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Spedizione in abbonamento postale Art.2 comma 20/C Legge 622/96, Filiale di Padova E AFRICA ENRICO BOSSAN NUMERO 3 | AGOSTO 2009 Dell’importanza di mediatori, costruttori di ponti, saltatori di muri, esploratori di frontiera. BIMESTRALE DI INFORMAZIONE CUAMM SOLIDARIETÀ DI MEDICI CON L’AFRICA CUAMM DI SALUTE GLOBALE ESPLORATORI

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Dell’importanza di mediatori, costruttori di ponti, saltatori di muri, esploratori di frontiera. NUMERO 3 | AGOSTO 2009 MEDICI CON L’AFRICA BIMESTRALE DI INFORMAZIONE CUAMM SOLIDARIETÀ DI CUAMM Spedizione in abbonamento postale Art.2 comma 20/C Legge 622/96, Filiale di Padova ENRICO BOSSAN

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Spedizioneinabbonam

entopostaleArt.2comma20/C

Legge622/96,FilialediPadova

EAFRICA

ENRICOBOSSAN

NUMERO 3 | AGOSTO 2009

Dell’importanza di mediatori, costruttori di ponti,saltatori di muri, esploratori di frontiera.

BIMESTRALEDI INFORMAZIONECUAMMSOLIDARIETÀDIMEDICICON L’AFRICACUAMM

DI SALUTE GLOBALEESPLORATORI

ÈAFRICADIRETTORELuigi Mazzucato

DIRETTORE RESPONSABILEAnna Talami

SEGRETARIE DI REDAZIONEElisa BissaccoMariangela Zanni

REDAZIONEAndrea Borgato, Dante Carraro,Marcello Enio, Serena Foresi,Fabio Manenti, Linda Previato,Bettina Simoncini, DanielaVerlicchi

FOTOGRAFIEEnrico BossanMagnum PhotosArchivio Cuamm

PROGETTO GRAFICOFrancesco Camagna

REGISTRAZIONEpresso il Tribunale di PadovaRegistro stampe n.1633del 19 gennaio 1999

REDAZIONEvia San Francesco, 12635121 Padova

IMPAGINAZIONE E STAMPAPublistampa,via Dolomiti, 1238057 Pergine (Trento)

via San Francesco, 12635121 Padova Italytel. 049.8751279049.8751649fax [email protected]

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DALL’ALBUM DEL CUAMM

MEDICICON L’AFRICACUAMM

IN QUESTO NUMEROFOTONOTIZIA ALLE PAGINE 4 E 6

IN PRIMO PIANO AVVOCATI DI SALUTE GLOBALE A PAGINA 8

FLASH A PAGINA 11

FOCUS MANDELA, LEADER AMATO E MARCHIO DI SUCCESSOPIETRO VERONESE A PAGINA 12

SEGNA IN AGENDAEMANUELA CITTERIO A PAGINA 14

CANTIERE CUAMM A PAGINA 16

VISTO DA QUIFABRIZIO TONELLO A PAGINA 18

BISOGNI IN PRIMO PIANO A PAGINA 19

IL CANTIEREDELLA NUOVA SEDE DI VIA GALILEI

Beira, Mozambicofoto di Enrico Bossancitazione di AlexanderLanger.

1959

S.E. mons. Pietro Sigismondi, segretario di “Propaganda Fide”, visita i lavori dicostruzione della nuova sede del Cuamm in Via Galilei. Nella foto con il dr. MarcelloCandia di Milano, il prof. Rubaltelli e l’arch. ing. Brunetta, progettista. Consegnandoil crocefisso ad un gruppo di medici partenti, l’alto prelato disse: «Al povero nondobbiamo solo riservare le briciole che cadono dal piatto, ma ciò che sta al centro delpiatto, e cioè la parte migliore. Ecco infatti che oggi noi mandiamo in missione nondei ruderi, ma giovani vite pronte a prodigarsi per il bene dei fratelli più poveri».

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uARANt’ANNi FA (1969) l’uoMo hA MESSo PiEdE SullA luNA. Nel prossimo futuro il suoscarpone, forse, toccherà Marte. E dovremo confrontarci con la lingua dei marzianio degli angeli. Ma se non facciamo passi avanti nella carità non riconosceremo piùla voce e il volto di nessuno. Sarebbe fuorviante ridurre la portata della nuova en-ciclica nella richiesta di qualche grammo in più di etica nell’economia. l’encicli-ca ripropone con energia il tema della carità, via maestra indicata dal Vangelo.Ecco come la descrive Benedetto XVi nel primo paragrafo di Caritas in Veritate:«La carità nella verità è la principale forza propulsiva per il vero sviluppo di ogni persona e dell’umanitàintera. L’amore, “caritas”, è una forza straordinaria, che spinge le persone a impegnarsi con coraggio e ge-nerosità nel campo della giustizia e della pace. È una forza che ha la sua origine in Dio, Amore eterno eVerità assoluta». il mondo ha bisogno di «carità», di liberarsi da troppa spietatezza. Prosegue il Papa:«Molte persone, oggi, tendono a coltivare la pretesa di non dover niente a nessuno, tranne che a se stesse»(paragrafo 43). Mentre ci sono interi popoli costretti nella povertà assoluta. il testo del Papa esorta gli

uomini, i governi, le società a cambiare questo mondo. Nessunaconcessione ad atteggiamenti sentimentali o buonisti: con Caritas inVeritate Benedetto XVi entra nel merito sviluppando ragionamentiarticolati e vigorosi. E Medici con l’Africa Cuamm, che da anni vivee lavora in Africa, non può che essere al suo fianco in questa batta-glia. la solidarietà deve andare a braccetto con la sussidiarietà, spie-ga ancora al paragrafo 58: la prima ci salva dall’egoismo; la secon-

da dal centralismo burocratico incapace di toccare le situazioni concrete. Perché in Africa, nelle areee nei distretti più isolati e poveri, lì dove si trova l’ultimo anello della catena, arrivano solo le ong e iloro volontari: medici, infermieri, logisti e amministrativi che per anni condividono con le popolazio-ni esperienze e frammenti di vita. Si tratta di persone motivate e preparate. Medici con l’Africa Cuammattualmente ne ha 80 impegnati sul campo al fianco del personale locale. Non si tratta di quattrini madi vite; e di sviluppo che nasce dal contatto e dalla contaminazione con l’esperienza e la vita altrui.Questa è la via maestra dello sviluppo, reciproco! Ma ci sono organizzazioni e organizzazioni. «GliOrganismi internazionali dovrebbero interrogarsi sulla reale efficacia dei loro apparati burocratici e am-ministrativi, spesso troppo costosi», fa notare ancora Benedetto XVi al paragrafo 47. «Capita talvolta chechi è destinatario degli aiuti diventi funzionale a chi lo aiuta e che i poveri servano a mantenere in vita di-spendiose organizzazioni burocratiche che riservano per la propria conservazione, percentuali troppo ele-vate di quelle risorse che invece dovrebbero essere destinate allo sviluppo». Sono parole dure per gli or-ganismi internazionali. Noi non vogliamo fare i conti in tasca ad altri. Ma in casa nostra, sì. E cosìnell’ultimo rapporto annuale pubblichiamo il nostro bilancio (per una sintesi, www.mediciconlafri-ca.org) che parla di cifre ma anche di programmi, attività e risultati ottenuti. Ebbene: l’84,3% dei fon-di che abbiamo ricevuto sono stati destinati al nostro lavoro in Africa, a fronte di una media, conside-rata virtuosa, del 70%. il G8 dell’Aquila si è concluso da poco. i grandi della terra sono tornati a casa.Rimane la gente, ciascuno di noi. il G delle genti. Non vogliamo stare alla finestra, a guardare o aprotestare; vogliamo fare la nostra parte per costruire un mondo più giusto per tutti.

DON DANTE CARRARODIRETTORE DI MEDICI CON L’AFRICA CUAMM

DAL G8 AL G GENTI.LA VIA DA SEGUIRE È LA CARITÀ, NELLA VERITÀ

EDITORIALE

Q

Dalla recente enciclica Caritas in Veritatedi Benedetto XVI spunti e riflessionisulla cooperazione e forte affermazionedel tema della carità, via maestra indicatadal Vangelo.

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REUTERS/CHRISWATTIE

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Le premesse erano buoneper il G8 che si è svoltoa L’Aquila tra l’8 e il 10luglio scorso: un’interagiornata del verticededicata al continenteafricano (il 10 luglio)e il coinvolgimento neldibattito dei capi di statodei paesi in via disviluppo. Ma, dopole passerelle dei leadermondiali tra le macerie,i ragionamenti sulla crisieconomica e le suesoluzioni, l’eternaquerelle sull’allargamento(Il G8 è superato? Bastaun G14? Meglio un G20?),sul tavolo restano le cifredell’aiuto per i paesipoveri. E sono cifre chedeludono: per l’Africa20 miliardi di dollari in3 anni. «Che corrispondea 5,18 euro all’annoper ogni africano», hasottolineato efficacementeGian Antonio Stella sulCorriere della Sera.Nessuno poi è riuscitoa chiarire se si trattadi fondi aggiuntivi o didenaro già promessoche finalmente arriverà.A proposito di impegni,il premier italiano SilvioBerlusconi ha assicuratoche destinerà 130 milionidi euro al Global Fund.Per ora però, glistanziamenti italianinon hanno superato il 3%degli aiuti promessinel G8 di Gleneaglesdel 2005.(D. Verlicchi)

RIFLETTORISPENTI

FOTONOTIZIA

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REUTERS/DANNYMOLO

SHOK

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FOTONOTIZIA

Sarà un autunno caldoper Barak Obama. Dopola pausa estiva infattiil Congresso discuteràdel progetto di riformasanitaria del presidenteche prevedel’allargamento dellacopertura sanitaria ai 47milioni di americani cheancora non ce l’hannoe la riduzione dei costidelle assicurazioni pergli altri. L’idea di Obamasarebbe quella difinanziare la riformaaumentando il prelievofiscale alle famiglie chedichiarano un redditosuperiore al milionedi dollari. Di qui leresistenze dei deputatidel Congresso, ancheinterne al suo partito.Particolarmente contrarialla riforma sono icosiddetti Blue Dogs,democratici centristi, chenon accettano l’ipotesidi copertura finanziariae hanno quindi impostoil rinvio all’autunno.Ma Obama tira dritto:la riforma sanitariaè uno degli argomentiche l’hanno portato allaCasa Bianca. Cure pertutti: questo il suo slogan.Se ce la farà e la salutediventerà davveroun diritto per tutti negliStati Uniti, il traguardodell’uguaglianzadell’accesso alle cure neipaesi africani potrebbediventare meno lontano.(D. Verlicchi)

CUREPER TUTTI

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RA i NoStRi MEdiCi iN AFRiCA C’È Chi, co-me il dottor Claudio Blè, chirurgo delSaint Luke hospital di Wolisso, dopo10 o 14 ore di lavoro in corsia si met-

te a studiare la lingua locale. «ha già impa-rato lo swahili in precedenti missioni, e oravuole parlare con i suoi pazienti in amaricoe omromo, i due idiomi della regione di oro-mia», racconta con ammirazione igor Bra-muzzo, responsabile per il Segretariato ita-liano degli studenti di Medicina (Sism) delWolisso project (che offre agli studenti di Me-dicina la possibilità di fare un’esperienzaformativa al Saint Luke) e tirocinante a suavolta nel gennaio 2009. Nel dottor Blè, igorha trovato un modello: di medico vicino al-la gente, professionista in costante aggior-namento («nonostante i 10 anni alle spalle

Mediatori tra due mondi diversi di salute, co-struttori di ponti tra nord e sud, esploratori dinuove frontiere per la salute globale. La sfidalanciata agli operatori sanitari da “Equal Oppor-tunities for Health. Action for development”.

di esperienza») e uomo deciso a dare il mas-simo, in qualsiasi situazione.

l’esperienza di igor all’ospedale SaintLuke, sostenuto da Medici con l’AfricaCuamm, è durata appena tre settimane: halavorato nel reparto di medicina generaleper 10 ore al giorno, facendo ecografie e se-guendo i medici di Medici con l’AfricaCuamm nelle visite e nelle anamnesi. E lacosa che l’ha più colpito è la particolareconsistenza dei rapporti umani: «È un altromondo», spiega: «Non è che da un mo-mento all’altro ti squilla il cellulare». tor-nato in italia, con i suoi colleghi del Sism,igor ha contribuito ad organizzare un con-vegno sulla salute dei migranti, ha attivatorisorse e iniziative per Terre lontane, mondivicini, la rete di associazioni udinesi che sioccupano di cooperazione internazionale.È nato un avvocato di salute globale?

«Se questo significa spendersi per fareinformazione e sensibilizzazione sulla sa-lute globale alla luce di quel che ho vistoe provato in Africa, sì». Merito dell’Africa,

IN PRIMO PIANO

DI DANIELA VERLICCHI

L’ospedale di Wolisso: una delle strutturein cui giovani professionisti in formazionevivono la loro prima esperienzadi immersione nella sanità africana.Qui misurano la distanza che separa Italiae Africa nelle opportunità di accessoal bene-salute. E di questo diventanotestimoni responsabili.

ENRICOBOSSAN

C’è Igor che ha fatto un’esperienza all’ospedaleSaint Luke di Wolisso. Cristiano che ha organizzatoil Global Health Equity Day in 35 università italiane.Ed Elena che ha proposto ai suoi colleghispecializzandi in Igiene di inserire la salute globaletra gli insegnamenti obbligatori. Tutti si battono peruna maggiore uguaglianza nell’accesso alle cure.

AVVOCATI

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DI SALUTE GLOBALE

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quindi, ma anche del progetto sulla saluteglobale Equal Opportunities for Health. Ac-tion for development avviato da Medici conl’Africa Cuamm nel 2007 nell’ambito delquale abbiamo collaborato con il Sism.un’azione globale di sensibilizzazione sul-l’uguaglianza di accesso alle cure medichefatta di corsi di formazione, pubblicazioni,seminari e una conferenza internazionalee rivolta al personale sanitario italiano chesi è conclusa lo scorso 31 luglio. È tempo,dunque, di un primo bilancio.

Anche Cristiano Alicino, che del Sism èpresidente nazionale, si sente un avvocatodella salute globale. Con qualche difficoltà

in più, da quando è specializzando in igie-ne all’università di Genova: «da studenteera più semplice, potevo disporre maggior-mente del mio tempo», ricorda con ram-marico. Ecco perché con la sua associazio-ne si è rivolto agli studenti di medicina.

in collaborazione con Medici con l’Afri-ca Cuamm, il Sism ha organizzato 28 corsiin tutt’italia che hanno coinvolto un miglia-io di studenti. «Si è discusso di salute comediritto globale e dei suoi determinanti, diimmigrazione e diseguaglianze nell’accessoalle cure tra Nord e Sud del mondo e di co-sa possiamo fare noi studenti», spiega. unpercorso che ha prodotto «sensibilità e co-

noscenza» nei futuri medici ed è stato an-che incubatore di nuove iniziative.

il 20 e il 21 aprile scorso in 35 facoltàitaliane si è svolto il Global Health EquityDay, una sorta di “giornata” della saluteglobale nel corso della quale i ragazzi delSism con volantini e banchetti informativihanno sensibilizzato i loro colleghi sullepiù macroscopiche disuguaglianze in am-bito sanitario e su come contrastarle.

«Qualcosa, insomma, si sta muoven-do», conclude Alicino. Non solo in ambitouniversitario.

Nell’azienda ospedaliera di Pieve di So-ligo, un centinaio di dipendenti (tra medici,

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zionale di chirurgia che si terrà proprio quia Pieve di Soligo», annuncia dei tos, «ab-biamo organizzato una sessione dedicata in-teramente ai Paesi in via di sviluppo».

Ma qualcosa bolle in pentola anche nelmondo delle specializzazioni universitarie,rivela Elena Biasiolo, delegata per l’univer-sità di Padova della consulta di igiene e Sa-nità Pubblica. «All’assemblea di novembrepresenteremo la proposta di inserire deicorsi di salute globale nel percorso di stu-di ordinario di noi specializzandi».

la Global health nei curricula di tutti ifuturi igienisti e direttori sanitari? Non soloun sogno, spiega Elena: «la proposta per ilmomento ha trovato massimo interesse. icorsi potrebbero partire già dal prossimoanno accademico».

Perché la salute va oltre i confini fisici ementali, è un concetto globale e come talequestione da portare all’attenzione globale.oggi un medico non deve più solo curare lemalattie, ma deve farsi promotore e “avvo-cato” del diritto alla salute per tutti. in unmondo sempre più interculturale e interdi-pendente anche la salute deve essere inte-sa in un approccio multidisciplinare che ac-compagni la parte clinica alla parte piùsociale. in questo contesto i futuri medici, glistudenti di medicina e gli operatori sanitaricon il loro entusiasmo e con la forte motiva-zione giocano un ruolo fondamentale.

ARCHIVIO

CUAMM

IN PRIMO PIANO

Mamme in attesa di visita pediatrica, ospedale di Wolisso.È nella riduzione della mortalità materna e infantile che si gioca la più importante sfida

nella riduzione delle disuguaglianze in salute.

infermieri e personale amministrativo) nel-l’ambito del progetto Equal Opportunities forHealth. Action for development ha partecipa-to ad un seminario sulla salute globale.

«una scelta di auto-coscienza per noiche ci consideriamo una struttura d’avan-guardia nella sanità veneta», racconta il dot-tor Giannantonio dei tos, medico e respon-

sabile dell’ufficio per lo sviluppo della qua-lità della ulss di Pieve di Soligo, «l’obiettivoera riflettere sul perché i 4/5 del mondo sidevono confrontare con problemi ben diver-si da quelli che hanno i nostri pazienti».

uscire quindi da un guscio dorato per in-quadrare le vere priorità. E partire per nuo-vi progetti: «in occasione del congresso na-

ILANCIO DEL PROGETTO: 20 corsi sulla salute globale organizzati nelleuniversità italiane per 228 ore di insegnamento complessivo, 48 do-centi e 29 partner, italiani ed europei, coinvolti.

Questi i numeri di Equal Opportunities for Health. Action for de-velopment, il progetto sulla salute globale di Medici con l’AfricaCuamm conclusosi il 31 luglio scorso. «Un buon risultato», spiegaSerena Foresi, responsabile del progetto. «Abbiamo avviato un pro-cesso che ci ha permesso di rafforzare la nostra immagine e il nostroimpegno per la promozione della salute globale. Ma non ci fermiamoqui. Siamo consapevoli che per innovare i percorsi formativi su que-sti temi servono ben più di due anni». Medici con l'Africa Cuamm in-tende quindi dare seguito alle attività avviate con il progetto promuo-vendo la formazione nelle università e nelle aziende sanitarie sui temidella salute globale. La strategia? Mettere a disposizione l’esperienza

della nostra ong nella cooperazione sanitaria internazionale per sal-dare ancor più strettamente la formazione (accademica e professio-nale) al lavoro sul campo.

Influenzare a tutti i livelli la formazione di studenti, medici eoperatori sanitari, promuovere approcci interdisciplinari, crearenuovi corsi universitari in salute globale, collegare la formazioneaccademica al lavoro sul campo, e ancora, rafforzare le partnershipdall’alto e dal basso per far crescere la sensibilizzazione sulle di-suguaglianze in salute e sulle possibili soluzioni: queste in sintesile conclusioni e le sfide di sanità pubblica che la professione me-dica deve affrontare.La salute è un diritto, per tutti.Per promuoverlo e renderlo reale anche in Africa, abbiamo bisognoanche del tuo aiuto.

EQUAL OPPORTUNITIES FORHEALTH. ACTION FORDEVELOPMENTUN BUON RISULTATO MA NON CI FERMIAMO QUI

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FLASH DALL’AFRICA

ANGOLAFORMAZIONE DEL PERSONALE SANITARIO

È stato presentato all’Unione Europea in Angola un progetto cheha l’obiettivo di migliorare la formazione e il servizio offerto dalpersonale sanitario nella provincia di Uige secondo le indicazioni

del piano strategico di Medici con l’Africa Cuamm.L’obiettivo è stabilizzare le partnership locali,non solo con la direzione provinciale di Salute,controparte governativa, ma anche con i principalisoggetti formatori della comunità. La formazioneon the job sarà il principale strumento utilizzatoall’interno dell’Istituto Medio de Saudade.Un medico espatriato, esperto in sanità pubblica

collaborerà con la direzione provinciale della Salute per valutarei bisogni formativi. Nella provincia di Uige che ha una popolazionedi 2.017.951 abitanti, operano 30 medici (11 angolani e 19stranieri) con un rapporto medico-pazienti di 1 ogni 67.275abitanti. Solo 3 di essi però operano al di fuori della sedeprovinciale. In periferia ci sono 1084 infermieri (1 ogni 1862abitanti), il 96% dei quali sono tecnici di base. Di qui la pressantenecessità di migliorare la formazione del personale.

MOZAMBICOUNA MISSIONE PER VALUTARE I PROGETTI

Di ritorno da una breve missione di valutazione dello stato diavanzamento dei progetti, l’impressione è stata quella di unapresenza e di un apporto positivi di tutti i nostri volontari nei

diversi contesti. Particolarmente significativo è stato ilriconoscimento da parte dei partner locali del valorenon soltanto tecnico-professionale, ma anche umano erelazionale, del lavoro quotidiano dei cooperanti diMedici con l’Africa Cuamm. La missione è stata ancheun’occasione per assistere all’elaborazione del pianoprogrammatico dei progetti per il prossimo triennio.In tutti gli incontri avuti con i responsabili e le autoritàlocali è stata riaffermata la volontà di proporre interventi

che abbiano un impatto realistico e misurabile sullo stato di salutedella popolazione. La strategia di Medici con l’Africa Cuamm saràpertanto quella di concentrare le risorse in pochi distrettie collaborare con altri attori che condividono le nostre finalità.

SUDANNUOVE CASE PER IL PERSONALEMEDICO LOCALE

È stato presentato al ministero della Sanità il progetto di ristruttu-razione di un edificio che sarà adibito ad abitazione per duemedici sudanesi. Le case avranno a disposizione acqua corrente,

servizi igienici interni ed energia elettrica grazie adun impianto ad energia solare.Il primo passo sarà recintare il terreno intornoall’edificio per motivi di sicurezza. Crescono infattile tensioni politiche in vista delle elezioni delprossimo anno. I lavori di ristrutturazione sarannofinanziati nell’ambito del progetto intitolato a Santa

Giuseppina Bakhita e alla memoria di Giacomo Bravo e AntonioDoppio, due sacerdoti vicentini, tragicamente mancati in unincidente d’auto. Il progetto prevede anche la riqualificazionedegli ambulatori, l’equipaggiamento del centro di formazione, lafornitura di farmaci e altro materiale sanitario. A Yirol proseguonopoi le attività di supporto alla gestione clinica ed economicadell’ospedale. Lì possiamo contare sulla presenza di uno specialistain chirurgia e di un altro in malattie infettive.

ETIOPIAWOLISSO HA UN NUOVO CENTRO DI SALUTE

Sono stati inaugurati lo scorso maggio a Birbissa Kentero(distretto di Wolisso) un centro di Salute e un pozzo di acquapotabile. Il centro di Salute permetterà a donne e bambinidi curarsi e prevenire le malattie senza dover percorrere centinaia

di chilometri a piedi. Ma accanto alla prevenzione,nel combattere le malattie sono fondamentalil’igiene e la disponibilità di acqua potabile.Per questo all’interno del distretto è stato anchecostruito un pozzo, molto atteso dalla popolazione.In Etiopia Medici con l’Africa Cuamm sostiene unastrategia di espansione dei servizi sanitari. Finora,

grazie anche al contributo della onlus Uno per Cento sono statiaperti tre centri di Salute che coprono il fabbisogno di circa15.000 persone. Per servire tutto il distretto di Wolisso, con unapopolazione di 311.000 abitanti, ne servirebbero altri 100. Unteam di Sanità Pubblica è operativo da più di un anno e assicuraregolari attività di medicina preventiva e curativa in 4 comuni.Offre inoltre supervisione e supporto tecnico agli operatori sanitaridi villaggio già impiegati nel progetto.

TANZANIAPROGETTO SULLA SALUTE MATERNO-INFANTILE

Il Distretto di Iringa si trova a circa 10 ore di macchina da Dares Salaam, la capitale della Tanzania. Ha una popolazione di260.000 persone, come una delle nostre cittadine. Molto diversi

sono invece i servizi sanitari a disposizionedegli abitanti. In Tanzania, 8.000 donnecirca muoiono per complicazioni duranteil parto o la gravidanza. È in questocontesto che si inserisce il lavoro di Medicicon l’Africa Cuamm. Lo scorso 23 luglio,ad Iringa si è svolta la cerimonia inaugurale

del progetto che mira a migliorare la salute materno-infantiledell’area coinvolta. Il progetto ha come obiettivo il sostegno aiservizi sanitari, in particolare quelli materno-infantili e di contrastoalle epidemie (Aids, malaria e tubercolosi). L’intervento dureràtre anni ed è finanziato dalla Cooperazione Italiana allo Sviluppoe dalla Cei. All’inaugurazione hanno partecipato anche le autoritàsanitarie locali, che hanno ringraziato Medici con l’Africa Cuammper l’impegno assunto, confermando che si attendono grandirisultati di miglioramento nella salute da questo nuovo progetto.

UGANDALANAZIONALECANTANTI ENICCOLÒFABI IN VISITA

Il 20 luglio è partita una missione congiunta di NazionaleCantanti e Medici con l’Africa Cuamm che ha portato il cantante

Niccolò Fabi in visita ai progetti dell’ong inKaramoja, una delle aree più povere dell’Uganda.La missione ha dato l’avvio a un percorso di colla-borazione con Niccolò Fabi e la Nazionale che hal’obiettivo di far conoscere l’Africa, le sue ricchezzee i suoi bisogni all’opinione pubblica italiana

e internazionale, favorendo il coinvolgimento attivo della societàcivile nella difesa del diritto alla salute. Quello in collaborazionecon Medici con l’Africa Cuamm si aggiunge infatti ai numerosiprogetti già sostenuti (nel corso dei suoi 27 anni d’attività) dallaNazionale Cantanti nel continente africano. Con l’associazione,da sempre sensibile alla situazione dell’Africa e dei Paesi in viadi sviluppo, abbiamo condiviso finalità e progetti per il futuro.

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MANDELA, LEADER AMATOEMARCHIO DI SUCCESSO

FOCUS

Grandi icone contemporanee, solo che inquesti due casi si tratta di culti post mortem,mentre Madiba è ancora in vita.

ogni adolescente sa, per averlo letto neiromanzi di harry Potter, che cos’è un hor-crux. Se ne parla anche nel quinto film del-la serie, uscito quest’estate: è una magiaoscura, grazie alla quale si può incorporareun pezzo della propria anima in un oggetto,

garantendosi l’immortalità. Voldemort, ilcattivo dei cattivi, lo ha fatto sette volte. AMandela, che cattivo non è, lo hanno fattocentinaia di migliaia di volte. la sua anima,la sua idealità, quello in cui ha creduto,quello per cui ha lottato, è stato sbriciolato,sparso, polverizzato in milioni di tazzine emagneti in vendita sulla bancarelle, che neriproducono i lineamenti e che gli sopravvi-veranno nelle cucine e nei tinelli dei ben-pensanti politicamente corretti, ma ne an-nientano il messaggio di resistenza, di lottae di liberazione. Auguriamo al novantunen-ne Madiba lunga vita, ma dentro di noi te-miamo che egli sia già morto. R

EUTERS/MIKEHUTCHINGS

DI PIETRO VERONESE GIORNALISTA DI REPUBBLICA

Pretoria, Sudafrica.

ENRICOBOSSAN/èAFRICA

rie: la sua fondazione, il Mandela ChildrenFund, e simili. Fu per questo che volentierisi prestò ad iniziative di fund raising.

oggi Nelson Mandela è un brand, unmarchio che vende a pieno ritmo in tutto ilmondo. A dicembre uscirà il secondo o terzofilm che lo mette in scena, questa volta im-personato da Morgan Freeman, per la regiadi Clint Eastwood. la sua faccia campeggiasulla copertina di svariati libri più o menobiografici, ma anche su tazze, francobolli,monete, saliere, t-shirt e altra oggettistica dasouvenir inclusi i magneti per lo sportello delfrigorifero e bambole tipo matrioska. un po’come Che Guevara, un po’ come lady diana.

Ai NoStRi tEMPi ANChE i VAloRi più su-premi e preziosi diventano merce. omeglio, il mercato cerca (solitamen-te con successo) di farne una merce.

l’eroismo diventa un buon film; il sacrariodi una battaglia per i diritti umani una me-ta turistica; e di un grande uomo, un gran-de campione della libertà, si fa un promoterstraordinario per ogni sorta di mercimonio.Questa è la sorte di Nelson Mandela, il cuinovantunesimo compleanno è stato cele-brato in luglio a New York: l’anno scorso alondra, quest’anno in America, comunquesempre su una piazza a visibilità globale,mentre l’anziano Madiba non si muove piùda casa sua. un compleanno che è stato ri-cordato dalle cronache soltanto per il fattoche Carla Bruni ha deciso di rompere la suapromessa di première dame tornando a can-tare in pubblico. Suprema abilità degli ad-detti stampa, capaci di “rubare” a fini proprieventi altrui.

la trasformazione di Nelson Mandela inuna merce da spettacolo, di quest’uomo incarne ed ossa (che carne, che ossa!) in“evento”, cioè in qualcosa di immateriale edi vendibile, è un fenomeno al quale eglistesso ha attivamente collaborato. tornatolibero nel febbraio del 1990, sapendo di go-dere ancora di una salute eccezionale con-siderata la sua biografia, l’allora quasi set-tantaduenne Madiba, a un’età alla quale lamaggior parte degli umani ha già vissuto edè in pensione, programmò accuratamentela vita che gli restava. Si candidò alla presi-denza dello Stato e come previsto vinse;svolse il suo mandato sempre affermandoche non si sarebbe ricandidato, e così fece.A ottant’anni lasciò ogni carica e si ritirò avita privata, circondato da una fama e daun affetto che abbracciavano l’intero piane-ta. Mantenne solo le sue attività umanita-

Oggi Nelson Mandela è unbrand, un marchio chevende a pieno ritmo in tuttoil mondo. Ma ne annientail messaggio di resistenza,di lotta e di liberazione.

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FOCUS

Nel 2010 il Sudafricaospiterà la Coppa delmondo di calcio.In quell’occasione il paesesarà sotto i riflettori delmondo intero e con essoil suo padre della patria,Nelson Mandela, la cuifigura travalica i confininazionali e occupa a pienodiritto un posto tra i grandidella storia. Al nomedell’anziano Madiba – questol’appellativo tribale conil quale è affettuosamentechiamato – sono dedicatinel suo paese una baia,un ponte, una casa,una piazza, un teatro e unostadio (in quest’ultimo,a Port Elizabeth, sigiocheranno alcuni incontridei Mondiali). Vie, piazze,viali Mandela figurano nellatoponomastica di unatrentina di paesi. Ultima inordine di tempo a dedicargliuna strada è stata Nablus,in Palestina. Meno diffuse,ma pure presenti, sono lestatue (a Londra ce n’è unain Parliament Square).Onnipresente è l’oggettisticache lo raffigura e costantela guerriglia legale condottadalla Nelson MandelaFoundation contro la mareadi contraffazioni e usi nonconsentiti della suaimmagine. L’anno scorsoè stata respinta la richiestadi usare il suo nome peruna campagna pubblicitariaper il Viagra, così comequella di dedicargliuna varietà di rosa. La lottacontinua.

Un uomo con il tatuaggiodi Nelson Mandelaall’altezza del cuore partecipaai festeggiamentiper il 91° compleannodello storico presidentea Cape Town.

SCHEDAPER CAPIRE

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SFONDARE, NEL 2007, è stato MalikSidibé, considerato uno dei piùimportanti riferimenti della fotografiacontemporanea. La Biennale dell’Artedi Venezia si era aperta con la scopertadell’Africa, riservando per la prima voltaun padiglione agli artisti che operanoin questo continente, e aveva chiusoi battenti consegnando al 74enne artistamaliano il Leone d’oro alla carriera.Quest’anno, alle Corderie dell’Arsenalea Venezia, l’Africa irrompe in scena conla gigantesca istallazione di PascalMarthin Tayou, artista camerunese chenel 2005 ha collaborato con la campa-gna “Con l’Africa” di Medici con l’AfricaCuamm. Tayou catapulta lo spettatoreall’interno di un villaggio africano, dovepalafitte di legno e cartone convivonocon proiezioni video. Il colore avvolgee il rumore di sottofondo, di gente chelavora, discute, sorride o piange, attraee al contempo disturba. Accanto alla

festa di colori e vita,i grandi sacchi di polverinabianca su cui si legge lascritta “cocaina colour”sono il richiamo allarmantea una nuova malattia sbar-cata nel continente, il traf-fico internazionale delledroghe, che utilizza comesnodo l’Africa dell’Ovest.Nell’arsenale si incontranoopere di artisti africani

già noti al pubblico internazionale.Ci sono le tele e le sculture del tanza-niano George Lilanga, scomparsonel 2005 e creatore dei coloratissimi“shetali”, ironici spiritelli che si infil-trano nelle maglie della vita quotidiana.C’è l’artista ghanese El Anatsui che hasedotto Venezia durante la precedenteedizione con le sue incredibili e raffi-nate tessiture metalliche realizzatecon i tappi di bottiglia. Ma c’è anchela città immaginaria e coloratissima delgiovane artista sudafricano MoshekwaLanga, dove i rocchetti di filosi trasformano in grattacieli.Nello spazio espositivo della Biennale,il vento di creatività che viene dall’Africae che ispira da sempre arte e modanel resto del mondo è ormai sottogli occhi di tutti.

QUANDO & DOVEFino al 22 novembre a VeneziaON-LINEwww.labiennale.org

L PROGETTO SI CHIAMA AFRO, acronimodi Africa e Roma, e ha preso il viada poco con l’obiettivo di rilanciarenel mondo dell’informazione europeae italiana le voci di media e dei giorna-listi africani. Si tratta di un’iniziativaeditoriale con due rami: un portalein inglese sull’Africa, “Afronline”,realizzato dal settimanale “Vita nonprofit” in collaborazione con novepartner africani, e un notiziariosull’Africa, “AgiAfro”, trasmesso ognigiorno dall’agenzia di stampa Agi.Afronline è un portale che ha l’obiettivodi «rilanciare in Europa la vocedell’Africa» grazie ai suoi partner :media o network di media creatisia da società imprenditoriali cheda fondazioni non profit con sedenel continente africano.Il notiziario dell’Agi punta invecead aumentare la quantità e qualitàdi notizie sull’Africa in Italia, a partiredalle agenzie, che rappresentanola fonte primaria dell’informazione.Un aspetto chiave del progettoeditoriale è la formazione. Nei prossimidue anni redazioni di giornali in Italiaospiteranno per degli stage formativigiovani giornalisti africani.

ON-LINEwww.afronline.orgwww.agiafro.it

L DIARIO DI UN’ADOLESCENTE può esserelo specchio del mondo. È il casodelle pagine scritte dalla quindicenneLoriane K., fuggita dall’Angola nel2000 insieme ai suoi genitori, allasorella maggiore Linda e al fratellinoJoao. Esiliati politici, una storia cometante. La famiglia vive in Francia persette anni nel limbo della clandestinitàprima di ottenere la regolarizzazione.E Loriane, studentessa brillante cheora frequenta il liceo, scrive. Confidaal suo diario la paura di esseredenunciata, espulsa, separata daisuoi familiari, la mancanza di soldi,le infinite trafile burocratiche,le speranze e le delusioni, l’imbarazzo

e la “diversità” della suacondizione di clandestina.Ma anche la vita di tuttii giorni di una ragazza dellasua età: la scuola, le amiche,gli amori, i litigi con la sorella.E gli esempi di solidarietà, piùnumerosi di quanto si pensi.Non è un romanzo, l’editorelo classifica come un docu-mento. Ma, come tale,

si lascia leggere e aiuta a guardareall’immigrazione da un’altraangolazione. Un libro per tutti,di questi tempi. Ma specialmenteper i coetanei italiani di Loriane.

TITOLOClandestinaAUTORELoriane K.INFOEpoché 2009, pp. 288, 16,50 euro

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SEGNA IN AGENDA

MOSTREALLA BIENNALE DI VENEZIAIRROMPE L’AFRICA

SITIPIÙ AFRICA IN ITALIA,A PARTIRE DALLA RETE

LIBRIQUANDO L’AFRICAÈ “CLANDESTINA”

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ÈL’ARTISTA CHE USA I TESSUTI PARLANTI.Yinka Shonibare, di origine nigerianama nato a Londra, è diventato famosoper i suoi manichini rivestiti di stoffeafricane attraverso i quali riescea raccontare l’incontro e scontrofra le culture, il colonialismo e post-colonialismo, la disabilità che sfidala “normalità”. Sulle scene dell’artecontemporanea già da diversi anni,Shonibare quest’anno ha incassatoun altro successo: il Brooklyn Museumdi New York gli ha dedicato unaretrospettiva e a novembre le sue operetrasmigreranno al Museum of AfricanArt della Smithsonian Istitutiondi Washington. «A causa di unamalattia che l’ha lasciato parzialmenteparalizzato, la testa di Shonibareè leggermente piegata verso sinistracome se la sua enorme capigliaturaa trecce la facesse pendere da unaparte» ha scritto il New York Times,«o come se cercasse in questo mododi guardare la realtà con uno sguardodiverso». La sua arte è stata definita«visionaria» e la sua capacitàespressiva «straordinaria» dal direttoredel Brooklyn Museum. Shonibare – chea 18 anni è rimasto completamenteparalizzato a causa di un’infiammazionedella colonna vertebrale e poiha gradualmente re-imparatoa camminare – ha detto: «Tutte le cose

che si supponevadovessero esseredei limiti per mesono diventateuna mia risorsaimprescindibile.Sto parlando dellarazza e delladisabilità. Sono

considerate in modo negativo dallanostra società. Ma sono precisamentele cose che mi hanno liberato».

DOVE & QUANDONew York, Brooklyn Museum e Museumof African Art of the SmithsonianIstitutionDal 26 giugno a fine novembreON-LINEhttp://www.brooklynmuseum.orghttp://africanart.si.edu

O STUDIO PICTOON, NATO A DAKAR 11 annifa, ha lanciato la sua sfida: «Creareun’industria del cartone animato inAfrica», capace di fare concorrenzaall’Europa. Ad oggi Pictoon ha formatoun centinaio di giovani disegnatorie animatori e rappresenta una delle piùimportanti strutture di produzione dicartoni animati dell’Africa Occidentale.È uno studio di tipo industriale, cherisponde agli standard internazionalidecisi dalle grandi emittenti televisive,anche per quello che riguarda«la qualità dell’immagine, il ritmodell’animazione e la fattura delprodotto». Sono un centinaio i tecniciche collaborano in forma occasionalecon la struttura, mentre i giovani chelavorano a tempo pieno nel disegnoo nell’animazione sono una decina.Lo studio produce anche videopubblicitari e istituzionali. Il lavoro piùnoto di Pictoon è “Kabongo le griot”

(2000), co-prodotto conCanal France international(CFI). Si tratta di unaserie in 13 episodi cheracconta le avventuredel cantastorie Kabongoe del suo compagno,la scimmia Golo, in giroper il mondo alla ricercadi un allievo a cui

insegnare l’arte della narrazione.L’orgoglio di Pictoon è però “DiabouNdaw”, una serie di animazione chelo studio ha ideato per Makéna Diop,regista senegalese che vive in Francia.Racconta la storia di un’eroinaafricana, Diabou Ndaw, e il primoepisodio della serie è stato presentatoquest’anno al Festival di Cannes.«L’Africa è ricca di storie da raccontare,ma manca dei mezzi finanziari persviluppare l’industria di animazione»sintetizza il fondatore Pierre Sauvalle.Il paradosso è che il film “Kirikùe la Strega Karabà”, realizzato dalfrancese Michel Ocelot e prodottoin Europa, è stato uno dei più grandisuccessi di cinema di animazionesull’Africa. Un successo che alimentail desiderio dei disegnatori di Pictoondi sbarcare con i loro prodotti sulmercato europeo.

VIDEOPer vedere il cartoon “Diabou Ndaw”:www.dailymotion.com

ARTEL’ARTISTA NIGERIANODAI TESSUTI PARLANTISBARCA A BROOKLYN

TELEVISIONEIN ARRIVO ICARTOONSMADE IN AFRICA

DI EMANUELA CITTERIO GIORNALISTA

PER IL TERZO ANNO CONSECUTIVO Taorminasi propone come ponte fra l’Europae l’Africa. Chiamati all’appello dallaFondazione Banco di Sicilia, uominidi governo, imprenditori, scienziati,economisti e osservatori internazionaliprovenienti da ogni parte del mondo,si riuniranno nella città sicilianal’1 e il 2 ottobre per l’edizione 2009del forum “Lo sviluppo dell’Africa:un’opportunità per l’Europa, perl’Italia e per la Sicilia” realizzato conil supporto di The European House -Ambrosetti. L’ambizione del forumè di diventare negli anni una Cernobbiodel Sud, un meeting di riferimentoper le imprese italiane che voglionoinvestire nel continente africano.«Lo scopo è quello di dar vitaa un momento di incontro periodicodove la leadership africanaed europea possano incontrarsi perparlare concretamente dello sviluppodelle relazioni strategiche fra i duecontinenti e individuare nuove possibilioccasioni di business in gradodi coinvolgere player internazionali»spiega Giovanni Puglisi, presidente dellaFondazione Banco di Sicilia. «All’Italia,e ancor più alla Sicilia, il compitodi porsi come trait d’union, comemediatore fondamentale per futureavventure imprenditoriali». La Fonda-zione Banco di Sicilia ha stanziato6,5 milioni di euro con i quali sta finan-ziando anche lo start-up di tre progettidi sviluppo in Africa: l’agenzia Senghorper i talenti africani, con l’obiettivodi offrire formazione universitariae specialistica a studenti africani,un progetto di telemedicina in collabo-razione con la comunità di Sant’Egidioper rafforzare il progetto Dream di lottaall’Aids e la creazione di un parcoagroalimentare in Zambia e Uganda.

DOVE & QUANDOTaormina, Sicilia1 e 2 ottobre

APPUNTAMENTIA TAORMINA UN FORUMPER FARE AFFARI CON L’AFRICA

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CANTIERE CUAMMEMIOFRATELLOÈAFRICANOLEOPEREVINCITRICI

UN GRuPPo di BAMBiNi oRFANi posanoper una foto e abbracciano una gio-vane ragazza bianca. È l’immagineche il popolo del web ha scelto co-

me vincitrice della performance creativaMio fratello è Africano. la campagna aveval’obiettivo di sensibilizzare e mobilitare igiovani su temi come la fratellanza e la con-divisione con le popolazioni africane. GiadaSchiavon, autrice dell’immagine vincitrice,spiega: «la foto è stata scattata mentre mitrovavo nell’orfanotrofio Madre ippolita, inKenya, dove l’anno scorso ho fatto un mesedi volontariato. il calore e l’affetto dei bam-bini, ma anche la sofferenza e la povertà,mi hanno lasciato il desiderio di tornare inAfrica. Per questo ho partecipato all’inizia-tiva ed ho chiesto a tutti i miei amici e co-noscenti di votarmi». Giada ha visitato, dal17 al 31 luglio, i progetti di Medici conl’Africa Cuamm in tanzania.

grafica pubblicitaria e della comunicazio-ne, in gran parte provenienti dalla com-munity di Zooppa.

Grandi emozioni quindi, con un occhioben fisso però sul significato profondo del-la campagna. «Pronunciare oggi Mio fratel-lo è Africano ha un valore grandissimo»,spiega don luigi Mazzucato, direttore delleRelazioni esterne di Medici con l’AfricaCuamm, «soprattutto se viene pronunciatodai giovani. A causa delle ondate migrato-rie e degli interessi di persone senza scru-poli, il Mediterraneo sta diventando ungrande cimitero. dobbiamo reagire e grida-re il nostro sdegno contro questa disumani-tà. Non possiamo stare a guardare morirenel silenzio tanti nostri fratelli africani».il cammino di Medici con l’Africa Cuamm,d’altra parte, non si ferma. il prossimo ap-puntamento è per l’autunno con una nuovaedizione di Padova con l’Africa.

Ma non è stata l’unica vincitrice nelcontest di Mio fratello è Africano. la giuriadi qualità, formata da Enrico Bossan, di-rettore artistico di Colors e Renzo di Ren-zo, presidente della Fondazione “ClaudioBuziol”, ha selezionato altre dieci opere trale più efficaci dal punti di vista stilistico ecomunicativo.

una grande soddisfazione per i tantipartecipanti, professionisti e amatori della

L’iniziativa è in collaborazione con: Circolo The last Tycoon, Collegi universitaricattolici di Padova e Rete senza frontiere; ha come media partner, Radio Bue.La consulenza teatrale è ad opera de Linutile. È realizzata con il contributo di: Esudi Padova, Banca Etica, Cassa di Risparmio del Veneto.

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ARCHIVIO

CUAMM

REARE uNA REtE GRANdE quanto l’ita-lia che diventi il cuore pulsante perl’Africa. È l’obiettivo che si è postaMedici con l’Africa Cuamm con la

creazione del nuovo settore operativo Rela-zioni con il territorio e Fundraising. Attivarepersone, istituzioni, associazioni, parroc-chie e imprese per il diritto alla salute del-la popolazioni africane.

l’obiettivo è ambizioso, lo sappiamo.Nel 2007 Medici con l’Africa Cuamm ha ri-formulato e rivisto il proprio impegno: de-finendo il piano strategico 2008-2015. uninsieme di idee, principi, obiettivi e valoriche vogliamo diffondere in italia, oltre chein Africa: newsletter, sito internet, eventi,mostre. Sono tanti gli strumenti che già esi-stono e che vogliamo migliorare per comu-nicare la nostra missione.

Accanto a questo sforzo costante dell’or-ganismo nell’aumentare la visibilità e nelsensibilizzare le persone, abbiamo ritenutodi non cercare una competizione diretta, dimercato, con altre associazioni dagli investi-menti di budget e con notorietà ben diversi.Preferiamo, restando fedeli alla nostra mis-sion, intraprendere strade diverse, che valo-rizzino il capitale umano che Medici conl’Africa Cuamm è riuscita ad attivare in tut-ti questi anni, per mettere in comunicazionepersone, gruppi e associazioni che condivi-dono la battaglia contro le disuguaglianzenell’accesso alle cure e per il diritto alla sa-lute delle popolazioni africane. i nodi diquesta rete esistono già, centinaia i volon-tari partiti per l’Africa, migliaia i sostenitoriin ogni parte d’italia. il nostro compito èmetterli in contatto e fornire strumenti esupporto per diventare voce e faccia del-l’Africa nel nostro paese. in ogni provinciad’italia vorremo avere un referente. in alcu-ne vi sono già dei gruppi costituiti; le altresono in attesa di qualcuno che ci creda e ciaiuti. Se pensi di essere tu, contattaci.

Jacopo Soranzoper info: [email protected]

ASIAGOALTOPIANO SOLIDALESono tante le attività che in questa estate hanno visto protagonista Medici con l’Africa Cuammsull’Altopiano di Asiago. Il 12 luglio, grazie alla disponibilità e l’aiuto di don Roberto Bonomo e deisoci del gruppo missionario di Asiago, il direttore don Dante Carraro ha presentato l’impegnoe il lavoro di Medici con l’Africa Cuamm nelle Messe celebrate nel Duomo di San Matteo ad Asiago.Cuamm con Sara per l’Africa ha portato la testimonianza di alcuni soci nel corso delle celebrazionieucaristiche di Enego e frazioni, il 18 e 19 luglio. Il 9 agosto l’associazione ha organizzato,insieme ad altre del territorio, la Giornata del Volontariato di Foza: il ricavato è stato devolutoai progetti di Medici con l’Africa Cuamm sostenuti dal gruppo Cuamm con Sara per l’Africa.Tra gli altri, l’intervento di ristrutturazione del dipartimento ortopedico dell’ospedale di Wolissoin Etiopia, unica realtà che offre prestazioni specialistiche di buon livello alla popolazione locale.

SIENAUNA COLLABORAZIONE CHE DÀ FRUTTISi è chiuso l’anno accademico all’Uganda Martyrs University di Nkozi. 70 gli studenti che hannocompletato il master e il diploma in Gestione dei Servizi Sanitari, percorsi formativi sostenutida Medici con l’Africa Cuamm. Per assicurare continuità a questo impegno è stata presentataalla Fondazione Monte dei Paschi di Siena e alla Regione Toscana una richiesta di finanziamenti.Nella sfida progettuale lanciata da Medici con l’Africa Cuamm la formazione è un mezzo e nonun fine e rientra in una strategia di lungo periodo che ha l’obiettivo di migliorare le performancedei servizi sanitari ugandesi e la diffusione di metodologie di lavoro attente alla qualità, all’effica-cia e all’efficienza delle cure. Un bilancio dei risultati raggiunti da questa collaborazione saràtracciato nel corso di una giornata di riflessione (“La formazione per lo sviluppo. Primi risultati diuna collaborazione”) organizzata da Medici con l’Africa Cuamm per il 16 ottobre a Siena.Maggiori dettagli saranno disponibili sul nostro sito internet www.mediciconlafrica.org

NORD/OVESTPROSEGUE L’IMPEGNO DEI GRUPPI SUL TERRITORIOIl gruppo Piemonte ha organizzato iniziative sul fronte della formazione e della sensibilizzazione,come la serata musicale Sonoria a Biella. Per l’autunno è in programma un corso sul ruolo degliinfermieri e una lezione sulla salute globale all’Università di Torino (27 settembre). Il gruppo diLecco ha partecipato a Manifesta 2009, la fiera delle organizzazioni non profit della provincia.Durante l’assemblea di fine anno calcistico l’Inter Club Kayunga (legato al Gruppo di Como) halanciato le iniziative per la prossima stagione. Da segnalare in settembre l’arrivo in Italia di unadelegazione di ragazzi ugandesi per partecipare a un meeting degli Inter Club sparsi per il mondo.

UNA RETE ITALIANAPERL’AFRICA

MEDICI CON L’AFRICA CUAMM NEL TERRITORIO

Sapori, suonie voci dell’Africa,serata in favoredi Medici conl’Africa Cuamm.Pergine Valsugana,martedì 19 maggio.

E RETE CUAMM

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VISTO DA QUI

A StAMPA itAliANA, iNGuARiBilMENtE PRoViNCiAlE, hA SEGuito PASSo PASSo la visita diBarack obama all’Aquila, cercando di individuare ogni minimo segno di ap-provazione o disapprovazione nei confronti di Berlusconi. obama, però, ha usa-to il suo discorso per ribadire che «le sfide del nostro tempo minacciano la pa-ce e la prosperità di ogni nazione», che «la minaccia del cambiamento climaticonon può essere fermata dalle frontiere» e che «le azioni irresponsabili da partedi pochi hanno alimentato una recessione che colpisce l’intero pianeta, mentrel’aumento dei prezzi del cibo significa che 100 milioni di nostri concittadini cadranno in una po-vertà disperante».

Ancora una volta, obama ha mostrato di essere l’unico leader mondiale all’altezza della si-tuazione, non solo in confronto a quella caricatura da basso impero che è diventato il governo ita-liano, ma anche rispetto a seri uomini politici come Angela Merkel o Gordon Brown, che hannofin qui fatto semplici scongiuri per allontanare la crisi.

Barack obama è andato recentemente anche ad Accra, inGhana, dove ha sottolineato come molte cose siano cambiate inAfrica, negli ultimi anni, ma come il continente sia ancora af-flitto da piaghe che solo gli africani possono risolvere: «Nessunpaese», ha detto, «può creare ricchezza se i suoi leader sfrutta-no l’economia per arricchirsi personalmente, se la polizia vienecorrotta dai trafficanti di droga. Nessun imprenditore vuole in-vestire in posti dove il governo si prende il 20% dei profitti, o icapi delle dogane portuali sono corrotti. Nessuno vuol vivere in

una società dove la legge deve cedere il passo alla brutalità e alla corruzione. Questa non è demo-crazia ma tirannia, anche se occasionalmente si fanno elezioni. Questo stile di governo deve finire».

Al contrario di George W. Bush, che pretendeva di esportare la democrazia con le bombe,obama ha sottolineato che «la verità essenziale della democrazia è che ogni nazione determinail proprio destino». Ma ogni popolo deve prendere in mano le proprie sorti e creare istituzioni «ef-ficienti, affidabili e trasparenti» che sono la chiave per ogni successo. Nell’ordine: «parlamentiforti, forze di polizia oneste, giudici indipendenti, una stampa indipendente, un settore privatodinamico».

il mondo spera che l’Africa si dimostri all’altezza della sfida e che i suoi cittadini si organizzi-no per costruire democrazie basate su questi cinque punti. Noi, però, potremmo approfittare del-l’occasione per chiederci se l’italia passerebbe il test dei cinque criteri di obama. Purtroppo, la ri-sposta è che soltanto il secondo punto (forze di polizia oneste) è una caratteristica del nostropaese, mentre certamente non abbiamo un parlamento “forte” (visto che la maggioranza lo hariempito di indagati e di soubrette), che i nostri giudici sono indipendenti ma proprio per questoattaccati ogni giorno dal capo del governo e, infine, abbiamo una “mezza” stampa indipendenteperché cinque canali televisivi su sei, una buona parte della stampa quotidiana, il più diffuso set-timanale e la più grande casa editrice sono di proprietà del Presidente del Consiglio. Ci resta an-cora un “settore privato dinamico” benché l’economia sembri sempre più strettamente controlla-ta dal ministro del tesoro. Forse non è solo lampedusa che è vicina all’Africa, ma anche esoprattutto Roma.

OBAMA AD ACCRALE SFIDE PER L’AFRICA (E L’ITALIA?)

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In Ghana, Obama ha sottolineato che«La verità essenziale della democrazia è cheogni nazione determina il proprio destino».Ma ogni popolo deve prendere in mano leproprie sorti e creare istituzioni «efficienti,affidabili e trasparenti» che sono la chiaveper ogni successo.

DI FABRIZIO TONELLO UNIVERSITÀ DI PADOVA

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BISOGNI INPRIMOPIANOE COME PUOI AIUTARCI

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ANGOLAVOLONTARI IN SERVIZIO: 13Luanda: lotta alla tubercolosi.Uige: le attività vanno dalla formazionedel personale, alla riabilitazionedegli ospedali di Damba e Maquela.Chiulo: la presenza nell’ospedaleoffre assistenza continuativa ai malati.Si sta potenziando l’interventonel territorio con le vaccinazionie il controllo dell’Hiv/Aids.CON 75 € GARANTISCIUN TRATTAMENTO COMPLETOCONTRO LA TB

ETIOPIAVOLONTARI IN SERVIZIO: 6Wolisso: l’ospedale di Wolisso garantisce la salute pubblica nel territorio.CON 50 € PUOI OFFRIRE UN VACCINO A 50 BAMBINI

MOZAMBICOVOLONTARI IN SERVIZIO: 17Beira: formazione in Università e presenza in ospedale.Moma: il progetto prevede la riabilitazione dell’ospedale e di alcuni centridi salute; il miglioramento delle cure offerte; la prevenzione nel territorio.Alua: ogni anno ad Alua vengono formate 25 ostetriche di livello base.CON 1.500 € GARANTISCI UNA BORSA DI STUDIO, PER UN ANNO,A UNO STUDENTE DI MEDICINA

KENYAVOLONTARIIN SERVIZIO: 1Nyahururu:cura delle personedisabili e laboratoriodi analisi per l’Hiv.CON 15 € COPRI LE SPESEPER 15 TEST PER L’HIV

TANZANIAVOLONTARI IN SERVIZIO: 13Regioni di Iringa e Morogoro: attività clinica e gestione ospedalieradiagnosi e cura della Tb e dell’Aids.CON 150 € PUOI ASSICURARE LA TERAPIA CONTRO L’AIDS,PER UN ANNO, A UN MALATO

SUDANVOLONTARI IN SERVIZIO: 7Yirol: dopo la riapertura dell’ospedale, comincia la fase di mantenimentodei servizi sanitari offerti.CON 100 € FORNISCIMATERIALE SANITARIO,PER UNA SETTIMANA,A UN OSPEDALE

UGANDAVOLONTARIIN SERVIZIO: 23West-Nile: assistenzatecnica ai servizi sanitaridiocesani; trattamentodei malati di Tb; curadelle persone con disabi-lità; costruzione di unaclinica per l’Hiv/Aidsa Nebbi: sono questi alcunidegli ambiti d’intervento.Karamoja: oltreall’assistenza tecnicaalla direzione sanitariae ai servizi diocesani,si stanno riabilitandoalcuni centri di salute.Regione Centrale:nell’ospedaledi Naggalama garantiamoun sostegno amministra-tivo e gestionale;l’appoggio alla clinicadell’Hiv/Aids; la riabilita-zione di alcuni reparti.Oyam: lotta della mortalitàneo-natale e maternae miglioramentodell’accesso ai servizidi salute riproduttivadegli adolescenti.Nkozi: continual’appoggio all’UgandaMartyrs University.CON 68 € ASSICURIUN PARTO CESAREOA DUE MAMME

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* dato aggiornato al 03.08.09

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Con un lascito testamentario nei confronti di Medici con l’Africa Cuammcredi nelle possibilità del futuro.

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