Rassegna Stampa di mercoledì 5 marzo 2014 · Rassegna Stampa di mercoledì 5 marzo 2014 SNALS /...
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Rassegna Stampa di mercoledì 5 marzo 2014
SNALS / CONFSAL il Sole 24 Ore 05/03/2014 CALCOLATORE ARAN PER I CONTRATTI LOCALI DI REGIONI E
COMUNI Il Giorno - Ed. Lodi-Crema-Pavia
05/03/2014 POSTI LETTO DA ACCORPARE, E' GUERRA
Il Messaggero - Ed. Latina 05/03/2014 DIPENDENTI PUBBLICI SENZA AUMENTI LA VICENDA FINISCE ALLA CONSULTA
Il Piccolo 05/03/2014 MINICROCIERA A MARANO La Voce di Romagna Ravenna Faenza Lugo & Imola
05/03/2014 "IL BLOCCO DEGLI STIPENDI DISCRIMINA ALCUNI DIPENDENTI PUBBLICI SU ALTRI"
Informazione.it 04/03/2014 TRASPORTI, CONTINUA LA PROTESTA DEGLI AUTISTI SAB Italia Oggi 05/03/2014 GOVERNO RENZI, LE RIFORME DA FARE Testate on line 05/03/2014 ARTICOLI PRESI DAL WEB Scuola, Formazione, Università, Ricerca Italia Oggi 05/03/2014 DIRITTO & ROVESCIO Avvenire 05/03/2014 Int. a G.Vaciago: VACIAGO: UNA RIFORMA AL MESE? MEGLIO
UN PIANO QUINQUENNALE RENZI APRA I CANTIERI NELLE SCUOLE
Corriere della Sera - ed. Milano
05/03/2014 SCUOLE DA RISTRUTTURARE "LA LISTA PER RENZI? ECCO LE PRIORITA' "
Il Fatto Quotidiano 05/03/2014 SCUOLA, VIAGGIO IN UN PIANETA DESOLATO il Giornale - ed. Milano 05/03/2014 RENZI VUOLE RIFARE UNA SCUOLA IL COMUNE GLI TIRA LE
ORECCHIE Il Giornale d'Italia 05/03/2014 MARINO PROMUOVE LA SCUOLA GAY il Mattino 05/03/2014 INNOVAZIONE E COMFORT AL SERVIZIO DELLA SALUTE la Gazzetta del Mezzogiorno 05/03/2014 BIMBI IN LISTA D'ATTESA IN QUATTRO MATERNE Pagina99 05/03/2014 IL PROGETTO-SCUOLE DI RENZI PARTE INCERTO Roma 05/03/2014 AUSILI DIDATTICI PER DISABILI, ARRIVA IL VIA LIBERA il Sole 24 Ore 05/03/2014 IL ROBOT DI PISA CONQUISTA I FRANCESI il Sole 24 Ore 05/03/2014 UTILITY, IL FUTURO E' NEI SERVIZI la Repubblica 05/03/2014 "SPARISCA PER FAVORE" BUFERA SUI GIUDIZI ALLE ABILITAZIONI-
TRUFFA la Repubblica 05/03/2014 LA BATTAGLIA DI PIER "IO, PRIMO LAUREATO AUTISTICO ESCO
DALLA PRIGIONE DI CRISTALLO" il Mattino 05/03/2014 DIECI ANNI DI TAGLI SISTEMATICI E BLOCCO DELLE ASSUNZIONI
DI GIOVANI il Mattino 05/03/2014 UNIVERSITA' DEL SUD 30MILA STUDENTI DOVRANNO EMIGRARE il Mattino 05/03/2014 CERVELLI IN FUGA, LA REGIONE SBLOCCA 50 MILIONI Tutto Scienze e Tecnologie(La Stampa)
05/03/2014 RIVOLUZIONE ALL'UNIVERSITA' C'E' LA RICETTA A STELLE E STRISCE
il Sole 24 Ore 05/03/2014 CITTA' DELLA SCIENZA, SLITTA LA FIRMA DEL PIANO
la Repubblica 05/03/2014 SOTTOSEGRETARI INDAGATI, M5S VUOLE LA SFIDUCIA CASSON CHIEDE LE DIMISSIONI, DISAGIO NEL PD
Corriere del Mezzogiorno – Campania
05/03/2014 BAGNOLI, LITE REGIONE-COMUNE: SALTA L'INTESA
La Nuova Sardegna 05/03/2014 BINDI: MI APPELLO AL SENSO DI RESPONSABILITA' +++ Economia, Lavoro, Previdenza il Sole 24 Ore 05/03/2014 LAVORO UNDER25, IMPRESE E REGIONI CHIEDONO FLESSIBILITA' il Sole 24 Ore 05/03/2014 MARCHIONNE: IL JOBS ACT NON CI INFLUENZA il Sole 24 Ore 05/03/2014 MENO RISORSE PER FORMARE I BANCARI il Sole 24 Ore 05/03/2014 PIU' PESO AL WELFARE NEL SECONDO LIVELLO il Sole 24 Ore 05/03/2014 RISCHIO MOBILIA' PER I VIGILANTI DELL'ILVA Corriere della Sera 05/03/2014 PIU' DETRAZIONI PER I LAVORATORI DIPENDENTI SUL TAVOLO
DEL GOVERNO la Repubblica 05/03/2014 ADESSO NON SPRECATE QUEI SOLDI PER I GIOVANI MF - Milano Finanza 05/03/2014 PER L'OCCUPAZIONE SI PUNTI SUI NUOVI SETTORI Il Secolo XIX 05/03/2014 "SU QUARTO INTERVENGA LA CORTE DEI CONTI LA ASL
COSTRETTA A UN MUTUO DI 8 MILIONI" il Sole 24 Ore 05/03/2014 INNOVAZIONE UE, ITALIA INDIETRO Corriere della Sera 05/03/2014 LA SCELTA DEL LEADER DI FORZA ITALIA: SE CADE MATTEO E' UN
MALE ANCHE PER NOI la Repubblica 05/03/2014 ITALICUM SOLO PER LA CAMERA BERLUSCONI DICE SI' A RENZI
"MA PALAZZO CHIGI E' IN DIFFICOLTA'"
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Personale .. Fondi decentrati
I Calcolatore Aran per i contratti locali di Regioni e Comuni
Il decreto «salva-Roma» imbarca anche la sanatoria per i contratti decentrati fuorilinea che le Regioni hanno adottato entro i12011 e gli enti locali entro i12012, e che in un numero di casi crescenti, dopo le contestazioni sollevate dalla Ragioneria generale o dalla Corte dei conti, han-
I no rischiato di essere travolti , dalla nullità automatica del; le clausole e dai conseguenti
Il provvedimento di venerdì ferma la tagliola sui vecchi integrativi ma sono molte le intese ancora da verificare
obblighi di recupero con tagli in busta paga ai dipendenti. La nuova regola (si veda anche Il Sole 24 Ore del lO
marzo) blocca la tagliola per gli enti che hanno rispettato il Patto e i tetti alle spese di personale, e chiede un piano di razionalizzazione che riporti l'organico entro le medie nazionali della loro classe demografica (alle Regioni si chiede invece un taglio del 20% nella spesa per i dirigenti e deho% in quella per il personale), ma si occupa anche del futuro.
I recuperi delle somme in eccesso fmite in busta paga
per integrativi siglati dopo gli anni "sanati" potranno essere effettuati in un periodo pari a quello in cui i vincoli sono stati sforati.
Il blocco dei contratti pubblici in vigore dal 2010 (e ora riportato all'attenzione della Consulta dal Tribunale di Ravenna dopo un ricorso della Confsal-Unsa) limita ovviamente i casi di integrativi nuovi nei contenuti, ma nella maggioranza degli enti sono ancora in vigore i vecchi contratti decentrati.
La loro analisi non è semplice, anche perché le interpretazioni sulle norme che limitano la dotazione del fondo non sono univoche: ora l'Aran ha messo a disposizione sul proprio sito (www. aranagenzia.it) un calcolatore excel con cui gli enti possono verificare se i loro contratti rispettano i limiti, ma anche in questo caso c'è un nodo interpretativo: nelle istruzioni sul conto annuale la Ragioneria ha sostenuto che il fondo vada sempre ridotto in proporzione alle cessazioni dell'anno precedente, mentre dalle tabelle Aran sembra che il taglio non vada effettuato se la dotazione è già inferiore a quella del limite 2010 rideterminato in base alla riduzione dei dipendenti.
G.Tr. © RIPRODUZIONE: RISERVATA
Data 05-03-2014 Pagina 23 Foglio 1
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IL GIORNO Lodi Crema Pavia
Data 05-03-2014 Pagina 4 Foglio 1
TENSIONI SULLA RIORGANIZZAZIONE DI NEUROLOGIA, CARDIOLOGIA E PNEUMOLOGIA
Posti letto da accorpare, è guerra Restano le distanze tra la direzione del Maggiore e i s'indacalisti
di TIllANO TROIANELLO per la gestione riferisce il porta~",um_"""u.~.m~"_,u~",··",mU'''''''N~~m''··'"''''''NN",mm,,m,,~"'N ="'LODl- voce del sindacalo _mi S tefan()
. Lazzarini -, l'azienda ha addirit-SI E CONCLUSO con una hllua- tura af}ermato che la proposta è anta nera il "tentativo di rall'redda- com in discussione. In realtà ne mento" delle parti sul possibile uveva già dato notizia alla stampa "assemblaggio" di posti letto in- e non solo». tcnslvi e sub intensivi all'ospedale l\laggiore de! capoluogo. I Il prati-ca la direzione deUa struttura vor- «NELL'AMBITO medico e del l'ebbe creare una "zona" in cui alcuni pazienti di neurologia, cardioIIJb>ia-lInità coronarica e pnellffio]ogi<1 (si paria di 15 posti letto complessivi) non sarebbero più curati 24 ore su 24 da spedalistì, ma solo da rianimatori. E la prospettiva incontra le perplessità e le proteste del sindacato.
personale del comparto la fibrillazione degli operatori più attenti è palpabile anche per la mancanza, tìno ad ora, di protocolli precìsi c condivisi riguardanti le attività dci medici e degli infermieri che si prevede di impiegare - aggi\mge
Anche a livello dì responsabilita tra il medico del reparto che seguirà il paziente nella nuova area inlel1siva, fuori dal proprio repar
na omnicomprensiva stile anni Cinquama. Con l'unica differenza che nel 2014 ì posti letto non sono ammassati in un unico stanzone, ma in più stanzettei>.
«L'AZIENDA fa sapere sel11-pre Lazzaril1i d ha detto anche che nei prossimi giorni invierà alle organizzazioni sinducalì e alle Rsu una in:formativa preventiva in rnerÌw al progetto di futura attivazione (la prima data indìcata pe:r il via al cosiddetto "assemblaggio" era stata quella del 7 aprile). Noi però in !lino questo ravvediamo un comportamento ami sindacale perché è stata data notizia ai giornali prima di qualsiasi infonnazione scritta ai nlppresentanti dci lav01"alori)), Sostanzialmente il sin-
LE PARTI si sono sedUTe attorno a uno stesso tavolo, ma le posizioni sono rimaste distanti. ;,A fronte di un progetto aziendale che sottrae le!!ì e personule (medici e infermieri) al repani e che determinerà difficoltà molto l'esumi
Con fsal-Fials lO, e il medico anestesista che pre- dacato SI e rIservato, sidierà la nuova area imensiva, aIla fine del conlì'onto, ogni uzionulla è chiaro. I repani interessati, ne a tutela degH interessi dei !avoprivati delle loro tempie intensive ratori quando il pmgeuo potrà est: sub-imensive, rischiano di diven- sere valutato nella sua forma scrit
«Non siamo stati avvisati e non vengono chiarite Le eventuali responsabilità»)
tare una sorta di reparto di medid- ta.
CONFRONTO L'ingresso dell'ospedale Maggiore per il quale si sta discutendo un piano dì riorganizzazione (Covolleri)
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LATINA
Dipendenti pubblici • senza aumenti
la vicenda finisce alla Consulta ~ Decisione sul ricorso della t •• mml partito dalla sezione pontina
IL CASO Finisce di fronte alla Corte costituzionale il blocco degli stipendi e dei trattamenti economici - sia quelli fondamentali, sia quelli legati alla contrattazione accessoria - stabilito per legge nel 2010 nell'ambito delle misure urgenti per il contenimento della spesa pubblica. Un'iniziativa partita da Latina con il primo ricorso presentato dalla mrm1l- il sindacato maggiormente rappresentativo negli enti pubblici e leader tra i lavoratori del Ministero della Giustizia - e poi diffuso nel resto d'Italia. Tanto che la decisione di rimettere la materia ei giudici costituzionali arriva dalla sezione lavoro del Tribunale di Ravenna. «E' una questione di rilevanza politica ed economica enorme - dice il segretario provinciale di dm. Quirino Leomazzi - perché si tratta di aumentare o meno gli stipendi ai 3 milioni di dipendenti pubblici che hanno le retribuzioni bloccate dal 2009» . A curare il ricorso per sessanta dipendenti degli uffici giudiziari di Latina - identico atto è stato depositato poi in tutta Italia -l'avvocato Pasquale Lattari che ha chiesto «il riconoscimento
dell'illegittimità del blocco stipendi aie e contrattuale». E mentre Ravenna ha già deciso - la sentenza è del 28 febbraio - il ricorso a Latina è fissato al 15 gennaio del prossimo anno. Il ricorso oltre a sostenere che una norma illegittima vieta ai lavoratori di avere adeguamenti di stipendio, ricorda come essendo andati in pensione diversi dipendenti - solo 20 a Latina - i carichi sono aumentati e quindi si percepisce uno stipendio di fatto inferiore, anche in virtù del ridotto potere d'acquisto e dell'inflazione. «Questo è il vizio principe rilevato dal giudice di Ravenna: a parità di stipendio il lavoro è aumentato - dice Lattari - e questo viola l'articolo 36 della Costituzione». Nella sua ordinanza, inoltre, il giudice Roberto Riverso afferma che «l'inibizione prolungata della contrattazione in ordine all'adeguamento dei trattamenti retributivi, rafforza il dubbio di una conseguente violazione del principio di proporzionalità e sufficienza della retribuzione». Non ha dubbi Quirino Leomazzi: «Il nostro sindacato unico in questi anni ad agire concretamente in favore delle retribuzioni dei dipendenti pubblici ottiene risultati concreti a difesa delle retribuzioni, sia con una forte azione sindacale e politica che con azioni giudiziarie, per la difesa dei diritti dei lavoratori».
Giovanni Del Giaccio © RIPRODUZIONE RISERVATA
Data 05-03-2014 Pagina 40 Foglio 1
TRIBUNALE Il ricorso è partito dai dipendenti pontini
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IL PICCOLO
MINICROCIERA A MARANO •• La" Pensionati di Trieste comunica che sono iniziate le prenotazioni per la gita a Marano Lagunare, aperta a tutti, con minicrociera nella laguna e nel Parco naturale dello Stella e visita ai Casoni. Per informazioni, via Ugo Foscolo 15/c, tel. 040662159, celI. 3335391033.
Data 05-03-2014 Pagina 33 Foglio 1
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Data 05-03-2014 Pagina 13 Foglio 1
IL CASO Salari fermi al 2010: il giudice del Lavoro invia gli atti alla Corte Costituzionale
"Il blocco degli stipendi discrimina alcuni dipendenti pubblici su altri"
Esiste una "rilevante e non infondata" questione di legittimità costituzionale dietro al blocco degli stipendi imposto tra gli altri ai dipen
denti pubblici del ministero della Giustizia. Due in buona sostanza le norme della Costituzione potenzialmente violate: quella che impone pari dignità tra cittadini; e quella che stabilisce che il lavoratore ha diritto a una retribuzione proporzionata a quantità e qualità del lavoro. E' quanto ha rilevato il giudice del Lavoro Roberto Riverso, sospendendo con apposita ordinanza una causa promossa dalla federazione [GmIlIlMH il sindacato più rappresentativo del settore Giustizia, contro lo stesso ministero. E inviando gli atti per competenza alla Corte Costituzionale.
Il sindacato, rappresentato dall'avvocato Pasquale Lattari del Foro di Latina, aveva presentato ricorso per conto di diversi dipendenti del palazzo di Giustizia di Ravenna per - si legge nell'ordinanza del giudice - "il riconoscimento, previo accertamento dell'illegittimità del blocco stipendiale e contrattuale, del diritto a ottenere l'aumento retributivo fermo dal 2010", oltre a un "indennizzo per il danno subìto". Tra le richieste, anche quella di potere partecipare "alle procedure contrattuali collettive". Il ministero si era costituito in giudizio attraverso l'Avvocatura distrettuale dello Stato per sostenere ''l'infondatezza nel merito delle domande" e naturalmente quella della questioni di costituzionalità, oltre ad avanzare alcune eccezioni preliminari.
Il giudice Riverso, dopo avere stabilito che tali eccezioni dovranno essere esaminate "insieme al merito della causa" e che invece quella relativa alla riapertura del procedimento contrattuale collettivo è di competenza del giudice del Lavoro di Roma, città nella quale ha sede il ministero, ha preso in esame la norma che ha determinato la que-
Blocco salariale per i dipendenti del palazzo di Giustizia: atti alla Corte Costituzionale
stione. Ovvero il decreto legge del 2010, il cosiddetto "decreto anticrisi", e il dpr del 2013 che ha prorogato il blocco. "La questione di illegittimità della normativa citata - ha scritto il giudice dopo avere peraltro citato un' ordinanza di analogo tenore del tribunale di Roma del 2013 - appare rilevante" dato che "tutti i dipendenti hanno invocato un adeguamento della retribuzione" ai sensi dell'articolo 36 della Costituzione "quantomeno in misura corrispondente a inflazione e aumento del costo della vita". Del resto "avere bloccato lo stipendio per quattro anni a fronte della perdurante corsa dell'inflazione, si risolve in una sostanziale decurtazione dello stipendio". Il che equivale a dire "una perdita retributiva secca e in definitiva un prelievo patrimoniale". C'è poi il fatto che "il blocco contrattuale e stipendiale colpisce soltanto una categoria di cittadini: i dipendenti pubblici e neppure tutte le categorie". Uguale a "censura di costituzionalità". Del
resto - ha sottolineato Riverso - "alcune categorie sono state esentate dal blocco "come forze armate, prefetti, ambasciatori, ecc". Ino�tre in medesimi ambiti si sono create disparità. Vedi "ministero degli Esteri" dove "i diplomatici sono esentati dal blocco mentre il semplice impiegato vede lo stipendio bloccato". Agli Interni "i prefetti non hanno bIacco e i semplici dipendenti sì". I magistrati "lo hanno visto rimosso con una sentenza della Corte Costituzionale del 20 12. Ovvero "il legislatore non ha imposto a tutti i lavoratori gli onerosi sacrifici imposti ad alcuni dipendenti pubblici". Tutto ciò è lesivo "dell'articolo 3 della Costituzione".
Infine nello specificio per quanto riguarda il lavoro giudiziario, il medesimo carico, "in realtà accresciuto negli anni, viene svolto da un minore numero di dipendenti". Ciò accade "anche a Ravenna dove sono diminuiti i dipendenti ed è aumentato il carico di lavoro e il ritmo per quelli rimasti in servizio".
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Data 04-03-2014 informazione.it AGGREGAZIONE NOTIZIE/LiNK
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TRASPORTI, CONTINUA LA PROTESTA DEGLI AUTISTI SAB
Altri articoli di possibile interesse: I trasporti di Budapest, autisti in outsourcing - La compagnia dei trasporti pubblici di Budapest BKV ha comunicato il probabile outsourcing di circa 900 autisti dei suoi autobus nel solo 2014, che andrebbe a riguardare oltre il 25% dell'organico totale della divisione. (claudialepo) Gtt, la protesta è anche contro chi protesta - Partiamo dalla notizia: mercoledì 5 febbraio ci sarà lennesimo sciopero Gtt. Nella giornata di mercoledì 5 febbraio 2014 è previsto uno sciopero di 24 ore indetto dalle organizzazioni sindacali FIL T CGIL, FIT CISL, UIL TRASPORTI, FAlSA CISAL, UGL TRASPORTI e FAST [IJ.W~1!" si legge sul sito ufficiale dellazienda trasporti torinese. Continuiamo con le questioni tecniche. Gli L'articolo Gtt, la protesta è anche contro chi protesta sembra essere il primo su Mole24. (mole24) Unione Europea: Concorso per 93 autisti - LUfficio europeo di selezione del personale EPSO ha creato una bando di concorso per la creazione di una banca dati per lassunzione di agenti contrattuali con mansioni da autista. Nel trennio 2015-2017 le istituzioni hanno infatti richisto 93 autisti; cè tempo fino al 25 marzo 2014 per iscriversi al concorso.Gli autisti che veranno assunti percepiranno uno stipendio mensile di 1.847,76 euro per 40 ore di lavoro settimanali. (ottavio) Linsolito relax del cervello autistico - Il cervello di un bimbo autistico sembra non riposare mai. I ricercatori hanno scoperto che lattività cerebrale dei bimbi autistici a risposo è maggiore del 42% rispetto ai bimbi non ... Vai nel blog per leggere l'articolo completo! (neuromancer) Della polemica sugli autisti assenteisti - Gli autisti non ci stanno a farsi dare degli assenteisti Quintavalle imbraccia la penna e attacca: Vi scrivo per verbalizzare la mia profonda indignazione - un bravo giornalista si debba quanto meno informare - Il signore afferma il falso, e di questo va informato. tanto lui, quanto voi della redazione che gli avete affidato il servizio Sui certificati: Immagino che con 38 di febbre il signor Tagliapietra stia a casa, se invece noi autoferrotranvieri ci mettessimo alla guida in queste condizioni non salvaguarderemmo ne' noi lavoratori ne' gli utenti - questo genere di articoli da incompetenti vogliono solo spingere l'opinione pubblica a virare verso l'obbligo di privatizzare i trasporti pubblici - Con indignazione assoluta Mi chiamo Micaela Quintavalle e sono una autista Atac. Vi scrivo in merito all'articolo firmato dal sig. Riccardo Tagliapietra pubblicato oggi a pago 45 sulla cronaca di Roma del vostro quotidiano. Vi scrivo per verbalizzare la mia profonda indignazione in ... (odisseaquotidiana)
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Marco Paolo Nigi
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Data 05-03-2014
ItaliaOggi Pagina 38 Foglio 1 /2
La partecipazione democratica e l'inclusione sociale possono ril!elarsi decisive
Governo Renzi, le riforme da fare (l["UtiliJ rimane in fiduciòsa' attesa dei fatti dovuti al paese
ppena ottenuto da Matteo Renzi l'incarico di costitùire
nuovo governo, la aveva ribadito (l'aveva fatto anche con i due precedenti governi) l'obbligatorietà di un programma organico, chiaro e, soprattutto, condiviso da tutte le forze politiche e parlamentari della coalizione di maggioranza. Un programma incentrato su lavoro, fisco, riforme strutturali e istituzionali. Quanto all'attuazione flessibile dei patti europei, la nostra confederazione aveva indicato la via di una possibile mediazione con la governance dell'Euro zona.
Bene le proposte di contenuto fatte da Renzi
Ma mentre sosteneva queste sue pM!e di «contenuto», la ~ evitava invece di esprimere valutazioni sulle dinamiche politiche e parlamentarI che avevano portato alle dimissioni del governo Letta e, successivamente, all'incarico a presidente del Consiglio di Matteo Renzi, preferendo guardare avanti in attesa dell'annunciata svolta politica.
In . ' l'interesse della t~ era del tutto concentrato sul programma di governo che il premier incaricato avrebbe presentato al parlamento> in occasione della fiducia. Niente polemiche e libere interpretazioni, solo grande interesse per i contenuti di quello che speravamo fosse un programma organico.
Ma il tutto pecca di troppa genericità
Ci aspettavamo una rappresentazione puntuale e esaustiva, seppure essenziale, di un programma definito negli obiettivi, nei percorsi, nelle modalità e nei tempi di intervento, con il dovuto riferimento alla copertura finanziaria, e quindi alle ri-
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sorse derivanti dalla riduzione della spesa e dal contrasto all'evasione fiscale e contributiva, all'economia irregolare e al lavoro sommerso.
Infatti, come lilImimIeravamo e rimaniamo convinti che non si possa aumentare la pressione fiscale e in partico-
lare l'imposizione fiscale sul frutto del piccolo risparmio dei lavoratori, dei pensionati e delle famiglie.
Inoltre, in modo del tutto legittimo ci aspettavamo i dovuti riferimenti a:
- la detassazione delle retribuzioni dei lavoratori dipendenti e delle pensioni, la riduzione del cuneo fiscale, nonché la riforma del fisco riguardo alla puntuale attuazione della legge-delega attraverso i decreti delegati;
- una proposta condivisa da parte della coalizione sulle modifiche alla legislazione del lavoro e della previdenza, soprattutto in considerazione delle diverse e in parte alternative proposte in materia da parte dei partiti di maggioranza;
- la riforma della pubblica amministrazione e la spending review e le politiche del personale del settore pubblico, senza contratto ormai da un quinquennio;
- una proposta organica nei contenuti e nel metodo rivolta alla governance europea relativamente all'attuazione flessibile dei patti europei.
Quest'ultima nostra legittima aspettativa era fondata sulla consapevolezza che la politica europea dell'eccessiva austerità va definitivamenU) superata e che il percorso del risanamento dei conti pubblici - e della parallela riduzione del debito pubblico - non può che essere raccordato con il sostegno alla crescita economica e occupazionale, anche attraverso consistenti investimenti di risorse pubbliche.
Le comunicazioni del presidente del consiglio dei ministri Matteo Renzi, rese il 24 febbraio al senato della Repubblica e il 25 alla came-
dell'occupazione, con particolare riferimento a giovani, donne e over 50 e sulle politiche per l'accesso al credito per le piccole e medie imprese.
ra dei deputati, in occasione della fiducia al governo, non hanno di ,certo cambiato le nostre ferme convinzioni e, quindi, la nostra posizione politica di «fiduciosa attQSa». Attesa di una svolta politica e di un cambio di passo che È anche vero che l'an-
. lt t' nunciato piano per il lavoro possono avvemre so an o bb 't d' f: tt' t' entro marzo 2014 potre e a segUI o l a l concre l e" .. l d Il d' tt' l . l t' . .. lormre mo te e e attese
tI at.l . egls a IVI e ammlm- risposte organiche, che al
s ra IV!. . P t . h' momento non Cl sono. er ques o ausplC lamo
un rapido passaggio dalle «generiche» intenzioni politiche e dai lineamenti programmatici alla stesura di un programma organico di coalizione e soprattutto a una coerente e puntuale azione governativa.
Impegnativo ma non ben focalizzato anche l'impegno sulla scuola
Tenendù presente i contenuti delle dichiarazioni del premier Renzi, dobbiamo dire che si pecca di genericità. In particolare, per quanto riguarda la scuola, avremmo apprezzato una «proposta esaustiva» anche sulla base dell'impegnativa affermazione della centralità della scuola stes'sa, oltre l'impegno riguardo all'edilizia scolastica. La scuola' italiana, infatti, ha bisogno fondamentalmente di due cose: di investimenti nella formazione iniziale e nell'aggiornamento ricorrente dei docenti e di politiche del personale basate su organici funzionali stabili e su retribuzioni a livello dei maggiori paesi dell'Eurozona.
Peraltro, abbiamo rilevato anche la mancanza di una proposta organica sulla riforma della giustizia, al di là della denuncia del suo cattivo funzionamento.
Mancano inoltre proposte concrete sull'energia tradizionale e rinnovabile, sulla tutela del territorio, sul risanamento dell' ambiente, nonché sulla ricerca di base e applicata.
Soprattutto, laQJ'j'Ij'Jm non ha registrato risposte puntuali sulle politiche
Dove intervenire: le priorità secondo la\~
In sintesi, la ~prende atto dell'aii"aI"iST" sommaria e condivisibile della situazione socio-economica italiana e delle dichiarazioni di intenti del premier Renzi. Al contempo, auspica che il governo assicuri -un'azione efficace nel:
- sostenere la ripresa della crescita economica;
- invf)rtire l'andamento della disoccupazione, dei licenziamenti, dei cassintegrati e delle imprese che chiudono;
- dare attuazione, nei termini previsti, a un'equa riforma del fisco, che possa tra l'altro consentire il superamento del fenomeno patologico dell'evasione, riducendo la stessa, almeno, ai livelli fisiologici dell'Eurozona;
- affrontare la grave emergenza del rinnovo dei contratti di lavoro di 8,5 milioni di lavoratori, di cui 5,6 milioni nel settore privato e 2,9 milioni nel pubblico impiego;
- affermare con i fatti la centralità della scuola, non soltanto assicurando condizioni ambientali di igiene e sicurezza, ma soprattutto garantendo effettivamente il pieno esercizio del diritto allo studio e le pari opportunità ai giovani provenienti da famiglie effettiva~eD;te povere. E nostra conVInZlQne, comunque, che la scuola possa tornare al centro della società civile soltanto con il concreto sostegno alla funzione educativa e formativa, attraverso nuove politiche del personale - in primis quelle delle retribuzioni - da portare a livello Eurozona;
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Marco Paolo Nigi
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ItaliaOggi
- riformare la pubblica am-ministrazione in funzione del fab?isogno dei servizi pubblici e dI una puntuale erogazione
deglI steSSI nell'ambIto delle compatibìlità finanziarie t~nendo presente i livelli ve~ nficabili nei maggiori paesi dell'E~rozona" Anche per la pubbhca ammInistrazione a nostro avviso, sono decisi~e nuove e moderne politiche del .personale, soprattutto quelle sulle retribuzioni fondamentali e premiali;
- portare a compimento in parlamento la riforma del s~nato della Repubblica e del TItolo V della Costituzione nonché la riforma elettorale:
- negoziare con la governan~
Ritaglio
ce europea il possibile scambio fra riforme strutturali e attuazione socialmente sostenibile dei patti dell'Unione,
Per tutto questo e per altro ancora, la lillm'i!IInon si attarda a indicare luci e ombre criticità e omissioni nei con~ tenuti d~gli interventi parlamentah del premier Renzi b~nsì è orientata a seguire l~ VIa della concretezza, chiedendo al governo un'azione incisiva, in linea con le dichi~zio~i di intenti, che può real!ZZarSI S?ltanto con quei fattI e quegh atti che sono da te~po nelle legittime aspettatIve degli italiani.
Si ritorni alla pratica dell'inclusione,
l'unica per risultati condivisi ed efficaci
Infine, se poi il governo ritenesse di aprire un tavolo di confronto serio e trasparente con le 'parti. sociali rappresentatIve, SIa datoriali che ~indacali, la I~sarebbe In gr~do di f~r~re il proprio contnbut? . dI I~ee e di proposte pohtIco-sIndacali e di concorrere a «fare sistema» e coesione sociale in funzione della crescita economica e occupazionale e dello sviluppo culturale e sociale del paese.
Infatti, è nostra ferma convinzione che la credibilità delle istituzioni e delle rappresentanze politiche e sociali si costruisce attraver-
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. SO l'effetti~a partecipazione democratIca, ovviamente nella distinzione dei ruoli e delle responsabilità.
Pertanto, al governo Renzi la IEmmmlchiede l'immediato coinvolgimento - effettivo e i~cl':lsivo - di tutte le parti soclah rappresentative sulle politiche del lavoro della produzione e dell'occu'pazione,del welfare, dei servizi pubblici essenziali e della previdenza.
A nostro parere, mai come adesso}a cu~tura e la pratic~ dell InclUSIOne potrebbero nvelarsi decisive per rilanciare l'economia, per riportare il lavoro al centro della società civile, per garantire il benessere ai cittadini e per gli stessi destini del paese.
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SCUOLA: Precari, Sindacati valdostani chiedono chiarezza al Ministero More Sharing ServicesCondividi| Share on facebookShare on twitterShare on printShare on mailto Le organizzazioni sindacali scolastiche regionali Cgil Flc, Cisl Scuola, Savt École e Snals, al fine di fare chiarezza sulla questione alquanto controversa a livello normativo del valore abilitante del diploma magistrale conseguito entro il 2001/2002 “Siamo siamo di fronte al parere emanato l'11 settembre 2013 dal Consiglio di Stato che riconosce come abilitante ai fini dell'inserimento in graduatoria di istituto in seconda fascia il diploma magistrale conseguito entro il 2002”. E’ la tesi dei sindacati valdostani nei confronti della problematica che riguarda insegnanti precari che dopo anni di insegnamento si vedono passare davanti i giovani laureati. In una nota i sindacati sostengono che il Ministero “ha previsto l'attivazione dei percorsi abilitanti speciali (PAS) per coloro che possiedono il diploma e che, allo stato attuale, non possiedono l'abilitazione all'insegnamento”. Precisano poi che “gli studenti che frequentano il corso di laurea in scienze della formazione primaria sono iscritti ad un percorso abilitante all'insegnamento, ma ad oggi viene loro precluso l'inserimento nelle Graduatorie ad saurimento per accedere al ruolo”. Per queste e altre ragioni Flc Cgil, Cisl Scuola, Savt École e Snals sollecitano il Ministero “unico deputato a dirimere la questione, a risolvere questo problema quanto mai urgente e a fare chiarezza sulle modalità di conseguimento e di spendibilità in graduatoria dei titoli abilitanti all'insegnamento, soprattutto ora che è imminente la riapertura delle graduatorie mediante decreto ministeriale”. E concludono: “È quanto mai urgente eliminare le tensioni e le conflittualità tra precari della scuola, che già si trovano a vivere una condizione lavorativa difficoltosa”.
04/03/2014
Si scappa dalla scuola In pensione 260 docenti Da settembre l'esodo degli insegnanti oltre a sessanta addetti Ata E nel prossimo anno scolastico via alla rivoluzione delle cattedre Sono 260 i professori delle scuole vicentine che dal settembre di quest'anno andranno in pensione, il doppio rispetto al 2013. FOTO ARCHIVIO Un mezzo collasso per la scuola vicentina. È partita la corsa al pensionamento, dal prossimo primo settembre, per circa duecento docenti delle diverse fasce di istruzione, ad iniziare dalle elementari per finire alle superiori, ed una sessantina del personale Ata, ossia collaboratori scolastici con assistenti tecnici ed amministrativi per finire ai segretari generali. Chi può, insomma, scappa e tanti saluti a questa scuola che negli ultimi anni ha regalato più ansia e frustrazioni che sorrisi. Così, nei mesi scorsi, a fare domanda si è mosso un drappello di duecentosessanta dipendenti, quasi doppio rispetto allo scorso anno, quando a salutare definitivamente le aule scolastiche furono un centinaio di docenti ed una quarantina di Ata. Quali i requisiti richiesti per andarsene dalla scuola? I REQUISITI. «Se ne potrà andare in pensione dal primo settembre 2014 – spiega Doriano Zordan, segretario provinciale del sindacato Snals di Vicenza, con sede in viale Milano – chi avrà maturato determinati requisiti. Per la pensione di vecchiaia sono previsti i 65 anni di età (...)
Diploma magistrale, i sindacati smorzano i toni della polemica: "Chiediamo chiarezza al MIUR" Aosta - Il Ministero è l'unico deputato a dirimere la questione e a fare chiarezza sulle modalità di conseguimento e di spendibilità in graduatoria dei titoli abilitanti all'insegnamento, ora che è imminente la riapertura delle graduatorie". I sindacati valdostani della scuola provano a smorzare i toni della polemica sulla questione controversa, a livello normativo, del valore abilitante del diploma magistrale conseguito entro il 2001/2002. Dopo il battibecco di questa mattina con i colleghi della Confederazione Unitaria di Base (CUB) e del Coordinamento Nazionale Diploma Magistrale, promotori di un presidio davanti
a Palazzo regionale, le organizzazioni sindacali scolastiche regionali CGIL FLC, CISL SCUOLA, SAVT ÉCOLE e SNALS dicono la loro con un comunicato stampa unitario diffuso nel pomeriggio. "Ad oggi - spiegano confermando quando già detto dai colleghi del Cub - siamo di fronte al parere emanato l'11 settembre 2013 dal Consiglio di Stato che riconosce come abilitante ai fini dell'inserimento in graduatoria di istituto in seconda fascia il diploma magistrale conseguito entro il 2002. La decisione finale deve essere sancita in un Decreto del Presidente della Repubblica su proposta del Ministro". Nel frattempo, a livello nazionale il MIUR ha previsto l'attivazione dei percorsi abilitanti speciali (PAS) per coloro che possiedono il sopracitato diploma e che, allo stato attuale, non possiedono l'abilitazione all'insegnamento. Mentre gli studenti che frequentano il corso di laurea in Scienze della formazione primaria sono iscritti ad un percorso abilitante all'insegnamento, ma ad oggi viene loro precluso l'inserimento nelle Graduatorie ad esaurimento per accedere al ruolo. "Sollecitano il MIUR, - concludono i sindacati - unico deputato a dirimere la questione, a risolvere questo problema quanto mai urgente e a fare chiarezza sulle modalità di conseguimento e di spendibilità in graduatoria dei titoli abilitanti all'insegnamento, soprattutto ora che è imminente la riapertura delle graduatorie mediante decreto ministeriale". Infine, la mano si tende in segno di pace verso quegli insegnanti che questa mattina hanno dichiarato di voler dare disdetta dalle rispettive associazioni. " È quanto mai urgente eliminare le tensioni e le conflittualità tra precari della scuola, che già si trovano a vivere una condizione lavorativa difficoltosa.
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BIHI'!'TO ,~ HOVESCIO
Maria Teresa Colombi è una inaestra milanese che ha insegnato tutta la vita congrande comPetenza e passione. Ilprossinw 9 aprile compirà i 67 anni e quindi, di punto in bianco, la lasceranno a casa. Quel momento scatta inesorabilmente. Come una ghigliottina. La maestra deve lasciare. Deve smammare. Andarsene: Sciò, sciò. Capito? Ma èè da finire l'anno. I bambini i genitori chiedono che resti. I bambini e i genitori? Chissonomai? Cosa centrano i bambini e i genitori con la scuola? Anzi, con l'istituzionescolastica? La maestra, confusa dalla rimozione forzata, come se fosse un Suv sui binari, dice che è disposta, pur di finire l'anno, a lavorare senza retribuzione. Maccheddice, 'sta qui! Provo schifo per un paese che tollera queste norme disumane. Vuole, Renzi, stabilire che gli insegrwnti che hanno superato il limite di età prima di finire l'anno scolastico, possono finirlo, anziché essere gettati?
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i-lIIl"~
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Vadago: una riforma al mese? Meglio un piano quinquennale Renzi apra i cantieri nelle scuole
DIEGO MOTTA MILANO
a vera cura choc per la nostra economia non si fa dall' oggi al domani. Ciò che serve all'Italia è un pia
no quinquennale». Professor Giacomo Vaciago, Renzi va veloce e ha promesso una riforma al mese. Perché dovrebbe frenare? La mia diagnosi è diversa. C'è un Paese da ricostruire e per farlo bisogna guardare ai prossimi cinque anni, non ai prossimi cinque giorni. Prendiamo il Jobs act: ha la giusta pretesa di cambiare il sistema, ma per rivoluzionare il nostro modello di welfare serve un approccio graduale, anche nel recupero delle risorse. Da dove si parte? Mi pare che l'ambizione sia quella di rovesciare i vecchi schemi, pensando per la prima volta al futuro di chi un lavoro non ce l'ha. VuoI dire mettere da parte l'articolo 18 e riscrivere l'intero statuto dei lavoratori. Significa di fatto pensare a un'abolizione dello strumento della cassa integrazione per garantire a tutti innanzitutto il diritto dovere di lavorare. Tra meno di due settimane queste idee saranno sul tavolo della Merkel, ha promesso il premier ... Un momento: il Jobs act sarà lo strumentochiave per tornare a crescere, non per soddisfare i mercati, la Germania o Bruxelles. Il governo sta dicendo che gli attuali ammortizzatori sociali sono stati pensati per un mondo che non c'è più: bene, è l'ora di puntare sulle tutele progressive per chi lavora e
L' econ om ista: SU welfare e lavoro vuole rovesciare il sistema, ma occorre gradualità Spending review? Si parta da Roma
su un nuovo welfare, perché la disoccupazione ormai si concentra sulle generazioni, non sui settori industriali. Dobbiamo dare certezze ai giovani, ma temo che non saremo in grado di operare una svolta al mese. Ripeto: serve un piano graduale. Ma cosÌ non si rischia l'effetto annuncio che ha già penalizzato il governo Letta? Su certi capitoli, come il lavoro e il fisco, non si può improvvisare. Poi certamente l'azione di governo dovrà essere il più concreta possibile e andrà valutata sui fatti. Sono arrivati i due miliardi per le scuole? Se sì, i cantieri quando si aprono? E la spending review? Non conviene cominciare dal Comune di Roma? In materia fiscale, la priorità è l'abolizione dell'Irap o la riduzione del cuneo? nrap è una parte del cuneo fiscale. Il problema è la moltiplicazione delle tasse, che mette in crisi soprattutto le piccole imprese. Si tassa chi vuole produrre e vendere in questo Paese, finendo per scoraggiare gli investimenti in campo industriale di cui abbiamo un grande bisogno. La prima cosa da incentivare è l'education, la formazione, poi servono solo certezze. Il Fisco italiano deve diventare prevedibile, basta con chi pensa a un nuovo prowedimento alla settimana. Renzi si è impegnato a restituire ilI 00% dei crediti vantati dalle imprese nei confronti della pubblica amministrazione. Che ne pensa? Molti contenziosi non si potranno risolvere in tempi brevi. Senza dubbio, il ministro Padoan dovrà concentrarsi sulla parte del credito. La crisi di liquidità resta centrale per il nostro sistema produttivo.
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CORRIERE DELLA SERA
l~lHrmft' I VIIIIe ...... e 1IIscontIDI
Scuole da ristrutturare «la lista per Renzi? Ecco le priorità» «Scegliete una scuola e io ve la restaurerò». n premier Matteo Renzi scrive ai sindaci italiani. La lettera non è ancora arrivata sul tavolo di Giuliano Pisapia, ma Palazzo Marino si porta avanti e con l'assessore ai Lavori pubblici, Carmela Rozza, presenta la lista delle scuole che hanno bisogno di interventi radicali. Sono 27 in tutto. Con due priorità su tutte le altre: la scuola di viale Puglie e l'elementare di via Viscontini 7. Le schede di Palazzo Marino forniscono cifre, dati e numeri. Viale Puglie 4: «'frattasi di una scuola elementare realizzata nel 1972 con un sistema costruttivo di tipo tradizionale. La durata di vita prevista è di almeno 100 anni». c'è un però: <<Le componenti edili e impiantistiche si trovano in uno stato di
L'elenco Sono 27 gli istituti che hanno bisogno di'interventi
degrado tale da rendere ormai molto difficile e oneroso qualsiasi intervento manutentivo. La soluzione proposta prevede un intervento di manutenzione
straordinaria, edile ed impiantistica, che interesserà l'intero stabile». Costo previsto dell'intervento: circa 12 milioni di euro. E poi c'è via Viscontini: «Scuola elementare realizzata nel 1973 con un sistema di prefabbricazione "pesante". La durata prevista era di gO/40 anni; la "struttura doveva pertanto essere dismessa entro il 2013. Le
I componenti edili si trovano in uno stato di degrado tale da rendere ormai imp~ssibile qualsiasi" intervento manutentivo. E stata inoltre riscontrata la pericolosa presenza di amianto nelle pareti esterne e i controsoffitti contengono fibre minerali assimilabili allo stesso amianto». La proposta è quella di
I ricostruire la scuola in legno. Costo I dell'operazione"4 mi.li .. oni e mezzo di euro.
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Scuola, viaggio in un pianeta desolato di Luigi Galella
N el cortile c'è un rettangolo di cemento, color ruggine, che de
limita l'area di una virtuale palestra all'aperto, inagibile. Qui e là si aprono. ampie buche, e chiazze grigie in e:lde~za, che durante le piogge si nempIOno, trasformando il campetto in un unico pantano, che occorre aggirare, per non scivolare e cadere a terra. Le scale di marmo dell' edificio centrale sono sbrecciate e annerite e su uno dei pilastri che reggono la t~ttoia aggettante cresce una buganvIllea, che in primavera inizia a fiorire, ma che ora è spoglia. Il portone di ferro, cigolante, ha la vernice scrostata e il vetro opaco. I?all'in~er.no, la lunga maniglia vertI.cale dI SIcurezza facilmente si sganCIa dapa se~e. Camminando lungo il corridoio che porta alle aule, mi rallento nei ge-sti: se poso lo sguardo sulle alte finestre, noto che sui vetri si è depo-sitata una seconda pelle grigia, prodotta dalla polvere, giorno dopo giorno. La pavimentazio-ne è ricoperta da uno sbiadito linoleum rap-pezzato, sul quale sono rimasti impressi i segni rotondi delle gambe dei banchi, che agli esami di Stato vengono allineati, per ogni alunno. Se mi soffermo a osservare i davanzali vi leggo sopra delle scritte, incise sull'alluminio, che ricordano antichi amori di alunni, che risalgono agli
anni Sessanta. ENTRANDO in classe, mi rendo con-to che è impossibile far aderire la porta al battente. Bisogna operare con un movimento della mano deciso e rapido, perché possa scattare il meccanismo della chiusura. L'alto soffitto suggerisce l'impressione di un'ampiezza illusoria; le pareti hanno la vernice staccata in più punti a causa dell'umidità, e lunghe crepe che l'attraversano; l'impiantito è costituito da. matto~elle di graniglia dal disegno aSImmetnco, consunte e scolorite; la cattedra è priva di cassetti, che qual~uno ha trafugato, non si sa quando; l banchi sono ridotti ai due elementi essenziali di piano orizzontale e gambe. Gli alunni orientano gli occhi verso di m~, nel~' attesa che parli. Ma oggi ho deCIso dI non ricambiare quello sguardo e di osservare con attenzione ~iò che li. circonda. Vorrei rompere l automatIsmo della percezione, passando dall'astratto al concreto. L'astratto sono le mie parole e le loro attese, il concreto è il luogo che ci ospita. Per abitudine professionale, ~a quando insegno, mi sono separato Idealmente dallo spazio fisico, pensando che la scuola sia un'occasione per un incrocio virtuoso di esperienze, e possa svolgersi ovunque: in un parco, una spiaggia, una casa. Ero insensibile, anche perché non ho mai veramente lavorato in una struttura scolastica, degna di questo nome. O si trattava di luoghi "adi-biti a", o di edifici di epoche remote, dai quali - pensavo - presto ci saremmo trasferiti. Sono passati circa tren-t'anni: un tempo suffi-
Non ho mai lavorato
in una struttura scolastica
degna di questo nome
O si trattava di luoghi
"adibiti a", o edifici
di epoche remote
ciente per alza;e la testa e guardarmi intorno. Ciò che mi spinge a questa presa d'atto visiva non è l'emergenza, ma l'indifferenza, la perdita del decoro, per distrazione. Mi offende che la società - non solo la politica - abbia abbandonato la scuola, e che la scuola stessa si sia dimenticata di sé. CosÌ, come se avessi addosso una video camera cammino e registro in soggettiva ciÒ che vedo, e chiunque potrebbe vedere, se avesse la pazienza di rallentare lo sguardo, assuefatto all'ordinario. Non tanto per volontà di denuncia, quanto per la ricerca intima di un porto sepolto. Come il poeta, al quale avevano parlato di un luogo denso di mistero, approdo e fonte di poesia. Allo stesso modo, vorrei ritrovare un'idea mitica di scuola, scrostando la polvere antica, i graffiti, la graniglia ustionata e i pavimenti sconnessi. Dietro le lampade al neon dal ronzio costante e dalla luce intermittente, gli intonaci crepati e le serrande arrugginite, vorrei che miracolosamente riapparisse la scuola, come l'avevo immaginata, pensata. Si rivela ai miei occhi, invece - ora che sollevo lo sguardo - colma di acciacchi, come un anziano cupo e rancoroso, che al mattino, al risveglio, sbadiglia e inveisce contro il mondo. V orrei ritrovare e ritessere il filo invisibile di una collettiva dissoluzione. Perché, se la scuola è opaca, è la stessa società che scolorisce. E il futuro si allontana, fuggendo nella rimozione o nel rimpianto.
/uiga/e/@gmai/.com
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• pagma99 Data 05-03-2014 Pagina 4 Foglio 2/2
priorità concrete; lasciare ne dell'elenco dei lavori - sto dolente che la lettera di edifici scolastici nei loro che i sindaci decidano in to- precisa - poteva essere una Matteo Renzi sembra quasi aspetti strutturali, per protale autonomia sembra venir buona base di partenza per- voler superare: sono passati grammare gli interventi e meno a questa richiesta che ché molte regioni avevano 5 anni da quando il ministe- prevenire episodi gravi, non abbiamo più volte lanciato previsto elenchi molto più ro dell'istruzione ha iniziato ha mai visto la luce per una come associazione». numerosi di quello che era a parlare di una anagrafe na- mancanza di collaborazione
Tra le aspettative deluse, zionale dell'edilizia scolasti- da parte degli enti coinvolti, stato richiesto, individuan-
la definizione dei criteri di ca. Nel 2009 il programma è che non hanno ancora pro-do le priorità sulle scuole un piano quinquennale dettagliato, il cui primo tassello dovrebbe essere l'investimento sugli edifici in stato di particolare gravità. «Il decreto del Fare, di cui il ministro dell'istruzione Giannini ha prorogato la presentazio-
SCUOLA Studenti in una biblioteca
partito ma non è mai giunto ceduto ad una reale mappacon amianto e su quelle da
a termine, nonostante l'ini- tura del territorio. Ad oggi mettere in sicurezza. Oppu-re l'altra alternativa che ci ri-mane è aspettare l'anagrafe completa da parte del Miur?».
Effettivamente il capitolo edilizia scolastica ha un ta-
ziativa dovesse essere com- infatti non è possibile fornipletata entro sei mesi dalla re i dati relativi alle condi-pubblicazione dell'intesa zioni degli edifici scolastici, istituzionale promossa dal nonostante gli sforzi del miMiur. La fotografia comple- nistero di cercare di completa e aggiornata di tutti gli tare un'anagrafe, che per esi-
stere necessita del contributo degli enti locali.
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Data 05-03-2014 Pagina 47 Foglio 1 ROMA
Ausili didattici per disabili, arriva il via libera SAN GIORGIO A CREMANO. È stato approvato dalla giunta comunale guidata dal sindaco Mimmo Giorgiano l'acquisto di ausili didattici per ragazzi disabili dell'Istituto Comprensivo "Don Milani-Dorso". La somma, quasi cinquemila euro, sarà messa a disposizione della scuola per consentirle di comprare strumenti necessari alla più corretta integrazione dei ragazzi che vivono una difficoltà fisica o psichica all'interno dell'istituto. L'assessore alle Politiche Sociali Luciana Cautela (nella foto) rimarca l'impegno dell'amministrazione comunale per le fasce deboli: «Abbiamo indirizzato nella maniera più mirata
possibile la spesa verso ragazzi che studiano sul nostro territorio per aiutarli aumentare il loro livello di apprendimento scolastico. Le fasce deboli del territorio per noi sono una priorità: continueremo a finanziare progetti che hanno riscontrato un grande successo presso la nostra comunità, come la ludoteca per i minori a rischio e iniziative di sostegno al reddito come la distribuzione di pacchi
alimentari, che moltissimi altri Comuni, sulla nostra scia, stanno a loro attivando». Un'iniziativa di particolare importanza da parte dell'amministrazione comunale.
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Data 05-03-2014 n Sole9]{l mmrn Pagina 36
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Ih:aso/2. Il progetto della Scuola Superiore Sant'Anna ha già attirato l'attenzione delle aziende
Il robot di Pisa conquista i francesi
Roberto lotti PISA. Dal nostro inviato
«No, in Francia non esiste una prototipo di macchina così. Siamo in fase avanzata con la parte concettuale, ma non abbiamo ancora realizzato quello che qui c'è già». Christophe Guettier, ingegnere e responsabile di ricerca presso ladirezione R&T di Sagem (gruppo Safran), ha un commento di ammirazione tecnologica osservando il futuristico robot in azione davanti a lui.
Pisa, laboratori Percro -acronimo diPerceptual roboties laboratory- della Scuola Superiore di Sant'Anna. Qyi il futuro non è poi così lontanto. Anzi. In una stanza del Percro, al-. lacciato con un cavo alle batterie che lo alimentano, c'è quello che a prima vista può sembrare un incrocio tra i cinematografici Robocop e Iron Man. Unsistemaesosceheletricorobotizzato, in grado di interagire con l'uomo che lo indossa, come se fosse un'armatura.
lllaboratorio di robotica percettiva della Scuola superiore, è uno spin off dell'Istituto di tecnologie della comunicazione, dell'informazione e della percezione. Dal '91 l'attività di Percro è stata caratterizzata dallo sviluppo di sistemi robotici esoscheletrici che, in riferimento all'operatore, presentano la proprietà di essere indossabili, seguirne fedelmente i movimenti degli arti e fornire, contemporaneamente, assistenza o vincoli ai movimenti degli arti stessi.
E questo è un aspetto importante per una delle molte applicazioni pratiche, quella della riabilitazione post-traumatica e della neuroriabilitazione. Ma un'altra importante applicazione è quella dell'assistenza alla deambulazione delle persone anziane o con gravi difficoltà motorie.
Il padre di queste macchine
è il professor Massimo Bergamasco, docente di meccanica applicata alla Superiore Sant'Anna. Lo scorso anno tre ingegneri della sua equipe hanno vinto il premio "Impresa del futuro" assegnato dalla Fondazione Gaetano Marzotto: 250mila euro che serviranno a finanziare progetti e nuove idee. Perché «l'aspetto finanziario - spiega Bergamasco - è il nostro quotidiano problema». Che Percro ha affrontato avviando una serie di collaborazioni industriali e commerciali; e perfezionando la ricerca di fondi in sede europea. Nel 2013
FOTO DI MASSIMO BREGA
Eccellenza italiana Il robot è nato da un progetto portato avanti nei laboratori Percro -acronimo di Perceptual robotics laboratory -delra Scuola Superiore di Sant'Anna di Pisa. Il sistema elaborato è in grado di interagire con chi lo indossa, come un'armatura intelligente
le risorse principali derivano proprio dai fondi Ue per la ricerca e !'innovazione (39%), poi dalle collaborazioni industriali (31%), quindi da stanziamenti regionali (17%) e nazionali(12%).
La novità del 2014 è l'accordo siglato di recente con il colosso Safran. Il gruppo multinazionale di alta tecnologia, leader nell'aerospazio, nella difesa e nella sicurezza, ha deciso di avviare azioni di ricerca e sviluppo congiunte nell'ambito del programma europeo Horizon 2020, sul tema dell'utilizzo . di sistemi robotici esoscheletri-
Il robot esoscheletrico Sembra un incrocio tra Robocop e lronman. Ma è un robot esoscheletrico dalle molteplici applicazioni. T anto che ha già suscitato vari interessi tra le imprese
FOTO DI MASSIMO BREGA
ci in vari campi applicativi, quali l'ingegneria delle costruzioni civili, operazioni di protezione civile come ricerca e recupero, la logistica industrale. E, naturalmente, il settore della difesa. La collaborazione con Safran consentirà di perfezionare il prototipo già operativo a Pisa, con l'obiettivo di arrivare a una prossima fase industriale.
All'accordo tra il laboratorio di robotica e Safran si è arrivati proprio grazie alla capacità di innovazione tecnologica di Perero, che ha sorpreso e interessato il gruppo francese. Nel centro hi-tech di Pisa, oltre allo studio dell'interazione uomomacchina dal punto di vista meccanico, gli ingegneri guidati da Bergamasco e dal direttore di Percro, Carlo Alberto Avizzano, sviluppano altre attività di un futuro che è già presente: l'uso di ambienti in realtà virtuale per poter realizzare interventi remoti; visite virtuali a musei e gallerie; studio e applicazione sui movimenti del corpo in interazione con software.
«Stiamo collaborando con molti gruppi italiani - dice Avizzano - come Enel,Ans
aldo, Inail. Per esempio Enel ci ha chiesto di mettere a punto un sistema di manutenzione in ambiente virtuale delle loro centrali. In questo modo un
operatore, a distanza, può entrare fin nel cuore di una centrale o di una turbina, utilizzando le possibilità della
realtà virtuale e interagire con unavatar».
A chi gli chiede quando, nelle vita quotidiana, arriverà la presenza di robot, Bergamasco risponde: «Non saprei. Potrebbe essere tra un anno come fra dieci. Abbiamo ancora diversi aspetti da studiare e ostacoli da superare. Siamo comunque a buon punto. Tuttavia sono convinto che, come è accaduto con l'automobile, l'uomo non potrà più fare a meno degli esoscheletri».
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" .' .,,,.. . ,...... .' .. ... ', .'. .... ... ....... .. BUllUilr Necessaria una riforma per passare dalla vendita dei prodotti a quella di pacchetti di offerte
;Utility, il futuro è nei servizi i Gilardoni: strutture più flessibili - Analisi Greenpeace: effetto delle rinnovabili
I Jacopo Giliberto MILANO
Il mercato è cambiato e le : utility sono a una svolta. La do
manda è ferma, i margini diminuiscono, la competizione è accesa e i consumatori diffidano: le utility devono cambiare in modo strutturale per sopravvivere. Il caso Sorgenia - i cui conti sono resi dolenti da investimenti potentifatti subito prima che il mercato s'affossasse e subito prima che le fontirinnovabili d'energia manifestassero tutto il loro potere competitivo - potrebbe ripetersi molte volte perché «gli attuali modelli di business appartengono a un sistema di riferimento obsoleto e devono essere aggiornati secondo le nuove esigenze di mercato che vuole modelli più flessibili». Lo sostiene Andrea Gilardoni, economista e docente alla Bocconi, che oggi a Milano presenta con Accenture la quattordicesima edizione del rapporto Agici dell'Osservatorio sulle alleanze e sulle strategie delle utility.
, Lo conferma anche Giuseppe Onufrio, a capo di Greenpeace
I
i Italia, dopo la diffusione dello studio «Missing out on the renewables revolutiom>, realizzato da Gy6rgy Dallos, in cui l'or-ganizzazione ambientalista internazionale confronta in mo-
do molto accreditato le diverse utility europee: «Le grandi aziende energetiche europee non sono riuscite a seguire l'evoluzione del mercato delle rinnovabili - osserva Onufrio -e così hanno perso fatturato, utili e ora rischiano».
Gli analisti coordinati da Gilardoni e da Accenture hanno studiato come si comportano le utility europee (Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Spagna,
l Abbondano le offerte di centrali in vendita; grandi imprese aggressive; municipalizzate più lente nel cambiamento
Regno Unito) e identificano le aree di crescita dei prossimi 3 anni. Ogni azienda risponde in modo differente alla crisi dei servizi pubblici. Per esempio, sul mercato abbondano le offerte di impianti in vendita e di società in cerca di compratore. Altre aziende (l'Enel e l'Eni, per citarne due) rispondono alle difficoltà con una politica commerciale aggressiva che fa loro aumentare le quote di mercato. Le "municipalizzate", tranne alcune più vi-
vaci, sono più lente a seguire il cambiamento del mercato e dei consumatori.
«La strategia per il futuro è evidente. Il chilowattora, il metro cubo di gas, l'acqua potabile non sono più prodotti. Per esempio l'elettricità è un bene immateriale che si tramuta in luce, in forza motrice, in calore, in informatica e telecomunicazioni: l'elettricità è un servizio. Le utility dovranno appunto imparare a vendere il servizio - avverte Gilardoni - come avviene per esempio in Inghilterra, dove con pochi euro al mese viene offerta una polizza di assicurazione e l'assistenza e manutenzione per gli apparecchi di casa, con l'idraulico o l'elettricista già pagati». Aggiunge Pierfederico Pelotti di Accenture: «Le utility devono concentrare l'attenzione sulle azioni che vanno messe in campo per ripensare la strategia commerciale, la sola che nell'attuale contesto economico può rappresentare una discriminante di crescita e di differenziazione per questo settore».
Lo scenario europeo identificato dalla ricerca vede unq forte stagnazione della domanda contro un aumento della capacità istallata (+5,9% in Germania, +5,8% in Italia, +3,5% in Spagna tra il 2007 e il 2012), legata soprattutto alla forte crescita delle ener-
gie rinnovabili (solare ed eolico sono cresciuti del +244>3% e +27,1%). Tre,secondoAgicieAccenture, sono le leve strategiche su cui agire: espansione commerciale, customizzazione ed efficacia operativa.
La ricerca condotta da Greenpeace parte da premesse diverse ma, a dispetto dei luoghi comuni, arriva agli stessi risultati. «Fra il calo della domanda e l'aumento dell'offerta rinnovabile, le utility europee hanno ridotto di molto ricavi ed Ebitda e reagiscono in modo diversi. Chi si riposiziona con lentezza e poca convinzione nell'energia pulita (per JPMorgan il piccolo settore rinnovabile dell'Eon ha un valore economico strategico maggiore del grosso comparto dell' energia convenzionale) e chi per esempio facendo pressione sui Governi per avere misure anche retroattive Contro queste nuove energie. Come dice anche Boston Consulting, la soluzione è spostarsi verso un portafoglio di flessibilità e di servizi alla rete energetica e ai consumatori. L'Aie pensa che le utility debbano una sorta di "compagnia assicurativa". L'importante è che il Governo non metta nuovi vincoli e nuovi freni a un cambiamento inarrestabile».
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"Sparisca per favore" bufera sui giudizi alle abilitazioni-truffa Nuove accuse ai commissari,' "Offese gratuite"
CORRADO ZUNINO
ROMA-Quel carrozzone dell'abilitazione nazionale scfentifica -la grande prova, 59 mila candidati, che sta scegliendo chi è meritevole di prendere una cattedra universitaria domani - snocciolaunnuovoscandalo:igiudiziallaBastianich. Così sono stati titolati nel mondo dell'architettura, alludendo alla perfidia gratuita di uno dei conduttori della trasmissione Masterchef, i pareri della commissione "Progettazione architettonica". I giudizi accademici, però, non fanno audience e umiliano candidati (anche sessantenni) che l'architettura vorrebbero insegnarla in facoltà.
NeI"'okt~ .~ ''PaI'Okt .p~ ~coutR» Ie~"
I verbali dei cinque commissari di Progettazione, oltre a zoppicare in italiano, regalano consi-
derazioni maligne, incisi grevi, sono interessanti e pericolose al battute sarcastiche. Non si era tempo stesso soprattutto se le si mai visto in un bando universita- pensa in mano a studenti in forrio. Gli autori dei siluri da bando mazione». Sono un po' più di stusono docenti della Seconda uni- denti, in verità, i candidati che la versità di Napoli, curatori del commissione si è trovata davanMuseo Maxxi di Roma, presidi ti, eppure scrivono di loro: «Candella facoltà di Architettura di didato in via di formazione (si Valle Giulia, ordinari della scuola spera). Abilitazione: no». Oppupoli tecnica di Losanna, architet - re: «È ricercatore dal 20 11 alla Sati associati abituati a lavorare nel pienza. I suoi interessi variano Nord Europa. Docenti qualifica- (sbandano?) tra l'architettura roti, ecco. Magari, in alcuni casi, manatra le due guerre,lapianifipresupponenti, esteticamente cazione e il patrimonio». naive, forse frustrati. Tutti insie- Alcuni giudizi sono freddure. me si sono divertiti-è tutto pub- «Le pubblicazioni vertono in blico,archivioCineca-ascrive- gran parte sull'argomento (non re commenti di questo tipo: «La solidissimo dal punto di vista candidata non è scema, ha dime- scholarly) della tesi di dottorato e stichezza con la scena interna- sulle sue derivazioni, vale a dire zionale e rivela curiosità». Sì, "la linea di terra" (anche se non <<non è scema». Ancora: «Le pub- stiamo parlando di sicurezza neblicazioni ci offrono la possibilità gli impianti elettrici»). Nei verbadi awicinarci alla produzione li ci sono diverse considerazioni progettuale del candidato (e non non richieste sull' anima dei canè una bella esperienza) .. ; Indi- didati: «Ha una specializzazione menticabili i testi di Molinari e molto settoriale, che sembra una GarofalosulleoperediSaito.Spa- sorta di condanna ad esercitare risca per favore». Scritto di pugno un credo a tutti i costi». E critiche da un commissario. Diffuse le" esplicitealmalcostumeuniversiironie. «Con il dovuto terrore per tario: «Molte pubblicazioni sono unaposizionedaweropocointe- raccolte di lavori didattici degli ressata a ciò che accade attorno studenti pubblicati con contriall'architetturailcandidatoè abi- buto dell'università. Ma com'è litabile». Poi: «Le pubblicazioni possibile che in un paese così
"povero" ci siano a disposizione nelle facoltà tanti soldi per pubblicare lavori di studenti e qualsiasi altra cosa venga in mente a un docente? Non abilitata». La commissione Masterchef ha attaccato' via concorso, anche colleghi più affermati: "Le pubblicazioni pullulano di detriti portoghesiani e subportoghesiani, la stessa candidata confessala difficoltà di uscire dall'ombra del Maestro (cui concede la maiuscola!)).
A "Progettazione architettonica" solo il venti per cento è stato abilitato. Sotto le forche caudine dei commissari battutisti sono caduti progettisti come Beccu e Raimondo autori dell'Auditorium di Firenze e del Museo dei Bronzi di Riace, poi Peluffo e Femia (Palazzo del cinema di Venezia), Alessandra Segantini (Uffici giudiziari di Venezia), Vincenzo Corvino (restauro del Pirellone di Milano). L'Associazione italiana di architettura e critica parla di una commissione sessista e maschilista, «che non rispetta la dignità delle persone giudicate e squalifical'universitàitaliana». il professor Sergio Pace delPolitecnico di Torino cita Bombolo e Cannavale. Una lettera plurifirmata chiede al ministro dell'Istruzione di fermare tutto.
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L'ABILITAZIONE L'abilitazione nazionale viene varata nel 2010 per superare
l\ c~i i concorsi combine
è $eeD:l'@"jt
La candidata non è scema, ha dimestichezza conia scena internazionale e rivela curiosità
L~ bi\l1ìtla\ ~~p~rii!f:'D~a Non è stata una bella espenenza ... Indimenticabili i testi di Molinari e Garofalo. Sparisca per favore
~UJl:tta di UiiM~.,n*,i,~~,~ Ho capito che è una punta di diamante del suo dipartimento e che c'è aria di abilitazione ...
pe~I~~t·dtà Provo perplessità per tre pubblicazioni del candidato edite in una collana di cui il candidato è direttore
LE COMMISSIONI I candidati per la prova 2012-'13 sono 59.193, le commissioni 184, gli abilitati 400
I RICORSI Ricorsi contro le commissioni: curricula gonfiati, risultati anticipati, bocciati a sorpresa
"Repubblica" domenica scorsa ha raccontato
gli esclusi eccellenti dalle discipline ortopediche
Data 05-03-2014 Pagina 20 Foglio 2/3
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Data 05-03-2014
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La sua vita è stata "muta, e bisognosa di altri" come quella di molti ragazzi con i suoi problemi. Ma lui, 33enne del Trevigiano, è riuscito a farcela. Con una tesi che parla di se stesso
La battaglia vinta di Pier "lo, primo laureato autistico esco dalla prigione di cristallo"
JENNER MELETII
VOLPAGO DEL MONTELLO (fREVISO)
ier non ha avuto dubbi. Quando il papà gli ha chiesto se voleva andare a fare una gita al mare o a vedere i carri del carnevale a Treviso, è riuscito a dire: «Carri». Bisogna fare festa, a casa Morello. Piercarlo detto Pier si è laureato, 96 su llO. È diventato «dottore magistrale in Scienze umane e pedagogiche» con una tesi in cui parla di se stesso. Pierè affetto da autismo severo e non si ha notizia di altri autistici gravi che abbiano potuto cingersi d'alloro. «Abbiamo vinto una battagliadice subito il padre Luciano, ex insegnante - ma la guerra continua. Ma lo sa che quando Pier siè iscritto all' universitàl'U slvo-
leva togliergli i 400 euro al mese dell"'accompagnamento"? Dicevano: seva all' università non è autistico. Invece anche l'ultima diagnosi, svolta in una struttura pubblica due anni fa, conferma purtroppo che il nostro Pierèaffetto da autismo severo».
È una storia bellissima e triste, quella di Pier. Bellissima perché Pier, 33 anni, non si è fermato in un'aula delle elementarfo delle
medie con l'insegnante di sostegno maè diventato dottore. Triste perché la sua laurea è una mosca bianca in un mondo dove migliaia di ragazzi autistici <<fion parlanti» non riescono a uscire da«unavita-coslhascrittoPier nella sua tesi di laurea - muta, vacua e bisognosa di altri». «Io non so nemmeno - racconta il padre - cosa abbia provato, quando la commissione lo ha proclamato dottore e gli amici gli hanno fatto festa. Perun giorno e mezzo Pier si è ritirato nel suo posto preferito: il salotto di casa. Resta solo davanti alla tv accesa ma senza volume e ascolta musica alla radio: da Beethoven ai cantautori italiani. Non vuole che nessuno entri. Sì, ha visto i giornali, il Mattino e la Tribuna, che parlavano di lui. Ha fotografato gli articoli. Conosco i suoi tempi. Solo fra una settimana, via computer, potrò chiedergli come ha vissuto le ore della laurea. lo so che era molto teso, ma l'abbiamo capito solo noi genitori: aveva le guance rosse».
N ella storia di Pier ci sono stati molti muri e solo alcuni sono stati abbattuti. «Fino alle medie - ha scritto nella tesi per la triennale in Scienze della formazione-ricordo di avere solo colorato in silenzio tanti pallini a quadretti nei corridoi della scuola. Sì, ho conosciuto tante aulette di sostegno e corrido h>. «Ho imparato - ha scritto nella tesi specialistica, su "Inclusione e ben-essere sociale: una storia di autismo per capire" - a leggere mentre gli insegnanti facevano lezione agli altri. Ma come
facevo a farlo capire ai professori, visto che non riesco a parlare?».
«Fino ai tredici, quattordici anni - racconta il padre Luciano - Pier era giudicato dai medici un ritardato mentale. È stato allora che abbiamo incontrato la dottoressa Vittoria Realdon Cristoferi, che ha proposto una tecnica di scrittura facilitata, con l'assistenza di un operatore. E così è riuscito a frequentare !'istituto agrario di Montebelluna. I problemi più gravi sono arrivati dopo il diploma. Il Ceod -Centro educativo occupazionale diurno - ci ha proposto di inserirlo in una cooperativa sociale per disabili psichici, che è una struttura positiva per tanti ragazzi ma resta una gabbia, dorata ma sempre gabbia. lo e mia moglie Marta abbiamo deciso: Pier deve vivere in un ambiente normale, e per un ragazzo diplomato l'ambiente normale è l'universitID>.
<Niviamo - ha scritto Pier Morello - in prigioni di cristallo, prigioni di voce negata e di parole che non sono espressione di dovuta fiducia». Un passo dopo l'altro, sempre in salita. Gli esami al computer, davanti al professore. <<Alcuni docenti -racconta il padre - non volevano laureare Pier. Dicevano: non potrà usare la laurea, e allora perché dobbiamo concedergliela? Non hanno capito che la laurea in fondo è un effetto collaterale. L'importante è il passo avanti. Che farà adesso il nostro Pier?Noinoncifermiamo.Lavora già, nostro figlio, tre giorni al-
la settimana. Da qualche anno va alla scuola materna di Venegazzù come assistente delle maestre. In aula distribuisce le matite ai bimbi, prepara la tavola delle insegnanti, fa la "sentinella" in giardino durante la ricreazione e avverte le insegnanti se i bimbi litigano o si fanno male. È la UsI che paga un piccolo stipendio e l'assicurazione con una borsa lavoro. Credo che questo sia un ottimo intervento: Pier si sente utile e motivato a comportarsi bene. La scuola non è una gabbia di cristallo. Il dottor Pier continuerà questa attività. Cercheremo anche altro, se possibile, ma sempre in un contesto normale».
«La disuguaglianza - ha scritto Pier - è la vera disabilità. So che cammino da solo ... ma
SG:As~~,
taUO,.!Da,CO'Iae
facevoa~.ai.
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nella mia cesta di parole taciute trovo anche soli e lune, oceani e colori diluce». «Se il brano è stato scritto da Pier e non dal suo facilitatore-ha commentato Liana Baroni Fortini, presidente dell'Angsa, Associazione nazionale genitori soggetti autistici -Pier non può dirsi autistico perché dimostra di avere una comunicazione sociale molto buona». La dottoressa Vittoria Realdon Cristoferi, medico neu-
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la Repubblica ropsichiatra che segue Pier da conta che altri 999 nonce la fan- tatichesieraprefisso.Pierèladiquando aveva 12 anni, non cer- no. Conosco Pier e gli "parlo" da mostrazione che l'autismo non ca polemiche. «Nessuno di noi quando era un bimbo. Mi ha è incapacità. La laurea? Credo -dice-ha gridato al miracolo. sempre detto di voler vivere co- che per lui la conquista più im"Uno su mille ce la fa", e questa è me gli altri. Ha raggiunto i risul- portante sia stata quella di viveuna buona notizia che però rac-
ANDREA Nel libro Se ti abbraccio non aver paura, di Fulvio Ervas, il viaggio in moto negli Usa di Andrea con suo padre Franco
TOMMY La vita quotidiana di Tommy è raccontata dal padre Gianluca Nicoletti in Una notte ho sognato che parlavi
JACOB In" mio bambino speciale Kristine Bamett racconta il figlio Jacob, dotato di un altissimo quoziente d'intelligenza
NAOIÒ Naoki Higashida, 21 anni, non parla ma scrive: nel libro-testimonianza The reason I jump racconta le sue difficoltà
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re con gli altri, andare con gli amici a prendere il sole a Prato della Valle ... Sa di non poter fare da solo. Ma ha visto che la porta della gabbia può essere aperta».
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lA FESTA Una giornata intensa, indirnenticabile per Piercarlo Morello, in alto rnentre gli cingono il capo di alloro, qui a sinistra riceve i cornplirnenti della cornrnissione che gli ha assegnato 96/1 00 e sotto con amici e farniliari festeggiare la laurea in Scienze urnane e pedagogiche
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IL~MA.TTINO Data 05-03-2014 Pagina 8 Foglio 1
Dieci anni di tagli sistematici e blocco alle assunzioni di giovani
La distribuzione dei «punti organico» nella ripartizione del 2013 ha sfavorito soprattutto le strutture del Mezzogiorno
I 62 atenei statali sono ripartiti in due categorie: per 9 (tutti del Centronord) c'è una sorta di corsia preferenziale che garantisce di fatto la stabilità dei finanziamenti. Peri restanti 53 (di cui tuttii21 del Mezzogiorno) il finanziamento diventa una lotteria legata in modo crescente alla cosiddetta «quota premiale», ovvero a una comparazione della produzione scientifica sulle graduatorie dell' Anvur. Le classifiche quest' anno sono state da più parti contestate e probabilmente molti meccanismi andranno messi a punto; tuttavia una valutazione imprecisa è comunque preferibile all' assenza di criteri di comparazione. Il Finanziamento alle Università dal 2011 segue appunto il criterio premiale, per una percentuale del fondo ordinario (Ffo) via via crescente: dal 10% iniziale al 16% di quest'anno fino al 30% a regime. I 21 atenei del Sud hanno esattamente un terzo degli studenti e prima della premialità ricevevano il 32% dei finanziamenti, quindi una fetta proporzionata alle esigenze. N e120 Il su quel 10% premiale la quota del Sud è stata del 26,5%; nel 2012 il peso della premialità è salito al 12% e
il Sud si è attestato a126,l %j ne12013 con la premialità passata al 14% il Mezzogiorno ha conquistato il 27%. I valori di premialità, insomma, sono sistematicamente di 5-6 punti al di sotto di quelli erogati in passato con il meccanismo legato alle esigenze didattiche.
Se la quota premiale fosse effettivamente un premio, un di più, ciò non sarebbe un problema. Ma per le esigenze generali di bilancio dell'I talia,l'Ffo dall' inizio della crisi economica è stato tagliato del 14%. La premialità si traduce in una vera e propria penalizzazione, sia pure con la regola che non si può perdere più de15% da un anno a un altro. La doppia gradualità prevede la premialità che cresce di due punti l'anno tra il2011 e il 2021 e il tetto ai tagli del 5%, con la facile previsione di un decennio di tagli costanti e sostanzialmente inevitabili per le Università che operano in contesti territoriali meno attrattivi. Il sistema punitivo viaggia a velocità più rapida di quanto possano fare eventuali correttivi. E poi quali correttivi? Il taglio ai punti organico, cioè alle possibilità di assunzione di giovani, ha fatto il resto. In Italia già c'è un tetto al turnover de120% (cioè si può rimpiazzare solo un professore ogni cinque). Ma quando il Miur ha ripartito i punti organico per il 2013, il Sud a fronte di 766 uscite ha ottenuto solo 78 rimpiazzi, contro i 182 rimpiazzi concessi al Centro (su 857 uscite) e i 185 al Nord (su 605).
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Data 05-03-2014
IL~MA.TTINO Pagina 8 Foglio 2/2
-Il vertice
Da Potenza il no alla Carrozza
1128 novembre a Roma il ministro dell'Università Maria Chiara Carrozza incontrò i rettori del Mezzogiorno che protestavano per il taglioalturnover. Li rassicurò a parole, senza cambiare una virgola del decreto. l'unico a manifestare delusione fu Mauro Fiorentino: «Rimane in me viva la preoccupazione -disse - che i problemi del Mezzogiorno continuino a non trovare adeguata percezione nelle linee programmatiche del governo».
I fondi per le Università ATENEI STUDENTI FONDI ORDINARI FONDI PREMIALI
53 1.475.786 oggi 84% a regime 70% oggi 16% a regime 30%
Perdita finanziamento a regime per gli atenei del Sud
Fonte: Università degli studi della Basilicata
3.500 euro
Finanziamento pubblico medio per studente
30.000 l'anno
Studenti del Sud per i quali non ci sarà adeguato finanziamento
,;:e.rrtime.tri
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IL~MA.TTINO Pagina 35 Foglio 1 /2
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CelVelli in fuga, la Regione sblocca 50 milioni Soldi ai sette atenei. Finanzieranno borse di studio e assegni di ricerca per 1200 giovani
Gerardo Ausiello «I nostri
Tre laureati su dieci lasciano Napoli e . la Campania e cercano fortuna al ragazzI Nord o all'estero. Per provare a ferma- devono
giunta Caldoro ha costituito un comitato tecnico che provvederà a stilare un'apposita graduatoria formata dalle istanze che totalizzeranno un risultato superiore a 60 puntiesarannoammesse al finanziamento fino ad esau-
re l'emorragia la Regione ha sblocca- trovare qui to 50 milioni di euro, che vanno diret - opportu n ità tamente nelle casse delle sette Univer - . . sità presenti sul territorio. Una piog- per ~entl.rsl gia di risorse che verrà utilizzata per realizzati» finanziare borse di studio, specializ-zazioni e master rivolti a circa 1200 giovani. In una parola la formazione dei ragazzi, che spesso qui perdono anche la speranza di un futuro dignitoso. Ma come sono stati suddivisi i fondi? Un tesoretto di 8 milioni di eu -ro viene dirottato sugli assegni di ricerca per 400 giovani nell' arco di un'annualità: saranno selezionati i progetti ritenuti maggiormente significativi e meritevoli. Altri 500 giovani (per tre annualità) saranno i destinatari dei dottorati, a cui vanno complessivamente 30 milioni: previsti, a tal proposito, periodi di studio all' estero e stage presso soggetti pubblici e privati, finalizzati all'acquisizione delle competenze necessarie per fare ricerca ad alto livello. C'è poi una quota di 2 milioni che serve a finanziare appositi voucher per 200 giovani laureati che intendano frequentare master di secondo livello: il contributo per le spese di iscrizione va da 4mila a 20mila euro. Gli ultimi 10 milioni, invece, saranno investiti in 67 borse di studio per le specializzazioni dei medici (in Campania un neodottore su due rischia di restare senzalavoro).
Possono presentare la domanda di finanziamento della borsa di studio i giovani che non hanno superato il trentaquattresimo anno di età alla data di scadenza dell' avviso, residenti in Campania, in possesso di laurea, che non hanno usufruito di altre bor-
se di studio per master post laurea asse-gnate dalla Regione negli ultimi tre anni e che non siano be-neficiari di altre bor-se di studio per la partecipazione allo stesso corso. Ai fini della valutazione delle domande di fi-nanziamento la
rimento delle risorse. Una volta che verrà espletato !'iter, l'elenco completo sarà pubblicato sul Burc, il bollettino ufficiale di Palazzo Santa Lucia. «Il nostro obietti-vo sono i giovani, dobbiamocombattere la fuga di cervelli con tutte le energie e le risorse disponibili», sottolinea il governatore Stefano Caldoro che ha messo a punto il piano con il vicepresidente della giunta Guido Trombetti. «Non dobbiamo evitare che i nostri ragazzi vadano a formarsi fuori - aggiunge l'ex ministro socialista -ma fare in modo che trovino qui le condizioni per soddisfare le loro professionalità».
Di «iniziativa strategica» parlano Massimo Marrelli (Federico II), Francesco Rossi (Seconda Università di Napoli), Lida Viganoni (Orientale), Claudio Quintano (Parthenope), Aurelio Tommasetti (Salerno), Filippo De Rossi (Sannio) e Lucio DJ Alessandro (Suor Orsola Benincasa), che non risparmiano critiche allo Stato per i tagli degli ultimi mesi (circa 30 milioni in meno di finanziamenti). In particolare la Viganoni osserva: «N ella grande difficoltà in cui si muovono gli atenei di tutto il Paese, ma noi in particolare, con tagli e scarso turn over, poter investire sull' alta specializzazione è fondamentale perché ci consente di dare formazione ai nostri giovani che diversamente si sposterebbero altrove».
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tS t, tutto Scienze e tecnologia
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Rivoluzione all'università C'è la ricetta a stelle e strisce
Dalla scelta dei prof alla destinazione dei fondi, come portare un po' d'America in Italia to assume persone non vali- di richiesta di finanziamenti de, il successo nell'ottenere seguono un iter definito. Sono fondi di ricerca declina e con guidate da funzionari governaquesto la sopravvivenza del tivi con un dottorato, che gesti-
CHIAltA MA:-i:t.I:-i1 dipartimento stesso, poiché il scono il portafoglio di finanzia-0LGA Ei'IFA:-iO budget sarà minore. L'univer~ ~e~ti pe.r aree tema~iche, con-GEORGE WASHINGTON UNIVERSITY sità italiana ha già cominciato slglIan? I ~roponentI e scelg?,NATIONAL INSTITUTES OF HEALTH a muoversi verso una realtà no reVISOri ad hoc. Come gIa
più meritocratica e program- proposto dall'ex ministro C~riamo una scienziata matica, ma su questa traietto- roz~a, queste figur7 professl?e un'amministratri- ria ora si devono fare passi più nah sono necessarie anche m ce di fondi governa- audaci. Molti auspicano di eli- Italia, dove le proposte spesso tivi p~r la ricerca a mi~are ~onc?rsi e a~ilitazioni fipiscono in un buco nero, da Washmgton, en- nazIOnah. NOI propomamo che cui escono accettate o rifiutate.
trambe laureate in biologia in i dipartime~ti scel~ano au~?- Dopo l'assegnazi~ne dei fonItalia.. Rappresentiamo un nomamente IproprI membri m di, poi, particolare attenzione gruppo di italiani negli Stati base ad un plano programma- dovrebbe essere dedicata al Uniti e in Canada che, ispirati tico reso pubblico. Questo radi- comunicare, al pubblico i risulda carriere in Paesi dove l'in- cale cambiamento ha senso so- tati della ricerca. Sarebbe novazione e la ricerca sono il lo se il dipartimento che assu- quindi auspicabile un portale motore dell'economia, stanno me .s~ pre?de la totale respon- online accessibile à ogIÌi cittaelaborando alcune proposte sablhta di rendere conto della dino con l'elenco delle scelte d.i rifor~a per.l'unive:sità ~ la p~o:pria scel~a, perden~o p~~- pro~ammatiche dei ministeri rIC.e~ca m Itaha. Tr~ I te~~ su stIgI~ e fondi n,el caso I~ cUi Il o degli enti finanziatori, la lista CUi Il «Gruppo Umverslta e candidato non e produttivo. dei fondi l'ammontare e una Ricerca» sta .lavorando vor: Inoltre, previo un. dovero.so descrizio~e del progetto comremmo s?ttolmeare tre pu~tI aumento d71 Fo.ndo di fin~zla- prensibile a chiunque. che crediamo fondame?talI e mento ordmar!o ~h~ ,sos~lene 3) Si promuova la mobilità. che ~ovrebbero. essere Il pun- g:an parte dell attlVlta umver- L'esperienza in altri Paesi (eut~ d approdo ~I ~n per~or.so s~tarla, la s~a pe:centuale ropei e non) dimostra che la di trasformazIOm che rIchle- dl«quota premlale» (m base al- possibilità di cambiare univerderà tempo e impegno. la produttività passata) po- sità è mì.'arma potente ed effi-
1) L'unive~ità assuma ~hi trebbe anc~e essere .asseg~ata cace per sviluppare nuove idee wole e sia responsabile sulla base di progettI futuri. La ed evitare conflitti di interesse. delle assunzioni. quota, però, dovrebbe essere Questa mobilità è praticata vo-
I~ ~ord Americ.a ogni u.niver- aumentata ben. oltre ill~% at: lontariamente ed è implicito slta ~tatale o prIv:ata SViluppa tl!al:. Il ~onfe~?Iento di ~on~1 che dopo il dottorato si proseun piano strategico che defi- aI dipartImenti m base alI attI- gua la carriera al di fuori delnisce le offerte didattiche e le vità dei propri professori di- l'ateneo dove lo si è ottenuto. linee di ricerca su cui investi- venterebbe cQsÌ sostanziale e Gli scambi promuovono re e ottenere finanziamenti. di stimolo, senza ingarbugliar- . Se un dipartimento riceve si tra rigidi parametri biblio- l'indipendenza intellettuale fondi per ampliare la didatti- metrici. CosÌ si creerebbe un dei giovani scienziati e la conca o la ricerca, il reclutamen- circolo virtuoso, in cui le scelte divisione di competenze tra to di nuovi professori si basa di programma portano a risul- gruppi di ricerca. Alcune di non solo sulla produttività tati tangibili, e sarebbe inte- queste consuetudini potrebpassata del candidato (il cur- resse dell'università stessa as- bero essere incoraggiate anriculum); ma viene realizzato sumere solo i migliori. che in Italia attraverso in base ad una proposta quin- 2) La gestione della ricerca un'estensione della «portabili-quennale, in cui il candidato sia trasparente e compren- tà» dei fondi di ricerca a tutti i descrive i corsi e i progetti di sibile a tutti. finanziamenti (il principio per ricerca che svilupperà. Gran parte del lavoro del ricer- cui li si può portare con sé, in-
La valutazione della per- catore è comunicare i propri dipendentemente dall'istituformance del professore as- risultati agli altri scienziati, ma zione in cui si opera): il tutto sunto del dipartimento è poi negli Usa è routine rendere in linea con l'ottima iniziativa continua e determina gli conto anche alle agenzie di fi- del ministero italiano delscatti di livello. Le regole so- nanziamento e al pubblico, cioè l'Istruzione nel bando «Sir» no chiare e, se un dipartimen- ai contribuenti. Le procedure (<<Scientific independence of
young researchers») per lan~iare la carriera di giovani ricercatori.
Università e ricerca sono potenti motori di crescita culturale ed economica e ci auguriamo che il nuovo governo di Matteo Rerizi introduca con energia questi temi nel suo progra,mma.
9-continua
RUOLI: LA PRIMA È« ASSISTANT PROFESSOR» DI FARMACOLOGIA
ALLA GEORGE WASHINGTON UNIVERSITY
LA SECONDA È «HEALTH SPECIALlST» AI NATIONAL INSTITUTES
OF HEALTH DEGLI USA
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Maria Chiara Carrozza
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Data 05-03-2014 n Sole9]{l mmrn Pagina 35
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I Ancora u n rinvio per ['accordo su Ila ricostruzione
Città della Scienza, slitta la firma del piano Vera Viola NAPOLI
Salta a Napoli la fIrma dell'accordo di programma quadro (Apq) per la ricostruzione di Città della Scienza. Almeno per ora, sebbene la fIrma fosse attesa da tempo, e sebbene la Fondazione Idis avesse organizzato ieri sera, per l'occasione, una festa, con
, tanto di banda musicale e can, tanti,allapresenzadelneomi
nistro della Ricerca, Stefania Giannini, in una data simbolica: a un anno esatto dall'incendio doloso che distrusse lo Science Center.
Dopo un tour de force per defInire il testo con l'intesa di tutte le numerose parti coinvolte (anche con i ministeri
: delle Infrastrutture, Ambiente, Dipartimento per le Politiche di sviluppo, Comune di Napoli e Regione Campania) a tarda sera si è deciso per il rinvio per la necessità - è stato detto - di meglio defInire il testo dell'accordo. «Firmeremo
, l'intesa che stanziacirca43 milioni e Città della Scienza sarà ricostruita» ha assicurato il ministro Giannini.
Dopo un tour de force durato due giorni per scrivere un testo condiviso, in realtà è mancato l'accordo tra Comune di Napoli da una parte e ministero dell' Ambiente e Regione Cam-
, pania su un altro fronte. Disac-
cordi che si pensava fossero stati superati il 30 gennaio scorso in un incontro a Roma, presso il ministero della Coesione territoriale, quando un testo di accordo per Fondazione Idis era stato scritto e condiviso, ma poiè stato rimesso in discussione dal sindaco di Napoli Luigi de Magistris.
Il nodo è la bonifIca di Ba-
Il pomo della discordia è la bonifica di Bagnoli: richiesta dal Comune di Napoli, respinta da ministero e Regione
gnoli. Il Comune di Napoli nelle ultime settimane, specie dopo la messa in liquidazione della Stu Bagnolifutura, si è battuto affInché nell' Apq ci fosse almeno un articolo dedicato alla bonifIca di Bagnoli. Alle 13 si parlava di un accordo per Città della Scienza con un rimando a un altro Apq da varare in tempi brevi, dedicato a tutto il Sin (sito di interesse nazionale) con un nuovo piano di bonifIca. Una postilla che non è piaciuta a ministero dell' Ambiente e Regione Campania convinti che si dovesse varare un provvedimento dedicato esclusivamente alla ricostru-
zione di Città della Scienza. In ogni caso, i piani per ilMu
seo di Città della Scienza sono defmiti. Rispetto alla struttura distrutta, la nuova dovrà arre- , trare dalla spiaggia lasciando libera una passeggiata a mare. Quanto alla struttura, secondo le valutazioni fornite da F ondazione Idis, avrà una volumetria di 81.300 metri cubi, di cui 65mi-la per il museo e 16mila circa per archivi e magazzini, oltre a lOmila metri quadrati di spazi aperti da allestire.
Le risorse fInanziarie necessarie ammontano, secondo Fondazione Idis, a 64,7 milioni, 40 necessari per ricostruire il Museo. Per ora Fondazione Idis ha già messo a disposizione 22,5 milioni e la Regione Campania si è impegnata a verifIcare la possibilità di concorrere fIno a 34,2 milioni. «Non avrei creduto l'anno scorso che ci saremmo trovati qui - ha detto il vicepresidente della Regione Campania, Guido Trombetti - Abbiamo i soldi, il museo si ricostruirà». Replica il vice sindaco di Napoli, Tommaso Sodano: «Abbiamo posto un altro problema. Il territorio ha già pagato tanto per un territorio che è stato prima inquinato e poi non bonifIcato. La ricostruzione di Città della Scienza deve procedere di pari passo con l,a bonifIca. Un atto dovuto».
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Maria Chiara Carrozza
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la Repubblica Data 05-03-2014 Pagina 6 Foglio 1 /2
Sottosegretari indagati, M5 S vuole la sfiducia Casso n chiede le dimissioni, disagio nel Pd Grillo: "Bene Ncd, ora Renzi cacci i suoi ". Alfano: valutino loro
UANA MILELlA
ROMA-LaBarracciu? Non risponde nemmeno al telefono. De Filippo? «Mi viene da ridere, qui stiamo parlando di 1.200 euro di francobolli acquistati dallamiasegreteria ... ». Del Basso De Caro? «Se mi chiedono il passo indietro? Sono un uomo di partito». Ma si dimette? «La vicenda mi ha un po' seccato, ho anche più di 60 annh>. Ma Grillo ... ? <<lo non sono Grillo, mi chiamo in un altro modo». Antonio "Tonino" Gentile ormai è storia. Masugli altri quattro sottosegretari del Pd, che hanno un'indagine addosso, si scatenano Grillo in persona e i suoi parlamentari, ma anche SeI e la sinistra delPd. Basti questa battuta del Dem Felice Casson, ex giudice istruttore, senatore intransigente: «Devono fare un passo dilato, nel governo ci entreranno la prossima volta».
L'aria che tira a sinistra del governo, con SeI di Vendola, e soprattutto con Grillo, è foriera di una discussione destinata a trasferirsi in aula, al Senato e al-
la Camera, dove i pentastellati hanno già cominciato a presentare singole mozioni di sfiducia per aprire singoli dibattiti e costringere la maggioranza al voto. Non solo. Per un Grillo che, come stiamo pervedere, di prima mattina chiede agliindagati di farsi da parte, c'è un Alfano che a sera li difende. «lo non chiederò le dimissioni dei sottosegretari Pd indagati». Poi, quasi non fosse chiaro, ripete la fràse e aggiunge: «SaràilPd a fare le sue valutazioni. Ha un po' di indagati.al governo, valutilui se devono dimettersh>. Brucia ad Alfano l'aver dovuto sacrificare Gentile,lotutela (<<lI suo diritto alla difesa è stato calpestato dall' onda mediatica, ora da persona libera si difenderID», ma non affonda gli indagati del Pd che, almeno alcuni, hanno una storia un po' diversa da Gentile.
La faccenda, adesso, si gioca in casa Pd, dove una Bindi, in trasferta a Palermo con la commissioneAntimafia di cui è presidente, lancia una frase pesante quando le chiedono se gli indagati Dem devono farsi da
parte e se deve lasciare Maurizio Lupi, il ministro delle Infrastrutture ugualmente indagato: «Ho già detto che su tutta questa materia facciamo appello al senso di responsabilità delle persone, delle forse politiche e del governo». Considerazione non da poco, anche perché, con Grillo che attacca, ilPd sarà costretto a difendere in aula i suoi uomini.
Sul refrain di «quattro indagati per me posson bastare ... », sul blog, Grillo scrive: <~fano ha dato l'esempio, il pdexmenoelle di Renzie non può che seguire l'esempio e fare una figura mondiale». Passano due ore, ed ecco che il capogruppo al Senato di M5S Maurizio Santangelo annunciare la mozione di sfiducia, per «rimuovere gli indegni dagli incarichi governativi». Non basta. Si muove anche SeI, Claudio Fava parla di sottosegretari e ministri indagati che «si dovrebbero dimettere». Esili le difese, come quella del ministro dell'Istruzione Stefania Giannini, «sono garantista, non devono dimettersi, mi sembrano casi diversi da
Gentile». «Per quel che ne so», aggiunge vaga.
Ma quando lamossadiM5S è pubblica, Casson non si tiene: «Questa non è una questione di codice penale, ma di etica della politica. Renzi non deve coinvolgere nel governo gli indagati, se vuole dare un'immagine nuovadelPd e del suo stesso governo». Ma come voterà in aula? «Ho detto quello che ho detto» risponde. Ma nel Pd, tra cuperliani e civatiani, il malumore è forte.
E loro? Gli indagati? Vito De Filippo è già tutto preso dal suo lavoro di sottosegretario: «Sono in riunione. Sono già stato in commissione. Non posso parlare adesso. Dimissioni? Qui stiamo parlando di 1.200 euro per francobolli ... lo capite? La cifra è questa, 1.200 euro. Fate pure gli accertamenti, fate un approfondimento, io non mi esprimo, ma mi viene da ridere a pensare che un presidente della Regione possa essere tirato in ballo per 1.200 euro spesi dalla sua segreteria ... ». Del Basso De Caro, seccatissimo: «Dal Pd non mi hanno chiesto niente, e perché poi avrebberò dovuto chiedermi qualcosa?».
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Lavoro under25, imprese e Regioni chiedono flessibilità Più concorrenza tra centri per l'impiego e agenzie private
Gianni Trovati MILANO
Applicazione "flessibile" nelle Regioni, semplificazione delle procedure, concorrenza fra centri per l'impiego pubblici e agenzie private con l'introduzione dei voucher, e stop al progetto di portale unico che rischia di costare oltre 100 milioni di euro senza portare vantaggi immediati (si veda articolo in basso). Sono le proposte delle Regioni che oggi avranno il primo incontro con il nuovo ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, per partire con l'applicazione della Youth Guarantee, il progetto avviato dall'Unione europea con la Raccomandazione del 22 aprile 2013 che muove oltre l,smiliardi trarisorse Ue, fondo sociale e cofmanziamentinazionali, ma che inItalia già rischia di registrare i primi ritardi sulla tabella di marcia (in Spagna è partito a dicembre).
A presentare le richieste regionali sono gli assessori al Lavoro di Lombardia, Veneto, Liguria e
Campania, che hanno risposto all'invito di Assolombarda per fare il punto della situazione per l'avvio effettivo della Garanzia Giovani. «Il progetto ci sta molto a cuore perché mette al centro il rapporto fra i giovani e il mondo del lavoro - spiega il direttore generale di Assolombarda Michele Verna -, ma fmora un approccio centralistico ha causato ritardi e va corretto subito». Essenziale, per accelerare la macchina, è una buona dose di semplificazione e l'apertura alle attività delle agenzie private perché, ricorda Verna, «i centri pubblici per l'impiego hanno tassi di inserimento lavorativo del 3%, con un costo medio di 13mila euro per collocato».
A spiegare l'urgenza del progetto sono gli 1.3 milioni di «Neet», cioè le persone fuò!i sia dai cicli di formazione sia da quelli di lavoro, che rappresentano il 22,20f0 deigiovani italiani fra 15 e 24 anni ~ono l'obiettivo del piano europeo. Aritardarne il decollo, finora, è stata anche l'ipotesi avanzata dal Go-
verno U;tta di ricavare la quota del Fondo sociale europeo (530 milioni) dalle risorse già destinate alle Regioni per le politiche attive del lavoro, che naturalmente ha incontrato l'opposizione dei Governatori: è un nodo da sciogliere in fretta, ma altrettanto urgente è avviare le convenzioni per tradurre la Youth Guarantee in piani operativi sul territorio. «Per essere efficace - sostiene per esempio Sergio Rossetti, assessore al Lavoro in Liguria - il programma va inserito nei processi che le Regioni hanno già messo in campo», e da questo punto di vista Valentina Aprea, assessore in Lombardia, propone l'esperienza avviata dal Pirellone con la «dote unica lavoro», che in base al profilo di ogni utente individua quattro diverse tipologie di servizi e consente all'interessato di scegliere l'assistenza più adatta al proprio obiettivo occupazionale. La prospettiva, condivisa dall'assessore campano Severino Nappi, è quella di intervenire anche sui
centri per l'impiego per «trasformarli da un sistema di intermediazione a un luogo di servizi integrati per illavoto».
L'architettura della Youth Guarantee deve infatti prepararsi a fornire servizi alla vastissima platea dei Neetfino a24anni, ma non si può fermare lì. Lo scopo non è quell? di mettere in campo un maxi-ufficio di collocamento, ma di fornire collegamenti giovani-lavoro, e scuolalavoro, con una pluralità di mezzi, dagli stage alla formazione sul campo. Obiettivi complessi, che secondo Assolombarda passano anche da un «piano strategico» che oltre alla semplificazione dell'apprendistato e alle partnership con il mondo dell'educazione passa da progetti di formazione professionalizzante in alternanza scuola-lavoro (sull'esempio di quanto accade per esempio in Alto Adige) e dall'allineamento fra l'offerta formativa universitaria e la domanda del mercato.
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Oggi l'incontro con il ministro Programma in ritardo Gli assessori al lavoro faranno il punto Si dovrebbe partire entro marzo prima della sigla delle convenzioni in Spagna interventi attivi da dicembre
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Verna (Assolombarda): sullo Youth Guarantee va corretto l'approccio centralistico e serve maggiore semplificazione
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Data 05-03-2014 n Sole9]{l mmrn Pagina 39
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Cresce in Lombardia la contrattazione sulla conciliazione
Più peso al welfare nel secondo livello Matteo Meneghello MILANO.
«A volte basta uno spostamento di orario di lavoro, un parttime, un lavoro ripartito per permettere ad una donna di mantenere la propria occupazione». Così Fiorella Morelli, responsabile del coordinamento donne della Cisl Lombardia ha sintetizzato, nei giorni scorsi, l'importanza di un adeguato impegno, in fase di contrattazione, nella conciliazione famiglia-lavoro.
«La contrattazione di secondo livello. può rappresentare il punto di incontro di disponibilità di singole imprese a trovare le
soluzioni partendo dall'osservazione dell'esistente e dalle esigenze espresse da lavoratori -ha aggiunto Morelli -.Alcune volte con uno slittamento dell'orario si eviterebbero delle spese che gravano sulle famiglie, costrette a pagare un servizio per accompagnare i figli a scuola: anche questo è un aumento del potere salariale di una famiglia».
I dati dell'ultimo aggiornamento dell'Osservatorio regionale sulla conciliazione, curato da Giorgio Caprioli, segnalano una sessantina di nuovi accordi siglati in Lombardia nel corso del 2013, soprattutto nel settore
metalmeccanico (25 intese), nel commercio-terziario (una dozzina) e nel chimico-tessile (lO accordi). Tra i temi trattati, si registra la prevalenza di richieste relative ad un'integrazione di salario o tfr (sostegno studio figli, sostegno maternità, carrello della spesa, fondo di solidarietà interno), segnalato nel 65% dei casi. Significativo, però, anche il ruolo dei permessi retribuiti, del part time e di servizi come asilo nido o baby sitting. Ancora marginale, invece job sharing e telelavoro. In un'ideale classifica dei fattori per macrofamiglie, al primo posto figurano gli accordi flessibilizzazione del tempo in funzione
delle esigenze dei lavoratori, al secondo posto la concessione di permessi, al terzo il pagamento o forrntura diretta di servizi.
Tra le aziende che hanno sottoscritto un accordo del genere nel 2013, Cisl segnala i casi di Beta utensili (libri di testo, borse di studio, vaccinazione antinfluenzale, assistenza fiscale), Krino (permessi non retribuiti per malattia del figlio fmo a tre anni e part-time post maternità fmo a tre anni del figlio), Agusta (parttime, telelavoro, asili nido, agevolazioni per visite medico-specialistiche), Cartotecnica GoldPrint (part-time e job-sharing per cure familiari).
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Data 05-03-2014
COBBIEBE DELLA SEBA Pagina 13 Foglio 1
)Ii) I CIII!lOO fiscale Camusso: no agli sgravi solo per le imprese. L'impegno del premier per un taglio delle tasse sul lavoro per lO miliardi
Più detrazioni per i lavoratori dipendenti sul tavolo del governo Paletti avvia il confronto con le parti sociali: gli incontri con Cgil e banche
ROMA - Si giocherà sul taglio del cuneo fiscale la partita tra governo e parti sociali. Ieri il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ha cominciato a sondare sindacati e associazioni imprenditoriali' incontrando per più di un' ora il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso e il direttore generale dell' Abi, Giovanni Sabatini. Camusso ha ribadito alcuni punti fermi per il sindacato: serve un taglio robusto delle tasse sul lavoro, ma attenzione a come farlo. No'a tagliare solo l'Irap (nei giorni scorsi è circolata quest'ipotesi) ad esclusivo vantaggio delle aziende, dice Camusso. Lo sconto deve invece andare soprattutto ai lavoratori, agendo quindi sull'Irpef, ma non tagliando le aliquote più basse, perché il beneficio andrebbe a tutti i contribuenti, compresi molti evasori, bensÌ aumentando le detrazioni sui lavoratori dipendenti. Tra oggi e domani Poletti incontrerà i vertici delle altre sigle sindacali e imprenditoriali. E potrà cosÌ farsi un'idea delle diverse posizioni in campo. A quel punto Poletti, il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, e lo stesso Matteo Ren-
Sarà il primo provvedimento sul lavoro
di Matteo Renzi. Il nome, titolo inglese del piano per il lavoro, deriva da una proposta di legge di Barack Obama. Nel 2011 il presidente americano l'aveva presentata in un discorso trasmesso in tv a reti unificate. Il piano Usa però,' che prevedeva una riduzione della tassazione sul lavoro, non è mai diventato legge. Renzi nei giorni scorsi ha annunciato un intervento in tempi brevissimi
zi, che già hanno avuto un primo scambio di idee l'altra sera a Palazzo Chigi, dovranno tirare le somme e prendere le decisioni su come distribuire il taglio del cuneo da 10 miliardi di cui ha parlato il presidente del Consiglio.
Per il resto, «l'unica cosa netta è il proseguire rapidamente sulla Garanzia giovani», ha detto ieri sera Camusso al termine dell'incontro conPoletti, che oggi vedrà le Regioni per chiudere le intese necessarie a far partire nelle prossime settimane questo piano per offrire occasioni di formazione o lavoro ai giovani under 25.
Quanto agli altri possibili argomenti sul tavolo, domina la cautela. «Il tasso di innovazione annunciato non si è tradotto in cose che sono state raccontate»' ha detto ancora il segretario della Cgil. Parole che fanno capire come al centro della discussione non ci siano stati i temi del Jobs Act annunciato 1'8 gennaio scorso da Renzi, in particolare quelli più spinosi, dal contratto d'inserimento che dovrebbe sospendere per i primi tre anni dall'assunzione l'articolo 18, rendendo quindi più fa-
Ministro Giuliano Poletti, ministro del Lavoro, ha avviato i primi contatti con i sindacati per il Jobs Act
cili i licenziamenti, al nuovo sussidio universale di disoccupazione, che dovrebbe bilanciare la maggiore flessibilità in uscita Di sicuro, invece, sempre stando a quanto ha riferito Camusso, si è parlato delle pendenze lasciate dal precedente governo. Il programma europeo Youth Guarantee appunto, col quale l'Italia si è impegnata a offrire un'occasione di formazione, di tirocinio o lavoro ai giovani con meno di 25 anni entro 4 mesi dalla fine della scuola o dalla perdita di un eventuale occupazione. Ma anche la questione degli «esodati» Secondo i sindacati ci sarebbero ancora decine di migliaia di lavoratori che rischiano di restare senza stipendio e senza pensione. Di qui la richiesta di rimettere mano alla riforma della previdenza reintroducendo elementi di flessibilità che consentano di andare in pensione prima dei limiti rigidi fissati dalla legge Fornero. Infine, si è parlato anche della necessi. tà di rifinanziare per il 2014 la cassa integrazione in deroga e di come rifor-mare gli ammortizzatori sociali.
Enrico Marro © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Ila Repubblica "')·;i'! "'f;;~jr(t~~ifr~~~j 'i::'i~i'i!7'7i':""Y:":
Adesso non sprecate quei soldi peri giovani
TITO BOERI
OGGI a Roma si tiene la riunione dei rappre-
'- sentanti delle Regioni con il neo-ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, sul piano "garanzia giovani" della Commissione Europea. Tra finanziamenti diretti e cofinanziamenti mobilita circa l miliardo e mezzo di euro per azioni a favore degli under 25 da utilizzare nei prossimi due anni.
SEGUE A PAGINA 28
TITO BOERI
(segue dalla prima pagina)
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Eun'opportulllta c e non dobbiamo assolutamente lasciarci sfuggire in tempi di emer
genza occupazionale e di ris?rse scarsissime. L'Istat ha certIficato venerdì scorso che solo nell'ultimo anno sono stati distrutti altri 100.000 posti di lavoro tra i più giovani. Il fatto grave è che chi ha perso il lavoro è andato non solo ad aumentare le ma della disoccupazione, ma anche a gonfiare l'inattività, il novero di lavoratori scoraggiati che smettono di cercare un impiego perché pensano che il mercato non sia in grado di offrire opportunità per loro. Un governo già impegnato a ridurre il cuneo fiscale e ad aumentare la copertura dei sussidi di disoccupazione rischia di non avere soldi per interventi che facilitinolatransizionedascuolaa lavoro. Quindi il piano europeo capita a pallirlo. Ma ci vogliono idee chiare sul cosa fare. Altrimenti si rischia di mettere in piedi una nuova macchina burocratica inefficiente come quella che accompagna la gestione dei fondi strutturali.
Le Regioni oggi molto probabilmente chiederanno di confermare il piano elaborato dal ministro Giovannini. È un nonpiano, di fatto una scatola vuota, che lascia ampia libertà alle Regioni nella gestione dei soldi comunitari, trattenendo al centro risorse consistenti (si parla di 200 milioni!) per costruire una "piattaforma web nazionale e social network per gli operatori"
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ADESSO NON SPRECATE QUEI SOLDI PERI GIOVANI
nell'ambito di una "struttura di missione" del mirlistero. Sono scelte entrambe sbagliate: le Regioni devono essere messe nelle condizioni di agire solo nell'ambito di direttive molto precise (come ad esempio previsto dal Piano spagnolo per la Youth GuaranteeJ, anziché essere spinte ad inventarsi programmi fantasiosi per impegnare e poi spendere i soldi. Ed è assurdo destinare fino al15 percento delle risorse disponibili in tutta Italia per costruire una rete informativa per gli operatori dei centri per l'impiego! Oggi un portale c'è già per l'irlcontro fra domanda ed offerta: si chiama" elielavoro" ha solo 23.000 iscritti, meno di 4.000 visitatori al giorno, e offre solo 50postivacantiin tutta Italia come tornitore, una delle figure professionali maggiormente ricercate dalle imprese. L'irltermediazione avviene altrove, in modo irlformale o attraverso le agenzie interinali.
L'idea della Youth Guarantee è quella di offrire a tutti i giovani un colloquio di orientamento e aiuto nella ricerca di lavoro con tirocini, formazione e attività di incontro domanda-offerta. Trae spunto dai programmi di welfare to work con cui il Governo Blair ha rivoluzionato i servizi per !'impiego. Quando qu~sta ideafupropostadalgovernoltaliano nel 1999, scatenò l'ira di Sergio Cofferati e spinse il Go-
verno D'Alema a dissociarsi da un documento comune italobritannico. Abbiamo così perso 15 anni. Non è mai troppo tardi, ma deve essere chiaro che questi sono i compiti che ogni servizio dell'impiego dovrebbe svolgere normalmente, anche senza bisogno dei fondi comunitari.
In Italia questo non avviene perché gli operatori dei servizi dell'impiego sono troppo pochi, poco qualificati o perché molti centri dell' impiego fanno di tutto tranne che il loro mestiere. Il personale è in prevalenza non laureato, con competenze amministrative, non in grado di mantenere un proficuo rapporto diretto con chi cerca lavoro. Mancano soprattutto esperti di marketing, psicologi sociali e informatici. Con questa struttura (8.713 addetti per 3 milioni e 293 mila disoccupati, vale a dire quasi 300 disoccupati per ope-
ratore) è impensabile costruire percorsi personalizzati per la ricerca del lavoro. Si possono invece offrire servizi di orientamento a quel nocciolo duro di giovani che vengono già oggi regolarmente ai centri per !'impiego e che presumibilmente rappresentano la parte più attiva e più bisognosa d'aiuto. Questo va fatto comunque, senza necessariamente utilizzare le risorse comunitarie.
Ci deve essere un monitoraggio attento da parte del ministero su come queste attività vengono svolte e, ai centri cheutilizzano al meglio lerisorse di cui dispongono e che sono palesemente sotto dimensionati, possono essere destinate risorse aggiuntive per favorire la mobilità di altro personale nella pubblica amministrazione. Ad esempio i 1.239 impiegati di ItaliaLavoro, i241 dell'Isfolo i 78dipendenti del Cnel avrebbero le competenze necessarie per aiutare i centri per l'impiego maggiormente bisognosi di supporto. Anche ad altrl dipendenti del pubblico impiego che manifestassero !'interesse a contribuire ad affrontare l'emergenza occupazionale sul campo può essere offerta questa opportunità, compensandoli per lo spostamento.
Ma il grosso delle risorse dovrà essere utilizzato per interventi che sostengano la creazione dilavoro in modo duraturo. Si devono soprattutto integrare i salari orari dei giovani occupati conretribuzionibasse,adesempio impegnandosi a garantire loro almeno 5 euro all'ora, nel caso offrendo un supplemento al salario pagato dal datore di lavoro privato. Queste integrazioni potranno essere stabilite in base alle caratteristiche e al costo della vita delle diverse regioni e al di sopra di livelli retributivi minimi imposti per legge. Avrebbero l'effetto non solo di aumentare i posti di lavoro, ma anche di stimolare l'emersione di lavoro sommerso, rendendo queste misure sostenibili anche quando le risorseperlaGarartzia Giovani sararmo esaurite.
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Data 05-03-2014
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Per l'occupazione si punti sui nuovi settori
La disoccupazione ha toccato un nuovo picco che non registrava più dagli anni Settanta, quelli de
gli shock petroliferi e dell'inflazione a doppia cifra. Quella giovanile è al record storico del 42,4%, un dato impressionante che quantifica l'ammontare di pii potenziale sacrificato dall'Italia sull'altare della sua incapacità di riformarsi.
Certamente, parte della crescita della disoccupazione è da imputare al peggiore ciclo recessivo dal secondo dopoguerra in poi. Oltre il 9% della ricchezza nazionale è stato bruciato dal 2008 per colpa delle politiche economiche sbagliate dei vari governi che si sono succeduti. Ma è anche vero che, per fare ripartire l'occupazione, l'Italia deve ripensare il suo modello di business, per dirla con il linguaggio dell'imprenditoria. Per molti decenni la fOr7.8 lavoro italiana è stata soprattutto occupata in settori focalizzati sull' interno e protetti, cioè poco esposti alla concorrenza internazionale, come la pubblica amministrazione, le bancheoil settore dei trasporti.
DI EDOARDO NARDUZZI
n crollo della domanda interna e i vincoli europei alla spesa pubblica corrente hanno rivoluzionato questo contesto. La pubblica amministrazione non può più assumere ad libitum agendo come se fosse una sorta di ammortizzatore sociale, cioè quello che una distorta cultura politico-sindacale le ha fatto fare per troppo tempo; le aziende di credito sono state progressivamente limitate nei loro processi tradizionali di intermediazione dalle nuove tecnologie; la sanità deve garantire il pareggio di bilancio dei suoi servizi e non può più generare deficit che ricadrebbero sulle spalle
delle generazioni future.
Il risultato è ora sotto gli occhi di tutti: le imprese italiane hanno ristrutturato in profondità i rispettivi meccanismi di produzione di
beni e servizi, ridi segnando i fabbisogni occupazionali per adattarli al mondo nato con la nuova grande crisi e la globalizzazione (si tratta ovviamente di tutti i settori tranne la pubblica amministrazione che resta incapace di licenziare e di tagliare personale). I posti di lavoro scomparsi dalle banche, dalla sanità, dalle telecomunicazioni o dalle assicurazioni certo non ritorneranno più tanto copiosi come lo sono stati nel passato, per la semplice ragione che il contesto competitivo, anche all'interno dei confini nazionali, è stato rivoluzionato. E il solo export non può bastare a far ripartire la domanda di lavoro, perché solo parte dell'effetto delle maggiori esportazioni ha ricadute sull'occupazione all'interno.
Quindi occorre battere nuove strade. All'Italia servono nuove imprese nei nuovi servizi prodotti dall'innovazione. Peraltro sarebbero queste aziende le uniche interessate al lavoro dei giovani. Bisogna allora trovare la determinazione per incoraggiare, senza farsi troppo distrarre dalle sole crisi stile Electrolux, gli investimenti, anche internazionali, nei nuovi settori del terziario avanzato, capaci peraltro di non servire esclusivamente la domanda interna. Insomma serve il mappamondo davanti e il coraggio di rischiare il mare aperto. (riproduzione riservata)
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Primo piano Italia
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l.a classifica Gli altri
Data 05-03-2014 Pagina 6 Foglio 1
Siamo «innovatori moderati», il terzo gruppo su quattro, insieme a Grecia e Ungheria
Tra i paesi leader Finlandia e Germania, nel secondo drappello Austria e Francia
. Innovazione Ve, Italia indietro I Sotto la media europea - Bene solo Piemonte, Friuli-Venezia Giulia ed Emilia-Romagna
BedaRomano BRUXELLES. Dal nostro corrispondente
È una Italia ancora drammaticamente in ritardo quella che emerge da un rapporto della Commissione europea pubblicato ieri e tutto dedicato alla capacità dei paesi di innovare. Secondo la relazione, il nostro paese è tra gli innovatori moderati, insieme alla Grecia o all'Ungheria. Neppure a livello regionale, l'Italia riesce a fare sensibilmente meglio. Le regioni più brave in questo campo sono tutte nel Nord: il Friuli-Venezia Giulia, l'Emilia Romagna e il Piemonte.
N el rapporto annuale della Commissione, i paesi dell'Unione sono divisi in quattro gruppi: i paesi leader (tra i quali c'è la Finlandia e la Germania), i paesi che tengono il passo (fra questi l'Austria e la Francia), i paesi innovatori moderati (che vede l'Italia in compagnia di stati dell'Europa orientale o meridionale), e i paesi in ritardo (tre in tutto: Bulgaria, Romania e Lettonia). «Le differenze sul piano della resa innovativa tra gli stati sono ancora considerevoli», av-
I. FATTORI DI DEBOLEZZA Poche le imprese innovative che collaborano con le altre, il fisco pesa sulla mancanza di risorse private, il debito su quella di fondi pubblici
verte l'esecutivo comunitario. Il rapporto della Commissio
ne giunge in un momento delicato. L'economia italiana sta uscendo da una lunga recessione, e assistendo a una debole ripresa mentre al potere si sta insediando un nuovo governo. Il nuovo presidente del Consiglio Matteo Renzi ha promesso una rapida modemizzazione del tessuto economico.
Proprio oggi l'esecutivo comunitario pubblicherà un rapporto in cui punterà il dito contro le debolezze dell'economia italiana, a iniziare dall'elevato debito pubblico.
Secondo Bruxelles, l'Europa nel suo complesso sta colmando il divario con gli Stati Uniti e il Giappone nel settore dell'innovazione, ma molto lentamente. Secondo un indicatore della Commissione, la resa innovativa dell'Europa è pari a 0,630. In cima alla classifica sono la Corea del Sud (0,740) e gli Usa (0,736). Il grado di capacità di un paese a innovare viene misurato sulla base di 25 indicatori che spaziano dal numero di dottorati ai successi brevettuali, agli investimenti in ricerca e
Il confronto
Spagna Irlanda Germania
SVIlUppO.
In una conferenza stampa qui a Bruxelles, il commissario all'industria e vicepresidente della Commissione, Antonio Tajani, ha messo in luce i miglioramenti europei: «Il numero di nuovi marchi sta crescendo in modo spettacolare, sono ormai centomila all'anno». Haaggiunto il commissario alla ricerca M:iire Geoghegan-Quinn: «Con un bilancio di quasi 80 miliardi di euro per i prossimi sette anni, Orizzonte 2020, il nostro nuovo programma di ricerca, contribuirà a mantenere la spinta propulsiva».
La ricerca pubblicata ieri ha messo in luce il balzo del Portogallo, che pur rimanendo nel gruppo degli innovatori moderati ha fatto chiari progressi. L'Italia è l'unico paese del G-7 ad avere risultati inferiori alla media per la maggior parte degli indicatori. I punti deboli sono nella bassa presenza di dottorandi extraeuropei e nelle poche imprese innovative che collaborano con altre. I punti di forzasi osservano nelle co-pubblicazioni scientifiche internazionali.
I motivi di questo ritardo italiano sono economici, politici e culturali. Giocano il livello elevato delle tasse e l'enorme debito pubblico che limitano lo spazio di manovra delle imprese e dello stato. Ma anche il clientelismo frena l'innovazione, preferendo la lealtà familistica alla capacità inventiva. In questo contesto, l'Italia conta tre regioni che tengono il passo (Friuli-Venezia Giulia, Piemonte ed Emilia-Romagna). Tutte le altre -comprese la Lombardia, il Veneto o il Lazio - innovano solo moderatamente.
Più in generale, la Commissione spiega che <<un'analisi del periodo 2004-2010 indica che i risultati sul piano dell'innovazione sono migliorati nella maggior parte delle regioni europee (155 su 190). Per più della metà delle regioni (106) l'innovazione è progredita a un ritmo anche maggiore della media dell'Ue. Nello stesso tempo la resa innovativa è peggiorata in 35 regioni ripartite in 15 paesi. Per quattro regioni la resa è addirittura calata bruscamente, superando mediamente all'anno il·lO%».
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