Americanati

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Americanati -------------------------------- un post di Rosso Malpelo 26 Febbraio 2015 1

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Uno sguardo sulla "narrativa proletaria" negli Usa tra la Dust Bowl e la Lincoln Brigade: Steinbeck, Dos Passos e Caldwell.

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un post di Rosso Malpelo

26 Febbraio 2015

AmericanatiCera una volta in America una sensibilit sociale espressa da una sparuta pattuglia di scrittori ed intellettuali. Erano uno spicchio, uno spicchio soltanto di quella che venne definita come la lost generation.

Cera una volta in America, negli anni 30, una tendenza letteraria. che di fronte allespandersi delle forme di sfruttamento capitalistico pi truce riteneva necessaria unadeguata risposta che, secondo canone, non poteva che risolversi nella formula della lotta di classe.Un seme la cui pianticella attecch in tempo di crisi, la pi violenta crisi economica conosciuta dagli Stati Unti, e che non riusc a piantare a fondo le proprie radici in quel territorio arido.I suoi maggiori esponenti, John Steinbeck e Dos Passos, tradiranno presto s stessi.

Diciamo che il radicalismo nelle sue varie declinazioni (politiche, sindacali, letterarie), in terra nordamericana, non ha mai avuto il tempo di piantarle quelle radici. In Italia, la generazione nata tra gli anni 50 e 60 non ha avuto contatti con quella tendenza letteraria. Non dal punto di vista di un coinvolgimento emotivo che traesse linfa da quel vivaio di scrittori che, sebbene per un breve periodo, avevano dato testimonianza di una critica e di una ribellione sociale che aveva lasciato uneredit non esigua. E ci diversamente dalla generazione dei loro padri che videro in quella letteratura terre nuove ed inesplorate, grazie anche al lavoro di traduzione, critica e diffusione di Pavese, Vittorini, Montale.Neanche la beat generation, come suggeriscono N.Balestrini e P.Moroni, assunse quella eredit: Rifiutavano anche i modelli di produzione letteraria che avevano contraddistinto la generazione degli anni trenta (Steinbeck, Dos Passos, Caldwell, etc.) sia per la contraddittoria pratica di collaborazione politica con il potere si per il loro comportamento verso la HUAC e Mc Carthy

In unaltra occasione si avuto modo di affrontare, per sommi capi, lascesa e la caduta del sindacalismo radicale USA, dalle forme originarie, legate alle prime formazioni socialiste e comuniste importate dalle ondate migratorie dallEuropa, alla forma definitiva che assunse lorganizzazione IWW (Industrial Worker of the World) , e in quel caso ci che emergeva con tutta evidenza era il fatto che la repressione, vasta, capillare e violenta, alla fine, raccoglie inesorabilmente i suoi frutti. E il sistema americano ha dimostrato sinora che, nei momenti di maggiore crisi sociale, lapparato repressivo degli Usa funziona egregiamente non concedendo, peraltro, nulla agli sbandierati principi della democrazia liberale su cui quello Stato afferma di basarsi. Dai decreti che autorizzavano il rimpatrio coatto degli stranieri legati ad associazioni sovversive (1918), alla legislazione contro gli immigrati degli anni 20, tendente a colpire il dissenso politico, passando per il Maccartismo e poi alla repressione dei movimenti dei diritti civili negli anni 60 sino al Patriot Act, evidente che le strade per la costruzione di un dissenso duraturo ed organizzato non risultarono allora, e nemmeno oggi risultano, n agevoli n praticabili.

Negli anni Trenta la portata di quella crisi investiva nel profondo lAmerica sino a scuotere i suoi principali assetti istituzionali. F.D. Roosvelt, nel giorno del suo insediamento, nel marzo del 1933, ebbe a parlare di nuovo corso per il popolo americano , il famoso New Deal (a new deal for the American people.") e non a caso: i disoccupati erano un quarto dei lavoratori dellintero paese, i salari erano diminuiti del 60%. La Dust Bowl, la terribile tempesta di sabbia che in quegli anni bruci il Midwest, fece il resto. Le immagini e i romanzi di quella crisi raccontano essenzialmente due facce dellAmerica: una quella della metropoli, laltra quella della sconfinata provincia del sud e del Midwest. Da una parte la Chicago di Dos Passos e dallaltra lOklahoma (o la California) di Steinbeck e la Georgia di Caldwell. La crisi pugnal il cuore agricolo dellAmerica e questo subito dopo linfarto della sua economia che dal cuore finanziario di Wall Street, si propag come una necrosi in tutti i luoghi nevralgici e periferici del paese. Una crisi che come una scossa tellurica spacc il continente. Nuove visioni da nuove terre riarse. Geminello Alvi descrive le cifre che accompagnano la venuta del Secolo americano, quasi una parusia nella storia delle ere umane, un deserto economico che partorir gli Steinbeck e i Caldwell: $ 945 erano nel 1929 il gi misero reddito netto medio duna azienda agricola: il reddito medio annuo dun operaio era di $ 1543. Nel 1932, il reddito medio agricolo era di $ 3 0 4 correnti, o $ 469 calcolato ai prezzi del 1926. Anche calcolati a prezzi costanti, i redditi netti medi del 1932 erano meno della met di quelli del 1929. Era il disastro per i 3 1 ,4 milioni di uomini e donne, vecchi e bambini che vivevano, nel 1932, dagricoltura. Con un reddito lordo che a prezzi costanti era del 32,4% minore di quello del 1929, gli agricoltori dovevano far fronte a un debito totale che era, sempre a prezzi costanti, di $ 14m l d , il 37% in pi di quello del 1929. Un quarto della popolazione degli Stati Uniti sperimentava un disastro venale, che le tecniche del presidente ingegnere non potevano lenire. Coserano $ 125m io trasferiti alle Federai Lands Banks di fronte a $ 9 ,1 m l d di debito totale dellagricoltura, per gran parte inesigibile? Gli attivi dei bilanci delle country banks esibivano ormai valori cartacei, inservibili. Le piccole banche della Periferia pativano coi droghieri, gli artigiani, e tutta lumanit di Spoon River il disastro dellagricoltura. I fallimenti delle banche meno protette ritmarono cos nel 1932 il disastro.

Roosvelt si trov costretto a varare misure di riforma sociale di forte impatto progressista : dalla riforma del sistema bancario, al sistema di assicurazioni contro la disoccupazione e per le pensioni di vecchiaia garantiti dal governo federale, la legge per i minimi salariali e i massimi di ore lavorative, investimenti pubblici massicci per dare lavoro alle masse disoccupate (tutte riforme in gran parte abolite o superate nel corso del tempo dalle forze variamente conservatrici o ultraliberiste che si succedettero).

Un riformismo pragmatico quello di Roosvelt che mirava certamente anche a depotenziare il dissenso politico di quella parte di intellettuali, scrittori, sindacalisti, che, ancora a quel tempo, subiva non stupisca - il fascino dellUnione Sovietica come di una nazione che proponeva un modello di alternativa economica e politica che sembrava non subire i colpi della crisi.Quellarea di dissenzienti si raccoglieva attorno a New Masses, un periodico newyorkese di chiaro orientamento marxista, erede di altre pubblicazioni militanti (The Liberator, Mass), che mand alle stampe, incessantemente dal 1933 al 1948, articoli di critica letteraria, reportage di scioperi e manifestazioni, racconti, poesie e fumetti. Il coinvolgimento di scrittori non dichiaratamente comunisti e, in molti casi, gi famosi si accompagnava a quello di scrittori che avevano in tasca la tessera del CPUSA (Communist Party). Mike Gold, direttore di New Masses, agitatore sociale, bolscevico coerente fino alla fine (al contrario di altri, molti altri), nonch scrittore lui stesso, sollecit e fece pubblicare anche lavori di scrittori non professionisti: Your life in the mine, mill and farms is of deathless significance in the history of the world .Se si d una scorsa agli archivi di New Masses , la cui raccolta totalmente fruibile in rete (una sorprendente scoperta), si possono trovare gli articoli di Hemingway, di Erskine Caldwell, di Dos Passos, di Sherwood Anderson, Sinclair Lewis, Richard Wright (tranne Hemingway e Caldwell, gli altri autori citati sono tutti presenti nella raccolta di articoli dedicati alla letteratura americana di Cesare Pavese,Saggi letterari (Einaudi, 1951); e poi Rex Stout (lautore di Nero Wolfe) che fu anche tra i finanziatori di una delle maggiori imprese giornalistiche della sinistra radicale americana.Scrive Alfred Kazin, critico letterario che non fu minimamente benevolo verso quella tendenza, ma che ebbe il merito di censire quella letteratura oggi dimenticata e, in parte, non pi editata: Fino al 1930 anno in cui gli scrittori cominciarono ad affluire verso il partito comunista e verso le sue numerose filiali con un ardore cos impetuoso e insieme cos sottomesso da stupire gli stessi dirigenti, la letteratura proletaria fu unastrazione che aveva significato solo in quanto era unarma politica.

Tuttavia, se si vuole avere unidea precisa di cosa dovesse essere per Mike Gold il Proletarian Realism, la tendenza artistica dellortodossia, diciamo il realismo socialista, bisogna prepararsi allo shock : The worst example and the best of what we do not want to do is the spectacle of Proust, master masturbator of the bourgeois literature.

Ecco servita una efficace sintesi: il realismo proletario tutto lopposto delle masturbazioni borghesi di Monsieur Proust!Al di la di ci, quellinfluenza, quella forte caratterizzazione, cess definitivamente negli anni a venire e i primi sintomi dellindebolirsi di quella simpatia potrebbero essere fatti risalire, anche se non del tutto, alle vicende legate alle lotte intestine che dilaniarono il fronte anti franchista nella Spagna della guerra civile del 36 39. Ci si riferisce agli scontri durissimi che videro su fronti contrapposti gli anarchici della FAI CNT e del POUM da una parte e le milizie filosovietiche dallaltra. George Orwell che aveva partecipato direttamente alla guerra civile, militando nel POUM , descriver quelle vicende drammatiche da protagonista, prima ancora che da cronista, nel celebre istant book, come si chiamerebbe oggi, Omaggio alla Catalogna, pubblicato gi nel 1938, con la guerra ancora in corso. E tutto questo senza dimenticare la partecipazione diretta di scrittori come Ernest Hemingway e dello stesso Dos Passos. Proprio questultimo visse come un dramma personale luccisione di Coco Robles. Ma chi era Jos Coco Robles Pazos? Uno spagnolo, professore alla Johns Hopkins University di Baltimora, intimo amico dello scrittore americano, a quel tempo ancora the premier American leftist writer, nonch traduttore del suo capolavoro Manhattan Transfer. Robles era anche un militante comunista di prima fila e, come tale, impegnato durante la Guerra civile spagnola. Sembra che il suo ruolo fosse di interprete di fiducia del comando militare sovietico in Spagna e di ufficiale di collegamento. Erano anni di sofferenza umana e politica per il comunismo internazionale. Robles venne accusato di essere una spia al servizio delle milizie franchiste e trucidato. Dos Passos, a partire da quella vicenda, diede avvio ad uninversione politica che lo porter sempre pi lontano dalle sue originarie convinzioni politiche. Non solo. La vicenda incrin irrimediabilmente il rapporto di amicizia con Hemingway il quale consider con atteggiamento cinico luccisione di Robles, lasciando intendere la possibilit che il professore spagnolo potesse essere effettivamente una spia.

Un altro elemento, spesso tirato in ballo e che potrebbe avere avuto il suo peso nel rompete le righe di quella compagine politico letteraria fu il linfelice patto di non aggressione, firmato nel 1939, tra Molotov Ribbentrop, ossia tra lURSS e la Germania nazista. Per taluni storici quel trattato fu levento definitivo che pose fine alla stagione dei fronti popolari, il patto dazione tra le sinistre comuniste e socialiste, varato nel 1935 nellambito del Comintern, per contrastare le forze nazi-fasciste. Una politica destinata al fallimento. Si pensi soltanto allatteggiamento della Francia e, in particolare, di Leon Blum, presidente di un governo espressione del Fronte popolare, che decise di non intervenire in difesa della repubblica spagnola dallaggressione fascista. Una sensazione di bruciante delusione, frutto dei alcuni eventi (la firma del patto russo tedesco, lazione repressiva degli stalinisti e la connessa sconfitta del Fronte popolare in Spagna) dovette, comunque, spargersi in quellarea di fiancheggiatori della sinistra radicale Usa che avevano contribuito anche fattivamente ad appoggiare la repubblica spagnola e il fronte antifascista. Un movimento che negli Usa aveva goduto di una certa attrattiva nella classe lavoratrice pi sensibile politicamente e sindacalizzata. Unesperienza che aveva prodotto anche un vivace e concreto apporto, da parte americana, alla guerra civile spagnola con la Brigata Abraham Lincoln. Coloro che vi aderirono erano figli della Grande depressione, uomini per lo pi giovani, boys come vennero definiti dal Daily Worker, che avevano conosciuto nelle grandi realt metropolitane gli ideali sociali e le contraddizioni di classe. Si sentivano parte dellInternazionale proletaria e rispondevano allappello che proveniva, in prima battuta, dal partito comunista USA (CPUSA). Una realt, questultima, in crescita esponenziale durante gli anni trenta: () the Communist party had tripled in size from a membership of under 10,000 in 1929 to about 26,000 in 1934, and then increased steadily to 41,000 in 1936 and 62,000 the next year, finally reaching 82,000 by 1938. I volontari americani che risposero alla chiamata intemazionalista furono circa 2.800 e tra questi circa ottanta erano neri. Tre quarti di essi, inoltre, erano militanti del CPUSA o di altre organizzazioni marxiste, altri ancora erano wobblies (ossia appartenenti allIWW, Industrial Workers of the World). Quegli uomini, oggi ricordati con un monumento nel porto di San Francisco, si distinsero nella battaglia della valle del Rio Jarama (febbraio 1937): su 450 appartenenti al battaglione Lincoln si contarono 127 morti e 200 feriti. Il loro comandante non era che un ragazzo di ventitre anni, Robert Merriman.Quelli che sopravvissero e riuscirono a tornare in patria recarono lo strano stigma di Premature Anti-Fascists e a molti di loro fu addirittura proibito larruolamento nellUS Army. Furono quindi sottoposti ad indagine da parte del Comitato Investigativo per le attivit anti americane, il gi citato HUAC. Colpevoli di antifascismo prematuro.Anche da quella rimozione nasce il Secolo americano. Un seme trascinato via dal vento e dalla polvere.

Non per nulla i volunteers della Brigata Lincoln erano figli della Dust Bowl. La cappa di polvere, un fenomeno che era la traduzione, in termini di disastro ecologico, del crollo di Wall Street. Una drammatica sincronia che dalla fine degli anni 20 sino alla prima met degli anni 30 venne universalmente rappresentata nella opprimente cappa della Grande depressione.

La Dust Bowl prima di essere protagonista dei racconti di Steinbeck e Caldwell e delle ballate di Woody Guthrie, fu una reale e micidiale sequenza di tempeste di sabbia che investirono le Grandi pianure degli Stati Uniti dal 1933 al 1935. Un territorio enorme che attraversa, da nord a sud, il cuore degli Usa, dal Canada al Texas e che, in quellepoca, specie al sud veniva sottoposto a coltivazioni intensive senza alcuna rotazione delle colture. Uno sfruttamento dissennato che trasform la terra fertile delle Grandi Pianure, specie negli stati del Midwest, in nuvole di polvere ed inesorabile siccit. Leco della Dust Bowl in realt non si mai spento, un filo rosso ha attraversato il tempo, smarcandosi dal filone della propaganda letteraria, ed arrivando, attraverso la musica dei cantastorie alla Guthrie sino a Bob Dylan e a Bruce Springsteen.

La povert non era ancora roba per Angelina Jolie e non veniva lambita dalle unghie laccate di armoniose star hollywoodiane ma stava ancora mostrandosi come conseguenza logica dellingiustizia sociale : una cosa dura e intollerabile.Il frutto di quella rabbia trover dunque espressione in una tendenza ed in una produzione letteraria limitata nel tempo ma che ebbe un successo mondiale istantaneo.Lo testimonia il fatto che grandi scrittori italiani Pavese, Vittorini, Montale ne furono travolti gi alla fine degli anni 30, ossia con Mussolini ancora a cavallo, e le loro traduzioni, tuttora in uso, ci fanno apprezzare il racconto di quella crisi. E ci, nonostante la censura fascista. Anzi in barba alla risorta romanit, come scrive Pavese : Verso il 1930, quando il fascismo cominciava a essere la speranza del mondo, accadde ad alcuni giovani italiani di scoprire nei suoi libri lAmerica, una America pensosa e barbarica, felice e rissosa, dissoluta, feconda, greve di tutto il passato del mondo, e insieme giovane, innocente. Ed un capitolo a parte quello che linsieme di quella produzione letteraria rappresent per i maggiori scrittori italiani dellepoca, la loro curiosit verso un mondo che veniva loro precluso con quelle caratteristiche di esotismo di cui Pavese riferisce.Pavese, in particolare, si soffermer in varie occasioni ad analizzare gli scrittori di ambiente anglofono, sia inglesi che americani. Nella raccolta Saggi letterari, Einaudi, del 1951 (successivamente pubblicata come La letteratura americana e altri saggi Einaudi, 1990) incontriamo un saggio di Pavese su Dos Passos datato 1933.Pavese, analizzando Dos Passos (in particolare 42parallelo, 1919 e Manhattan Transfer) nella sua fase militante (comunque precedente al 36), evidenzia il fatto che la sua letteratura non in alcun modo comparabile con una certa produzione propagandistica (a cui viene associato invece lo scrittore Upton Sinclair ) pur sottolineando che i suoi libri sono rappresentazioni evidentemente polemiche della lotta chegli vede combattersi con coscienza di classe, nel nostro secolo, tra lavoro e capitale ed inoltre il suo personaggio tipico resta loperaio vagabondo, il compagno lavoratore, che si strappa la schiena per farsi una ragione e non ci riesce e la sua vita trascorre tra le multicolori e per questo, anche se tragiche, ottimistiche sensazioni. E, a maggior chiarimento, il discrimine tra il propagandista e lo scrittore che luno proclama direttamente le sue tesi mentre laltro lascia parlare i suoi personaggi, gli scenari, le descrizioni, il suo stile: si limita a rappresentare e la poesia pura lo compensa con lo straordinario valore polemico delle sue figure. Ancora: Di sua bocca Dos Passos nel racconto non enuncia critiche e programmi: si accontenta di ascoltare i suoi eroi.

Sarebbero state per proprio quelle forti venature critiche, quellimpostazione di forte polemica, di romanzi come Furore (J.Steinbeck) che non limpianto naturalistico e, in taluni casi, perfino sperimentale di Dos Passos o, addirittura, lo stile popolaresco e gotico di Caldwell, a far s che i loro romanzi potessero essere letti e tradotti durante il ventennio. La critica sociale della democrazia americana poteva essere ben accetta anche costo di tirarsi dentro un po di dissolutezza.Non sfuggir, invece, alla censura fascista - ce lo racconta Goffredo Fofi - un romanzo che aveva segnato alcune generazioni di socialisti anche al di qua dellAtlantico: Il tallone di ferro di Jack London che, a quanto pare, era capitato tra le mani di Mussolini nei suoi anni migliori. Un esemplare di fantapolitica di ispirazione rozzamente marxista, in ogni caso un po troppo marchiato per il regime, se si considera che anche Trotsky ne aveva tessuto le lodi.

Al maglio della censura non sfuggir, in un primo tempo, nemmeno la famosa raccolta di scritti di grandi esponenti della letteratura americana messa insieme da Elio Vittorini per Bompiani : Americana. Una scelta di autori su cui basare, ancora oggi, attraverso i suoi trentatre nomi, unidea dellAmerica e della sua formazione culturale.Del resto siamo nel 1941 e lItalia procinto di entrare in guerra con gli USA ma Vittorini aveva gi subito il blocco della censura fascista (nel 1934 il romanzo incriminato era Il garofano rosso). Tuttavia, il regime accett di pubblicare lopera a patto che venissero eliminate le note introduttive alle varie sezioni scritte da Vittorini e che la prefazione fosse scritta da Emilio Cecchi, () i cui toni antiamericani nel denunciare la violenza, gli orrori, la trasandatezza dello stile degli autori antologizzati sono giudicati eccellenti dal ministro della Cultura popolare fascista. Solo dopo la caduta del fascismo si potr vedere pubblicata, dallo stesso editore, Bompiani, la formulazione originale dellopera, cos come laveva concepita Vittorini. Il fascismo, sulla questione dellantiamericanismo, mantenne nel complesso un atteggiamento ambiguo. Da un lato risultava conveniente che narrazioni come Furore venissero assorbite dal pubblico italiano affinch si imprimesse limmagine della devastazione causata dalla crisi che corrodeva la societ americana e dallaltro lato si lasciavano emergere, attraverso quegli autori, nuove forme espressive non convenzionali e lontane dalla retorica fascista e dal suo connaturato provincialismo culturale.Era nota, del resto, la passione di Vittorio Mussolini per il cinema americano. Ce lo ricorda U. Eco, in un articolo di alcuni anni fa, raccontando del viaggio in America, e dei suoi risvolti grotteschi, compiuto dal figlio del Duce, ed il cui fine era gettare un ponte tra le due industrie cinematografiche; Eco sottolinea inoltre il fatto che egli criticava la tradizione cinematografica europea ed asseriva che il pubblico italiano si identificava emotivamente solo con gli archetipi del cinema americano

Di contro, nel 1942, il fascismo non tollerer pi, nel pieno della Seconda guerra mondiale, nemmeno Topolino che, qualche anno prima, nel 1938, aveva resistito alla prima ondata di epurazioni seguita al Manifesto della letteratura giovanile con cui il futurista Martinetti dettava le regole a cui dovevano uniformarsi le letture dei ragazzi.

Che dire, per, della polemica a cui and incontro lo stesso Vittorini e il suo Politecnico nellimmediato dopoguerra, questa volta anzich con il Minculpop guidato da Pavolini, addirittura con Togliatti? Anche in quel caso, a ben guardare, le pietre dello scandalo erano, ancora una volta, autori americani.

La grave e, per diversi aspetti, notevole vicenda, le cui implicazioni andavano ovviamente al di l della questione dellamericanismo, prese avvio da un articolo di Mario Alicata, membro del Comitato centrale del PCI e cavallo di razza delllite intellettuale del partito, pubblicato da Rinascita (il periodico di politica culturale dellallora PCI) nel 1946. Alicata muoveva laccusa di intellettualismo alla rivista diretta da Vittorini e per chiarire che cosa intendesse esplicitava cos il concetto:

Mi si chieder che cosa intendo per intellettualismo. Ecco, per esempio, secondo me intellettualismo giudicare rivoluzionario e utile uno scrittore come Hemingway, le cui doti non vanno al di l d'una sensibilit da frammento, da elzeviro, e rivoluzionario e utile un romanzo come Per chi suona la campana che rappresenta la riprova estrema dell'incapacit di Hemingway a comprendere e a giudicare (cio, poi, a narrare) qualcosa che vada al di l d'un suo quadro di sensazioni elementari e immediate: egoistiche. Ed , per esempio, intellettualismo giudicare rivoluzionario, utile, un vecchio e superficiale reportage giornalistico sulla rivoluzione di Ottobre qual Dieci giorni che sconvolsero il mondo di Reed

Passi pure che lo snobismo di Alicata colpisse Hemingway ma il disprezzo per lopera di Reed risulta imperdonabile ed anche per questo che stimiamo ancor di pi Vittorini ! In ogni caso la tendenza letteraria, figlia della Grande depressione, che tutto sommato la fece franca durante il fascismo, venne definita come narrativa proletaria per il modello di scrittura comprensibile alle masse e come una scelta di tematiche ispirate alla tragedia economica degli anni Trenta e alla sua umanit disperata . Cos almeno pensava Fernanda Pivano ma a leggerli quei romanzi l- Furore e La battaglia di Steinbeck ma anche 42 parallelo di Dos Passos - c di pi. C una voce effettivamente militante, in alcuni casi retorica e didascalica - anche in senso propagandistico ? -. In qualche caso diremmo proprio di s.

In La battaglia (1936) di Steinbeck tutta la trama, i personaggi e lo sfondo narrano di uno sciopero tra raccoglitori; non contadini, si badi bene, n agricoltori ma operai con salari da fame che venivano attratti in massa con linganno di paghe decenti da parte dei latifondisti. Quei campi, quei frutteti, sono gli stessi verso i quali la sconquassata famiglia Joad di Furore si reca con la stessa speranza destinata a scontrarsi con la fame, la sporcizia, lo sfruttamento brutale. Solo che La battaglia fa da sfondo alle gesta di un gruppo di agitatori di professione, membri di un partito che si presuppone comunista e definiti con disprezzo rossi da parte degli emissari del latifondo. I personaggi sono soldatini di carta, bene dirlo, esprimono con ingenua rozzezza rimasticature marxiste ma descrivono uno scenario credibile. Quello di una provincia americana profondamente chiusa, avida, violenta, impermeabile a qualsiasi influenza egualitaria. Lazione potrebbe essere la chiave del racconto ma Steinbeck indulge nei dialoghi, ripetitivi e piuttosto stucchevoli, in cui cerca di dare rilievo da eroi agli agitatori. Nelle pagine finali laccampamento degli scioperanti e la sfiducia che serpeggia tra gli uomini vengono, invece, tratteggiati con efficacia. Allo stesso modo la rappresentazione fulminea del tentativo di sfondamento, da parte dei raccoglitori, di un blocco armato messo in piedi da sceriffo e forze di polizia, viene resa con agilit e senza la pesantezza che grava il resto del raccontoE Steinbeck, comunque, a dire la parola definitiva sulla narrativa proletaria: Furore. Un romanzo che lo consacrer, lui s, come un eroe letterario. The Grapes of Wrath (questo il titolo originale), i grappoli dira di ispirazione biblica, venne dato alle stampe nel 1939 e fece di Steinbeck lo scrittore americano pi famoso al mondo. Nelle librerie domestiche degli italiani, negli anni 40 e 50 Furore campeggiava, tra le copertine colorate, come le locandine dei film, della serie I libri del pavone di Mondadori. E da quei libri, innumerevoli furono le pellicole sfornate dalle fucine degli studios hollywoodiani. La Dust Bowl e la famiglia Joad sono i protagonisti insieme alla strada, la crisi e la sfortuna. Una categoria, la sfortuna, priva di senso se non la si considera come conseguenza diretta dellingiustizia. Lingiustizia per non veniva presentata come un segno inevitabile del destino, era una conseguenza di atti e decisioni di uomini, governi e istituzioni. Eppure Steinbeck divenne Steinbeck suo malgrado. Non era e non fu mai un comunista al contrario dei molti che scrissero con intenti militanti e la lista di quelli che scrissero per New Masses non a caso non contiene il suo nome. Eppure, leggendolo e rileggendolo, Furore non poteva non essere uno strumento in mano a chiunque, a sinistra, volesse agitarlo come un arma, unacuminata arma della critica sociale.Furore un romanzo, o meglio una folgorazione, scritto in soli cinque mesi che prese forma dal riadattamento di una serie di articoli sui contadini dellOklahoma costretti dalla catastrofe causata dalla Dust Bowl

Solo tre anni prima Steinbeck aveva dato alle stampe In Dubious Battle, 1936 (La battaglia), e la differenza tra i due romanzi salta subito allocchio. Giova enormemente lo stile giornalistico, il tratteggio efficace di un bianco e nero sfocato dalla polvere dove uomini, bambini e cavalli, immersi nella sfortuna, non sanno, ignorano sapientemente, ostentatamente, di essere attori di un dramma sociale epico.Tom Joad lo vediamo subito, ed in viaggio. Una strada che non finir mai, se non con la morte o la galera. Il dialogo dapertura costruisce subito il personaggio, mentre Mac e Jim, gli eroi di In Dubious Battle, fino alla fine, sono solo il tentativo malriuscito di descrivere lagitprop , Tom Joad, invece, vivo, e lo rester fino ai nostri giorni.Tom non arriver mai a casa. Arriver direttamente dalla galera al viaggio. Non c casa in Furore, c solo la strada. Si vive e si muore lungo la strada. Non c pi niente in Oklahoma. Lunico rimasto, ad aggirarsi come uno spettro tra i campi, il vecchio Muley. Uno suonato come il vecchio Muley ; nessuno in giro, solo la sua anima ad agitarsi, un fantasma in un camposanto.

Le banche hanno messo sotto sequestro casa, terra, attrezzi. Pa si fatto prestare soldi dalla banca, e adesso la banca vuole la terra. La societ immobiliare () sulla terra vuole trattori, non famiglie. () Ma questo trattore fa due cose: scava la terra e scaccia noi dalla terra Ho perso la mia terra () Sono solo e smarrito. Allora tutti su auto scassate comprate con gli ultimi spiccioli, camion pieni di masserizie, verso la California, la terra dove scorre latte e miele, Route 66, sempre diritto fino alla Valle di San Joaquin, verso frutteti, case bianche, sole. Tutto come nel volantino, quello che hanno fatto girare per attirare la gente che cerca lavoro, come la carta moschicida.

Lungo la Route 66, la Mother Road, a mendicare acqua, benzina, copertoni, chewing gum. A seppellire i nonni lungo i fossati. Di nascosto dalla polizia. Illegali. Clandestini.

Tom Joad sapeva che bisognava percorrerla tutta quella strada fino in fondo, bere il calice, fino alla feccia.

E nella notte una famiglia si accampa in un fosso e unaltra famiglia arriva e tira fuori le tende. I due uomini si accoccolano sui talloni e le donne e i bambini ascoltano. Ecco il nodo per voi che odiate il cambiamento e temete la rivoluzione. Vi conviene tenere separati questi uomini accoccolati, fare in modo che si odino, che si temano, che diffidino luno dellaltro

Steinbeck mentre analizza le cause mostra gli effetti. E si rivolge con la sua voce da predicatore che lungo la strada ha perso la sua Bibbia, e si rivolge, quindi, con la sua voce di uomo a coloro che possiedono le cose , non ad un Sistema, ma a degli uomini:

Se riusciste a separare le cause dagli effetti, se riusciste a capire che Paine, Marx, Jefferson e Lenin erano effetti, non cause, potreste sopravvivere. Ma questo non potete capirlo. Perch il fatto di possedere vi congela per sempre in io, e vi separa dal noi.

Gli Stati dellOvest sono inquieti alle prime avvisaglie del cambiamento. Il bisogno fa da stimolo allidea, lidea allazione. Mezzo milione di persone che si spostano nel paese; un milione di scontenti pronti a spostarsi; dieci milioni che avvertono i primi sintomi dinquietudine.

E trattori che scavano solchi sulle terre abbandonate.

Mescolare Jefferson e Marx, Lenin e Paine certamente un errore (anche solo dal punto di vista culturale prima che politico). Combinare lilluminismo di stampo liberale con il marxismo necessiterebbe, in effetti, di qualche sforzo in pi . Tuttavia il nocciolo dellideologia di Steinbeck non certamente nel rigore dottrinario. Il nocciolo antropologico. Il punto viene spostato dal possesso dei mezzi di produzione, dalle dinamiche capitale lavoro, dalla strategia e la tattica della presa del potere, agli istinti nevralgici che costruiscono le ingiustizie e principalmente la brama di possesso. Listinto animalesco ed anticomunitario che va arginato. In questo, Steinbeck appare prodigiosamente moderno. Il gesto rivoluzionario di questo particolare risvolto della Proletarian Novel, il principio della salvezza, addirittura, espresso in una scena, bisogna dirlo, piuttosto unica nella letteratura. Una cosa che fa pensare anche al Nobel conferitogli nel 62. Mentre la famigliola Joad giunta al culmine delle sue sfighe ripara dentro un fienile. Nella penombra si distinguono a malapena un uomo e un ragazzo. Luomo non mangia da sei giorni ed oramai moribondo. Rose of Sharon (cos nella nuova traduzione del 2014, mentre in quella del 1940 Rosa Tea) dar il suo latte al moribondo, direttamente dal suo seno. Non sappiamo se quelluomo si salver oppure no ma luomo, o meglio la donna, avr anteposto al sacrificio rivoluzionario della vita, nella morte dellinsorto (come in La battaglia), il simbolo della rinascita: una mano di donna che regge la nuca di un uomo. Nellaltra sponda di quello stesso mainstream letterario, diciamo nella riva opposta, ci sta Erskine Caldwell, il cinico, il caustico, lo spudorato Caldwell e la sua pietra miliare: La via del tabacco. Non esita Joe R. Lansdale, lo strafamoso autore contemporaneo di Bad Chili e Mucho Mojo (romanzacci noir scritti come si deve), a mettere a confronto la famiglia Joad con la famiglia Lester, la sbullonatissima congrega familiare de La via del tabacco : Se per I poveri bianchi di Steinbeck erano essenzialmente persone nobili e forti che lottavano per sopravvivere in tempi difficili, i sudisti gotici di Caldwell erano avidi, sessuomani e nobili quanto pu esserlo unerezione da Viagra. E avevano la stessa possibilit di redimersi di una maiale che sguazzi nel suo truogolo.

La miseria estrema dei Lester un quadro osceno. La miseria oscena, non sono osceni i personaggi, le loro stramberie, la loro degradazione. E mortificante ed nobile il desiderio di avere, almeno da morti, un vestito decente per essere seppelliti oppure il diritto ad avere il proprio cadavere custodito, almeno fino alla sepoltura, affinch i topi non lo sbranino.

Il grumo della follia insindacabile dello sradicamento viene esposto tra campi disseccati e i vecchi tracciati, sul versante occidentale del Savannah (Georgia), dove rotolavano le botti di tabacco, un dedalo di percorsi dove non solo i neri ma anche poor white trash, come i Lester, si spaccavano la schiena. E poi il cotone fino allo sfinimento e allabbandono dei contadini da parte dei piccoli proprietari terrieri vittime, a loro volta, dello strozzinaggio delle banche e dei fornitori, di metodi di coltivazione oramai improduttivi, di processi di accumulazione e concentrazione in grandi propriet e quindi della conversione, nel migliore dei casi, del contadino in operaio tessile. Insomma, il vecchio schema magistralmente descritto da Marx nel cap. I del Capitale.Caldwell non pronuncia alcun giudizio, n esprime commiserazione per la dodicenne data in sposa o per la prostituta che si fa predicatrice e che sposer il giovane Lester, appena sedicenne, attirandolo con le trombe di unauto usata che ha acquistato beccandosi una fregatura e bruciando lunico gruzzolo di cui dispone. No, non c nemmeno tristezza ma esposizione di unignoranza che non purezza ma una grettezza grottesca di una vita bruta che il prodotto di eventi economici disastrosi. C sullo sfondo della scrittura di Caldwell una forma di umorismo nero quasi involontario che deriva dalla potenza dirompente dellignoranza; tuttavia nello sguardo di Caldwell non c distacco quanto un tratto di oggettivit naturalistico. Tale sguardo resiste ovviamente anche nelle descrizioni degli approcci sessuali, i pi impensati, picareschi, involontari, promiscui e tuttavia senza un ombra di compiacimento.

Per quelle descrizioni e per lassenza di sermoncini morali Caldwell verr comunque arrestato e processato per oscenit su denuncia della New York Literary Society. Lopera incriminata era Gods Little Acre (in italiano Piccolo campo; la prima traduzione era opera di Vittorini e, anche in Italia, durante il fascismo, il libro venne censurato). Nel corso della sua vita, comunque, dovette subire diverse imputazioni ed accuse: I have been called indecent, communistic, reactionary, and sacrilegious but I have never been called a plagiarist. Cos ebbe a dire di s stesso.

Dunque, tra le accuse di immoralit, anche quella di essere un comunista. In una delle interviste raccolte nel volume Conversations with Erskine Caldwell , gli si chieder - visto che negli anni Trenta il suo nome era stato associato a quello di altri scrittori marxisti - se a distanza di oltre quarantanni (lintervista risale agli anni 80) fosse stato in grado di dire se il marxismo significasse per lui ancora qualcosa e che cosa. Caldwell non rinnegher. Ci girer un po intorno. Risponder che il clima, gli eventi dellepoca, lo avevano condotto alle stesse conclusioni del marxismo. Ci che era avvenuto in Unione Sovietica era stato determinato da condizioni analoghe a quelle che si vivevano, in quellepoca, negli Stati Uniti. Con ci affermer di non avere mai dato una formale adesione al marxismo ma ribadir, nel contempo, che le condizioni di ingiustizia e di povert del Sud giustificavano una critica marxista. Alla fine di quellepoca, dir in conclusione Caldwell, non fu una rivoluzione ad alleviare fame e povert ma alcune misure democratiche. Con ci alludendo, si presume, alle politiche roosveltiane. Non negher nemmeno lamicizia e la stima reciproca che lo legava a Mike Gold, il direttore di New Masses, la pubblicazione dei Proletarian Writers. Insomma, Caldwell, dallalto delle sue milionate di copie vendute (oltre quaranta solo negli USA), regge il colpo, non sottraendosi e sostenendo, in qualche misura, la giustezza dellanalisi marxista. Certo, a determinate condizioni.

Non cos avvenne per Steinbeck il quale, in effetti, non era mai stato un rosso, secondo la definizione maccartista, ma che si trov nelloccasione di ribadirlo a chiare lettere proprio in Italia, nel 1952.

Steinbeck che si trovava, in quellanno in Italia con la moglie, venne fatto oggetto di un appello pubblicato sullUnit di domenica 15 giugno. Si era nel pieno della guerra di Corea e Steinbeck era allapice della sua fama, specie negli ambienti progressisti e di sinistra ed inoltre, in quegli stessi giorni, dopo dodici anni dalla sua uscita negli Usa, veniva presentato al pubblico italiano Furore, il film di John Ford, tratto dal romanzo di Steinbeck.

Lo storico Mauro Canali sostiene che quellappello rivolto a Steinbeck, da parte dellorgano del Pci, sarebbe potuto essere un incidente evitabile se si fosse tenuta nel debito conto la posizione di Steinbeck nei confronti dellUrss che, secondo Canali, era chiaramente desumibile dal suo libro pubblicato in Italia due anni prima: Diario Russo (1950). Posizione che per non doveva essere cos marcata se in una recensione dello stesso libro, uscita sulla prestigiosa testata New York Times Book Review, in quello stesso anno, la giornalista O. Atkinson affermava: () Misery, despair, degradation of the human spirit? The author of The Grapes of Wrath saw none of these

Lautore dellappello sullUnit era un giornalista che aveva vissuto negli Usa, Ezio Taddei. Un giornalista con una certa tempra ed un curriculum che, in quellepoca, non era rarissimo nelle fila del partito comunista: sobillatore ed anarchico in giovent, decorato nella Prima guerra mondiale; carcere e confino durante il fascismo, poi la fuga negli Usa. Amico personale di Arthur Miller (il famoso commediografo statunitense) e di Carlo Tresca, anarchico, giornalista e militante attivo nellIWW assassinato nel 1943. Taddei scriver un libro denuncia sullassassinio di Tresca (The Tresca Case, 1943) sostenendo che fosse stato ucciso dalla mafia che, allepoca (e non solo allepoca) incrociava i propri interessi con quelli dei provocatori e delle spie fasciste che infiltravano gli ambienti degli oppositori al regime negli Usa.

La lettera iniziava cos:

Caro Steinbeck, io sono convinto che questa mia lettera vi procurer delle noie e penso che in seguito ad essa i signori dello FBI potrebbero sottoporvi, in questi giorni che siete nel nostro Paese, il famoso questionario, quello dove alla dodicesima domanda c' scritto: < Cosa pensate della situazione italiana > e alla sesta: . Taddei, prima di entrare nel merito della questione coreana, fornisce un quadro del comportamento delle truppe americane a Trieste e nellarea circostante, il cosiddetto Territorio libero, in quella fase (1945-1954) in cui ancora non era stato chiarito il destino della citt nellambito delle spartizioni territoriali che derivavano dagli accordi di Yalta. Passa poi a descrivere le tecniche di guerra batteriologica adottate dagli Usa per avere la meglio sui combattenti coreani ed a individuarne il responsabile in campo, ossia il generale Ridgway, lalto ufficiale americano che, in quegli stessi giorni si trovava in Italia (per la precisione a Roma nello stesso albergo di Steinbeck). Taddei, dopo essersi soffermato sugli effetti devastanti delluso di agenti chimici, si rivolge direttamente a Steinbeck e gli chiede se avrebbe stretto la mano o passeggiato con un simile boia: Voi non andreste col carnefice di Sing Sing e nemmeno andreste a spasso col generale Ridgway. Nel caso contrario non sareste pi lo scrittore John Steinbeck.La lettera appello si chiude richiamando Steinbeck ad un sussulto di coscienza : Questo volevo dirvi, perch in un'ora cosi grave, insieme alla voce di milioni di uomini, sia udita anche la vostra, John Steinbeck, ed essa sar salutata come lo fu nel passato. Vostro Ezio Taddei . Lappello suscit una vivace polemica e serv a rivelare quali fossero i sentimenti patriottici di Steinbeck. Una decina di giorni dopo la pubblicazione dellappello, il 25/06/1952, lUnit pubblic la risposta di Taddei ad una lettera inviata da Steinbeck in risposta allappello.

La lettera non venne pubblicata integralmente perch, come viene spiegato nello stesso articolo, Steinbeck non accettava che, per ragioni redazionali, la lettera venisse tagliata ed inoltre perch aveva deciso, unilateralmente, di farla pubblicare da Il Tempo, noto quotidiano vicino alla destra neofascista. Taddei, o chi per lui, nellintrodurre la sua risposta a Steinbeck ne riporta ampi stralci. In primo luogo Steinbeck difende lFBI, in secondo luogo il boia di Sing Sing e in terzo luogo difende veementemente il generale Ridgway. Nega luso di armi batteriologice, si esercita nel consueto armamentario anticomunista: Perch le menti del comunisti vengono accuratamente protette dal contagio delle idee? Perch proibito il libero scambio di libri, giornali e lettere? Perch ad un cittadino russo vietato, pena la morte, di parlare con uno straniero? Perch viene impedito ai nostri popoli di fraternizzare e di stringere rapporti di amicizia fra loro?Nel 1952, senza alcun dubbio, gli Usa erano investiti dallonda di piena del maccartismo ma sarebbe un errore considerare la risposta di Steinbeck soltanto un tentativo di sfuggire alle persecuzioni in atto nel suo paese contro qualsiasi espressione, vera o presunta, di adesione alle idee della Sinistra. Infatti, n prima n dopo Furore, Steinbeck si schier politicamente con dichiarazioni o adesioni esplicite alle correnti radicali americane. Tuttavia Taddei, ma anche altri che come lui avevano letto La battaglia o forse ancor di pi Furore non erano indotti a pensare quanto forte fosse lo spirito patriottico del famoso scrittore californiano.La pietra tombale sulla Proletarian Novel o, se vogliamo, pi genericamente, su quella produzione letteraria magari non cos rigidamente connotata, la pone con elegante negligenza Cesare Pavese in un suo pezzo (gi citato prima), uscito sullUnit nel 1947, (ora nella raccolta di scritti americani edita da Einaudi) in cui fa il punto sulla letteratura americana tra le due guerre e sul ruolo e linfluenza che essa ebbe sugli intellettuali italiani:La cultura americana ci permise in quegli anni di vedere svolgersi come su uno schermo gigante il nostro stesso dramma. Ci mostr una lotta accanita, consapevole, incessante, per dare un senso un nome un ordine alle nuove realt () Comera naturale in tempi di ristagno politico, noi tutti ci limitammo allora a studiare come quegli intellettuali doltremare avessero espresso questo dramma, come fossero giunti a parlare questo linguaggio, a narrare, a cantare questa favola. ()

Ora, il tempo mutato e ogni cosa si pu dirla, anzi pi o meno stata detta. E succede che passano gli anni e dallAmerica ci vengono pi libri che una volta, ma noi oggi li apriamo e chiudiamo senza nessuna agitazione. () A essere sinceri insomma ci pare che la cultura americana abbia perduto il suo magistero, quel suo ingenuo e sagace furore che la metteva allavanguardia del nostro mondo intellettuale. N si pu non notare che ci coincide con la fine, o sospensione, della sua lotta antifascista.

La riflessione di Pavese il distillato di una meditazione sia di ordine letterario che storico. Quella fase, il cui quadro composito dal punto di vista stilistico e contenutistico che comprendeva non tanto lautore e la sua opera nella sua interezza ma, a volte, solo certe opere che ricadevano in quel dato periodo storico, il frutto di una stagione che non si pi ripetuta. Unepoca che attraversa ed incrocia il dopo Prima guerra mondiale e il riverbero della Rivoluzione dOttobre, la Dust Bowl, la Grande depressione, le battaglie sindacali, la pubblicistica radicale, lantifascismo e la Guerra civile spagnola nonch il movimento dopinione che attorno ad essa si raccolse, un mondo che affond a Pearl Harbor, Hawaii, nel dicembre del 41. Lo scoppio della Seconda guerra mondiale e, in special modo, gli esiti vittoriosi per gli Usa inaugureranno la nascita del Secolo americano e, successivamente, la dottrina Truman (marzo 1947) che annunciava la politica di contenimento del comunismo, ne stabilir le regole planetarie (anche se sulla base del perimetro di Yalta), promuovendo il piano Marshall per la ricostruzione dell'Europa, l'istituzione della NATO (1949) e, come primo intervento coerente con il disegno generale, la guerra di Corea (1950) . Pavese in quel suo articolo dellagosto 1947 descriveva col suo sguardo lemergere del blocco gelido che sterilizzer la produzione artistica americana, la sua stagione feconda di ragioni e di critica al sistema capitalistico, fiorita ed essiccata nella voce degli ultimi cantastorie oppure inchiodata, nelle nuove e dissimili forme emerse nella battaglia per i diritti civili degli afroamericani, insieme alle bare di Malcom X e Martin Luther King.26 febbraio 2015

Rosso Malpelo Lespressione lost generation fu usata per la prima volta probabilmente da Gertrude Stein in una conversazione con Ernest Hemingway con riferimento ai milioni di giovani uccisi nella prima guerra mondiale. Il termine divenuto popolare nel dopoguerra fu poi ripreso da M. Davis per il suo libro (The lost generation, 1936) dedicato alla generazione vittima della depressione economica. F. Benigno, La meglio giovent, in Storica, rivista quadrimestrale, n.39, anno 2007, Pg. 26, nota 44.

House Un-American Activities Committee

N.Balestrini P.Moroni, Lorda doro 1968-1977, Feltrinelli, 1997, pg. 67

Su questo stesso blog: Addio Chicago bella parte 1 (21/08/2011) e parte 2 (18/09/2011)

Lappartenenza allIWW, una frase a sfondo politico proferita in pubblico, un commento critico sullandamento della guerra espresso nella corrispondenza o nelle conversazioni private potevano condurre allespulsione. B. Bianchi, Negazione dei diritti civili, deportazione ed esilio negli scritti e nei discorsi pubblici di Emma Goldman (1917-1934) , DEP n.8 / 2008

G. Alvi, Il secolo Americano, Adelphi, 1996, pgg. 403 - 404

M. Keith Booker, Enciclopedia of Literature and Politics: H-R (Volume II), Greenwood Publishing Group, 2005, pgg. 515 - 516

HYPERLINK "http://www.unz.org/Pub/NewMasses" http://www.unz.org/Pub/NewMasses

E il caso di James Thomas Farrell (Chicago, 27 febbraio 1904 New York, 22 agosto 1979) autore della trilogia La vita di Stud Lonigan (1932-1935), esempio di scrittura militante di cui in italiano non risulta pi nulla di pubblicato dagli anni 60.

A. Kazin, La nuova terra Storia della letteratura americana, Vol. III, La letteratura della crisi, Longanesi, 1974, pg. 21

M. Gold, Proletarian Literature, New Masses, Settembre 1930, N4.

Federacion Anarquista Iberica Confederacion Nacional do Trabajo

Partido Obrero de Unificacin Marxista, di tendenza filotrotzsysta.

Douglas Edward Laprade, Hemingway & Franco, Publicacion Universidad Valencia, 2007, pgg. 57 - 58

VII Congresso dell' Internazionale comunista che si svolge a Mosca dal 25 luglio al 20 agosto 1935.

P. Carroll, The Odyssey of the Abraham Lincoln Brigade: Americans in the Spanish Civil War, Stanford University Press, 1994, pg. 15

Ibidem pg. 13

Questa cifra la desumiamo dal sito HYPERLINK "http://www.alba-valb.org/" http://www.alba-valb.org/ che basa lesposizione dei dati sullarchivio della Tamiment Library & Robert F. Wagner Labor Archives di New York. Rileviamo comunque quanto riportato da Cecil D. Eby a tale proposito: Their exact number will never be known because some early volunteers were killed bifore they could be counted, and others traveled under aliases or noms de guerre, allowing them to be counted twice or not at all. da Comrades and Commissars: The Lincoln Battalion in the Spanish Civil War, The Pennsylvania State University Press, 2007, pg. xi

Cecil D. Eby, op. cit. pg. 78

M. Vecchi, Compagno yankee. Storia della Brigata Lincoln, Progetto Memoria, A. II n.15, autunno, 1989 ora in : HYPERLINK "http://www.carmillaonline.com" www.carmillaonline.com

C. Pavese, In giro per lAmerica, LUnit, edizione piemontese, 03/08/1947 (v. archivio HYPERLINK "http://www.unita.it" www.unita.it ) . ora in C. Pavese,Saggi letterari, Einaudi, 1951, con il titolo Ieri e oggi pg. 173.

Upton Sinclair (Baltimora 1878 1968), fu scrittore di innumerevoli opere, attivista, prima socialista e poi democratico. Il suo scritto pi noto La giungla(1906) un libro inchiesta sulle condizioni di lavoro schiavistiche e sulle frodi nella produzione della nascente industria alimentare americana. Il giudizio di Pavese , a nostro avviso, impietoso e non riconosce i meriti di Sinclair come polemista, basandosi solo su criteri estetici.

C. Pavese, John Dos Passos inSaggi letterari, Einaudi, 1951 pgg. 112 - 113

Ibidem

Cfr. G. Fofi, Jack London e il socialismo, Prefazione a Il tallone di ferro di J. London, Feltrinelli, 2010

Si veda a tale proposito il post su questo stesso blog : Il punto forte de Il tallone di ferro, 28/07/2011

G. Finocchio (a cura di) La letteratura italiana (diretta da E. Raimondo) 2. Il Novecento: dal neorealismo alla globalizzazione. Bruno Mondadori editore, 2004, pg.67

U.Eco, Il cuore rosso del sogno americano, LUnit, 10/11/2001

M. Forno, La stampa del ventennio: strutture e trasformazioni nello stato totalitario, Rubettino, 2005, pg, 148

F. Pivano, Steinbeck, ora l' America riabilita i suoi vinti, Corriere della sera, 24/02/2002

L. Sampietro, Introduzione a J. Steinbeck, Furore, 2014, Bompiani, pg. XIV

J. Steinbeck, op. cit. pg. 212

Ibidem

Ibidem

J.R. Lansdale, Erskine Caldwell: gotico sudista prefazione a E. Caldwell, La via del tabacco, Fazi, 2011, pg.9

E. Caldwell, Conversations with Erskine Caldwell, (a cura di E.T. Arnold) , University Press of Mississippi, 1988, pg. 37

Ibidem, pgg. 208 - 210

Questepisodio verr descritto in J. Steinbeck, America and Americans in Selected Nonfictions, Duel Without Pistols, Viking Penguin, 2002, in italiano.: J. Steinbeck, Lamerica e gli americani, Alet, 2008.

E. Taddei, Lettera aperta a John Steinbeck, Lunit, 15/06/1952, reperibile su http://archivio.unita.it/

Tale circostanza la riscontriamo nella stessa pagina de LUnit in cui viene pubblicato larticolo di Taddei.

Cfr. M. Canali, John Steinbeck e lUnit. Una storia della guerra fredda, NRS - Nuova Rivista Storica, Anno 2009, Vol. XCIII fasc. I, HYPERLINK "http://www.rivistastorica.it" www.rivistastorica.it

Titolo originale Russian Journal (1948). Il reportage di un viaggio in Urss compiuto con lepico fotografo Robert Capa e pubblicato in Italia per Mondadori La Medusa, nel 1950, con il titolo Diario russo.

O. Atkinson, John Steinbeck and Robert Capa Record a Russian Journey, New York Times Book Review, 97, 9/05/1948, 3, ora in Aa.vv. John Steinbeck: the contemporary reviews, Cambridge University Press, 1996

Varie biografie di Carlo Tresca su: anarcopedia.it, bibliotecamarxista.org, wikipedia.it; possibile desumere bibliografie.

Ezio Taddei risulta tra i personaggi citati in Gli indesiderabili di G.C. Fusco edito da Sellerio, 2003 ed inoltre accusato di essere una spia dellOvra e di avere partecipato attivamente a gettare discredito su A.Gramsci, in una sorta di processo-condanna post mortem, da parte di L.Canfora in Gramsci in carcere e il fascismo, Salerno, 2012. Biografie: D. Javarone, Vita di scrittore, ed. Macchia, 1958; M. Novelli, Un certo Ezio Taddei, Graphot, 2003; P. Virz, Langelo col mal di pancia, Aperture, N.8/2000 su HYPERLINK "http://www.aperture-rivista.it/" http://www.aperture-rivista.it/

Cfr. Op. cit J. Steinbeck, America and Americans in Selected Nonfictions.

E. Taddei, Risposta di Ezio Taddei a Steinbeck, LUnit, 25/06/1952, reperibile su http://archivio.unita.it/

Art. cit. C. Pavese, In giro per lAmerica , 1947 ora in C. Pavese,Saggi letterari1951

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