Analisi economia e mercato novembre 2003

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Anno 2003 Analisi ed Approfondimenti Pagina | 1

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Analisi economia Mondiale ed Italia, Mercato IT, Posizionamento Prodotto.

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Anno 2003

Analisi ed Approfondimenti

Redatto nel Novembre 2003 da Giovanni Luca Adami

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Macroeconomia

Il quadro economico globale continua a mostrare segni di miglioramento; le principali economie, tuttavia, stanno uscendo dalla stagnazione degli ultimi anni a ritmi differenti. Mentre la svolta ciclica risulta evidente per gli Stati Uniti ed emergono indicazioni che il Giappone si stia affiancando alla Cina come motore dell’economia asiatica, l’Europa non ha ancora esibito un concreto recupero dell’attività produttiva. Anche in Italia restano incerti i segnali che si ricavano dagli indicatori congiunturali. Negli ultimi mesi, tuttavia, si è evidenziata una decisa risalita delle aspettative a breve termine su produzione ed ordini e un lieve miglioramento del nostro export diretto al di fuori dell’UE.

Nel corso dei mesi estivi si sono moltiplicati i segnali di ripresa dell’economia internazionale e lo spettro della deflazione, che solo alcuni mesi fa sembrava potesse estendersi anche alle economie avanzate dell’occidente, sembra allontanarsi sempre più.Gli Stati Uniti, grazie anche al supporto di politiche macroeconomiche fortemente espansive e a un cambio favorevole, stanno assolvendo, come da copione, al ruolo di locomotiva dell’economia mondiale. Sorprende tuttavia la capacità di ripresa di quest’area: nel secondo trimestre la crescita reale già viaggiava a ritmi del 3,0% annualizzato e la produttività del 6,0%. I miglioramenti registrati nei vari indicatori della fiducia e delle aspettative fanno ritenere che queste tendenze si rafforzeranno nei prossimi mesi. Questi segnali non si sono tradotti ancora in aumenti occupazionali, tanto che si è parlato della possibilità che si sia di fronte a una ripresa senza occupazione. Ci sembrano preoccupazioni eccessive, tenendo conto del ritardo che normalmente caratterizza la dinamica del mercato del lavoro rispetto al ciclo economico, anche in un mercato flessibile come quello nordamericano.Le buone notizie non sono limitate agli Stati Uniti. In Giappone la crescita del Pil nel secondo trimestre ha messo a segno un dato molto positivo (2,3% annualizzato) e la cosa più importante è che si tratta del sesto incremento consecutivo. Anche alla luce del lieve miglioramento del clima di fiducia generale, sembrano concrete le possibilità che il paese stia finalmente uscendo dalla lunga fase di recessione, anche se resta da risolvere tutta una serie di problemi strutturali e l’economia si trova ora gravata da un considerevole stock di debito pubblico (162,0% del Pil). Vi sono segnali diffusi, ancorché differenziati, di miglioramento delle prospettive economiche nei mercati emergenti. L’area asiatica, dove è stato contenuto il rischio della diffusione su ampia scala della epidemia di SARS, è senza dubbio quella più dinamica. Spicca come al solito la Cina, che dovrebbe chiudere il 2003 con tasso di crescita del 7,0%. Ma bene stanno facendo anche le economie dell’Europa Centro-orientale e la Russia. La situazione è naturalmente più complessa in America latina, dove diversi paesi devono superare situazioni di grave dissesto.

(testo confiundustria)

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Gli Stati UnitiLe prime stime di contabilità nazionale per il terzo trimestre sono un’ulteriore conferma che la ripresa è in atto: il Pil sarebbe aumentato del 7,2% annualizzato, il tasso di crescita più elevato degli ultimi venti anni. L’accelerazione della ripresa americana non è dovuta alla spesa pubblica per la difesa, il cui apporto aveva invece pesato nel secondo trimestre per circa la metà della crescita.La spesa delle famiglie, soprattutto in beni durevoli, risulta ancora la componente più dinamica e ha contribuito alla crescita complessiva per circa due terzi.Ma un impulso significativo proviene anche dall’incremento degli investimenti delle imprese, principalmente nel settore high-tech (fig.1). La debolezza del dollaro (attualmente intorno a 1,15 nei confronti dell’euro) ha favorito la performance positiva delle esportazioni, aumentate di oltre il 9% dopo il calo dei tre trimestri precedenti.Il recupero dell’attività economica, seppur evidente, potrebbe tuttavia dimostrarsi nei prossimi mesi meno vigoroso di quanto suggeriscano i dati più recenti. Le aspettative degli operatori, che continuano ad oscillare dai mesi estivi senza mostrare un chiaro trend positivo, riflettono questa incertezza.La situazione del mercato del lavoro, che registra incrementi sempre più sostenuti della produttività (8,1% annualizzato nel terzo trimestre), rimane l’incognita più rilevante. Tuttavia, negli ultimi tre mesi sono stati creati 183.000 posti di lavoro e il tasso di disoccupazione è sceso di un decimo ad ottobre (6,0%).Qualche preoccupazione suscita anche il deficit federale che potrebbe attestarsi quest’anno intorno al 5% del Pil, ponendo un problema di sostenibilità dei conti pubblici nel medio periodo.

(testo confiundustria)

Il GiapponeL’economia giapponese è attesa crescere ancora nel terzo trimestre alla luce del buon andamento del settore estero. A settembre, nonostante l’apprezzamento dello yen (6% da metà mese), la bilancia commerciale ha registrato il surplus più elevato da circa tre anni, grazie al forte aumento delle esportazioni verso gli altripaesi asiatici (+42,4% tendenziale l’export verso la Cina).L’andamento positivo delle esportazioni si è poi riflesso in una crescita del 3% congiunturale della produzione industriale. Anche l’indice anticipatore dell’andamento dell’economia, consolidatosi a settembre, per il quinto mese consecutivo, ben al di sopra della soglia che delimita le fasi recessive da quelle espansive,rafforza le indicazioni di ripresa economica.Tuttavia, non si è del tutto arrestato il fenomeno della deflazione (-0,2% tendenziale l’indice generale dei prezzi al consumo a settembre).

(testo confiundustria)

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La Cina nell’economia globaleNel 2002 la Cina, con una crescita pari all’8%, si è confermata una delle economie più dinamiche al mondo. L’incremento del Pil è proseguito nei primi nove mesi di quest’anno su ritmi anche più sostenuti, nonostante il rallentamento del secondo trimestre a causa dell’epidemia di Sars.Alla luce di questa accelerazione la Banca Centrale cinese ha rivisto al rialzo le prospettive di crescita per quest’anno (dal 7% all’8,5%).Attualmente la sesta economia mondiale in termini di Pil, a questi ritmi di sviluppo la Cina è destinata a prendere, nel giro di 10 anni, il posto del Giappone come maggiore economia dopo gli Stati Uniti.L’elevata crescita ha trovato sostegno nell’export, cresciuto del 32% su base annua nei primi tre trimestri grazie alla relativa debolezza del cambio. Le vendite al dettaglio sono aumentate dell’8,6% tendenziale nel periodo gennaio-settembre (+77,5% le vendite di automobili) e il governo ha dato anch’esso un forte contributo alla crescita aumentando gli investimenti fissi pubblici del 31,4%.Sul fronte dei prezzi, la notevole capacità produttiva dell’economia cinese ha comportato nel 2002 una lieve deflazione (-0,8% l’indice dei prezzi al consumo). Quest’anno, invece, seppur moderatamente, i prezzi hanno ripreso a crescere (+0,7% tendenziale nei primi nove mesi).

(testo confiundustria)

L’area dell’euroLa produzione industriale da ormai più di un anno continua ad oscillare intorno ai livelli raggiunti nella primavera del 2002 (fig.2).Secondo le ultime previsioni formulate dalla Commissione europea (CE) nel rapporto Autumn 2003 Economic Forecast, il recente miglioramento della fiducia delle famiglie e delle imprese, sia manifatturiere che di servizi, dovrebbe tradursi in una risalita dell’attività economica nella parte finale dell’anno in corso.Secondo le valutazioni della CE la crescita del Pil dell’area si fermerebbe quest’anno allo 0,4% e si porterebbe all’1,8% nel 2004. La ripresa prevista per il prossimo anno sarebbe sostenuta dall’accelerazione dei consumi delle famiglie nonché dalla spinta proveniente dalla domanda mondiale, che compenserebbe la perdita di competitività di prezzo dell’area.La stima flash dell’EUROSTAT indica, per ottobre, un’inflazione nell’area ferma al 2,1%. Rimangono infatti tensioni sui prezzi degli alimentari che non consentono il concretizzarsi del rallentamento della dinamica dei prezzi favorito, in particolare, dalla discesa dei prezzi energetici e di quelli del capitolo istruzione. Gli ultimi mesi dell’anno in corso, comunque, dovrebbero vedere un’ulteriore attenuazione delle pressioni inflazionistiche di fondo, anche grazie all’euro forte; segnali positivi in tale direzione vengono, del resto, dalla moderazione sia dei salari che dei prezzi alla produzione nell’area.Nel complesso, fino alla fine del 2003 l’inflazione europea dovrebbe rimanere intorno al valore di riferimento BCE del 2%, per poi far segnare una nuova discesa nella prima parte del prossimo anno.

(testo confiundustria)

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Il flash sull’ItaliaCome nel resto dell’Europa continentale, in Italia non si intravedono ancora segnali di una ripresa dell’attività economica. Al contrario, nel secondo trimestre si è registrato il secondo dato negativo per la crescita del Pil (-0,4% annualizzato), il che ha indotto alcuni analisti a parlare di “recessione tecnica”.Ci pare, questa, una caratterizzazione eccessivamente pessimistica dell’attuale stato della nostra economia. Il fatto che le variazioni negative siano state molto contenute e l’esame del complesso degli indicatori congiunturali disponibili ci fanno ritenere che sia più corretto parlare di “stagnazione”. Detto questo, non ci conforta di certo vedere che la fiducia degli operatori non mostri segni di risveglio, che le aspettative degli imprenditori circa il livello della produzione nei prossimi 3-4 mesi non siano improntate a un qualche ottimismo, e che i consumi delle famiglie siano ancora influenzati da un significativo differenziale tra inflazione percepita ed inflazione effettiva. Un altro fattore che sta condizionando negativamente l’attività economica italiana – e che a sua volta si ripercuote sul grado di fiducia delle imprese – è la debolezza del nostro export. Come gli altri partner europei, scontiamo la debolezza della domanda globale e l’apprezzamento dell’euro. Ma è un fatto che la caduta delle esportazioni italiane sia stata notevolmente superiore a quelle registrate da Francia e Germania. Questa difficoltà di tenuta del made in Italy non può essere letta solo in chiave congiunturale. Va piuttosto inscritta nella tendenza almeno decennale di perdita di competitività del nostro export. A prezzi costanti, la nostra quota sugli scambi mondiali si è ridotta dal 4,5% della metà degli anni Novanta al 3,6% del 2002 e, quest’anno, dovremo mettere probabilmente in conto un ulteriore calo.Nel contesto appena descritto, ci pare difficile attendersi, per il prosieguo dell’anno, qualcosa che vada oltre una timida ripresa. Per questo prevediamo che quest’anno il tasso di crescita della nostra economia non supererà lo 0,3%, un risultato persino inferiore a quello già modesto del 2002 (0,4%). L’intensità della ripresa dovrebbe crescere nel corso del 2004, portando la variazione tendenziale del Pil nel quarto trimestre del 2004 attorno al 2%. Questa ipotesi di crescita è condizionata a una positiva evoluzione della domanda in Europa e nel resto del mondo, nonché all’attuazione di una politica di bilancio che cerchi di bilanciare l’obiettivo del pareggio dei conti pubblici sul medio termine con quello di sostenere lo sviluppo economico.La crescita salirebbe all’1,4% nel 2004 e al 2,3% nel 2005, più o meno in linea con gli andamenti previsti per l’area dell’euro.

(testo confiundustria)

La crescitaGli indicatori quantitativi disponibili continuano a oscillare intorno ai livelli più bassi raggiunti negli ultimi tre anni (fig. 3). Secondo l’indagine rapida del CSC, i guadagni fatti segnare dalla produzione industriale nel bimestre giugno-luglio sarebbero stati completamente riassorbiti tra agosto e ottobre. Il fatturato, dopo i miglioramenti registrati tra giugno e luglio, ad agosto è diminuito dell’1,3% rispetto al mese precedente. Questa dinamica, vista la sostanziale tenuta delle vendite interne (-0,6%), riflette il netto calo del fatturato estero (-3,3%). Esternamente continua a pesare la debolezza della domanda proveniente dall’Unione europea e, in particolare, dai nostri principali partner commerciali (Germania e Francia). Le statistiche sul commercio con l’estero, tuttavia, evidenziano che alla debolezza delle esportazioni italiane dirette in Europa si contrappone un lieve miglioramento del nostro export al di fuori dell’UE.L’attività economica dovrebbe mostrare qualche segnale di miglioramento in chiusura d’anno.Indicazioni in tal senso provengono anche dalle inchieste ISAE che evidenziano negli ultimi mesi una risalita delle aspettative a breve termine delle imprese su produzione e ordini.

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Fonte: ISTAT

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Fonte ISTAT

I fattori che hanno condizionato negativamente l’andamento del PIL nel 2003, sono di in primis di tipo inflazionistico (minori consumi delle famiglie che percepiscono un’inflazione a 2 cifre), in secondo luogo al cambio €/$ che non ha di certo favorito le esportazioni di beni extracee, per finire la crisi del mercato tedesco, ns principale mercato di riferimento per le exportazioni intracee.Vi è una ripresa nel III° trimestre 2003.

(Gianluca Adami)

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PREVISIONI DI CRESCITA DEL PIL 2004

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INDICE DI FIDUCIA DELLE FAMIGLIE/IMPRESE

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I Settori Industriali

Il quadro d’insieme per l’area dell’euro...La produzione industriale dell’area dell’euro ha presentato, ad agosto, una flessione in termini congiunturali: l’indice destagionalizzato è diminuito dello 0,6%. Su questo risultato ha pesato la forte contrazione dell’output tedesco, che si è ridotto - seppure in misura minore - anche nel mese di settembre.Nella media dei primi otto mesi dell’anno, l’attività industriale ha mostrato un lieve calo rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.A livello disaggregato, la buona performance dell’energia è stata accompagnata dai dati sfavorevoli dei raggruppamenti dei beni capitali e di consumo; questi ultimi sono stati penalizzati dalla caduta delle produzioni durevoli. I beni intermedi hanno fatto registrare un discreto incremento, dovuto soprattutto al contributo dei prodotti energetici da raffinazione.

... e per l’ItaliaIn Italia la riduzione, rispetto al mese di agosto, della produzione industriale di settembre non ha impedito di chiudere il III trimestre del 2003 con un aumento congiunturale dei volumi produttivi (+1,4%). Tale aumento, favorito da un miglioramento esteso a tutti i raggruppamenti, segue i risultati negativi dei tre trimestri precedenti.Con riferimento ai primi nove mesi dell’anno, inoltre, i dati Istat hanno evidenziato, in media, un arretramento tendenziale dell’attività industriale.Questo arretramento ha riguardato tutti i raggruppamenti principali di industrie, ad eccezione di quello dell’energia. Nel dettaglio settoriale, i beni strumentali e gli input intermedi sono stati spinti al ribasso, rispettivamente, dai mezzi di trasporto e dalla chimica, quest’ultimo in crescita nel periodo luglio-settembre(infra). Per i beni di consumo, alla stabilità dei prodotti non durevoli si è contrapposto il calo marcato di quelli durevoli, che hanno risentito dell’andamento sfavorevole del settore dell’arredamento.Dal lato della domanda, nella media del III trimestre, il saldo destagionalizzato relativo al livello degli ordinativi – pur rimanendo negativo – è risultato migliore rispetto a quello dei tre mesi precedenti. Il progresso è stato generalizzato a tutti i raggruppamenti ed è stato maggiore per i beni di investimento. Un segnale positivo proviene, infine, dal saldo del mese di ottobre, attestatosi su un livello inferiore rispetto alla media sia del II che del III trimestre dell’anno.

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IL Mercato dei Cambi

Cambio Euro/Dollaro, data 26/11/2003

Fattori che portano a Dollaro debole:

Disavanzo commerciale Flussi finanziari verso investimenti in altre aree Debolezza economica Mercato azionario più caro rispetto ad altri mercati Tassi di interesse inferiori a tassi euro x scadenze brevi Creazione di riserve in altre valute forti Aspettative di ribasso del dollaro

Fattori che portano a Dollaro forte:

Stabilità del paese (?) Futura ripresa economica Unicità di alcune società (es. Microsoft) Flessibilità del paese Valuta per le riserve (unicità del dollaro)

(Gianluca Adami)

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Il Mercato IT

(Fonte Assinform)Pagina | 15

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L'informatica nel 2002 si è attestata a quota 20.036 milioni di euro, con un calo pari al -2,2 % contro una crescita dell'8 % nel 2001 e del 12,6 nel 2000. (Gianluca Adami)

(Fonte Assinform)Pagina | 16

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(Fonte Assinform)Pagina | 17

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Nel 2002 le vendite di hardware, pari a 5375 milioni di Euro, sono risultate in calo del 13,5 % (contro una crescita del 2,6 % nel 2001), quelle dei servizi di assistenza tecnica, pari a 975 milioni sono risultate ancora in calo (- 4,2 %), mentre quelle di software e servizi, pari a 13.686 milioni sono cresciute del 3,3 %, ma contro il 11,8 % dell'anno prima, e comunque non tanto da compensare il calo degli altri comparti. Alla contrazione del mercato hanno contribuito tutti i segmenti. Nel primo semestre 2002 e rispetto allo stesso semestre dell'anno prima, le vendite in valore sono calate del 27,5 % per i server, del 56,6 % per le workstation, del 9% per i sistemi/unità di archiviazione (storage), del 18,5 % per le stampanti e del 10 % per i personal computer. A riguardo dei personal è comunque d'obbligo rilevare che il parco dell'installato è oramai importante: oltre 13 milioni di unità.

Anche il primo semestre 2003 fa segnare un’andamento negativo in termini di fatturato con un calo pari al –4,4% rispetto allo stesso periodo del 2002, è la peggiore performance degli ultimi 10 anni, dovuta in parte e per la prima volta al comparto dei servizi.In sintesi downpricing, calo della domanda, calo del numero di nuovi progetti IT.

(Gianluca Adami)

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Spesa per ITI primi nove mesi del 2003 non hanno registrato per il mercato dell’IT segnali di ripresa. Sebbene il fatturato nazionale presenti un andamento non negativo, il consistente calo delle vendite sui mercati esteri incide fortemente sul dato finale. Le rilevazioni sul portafoglio ordini continuano a segnare variazioni negative a due cifre, evidenziando, come per il fatturato, una maggiore criticità della domanda estera. Per la fine del 2003 non appare possibile prevedere una ripresa di questo mercato.

(Gianluca Adami)

In apparenza il dato 2000-2002 sembra allineato in realtà tutto ciò si traduce in una minor spesa pari a 100/2,2*0,1 = 4,5% circa di contrazione degli investimenti per IT e tutto ciò senza tener conto dell’andamento negativo del PIL (è sceso dello 0,1% sia nel primo che nel secondo trimestre 2003).(Gianluca Adami)

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Hardware: crescono i volumi, calano i prezzi Alla contrazione del mercato dell'hardware (2.613 milioni di Euro, -6,2 %) ha contribuito soprattutto il calo dei prezzi (downpricing), il cui effetto ha di gran lunga superato gli effetti del recupero in volumi. Nel primo semestre 2003 e rispetto allo stesso semestre dell'anno precedente, le vendite in unità sono ritornate a crescere per i personal computer (+2,3 %, contro -1,8% dell'anno precedente), per i server midrange (+9 %, contro -14,6% l'anno prima) e per i grandi sistemi (+6,3% in Mips). Alla ripresa delle vendite in volumi dei PC (1.350.640) ha contribuito solo la domanda proveniente dalle imprese (1.127.219 unità, +8,5 %). Quella delle famiglie (223.421 unità) ha, infatti, evidenziato un'ulteriore contrazione (- 20,3 %), che, se considerata congiuntamente a quelle dei semestri corrispondenti dei due anni precedenti (-5,6 % nel 2001 e - 17,3 % nel 2002) evidenzia un calo di natura strutturale.La ripresa dalla domanda in volumi per i medi e grandi sistemi si spiega con l'esigenza ciclica di rinnovo del parco e di un calo marcato dei prezzi. Ragioni analoghe spiegano anche la netta ripresa della componente server del mercato PC (67.500 unità, +23,1 % dopo il calo del -19,3 % cento del primo semestre del 2002). Infine, i PC portatili risultano in netta crescita con 459.860 unità vendute nel primo semestre 2003 (+22 % sul primo semestre 2002), a conferma di una crescente attenzione alla mobilità, e anche al calo dei prezzi: i portatili sono ormai offerti a prezzi simili a quelli dei desktop, e sottraggono quote di mercato ai desktop (823.280 pezzi, -7,3%) che non riescono a mantenere le posizioni pur puntando su performance e dotazioni più spinte.

Servizi: per la prima volta in frenataNel primo semestre 2003, alla dinamica riflessiva del comparto del software e dei servizi di informatica (6.600 milioni di Euro; - 3,7 % sul primo semestre 2002) hanno contribuito soprattutto, e come sempre i servizi, ma per la prima volta in chiave negativa. E, infatti, la componente dei servizi di informatica (sviluppo applicativo e progettuale, systems integration, servizi di elaborazione in conto terzi, consulenza, formazione) ha fatto registrare un volume d'affari pari a 4.743 milioni di Euro (in calo del - 6,1 % sui primi sei mesi dell'anno prima, quando ancora risultava in crescita del +5,9%). Per contro, la componente software, si è attestata a quota 1.857 milioni, con una crescita del +3,1 %, simile a quella dell'anno precedente.La battuta d'arresto dei servizi ha contribuito, inoltre, a causa della loro dimensione, alla contrazione dell'intero mercato IT. La crescita del segmento software deriva dal lancio sul mercato di nuovi sistemi operativi, dall'upgrade di applicativi integrati (ERP) e dall'investimento in aree specifiche come la sicurezza, la business intelligence e il CRM. Il calo dei servizi è la risultante fra la caduta delle componenti della domanda legate al lancio di nuovi progetti (servizi progettuali e implementativi di systems integration, consulenza e formazione), non controbilanciato dal ritrovato dinamismo dei segmenti dell'outsourcing e della manutenzione applicativa, che sono gli unici a crescere a tassi apprezzabili.

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(Fonte: Assinform)

Solo Lombardia, Veneto e Marche hanno una crescita positiva per la spesa IT 2002 su 2001. (Gianluca Adami)

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(Fonte: Assinform)

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Calo sensibile della domanda nel mercato Consumer nel o semestre 2003 rapportato allo stesso periodo del 2002, per il segmento professionale possiamo dire che cmq il mercato in valori assoluti di fatturato e non di pezzi è calato come visto nei precedenti grafici. (Gianluca Adami)

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(Fonte: Assinform)

Operatori di settore ed agenzie di studio settoriale, sostengono che in Italia per il 2002 la maggior propensione agli acquisti della piccola impresa è da imputare prevalentemente alla Tremonti Bis, Per il 2003 sono venuti meno i presupposti di investimento anche della piccola impresa (Tremonti Bis), con conseguente ulteriore impoverimento del mercato IT.L'unico dato di crescita per l'hardware riguarda i grandi sistemi (+4,8%) e proprio questo dato, combinato con la tenuta del comparto del software e dei servizi di informatica va a conferma di una domanda IT espressa in prevalenza dalla grande impresa.

Gli analisti degli istituti di ricerca Sirmi ed IDC non concordano nelle previsioni di stima per l’anno 2003: in particolare Sirmi stima che il valore della spesa italiana per l’informatica relativo all’anno 2003 vede una variazione negativa, rispetto al 2002, pari al 4,5%; per IDC (International Data Corporation) il valore complessivo del mercato IT dovrebbe chiudere il 2003 con una crescita dell'1,6% sul 2002.

Gli investimenti IT sono calati nel 2002 del 2,2 per cento, mentre quelli in macchinari sono cresciuti dello 0,7 per cento, mentre Solo due anni fa gli investimenti IT crescevano del 12 per cento e quelli in macchinari del 6.", tutto questo ci fa dire che al di la della fase congiunturalmente negativa, vi è anche una minore propensione agli acquisti nel mercati IT.

(Gianluca Adami)

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(Fonte Assinform)

Le imprese con 50> dipendenti, sono concentrate principalmente nell’Italia del Nord, purtroppo ad oggi mi mancano i dati sulla concentrazione x Provincia/Regione. (Gianluca Adami)

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Page 27: Analisi economia e mercato novembre 2003

(Fonte Assinform)

(Fonte Assinform)

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Page 28: Analisi economia e mercato novembre 2003

(Fonte Assinform)

Come sempre (mercato/operatori) la capofila è la Regione Lombardia.Il dato che più dovrebbe sorprendere è che nonostante la contrazione in termini di fatturato del mercato IT, gli operatori di settore fanno segnare in termini di quantità un deciso incremento anno su anno anche nel 2002.

(Gianluca Adami)

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(Fonte Assinform)

Sud ed Isole registrano incrementi importanti nel numero di operatori del settore, attestando la media nazionale di concentrazione degli stessi oltre il 25% (Aree di maggior sviluppo).

(Gianluca Adami)Pagina | 29

Tassi di crescita del mercato IT per macroregioni (2000-2002)

13,1%

7,8%

-1,6%

13,4%

8,8%

-1,7%

10,8%

7,6%

-2,3%

13,8%

8,2%

-4,1%

2000/99 2001/2000 2002/2001

Nord Ovest

Nord Est

Centro Mezzo-

giorno

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(Fonte Assinform)

L’area del Sud e Isole sta rapidamente crescendo in termini di numero di imprese IT e di peso totale, è l’area geografica a maggiore concentrazione di imprese IT dopo il Nord Ovest, al quale sta erodendo quote di mercato, mentre un numero relativamente basso di imprese (solo 19 su 100) risultano localizzate nel Centro.Il confronto tra la dinamicità del comparto IT e la crescita complessiva delle aziende per Regione evidenzia il forte sviluppo delle imprese ad offerta tecnologica.Mentre infatti il tasso di crescita delle imprese è generalmente abbastanza stabile negli anni e non molto diverso tra le Regioni (mediamente si trova tra l’1,5 e il 2,5%), i tassi di crescita delle imprese IT sono decisamente più elevati ed evidenziano forti differenze regionali.Infatti, a fronte di variazioni contenute nei 3 punti percentuali di Lombardia, Piemonte e Liguria, sono presenti Regioni quali il Trentino Alto Adige e numerose Regioni del Sud che nel 2002 hanno presentato tassi di crescita del numero di imprese IT superiori al 9%.

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Principali aggregati economici delle imprese industriali e dei servizi per divisione di attività economica (dati in migliaia di Euro salvo diversa indicazione). Anno 2001.

Media Dipendenti Media Fatturato

Settore Numero imprese

Numero addetti

Numero dipendenti Fatturato Per Azienda Per Azienda

C - Estrazione di minerali 3.932 36.795 31.071 9.091.686 7,9 2.312 15 - Industrie alimentari e delle bevande 68.144 431.541 319.954 97.030.778 4,7 1.424 16 - Industria del tabacco 57 8.491 8.416 9.885.576 147,6 173.431 17 - Industrie tessili 29.979 308.706 261.473 41.261.498 8,7 1.376 18 - Confezione di articoli di vestiario 45.390 296.014 232.206 28.754.506 5,1 633 19 - Preparazione e concia del cuoio 23.434 203.679 165.806 25.189.036 7,1 1.075 20 - Industria del legno 49.836 182.337 112.272 15.795.654 2,3 317 21 - Fabbricazione della pasta-carta, della carta 4.633 81.809 74.310 18.777.397 16,0 4.053 22 - Editoria e stampa 27.676 173.728 137.420 25.328.007 5,0 915 23 - Fabbricazione di coke, raffinerie di petrolio 457 24.642 24.047 58.676.560 52,6 128.395 24 - Fabbricazione di prodotti chimici 6.316 207.761 199.077 67.943.920 31,5 10.757 25 - Fabbricazione di articoli in gomma 13.308 210.150 190.475 33.386.447 14,3 2.509 26 - Fabbricazione di prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi 27.534 249.465 209.057 36.280.128 7,6 1.318 27 - Produzione di metalli e loro leghe 4.358 140.285 133.709 36.626.543 30,7 8.404 28 - Fabbricazione e lavorazione dei prodotti in metallo 97.026 686.041 535.149 71.177.711 5,5 734 29 - Fabbricazione di macchine e apparecchi meccanici 43.621 596.949 531.609 97.612.157 12,2 2.238 30 - Fabbricazione di macchine per ufficio 1.703 16.662 14.187 4.076.814 8,3 2.394 31 - Fabbricazione di macchine e apparecchi elettrici 19.034 209.878 182.081 29.372.175 9,6 1.543 32 - Fabbricazione di apparecchi radiotelevisivi 9.297 102.821 90.413 15.907.101 9,7 1.711 33 - Fabbricazione di apparecchi medicali 23.708 123.904 91.847 14.350.897 3,9 605 34 - Fabbricazione di autoveicoli 2.307 174.432 171.056 48.176.759 74,1 20.883 35 - Fabbricazione di altri mezzi di trasporto 4.489 95.330 89.124 15.658.478 19,9 3.488 36 - Fabbricaziojne di mobili 50.719 296.592 219.772 34.234.865 4,3 675 37 - Recupero e preparazione per il riciclaggio 2.197 12.456 9.448 2.262.137 4,3 1.030 40 - Produzione di energia elettrica 1.319 115.398 113.658 73.928.396 86,2 56.049 41 - Raccolta, depurazione e distribuzione d'acqua 902 17.971 16.900 2.711.970 18,7 3.007 45 - Costruzioni 530.993 1.529.057 854.659 143.771.191 1,6 271 50 - Commercio, manutenzione e riparazione di autoveicoli 156.803 455.147 234.535 134.397.936 1,5 857 51 - Commercio all'ingrosso 419.580 1.054.821 531.028 325.909.913 1,3 777 52 - Commercio al dettaglio 738.757 1.709.324 706.056 220.686.121 1,0 299 55 - Alberghi e ristoranti 255.752 904.995 506.808 47.996.410 2,0 188 60 - Trasporti terrestri 132.900 538.092 370.345 43.331.839 2,8 326 61 - Trasporti marittimi e per vie d'acqua 1.430 22.591 20.853 6.181.507 14,6 4.323 62 - Trasporti aerei 196 23.733 23.444 10.935.405 119,6 55.793 63 - Attività di supporto ed ausiliarie dei trasporti 25.814 323.706 279.749 42.532.086 10,8 1.648 64 - Poste e telecomunicazioni 2.786 285.401 282.061 50.714.174 101,2 18.203 70 - Attività immobiliari 143.065 220.242 34.593 25.303.257 0,2 177 71 - Noleggio di macchinari e attrezzature senza operatore e di beni per uso personale e domestico 13.159 31.065 15.564 4.367.680 1,2 332 72 - Informatica e attività connesse 83.391 340.426 237.954 32.239.498 2,9 387 73 - Ricerca e sviluppo 9.637 22.495 11.409 1.955.272 1,2 203 74 - Attività professionali ed imprenditoriali 614.125 1.558.483 843.851 100.335.778 1,4 163 80 - Istruzione 14.575 51.341 30.920 2.223.686 2,1 153 85 - Sanità 202.685 492.277 266.454 26.525.026 1,3 131 90 - Smaltimento dei rifiuti solidi 4.288 81.387 75.588 8.763.846 17,6 2.044 92 - Attività ricreative 61.114 176.795 96.584 21.209.882 1,6 347 93 - Altre attività dei servizi 173.871 324.477 113.863 9.713.188 0,7 56

Totale 4.146.297 15.149.692 9.700.855 2.172.590.891 2,3 524             

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(Fonte dati: ISTAT, elaborazione Gianluca Adami)

Considerazioni:Il dato non riguarda solo le società di informatica ma bensì anche attività ad essa connesse e differisce infatti da quanto riportato nella tabella “offerta IT per Regione”, possiamo cmq stabilire in maniera empirica l’incidenza % delle singole classi di aziende (per media dipendenti/fatturato).La dimensione aziendale per dipendenti, corrisponde anche alla dimensione per fatturato.

Settore Numero imprese

% Sul Totale

72 - Informatica e attività connesse AZIENDE CON OLTRE 100 DIPENDENTI 278 0,333

72 - Informatica e attività connesse AZIENDE CON 50-99 DIPENDENTI 345 0,414

72 - Informatica e attività connesse AZIENDE CON 20-49 DIPENDENTI 1.229 1,474

72 - Informatica e attività connesse AZIENDE CON 10-19 DIPENDENTI 2.830 3,394

72 - Informatica e attività connesse AZIENDE CON 1-9 DIPENDENTI 78.709 94,385

TOTALE AZIENDE 83.391 100,00

(Gianluca Adami)

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Page 33: Analisi economia e mercato novembre 2003

Utilizzando le percentuali di incidenza per dimensione aziendale, utilizzando il dato Totale Italia Aziende di informatica riportato nella tabella “offerta IT per regione”, si ottiene il seguente risultato:

Aziende IT ANNO 2002 per Dimensione

Settore Numero imprese % Sul Totale

Informatica AZIENDE CON OLTRE 100 DIPENDENTI 237 0,333

Informatica AZIENDE CON 50-99 DIPENDENTI 295 0,414

Informatica AZIENDE CON 20-49 DIPENDENTI 1.049 1,474

Informatica AZIENDE CON 10-19 DIPENDENTI 2.416 3,394

Informatica AZIENDE CON 1-9 DIPENDENTI 67.202 94,385

TOTALE AZIENDE (tabella Aziende IT per regione) 71.200 100,000

(Gianluca Adami)

Considerazioni:

Le aziende con oltre 10 dipendenti sono in totale circa 4.000 unità (3.998). Il fatturato di questa tipologia di azienda è indicativamente uguale/maggiore ad 800 mila

euro (il margine di errore maggiore lo abbiamo sulle aziende con 10-19 dipendenti fascia su cui ho calcolato la media ponderata dei fatturati).

Le aziende con 1-9 dipendenti che sono quasi il 95% dell’effettivo, hanno un fatturato medio di 100 mila euro.

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Page 34: Analisi economia e mercato novembre 2003

Elementi di Criticità Per Le Aziende IT

Criticità delle Piccole Aziende IT In Italia

scarsa capacità di reperire competenze, formarle, mantenerle scarsa capacità di investimento ridotta attitudine alla ricerca e sviluppo (< 30%) medio/bassa disponibilità a collaborazioni tra imprese (< 50%) pressoché inesistente collaborazione con il mondo accademico (< 10%) e con i centri di competenza (< 5%) quasi nulla capacità di internazionalizzarsi (< 10%) fortissima localizzazione del business in ambito locale (fino all’ 80%)

Criticità delle Medie Aziende IT In Italia

modesta capacità di reperire competenze, formarle, mantenerle scarsa capacità di investimento media disponibilità a collaborazioni tra imprese (circa 70%) scarsa collaborazione con il mondo accademico (< 22%) e con i centri di competenza (< 13%) scarsa capacità di internazionalizzarsi (<14%) forte localizzazione del business in ambito locale (fino al 70%)

Criticità delle Grandi Aziende IT In Italia

media disponibilità a collaborazioni tra imprese (circa 70%) scarsa collaborazione con il mondo accademico (< 50%) e con i centri di competenza (< 16%) scarsa capacità di internazionalizzarsi (< 30%) media localizzazione del business in ambito locale (fino al 50%)

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Soluzioni Per superare la crisi:

Comunicare e trasmettere obiettivi e strategie Comunicare e mettere a disposizioni sistemi di misurazione degli obiettivi Pianificare e coordinare attività di budget e simulazione Gestire e stimolare le creazione di pratiche di gestione della conoscenza Integrare e scambiare con i clienti attuali e potenziali non solo transazioni ma anche

proposte e consigli Integrare nuovi media nella comunicazione ed interazione istituzionale Migliorare e sostenere la collaborazione e l'ottica per processi tra le diverse aree aziendali Estendere i propri contenuti e confini anche ad interlocutori non diretti, ma che

possono diventare determinanti se meglio coinvolti

(Fonte SDG )

Commenti (Gianluca Adami) :

Il mercato già da molto tempo ne ha "le tasche piene" di proposte sul rinnovamento tecnologico fine solo all'aumento di potenza o di spazio, certo queste sono assieme alla componente prezzo/disponibilità/qualità di prodotto componenti necessarie al fine di formulare un'offerta accattivante, ma non sufficienti a stimolare la domanda di prodotto.

Che il mercato It del PC desktop sia quasi prevalentemente di sostituzione è chiaro, il problema è che nessuno prima di questa crisi si è posto l'obbiettivo di proporre soluzioni ma solo beni fine a se stessi, o di aiutare i propri dealer a percepire le richieste latenti dell’utenza finale professionale (ns mercato di riferimento), se non ci sono nuove proposte atte a migliorare le performance delle aziende, le stesse continueranno ad utilizzare gli strumenti che  hanno perchè non c'è di fatto ad oggi, alcun bisogno tangibile di rinnovamento tecnologico frequente, in definitiva gli Utenti Finali del mercato IT Professionale manifestano un bisogno di chiarezza sugli strumenti a supporto del loro business che risultino fondamentali pe ril miglioramento della loro competitività sui mercati..

Dobbiamo essere consapevoli che il nuovo processo di sostituzione di prodotti HW informatici, passa solo attraverso una proposta di soluzioni innovative di tipo hw+sw, sembra una banalità ma nella realtà dei fatti è difficilmente realizzabile se chi costruisce Hw non vive in sinergia con il Dealer ed assieme allo stesso cerca di capire quali prodotti/soluzioni possono stimolare la domanda, questo problema è sicuramente molto sentito anche e soprattutto da chi si propone al mercato attraverso canali di distribuzione organizzata e quindi non ha referenti diretti sul territorio, la stessa grande distribuzione che ha una rete di vendita talmente polverizzata da rendere perlomeno impersonale il rapporto con chi quotidianamente si confronta con il mercato dell'UF professionale.

Pensiamo a che impatto sul mercato di sostituzione Hw può avere l’introduzione di nuove release sw che non supportano es. sistemi od ambienti operativi obsoleti.

I produttori Italiani di Hw hanno una grossa opportunità per far crescere i propri dealer, seguendo la strada della formazione/informazione degli stessi, coinvolgendolo quanto + possibile in attività propositive ........... le idee non mancano a noi e forse nemmeno a loro.

Altra attività importante è la ricerca di sinergie con i principali produttori di Sw presenti in Italia.

(Gianluca Adami)

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Addendum: Spesa ICT Nella Pubblica Amministrazione

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(Fonte Federcomin)

Il quadro complessivo della spesa informatica, evidenzia come il mercato ICT nella Pubblica Amministrazione Locale ha rappresentato nel 2002 il 2,9% del mercato totale, pari ad un valore di 1.795 milioni di euro.Per i prossimi anni la spesa nel settore della Pubblica Amministrazione locale sarà caratterizzata da una dinamicità maggiore rispetto agli altri settori.

(Gianluca Adami)

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Page 38: Analisi economia e mercato novembre 2003

(Fonte Federcomin)

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Page 39: Analisi economia e mercato novembre 2003

(Fonte Federcomin)

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Page 40: Analisi economia e mercato novembre 2003

Ben il 42% delle Amministrazioni Locali prevede di aumentare il budget informatico nel 2003 rispetto al 2002 e questo è un fattore importantissimo perché questa maggior propensione alla spesa rappresenta un fattore di anticiclicità al mercato IT in generale, la maggior spesa però si concentrerà in reti ad alta velocità.

Le amministrazioni locali, dopo aver investito nell'automatizzazione dei flussi documentali e nelle reti Intranet, e dopo aver messo in rete una prima serie di servizi informativi per cittadini ed imprese, stanno spostando gli investimenti verso le attività di realizzazione di sistemi di front-office per l'erogazione di servizi on-line ai cittadini ed alle imprese.

(Gianluca Adami)

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(Fonte Federcomin)

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Prodotto /Mercato

(Gianluca Adami)

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Page 43: Analisi economia e mercato novembre 2003

(Fonte Assinform)

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(Fonte Assinform)

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L'unico dato di crescita per l'hardware riguarda i grandi sistemi (+4,8%)

(Fonte Assinform)

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Page 46: Analisi economia e mercato novembre 2003

Il Mercato

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Analisi Della Concorrenza

TOP 30 Fornitori HW ITALIANI

Vendite in pz. Anno 2000 Vendite in pz. Anno 2001

Azienda Classifica 2000

Desktop Server

Notebook Totali

Classifica 2001

Desktop Server

Notebook Totali

ICS -OLIVETTI 3 116.000 1.350 12.450 129.800 1 193.800 20.000 6.200 220.000

CDC POINT 1 172.000    172.000 2 200.000    200.000

OLIDATA 2 152.000 8.250 5500 165.750 3 153.000    153.000

TECNODIFFUSIONE ITALIA 5 75.000    75.000 4 130.000    130.000

VOBIS MICROCOMPUTER 4 75.500    75.500 5 78.000    78.000

CHL 8 34.500    34.500 6 50.000    50.000

BREVI GRUPPO 16 21.000 2.500  23.500 7 40.000 5.000 3.500 48.500

DATAMATIC 14 24.000    24.000 8 48.000    48.000

ELETTRODATA 10 25.000 400 5.000 30.400 9 33.000 800 6.500 40.300

OPENGATE * 6 40.000    40.000 10 35.000    35.000

FRAEL 11 22.500 3.000 4.500 30.000 11 26.200 1.500 7.300 35.000

UNION MARKETS 9 33.000    33.000 12 34.000    34.000

BRAIN TECHNOLOGY 15 20.400 3.600  24.000 13 27.200 4.800  32.000

INTERCOMP 13 22.500 2.500  25.000 14 27.000 3.000  30.000

JEN ELETTRONICA 12 26.000 900 1.100 28.000 15 25.000 900 2.100 28.000

D.H.I. 18 15.400 600 1.200 17.200 16 22.000 1.000 2.500 25.500

E-GROUP ITALIA 17 20.000    20.000 17 22.000    22.000

MONOLITH ITALIA 25     12.000 12.000 18 5.000  16.000 21.000

MITAS ITALIA 19 13.000    13.000 19 20.000 150  20.150

MICROSYSTEM 22 11.700 1.300  13.000 20 16.500 1.800  18.300

EXECUTIVE 20 13.000    13.000 21 16.900    16.900

IMPEX ITALIA 23 12.000 300  12.300 22 15.000 450  15.450

TEST 24 11.900 100  12.000 23 14.850 150  15.000

S.G. 21 10.000 1.500 1.500 13.000 24 10.000 1.500 1.500 13.000

ASEM 27 8.882 1.996  10.878 25 9.200 3.800  13.000

ASIAN BYTE 26 10.000 1.000  11.000 26 9.000 2.000  11.000

SI COMPUTER 30 8.000 200  8.200 27 10.000 200 500 10.700

ATHENA INFORMATICA 28 10.000    10.000 28 10.000    10.000

COMPUTER HOUSE 7 36.000 500  36.500 29 nd    0

MULTITECH 29 10.000    10.000 30 nd    0

Principali Fornitori Hw 2000-2001

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Posizionamento Di Prodotto

Didattica Sul Concetto di Prodotto

Un prodotto è tutto ciò che può essere offerto a un mercato in grado di soddisfare un desiderio o bisogno.Esso può consistere in oggetti fisici, servizi, persone, località, istituzioni e idee.In qualsiasi prodotto possono essere individuati cinque livelli distinti:

Core benefit: il beneficio di base. Prodotto generico: core benefit incorporato nei diversi prodotti. Prodotto atteso: si riferisce a tutti gli attributi che il consumatore si aspetta di trovare (must

be), che dà per scontati (bisogni impliciti). Prodotto ampliato: si riferisce i benefici aggiuntivi che l’azienda offre al consumatore, cioè

tutto quello che supera le aspettative. Questo è il terreno in cui si gioca la competizione, ma l’offerta ampliata è rischiosa perché eleva le aspettative legittime dei consumatori.

Prodotto potenziale: tutti i possibili ampliamenti futuri del prodotto.

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Ciclo Di Vita Del Prodotto

Il ciclo di vita del prodotto consiste in un modello che indica l’andamento delle vendite rispetto al tempo.Esso è di supporto alla strategia, perché consente di sviluppare marketing mix diversi a seconda delle diverse fasi della vita del prodotto.

Lancio(Introduzione): Il prodotto viene distribuito nel mercato per la prima volta.L'azienda  può scegliere due strategie e cioè: La prima strategia è di scrematura: prezzo alto e quindi selezione del mercato, si cerca di massimizzare i profitti per unità di prodotti, a fronte di limitare i volumi di vendita.Esiste infatti un piccolo settore di mercato (innovatori) che è disposto ad acquistare un prodotto anche costoso purché sia una novità, in questo caso il prezzo non è fondamentale. Con questa strategia a fronte di piccoli volumi si devono coprire tutti i costi, il tasso di insuccesso è molto alto.La seconda strategia e' quella di penetrazione:applicare prezzi bassi per facilitare una rapida diffusione puntando al raggiungimento di elevati volumi.

Sviluppo: i livelli di vendita aumentano perché con il passare del tempo il prodotto diventa familiare; aumentano le quantità e quindi diminuiscono anche i prezzi. In questa fase sono importanti la distribuzione (il prodotto deve essere disponibile) e il prezzo (non deve costare molto). Profitti alti e la concorrenza ,che,accortasi della novita' inizia a farsi agguerritaCi si rivolge ad una fascia di consumatori detta dei pionieri.

Maturità: in questa fase i livelli di vendita rallentano e si stabilizzano. Il prodotto diventa di nuovo importante perché è necessaria una strategia di differenziazione, ad esempio estendendo la linea (ma c’è il rischio che i nuovi prodotti non accolgano i gusti del mercato) oppure con nuovi packaging.È importante anche la comunicazione che deve aiutare a ricordare il prodotto evitando allo stesso tempo il rischio del suo invecchiamento. In questa fase, all’inizio ci si rivolge alla maggioranza d’avanguardia, in seguito ai ritardatari.

Declino: in questa fase le vendite diminuiscono progressivamente.Ci sono diverse possibilità: eliminare il prodotto, continuare a investire, oppure realizzare vendendo la maggior quantità di scorte possibile nel breve periodo per svuotare il magazzino e quindi eliminare il prodotto.

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I consumatori a cui ci si rivolge sono i pigri, quelli che acquistano solo se il prodotto è in promozione

Matrice di Ansoff

Penetrazione (incremento quota di mercato):promuovere nuovi usi per gli attuali clienti, aumentare la fedeltà della clientela.

Espansione del mercato (investimenti necessari):entrare in nuovi segmenti attraverso una espansione geografica o l’utilizzo di nuovi canali, diverse politiche di prezzo, nuove politiche e strumenti di comunicazione

Sviluppo del prodotto (impatto innovazione):miglioramenti apportati per aumentare le performance di prodotto ed il valore percepito dal cliente, estensione della linea prodotti, introduzione di nuovi prodotti con o senza cambio di tecnologia.

Diversificazione (rischio elevato): l’acquisizione di aziende operanti in altri settori permette di diversificare molto rapidamente, ma presenta il rischio di sommare alle difficoltà di gestire un nuovo settore di attività, anche quelle di entrare in una realtà aziendale con differenze rganizzative e culturali.

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Pianificazione ed Ideazione del Prodotto

Le idee: Le idee di nuovi prodotti possono derivare da varie fonti: clienti, venditori, distributori, alta direzione, R&D e dovranno essere selezionate in base alla compatibilità o meno degli obbiettivi/strategie/risorse.

Project Planing:Gli studi effettuati dalla progettazione, .Il progetto degli impianti necessari alla produzione, Il fabbisogno di attrezzature.Valutazione dal punto di vista di marketing e finanziario.

Sviluppo del prodotto:Ed eventuali modifiche necessarie al miglioramento del prodotto stesso.

Test di mercato/Commercializzazione:Vendita simulata, Vendita controllata, Lancio (quando effettuarlo (timing),dove effettuarlo, a quale mercato obiettivo indirizzarlo, con quale strategia di mercato effettuarlo) , controllo/valutazione ed eventuale correzione della strategia e del marketing mix.

Valutazione dei rischi:Rischio strategico, il nuovo prodotto non è compatibile con uno specifico bisogno o intenzione strategica dell’organizzazione.Rischio Mercato, il nuovo prodotto non va incontro alle esigenze del mercato in termini di valore aggiunto e di differenziazione.Rischio Interno, il nuovo prodotto non può essere sviluppato nel rispetto dei tempi e dei limiti di spesa previsti.

Elementi Vincenti:

la rarità. la difficoltà di imitazione. l'insostituibilità. Ottima qualità del prodotto Buon rapporto qualità/prezzo Scelta idonea del mercato di riferimento Scelta di canale distributivo adeguato

Le possibili cause di fallimento:

Scarsa differenziazione rispetto alla concorrenza Posizionamento insufficiente Insufficiente qualità del prodotto Il prodotto non fornisce i benefici promessi Insufficiente sostegno al lancio Insoddisfacente rapporto qualità/prezzo Errata Scelta del mercato di riferimento Errata stima dei costi di produzione e vendita Scelta di canali di distribuzione inadatti

(Gianluca Adami)

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Boston Consulting Group

La Società di consulenza Boston Consulting Group nel 1960 ha proposto la griglia di quattro quadranti.I diversi prodotti o business dell'azienda vengono posizionati tenendo conto di:

ascissa: quota di mercato relativa (quota di mercato del prodotto rapportata a quella del maggiore concorrente).

ordinata: tasso di incremento del mercato (pendenza della curva del ciclo di vita del prodotto).

In tale diagramma i diversi prodotti o business vengonopoi visualizzati con dei cerchi aventi centro nel punto di coordinate x,y e diametro (o aree) proporzionali al fatturato del prodotto o agli investimenti effettuati per realizzare il prodotto.

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Allegati

Percentuale Di utilizzo dei Sistemi Informatici

(Fonte Commissione Europea)

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(Fonte Commissione Europea)

Dai 2 grafici si evince che l’Italia ha una Bassissima scolarizzazione sull’utilizzo del Personal Computer, l’introduzione della patente europea di informatica ha migliorato la situazione ma solo marginalmente, è quindi da ritenersi quello della “scuola” una importante area di business a bassissima copertura.

(Gianluca Adami)

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