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Rassegna Stampa di mercoledì 5 marzo 2014 SNALS / CONFSAL il Sole 24 Ore 05/03/2014 CALCOLATORE ARAN PER I CONTRATTI LOCALI DI REGIONI E COMUNI Il Giorno - Ed. Lodi-Crema- Pavia 05/03/2014 POSTI LETTO DA ACCORPARE, E' GUERRA Il Messaggero - Ed. Latina 05/03/2014 DIPENDENTI PUBBLICI SENZA AUMENTI LA VICENDA FINISCE ALLA CONSULTA Il Piccolo 05/03/2014 MINICROCIERA A MARANO La Voce di Romagna Ravenna Faenza Lugo & Imola 05/03/2014 "IL BLOCCO DEGLI STIPENDI DISCRIMINA ALCUNI DIPENDENTI PUBBLICI SU ALTRI" Informazione.it 04/03/2014 TRASPORTI, CONTINUA LA PROTESTA DEGLI AUTISTI SAB Italia Oggi 05/03/2014 GOVERNO RENZI, LE RIFORME DA FARE Testate on line 05/03/2014 ARTICOLI PRESI DAL WEB Scuola, Formazione, Università, Ricerca Italia Oggi 05/03/2014 DIRITTO & ROVESCIO Avvenire 05/03/2014 Int. a G.Vaciago: VACIAGO: UNA RIFORMA AL MESE? MEGLIO UN PIANO QUINQUENNALE RENZI APRA I CANTIERI NELLE SCUOLE Corriere della Sera - ed. Milano 05/03/2014 SCUOLE DA RISTRUTTURARE "LA LISTA PER RENZI? ECCO LE PRIORITA' " Il Fatto Quotidiano 05/03/2014 SCUOLA, VIAGGIO IN UN PIANETA DESOLATO il Giornale - ed. Milano 05/03/2014 RENZI VUOLE RIFARE UNA SCUOLA IL COMUNE GLI TIRA LE ORECCHIE Il Giornale d'Italia 05/03/2014 MARINO PROMUOVE LA SCUOLA GAY il Mattino 05/03/2014 INNOVAZIONE E COMFORT AL SERVIZIO DELLA SALUTE la Gazzetta del Mezzogiorno 05/03/2014 BIMBI IN LISTA D'ATTESA IN QUATTRO MATERNE Pagina99 05/03/2014 IL PROGETTO-SCUOLE DI RENZI PARTE INCERTO Roma 05/03/2014 AUSILI DIDATTICI PER DISABILI, ARRIVA IL VIA LIBERA il Sole 24 Ore 05/03/2014 IL ROBOT DI PISA CONQUISTA I FRANCESI il Sole 24 Ore 05/03/2014 UTILITY, IL FUTURO E' NEI SERVIZI la Repubblica 05/03/2014 "SPARISCA PER FAVORE" BUFERA SUI GIUDIZI ALLE ABILITAZIONI- TRUFFA la Repubblica 05/03/2014 LA BATTAGLIA DI PIER "IO, PRIMO LAUREATO AUTISTICO ESCO DALLA PRIGIONE DI CRISTALLO" il Mattino 05/03/2014 DIECI ANNI DI TAGLI SISTEMATICI E BLOCCO DELLE ASSUNZIONI DI GIOVANI il Mattino 05/03/2014 UNIVERSITA' DEL SUD 30MILA STUDENTI DOVRANNO EMIGRARE il Mattino 05/03/2014 CERVELLI IN FUGA, LA REGIONE SBLOCCA 50 MILIONI Tutto Scienze e Tecnologie(La Stampa) 05/03/2014 RIVOLUZIONE ALL'UNIVERSITA' C'E' LA RICETTA A STELLE E STRISCE il Sole 24 Ore 05/03/2014 CITTA' DELLA SCIENZA, SLITTA LA FIRMA DEL PIANO

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Rassegna Stampa di mercoledì 5 marzo 2014

SNALS / CONFSAL il Sole 24 Ore 05/03/2014 CALCOLATORE ARAN PER I CONTRATTI LOCALI DI REGIONI E

COMUNI Il Giorno - Ed. Lodi-Crema-Pavia

05/03/2014 POSTI LETTO DA ACCORPARE, E' GUERRA

Il Messaggero - Ed. Latina 05/03/2014 DIPENDENTI PUBBLICI SENZA AUMENTI LA VICENDA FINISCE ALLA CONSULTA

Il Piccolo 05/03/2014 MINICROCIERA A MARANO La Voce di Romagna Ravenna Faenza Lugo & Imola

05/03/2014 "IL BLOCCO DEGLI STIPENDI DISCRIMINA ALCUNI DIPENDENTI PUBBLICI SU ALTRI"

Informazione.it 04/03/2014 TRASPORTI, CONTINUA LA PROTESTA DEGLI AUTISTI SAB Italia Oggi 05/03/2014 GOVERNO RENZI, LE RIFORME DA FARE Testate on line 05/03/2014 ARTICOLI PRESI DAL WEB Scuola, Formazione, Università, Ricerca Italia Oggi 05/03/2014 DIRITTO & ROVESCIO Avvenire 05/03/2014 Int. a G.Vaciago: VACIAGO: UNA RIFORMA AL MESE? MEGLIO

UN PIANO QUINQUENNALE RENZI APRA I CANTIERI NELLE SCUOLE

Corriere della Sera - ed. Milano

05/03/2014 SCUOLE DA RISTRUTTURARE "LA LISTA PER RENZI? ECCO LE PRIORITA' "

Il Fatto Quotidiano 05/03/2014 SCUOLA, VIAGGIO IN UN PIANETA DESOLATO il Giornale - ed. Milano 05/03/2014 RENZI VUOLE RIFARE UNA SCUOLA IL COMUNE GLI TIRA LE

ORECCHIE Il Giornale d'Italia 05/03/2014 MARINO PROMUOVE LA SCUOLA GAY il Mattino 05/03/2014 INNOVAZIONE E COMFORT AL SERVIZIO DELLA SALUTE la Gazzetta del Mezzogiorno 05/03/2014 BIMBI IN LISTA D'ATTESA IN QUATTRO MATERNE Pagina99 05/03/2014 IL PROGETTO-SCUOLE DI RENZI PARTE INCERTO Roma 05/03/2014 AUSILI DIDATTICI PER DISABILI, ARRIVA IL VIA LIBERA il Sole 24 Ore 05/03/2014 IL ROBOT DI PISA CONQUISTA I FRANCESI il Sole 24 Ore 05/03/2014 UTILITY, IL FUTURO E' NEI SERVIZI la Repubblica 05/03/2014 "SPARISCA PER FAVORE" BUFERA SUI GIUDIZI ALLE ABILITAZIONI-

TRUFFA la Repubblica 05/03/2014 LA BATTAGLIA DI PIER "IO, PRIMO LAUREATO AUTISTICO ESCO

DALLA PRIGIONE DI CRISTALLO" il Mattino 05/03/2014 DIECI ANNI DI TAGLI SISTEMATICI E BLOCCO DELLE ASSUNZIONI

DI GIOVANI il Mattino 05/03/2014 UNIVERSITA' DEL SUD 30MILA STUDENTI DOVRANNO EMIGRARE il Mattino 05/03/2014 CERVELLI IN FUGA, LA REGIONE SBLOCCA 50 MILIONI Tutto Scienze e Tecnologie(La Stampa)

05/03/2014 RIVOLUZIONE ALL'UNIVERSITA' C'E' LA RICETTA A STELLE E STRISCE

il Sole 24 Ore 05/03/2014 CITTA' DELLA SCIENZA, SLITTA LA FIRMA DEL PIANO

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la Repubblica 05/03/2014 SOTTOSEGRETARI INDAGATI, M5S VUOLE LA SFIDUCIA CASSON CHIEDE LE DIMISSIONI, DISAGIO NEL PD

Corriere del Mezzogiorno – Campania

05/03/2014 BAGNOLI, LITE REGIONE-COMUNE: SALTA L'INTESA

La Nuova Sardegna 05/03/2014 BINDI: MI APPELLO AL SENSO DI RESPONSABILITA' +++ Economia, Lavoro, Previdenza il Sole 24 Ore 05/03/2014 LAVORO UNDER25, IMPRESE E REGIONI CHIEDONO FLESSIBILITA' il Sole 24 Ore 05/03/2014 MARCHIONNE: IL JOBS ACT NON CI INFLUENZA il Sole 24 Ore 05/03/2014 MENO RISORSE PER FORMARE I BANCARI il Sole 24 Ore 05/03/2014 PIU' PESO AL WELFARE NEL SECONDO LIVELLO il Sole 24 Ore 05/03/2014 RISCHIO MOBILIA' PER I VIGILANTI DELL'ILVA Corriere della Sera 05/03/2014 PIU' DETRAZIONI PER I LAVORATORI DIPENDENTI SUL TAVOLO

DEL GOVERNO la Repubblica 05/03/2014 ADESSO NON SPRECATE QUEI SOLDI PER I GIOVANI MF - Milano Finanza 05/03/2014 PER L'OCCUPAZIONE SI PUNTI SUI NUOVI SETTORI Il Secolo XIX 05/03/2014 "SU QUARTO INTERVENGA LA CORTE DEI CONTI LA ASL

COSTRETTA A UN MUTUO DI 8 MILIONI" il Sole 24 Ore 05/03/2014 INNOVAZIONE UE, ITALIA INDIETRO Corriere della Sera 05/03/2014 LA SCELTA DEL LEADER DI FORZA ITALIA: SE CADE MATTEO E' UN

MALE ANCHE PER NOI la Repubblica 05/03/2014 ITALICUM SOLO PER LA CAMERA BERLUSCONI DICE SI' A RENZI

"MA PALAZZO CHIGI E' IN DIFFICOLTA'"

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Personale .. Fondi decentrati

I Calcolatore Aran per i contratti locali di Regioni e Comuni

Il decreto «salva-Roma» imbarca anche la sanatoria per i contratti decentrati fuorilinea che le Regioni han­no adottato entro i12011 e gli enti locali entro i12012, e che in un numero di casi crescen­ti, dopo le contestazioni solle­vate dalla Ragioneria genera­le o dalla Corte dei conti, han-

I no rischiato di essere travolti , dalla nullità automatica del­; le clausole e dai conseguenti

Il provvedimento di venerdì ferma la tagliola sui vecchi integrativi ma sono molte le intese ancora da verificare

obblighi di recupero con ta­gli in busta paga ai dipenden­ti. La nuova regola (si veda anche Il Sole 24 Ore del lO

marzo) blocca la tagliola per gli enti che hanno rispettato il Patto e i tetti alle spese di personale, e chiede un piano di razionalizzazione che ri­porti l'organico entro le me­die nazionali della loro clas­se demografica (alle Regioni si chiede invece un taglio del 20% nella spesa per i dirigen­ti e deho% in quella per il per­sonale), ma si occupa anche del futuro.

I recuperi delle somme in eccesso fmite in busta paga

per integrativi siglati dopo gli anni "sanati" potranno es­sere effettuati in un periodo pari a quello in cui i vincoli so­no stati sforati.

Il blocco dei contratti pub­blici in vigore dal 2010 (e ora riportato all'attenzione della Consulta dal Tribunale di Ra­venna dopo un ricorso della Confsal-Unsa) limita ovvia­mente i casi di integrativi nuovi nei contenuti, ma nella maggioranza degli enti sono ancora in vigore i vecchi con­tratti decentrati.

La loro analisi non è sem­plice, anche perché le inter­pretazioni sulle norme che li­mitano la dotazione del fon­do non sono univoche: ora l'Aran ha messo a disposizio­ne sul proprio sito (www. aranagenzia.it) un calcolato­re excel con cui gli enti pos­sono verificare se i loro con­tratti rispettano i limiti, ma anche in questo caso c'è un nodo interpretativo: nelle istruzioni sul conto annuale la Ragioneria ha sostenuto che il fondo vada sempre ri­dotto in proporzione alle cessazioni dell'anno prece­dente, mentre dalle tabelle Aran sembra che il taglio non vada effettuato se la do­tazione è già inferiore a quel­la del limite 2010 ridetermi­nato in base alla riduzione dei dipendenti.

G.Tr. © RIPRODUZIONE: RISERVATA

Data 05-03-2014 Pagina 23 Foglio 1

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IL GIORNO Lodi Crema Pavia

Data 05-03-2014 Pagina 4 Foglio 1

TENSIONI SULLA RIORGANIZZAZIONE DI NEUROLOGIA, CARDIOLOGIA E PNEUMOLOGIA

Posti letto da accorpare, è guerra Restano le distanze tra la direzione del Maggiore e i s'indacalisti

di TIllANO TROIANELLO per la gestione riferisce il porta­~",um_"""u.~.m~"_,u~",··",mU'''''''N~~m''··'"''''''NN",mm,,m,,~"'N ="'LODl- voce del sindacalo _mi S tefan()

. Lazzarini -, l'azienda ha addirit-SI E CONCLUSO con una hllua- tura af}ermato che la proposta è an­ta nera il "tentativo di rall'redda- com in discussione. In realtà ne mento" delle parti sul possibile uveva già dato notizia alla stampa "assemblaggio" di posti letto in- e non solo». tcnslvi e sub intensivi all'ospedale l\laggiore de! capoluogo. I Il prati-ca la direzione deUa struttura vor- «NELL'AMBITO medico e del l'ebbe creare una "zona" in cui al­cuni pazienti di neurologia, cardio­IIJb>ia-lInità coronarica e pnellffio]o­gi<1 (si paria di 15 posti letto com­plessivi) non sarebbero più curati 24 ore su 24 da spedalistì, ma solo da rianimatori. E la prospettiva in­contra le perplessità e le proteste del sindacato.

personale del comparto la fibrilla­zione degli operatori più attenti è palpabile anche per la mancanza, tìno ad ora, di protocolli precìsi c condivisi riguardanti le attività dci medici e degli infermieri che si prevede di impiegare - aggi\mge

Anche a livello dì responsabili­ta tra il medico del reparto che se­guirà il paziente nella nuova area inlel1siva, fuori dal proprio repar­

na omnicomprensiva stile anni Cinquama. Con l'unica differenza che nel 2014 ì posti letto non sono ammassati in un unico stanzone, ma in più stanzettei>.

«L'AZIENDA fa sapere sel11-pre Lazzaril1i d ha detto anche che nei prossimi giorni invierà al­le organizzazioni sinducalì e alle Rsu una in:formativa preventiva in rnerÌw al progetto di futura attiva­zione (la prima data indìcata pe:r il via al cosiddetto "assemblaggio" era stata quella del 7 aprile). Noi però in !lino questo ravvediamo un comportamento ami sindacale perché è stata data notizia ai gior­nali prima di qualsiasi infonnazio­ne scritta ai nlppresentanti dci la­v01"alori)), Sostanzialmente il sin-

LE PARTI si sono sedUTe attorno a uno stesso tavolo, ma le posizio­ni sono rimaste distanti. ;,A fronte di un progetto aziendale che sottrae le!!ì e personule (medi­ci e infermieri) al repani e che de­terminerà difficoltà molto l'esumi

Con fsal-Fials lO, e il medico anestesista che pre- dacato SI e rIservato, sidierà la nuova area imensiva, aIla fine del conlì'onto, ogni uzio­nulla è chiaro. I repani interessati, ne a tutela degH interessi dei !avo­privati delle loro tempie intensive ratori quando il pmgeuo potrà es­t: sub-imensive, rischiano di diven- sere valutato nella sua forma scrit­

«Non siamo stati avvisati e non vengono chiarite Le eventuali responsabilità»)

tare una sorta di reparto di medid- ta.

CONFRONTO L'ingresso dell'ospedale Maggiore per il quale si sta discutendo un piano dì riorganizzazione (Covolleri)

lizimUl.lmitlllfllo(rl'ilgÙ1r/Iil',Il<'i

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LATINA

Dipendenti pubblici • senza aumenti

la vicenda finisce alla Consulta ~ Decisione sul ricorso della t •• mml partito dalla sezione pontina

IL CASO Finisce di fronte alla Corte costi­tuzionale il blocco degli stipendi e dei trattamenti economici - sia quelli fondamentali, sia quelli le­gati alla contrattazione accesso­ria - stabilito per legge nel 2010 nell'ambito delle misure urgenti per il contenimento della spesa pubblica. Un'iniziativa partita da Latina con il primo ricorso presentato dalla mrm1l- il sin­dacato maggiormente rappre­sentativo negli enti pubblici e leader tra i lavoratori del Mini­stero della Giustizia - e poi diffu­so nel resto d'Italia. Tanto che la decisione di rimettere la materia ei giudici costituzionali arriva dalla sezione lavoro del Tribuna­le di Ravenna. «E' una questione di rilevanza politica ed economi­ca enorme - dice il segretario provinciale di dm. Quirino Leomazzi - perché si tratta di au­mentare o meno gli stipendi ai 3 milioni di dipendenti pubblici che hanno le retribuzioni blocca­te dal 2009» . A curare il ricorso per sessanta dipendenti degli uffici giudiziari di Latina - identico atto è stato depositato poi in tutta Italia -l'avvocato Pasquale Lattari che ha chiesto «il riconoscimento

dell'illegittimità del blocco sti­pendi aie e contrattuale». E men­tre Ravenna ha già deciso - la sentenza è del 28 febbraio - il ri­corso a Latina è fissato al 15 gen­naio del prossimo anno. Il ricorso oltre a sostenere che una norma illegittima vieta ai la­voratori di avere adeguamenti di stipendio, ricorda come essendo andati in pensione diversi dipen­denti - solo 20 a Latina - i carichi sono aumentati e quindi si perce­pisce uno stipendio di fatto infe­riore, anche in virtù del ridotto potere d'acquisto e dell'inflazio­ne. «Questo è il vizio principe ri­levato dal giudice di Ravenna: a parità di stipendio il lavoro è au­mentato - dice Lattari - e questo viola l'articolo 36 della Costitu­zione». Nella sua ordinanza, inol­tre, il giudice Roberto Riverso af­ferma che «l'inibizione prolun­gata della contrattazione in ordi­ne all'adeguamento dei tratta­menti retributivi, rafforza il dub­bio di una conseguente violazio­ne del principio di proporzionalità e sufficienza del­la retribuzione». Non ha dubbi Quirino Leomazzi: «Il nostro sindacato unico in que­sti anni ad agire concretamente in favore delle retribuzioni dei dipendenti pubblici ottiene risul­tati concreti a difesa delle retri­buzioni, sia con una forte azione sindacale e politica che con azio­ni giudiziarie, per la difesa dei di­ritti dei lavoratori».

Giovanni Del Giaccio © RIPRODUZIONE RISERVATA

Data 05-03-2014 Pagina 40 Foglio 1

TRIBUNALE Il ricorso è partito dai dipendenti pontini

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IL PICCOLO

MINICROCIERA A MARANO •• La" Pensionati di Trieste comunica che sono iniziate le prenotazioni per la gita a Marano Lagunare, aperta a tutti, con minicrociera nella laguna e nel Parco naturale dello Stella e visita ai Casoni. Per informazioni, via Ugo Foscolo 15/c, tel. 040662159, celI. 3335391033.

Data 05-03-2014 Pagina 33 Foglio 1

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Data 05-03-2014 Pagina 13 Foglio 1

IL CASO Salari fermi al 2010: il giudice del Lavoro invia gli atti alla Corte Costituzionale

"Il blocco degli stipendi discrimina alcuni dipendenti pubblici su altri"

Esiste una "rilevante e non infonda­ta" questione di legittimità costitu­zionale dietro al blocco degli sti­pendi imposto tra gli altri ai dipen­

denti pubblici del ministero della Giustizia. Due in buona sostanza le norme della Co­stituzione potenzialmente violate: quella che impone pari dignità tra cittadini; e quella che stabilisce che il lavoratore ha diritto a una retribuzione proporzionata a quantità e qua­lità del lavoro. E' quanto ha rilevato il giudice del Lavoro Roberto Riverso, sospendendo con apposita ordinanza una causa promossa dalla federazione [GmIlIlMH il sindacato più rappresentativo del settore Giustizia, contro lo stesso ministero. E inviando gli atti per competenza alla Corte Costituzionale.

Il sindacato, rappresentato dall'avvocato Pasquale Lattari del Foro di Latina, aveva presentato ricorso per conto di diversi di­pendenti del palazzo di Giustizia di Ravenna per - si legge nell'ordinanza del giudice - "il riconoscimento, previo accertamento del­l'illegittimità del blocco stipendiale e con­trattuale, del diritto a ottenere l'aumento re­tributivo fermo dal 2010", oltre a un "inden­nizzo per il danno subìto". Tra le richieste, anche quella di potere partecipare "alle pro­cedure contrattuali collettive". Il ministero si era costituito in giudizio attraverso l'Avvo­catura distrettuale dello Stato per sostenere ''l'infondatezza nel merito delle domande" e naturalmente quella della questioni di co­stituzionalità, oltre ad avanzare alcune ec­cezioni preliminari.

Il giudice Riverso, dopo avere stabilito che tali eccezioni dovranno essere esaminate "insieme al merito della causa" e che invece quella relativa alla riapertura del procedi­mento contrattuale collettivo è di compe­tenza del giudice del Lavoro di Roma, città nella quale ha sede il ministero, ha preso in esame la norma che ha determinato la que-

Blocco salariale per i dipendenti del palazzo di Giustizia: atti alla Corte Costituzionale

stione. Ovvero il decreto legge del 2010, il co­siddetto "decreto anticrisi", e il dpr del 2013 che ha prorogato il blocco. "La questione di illegittimità della normativa citata - ha scritto il giudice dopo avere peraltro citato un' ordi­nanza di analogo tenore del tribunale di Ro­ma del 2013 - appare rilevante" dato che "tutti i dipendenti hanno invocato un ade­guamento della retribuzione" ai sensi del­l'articolo 36 della Costituzione "quantomeno in misura corrispondente a inflazione e au­mento del costo della vita". Del resto "avere bloccato lo stipendio per quattro anni a fronte della perdurante corsa dell'inflazione, si risolve in una sostanziale decurtazione dello stipendio". Il che equivale a dire "una perdita retributiva secca e in definitiva un prelievo patrimoniale". C'è poi il fatto che "il blocco contrattuale e stipendiale colpisce soltanto una categoria di cittadini: i dipen­denti pubblici e neppure tutte le categorie". Uguale a "censura di costituzionalità". Del

resto - ha sottolineato Riverso - "alcune ca­tegorie sono state esentate dal blocco "come forze armate, prefetti, ambasciatori, ecc". I­no�tre in medesimi ambiti si sono create di­sparità. Vedi "ministero degli Esteri" dove "i diplomatici sono esentati dal blocco mentre il semplice impiegato vede lo stipendio bloc­cato". Agli Interni "i prefetti non hanno bIac­co e i semplici dipendenti sì". I magistrati "lo hanno visto rimosso con una sentenza della Corte Costituzionale del 20 12. Ovvero "il le­gislatore non ha imposto a tutti i lavoratori gli onerosi sacrifici imposti ad alcuni dipen­denti pubblici". Tutto ciò è lesivo "dell'arti­colo 3 della Costituzione".

Infine nello specificio per quanto riguarda il lavoro giudiziario, il medesimo carico, "in realtà accresciuto negli anni, viene svolto da un minore numero di dipendenti". Ciò ac­cade "anche a Ravenna dove sono diminuiti i dipendenti ed è aumentato il carico di la­voro e il ritmo per quelli rimasti in servizio".

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Data 04-03-2014 informazione.it AGGREGAZIONE NOTIZIE/LiNK

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TRASPORTI, CONTINUA LA PROTESTA DEGLI AUTISTI SAB

Altri articoli di possibile interesse: I trasporti di Budapest, autisti in outsourcing - La compagnia dei trasporti pubblici di Budapest BKV ha comunicato il probabile outsourcing di circa 900 autisti dei suoi autobus nel solo 2014, che andrebbe a riguardare oltre il 25% dell'organico totale della divisione. (claudialepo) Gtt, la protesta è anche contro chi protesta - Partiamo dalla notizia: mercoledì 5 febbraio ci sarà lennesimo sciopero Gtt. Nella giornata di mercoledì 5 febbraio 2014 è previsto uno sciopero di 24 ore indetto dalle organizzazioni sindacali FIL T CGIL, FIT CISL, UIL TRASPORTI, FAlSA CISAL, UGL TRASPORTI e FAST [IJ.W~1!" si legge sul sito ufficiale dellazienda trasporti torinese. Continuiamo con le questioni tecniche. Gli L'articolo Gtt, la protesta è anche contro chi protesta sembra essere il primo su Mole24. (mole24) Unione Europea: Concorso per 93 autisti - LUfficio europeo di selezione del personale EPSO ha creato una bando di concorso per la creazione di una banca dati per lassunzione di agenti contrattuali con mansioni da autista. Nel trennio 2015-2017 le istituzioni hanno infatti richisto 93 autisti; cè tempo fino al 25 marzo 2014 per iscriversi al concorso.Gli autisti che veranno assunti percepiranno uno stipendio mensile di 1.847,76 euro per 40 ore di lavoro settimanali. (ottavio) Linsolito relax del cervello autistico - Il cervello di un bimbo autistico sembra non riposare mai. I ricercatori hanno scoperto che lattività cerebrale dei bimbi autistici a risposo è maggiore del 42% rispetto ai bimbi non ... Vai nel blog per leggere l'articolo completo! (neuromancer) Della polemica sugli autisti assenteisti - Gli autisti non ci stanno a farsi dare degli assenteisti Quintavalle imbraccia la penna e attacca: Vi scrivo per verbalizzare la mia profonda indignazione - un bravo giornalista si debba quanto meno informare - Il signore afferma il falso, e di questo va informato. tanto lui, quanto voi della redazione che gli avete affidato il servizio Sui certificati: Immagino che con 38 di febbre il signor Tagliapietra stia a casa, se invece noi autoferrotranvieri ci mettessimo alla guida in queste condizioni non salvaguarderemmo ne' noi lavoratori ne' gli utenti - questo genere di articoli da incompetenti vogliono solo spingere l'opinione pubblica a virare verso l'obbligo di privatizzare i trasporti pubblici - Con indignazione assoluta Mi chiamo Micaela Quintavalle e sono una autista Atac. Vi scrivo in merito all'articolo firmato dal sig. Riccardo Tagliapietra pubblicato oggi a pago 45 sulla cronaca di Roma del vostro quotidiano. Vi scrivo per verbalizzare la mia profonda indignazione in ... (odisseaquotidiana)

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Marco Paolo Nigi

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Data 05-03-2014

ItaliaOggi Pagina 38 Foglio 1 /2

La partecipazione democratica e l'inclusione sociale possono ril!elarsi decisive

Governo Renzi, le riforme da fare (l["UtiliJ rimane in fiduciòsa' attesa dei fatti dovuti al paese

ppena ottenuto da Matteo Renzi l'in­carico di costitùire

nuovo governo, la aveva ribadito (l'aveva fatto anche con i due precedenti governi) l'obbligatorietà di un pro­gramma organico, chiaro e, soprattutto, condiviso da tutte le forze politiche e parlamentari della coa­lizione di maggioranza. Un programma incentrato su lavoro, fisco, riforme strut­turali e istituzionali. Quan­to all'attuazione flessibile dei patti europei, la nostra confederazione aveva indi­cato la via di una possibile mediazione con la gover­nance dell'Euro zona.

Bene le proposte di contenuto fatte da Renzi

Ma mentre sosteneva queste sue pM!e di «contenuto», la ~ evi­tava invece di esprimere valutazioni sulle dinami­che politiche e parlamen­tarI che avevano portato alle dimissioni del governo Letta e, successivamente, all'incarico a presidente del Consiglio di Matteo Renzi, preferendo guardare avan­ti in attesa dell'annunciata svolta politica.

In . ' l'interesse della t~ era del tutto concentrato sul programma di governo che il premier in­caricato avrebbe presentato al parlamento> in occasione della fiducia. Niente polemi­che e libere interpretazioni, solo grande interesse per i contenuti di quello che spe­ravamo fosse un program­ma organico.

Ma il tutto pecca di troppa genericità

Ci aspettavamo una rap­presentazione puntuale e esaustiva, seppure essenzia­le, di un programma definito negli obiettivi, nei percorsi, nelle modalità e nei tempi di intervento, con il dovuto riferimento alla copertura finanziaria, e quindi alle ri-

. .

sorse derivanti dalla riduzio­ne della spesa e dal contrasto all'evasione fiscale e contribu­tiva, all'economia irregolare e al lavoro sommerso.

Infatti, come lilImimIerava­mo e rimaniamo convinti che non si possa aumentare la pressione fiscale e in partico-

lare l'imposizione fiscale sul frutto del piccolo risparmio dei lavoratori, dei pensionati e delle famiglie.

Inoltre, in modo del tutto legittimo ci aspettavamo i dovuti riferimenti a:

- la detassazione delle re­tribuzioni dei lavoratori di­pendenti e delle pensioni, la riduzione del cuneo fiscale, nonché la riforma del fisco riguardo alla puntuale at­tuazione della legge-delega attraverso i decreti delegati;

- una proposta condivisa da parte della coalizione sul­le modifiche alla legislazione del lavoro e della previdenza, soprattutto in considerazione delle diverse e in parte alter­native proposte in materia da parte dei partiti di mag­gioranza;

- la riforma della pubblica amministrazione e la spen­ding review e le politiche del personale del settore pubbli­co, senza contratto ormai da un quinquennio;

- una proposta organica nei contenuti e nel metodo rivol­ta alla governance europea relativamente all'attuazione flessibile dei patti europei.

Quest'ultima nostra legit­tima aspettativa era fondata sulla consapevolezza che la politica europea dell'eccessiva austerità va definitivamenU) superata e che il percorso del risanamento dei conti pubbli­ci - e della parallela riduzio­ne del debito pubblico - non può che essere raccordato con il sostegno alla crescita economica e occupazionale, anche attraverso consistenti investimenti di risorse pub­bliche.

Le comunicazioni del pre­sidente del consiglio dei mi­nistri Matteo Renzi, rese il 24 febbraio al senato della Repubblica e il 25 alla came-

dell'occupazione, con parti­colare riferimento a giovani, donne e over 50 e sulle po­litiche per l'accesso al cre­dito per le piccole e medie imprese.

ra dei deputati, in occasione della fiducia al governo, non hanno di ,certo cambiato le nostre ferme convinzioni e, quindi, la nostra posizione politica di «fiduciosa attQSa». Attesa di una svolta politica e di un cambio di passo che È anche vero che l'an-

. lt t' nunciato piano per il lavoro possono avvemre so an o bb 't d' f: tt' t' entro marzo 2014 potre e a segUI o l a l concre l e" .. l d Il d' tt' l . l t' . .. lormre mo te e e attese

tI at.l . egls a IVI e ammlm- risposte organiche, che al

s ra IV!. . P t . h' momento non Cl sono. er ques o ausplC lamo

un rapido passaggio dal­le «generiche» intenzioni politiche e dai lineamenti programmatici alla stesura di un programma organico di coalizione e soprattutto a una coerente e puntuale azione governativa.

Impegnativo ma non ben focalizzato anche l'impegno sulla scuola

Tenendù presente i conte­nuti delle dichiarazioni del premier Renzi, dobbiamo dire che si pecca di gene­ricità. In particolare, per quanto riguarda la scuola, avremmo apprezzato una «proposta esaustiva» anche sulla base dell'impegnati­va affermazione della cen­tralità della scuola stes'sa, oltre l'impegno riguardo all'edilizia scolastica. La scuola' italiana, infatti, ha bisogno fondamentalmente di due cose: di investimenti nella formazione iniziale e nell'aggiornamento ricor­rente dei docenti e di politi­che del personale basate su organici funzionali stabili e su retribuzioni a livello dei maggiori paesi dell'Eu­rozona.

Peraltro, abbiamo rilevato anche la mancanza di una proposta organica sulla ri­forma della giustizia, al di là della denuncia del suo cattivo funzionamento.

Mancano inoltre proposte concrete sull'energia tradi­zionale e rinnovabile, sulla tutela del territorio, sul ri­sanamento dell' ambiente, nonché sulla ricerca di base e applicata.

Soprattutto, laQJ'j'Ij'Jm non ha registrato risposte puntuali sulle politiche

Dove intervenire: le priorità secondo la\~

In sintesi, la ~pren­de atto dell'aii"aI"iST" som­maria e condivisibile della situazione socio-economica italiana e delle dichiarazioni di intenti del premier Renzi. Al contempo, auspica che il governo assicuri -un'azione efficace nel:

- sostenere la ripresa della crescita economica;

- invf)rtire l'andamento del­la disoccupazione, dei licen­ziamenti, dei cassintegrati e delle imprese che chiudono;

- dare attuazione, nei termi­ni previsti, a un'equa riforma del fisco, che possa tra l'altro consentire il superamento del fenomeno patologico dell'eva­sione, riducendo la stessa, almeno, ai livelli fisiologici dell'Eurozona;

- affrontare la grave emer­genza del rinnovo dei contrat­ti di lavoro di 8,5 milioni di lavoratori, di cui 5,6 milioni nel settore privato e 2,9 milio­ni nel pubblico impiego;

- affermare con i fatti la centralità della scuola, non soltanto assicurando condi­zioni ambientali di igiene e sicurezza, ma soprattutto garantendo effettivamente il pieno esercizio del diritto allo studio e le pari opportu­nità ai giovani provenienti da famiglie effettiva~eD;te povere. E nostra conVInZlQ­ne, comunque, che la scuola possa tornare al centro della società civile soltanto con il concreto sostegno alla fun­zione educativa e formativa, attraverso nuove politiche del personale - in primis quelle delle retribuzioni - da portare a livello Eurozona;

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Marco Paolo Nigi

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- riformare la pubblica am-ministrazione in funzione del fab?isogno dei servizi pubblici e dI una puntuale erogazione

deglI steSSI nell'ambIto del­le compatibìlità finanziarie t~nendo presente i livelli ve~ nficabili nei maggiori paesi dell'E~rozona" Anche per la pubbhca ammInistrazione a nostro avviso, sono decisi~e nuove e moderne politiche del .personale, soprattutto quelle sulle retribuzioni fondamen­tali e premiali;

- portare a compimento in parlamento la riforma del s~nato della Repubblica e del TItolo V della Costituzione nonché la riforma elettorale:

- negoziare con la governan~

Ritaglio

ce europea il possibile scam­bio fra riforme strutturali e attuazione socialmente soste­nibile dei patti dell'Unione,

Per tutto questo e per altro ancora, la lillm'i!IInon si at­tarda a indicare luci e ombre criticità e omissioni nei con~ tenuti d~gli interventi parla­mentah del premier Renzi b~nsì è orientata a seguire l~ VIa della concretezza, chie­dendo al governo un'azione incisiva, in linea con le di­chi~zio~i di intenti, che può real!ZZarSI S?ltanto con quei fattI e quegh atti che sono da te~po nelle legittime aspet­tatIve degli italiani.

Si ritorni alla pratica dell'inclusione,

l'unica per risultati condivisi ed efficaci

Infine, se poi il governo ri­tenesse di aprire un tavolo di confronto serio e trasparente con le 'parti. sociali rappre­sentatIve, SIa datoriali che ~indacali, la I~sarebbe In gr~do di f~r~re il proprio contnbut? . dI I~ee e di pro­poste pohtIco-sIndacali e di concorrere a «fare sistema» e coesione sociale in funzio­ne della crescita economica e occupazionale e dello svi­luppo culturale e sociale del paese.

Infatti, è nostra ferma convinzione che la credibi­lità delle istituzioni e delle rappresentanze politiche e sociali si costruisce attraver-

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. SO l'effetti~a partecipazione democratIca, ovviamente nella distinzione dei ruoli e delle responsabilità.

Pertanto, al governo Renzi la IEmmmlchiede l'immedia­to coinvolgimento - effettivo e i~cl':lsivo - di tutte le parti soclah rappresentative sul­le politiche del lavoro della produzione e dell'occu'pazio­ne,del welfare, dei servizi pubblici essenziali e della previdenza.

A nostro parere, mai come adesso}a cu~tura e la prati­c~ dell InclUSIOne potrebbero nvelarsi decisive per rilancia­re l'economia, per riportare il lavoro al centro della società civile, per garantire il be­nessere ai cittadini e per gli stessi destini del paese.

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SCUOLA: Precari, Sindacati valdostani chiedono chiarezza al Ministero More Sharing ServicesCondividi| Share on facebookShare on twitterShare on printShare on mailto Le organizzazioni sindacali scolastiche regionali Cgil Flc, Cisl Scuola, Savt École e Snals, al fine di fare chiarezza sulla questione alquanto controversa a livello normativo del valore abilitante del diploma magistrale conseguito entro il 2001/2002 “Siamo siamo di fronte al parere emanato l'11 settembre 2013 dal Consiglio di Stato che riconosce come abilitante ai fini dell'inserimento in graduatoria di istituto in seconda fascia il diploma magistrale conseguito entro il 2002”. E’ la tesi dei sindacati valdostani nei confronti della problematica che riguarda insegnanti precari che dopo anni di insegnamento si vedono passare davanti i giovani laureati. In una nota i sindacati sostengono che il Ministero “ha previsto l'attivazione dei percorsi abilitanti speciali (PAS) per coloro che possiedono il diploma e che, allo stato attuale, non possiedono l'abilitazione all'insegnamento”. Precisano poi che “gli studenti che frequentano il corso di laurea in scienze della formazione primaria sono iscritti ad un percorso abilitante all'insegnamento, ma ad oggi viene loro precluso l'inserimento nelle Graduatorie ad saurimento per accedere al ruolo”. Per queste e altre ragioni Flc Cgil, Cisl Scuola, Savt École e Snals sollecitano il Ministero “unico deputato a dirimere la questione, a risolvere questo problema quanto mai urgente e a fare chiarezza sulle modalità di conseguimento e di spendibilità in graduatoria dei titoli abilitanti all'insegnamento, soprattutto ora che è imminente la riapertura delle graduatorie mediante decreto ministeriale”. E concludono: “È quanto mai urgente eliminare le tensioni e le conflittualità tra precari della scuola, che già si trovano a vivere una condizione lavorativa difficoltosa”.

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04/03/2014

Si scappa dalla scuola In pensione 260 docenti Da settembre l'esodo degli insegnanti oltre a sessanta addetti Ata E nel prossimo anno scolastico via alla rivoluzione delle cattedre Sono 260 i professori delle scuole vicentine che dal settembre di quest'anno andranno in pensione, il doppio rispetto al 2013. FOTO ARCHIVIO Un mezzo collasso per la scuola vicentina. È partita la corsa al pensionamento, dal prossimo primo settembre, per circa duecento docenti delle diverse fasce di istruzione, ad iniziare dalle elementari per finire alle superiori, ed una sessantina del personale Ata, ossia collaboratori scolastici con assistenti tecnici ed amministrativi per finire ai segretari generali. Chi può, insomma, scappa e tanti saluti a questa scuola che negli ultimi anni ha regalato più ansia e frustrazioni che sorrisi. Così, nei mesi scorsi, a fare domanda si è mosso un drappello di duecentosessanta dipendenti, quasi doppio rispetto allo scorso anno, quando a salutare definitivamente le aule scolastiche furono un centinaio di docenti ed una quarantina di Ata. Quali i requisiti richiesti per andarsene dalla scuola? I REQUISITI. «Se ne potrà andare in pensione dal primo settembre 2014 – spiega Doriano Zordan, segretario provinciale del sindacato Snals di Vicenza, con sede in viale Milano – chi avrà maturato determinati requisiti. Per la pensione di vecchiaia sono previsti i 65 anni di età (...)

Diploma magistrale, i sindacati smorzano i toni della polemica: "Chiediamo chiarezza al MIUR" Aosta - Il Ministero è l'unico deputato a dirimere la questione e a fare chiarezza sulle modalità di conseguimento e di spendibilità in graduatoria dei titoli abilitanti all'insegnamento, ora che è imminente la riapertura delle graduatorie". I sindacati valdostani della scuola provano a smorzare i toni della polemica sulla questione controversa, a livello normativo, del valore abilitante del diploma magistrale conseguito entro il 2001/2002. Dopo il battibecco di questa mattina con i colleghi della Confederazione Unitaria di Base (CUB) e del Coordinamento Nazionale Diploma Magistrale, promotori di un presidio davanti

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a Palazzo regionale, le organizzazioni sindacali scolastiche regionali CGIL FLC, CISL SCUOLA, SAVT ÉCOLE e SNALS dicono la loro con un comunicato stampa unitario diffuso nel pomeriggio. "Ad oggi - spiegano confermando quando già detto dai colleghi del Cub - siamo di fronte al parere emanato l'11 settembre 2013 dal Consiglio di Stato che riconosce come abilitante ai fini dell'inserimento in graduatoria di istituto in seconda fascia il diploma magistrale conseguito entro il 2002. La decisione finale deve essere sancita in un Decreto del Presidente della Repubblica su proposta del Ministro". Nel frattempo, a livello nazionale il MIUR ha previsto l'attivazione dei percorsi abilitanti speciali (PAS) per coloro che possiedono il sopracitato diploma e che, allo stato attuale, non possiedono l'abilitazione all'insegnamento. Mentre gli studenti che frequentano il corso di laurea in Scienze della formazione primaria sono iscritti ad un percorso abilitante all'insegnamento, ma ad oggi viene loro precluso l'inserimento nelle Graduatorie ad esaurimento per accedere al ruolo. "Sollecitano il MIUR, - concludono i sindacati - unico deputato a dirimere la questione, a risolvere questo problema quanto mai urgente e a fare chiarezza sulle modalità di conseguimento e di spendibilità in graduatoria dei titoli abilitanti all'insegnamento, soprattutto ora che è imminente la riapertura delle graduatorie mediante decreto ministeriale". Infine, la mano si tende in segno di pace verso quegli insegnanti che questa mattina hanno dichiarato di voler dare disdetta dalle rispettive associazioni. " È quanto mai urgente eliminare le tensioni e le conflittualità tra precari della scuola, che già si trovano a vivere una condizione lavorativa difficoltosa.

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BIHI'!'TO ,~ HOVESCIO

Maria Teresa Colombi è una inaestra milanese che ha insegnato tutta la vita congrande comPetenza e passione. Ilprossinw 9 aprile com­pirà i 67 anni e quindi, di punto in bianco, la lasceranno a casa. Quel momento scatta inesorabilmente. Come una ghigliottina. La mae­stra deve lasciare. Deve smamma­re. Andarsene: Sciò, sciò. Capito? Ma èè da finire l'anno. I bambini i genitori chiedono che resti. I bambi­ni e i genitori? Chissonomai? Cosa centrano i bambini e i genitori con la scuola? Anzi, con l'istituzione­scolastica? La maestra, confusa dalla rimozione forzata, come se fosse un Suv sui binari, dice che è disposta, pur di finire l'anno, a lavorare senza retribuzione. Mac­cheddice, 'sta qui! Provo schifo per un paese che tollera queste norme disumane. Vuole, Renzi, stabilire che gli insegrwnti che hanno supe­rato il limite di età prima di finire l'anno scolastico, possono finirlo, anziché essere gettati?

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i-lIIl"~

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Vadago: una riforma al mese? Meglio un piano quinquennale Renzi apra i cantieri nelle scuole

DIEGO MOTTA MILANO

a vera cura choc per la nostra eco­nomia non si fa dall' oggi al doma­ni. Ciò che serve all'Italia è un pia­

no quinquennale». Professor Giacomo Vaciago, Renzi va velo­ce e ha promesso una riforma al mese. Per­ché dovrebbe frenare? La mia diagnosi è diversa. C'è un Paese da ri­costruire e per farlo bisogna guardare ai pros­simi cinque anni, non ai prossimi cinque giorni. Prendiamo il Jobs act: ha la giusta pre­tesa di cambiare il sistema, ma per rivolu­zionare il nostro modello di welfare serve un approccio graduale, anche nel recupero del­le risorse. Da dove si parte? Mi pare che l'ambizione sia quella di rove­sciare i vecchi schemi, pensando per la pri­ma volta al futuro di chi un lavoro non ce l'ha. VuoI dire mettere da parte l'articolo 18 e riscrivere l'intero statuto dei lavoratori. Si­gnifica di fatto pensare a un'abolizione del­lo strumento della cassa integrazione per ga­rantire a tutti innanzitutto il diritto dovere di lavorare. Tra meno di due settimane queste idee sa­ranno sul tavolo della Merkel, ha promes­so il premier ... Un momento: il Jobs act sarà lo strumento­chiave per tornare a crescere, non per sod­disfare i mercati, la Germania o Bruxelles. Il governo sta dicendo che gli attuali ammor­tizzatori sociali sono stati pensati per un mondo che non c'è più: bene, è l'ora di pun­tare sulle tutele progressive per chi lavora e

L' econ om ista: SU welfare e lavoro vuole rovesciare il sistema, ma occorre gradualità Spending review? Si parta da Roma

su un nuovo welfare, perché la disoccupa­zione ormai si concentra sulle generazioni, non sui settori industriali. Dobbiamo dare certezze ai giovani, ma temo che non sare­mo in grado di operare una svolta al mese. Ripeto: serve un piano graduale. Ma cosÌ non si rischia l'effetto annuncio che ha già penalizzato il governo Letta? Su certi capitoli, come il lavoro e il fisco, non si può improvvisare. Poi certamente l'azio­ne di governo dovrà essere il più concreta possibile e andrà valutata sui fatti. Sono ar­rivati i due miliardi per le scuole? Se sì, i can­tieri quando si aprono? E la spending review? Non conviene cominciare dal Comune di Ro­ma? In materia fiscale, la priorità è l'abolizione dell'Irap o la riduzione del cuneo? nrap è una parte del cuneo fiscale. Il pro­blema è la moltiplicazione delle tasse, che mette in crisi soprattutto le piccole imprese. Si tassa chi vuole produrre e vendere in que­sto Paese, finendo per scoraggiare gli inve­stimenti in campo industriale di cui abbia­mo un grande bisogno. La prima cosa da in­centivare è l'education, la formazione, poi servono solo certezze. Il Fisco italiano deve diventare prevedibile, basta con chi pensa a un nuovo prowedimento alla settimana. Renzi si è impegnato a restituire ilI 00% dei crediti vantati dalle imprese nei confronti della pubblica amministrazione. Che ne pensa? Molti contenziosi non si potranno risolvere in tempi brevi. Senza dubbio, il ministro Pa­doan dovrà concentrarsi sulla parte del cre­dito. La crisi di liquidità resta centrale per il nostro sistema produttivo.

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CORRIERE DELLA SERA

l~lHrmft' I VIIIIe ...... e 1IIscontIDI

Scuole da ristrutturare «la lista per Renzi? Ecco le priorità» «Scegliete una scuola e io ve la restaurerò». n premier Matteo Renzi scrive ai sindaci italiani. La lettera non è ancora arrivata sul tavolo di Giuliano Pisapia, ma Palazzo Marino si porta avanti e con l'assessore ai Lavori pubblici, Carmela Rozza, presenta la lista delle scuole che hanno bisogno di interventi radicali. Sono 27 in tutto. Con due priorità su tutte le altre: la scuola di viale Puglie e l'elementare di via Viscontini 7. Le schede di Palazzo Marino forniscono cifre, dati e numeri. Viale Puglie 4: «'frattasi di una scuola elementare realizzata nel 1972 con un sistema costruttivo di tipo tradizionale. La durata di vita prevista è di almeno 100 anni». c'è un però: <<Le componenti edili e impiantistiche si trovano in uno stato di

L'elenco Sono 27 gli istituti che hanno bisogno di'interventi

degrado tale da rendere ormai molto difficile e oneroso qualsiasi intervento manutentivo. La soluzione proposta prevede un intervento di manutenzione

straordinaria, edile ed impiantistica, che interesserà l'intero stabile». Costo previsto dell'intervento: circa 12 milioni di euro. E poi c'è via Viscontini: «Scuola elementare realizzata nel 1973 con un sistema di prefabbricazione "pesante". La durata prevista era di gO/40 anni; la "struttura doveva pertanto essere dismessa entro il 2013. Le

I componenti edili si trovano in uno stato di degrado tale da rendere ormai imp~ssibile qualsiasi" intervento manutentivo. E stata inoltre riscontrata la pericolosa presenza di amianto nelle pareti esterne e i controsoffitti contengono fibre minerali assimilabili allo stesso amianto». La proposta è quella di

I ricostruire la scuola in legno. Costo I dell'operazione"4 mi.li .. oni e mezzo di euro.

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Data 05-03-2014 Pagina 5 Foglio 1

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Scuola, viaggio in un pianeta desolato di Luigi Galella

N el cortile c'è un rettangolo di cemento, color ruggine, che de­

limita l'area di una virtuale palestra all'aperto, inagibile. Qui e là si apro­no. ampie buche, e chiazze grigie in e:lde~za, che durante le piogge si nempIOno, trasformando il campet­to in un unico pantano, che occorre aggirare, per non scivolare e cadere a terra. Le scale di marmo dell' edificio centrale sono sbrecciate e annerite e su uno dei pilastri che reggono la t~ttoia aggettante cresce una bugan­vIllea, che in primavera inizia a fio­rire, ma che ora è spoglia. Il portone di ferro, cigolante, ha la vernice scrostata e il vetro opaco. I?all'in~er.no, la lunga maniglia ver­tI.cale dI SIcurezza facilmente si sgan­CIa dapa se~e. Camminando lungo il corridoio che porta alle aule, mi rallento nei ge-sti: se poso lo sguardo sulle alte finestre, noto che sui vetri si è depo-sitata una seconda pelle grigia, prodotta dalla polvere, giorno dopo giorno. La pavimentazio-ne è ricoperta da uno sbiadito linoleum rap-pezzato, sul quale sono rimasti impressi i segni rotondi delle gambe dei banchi, che agli esami di Stato ven­gono allineati, per ogni alunno. Se mi soffermo a osservare i davanzali vi leggo sopra delle scritte, incise sul­l'alluminio, che ricordano antichi amori di alunni, che risalgono agli

anni Sessanta. ENTRANDO in classe, mi rendo con-to che è impossibile far aderire la por­ta al battente. Bisogna operare con un movimento della mano deciso e ra­pido, perché possa scattare il mec­canismo della chiusura. L'alto soffitto suggerisce l'impressione di un'am­piezza illusoria; le pareti hanno la vernice staccata in più punti a causa dell'umidità, e lunghe crepe che l'at­traversano; l'impiantito è costituito da. matto~elle di graniglia dal disegno aSImmetnco, consunte e scolorite; la cattedra è priva di cassetti, che qual­~uno ha trafugato, non si sa quando; l banchi sono ridotti ai due elementi essenziali di piano orizzontale e gam­be. Gli alunni orientano gli occhi ver­so di m~, nel~' attesa che parli. Ma oggi ho deCIso dI non ricambiare quello sguardo e di osservare con attenzione ~iò che li. circonda. Vorrei rompere l automatIsmo della percezione, pas­sando dall'astratto al concreto. L'a­stratto sono le mie parole e le loro attese, il concreto è il luogo che ci ospita. Per abitudine professionale, ~a quando insegno, mi sono separato Idealmente dallo spazio fisico, pen­sando che la scuola sia un'occasione per un incrocio virtuoso di esperien­ze, e possa svolgersi ovunque: in un parco, una spiaggia, una casa. Ero in­sensibile, anche perché non ho mai veramente lavorato in una struttura scolastica, degna di questo nome. O si trattava di luoghi "adi-biti a", o di edifici di epoche remote, dai quali - pensavo - presto ci saremmo trasferiti. Sono passati circa tren-t'anni: un tempo suffi-

Non ho mai lavorato

in una struttura scolastica

degna di questo nome

O si trattava di luoghi

"adibiti a", o edifici

di epoche remote

ciente per alza;e la testa e guardarmi intorno. Ciò che mi spinge a questa presa d'atto vi­siva non è l'emergenza, ma l'indifferenza, la perdita del decoro, per distrazione. Mi offende che la società - non solo la politica - abbia abban­donato la scuola, e che la scuola stessa si sia dimenticata di sé. CosÌ, come se avessi addosso una video camera cammino e registro in soggettiva ciÒ che vedo, e chiunque potrebbe ve­dere, se avesse la pazienza di rallen­tare lo sguardo, assuefatto all'ordi­nario. Non tanto per volontà di de­nuncia, quanto per la ricerca intima di un porto sepolto. Come il poeta, al quale avevano parlato di un luogo denso di mistero, approdo e fonte di poesia. Allo stesso modo, vorrei ri­trovare un'idea mitica di scuola, scro­stando la polvere antica, i graffiti, la graniglia ustionata e i pavimenti sconnessi. Dietro le lampade al neon dal ronzio costante e dalla luce in­termittente, gli intonaci crepati e le serrande arrugginite, vorrei che mi­racolosamente riapparisse la scuola, come l'avevo immaginata, pensata. Si rivela ai miei occhi, invece - ora che sollevo lo sguardo - colma di acciac­chi, come un anziano cupo e ran­coroso, che al mattino, al risveglio, sbadiglia e inveisce contro il mondo. V orrei ritrovare e ritessere il filo in­visibile di una collettiva dissoluzione. Perché, se la scuola è opaca, è la stessa società che scolorisce. E il futuro si allontana, fuggendo nella rimozione o nel rimpianto.

/uiga/e/@gmai/.com

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• pagma99 Data 05-03-2014 Pagina 4 Foglio 2/2

priorità concrete; lasciare ne dell'elenco dei lavori - sto dolente che la lettera di edifici scolastici nei loro che i sindaci decidano in to- precisa - poteva essere una Matteo Renzi sembra quasi aspetti strutturali, per pro­tale autonomia sembra venir buona base di partenza per- voler superare: sono passati grammare gli interventi e meno a questa richiesta che ché molte regioni avevano 5 anni da quando il ministe- prevenire episodi gravi, non abbiamo più volte lanciato previsto elenchi molto più ro dell'istruzione ha iniziato ha mai visto la luce per una come associazione». numerosi di quello che era a parlare di una anagrafe na- mancanza di collaborazione

Tra le aspettative deluse, zionale dell'edilizia scolasti- da parte degli enti coinvolti, stato richiesto, individuan-

la definizione dei criteri di ca. Nel 2009 il programma è che non hanno ancora pro-do le priorità sulle scuole un piano quinquennale det­tagliato, il cui primo tassello dovrebbe essere l'investi­mento sugli edifici in stato di particolare gravità. «Il de­creto del Fare, di cui il mini­stro dell'istruzione Giannini ha prorogato la presentazio-

SCUOLA Studenti in una biblioteca

partito ma non è mai giunto ceduto ad una reale mappa­con amianto e su quelle da

a termine, nonostante l'ini- tura del territorio. Ad oggi mettere in sicurezza. Oppu-re l'altra alternativa che ci ri-mane è aspettare l'anagrafe completa da parte del Miur?».

Effettivamente il capitolo edilizia scolastica ha un ta-

ziativa dovesse essere com- infatti non è possibile forni­pletata entro sei mesi dalla re i dati relativi alle condi-pubblicazione dell'intesa zioni degli edifici scolastici, istituzionale promossa dal nonostante gli sforzi del mi­Miur. La fotografia comple- nistero di cercare di comple­ta e aggiornata di tutti gli tare un'anagrafe, che per esi-

stere necessita del contribu­to degli enti locali.

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Scuola: testate nazionali

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Data 05-03-2014 Pagina 47 Foglio 1 ROMA

Ausili didattici per disabili, arriva il via libera SAN GIORGIO A CREMANO. È stato approvato dalla giunta comunale guidata dal sindaco Mimmo Giorgiano l'acquisto di ausili didattici per ragazzi disabili dell'Istituto Comprensivo "Don Milani-Dorso". La somma, quasi cinquemila euro, sarà messa a disposizione della scuola per consentirle di comprare strumenti necessari alla più corretta integrazione dei ragazzi che vivono una difficoltà fisica o psichica all'interno dell'istituto. L'assessore alle Politiche Sociali Luciana Cautela (nella foto) rimarca l'impegno dell'amministrazione comunale per le fasce deboli: «Abbiamo indirizzato nella maniera più mirata

possibile la spesa verso ragazzi che studiano sul nostro territorio per aiutarli aumentare il loro livello di apprendimento scolastico. Le fasce deboli del territorio per noi sono una priorità: continueremo a finanziare progetti che hanno riscontrato un grande successo presso la nostra comunità, come la ludoteca per i minori a rischio e iniziative di sostegno al reddito come la distribuzione di pacchi

alimentari, che moltissimi altri Comuni, sulla nostra scia, stanno a loro attivando». Un'iniziativa di particolare importanza da parte dell'amministrazione comunale.

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Data 05-03-2014 n Sole9]{l mmrn Pagina 36

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Ih:aso/2. Il progetto della Scuola Superiore Sant'Anna ha già attirato l'attenzione delle aziende

Il robot di Pisa conquista i francesi

Roberto lotti PISA. Dal nostro inviato

«No, in Francia non esiste una prototipo di macchina co­sì. Siamo in fase avanzata con la parte concettuale, ma non ab­biamo ancora realizzato quello che qui c'è già». Christophe Guettier, ingegnere e responsa­bile di ricerca presso ladirezio­ne R&T di Sagem (gruppo Sa­fran), ha un commento di am­mirazione tecnologica osser­vando il futuristico robot in azione davanti a lui.

Pisa, laboratori Percro -acronimo diPerceptual roboti­es laboratory- della Scuola Su­periore di Sant'Anna. Qyi il fu­turo non è poi così lontanto. An­zi. In una stanza del Percro, al-. lacciato con un cavo alle batte­rie che lo alimentano, c'è quel­lo che a prima vista può sem­brare un incrocio tra i cinema­tografici Robocop e Iron Man. Unsistemaesosceheletricoro­botizzato, in grado di interagi­re con l'uomo che lo indossa, come se fosse un'armatura.

lllaboratorio di robotica per­cettiva della Scuola superiore, è uno spin off dell'Istituto di tecnologie della comunicazio­ne, dell'informazione e della percezione. Dal '91 l'attività di Percro è stata caratterizzata dallo sviluppo di sistemi roboti­ci esoscheletrici che, in riferi­mento all'operatore, presenta­no la proprietà di essere indos­sabili, seguirne fedelmente i movimenti degli arti e fornire, contemporaneamente, assi­stenza o vincoli ai movimenti degli arti stessi.

E questo è un aspetto impor­tante per una delle molte appli­cazioni pratiche, quella della riabilitazione post-traumatica e della neuroriabilitazione. Ma un'altra importante applicazio­ne è quella dell'assistenza alla deambulazione delle persone anziane o con gravi difficoltà motorie.

Il padre di queste macchine

è il professor Massimo Berga­masco, docente di meccanica applicata alla Superiore Sant'Anna. Lo scorso anno tre ingegneri della sua equipe han­no vinto il premio "Impresa del futuro" assegnato dalla Fonda­zione Gaetano Marzotto: 250mila euro che serviranno a finanziare progetti e nuove idee. Perché «l'aspetto finan­ziario - spiega Bergamasco - è il nostro quotidiano proble­ma». Che Percro ha affrontato avviando una serie di collabora­zioni industriali e commercia­li; e perfezionando la ricerca di fondi in sede europea. Nel 2013

FOTO DI MASSIMO BREGA

Eccellenza italiana Il robot è nato da un progetto portato avanti nei laboratori Percro -acronimo di Perceptual robotics laboratory -delra Scuola Superiore di Sant'Anna di Pisa. Il sistema elaborato è in grado di interagire con chi lo indossa, come un'armatura intelligente

le risorse principali derivano proprio dai fondi Ue per la ri­cerca e !'innovazione (39%), poi dalle collaborazioni indu­striali (31%), quindi da stanzia­menti regionali (17%) e nazio­nali(12%).

La novità del 2014 è l'accor­do siglato di recente con il co­losso Safran. Il gruppo multina­zionale di alta tecnologia, lea­der nell'aerospazio, nella dife­sa e nella sicurezza, ha deciso di avviare azioni di ricerca e svi­luppo congiunte nell'ambito del programma europeo Hori­zon 2020, sul tema dell'utilizzo . di sistemi robotici esoscheletri-

Il robot esoscheletrico Sembra un incrocio tra Robocop e lronman. Ma è un robot esoscheletrico dalle molteplici applicazioni. T anto che ha già suscitato vari interessi tra le imprese

FOTO DI MASSIMO BREGA

ci in vari campi applicativi, qua­li l'ingegneria delle costruzioni civili, operazioni di protezione civile come ricerca e recupero, la logistica industrale. E, natu­ralmente, il settore della difesa. La collaborazione con Safran consentirà di perfezionare il prototipo già operativo a Pisa, con l'obiettivo di arrivare a una prossima fase industriale.

All'accordo tra il laboratorio di robotica e Safran si è arrivati proprio grazie alla capacità di innovazione tecnologica di Per­ero, che ha sorpreso e interessa­to il gruppo francese. Nel cen­tro hi-tech di Pisa, oltre allo stu­dio dell'interazione uomo­macchina dal punto di vista meccanico, gli ingegneri guida­ti da Bergamasco e dal diretto­re di Percro, Carlo Alberto Avizzano, sviluppano altre atti­vità di un futuro che è già pre­sente: l'uso di ambienti in real­tà virtuale per poter realizzare interventi remoti; visite virtua­li a musei e gallerie; studio e ap­plicazione sui movimenti del corpo in interazione con sof­tware.

«Stiamo collaborando con molti gruppi italiani - dice Avizzano - come Enel,Ans­

aldo, Inail. Per esempio Enel ci ha chiesto di met­tere a punto un sistema di manutenzione in ambien­te virtuale delle loro cen­trali. In questo modo un

operatore, a distanza, può entrare fin nel cuore di una centrale o di una turbina, uti­lizzando le possibilità della

realtà virtuale e interagire con unavatar».

A chi gli chiede quando, nel­le vita quotidiana, arriverà la presenza di robot, Bergama­sco risponde: «Non saprei. Po­trebbe essere tra un anno co­me fra dieci. Abbiamo ancora diversi aspetti da studiare e ostacoli da superare. Siamo co­munque a buon punto. Tutta­via sono convinto che, come è accaduto con l'automobile, l'uomo non potrà più fare a me­no degli esoscheletri».

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" .' .,,,.. . ,...... .' .. ... ', .'. .... ... ....... .. BUllUilr Necessaria una riforma per passare dalla vendita dei prodotti a quella di pacchetti di offerte

;Utility, il futuro è nei servizi i Gilardoni: strutture più flessibili - Analisi Greenpeace: effetto delle rinnovabili

I Jacopo Giliberto MILANO

Il mercato è cambiato e le : utility sono a una svolta. La do­

manda è ferma, i margini diminu­iscono, la competizione è accesa e i consumatori diffidano: le utili­ty devono cambiare in modo strutturale per sopravvivere. Il caso Sorgenia - i cui conti sono resi dolenti da investimenti po­tentifatti subito prima che il mer­cato s'affossasse e subito prima che le fontirinnovabili d'energia manifestassero tutto il loro pote­re competitivo - potrebbe ripe­tersi molte volte perché «gli at­tuali modelli di business appar­tengono a un sistema di riferi­mento obsoleto e devono essere aggiornati secondo le nuove esi­genze di mercato che vuole mo­delli più flessibili». Lo sostiene Andrea Gilardoni, economista e docente alla Bocconi, che oggi a Milano presenta con Accenture la quattordicesima edizione del rapporto Agici dell'Osservato­rio sulle alleanze e sulle strate­gie delle utility.

, Lo conferma anche Giuseppe Onufrio, a capo di Greenpeace

I

i Italia, dopo la diffusione dello studio «Missing out on the re­newables revolutiom>, realizza­to da Gy6rgy Dallos, in cui l'or-ganizzazione ambientalista in­ternazionale confronta in mo-

do molto accreditato le diverse utility europee: «Le grandi aziende energetiche europee non sono riuscite a seguire l'evoluzione del mercato delle rinnovabili - osserva Onufrio -e così hanno perso fatturato, uti­li e ora rischiano».

Gli analisti coordinati da Gi­lardoni e da Accenture hanno studiato come si comportano le utility europee (Francia, Germa­nia, Italia, Paesi Bassi, Spagna,

l Abbondano le offerte di centrali in vendita; grandi imprese aggressive; municipalizzate più lente nel cambiamento

Regno Unito) e identificano le aree di crescita dei prossimi 3 an­ni. Ogni azienda risponde in mo­do differente alla crisi dei servi­zi pubblici. Per esempio, sul mer­cato abbondano le offerte di im­pianti in vendita e di società in cerca di compratore. Altre azien­de (l'Enel e l'Eni, per citarne due) rispondono alle difficoltà con una politica commerciale ag­gressiva che fa loro aumentare le quote di mercato. Le "munici­palizzate", tranne alcune più vi-

vaci, sono più lente a seguire il cambiamento del mercato e dei consumatori.

«La strategia per il futuro è evi­dente. Il chilowattora, il metro cubo di gas, l'acqua potabile non sono più prodotti. Per esempio l'elettricità è un bene immateria­le che si tramuta in luce, in forza motrice, in calore, in informatica e telecomunicazioni: l'elettricità è un servizio. Le utility dovranno appunto imparare a vendere il servizio - avverte Gilardoni - co­me avviene per esempio in In­ghilterra, dove con pochi euro al mese viene offerta una polizza di assicurazione e l'assistenza e ma­nutenzione per gli apparecchi di casa, con l'idraulico o l'elettrici­sta già pagati». Aggiunge Pierfe­derico Pelotti di Accenture: «Le utility devono concentrare l'at­tenzione sulle azioni che vanno messe in campo per ripensare la strategia commerciale, la sola che nell'attuale contesto econo­mico può rappresentare una di­scriminante di crescita e di diffe­renziazione per questo settore».

Lo scenario europeo identifi­cato dalla ricerca vede unq forte stagnazione della domanda con­tro un aumento della capacità istallata (+5,9% in Germania, +5,8% in Italia, +3,5% in Spagna tra il 2007 e il 2012), legata soprat­tutto alla forte crescita delle ener-

gie rinnovabili (solare ed eolico sono cresciuti del +244>3% e +27,1%). Tre,secondoAgicieAc­centure, sono le leve strategiche su cui agire: espansione commer­ciale, customizzazione ed effica­cia operativa.

La ricerca condotta da Gre­enpeace parte da premesse di­verse ma, a dispetto dei luoghi co­muni, arriva agli stessi risultati. «Fra il calo della domanda e l'au­mento dell'offerta rinnovabile, le utility europee hanno ridotto di molto ricavi ed Ebitda e reagi­scono in modo diversi. Chi si ri­posiziona con lentezza e poca convinzione nell'energia pulita (per JPMorgan il piccolo settore rinnovabile dell'Eon ha un valo­re economico strategico maggio­re del grosso comparto dell' ener­gia convenzionale) e chi per esempio facendo pressione sui Governi per avere misure anche retroattive Contro queste nuove energie. Come dice anche Bo­ston Consulting, la soluzione è spostarsi verso un portafoglio di flessibilità e di servizi alla rete energetica e ai consumatori. L'Aie pensa che le utility debba­no una sorta di "compagnia assi­curativa". L'importante è che il Governo non metta nuovi vinco­li e nuovi freni a un cambiamen­to inarrestabile».

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"Sparisca per favore" bufera sui giudizi alle abilitazioni-truffa Nuove accuse ai commissari,' "Offese gratuite"

CORRADO ZUNINO

ROMA-Quel carrozzone dell'a­bilitazione nazionale scfentifica -la grande prova, 59 mila candi­dati, che sta scegliendo chi è me­ritevole di prendere una cattedra universitaria domani - snoccio­launnuovoscandalo:igiudizial­laBastianich. Così sono stati tito­lati nel mondo dell'architettura, alludendo alla perfidia gratuita di uno dei conduttori della trasmis­sione Masterchef, i pareri della commissione "Progettazione ar­chitettonica". I giudizi accade­mici, però, non fanno audience e umiliano candidati (anche ses­santenni) che l'architettura vor­rebbero insegnarla in facoltà.

NeI"'okt~ .~ ''PaI'Okt .p~ ~coutR» Ie~"

I verbali dei cinque commissa­ri di Progettazione, oltre a zoppi­care in italiano, regalano consi-

derazioni maligne, incisi grevi, sono interessanti e pericolose al battute sarcastiche. Non si era tempo stesso soprattutto se le si mai visto in un bando universita- pensa in mano a studenti in for­rio. Gli autori dei siluri da bando mazione». Sono un po' più di stu­sono docenti della Seconda uni- denti, in verità, i candidati che la versità di Napoli, curatori del commissione si è trovata davan­Museo Maxxi di Roma, presidi ti, eppure scrivono di loro: «Can­della facoltà di Architettura di didato in via di formazione (si Valle Giulia, ordinari della scuola spera). Abilitazione: no». Oppu­poli tecnica di Losanna, architet - re: «È ricercatore dal 20 11 alla Sa­ti associati abituati a lavorare nel pienza. I suoi interessi variano Nord Europa. Docenti qualifica- (sbandano?) tra l'architettura ro­ti, ecco. Magari, in alcuni casi, manatra le due guerre,lapianifi­presupponenti, esteticamente cazione e il patrimonio». naive, forse frustrati. Tutti insie- Alcuni giudizi sono freddure. me si sono divertiti-è tutto pub- «Le pubblicazioni vertono in blico,archivioCineca-ascrive- gran parte sull'argomento (non re commenti di questo tipo: «La solidissimo dal punto di vista candidata non è scema, ha dime- scholarly) della tesi di dottorato e stichezza con la scena interna- sulle sue derivazioni, vale a dire zionale e rivela curiosità». Sì, "la linea di terra" (anche se non <<non è scema». Ancora: «Le pub- stiamo parlando di sicurezza ne­blicazioni ci offrono la possibilità gli impianti elettrici»). Nei verba­di awicinarci alla produzione li ci sono diverse considerazioni progettuale del candidato (e non non richieste sull' anima dei can­è una bella esperienza) .. ; Indi- didati: «Ha una specializzazione menticabili i testi di Molinari e molto settoriale, che sembra una GarofalosulleoperediSaito.Spa- sorta di condanna ad esercitare risca per favore». Scritto di pugno un credo a tutti i costi». E critiche da un commissario. Diffuse le" esplicitealmalcostumeuniversi­ironie. «Con il dovuto terrore per tario: «Molte pubblicazioni sono unaposizionedaweropocointe- raccolte di lavori didattici degli ressata a ciò che accade attorno studenti pubblicati con contri­all'architetturailcandidatoè abi- buto dell'università. Ma com'è litabile». Poi: «Le pubblicazioni possibile che in un paese così

"povero" ci siano a disposizione nelle facoltà tanti soldi per pub­blicare lavori di studenti e qual­siasi altra cosa venga in mente a un docente? Non abilitata». La commissione Masterchef ha at­taccato' via concorso, anche col­leghi più affermati: "Le pubblica­zioni pullulano di detriti porto­ghesiani e subportoghesiani, la stessa candidata confessala diffi­coltà di uscire dall'ombra del Maestro (cui concede la maiu­scola!)).

A "Progettazione architettoni­ca" solo il venti per cento è stato abilitato. Sotto le forche caudine dei commissari battutisti sono caduti progettisti come Beccu e Raimondo autori dell'Audito­rium di Firenze e del Museo dei Bronzi di Riace, poi Peluffo e Fe­mia (Palazzo del cinema di Vene­zia), Alessandra Segantini (Uffici giudiziari di Venezia), Vincenzo Corvino (restauro del Pirellone di Milano). L'Associazione italiana di architettura e critica parla di una commissione sessista e ma­schilista, «che non rispetta la di­gnità delle persone giudicate e squalifical'universitàitaliana». il professor Sergio Pace delPolitec­nico di Torino cita Bombolo e Cannavale. Una lettera plurifir­mata chiede al ministro dell'I­struzione di fermare tutto.

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la Repubblica

L'ABILITAZIONE L'abilitazione nazionale viene varata nel 2010 per superare

l\ c~i i concorsi combine

è $eeD:l'@"jt

La candidata non è scema, ha dimestichezza conia scena internazionale e rivela curiosità

L~ bi\l1ìtla\ ~~p~rii!f:'D~a Non è stata una bella espenenza ... Indimenticabili i testi di Molinari e Garofalo. Sparisca per favore

~UJl:tta di UiiM~.,n*,i,~~,~ Ho capito che è una punta di diamante del suo dipartimento e che c'è aria di abilitazione ...

pe~I~~t·dtà Provo perplessità per tre pubblicazioni del candidato edite in una collana di cui il candidato è direttore

LE COMMISSIONI I candidati per la prova 2012-'13 sono 59.193, le commissioni 184, gli abilitati 400

I RICORSI Ricorsi contro le commissioni: curricula gonfiati, risultati anticipati, bocciati a sorpresa

"Repubblica" domenica scorsa ha raccontato

gli esclusi eccellenti dalle discipline ortopediche

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La sua vita è stata "muta, e bisognosa di altri" come quella di molti ragazzi con i suoi problemi. Ma lui, 33enne del Trevigiano, è riuscito a farcela. Con una tesi che parla di se stesso

La battaglia vinta di Pier "lo, primo laureato autistico esco dalla prigione di cristallo"

JENNER MELETII

VOLPAGO DEL MONTELLO (fREVISO)

ier non ha avuto dubbi. Quando il papà gli ha chiesto se voleva andare a fare una gita al mare o a vedere i carri del carnevale a Tre­viso, è riuscito a dire: «Carri». Bi­sogna fare festa, a casa Morello. Piercarlo detto Pier si è laureato, 96 su llO. È diventato «dottore magistrale in Scienze umane e pedagogiche» con una tesi in cui parla di se stesso. Pierè affetto da autismo severo e non si ha noti­zia di altri autistici gravi che ab­biano potuto cingersi d'alloro. «Abbiamo vinto una battaglia­dice subito il padre Luciano, ex insegnante - ma la guerra con­tinua. Ma lo sa che quando Pier siè iscritto all' universitàl'U slvo-

leva togliergli i 400 euro al mese dell"'accompagnamento"? Di­cevano: seva all' università non è autistico. Invece anche l'ultima diagnosi, svolta in una struttura pubblica due anni fa, conferma purtroppo che il nostro Pierèaf­fetto da autismo severo».

È una storia bellissima e triste, quella di Pier. Bellissima perché Pier, 33 anni, non si è fermato in un'aula delle elementarfo delle

medie con l'insegnante di soste­gno maè diventato dottore. Tri­ste perché la sua laurea è una mosca bianca in un mondo dove migliaia di ragazzi autistici <<fion parlanti» non riescono a uscire da«unavita-coslhascrittoPier nella sua tesi di laurea - muta, vacua e bisognosa di altri». «Io non so nemmeno - racconta il padre - cosa abbia provato, quando la commissione lo ha proclamato dottore e gli amici gli hanno fatto festa. Perun gior­no e mezzo Pier si è ritirato nel suo posto preferito: il salotto di casa. Resta solo davanti alla tv accesa ma senza volume e ascol­ta musica alla radio: da Beetho­ven ai cantautori italiani. Non vuole che nessuno entri. Sì, ha visto i giornali, il Mattino e la Tri­buna, che parlavano di lui. Ha fotografato gli articoli. Conosco i suoi tempi. Solo fra una setti­mana, via computer, potrò chie­dergli come ha vissuto le ore del­la laurea. lo so che era molto te­so, ma l'abbiamo capito solo noi genitori: aveva le guance rosse».

N ella storia di Pier ci sono sta­ti molti muri e solo alcuni sono stati abbattuti. «Fino alle medie - ha scritto nella tesi per la triennale in Scienze della forma­zione-ricordo di avere solo co­lorato in silenzio tanti pallini a quadretti nei corridoi della scuola. Sì, ho conosciuto tante aulette di sostegno e corrido h>. «Ho imparato - ha scritto nella tesi specialistica, su "Inclusione e ben-essere sociale: una storia di autismo per capire" - a leg­gere mentre gli insegnanti face­vano lezione agli altri. Ma come

facevo a farlo capire ai professo­ri, visto che non riesco a parla­re?».

«Fino ai tredici, quattordici anni - racconta il padre Lucia­no - Pier era giudicato dai me­dici un ritardato mentale. È sta­to allora che abbiamo incontra­to la dottoressa Vittoria Realdon Cristoferi, che ha proposto una tecnica di scrittura facilitata, con l'assistenza di un operatore. E così è riuscito a frequentare !'i­stituto agrario di Montebelluna. I problemi più gravi sono arriva­ti dopo il diploma. Il Ceod -Centro educativo occupaziona­le diurno - ci ha proposto di in­serirlo in una cooperativa socia­le per disabili psichici, che è una struttura positiva per tanti ra­gazzi ma resta una gabbia, dora­ta ma sempre gabbia. lo e mia moglie Marta abbiamo deciso: Pier deve vivere in un ambiente normale, e per un ragazzo diplo­mato l'ambiente normale è l'u­niversitID>.

<Niviamo - ha scritto Pier Morello - in prigioni di cristal­lo, prigioni di voce negata e di parole che non sono espressio­ne di dovuta fiducia». Un passo dopo l'altro, sempre in salita. Gli esami al computer, davanti al professore. <<Alcuni docenti -racconta il padre - non voleva­no laureare Pier. Dicevano: non potrà usare la laurea, e allora perché dobbiamo conceder­gliela? Non hanno capito che la laurea in fondo è un effetto col­laterale. L'importante è il passo avanti. Che farà adesso il nostro Pier?Noinoncifermiamo.Lavo­ra già, nostro figlio, tre giorni al-

la settimana. Da qualche anno va alla scuola materna di Vene­gazzù come assistente delle maestre. In aula distribuisce le matite ai bimbi, prepara la tavo­la delle insegnanti, fa la "senti­nella" in giardino durante la ri­creazione e avverte le insegnan­ti se i bimbi litigano o si fanno male. È la UsI che paga un picco­lo stipendio e l'assicurazione con una borsa lavoro. Credo che questo sia un ottimo intervento: Pier si sente utile e motivato a comportarsi bene. La scuola non è una gabbia di cristallo. Il dottor Pier continuerà questa attività. Cercheremo anche al­tro, se possibile, ma sempre in un contesto normale».

«La disuguaglianza - ha scritto Pier - è la vera disabilità. So che cammino da solo ... ma

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nella mia cesta di parole taciute trovo anche soli e lune, oceani e colori diluce». «Se il brano è sta­to scritto da Pier e non dal suo fa­cilitatore-ha commentato Lia­na Baroni Fortini, presidente dell'Angsa, Associazione nazio­nale genitori soggetti autistici -Pier non può dirsi autistico per­ché dimostra di avere una co­municazione sociale molto buona». La dottoressa Vittoria Realdon Cristoferi, medico neu-

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la Repubblica ropsichiatra che segue Pier da conta che altri 999 nonce la fan- tatichesieraprefisso.Pierèladi­quando aveva 12 anni, non cer- no. Conosco Pier e gli "parlo" da mostrazione che l'autismo non ca polemiche. «Nessuno di noi quando era un bimbo. Mi ha è incapacità. La laurea? Credo -dice-ha gridato al miracolo. sempre detto di voler vivere co- che per lui la conquista più im­"Uno su mille ce la fa", e questa è me gli altri. Ha raggiunto i risul- portante sia stata quella di vive­una buona notizia che però rac-

ANDREA Nel libro Se ti abbraccio non aver paura, di Fulvio Ervas, il viaggio in moto negli Usa di Andrea con suo padre Franco

TOMMY La vita quotidiana di Tommy è raccontata dal padre Gianluca Nicoletti in Una notte ho sognato che parlavi

JACOB In" mio bambino speciale Kristine Bamett racconta il figlio Jacob, dotato di un altissimo quoziente d'intelligenza

NAOIÒ Naoki Higashida, 21 anni, non parla ma scrive: nel libro-testimonianza The reason I jump racconta le sue difficoltà

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re con gli altri, andare con gli amici a prendere il sole a Prato della Valle ... Sa di non poter fare da solo. Ma ha visto che la porta della gabbia può essere aperta».

(;I RIPRODUZIONE RISERVATA

lA FESTA Una giornata intensa, indirnenticabile per Piercarlo Morello, in alto rnentre gli cingono il capo di alloro, qui a sinistra riceve i cornplirnenti della cornrnissione che gli ha assegnato 96/1 00 e sotto con amici e farniliari festeggiare la laurea in Scienze urnane e pedagogiche

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IL~MA.TTINO Data 05-03-2014 Pagina 8 Foglio 1

Dieci anni di tagli sistematici e blocco alle assunzioni di giovani

La distribuzione dei «punti organico» nella ripartizione del 2013 ha sfavorito soprattutto le strutture del Mezzogiorno

I 62 atenei statali sono ripartiti in due categorie: per 9 (tutti del Centronord) c'è una sorta di corsia preferen­ziale che garantisce di fatto la stabilità dei finanzia­menti. Peri restanti 53 (di cui tuttii21 del Mezzogior­no) il finanziamento diventa una lotteria legata in mo­do crescente alla cosiddetta «quota premiale», ovvero a una comparazione della produzione scientifica sul­le graduatorie dell' Anvur. Le classifiche quest' anno sono state da più parti contestate e probabilmente molti meccanismi andranno messi a punto; tuttavia una valutazione imprecisa è comunque preferibile all' assenza di criteri di comparazione. Il Finanziamen­to alle Università dal 2011 segue appunto il criterio premiale, per una percentuale del fondo ordinario (Ffo) via via crescente: dal 10% iniziale al 16% di quest'anno fino al 30% a regime. I 21 atenei del Sud hanno esattamente un terzo degli studenti e prima della premialità ricevevano il 32% dei finanziamenti, quindi una fetta proporzionata alle esigenze. N e120 Il su quel 10% premiale la quota del Sud è stata del 26,5%; nel 2012 il peso della premialità è salito al 12% e

il Sud si è attestato a126,l %j ne12013 con la premialità passata al 14% il Mezzogiorno ha conquistato il 27%. I valori di premialità, insomma, sono sistematicamen­te di 5-6 punti al di sotto di quelli erogati in passato con il meccanismo legato alle esigenze didattiche.

Se la quota premiale fosse effettivamente un pre­mio, un di più, ciò non sarebbe un problema. Ma per le esigenze generali di bilancio dell'I talia,l'Ffo dall' ini­zio della crisi economica è stato tagliato del 14%. La premialità si traduce in una vera e propria penalizza­zione, sia pure con la regola che non si può perdere più de15% da un anno a un altro. La doppia gradualità prevede la premialità che cresce di due punti l'anno tra il2011 e il 2021 e il tetto ai tagli del 5%, con la facile previsione di un decennio di tagli costanti e sostanzial­mente inevitabili per le Università che operano in con­testi territoriali meno attrattivi. Il sistema punitivo viaggia a velocità più rapida di quanto possano fare eventuali correttivi. E poi quali correttivi? Il taglio ai punti organico, cioè alle possibilità di assunzione di giovani, ha fatto il resto. In Italia già c'è un tetto al turnover de120% (cioè si può rimpiazzare solo un pro­fessore ogni cinque). Ma quando il Miur ha ripartito i punti organico per il 2013, il Sud a fronte di 766 uscite ha ottenuto solo 78 rimpiazzi, contro i 182 rimpiazzi concessi al Centro (su 857 uscite) e i 185 al Nord (su 605).

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-Il vertice

Da Potenza il no alla Carrozza

1128 novembre a Roma il ministro dell'Università Maria Chiara Carrozza incontrò i rettori del Mezzogiorno che protestavano per il taglioalturnover. Li rassicurò a parole, senza cambiare una virgola del decreto. l'unico a manifestare delusione fu Mauro Fiorentino: «Rimane in me viva la preoccupazione -disse - che i problemi del Mezzogiorno continuino a non trovare adeguata percezione nelle linee programmatiche del governo».

I fondi per le Università ATENEI STUDENTI FONDI ORDINARI FONDI PREMIALI

53 1.475.786 oggi 84% a regime 70% oggi 16% a regime 30%

Perdita finanziamento a regime per gli atenei del Sud

Fonte: Università degli studi della Basilicata

3.500 euro

Finanziamento pubblico medio per studente

30.000 l'anno

Studenti del Sud per i quali non ci sarà adeguato finanziamento

,;:e.rrtime.tri

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Data 05-03-2014

IL~MA.TTINO Pagina 35 Foglio 1 /2

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CelVelli in fuga, la Regione sblocca 50 milioni Soldi ai sette atenei. Finanzieranno borse di studio e assegni di ricerca per 1200 giovani

Gerardo Ausiello «I nostri

Tre laureati su dieci lasciano Napoli e . la Campania e cercano fortuna al ragazzI Nord o all'estero. Per provare a ferma- devono

giunta Caldoro ha costituito un comi­tato tecnico che provvederà a stilare un'apposita gradua­toria formata dalle istanze che totaliz­zeranno un risulta­to superiore a 60 puntiesarannoam­messe al finanzia­mento fino ad esau-

re l'emorragia la Regione ha sblocca- trovare qui to 50 milioni di euro, che vanno diret - opportu n ità tamente nelle casse delle sette Univer - . . sità presenti sul territorio. Una piog- per ~entl.rsl gia di risorse che verrà utilizzata per realizzati» finanziare borse di studio, specializ-zazioni e master rivolti a circa 1200 giovani. In una parola la formazione dei ragazzi, che spesso qui perdono anche la speranza di un futuro digni­toso. Ma come sono stati suddivisi i fondi? Un tesoretto di 8 milioni di eu -ro viene dirottato sugli assegni di ri­cerca per 400 giovani nell' arco di un'annualità: saranno selezionati i progetti ritenuti maggiormente signi­ficativi e meritevoli. Altri 500 giovani (per tre annualità) saranno i destina­tari dei dottorati, a cui vanno com­plessivamente 30 milioni: previsti, a tal proposito, periodi di studio all' estero e stage presso soggetti pub­blici e privati, finalizzati all'acquisi­zione delle competenze necessarie per fare ricerca ad alto livello. C'è poi una quota di 2 milioni che serve a fi­nanziare appositi voucher per 200 giovani laureati che intendano fre­quentare master di secondo livello: il contributo per le spese di iscrizione va da 4mila a 20mila euro. Gli ultimi 10 milioni, invece, saranno investiti in 67 borse di studio per le specializza­zioni dei medici (in Campania un ne­odottore su due rischia di restare sen­zalavoro).

Possono presentare la domanda di finanziamento della borsa di stu­dio i giovani che non hanno superato il trentaquattresimo anno di età alla data di scadenza dell' avviso, residen­ti in Campania, in possesso di laurea, che non hanno usufruito di altre bor-

se di studio per ma­ster post laurea asse-gnate dalla Regione negli ultimi tre anni e che non siano be-neficiari di altre bor-se di studio per la partecipazione allo stesso corso. Ai fini della valutazione delle domande di fi-nanziamento la

rimento delle risor­se. Una volta che verrà espletato !'iter, l'elenco completo sarà pubbli­cato sul Burc, il bollettino ufficiale di Palazzo Santa Lucia. «Il nostro obietti-vo sono i giovani, dobbiamocombat­tere la fuga di cervelli con tutte le ener­gie e le risorse disponibili», sottolinea il governatore Stefano Caldoro che ha messo a punto il piano con il vice­presidente della giunta Guido Trom­betti. «Non dobbiamo evitare che i nostri ragazzi vadano a formarsi fuori - aggiunge l'ex ministro socialista -ma fare in modo che trovino qui le condizioni per soddisfare le loro pro­fessionalità».

Di «iniziativa strategica» parlano Massimo Marrelli (Federico II), Fran­cesco Rossi (Seconda Università di Napoli), Lida Viganoni (Orientale), Claudio Quintano (Parthenope), Au­relio Tommasetti (Salerno), Filippo De Rossi (Sannio) e Lucio DJ Alessan­dro (Suor Orsola Benincasa), che non risparmiano critiche allo Stato per i tagli degli ultimi mesi (circa 30 milioni in meno di finanziamenti). In particolare la Viganoni osserva: «N el­la grande difficoltà in cui si muovono gli atenei di tutto il Paese, ma noi in particolare, con tagli e scarso turn over, poter investire sull' alta specia­lizzazione è fondamentale perché ci consente di dare formazione ai nostri giovani che diversamente si sposte­rebbero altrove».

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tS t, tutto Scienze e tecnologia

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Rivoluzione all'università C'è la ricetta a stelle e strisce

Dalla scelta dei prof alla destinazione dei fondi, come portare un po' d'America in Italia to assume persone non vali- di richiesta di finanziamenti de, il successo nell'ottenere seguono un iter definito. Sono fondi di ricerca declina e con guidate da funzionari governa­questo la sopravvivenza del tivi con un dottorato, che gesti-

CHIAltA MA:-i:t.I:-i1 dipartimento stesso, poiché il scono il portafoglio di finanzia-0LGA Ei'IFA:-iO budget sarà minore. L'univer~ ~e~ti pe.r aree tema~iche, con-GEORGE WASHINGTON UNIVERSITY sità italiana ha già cominciato slglIan? I ~roponentI e scelg?,­NATIONAL INSTITUTES OF HEALTH a muoversi verso una realtà no reVISOri ad hoc. Come gIa

più meritocratica e program- proposto dall'ex ministro C~r­iamo una scienziata matica, ma su questa traietto- roz~a, queste figur7 professl?­e un'amministratri- ria ora si devono fare passi più nah sono necessarie anche m ce di fondi governa- audaci. Molti auspicano di eli- Italia, dove le proposte spesso tivi p~r la ricerca a mi~are ~onc?rsi e a~ilitazioni fipiscono in un buco nero, da Washmgton, en- nazIOnah. NOI propomamo che cui escono accettate o rifiutate.

trambe laureate in biologia in i dipartime~ti scel~ano au~?- Dopo l'assegnazi~ne dei fon­Italia.. Rappresentiamo un nomamente IproprI membri m di, poi, particolare attenzione gruppo di italiani negli Stati base ad un plano programma- dovrebbe essere dedicata al Uniti e in Canada che, ispirati tico reso pubblico. Questo radi- comunicare, al pubblico i risul­da carriere in Paesi dove l'in- cale cambiamento ha senso so- tati della ricerca. Sarebbe novazione e la ricerca sono il lo se il dipartimento che assu- quindi auspicabile un portale motore dell'economia, stanno me .s~ pre?de la totale respon- online accessibile à ogIÌi citta­elaborando alcune proposte sablhta di rendere conto della dino con l'elenco delle scelte d.i rifor~a per.l'unive:sità ~ la p~o:pria scel~a, perden~o p~~- pro~ammatiche dei ministeri rIC.e~ca m Itaha. Tr~ I te~~ su stIgI~ e fondi n,el caso I~ cUi Il o degli enti finanziatori, la lista CUi Il «Gruppo Umverslta e candidato non e produttivo. dei fondi l'ammontare e una Ricerca» sta .lavorando vor: Inoltre, previo un. dovero.so descrizio~e del progetto com­remmo s?ttolmeare tre pu~tI aumento d71 Fo.ndo di fin~zla- prensibile a chiunque. che crediamo fondame?talI e mento ordmar!o ~h~ ,sos~lene 3) Si promuova la mobilità. che ~ovrebbero. essere Il pun- g:an parte dell attlVlta umver- L'esperienza in altri Paesi (eu­t~ d approdo ~I ~n per~or.so s~tarla, la s~a pe:centuale ropei e non) dimostra che la di trasformazIOm che rIchle- dl«quota premlale» (m base al- possibilità di cambiare univer­derà tempo e impegno. la produttività passata) po- sità è mì.'arma potente ed effi-

1) L'unive~ità assuma ~hi trebbe anc~e essere .asseg~ata cace per sviluppare nuove idee wole e sia responsabile sulla base di progettI futuri. La ed evitare conflitti di interesse. delle assunzioni. quota, però, dovrebbe essere Questa mobilità è praticata vo-

I~ ~ord Americ.a ogni u.niver- aumentata ben. oltre ill~% at: lontariamente ed è implicito slta ~tatale o prIv:ata SViluppa tl!al:. Il ~onfe~?Iento di ~on~1 che dopo il dottorato si prose­un piano strategico che defi- aI dipartImenti m base alI attI- gua la carriera al di fuori del­nisce le offerte didattiche e le vità dei propri professori di- l'ateneo dove lo si è ottenuto. linee di ricerca su cui investi- venterebbe cQsÌ sostanziale e Gli scambi promuovono re e ottenere finanziamenti. di stimolo, senza ingarbugliar- . Se un dipartimento riceve si tra rigidi parametri biblio- l'indipendenza intellettuale fondi per ampliare la didatti- metrici. CosÌ si creerebbe un dei giovani scienziati e la con­ca o la ricerca, il reclutamen- circolo virtuoso, in cui le scelte divisione di competenze tra to di nuovi professori si basa di programma portano a risul- gruppi di ricerca. Alcune di non solo sulla produttività tati tangibili, e sarebbe inte- queste consuetudini potreb­passata del candidato (il cur- resse dell'università stessa as- bero essere incoraggiate an­riculum); ma viene realizzato sumere solo i migliori. che in Italia attraverso in base ad una proposta quin- 2) La gestione della ricerca un'estensione della «portabili-quennale, in cui il candidato sia trasparente e compren- tà» dei fondi di ricerca a tutti i descrive i corsi e i progetti di sibile a tutti. finanziamenti (il principio per ricerca che svilupperà. Gran parte del lavoro del ricer- cui li si può portare con sé, in-

La valutazione della per- catore è comunicare i propri dipendentemente dall'istitu­formance del professore as- risultati agli altri scienziati, ma zione in cui si opera): il tutto sunto del dipartimento è poi negli Usa è routine rendere in linea con l'ottima iniziativa continua e determina gli conto anche alle agenzie di fi- del ministero italiano del­scatti di livello. Le regole so- nanziamento e al pubblico, cioè l'Istruzione nel bando «Sir» no chiare e, se un dipartimen- ai contribuenti. Le procedure (<<Scientific independence of

young researchers») per lan­~iare la carriera di giovani ri­cercatori.

Università e ricerca sono potenti motori di crescita cul­turale ed economica e ci augu­riamo che il nuovo governo di Matteo Rerizi introduca con energia questi temi nel suo progra,mma.

9-continua

RUOLI: LA PRIMA È« ASSISTANT PROFESSOR» DI FARMACOLOGIA

ALLA GEORGE WASHINGTON UNIVERSITY

LA SECONDA È «HEALTH SPECIALlST» AI NATIONAL INSTITUTES

OF HEALTH DEGLI USA

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Maria Chiara Carrozza

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Data 05-03-2014 n Sole9]{l mmrn Pagina 35

Foglio 1

I Ancora u n rinvio per ['accordo su Ila ricostruzione

Città della Scienza, slitta la firma del piano Vera Viola NAPOLI

Salta a Napoli la fIrma dell'accordo di programma quadro (Apq) per la ricostru­zione di Città della Scienza. Al­meno per ora, sebbene la fIr­ma fosse attesa da tempo, e sebbene la Fondazione Idis avesse organizzato ieri sera, per l'occasione, una festa, con

, tanto di banda musicale e can­, tanti,allapresenzadelneomi­

nistro della Ricerca, Stefania Giannini, in una data simboli­ca: a un anno esatto dall'incen­dio doloso che distrusse lo Science Center.

Dopo un tour de force per defInire il testo con l'intesa di tutte le numerose parti coin­volte (anche con i ministeri

: delle Infrastrutture, Ambien­te, Dipartimento per le Politi­che di sviluppo, Comune di Napoli e Regione Campania) a tarda sera si è deciso per il rinvio per la necessità - è stato detto - di meglio defInire il te­sto dell'accordo. «Firmeremo

, l'intesa che stanziacirca43 mi­lioni e Città della Scienza sarà ricostruita» ha assicurato il ministro Giannini.

Dopo un tour de force dura­to due giorni per scrivere un te­sto condiviso, in realtà è manca­to l'accordo tra Comune di Na­poli da una parte e ministero dell' Ambiente e Regione Cam-

, pania su un altro fronte. Disac-

cordi che si pensava fossero sta­ti superati il 30 gennaio scorso in un incontro a Roma, presso il ministero della Coesione ter­ritoriale, quando un testo di ac­cordo per Fondazione Idis era stato scritto e condiviso, ma poiè stato rimesso in discussio­ne dal sindaco di Napoli Luigi de Magistris.

Il nodo è la bonifIca di Ba-

Il pomo della discordia è la bonifica di Bagnoli: richiesta dal Comune di Napoli, respinta da ministero e Regione

gnoli. Il Comune di Napoli nel­le ultime settimane, specie do­po la messa in liquidazione del­la Stu Bagnolifutura, si è battu­to affInché nell' Apq ci fosse al­meno un articolo dedicato alla bonifIca di Bagnoli. Alle 13 si parlava di un accordo per Cit­tà della Scienza con un riman­do a un altro Apq da varare in tempi brevi, dedicato a tutto il Sin (sito di interesse naziona­le) con un nuovo piano di boni­fIca. Una postilla che non è pia­ciuta a ministero dell' Ambien­te e Regione Campania con­vinti che si dovesse varare un provvedimento dedicato esclusivamente alla ricostru-

zione di Città della Scienza. In ogni caso, i piani per ilMu­

seo di Città della Scienza sono defmiti. Rispetto alla struttura distrutta, la nuova dovrà arre- , trare dalla spiaggia lasciando li­bera una passeggiata a mare. Quanto alla struttura, secondo le valutazioni fornite da F onda­zione Idis, avrà una volumetria di 81.300 metri cubi, di cui 65mi-la per il museo e 16mila circa per archivi e magazzini, oltre a lOmila metri quadrati di spazi aperti da allestire.

Le risorse fInanziarie neces­sarie ammontano, secondo Fondazione Idis, a 64,7 milioni, 40 necessari per ricostruire il Museo. Per ora Fondazione Idis ha già messo a disposizio­ne 22,5 milioni e la Regione Campania si è impegnata a veri­fIcare la possibilità di concorre­re fIno a 34,2 milioni. «Non avrei creduto l'anno scorso che ci saremmo trovati qui - ha det­to il vicepresidente della Regio­ne Campania, Guido Trombet­ti - Abbiamo i soldi, il museo si ricostruirà». Replica il vice sin­daco di Napoli, Tommaso So­dano: «Abbiamo posto un altro problema. Il territorio ha già pa­gato tanto per un territorio che è stato prima inquinato e poi non bonifIcato. La ricostruzio­ne di Città della Scienza deve procedere di pari passo con l,a bonifIca. Un atto dovuto».

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la Repubblica Data 05-03-2014 Pagina 6 Foglio 1 /2

Sottosegretari indagati, M5 S vuole la sfiducia Casso n chiede le dimissioni, disagio nel Pd Grillo: "Bene Ncd, ora Renzi cacci i suoi ". Alfano: valutino loro

UANA MILELlA

ROMA-LaBarracciu? Non ri­sponde nemmeno al telefono. De Filippo? «Mi viene da ridere, qui stiamo parlando di 1.200 euro di francobolli acquistati dallamiasegreteria ... ». Del Bas­so De Caro? «Se mi chiedono il passo indietro? Sono un uomo di partito». Ma si dimette? «La vicenda mi ha un po' seccato, ho anche più di 60 annh>. Ma Grillo ... ? <<lo non sono Grillo, mi chiamo in un altro modo». An­tonio "Tonino" Gentile ormai è storia. Masugli altri quattro sot­tosegretari del Pd, che hanno un'indagine addosso, si scate­nano Grillo in persona e i suoi parlamentari, ma anche SeI e la sinistra delPd. Basti questa bat­tuta del Dem Felice Casson, ex giudice istruttore, senatore in­transigente: «Devono fare un passo dilato, nel governo ci en­treranno la prossima volta».

L'aria che tira a sinistra del governo, con SeI di Vendola, e soprattutto con Grillo, è foriera di una discussione destinata a trasferirsi in aula, al Senato e al-

la Camera, dove i pentastellati hanno già cominciato a pre­sentare singole mozioni di sfi­ducia per aprire singoli dibatti­ti e costringere la maggioranza al voto. Non solo. Per un Grillo che, come stiamo pervedere, di prima mattina chiede agliinda­gati di farsi da parte, c'è un Alfa­no che a sera li difende. «lo non chiederò le dimissioni dei sot­tosegretari Pd indagati». Poi, quasi non fosse chiaro, ripete la fràse e aggiunge: «SaràilPd a fa­re le sue valutazioni. Ha un po' di indagati.al governo, valutilui se devono dimettersh>. Brucia ad Alfano l'aver dovuto sacrifi­care Gentile,lotutela (<<lI suo di­ritto alla difesa è stato calpesta­to dall' onda mediatica, ora da persona libera si difenderID», ma non affonda gli indagati del Pd che, almeno alcuni, hanno una storia un po' diversa da Gentile.

La faccenda, adesso, si gioca in casa Pd, dove una Bindi, in trasferta a Palermo con la com­missioneAntimafia di cui è pre­sidente, lancia una frase pesan­te quando le chiedono se gli in­dagati Dem devono farsi da

parte e se deve lasciare Mauri­zio Lupi, il ministro delle Infra­strutture ugualmente indaga­to: «Ho già detto che su tutta questa materia facciamo ap­pello al senso di responsabilità delle persone, delle forse politi­che e del governo». Considera­zione non da poco, anche per­ché, con Grillo che attacca, ilPd sarà costretto a difendere in au­la i suoi uomini.

Sul refrain di «quattro inda­gati per me posson bastare ... », sul blog, Grillo scrive: <~fano ha dato l'esempio, il pdexme­noelle di Renzie non può che seguire l'esempio e fare una fi­gura mondiale». Passano due ore, ed ecco che il capogruppo al Senato di M5S Maurizio San­tangelo annunciare la mozione di sfiducia, per «rimuovere gli indegni dagli incarichi gover­nativi». Non basta. Si muove anche SeI, Claudio Fava parla di sottosegretari e ministri inda­gati che «si dovrebbero dimet­tere». Esili le difese, come quel­la del ministro dell'Istruzione Stefania Giannini, «sono ga­rantista, non devono dimetter­si, mi sembrano casi diversi da

Gentile». «Per quel che ne so», aggiunge vaga.

Ma quando lamossadiM5S è pubblica, Casson non si tiene: «Questa non è una questione di codice penale, ma di etica della politica. Renzi non deve coin­volgere nel governo gli indaga­ti, se vuole dare un'immagine nuovadelPd e del suo stesso go­verno». Ma come voterà in au­la? «Ho detto quello che ho det­to» risponde. Ma nel Pd, tra cu­perliani e civatiani, il malumo­re è forte.

E loro? Gli indagati? Vito De Filippo è già tutto preso dal suo lavoro di sottosegretario: «So­no in riunione. Sono già stato in commissione. Non posso par­lare adesso. Dimissioni? Qui stiamo parlando di 1.200 euro per francobolli ... lo capite? La cifra è questa, 1.200 euro. Fate pure gli accertamenti, fate un approfondimento, io non mi esprimo, ma mi viene da ridere a pensare che un presidente della Regione possa essere tira­to in ballo per 1.200 euro spesi dalla sua segreteria ... ». Del Bas­so De Caro, seccatissimo: «Dal Pd non mi hanno chiesto nien­te, e perché poi avrebberò do­vuto chiedermi qualcosa?».

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Lavoro e previdenza

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Lavoro under25, imprese e Regioni chiedono flessibilità Più concorrenza tra centri per l'impiego e agenzie private

Gianni Trovati MILANO

Applicazione "flessibile" nelle Regioni, semplificazione delle procedure, concorrenza fra centri per l'impiego pubblici e agenzie private con l'introdu­zione dei voucher, e stop al pro­getto di portale unico che rischia di costare oltre 100 milioni di eu­ro senza portare vantaggi imme­diati (si veda articolo in basso). Sono le proposte delle Regioni che oggi avranno il primo incon­tro con il nuovo ministro del La­voro, Giuliano Poletti, per parti­re con l'applicazione della You­th Guarantee, il progetto avviato dall'Unione europea con la Rac­comandazione del 22 aprile 2013 che muove oltre l,smiliardi trari­sorse Ue, fondo sociale e cofman­ziamentinazionali, ma che inIta­lia già rischia di registrare i primi ritardi sulla tabella di marcia (in Spagna è partito a dicembre).

A presentare le richieste regio­nali sono gli assessori al Lavoro di Lombardia, Veneto, Liguria e

Campania, che hanno risposto all'invito di Assolombarda per fa­re il punto della situazione per l'avvio effettivo della Garanzia Giovani. «Il progetto ci sta mol­to a cuore perché mette al centro il rapporto fra i giovani e il mon­do del lavoro - spiega il direttore generale di Assolombarda Mi­chele Verna -, ma fmora un ap­proccio centralistico ha causato ritardi e va corretto subito». Es­senziale, per accelerare la mac­china, è una buona dose di sem­plificazione e l'apertura alle atti­vità delle agenzie private per­ché, ricorda Verna, «i centri pub­blici per l'impiego hanno tassi di inserimento lavorativo del 3%, con un costo medio di 13mila eu­ro per collocato».

A spiegare l'urgenza del proget­to sono gli 1.3 milioni di «Neet», cioè le persone fuò!i sia dai cicli di formazione sia da quelli di lavoro, che rappresentano il 22,20f0 deigio­vani italiani fra 15 e 24 anni ~ono l'obiettivo del piano europeo. Ari­tardarne il decollo, finora, è stata anche l'ipotesi avanzata dal Go-

verno U;tta di ricavare la quota del Fondo sociale europeo (530 milioni) dalle risorse già destina­te alle Regioni per le politiche atti­ve del lavoro, che naturalmente ha incontrato l'opposizione dei Governatori: è un nodo da scio­gliere in fretta, ma altrettanto ur­gente è avviare le convenzioni per tradurre la Youth Guarantee in piani operativi sul territorio. «Per essere efficace - sostiene per esempio Sergio Rossetti, assesso­re al Lavoro in Liguria - il pro­gramma va inserito nei processi che le Regioni hanno già messo in campo», e da questo punto di vi­sta Valentina Aprea, assessore in Lombardia, propone l'esperienza avviata dal Pirellone con la «dote unica lavoro», che in base al profi­lo di ogni utente individua quat­tro diverse tipologie di servizi e consente all'interessato di sceglie­re l'assistenza più adatta al pro­prio obiettivo occupazionale. La prospettiva, condivisa dall'asses­sore campano Severino Nappi, è quella di intervenire anche sui

centri per l'impiego per «trasfor­marli da un sistema di intermedia­zione a un luogo di servizi integra­ti per illavoto».

L'architettura della Youth Guarantee deve infatti preparar­si a fornire servizi alla vastissi­ma platea dei Neetfino a24anni, ma non si può fermare lì. Lo sco­po non è quell? di mettere in campo un maxi-ufficio di collo­camento, ma di fornire collega­menti giovani-lavoro, e scuola­lavoro, con una pluralità di mez­zi, dagli stage alla formazione sul campo. Obiettivi complessi, che secondo Assolombarda pas­sano anche da un «piano strate­gico» che oltre alla semplifica­zione dell'apprendistato e alle partnership con il mondo dell'educazione passa da proget­ti di formazione professionaliz­zante in alternanza scuola-lavo­ro (sull'esempio di quanto acca­de per esempio in Alto Adige) e dall'allineamento fra l'offerta formativa universitaria e la do­manda del mercato.

© RIPRODUZIOI-t~ RISERVATA f .• ,\

Oggi l'incontro con il ministro Programma in ritardo Gli assessori al lavoro faranno il punto Si dovrebbe partire entro marzo prima della sigla delle convenzioni in Spagna interventi attivi da dicembre

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Verna (Assolombarda): sullo Youth Guarantee va corretto l'approccio centralistico e serve maggiore semplificazione

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Lavoro e previdenza

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Cresce in Lombardia la contrattazione sulla conciliazione

Più peso al welfare nel secondo livello Matteo Meneghello MILANO.

«A volte basta uno sposta­mento di orario di lavoro, un part­time, un lavoro ripartito per per­mettere ad una donna di mante­nere la propria occupazione». Così Fiorella Morelli, responsa­bile del coordinamento donne della Cisl Lombardia ha sintetiz­zato, nei giorni scorsi, l'importan­za di un adeguato impegno, in fa­se di contrattazione, nella conci­liazione famiglia-lavoro.

«La contrattazione di secon­do livello. può rappresentare il punto di incontro di disponibili­tà di singole imprese a trovare le

soluzioni partendo dall'osserva­zione dell'esistente e dalle esi­genze espresse da lavoratori -ha aggiunto Morelli -.Alcune volte con uno slittamento dell'orario si eviterebbero delle spese che gravano sulle fami­glie, costrette a pagare un servi­zio per accompagnare i figli a scuola: anche questo è un au­mento del potere salariale di una famiglia».

I dati dell'ultimo aggiorna­mento dell'Osservatorio regio­nale sulla conciliazione, curato da Giorgio Caprioli, segnalano una sessantina di nuovi accordi siglati in Lombardia nel corso del 2013, soprattutto nel settore

metalmeccanico (25 intese), nel commercio-terziario (una dozzi­na) e nel chimico-tessile (lO ac­cordi). Tra i temi trattati, si regi­stra la prevalenza di richieste re­lative ad un'integrazione di sala­rio o tfr (sostegno studio figli, so­stegno maternità, carrello della spesa, fondo di solidarietà inter­no), segnalato nel 65% dei casi. Si­gnificativo, però, anche il ruolo dei permessi retribuiti, del part ti­me e di servizi come asilo nido o baby sitting. Ancora marginale, invece job sharing e telelavoro. In un'ideale classifica dei fattori per macrofamiglie, al primo po­sto figurano gli accordi flessibi­lizzazione del tempo in funzione

delle esigenze dei lavoratori, al secondo posto la concessione di permessi, al terzo il pagamento o forrntura diretta di servizi.

Tra le aziende che hanno sot­toscritto un accordo del genere nel 2013, Cisl segnala i casi di Be­ta utensili (libri di testo, borse di studio, vaccinazione antinfluen­zale, assistenza fiscale), Krino (permessi non retribuiti per ma­lattia del figlio fmo a tre anni e part-time post maternità fmo a tre anni del figlio), Agusta (part­time, telelavoro, asili nido, agevo­lazioni per visite medico-specia­listiche), Cartotecnica Gold­Print (part-time e job-sharing per cure familiari).

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COBBIEBE DELLA SEBA Pagina 13 Foglio 1

)Ii) I CIII!lOO fiscale Camusso: no agli sgravi solo per le imprese. L'impegno del premier per un taglio delle tasse sul lavoro per lO miliardi

Più detrazioni per i lavoratori dipendenti sul tavolo del governo Paletti avvia il confronto con le parti sociali: gli incontri con Cgil e banche

ROMA - Si giocherà sul taglio del cuneo fiscale la partita tra governo e parti sociali. Ieri il ministro del Lavo­ro, Giuliano Poletti, ha cominciato a sondare sindacati e associazioni im­prenditoriali' incontrando per più di un' ora il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso e il direttore gene­rale dell' Abi, Giovanni Sabatini. Ca­musso ha ribadito alcuni punti fermi per il sindacato: serve un taglio robu­sto delle tasse sul lavoro, ma attenzio­ne a come farlo. No'a tagliare solo l'Irap (nei giorni scorsi è circolata quest'ipotesi) ad esclusivo vantaggio delle aziende, dice Camusso. Lo scon­to deve invece andare soprattutto ai lavoratori, agendo quindi sull'Irpef, ma non tagliando le aliquote più bas­se, perché il beneficio andrebbe a tutti i contribuenti, compresi molti evaso­ri, bensÌ aumentando le detrazioni sui lavoratori dipendenti. Tra oggi e do­mani Poletti incontrerà i vertici delle altre sigle sindacali e imprenditoriali. E potrà cosÌ farsi un'idea delle diverse posizioni in campo. A quel punto Po­letti, il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, e lo stesso Matteo Ren-

Sarà il primo provvedimento sul lavoro

di Matteo Renzi. Il nome, titolo inglese del piano per il lavoro, deriva da una proposta di legge di Barack Obama. Nel 2011 il presidente americano l'aveva presentata in un discorso trasmesso in tv a reti unificate. Il piano Usa però,' che prevedeva una riduzione della tassazione sul lavoro, non è mai diventato legge. Renzi nei giorni scorsi ha annunciato un intervento in tempi brevissimi

zi, che già hanno avuto un primo scambio di idee l'altra sera a Palazzo Chigi, dovranno tirare le somme e prendere le decisioni su come distri­buire il taglio del cuneo da 10 miliardi di cui ha parlato il presidente del Con­siglio.

Per il resto, «l'unica cosa netta è il proseguire rapidamente sulla Garan­zia giovani», ha detto ieri sera Camus­so al termine dell'incontro conPoletti, che oggi vedrà le Regioni per chiudere le intese necessarie a far partire nelle prossime settimane questo piano per offrire occasioni di formazione o lavo­ro ai giovani under 25.

Quanto agli altri possibili argomen­ti sul tavolo, domina la cautela. «Il tas­so di innovazione annunciato non si è tradotto in cose che sono state raccon­tate»' ha detto ancora il segretario del­la Cgil. Parole che fanno capire come al centro della discussione non ci siano stati i temi del Jobs Act annunciato 1'8 gennaio scorso da Renzi, in particolare quelli più spinosi, dal contratto d'in­serimento che dovrebbe sospendere per i primi tre anni dall'assunzione l'articolo 18, rendendo quindi più fa-

Ministro Giuliano Poletti, mini­stro del Lavoro, ha av­viato i primi contatti con i sindacati per il Jobs Act

cili i licenziamenti, al nuovo sussidio universale di disoccupazione, che do­vrebbe bilanciare la maggiore flessibi­lità in uscita Di sicuro, invece, sempre stando a quanto ha riferito Camusso, si è parlato delle pendenze lasciate dal precedente governo. Il programma europeo Youth Guarantee appunto, col quale l'Italia si è impegnata a offri­re un'occasione di formazione, di tiro­cinio o lavoro ai giovani con meno di 25 anni entro 4 mesi dalla fine della scuola o dalla perdita di un eventuale occupazione. Ma anche la questione degli «esodati» Secondo i sindacati ci sarebbero ancora decine di migliaia di lavoratori che rischiano di restare sen­za stipendio e senza pensione. Di qui la richiesta di rimettere mano alla ri­forma della previdenza reintroducen­do elementi di flessibilità che consen­tano di andare in pensione prima dei limiti rigidi fissati dalla legge Fornero. Infine, si è parlato anche della necessi­. tà di rifinanziare per il 2014 la cassa integrazione in deroga e di come rifor-mare gli ammortizzatori sociali.

Enrico Marro © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Ila Repubblica "')·;i'! "'f;;~jr(t~~ifr~~~j 'i::'i~i'i!7'7i':""Y:":

Adesso non sprecate quei soldi peri giovani

TITO BOERI

OGGI a Roma si tiene la riunione dei rappre-

'- sentanti delle Regioni con il neo-ministro del Lavo­ro, Giuliano Poletti, sul piano "garanzia giovani" della Com­missione Europea. Tra finan­ziamenti diretti e cofinanzia­menti mobilita circa l miliar­do e mezzo di euro per azioni a favore degli under 25 da uti­lizzare nei prossimi due anni.

SEGUE A PAGINA 28

TITO BOERI

(segue dalla prima pagina)

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Eun'opportulllta c e non dobbiamo assolu­tamente lasciarci sfug­gire in tempi di emer­

genza occupazionale e di ris?r­se scarsissime. L'Istat ha certIfi­cato venerdì scorso che solo nel­l'ultimo anno sono stati distrut­ti altri 100.000 posti di lavoro tra i più giovani. Il fatto grave è che chi ha perso il lavoro è andato non solo ad aumentare le ma della disoccupazione, ma an­che a gonfiare l'inattività, il no­vero di lavoratori scoraggiati che smettono di cercare un im­piego perché pensano che il mercato non sia in grado di of­frire opportunità per loro. Un governo già impegnato a ridur­re il cuneo fiscale e ad aumenta­re la copertura dei sussidi di di­soccupazione rischia di non avere soldi per interventi che fa­cilitinolatransizionedascuolaa lavoro. Quindi il piano europeo capita a pallirlo. Ma ci vogliono idee chiare sul cosa fare. Altri­menti si rischia di mettere in piedi una nuova macchina bu­rocratica inefficiente come quella che accompagna la ge­stione dei fondi strutturali.

Le Regioni oggi molto proba­bilmente chiederanno di con­fermare il piano elaborato dal ministro Giovannini. È un non­piano, di fatto una scatola vuota, che lascia ampia libertà alle Re­gioni nella gestione dei soldi co­munitari, trattenendo al centro risorse consistenti (si parla di 200 milioni!) per costruire una "piattaforma web nazionale e social network per gli operatori"

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ADESSO NON SPRECATE QUEI SOLDI PERI GIOVANI

nell'ambito di una "struttura di missione" del mirlistero. Sono scelte entrambe sbagliate: le Re­gioni devono essere messe nelle condizioni di agire solo nell'am­bito di direttive molto precise (come ad esempio previsto dal Piano spagnolo per la Youth GuaranteeJ, anziché essere spinte ad inventarsi programmi fantasiosi per impegnare e poi spendere i soldi. Ed è assurdo destinare fino al15 percento del­le risorse disponibili in tutta Ita­lia per costruire una rete infor­mativa per gli operatori dei cen­tri per l'impiego! Oggi un porta­le c'è già per l'irlcontro fra do­manda ed offerta: si chiama" eli­elavoro" ha solo 23.000 iscritti, meno di 4.000 visitatori al gior­no, e offre solo 50postivacantiin tutta Italia come tornitore, una delle figure professionali mag­giormente ricercate dalle im­prese. L'irltermediazione avvie­ne altrove, in modo irlformale o attraverso le agenzie interinali.

L'idea della Youth Guarantee è quella di offrire a tutti i giovani un colloquio di orientamento e aiuto nella ricerca di lavoro con tirocini, formazione e attività di incontro domanda-offerta. Trae spunto dai programmi di welfare to work con cui il Gover­no Blair ha rivoluzionato i servi­zi per !'impiego. Quando qu~sta ideafupropostadalgovernolta­liano nel 1999, scatenò l'ira di Sergio Cofferati e spinse il Go-

verno D'Alema a dissociarsi da un documento comune italo­britannico. Abbiamo così perso 15 anni. Non è mai troppo tardi, ma deve essere chiaro che questi sono i compiti che ogni servizio dell'impiego dovrebbe svolgere normalmente, anche senza bi­sogno dei fondi comunitari.

In Italia questo non avviene perché gli operatori dei servizi dell'impiego sono troppo pochi, poco qualificati o perché molti centri dell' impiego fanno di tut­to tranne che il loro mestiere. Il personale è in prevalenza non laureato, con competenze am­ministrative, non in grado di mantenere un proficuo rappor­to diretto con chi cerca lavoro. Mancano soprattutto esperti di marketing, psicologi sociali e informatici. Con questa struttu­ra (8.713 addetti per 3 milioni e 293 mila disoccupati, vale a dire quasi 300 disoccupati per ope-

ratore) è impensabile costruire percorsi personalizzati per la ri­cerca del lavoro. Si possono in­vece offrire servizi di orienta­mento a quel nocciolo duro di giovani che vengono già oggi re­golarmente ai centri per !'impie­go e che presumibilmente rap­presentano la parte più attiva e più bisognosa d'aiuto. Questo va fatto comunque, senza ne­cessariamente utilizzare le ri­sorse comunitarie.

Ci deve essere un monitorag­gio attento da parte del ministe­ro su come queste attività ven­gono svolte e, ai centri cheutiliz­zano al meglio lerisorse di cui di­spongono e che sono palese­mente sotto dimensionati, pos­sono essere destinate risorse aggiuntive per favorire la mobi­lità di altro personale nella pub­blica amministrazione. Ad esempio i 1.239 impiegati di Ita­liaLavoro, i241 dell'Isfolo i 78di­pendenti del Cnel avrebbero le competenze necessarie per aiu­tare i centri per l'impiego mag­giormente bisognosi di suppor­to. Anche ad altrl dipendenti del pubblico impiego che manife­stassero !'interesse a contribui­re ad affrontare l'emergenza oc­cupazionale sul campo può es­sere offerta questa opportunità, compensandoli per lo sposta­mento.

Ma il grosso delle risorse do­vrà essere utilizzato per inter­venti che sostengano la creazio­ne dilavoro in modo duraturo. Si devono soprattutto integrare i salari orari dei giovani occupati conretribuzionibasse,adesem­pio impegnandosi a garantire loro almeno 5 euro all'ora, nel caso offrendo un supplemento al salario pagato dal datore di la­voro privato. Queste integrazio­ni potranno essere stabilite in base alle caratteristiche e al co­sto della vita delle diverse regio­ni e al di sopra di livelli retributi­vi minimi imposti per legge. Avrebbero l'effetto non solo di aumentare i posti di lavoro, ma anche di stimolare l'emersione di lavoro sommerso, rendendo queste misure sostenibili anche quando le risorseperlaGarartzia Giovani sararmo esaurite.

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Per l'occupazione si punti sui nuovi settori

La disoccupazione ha toccato un nuovo picco che non registrava più dagli anni Settanta, quelli de­

gli shock petroliferi e dell'inflazione a doppia cifra. Quella giovanile è al record storico del 42,4%, un dato impressionante che quantifica l'am­montare di pii potenziale sacrificato dall'Italia sull'altare della sua incapa­cità di riformarsi.

Certamente, parte della crescita della disoccupazione è da impu­tare al peggiore ciclo recessivo dal secondo dopoguerra in poi. Oltre il 9% della ricchezza nazionale è sta­to bruciato dal 2008 per colpa delle politiche economiche sbagliate dei vari governi che si sono succeduti. Ma è anche vero che, per fare ri­partire l'occupazione, l'Italia deve ripensare il suo modello di business, per dirla con il linguaggio dell'imprendito­ria. Per molti decenni la fOr7.8 lavoro italiana è stata soprat­tutto occupata in settori fo­calizzati sull' interno e protetti, cioè poco esposti al­la concorrenza internazionale, come la pub­blica ammini­strazione, le bancheoil settore dei trasporti.

DI EDOARDO NARDUZZI

n crollo della domanda interna e i vincoli europei alla spesa pubblica corrente hanno rivoluzionato questo contesto. La pubblica amministrazio­ne non può più assumere ad libitum agendo come se fosse una sorta di am­mortizzatore sociale, cioè quello che una distorta cultura politico-sindacale le ha fatto fare per troppo tempo; le aziende di credito sono state progres­sivamente limitate nei loro processi tradizionali di intermediazione dal­le nuove tecnologie; la sanità deve garantire il pareggio di bilancio dei suoi servizi e non può più generare deficit che ricadrebbero sulle spalle

delle generazioni future.

Il risultato è ora sotto gli occhi di tutti: le imprese italiane hanno ristrutturato in profon­dità i rispettivi mecca­nismi di produzione di

beni e servizi, ridi segnando i fab­bisogni occupazionali per adattarli al mondo nato con la nuova grande crisi e la globalizzazione (si tratta ovviamente di tutti i settori tranne la pubblica amministrazione che resta incapace di licenziare e di tagliare personale). I posti di lavoro scomparsi dalle ban­che, dalla sanità, dalle telecomuni­cazioni o dalle assicurazioni certo non ritorneranno più tanto copiosi come lo sono stati nel passato, per la semplice ragione che il contesto competitivo, anche all'interno dei confini nazionali, è stato rivoluzio­nato. E il solo export non può bastare a far ripartire la domanda di lavoro, perché solo parte dell'effetto delle maggiori esportazioni ha ricadute sull'occupazione all'interno.

Quindi occorre battere nuove strade. All'Italia servono nuove imprese nei nuovi servizi prodotti dall'innovazione. Peraltro sarebbero queste aziende le uniche interessate al lavoro dei giovani. Bisogna allora trovare la determinazione per inco­raggiare, senza farsi troppo distrarre dalle sole crisi stile Electrolux, gli investimenti, anche internazionali, nei nuovi settori del terziario avan­zato, capaci peraltro di non servire esclusivamente la domanda interna. Insomma serve il mappamondo da­vanti e il coraggio di rischiare il mare aperto. (riproduzione riservata)

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Primo piano Italia

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l.a classifica Gli altri

Data 05-03-2014 Pagina 6 Foglio 1

Siamo «innovatori moderati», il terzo gruppo su quattro, insieme a Grecia e Ungheria

Tra i paesi leader Finlandia e Germania, nel secondo drappello Austria e Francia

. Innovazione Ve, Italia indietro I Sotto la media europea - Bene solo Piemonte, Friuli-Venezia Giulia ed Emilia-Romagna

BedaRomano BRUXELLES. Dal nostro corrispondente

È una Italia ancora dram­maticamente in ritardo quella che emerge da un rapporto del­la Commissione europea pub­blicato ieri e tutto dedicato alla capacità dei paesi di innovare. Secondo la relazione, il nostro paese è tra gli innovatori mode­rati, insieme alla Grecia o all'Ungheria. Neppure a livello regionale, l'Italia riesce a fare sensibilmente meglio. Le regio­ni più brave in questo campo so­no tutte nel Nord: il Friuli-Ve­nezia Giulia, l'Emilia Romagna e il Piemonte.

N el rapporto annuale della Commissione, i paesi dell'Unio­ne sono divisi in quattro gruppi: i paesi leader (tra i quali c'è la Finlandia e la Germania), i pae­si che tengono il passo (fra que­sti l'Austria e la Francia), i paesi innovatori moderati (che vede l'Italia in compagnia di stati dell'Europa orientale o meridio­nale), e i paesi in ritardo (tre in tutto: Bulgaria, Romania e Let­tonia). «Le differenze sul piano della resa innovativa tra gli stati sono ancora considerevoli», av-

I. FATTORI DI DEBOLEZZA Poche le imprese innovative che collaborano con le altre, il fisco pesa sulla mancanza di risorse private, il debito su quella di fondi pubblici

verte l'esecutivo comunitario. Il rapporto della Commissio­

ne giunge in un momento deli­cato. L'economia italiana sta uscendo da una lunga recessio­ne, e assistendo a una debole ri­presa mentre al potere si sta in­sediando un nuovo governo. Il nuovo presidente del Consiglio Matteo Renzi ha promesso una rapida modemizzazione del tes­suto economico.

Proprio oggi l'esecutivo co­munitario pubblicherà un rap­porto in cui punterà il dito con­tro le debolezze dell'economia italiana, a iniziare dall'elevato debito pubblico.

Secondo Bruxelles, l'Europa nel suo complesso sta colman­do il divario con gli Stati Uniti e il Giappone nel settore dell'in­novazione, ma molto lentamen­te. Secondo un indicatore della Commissione, la resa innovati­va dell'Europa è pari a 0,630. In cima alla classifica sono la Co­rea del Sud (0,740) e gli Usa (0,736). Il grado di capacità di un paese a innovare viene misu­rato sulla base di 25 indicatori che spaziano dal numero di dot­torati ai successi brevettuali, agli investimenti in ricerca e

Il confronto

Spagna Irlanda Germania

SVIlUppO.

In una conferenza stampa qui a Bruxelles, il commissario all'industria e vicepresidente della Commissione, Antonio Tajani, ha messo in luce i miglio­ramenti europei: «Il numero di nuovi marchi sta crescendo in modo spettacolare, sono ormai centomila all'anno». Haaggiun­to il commissario alla ricerca M:iire Geoghegan-Quinn: «Con un bilancio di quasi 80 mi­liardi di euro per i prossimi set­te anni, Orizzonte 2020, il no­stro nuovo programma di ricer­ca, contribuirà a mantenere la spinta propulsiva».

La ricerca pubblicata ieri ha messo in luce il balzo del Porto­gallo, che pur rimanendo nel gruppo degli innovatori mode­rati ha fatto chiari progressi. L'Italia è l'unico paese del G-7 ad avere risultati inferiori alla media per la maggior parte de­gli indicatori. I punti deboli so­no nella bassa presenza di dot­torandi extraeuropei e nelle po­che imprese innovative che col­laborano con altre. I punti di forzasi osservano nelle co-pub­blicazioni scientifiche interna­zionali.

I motivi di questo ritardo ita­liano sono economici, politici e culturali. Giocano il livello ele­vato delle tasse e l'enorme debi­to pubblico che limitano lo spa­zio di manovra delle imprese e dello stato. Ma anche il clienteli­smo frena l'innovazione, prefe­rendo la lealtà familistica alla ca­pacità inventiva. In questo con­testo, l'Italia conta tre regioni che tengono il passo (Friuli-Ve­nezia Giulia, Piemonte ed Emi­lia-Romagna). Tutte le altre -comprese la Lombardia, il Ve­neto o il Lazio - innovano solo moderatamente.

Più in generale, la Commis­sione spiega che <<un'analisi del periodo 2004-2010 indica che i risultati sul piano dell'innova­zione sono migliorati nella maggior parte delle regioni eu­ropee (155 su 190). Per più della metà delle regioni (106) l'inno­vazione è progredita a un ritmo anche maggiore della media dell'Ue. Nello stesso tempo la resa innovativa è peggiorata in 35 regioni ripartite in 15 paesi. Per quattro regioni la resa è ad­dirittura calata bruscamente, superando mediamente all'an­no il·lO%».

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