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Pedara in passerella, Giulia la modella del Mese pag. 2 pag. 2 pag. 3 pag. 4 pag. 5 pag. 8-9 pag. 12 pag. 13 L’Automobile Club di Catania informa L’Automobile Club di Catania informa Dov’è finita la libertà d’informazione? Dov’è finita la libertà d’informazione? SaperexGuidare intervista a Giovanni Calì SaperexGuidare intervista a Giovanni Calì Catania, una città allo sbando Catania, una città allo sbando La scandalosa mercificazione dell’acqua La scandalosa mercificazione dell’acqua Pedara in passerella, Giulia la modella del Mese Moto elettriche ad impatto zero Moto elettriche ad impatto zero Il personaggio del mese: l’attore Francesco Giuffrida Il personaggio del mese: l’attore Francesco Giuffrida Bellezze Bellezze di Sicilia di Sicilia giornale d’informazione, attualità e cultura anno I n° 3 Settembre 2009

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Giornale di cultura ed attualità

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Pedara in passerella, Giuliala modella del Mese

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L’Automobile Clubdi Catania informaL’Automobile Clubdi Catania informa

Dov’è finita la libertà d’informazione? Dov’è finita la libertà d’informazione?

SaperexGuidare intervista a Giovanni CalìSaperexGuidare intervista a Giovanni Calì

Catania, una città allo sbandoCatania, una città allo sbando

La scandalosa mercificazione dell’acquaLa scandalosa mercificazione dell’acqua

Pedara in passerella, Giuliala modella del Mese

Moto elettriche ad impatto zeroMoto elettriche ad impatto zero

Il personaggio del mese:l’attore Francesco GiuffridaIl personaggio del mese:l’attore Francesco Giuffrida

BellezzeBellezzedi Siciliadi Sicilia

giornale d’informazione, attualità e culturaanno I n° 3 Settembre 2009

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Settembre 2009

L’editoriale

Dov’è finita la libertà D’informazione?Vauro di Annozero sospeso per 6 mesi per le sue vignette satiriche, Report citata in giudizio per la puntata su Catania, notizie di un passato recente che lasciano perplessi. Ma nuovi fatti, ancora in via di definizione, alimentano lo stupore, continuando a minare quel diritto d’informazione sacrosanto e costituzionalmente sancito. È notizia fresca fresca che la trasmissione di giornalismo investigativo Report (rai3) potrebbe andare in onda senza copertura legale, cosa che costringerebbe i giornalisti del programma a pagarsi da soli l’assistenza legale, in caso di querela. Ma non è tutto. La trasmissione Annozero di Michele Santoro si vede depauperata sia della pubblicità, che della presenza del giornalista Marco Travaglio, ancora senza contratto di collaborazione. La ragione? Una multa in sospeso alla Rai da parte dell’Autorità garante per le Comunicazioni per un’inter-vista rilasciata da Travaglio nel programma “Che tempo che fa” di Fazio. La bufera sulla televisione? Sì, ma solo su un certo tipo di televisione e di in-formazione. La spada della censura colpisce, inesorabile, solo chi cerca di fare un’informazione fuori dai giochi di potere. Reality, talent show, trash tv, continuano la loro corsa all’audience, con garanzia di lauta copertura finanziaria e pubblicitaria. Quelli non disturbano chi conta, forse possono sempli-cemente urtare la sensibilità del telespettatore dotato di un minimo grado di quoziente intellettivo. Due ex deputati del Palamento italiano ed europeo Manisco e Di Lello e il giornalista Cisilin hanno presentato un esposto (allegando peraltro 2 recenti articoli della stampa britannica sul rischio di un’invo-luzione fascistica in Italia) al Consiglio d’Europa per denunciare il “degrado della libertà di informazione e critica nella televisivo e il controllo di Berlu-sconi sul servizio pubblico Rai”, richiamando l’art. 11 della Carta dei Diritti Fondamentali e 2 risoluzioni del Parlamento Europeo, adottate a larghissi-ma maggioranza, di denunzia di un conflitto in Italia tra proprietà delle aziende tv da parte di Berlusconi e le sue funzioni istituzionali di presidente del Consiglio. Siamo convinti che da più parti verrà gettata acqua sul fuoco di queste vicende, parlando di falsità, strumentalizzazione, fraintendimenti. Noi richiamiamo le parole di Marco Travaglio che così commenta questa vicenda: “Oggi in tv entrano assassini, stupratori e canari ma nessuno mi ha spiegato cosa ho fatto di male, essendo tra l’altro incensurato. Almeno aspettino che io faccia qualcosa”.Citiamo testualmente l’articolo 21 della Costituzione: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”. Cosa è rimasto di esso? Tiziana Campo

Il dottor Carlo Sorbello è ap-prodato alla direzione dell’Auto-mobile Club di Catania lo scorso 15 maggio, in ACI dal 2000 e già vicario presso il PRA di Catania dal 2002. Con lui abbiamo parla-to delle attività e iniziative svolte dagli uffici AC di Catania.Quali sono i primi interventi quale neo direttore dell’AC di Ca-tania? Questo è per me un ruolo nuovo, a cui dovrò abituarmi, ma cer-tamente il mio primo intento è quello di aumentare il numero dei soci a Catania: attualmente circa 3 mila, numero che, per il parco auto e per il numero del circolante a Catania, è abbastanza irrisorio. Sì, è vero che la tessera ACI è un prodotto basato, preva-lentemente, su un servizio di as-sistenza e soccorso stradale e che pertanto, essendo ormai quasi tutti in possesso di auto nuove, si potrebbe trovare questo prodot-to poco interessante. Ma è anche vero che da qualche anno abbia-mo arricchito le nostre tessere con una serie di servizi aggiuntivi competitivi: tutela legale e rim-borso corsi per recupero punti patente, tariffe agevolate per no-

leggio auto, sconti per corsi di guida sicura, una carta di credito esclusiva con sconti sull’acquisto di carburanti. In più, stiamo provvedendo a stipulare una serie di con-venzioni locali che prevedo-no per i soci una percentuale di sconto libera sugli acqui-

sti, così da incentivare ad asso-ciarsi (attualmente abbiamo una convenzione con la Despar che prevede uno sconto del 3% sul-la spesa). Inoltre, abbiamo 3 di-stributori di carburante, riforniti dalla SP Pappalardo che, essendo un po’ fatiscenti, necessitano di ammodernamento. Sarebbe bello e troverei gratificante, poi, svi-luppare anche iniziative attorno al tema della sicurezza stradale, ambito al quale siamo deputati per statuto. Ma, non ricevendo contributi, dobbiamo considerare anche problemi di bilancio.Possiamo sfatare il luogo comune che associa l’Aci al tanto odiato bollo auto?E’ certo innegabile che presso i nostri sportelli si può pagare que-sto tributo, odiato da tutti gli au-tomobilisti, ma, per evitare equi-voci, vorrei sottolineare che la riscossione di esso non costituisce per l’AC il suo scopo istituziona-le. In primo luogo perché il gettito della tassa di proprietà dell’auto va a rimpinguire le casse della Regione Sicilia e non certamente le nostre; poi l’ACI ha più volte proposto la sua abolizione, o in alternativa la sua trasformazione

da tassa di proprietà a tassa di cir-colazione, cosicché la tassazione possa essere applicata in maniera proporzionale all’uso dell’auto, anziché in misura fissa sul posses-so annuale. Purtroppo le nostre proposte non sono state ancora accolte. Per il momento possiamo solo limitarci a mettere a dispo-sizione i nostri sportelli e la pro-fessionalità dei nostri impiegati, per offrire la massima assistenza ai cittadini nell’adempimento di questo dovere fiscale. Offriamo infatti ai nostri soci il servizio “Bollo Sicuro”, con cui garantia-mo gratuitamente la gestione completa del pagamento della tassa automobilistica alla scaden-za, con addebito automatico in c/c bancario e ricevimento a do-micilio dell’attestato di pagamen-to, evitando così dimenticanze. In parte svolgiamo una funzione di esattori, ma ci venga riconosciuto di farlo con un’attenzione parti-colare al cittadino-automobilista. Iniziative dell’AC di Catania in programma?Il 18 Ottobre si svolgerà una bel-la iniziativa nazionale dell’ACI, organizzata anche con la Rai: “Quiz&Go”, una caccia al tesoro divertente, i cui dettagli si trova-no sul sito dell’ACI. Siamo redu-ci dalla organizzazione della 44° edizione della prestigiosissima cronoscalata “Catania – Etna”, svoltasi il 5 e 6 Settembre e per la prima volta inserita quale gara nazionale del Trofeo Italiano Ve-locità Montagna. Hanno parteci-

pato ben 209 piloti di macchine storiche e moderne. Grande il riscontro di pubblico, con oltre 70.000 persone.Perché gli automobilisti dovreb-bero diventare soci ACI?Innanzitutto, perché si garanti-scono un’assistenza stradale che permette di affrontare qualsiasi spostamento in auto senza l’ansia di restare fermi per un guasto, il tutto ad un prezzo competitivo e a condizioni esclusive: ad esem-pio, le tessere Aci Sistema e Aci Gold, oltre ad un’ assistenza stra-dale illimitata nel corso dell’anno, offrono anche 2 assistenze all’as-sociato su qualunque auto viaggi anche se non è la propria ; vi sfi-do a trovare un offerta simile sul mercato. Inoltre e soprattutto per l’orgo-glio di appartenere ad un ente che ha più di 100 anni e da sempre rappresenta e tutela gli interessi degli automobilisti, promuove ed organizza le attività sportive automobilistiche (è infatti la fe-derazione sportiva nazionale per lo sport automobilistico, ricono-sciuta dalla FIA e componente del CONI), ed è attento ai temi della sicurezza dei veicoli, della strada e degli automobilisti.

Tiziana Campo

Intervista al neodirettore dell’Automobile Club di Catania Carlo Sorbelloiniziative, Progetti e servizi nell’interesse Dei soci

BALLARO’ NEWS - Editore: SaperexGuidare - Giovanni Calì. Direttore Responsabile: Tiziana Campo. Direttore Editoriale: Giovanni Calì. Caporedattore: Antonella Capizzi. Collaboratori: Nelly Gennuso, Andrea Giuffrida, Stefania Patanè, Carmelo Guglielmino, Giulia Calì. Foto della modella: Sambataro Fotografia. Redazione: V. Fortuna, 24 Catania. Tel. 3394999393 email: [email protected] - Pubblicità: Itaca Group tel. 3286925521. Grafica & Stampa T.M., Via N. Martoglio, 93 - S. Venerina (CT). Distribuzione gratuita ai soci ACI di Catania e per tutti i lettori a Catania, in tutti i Comuni dell’hinterland, nelle edicole Edicolè v. Roma 261 ed Edititel di Bulla Fabio, v. Duca d’Aosta 34 a S. G. la Punta e Tabaccheria Edicola di Pappalardo Giovanni, p.zza Don Diego 3 a Pedara e a p.zza Stesicoro presso Winplay. Registrazione Tribunale Catania iscr. n°12 del 13/03/2009. Il giornale viene stampato utilizzando carta ecologica in mais. Buona lettura.

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Il Ministero della Salute si mostra particolar-mente sensibile alla tematica della sicurezza stradale e puntualizza che “gli incidenti strada-li provocano ogni anno in Italia circa 8.000 de-cessi (2% del totale), circa 170.000 ricoveri ospe-

dalieri e 600.000 prestazioni di pronto soccorso non seguite da ricovero; rappresentano inoltre la prima causa di morte tra i maschi sotto i 40 anni. E’ una “emergenza” non trascurabile per cui è prioritario individuare continuamente nuove strategie di prevenzione che consentano di porre un argine a questo allarmante fenome-no dei nostri tempi”. Una di queste strategie è stata pensata da Giovanni Calì, Presidente na-zionale dell’associazione Saperexguidare, volta dal 1989 alla prevenzione e sensibilizzazione in materia di sicurezza stradale. L’associazione, nata a Catania, si è affermata come solida realtà riconosciuta e sostenuta su scala nazionale, con sezioni distaccate in varie città e rappresentate da delegati con funzioni di Presidenti regionali. Una delle poche volte in cui un progetto parte dalla nostra città e si estende sull’intero territori nazionale.Lo scopo fondamentale è promuo-vere l’utilizzo costante dei sistemi di sicurezza come norma di prevenzione della traumatolo-gia della strada. Per mezzo di un camper multi-mediale, vengono mostrati, con l’ausilio di una piattaforma informatica, filmati inerenti a crash

test, per far vedere le conseguenze del mancato uso dei dispositivi di sicurezza (cinture e casco). Il tutto in sinergia con l’Automobil Club d’Ita-lia, che dispone, a Roma, di un centro studi ri-cerche sulla sicurezza stradale e fornisce all’As-

sociazione il materiale audiovisivo. Si tratta di un progetto di grande rilevanza, per il quale Calì ha rice-vuto importanti riconoscimenti tra cui: miglior progetto per i giovani al Salone Internazionale della Sicurez-za Stradale a Riva del Garda e il pre-mio internazionale “Rosario Livati-no” per la legalità e il rispetto delle regole. Testimonial d’eccezione è il cabarettista Giuseppe Castiglia che con entusiasmo ha sposato questa iniziativa, della cui importanza ab-biamo parlato proprio con Calì.

Com’è nata quest’idea?Ho pensato di occuparmi di sicurezza stradale perché è un campo sul quale si investe davve-ro poco, ma che merita la massima attenzione. Troppo spesso si sottovaluta l’importanza dei dispositivi di sicurezza. Il nostro intento non è quello di fare una prevenzione spicciola, mol-to poco recepita, ma una forma di prevenzione d’impatto, che sensibilizzi gli automobilisti pro-prio mostrando le pesanti conseguenze a cui si va incontro contravvenendo alle troppo frequen-temente violate norme del codice della strada.A chi vi rivolgete?Svolgiamo anche delle giornate di sensibilizza-zione nelle scuole, ma non ci rivolgiamo solo agli studenti. Anzi il nostro messaggio è rivolto principalmente agli adulti, i primi che violano costantemente tutte le norme del codice della strada. È fondamentale che si parta dai buo-ni esempi: siamo proprio noi adulti che, con-travvenendo alle regole forniamo un pessimo esempio ai giovani, i quali poi si sentono a loro volta incentivati nel non rispetto. Per questa ra-gione, realizziamo dei posti di blocco speciali

insieme alla Polizia Municipale, nel corso dei quali vengono fermati adulti senza casco o cin-tura e, solo per quella giornata, in luogo della multa, vengono invitati all’interno del camper per vedere le conseguenze del mancato utilizzo dei dispositivi di sicurezza.Perché è importante fare prevenzione piuttosto che irrogare semplicemente sanzioni?La sensibilizzazione e la prevenzione sono rece-pite meglio. Scendendo dal camper ringraziano tutti. Spesso sortiamo effetti immediati. Cito, tra i tanti, un episodio: un medico fermato dalla Polizia Municipale perché portava i bambini in una macchina senza seggiolino, dopo aver vi-sto i crash test proprio sui seggiolini, è andato di corsa a comprarli, tornando e ringraziandoci vivamente. Chi partecipa capisce che noi sia-mo là per salvaguardare la loro vita, compren-dendo che non hanno violato una regola solo normativa ma vitale. I comuni che si rendono conto dell’importanza di questo progetto e vi aderiscono per la prima volta, poi lo ripetono annualmente, apprezzandone la notevole effi-cacia e il forte riscontro tra la popolazione. Re-centissimamente siamo stati con grande succes-so al motoraduno nazionale di Trapani.Insomma, un progetto grandioso di sensibiliz-zazione, che coinvolge proprio tutti, volto alla tutela della salute, della vita, di forte impatto sociale che tutti i Comuni dovrebbero sposare.

Tiziana Campo

Settembre 2009

Intervista al Presidente nazionale dell’associazione Giovanni Calì Un Progetto Di sensibilizzazione Dal forte imPatto

IN SINERGIA CON

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Catania, una città che sfiora il degrado a causa dell’incuria da parte di istituzioni e dell’inciviltà di molti cittadini. Tirando le som-me, ci si rende conto che la vivibi-lità catanese è messa a dura pro-va quotidianamente, anche per svolgere normali azioni, come camminare o guidare. Bizzarra la nostra incapacità di valorizzare i nostri “tesori”: davanti al fre-quentatissimo solarium di P.zza Europa, ad esempio, campeggia-no cartelli “Comune di Catania - Divieto di balneazione”. Preoc-cupante la problematica del ran-dagismo. Sconfortante la situa-zione di sporcizia e cattivo odore che affligge la nostra città. A tal proposito, è bene citare sei ordi-nanze entrate in vigore lo scorso primo agosto, con lo scopo di “tutelare la pubblica incolumità e garantire la sicurezza nel terri-torio comunale”, ordinanze che si agganciano al famoso “pacchetto sicurezza” diventato operativo l’8 agosto. Vengono sanzionati - con multe che arrivano anche a 500 euro - una serie di atti che ag-gravano la sicurezza e offendono il decoro cittadino. Chi butta una

cicca a terra, può essere multato fino a 500 euro, sanzione certa-mente corretta ove però esistes-sero “strumenti” atti a depositare e contenere i mozziconi. Stessa si-tuazione per chi butta a terra car-te o rifiuti, ma perché allora non prevedere una multa anche per un servizio rifiuti fortemente di-

fettoso? Molteplici sono le disca-riche abusive allocate in molti po-sti della città, specie nei quartieri popolari e periferici; la raccolta riciclabile storicamente non supe-

ra il 5%; i cassonetti non sono mai disinfettati e troppo spesso stra-pieni; lo stesso vale per le strade. Scarseggiano anche i cestini per i rifiuti. Un esempio eclatante è rappresentato dal lungomare e dalla sottostante scogliera, che va da Ognina a P.zza Europa: in questa zona sono a disposizione

soltanto 5 cestini porta-rifiuti lun-go tutto il tragitto, troppo pochi considerando la massa di gente che si riversa in questi luoghi. Altra ordinanza entrata in vigore

di recente prevede una sanzione fino a 500 euro per chi scrive su un muro, sanzione anche questa legittima per una città civile, ma non per Catania, da sempre col-ma di migliaia di manifesti abu-sivi (specie in periodo elettorale), allocati sui muri a tutte le altez-ze, in barba a qualunque divieto di affissione. Ovviamente non si vuole affermare che queste ordi-nanze siano inappropriate, ma si vuole porre l’attenzione su una città che scarseggia per quantità qualità dei servizi, non dotata ed equipaggiata adeguatamente. Di conseguenza si accentuano disin-teresse e menefreghismo dei cata-nesi. Il ragionamento che sta alla base è molto semplice: se a venire sanzionati sono in pochi, e anco-ra meno quelli che pagheranno le sanzioni; se le strutture e i servizi non migliorano, allora la mag-gioranza si sente legittimata (er-roneamente) a comportarsi come meglio crede, anzi come meglio le conviene, innescando così un circolo vizioso di inciviltà duro a morire.

Stefania Patanè

la contraDDizione Delle orDinanze anti-inciviltà catanesi

Sicilia, terra di sole, di tradizione millenaria, di cultura e bellezze. E di bella, la Sicilia è innega-bilmente bella. Ma. C’è sempre un “ma” quando si tirano le somme di un soggiorno in Trinacria. C’è sempre un “ma” anche quando si parla di Catania. Troppo spesso, parlando con chi visita la nostra cit-tà, a frasi del tipo “è una città viva”, “un gioiello di barocco”, “la cucina cata-nese è superlativa”, “il vo-stro mare è invidiabile”, “il clima e la gente sono favolosi”, se ne affiancano altre molto meno clementi e lusinghiere. I servizi catanesi risultano pun-tualmente un flop. Nel mese di agosto ho ospi-

tato, nella mia casa a Pedara, un’amica svedese con i genitori. Sono certamente rimasti entu-

siasti per il paesaggio mozzafiato, per la gente aperta e calorosa, per i colori. Tuttavia, si sono resi conto delle infinite pecche della nostra città: “I servizi

lasciano davvero molto a de-siderare ed è quasi impossibile

visitare la città con i mezzi pubblici, inefficienti e a volte inesistenti – testimoniano con disappunto. Troppa la spaz-zatura nelle strade; il vostro mare, certamente favoloso, è

decisamente inquinato, utiliz-zato come scarico fognario, per

esempio nei pressi dell’isola Lachea; le spiagge sono sporche come il vostro lungomare, che è

totalmente abbandonato e distrutto. I vostri monumenti sono bellissimi, ma poco valorizzati. La via dei Crociferi, ad esempio, è patrimo-nio dell’umanità, ma è tenuta in modo imba-razzante: muri imbrattati, facciate non curate, cartelloni pubblicitari affissi sui muri in modo selvaggio, specie nella zona della famosa sca-linata. La gente sporca a terra senza pensare, come se fosse un gesto naturale. Per non parla-re dell’irresponsabile modo di guidare di mol-ta gente”. È la solita storia, ormai tristemente nota a tutti. Catania si conferma una città potenzialmente bella, che però si distingue al momento solo per la scarsa valorizzazione, per l’inciviltà di molti e per un generale lassismo. È una crisali-de che stenta a diventare diventerà farfalla.

Giulia Calì

catania agli occhi Dei tUristi: Una bella città allo sbaraglio

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Dal 2012, per effetto della legge 133/08, approvata ad agosto dal Par-lamento e “recante disposizioni ur-genti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria” la ge-stione del servizio idrico integrato in Italia sarà privatizzato. Testualmente l’art. 23 bis favorisce “il conferimento della gestione dei servizi pubblici locali, in via ordinaria, a favore di imprenditori o di società in qua-lunque forma costituite individuati mediante procedure competitive ad evidenza pubblica”. In parole povere, il servi-zio idrico, per magia, diventa servizio di pubblico interesse di rilevanza econo-mica e l’acqua una merce. Secondo il politico Emilio Molinari si tratta di un “pas-saggio che chiude un’epoca, preso ancora una volta senza informare i cittadini e coin-volgere i Comuni. Alle multinazio-nali verranno con-segnati i rubinetti d’Italia,”. Padre Alex Za-notelli, in una sua lettera, così commenta que-sta nuova situa-zione: “Questo decreto è la vittoria del mercato e del profitto. Cosa resta ormai di comu-ne nei nostri Comuni? E’ la vittoria della politica delle privatizzazioni ,oggi portata avanti brillantemente dalla destra. Non avrei mai imma-ginato che il paese di San Francesco d’Assisi (Patrono d’Italia) che ha cantato nelle sue Laudi la bellezza di “sorella acqua” diventasse la pri-ma nazione in Europa a privatizzare

l’acqua. E’ una scelta politica gravis-sima che sarà pagata a caro prezzo dalle classi deboli di questo paese, ma soprattutto dagli impoveriti del mondo (in milioni di morti per sete!) Ancora più incredibile per me è che la gestione dell’acqua sia messa sullo stesso piano della gestione dei rifiu-ti!”. L’avvocato Maurizio Montalto, vice- coordinatore della Com-

m i s s i o n e a m b i e n t e all’interno

del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Napoli,

intervenendo sull’assurda vicenda del-

la priva-t i z z a -z i o n e

d e l l ’ a c -qua, indica la

possibilità per i Co-

m u n i r i a p -p r o -priar-si del

s e r -v i z i o

idrico at-traverso una

semplicissima modifica del proprio statuto che sancisca in modo inequi-vocabile che l’acqua è un bene comu-ne e non una merce.A Parigi intanto, dopo una lunga ge-stione privata, il sindaco ha deciso di rendere nuovamente pubblica la ge-stione dell’acqua, poiché le aziende private avevano causato disservizi ed un aumento incontrollato dei prez-zi. Ci auguriamo che l’Italia si fermi un gradino prima, riconsiderando l’acqua diritto universale, non suscet-tibile perciò di privatizzazione o mer-cificazione. E’ in ballo la vita perché l’acqua è vita.

Antonella Capizzi

legge 133/2008La scandalosa mercificazione del’acqua

Siamo in piena crisi o il peggio è passato? Le opinioni sono con-trastanti. Da più parti – giornali, telegiornali, eminenti pareri- si levano voci che inneggiano al superamento della empasse eco-nomica. Ma i fatti cozzano con la realtà descritta e il dubbio che ci assale è che ci si trovi davanti a quello che G. Orwell, autore de “Il grande fratello”, definiva il Bi-spensiero, un pensiero che esige che la mente si adegui alla realtà così come mostrata da chi sta al potere, eliminando ogni forma di obiezione o critica.Basta però mettere il naso fuori di casa per vedere che in giro c’è disoccupazione, precariato sicu-ro per tutti i giovani, difficoltà di sopravvivenza. e anche qualora riuscissimo a superare questa si-tuazione di stallo, sarebbe molto probabile che in Sicilia le cose resteranno invariate o giù di lì. Basta dare un’occhiata al rappor-to Svimez 2009 sull’economia del Mezzogiorno per notare come, da oltre 15 anni, la nostra regione, ed il meridione in generale, si trova-no in uno stato di costante perdita persino in settori che nell’immagi-nario comune dovrebbero andar bene, come l’agricoltura. Secondo le statistiche, siamo più arretrati di paesi meno prestigiosi quali l’Ir-landa o la Grecia. L’incapacità di sfruttare queste situazioni di van-taggio, l’annoso stato di arretra-tezza che ci accompagna da secoli, la tipica infingardia che contrad-

distin-gue i popoli d e l S u d , u n i t a ad una serie di c i r c o -stanze contin-g e n t i ,

contribuiscono tutte assieme a rendere impossibile il decollo del meridione. Ecco allora che diven-ta facile comprendere perché sia ripresa la migrazione, mai termi-nata ma solo affievolita, di giovani verso il settentrione. “Tra il 1997 e il 2008 circa 700mila persone han-no abbandonato il Mezzogiorno. Nel 2008 il Mezzogiorno ha perso oltre 122mila residenti a favore delle regioni del Centro-Nord .Riguardo alla provenienza, oltre l’87% delle partenze ha origine in tre regioni: Campania, Puglia, Sicilia. L’emorragia più forte in Campania, a seguire Puglia e Si-cilia” (fonte Rapporto Svimez 2009). Alla valigia di cartone è stato sostituito un moderno e ben più comodo trolley, ma l’imma-gine del meridionale emigrante, ahi noi, non è poi un ricordo così lontano.È la dura scelta cui deve sotto-stare chi, pur amando la propria terra, emigra per lavorare e so-pravvivere. E vengono in mente i versi, seppur coloriti, di una can-zone (Inno verdano) di Caparez-za: “Anche se sono del Gargano…porto le mie natiche in fabbriche che non abbiamo”. E chi nega che tra Nord e Sud ci sia una notevole disparità che richiede pronto in-tervento e urgenti manovre vive davvero fuori dal mondo.

Andrea Giuffrida

Dalla valigia Di cartone al trolley Meridionali popolo di emigranti

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Sono dette “armi bianche”, nel senso che “non re-cano offesa alla persona” e perciò non sono con-siderate armi, ma strumenti di difesa personale, per cui non è necessario essere in possesso di un porto d’armi per acquistarli. Tra queste, gli spray antiaggressione, certificati dal Ministero dell’In-terno, servizio Polizia Scientifica Aut. Min. N. 559/C-50.047-E-98 del 25/06/98 come inidonei ad arrecare offesa alla persona quindi di libero porto e libera detenzione poiché non contengono nes-sun tipo di aggressivo chimico (Legge 496/95). In commercio ne esistono attualmente due modelli autorizzati dal Viminale nel 1998 e nel 2008, il key defender e il palm defender, ma entro breve mol-ti altri modelli potrebbero entrare in commercio. Il principio attivo presente è l’estratto naturale di peperoncino denominato Oleoresin Capsicum (O.C) con una concentrazione del 10%, testato ac-curatamente. La potenza degli spray al capsicum è misurata in SHU (Scoville Heat Unit). Lo spray crea una transitoria lacrimazione degli occhi con irritazione sulla pelle e sulle mucose con cui viene a contatto. Provoca inoltre forte tosse, con abbon-dante produzione di muco nasale e un bruciore intensissimo. Dopo diversi minuti dalla contami-nazione, gli effetti dello spray passano, senza la-sciare nessuna traccia né danno. Esistono diversi prodotti illegali, reperibili a prezzi inferiori e re-alizzati con principi attivi di derivazione chimica, prodotti che in Italia vengono considerati “aggres-sivi chimici” e, se usati contro le persone, “armi da guerra” in quanto possono provocare danni permanenti sugli intossicati. Il consiglio è di sta-

re alla larga da questi prodotti e di acquistare gas irritanti solo sul territorio italiano e con le dovute garanzie (marchiature CE, assenza di CFC, nome del distributore e avvertenze per l’uso). I suddetti spray dovevano essere armi di difesa per donne e soggetti deboli. Tuttavia, negli ultimi mesi, lo spray urticante viene usato anche da chi non rie-sce a procurarsi un’arma vera per compiere furti, rapine o stupri. Intervistiamo Maurizio Savoca, responsabile dell’Armeria Gino (Via Pacini, Ca-tania) il quale puntualizza che «gli spray antiag-

gressione sono gli unici strumenti di difesa che possono essere detenuti da tutti. Si tratta di una protezione attiva, non passiva come nel caso del giubbotto antiproiettile, ed è ovvio che in quanto tali possono andare a finire nelle mani sbagliate, come purtroppo a volte è accaduto». Maurizio ci spiega che ultimamente c’è stato un aumento della richiesta e che gli spray che sembrano più andare a ruba sono quelli di un formato piuttosto piccolo

(15/20 ml.), facili da tenere in borsetta o appende-re come portachiavi. Meno successo hanno avuto la pen defender (una penna con le medesime fun-zioni della bomboletta spray) e lo Schrill Alarm. Quest’ultimo è un allarme a sirena che emette un segnale ad alta frequenza di 110 Db e contiene 50 grida di soccorso; uno strumento semplice e facile da attivare anche in situazioni di panico in quanto richiama l’attenzione in caso di crimini, scoraggia i cani ed altri animali dall’attacco, ferma telefona-te oscene e così via. « L ’acquirente tipo di que-sti strumenti - specifica Maurizio - è costituito da donne, in particolare da donne straniere residenti a Catania o da studentesse fuori sede». Maurizio ci mostra anche un altro strumento, indicato soprat-tutto per i bambini. Si tratta di Alarm Dog Schut-zhund Rocky, un vero e proprio allarme sonoro che però ha le fattezze di un semplice portachiavi a forma di cagnolino. Basta tirare il cordoncino che il cagnolino si mette a “strillare” con una potenza molto alta (120 Db), scoraggiando efficientemente gli eventuali aggressori. A richiederlo sono i ge-nitori per i loro figli, ma le vendite sono alquan-to ridotte. Insomma, una serie di congegni ideati per difendersi giustificatamente e legalmente, che non devono essere mai utilizzati per scherzo, per sbaglio o ancora peggio con l’intento di aggredire, poiché in questo caso l’utilizzatore può incorrere certamente nei rigori della legge. Ma questo am-bito, in quanto legato alla personalissima e poco controllabile coscienza di ciascuno, prescinde da qualunque forma di controllo.

Stefania Patanè

le armi bianche strUmenti Di Difesa Da Usare con criterio

“La danza è una poesia in cui ogni parola è un movimento”, sosteneva Mata Hari.Proprio di questa nobile arte abbiamo parlato con chi ha deciso di dedicare alla danza tutto il proprio tempo. Abbiamo incontrato Daniela e Patrizia Perrone, titolari dell’Associazione ArteBalletto con sede a Pedara e Cata-nia, scuola di danza classica, contemporanea, spagnola e Jazz a bambini e ragazzi di tutte le età, oltre a un corso di predanza, ecnica di gioco-danza appositamente studiata dall’Università della Danza di Roma, indirizzata a bambini/e dai 4 anni in su. Cos’è per voi la danza?Patrizia: E’ una forma di educazione: per la mente, l’anima e per il corpo. Daniela: La si inizia per gioco, forse per curiosità. E poi ti affascina e ti appassiona. Ma richiede tanto lavoro ed impegno ed è qui che ci si rende conto di quanta passione si ha veramente. Vi sono corsi che permettono di ottenere riconoscimenti? Sì certo. Uno di questi è quello di danza spagnola. Dopo il corso sono pre-visti degli esami nella sede della Spanish Dance Society, grazie alla quale i nostri allievi possono ottenere validi riconoscimenti.Daniela, la vostra scuola prevede solo corsi per aspiranti ballerini?

Non solo. Vi sono anche corsi di aggiornamento per le insegnanti di danza classica curati dalla professoressa Manoele Caracciolo, docente di Metodo-logia Classica presso l’Università della Danza di Roma.E’ mai successo che uno o più ex allievi della vostra scuola si siano distinti all’interno di compagnie e corpi di ballo nazionali e internazionali?Sì, e più di uno. Come Placido Amante, ammesso alla Scuola del Teatro dell’Opera di Roma e oggi ballerino professionista presso il Balletto di Roma. O Claudio Finocchiaro, ballerino professionista presso la Compa-gnia di Renato Greco. Walter Mammone, diplomato all’English National Ballet di Londra e professionista presso l’Opera di Bordeaux. Altri, come LusyMai Distefano e Germano Trovato, sono diventati ballerini presso l’Accademia Teatro alla Scala di Milano, Martina Armaro diplomata alla London Contemporary School di Londra e moltissimi altri che non posso citare per esigenze di spazio.Dunque soddisfazioni che contribuiscono a farvi amare il vostro lavoro?Certo. Ma per noi non è solo un lavoro. E’ principalmente una passione che cerchiamo di portare avanti con impegno e coraggio. Quello che alla fine pretendiamo da tutti i nostri allievi.

Nelly Gennuso

arteballetto, qUanDo la Danza Diventa Una ragione Di vita

Alarm Dog (foto dal sito dell’Armeria Gino)

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Settembre 2009

la scUola vista Da chi fa la scUolaIntervista alla Dirigente Scolastica del Liceo M. Cutelli di Catania, Prof.ssa Camilleri

Secondo i risultati dell’ultimo rapporto “Education at a Glan-ce 2009” dell’Ocse, che analizza i sistemi scolastici di molti stati, la scuola italiana viene bocciata sen-za mezzi termini. Solo per citare alcune delle “pecche” della nostra scuola, la spesa per ogni singolo alunno è la più elevata. Pessimo il rapporto alunni-professori: 11 studenti per insegnante, contro i 16 della media Ocse. I giovani italiani trascorrono più tempo nelle aule rispetto agli altri stu-denti stranieri (8 mila ore contro una media Ocse di 6.862 ore) ma, nonostante ciò, nei test interna-zionali si piazzano puntualmente nelle ultime posizioni. Le colpe di questa empasse e di questa inadeguatezza del pianeta scuola nostrano sono da attribuire alle nostre istituzioni, al loro scarso interesse per il problema forma-tivo, all’incapacità di riformare secondo un’architettura pedago-gica innovativa e condivisa, alla scarsa volontà di riconoscere il valore civile e sociale del lavoro dei professori, nonché al ricono-scimento in termini economici. I governi che si sono succeduti nel corso delle varie legislature, più che attuare vere e proprie rifor-me, che rivoluzionerebbero il si-stema scolastico, hanno ripiegato, e continuano tutt’ora in tal senso, su semplici palliativi che minano ancor più dalle fondamenta una situazione già pericolante.Per affrontare la tematica “scuo-la” abbiamo incontrato chi la scuola la conosce benissimo, ne è parte attiva e vitale, la dirigente scolastica del Liceo Classico “Cu-telli” di Catania, prof.ssa Rosetta Camilleri.Professoressa, ritiene che la scuo-la straniera sia realmente più funzionale di quella italiana?Occorre non cadere in facili gene-ralizzazioni. Se da un lato ci sono realtà scolastiche assolutamente

impeccabili, come quelle dei Pa-esi scandinavi, piazzatisi ai primi posti nel rapporto Ocse, dall’altro lato posso testimoniare personal-mente che ne esistono altre che non brillano certo per funzionalità. Per 15 giorni sono stata, con una clas-se dell’istituto da me diretto, alla

Timber Creek High School di Or-lando, in California, dove ho assi-stito alle lezioni americane. È vero che si tratta di lezioni interattive che potrebbero rivelarsi efficaci; ma è pur vero che, mentre l’inse-gnante spiega, c’è chi dorme o si dedica a qualunque altra attività che non sia l’apprendimento. Per di più, i professori non possono neanche azzardarsi a rimprovera-re gli studenti perché, essendo la maggior parte delle scuole ameri-cane semiprivate e gli insegnanti soggetti a schede di valutazione dei genitori, potrebbero essere fa-cilmente licenziati se non graditi. Riconosco alla scuola americana il pregio di assecondare le incli-nazioni e la predisposizione dei singoli studenti i quali, avendo solo 3 materie obbligatorie e tutte le restanti opzionali, possono co-

struirsi il loro curriculum scolasti-co con la massima libertà; da noi invece tutte le materie sono obbli-gatorie, rimanendo così ben poca facoltà di scelta agli studenti. Ciò nonostante, la scuola americana presenta delle storture evidenti: a fronte di una legislazione molto ri-

gida (non si può fu-mare ne-anche nel parcheg-gio, non si può usare il cellulare neanche a ricrea-zione, c’è la polizia che vigila costante-m e n t e ) , poi però all’inter-no del-le classi c’è un p e r m i s -

sivismo che ha dell’incredibile. Ribadisco la necessità di non ge-neralizzare quando si parla di scuola, ma di analizzarne caso per caso il livello di funzionalità ed efficienza. Pregi e difetti della scuola supe-riore italiana?La scuola superiore non viene ve-ramente riformata dai tempi di Gentile, per cui ne penso che sia non più rispondente ai bisogni della società e non adeguata ai tempi.Mai nessuno è riuscito ad attuare il biennio unico, così da consentire ai ragazzi di maturare la scelta dell’indirizzo scolastico superiore quando sono più con-sapevoli. Ma purtroppo, in Italia, alla scuola non è data l’importan-za e l’attenzione che merita, né a livello nazionale, né tantomeno a livello locale. Non interessa né al

Comune, né alla Provincia, né alla Regione (la Sicilia, per di più, è l’unica regione dove non è attua-ta la legge sul diritto allo studio). Gli insegnanti sono pagati malis-simo. Noi dirigenti scolastici sia-mo dirigenti atipici, per nulla as-similati ai dirigenti della pubblica amministrazione, pagati davvero una miseria rispetto alla grande responsabilità che abbiamo. Che attività avete attuato, nel-la sua scuola, per renderla più al passo con i tempi?Abbiamo provveduto a dotarci di un lettore di madrelingua, pa-gato non dal Ministero, bensì dai genitori. Ogni anno, col progetto Diplomatici, ci rechiamo presso le Nazioni Unite, dove i ragazzi si-mulano delle sessioni in lingua e con ottimi risultati, come se fosse-ro delegati delle varie nazioni.Or-ganizziamo inoltre stage all’este-ro e vacanze studio estive, sempre all’estero. Disponiamo di 3 labo-ratori linguistici super attrezzati e di due laboratori d’informatica e abbiamo una sperimentazione che prevede l’informatica come materia, che, a causa della riforma Gelmini, rischia di scomparire.Quanto al progetto Itercultura che consente agli studenti di trascorre-re un anno di studio all’estero, la prof.ssa puntualizza che “seppur valevole, vi andrebbero apporta-ti degli aggiustamenti, curando l’alfabetizzazione in italiano dei ragazzi stranieri che vengono qui e preparando in anticipo gli stu-denti. Qualche ragazzo è tornato molto frastornato dall’America perché si è ritrovato in scuole di frontiera molto difficili, per nulla seguito dalle famiglie presso cui soggiornava. Per molti questa esperienza di studio all’estero è un arricchimento, per altri no, tutto varia anche in base alla meta prescelta, anche se rimane sicura-mente un’esperienza formativa.

Tiziana Campo

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Settembre 2009 Settembre 2009

Per il look di Giulia: gioielli, occhiali, abiti, Scarpe, acconciatura e servizio fotografico di...

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Settembre 2009 Settembre 2009

Per il look di Giulia: gioielli, occhiali, abiti, Scarpe, acconciatura e servizio fotografico di...

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Settembre 2009

PeDara, Una rinomata cittaDina in esPansioneIntervista al Sindaco Barbagallo su iniziative, risultati raggiunti, e progetti da realizzare

Situata alle pendici dell’Etna, caratterizzata da un clima salubre e da una invidiabile posizio-ne panoramica, Pedara è diventata una cittadina rinomata, che ha saputo conservare e mantene-re un fascino esclusivo, tale da renderla un’allet-tante località, sia per chi qui ha scelto di vivere, sia per chi la ritiene un punto di riferimento

imprescindibile per la villeggiatura. Abbiamo incontrato il sindaco di Pedara, il giovanissimo Anthony Barbagallo, avvocato trentatreenne, con una decennale esperienza in politica, che al tempo della sua elezione è stato, al contempo, il sindaco più votato in Sicilia con il 75% dei voti e il più giovane. Con lui abbiamo parlato del suo impegno istituzionale, dei risultati conseguiti, dei progetti e delle iniziative svolte nel comu-ne.Cosa vuol dire essere sindaco così giovane di un Comune importante come Pedara?Ricoprire la carica di sindaco così giovane è cer-tamente una responsabilità, non meno però di quanto lo sarebbe a qualunque altra età. Essere diventato sindaco a soli 29 anni di un posto in cui sono nato e cresciuto e conservo gli affetti più cari, ha significato spendere tutte le energie, le risorse e il dinamismo, che caratterizzano i giovani, per vivere appieno questo importan-tissimo impegno. Alle spalle ho 10 anni di espe-rienza come consigliere, assessore, presidente di commissione edilizia, sono avvocato ammi-nistrativista. Senza dubbio, comunque, per am-ministrare bene occorre un’ottima miscela di energie, esperienze, buon senso, dinamismo, senso di responsabilità, capacità di giudizio, conoscenza del proprio territorio e della gente, e queste caratteristiche sono necessarie a qua-lunque età.Le maggiori problematiche che ha dovuto af-frontare appena eletto?Certamente la prima è stata quella relativa all’edilizia scolastica, che abbiamo risolto bril-lantemente, avendo inaugurato 3 nuovi plessi e ottenuto il finanziamento per la ristruttura-zione della scuola media. Abbiamo dovuto af-frontare problemi gravissimi con la crisi idrica, ma ormai possiamo definire questa situazione

“acqua passata”, tanto che quest’estate non ab-biamo riscontrato particolari difficoltà idriche. L’altro grave problema è rappresentato dall’an-nosa questione della spazzatura, ossia la vicen-da delle ATO. Oggi il paese è in una condizione di ordine e pulizia discrete, ma tante sono sta-te le problematiche e difficoltà riscontrate e si sono registrati anche momenti di tensione. La cosa che mi amareggia maggiormente è che di questi tre problemi gravi affrontati, ben due, e nello specifico l’acqua e la spazzatura, sono relativi a servizi che non vengono gestiti diret-tamente dal Comune ma dalle ATO, in cui noi agiamo solo come soci e non come amministra-tori diretti.progetti in cantiere che intende realizzare?Molti progetti sono stati già realizzati. La nostra è un’amministrazione che ha appaltato più di venti opere pubbliche, e ne siamo orgogliosi. Contiamo di iniziare altre 5 opere importanti, tre di viabilità e due infrastrutturali (tra cui la circonvallazione nord, sud, via della Resisten-za, e il nuovo complesso dei campi di tennis e di calcetto). Abbiamo inoltre avviato l’iter per il nuovo piano regolatore. La gestione ordinata dello strumento urbanistico in questi anni ci ha permesso di passare da 9 a 14 mila abitanti. C’è un ulteriore 10-15% di immobili non venduti, cosa che potrebbe far ulteriormente incremen-tare la popolazione, che potrebbe così toccare quota 20 mila. Il nuovo strumento urbanistico servirà ad organizzare i nuovi servizi nonché il tessuto urbanistico della prossima città.Com’è il suo rapporto con la cittadinanza, con-siderando che gioca, per così dire, in casa?Qui sono nato e cresciuto, dunque il mio rap-porto, avendo radici antiche, è solido e forte con comunità, scuola, oratorio, parrocchia, banda musicale, misericordia, insomma con tutte le formazioni sociali.È quindi più agevole fare il sindaco di una cit-tadina dove si è nati e cresciuti?Certo, perché si ha più cognizione delle neces-sità del paese stesso, anche se si soffre di più quando le cose non vanno bene. Il suo mandato scade a maggio. Si ricandiderà?Mi ricandiderò solo come comun denominatore di un progetto politico e amministrativo che fa capo ad un gruppo di persone che hanno am-ministrato la città non solo in questi ultimi anni, ma a partire dalla metà degli anni ‘90 ad oggi.Che rapporto ha con l’opposizione?L’opposizione fa il proprio dovere, svolge il

suo ruolo di controllo dell’attività dell’am-ministrazione, di denunzia delle illegalità, di costruzione nell’interesse della comunità. Ho buoni rapporti con i consiglieri di minoranza, che peraltro conosco da molto tempo, al di là delle divergenze e del diverso modo di vedere su determinate problematiche. Sono senz’altro ottimi amministratori.Com’è andata la stagione estiva?La stagione estiva si chiude con una nota posi-tiva straordinaria che è quella della fiera estiva durante la quale si sono contate 250 mila presen-ze, diventando la seconda fiera della Sicilia. Ab-biamo avuto un’eccezionale visibilità sia come comune che come amministrazione. Da poco si è conclusa la festa patronale che ha registrato un’entusiasmante presenza di visitatori. Per il futuro ci auguriamo di legare il visitatore estivo e occasionale in modo duraturo e continuativo a Pedara e al circuito tra l’Etna e Taormina.È difficile amministrare una comunità?

L’attività dell’amministratore sarebbe molto più semplice se ogni cittadino facesse in modo ordinato il proprio dovere civico, con doveroso rispetto e senso di appartenenza verso ambien-te, territorio e comunità, ma purtroppo questo non accade come dovrebbe. Chi fa lavori di ristrutturazione crea discariche, vi è chi addi-rittura non paga la tassa del lumino del cimi-tero o chi costantemente sporca le strade con rifiuti di ogni genere. Ho un romantico ricordo d’infanzia di mia nonna che con la scopa, dopo aver pulito tutto il suo cortile, spazzava anche la parte di strada pubblica antistante. Oggi in-vece sono imperanti un po’ di menefreghismo e scarso senso della cosa comune, elementi che rendono difficoltoso ottenere buoni risultati,. Per raggiungere delle mete è necessario lavo-rare in sinergia.

Tiziana Campo

Il Sindaco di Pedara Barbagallo con Giulia la modella del mese

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“L’estate sta finendo”, così cantavano i Righei-ra negli anni ‘80. E infatti è già da un po’ che i vacanzieri hanno riposto teli, abbronzanti e costumi negli armadi. Ma la voglia di viag-giare e di divertirsi permane anche durante la stagione autunnale ed invernale. Dopo una sfavillante estate siciliana, che ha visto nume-rosi turisti (stranieri e nostrani) passeggiare per le vie dei centri più gettonati, il divertimento in Sicilia continua. Ottobre si apre in bellezza con appuntamenti ricreativi dedicati al palato e soprattutto alla “panza”. Come la Prima Festa d’Autunno che si svolgerà a Floresta dall’ 1 al 29. Un avvenimento in cui protagoniste saran-no le sagre - delle castagne, della provola col miele, dei “fasola a crucchittu” e del famoso su-ino nero - che celebreranno la cucina dei Monti Nebrodi. Percorsi itineranti di degustazioni e anche di spettacoli, per chi non vorrà farsi man-care proprio nulla. Altro appuntamento da non

perdere è l’Ottobrata di Zafferana Etnea, una delle più rinomate e apprezzate mostre mercato dei prodotti tipici dell’Etna, della gastronomia

e dell’artigianato di qualità, che si svolgerà ogni domenica del mese. Si potranno degu-stare e acquistare le varie qualità di miele (arancio, limone, millefiori, eucalyptus, ca-stagno e ficodindia) prodotte a Zafferana. E

poi il vino, i funghi porcini e tante altre prelibatezze. Saranno di scena l’uva,

le mele, l’olio le castagne, le foglie da tè e i tipici “sciatori”, biscotti al lat-te ricoperti di cioccolato fondente, un classico della tradizione dolcia-ria del luogo. Il programma preve-

de anche passeggiate, esibizioni di musici e sbandieratori rinascimentali,

escursioni e mostre di pittura. Un evento che offre l’opportunità di ammirare gli scenari meravigliosi dell’Etna e dei suoi paesaggi. Tra le altre sagre, ricordiamo la rinomata Sagra del pistacchio, che si svolgerà a Bronte dall’1 al 4 ottobre, durante cui sarà possibile gustare pre-libate specialità prodotte con lo squisito e rino-mato pistacchio brontese appunto. A Militello Val di Catania dal 9 all’11 ottobre segnaliamo la Sagra della mostarda e del ficodindia. E per chi volesse trascorrere una giornata immerso nella natura in compagnia di amici e familiari, cavalcando o dilettandosi nel tiro con l’arco, ol-tre ad assaporare piatti caserecci prelibatissimi, saranno gli agriturismi ad accontentarlo. Chi invece ha nostalgia di tintarelle frizzanti e notti in riva al mare può optare per partenze verso incantevoli mete. Nonostante la crisi economica (e la sparizione dalla scena di alcuni tour ope-rator e compagnie aeree), la stagione autunno/

inverno offre infatti, a chi può, occasioni per viaggi da sogno a prezzi di bassa stagione. Tra le mete preferite dagli italiani c’è sicuramen-te l’Egitto, dove, come ogni anno, a Sharm si registra il tutto esaurito. Ma sono tante le de-stinazioni proposte in questo periodo - soprat-tutto nell’emisfero australe, dove sta arrivan-do l’estate - tra le quali spiccano l’Africa con i suoi paesaggi mozzafiato e le sue spiagge da sogno: la Libia, il Sud Africa (sede dei prossimi campionati del mondo), Zanzibar, le Seichelles, Mauritius, il Madagascar, le Maldive.Gettonati anche i Caraibi (Cuba, Jamaica e la Repubblica Dominicana negli splendidi resort o in crociera); la Polinesia, il Sud America ed anche il Messico che, dopo i gli eventi che lo hanno travolto nella scorsa stagione estiva, sembra essere tornato sulla scena. Si parte soprattutto alla ricerca del caldo, del relax e della buona tavola, ma anche dell’ av-ventura, per dimenticare, almeno per quei nove giorni (durata media di una vacanza in-vernale), lo stress e i tanti problemi della vita quotidiana. Tra le mete classiche si riaffermano Thailandia e Indonesia, mentre negli Stati Uni-ti, meta estiva per eccellenza, si raggiunge quasi esclusivamente New York o Miami. Si viaggia soprattutto in aereo anzi, si preferiscono quelle destinazioni collegate da voli diretti (o con mi-nor numero di scali), ma anche le crociere nei mari caldi sono molto richieste.Non subiscono flessioni le grandi capitali euro-pee: Parigi, Londra, Praga e Berlino che, anche se non particolarmente esotiche o lontane, of-frono occasioni di svago o importanti e imper-dibili appuntamenti culturali.

Nelly Gennuso

Settembre 2009

viaggi aUtUnnali e sagre nostrane, archiviata l’estate lo svago continUa

Bangkok

Il mare cristallino e un’incantevole spiaggia delle Mauritius

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Settembre 2009

moto e scooter elettrici aD imPatto zeroSi è molto parlato in questi ultimi anni della possibilità di passare da auto alimentate con combusti-bile fossile ad auto ad alimenta-zione totalmente elettrica. Molti i prototipi presentati ma, tuttavia, non si è ancora riusciti ad inserire concretamente e diffusamente nel mercato questa tecnologia. Oggi sono in vendita moto e sco-oter elettrici come per esempio il Vectrix, un maxi scooter elettrico con prestazioni del tutto simili ad un normale scooter 250 a benzina. Sul mercato sono disponibili an-che mezzi ibridi dotati di motore a scoppio e motore elettrico che lavorano in coppia per abbattere le emissioni o poter circolare per brevi tragitti completamente ad impatto zero, utilizzando solo il motore elettrico. Un esempio è offerto dall’MP3 della Piaggio che accoppia ad un normale motore

endotermico un motore elettrico. Sono stati predisposti anche mo-delli totalmente elettrici, come la superbike elettrica TTX01, com-posta da due motori elettrici Agni Lynch Electronic elettrici da 43cv ciascuno, che le permettono di raggiungere velocità straordina-rie. Non a caso è considerata una delle moto elettriche più veloci e, presentata al NEC Bike Show 2008, ha suscitato l’interesse di molti ap-passionati. La sua ac-celerazio-ne da 0 a 1 0 0 K m / h è di 3,5 se-condi e la sua auto-nomia me-dia è di 80 km. L’uni-co difetto il

rumore, o meglio il non-rumore: infatti questa motocicletta è silen-ziosissima. Ciò può rappresentare un problema per i pedoni, se non stanno attenti quando attraver-sano la strada. Il prezzo si aggira sui 30.000 €. Il modello più recen-te, TTX02, è ancora in fase di pro-duzione. Altro modello di moto elettrica è prodotto da un’azien-da Americana, la Electronic Mo-torsport: ha una potenza di circa

19 cavalli e una autono-mia media di 80 km. La sua veloci-tà massima può arrivare a 100Km/h e le batterie al litio sono cariche in poco più

di 4 ore. Nell’ambito delle nuove tecnologie non impattanti, si se-gnalano diversi modelli di motore elettrico con dispersione di calore differenti: i motori brushless, sen-za spazzole a corrente alternata, che dissipano davvero pochissimo calore. Le grandi case come la Honda, KTM, Yamaha Piaggio, stanno investendo sulle tecnologie ad im-patto zero (vedi il ritiro dal mon-diale F1), per riversare il capitale sulla ricerca e sviluppo di tecnolo-gie alternative assicurando che nel 2010 andrà in produzione la prima moto elettrica di grande serie. Farà sicuramente abbassare i prezzi e migliorare in modo macroscopico la qualità dei mezzi, coniugando tecnologia, innovazione e rispetto per l’ambiente.

Carmelo Guglielmino

Motori

Recensioni

venUta al monDo Di margaret mazzantiniUn libro per raccontare ciò che viene dimenticato

“La scrittura è un processo natu-rale. E’ come aprire una finestra che ti permette di parlare con il mondo”. E’ quello che sostiene Margaret Mazzantini, una delle scrittrici italiane di maggiore suc-cesso, intervenuta a Catania per presentare il suo ultimo romanzo - “Venuto al mondo”, Mondadori, 2008” - all’interno della rassegna “Libri in cortile”, promossa dal Teatro Stabile e dall’Assessorato alla Cultura presso il cortile di Pa-lazzo Platamone. A presentare la serata e a intervistare la scrittrice, il giornalista e scrittore Pietrange-lo Buttafuoco secondo cui «i libri vanno offerti ai lettori spezzettan-doli e spaccandoli come fossero “carne viva”». E spesso, sempre secondo il giornalista, possono

essere dei mezzi per raccontare ciò che è stato dimenticato dai giornali. Come l’assedio di Saraje-vo - durato dal 1992 al 1996 – scenario del romanzo della Mazzantini. «Una guerra che mi è ri-masta nelle vene. Allora sentii la ne-cessità di parlarne. E solo dopo, in que-sto libro, ho trovato la storia per farlo» spiega la scrittrice. Il libro narra di un viaggio della pro-tagonista Gemma, accompagnata dal figlio Pietro, per le strade della città dopo la guerra.

Ma anche per le vie dei ricordi di un amore profondo, quello tra lei e Diego, sbocciato a Sarajevo du-

rante le Olimpiadi del 1984. «Gemma è una donna rifles-siva, lui è più fesso. Una coppia su cui nessuno mai avreb-be scommesso» af-ferma l’autrice. Una coppia sganghe-rata caratterizzata da una mancan-za: Gemma è una donna sterile che non potrà mai ave-re figli. Mancanza a cui rimedierà la cicogna nera della

guerra di Sarajevo, dilaniata dai

bombardamenti come il cuore della protagonista. Il romanzo è attraversato, in diversi punti, da vari registri: l’epopea, la favola e la storia d’amore. «Non li ho re-alizzati coscientemente. E’ stato frutto dell’ispirazione e della vo-glia di risarcire le vittime di quel-la guerra» confessa la Mazzanti-ni. Durante la serata, intervallata dalla lettura di qualche brano del libro, non è mancato un riferimen-to al marito, Sergio Castellitto, al quale riserva sempre il privilegio di leggere per primo i suoi libri. L’autrice ha concluso ricordando il padre Carlo, anch’egli scrittore, leggendo in sua memoria le pagi-ne finali dedicate alla morte del padre della protagonista.

Nelly Gennuso

La superbike elettrica TTX01

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francesco giUffriDa, Un giovane attore navigato Di fama nazionaleL’esordio, le esperienze passate, i progetti in cantiere del noto attore cataneseCatania è una importante fucina di talenti che, partendo dalla nostra città, sono riusciti a farsi largo nel mondo dello spettacolo, inserendosi a pieno titolo nel panorama nazionale. Così è stato anche per Francesco Giuffrida, diventa-to attore per caso e che, nonostante la giovane età (classe 1981), ha già al suo attivo una fil-mografia di tutto rispetto. Il suo esordio cinematografico avvenne, giovanissimo, come protagonista del film Così ridevano, diretto da Gianni Amelio, che ha conquista-to il Leone d’Oro nel 1998. La sua carriera è proseguita senza sosta, vantando importanti partecipa-zioni sia a pellicole italiane (tra cui I Cento Passi di Marco Tullio Giordana, e Prime Luci dell’Alba di Lucio Gaundino, per il quale Francesco è stato candidato ai Na-stri d’Argento come miglior attore protagonista) sia a film stranieri, recitando in The Golden Bowl di James Ivory e in Christie Malry’s Own Double-Entry con la regia di Paul Tickell. L’attore catanese ha, inoltre, conquista-to il grande pubblico recitando tra i protagoni-sti nelle prime quattro edizioni della serie tv di Canale 5, Carabinieri.Lo abbiamo incontrato per parlare della sua carriera e dei suoi progetti futuri.Francesco, come comincia la tua esperienza da attore?Nella vita a volte si incontrano le persone in modo bizzarro. Gianni Amelio, alla fine del ’97, aveva incaricato un’agenzia di Catania di tro-vare un ragazzino, senza esperienza nel mon-do del cinema o del teatro, da affiancare Enrico lo Verso nel film Così ridevano. Il destino volle che arrivassero all’istituto Polivalente, dove vennero selezionati moltissimi ragazzi per un provino, me compreso. Riuscii a passare tut-ti i vari step, sino ad arrivare a fare il provino con Amelio in persona. Aneddoto buffo è che a quest’ultimo provino arrivai alle 8 del mattino e, considerando che Gianni teneva ogni ragaz-zo anche tre ore e che io ero l’ultimo, alle 22.30 il regista mi rinviò all’indomani per evitare di fare un provino di fretta. A quel punto, con un po’ di faccia tosta, gli risposi che l’indomani non sarei andato. E così feci, tanto che andai tranquillamente a scuola. L’agenzia mi contat-tò, mi esortò ad andare, mi feci convinto e alla fine, è andata bene.

Non avevi quindi assolutamente in mente di fare l’attore?Mai pensato di fare l’attore. A quei tempi fre-quentavo scuola, avevo in mente di continuare l’attività dei miei nell’ambito delle costruzioni, facevo sport a livello agonistico, correvo coi kart, insomma, in testa avevo tutto meno che

quello. Quando però si fa un’espe-rienza del genere e la si vive come l’ho vissuta io, come un sogno e senza traumi, nonostante la serietà e l’impegno richiesti da Gianni sul set, non la si può lasciare sfumare o accantonare. Ci parli de I cento passi e della tua esperienza su set stranieri?Partecipare a I cento passi è stata un’esperienza meravigliosa. Dopo aver lavorato con Gianni d’Amelio non avevo ancora fatto nient’altro. Un giorno mi telefonò Marco Tullio

Giordana, altro mostro sacro, chiedendomi di partecipare a questo film. Avevo solo 17 anni e non conoscevo i film di Giordana, ma il fatto che una persona del suo calibro mi avesse tele-fonato personalmente a casa e con tanta onestà e disponibilità, mi indusse a partecipare, tanto che gli dissi: “Lo faccio anche gratis!”. Questa partecipazione mi ha portata tanto fortuna. Successivamente ho fatto anche film all’este-ro, tra cui l’esperienza più bella e importante è stata quella con James Ivory che mi ha pre-so per fare un cammeo in The Golden Bowl. Il contatto con il cinema estero è derivato dal fatto che, dopo il primo film, fui ricercato da una grande agenzia di Roma che ha dei con-tatti anche con casting internazionali. Anche in quel caso sconoscevo l’importanza di Ivory. Penso che l’inconsapevo-lezza mi ha aiutato molto. Oggi paradossalmente, no-nostante l’esperienza matu-rata, sapendo che questo è il mio lavoro, ai provini mi tremano le gambe più che a 16 anni, quando non avevo nulla da perdere.E cosa ci dici della tua im-portante partecipazione alla fiction Carabinieri?L’esperienza sul set di cara-binieri e’ stata meraviglio-sa, in particolare in quanto

ho recitato con Pino Caruso e Paolo Villaggio. Questa esperienza ha rappresentato per me una grande palestra tecnica per la quantità di scene girate al giorno e per la presenza di numerosi attori di spicco con cui confrontarsi quotidianamente. Di questo set mi è rimasta impressa anche l’Umbria, posto incantevole con gente indimenticabile: non a caso la mia compagna è di Assisi, così mi porto un pezzo di Umbria sempre con me.Progetti in cantiere?A fine settembre uscirà con il Giornale di Sicilia un film documentario, per la regia del milazze-se Salvo Presti e con il patrocinio della regione Sicilia, sulla vita del giudice Rosario Livatino in cui interpreto proprio il ruolo del protago-nista. In inverno farò molto teatro per impa-rare, come dico sempre, a recitare: il teatro è la prova del nove. Stiamo cercando di portare sul palco un’opera di Yasmina Reza, Art, in cui sarò uno dei 3 protagonisti.Come fai a mantenere questa incredibile sem-plicità a dispetto di una carriera di tutto ri-spetto?Bisogna mantenere sempre la testa ben salda sulle spalle, solo così il successo non fa diven-tare tronfi. Devo ringraziare i miei che non mi hanno mai esaltato o fatto montare la testa. Mi sono circondato sempre di persone che non cercavano la presenza dell’artista.Francesco è ancora un giovanissimo attore che vanta già un’esperienza da attore navigato, conquistata con studio serio e profondo im-pegno. A ragione Pino Caruso, riferendosi alla sua grande maturità personale e artistica, gli diceva “Tu hai u vecchiu ‘nta panza”!

Tiziana Campo

Francesco Giuffrida e Gianni Amelio premiato con il Leone d’oro

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Settembre 2009

fotovoltaico, l’energia PUlita e gratUita che viene Dal soleImportanza, vantaggi, incentivi del fotovoltaico e servizi offerti dall’azienda Sky Energie ItaliaDi energie rinnovabili si sente parlare con sem-pre maggiore frequenza, riferendosi a quelle fonti di energia che, per loro natura, non sono soggette ad esaurimento e la cui utilizzazione non ne pregiudica, nella scala dei tempi, per così dire, umani, la futura disponibilità. Sono considerate tali il sole, il vento, le risorse idri-che, le onde, le maree, le correnti marine e le biomasse.Sempre di più sono i Paesi che decidono di investire nelle forme di energia rinnovabili, oltreché per una questione di risparmio econo-mico, anche per allinearsi alle direttive inter-nazionali che pongono al primo posto, tra le problematiche da attenzionare, quelle relative al clima e alla lotta all’inquinamento globale.Per capire l’importanza e le potenziali-tà degli impianti fotovoltaici, abbiamo incontrato l’Ing. Salvatore Tiralongo, cofondatore della Sky Energy Italia s.r.l. leader nel settore delle energie rinnova-bili.Ingegnere, che cos’è un impianto foto-voltaico?Un impianto fotovoltaico trasforma direttamente l’energia solare in ener-gia elettrica. Esso è composto essen-zialmente da: moduli o pannelli fo-tovoltaici; inverter, che trasforma la corrente continua generata dai moduli in corrente alternata; quadri elettrici e cavi di collegamento. Gli impianti fo-tovoltaici possono essere connessi alla rete elettrica di distribuzione (grid-connec-ted) o direttamente a utenze isolate (stand-alone), tipicamente per assicurare la dispo-nibilità di energia elettrica in zone isolate. Quali sono i vantaggi della tecnologia foto-voltaica?I vantaggi possono riassumersi in: assen-za di qualsiasi tipo di emissione inquinan-te; risparmio di combustibili fossili; affida-bilità degli impianti poiché non esistono parti in movimento (nel caso in cui non si realizzano impianti a inseguimento della traiettoria solare); costi di esercizio e manu-tenzione ridotti al minimo; modularità del sistema (per aumentare la potenza dell’im-pianto è sufficiente aumentare il numero dei moduli); autoproduzione di energia elettrica. Dove può essere installato un impianto foto-voltaico?

I moduli fotovoltaici possono essere collo-cati su qualsiasi pertinenza di un immobile (tetto, facciata, terrazzo, ecc.) o sul terreno. La decisione deve essere presa in base all’esi-stenza sul sito d’installazione dei seguenti requisiti: disponibilità di spazio necessario per installare i moduli; corretta esposizione ed inclinazione della superficie dei moduli. Quanta elettricità produce un impianto foto-voltaico?Prendendo come riferimento un impianto da 1 kW di potenza nominale, con orientamento ed inclinazione ottimali ed assenza di ombreggia-mento, non dotato di dispositivo di “insegui-mento” del sole, in Italia è possibile stimare le

seguenti producibilità annue massime: regioni settentrionali 1.000 - 1.200 kWh/anno; regioni centrali 1.200 - 1.400 kWh/anno; regioni me-ridionali 1.400 - 1.700 kWh/anno. E’ opportu-no sottolineare che il consumo annuo elettrico medio di una famiglia italiana è pari a circa 3.000 kWh.Quanto costa un impianto fotovoltaico?Valori orientativi di costo dell’impianto vanno da 5.500 €/kWp per gli impianti di piccola ta-glia a circa 4.000 €/kWp per impianti di grosse dimensioni, iva esclusa (iva in questo caso al 10%).Quanto tempo può durare un impianto foto-voltaico?Nelle analisi tecniche ed economiche si usa fare riferimento ad una vita utile complessi-va di 20-25 anni. In particolare, i moduli, che rappresentano i componenti economicamente

più rilevanti, hanno in generale una durata di vita garantita dai produttori oltre i 20 anni.Ci sono degli incentivi per il fotovoltaico?Dobbiamo distinguere: mentre con l’espressio-ne “incentivazione in conto capitale” si intende l’erogazione di un contributo per l’investimento necessario per la realizzazione di un impianto, con l’espressione “conto energia” viene indicato un meccanismo di incentivazione che remunera l’energia elettrica prodotta da un impian-to per un certo numero di anni. L’incen-tivo viene erogato dal Gestore dei Ser-vizi Elettrici - GSE S.p.a..I valori delle tariffe incentivanti individuati dai decreti ministeriali sono pubblicati sul sito www.gsel.

it.Perché rivolgersi alla vostra azienda Sky Energie Italia?La nostra azienda opera nel campo delle energie rinnovabili ed offre alla propria clientela un servizio completo che va dall’analisi alla realizzazione del progetto. Analizziamo l’ambiente in cui inserire l’impianto da un punto di vista geografico e meteorologico. Scegliamo il miglior posizionamento ed i migliori componenti. Realizzia-mo l’impianto secondo le più avanzate norme di sicurezza. Progettiamo e re-alizziamo impianti solari, fotovoltaici, elettrici, civili e tecnologici. SkyEnergy garantisce a lungo termine tutti i ma-teriali installati e fornisce un servizio di assistenza post-vendita e di manu-

tenzione puntuale e competente. Come azien-da, inoltre, gestiamo l’iter burocratico per la richiesta delle autorizzazioni necessarie (DIA, deroghe a vincoli paesaggistici, etc.), per le pratiche di connessione alla rete elettrica con il Gestore del Sistema Elettrico e diamo con-sigli riguardo ai migliori istituti assicurativi e finanziari. Sfruttiamo al massimo le possibili-tà del contesto e ottimizziamo il rendimento, analizzando svariati e molteplici fattori come la posizione geografica, l’orientamento, lo stu-dio degli ombreggiamenti, la disposizione, il numero e la potenza dei moduli, il numero ottimale di inverter. Per questo nella proget-tazione dell’impianto è importante affidarsi a chi, come la nostra azienda, è in possesso delle necessarie esperienze e capacità tecniche.

Tiziana Campo

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Oggi la crisi e la spietata concorrenza dei centri commerciali stringono in una morsa i piccoli com-mercianti e le aziende a conduzione familiare. Ma a questo destino non sfugge nessuno? Ne abbiamo parlato con Salvo Coco, proprietario di Arredo Tre, una delle più consolidate realtà nel campo dell’ar-redamento. La vostra azienda vanta una storia lunga 27 anni. Qual è il segreto?Abbiamo cercato di offrire ai nostri clienti un ottimo rapporto qualità-prezzo ed effettuato selezioni ac-curate nella scelta del personale, investendo anche molto denaro per formare e qualificare al meglio i nostri venditori.Che rapporto avete con i clienti?

Il nostro approccio è caratterizzato dalla simpatia e dalla disponibilità. Cerchiamo di indirizzarli nella scelta dei mobili che corrispondano alle loro esigen-ze. E li seguiamo anche dopo l’acquisto. E’ dunque importante che si stabilisca uno stretto rapporto tra cliente e venditore?E se sì perché?È molto importante. E’ un fattore che poi rappresen-ta l’immagine dell’azienda. Non trattiamo il cliente come fosse un numero. Spesso tra noi e loro nascono anche rapporti di amicizia. Siamo stati invitati per-sino ai loro matrimoni. E i figli dei clienti di vecchia data sono diventati a loro volta nostri clienti.Oggi con quali difficoltà devono scontrarsi le realtà commerciali come la vostra?Senza dubbio la crisi. C’è la domanda, ma la dispo-

nibilità monetaria scarseggia. E per tale motivo la gente si accontenta di comprare mobili di scarsa qualità ai centri commerciali. Mobili che alla fine non resistono al tempo e che costringono poi le per-sone a comprarne altri. Realtà come Arredo Tre sono la dimostrazione che l’impegno, la serietà, la professionalità, la qualità nella scelta dei prodotti da offrire, la dedizione al lavoro, la cordialità e la capacità di entrare in em-patia con il cliente consentono di resistere alla stre-nua concorrenza dei grossi imperi commerciali, consentendo, proprio per queste caratteristiche, di diventare e rimanere punto di riferimento per gli acquirenti.

Nelly Gennuso

Una realtà commerciale consoliData contro la morsa Degli imPeri commerciali

Vetrine di Pedara - i tuoi negozi di Fiducia

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