare una “catena di soccorso” compatta e solidale. Il nostro compito è di divulgare tutto questo e renderlo comprensibile a tutti i cittadini; a tal proposito nei giorni venerdì 13 e giovedì 19 Maggio l’Associazione Volontari Antincendio Boschivo e Protezione Civile del Comune di Quero organizza, in collaborazione della biblioteca dell’Unione dei Comuni Setteville di Quero e Vas, due riunioni informative per diffondere la cultura di Protezione Civile. Gli incontri avranno luogo presso il Centro Culturale di Quero dalle ore 20,30. Nel primo incontro si parlerà dei Piani di Protezione

Civile di Quero e Vas, con la presenza del sig. Girola Maurizio ingegnere e tecnico informatico che in questi anni ha realizzato per conto della Comunità Montana Feltrina il piano sovracomunale di Protezione Civile di tutti e tredici paesi della C.M.F. Nella seconda serata si parlerà di rischio sismico, presente nei due comuni e nella provincia in generale (viste le notizie provenienti dal Fadalto e zone limitrofe). Al fine di spiegare al meglio come si interviene a seguito di un terremoto, verranno presi di riferimento gli interventi della protezione civile provinciale, compreso la protezione di Quero, nell’emergenza in Abruzzo presso il Comune di San Panfilo d’Ocre. Durante la serata verrà portata la testimonianza dei volontari che hanno operato in quest’emergenza, proiettando numerose foto scattate in quei luoghi. Queste serate sono state pensate dai volontari, con lo scopo primario di creare una conoscenza di auto protezione .

VISTA L’IMPORTANZA E L’UTILITA’ DELL’ARGOMENTO CONFIDIAMO NELLA VOSTRA PRESENZA. TUTTE LE FAMIGLIE DI QUERO E VAS SONO INVITATE

ATTUALITÀ

CRONACA

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Calcio - Seconda Categoria

Piave Tegorzo praticamente salva Eurocalcio promosso in 1a categoria

di Cristiano Mazzoni

Con la vittoria sul Foen la Piave Tegorzo ha praticamente ipotecato la salvezza senza passare per i play-out. Infatti vi-ste le contemporanee sconfitte di Arsiè e Spineda, quintultima e quartultima in classifica, ora alla compagine allenata da Enrico De Faveri basterà cogliere almeno un punto nelle prossime due gare per centrare matematicamente la tanto sospirata salvezza senza passare per le forche caudine degli spareggi sebbene lo dovrà cogliere contro due squadre ai vertici delle classifica benchè già qualificate per i play-off. Infatti, dopo la pausa per le festività pasquali, il campiona-to riprenderà domenica 1 maggio (ore 16:30) nella quale la Piave Tegorzo farà visita all’Angarano Azzurra seconda della classe mentre in quella successiva, ultima di campionato, ospiterà a Segusino il Riese Vallà attualmente quarta in classifica.

27a GIORNATA CAMPIONATO: Eurocalcio – Piave Tegorzo 4 a 0 Pessima prova per la Piave Tegorzo che sul campo della capolista Eurocalcio è stata trafitta da un poker di reti. La prima della classe ha fatto valere tutta la sua superiorità tecnica chiudendo la partita già alla fine del primo tempo gra-zie alle doppiette di Crestani al 15° e al 28° e di Dissegna al 35° e al 42°. La squadra allenata da Enrico De Faveri non riusciva mai ad impegnare l’estremo avversario neanche nella ripresa quando i locali badavano soprattutto a gestire la palla. Con questa vittoria l’Eurocalcio ha matematicamente vinto il girone conquistando la promozione in Prima Cate-goria con tre giornate di anticipo.

28a GIORNATA CAMPIONATO: Piave Tegorzo – Foen 2 a 0 Con due reti ad inizio ripresa la Piave Tegorzo ha fatto suo il derby feltrino contro il Foen in un match dominato la gara

per tutti i novanta minuti tanto che il risultato finale poteva essere ben più ampio. Nel primo tempo i padroni di casa prendevano subito in mano le redini del gioco imponendo il proprio ritmo e sfiorando il vantaggio già al 10° con un tiro dal limite di Federico Meneghin che, deviato da un difensore, terminava di poco fuori. Un minuto dopo l’incornata di Andrea Coppe, a colpo sicuro, veniva respinta sulla linea da Prigol mentre al 23° la botta di Enrico Sacco dal limite veniva smanacciata in angolo da De Bastiani. Al 38° era Khalid Rahli a seminare il panico nell’area ospite con una conclusione che lambiva il palo mentre due minuti dopo era Paolo Scopel a sprecare un’ottima opportunità calciando alto da favorevole posizione. Nel finale di tempo toccava a Davide Berra, ben servito da Matteo Prosdocimo, mancare il bersaglio. La grande mole di gioco dei locali veniva premiata nella ripresa che si apriva con il meritato vantaggio grazie a Mirko Schievenin che con un pregevole pallonetto superava De Bastiani in uscita. Non passavano due minuti che la Piave Tegorzo metteva al sicuro il risultato siglando il raddoppio con Matteo Prosdocimo ottimamente assistito da un incontenibile Khalid Rahli. Solo all’11° il Foen si faceva vivo con una conclusione al volo di Zuglian che si spegneva sul fondo. Quindi erano ancora i padroni di casa a legittimare la vittoria sfiorando in due

occasioni la terza rete: dapprima al 25° con un tiro di Mirko Schievenin che terminava sull’esterno della rete e poi al 38° con Andrea Coppe che solo da-vanti a De Bastiani calciava addosso al portiere.

CLASSIFICA CAMPIONATO DOPO 28a GIORNATA: Eurocalcio 64, Angarano 53, Valdosport 49, Altivolese Maser – Riese Vallà 48, Valbrenta – San Vittore 42, Cassola 41, Santa Croce – Bessica – Piave Tegorzo 36, Arsiè 30, Spineda 29, Eagles Pedemontana 28, Campolongo 20, Foen 17. (Riese Vallà 1 punto di penalizzazione).

Il difensore Luciano Dal Molin

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Fiera di S. C a Q 10 Aprile 2011 a cura di Oliva De Rui

Nonostante l’anticipo di 2 settimane sulla data del calendario, vista la coincidenza quest’anno in via del tutto eccezio-nale con la Pasqua, l’antica Fiera di S Croce si è svolta in un clima di festa e partecipazione. Molte le defezioni delle bancarelle dei commercianti che hanno lasciato tanti posti vuoti lungo la via principale

del paese, avendo già preventivato la loro presenza in altre fiere che cadevano proprio in questa data. Gli stand degli agricoltori sono stati allietati da una bella presenza di visitatori che hanno potuto degustare ed acquistare i prodotti esclusivi del nostro territorio querese con spesa a meno di km. 0 . Anche la bellissima giornata primaverile, con temperature decisamente estive, non è stata “disturbata” dal sempre presente vento che nelle precedenti edizioni creava non pochi problemi logistici, visto la posizione estremamente ventilata di fronte alla canonica. Così le mucche, asini e pecore con i loro cuccioli, si sono goduti un bel fuori programma attirando la curiosità dei più piccoli. Molto apprezzato il sapore ed il gusto inconsueto dello Schiz appena sformato in diretta dallo staff della fam. Pierela. Una bella giornata impegnativa per il gruppo degli agricoltori di Quero, guidati dal presidente Francesco Spadarotto, che si propongono per promuovere e valorizzare il Territorio at-traverso la riscoperta della identità produttiva delle nostre vallate. Foto di Alberto Coppe

roce ueroFiera di S. C a Q 10 Aprile 2011 a cura di Oliva De Rui

Nonostante l’anticipo di 2 settimane sulla data del calendario, vista la coincidenza quest’anno in via del tutto eccezio-nale con la Pasqua, l’antica Fiera di S Croce si è svolta in un clima di festa e partecipazione. Molte le defezioni delle bancarelle dei commercianti che hanno lasciato tanti posti vuoti lungo la via principale

del paese, avendo già preventivato la loro presenza in altre fiere che cadevano proprio in questa data. Gli stand degli agricoltori sono stati allietati da una bella presenza di visitatori che hanno potuto degustare ed acquistare i prodotti esclusivi del nostro territorio querese con spesa a meno di km. 0 . Anche la bellissima giornata primaverile, con temperature decisamente estive, non è stata “disturbata” dal sempre presente vento che nelle precedenti edizioni creava non pochi problemi logistici, visto la posizione estremamente ventilata di fronte alla canonica. Così le mucche, asini e pecore con i loro cuccioli, si sono goduti un bel fuori programma attirando la curiosità dei più piccoli. Molto apprezzato il sapore ed il gusto inconsueto dello Schiz appena sformato in diretta dallo staff della fam. Pierela. Una bella giornata impegnativa per il gruppo degli agricoltori di Quero, guidati dal presidente Francesco Spadarotto, che si propongono per promuovere e valorizzare il Territorio at-traverso la riscoperta della identità produttiva delle nostre vallate. Foto di Alberto Coppe

roce uero

CRONACA

Complimenti, Davide!

di Alessandro Bagatella

Lo scorso 14 marzo, a Brescia, si è laureato “tecnico di radiologia” Davide, figlio della nostra abbonata querese Vanda Schievenin. Ec-colo nella foto con la nonna Angela Specia, anch’essa di Quero. Complimenti a Davide per il traguardo ottenuto, con l’augurio di un pronto inserimento nel mondo del lavoro.

Per Marina Melchiori laurea specialistica in Giurisprudenza

(s.for.) Il 25 marzo invece, a Treviso (sede staccata dell’Università di Padova), ha conseguito la laurea specialistica in Giurisprudenza la fenerese Marina Mel-chiori (nella foto), figlia del nostro valente collaboratore Sergio Melchiori e di A-driana Storgato. Marina, seguita nella stesura dal professor Giovanni Caruso, ha discusso una tesi in diritto penale sul tema della privacy dal titolo: “Privacy e diritto penale: tra evoluzione dell’oggettività giuridica e nuove esigenza di tute-la”. Anche per Marina i complimenti della redazione e l’augurio di un pronto in-serimento in campo lavorativo.

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In ricordo di Giorgio Codemo

Un anno fa, il 13 Aprile, improvvisamente ci ha lasciati. I familiari lo ricordano a quanti lo conoscevano e gli hanno voluto bene. La moglie e i figli ringraziano tutti per le molte manifestazioni d'affetto ricevute.

COMUNE DI ALANO DI PIAVE PROVINCIA DI BELLUNO

32031 ALANO DI PIAVE – Piazza Martiri, 12 – P.I. 00207050253

Cari cittadini, desidero ringraziare per la sensibilità dimostrata tutti coloro che hanno destinato il proprio 5 per mille del 2009 a favore del Comune di Alano di Piave, contribuendo ad aiutare concretamente l’Amministrazione Comunale nella gestione dei servizi sociali. Tale comportamento esprime autentica solidarietà sociale. Le somme destinate verranno utilizzate per migliorare i servizi rivolti ai cittadini, per sostenere le famiglie, gli anziani, i disabili, per supportare il volontariato e per tutti quei

servizi sociali che permettono di migliorare la qualità della vita delle persone. Invito a confermare questa disponibilità e fare la stessa scelta a favore del nostro Comune anche quest’anno quando compilerete la dichiarazione dei redditi. Il Sindaco - Dal Canton Fabio

La Biblioteca Unione Sette Ville Comuni di Quero e Vas (BL)

La Pro Loco di Quero

Il Punto Giovani

L'A.I.F.V.S.

PRESENTANO

Con l'intervento di Paola Conte Responsabile della Sezione di Treviso

Con immagini realizzate da Ivan Rizzotto

VENERDI 29 APRILE 2011

ORE 21.00

AL CENTRO

CULTURALE DI

QUERO

ATTUALITÀ

LETTERE AL TORNADO

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La morte di Aldo Balzan…

di Silvio Forcellini

Lo scorso 21 gennaio un altro caro amico se ne è andato prematuramente. Si tratta di Aldo Balzan, classe 1941, che avrebbe compiuto 70 anni il prossimo 24 giugno. Prima di ritirarsi nella sua casa fenerese per la meritata pensione, dal 1967, e per circa 35 anni, aveva gestito – assieme al fratello Gigi e alla sorella Lidia – il bar di proprietà del nonno a Castion. Molto conosciuto e frequentato, il “bar de Balzan” (così era chiamato) fungeva all’epoca non solo da osteria, ma anche da rivendita di tabacchi e, per l’adiacente campo di balinét di cui disponeva, anche da sede della società “La Castionese”. Di carattere a volte burbero, Aldo però sapeva conquistarti con il suo inconfondibile sorriso e con la sua grande generosità, che

manifestava anche regalando svariati souvenirs alle persone che conosceva. “Leggendarie”, a questo proposito, le sue trasferte a San Marino per “rifornirsi”, al pari di quelle nell’ex Jugoslavia per una mangiata di pesce, di cui era grande appassionato. Tornato a Fener da Castion, era facile incontrarlo in compagnia dell’amico Piero Loja, con il quale baruffava a giorni alterni per poi fare pace un istante dopo (previo pagamento di un’ombra da parte di Piero, quasi sempre “colpevole” delle arrabbiature di Aldo, che non a caso lo ricambiava chiamandolo…“troja”). Per ricordare l’amico Aldo (e, al contempo, Aroldo Forcellini, scomparso a sua volta lo scorso 10 febbraio), gli “Amici del Lunedì” – ossia il gruppo che frequenta da decenni la ex falegnameria dei fratelli Balzan ai Faveri, teatro di abbondanti libagioni – hanno fatto una donazione in denaro a “Mano Amica”, l’associazione feltrina di volontariato per l’assistenza domiciliare al malato terminale molto presente da tempo anche nella nostra zona: un gesto, quello degli “Amici del Lunedì”, che fa loro particolarmente onore. Ai familiari di Aldo – e in particolare ai fratelli Ivo e Mario, nostri affezionati abbonati da lunga data – vadano le sentite anche se tardive (per colpa mia) condoglianze del Tornado.

…e quella di Giovanni Foggiato

di Alessandro Bagatella

Giovanni Foggiato se ne è andato in punta di piedi, a soli 61 anni. Nativo di Pederobba, da diversi anni abitava a Quero, tanto da poter essere definito quasi un “querese doc”. Nella sua vita Giovanni ha conosciuto sacrifici e sofferenze, nell’assistere i suoi genitori, prima la mamma e poi il papà. Da qualche tempo era in pensione, ma purtroppo non ha avuto la possibilità di godersela appieno. Sempre pronto alla battuta, grazie al suo carat-tere socievole e bonario trovava amicizia con tutti. La sua dipartita ci lascia tutti senza parole, non ci sembra vero che ciò sia accaduto in così pochi giorni. Ciao Giovanni, pre-ga per noi. Ti ricordano l’amico Alessandro e tutti gli amici della Ferroli con i quali hai la-vorato fino a poco tempo fa e che ti hanno accompagnato in tanti alla tua ultima dimora. Ai parenti tutti le più sentite condoglianze dai compagni di lavoro della Ferroli, dagli amici queresi e, ovviamente, dall’intera redazione di questo giornale.

La famiglia Glicidio ringrazia

Attraverso le pagine del nostro giornale i familiari di Roberto Glicidio desiderano ringraziare quanti hanno preso par-te alle esequie del caro Roberto: il Gruppo Alpini “Monte Cornella” di Quero, quello del Monte Miesna e di Tomo, gli amici infermieri e i tanti amici che lo hanno accompagnato all’ultima dimora. La famiglia inoltre desidera ringraziare la redazione del Tornado e quanti le sono stati vicini in questi tristi momenti della dipartita.

Cinque amici e una fontana

(p.p.) La vecchia fontana di Alano è da sempre il riferimento ide-ale per un incontro fra amici o per un appuntamento importante. Lo conferma questa vecchia foto di sessantadue anni fa. I cinque baldi giovanotti dalle belle braghe larghe, ritratti al tramonto di una calda giornata estiva del 1949, sono Giovanni Spada Cor-tès, Giovanni Codemo Cementin e Antonio Codemo Fedòt, in compagnia di due amici di Meano, Vittorio Vieceli e Gino Barp.

CRONACA

COME ERAVAMO

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DONATORI DI SANGUE DI ALANO - QUERO - VAS

Riuscita la gita a Pirano

di Alessandro Bagatella

Per la tradizionale gita organizzata dalle tre sezioni del Basso Feltrino dell’Associazione Feltrina Donatori Volontari di Sangue, domenica 3 aprile sono partiti di buon’ora due pullman della ditta Baratto con destinazione Pirano, defi-nita “la piccola Venezia d’Istria”. Durante il percorso, sosta d’obbligo per fare merenda e visita lampo sul lungomare di Trieste, per poi arrivare a Pirano per un ricco pranzo di pesce. Successivamente visita libera della cittadina con assaggi di vini locali. Poi tutta la compagnia si è trasferita a Portorose per una giocata al casinò. Non so se ci siano stati più fortunati o meno, l’importante è che la gente si sia divertita, come è avvenuto. Al momento della foto, tanti mancavano, come sempre accade in questi frangenti: speriamo di immortalarli tutti la prossima volta. Le sezioni di Alano, di Quero e di Vas dell’Associazione Feltrina Donatori Volontari di Sangue ringraziano quanti hanno parteci-pato e danno appuntamento a giugno per una nuova gita.

PRO LOCO DI FENER

Da Caorle tutti contenti

di Sandro Curto

Gran bella giornata, domenica 10 aprile, quella organizzata dalla Pro Loco di Fener in collaborazione con Autoservizi Sbizzera; bella sia sul piano meteorologico sia per l’abbuffata di pesce che per il programma rispettato in pieno senza alcun intoppo. Oltre quaranta i partecipanti fra Alano, Quero, Fener e Vas guidati dal presidente della Pro Loco di Fener Silverio Frassetto che, partito piuttosto malconcio, si è rinfrancato al primo prosecco. Dopo l’aperitivo a San Donà c’è stato l’ottimo pranzo di pesce al ristorante “da Tituta”, situato alla periferia di Caorle, che non ha fatto rimpiangere il “Gambero” per qualità, quantità e simpatia delle cameriere. Nel pomeriggio, prima del rientro, una breve passeggiata per calli e campielli di una Caorle as-solata e affollata. Nella foto parte dei partecipanti in posa sul lungomare davanti al campanile cilindrico considerato uno dei vanti di Caorle per la

singolarità della sua struttura, unica al mondo.

Tennis Club Tegorzo, aperta la stagione

(s.for.) Complice il bel tempo, il Tennis Club Tegorzo ha aperto la stagione agonistica. Il sodalizio fenerese comu-nica inoltre che, da maggio in poi, si terranno i consueti corsi di tennis tenuti da un istruttore. Per informazioni in merito, chiamare il 340-8603634.

CRONACA

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14 LETTERE AL TORNADO

Claudio Carelle Cavaliere della Repubblica

Grazie al suo impegno associativo in sede locale e provinciale, il Presidente Claudio Carelle è stato insignito dell’Onorificenza di Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana. L’annuncio della lodevole distinzione onorifica gli è pervenuta dalla Prefettura di Belluno, rilasciata dal Presidente della Repubblica On. Giorgio Napolitano con il D.P.R. in data 27 dicembre 2010. I Fanti della Sezione di Alano-Quero si congratulano con il loro Presidente.

I Fanti di Alano-Quero in assemblea

Si è svolta sabato 12 marzo la assemblea generale dei Fanti della Sezione di Alano-Quero, presso la sede delle Associazioni di Alano. Nella esposizione delle attività svolte lo scorso anno e di quelle in programma per l’anno corrente, si è evidenziata una grande vivacità associativa, con una rinnovata gestione affidata al dinamico Presidente Claudio Carelle, che per l’occasione è stato festeggiato per il recente “Cavalierato” concessogli al Merito della Repubblica Italiana. Non potevano mancare il neo Presidente della Federazione Provinciale di Belluno, sig. Costantino Berton, il Consigliere Nazionale dell’Associazione Fanti d’Arresto, geom. Gianni Cav. Lazzari e il Commendatore Angelo Ceccotto, al quale per l‘occasione perveniva dalla Direzione Nazionale del Fante di Milano, l’attestato di Presidente Provinciale Onorario a vita, per i molti anni di grande impegno nella

Federazione Fanti di Belluno. Questi gli incarichi scaturiti dalla votazione dell’assemblea: presidente Claudio Carelle, vicepresidente Renzo Niero, segretario Fabio Zancaner, cassiere Domenico Mazzier, consiglieri Liberale Errandi, Nilo Codemo, Luciano Mondin, Fulvio Mondin e Carlo Rambaldi. A chiusura dell’assemblea, è stato apprezzato da tutti i convenuti, l’ormai tradizionale momento conviviale sapientemente organizzato dalle mogli dei Soci che ringraziamo sentitamente.

A cura della Sezione dei Fanti di Alano-Quero

A proposito

di Carnevale…

A proposito di Carnevale, noi di mezza età (e più…) ci si divertiva così, con po-co, con semplicità, ma con tanta voglia di far passare una serata in allegria nel teatro di Campo. La foto a fianco risale al periodo 1986-1990. Chi si riconosce o abbia qualche curiosità in proposito, può rivolgersi alla

Compagnia Teatrale di Colmirano

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Il 19 giugno 2000 ci ha lasciati Ricordando don Donato Carelle

segnalazione di Clara Zanin Una persona: don Donato Carelle, con pregi e difetti, come ne abbiamo tutti, che per Quero ha fatto e dato tanto. Questa foto, del 1984, ne è una testimonianza, vedendolo circondato da tutti 26 i suoi chierichetti E non sono pochi!

(M.M.) la foto della nostra lettrice mi ha fatto tornare alla memoria gli incontri che si facevano con i chierichetti e combinazione ha voluto che negli stessi giorni mi sia capitata fra le mani

una istantanea dei tempi andati, scattata dallo studio Foto Resegati il 25 marzo del 1969, che ho deciso di riproporre ai tanti nostri lettori. Di sicuro in molti si riconosceranno in questa foto, come nella prima. Ho anche notato che è trascorso un decennio dalla dipartita di don Donato Carelle e approfitto della foto di Clara per proporre del materiale sulla figura di don Donato, giunto a Quero a fine 1967 e per lunghissimi anni pastore delle anime queresi. Un ricordo che vuole essere segno d’affetto e di riconoscenza. Ho avuto la fortuna di conservare copia del ripristinato bollettino parrocchiale di allora: “L’Eco del Piave”, strumento molto caro a don Donato, che con esso alimentava il sentimento di comunità e ripercorreva gli avvenimenti salienti della vita dei parrocchiani. Nella prima pagina è stilato il suo programma, la missione che contava di esercitare a Quero. Ne ripropongo alcuni brani, significativi per ricordare meglio la figura di don Donato, semplice ma caparbio, consapevole dei limiti umani, ma ottimista e fiducioso nella capacità di superarli, con l’aiuto della provvidenza Divina, cui egli sempre consegnava ogni attività. “Ecco i punti programmatici: 1) Approfondire l’istruzione religiosa: è base

ASTERISCO

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fondamentale per una vita cristiana convinta; 2) Sensibilizzare la santificazione della festa: è il grande dovere cristiano, dalla cui osservanza deriva la provvidenza Divina nelle famiglie; 3) Promuovere la frequenza ai Sacramenti e alla preghiera: sono mezzi necessari per garantire l’innocenza dei fanciulli, la fortezza morale della gioventù, la fedeltà coniugale degli sposi, l’onestà di tutti. Il mio desiderio è quello di arrivare, attraverso il mio lavoro pastorale, a tutto e a tutti: piccoli, gioventù, genitori, malati, poveri, vecchi, lavoratori, emigranti. Purtroppo sono solo ed esistono in me tanta pochezza e tante deficienze; trepido fortemente davanti alle gravi responsabilità che mi pesano. Però, ve lo dico con schiettezza e con sincerità: ho buona volontà di fare del bene, perché vi amo intensamente ed ho fiducia nell’assistenza materna di Maria Santissima e nella vostra benevola comprensione e nella vostra fattiva e solidale collaborazione”.

ASTERISCO

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I politici possono tutto, ma almeno non ci prendano in giro

articolo di Massimo Fini – segnalazione di Silvio Forcellini

La Camera ha deciso di sollevare davanti alla Corte Costituzionale il conflitto di attribuzione per il processo per concussione e prostituzione di minori che vede imputato a Milano il presidente del Consiglio, ritenendo che quando Berlusconi telefonò alla questura milanese per indirizzare nel senso da lui voluto la sorte della ragazza Ruby, agì nella sua funzione di premier e va giudicato quindi dal Tribunale dei ministri e non da quello di Milano.

I nostri parlamentari possono fare tutto, darsi un diritto diverso da quello dei comuni cittadini, occupare diret-tamente o attraverso i loro sottopanza Enti di Stato, fra cui quel ganglio fondamentale di una moderna democrazia che è la Televisione, spartendoselo fra destra e sinistra, dare posti di lavoro e di dirigenza ai propri figli, nipoti, co-gnati, generi, mogli, amanti, attribuirsi abitazioni che spetterebbero ad altri, farsi pagare da terzi la metà dell’acquisto di una casa lussuosa e non per questo sparire dalla scena politica andando a nascondersi in Nuova Zelanda sotto una pecora merinos (quelle che hanno il pelo lunghissimo). Possono fare tutto: sono, insieme ad al-cune oligarchie economiche cui sono intrecciati i padroni di un Paese cui noi non siamo che i sudditi.

Ma una cosa, almeno, non dovrebbero permettersela: di prendere in giro i cittadini, di fare torto alla loro in-telligenza per quanto modestia la si reputi.

La Camera ha infatti deciso di sollevare il conflitto di attribuzione sostenendo che quando Berlusconi telefo-nò alla questura di Milano lo fece nelle sue vesti di presidente del Consiglio per evitare un incidente diplomatico conl’Egitto dato che gli risultava che la marocchina Ruby era nipote del presidente egiziano Mubarak. Se io, per na-scondere una marachella, avessi raccontato una palla equivalente a mio padre, mi avrebbe dato uno schiaffo che mi avrebbe girato la faccia. Puntualmente tornano a galla cose totalmente illogiche come “il processo breve” che è come il calmiere del pane di manzoniana memoria. Adesso l’ultima alzata d’ingegno è la “prescrizione breve” se l’imputato risulta incensurato. Ora, per qualsiasi delinquente c’è sempre una prima volta. Uno commette il suo primo reato, è incensurato, scatta la “prescrizione breve” e se la cava. Ne commette un secondo, ma è sempre incensura-to e viene salvato dalla “prescrizione breve”, e così via all’infinito. Se passa questa legge demenziale, avremo la fi-gura inedita del “delinquente abituale incensurato”.

Ci si stanca a dover ripetere sempre le stesse cose e sempre per le stesse questioni, per quelle che Pier Ferdinando Casini chiama, con delicato eufemismo, “le ossessioni giudiziarie” di Berlusconi. Ci si stanca a vivere in un Paese dove, oltre ad alcuni valori di fondo, per i politici, onestà, dignità, lealtà, che sono quelli che tengono in-sieme una comunità, è venuta meno anche la logica più elementare. In altri tempi si poteva abbandonare la propria nazionalità per diventare apolidi. Oggi non si può più. Siamo costretti a rimanere italiani. Io vorrei essere turco. Per-ché sono sicuro che nemmeno in Turchia certe “cose turche” sarebbero permesse.

(da “Il Gazzettino” di venerdì 8 aprile 2011)

La “sottomissione estatica”

articolo di Michele Serra – segnalazione di Silvio Forcellini

Se qualcuno mi dicesse «devi tagliarti la barba, induce diffidenza, dà l’impressione che chi la porta voglia nascon-dere qualche malformazione», io gli risponderei: «vada subito da uno psichiatra, ma ne trovi uno bravo perché ne ha molto bisogno». Invece il giovanotto con il pizzo che sì è sentito apostrofare da Berlusconi con quella frase metà cafona, metà demente, pareva deliziato, come chi si sente immeritatamente irradiato da una luce salvifica.

Lo so, ci si ripete: ma ciò che più sbalordisce, in questa parodia di regime che chiamiamo berlusconismo, è la totale mancanza di autonomia e dignità dei sottoposti. E’ una specie di sottomissione estatica che rimanda allo stato di soggezione degli affiliati a una setta religiosa, non certo ai rapporti politici così come si dipanano, di norma, in democrazia.

Quando si assiste a liturgie e cerimonie di questo culto mortificante, il sentimento che prevale è l’imbarazzo per conto terzi. Viene voglia di prestare assistenza alle vittime, sia pure consenzienti. Da barbuto a barbuto, vorrei dire al “malformato” che esistono risposte - anche cortesi - che aiutano a rispedire ogni offesa al mittente. Ma prima bisognerebbe che lui capisse di essere stato offeso. E qui sta il vero problema. Forse insolubile.

(da “la Repubblica” di domenica 10 aprile 2011)

Cercasi cameriera/e

In zona Basso Feltrino si cerca ragazza/o con minima esperienza da impiegarsi come cameriera/e per il periodo che va da maggio a settembre. Se interessate/i, chiamare lo 0439-776171.

LETTERE AL TORNADO

ASTERISCO

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Un doveroso ricordo

di Alessandro Bagatella

Questo articolo - tratto da “L’Alpino” - mi sembra doveroso riproporlo anche ai lettori del Tornado. A ricordo di quanti sono partiti e mai più ritornati per dare al nostro Paese, grazie al loro sacrificio, un avvenire migliore in un’Italia libe-ra e democratica.

Dal Piave al Don. E ritorno.

Intervista con Giacomo Ciotti, cadorino dì Sottocastello, frazione di Pieve di Cadore, tra i pochi a ritor-nare “a baita”.

Giacomo Ciotti da Sottocastello, 87 anni portati benissimo, è uno degli undicimila alpini che ha po-tuto fare ritorno dalla steppa o, se preferite, uno dei cinquantasettemila che partirono nel 1942 per la Campagna di Russia. A sentirlo raccontare di quel difficile periodo della propria giovinezza ti pare davvero di rivivere le esperienze raccontate da Giulio Bedeschi, nei suo “Centomila gavette di ghiaccio” o da Nuto Revelli ne “La strada del davai”. Una tragedia oggi dimenticata, che allora coinvolse tanti giovani gettati in una guerra assurda, svaniti nel mare della steppa e dei quali, come qualcuno ha scritto, “è rimasto solo il dolore delle mamme”.

Giacomo è il penultimo dei 5 figli di Rodolfo e Gio-vanna Tabacchi, nato il 13 ottobre 1922. La sua av-ventura militare iniziò il 15 novembre del 1941, quando ricevette la cartolina che lo chiamava ad U-

dine, alla divisione alpina Julia. Qui venne incorporato come radiotelegrafista nell'11° btg. misto del Genio, appena rientrato dal fronte greco-albanese, e il 6 agosto 1942 la sua compagnia T.R.T. partì per la Russia, con radio cam-pali e stazioni fototoniche ed ottiche.

La tradotta da Udine si avviò alla volta di Villaco, Monaco, Norimberga e Varsavia. Dopo Minsk il convoglio fu attac-cato dai partigiani russi e mitragliato. Infine, dopo 15 giorni, giunse ad Isjum, da dove il viaggio proseguì, a piedi, verso il Don, distante 300 chilometri. La marcia fu funestata da un attacco di cavalieri ucraini, che ferirono il sergen-te maggiore Prati e uccisero il sottotenente Miege, ma alla fine si arrivò al Don, tra Novokamenke e Dukowoje, per prendere il posto di reparti ungheresi e tedeschi.

Giacomo con il suo gruppo fu inviato a Saprina, dove si mise subito al lavoro per preparare le difese in riva al fiume, ma soprattutto i ricoveri sotterranei per resistere all’inverno russo, che era già alle porte. Fu qui che Giacomo compì i suoi 20 anni.

Nel dicembre ci fu il crollo della VI armata tedesca a Stalingrado ed i russi diedero il via all’offensiva sul Don, sfon-dando i settori rumeno ed ungherese, oltre a quello della 385a divisione tedesca. L’11 dicembre la Julia fu inviata a chiudere la breccia e Giacomo con i suoi compagni fu aggregato al btg. L’Aquila e spostato a Seleni-Jar, 300 chilo-metri più a sud, dove si dovevano fermare i sovietici che, oltrepassato il Don, cercavano di aggirare il nostro schie-ramento per chiuderlo in una sacca.

Sebbene superiori in uomini e mezzi, i russi furono fermati per primi dagli alpini de L'Aquila che, tra il 19 e il 25 di-cembre, persero 815 uomini. Ai superstiti del battaglione si affiancò l'intera Julia che mandò all’attacco perfino i ge-nieri ed i conducenti, costretti a combattere con le baionette dopo che le armi automatiche erano state rese inservi-bili dal gelo. Fu in questi dolorosi frangenti che i tedeschi definirono la Julia “Divisione miracolo” ed iI gen. Eibl chiamò gli alpini “PanzerSoldaten”.

Verso metà gennaio la Julia iniziò a ripiegare, ma era in ritardo: con eroici sacrifici cercò di unirsi alla Tridentina, ma fu quasi annientata dai russi, tanto che ben pochi si salvarono.

Giacomo iniziò così il suo calvario, con l’unico obiettivo di salvare la pelle: «Gettai il fucile e le bombe a mano per non avere pesi Inutili, il freddo era intenso, più di 40° sotto lo zero, mi avvolsi in sei coperte da campo, ai piedi misi un bel paio di scarponi e mi fasciai le mani con delle calze di lana avute da mia madre e così bardato iniziai ad a-vanzare nella steppa. Era una marcia estenuante, costellata dalle incursioni dei partigiani e più di una volta mi toccò di fuggire sotto i colpi dei loro “parabellum”.

Alla sera cercavo ricovero nelle poche isbe, dove riposavamo tutti accatastati uno sull’altro, senza togliere mai le scarpe. Una notte mi addormentai in una di queste abitazioni, che erano fatte di paglia, e ad un certo punto qualcu-no le diede fuoco, forse per riscaldarsi o forse per dispetto, perché non l’avevano lasciato entrare. Dovetti fuggire e mi salvai per miracolo perdendo tutta la mia roba. Trovare cibo era un problema, in genere si entrava nelle isbe e si scendeva nelle cantine ma non si trovava niente. Una volta volevo entrare in una cantina e mi imbattei in un tede-sco che voleva fare lo stesso. Lui tirò fuori la sua pistola, ma fui più svelto: lo presi a pugni e lo feci fuggire. Un’altra

CENNI STORICI

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volta rubai da un’auto tedesca una gavetta di crauti, guai se mi avessero visto! Mi capitò anche un fatto curioso: in un villaggio capitai in un pollaio e riuscii a catturare una gallina, ma ero così stanco che la nascosi dietro la schiena e mi addormentai. Al risveglio la gallina era sparita, rubata da chissà chi.

Dopo tante sofferenze e i tremendi scontri di Postojali, Limarew, Nikitowka e Arnautowo, arrivai con gli altri a Niko-lajewka.

Ricordo benissimo quel giorno, il 26 gennaio, una giomata grigia e fredda (-30°). La nostra colonna giunse alla mattina, ci trovavamo su una specie di altopiano e ai nostri piedi c’era la città con la ferro-via e il campanile. Su questo i russi avevano piazzato le mitragliatrici e ci tenevano inchiodati sul posto. Non si poteva avanzare e sapevamo che eravamo in trappola. Da lassù si vedevano i nostri della Tridentina che cercavano di rompere l’accerchiamento, ma senza riuscirci. C’era una intera formazione corazzata russa, schierata tra le colline e il paese, una situazione disperata e in più gli aerei russi ci sorvolavano, mitragliandoci. lo mi nascosi sotto la pancia di un mulo morto. Combatterono per tutto il giorno e verso sera il gen. Reverberi salì su un carro tedesco, che era stato rifornito di benzina da un aliante, e guidò l'attacco verso il famoso cavalcavia della ferrovia, rompendo l’assedio e aprendoci la strada della salvezza.

Da Nikolajewka camminammo ancora per 200 chilometri e final-mente il 31 gennaio giungemmo a Shebekino, dove ci attendevano le prime ambulanze. Ci fecero la disinfestazione e ci mandarono all’ospedale di Dresda: qui mi diedero un chilo di zucchero e la Wehrmacht mi consegnò il nastrino della Campagna di Russia, che ancora conservo. In treno, finalmente giunsi all’ospedale di Cesenatico, dove arriva-rono mio padre e mio zio: ero così magro che non mi riconobbero: avevo un principio di congelamento alle dita dei piedi e per il gelo mi era caduta tutta la pelle delle mani».

Ma intanto Giacomo era ritornato “a baita” e per definirlo più che fortunato basti un dato: per trasportare in Russia i nostri alpini ci vollero 200 treni, per riportarli a casa ne bastarono 17.

WaIter Musizza - Giovanni De Donà

Chi si riconosce?

di Alessandro Bagatella

La foto a fianco - sempre tratta da “L’Alpino” - si riferisce al Btg. Bel-luno della Cadore, 78a cp., 7° Al-pini, 1°/’38, caserma Salsa, anni 1960-61 a Belluno. Per festeggia-re il cinquantesimo dal congedo il prossimo 21 maggio 2011, chi si fosse riconosciuto nella foto può contattare Angelo Tessarolo, tel. 0444-348798.

Vivere è invecchiare di Pierangela Ceccotto

Vivere è invecchiare ricordando del passato, aiutando con l’inesperienza chi dovrà affrontare il futuro. Vivere è lottare per la propria libertà, dare il meglio di sé per conquistarla ed usarla nella maniera più corretta perché non sia d’ostacolo ad altri.

Vivere è come essere parte di un futuro che sembra irrealizzabile, riuscire a sfruttarlo nel modo più giusto, costruirlo con impegno e forza, provare felicità vedendolo cambiare. Vivere è anche soffrire per le persone più care a cui si è dato parte di sé, partecipare per poi subire sprezzanti opinioni.

CENNI STORICI

COME ERAVAMO

POESIA

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50 euro Paolo, con la faccia triste e abbattuta, si ritrovò con la sua amica Carla in un bar per prendere un caffè. Depresso, scaricò su di lei tutte le sue preoccupazioni... e il lavoro...e i soldi... e i rapporti con la sua ragazza... e la sua vocazione!... Tutto sembrava andar male nella sua vita. Carla introdusse la mano nella borsa, prese una banconota da 50 EURO e gli disse: - Vuoi questa banconota? Paolo, un po' confuso, all'inizio le rispose: - Certo Carla... sono 50 EURO, chi non li vorrebbe? Allora Carla prese il biglietto in una mano, lo strinse forte fino a farlo diventare una piccola pallina. Mostrando la pallina accartocciata a Paolo, gli chiese un'altra volta: - E adesso, lo vuoi ancora?

- Carla, non so cosa intendi con questo, però continuano ad essere 50 EURO. Certo che lo prenderò anche così, se me lo dai. Carla spiegò il biglietto, lo gettò al suolo e lo stropicciò ulteriormente con il piede, riprendendolo quindi sporco e segnato. - Continui a volerlo? - Ascolta Carla, continuo a non capire dove vuoi arrivare, rimane comunque un biglietto da 50 EURO, e finché non lo rompi,conserva il suo valore.... - Paolo, devi sapere che anche se a volte qualcosa non esce come vuoi, anche se la vita ti piega o accartoccia, continui a essere tanto importante come lo sei stato sempre... Quello che devi chiederti è quanto vali in realtà e quanto vali per coloro che ti amano, e non quanto puoi essere abbattuto in un particolare momento o cosa direbbero di te degli estranei. Paolo si paralizzò guardando Carla senza dire una parola, mentre l'impatto del messaggio entrava profondamente nella sua testa. Carla mise il biglietto spiegazzato di fianco a lui, sul tavolo, e con un sorriso complice disse: - Prendilo, ritiralo perché ti ricordi di questo momento quando ti senti male... però mi devi un biglietto nuovo da 50 EURO per poterlo usare con il prossimo amico che ne abbia bisogno. Gli diede un bacio sulla guancia e si allontanò verso la porta. Paolo tornò a guardare il biglietto, sorrise, lo guardò e con una nuova energia chiamò il cameriere per pagare il conto... Ora rifletti bene e cerca di rispondere a queste domande: 1 - Nomina le 5 persone più ricche del mondo. 2 - Nomina le 5 ultime vincitrici del concorso Miss Universo. 3 - Nomina 10 vincitori del premio Nobel. 4 - Nomina i 5 ultimi vincitori del premio Oscar come miglior attore o attrice. Come va? Male? Non preoccuparti. Nessuno di noi ricorda i migliori di ieri. E gli applausi se ne vanno! E i trofei si impolverano! I vincitori si dimenticano! Adesso rispondi a queste altre: 1 - Nomina 3 professori che ti hanno aiutato nella tua formazione. 2 - Nomina 3 amici che ti hanno aiutato in tempi difficili. 3 - Pensa ad alcune persone che ti hanno fatto sentire speciale. 4 - Nomina 5 persone con cui passi il tuo tempo. Come va? Meglio? Le persone che segnano la differenza nella tua vita non sono quelle con le migliori credenziali, con molti soldi, o i migliori premi... Sono quelle che si preoccupano per te, che si prendono cura di te, quelle che ad ogni modo stanno con te. Rifletti un momento. Questa vita è molto breve! Tu, in che lista sei? Non lo sai?... Permettimi di darti un aiuto... Probabilmente non sei tra i famosi, però sei tra quelli che molti amici ricordano…. o potresti esserci.....

ASTERISCO

TENNIS

Il Tennis Club Quero-Vas

sulla stampa nazionale Nel numero di Marzo il tennis club di Quero e Vas è stato segnalato per l’attività di stage tennistico, entrando nel circuito promosso dalla Tennis Consulting, che insegna il metodo spagnolo, che con nuovi metodi di allenamento e video analisi permette di apprendere in minor tempo.

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PITTORI PER GENERAZIONI!!!

PITTORE RESTAURATOREdi Ferdinando Carraro

Via Roma - Quero (BL)Cell. 339.2242637

Car. Edil

Sono convinto che, ognuno di noi ogni anno più o meno nel mese di febbraio/marzo, si sia chiesto cosa stessero cercando quei.. “matti”.. di sera e per di più sotto la pioggia..

Tante le supposizioni fra le quali: “cercano i rospi per mangiarseli”. In realtà sono un gruppo di volontari che stoicamente hanno scelto di regalare qualche ora del loro tempo per salvare centinaia di rospi dall’essere schiacciati dalle “nostre” vetture in transito. “All’inizio di ogni primavera, gli anfibi si destano dal letargo e, a decine di migliaia, migrano in massa verso i corsi d’acqua per deporvi le uova. Per farlo, devono attraversare vie molto trafficate rischiando di essere brutalmente schiacciati dalle automobili.” L’impegno è notevole anche se ricco di soddisfazioni, “salvarli è un’esperienza unica ed entusiasmante”. Purtroppo le persone che si dedicano a questo sono poche, per questo motivo è partita questa campagna di sensibilizzazione. I rospi, purtroppo per loro. non spiccano per la loro bellezza o tenerezza. Sono sicuro che se al loro posto si cercassero conigli o caprioli certamente i volontari sarebbero molti di più. Ogni animale è importante anfibio o mammifero che sia..

”La compromissione delle possibilità di vita di tali animali, oltre a rappresentare una grave perdita di biodiversità, è da considerare come un pericoloso segnale d’allarme: basti pensare alla loro importanza nella catena biologica (si nutrono di larve, insetti, mosche, zanzare, ecc) e alla loro prerogativa di rappresentare un prezioso bioindicatore per comprendere quanto sia sano l’ambiente in cui viviamo. AIUTIAMOLI E’ molto facile ed altrettanto bello, si tratta solo di raccoglierli, riporli in un secchio e liberarli al lato opposto della strada..tutto qui!

Per informazioni: www.lacveneto.it-www.empatreviso.it

oppure telefonate alla referente per la zona di Segusino: Cinzia 3386030879

Gian

LETTERE AL TORNADO

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Ciclomotori, targa obbligatoria anche per quelli in circolazione da prima del 2006

In varie scadenze. Lo prevede il decreto del Ministero delle Infrastrutture

(ASAPS), 5 aprile 2011 – I ciclomotori in circolazione da prima del 14 luglio 2006 dovranno avere la targa. La Gazzetta Ufficiale ha pubblicato il relativo decreto del Ministero delle Infrastrutture ed entro il 1° giugno 2011 la targa dovrà essere richiesta dai proprietari di ciclomotori con il contrassegno che inizia per “0”, “1” e “2”. Scadenza prolungata al 31 luglio 2011 per chi ha una sequenza che inizia con “3”, “4” e “5”; sino al 29 settembre 2011, avranno invece tempo i proprietari di ciclo con contrassegno che inizia con “6”, “7” e “8”. Ultima scadenza al 28 novembre 2011, e comunque non oltre il 12 febbraio 2012, per i contrassegni che iniziano per “9” o con la lettera “A”.

Tratto da: http://www.asaps.it/ il portale della sicurezza stradale

Parrocchia di Quero Toscana e Umbria: Siena, Monte Oliveto,

Pienza, Assisi, Norcia, Cascia, Gubbio dal 22 al 26 agosto 2011

1° giorno: QUERO / SIENA / ABBAZIA DI MONTE OLIVETO / CHIANCIANO TERME Ritrovo dei Signori Partecipanti e partenza dai luoghi di convocazione, con autopullman G.T. riservato, per Siena. All'arrivo incontro con la guida e visita di questa splendida cittadina toscana con particolare attenzione al centro storico: Chiesa di San Domenico, Piazza del Campo, Fonte Gaia., Palazzo Pubblico, Torre del Mangia, Duomo, Santuario della Casa di S. Caterina ecc. Pranzo in Ristorante. Al termine partenza per Chianciano Terme, sosta all'Abbazia di Monte Oliveto per la visita del Monastero con la bella Chiesa, la farmacia e l'antica Biblioteca con manoscritti e incunaboli di raro valore. S. Messa. Sistemazione in hotel, cena e pernottamento.

2° giorno: PIENZA / MONTEPULCIANO / CHIANCIANO TERME Trattamento di pensione completa. Pranzo in ristorante in corso di escursione. Intera giornata dedicata all'escursione a Pienza e Montepulciano, sosta e visita guidata di queste due splendide cittadine toscane. Pienza: la città del Rinascimento per eccellenza, prende il nome dal suo fondatore, Papa Pio II che riuscì a farIa realizzare in soli quattro anni, dando vita ad un gioiello senza precedenti per l'armonia dei monumenti e la perfezione architettonica. Si potrà ammirare: Piazza Pio II, Cattedrale, Palazzo Piccolomini ecc. Montepulciano: la perla del Cinquecento per le sue numerose opere architettoniche di quel periodo si trova su un poggio che domina la Val di Chiana, in un territorio già abitato dagli etruschi e dai romani. Rientro quindi in hotel per la cena ed il pernottamento.

3° giorno: CHIANCIANO TERME / ASSISI Prima colazione in hotel. Partenza per Assisi, uno dei maggiori centri religiosi italiani per le mistiche memorie di San Francesco. Sosta per la visita dell'imponente Basilica di Santa Maria degli Angeli, che custodisce all'interno la splendida Cappella della Porziuncola, il Roseto e la Cappella del Transito. Al termine trasferimento a San Damiano, visita del Santuario e S. Messa. Pranzo e sistemazione in hotel. Pomeriggio dedicato alla visita guidata del centro storico di Assisi: Piazza e Basilica di San Francesco, Basilica di Santa Chiara, Duomo di San Ruffino e passeggiata attraverso i vicoli del pittoresco centro storico con suggestivi scorci e splendide vedute sulla pianura sottostante.

4° giorno: CASCIA / NORCIA / ASSISI Prima colazione, cena e pernottamento in Hotel. Pranzo in Ristorante. Mattinata dedicata alla visita guidata di Cascia, sosta e visita dei luoghi di Santa Rita: il Monastero dove visse la Santa per 40 anni e la Basilica che domina tutta la cittadina. S. Messa. Nel pomeriggio visita guidata di Norcia: antica cittadina umbra, dove nacquero San Benedetto e Santa Scolastica. con particolare attenzione alla Chiesa di San Benedetto ed alla Cattedrale. Rientro quindi in hotel.

5° giorno: ASSISI / GUBBIO / QUERO Prima colazione in Hotel. Al termine proseguimento per Gubbio, incontro con la guida e visita di questa splendida cittadina dalle tradizioni secolari che conserva numerosi ed antichi monumenti: Piazza Quaranta Martiri, Chiesa di S. Francesco, Palazzo dei Consoli, Piazza della Signoria, Duomo ecc. Pranzo in Ristorante. Al termine partenza per il viaggio di ritorno, con varie soste lungo il percorso autostradale, l'arrivo ai luoghi di provenienza è previsto nella serata.

LA QUOTA COMPRENDE: il viaggio in autopullman G.T., incluso di pedaggi autostradali, permessi di circolazione e parcheggi * La sistemazione in Hotel 3 stelle, in stanze a due letti tutte con servizi privati * Il trattamento di pensione completa, dal pranzo del 1° giorno al pranzo dell'ultimo giorno * Le bevande.ai pasti (1/4 di vino e ½ acqua minerale) * Le visite e le escursioni, come da programma. Il servizio di guida locale, per le visite come da programma * I.V.A, tasse e percentuali di servizio • L'assicurazione sanitaria. Non comprende: gli ingressi e tutto quanto non menzionato sotto la voce "comprende"

Quota di partecipazione € 505,00 Acconto € 200,00 - Iscrizioni fino al 30 Giugno 2011 - Supplemento camera singola € 25,00

Per informazioni: chiamare Don Stefano Tel. 0439 780400 - 3475867816

LETTERE AL TORNADO

ATTUALITÀ

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Al molin de la guera

di Alessandro Bagatella

Conservo questo attrezzo con particolare cura e devozione, a ricordo di quanti hanno sofferto la fame durante la Grande Guerra. Nell’impossibilità di andare al mulino per procurarsi la farina per la po-lenta, a causa del coprifuoco e dei bombardamenti, veniva usato in ca-sa. Ed era, di solito, un lavoro affidato ai bambini. Una volta uscita la farina, questa veniva passata con un “crivèl” ed eccola pronta per la polenta…

La devozione dei nostri nonni

di Alessandro Bagatella

Qualche mese fa, rovistando tra le mie cose, nel libro da messa di mia nonna ho trovato un santino, del 1926, della comunione pasquale nel santuario dei santi Vittore e Corona. Ho immaginato che senz’altro doveva essere stato dato a mia nonna, perché in quel tempo la popolazione di Santa Maria e paesi limitrofi si recava ogni martedì a Fel-tre a piedi per comprare quel formaggio, il cosiddetto “pinción”, che tutti usavano anche perché era il più economi-co. E senz’altro si trattava del martedì della Settimana Santa, durante il quale mia nonna dapprima si recò al merca-to e poi, sulla via del ritorno, sul Monte Miesna a fare la comunione pasquale. In ricordo suo e di tutte le persone devote di allora voglio proporre ai lettori questo santino di 85 anni fa.

ASTERISCO

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Associazione Feltrina Donatori Volontari

Sangue

In giugno si vota per quattro referendum

Pubblicati nella Gazzetta ufficiale del 4 aprile 2011 i decreti presidenziali che indicono i referendum popolari i cui comizi elettorali sono convocati per il giorno di domenica 12 giugno 2011, con prosecuzione delle operazioni di votazione nel giorno di lunedì 13 giugno 2011. Le denominazioni sintetiche, formulate dall’Ufficio centrale per il referendum costituito presso la Corte Suprema di Cassazione, in relazione a ciascuno dei quattro quesiti referendari dichiarati ammissibili:

a) referendum popolare n. 1 Modalità di affidamento e gestione dei servizi pubblici di rilevanza economica. Abrogazione;

b) referendum popolare n. 2 Determinazione della tariffa del servizio idrico integrato in base all’adeguata remunerazione del capitale investito. Abrogazione parziale di norma;

c) referendum popolare n. 3 Nuove centrali per la produzione di energia nucleare. Abrogazione parziale di norme;

d) referendum popolare n. 4 Abrogazione di norme della legge 7 aprile 2010, n. 51, in materia di legittimo impedimento del Presidente del Consiglio dei Ministri e dei Ministri a comparire in udienza penale, quale risultante a seguito della sentenza n. 23 del 2011 della Corte Costituzionale.

Bond su Protezione Civile Quero: "situazione sbloccata, la cartella incriminata è stata cancellata"

Una situazione paradossale "risanata" in tempi record. Rientra l'allarme per gli uomini della protezione civile di Quero, che nei giorni scorsi avevano denunciato un'ingiustizia: il fermo del loro fuoristrada per un bollo non pagato e non dovuto. A sbloccare la situazione è stato il capogruppo del Pdl in Consiglio regionale Dario Bond, che ha sollecitato gli uffici della Regione a cancellare la cartella esattoriale incriminata, quella che ha di fatto permesso a Equitalia di fermare il mezzo di protezione civile. "C'è stato un difetto di comunicazione tra strutture", spiega Dario Bond, "ma gli uomini della protezione civile possono stare tranquilli. L'ufficio Ragioneria e Tributi della Regione ha trasmesso a Equitalia i dati corretti. Per i prossimi anni non ci saranno più problemi". Equitalia, a sua volta, provvederà nei prossimi giorni a comunicare ufficialmente alla protezione civile di Quero i nuovi dati. La stessa agenzia di riscossione pochi giorni fa - il 22 marzo - ha revocato il fermo, sottolineando però la necessità di cancellare la cartella. "Da un punto di vista operativo è un risultato significativo", afferma il vicesindaco di Quero Bruno Zanolla. "Ringrazio Bond e gli uffici per aver risolto una questione che negli anni ha creato non pochi malumori. Con la protezione civile e il suo presidente, Davide Pes, c'è sempre stata la massima sintonia. Il loro impegno è prezioso".

È arrivato Michele!

Ciao a tutti!!

Mi chiamo Michele Scaramuzzo e sono nato a Feltre il 25 novembre

2010 per la gioia di mamma Sabrina Tieppo e papà Mauro.

Mando un saluto ai nonni Luigi (Gigetto) e Lucia (Gianna), di

Marziai, Michele e Isabella, di Caserta, agli zii e alle cuginette che

mi vogliono tanto bene.

Ringrazio anche tutte le persone che sono state felici, insieme a

mamma e papà, del mio arrivo in quel di Vas!!!

ATTUALITÀ

CRONACA

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Quero: brusalavecia 2011

Anche quest’anno la Pro Loco di Quero, in collaborazione con la Biblioteca dell’Unione dei Comuni Sette Ville, ha mantenuto fede alla tradizione locale nell’organizzare il rogo della Vecia, riproponendo il film Brusalavecia 2010 Girato a Quero ed a Venezia, con la regia di Doriano Dalla Piazza, l’assistenza di Fulvio Mondin ed il montaggio di Fabio Perla, il film racconta le vicende della Vecia (Clara Zanin), costretta a scappare dalla Casa di Riposo alla ricerca del “cesso” per “farla” in libertà. In aiuto gli viene Mokkio (Bruno Bagatella), che per tutelare gli ultimi “cessi de cane, tole e foratoni”, diventerà Governatore del Veneto superando all’ultimo voto Toni Taia nelle elezioni regionali, dopo un avvincente crescendo che si fa beffa delle moderne tecniche di persuasione elettorale. Con gran un finale, che passa da Mokkio Governatore in tuta verde che arringa i Veneziani sul Canal Grande da palazzo Ferro Fini, alla

Vecia che fugge verso la libertà sul profilo dei prati di Cilladon in una fresca alba di febbraio. Nell’occasione, per la prima ed unica volta, sono state viste le scene più divertenti degli “attori” impegnati in favolose improvvisazioni fuori dal copione ufficiale. Non annunciato nei manifesti, ma a conferma che il rogo della Vecia a Quero riserva sempre qualche irripetibile sorpresa, Doriano ha tirato fuori dal cilindro un “testamento” di stretta attualità, relativo alle dimissioni dell’Assessore Alberto Coppe, fornendo finalmente ai Queresi la verità, che riportiamo in sintesi. Infatti, i dipendenti del comuni di Quero, per vendicarsi della giunta comunale che aveva scambiato il pensionamento di un dipendente con la festa di liberazione, hanno

(e non si sa per quale motivo) preso di mira e distrutto il mitico vespone di Alberto Coppe, appena restaurato. Disperato per il danno subito, e non riscontrando traccia degli autori del misfatto, Coppe dava il via alle indagini scoprendo come nell’auto del Sindaco vi fosse il ben di Dio per poter fare a pezzi una vespa: punte, scalpelli, martelli, trapani, demolitori, etc.. Riuscito ad infilarsi di nascosto dal portellone posteriore del furgoncino grigio, con gli attrezzi sotto la giacca pronti per essere portati nel laboratorio delle analisi dell’Ospedale per verificare se vi fossero ancora tracce di vernice del suo mitico vespone, Coppe veniva scoperto dal Sindaco, riuscendo tuttavia a venir fuori dall’impiccio con una invenzione incredibile: quegli attrezzi gli servivano per scolpire una vespa di marmo a memoria del suo vespone. In un crescendo di reciproci dispetti e sospetti, con la “casela de la malta” e quel che vi sta dentro (punte, martelli, mazzuoli e trapani) sempre dentro alla macchina del Sindaco e ritenuti da Alberto il corpo del reato, il testamento termina con la più classica delle quartine:

“Coppe ... al Municipio el ghe gira sempre intorno sicuro di mettere le mani un giorno sugli attrezzi che Sante cen in te la casela par tornar in comun co le ciavi in scarsela”

Per finire in bellezza, grande rogo della Vecia, nel parcheggio del campo sportivo. Il fuoco è diventato padrone di una enorme catasta di legna sovrastata dalla Vecia con la scopa in mano, illuminando a giorno l’intero piazzale. Poi, per i bambini caramelle e cioccolato, mentre ai più grandi la frasca Pro Loco ha offerto vin brulè, thè, cioccolata calda porchetta e tanti buoni dolci. L’attesa ora è per il prossimo anno, e che poeti, attori, registi, notai e quanti altri dal “testamento della vecia” vogliano trarre ispirazione, diano libertà alla fantasia per l’appuntamento del 2012.

PRO LOCO QUERO

CRONACA

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Lunedì 25 aprile le malghe di Valmorèl (prealpi bellunesi) Escursione facile. Ritrovo a Lentiai (piazza Crivellaro) alle 8. Trasferimento: in auto alla località Valmorèl (mezz’ora) - Percorso: Valmorèl (800) – Pianezze (1.017) – malga Van (979) – malga Canal del Gatt (971) – malga COR (1.300) – casè re Frascon – Valmorèl. Pranzo al sacco - Ritorno alle auto previsto per le 14,30. Dislivello complessivo 550 metri – Note: lungo la salita si potranno vedere delle curiose statue lignee; da malga COR ottimo panorama verso la pianura.

Domenica 22 maggio Cima Grappa (da san Liberale) Escursione di media difficoltà. Ritrovo di fronte alla stazione di Quero Vas alle 6,30. Trasferimento con auto proprie a san Liberale (40 minuti). Percorso: san Liberale (718) – sentiero 152 – pian de la Bala (1.374) – malga val Vecchia – rifugio Bassano a cima Grappa (1.748) – sosta e pranzo – sentiero 151 – san Liberale. Pranzo al sacco o presso il rifugio Bassano. Ritorno alle auto previsto per le 16,00. Dislivello complessivo 1.030 metri. Note: Il Grappa per eccellenza è la Montagna “fuori porta” per una camminata, in poco tempo già siamo alti sulla pianura veneta che in un panorama mozzafiato si stende ai nostri piedi. Il Grappa è ideale per chi desidera rivisitare testimonianze della prima guerra mondiale in un ambiente ancora selvaggio ed aspro.

Domenica 29 maggio La via degli Ospizi - sulle antiche tracce dei viandanti in val Cordevole Escursione facile. Ritrovo a Feltre (Foro Boario) alle 7 o a Santa Giustina (quasi di fronte al Municipio) alle 7,20. Trasferimento in pullman alla Certosa di Vedana (mezz’ora). Percorso: dalla Certosa di Vedana alle Miniere di Valle Imperina sulla destra orografica del Torrente Cordevole. Pranzo al sacco. Arrivo al pullman previsto per le 15,30. Dislivello complessivo circa 750 metri (saliscendi diluiti nello spazio e nel tempo). Note: 1) percorso lungo ma vario, appagante,offre visuali che spaziano dalle cime circostanti alle ampie aperture sul bacino del Cordevole con tratti idilliaci che invitano alla quieta passeggiata fino ai rientranti canaloni con forre, rocce incombenti e visioni bellissime verso i versanti dei Monti del Sole. 2) Due tratti rientranti verso metà percorso prevedono il passaggio breve su cenge abbastanza larghe ma con visione esposta del fondovalle,comunque attrezzate con fune metallica per ulteriore sicurezza. Costo massimo del trasferimento in pullman € 15

ESCURSIONI SUCCESSIVE Dom. 12/06 – Città morta (dal passo del Tonale)

Dom. 26/06 – malga Domador (massiccio del Grappa) Dom. 10/07 – Piccola Croda Rossa (Dolomiti Ampezzane)

I programmi e le foto delle escursioni sono disponibili anche sul sito www.bassofeltrino.it Informazioni ed adesioni: Edy Ballerin 0439.56391 Fulvio Mondin 0439.776111

Luciana Facchin 349.1977428 dopo le 17 Nadia Dalla Sega 333.3616402

e.mail: [email protected]. O [email protected]

Nella foto una rappresentanza del gruppo Escursionismo senza confini il 10 aprile sulla cima del Cesen, assieme a 2 accompagnatori d'eccezione: l'assessore di Quero Germano Mazzocco e Giuseppe Miuzzi. La facile escursione (che era il quarto appuntamento del 2011 del gruppo) si è svolta sui colli che attorniano il monte Cesen, in una splendida giornata. Guidati da Germano Mazzocco gli escursionisti hanno potuto ammirare ottimi scorci verso le Vette feltrine e verso la pianura. Durante l'uscita Giuseppe Miuzzi ha illustrato ai partecipanti le peculiarità del percorso dimostrando le sue ottime conoscenze delle cime circostanti elencandole una ad una. L'uscita si è conclusa con un momento convivale presso il rifugio Posa Punèr.

Fulvio Mondin

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