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www.ballaronews.it www.ballaronews.it Tremestieri in passerella, Giulia la modella del Mese pag. 2 pag. 2 pag. 3 pag. 5 pag. 7 pag. 8-9 pag. 12 pag. 13 L’Automobile Club di Catania informa L’Automobile Club di Catania informa Giampilieri, l’alluvione dimenticata Giampilieri, l’alluvione dimenticata Educazione stradale nelle “rotonde” Educazione stradale nelle “rotonde” Materiali a “impatto zero” per l’ambiente Materiali a “impatto zero” per l’ambiente Intervista a Salvo La Rosa Intervista a Salvo La Rosa Tremestieri in passerella, Giulia la modella del Mese Sorgente Cifali, questa sconosciuta Sorgente Cifali, questa sconosciuta Giuseppe Castiglia con Allakatalla a RSC Giuseppe Castiglia con Allakatalla a RSC Bellezze Bellezze di Sicilia di Sicilia giornale d’informazione, attualità e cultura anno I n° 4 Novembre 2009

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Tremestieri in passerella, Giulia la modella del Mese

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Giampilieri, l’alluvione dimenticataGiampilieri, l’alluvione dimenticata

Educazione stradale nelle “rotonde”Educazione stradale nelle “rotonde”

Materiali a “impatto zero” per l’ambienteMateriali a “impatto zero” per l’ambiente

Intervista a Salvo La RosaIntervista a Salvo La Rosa

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Sorgente Cifali,questa sconosciutaSorgente Cifali,questa sconosciuta

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giornale d’informazione, attualità e culturaanno I n° 4 Novembre 2009

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Una tragedia dimenticata quella dell’alluvione di Messina, che lo scorso 1 ottobre ha causato la morte di 30 persone, lasciando migliaia di persone sfollate. L’interesse mediatico si è concentrato sulla tragedia solo nei primi tempi. Gli abitanti lamentano scarsa attivazione da parte delle istituzioni, indifferenza generale e incertezza su tutti i fronti. “Siamo lasciati alla nostra sorte - polemizza Antonio, un abitante di Giampilieri che ha perso tutto - senza sapere cosa fare. Si parla di sovvenzioni, di aiuti, ma sono solo voci che si rincorrono un giorno e vengono poi smentite subito dopo. Nessun intervento economico - continua il ragazzo - è stato previsto per chi, come me, aveva un’im-presa. Gli aiuti alimentari e di altro genere scarseggiano. Siamo stanchi e, se la situazione non cambierà, faremo anche gesti eclatanti. Abbiamo vissuto un dramma e andiamo aiutati”. Giornali e notiziari hanno ormai calato il sipario sulla vicenda, “mentre – lamentano gli sfollati – si parla ancora continuamente del terremoto de L’Aquila per osannare l’efficienza degli interventi”. Siamo convinti che tutte le tragedie meritino considerazione, attenzione e pronta risoluzione. Tutte hanno la stessa dignità, ma forse qualcuna serve meno. Probabilmente è questo il caso. Forse l’alluvione di Messina è capitata in un momento sbagliato. Se fosse occorsa in prossimità delle elezioni o si fosse prestata bene ad essere strumentalizzata per qualche fine, probabilmente sarebbe gli sarebbe stata rivolta la giusta attenzione. Considerata la scarsa solidarietà mostrata nei confronti della tragedia (gli unici soldi arrivati sono stati quelli della fondazione Bonino Puleo in favore dei parenti delle vittime), il comitato di Giampilieri ha aperto un conto corrente per gli aiuti al paese gestendolo personalmente: Banco di Sicilia, salviamo Giampilieri IBAN it 8600102016502000300747148.

Tiziana Campo

L’editoriale

Novembre 2009

Alluvione di MessinA, quAndo unA trAgediA non serve

Nel mondo ogni giorno muoiono 3 mila persone (solo l’aids miete più vittime tra i giovani); gli inci-denti stradali sono la prima cau-sa di morte giovanile; in Italia al giorno avvengono, in media, circa 630 incidenti stradali al giorni con oltre 15 morti. Non è un bollettino di guerra. Sono le allarmanti cifre conseguenti a incidenti stradali. Proprio per sensibilizzare giovani e opinione pubblica sul tema de-gli incidenti stradali, lo scorso 6 novembre, presso il Centro Fieri-stico catanese “Le Ciminiere”, si è svolto il “Sara Racing weekend”, importante iniziativa organizzata dall’Automobile Club di Catania, in collaborazione con Aci Sport, Sara Assicurazioni e con il Patro-cinio della Provincia Regionale di Catania. Sette le scuole medie superiori catanesi che hanno par-tecipato (Ist. Tec. Industriale Ar-chimede, Liceo Classico Cutelli, Ist. Tec. Industriale Marconi, Ist. Magistrale Lombardo Radice, Ist. Prof. Alberghiero Woytila e Ist. Eredia) e oltre 500 gli studenti del IV e V anno coinvolti. Il dott. Carlo Sorbello, Direttore dell’AC di Catania, ha sottoline-ato come “quest’iniziativa rinno-va e rinforza l’impegno dell’Au-

tomobile Club di Catania e di Sara Assicurazioni nella promozione della sicurezza stradale e nella formazione dei giovani. Se si pensa che il 33% delle vittime sono do-vute a comportamenti non responsabili dei guidatori – fa notare il direttore - allora termini come informazione,

formazione, educazione stradale e rispetto delle regole non sono pura retorica, ma diventano con-cetti culturali da metabolizzare se si vogliono evitare molte tragedie. Un ringraziamento speciale – sot-tolinea Sorbello – va a quanti han-no ritenuto meritevole quest’ini-

ziativa: la Provincia Regionale di Catania, l’Ufficio Scolastico pro-vinciale, la Questura di Catania, la Polizia Stradale nella persona del Comandante del Dipartimen-to della Sicilia Orientale, dr Anto-nio Sireci e dell’Ispettore Capo dr Ferrero, e i Presidi che hanno fat-

to rientrare questa iniziativa nella loro programmazione didattica, garantendo la partecipazione dei loro studenti”.“In strada e in pista vincono le regole”, questo il leit motiv della manifestazione, rivolta ai ragazzi non per farli evadere dalla routi-ne scolastica, ma per far passare un messaggio forte come quello della guida sicura. Tra gli ospiti, il Vicequestore aggiunto dr. Fatuz-zo della Questura di Catania, in rappresentanza del Questore dr. Pinzello, definendo la multa come “il fallimento della prevenzione e il trionfo dell’ineducazione stra-dale”, ne sottolinea tuttavia la

necessarietà “per far comprende-re che certi comportamenti sono sbagliati e da modificare. Se c’è educazione stradale - ha aggiun-to - c’è educazione in senso lato e conseguentemente una migliore convivenza civile”. L’Ispettore Capo dr. Ferrero ha reso parte-

cipe la platea delle conoscenze maturate direttamente sul cam-po, concludendo il suo intervento con la puntualizzazione che “il miglior sistema di sicurezza è la testa del conducente”.Durante l’incontro, è stato pro-iettato anche un video con alcu-ne fasi dei corsi di guida sicura presso il centro ACI di Vallelun-ga( RM), commentato dalla dr.ssa Ciollaro di Sara Assicurazioni, la quale ha inoltre spiegato che i primi due studenti partecipanti all’incontro, che si classificheran-no primi nel gioco on line sulla guida sicura, vinceranno un corso proprio a Vallelunga.Molto atteso e seguito l’interven-to di Andrea Montermini, pilota sportivo (dal ’95 al ‘96 in formula 1 con il team Pacific Lotus e Forti Corse) ed istruttore di guida si-cura, che ha affascinato la platea spiegando i retroscena delle gare di formula 1, parlando dei sistemi di sicurezza utilizzati dai piloti professionisti, nonché le regole che da questi devono essere segui-te, dando preziosi consigli sui mi-gliori comportamenti alla guida e coinvolgendo simpaticamente i ragazzi, ricordando che “è meglio perdere un minuto nella vita, che la vita in un minuto”.

Tiziana Campo

sArA rAcing Week end: in strAdA ed in pistA vincono le regole

BALLARO’ NEWS - Editore: SaperexGuidare - Giovanni Calì. Direttore Responsabile: Tiziana Campo. Direttore Editoriale: Giovanni Calì. Caporedattore: Antonella Capizzi. Collaboratori: Nelly Gennuso, Andrea Giuffrida, Stefania Patanè, Carmelo Guglielmino, Giulia Calì. Foto della modella: Sambataro Fotografia. Redazione: V. Fortuna, 24 Catania. Tel. 3394999393 email: [email protected] - Pubblicità: Itaca Group tel. 3286925521. Grafica & Stampa T.M., Via N. Martoglio, 93 - S. Venerina (CT). Distribuzione gratuita ai soci ACI di Catania e per tutti i lettori a Catania, in tutti i Comuni dell’hinterland, nelle edicole Edicolè v. Roma 261 ed Editel di Bulla Fabio, v. Duca d’Aosta 34 a S. G. la Punta e Tabaccheria Edicola di Pappalardo Giovanni, p.zza Don Diego 3 a Pedara e a p.zza Stesicoro presso Winplay. Registrazione Tribunale Catania iscr. n°12 del 13/03/2009. Il giornale viene stampato utilizzando carta ecologica in mais. Per l’edizione on line, www.ballaronews.it, in cui trove-rete anche uno spazio dedicato ai redazionali delle varie aziende. Buona lettura.

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Da sinistra: l’Ispettore Capo della Polstrada dr. Ferrero, il vicequestore aggiunto dr Fatuzzo, il diretto-re dell’Ac di Catania dr Sorbello, il pilota Andrea Montermini e la d.ssa Ciollaro di Sara Assicurazioni

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Sono ben noti a chiunque i particolari problemi di viabilità che presenta Ca-tania. Sembra che ogni catanese che si rispetti abbia un innato bisogno di commettere almeno un’infrazione giornaliera. Per limitare i troppo nu-merosi incidenti, da qual-che anno si è optato per sostituire i classici incroci

semaforici, causa anche di inquinamento acustico e ambientale, con rotatorie stradali, importate da Fran-cia e Inghilterra. Le “rotonde” costituiscono un minor pericolo per gli utenti del traffico cittadino, poiché al loro interno esistono solo quattro punti di intersezio-ne e dunque di possibili incidenti. Sono anche motivo del rallentamento della velocità e di maggior fluidità e regolarità del traffico. Nonostante siano sicure quasi quanto i giochi per bebè, il popolo della strada saprà di

certo come le rotatorie siano viste da molti automobilisti come stra-ni oggetti dal senso criptico a cui, dopo attimi di puro terrore, attribu-ire le regole più varie e fantasiose. I comportamenti alle rotonde sono sva-riati. Primo tra tutti quello del “vecchiet-to”, che sceglie di percorrere la rotonda al centro della carreggiata e a una velocità tal-mente limitata da sfiorare l’immobilismo, cau-sando rallentamenti non indifferenti. Troviamo poi quelli con una perenne fretta addosso che, in particolare la notte, scambiano la rotatoria per una chi-cane di Monza e che applicano la “legge del più forte” in barba al codice della strada. Giovanni Calì Presiden-te dell’Associazione SaperexGuidare ricorda le princi-pali regole – troppo spesso eluse - che deve rispettare chiunque si trovi a percorrere una rotatoria. “Si deve prestare attenzione alla segnaletica orizzontale e verti-cale. Infatti per i veicoli in entrata, nelle rotatorie alla francese (dove è apposto il triangolo di precedenza),

si deve dare sempre la precedenza a chi sta già transitando nella rotonda; mantenere una velocità moderata. Inoltre – spiega

Calì - si deve scegliere la corsia interna o quella esterna sulla base della porzione di ro-

tatoria da percorrere e segnalare l’uscita con gli indicatori di direzione”. Nessuna prepotenza né

fantasia dunque; solo buon senso, prudenza e ri-spetto del codice della strada. Questa l’unica ricetta

per sconfiggere il tanto temuto panico centrifugo.Andrea Giuffrida

Intervistiamo il dott. Rovida, Comandante della Polizia Stradale di S.Agata Li Battiati, il quale ha fortemente sostenuto il progetto di sicurezza stra-dale promosso dall’Associazione “Sa-perexGuidare”, per parlare con lui di sensibilizzazione, prevenzione stra-dale e interventi della Polizia Stradale di Sant’Agata Li Battiati.Comandante, quali sono stati gli in-terventi intrapresi in merito alla si-curezza stradale? Quali le maggiori problematiche? Il 70% degli incidenti stradali inte-ressano il centro urbano e parecchi coinvolgono i motoveicoli e i ciclo-motori; nei casi peggiori la causa del decesso avviene quasi sempre per mancanza di casco o per l’alta velocità. Il nostro Corpo di Po-lizia Stradale si è adoperato per prevenire queste due grosse problematiche: nei tre punti strategici del paese sono stati installati degli autovelox e degli speed led che rilevano la velocità e si sono riscontrati dei passaggi folli anche a 150 km orari nelle ore notturne. È evidente uno scarso senso di ottemperanza alla norma. Sono tanti i ragazzi che non portano il casco oppure lo portano male, non allacciato o non omologato; mentre il casco deve

essere obbligatoriamente omologato perché serve ad evitare piccoli traumi, o, come nel caso di chi è alla giuda di una moto che sviluppa una velo-

cità elevata, a salvare la vita. Dagli ultimi controlli effettuati, in merito all’articolo 171 (legge sul casco) stia-mo purtroppo assistendo ad un fatto ancora più drammatico: parecchi ra-gazzi sono scoperti di assicurazione. Questo significa che alle spalle c’è un’impossibilità economica dei fa-miliari, ma anziché operare per una soluzione diligente, quale potrebbe essere il servirsi dei mezzi pubblici, si ignora la legge con tutti i rischi che questo comporta. Per ovviare

a tutto ciò è indispensabile che cambi la cultura, abituando la mente alla legalità e insegnando il rispetto delle regole. Quanto sono importanti sensibilizzazione e pre-venzione stradale?E’ importantissima! Infatti è già il quarto anno che viene promosso il progetto dell’Associazione “SaperexGuidare”, e anche quest’anno, pur con un enorme sforzo, abbiamo creduto nella validità del progetto. Infatti, abbiamo riscontrato dei ri-sultati positivi alla fine del corso: i ragazzi riman-

gono molto colpiti dalle immagini degli incidenti e si rendono conto della drammaticità di questi eventi. Ma questa positività d’azione risulta mo-mentanea e circoscritta, sintomo del fatto che la cultura ancora non è pronta ad immagazzinare questi giusti comportamenti e a perseguirli anche per il futuro. Crede che la sanzione sia un deterrente efficace? E quali i vostri obiettivi?La sanzione è un deterrente molto limitato, anzi, spesso mette ancora più in difficoltà chi si ha di fronte. Credo che il primo buon esempio debba essere rappresentato dalla famiglia, che deve tra-smettere ai figli il modus educandi. La scuola ha anche un ruolo molto importante: è lì che i ragazzi si relazionano con gli altri, imparando inoltre il rispetto per le norme e la legalità, e ovviamente anche noi, come forza di polizia, dobbiamo impe-gnarci nel garantire tutto questo.Promuovere l’utilizzo costante dei sistemi di si-curezza, puntare sulla prevenzione e sul rispetto delle norme relative alla velocità e alla sicurezza urbana, creando una nuova cultura di comporta-mento; inoltre rendere consapevoli i giovani della drammatica facilità con cui il rischio sulle strade diventa una tragedia.

Stefania Patanè

Novembre 2009Intervista al Comandante della Polizia Municipale di Sant’Agata Li Battiati, dr. Rovida“AbituAre AllA legAlità e insegnAre il rispetto delle regole”

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rotAtorie strAdAli : regole contro il pAnico centrifugoDare precedenza

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Novembre 2009

E’ ormai ben noto che il malfun-zionamento del sistema Italia sia figlio di una infinita catena di provvedimenti e decreti che da una decina d’anni vengono presentati ai dormienti cittadini come utili a risolvere l’emergen-za di turno. Tra il 2007 ed il 2008 l’attenzione dei mass media si è concentra-ta, talora in modo eccessivo, su episodi di violenza, commessi in particolare da extracomunita-ri, come se fino a quel momento nessuno fosse mai stato vittima di stupri o di situazioni del ge-nere e come se si ignorasse che oltre il 70% degli abusi avviene tra le mura domestiche. Creato il problema a regola d’arte ar-rivò a luglio del 2008 il nostro eroe: il mitico Pacchetto Sicurez-za, i cui colpi erano supersegreti e micidiali. Oltre all’”arresto per clandestinità”, sono state pensa-te anche le “pattuglie miste”, che dovevano essere prova tan-gibile di ipertutela per il cittadi-no. A ciò seguì la scomparsa di

notizie riguardanti stupri e vio-lenze, come per magia. La quie-te dopo la tempesta, insomma. I pattuglioni misti sono formati da Agenti della Polizia ed ele-

menti appartenenti Carabinieri o Esercito. Girano nelle zone più centrali della città (ad esempio, piazza Università e via Etnea), per garantire ordine e sicurezza. Ebbene, non vogliamo negare

che è sempre meglio avere qual-cuno che vigili sulla pubblica incolumità; ma sarebbe anche auspicabile che i pattugliamen-ti riguardassero anche vicoletti

della città che, per quanto cen-trali, sono tutt’altro che rassicu-ranti e in cui non vi è ombra di tutori dell’ordine. In molte delle zone adiacenti alle vie pattu-

gliate, quali le viuzze nei pressi della scalinata Alessi o di via di San Giuliano, sono aumentati in modo esponenziale gli episodi di microcriminalità quali fur-ti dalle auto, borseggi e scippi spesso seguiti da pestaggi. A Catania e in generale in Ita-lia spesso per risolvere proble-mi inesistenti si attuano azioni inutili; per risolvere problemi tangibili si sopprimono rimedi che funzionano, optando per soluzioni dalla dubbia efficacia. E’ quello che potremmo definire “sistema Italia”. Come sapientemente espres-so da Giorgio Gaber in una sua canzone dedicata all’Italia: “Benvenuto il luogo dove tutto è calcolato e non funziona nien-te e per mettersi d’accordo si ruba onestamente; dove non c’è un grande amore per lo Stato (ci si crede poco) e il gusto di sen-tirsi soli è così antico”.

Andrea Giuffrida

il sisteMA itAliA: pAese delle soluzioni inutili

“Una sera, dopo essere stata in compagnia di amici alla scalinata Alessi, sono tornata alla macchina che era posteggiata in un vi-coletto cieco che sbocca sulla via dei Cro-ciferi. Ero da sola e ho rifiutato la com-pagnia di alcuni amici che mi volevano accompagnare. Arrivata, mi sono accor-ta che il finestrino lato guida era stato rotto ed erano stati rubati oggetti dal cofano e dal cruscotto. Mentre stavo ri-pulendo il sedile dai vetri, sono soprag-giunti due ragazzi su uno scooter a fari spenti che mi hanno puntato una pistola alla testa e mi hanno chiesto di conse-gnargli tutto quello che avevo, perqui-sendomi dovunque per vedere se avevo altri soldi”. È questa la testimonianza di Daniela Libra, una ragazza catanese di 24 anni, che sicuramente non dimenti-cherà quest’esperienza. “Mi è venuta una rabbia incredibile. È assurdo essere vittima nella stessa sera di due, distinte e separate, situazioni del genere. Ho anche temuto che

volessero farmi altro”. E non importa che, nella fattispecie, i delinquenti fossero rume-ni. Questo è solo uno dei tanti episodi che sono diventati all’ordine del giorno a Cata-

nia. Qualcuno, addirittura, sotto la minaccia di una pistola, è stato costretto a consegnare ai malviventi scarpe e giubbotti di marca. Ciò che conta è che, purtroppo, la nostra

città pullula di criminali da strapazzo, che stanno rendendo invivibile una situazione che già era tutt’altro che rosea. Stiamo tor-nando alla Catania degli anni bui, quando a una certa ora scattava il coprifuoco, quan-do vi erano delle zone no limits, quando la paura e la diffidenza verso tutto e tutti imperava sovrana. Gli episodi di micro e macro criminalità non accennano ad arre-starsi. Le forze dell’ordine hanno difficol-tà ad arginare questa dilagante malavita, anche per carenza di organico, incremen-tando quel senso di insicurezza e di abban-dono imperante tra noi catanesi. Piuttosto che imparare dagli errori del passato, Ca-tania regredisce, violentata dalle mosse della malavita e della mal’amministrazio-ne. Catania potrebbe e dovrebbe spiccare il volo, ma questo riscatto sarà un’utopia

fino a che la nostra città si troverà nelle mani sbagliate.

Tiziana Campo

il ritorno AllA cAtAniA degli Anni bui

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Novembre 2009 www.ballaronews.itoltre l’usA e gettA: stili di vitA e proposte A bAsso iMpAtto AMbientAleLi compri, li usi, li butti, li ricom-pri. Gi oggetti monouso sono co-modi e scompaiono in fretta dalla nostra vita, ma non dal Pianeta, che rischia l’invasione dei rifiu-ti. Ciò è dimostrato dal Pacific Trash Vortex, la gigantesca con-centrazione di rifiuti nell’oceano Pacifico, definita anche il sesto continente: larga oltre 2.500 km e composta per l’80% da plasti-ca. Le alternative “salvambiente” però ci sono. Prima di ogni acqui-sto pensiamo sempre: quante vol-te lo useremo? Fatto questo, resta la parte divertente: regalare una seconda vita agli oggetti che nes-suno vuole più. In natura i rifiuti non esistono. O meglio, ciò che è rifiuto per un organismo, diventa base alimentare per un altro. È un processo ciclico. Ma, quando in-terviene l’uomo, a quel punto il circolo diventa una linea, che par-te dalla materia prima, passa per il consumo e finisce direttamente dentro il bidone della spazzatura. Imputato numero uno per l’uti-

lizzo dissennato delle risorse nato dal consumismo sfrenato è l’usa e getta. Le alternative quotidiane ci sono e tante: in casa, a tavola, nell’igiene personale, in ufficio. Basta una piccola dose di buona

volontà, un po’ di organizzazio-ne e un pizzico di fantasia, ed i benefici a breve e a lungo termi-ne si faranno sentire, anche sul portafogli. Facciamo un viaggio tra i materiali a impatto zero o a ridottissimo impatto ambientale: economiche, intelligenti e saluta-ri alternative amiche del Pianeta. Nella nostra pattumiera il 50% dello spazio è occupato dalle con-fezioni, il cui costo medio si aggira intorno al 30% di quello comples-sivo del prodotto: in alcuni casi può risultare addirittura più caro il contenitore del contenuto. Op-tiamo, in alternativa, per prodot-ti alla spina o sfusi (pasta, cereali, detersivi, latte, vino ecc.), per i quali il contenitore si compra una volta sola e si riutilizza. I prodotti venduti alla spina hanno un prez-zo medio inferiore del 20-30% ri-spetto a quelli di marca. La “spesa alla spina” è ormai una realtà in molti paesi europei. A Bundano-on, in Australia, per esempio, è vietato bere l’acqua dalle bottiglie

di plastica: tut-ti devono usare contenitori rici-clabili da riem-pire al rubinetto. Provvedimento estremo, che nel Belpaese sarebbe rivoluzionario, visto che noi ita-liani deteniamo il record del con-sumo di acqua in bottiglia: dodici miliardi di litri imbottigliati ogni anno a cui corri-spondono oltre 9 miliardi di bot-tiglie di plastica

da buttare. Dei 2,2 milioni complessivi di tonnellate di imballaggi plastici solo il 35% è avviato a riciclo; il resto è rifiuto netto per l’ambiente. Ma ad inqui-nare contribuiscono notevolmen-te anche prodotti per l’igiene, che

impattano sull’am-biente in maniera sorprendentemente e negativamente in-cisiva. Ad esempio, a un bambino, nei suoi primi tre anni di vita, servono fino a 4.500 pannolini: una tonnellata di ri-fiuti indifferenziabili che rappresentano il 10% di tutti i rifiuti urbani e che gra-veranno sul pianeta per 500 anni. Per fortuna ci sono moderni pannolini lavabili, una rivisitazione moderna dei vecchi ciripà, che causano anche meno allergie e arrossamenti rispetto a quelli sintetici e che garantiscono un considerevole risparmio ri-spetto a quelli confezionati. Alternative bio sono state studia-te anche per le donne in luogo dei tradizionali assorbenti usa e getta. Si tratta di moderni sistemi da comprare solo una volta e ri-utilizzare, ossia la coppetta della luna, che si usa come un tampone non però monouso, ma da lavare e riutilizzare. Costa 30 euro, dura una decina d’anni ed è già in voga in gran parte dell’Europa. Per il bucato esiste la bio wash ball: contiene ceramica come mol-ti detersivi e lava fino a 3000 la-vaggi a mano o in lavatrice prima di dover essere sostituita. La palla di ceramica per il bucato garan-tisce un notevole risparmio eco-nomico e due grossi vantaggi per l’ambiente: non produce rifiuti da mandare in discarica e non inqui-na l’acqua, che può essere quindi inserita nel riciclo per il water o per il giardino. Altra nuova sfida filoambietali-stica è ora il biopneumatico (bre-vetto italiano di Novamont), che, rotolando in modo più fluido ri-duce i consumi di carburante del 25%, consuma meno battistrada, produce meno attrito e riduce le emissioni di gas serra.

E a salvare l’ambiente possono contribuire anche piccoli gesti quotidiani. Quando si va a fare la spesa, piuttosto che comprare ogni volta un nuovo sacchetto di plastica, che verrà utilizzato solo pochi minuti e impiegherà centi-naia di anni a smaltirsi, è meglio portarsene sempre da casa uno, magari di stoffa, come incita a fare la campagna di www.porta-lasporta.it. In alternativa si può sempre puntare sul biodegrada-bile. È solo questione di tempo e dovremmo abituarci a questo comportamento. Dopo diverse proroghe, infatti, entro il primo gennaio 2011 anche in Italia si dovrebbe finalmente giungere al definitivo divieto della commer-cializzazione di sacchi non biode-gradabili.Insomma, optare per materia-li poco impattanti non è cosa da poco. Sono i singoli, piccoli gesti, troppo spesso sottovalutati, che possono contribuire, se sommati, a migliorare la qualità della vita, producendo una vera rivoluzio-ne. Facendo ricorso al cosiddetto “effetto farfalla” espresso dalla frase “si dice che il minimo batti-to d’ali di una farfalla sia in grado di provocare un uragano dall’al-tra parte del mondo”, vogliamo farci portavoce dell’idea che pic-cole variazioni producano grandi variazioni nel comportamento a lungo termine di un sistema.

Antonella Capizzi

Pannolini ecologici lavabili

La bio wash ball per un bucato senza detersivi

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Novembre 2009www.ballaronews.ituniversità scAndAlo, trA fAvori sessuAli e nepotisMo

L’università, tra nepotismi e abusi di vario genere mostra, ancora una volta, la sua cronica debolezza. L’immagine dell’università come luogo eccelso e dedito alla cultu-ra, diretto e gestito da luminari delle scienze umane e scientifiche, viene troppo spesso macchiata da vicende sgradevoli e indecorose. Il recente caso che ha concentra-to l’attenzione sull’Ateneo di Ca-tania, generando gli stessi effetti della pioggia che cade sul bagna-to, riguarda il presunto scandalo che ha coinvolto il professore uni-versitario Elio Rossitto, docente di Economia Politica alla Facoltà di Scienze Politiche di Catania, accusato di molestie sessuali. Il caso esplode il 27 ottobre quan-do trapelano alcune indiscrezioni giornalistiche su un filmato che la trasmissione “Le Iene” aveva annunciato: “docente universita-rio catanese sorpreso all’uscita da un motel con una studentessa del proprio corso di laurea”. Si tratta della studentessa ventenne Do-minique D, che rende pubblico in un’intervista il nome del profes-sore, Elio Rossitto appunto, e che conferma in un’altra intervista televisiva le sue accuse: il profes-sore le avrebbe chiesto una pre-stazione sessuale, portandola in un motel della circonvallazione, in cambio del trenta nella sua ma-teria e di un valido sostegno alla

laurea. Qui è scattata la “trappola” perché Dominique aveva preven-tivamente chiamato la redazione del Le Iene. Durante la puntata del programma dello scorso 3 Novembre, è stato trasmesso il vi-deo, effettuato con l’ausilio di una telecamera nascosta e di un regi-stratore. Attualmente la Procura della Repubblica di Catania ha aperto un fascicolo in merito alla vicenda per tentata concussione e tentata violenza sessuale. Proprio nel giorno in cui il Senato Acca-demico avrebbe dovuto discute-re della proposta di sospensione cautelativa avanzata dal rettore Toni Recca, Rossitto ha inviato una lettera in cui chiede di essere posto in pensione con decorrenza immediata, motivando la propria decisione con l’intendimento “di non coinvolgere l’istituzione uni-versitaria in una vicenda lesiva dell’immagine dell’istituzione stessa”. L’avvocato del prof. Ros-sitto, all’uscita dal Palazzo di Giu-stizia, ha parlato di “tranello”. Nel frattempo gli studenti della Facol-tà di Scienze Politiche di Catania si sono riuniti in un’assemblea, non solo per parlare del presunto scandalo Rossitto e chiedere chia-rezza sulla vicenda, ma anche per fare un appello a tutti gli studen-ti - o meglio studentesse - di de-nunciare le molestie subite e non lasciare da solo chi ha avuto il co-

raggio di farlo, richiedendo inol-tre di bloccare una volta per tutte gli esami a porte chiuse. L’invito è quello “di far valere i nostri diritti di studenti. Abbiamo tutti il dove-re di denunciare ciò che non va”. Ma questa vicenda è solo la punta di un iceberg, ovvero della totale decadenza di una istituzione pub-blica così importante. Ricordiamo il caso “parentopoli”, che ha vi-sto protagonista anche l’Ateneo di Messina. Una pratica diffusa, quella di “sistemare” i propri cari all’interno dell’università. Per non parlare dell’assenza totale di meritocrazia nei criteri delle scelte su assistenti, dottorati e commis-sioni di concorsi, dove non fanno strada solo parenti e familiari, ma anche amici e conoscenti, cosic-ché chi non ha raccomandazioni difficilmente trova spazio in un mondo dominato da baroni e si-gnorotti. È il medioevo del terzo millennio, il feudo dell’università. I baroni universitari sono tali per-ché gli si consente di esserlo, attra-verso privilegi smisurati, nomine pilotate, concorsi truccati. Se in cambio non si chiede una presta-zione sessuale, allora si richiede un voto politico, oppure un voto pro o contro in sede di consiglio di facoltà e tanto altro ancora. Che

cambino le regole ed arrivi questa tanto auspicabile e troppo pubbli-cizzata meritocrazia; che il mondo universitario si liberi da ingiusti-zie e soprusi insopportabili; che gli studenti si uniscano per affer-mare i loro troppo spesso calpe-stati diritti; che gli organi di com-petenza, all’interno del contesto universitario, vigilino sul corretto svolgimento di esami e lezioni te-nute dai professori. L’università vive grazie ai tanti giovani, che non sono solo dei numeri o del-le tasse, ma che mettono anima e impegno per raggiungere i loro obiettivi; vive grazie agli sforzi delle loro famiglie che, dietro le quinte, lottano giorno per giorno. Il potere accademico esercitato su-gli studenti non deve essere usato per denigrare ma per valorizzare e migliorare i futuri componenti del mondo di domani.Prendiamo in prestito una frec-ciata di Friedrich Nietzsche: “C’è bisogno di educatori che siano essi stessi educati, spiriti superio-ri, aristocratici, comprovati a ogni istante, comprovati dalla parola e dal silenzio, culture divenute ma-ture, non dei tangheri addottrina-ti che il liceo e l’università offrono oggi alla gioventù”.

Stefania Patanè

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sAlvo lA rosA, MAttAtore dell’intrAtteniMento nostrAnoÈ indiscutibilmente il più noto presentatore siciliano, mattato-re dell’intrattenimento nostrano, volto del più seguito talk show della Sicilia, “Insieme”, la cui pri-ma puntata risale all’11 novembre del 1994 e che, anno dopo anno, è diventato imperdibile appunta-mento per i telespettatori e get-tonatissimo trampolino di lancio per artisti locali e nazionali. Stia-mo parlando di Salvo La Rosa, spigliato conduttore, serio e pro-fessionale giornalista, capace an-che di cimentarsi con destrezza nel ruolo di simpatica spalla dei comici che si alternano sul suo palcoscenico.Hai da sempre sognato di fare questo mestiere?Da sempre ho voluto fare il gior-nalista, il conduttore televisivo e, comunque, il comunicatore. Sin da ragazzino ho fatto il giornale di classe con il ciclostile; in II media ho approntato con un mio com-pagno di classe una radio che si sentiva dai salesiani sino a piazza Santa Maria di Gesù e ho fatto la radiocronaca della finale del cam-pionato di calcio di terza media; conducevo anche le recite scolasti-che. Essendo però mio padre otti-co, all’università mi iscrissi in me-dicina. Ostinato, però, ho lo stesso iniziato a collaborare per la Sicilia come esterno e, via via, quella che era una passione è diventata un lavoro. Sono entrato ad Antenna Sicilia, ho cambiato facoltà e mi sono iscritto in Scienze Biologi-che, dove ho conseguito la laurea giusto per avere, come si dice, il pezzo di carta, ma ho continuato nella mia passione, passando dal giornale, alla radio e alla tv.Qual è, tra tutte le tue esperien-ze lavorative, quella a cui sei più legato?Inevitabilmente “Insieme”, perché è un’esperienza talmente invasiva nella mia vita che non può che es-sere principale. Avendo fatto oltre 2 mila puntate, 100 puntate l’anno tutti i giorni e per 15 stagioni, più le tournèe estive, e avendo otte-

nuto – e lo dico con umiltà - un successo clamoroso, che va al di là di ogni più rosea aspettativa, è chiaro che questa trasmissione me la sento dentro. L’equazione Insieme=Salvo La Rosa è vera, an-che se la trasmissione della svol-ta fu “Vediamoci in piazza”, talk show allargato con molto spetta-colo che, nel 1991, presentava il festival della canzone siciliana di allora. Fu questa la prima trasmis-sione di spettacolo e intratteni-mento tutta mia.A insieme ci saranno no-vità nel for-mat, oppure cavallo che vince non si cambia?I n d u b -b i a m e n t e squadra che vince non si cambia. Il cuore della trasmissio-ne rimarrà quello. Ci s a r a n n o però alcune novità, come un pianista fisso accom-pagnato da una bella voce femminile, che saranno la mia colonna sonora di appoggio. La musica, con grandi artisti, sarà sempre protagonista. Stiamo inol-tre allargando a nuovi comici, an-che nazionali.Ti senti un po’ un talent scout?Quando si fa una trasmissione di questo tipo, che su 2 mila puntate ha visto avvicendarsi migliaia di artisti, inevitabilmente questi per-sonaggi (molti dei quali emergen-ti e molti con una loro storia arti-stica pregressa) ad Insieme hanno consolidato la loro notorietà, di-ventando personaggi amati dal pubblico. Sono orgoglioso di po-ter concorrere a far conoscere arti-sti talentuosi che, sul palcoscenico

di Insieme, hanno la possibilità di esprimersi ed essere apprezzati.Come si mostra il pubblico nei tuoi confronti?Il pubblico si mostra molto caloro-so. È chiaro che c’è anche qualche critica che è sempre ben accetta, ma riscontriamo un grande suc-cesso. Recentemente siamo stati persino in Germania per la prima volta e abbiamo ricevuto un’ac-coglienza calorosa e tenera. Due sono i complimenti più belli che il pubblico mi fa. Il primo è: “Signor

La Rosa, lei ogni sera ci fa com-pagnia”. In un’epoca di grandi soli-tudini, crisi e difficoltà, riuscire a regalare ri-sate e spen-s i e r a t e z z a ai nostri spettatori è impagabile. Altro com-p l i m e n t o bellissimo è quando mi dicono che preferiscono Insieme alle altre tra-

smissioni della Rai o di Mediaset. Non ci sogneremmo mai di para-gonarci a queste corazzate ricche famose; ma che molti optino per Insieme è motivo di grande orgo-glio per me e per tutta la squadra che lavora per la trasmissione. Fare un programma quotidiano di 2 ore e mezza a Catania è dav-vero un’impresa. La nostra non è la produzione di un’emittente locale ma di una grande tv nazio-nale. Questo ci viene riconosciuto anche da artisti nazionali che, se nei primi anni storcevano un po’il naso quando venivano invitati da noi, ora ci richiedono ospitalità. Inoltre adesso c’è anche il satellite che ci da un respiro internaziona-

le: finisce l’esperienza di Sicilia Channel e ci spostiamo su Oasi Tv che è sull’848 di Sky. Hai avuto anche importanti espe-rienze in programmi nazionali. Cosa ti è rimasto di queste impor-tantissime vetrine?Sì, a cavallo tra il 2000 e il 2003. Cito 2 festival di Sanremo da in-viato e 14 puntate con “Novecen-to”, che ritengo essere una delle più belle trasmissione che la Rai ha prodotto negli ultimi tempi, per-ché raccontava in modo brillante la storia del ‘900 italiano. Consi-dero queste esperienze come dei master: mi hanno fatto conoscere la realtà delle grandi emittenti na-zionali, insegnandomi moltissimo e permettendomi di crescere pro-fessionalmente. Non hanno avuto ulteriori sviluppi, ma va bene così. Qui ho una realtà che ci siamo co-struiti con le nostre mani e che mi soddisfa pienamente. Professionalmente ti ispiri a qualcuno?Premetto che sono e rimango sem-pre Salvo La Rosa, con uno stile, un garbo e un’educazione miei. Non amo essere invasivo, non amo i presentatori e i giornalisti osses-sivi e aggressivi, perché quando si ha un microfono in mano si ha comunque un potere fortissimo che, se ben gestito, va a buon fine, altrimenti può diventare un’arma devastante. Pippo Baudo, che mi è amico, mi ha indubbiamente inse-gnato moltissimo. Ho guardato e guardo tuttora moltissima televi-sione, per apprendere e prendere il buono da tutti. Sono fermamen-te convinto che il confronto sia fondamentale. Mi viene in mente una frase che mi ripeteva sempre mia madre: “frequenta chiddi megghiu ‘i tia e pigghici i spisi”, nel senso che, quando si incontra una persona colta e preparata, si deve cogliere ciò che può servire per imparare e crescere con lealtà e senza invidia.

Tiziana Campo

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Novembre 2009 Novembre 2009

Per il look di Giulia: gioielli, occhiali, abiti, Scarpe, acconciatura e servizio fotografico di...

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Per il look di Giulia: gioielli, occhiali, abiti, Scarpe, acconciatura e servizio fotografico di...

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intervistA Al sindAco di treMestieri etneo Antonio bAsileUn’amministrazione comunale solerte e in sinergia col cittadino

E’ già trascorso più di un anno dall’elezione del Dott. Antonio Basile a Sindaco del Comune di Tremestieri Etneo. Con lui abbiamo fotografato l’attuale situazione della nuova Amministra-zione Comunale, i traguardi raggiunti e quelli messi in cantiere.Sindaco Basile, quali sono state le principali problematiche che ha incontrato all’inizio del suo mandato?Nell’immediato abbiamo risolto problematiche inerenti ad evitare il dissesto del comune. Ab-biamo rivisto tutti i conti ed effettuato la dismis-sione di tutti gli affitti degli immobili comunali, ricollocandoli presso edifici di nostra proprietà. Abbiamo pianificato tutti i debiti fuori bilancio per un ammontare di circa due milioni e mezzo di euro e siamo riusciti a rateiz-zare con delle transazioni, in un arco temporale di tre e quattro anni, il debito “Petitto Maria” e il debito “Caruso Ga-etano”, risalenti agli anni ‘80 e ‘90. Ab-biamo inoltre proceduto alla riduzione dei settori con un ulteriore e non indif-ferente risparmio: l’amministrazione era dotata di quindici dirigenti, mentre adesso sono appena nove. Programmi in cantiere per il prossimo futuro?Abbiamo ottenuto grossi finanziamenti regionali per quanto riguarda la ma-nutenzione degli immobili, in parti-colare degli edifici scolastici: circa 340 mila euro per la messa in sicurezza di una scuola media, 314 mila euro per la scuola “Raffaello Sanzio” e un ulteriore finanziamento per la scuola “Settebello Nord”. Da qui ai prossimi anni, tutti gli edifici scolasti-ci saranno messi in sicurezza. Siamo inoltre ri-usciti, partecipando ad un bando regionale, ad ottenere un finanziamento di 712 mila euro per la realizzazione di un nuovo asilo nido, classi-ficandoci tra i primi cento progetti approvati. Abbiamo approntato una programmazione forte, tra cui la valorizzazione della Via Nizzeti e l’abbattimento delle barriere architettoniche. Stiamo per ultimare i lavori del pattinodromo, con la riqualificazione della zona verde circo-stante: è stato realizzato un campo di pallaca-nestro polifunzionale all’interno del quale si potrà usufruire di un campo di bocce e di uno sguinzagliatoio per gli animali. Abbiamo am-pliato la biblioteca comunale di Canalicchio e, a breve, prenderà luce pure un giardino d’esta-

te nella stessa struttura. In cantiere c’è anche la messa in sicurezza del palazzo municipale, la riqualificazione della facciata, la realizzazione della piazza e del parcheggio antistante il pa-lazzo municipale. L’intero consiglio comunale ha inoltre approvato la realizzazione di un ul-teriore parcheggio in pieno centro storico, ac-canto al cimitero comunale. Il 2009 è stato ed è tuttora un anno dedicato alla viabilità, con la programmazione di strade importanti che diano respiro a una viabilità ormai troppo pe-sante. Altra priorità riguarda il tanto atteso piano regolatore che spero possa essere adot-tato prima della fine dell’anno. Sono convinto che, a breve, i cittadini potranno ottenere quello

che da trent’anni attendono: la possibilità di far sviluppare l’economia attraverso la crescita di strutture commerciali e artigianali, dando così opportunità di lavoro. Altro obiettivo è l’asse-gnazione dei terreni alle cooperative, che da tanto li richiedono. Che tipo di rapporto si è instaurato con la cit-tadinanza?Un rapporto meraviglioso perché “Nino (così come sono stato definito appena un anno fa quando vinsi la campagna elettorale) è figlio di Tremestieri”. Io sono nato e continuo a vivere qui e non è cambiato il mio modo di rappor-tarmi con la gente. Vivo tra la gente, non mi sono chiuso nelle stanze del Comune. I miei concittadini hanno la possibilità di incontrarmi per strada e di venirmi a trovare nella sede co-munale. Ne pago ovviamente le conseguenze.

Essendo le sollecitazioni giustamente espresse dai cittadini tante e non essendomi dotato di uno staff per far risparmiare il Comune, molti sono i sacrifici a cui andiamo incontro io, la mia famiglia e tutti coloro che, in maniera sponta-nea, stanno collaborando pur senza alcun com-penso, ma semplicemente perché credono nel lavoro che si sta svolgendo. Chiedo scusa ai miei concittadini se tante cose non sono state ancora realizzate, ma è necessario più tempo. Chiedo di esprimere un giudizio sul mio opera-to alla fine del mio mandato, perché sarà quello il momento in cui potranno tirare le somme e riconfermare o meno la fiducia che mi è stata accordata precedentemente.

Progetti dedicati alla realtà giovanile di Tremestieri?Molti sono i progetti che quest’ammini-strazione sposa con le scuole del territorio. Approfitto per ringraziare tutti i dirigenti scolastici che continuano a proporre inizia-tive valide. E’ da poco partita un’iniziativa riguardante la raccolta differenziata e pros-simamente sarà presentato un progetto che tratterà il tema “lavoro e legge”, il cui scopo sarà di far capire ai nostri figli come ci si può insediare, nel rispetto della legge, nella realtà lavorativa, in un momento così difficile per l’economia. Noi puntiamo sui giovani e allo stesso tempo abbiamo rispetto per gli anzia-ni a cui cerchiamo di dare tanto. Quest’am-ministrazione ha proceduto nei giorni scorsi all’acquisto di un nuovo pullman e, prima della fine dell’anno, instaurerà un collega-mento tra il centro e le frazioni Canalicchio,

Immacolata e Piano, per consentire ai nostri concittadini di raggiungere gli edifici comunali e il cimitero.Tracciando un bilancio, cosa auspica per il fu-turo?Credo che la nostra sia un’amministrazione ambiziosa. Abbiamo lavorato bene e, per que-sto, ringrazio tutti gli assessori e l’intero consi-glio comunale. Se in futuro manterremo ancora questa sinergia, sicuramente raggiungeremo altri obiettivi. Il mio sogno è quello di realizza-re tutto quello che ho fatto presente in questa intervista: mi sentirei l’uomo più felice sapen-do di aver svolto un grande lavoro per il mio paese. In quel caso potrò nuovamente chiedere la fiducia ai miei concittadini per continuare a realizzare cose importanti per la mia città.

Stefania Patanè

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La vacanza al mare, il weekend in una capitale europea, tanto sognati la scorsa estate, per alcu-ni si sono trasformati in un incubo. Le vicende che hanno riguardato i viaggiatori “lasciati a terra” da compagnie aeree e tour operator che sono finiti a gambe all’aria, hanno suscitato un certo clamore: sono nati comitati di truffati, gruppi su facebook, blog. Persino trasmissioni televisive, come “Striscia la notizia” e “Mi man-da Rai3” si sono occupate dei casi più eclatan-ti. Molti sono stati coloro che attratti da offerte ammiccanti di fantomatici operatori turistici presenti sul web, hanno affidato la realizza-zione della propria vacanza a chi invece li ha truffati o, nel-la migliore delle ipotesi, li ha lasciati a casa senza nemmeno rimborsarli. Nei casi più gravi, altri hanno dovuto organizzar-si un rientro in patria anticipa-to, ripagando i servizi di tasca propria. Come per strada, così nel web, tante sono le insidie che pos-sono nascondersi dietro a pro-poste attraenti a prezzi molto bassi.Il diffondersi del fenomeno delle vacanze low cost, trai-nato da compagnie aeree che

hanno abbassato i prezzi dei voli a fronte spesso di una riduzione dei servizi offerti, ha contagiato anche operatori che pre-cedentemente ave-vano una maggio-re cura del cliente e che oggi, pur di vendere a prezzi sempre più bas-si, hanno un po’ sacrificato quella qualità che li ave-va contraddistinti.In passato le offer-te last minute ser-vivano agli opera-tori per riempire i posti rimasti in-venduti, permet-

tendo a pochi fortunati di acquistare all’ultimo minuto pacchetti di viaggio dal valore ben più elevato. Recentemente, invece, l’uso improprio della terminologia last minute ha provocato un po’ di confusione sul mercato. Sempre più persone hanno cominciato ad acquistare sotto data, alterando l’utilità dell’offerta stessa. La confusione che ne è scaturita ha portato ad una alterazione della percezione del valore dei servizi turistici in generale e dei pacchetti tutto compreso in particolare. Le diverse disavventure hanno comportato probabilmente un innalzamento della soglia

d’attenzione tra gli internauti e un ritorno in agenzia per i molti viaggiatori che alle loro va-canze attribuiscono un valore speciale. Il mito che le vacanze a prezzi migliori si trova-no soltanto sul web e all’ultimo minuto è stato sfatato. Sempre più spesso ci si accorge quan-to sia importante il valore aggiunto che si trae dall’affidarsi a chi organizza viaggi per profes-sione e che conosce i prodotti dei tour operator e le destinazioni turistiche per esperienza.Per la stagione invernale 2009-10, la panorami-ca delle proposte di viaggio non sembra aver risentito della contrazione della domanda. Ce n’è per tutti i gusti. Dalle splendide spiagge caraibiche, alle coste orientali africane o del sud America; city break nelle capitali europee o negli Usa; il fantastico Oriente; o anche più vicino a casa, per ricercare atmosfere di relax e benessere nelle numerose strutture alberghiere dotate di centri benessere, che offrono soggior-ni a tema durante i fine settimana. I mercatini di Natale in Svizzera e nei paesi del Nord Europa introducono alle magiche atmosfere delle feste; i parchi divertimenti offrono svaghi per grandi e piccoli; e poi la neve, ideale sia per le famiglie che per le coppie, sino a giungere alle numerose proposte per trascorrere le vacanze di Natale. E allora come fare? Cosa scegliere? Ci si augu-ra che gli errori estivi abbiano reso finalmente chiara l’utilità dell’agente di viaggio, che, un po’ come uno psicologo, deve entrare in sin-tonia con il cliente. Non è detto che un profes-sionista preparato sia apprezzato allo stesso modo da clienti diversi. Provate, però, a recarvi in un’agenzia: entrate con il sorriso e verrete

ricambiati. Siate sinceri sia in ordine al budget che volete destinare alla vostra vacanza, sia in ordine alle vostre aspet-tative. Riceverete in cambio al-trettanta sincerità e competen-za. Niente offerte mirabolanti, niente miraggi a prezzi da di-scount. Troppi sogni si sono infranti durante l’estate. È l’ora dei doni natalizi e, come un bimbo non vuole trovare sot-to l’albero un giocattolo rotto, così anche il viaggiatore desi-dera, giustamente, rimanere soddisfatto.

Nelly Gennuso

Novembre 2009 www.ballaronews.itestAte dA diMenticAre, nAtAle dA sognAreLa necessaria riscoperta degli agenti di viaggio contro truffe e disservizi

Istanbul

Dubai

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Una sorgente di importanza sto-rico-archeologica non indiffe-rente, sconosciuta alla maggior parte dei catanesi. Ci riferiamo alla sorgente Cifali (dal greco “testa d’acqua”) che scorre sotto il quartiere di Cibali. La storia della sorgente va di pari passo con lo sviluppo della nostra cit-tà. Prima del 1625 si hanno solo accenni della sua esistenza sotto la colata lavica del ‘600 e al fatto che era di proprietà della dioce-si di Catania. Nel 1625, quando Catania cominciò ad espandersi, il vescovo concesse ai Benedetti-ni di prelevarne l’acqua portan-dola a Catania attraverso un ac-quedotto, passando così da uno sfruttamento solo locale della sorgente ad un uso da parte del-la città intera. Nel 1699, dopo che la lava sommerse per la se-conda volta Catania, la sorgen-te, in origine sul suolo, divenne sotterranea. Dal 1755 fu sfruttata in modo sistematico e industria-le, per innaffiare terreni, lavare panni e fare canali. Nell’800 di-venne tanto importante da su-scitare molte liti tra i proprietari terrieri (che volevano utilizzare l’acqua per abbeverare i terreni), il comune di Catania (che vole-va mantenere l’acqua ad uso suo e degli abitanti di Cibali) e

il Vescovo (che voleva l’acqua ad uso esclusivo dei propri con-cessionari paganti).Una valenza storica rilevante, dunque, a cui se ne affianca anche una arche-ologica. In via Dirg infatti si tro-va un condotto che rappresenta uno dei pochi esempi in Italia di camera dre-nante (fatta dal Principe Bisca-ri nel 1749, per la costruzione Villa Labirinto, ossia Villa Bel-lini), e su cui è perciò apposto un vincolo et-noantropologi-co. La sorgente ha anche una rilevanza geo-logica, in quan-to lungo il suo corso sono state ritrovate argille marmose azzurre del pleistocene, tracce del passato sottomarino della Sicilia. Tuttora della sorgente si possono ammirare tracce, come bocchette, mulini e norie anche visibili alla Cittadella Universi-taria. Ma l’edificazione dissen-nata sta distruggendo anche ciò che resta. Il Comitato consultivo

che fornisce pareri sui vincoli all’Assessorato ai Beni Cultu-rali, in occasione di un ricorso per autorizzare una costruzione proprio su una zona soggetta a vincolo etnoantropologico per-ché al di sotto vi scorre la sor-

gente, ha af-fermato che ciò che non è visibile e non usufrui-bile non è da proteggere. In sostanza si è creato un p e r i c o l o s o precedente per la distru-zione totale del nostro sottosuolo e della sorgen-te, rischian-do così di renderla una

leggenda, com’è accaduto per la sorgente Gammazita, ormai diventata pozzo e discarica. Il Comune di Catania ha giusti-ficate le concessioni edilizie su zone che insistono sulla sor-gente, negando di essere a co-noscenza dell’esistenza di essa, nonostante Cifali venga citata in molti dei documenti deposi-

tati presso l’archivio comunale. Continuando ad autorizzare altre costruzioni, che alterano il corso della sorgente, col tempo si creerà un pericoloso dissesto idrogeologico. Fino al 2001 tutta la collina di Cibali era soggetta a vincolo idrogeologico, ora tolto. E da allora si contano i danni: dalla scalinata della chiesa di Cifali, quando piove, esce acqua abbondante. La scuola ”XX Set-tembre è franata. Ma ciò non è bastato a non autorizzare la co-struzione di villette pochi metri più in là, facendo finta che que-sti episodi non siano collegati alle modificazioni nel corso del-la sorgente. Da pochi giorni si è concluso un procedimento tra la Afedil Costruzioni contro il Comune di Catania e la Soprin-tendenza ai Beni Culturali per sospendere il vincolo e poter co-struire altri edifici. Attendiamo il deposito della sentenza per sapere chi vincerà la battaglia tra il patrimonio archeologico e la legge del cemento. Ringrazia-mo per la documentazione - per la verità molto più dettagliata - Agata Lanzafame e Francesco Ventaloro, appassionati studio-si della storia della sorgente.

Tiziana Campo

lA sorgente cifAli, pAtriMonio sconosciuto e bistrAttAto

Molte sono le realtà sportive di tutto rispet-to nella nostra città e nei paesi limitrofi. Tra queste c’è la A.S. Pedara, squadra di palla-volo militante nel campionato di II Divisio-ne femminile. Gli allenamenti si svolgono presso la palestra della scuola “Alcide De Gasperi” per concessione del preside Fer-nando Rizza, dell’Assessore allo Sport Tor-risi e del sindaco Anthony Barbagallo. Ciò ha consentito un notevole miglioramento degli allenamenti stessi e un incremento nel numero degli iscritti, in quanto prima la squadra aveva a disposizione la palestra “Monsignor Pennisi”, struttura molto più vecchia. Alessandra Trovato è l’allenatrice, il marito Giovanni Musumeci il presidente.

Dalla loro passione e dalla loro voglia di fare è nata questa bella società pallavolistica, im-portante punto di riferimento per Pedara e non solo. Con Alessandra abbiamo parlato delle sue pregresse esperienze sportive e del suo ruolo da coach. “Sono nata e cresciuta a Troina. Poi – spiega l’allenatrice – all’età di 20 anni sono stata invitata a giocare in una società di b2, a Militello, dove ho giocato per 5 anni, ottenendo anche una promozione in b1. Ho cambiato molte squadre e ho sempre amato questo sport. Fin da giovanissima – continua Alessandra – ho sempre avuto il desiderio di gestire un centro di addestra-mento e finalmente, nel 2006, sono riuscita a creare questa società con dei centri adde-

stramento appunto. Continuo tuttora a gio-care in una squadra di B2 di San Giovanni La Punta (Clan dei Ragazzi), ad allenare e sono anche madre di due bimbi, cosa che mi ha molto aiutato nell’approccio con i bambi-ni che alleno. Oltre a me, la squadra è alle-nata anche da Angela Amore, insegnante di educazione fisica, e da Laura Calì, che gioca attualmente nella squadra del Tremestieri che milita nel campionato di b2”. Insomma, persone qualificate al timone di una squa-dra che raccoglierà sicuramente i frutti di un impegno serio e appassionato.

Giulia Calì

A.s. volley pedArA, reAltà sportivA fAttA di iMpegno e serietà

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“AllAkAtAllA” su rsc, un incredibile successo rAdiofonicoContinua il connubio tra Giuseppe e l’Associazione SaperexGuidare

Allakatalla propriamente vuol dire tutto e niente, o quantità indefinita o meglio ancora, dal greco, altro e altro ancora. Ma Allakatalla è anche il nome della trasmissione radiofoni-ca più seguita in Sicilia nella storia della radio, partorita dal “genio” di Giuseppe Castiglia, brillante conduttore radiofonico, oltreché in-superabile narratore di barzellette, attore e cantante, apprezzato dall’intero pubblico sici-liano. “La scelta del nome - come ci racconta lo stesso conduttore - è frutto di un episodio. Quando arrivai in radio la prima volta c’era un caos di macchine infernale e, visto che a Catania si suole dire in simili contesti “e chi successi l’allakatalla?”, decisi che la trasmissio-ne si sarebbe chiamata così”. La seguitissima trasmissione radiofonica cambia frequenza, partner (accanto a Giuseppe Castiglia trovia-mo ora Fabio Formosa) e radio, spostandosi su Radio Studio Centrale, ma mantiene inalterato il suo format e incrementa il suo successo, regi-strando un’impennata di ascolti. Il programma in radio non ha testi, né autori. Tutto è basato sull’improvvisazione, sulle gag che nascono spontanee nel corso della diretta, sui diverten-tissimi personaggi simpaticamente interpretati da Giuseppe: Nunzia su tutti, ma anche Arci-baldo Spinelli, Iachino e molti altri. Gli autori sono giornalmente gli ascoltatori, con cui, in base all’argomento e ai messaggi ricevuti, si crea una sorta di chiacchierata tra amici. Ac-

canto ai numerosissimi e imperdibili momenti di divertimento, nel corso della trasmissione, non mancano anche colle-gamenti o interventi so-cialmente utili. Continua infatti il connubio tra Giuseppe Castiglia e l’As-sociazione SaperexGui-dare, dedita alla sensibi-lizzazione, prevenzione e sicurezza stradale, di cui l’artista è testimonial. Più volte la redazione di Bal-larò news è stato ospitata ad Allakatalla, assieme alla modella del mese, per parlare di sicurezza stra-dale. Inoltre, durante gli

incontri con le scuole organizzati dall’associa-zione, Giuseppe si collega telefonicamente in diretta radio con i ragazzi, per sensibilizzarli sull’utilizzo del casco e sul rispetto del codice della strada. L’ultimo collegamento si è svol-to lo scorso 9 novembre, presso il Comune di San’Agata Li Battiati, con i ragazzi di III media della scuola “Mario Pluchinotta” di Sant’Aga-ta Li Battiati, accompagnati dalla prof.ssa Ma-ria Grazia Palio, referente di educazione stra-dale. Nel corso dell’incontro in cui Giovanni Calì, il Comandante della Polizia Municipale di Battiati, dr. Rovida, il vicesindaco di Battia-ti Floresta e il Presidente del Consiglio comunale Mavilla hanno toccato ad ampio raggio temati-che concernenti la sicu-rezza stradale, Giusep-pe è intervenuto con un collegamento telefonico trasmesso in diretta su Radio Studio Centrale. “Verrei personalmente con voi – ha affermato Giuseppe, rivolgendosi ai ragazzi – ma, essendo impegnato in radio, devo accontentarmi di questi collegamenti telefonici.

Ogni anno a causa di incidenti stradali spari-sce un paese di circa 4-5 mila abitanti. Credo che iniziative del genere siano da abbracciare con entusiasmo – sottolinea Giuseppe – perché hanno un’importanza fondamentale e sono contento che anche le forze dell’ordine le ap-poggino. È sempre bello trasmettere anche messaggi importanti come questo, oltre alle barzellette o alle battute comiche”. Dopo esser-si congedato dai ragazzi, molto divertiti, con lo slogan”Occhiu vivu, mettiti u cascu”, perché “è sempre meglio arrivare, anche se spettina-ti”, l’incontro si è chiuso sulle note della diver-tente canzone, rivisitata da Castiglia, “Vespa 50”. I ragazzi si sono mostrati molto soddisfat-ti dell’incontro. “Davvero interessante - com-menta il dodicenne Adriano Veroux - e non ci siamo per niente annoiati . Anche se sono piccolo, quando salgo in auto, allaccio sempre la cintura perché so quanto le strade siano pe-ricolose. E da grande indosserò sempre anche il casco. Giuseppe è molto simpatico ed è bel-lo che parli anche di cose così serie. Poi con la canzone ho riso tanto”. Gli impegni di Giuseppe non si fermano solo alla radio. A partire dal 23 novembre sarà nuo-vamente ospite della trasmissione televisiva Insieme, condotta da Salvo La Rosa, nella qua-le allieterà il pubblico raccontando barzellette come solo lui sa fare. Nell’attesa lo seguiamo in veste radiofonica e… buona Allakatalla a tutti!

Tiziana Campo

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Giuseppe Castiglia si conferma re di risate e gag

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energie rinnovAbili: stAti uniti e itAliA A confrontoDiceva Gandhi: “Vivi semplicemente. Questa terra ha risorse per tutti, ma non per l’avidità di tutti”.Rispetto dell’ambiente non significa rinuncia alla civiltà, bensì empatia tra le risorse natura-li e le necessità dell’uomo. Negli ultimi tempi si assiste ad un aumentato interesse nei con-fronti di tematiche inerenti all’ambiente e alle possibili soluzioni rispettose di esso e in grado di permettere uno sviluppo sostenibile. Tra queste, sempre più spesso si sente parlare di fonti di energia alternativa, per intendere le diverse modalità per ottenere energia elettri-ca senza l’utilizzo di combustibili fossili, e di fonti di energia rinnovabile, vale a dire fonti di energia che, per loro natura, non sono soggette ad esaurimento e la cui utilizzazione non ne pregiudica, nella scala dei tempi, per così dire, umani, la futura disponibilità. Abbiamo in-contrato l’ing. Salvatore Tiralongo, fondatore, assieme al dr. Paolo Dell’Arte, della Sky Ener-gy Italia s.r.l., azienda leader nel settore delle energie rinnovabili che offre alla propria clien-tela un servizio completo che va dall’analisi alla realizzazione del progetto. Con lui e con il suo socio americano, Ray Sorensen, abbiamo fatto un raffronto tra Italia e Stati Uniti, relati-vamente all’utilizzo delle energie rinnovabili.Dottor Sorensen, quali sono le principali diffe-renze tra Stati Uniti e Italia in materia di ener-gie alternative e in particolare di fotovoltaico? Negli Stati Uniti, con l’elezione di Obama, le energie rinnovabili hanno ricevuto una spinta enorme. Da un punto di vista di incentivazione comunque rimangono molto al di sotto rispet-to agli Stati Europei, ed in particolare all’Italia che ha il pacchetto d’incentivazione più alto d’Europa. Gli incentivi negli Stati Uniti sono suddivisi in tre parti: 1. Federale; 2. Statale; 3. Rimborso da parte del gestore di rete. In parti-colare, lo Stato federale dà un credito d’imposta pari a circa il 30% del co-sto totale dell’impianto; il governo statale (ad esem-pio Arizona, California, ecc.) dà un rimborso monetario che varia da posto a posto, ma che di solito si aggira sui $3000 ad impianto; ed infine il gestore di rete rimborsa, ad impianto allacciato, circa il 30% del costo stesso dell’impianto. Il sistema utilizzato per re-

cuperare l’investimento è lo stesso dell’Italia e cioè “scambio sul posto”, o come definito in in-glese “net metering”.Quindi, per ricapitolare, il tutto è molto simile al sistema italiano, con l’unica differenza che negli Stati Uniti l’incenti-vazione arriva ad un massimo del 60% a fondo perduto, mentre in Italia, attraverso il “Conto Energia”, in zone come le nostre si riesce a rag-giungere anche il 300% nell’arco dei vent’anni. Ing. Tiralongo, perché in Italia il ricorso ad energie alternative stenta a decollare?In Italia purtroppo tutto viene azzoppato dalla burocrazia e dai vari enti pubblici. Tut-to diventa molto più complesso di quello che è. Negli Stati Uniti, dopo la firma del cliente, l’iter si completa al massimo entro 60 gior-ni (allaccio alla rete incluso), grazie alla cer-tezza del flusso metodologico indicato dagli enti, grazie al loro rispetto dei tempi e alla standardizzazione. In Italia, invece, là dove ci sono dei vincoli, possono volerci anche più di 4 mesi. Inoltre, non tutti gli uffici utilizzano gli stessi metodi di giudizio, e non tutti hanno gli stessi tempi, non c’e’ mai alcuna certezza e la standardizzazione non e’ un concetto anco-ra utilizzato dalle nostre parti. A tutto ciò si aggiunge la mancanza di fiducia da par-te del cittadino nei confronti delle istituzio-ni. Mentre negli Stati Uniti tutti hanno la certezza che ciò che il governo si impegna a fare, sarà rispettato e mantenuto senza alcun ombra di dubbio, in Italia riscontriamo continuamente lo stesso dubbio nei clienti, i quali temono che il governo non mantenga i patti del “Conto Energia”. Se non imperasse questa diffidenza, non si spiegherebbe altri-menti perché non troviamo, specialmente in Sicilia, un impianto fotovoltaico su tutti i tetti. Mi preme comunque sottolineare che questa

diffidenza, per quanto giu-stificata da passati eventi, dovrebbe esser superata dai nostri concittadini, vi-sto che ad oggi il GSE (Ge-store Servizi Elettrici) ha rispettato i suoi impegni. Dottor Sorensen, quali sono i maggiori vantaggi che si riscontrano in Usa nell’utilizzo di energie al-ternative?Negli Stati Uniti, visto l’enorme consumo di elet-tricità, il maggiore benefi-cio raggiungibile in media e’ un abbattimento di circa il 30% della propria bollet-

ta, e nonostante ciò gli impianti sorgono come funghi. In Italia, invece, l’abbattimento della bolletta è pressappoco totale. In una regione come la nostra, optare per il fotovoltaico sarebbe come scoprire l’acqua cal-da, ma la diffidenza verso il nuovo, la scarsa informazione e pubblicizzazione da parte del governo, unita a un disinteresse generalizzato verso tutto ciò che invece potrebbe apportare dei benefici non consentono il meritato boom di queste nuove forme di energia, che dovreb-bero in toto soppiantare quelle tradizionali. I grandi fornitori considerano ormai le energie pulite come “una delle tecnologie chiave del 21esimo secolo” e sempre più investono in nuovi progetti, in quanto si è compreso che le energie rinnovabili, oltre a essere imprescin-dibili per il clima, contribuiscono a sviluppa-re l’economia e migliorare e incrementare il benessere della popolazione. Dati confortanti comunque provengono dall’“Energymed”, la Mostra Convegno sulle Fonti Rinnovabili e l’Efficienza Energetica nel Mediterraneo orga-nizzata da Anea (Agenzia Napoletana Energia e Ambiente), secondo cui in Italia l’utilizzo del fotovoltaico cresce al ritmo di 60-70 MW al mese (gli impianti in funzione nel nostro Pae-se sono 35.000) e il suo prezzo scende ogni 2-3 anni. Quanto ad installazione di impianti foto-voltaici, l’Italia si è piazzata nel 2008 al terzo posto nel mondo, dietro Germania e Spagna. Confortanti anche i dati relativi ai possibili sbocchi occupazionali nei prossimi due anni: secondo Legambiente, infatti, sono previsti 70 mila nuovi posti di lavoro proprio grazie al fo-tovoltaico. Questi sono solo dei dati, che però confermano come le energie rinnovabili, e nel-lo specifico il fotovoltaico, siano da considera-re un patrimonio cui rivolgere tutta la nostra attenzione.

Tiziana Campo

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Il dottor Ray Sorensen, socio americano di Sky Energy Italia

Da sinistra, il dr. Paolo Dell’Acqua e l’Ing. Salvatore Tiralongo

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Novembre 2009

Molti sono i prodotti che consumiamo regolarmente sulle nostre tavole, ma di cui molto spesso ignoriamo la provenienza, nonché i metodi di coltivazione. Non ci si regola più sulla stagionalità di ogni ortaggio o frutto, e ciò perché si è radicato un modus pensandi che prevede il tutto e subito, in barba al ciclo naturale. Cosa si nascon-de dietro questa perenne offerta di prodotti? Le indu-strie si servono di due metodi: l’intervento meccanico e l’uso delle serre e l’intervento chimico-diretto, con l’uso e l’abuso di pesticidi e concimi. Con questi escamotage, i cibi ci appaiono sempre perfetti e gonfi ma insipidi e spesso dannosissimi. Se da un lato, infatti, si soddisfano le richieste dei consumatori, dall’altro si sacrifica la ge-nuinità dei prodotti e si altera l’ecosistema. Per ovviare a questi inconvenienti, da più di trent’anni molti piccoli

produttori hanno scelto una produzione consapevole e rispettosa dell’ambiente, utilizzando un irrisorio nume-ro di macchinari e serre ma, soprattutto, rinunciando a qualunque agente chimico. A tal proposito abbiamo in-contrato Fabio Prestifilippo, un simpaticissimo ragazzo che, con grande spirito d’iniziativa, impegno e prepara-zione, ha da poco aperto un negozio biologico, “Bio...lo-gicamente”, nella zona di Canalicchio, in Via Nizzeti 58. Il suo interesse e la sua attenzione per tutto ciò che è bio-logico nasce da intolleranze ed allergie. Se è però vero che la necessità di risolvere problemi di intolleranze può porsi alla base della scelta per il biologico, questo è solo un primo impatto. È infatti inconfutabile che il biologico porta ad uno stile di vita cosciente e ponderato, a cui difficilmente si riesce a rinunciare una volta assaporati

i veri e genuini sapori. I “negozi Bio”, con la riscoperta del naturale e l’abbandono dei prodotti chimici, hanno registrato negli ultimi anni un’impennata notevole. Ed è proprio nel settore del biologico che la clientela pre-ferisce il negozio a dimensione umana, dove chiedere consiglio al negoziante che con cordialità e preparazione saprà soddisfare ogni esigenza. Bio vuol dire rispetto delle leggi e dei tempi della natura e fiducia in chi mette, come Fabio,Daniela e Mariangela al servizio dei clienti cortesia, conoscenze e professionalità, sconfiggendo le grandi industrie e i grandi imperi commerciali. Sarebbe auspicabile un ritorno generalizzato ai piccoli negozi di fiducia, dove recuperare un rapporto umano purtroppo perso nei grandi e talora freddi centri commerciali.

Andrea Giuffrida

“bio...logicAMente”, ritorno Ai negozi di fiduciA contro i freddi iMperi coMMerciAli

Vetrine di tremestieri etneo - i tuoi negozi di Fiducia

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