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Quindicinale Anno XXXI 20.05.2010 Numero 560 PERIODICO DI ATTUALITÀ DEI COMUNI DI ALANO DI PIAVE, QUERO, VAS, SEGUSINO http://digilander.libero.it/tornado Tassa pagata/Taxe Perçue/Ordinario Autorizzazione Tribunale BL n. 8 del 18/11/80 Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in A. P. - D.L. 353/2003 - (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art.1, comma 1, DCB BL Chiuso in redazione il 10.05.2010 Campo - Schievenin: 4 a Escursione Naturalistica - pag. 1 Commemorazione alla memoria di due carabinieri - pag. 3 Quero: XII rassegna biennale di canto - pag. 4/5 Piave Tegorzo ai Play-Out - pag. 12 La Chiesa Parrocchiale di Quero - pag. 15/19 Il cinque per mille ai Comuni - pag. 27

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Quindicinale di attualità dei Comuni di Alano di Piave, Quero, Vas e Segusino

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QuindicinaleAnno XXXI

20.05.2010Numero

560periodico di attualità dei comuni di alano di piave, quero, vas, segusino

http://digilander.libero.it/tornadoTassa pagata/Taxe Perçue/Ordinario Autorizzazione Tribunale BL n. 8 del 18/11/80 Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in A. P. - D.L. 353/2003 - (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art.1, comma 1, DCB BL

Chiuso in redazione il 10.05.2010

Campo - Schievenin: 4a Escursione Naturalistica - pag. 1Commemorazione alla memoria di due carabinieri - pag. 3

Quero: XII rassegna biennale di canto - pag. 4/5Piave Tegorzo ai Play-Out - pag. 12

La Chiesa Parrocchiale di Quero - pag. 15/19Il cinque per mille ai Comuni - pag. 27

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il Tornado Sede: Via J. Kennedy - 32031 FENER (Belluno). direTTore responsabile: Mauro Mazzocco. redaTTori: Sandro Curto, Silvio Forcellini. CollaboraTori: Alessandro Bagatella, Francesco Dal Canton, Ivan Dal Toè, Gianni De Girardi, Antonio Deon, Foto Comaron, Fotocolor Resegati, Silverio Frassetto, Ermanno Geronazzo, Cristiano Mazzoni, Sergio Melchiori, Antonio Spada, Andrea Tolaini.abbonamenTi: iTalia Abbonamento annuale (18 numeri) 20,00 esTero Abbonamento annuale (18 numeri) 40,00.L’abbonamento può essere sottoscritto o rinnovato nei seguenti modi: 1- versando la quota sul c/c postale n. 10153328 intestato alla pRo LoCo di FENER; 2- pa-gando direttamente ad uno dei nostri seguenti recapiti: neGoZio “da milio” - Alano; pasTiCCeria “dolCi pensieri” - Fener - bar Jole - Fener; maUro maZZoCCo - Quero; alessandro baGaTella - Quero; bar “piaVe” Carpen - loCanda solaGna - Vas; anTonio deon - Vas; bar “bolliCine” - Scalon; baZar di a. Verri - Segusino.

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CAIVENETO

Campo - Schievenin rischio miniere

4a escursione naturalistica nei luoghi interessati da progetti di escavazione

23 maggio 2010 PROGRAMMA:

ore 09:30 - Ritrovo a Campo di Alano di Piave in Piazza Forcellini ore 10:00 - Partenza per l’escursione

ore 13:30 - Arrivo a Schievenin e possibilità di consumare il pranzo presso lo stand gastronomico che sarà allestito dalla Pro Schievenin

Saranno presenti numerosi stand di associazioni ambientali venete.

Visite guidate all’interno delle opere di presa

dell’acquedotto Schievenin

Dal primo Aprile: + 111% e non è uno scherzo

(M.M.) A conti fatti, il regalo del primo aprile ci costerà più di 3.000 euro l’anno per maggiori spese postali. Questo il risultato dell’abolizione delle tariffe agevolate per l’editoria, entrato in vigore proprio il primo del mese di Aprile. Dal provvedimento sono colpite tutte le organizzazioni che svolgono attività editoriale, anche quelle non profit, che sopravvivono per merito del volontariato e che diffondono notizie e cultura senza avere l’obiettivo del guadagno, ma solo la crescita sociale e culturale della società. Immediata è stata la reazione del settore e la notizia di questi giorni è che un accordo alla Camera è stato trovato per riammettere ad uno sconto, al massimo del

50%, le attività non aventi scopo di lucro. L’accordo dovrà essere ratificato dal Senato entro il 25 maggio e speriamo che anche la nostra testata, edita dalla Pro Loco di Fener che è associazione non profit, possa rientrare nella categoria di quelle che usufruiranno dello sconto. Le risorse messe a disposizione sono esigue e sarà davvero una fortuna riuscire a beneficiare di questo accordo. Se così non fosse il bilancio del nostro quindicinale subirà un duro colpo. Tremila e passa €uro in più di spesa sono un colpo basso, difficile da assorbire. Le prospettive? Fosche, dannatamente fosche. Le riserve di bilancio evitano il rischio immediato di chiusura, ma occorrerà ripensare alle nostre strategie finanziarie, calibrare me-glio gli introiti derivanti dalla pubblicità e, per finire, rivedere i costi degli abbonamenti. Le nuove tariffe postali assorbono ora un quarto del costo di abbonamento per gli invii in Italia. Per l’estero il costo della spedizione già supera il costo dell’abbonamento (estero zona 1: 45 €uro di spese postali, estero zona 2: 75,60 €, estero zona 3: 84,60 €). Rendere par-tecipi i nostri abbonati di questa ulteriore difficoltà è già un primo passo per superarla. I prossimi contiamo di farli assieme a tutti voi, magari aumentando il numero di abbonati in Italia, creando così un margine di utili che possano far fronte alle aumentate spese. Insieme possiamo, dobbiamo farcela!

attualità

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MOSTRA DI PITTURA E ARTIGIANATO

Appuntamento estivo con l’arte La Mostra di Pittura ed Artigianato, che la Pro Loco di Alano di Piave (Bl) organizza ormai da molti anni durante l’estate, è un evento sorto nel lontano 1986 su iniziativa della Parrocchia con l’intento di scoprire la straordinaria creatività presente in tanti piccoli e grandi artisti residenti nei nostri paesi, ed è con lo stesso spirito che, poi nel tempo, la PRO LOCO di Alano di Piave ha proseguito e potenziato la manifestazione. La caratteristica principale, che rende esclusiva e particolarmente apprezzata questa manifestazione, consiste nel privilegiare l’arte quale espressione di talenti e sentimenti racchiusi nel profondo dell’animo umano e svelati attraverso la realizzazione di svariate opere differenti, uniche ed originali. Non quindi una mostra mercato, ma un’occasione privilegiata - che si distingue rispetto ad altre presenti nel territorio - perché cerca di far conoscere la fantasia e l’abilità delle persone che vivono accanto a noi, capaci di esprimersi in tante forme possibili. Molti gli espositori che hanno partecipato nelle passate edizioni, dal 1986 al 2008 la mostra ha ospitato ben 946 artisti: dai più piccoli ai più grandi, da persone sempre nuove e provenienti da diverse culture e paesi di provenienza a chi è fedele da più di vent’anni, da chi è già artista a chi sta imparando, da chi dipinge a chi ricama, incide legno e vetro o realizza bricolage di vario genere. Tutti gli oggetti esposti sono inseriti in un armonioso e creativo allestimento che accoglie piacevolmente i visitatori, offrendo uno spettacolo da gustare con curiosità, capace di sorprendere chi espone e chi dedica del tempo per visitarla. Fino al 2006 l’edizione si è svolta annualmente, poi è stata trasformata in biennale ed organizzata nel periodo compreso tra luglio e agosto. La ricchezza e la varietà delle molte opere presentate nel corso degli anni, hanno reso la mostra un appuntamento importante e di particolare suggestione, che colora l’estate dei nostri paesi. La partecipazione è aperta a tutti coloro che per passione dipingono, ricamano e costruiscono con le proprie mani e la propria fantasia oggetti di particolare interesse. L’arte, infatti, è uno strumento che avvicina tutti gli uomini e consente di comunicare i valori positivi presenti in ciascuno perché non è solo bellezza di forme ma bellezza interiore. Quest’anno la 23a edizione della mostra si svolgerà dal 24 luglio all’8 agosto 2010 e l’invito a aderire è esteso a tutte le persone che coltivano questo spirito creativo. Per informazioni ed adesioni è possibile rivolgersi alla Presidente della Pro Loco (0439/779623) o consultare il sito: www.prolocoalano.it e scaricare i moduli di adesione e il regolamento.

attualità

cronaca

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Comuni di Quero e VasASAC Regione Veneto

Unione dei Comuni del Basso Feltrino Setteville

Parrocchia di QueroPolifonico Nuovo Rinascimento

Presentano

XII RASSEGNA BIENNALE DI CANTO

la musica della parola nei significati dell’amore

“Amor che nella mentemi ragiona”

SABATO 29 MAGGIO 2010CENTRO CULTURALE DI QUERO (BL)

ore 21,00

INGRESSO LIBERO

CoroPOLIFONICO

NUOVO RINASCIMENTOQuero (BL)

Dir. Gilberto Meneghin

SANDRO BUZZATTIVoce recitante

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5 attualità

Centro Culturale Quero - Sabato 29 Maggio 2010 ore 20.45 12a Rassegna Biennale di canto

“Amor che nella mente mi ragiona”

Il coro Polifonico Nuovo Rinascimento, l’unione dei comuni Setteville, la Parrocchia e la Proloco di Quero organizzano Sabato 29 Maggio 2010 alle ore 20.45 presso il centro culturale di Quero, la 12a Rassegna Biennale di canto: “Amor che nella mente mi ragiona”. Questa edizione presenterà, come i nostri più attenti estimatori già avranno intuito, una evoluzione della proposta in quanto vedrà esibirsi, oltre al coro Polifonico Nuovo Rinascimento, sempre diretto dal M° Gilberto Meneghin, il noto attore teatrale Sandro Buzzatti, che organizzerà e curerà il “filone narrativo” della serata facendo in modo che momenti di prosa e narrazione

si alternino e si fondano con brani del nostro repertorio corale classico e moderno, il tutto con il tema dell’Amore quale filo conduttore comune. Il coro Polifonico Nuovo Rinascimento si augura, con questa nuova e curiosa proposta, di con-tinuare un percorso che spinga il pubblico a confrontarsi con nuove modalità di ascolto della musica corale polifonica anche in abbinamento a diverse forme di espressione artistica; tale percorso aveva già portato, nelle ultime tre edizioni della Rassegna Biennale, all’esecuzione in prima assoluta dei brani vincitori del concorso di composizione “manticEvo-ce” il quale prevedeva un accompagnamento musicale al canto ad opera della fisarmonica classica o di piccole forma-zioni cameristiche che la contemplassero in organico. Essendo notevolmente aumentate per il pubblico le occasioni di ascolto di puri concerti corali, con formazioni di qualità e di levatura internazionale, si vuole cercare di proporre qualco-sa di inedito o quantomeno particolare per incentivare la produzione e l’esecuzione in pubblico di tutto quanto sia “cul-tura”. lEttERE al tORNaDO

REQUIEM PER UN ABETE

Poveri alberi, che triste destino. Appena crescono un po’ troppo cominciano a dare fastidio. Mettiamo poi che vicino a loro venga ad insediarsi un parrucchiere, ed ecco che, immediatamente, per le loro folte chiome sono guai seri! E’ quello che sta capitando al bellissimo abete “bianco” messo a dimora verso la fine degli anni ’80 nello spiazzo erboso antistante l’allora macelleria Costa, in piazza Martiri. Si dice che, crescendo, ha messo troppe radici, che fa troppa ombra, che ostacola troppo la visuale, che quando c’è vento lambisce minacciosamente la casa vicina… che, insomma, va fatto fuori. La stessa fine (facile prevederlo) toccherà anche alle betulle, anch’esse “troppo prossime” alle abitazioni e per di più responsabili di micidiali allergie e ricettacolo di fastidiose cimici. Non importa se, fra non molto, trovare un po’ d’ombra in piazza Martiri sarà impresa impossibile, se non rifugiandosi in un bar; l’importante è fare “piazza pulita”! Per il nostro povero abete pare che la sentenza sia già stata pronunciata e sottoscritta dall’autorità competente. Quindi per l’abbattimento è ormai questione di ore. Allora ciao, caro abete bianco. Ricordo benissimo il giorno che ti hanno messo a dimora, come ricordo bene la persona che quotidianamente ti aiutava a crescere con abbondanti annaffiature. E ricordo di quando, a Natale, brillavi di mille luci per la gioia di noi tutti. Ora, invece, che dai soltanto noia, vogliono liberarsi della tua superba ma ingombrante presenza! Oh! l’ingratitudine degli uomini…Nessuno che, per salvarti, abbia pensato ad una sostituzione della pena per buona condotta, condannandoti magari a subire una “accorciatina” delle tue lussureggianti fronde, o, in alternativa, una “sfumatura alta”…

Piero

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Dal mese di aprile alla Pasticceria Dolci Pensieri di Fener si può gustare un buon gelato

in giardino e, con l’occasione dell’orario continuato dalle ore 7:00 alle ore 20:30 “stuzzicare” toast,

bruschette, tramezzini e pizzette nella pausa pranzo

VI ASPETTIAMO!!!

...e con l’arrivo dell’ estate, prossimamente, saremo aperti fino alle ore 22:30!

INTRECCI di storie e passioni la settimana della lettura

Alano di Piave dal 4 maggio al 2 giugno 2010

La Biblioteca Comunale di Alano di Piave propone “INTRECCI: LA SETTIMANA DELLA LETTURA” un periodo speciale dedicato alla lettura e all'incontro con i libri. Il programma coinvolge i bambini dalla scuola dell'infanzia alle medie in alcuni momenti a loro dedicati in orario scolastico e propone a noi tutti letture e incontri per incuriosirci e farci incontrare i libri e gli autori. Venerdì 21 maggio in sala consiliare sono invitati i ragazzi, i giovani e gli adulti per “XANADU': intrecci di storie e passioni nei libri della biblioteca ideale dei giovani lettori” dove Livio Vianello di Scenari condurrà una interessante conversazione sui libri che possono accompagnare i giovani nel loro percorso di crescita. Questa serata sarà la conclusione del progetto XANADÙ-UNA COMUNITÀ DI LETTORI proposto agli studenti di terza media e del triennio delle superiori di tutta Italia dalla Biblioteca Sala Borsa di Bologna in collaborazione con la Cooperativa Hamelin, al quale hanno partecipato, su proposta della Biblioteca di Alano, i ragazzi delle classi terze della scuola secondaria di 1. grado di Alano. Per saperne di più si può visitare il sito dedicato al progetto http://www.bibliotecasalaborsa.it/ragazzi/xanadu2010/ che fornisce spunti e proposte di lettura di libri, film e musiche intrecciati a temi come la giustizia, i sentimenti, la paura. Il pomeriggio di venerdì 28 maggio in biblioteca sarà dedicato ai bambini da zero a sei anni e alle loro famiglie nell'ottica del progetto Nati per leggere, con letture giochi per i più piccoli e il DONO DI UN LIBRO ai bambini nati nel 2009. E per concludere mercoledì 2 giugno ci sarà un'apertura straordinaria della biblioteca per una festa di letture NEL GIARDINO DEI RACCONTI con le animazioni proposte da Roberto Pagura del Molino Rosenkranz, un'occasione per stare insieme e condividere l'esperienza dell'incontro, sempre un po' magico, con i libri raccontati ad alta voce perchè quando si aprono i libri è come se aprissimo tante finestre e qualcosa di speciale succede.

E' un invito a partecipare. Partecipare è importante!

Venerdì 21 maggio ore 20.40 in sala consiliare per i ragazzi, i giovani e gli adulti

XANADU' intrecci di storie e passioni nei libri della biblioteca ideale dei giovani lettori conversazione con Livio Vianello lettore appassionato

Venerdì 28 maggio dalle ore 16.30 nel giardino di Villa Cinespa in biblioteca

MERENDA DI STORIE letture animate e giochi dedicati ai piccoli con L'associazione Maga Camaja

ore 17.30 la biblioteca dona un libro a tutti i bambini nati nell'anno 2009 che sono invitati a ritirarlo con mamma e papà

Mercoledì 2 giugno dalle 16 nel giardino di Villa Cinespa in biblioteca

NEL GIARDINO DEI RACCONTI ore 16 PROSCIUTTO E UOVA VERDI letture animate dedicate ai bambini e ai genitori ore 17.30 TEMA IN CLASSE racconto per la libertà lettura animata per tutti

info: Biblioteca Comunale di Alano di Piave 0439.778718 [email protected] in Villa Cinespa lunedì, mercoledì 14.30-17.30 mecoledì 9-12 venerdì 14.30-18.30

attualità

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Il 2 maggio 2010 alla giornata nazionale del donatore A Feltre in più di 6.000

per ricordare l’importanza della donazione di sangue

Foto di Francesco Dal Canton

Il meteo ha risparmiato il raduno nazionale Fidas dal 30 aprile al 2 maggio, con sfilata finale per le vie di Feltre. Positivo il bilancio della manifestazione, che è servita a ricordare l’importanza della donazione e a riflettere sulle azioni future da intraprendere per garantire la disponibilità di sangue. Messa in Prà del Moro e poi giro per le vie di Feltre, accolti da molti cittadini.

Appuntamento 2011 a Parma!

cronaca

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Auserflash A CURA DEL CIRCOLO AUSER ONLUS "AL CAMINETTO" DI ALANO QUERO VAS - VIA ROMA 29 32030 QUERO 0439.787861

PUGLIA E LUCANIA, MORDI E FUGGI IN 90 ORE TRULLI, ULIVI, PALME GIGANTESCHE, ORECCHIETTE A GO-GO, GROTTE, CAVERNICOLI E LENZUOLA DA NABABBI…

E’ vero che abbiamo trascorso quasi un terzo del nostro tempo in pullman, e che abbiamo sgambettato come se fosse stata una spedizione al K2, però ne è valsa la pena. “Si son viste cose che non avremmo immaginato mai”, ha detto una volta qualcuno. Proprio così. Cominciando dalla Santa Casa di Loreto che, comunque la si pensi, è un sito di prim’ordine davanti al quale è impossibile rimanere indifferenti, o quando, conclusa la lunga marcia di trasferimento in Puglia, siamo giunti in un hotel che definire meraviglioso è poco. Chi se lo sarebbe mai aspettato, dopo aver attraversato decine e decine di chilometri di campagna salentina tra migliaia di enormi ulivi centenari (alcuni addirittura millenari!), di venire accolti in un favoloso complesso alberghiero nascosto tra le palme e realizzato attorno ad una “masseria” settecentesca? Altro che Sharm el Sheik! Una vasta costruzione a due piani, tutta in pietra e marmi pregiati, circondata da giardini, aranceti, splendide aiuole di calle, laghetti, fontane zampillanti, una meravigliosa piscina scavata nella roccia e circondata da bianchi “gazebo”… E poi due saloni ristorante, cinque sale per conferenze, centro benessere con massaggi, bagni turchi, idromassaggio, sauna, palestra, sale per concerti, pianobar… E le stanze da letto, ampie e luminose, tutte con veranda, con sale da bagno perfette in ogni dettaglio, dotate di letti extra-large, morbidosi e accoglienti. Ebbene, noi ci siamo stati per davvero in un posto così e, dopo la levataccia all’alba dell’ultimo giorno, lo abbiamo abbandonato con sincero rimpianto.

Nonostante qualche “distrazione” nel calcolo dei tempi necessari ai vari trasferimenti in pullman, siamo riusciti ad arrivare quasi dappertutto, rinunciando solamente a due tappe intermedie: Gioia del Colle, che ci siamo accontentati di ammirare dal pullman, e Castel del Monte, non raggiungibile a causa di improvvise difficoltà nell’ accesso al monumento. In sostituzione abbiamo visitato Fermo, bella città medioevale del Piceno, che alcuni di noi già conoscevano essendo stata la “base” in occasione di un precedente tour delle Marche. Quali i ricordi più belli che ci siamo portati a casa? Ci limiteremo ai più significativi. Le

Grotte di Castellana, seconde solo a quelle di Frasassi ma altrettanto emozionanti per ampiezza e suggestione, e forse non ancora pienamente valorizzate come le consorelle anconitane che sono certo più “luminose” e scintillanti. Il fascino intramontabile di Alberobello, con le migliaia di piccole “cupole” che costituiscono il tetto delle modeste abitazioni che caratterizzano questo fantastico centro delle Murge. Il candore secolare di Ostuni, la “città bianca” adagiata sopra un dosso, con le sue case altissime, i vicoli, le ripide scalinate, la bella cattedrale quattrocentesca dallo splendido “rosone” e dal portale scolpito. E Matera, la sua città vecchia, i celebri “sassi”. E’ proprio questa meraviglia che ricorderemo di più, perché porta sulle sue pietre antichissime la traccia dei secoli e l’avvicendarsi delle civiltà, fin dall’epoca neolitica. Salendo e scendendo per le sue stradine scavate nella roccia, entrando nelle case costruite nelle grotte, nelle chiesette primitive, si capisce bene come fosse grama e difficile la vita dei primi uomini che vi si sono insediati e ci si meraviglia che possano avervi trovato rifugio fino a pochissimi decenni fa. Infine la bellissima Altamura dalle antichissime mura megalitiche e circondata da una campagna ubertosa e ben coltivata. Splendida la cattedrale romanica, notevoli le tracce dell’illuminato dominio di Federico II, belle piazze e, soprattutto

cronaca

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patria del rinomato “pane di Altamura” di cui le nostre signore hanno fatto ampia scorta con un vero e proprio assalto ai forni pari a quello, storico, di manzoniana memoria. Ma ci ricorderemo anche della splendida campagna, curatissima ed ordinata, delle dolci colline avvolte dal giallo intenso delle ginestre, dal rosso acceso della terra appena arata, dalla vasta pianura (il Tavoliere delle Puglie) che appare come un unico immenso orto dai cento colori. E della “gastronomia”, che è stata al centro del nostro interesse. A parte le tre prime colazioni e le tre cene, consumate alla “Tenuta Moreno” di Mesagne nella magnificenza del vasto salone, che sono state comunque di buon livello e valorizzate da ottimi vini, i veri contatti con la cucina locale li abbiamo avuti nei quattro pranzi. Il primo “incontro” è stato a Loreto, da “Zì Nene”, in un anonimo ristorante dove peraltro ci son stati serviti apprezzabili assaggi di saporiti salumi marchigiani, eccellenti “tagliatellini” al ragù ed un gustoso arrosto di carni alla brace. Bene anche il resto. Il giorno successivo l’appuntamento gastronomico era presso una masseria di Pezze di Grego (Fasano di Brindisi) dove, in un ambiente non eccelso ma decisamente rustico, ci son stati serviti ottimi antipasti (salumi, formaggi, olive, frittate, sotto’oli (ah! quei meravigliosi pomodori

secchi!), patè, friselline, un eccellente purè di fave, focaccia, polpette, melanzane fritte, salsiccia; e poi orecchiette, braciole, dolcetti e buon vino locale. Il terzo giorno, invece, il pranzo lo abbiamo consumato a Matera, in una autentica grotta che ci ha contenuto a malapena. Anche qui menu tipico, con svariati antipasti, ai quali son seguiti i cavatelli ai funghi, la salsiccia, gli involtini, i contorni ed un vinello niente male. Infine, attesissimo, il pranzo all’agriturismo “Al Fontanun” di Carignano Terme (Fano). Arrivati con notevole ritardo dopo aver attraversato un

interminabile bosco lungo un sentiero sprovvisto di segnaletica, e solo grazie alla cortesia di un contadino che ci ha accompagnato fino alla meta e al nostro autista che è stato incredibilmente abile, siamo stati accolti dal personale che ci attendeva da tempo con comprensibile apprensione. Questo locale era una vecchia nostra conoscenza, perché tappa “obbligata” di tutte le nostre avventure verso sud. Anche qui, naturalmente, una carrellata interminabile di antipasti, compresi il meraviglioso aglio sott’olio e la piadina calda, per passare poi alle pappardelle al cinghiale, ai ravioli, alle carni arrosto, ai dolci della casa ecc. Tutto annaffiato da generosi boccali di vin rosso. Insomma una bellissima esperienza, seppure faticosa per le inevitabili camminate certamente non per tutti. Ve lo assicura chi scrive! Il viaggio, nonostante il lungo percorso, è stato confortevole grazie anche al modernissimo pullman a due piani della Dolomitibus di Belluno. Vogliamo qui ringraziare l’autista che ci ha accompagnato per la

grande maggioranza del percorso, il signor Renato, per la disponibilità e per la perizia dimostrata in varie occasioni. Un “grazie” anche alle nostre guide, in particolare alle signore Valeria e Rosa, che ci hanno accompagnato sia nella visita ai principali siti sia durante i nostri trasferimenti in pullman, e che sono state prodighe di informazioni sopportando con molta professionalità anche l’ insofferenza di qualcuno di noi. Infine un “grazie” vivissimo alla nostra Renata, che ha “capeggiato” con efficiente sicurezza, con calma e con determinazione una squadra molto variegata e di tutto rispetto (ben sessanta persone!), e che è riuscita a riportarci a casa tutti quanti, sani e salvi, stanchi ma contenti. E stracarichi di olio, pasta, pane, vino e di inevitabili souvenir!

LE FOTO

Alla pagina precedente: 1- passeggiando per Alberobello – 2 - con Matera alle spalle – 3 - col naso per aria ad Ostuni In questa pagina: 4 - Matera: una sosta per tirare il fiato – 5 - relax nel parco del “Fontanun”: due bellezze e l’addetto stampa – 6 - Altamura: l’assalto ai forni

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E’ morta Elsa Pillon vedova Geronazzo

(s.for.) E ora la Elsa potrà nuovamente riabbracciare l’amato Nino te n altra sfera… La notizia della morte di Elsa Pillon vedova Geronazzo ci è giunta venerdì 7 maggio, addolorandoci immensamente. Perché la Elsa faceva parte, indirettamente, della grande famiglia del Tornado. La Elsa, che ci ha lasciato a 89 anni, era infat-ti la moglie di Angelo Geronazzo Nino Cela e la mamma di Ermanno, due persone - ma soprattutto due grandi amici - che sono state fondamentali per la nascita di questo giornale. Quante poesie lette e commentate, prima della loro pubblicazione, nella cucina della abita-zione fenerese dei coniugi Geronazzo, con la Elsa “giu-dice” severa ma obiettiva… (per tacere di quelle che Nino ci consegnava direttamente in ufficio, per poter così fumare una sigaretta o bere n onbréta “de scon-dión da la Elsa”, …come se la Elsa non ne fosse stata a conoscenza!). Nino e la Elsa (nella foto) si sposarono a Valdobbiadene l’8 novembre 1947, ma si conoscevano e si frequentavano da prima della guerra, durante la quale, qualche giorno dopo l’8 settembre, Nino fu cattu-

rato dai tedeschi ed internato in Germania, prima presso il campo di concentramento di Neribka - nell’attuale Polo-nia, uno dei peggiori lager - poi come prigioniero lavoratore. Sfuggito ai bombardamenti riuscì, dopo rocamboleschi tentativi di fuga, a rientrare a casa pochi giorni prima della fine della guerra. E proprio alla Elsa, riferendosi al momento del ritorno a bàita, Nino dedicò, tra le altre, la bellissima poesia Làveri rósi (Labbra rosse) che, assieme a Co ti (Con te) sempre a lei dedicata, pubblichiamo qui sopra, entrambe tratte dal libro O’ òlést bén edito dal Tornado per ricordare, speriamo degnamente, Nino Cela, morto il 2 ottobre 1995. E, a proposito della loro unione, nel capitolo dedicato agli affetti familiari di Nino e intitolato ò òlést bén…a i méi - come scrivemmo all’epoca - “se c’è un accenno un po’ più forte è per la sua Elsa; il matrimonio, in fondo, è l’unica occasione in cui si può scegliere con chi stare: quella persona con cui decide di condividere la vita diventa così una parte di lui e più si rivela diversa, più sa volerle bene…”. La Elsa, non a caso, fu “donna della sua vita, amore speciale, unico e irripetibile”. I funerali di Elsa Pillon vedova Geronazzo sono stati celebrati a Villabruna, dove abitava vicino alla figlia Daniela, lunedì 10 maggio, mentre il suo corpo ora riposa nel cimitero di Fener, accanto a Nino. Ai figli Daniela ed Ermanno, al genero Massimo, alla nuora Rosanna e ai nipoti Paola e Michele l’intera redazione del Tornado si stringe commossa per la perdita della cara Elsa, …che ora ci piace immagina-re anche già intenta a organizzare, assieme all’amica Rosetta, una delle abituali e interminabili partite a carte, come ai bei tempi della “bisca” fenerese…

La morte di Antonio Pavan

Dopo lunga malattia, mercoledì 28 aprile è morto, a soli 60 anni, Antonio Pavan (nella foto), nostro affezionato lettore da lunga data. Persona gioviale e simpatica, Toni risiedeva da molti anni a Fe-ner con la famiglia. Alla moglie Anna, ai figli Andrea, Barbara e Romina e ai parenti tutti le sentite condoglianze dell’intera redazione del Tornado

Appuntamenti al Parco del Piave di Fener

AUTOMODELLI RADIOCOMANDATI Domenica 23 maggio, dalle ore 9 in poi, la Pista Verde del Parco del Piave di Fener ospiterà una gara di automodelli radiocomandati valida quale terza prova del Campionato Triveneto. Du-rante la giornata la Pro Loco di Fener garantirà l’apertura del capanno per il pranzo e il servizio bar.

LA GARA DI SCOPA DEL TORNADO Sempre al Parco del Piave, dalle ore 15 in poi, tradizionale appuntamento, mercoledì 2 giugno, con la gara di scopa all’asso a inviti organizzata dal Tornado e valida per l’assegnazione del trofeo intitolato alla memoria dell’amico Gianfranco Rinaldo.

AUTOMODELLI RADIOCOMANDATI Ancora gli automodelli radiocomandati protagonisti domenica 6 giugno al Parco del Piave dove, dalle ore 9 in poi, è in programma la finale del Campionato Veneto-Emiliano Uisp di rally-game. Anche in quest’occasione la Pro Loco di Fener garantirà l’apertura del capanno per il pranzo e il servizio bar.

CO TI

Orìe ndar sót de n cuèrt lontàn... co ti.

Orìe ricordàr co ti, man te la man, i dì, el mondo vért, l amór grant.

Orìe star là co ti, cor tacá a l me cor, fin che cala le onbrìe, fin che le cala... in fóndo.

LÀVERI RÓSI

Canp de tera scura par dì e dì mi lóra ò traversà, conpagnà da sóra da s-ciàp de negri o�èi cornàže co i stornèi.

Co "a báita" són rivà oléa te i prà pavéie: bianche, vérde, dàle...

Umide tu avéa le žéie e rósi, rósi i laveri... pì bióndi i to cavéi molàdi... a l vént.

cronaca

attualità

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CAORERA DI VAS (BL)Sabato 5 giugno 2010 ore 18.00

S a l a v i d e o p r o i e z i o n e d e l M u s e o d e l P i a v e

ENTRATA LIBERA e brindisi finale con il miglior Prosecco, frutto delle nostre terre.

CSC S. LUCIA DI PIAVE

Presentazione del libro dello scrittore e giornalista

ALESSANDRO MARZO MAGNO

P I A V ECronache di un fiume sacro

Al termine della presentazione del libro

Conferenza/dibattito

sul tema:

“Piave: fiume Sacro o abbandonato?”

Moderatore Sergio Soldan

Il fiume, con i vari affluenti dell’arco montano: da Sappada,

a Cortina, ad Arabba ecc., si snoda in un territorio montano, collinare e pianeggiante sfruttato

all’inverosimile fino al mare.In particolare nel territorio bellunese

l’acqua del fiume viene usata negliacquedotti, per produrre energia elet-

trica ed irrigazione, che però vieneceduta e utilizzata principalmente

fuori Provincia e Regione, lasciando alterritorio bellunese solo le briciole.

Una differenza abissale, per i cittadini, il confronto

con le regioni montane confinanti.Oltre alla cittadinanza, sarà rivolto unformale invito alle Autorità religiose,

politiche e militari per discutere le pro-blematiche di un fiume e del territoriospesso enfatizzato, ma abbandonato a

se stesso.

Introduzione a cura del Presidente del Museo del Piave “Vincenzo Colognese” Diotisalvi Perin

In collaborazione conComitato Imprenditori Veneti “Piave 2000”

attualità

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50° anniversario per Romano e Isabella

Luban Romano e Mondin Isabella hanno festeggiato il al ristorante “Castel di Prada”, di Quero, l’anniversario del 50° anno di matrimonio, celebrato il 07.01.1950. Circondati dai famigliari, i figli Ubaldo e Romilda, da nipoti e pronipoti, i due sposi, originario lui di Cilladon e lei di Prada, hanno ricordato i tanti anni trascorsi assieme e rinnovato il loro impegno d’amore. (Segnalazione di Flavio Mondin)

50° anniversario per Romano e Isabella

Luban Romano e Mondin Isabella hanno festeggiato il al ristorante “Castel di Prada”, di Quero, l’anniversario del 50° anno di matrimonio, celebrato il 07.01.1950. Circondati dai famigliari, i figli Ubaldo e Romilda, da nipoti e pronipoti, i due sposi, originario lui di Cilladon e lei di Prada, hanno ricordato i tanti anni trascorsi assieme e rinnovato il loro impegno d’amore. (Segnalazione di Flavio Mondin)

50° anniversario per Romano e Isabella

Luban Romano e Mondin Isabella hanno festeggiato il al ristorante “Castel di Prada”, di Quero, l’anniversario del 50° anno di matrimonio, celebrato il 07.01.1950. Circondati dai famigliari, i figli Ubaldo e Romilda, da nipoti e pronipoti, i due sposi, originario lui di Cilladon e lei di Prada, hanno ricordato i tanti anni trascorsi assieme e rinnovato il loro impegno d’amore. (Segnalazione di Flavio Mondin)

cronaca

Calcio - Seconda Categoria

PIAVE TEGORZO AI PLAY-OUT di Cristiano Mazzoni

Nonostante le due ultime buone prestazioni che l’hanno vista superare il Fiori Barp Sospirolo e pareggiare sul campo della Ztll Sx Piave, la Piave Tegorzo non è riuscita, complice anche le due vittorie del Lentiai, nell’impresa di salvarsi di-rettamente e pertanto per mantenere la categoria dovrà disputare i play-out. In questo spareggio la squadra allenata da Giuseppe Prosdocimo dovrà affrontare l’Eagles Pedemontana, giunta penultima in classifica per la peggior differenza reti rispetto all’Agordina, nella gara di andata in trasferta domenica 23 maggio ore 16:30 e poi la domenica successiva a Segusino per il match di ritorno. Rimarrà in Seconda Categoria la squadra che avrà totalizzato più punti nei due con-fronti. In caso di parità di punteggio si terrà conto della differenza reti nei due incontri di spareggio; persistendo una si-tuazione di parità sarà dichiarata vincente la squadra in migliore posizione di classifica alla conclusione del campionato. Nell’altra gara di play-out il Foen (quart’ultimo) affronterà l’Agordina (terz’ultima). Le due perdenti di queste sfide si af-fronteranno in un ulteriore spareggio (domenica 6 giugno ore 17:00) in gara unica sul campo della miglior classificata al termine del campionato: chi perderà retrocederà in Terza Categoria mentre la vincente dovrà affrontare un ultimo spa-reggio (domenica 13 giugno ore 17:00) con la squadra del girone "R" in gara unica sul campo della miglior classificata al termine del campionato o, in caso di parità, a sorteggio. La vincente rimarrà in Seconda categoria. Questi gli altri verdetti finali del girone: Caerano promosso in Prima Categoria; SP Calcio 2005, San Vittore, Union Ma-ser e Ztll Sx Piave ai play-off; Juventina Mugnai retrocessa in Terza Categoria.

29a GIORNATA: Piave Tegorzo – Fiori Barp Sospirolo 2 a 0 Grazie ad un primo tempo praticamente perfetto ed una ripresa di contenimento la Piave Tegorzo ha superato merita-tamente un Fiori Barp Sospirolo svogliato apparso decisamente in giornata no. La prima occasione però era proprio degli ospiti quando all’8° sugli sviluppi di un calcio d’angolo l’incornata di Longo, con Giulio De Faveri battuto, veniva salvata sulla linea da Mirko Schievenin. Scampato il pericolo i locali prendevano in mano le redini del gioco e al 13° passavano in vantaggio con un bel contropiede orchestrato da Simone Binotto e finalizzato da Matteo Codemo che scartava il portiere e depositava in rete. Al 22° giungeva pure il raddoppio quando Simone Binotto, con un bel cross, pescava tutto solo in area Khalid Rahli che non aveva problemi a trafiggere Cervo. Gli ospiti cercavano di rimettersi in partita ma le conclusioni di A. Vedana al 31° e di Da Rold al 41° non inquadravano la porta. Nella ripresa con la Piave Tegorzo che si copriva a difesa del risultato poche erano le azioni degne di nota. L’unica occasione da segnalare giun-geva al 32° quando su un cross scodellato in area locale il rinvio incocciava su un difensore, la palla giungeva a Tan-con che realizzava. Ma l’arbitro, prendendo un abbaglio, annullava per fuorigioco.

30a GIORNATA: Ztll Sx Piave – Piave Tegorzo 2 a 2 E’ terminato con un pareggio il match bellunese tra Ztll Sx Piave e Piave Tegorzo al termine di una gara dai ritmi blan-di. Primo tempo equilibrato con i bianco-verdi che al 6° mancavano il vantaggio con Matteo Codemo che non riusciva a ribattere in rete da pochi passi una punizione di Paolo Scopel non trattenuta da Ciasullo. La gara quindi proseguiva anonimamente salvo accendersi negli ultimi dieci minuti. Al 35° i locali passavano in vantaggio quando su un traverso-ne in area l’incornata di Tarasco non lasciava scampo a Giulio De Faveri. Pronta era la reazione degli ospiti che al 43° pervenivano al pareggio con Matteo Codemo che di testa appoggiava in rete un preciso cross di Paolo Scopel. Nem-meno il tempo di esultare che un minuto dopo i padroni di casa tornavano nuovamente in vantaggio grazie ad un calcio di rigore concesso per fallo di Enrico Sacco su Ndyaye e trasformato da Balest. Nella ripresa la Piave Tegorzo si face-va più intraprendente e al 35° perveniva al meritato pareggio al termine di una bell’azione corale finalizzata da Khalid Rahli. Poi con le espulsioni nel finale di tempo di Federico Meneghin e Nicola Lusa si chiudeva praticamente l’incontro.

CLASSIFICA FINALE CAMPIONATO Caerano 64, SP Calcio 2005 56, San Vittore 54, Union Maser 53, Ztll Sx Piave 52, Valdosport 48, Fossalunga – Fiori Barp Sospirolo 47, Lentiai 36, Bessica – Altivolese 35, Piave Tegorzo 31, Foen 23, Agordina – Eagles Pedemontana 21, Juventina Mugnai 19.

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Benvenuta Marta!

Il 5 novembre scorso per la gioia di mamma Barbara e papà Moris, Marta è arrivata a far compagnia al fratello Marco. Con l'occasione Marco e Marta salutano i nonni e gli zii. Marta Longo è nata a Feltre alle 11 e 5 del mattino e pesava 3520 g. Felici anche i nonni queresi Paolo e Varna e Margherita di Segusino, mentre nonno Gentile la assiste dal cielo. Nella foto la vediamo coccolata dal fratellino Marco, di cinque anni.

A Santa Maria di Quero un ritrovato 25 aprile

di Silvana Brusini

In occasione del 65° anniversario della Liberazione, Santa Maria ha voluto ricordare, con una cerimonia semplice, tutti i suoi caduti. La piccola comunità si è raccolta attorno al monumento dedicato “ ai suoi figli caduti sui campi di battaglia nelle guerre”: Qualcuno ha potuto ricordare il proprio nonno, qualcun altro lo zio o il prozio. Con grande piacere ha visto la partecipazione del Primo Cittadino, di molti consiglieri, di numerosi rappresentanti di associazioni, dei corpi militari degli alpini e dei fanti, dei partigiani; tutti presenti con i loro gagliardetti. Un nuovo tricolore ha accolto gli ospiti e una piccola corona di alloro è stata deposta davanti al monumento ai caduti. Incaricati del compito Arianna ed Alessandro i più giovani pronipoti di uno di loro: Adelino

Andreazza. Dopo l’intervento del Sindaco, che ha chiesto un minuto di raccoglimento, è seguito il ricordo commovente di Antonio Resegati, coscritto di un caduto, e testimone dei fatti storici. Ha voluto scandire, uno per uno, il nome di quei 6 figli di Santa Maria che non sono più tornati. E’ stato un momento emozionante, assistito da un inaspettato sole e da un cielo insolitamente azzurro. Dopo le foto di rito tutti i partecipanti alla commemorazione sono stati invitati ad un veloce ma simpatico rinfresco; e prima del commiato è stato fissato con le autorità l’appuntamento con i vessilli e i gagliardetti per il prossimo 4 novembre. (Foto Resegati)

cronaca

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Istituto Comprensivo di Quero - Scuola Media Don Luigi Orione LABORATORIO L'ARTE E IL TERRITORIO

PICCOLA GUIDA AI BENI CULTURALI DEI COMUNI DI QUERO E VAS ad uso degli alunni classi 3a e 3b a.s.2009-2010

SCHEDA Nr° 1 QUERO PARROCCHIALE LA STORIA La storia della Chiesa di Quero affonda vero similmente le radici in epoca Alto Medievale, ma la prima testimonianza diretta che la riguarda risale solo al 1297, quando essa è citata all'interno di un elenco relativo all'esazione delle decime pontificie; da tale documento si apprende che la Pieve, intitolata alla Vergine e appartenente alla Diocesi di Padova, aveva giurisdizione sui territori delle regole di Quero, Campo, Vas, Segusino, Fener, Alano e Colmirano. Il ruolo di matrice è confermato dalle fonti successive e prevedeva, tra l'altro, che i parroci delle chiese filiali vi si recassero in particolari circostanze tra cui le principali festività dell'anno liturgico, obbligando religiosi e popolazione a ripetuti trasferimenti per partecipare alle funzioni. Tale consuetudine diede luogo a non pochi contenziosi,

che si protrassero in alcuni casi fino al 700 inoltrato.Le prime informazioni sulla configurazione dell'edificio provengono dalla visita del vescovo Pietro Barozzi nel 1488, che registrava la presenza di ben 9 altari, ma deplorava le cattive condizioni nelle quali esso era conservato. A tale degrado si pose rimedio nei 50 anni successivi: nel 1535, infatti, il

vescovo Callisto De Amadeis fa riferimento all'esistenza di una nuova chiesa, non ancora terminata e consacrata. Dalle seguenti ispezioni cinquecentesche si viene a conoscenza della struttura triabsidata, con pianta a croce latina e nove altari, di cui il maggiore dedicato all'Annunciazione di Maria e quella delle absidi minori a S. Giovanni Battista e a S. Elena. Nel 1587 il numero degli altari venne ridotto a 7, mentre le rispettive intitolazioni mutarono nel tempo. Particolare interesse, tra le varie notizie analizzate dalla storiografia, riveste la segnalazione di una pala di altare eseguita nel 500 da Jacopo Da Ponte, detto il Bassano, che rappresentava la Madonna con il bambino, S. Giovanni Battista e S. Gregorio Magno, trafugata con altre opere della chiesa durante la 1° Guerra Mondiale e mai più recuperata. Nel primo quarto del XVIII secolo l'edificio fu nuovamente rinnovato, si ipotizza a causa del terremoto che colpì l'area nel 1695. Gli inventari di quegli anni restituiscono un'immagine della chiesa più ricca, ben fornita di paramenti e suppellettili ecclesiastiche e dotata di un consistente patrimonio di reliquie, conservate i preziosi contenitori di metallo pregiato. All'inizio del secolo XIX, sulla scorta del generale ripensamento dell'edilizia sacra secondo i moderni criteri del Neoclassicismo, prese avvio un nuovo e radicale restauro, la cui ideazione fu affidata nel 1806 a Sebastiano De Boni. Prima di procedere all'intervento l'architetto feltrino si premurò di sottoporre il

disegno all'amico e mentore Gian Antonio Selva, autorevole rappresentate dell'architettura veneta di primo ottocento, progettista tra l'altro dei teatri La Fenice di Venezia e La Sena di Feltre. Il Selva rispose con parole di lode accompagnate da qualche suggerimento tecnico e rilevò un disegno “ingegnoso tanto nella navata che nel presbiterio”. Secondo il Vecellio il nuovo tempio doveva essere dedicato a Napoleone ed Eugenio, in omaggio all'Imperatore regnante ed al viceré d'Italia: non se ne fece nulla ma l'intenzione fu premiata con l'assegnazione di preziosi altari marmorei provenienti da alcune chiese venete soppresse nel 1809. Gli arredi che ornavano l'antico edificio furono venduti: si ha notizia di due altari lignei trasferiti nella chiesa di Servo a Sovramonte dove sono tuttora conservati. In quel frangente giunse a Quero anche un tabernacolo monumentale (Foto 1) che, insieme all'altare era alto oltre sette metri e ricco di marmi, bronzi e statue. Considerato il più grandioso tra i tanti di cui era ricca la Regione proveniva dalla chiesa domenicana di S. Agostino di Padova per la quale era stato realizzato tra il 1658 e il 1665 con la partecipazione di artisti diversi. Consacrata finalmente nel 1858 (Foto 2), Santa Maria di Quero non conservò tale splendore per molto tempo: nel 1917, dopo Caporetto, la zona venne infatti a trovarsi sulla linea del fronte; il paese invaso dalle truppe austro tedesche, fu quasi raso al suolo dall'artiglieria italiana. Gli occupanti avevano piazzato la postazione di una

Foto 1 - Altare Maggiore prima della Guerra Mondiale

Foto 2 - La chiesa nell'ottocentoFoto 3 - La chiesa dopo i

bombardamenti Foto 4 - La chiesa ricostruita

RICERCA

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16 RICERCA

Foto 8 – Secondo altare laterale sinistro

mitragliatrice anche nella cappella semicircolare destra della chiesa, come si vede da una foto dell'epoca (Foto 3) , non rimanevano che muri perimetrali dell'edificio. Negli anni successivi la comunità si fece carico della ricostruzione, partendo da ciò che era sopravvissuto: la consacrazione avvenne nel 1924 (Foto 4). OPERE D'ARTE L'edificio concepito dal De Boni e lodato dal Selva è stato recuperato nelle sue linee essenziali dal restauro novecentesco successivo ai danni e alle distruzioni provocate dai bombardamenti della 1a Guerra Mondiale. Si

configura come un'unica e spaziosa navata, a metà della quale si aprono lateralmente due esedre semicircolari che suggeriscono in pianta i bracci di una croce, arricchite da quattro semi colonne. Sei sono gli altari minori attualmente

esistenti, due dei quali nelle esedre centrali e gli altri quattro distribuiti simmetricamente in cappelle poco profonde lungo le parti della navata, dove lo spazio è scandito da eleganti lesene coronate da capitelli compositi. Come si è già accennato la maggior parte degli elementi che costituivano il patrimonio pittorico e scultoreo della chiesa sono andati distrutti o dispersi durante gli eventi bellici. Dello straordinario tabernacolo con il suo corredo di statue e bronzetti, si conservano solo i due angeli cerofori (Foto 5) ai lati dell'altar maggiore, opera dello scultore di origine lombarde Tommaso Allio; quattro dei sontuosi altari laterali, gravemente danneggiati, sono stati per quanto possibile recuperati e in uno di essi, il primo a destra, si trova ancora una scultura seicentesca raffigurante, secondo alcuni, San Giovanni fra i leoni o forse piuttosto Daniele

nella fossa dei leoni (Foto 6) Si tratta di un'opera barocca fortemente espressionistica, dalla gestualità teatrale, commissionata ex

voto da un tale Rainerius, di provenienza ignota. Nel primo altare laterale sinistro è inoltre collocata una statua marmorea di Sant'Antonio da Padova con Gesù Bambino (Foto 7) sulla cui origine non sono state ancora effettuate ricerche specifiche. Nel secondo altare laterale sinistro, realizzato con notevoli intarsi di pietre e marmi, si trova un ricco medaglione centrale (Foto 8) circondato da putti e fiori. Al lato destro è rappresentato Cristo che sale al Calvario , al centro probabilmente la rappresentazione della Chiesa identificata nella città o, forse più facilmente nel tempio di Gerusalemme; sulla sinistra il compianto, quasi una lamentazione sul corpo del Cristo morto. Le opere principali presenti furono trafugate nei periodi bellici così, a parziale riconoscimento, le Gallerie dell'Accademia di Venezia concessero in deposito sostitutivo le due grandi tele conservate nel presbiterio. Una di esse appartiene a DOMENICO TINTORETTO e rappresenta l'incoronazione di spine (Foto 9). Realizzata dal figlio maggiore di Jacopo Tintoretto tra il 1580 ed il 1583 per la chiesa della S. Croce di Belluno, dove il Vescovo Giovanni Battista Valier, aveva istituito la Scuola della Dottrina Cristiana, finalizzata alla diffusione ortodossa del messaggio cristiano, nel rispetto delle regole stabilite dal Concilio di Trento. L'opera apparteneva ad un ciclo di dieci grandi teleri che sviluppavano un programma iconografico sviluppato sugli episodi salienti della vita di Cristo: dall'Ultima Cena alla Resurrezione, la cui esecuzione era stata affidata ai più celebri pittori dell'epoca, tra cui Palma il Giovane, Carlo Caliari. Nel 1806 il patrimonio artistico della Santa Croce fu indemaniato dal governo napoleonico e pochi anni più tardi, demolito l'edificio, le opere vennero trasferite presso le Gallerie veneziane e, negli anni successivi, distribuite in alcune chiese del territorio tra cui quella di Quero.

Foto 5 - Angelo cerofolo appartenente all'altare originale

Foto 6 - San Giovanni tra i leoni o San Daniele Foto 7 - Sant'Antonio da Padova

Foto 9 - “L'incoronazione di spine”di Jacopo Tintoretto

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All'ambito figurativo tardo-manierista appartiene anche la Discesa di Cristo al Limbo (Foto 10), giunta a Quero nelle stesse circostanze: si tratta di un'opera di Palma il Giovane, di grande impatto, anche per dimensioni, ma sensibilmente

inferiore alla qualità ed al sapiente equilibrio che regola l'Incoronazione tintorettesca. Lo stesso accidentato percorso ha forse condotto anche altre tele di cui non è nota la provenienza. Due di esse, situate nell'abside, raffigurano la Crocifissione e il Cristo Risorto e sembrano riconducibili al medesimo

contesto culturale di fine cinquecento; ancora nell'abside si osserva una più tarda Madonna con il Bambino, Santa Maria Maddalena, San Francesco e San Giovannino. Nella cappella laterale destra, è conservato un Compianto su Cristo Morto (Foto 11), copia di un dipinto realizzato attorno al 1540 da Francesco Salviati per la chiesa del Corpus Domini di Venezia, attualmente alla pinacoteca di Brera a Milano. La storia di queste opere deve essere ancora ricostruita ed un adeguato restauro potrà in futuro consentire una maggiore lettura e un'interpretazione più pertinente. Altre due pale centinate, allestite come un dittico in contro-facciata (Foto 12), presentano rispettivamente una Madonna con Bambino in trono, San Pietro, San Giovannino, San Sebastiano, Sant'Andrea e Santi in una costruzione diagonale di tizianesca memoria e una composizione di altra mano con tre santi e committenti in primo piano. Una doverosa citazione va riservata infine alla lapide funeraria di Caio Rapido Rufo (Foto 13/14) murata all'esterno della chiesa, che risale probabilmente al I° secolo dopo Cristo e costituisce elemento probante dell'antichità dell'insediamento di Quero.

GLI AFFRESCHI DI ISIDORO LICINI

La navata centrale e il soffitto dell'abside sono stati affrescati negli anni '40 da Isidoro Licini (1912-1978) da Campo di Alano di Piave, pittore e mosaicista che lasciò,oltre che a Quero, affreschi e tele in molte chiese in Padova e Camposampiero, a Cesuna (Vicenza), a Premaore e a Bajon (Venezia), a Valdobbiadene e a Guia (Treviso), a La Valle (Belluno). Il Licini fu anche un eccellente ritrattista che sa penetrare nella psiche del personaggio. I più noti ritratti: papa Giovanni XXIII, papa Paolo VI, il patriarca Agostin,

primate del Guatemala. Si stabilì a Fiuggi e vi aperse una Galleria. Il programma iconografico che il

Licini lascia a Quero comincia con la rappresentazione dell'Annunciazione (foto 15) nella parte centrale della navata in onore alla Vergine a cui è dedicata la Parrocchiale, poi percorre la vita di Cristo con la Natività (foto 16) situata all'ingresso in contro-facciata e la crocifissione (foto 17) tra la navata e l'abside. La cupola dell'altare maggiore contiene la raffigurazione della pentecoste con al discesa dello Spirito Santo sulla Madonna e sugli apostoli (foto 18), al centro troviamo infatti la Vergine con alla destra San Giovanni e sulla sinistra San Pietro, disposti a raggiera tutti gli altri apostoli riconoscibili perché sotto ogni settore ne viene riportato il nome. Nelle vele poste ai lati sono rappresentati i quattro evangelisti riconoscibili ognuno per gli attributi che li distinguono. Cominciando a sinistra e ruotando in senso orario si trovano Marco, nella vela sopra alla porta che conduce alla sacrestia, quindi Giovanni, Matteo e infine Luca. Marco (foto 19) si riconosce dal leone, perché il suo vangelo inizia con la predicazione del Battista: “una voce che grida nel deserto”. Giovanni (foto 20) si riconosce dall'aquila perché il suo Vangelo parla della divinità ed egli si eleva nelle ragioni più alte e sublimi della conoscenza, come l'aquila in volo verso il sole, unico animale che può guardare direttamente la luce. Matteo (foto 21) rappresenta l'uomo perché il suo vangelo inizia con la genealogia di Cristo, il Dio incarnato. Infine Luca (foto 22) si riconosce dal toro, che come il vitello e la giovenca è un'animale sacrificale e il suo Vangelo inizia con il sacerdote Zaccaria e il suo rito sacrificatore. Al centro dell'abside e punto focale di tutto il percorso il trionfo di Cristo Re (foto 23), circondato dagli angeli, sta seduto in trono posizionato sopra un globo a simboleggiare la terra con in mano l'alfa e l'omega, l'inizio e la fine di tutto.

Foto 10 - “La discesa al Limbo” di Palma il Giovane

Foto 13/14 - Lapide funeraria romana I° secolo dopo Cristo

Foto12 - La pala di controfacciata

Foto11 – L’altare dei Caduti

RICERCA

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Foto 23 il trionfo di Cristo Re

Foto 16 la natività

Foto 17 la crocifissione

Foto 20 Giovanni evangelista

Foto 22 Luca evangelista

Foto 19 Marco evangelista

Foto 15 L’Annunciazione

Bibliografia e fonti: Quero dalle origini al XVIII secolo, Bona Beda Pazè – Comune di Quero anno 1990; Tesori d'arte nelle chiese del bellunese- Feltre e territorio Tiziana Conte - Provincia di Belluno editore anno 2008

Foto 21 Matteo evangelista

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L'ARTE E IL TERRITORIO PICCOLA GUIDA

AI BENI CULTURALI DEI COMUNI DI QUERO E VAS

ad uso degli alunni classi 3a e 3b a.s.2009-2010

SCHEDA Nr° 1 QUERO PARROCCHIALE

GLI AUTORI

Questi gli autori della ricerca pubblicata nelle pagine precedenti, eseguita con il coordinamento del Professor Mauro Miuzzi.

CLASSE 3 B COGNOME NOME BUSIDOTTI Luca CIOBANU Anca Maria CURTO Matteo CURTO Paolo GIAMMANCO Lorenzo MAZZOCCO Linda NOUR ELLIL Abir POCCHETTO Marica SCHIEVENIN Tiziano SIMIONI Raffaela SPECIA Andrea WANG Fangqin WANG Wu XUE Qin XUE Wenqing YAN Mengping

CLASSE 3 A COGNOME NOME BOCCASSIN Nicola CAO Nengzhou DALLA LONGA Desy GALLINA Patrick GIORDANO Gioele LIN Xiao Hai MINUTE Matteo RAFIQI Majida SANTINI Giada SPINA Laura TAMBURLIN Mara VERGERIO Nicola VIALE Riccardo ZANCANARO Christian ZHANG Suosuo ZHOU Shenji

Fiocco azzurro al Crai Ellegi di Quero

Ecco qua il piccolo Lorenzo; ha aspettato il primo giorno di primavera per arrivare, e così il 21 marzo ecco riempirsi il negozio, in piazza Marconi a Quero, di fiocchi e palloncini per festeggiare questo lieto evento per l'immensa gioia di mamma, papà, nonni e di tutti i parenti (o quasi).

La primavera così quest'anno acquista un valore speciale!

Volevo sentitamente ringraziare tutti i miei clienti per l'affetto dimostrato nei miei confronti, essendo stati sempre molto partecipi e presenti, nonché per tutti i regali ricevuti.

Irene Benato

LETTERE AL TORNADO

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20 LETTERE AL TORNADO

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Centomila firme in 48 ore, parte alla grande la raccolta firme per i referendum Il Comitato promotore: “Un risveglio civile che parte dall’acqua”

Una partenza straordinaria quella della raccolta firme per i referendum per l’acqua pubblica. Più che raddoppiato l’obiettivo che il Comitato promotore si era dato alla vigilia del lancio.

Sono infatti oltre centomila le firme raccolte nel fine settimana della Liberazione in centinaia di piazze italia-ne. Una mobilitazione impressionante che ha visto lunghe file ai banchetti di tutte le città e dei paesi. Una folla con-sapevole e determinata, che in alcuni casi ha fatto anche diversi chilometri per trovare il banchetto più vicino a casa (l’elenco completo è su www.acquabenecomune.org). Oltre 12mila firme in un solo giorno in Puglia, 10mila a Roma, 4mila firme a Torino città, 3500 a Bologna, 2500 a Milano. Dati impressionanti dalle piccole città: 4200 firme a Savona e provincia, 2mila firma a Latina e Modena, oltre 1500 ad Arezzo e Reggio Emilia. Dati sorprendenti sui paesi: 1300 firme ad Altamura, 850 a Lamezia Terme.

Molti sindaci e amministratori hanno firmato in piazza, tra cui i sindaci di Ravenna ed Arezzo (entrambi Pd). In Molise monsignor Giancarlo Bregantini, arcivescovo metropolita di Campobasso, ha firmato in rappresentanza dei 4 vescovi delle Diocesi della Provincia.

Il Comitato promotore esprime tutta la sua soddisfazione per il successo delle iniziative. Siamo di fronte ad un vero e proprio risveglio civile, un risveglio che parte da associazioni e da cittadini liberi, un risveglio che parte dall’acqua.

Luca Faenzi - Ufficio Stampa Comitato Referendum Acqua Pubblica E-mail: [email protected] - Cell. +39 338 83 64 299 - Skype: lucafaenzi - Via di S. Ambrogio n.4 - 00186 Roma - Tel./Fax. 06/68136225 - Lunedì-Venerdì 10.00-19.00 Anche presso i nostri Comuni si potranno sottoscrivere i tre referendum per l’acqua pubblica. Inoltre, si po-trà firmare a Quero, in orario di negozio, presso l’Erboristeria Armonia di Vittorio Alberti, mentre ad Alano in occasione delle serate informative sulla raccolta differenziata, al mercato del sabato e dopo le Messe fe-stive. Domenica 23 maggio infine, al termine della camminata Campo-Schievenin riproposta anche quest’anno dal Comitato Col del Roro, ci sarà un banchetto dove apporre la propria firma.

Acqua, l’appello di Padre Alex Zanotelli

Questo è l'anno dell'acqua, l'anno in cui noi italiani dobbiamo decidere se l'acqua sarà merce o diritto fondamentale umano.

Il 19 novembre 2009, il governo Berlusconi ha votato la legge Ronchi, che privatizza i rubinetti d'Italia. E' la sconfitta della politica, è la vittoria dei potentati economico-finanziari. E' la vittoria del mercato, la mercificazione del-la 'creatura' più sacra che abbiamo: 'sorella acqua'. Questo decreto sarà pagato a caro prezzo dalle classi deboli di questo Paese, che, per l'aumento delle tariffe, troveranno sempre più difficile pagare le bollette dell'acqua (avremo così cittadini di serie A e di serie B!). Ma, soprattutto, la privatizzazione dell'acqua sarà pagata dai poveri del Sud del mondo con milioni di morti di sete.

Per me è criminale affidare alle multinazionali il bene più prezioso dell'umanità (“l'oro blu”), bene che andrà sempre più scarseggiando, sia per i cambiamenti climatici (scioglimento dei ghiacciai e dei nevai) sia per l'incre-mento demografico. L'acqua è un diritto fondamentale umano, che deve essere gestito dai Comuni a totale capitale pubblico, che hanno da sempre il dovere di garantirne la distribuzione per tutti al costo più basso possibile.

Purtroppo, il nostro governo, con la legge Ronchi, ha scelto un'altra strada, quella della mercificazione del-l'acqua. Ma sono convinto che la vittoria dei potentati economico-finanziari si trasformerà in un boomerang. E' già oggi notevole la reazione popolare contro questa decisione immorale. Questi anni di impegno e di sensibilizzazione sull'acqua, mi inducono ad affermare che abbiamo ottenuto in Italia una vittoria culturale ,che ora deve diventare politica.

Ecco perché il Forum italiano dei Movimenti per l'acqua pubblica, lancia ora il Referendum abrogativo della Legge Ronchi, che dovrà raccogliere, fra aprile e luglio 2010, circa seicentomila firme. Non sarà un referendum solo abrogativo, ma una vera e propria consultazione popolare su un tema molto chiaro: o la privatizzazione dell'acqua o il suo affidamento ad un soggetto di diritto pubblico. Le date del referendum verranno annunciate in una grande manifestazione nazionale a Roma il 20 marzo, alla vigilia della Giornata Mondiale dell'acqua (22marzo).

Nel frattempo chiediamo a tutti di costituirsi in gruppi e comitati in difesa dell'acqua, che siano poi capaci di coordinarsi a livello provinciale e regionale. E' la difesa del bene più prezioso che abbiamo (aria e acqua sono i due elementi essenziali per la vita!). Chiediamo a tutti i gruppi e comitati di fare pressione prima di tutto sui propri Co-muni affinché convochino consigli monotematici per dichiarare che l'acqua è un bene di non rilevanza economica. Questo apre la possibilità di affidare la gestione dell'acqua ad un soggetto di diritto pubblico. Abbiamo bisogno che migliaia di Comuni si esprimano. Potrebbe essere questo un altro referendum popolare propositivo. Solo un grande movimento popolare trasversale potrà regalarci una grande vittoria per il bene comune. Sull'acqua ci giochiamo tut-to, anche la nostra democrazia. Dobbiamo e possiamo vincere. Ce l'ha fatta Parigi (la patria delle grandi multina-zionali dell'acqua - Veolia, Ondeo, Saur - che stanno mettendo le mani sull'acqua italiana) a ritornare alla gestione pubblica. Ce la possiamo fare anche noi. Mobilitiamoci! E' l'anno dell'acqua!

Alex Zanotelli

LETTERE AL TORNADO

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Attingimento di acqua pubblica L’Associazione Agricoltori Coldiretti Quero

AVVISA Che il Comune di Quero ha rinnovato anche per l’anno 2010

l’autorizzazione cumulativa per l’attingimento di acqua pubblica per uso irrigazione di colture agricole nel territorio di competenza;

Che in particolare è previsto che tale attingimento possa avvenire, per il periodo dal 15-06-2010 al 30-09-2010, in maniera alternativa in più punti di prelievo (fiume Piave in località S. Maria e Torrente Tegorzo nelle località S.Valentino, Redia Bassa, e Schievenin ).

Che gli agricoltori interessati potranno presentare domanda di assegnazione, preferibilmente entro il 30-06-2010, utilizzando l’apposito modulo disponibile presso l’ufficio urbanistica comunale;

Che ulteriori informazioni sul servizio, il quale è soggetto al pagamento di Euro 35,00 per spese di istruttoria, potranno essere richieste allo stesso ufficio urbanistica comunale.

Fiera di “S. Croce” a Quero: riflessioni a margine A cura di Oliva De Rui

Come tutte le fiere sparse in ogni angolo del mondo anche la fiera di “S. Croce” ha avuto origini agricole. Un tempo gli agricoltori scendevano in piazza con il loro bestiame per vendere, ma molte volte solo per scambiare con altri allevatori

una vacca o una capra, in modo da rinnovare il sangue del proprio allevamento, stanco per incroci fra consanguinei. Poi bisognava comprare qualche attrezzo per la stagione che a fine Aprile entrava nel vivo. Una falce, una accetta, una vanga, erano gli attrezzi più usurati e magari ordinare una botte o qualche scalpello agli abili artigiani del paese. Anche noi agricoltori abbiamo portato in piazza il nostro bestiame, ma non per vendere e neanche per scambiare ma solamente per mettere in mostra quegli animali che alleviamo con cura e passione per ottenere il buon latte di Alta Qualità Bellunese. Da degustare e per vendere c’erano i formaggi della Monica Miuzzi che in località Cilladon e, durante il periodo estivo anche in malga Paoda, trasforma direttamente in azienda il latte delle sue mucche in prodotti caseari dalla freschezza e sapore unici. I

salami e le sopresse di Renata Dal Canton sempre nel segno della tradizione ed esperienza rurale. Le farine di mais Sponcio, Biancoperla, Rustico, ottenute da semi selezionati sul posto, in barba a tutti gli O.G.M. che ci vogliono omolo-gare e far perdere quanto di più prezioso un territorio ha: la Propria Identità. Il fagiolo di Lamon I.G.P. o i comuni bor-lotti ottenuti anche questi con metodi di agricoltura sostenibile. Il miele, salutare prodotto dell’alveare, di Collavo Luigi attento apicoltore e cultore della biodiversità. Abbiamo potuto degustare il vino della tradizione Querese, quello ottenu-to dall’uva CRUINA che Bagatella Giuliano ha voluto riproporci recuperando un patrimonio storico della viticoltura del nostro Paese. Il Prosecco di Dal Canton Giovanni vino che da quasi un anno può fregiarsi della Denominazione di Ori-gine Controllata anche per la Provincia di Belluno. Il merlot-cabernet di Zatta Renato, ed infine le torte delle nostre col-laboratrici, le uova sode della Clara, memore di quando si mandavano giù con bicchieri di “Merican , Cruin o Clinto” quando non si sapeva di colesterolo e di tasso alcolico nel sangue. Voglio qui raccontarvi un episodio vero della vita contadina di un tempo raccontatomi dalla signora Anna Bagatella, donna laboriosa e perspicace.

Un giorno un giovane di Quero si presenta in una stalla durante il filò perché aspirava a frequentare una giovane del posto. Il padre della ragazza, venuto a conoscenza dello scarso tenore di vita del pretendente (misurato sul numero di capi di bestiame che uno possedeva), gli tolse sul nascere ogni speranza con queste parole: “mia figlia deve andare sposa in una famiglia dove per 6 mesi si bruciano venfeie e per i re-stanti 6 mesi mufoi”.

Pensiamo all’ambizione di quel padre che voleva “sistemare” la propria figlia in modo che non dovesse mai patire la fame, perché doveva essere veramente una famiglia di agricoltori benestanti quella che si poteva permettere il lusso di avere a disposizione tutta la legna per cucinare e per scaldarsi proveniente esclusivamente dalla coltivazione del gra-noturco con i tutoli (mufoi) e per il resto dell’anno con i tralci (venfeie) ottenuti dalla potatura delle viti. Per fortuna costumi di cosiddetta antica civiltà contadina.

LETTERE AL TORNADO

ATTuALiTà

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Appuntamento presso la sala riunioni dell’Hotel Tegorzo

sabato 22 maggio alle ore 20.45

La finale di Madrid con L’Inter Club Fener

(s.for.) L’Inter Club “Massimo Moratti” di Fener, presieduto da Andrea Tolaini, invita soci e simpatizzanti presso la sala riunioni dell’Hotel Tegorzo di Fener per assistere, sabato 22 maggio dalle ore 20.45 in poi, alla finale di Cham-pions League in programma a Madrid al “Santiago Bernabeu”:

F.C.Internazionale Milano - Bayern Monaco

Un invito del club fenerese a vivere assieme le emozioni di una partita di tale importanza, con la speranza di ricon-quistare il prestigioso trofeo che manca in casa nerazzurra da ben 45 anni (nella sua storia l’Inter vinse due volte la Coppa dei Campioni, nel 1964 e nel 1965, mentre fu sconfitta in finale in altre due occasioni, nel 1967 e nel 1972). Che altro aggiungere, se non… «Forza Inter!!!».

Se la legge sulle intercettazioni telefoniche fosse già in vigore…

di Luigi Ferrarella

Cosa c’entrano le intercettazioni con il caso Scajola? Niente: alla base della sua vicenda non ci sono microspie, ma solo assegni bancari e dichiarazioni di testimoni, atti peraltro tutti non più coperti da segreto perché depositati al Tribunale del Riesame. Eppure, se fosse già in vigore la legge proposta dal ministro Alfano sulle intercettazioni, gli italiani nulla saprebbero ancora della casa di Scajola. E nulla gli italiani ancora saprebbero perché nulla i giornali avrebbero potuto scriverne in questi 12 giorni, e ancora fino a chissà quanti altri mesi.

Al contrario di quello che i promotori della legge raccontano, e cioè che con essa intendono impedire la pubblicazione selvaggia di intercettazioni segrete, l’attuale testo in discussione alla Commissione Giustizia del Se-nato vieta, con la scusa delle intercettazioni, la pubblicazione - non solo integrale ma neanche parziale, neanche soltanto nel contenuto, neanche soltanto per riassunto - degli atti d’indagine anche se non più coperti dal segreto, e questo fino a che non siano concluse le indagini preliminari ovvero fino al termine dell’udienza.

In più, aggancia la violazione di questo divieto a un’altra legge già esistente (la 231/2001 sulla responsabili-tà amministrativa delle imprese per reati commessi dai dipendenti nell’interesse aziendale), e per ogni pubblicazio-ne arbitraria fa così scattare non solo ammende maggiorate per i cronisti (da 2 a 10 mila euro, dunque con oblazio-ne a 5 mila euro), ma soprattutto maxi-sanzioni a carico delle aziende editoriali fino a 465 mila euro a notizia Per dare un’idea dell’impatto, i quotidiani nazionali, con quello che hanno pubblicato di vero e di più non segreto in que-sti 12 giorni, rischierebbero già 4/5 milioni di euro, e i loro cronisti oblazioni già per 60 mila euro a testa (sempre che il giudice non ritenga, a motivo della gravità del fatto, di negare l’oblazione e avviare il giornalista a un processo che potrebbe concludersi con la condanna a 2 mesi di arresto per ogni pubblicazione arbitraria).

Il caso di Scajola è ancor più istruttivo perché rivela quanto ipocrita sia il ritornello di chi vuole far discendere dalla sola rilevanza penale la condizione di «scrivibilità» di una vicenda giudiziaria, e dalla sola qualifica di indagato l’unico criterio di interesse pubblico di una notizia. Il ministro non è indagato dalla Procura di Perugia ed è possibile che nemmeno lo sia in futuro, quindi in base a questo buffo criterio non si dovrebbe scriverne alcunché. Allo stato, anzi, Scajola è un «terzo» estraneo ai fatti di reato contestati invece ad Anemone e Zampolini per il controverso tragitto immobiliare di quegli 80 assegni, e dunque la sua vicenda, misurata su questo singolare parametro, do-vrebbe restare esente da attenzioni giornalistiche.

Ma quanto questo sarebbe assurdo l’ha dimostrato indirettamente proprio un importante dirigente del partito di Scajola e di Alfano, il coordinatore nazionale del Pdl Denis Verdini, quando poche settimane fa convocò una con-ferenza stampa per sventolare alcune intercettazioni allegate a una memoria difensiva depositata agli atti e dunque non più segrete, dalle quali a suo avviso emergevano non reati ma indebiti comportamenti di un dirigente del cen-trosinistra toscano. Iniziativa assolutamente legittima, se l’onorevole Verdini la ritiene valida e se, come ogni giorna-lista, se ne assume la responsabilità (su veridicità e continenza) rispetto ai già oggi esistenti confini della diffama-zione. Solo che il coordinatore del Pdl dovrebbe andare a farlo presente al ministro della Giustizia, appena appro-derà in Parlamento la legge che dichiara di voler fermare le intercettazioni selvagge ma in realtà vieta la cronaca. O provare a ricordarlo al presidente del Consiglio quando, come ieri, afferma che in Italia «c'è fin troppa libertà di stampa».

(Da “Il Corriere della Sera” di mercoledì 5 maggio 2010, articolo segnalatoci da Alda Panciera)

ASTERISCO

LETTERE AL TORNADO

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Alessandro e Francesca salutano clienti e amici

di Alessandro Bagatella

I due amici che vediamo ritratti nella foto – Alessandro, il cuoco, e

Francesca, la cameriera – si sono conosciuti al “Piccolo Diavolo” di

Carpen, dove lavoravano entrambi. A causa del cambio di gestione

hanno dovuto separarsi ma, ricordando il lavoro fatto assieme, deside-

rano salutare clienti e amici augurando buon lavoro ai nuovi gestori

(augurio al quale ci uniamo anche noi della redazione).

GRUPPO AMICI DEL TOMATICO E DEL GRAPPA

La seconda escursione in Sassumà

di Alessandro Bagatella

Una bella partecipazione ha contraddistinto la seconda escursione, svoltasi il 25 aprile come da calendario 2010. Dopo il caffè da Paolo Berra, la compagnia si è divisa in due gruppi: otto “temerari” sono saliti in Paoda in auto, per poi proseguire a piedi per Paoda Monte Santo, Cima Sassumà, Forcella Alta e ricongiungersi a Malga Zavatte; gli altri – oltre venti escursionisti – hanno invece raggiunto la Grotta di Santa Barbara , dove hanno parcheggiato le au-to, per poi salire lentamente per Cost’Altar e la Valle di Sassumà. Non poteva mancare un conviviale incontro (nella foto a sinistra) con i coniugi Berton – Michele e la moglie Francesca – che gentilmente hanno offerto a tutti noi un buon caffè. Dopo la foto ricordo e un doveroso ringraziamento, siamo saliti a Malga Sassumà. Alle 11.30, a compa-gnie riunite, non poteva mancare il pranzo al sacco, solo dopo però aver sostato un attimo in silenzio, su richiesta dal responsabile, per ricordare l’amico Bepi Niero nel posto dove, attoniti, ci ha lasciato due anni fa (nella foto a de-stra). Al termine non poteva mancare il momento conviviale, con i consueti dolcetti, aranciate e vino per chi li desi-derava. Ultimo saluto al Bar Speranza, dove l’amico Marco ha voluto festeggiare il suo onomastico. Un grazie sin-cero a Michele e Francesca, a Marco e a tutta la compagnia.

LE PROSSIME GITE DEL GRUPPO…CON UNA VARIAZIONE

Il Gruppo Amici del Tomatico e del Grappa avvisa soci e simpatizzanti che la prossima uscita in calendario è sta-ta così modificata per imprevisti vari: il 30 maggio (anziché il 23) ci sarà il giro “ad anello” sulle montagne di Nor-cen, con partenza da Quero-Vas, presso la Locanda Curto, alle ore 7.00; il 13 giugno invece resta confermato il Monte Rite, con partenza alle ore 6.30. Per motivi organizzativi, si consiglia di dare l’adesione per tempo. Per ulte-riore informazioni, telefonare in ore pasti al responsabile del gruppo allo 0439-788052.

cronaca

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Sisto Benato di Schievenin ha toccato con la canna da pesca la linea elettrica. La scarica da 20mila volts gli ha trapassato il corpo. Ustionati mano e piede.

«Ho rischiato di morire fulminato»

“Chi tocca i fili muore” c'è scritto a metà altezza su un cartello applicato ai piloni che trasportano la corrente a 20.000 volts che attraversano l’abitato di Schievenin. Fortunatamente, però, ci possono essere anche delle ecce-zioni. E si ritiene un vero e proprio miracolato Sisto Benato, residente a Schievenin, che giovedì nel tardo pome-riggio con la punta della sua canna da pesca in fibra di carbonio ha toccato uno dei fili della linea elettrica. L’uomo, in compagnia dell’amico Giovanni Mondin, stava pescano sulla riva del torrente Tegorzo a pochi passi dalla strada comunale che sale verso la grotta di santa Barbara. «Ad un tratto - spiega Benato - devo avere inavvertitamente ur-tato con la punta della canna la sovrastante linea elettrica ma non ricordo più nulla, solo che mi sono risvegliato sdraiato a terra che non sentivo più la parte destra del corpo. Lentamente ho iniziato a riprendere sensibilità riu-scendo ad alzarmi in piedi. Avevo la mano destra e il tallone destro ustionati. Il mio medico mi ha consigliato di an-dare al pronto soccorso. Mi hanno trattenuto in ospedale per l’intera notte facendomi i necessari accertamenti e ieri mattina sono stato dimesso ed ora sono qui che la racconto». Ma forse la paura più grande la ha presa l’amico Gio-vanni Mondin. «Ad un tratto - spiega - ho visto la canna da pesca e Sisto avvolti da una fiammata e, contempora-neamente, ho sentito una forte esplosione verso terra, come un petardo che scoppia. Subito dopo il mio amico era riverso a terra immobile, apparentemente privo di vita. Ma mentre stavo per chiamare il 118 lo ho visto rialzarsi e, fortunatamente, nel giro di una decina di minuti, riprendere tutte le sue funzioni vitali» (articolo di Fulvio Mondin, da “Il Gazzettino” di domenica 9 maggio 2010).

Un’iniziativa della Provincia di Belluno a favore dei viaggiatori

Disservizi ferroviari, c’è un sito per lamentarsi

Ormai la gente è stanca. Da troppo tempo i disservizi nei trasporti ferroviari sono tutt’altro che infrequenti. Ad af-fiancare i cittadini nella difficile impresa di farsi ascoltare scende in campo la Provincia di Belluno, che ha deciso di attivare un modulo sul proprio sito internet, attraverso il quale segnalare i disagi dei viaggiatori. «La situazione dei viaggiatori, pendolari e non, dei treni è diventata insostenibile. Segnalateci i vostri disagi, li raccoglieremo e poi por-teremo le vostre istanze a chi di dovere». L’assessore alla mobilità e ai trasporti, Silver De Zolt, annuncia così il nuovo servizio inserito nel sito internet della Provincia di Belluno attraverso il quale sarà possibile far sentire la pro-pria voce. «Ogni giorno - ha commentato l’assessore De Zolt - leggiamo sui giornale di ritardi delle corse ferroviarie, delle pessime condizioni di viaggio, delle scarse informazioni da parte degli addetti, della sporcizia delle carrozze in cui le persone sono costrette a stare, molte volte anche in piedi. Abbiamo quindi deciso di raccogliere tutte le la-mentele di chi si sposta in treno, mettendo a disposizione, grazie al lavoro realizzato dai tecnici della Provincia, un modulo da compilare in internet, presso il nostro sito www.provincia.belluno.it. Dopo aver raccolto quelle che im-maginiamo saranno le molte lamentele, andremo direttamente ai vertici regionali di Trenitalia, per dare voce e peso alle proteste dei tantissimi viaggiatori, costretti quotidianamente a subire un disservizio che non si dimostra all’altezza delle aspettative. Come Provincia - ha concluso l’assessore - non abbiamo competenza in materia, ma possiamo dare il nostro contributo a favore dei cittadini» (da “Il Gazzettino” di venerdì 7 maggio 2010).

LEGNA DA ARDERE STAGIONATA DI FAGGIO E CARPINE IN BANCALI - PELLETS - ACCENDIFUOCO - LEGNA DA ARDERE IN SACCO

SCONTO PARTICOLARE LEGNA E PELLET PER I RESIDENTI NEI COMUNI DI :

ALANO DI PIAVE - QUERO - SEGUSINO - VAS - VALDO

PELLET PU-

cronaca

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G.S. ALANO GRUPPO ALPINI VALDEROA

…dopo molte parole è giunto il momento di dimostrare con i fatti il proprio valore al…

SABATO 5 GIUGNO DALLE ORE 14.00 PRESSO LA SALA DELLE ASSOCIAZIONI DI ALANO DI PIAVE

quota di partecipazione: 5 € - età minima: 14 anni

ricchi premi ai primi 4 classificati

l’organizzazione fornirà le racchette a chi ne fosse sprovvisto, per i più piccoli ci sarà la possibilità di testare le loro capacità in un campo apposito

sarà presente uno stand (bar) per rifocillare gli atleti e i loro sostenitori

è gradita e consigliata la preiscrizione

INFO: CLAUDIO 3389570946 / FABIO 3386423112 / LAURA 3406871224

cronaca

aSTErISco

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C O S A F A R E I contribuenti effettuano la scelta di destinazione del cinque per mille della loro imposta sul reddito delle persone fisiche, relativa al periodo di imposta 2009, utilizzando il modello integrativo CUD 2010, il modello 730/1-bis redditi 2009, ovvero il modello unico persone fisiche 2010 apponendo la propria firma sul riquadro relativo al Comune di residenza. In particolare: Chi non deve fare la dichiarazione dei redditi ma ha un reddito da lavoro dipendente o pensione certificato dal modello CUD deve compilare la parte adibita alla destinazione del cinque per mille allegata al modello stesso, poi mettere il modello CUD e la parte integrativa in una busta chiusa su cui andrà apposta la dicitura “scelta per la destinazione del cinque per mille dell’IRPEF”; la busta andrà poi consegnata ad un qualsiasi sportello bancario, oppure in posta o ad un CAF; Chi presenta il modello 730 dovrà compilare il modello730-1 bis allo stesso modo e consegnarlo ai CAAF (Centro Assistenza Fiscale) entro il 31 maggio 2010.

Sostegno alle attività sociali svolte dal Comune di residenza

FIRMA………………………………………..

Comune di Vas Comune di Quero Comune di Alano di Piave

“CINQUE PER MILLE” IL CITTADINO CONTRIBUENTE

PUO’ SCEGLIERE La Legge Finanziaria consente di destinare il 5 per mille delle imposte IRPEF al Comune senza alcun aumento del prelievo fiscale. Se deciderete di destinare il 5 per mille al Vostro Comune, verrà utilizzato per migliorare i servizi rivolti ai cittadini, per sostegno alle famiglie, agli anziani, ai disabili, per sostenere il volontariato e per tutti quei servizi sociali che permettono di migliorare la qualità della vita delle persone. Per destinare il 5 per mille al Comune dovete semplicemente apporre la firma nel riquadro del modello di dichiarazione dei redditi nella sezione: "Attività sociali svolte dal comune di

residenza del contribuente". Destinare il 5 per mille al proprio Comune non comporta maggiori imposte da pagare, cioè non costa nulla. È un’occasione importante per far rimanere immediatamente una parte delle Vostre imposte nel Vostro Comune. E’ un modo per far rimanere nel nostro territorio una parte della ricchezza prodotta da cittadini. Diversamente, quel 5 per mille andrà in un fondo generale su base nazionale. La possibilità offerta dalla legge di destinare il 5 per mille non è in alcun modo alternativa alla preesistente facoltà di devolvere l'8 per mille allo Stato e alle Istituzioni religiose.

C O S A F A R E I contribuenti effettuano la scelta di destinazione del cinque per mille della loro imposta sul reddito delle persone fisiche, relativa al periodo di imposta 2009, utilizzando il modello integrativo CUD 2010, il modello 730/1-bis redditi 2009, ovvero il modello unico persone fisiche 2010 apponendo la propria firma sul riquadro relativo al Comune di residenza. In particolare: Chi non deve fare la dichiarazione dei redditi ma ha un reddito da lavoro dipendente o pensione certificato dal modello CUD deve compilare la parte adibita alla destinazione del cinque per mille allegata al modello stesso, poi mettere il modello CUD e la parte integrativa in una busta chiusa su cui andrà apposta la dicitura “scelta per la destinazione del cinque per mille dell’IRPEF”; la busta andrà poi consegnata ad un qualsiasi sportello bancario, oppure in posta o ad un CAF; Chi presenta il modello 730 dovrà compilare il modello730-1 bis allo stesso modo e consegnarlo ai CAAF (Centro Assistenza Fiscale) entro il 31 maggio 2010.

Sostegno alle attività sociali svolte dal Comune di residenza

FIRMA………………………………………..

Comune di Vas Comune di Quero Comune di Alano di Piave

“CINQUE PER MILLE” IL CITTADINO CONTRIBUENTE

PUO’ SCEGLIERE La Legge Finanziaria consente di destinare il 5 per mille delle imposte IRPEF al Comune senza alcun aumento del prelievo fiscale. Se deciderete di destinare il 5 per mille al Vostro Comune, verrà utilizzato per migliorare i servizi rivolti ai cittadini, per sostegno alle famiglie, agli anziani, ai disabili, per sostenere il volontariato e per tutti quei servizi sociali che permettono di migliorare la qualità della vita delle persone. Per destinare il 5 per mille al Comune dovete semplicemente apporre la firma nel riquadro del modello di dichiarazione dei redditi nella sezione: "Attività sociali svolte dal comune di

residenza del contribuente". Destinare il 5 per mille al proprio Comune non comporta maggiori imposte da pagare, cioè non costa nulla. È un’occasione importante per far rimanere immediatamente una parte delle Vostre imposte nel Vostro Comune. E’ un modo per far rimanere nel nostro territorio una parte della ricchezza prodotta da cittadini. Diversamente, quel 5 per mille andrà in un fondo generale su base nazionale. La possibilità offerta dalla legge di destinare il 5 per mille non è in alcun modo alternativa alla preesistente facoltà di devolvere l'8 per mille allo Stato e alle Istituzioni religiose.

ATTUALITÀ

Agraria Agraria Agraria MARCHI

OFFERTE DEL MESESUPER OFFERTA: DECESPUGLIATORE 34 CC € 175,00 - DECESPUGLIATORE 1 IN 3 USI € 320,00

MANGIME PER CANI 3 TIPI GUSTI (FISH E RICE - LAMB E RICE) € 23,90 ANZICHÉ 26,90ADULT GIGANT € 24,90 ANZICHÉ 28,90 - VASI, CIOTOLE E FIORIERE

Zona Industriale, 68 - PEDEROBBA (TV) - Tel. e Fax 0423 688902

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• BOMBOLE GPL • PIANTINE DA ORTO

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Elena Galiano specializzata in Psicoterapia

Il 29 gennaio scorso la querese Elena Galiano ha conseguito il Diploma di Specializzazione in Psicoterapia presso la Scuola Superiore in Psicologia Clinica SSPC – IFREP dell’Università Salesiana di Roma, acquisendo anche il Diploma di Analista Transazionale Certificato, titolo riconosciuto dall’Associazione Europea di Analisi Transazionale (EATA). Anche se con un po’ di ritardo, da parte dei familiari tante congratulazioni per l’obiettivo raggiunto e i più cari auguri di un brillante futuro professionale.

cronaca

aSTErISco

ASSOCIAZIONE FELTRINA DONATORI VOLONTARI DI SANGUE

LE SEZIONI DI

ALANO DI PIAVE, QUERO, MARZIAI-CAORERA-VAS

Organizzano per donatori di sangue, familiari e simpatizzanti tutti

GITA SULL’ALTOPIANO DEL RENON (BZ) DOMENICA 20 GIUGNO 2010

Programma: Partenza con pullman della ditta Baratto: davanti ex occhialeria Piave Segusino …. ore 6.00

dalla piazza di Alano…………………. ore 6,10 dalla piazza di Quero ………………….. ore 6,20 dalla piazza di Vas ……………………… ore 6,25 Breve sosta lungo il percorso di andata. Ore 09.30 circa: arrivo a BOLZANO, dove verrà presa la nuova funivia del Renon, che porterà i

partecipanti in 12 minuti circa a SOPRABOLZANO, da dove è possibile godere il panorama della città di Bolzano, dei vigneti e dei boschi circostanti. Da qui si prenderà il trenino storico a scartamento ridotto per arrivare, in 15 minuti circa attraverso i prati e boschi locali, al paese di COLLALBO.

Ore 12.30 circa: pranzo presso un hotel di Collalbo. Ore 14.00 circa: Visita libera al paese di Collalbo. Ore 16.00 circa: partenza con il trenino da Collalbo a Soprabolzano, discesa con la funivia a Bolzano

per riprendere il pullman per il rientro con sosta lungo il percorso con arrivo alle ore 21.00 circa.

Quota di iscrizione € 50,00 da versare all’atto dell’iscrizione entro SABATO 5 GIUGNO 2010

La quota comprende: • viaggio in pullman; • funivia • trenino storico • pranzo in hotel

La quota non comprende: • bevande e cibi durante le soste ed extra menù • tutto quanto non menzionato nella quota comprende

Menù: Antipasto di specialità tirolesi Bis di ravioli di spinaci e gnocchi misti

Arrosto con salsa al rosmarino Patate al forno e verdure varie Strudel di mele

Vino, acqua e caffè corretto

In caso di mancata partecipazione la quota di iscrizione (euro 50,00) verrà restituita solo in presenza di sostituzione

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Leggo sempre molto volentieri, spesso condividendole del tutto, le riflessioni dell’amico Antonio Spada che di tanto in tanto compaiono su queste pagine. Così come ho letto con molta attenzione, pur trattandosi di argomenti per me abbastanza estranei, il suo “Dio è al di sopra delle religioni e delle chiese” apparso sul numero 558. Lo stesso giorno, per pura combinazione, mi sono imbattuto nella “lettera aperta” indirizzata ai vescovi dal noto teologo svizzero Hans Küng, che riprende, in qualche modo, gli argomenti di Toni, in particolare la distinzione tra “chiesa-comunità universale dei credenti e chiesa intesa come istituzione, gerarchia, Vaticano ecc…”. Proprio per questo motivo, la voglio condividere con tutti i lettori del Tornado.

Silvio Forcellini

BENEDETTO XVI HA FALLITO, I CATTOLICI PERDONO LA FIDUCIA di Hans Küng

Negli anni 1962-1965 Joseph Ratzinger - oggi Benedetto XVI - ed io eravamo i due più giovani teologi del Concilio. Oggi siamo i più anziani, e i soli ancora in piena attività. Ho sempre inteso il mio impegno teologico come un servizio alla Chiesa. Per questo, mosso da preoccupazione per la crisi di fiducia in cui versa questa nostra Chiesa, la più profonda che si ricordi dai tempi della Riforma ad oggi, mi rivolgo a voi, in occasione del quinto anniversario dell'elezione di papa Benedetto al soglio pontificio, con una lettera aperta. È questo infatti l'unico mezzo di cui dispongo per mettermi in contatto con voi.

Avevo apprezzato molto a suo tempo l'invito di papa Benedetto, che malgra-do la mia posizione critica nei suoi riguardi mi accordò, poco dopo l'inizio del suo pontificato, un colloquio di quattro ore, che si svolse in modo amichevo-le. Ne avevo tratto la speranza che Joseph Ratzinger, già mio collega all'u-niversità di Tübingen, avrebbe trovato comunque la via verso un ulteriore rinnovamento della Chiesa e un'intesa ecumenica, nello spirito del Concilio Vaticano II. Purtroppo le mie speranze, così come quelle di tante e tanti cre-denti che vivono con impegno la fede cattolica, non si sono avverate; ho a-vuto modo di farlo sapere più di una volta a papa Benedetto nella corrispon-

denza che ho avuto con lui. Indubbiamente egli non ha mai mancato di adempiere con scrupolo agli impegni quoti-diani del papato, e inoltre ci ha fatto dono di tre giovevoli encicliche sulla fede, la speranza e l'amore. Ma a fronte della maggiore sfida del nostro tempo, il suo pontificato si dimostra ogni giorno di più come un'ulteriore occasione perduta, per non aver saputo cogliere una serie di opportunità:

- È mancato il ravvicinamento alle Chiese evangeliche, non considerate neppure come Chiese nel senso proprio del termine: da qui l'impossibilità di un riconoscimento delle sue autorità e della celebrazione comune dell'Eucaristia.

- È mancata la continuità del dialogo con gli ebrei: il papa ha reintrodotto l'uso preconciliare della preghiera per l'illuminazione degli ebrei; ha accolto nella Chiesa alcuni vescovi notoriamente scismatici e antisemiti; sostiene la beatificazione di Pio XII; e prende in seria considerazione l'ebraismo solo in quanto radice storica del cristianesimo, e non già come comunità di fede che tuttora persegue il proprio cammino di salvezza. In tutto il mondo gli ebrei hanno espresso sdegno per le parole del Predicatore della Casa Pontificia, che in occasione della liturgia del venerdì santo ha paragonato le critiche rivolte al papa alle persecuzioni antisemite.

- Con i musulmani si è mancato di portare avanti un dialogo improntato alla fiducia. Sintomatico in questo senso è il discorso pronunciato dal papa a Ratisbona: mal consigliato, Benedetto XVI ha dato dell'islam un'immagine caricaturale, descrivendolo come una religione disumana e violenta e alimentando così la diffidenza tra i musulmani.

- È mancata la riconciliazione con i nativi dell'America Latina: in tutta serietà, il papa ha sostenuto che quei popoli colonizzati "anelassero" ad accogliere la religione dei conquistatori europei.

- Non si è colta l'opportunità di venire in aiuto alle popolazioni dell'Africa nella lotta contro la sovrappopolazione e l'AIDS, assecondando la contraccezione e l'uso del preservativo.

- Non si è colta l'opportunità di riconciliarsi con la scienza moderna, riconoscendo senza ambiguità la teoria dell'evoluzione e aderendo, seppure con le debite differenziazioni, alle nuove prospettive della ricerca, ad esempio sulle cellule staminali.

- Si è mancato di adottare infine, all'interno stesso del Vaticano, lo spirito del Concilio Vaticano II come bussola di orientamento della Chiesa cattolica, portando avanti le sue riforme.

Quest'ultimo punto, stimatissimi vescovi, riveste un'importanza cruciale. Questo papa non ha mai smesso di relativizzare i testi del Concilio, interpretandoli in senso regressivo e contrario allo spirito dei Padri conciliari, e giungendo addirittura a contrapporsi espressamente al Concilio ecumenico, il quale rappresenta, in base al diritto canonico, l'autorità suprema della Chiesa cattolica:

- ha accolto nella Chiesa cattolica, senza precondizione alcuna, i vescovi tradizionalisti della Fraternità di S. Pio X,

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ordinati illegalmente al di fuori della Chiesa cattolica, che hanno ricusato il Concilio su alcuni dei suoi punti essenziali;

- ha promosso con ogni mezzo la messa medievale tridentina, e occasionalmente celebra egli stesso l'Eucaristia in latino, volgendo le spalle ai fedeli;

- non realizza l'intesa con la Chiesa anglicana prevista nei documenti ecumenici ufficiali (ARCIC), ma cerca invece di attirare i preti anglicani sposati verso la Chiesa cattolica romana rinunciando all'obbligo del celibato.

- ha potenziato, a livello mondiale, le forze anticonciliari all'interno della Chiesa attraverso la nomina di alti responsabili anticonciliari (ad es.: Segreteria di Stato, Congregazione per la Liturgia) e di vescovi reazionari.

Papa Benedetto XVI sembra allontanarsi sempre più dalla grande maggioranza del popolo della Chiesa, il quale peraltro è già di per sé portato a disinteressarsi di quanto avviene a Roma, e nel migliore dei casi si identifica con la propria parrocchia o con il vescovo locale.

So bene che anche molti di voi soffrono di questa situazione: la politica anticonciliare del papa ha il pieno appoggio della Curia romana, che cerca di soffocare le critiche nell'episcopato e in seno alla Chiesa, e di screditare i dissenzienti con ogni mezzo. A Roma si cerca di accreditare, con rinnovate esibizioni di sfarzo barocco e manifestazioni di grande impatto mediatico, l'immagine di una Chiesa forte, con un "vicario di Cristo" assolutista, che riunisce nelle proprie mani i poteri legislativo, esecutivo e giudiziario. Ma la politica di restaurazione di Benedetto XVI è fallita. Le sue pubbliche apparizioni, i suoi viaggi, i suoi documenti non sono serviti a influenzare nel senso della dottrina romana le idee della maggioranza dei cattolici su varie questioni controverse, e in particolare sulla morale sessuale. Neppure i suoi incontri con i giovani, in larga misura membri di gruppi carismatici di orientamento conservatore, hanno potuto frenare le defezioni dalla Chiesa, o incrementare le vocazioni al sacerdozio.

Nella vostra qualità di vescovi voi siete certo i primi a risentire dolorosamente dalla rinuncia di decine di migliaia di sacerdoti, che dall'epoca del Concilio ad oggi si sono dimessi dai loro incarichi soprattutto a causa della legge sul celibato. Il problema delle nuove leve non riguarda solo i preti ma anche gli ordini religiosi, le suore, i laici consacrati: il decremento è sia quantitativo che qualitativo. La rassegnazione e la frustrazione si diffondono tra il clero, e soprattutto tra i suoi esponenti più attivi; tanti si sentono abbandonati nel loro disagio, e soffrono a causa della Chiesa. In molte delle vostre diocesi è verosimilmente in aumento il numero delle chiese deserte, dei seminari e dei presbiteri vuoti. In molti Paesi, col preteso di una riforma ecclesiastica, si decide l'accorpamento di molte parrocchie, spesso contro la loro volontà, per costituire gigantesche "unità pastorali" affidate a un piccolo numero di preti oberati da un carico eccessivo di lavoro.

E da ultimo, ai tanti segnali della crisi in atto viene ad aggiungersi lo spaventoso scandalo degli abusi commessi da membri del clero su migliaia di bambini e adolescenti, negli Stati Uniti, in Irlanda, in Germania e altrove; e a tutto questo si accompagna una crisi di leadership, una crisi di fiducia senza precedenti. Non si può sottacere il fatto che il sistema mondiale di occultamento degli abusi sessuali del clero rispondesse alle disposizioni della Congregazione romana per la Dottrina della fede (guidata tra il 1981 e il 2005 dal cardinale Ratzinger), che fin dal pontificato di Giovanni Paolo II raccoglieva, nel più rigoroso segreto, la documentazione su questi casi. In data 18 maggio 2001 Joseph Ratzinger diramò a tutti i vescovi una lettera dai toni solenni sui delitti più gravi ("Epistula de delictis gravioribus"), imponendo nel caso di abusi il "secretum pontificium", la cui violazione è punita dalla la Chiesa con severe sanzioni. E' dunque a ragione che molti hanno chiesto un personale "mea culpa" al prefetto di allora, oggi papa Benedetto XVI. Il quale però non ha colto per farlo l'occasione della settimana santa, ma al contrario ha fatto attestare "urbi et orbi", la domenica di Pasqua, la sua innocenza al cardinale decano.

Per la Chiesa cattolica le conseguenze di tutti gli scandali emersi sono devastanti, come hanno confermato alcuni dei suoi maggiori esponenti. Il sospetto generalizzato colpisce ormai indiscriminatamente innumerevoli educatori e pastori di grande impegno e di condotta ineccepibile. Sta a voi, stimatissimi vescovi, chiedervi quale sarà il futuro delle vostre diocesi e quello della nostra Chiesa. Non è mia intenzione proporvi qui un programma di riforme. L'ho già fatto più d'una volta, sia prima che dopo il Concilio. Mi limiterò invece a sottoporvi qui sei proposte, condivise - ne sono convinto - da milioni di cattolici che non hanno voce.

1. Non tacete. Il silenzio a fronte di tanti gravissimi abusi vi rende corresponsabili. Al contrario, ogni qualvolta ritenete che determinate leggi, disposizioni o misure abbiano effetti controproducenti, dovreste dichiararlo pubblicamente. Non scrivete lettere a Roma per fare atto di sottomissione e devozione, ma per esigere riforme!

2. Ponete mano a iniziative riformatrici. Tanti, nella Chiesa e nell'episcopato, si lamentano di Roma, senza però mai prendere un'iniziativa. Ma se oggi in questa o quella diocesi o comunità i parrocchiani disertano la messa, se l'opera pastorale risulta inefficace, se manca l'apertura verso i problemi e i mali del mondo, se la cooperazione ecumenica si riduce a un minimo, non si possono scaricare tutte le colpe su Roma. Tutti, dal vescovo al prete o al laico, devono impegnarsi per il rinnovamento della Chiesa nel proprio ambiente di vita, piccolo o grande che sia. Molte cose straordinarie, nelle comunità e più in generale in seno alla Chiesa, sono nate dall'iniziativa di singole persone o di piccoli gruppi. Spetta a voi, nella vostra qualità di vescovi, il compito di promuovere e sostenere simili iniziative, così come quello di rispondere, soprattutto in questo momento, alle giustificate lagnanze dei fedeli.

3. Agire collegialmente. Il Concilio ha decretato, dopo un focoso dibattito e contro la tenace opposizione curiale, la collegialità dei papi e dei vescovi, in analogia alla storia degli apostoli: lo stesso Pietro non agiva al di fuori del collegio degli apostoli. Ma nel periodo post-conciliare il papa e la curia hanno ignorato questa fondamentale decisione conciliare. Fin da quando, a soli due anni dal Concilio e senza alcuna consultazione con l'episcopato, Paolo VI promulgò un'enciclica in difesa della discussa legge sul celibato, la politica e il magistero pontificio

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ripresero a funzionare secondo il vecchio stile non collegiale. Nella stessa liturgia il papa si presenta come un autocrate, davanti al quale i vescovi, dei quali volentieri si circonda, figurano come comparse senza diritti e senza voce. Perciò, stimatissimi vescovi, non dovreste agire solo individualmente, bensì in comune con altri vescovi, con i preti, con le donne e gli uomini che formano il popolo della Chiesa.

4. L'obbedienza assoluta si deve solo a Dio. Voi tutti, al momento della solenne consacrazione alla dignità episcopale, avete giurato obbedienza incondizionata al papa. Tuttavia sapete anche che l'obbedienza assoluta è dovuta non già al papa, ma soltanto a Dio. Perciò non dovete vedere in quel giuramento a un ostacolo tale da impedirvi di dire la verità sull'attuale crisi della Chiesa, della vostra diocesi e del vostro Paese. Seguite l'esempio dell'apostolo Paolo, che si oppose a Pietro "a viso aperto, perché evidentemente aveva torto" (Gal. 2,11). Può essere legittimo fare pressione sulle autorità romane, in uno spirito di fratellanza cristiana, laddove queste non aderiscano allo spirito del Vangelo e della loro missione. Numerosi traguardi - come l'uso delle lingue nazionali nella liturgia, le nuove disposizioni sui matrimoni misti, l'adesione alla tolleranza, alla democrazia, ai diritti umani, all'intesa ecumenica e molti altri ancora hanno potuto essere raggiunti soltanto grazie a una costante e tenace pressione dal basso.

5. Perseguire soluzioni regionali: il Vaticano si mostra spesso sordo alle giustificate richieste dei vescovi, dei preti e dei laici. Ragione di più per puntare con intelligenza a soluzioni regionali. Come ben sapete, un problema particolarmente delicato è costituito dalla legge sul celibato, una norma di origine medievale, la quale a ragione è ora messa in discussione a livello mondiale nel contesto dello scandalo suscitato dagli abusi. Un cambiamento in contrapposizione con Roma appare pressoché impossibile; ma non per questo si è condannati alla passività. Un prete che dopo seria riflessione abbia maturato l'intenzione di sposarsi non dovrebbe essere costretto a dimettersi automaticamente dal suo incarico, se potesse contare sul sostegno del suo vescovo e della sua comunità. Una singola Conferenza episcopale potrebbe aprire la strada procedendo a una soluzione regionale. Meglio sarebbe tuttavia mirare a una soluzione globale per la Chiesa nel suo insieme. Perciò

6. si chieda la convocazione di un Concilio: se per arrivare alla riforma liturgica, alla libertà religiosa, all'ecumenismo e al dialogo interreligioso c'è stato bisogno di un Concilio, lo stesso vale oggi a fronte dei problemi che si pongono in termini tanto drammatici. Un secolo prima della Riforma, il Concilio di Costanza aveva deciso la convocazione di un concilio ogni cinque anni: decisione che fu però disattesa dalla Curia romana, la quale anche oggi farà indubbiamente di tutto per evitare un concilio dal quale non può che temere una limitazione dei propri poteri. È responsabilità di tutti voi riuscire a far passare la proposta di un concilio, o quanto meno di un'assemblea episcopale rappresentativa.

Questo, a fronte di una Chiesa in crisi, è l'appello che rivolgo a voi, stimatissimi vescovi: vi invito a gettare sulla bilancia il peso della vostra autorità episcopale, rivalutata dal Concilio. Nella difficile situazione che stiamo vivendo, gli occhi del mondo sono rivolti a voi. Innumerevoli sono i cattolici che hanno perso la fiducia nella loro Chiesa; e il solo modo per contribuire a ripristinarla è quello di affrontare onestamente e apertamente i problemi, per adottare le riforme che ne conseguono. Chiedo a voi, nel più totale rispetto, di fare la vostra parte, ove possibile in collaborazione con altri vescovi, ma se necessario anche soli, con apostolica "franchezza" (At 4,29.31). Date un segno di speranza ai vostri fedeli, date una prospettiva alla nostra Chiesa. Vi saluto nella comunione della fede cristiana.

Fener, la cena delle attività commerciali di via della Vittoria

Il 17 aprile, per il secondo anno consecutivo, si è svolta la cena delle attività commerciali di via della Vittoria di Fener. Quest’anno c’eravamo quasi tutti: dai “profumati” Schievenin Fiori al “pieno” distributore Martinazzo, dai “genuini” Borgato Frutta e Verdura fino agli “assetati” Jole Bar. Ringrazio tutti per la riuscita della serata e il prossimo anno…si replica!!! Ciao ciao.

Michela (Jole Bar)

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Consigli di Lettura… astrologici Toro (21 APRILE - 20 MAGGIO) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Segno: Fisso; Giorno della settimana: Venerdì; Pietre portafortuna: Smeraldo, Zaffiro, Turchese; Colori: Rosa, Verde brillante; Fiori: Giglio, Giacinto, Rosa, Fior di pesco; Metalli: Rame; Essenze: Rosa, Pino Silvestre; Animali: Toro, Foca Secondo l'astrologia occidentale, il Toro è un segno zodiacale fisso e di terra. È governato da Venere. In questo segno la Luna si trova in esaltazione, Marte e Plutone in esilio, Mercurio in caduta. È opposto al segno dello Scorpione. Il metallo associato al segno è il rame, le pietre associate sono quelle di colore rosa o verde, come il quarzo rosa, la rodocrosite, lo smeraldo. Il colore del segno è il verde, le specie vegetali sono la rosa e il mirto. L'astrologia occidentale ritrae le persone con posizioni di rilievo in questo segno zodiacale come lente, testarde, costanti, sensuali, amanti dei piaceri e dotate di senso dell'umorismo. Pratiche e semplici, amano la loro casa e la natura e sono molto legate alla loro terra natale. Spesso sono attratti dal mondo delle arti e della musica. Estremamente possessivi, sono amanti fedeli e grandi risparmiatori. Il sole si trova nel segno del toro circa nel periodo che va dal 21 aprile al 20 maggio. Il periodo esatto varia di anno in anno e per stabilire la sua posizione nei giorni estremi è necessario consultare le effemeridi.

ASTERISCO

Dopo 75 anni di dedizione all’allevamento, a Carpen di Quero Chiude un’altra azienda agricola

di Alessandro Bagatella

Questa volta sono i coniugi Antonio Curto (Toni Bel) e Giacomina Casamatta a dover lasciare l’attività portata avanti fin da bambini, all’epoca ancora con i propri genitori. Toni ha gli occhi pieni di lacrime e amarezza, seduto su una sedia ove trascorre gran parte del suo tempo costretto da motivi di salute, e mi racconta la sua storia, della sua vita dedicata agli animali.

“Un tempo c’era soddisfazione nell’allevare bestiame. Si faceva il formaggio, si vendeva qualche vitello e tutto serviva al mantenimento della

famiglia. Con i miei genitori e anche per un po’ dopo la loro morte, in stalla si contavano sette capi: tre grandi e tre piccoli. Con il latte, quello che non si adoperava e veniva venduto, alla fine del mese si concre-tizzava qualcosa, ma ora il latte viene pagato 35 centesimi. Come si può fare a mantenere le bestie? Pa-gando il fieno, il mangime, le spese veterinarie e tutto il resto, c’è da mangiarsi anche quel po’ di pensione che ci viene data. Se abbiamo un vitello da vendere bisogna che sia di razza, altrimenti non vale niente. I contributi vengono dati ai grandi allevatori, quindi per noi rimaneva solo un duro lavoro: dalla mattina all’alba fino alla sera al tramonto. Ora le mie condizioni di salute, qualche giorno va bene e altri no, mi hanno obbligato a chiudere e vendere a prezzo stracciato anche le ultime tre bestie che possedevo.”

Nella foto, scattata dal sottoscritto, vediamo i coniugi Curto davanti alla loro stalla, amareggiati e delusi per aver dovuto chiudere la loro amata attività, portata avanti assieme per tutta una vita.

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