Il sistema scolastico
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Il sistema scolastico
Organizzazione
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Scuola come pubblica amministrazione
E’ una PA che offre il servizio istruzione.
Art. 33 comma 2: La Repubblica detta le norme generali sull'istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi.Art. 33 comma 3: Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato.
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Scuola come pubblica amministrazione
Art. 34 comma 1: La scuola è aperta a tutti.Art. 34 comma 2: L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita.Art. 34 comma 3: I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi.
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L’evoluzione dell’organizzazione scolastica
Accentramento e Uniformità
• 1860 Legge Casati
Elementari: 2 bienni, di cui uno obbligatorioCosto gravava sulle amministrazioni locali (1 maestro per 70 alunni)
Cicli successivi
Istruzione tecnica: max 8 anni
Istruzione classica: max 6 anni
Finanziamento statale
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L’evoluzione dell’organizzazione scolastica
Merito legge Casati• Superare la frammentazione producendo una
cultura nazionale;
Maggiore punto debole• Il ruolo finanziario dei comuni nella scuola
elementare ha finito per sfavorire le zone più povere.
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L’evoluzione dell’organizzazione scolastica
1867 Legge Coppino 1: aumenta la centralizzazione facendo dipendere l’amministrazione periferica (consigli provinciali) dal Ministero dell’Interno.
1877 Legge Coppino 2: si innalza l’obbligo scolastico (in caso di non indigenza) al 9° anno d’età.
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L’evoluzione dell’organizzazione scolastica
1904 Legge Orlando: l'obbligo scolastico viene esteso dal 9° al 12° anno d'età.
1911 Legge Daneo-Credaro: lo Stato avoca a sé parte delle responsabilità sulle elementari. Il provveditore, prendendo il posto del prefetto, diventa Presidente del Consiglio Provinciale il quale, dunque, non è più subordinato al Ministero dell’Interno.
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L’evoluzione dell’organizzazione scolastica
1923 Riforma Gentile: razionalizzazione e centralizzazione.
SCUOLA MATERNAELEMENTARI (5 anni)MEDIE (3 anni, 6 possibili percorsi)SUPERIORI (5 anni, 5 possibili percorsi)
Abolizione provveditorati provinciali, sostituiti da quelli regionali posti alle dipendenze del ministro.
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L’evoluzione dell’organizzazione scolastica
Fase repubblicana:
1947: istituti professionali1956: istituti tecnici femminili1962: unificazione della scuola media1968: scuola materna statale1974: si favorisce il collegialismo, l’aggiornamento culturale e professionale, la ricerca educativa.1990: si abbandona il maestro unico e si introducono i moduli didattici.
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L’evoluzione dell’organizzazione scolastica
Le riforme iniziate a metà anni Novanta sono basate sul concetto di AUTONOMIA.
1997: viene sancita l’autonomia e didattica delle scuole.1999: viene istituito l’Invalsi (Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema dell’Istruzione)2000, 2003, 2009: riorganizzazione del MIUR.
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L’evoluzione dell’organizzazione scolastica
1. Più autonomia uguale migliore apprendimento;
2. Adeguamento alle pratiche comuni alle altre PA.
3. Aprire la scuola al mondo esterno per farla interagire con il tessuto culturale ed economico del proprio territorio.
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L’assetto organizzativo
• Livello nazionale
• Livello regionale
• Livello locale
• Livello istituzionale (proprio delle singole scuole)
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Livello nazionale
1. Ministero2. Organismo collegiale di consulenza3. Organismi nazionale di rappresentanza degli
studenti e dei genitori4. Conferenze nazionali delle istituzioni
regionali e locali
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Livello nazionale
Il ministero indirizza, coordina e monitora su:• Organizzazione istruzione scolastica;• Organizzazione stato giuridico del personale;• Definizione dei criteri utili ad organizzare la rete
scolastica.
Il ministero, talvolta, è consulente nei confronti delle scuole.
Tiene i rapporti con le istituzioni di livello UE.
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Livello nazionale
INVALSI: è uno organismo autonomo che opera sulla base di priorità individuate dal MIUR.
Promuove e attua iniziative rivolte alla valutazione delle scuole e degli studenti.
Dal 2005 INVALSI applica test nazionali agli studenti.
Dal 2009 il Test INVALSI concorre alla valutazione dell’esame del primo ciclo di istruzione. Dal 2013/2014 prevede, non solo prove di italiano e matematica, ma anche di inglese.
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Livello nazionale
Consiglio nazionale della pubblica istruzione: comprende docenti, non docenti e dirigenti.
Ha poteri consultivi relativamente a questione organizzative e curricolari.
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Livello regionale
L’organizzazione del sistema scolastico è, a questo livello, basata sugli Uffici Scolastici Regionali (USR) e sulle amministrazioni regionali.
USR: sono guidati da un direttore generale di nomina ministeriale. Sono quindi emanazione del MIUR.
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Livello regionale
Compiti USR:1. Vigilare su attuazione politiche scolastiche;2. Stimare le esigenze formative del territorio3. Attribuire alle scuole le risorse finanziare e le
risorse umane4. Nominare i dirigenti scolastici5. Fare proposta per la contrattazione
integrativa
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Livello regionale
Dal 2010, ogni USR si articola in vari Ambiti Territoriali Provinciali. Dal 2006 denominati USP (Uffici Scolastici Provinciali). Tra il 2000 e il 2006 denominati CSA (Centri servizi amministrativi) e originariamente chiamati Provveditorati.
Ex USP CagliariEx USP OristanoEx USP NuoroEx USP Sassari
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Livello regionale
Il d.lgs. 112/1998 ha potenziato il ruolo delle amministrazioni regionali nella politica scolastica.
Tale processo di coinvolgimento è culminato nella riforma del Titolo V.
Scuola: materia concorrente. Anche se la gestione delle scuole professionali spetta completamente regionale.
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Livello locale
A questo livello il sistema si basa sulle relazioni tra ex USP (AT), enti locali e consiglio scolastico provinciale.
AT: gestiscono le risorse umane assegnate a quel territorio. Gestiscono i ruoli a livello provinciali e il reclutamento.
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Livello locale
Enti locali hanno i seguenti compiti:• Istituzione, fusione e soppressione di scuole;• Controllo e vigilanza sul funzionamento delle scuole;• Redazione degli piano organizzativo della rete
scolastica territoriale;• Redazione del piano di utilizzo degli edifici scolastici.
La provincia ha potere sulle scuole secondarie superiore, il comune sulle altre.
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Livello locale
Consiglio scolastico provinciale: organo collegiale – docenti, studenti, genitori, amministrazioni locali.
Ha poteri di consulenza. Inoltre esprime pareri sulle carriere dei docenti (ma non su quelli delle superiori).
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Livello istituzionale
A questo livello operano istituzioni scolastiche e scuole.
Una struttura merita l’etichetta di «istituzione scolastica» se ha un numero di studenti compreso tra 500 e 900. Piccole isole, comuni montani e zone con tipicità etnico-linguistiche possono derogare a questo parametro.
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Istituzione scolasticaA seconda del numero degli allievi, può comprendere un unico corso di studi oppure più corsi: in quest’ultimo caso - ad esempio un’ Istituzione Scolastica che comprenda al suo interno un liceo, un ITC e un IPSIA (Istituto professionale di Stato per l'industria e l'artigianato) insieme, oppure due licei, ecc. - viene denominata ISIS (Istituzione Scolastica di Istruzione Superiore). Ciascuna Istituzione, nell’ambito della sua autonomia, può poi assumere un’intitolazione particolare (ad es. Liceo Classico “Giacomo Leopardi”; ITIS “Enrico Fermi”, etc...). L'istituzione scolastica gestisce e organizza a livello amministrativo e didattico uno o più punti di erogazione del servizio scolastico (scuole dell'infanzia, plessi di scuola primaria, sedi staccate o coordinate di scuola secondaria di I e II grado). Ad ogni istituzione scolastica è proposto un dirigente scolastico.In base alla tipologia di scuole organizzate, si identifica in circolo didattico, istituto comprensivo, scuola secondaria di I grado, scuola secondaria di II grado, istituto di istruzione superiore.
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Istituzioni scolastiche: 2005-2006 vs 2013-2014
Circoli didattici Istituti comprensivi Istituti scuola secondaria I
grado
Istituti scuola II grado + istituzioni
educative
Totale0
2000
4000
6000
8000
10000
12000
2227
3872
1195
3158
10452
627
4881
274
2862
8644
2005-2006 2013-2014
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La scuola pubblica in ItaliaScuola 1994-1995 2005-2006 2013-2014
Infanzia 13.723 13.607 13.485
Primaria 18.211 15.941 15.332
Secondaria I grado 8.494 7.151 7.263
Secondaria II grado 5.049 5.203 5.403
Totale 45.477 41.902 41.483
Scuole Private 18.697 16.294 13.847
% sul totale 29,1% 28,0% 25,0%
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Livello istituzionale
Dirigente scolastico: introdotto nel 1997.
• Legale rappresentate dell’istituzione;• Responsabile dei risultati finali• Gestore del personale• Gestore delle risorse finanziarie e strumentali• Titolare delle relazioni sindacali
Naturalmente, la sua azione è condizionato sia dalla libertà d’insegnamento sia dai numerosi organi collegiali.
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Livello istituzionaleConsiglio di istituto: composto da docenti, non docenti, genitori studenti.
Ha il potere di programmare l’attività finanziaria dell’istituzione scolastica.
Ha un potere deliberante relativamente agli acquisti e all’adattamento del calendario scolastico alle esigenze del territorio.
Deve approvare il Piano dell’Offerta Formativa (POF)
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Livello istituzionale
Collegio dei docenti: è composto da tutti i docenti in servizio.
Adotta i libri, valuta l’azione didattica, promuovo l’aggiornamento dei docenti.
Elabora il POF poi approvato dal Consiglio d’Istituto.
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Livello istituzionale
L’ autonomia delle istituzioni scolastiche si esplica soprattutto nella redazione del POF, attraverso il quale possono integrare gli obiettivi individuati a livello centrale:
1. Integrare i curricoli ordinari;2. Utilizzare metodologie innovative;3. Modulare il monte ore nell’arco dell’anno;
Possono anche fare rete con altre istituzioni scolastiche del territorio.
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Livello istituzionale
Tutto ciò rimane largamente inattuato
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