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Hugo E. Méndez U.
IL PENSIEROAMBIENTALISTA IRROMPE IN AMERICA LATINA. Un'inferenza
attraverso gli scritti di Lenín Cardozo Parra.
Prima edizione.
Non è permesa la riproduzione totale o parziale di questo libro senza la preventiva
autorizzazione per scritto dei titolari di copyright.
Copyright di questo numero:
Copertina: Ángel Emiro Sánchez, Primavera, 1996.
Hugo E. Méndez U. 2015.
Editoriale Erato, 2015.
Isla Dorada, Maracaibo.
Concetto, Editing, Montaggio e Composizione: Hugo E. Méndez U.
Stampato nella Repubblica Bolivariana del Venezuela. 18 di novembre di 2015:
Giornata della festività della Madonna del Rosario di Chiquinquirá. La Vergine
Morena.
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Un'inferenza attraverso gli scritti
di Lenín Cardozo Parra
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"Non conosco una persona che non abbia sentito parlare dei miracoli. Gesù,
Buddha e santi provenienti da ogni angolo della terra, facitori di eventi
straordinari. Libri e libri che raccontano eventi insoliti. Credo che tutti noi
abbiamo il potere di cambiare il corso degli eventi, per quanto drammatici ci
sembrano, se cambiamo il nostro modo di vedere il mondo.
Credo anche nei miracoli che accadono quando molte persone aprono gli occhi
e mettono assieme le loro volontà con un obiettivo comune."
Edith Monge, giornalista e poeta venezuelana
“Io chiamo umano ciò che è più nella natura, quello che è più vicino alle
primitive impressioni.”
Simón Bolívar (1826)
"Solo quando l'ultimo albero sia morto, l'ultimo fiume avvelenato e l'ultimo
pesce pescato, vi renderete conto che non si può mangiare il denaro.”
Sabiduría indoamericana
Le persone abbastanza folli
quanto basta per pensare che possano cambiare il
mondo sono quelle che lo cambiano.
Annuncio «Piensa diferente» de Apple, 1997
“I giunchi sono appassiti nel lago, e nessun uccello canta”.
Keats
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Dedicato
All'Istituto Niños Cantores di Zulia, nel 40° anniversario della sua
fondazione. Oggi giorno della festività di Nostra Signora del Rosario di
Chiquinquirá, la Vergine Morena. E in un modo speciale dedico questo libro al
mio maestro Mons. Gustavo José Ocando Yamarte, meglio conosciuto come il
Padre. Avendo seminato nel mio cuore l'amore a Dio, alla Sapienza e alla mia
Patria.
Infinitamente riconoscente.
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L’Autore
Mgs. HUGO ENRIQUE MENDEZ URDANETA, Giornalista e
professore universitario. Scrittore e ambientalista. Studi
realizzati nell’Università Pontificia Salesiana di Roma, 1984-1993.
Master in Scienze della Comunicazione Sociale, Specializzazione
Manager Televisivo, Laurea in Scienze della Comunicazione
Sociale; Master in Educazione per la Scuola e la Comunicazione
Sociale, Laurea in Scienze della Educazione. Baccalaureato in Scienze
dell’Educazione. Libri scritti: El pensamiento ambientalista irrumpe en Latinoamérica.
Una inferencia a través de los escritos de Lenín Cardozo Parra, Isla Dorada, Editorial
Erato, 2015. Die lange und kurvenreiche Straße von Umweltschützern. Übersetzung: Doris
Barboza. Isla Dorada, Editorial Erato, 2015. Árboles emblemáticos del Zulia, Isla Dorada,
Editorial Erato, 2015. 2º edición. Come co-editore, La Metaecología y su horizonte
poético, Isla Dorada, Editorial Erato, 2015. El largo y zigzagueante camino de los
ambientalistas. Isla Dorada, Editorial Erato, 2015. Di come essere ambientalista e non
morire nell’intento. Isla Dorada, Edicciones Erato, 2015. Tesi di laurea: La struttura
comunicativa della festa religiosa del popolo. Ricerca e documentazione televisiva
dell'Infiorata di Spello. (Lever Franco), 01-01-1993. La integración del niño con handicap
en la escuela primaria. Analisís de la literatura italiana. (Natale Zanni), 01-01-1988.
Baccalaureato: La concepción universitaria según Andrés Bello. (José M. Prellezo), 01-
01-86. Redattore responsabile della Pagia web: https://anca24italia.wordpress.com.
Giornalista della ONG Fundación Azul Ambientalistas www.azulambientalistas.
org, email: [email protected] e il Blog: http://hugoemendez.blogspot.
com
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Ringraziamenti
Al Maestro Lubio Cardozo e Ing. Lenín Cardozo Parra per avermi permesso di
iniziare questo meraviglioso viaggio che è il viaggio attraverso la natura. Sono
tornato a stupirmi. Grazie!!!
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Contenido
Dedicato 5 L’Autore 6 Ringraziamenti 7 Contenuto 8 Introduzione 10
0. A modo di dialogo: Nell'angolo del pensiero di Hugo E. Méndez U. Intervista a Ing. Lenín Cardozo Parra
1. Mgs. Hugo E. Méndez U. Intervista a Ing. Lenín Cardozo Parra: Essere
ambientalista e non morire nell’ intento 14
1. Il pensiero Ambientalista: riflessioni di Lenín Cardozo Parra
1. El MANIFIESTO AMBIENTALISTA: cosmovisión del Planeta Azul, la
Madre Tierra, Hallp`amama o Pachamama. 26
2. Io sono ambientalista 30 3. La lunga e sinuosa strada degli ambientalisti 32 4. Di come essere un ambientalista e non morire nell’intento 34
5. Da muralisti conservazionisti a giornalisti ambientalisti 38
6. Dall’ideologie al pensiero ambientalista 40
7. Parliamo il linguaggio del XXI secolo, il linguaggio ambientalista 42 8. America Latina: ambientalista, al di là delle ideologie 44 9. América Latina: lo sviluppo sostenibile e la crescita responsabile? 46 10. Prospettiva ambientale 50
11. Sociología dell'ambiente, lo spazio necessario delle conoscenze per
salvare il pianeta 52
12. Crisi alimentare, biocarburanti e biocombustibili 54 13. Il mistero delle due madri 58
14. Un mondo migliore 60
15. Chi vive, chi muore, Ave Cesare! 62
16. Chi sei tu? 65 17. Meglio promuovere che vietare 67
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18. Ecologia della testimonianza 68
19. L’amore per le mascotte 70 20. Le città in bianco e nero 72 21. L'eredità generazionale 74 22. Non ci sarà un’altro giorno 76 23. Il buon povero e la classe media1 78
24. C'è bisogno dei poveri, più sono e meglio è! 81
25. Otilia la bambina fra la spazzatura 83 26. I bambini smeraldi di Colombia 85 27. I bambini gabbiani 87 28. I Bambini di piombo di Bajos de Haina e La Oroya 89 29. I bambini i più sensibili alla contaminazione 91
30. La Terra è viva 93
31. Grazie alla vita 95
2. Il pensiero ambientalista di Lenín Cardozo Parra attraverso le interviste
1. La realtà ambientale in America Latina. Intervista a Lenín Cardozo
Parra di Hugo E. Méndez U. 98
2. Crisi alimentare e il futuro dell’umanità. Intervista a Lenín Cardozo
di Hugo E. Méndez U. 102
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Introduzione
Ci sono due tipi di pensieri che hanno cambiato il corso dell'umanità: i pensieri
filosofici, artistici, religiosi e i pensieri politici. I primi trascendono perché non
rimangono nel circostanziale, diventano verità inconfutabili e riferimenti storici
universali; i secondi muovono l'umanità dentro una circostanza o situazione, sono
emozionali e pragmatici. Alla fine del diciannovesimo secolo e per tutto il
ventunesimo secolo sorgono pensieri, macerati nel corso degli ultimi secoli, che
irrompono la logica della vita, tra cui la proposta ambientalista.
Questo libro presenta un primo approccio di questo pensiero attraverso le
riflessioni di Lenín Cardozo Parra, un scrittore e filosofo latinoamericano delle
tematiche ambientali. Un profondo conoscitore della situazione ambientale del suo
paese Venezuela e il mondo, fondatore di diversi movimenti ambientalisti e
promotore di leggi ambientali.
Nel suo libro, "Crítica a la Razón Productiva de la Modernidad y Discurso Filosófico
Ambientalista Postmoderno", Maracaibo, Editorial Universidad Cecilio Acosta, 2006,
Cardozo gestisce una posizione critica sulla tesi dello sviluppo sostenibile e
durevole, perché per lui, questa tesi è diventata sempre più globalizzata e si
espanse rapidamente ai paesi del Terzo Mondo.
Questa tesi è stata inserita nelle figure amministrative delle istituzioni e le
organizzazioni statali e sono stati raccolti risultati per essere esposti in diversi
Vertici sulla terra, il tema dello sviluppo sostenibile e durevole, con una visione
individuale, razionale e materialista e che punta verso il consumo di mercato,
diventa l'emblema del discorso dei paesi sviluppati, essendo attuabile solo per
questi paesi. Per i paesi in via di sviluppo, diventa evidente come proposta
discorsiva, simbolica e promettente del progresso che non corrisponde alla sua
realtà ambientale, sociale ed economica.
La sua lunga carriera di studioso della materia, risale agli anni '80, quando nei suoi
giorni dell'università Lenín Cardozo Parra fondò l'ONG Azul Ambientalistas a
Maracaibo, in Venezuela (www.azulambientalistas.org).
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In questo senso è opportuno e necessario scavare un pò di più sulla Fondazione
Azul Ambientalistas. Essa è una ONG ambientalista, creata il 1° settembre 1986
presso l’Università di Zulia, Maracaibo, Venezuela, con lo scopo di proteggere
l’ambiente. È una organizzazione che realizza azioni dirette non-violente e di
ricerca per raggiungere i suoi obiettivi, assumendo i suoi approcci nel rigore
scientifico e nelle iniziative di attivismo riflessione/cittadina attraverso
l'educazione ambientale.
È la terza ONG, in longevità, che affronta il tema della tutela dell'ambiente del
Continente Americano –la prima, La Società Conservazionista Sierra Club in
California, Stati Uniti d’America, nel 1892, Società, la quale fonda il Parco
Nazionale di Yellowstone; e, la seconda, una fortunata derivazione del movimento
post Hippie, chiamato Greenpeace a Vancouver, in Canada, nel 1971, che ha
assunto la sfida di riportare i primi esperimenti nucleari nel Pacifico.
Ed è qui che entriamo all'elemento filosofico e trascendentale, perché è stato da
Azul Ambientalistas dove fu costruito la corrente di pensiero chiamato
ambientalismo, 29 anni fa. Prima di loro, la questione della difesa della natura si
parlava da un'impostazione naturalista, conservazionista o ecologista. Essendo la
prima guidata dalle Società Conservazioniste e l'ultime dagli ecologi e scienziati,
ma non c'era uno spazio discorsivo per il cittadino medio. Quindi, questi giovani
negli anni '80, davanti alla necessità di chiarire e precisare che è l'ambiente che
deve essere difeso (non al “medio” –mezzo- ambiente, come lo chiamano gli
europei, perché l'ambiente è un insieme) si sono definiti i cosiddetti "ambientalisti".
Gli ambientalisti cominciarono da questa premessa: coloro che preservano e
proteggono le aree naturali sono chiamati conservazionisti, se coloro che studiano
l'Ecologia sono chiamati ecologisti, quindi i cittadini normali e comuni del pianeta,
ma con sensibilità che difendono l'ambiente con passione gli chiameremo
ambientalisti.
Se è vero che la storia del pensiero universale dell'umanità è segnato dai Greci,
attraverso gli scolastici fino il postmodernismo, non ho dubbi che la dominante per
secoli a venire sarà il pensiero ambientale.
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Nel nostro Continente, in particolare in America Latina, essere un ambientalista in
un paese sottosviluppato, como il Venezuela, dove la sua agenda pubblica è piena
di irrisolti problemi sociali, è definitivamente un atto temerario, per non dire quasi
eroico, stoico o chisciottesco, è una follia. Eppure, dove apparentemente tutto è
contro, la salvezza di questo pianeta è nelle mani degli ambientalisti e questa
visione che difende dal punto di vista ambientale "un mondo migliore", nacque da
questo subcontinente con Lenín Cardozo Parra. Siamo testimoni eccezionali di un
mondo con nuove realtà e sfide che meritano nuove strategie, nuovi pensieri, un
altro modo di intendere la vita.
Secondo cardozo, definitivamente il futuro sarà influenzato non dalle religioni, né
dai paesi egemoni, o aziende o transnazionale, ma dal pensiero ambientalista.
Ed a questo io lo chiamo la fine delle ideologie utopiche, una divertente Follia.
Ecco vi presentiamo una raccolta di scritti dalla narrativa di Lenín Cardozo Parra
da dove viene costruita, secondo il mio giudizio, la piattaforma discorsiva del
pensiero ambientalista, il loro impatto e lo sviluppo futuro.
Hugo E. Méndez U., giornalista ambientalista venezuelano | ANCA24 Italia
Isla Dorada, 18 di novembre di 2015. Giornata della festività della Madonna del
Rosario di Chiquinquirá, la Vergine Morena.
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A modo di dialogo:
Nell'angolo del pensiero di Hugo E. Méndez U.
Intervista a Ing. Lenín Cardozo Parra
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1 Essere ambientalista e non morire nell’intento. Mgs. Hugo E. Méndez U. Intervista a Ing. Lenín Cardozo Parra
Ing. LENÍN CARDOZO PARRA,
Ecologista. Scrittore venezuelano e
ambientalista. Studi realizzati
nell’Universidad del Zulia, Univer-
sidad Complutense de España,
Universidad de Burgos de España.
Corsi post-universitari in MBA,
Management Pubblico, Filosofia e
Storia.
Dottore in Scienze. Direttore
esecutivo Canal Azul 24
https://anca24latam.wordpress.com/ y Blue Chanale 24 www.bluechannel24.com.
Libri escritti: Die lange und kurvenreiche Straße von Umweltschützern. Übersetzung: Doris
Barboza. Isla Dorada, Editorial Erato, 2015. Árboles emblemáticos del Zulia, Isla Dorada,
Editorial Erato, 2015. 2º edición. Come co-editor, La Metaecología y su horizonte
poético, Isla Dorada, Editorial Erato, 2015. El largo y zigzagueante camino de los
ambientalistas. Isla Dorada, Editorial Erato, 2015. Di come essere ambientalista e non
morire nell’intento. Isla Dorada, Ediciones Erato, 2015. Desarrollo Sustentable. Mito o
Realidad. Maracaibo, Ediciones Erato, 2007. Crítica a la Razón Productiva de la
Modernidad y Discurso Filosófico Ambientalista Postmoderno. Maracaibo, Editorial
Universidad Cecilio Acosta, 2006. PDVSA Dos Pasos Atrás. Maracaibo, Ediciones
Erato 2004. 25 Historias Cotidianas. Maracaibo, Ediciones Chepa, 2000. Fondatore e
Direttore Esecutivo della ONG Fundación Azul Ambientalistas
www.azulambientalistas.org, email: Lení[email protected] e il Blog
http://Leníncardozo.blogspot.com.
Lenín cardozo Parra, sensibile, semplice ma intelligente e profondo conoscitore
della situazione ambientale del suo paese Venezuela e il mondo, fondatore di
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diversi movimenti ambientalisti e promotore di leggi ambientali come una sfida
per dimostrare quanto danno produce lo stesso uomo per un certo numero di
agenti inquinanti che devono essere osservati con grande cura da parte dei
governi, così lo dimostra la sua recente proposta che cerca una Legge Penale per la
protezione del Lago di Maracaibo e il Lago di Valencia, oggi, è uno degli
editorialisti su questioni ambientali più letti in America Latina.
La sua lunga carriera di studioso della materia, risale agli anni '80, quando nei suoi
giorni dell'università Lenín Cardozo Parra fondò l'ONG Azul Ambientalistas a
Maracaibo, in Venezuela (www.azulambientalistas.org).
Da questo nuovo spazio Lenín ci assicura che si trova “dove dovrebbe essere" e
"facendo quello che deve fare", la tutela dell'ambiente, alla ricerca di ogni spazio
possibile per continuare ilsuo lavoro ambientalista verso una vita migliore per
tutti.
L’ambientalista Ing. Lenín Cardozo ha parlato con me.
È vero, che presso l'Università di Zulia è stata fondata la terza
ONG Ambientalista più grande d'America?
Sì. 29 anni fa, per l'esattezza il 1º settembre 1986, abiamo fondato
presso l'Università di Zulia l’Organizzazione Non Governativa –
ONG- “Azul Ambientalistas”. È la terza ONG, in longevità, del
continente americano –la prima Sierra Club in California, Stati
Uniti d’America, nel 1892 e la seconda Greenpeace in
Vancouver, Canada, nel 1971–. È stata un’organizzazione che fa
azioni dirette non violente, sostenendo le sue impostazioni nel rigore scientifico e
in iniziative di riflessione/attivismo cittadino, attraverso l’educazione ambientale.
Interrompe la scena, facendo notare che le mura della città non sono utilizzate
esclusivamente per la propaganda politica, ci meritiamo spazi puliti, pieni di opere
artistiche o con messaggi cittadini nella ricerca di un ambiente migliore, una
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migliore qualità di vita. Siamo usciti a recuperare i muri delle strade con più di 300
“murales” con messaggi ambientalisti, ecologici e conservazionisti.
Qual è il problema principale della mancanza di interesse per il
degrado ambientale?
Nel bilancio di questi primi 15 anni del nuovo millennio, le
questioni ambientali e evidenza vari sforzi e accordi dichiarativi
compiuti dalle Nazioni Unite e poca o nessuna ulteriore azione,
gli stessi paesi invitati a fermare l'aggressione vile che oggi viola,
infrange la natura. Adesso sono descritti gli eventi più noti di
questo decennio perduto.
1. Cambiamenti climatici e Club degli inquinatori.
Ci sono stati 20 i Vertici per affrontare il Cambiamento Climatico. Nonostante
questo gran numero delle chiamate, dove il Cambiamento Climatico fu una
"scomoda verità", il club dei paesi inquinatori, "efficientemente", sono riusciti a
concordare, ma solo tra loro, per bloccare tutte le iniziative globali e non
permettere avanzare nessuna risoluzione avvincente e coordinata contro il
riscaldamento globale.
2. Il decennio dell'impunità ambientale.
L'inquinamento delle acque da petrolio, mercurio e sostanze tossiche negli ultimi
anni, anche con la tecnologia innovativa, fu terribilmente sproporzionato rispetto
ai decenni precedenti. Dove oltre ai mari e laghi, oltre la metà dei fiumi del mondo
sono contaminati. Il versamento nel Golfo del Messico, viene additata come la più
grande tragedia ambientale nella storia. Centinaia di incidente di grandezze
importante sono avvenuti in tutto il mondo in questo decennio e non c'è stato
nessun tribunale internazionale che giudicasse i responsabili di questi genocidi
ambientali. Il sistema giudiziario non esistette per i contaminanti.
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3. Catastrofi naturali.
La natura ci ha dato indietro con eccedenza tanta punizione ricevuta e in questo
decennio, almeno ogni anno 250 milioni di persone sono state colpite. Soffriamo
avvenimenti singolari nella sua magnitudine, come ad esempio lo tsunami in
Indonesia nel 2004, di 8,9 gradi della scala Richter con epicentro difronteall'isola
indonesiana di Sumatra, il più grande tsunami della storia causando 226,408 morti
in dodici paesi che si affacciano sull'Oceano Indiano, nel 2006 lo tsunami sull'isola
indonesiana di Giava, lasciando circa 1.000 morti e 110.000 sfollati, di 7.7 gradi di
magnitudine, nel 2007, lo tsunami nelle Isole Salomone, causato da due terremoti,
uno di 8.1 gradi della scala Richter, seguito da un altro 7,6 gradi, con più di un
centinaio di morti e più di 5.409 sfollati.
4. Crisi alimentare e biocarburanti.
Appare sul mercato internazionale la tecnologia dei biocarburanti, viene avviata lo
spostamento di terreni dedicati alla produzione di cibo, per piantare in esse le
piante con proprietà di biocarburanti. Prevalgono le regole del mercato della
domanda e dell'offerta, perché è più redditizio produrre una tonnellata di
biocarburanti, che una tonnellata di patate o riso. Anche se la posta in gioco sia la
vita di milioni di persone, prodotto di carestie, che ogni giorno tendono ad essere
più alta nei continenti di Asia, Africa e America. In questo decennio, si sono create
le condizioni, che gli scienziati agroalimentari hanno chiamato il "tsunami
silenzioso", che non è altro che la previsione di grave inflazione alimentare a livello
internazionale prodotto della loro crescente scarsità, insieme con la siccità o
allagamento di terre fertili dovuto ai cambiamenti climatici. Questo profila,
affrontare il nuovo decennio con la carestia senza precedenti nei paesi poveri, che
saranno indifesi contro questo nuovo fenomeno.
5. Acqua potabile.
I conflitti sul controllo dei fiumi, laghi o falde acquifere, sono presenti in questo
primo e secondo decennio. Milioni di persone sono morte in tutto il mondo,
dovuto alla mancanza di acqua potabile. A questa realtà, si unì gli effetti del
cambiamento climatico che avviò un scioglimento accelerato dei ghiacciai, con ciò
si perde, la possibilità di avere acqua potabile in futuro perché questo va a mare e
si contamina. Le tecnologie di dissalazione che trasformano l'acqua di mare in
acqua potabile, in termini di una soluzione di massa, non è disponibile per i paesi
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poveri. Secondo le previsioni scientifiche, per questo nuovo decennio, ci sarà una
diminuzione delle precipitazioni. E nel momento in cui avvengano, verranno
seguite e concentrate, in modo molto più violenta e la siccità saranno più intense.
Tutto indica che le nazioni con capacità militari si preparano nel prossimo
decennio per "gestire" i grandi serbatoi di acqua potabile.
6. Biodiversità.
Il ventesimo secolo si è conclusa con 100 specie in via di estinzione, il primo
decennio del XXI secolo 1500 specie in pericolo sono stati inventariati. La
deforestazione in Amazzonia, che non ha mai cessato, nonostante le centinaia di
proteste e sacrifici di molti ambientalisti, è stata una delle principali minacceche
hanno messo in pericolo molte specie della sua flora e fauna. La pesca aggressiva
di balene, delfini e tonni diminuisce in proporzioni drammatiche queste
popolazioni. In Asia e in Africa, l'inventario delle specie minacciate è stato così
grande come quello effettuato in Amazzonia. Anche se l'ONU ha dichiarato il 2010
l'anno della biodiversità, nell'interesse di aumentare la consapevolezza
dell'importanza e la necessità di proteggere e conservare tutte le specie esistenti sul
pianeta, ancora è visibile la mancanza di volontà politica delle nazioni in
programmare azione su questo tema fondamentale.
Qual è stata la ragione per fondare il Gruppo Ambientalista di
LUZ, l’università, Azul Ambientalistas e Habitat?
Assumiamo frontalmente, la denuncia del inquinamento
atmosferico prodotto dalle emissioni del Complesso Petrochimico
nella regione del Zulia, che impunemente, trabocca senza alcun
controllo o filtri, tossici sia nell’atmosfera, così come nel Lago di
Maracaibo, producendo un alto tasso di cancro, malattie
respiratorie, malformazioni nei feti, malattie degli occhi, tra le
altre malattie.
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Simile segnalamento abbiamo mantenuto con l’estrazione del carbone nella Sierra
de Perijá, che si trova nella regione di Zulia, dove a parte di aggredire la natura e
spiazzare i suoi antichi abitanti, la comunità aborigena della zona, erano e sono
ancora i responsabili delle malattie respiratorie che soffrono la popolazione
circostante o vicina in cui l’estrazione viene effettuata.
È il leader della web Anca 24?, Quanto è importante la presenza
nei media per creare consapevolezza ambientalista?
Nel settore della comunicazione, la Fondazione Azul
Ambientalistas ha una squadra di lavoro multidisciplinare che
porta avanti due canali di notizie sulla realtà ambientale delle
Americhe Canal Azul 24 https://canalazul24web.wordpress.com/
y Blu Channel 24 www.bluechannel24.com) e 4 agenzie di notizie
sull’ambiente dalle Americhe ANCA24, Noticias Ambientales,
Ecológicas y Conservacionistas desde las Américas; ANCA24 Canada,
Environmental, Ecologists and Conservationists News from the Americas e
ANCA24 Italia, Agenzia di Notizie Ambientaliste, Ecologiste e Conservazioniste
per le Americhe, ANCA24 Deutsch, Der Erste Umweltagentur Und Erhaltung
Ecolog für Amerika.
1. Sito web: http://www.azulambientalistas.org/.
2. NOTIazul: Órgano Divulgativo de la Fundación Azul Ambientalistas.
3. CANAL AZUL 24: https://canalazul24web.wordpress.com/.
4. BLUE CHANNEL 24: https://bluechannel24web.wordpress.com/.
5. ANCA24: Noticias Ambientales, Ecológicas y Conservacionistas desde las
Américas. https://anca24latam.wordpress.com/.
7. ANCA24 CANADA: Environmental, Ecologists and Conservationists News
from the Americas http://anca24canada.wordpress.com/.
8. ANCA24 ITALIA: Notizie Ambientaliste, Ecologiste e Conservazioniste
dalle Americhe http://anca24italia.wordpress.com/.
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9. ANCA24 Deutsch, Der Erste Umweltagentur Und Erhaltung Ecolog für
Amerika https://anca24deutsch.wordpress.com/.
Secondo il contatore di GOOGLE, al mese ci visitano più di 300.000 internauti
ambientalisti.
Il tuo profilo parla di una persona che vive nello studio, quanto
è importante questo?
Lo studio permette di vedere il mondo da un'altra prospettiva,
aiuta a focalizzare la realtà con occhi nuovi e argomenti. È
pertanto necessario studiare, indagare permanentemente con
disciplina. Ho un Santo o sono devoto di un santo, che fa molti
miracoli: "San Studio," a lui gli devono quanto poco o molto ho
raggiunto in questa esistenza.
Quando si propose gli obiettivi al momento di avventurarsi
nelle aree di cui sopra, ha mai pensato di avere successo, nel
senso dei risultati? Quali sono stati i risultati della tua lotta?
Essere un ambientalista in un paese sottosviluppato, como il
Venezuela, dove la sua agenda pubblica è piena di irrisolti
problemi sociali, è definitivamente un atto temerario, per non
dire quasi eroico, è una follia. Eppure, dove apparentemente
tutto è contro, la salvezza di questo pianeta è nelle mani degli
ecologisti, ambientalisti. Viviamo in un mondo di nuove realtà e
sfide che meritano nuove strategie, nuovi pensieri.
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Nell’area di educazione ambientale la Fondazione gestiona campagne a livello di
scuola, con il suo Programma ECOSCUOLA, e di sensibilizzazione dell’aziende
con il Programma ECOAZIENDE.
Nel ambito scientifico la Fondazione Azul Ambientalistas coordina in
collaborazione con il Centro di Educazione Popolare “Jesús Ortega Rosario” (CEP),
la Estación Biológica “Pueblos de Aguas” per lo studio della flora costiera e della
biodiversità.
La Fondazione Azul Ambientalistas, assume con responsabilità la sfida e il sogno
della conquista di un mondo migliore. Allarmando e orientando sui problemi
ambientali che minacciano la biodiversità, l’ecosistema, la fauna, la flora e tutto ciò
che riguarda lo spazio vitale di tutti. Il nostro pianeta TERRA.
Cosa dobbiamo fare per migliorare il nostro ecosistema?
Il nostro esempio individuale è il primo passo. E tutto si riferisce a
chiederci di essere un cittadino migliore, una persona migliore.
Imparare ad apprezzare il fatto che anche in paesi come il nostro,
siamo dei privilegiati, perché si ha l'acqua potabile, che abbiamo
alcuni servizi inimmaginabili per molte persone nel mondo e
questo che sembra quotidiano, irrilevante, è un tesoro.
Che la somma di consumo giornaliero di cibo, carburante, tra l'altro, che si
traducono a sua volta in una grande produzione di rifiuti, emissioni di gas in
atmosfera, acque di scarico che, oltre le nostre case, si filtrano negli acquiferi, fiumi
e mari, che hanno un impatto sull'ambiente. Ambiente dove abitatano anche altre
comunità non-umane che saranno direttamente colpite, se non controlliamo gli
iper consumi.
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Che dobbiamo imparare e spiegare, che la natura ha una rete di corrispondenti,
che qualsiasi danno ambientale fatto da noi in qualsiasi parte del mondo, oceani o
continenti colpisce dal Polo Nord alla Patagonia. Che il cambiamento climatico, il
riscaldamento globale, la diminuzione dello strato di ozono, i terremoti o tsunami,
hanno smesso di essere parole o frasi lontane e che ogni giorno ci avvicinano di
più alla nostra vita quotidiana.
Gli ambientalisti del mondo, ci impegniamo attraverso questo manifesto per
compiere le sette azioni sacre per salvare la Terra: 1. Piantare alberi, 2. Proteggere
gli animali e la flora, 3. Gode il piacere dell’aria, 4. Rispetta l’acqua, 5. Amministra
il fuoco, 6. Ama la Terra e la Mamma Terra, la Hallp`amama o Pachamama e 7.
Ama la vita.
Difendiamo con tutta la forza dei nostri muscoli, il nostro pensiero, il nostro sentire
di patria in cui siamo nati e alla Madre Patria, dove ritorneremo per il viaggio
attraverso l’abisso dell’eternità, il Pianeta Azzurro, la Terra.
Ci sono politiche ambientaliste a tutti i livelli di governo?
Esistono una miriade di leggi a tutti i livelli di governo, a livello
nazionale, regionale e locale che sono sconosciuti dalla maggior
parte della popolazione.
Nella legislazione Ambientale Venezuelana possiamo trovare le
seguenti leggi, norme e regolamenti: Constitución de la
República Bolivariana de Venezuela, Ley de Gestión Integral de la Basura, Ley
Orgánica de Ambiente, Ley Penal del Ambiente, Ley de Aguas, Ley de Bosques y
Gestión Forestal, Ley de Zonas Costeras, Ley de Gestión de la Diversidad
Biológica, Normas Técnicas de Ordenamiento para Regular la Captura,
Intercambio, Distribución, Comercio y Transporte de Tiburones, Ley de Pesca y
Acuicultura, Ley Orgánica de Prevención Condiciones y Medio Ambiente de
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Trabajo, Ley Sobre Sustancias Materiales y Desechos Peligrosos, Planillas e
Instructivos del RASDA, Normas para el Control de Materiales Peligrosos y
Manejo de los Desechos Peligrosos, Normas de Clasificación de la Calidad del
Agua, Normas para la Clasificación y Control de Calidad de los Cuerpos de Agua
y Vertidos de Efluentes Líquidos, Reglamento sobre Guardería Ambiental,
Reglamento Parcial de la Ley Forestal de Suelos y Aguas sobre Repoblación, Ley
para la Protección de la Fauna Doméstica Libre y en Cautiverio.
Per rivedere tutti i permessi che esistono nel Ministero del Potere Popolare per
l'Ambiente in Venezuela, Sito web della Sociedad Venezolana de Derecho
Ambiental. Ed anche infinità di trattati internazionali in materia ambientale.
In questo senso, Azul Aambientalistas ha sollevato come proposta all’Assemblea
Nazionale tre leggi : Ley de Diversidad Biológica para el Lago de Maracaibo y
Lago de Valencia, Ley Penal para la Protección del Lago de Maracaibo y Lago de
Valencia, Ley para el Control de Residuos de Aparatos Eléctricos y Electrónicos.
Un ambientalista muore nell’intento, o si salva?
Molti sono morti nell’intento, crimini che di solito restano
impuniti. In America Latina, secondo il rapporto Deadly
Environment, realizzato dalla ONG Global Witness, è normale che
gli omicidi di ambientalisti rimangono impuniti. Ma la ricerca va
oltre e spiega che l'America Latina è la regione più pericolosa per
coloro che vogliono proteggere l'ambiente. Secondo i suoi dati,
ottenuti da fonti ufficiali, le vittime totali segnalati tra il 2002 e il 2014, che sono
stati 1208, l'80% sono nel subcontinente.
L'America Latina ha, inoltre, i due paesi più pericolosi per gli ambientalisti nel
mondo: Brasile, con 548 morti, e Honduras, con 109. Altri paesi della regione con il
più alto numero di omicidi di protezione dell'ambiente sono stati il Perù, con 58
24
vittime, e la Colombia, con 52. Dove la morte è il climax, ma non l'unico atto
violento perpetrato contro gli ambientalisti, che sono sottoposti a minacce,
intimidazioni, insulti, percosse e rapina, per esempio.
Sebbene il numero di casi registrati della ricerca Global Witness sono
considerevoli, penso che sia molto di più di quelli ufficialmente registrati. Sono
stati uccisi morti più ambientalisti in questo ultimo decennio che giornalisti di
guerra.
Oggi, la tutela dell'ambiente è uno dei principali campi di battaglia dei diritti
umani. Mentre i governi discutono il testo di nuovi accordi globali, a livello locale
ci sono sempre di più persone in tutto il mondo che stanno già rischiando la loro
vita per proteggere l'ambiente.
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1. Il pensiero Ambientalista:
riflessioni di Lenín Cardozo Parra
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1 Il Manifesto Ambientalista: cosmovisione del Pianeta Azzurro, la Mamma Terra, Hallp`amama o Pachamama
L’epoca dei “sistemi” è passata.
L’epoca della costruzione della forma
essenziale del ente partendo della verità
dell’essere non è arrivata ancora...
M. Heidegger, Contributi alla
filosofia
A tutti gli esseri viventi differenti alla
razza umana, che d’ora in poi
“apellidaremos”, gli «humánidos»,
che essendo del regno animale o vegetale, ci accompagnano in modo essenziale -
per questo noi gli diamo il nostro cognome-, nella fantastica avventura sul pianeta
Terra.
Ai sette miliardi di esseri umani, registrati dall’Organizzazione delle Nazioni Unite
all’inizio del secondo decennio del secolo XXI, e a quelli che nasceranno nei
prossimi anni.
Siamo categorici nel definire l’ambientalismo di oggi come il sacro rispetto per il
dono della vita, l’eredità per coloro che vengono. È la ricompensa con il più
profondo amore alle nostre due madri, quella biologica e quella naturale (Mamma
Terra, Hallp`amama o Pachamama). Il riconoscimento a coloro che sono stati i
nostri genitori: alberi, montagne, fiumi, laghi, cielo.
È proteggere ai fratelli non-umani: invertebrati, vertebrati, anfibi, il regno vegetale.
È chiedere perdono per coloro che sono stati uccisi o rubati per allungare la nostra
vita. È la lotta per la vita che dà senso alla vita. È l’opposto alla crudeltà, all’avidità.
È la via della pace spirituale, senza sensi di colpa. È l’ultima utopia.
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Un ambientalista ha come missione di vita re-immaginare il mondo, capire e far
capire che tutte le specie che lo abitano hanno il diritto alla vita, e anche nell’ultimo
secondo o battito di cuore, dobbiamo difenderla con tenacia. Accettare l’esistenza
dell’«altro», è il primo impegno. Il quale noi comprendiamo e rispettiamo.
L’«altro» può essere una persona che la pensa diversamente da noi, con differenti
religioni, status sociale, razza. Ma anche lì devono essere incluse, naturalmente, le
diverse specie animali, vegetali, ecosistemi, habitat, l’acqua, l’aria, la terra su cui
andiamo tutti i giorni.
Il pensiero ambientalista è stato creato in America, l’America ha lanciato al mondo
il SOS dell’ambientalismo. America come un continente, porta nei suoi geni una
cosmovisione ambientalista, che proviene dai loro antenati indigeni, e nel secolo
XX , le prime azioni che hanno interpretato coraggiosamente la difesa della natura,
nascono dalla “zaga” di Greenpeace, a Vancouver, a ovest di Canada.
Ambientalisti hippies, hanno attirato l’attenzione del mondo per protestare con
indipendenza, senza compromessi con i partiti né legami con ideologie esistenti,
gli esperimenti nucleari nel Pacifico. Poi l’intolleranza e la persecuzione, di chi
hanno governato il paese in quella epoca, hanno costretto alla maggior parte dei
suoi fondatori a rifugiarsi in Europa. Era troppo sospettoso, durante la Guerra
Fredda, protestare per difendere il pianeta.
La proposta ambientalista, non è la terza via, non è il vestito nuovo di una sinistra
o una destra che vedono accorciate le loro offerte elettorali. Né, è un culto o una
nuova religione. Oggi è l’unica via, per valorizzare la vita. Viviamo nuove realtà
che richiedono ad urla nuove strategie. È ripensare un cambiamento nel nostro
contratto sociale settario per un contratto naturale inclusivo. Abbiamo bisogno di
codici etici globali. Modificare, cambiare il conservatore “senso comune” per un
senso ambientale.
L’essere umano ha la capacità di reinventarsi e il pianeta richiede di questa
metamorfosi, dell’intelligenza per sommare sforzi e “sapienze” specifiche,
generali, proprie, imparate o empiriche, ma tutte con un solo obiettivo comune,
preservare la Terra. Essere un ambientalista è una posizione di compromesso,
ferma e attivista. Non è comportarsi come lo struzzo, che davanti alla
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incomprensione o al pericolo mette la testa in un buco per sfuggire alla realtà.
Proteggere le specie –humanus e humánidos– nella natura, è la sfida.
L’antica lotta tra la civiltà e la Terra, dovrebbe scomparire radicalmente, sostituirla
con la convivenza amorevole, equivalente, mutuamente aportativa tra la Terra e la
civiltà -la pace fertile- per salvaguardare il più grande miracolo del Pianeta
Azzurro: l’esistenza.
In questo sforzo titanico dei migliori uomini e le migliore donne per cambiare il
corso del destino del mondo, per rimuoverlo dal futuro disastro nel quale lo ha
portato la follia umana, confluiscono –a livello scientifico, artistico, poetico,
filosofico, umanistico– gli ambientalisti, coloro che lavorano per proteggere la
natura, intesa come la diversità di flora e fauna, la bellezza dei paesaggi naturali,
un privilegio di cui gode la specie umana, come un luogo di svago, ricreazione e
contemplazione che deve essere rispettato così come è stato ereditato nel corso
della storia.
Gli ambientalisti come attivisti che chiedono una reciprocità attiva e feconda tra
l’uomo e l’ambiente, un rapporto generazionale, che non sia basato su un modello
di sfruttamento irrazionale e distruttivo delle risorse. Radicali nella difesa del
diritto al godimento della vita di tutte le specie.
Questo manifesto conclude con la proposizione di cinque faccende primarie
generali che deve realizzare l’ambientalista, ecologista:
1. Liberare lo spazio in cui viviamo: la casa o un appartamento il più possibile
dell’inquinamento ambientale (la preparazione per il riciclaggio dei rifiuti,
risparmio energetico, gestire bene l’acqua, mantenere l’ornamento).
2. Il monitoraggio del settore urbano in cui viviamo: rivitalizzare gli spazi verdi
(giardini, i viali, piazze, parchi). Riportare gli sversamenti di acqua potabile.
Combattere l’inquinamento acustico, ecc.
3. Fare pressione: ogni ambientalista può portare a gli enti governativi (comuni,
consigli comunali, consigli legislativi, governi, ministeri, ecc.) le loro proposte,
reclami e suggerimenti.
4. Divulgare: tutti gli ambientalisti dovrebbero usare i mass media a sua
disposizione (stampa, radio, televisione, social network, aule, spazi
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universitari). Per realizzare tutto ciò che è stato indicato nelle sezioni precedenti
così come nuovi contributi e idee.
5. Lo strumento politico: l’ambientalista assumerà, se necessario, funzioni
politiche forti per proteggere l’ambiente. Senza paura.
Gli ambientalisti del mondo, ci impegniamo attraverso questo manifesto per
compiere le sette azioni sacre per salvare la Terra:
1. Piantare alberi,
2. Proteggere gli animali e la flora,
3. Gode il piacere dell’aria,
4. Rispetta l’acqua,
5. Amministra il fuoco,
6. Ama la Terra e la Mamma Terra, la Hallp`amama o Pachamama.
7. Ama la vita.
Difendiamo con tutta la forza dei nostri muscoli, il nostro pensiero, il nostro sentire
di patria in cui siamo nati e alla Madre Patria, dove ritorneremo per il viaggio
attraverso l’abisso dell’eternità, il Pianeta Azzurro, la Terra.
Fondazione Azul Ambientalistas
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2 Io sono un ambientalista
Dedicato a Antulio Rondón, Elio Ríos,
Beatriz e Gustavo Nava Carrasquel.
Alla fine degli anni '80 consideriamo
apertamente assumere la difesa
dell'ambiente che era piuttosto una
novità nel Zulia. Iniziamo questa
epica avventura dipingendo
murales nella città di Maracaibo con
slogan su ciascuno dei problemi
ambientali che ci riguardavano.
Abbiamo preso parte dell'impeto
dei giovani muralisti cileni, figli di coloro che sono stati al riparo in questa terra
generosa prima del trauma della caduta di Allende, che nel frattempo studiavano
con noi presso l'Università di Zulia.
Nella città ci chiedevano chi eravamo, anche se nell’università ci chiamavamo
Movimiento 20 (20 punti per gli studenti e 00 punti per i partiti politici), ma fuori
del campus universitario non aveva senso esprimeci come un movimento
studentesco, perché il tema ambientale era un tema universale che andava al di là
di ogni confine accademico, sociale o politico.
Decisamente dovevamo concettualizzarci, definire la nostra ragione d'essere. Non
potevamo chiamarci ecologisti, perché non eravamo ecologisti, né biologi, né
naturalisti, né scienziati e tanto meno conservazionisti, perché non stavammo
conservando qualcosa in particolare, abbiamo voluto vedere noi stessi come un
semplice cittadino con bisogno di esprimerci nella protezione dell'ambiente,
ipotizzando azioni di strada e sfida, esponendo ai predatori e inquinatori nella
regione. Finalmente abbiamo concluso che se ci preoccupava l’ambiente ci avremo
chiamato ora e per sempre "ambientalisti".
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Così è nato il concetto di "made in Zulia, dall'Università di Zulia dal Venezuela". A
quasi 30 anni da definirci come donchisciotti della natura, oggi, ci sono oltre 8,5
milioni di siti web in tutto il mondo che parlano degli ambientalisti. Tuttavia,
siamo pochi, ma non così pochi come prima.
Come il cicala
Tante volte mi cancellerano,
tante scomparsi,
al mio funerale andai,
solo e piangendo.
Feci un nodo del fazzoletto,
ma mi dimenticai dopo
che non era l'unica volta
e continuai cantando.
María Elena Walsh, poetessa argentina
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3 La lunga e sinuosa strada degli ambientalisti
Il lungo cammino di quelli che
difendono la vita di ogni specie fino
all'ultimo battito.
Questa è la ragion d’essere degli
ambientalisti. Va oltre le parole, lo
enunciativo. Convinzione e affetto è
quello che ci muove. É l'energia che
ci dà l'ispirazione per andare avanti,
per attingere alla forza da dove non
se ne ha più per svolgere il compito,
la missione. Senza molto stridore ma
con fermezza se va avanti su cosa si deve fare. Noi ambientalisti contribuiamo a
un mondo migliore per tutti gli esseri che viviamo sul pianeta.
In questo mondo c'è posto per tutti e tutti sono importanti, tu sei qui per un
periodo, con un senso di essere.
La natura ci messe molto tempo per perfezionare ogni specie, avrà la sue ragioni
per farlo. É troppo banale continuare a pensare che l'uomo continui ad essere al
centro del mondo o l'universo. Noi siamo uno in più, forse con molta più
organizzazione, che abbiamo imparato presto a sviluppare strumenti, ma questo
non significa che questo primato dà a noi il diritto di sterminarci o sterminare ai
non-umani. Crudeltà, avidità, invidia, rancore, comportamenti unici della razza
dell'homo sapiens.
Secoli fa, abbiamo perso la possibilità di guardare le altre specie per imparare da
loro. A quanto pare l’unico importante è solo ciò che accade tra gli esseri umani.
La questione della tutela ambientale, è al di là del bene e del male. Della politica o
dell’economia. Sebbene per questo se dovrà capire la politica e l'economia. O tutte
le conoscenze necessarie.
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Non so se sono verdi o blu o qualsiasi colore che sicuramente lo avranno, di quello
che sono convinto è che l'impegno ambientale c’è ed è la mappa o percorso di
questo lungo cammino dei pellegrini e apostoli del nuovo secolo.
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4 Di come essere un ambientalista e non morire nell’intento
Essere un ambientalista in un paese
sottosviluppato, dove la sua agenda
pubblica è piena di irrisolti
problemi sociali, è definitivamente
un atto temerario, per non dire
quasi eroico. Eppure, dove
apparentemente tutto è contro, la
salvezza di questo pianeta è nelle
mani degli ambientalisti. Viviamo in
un mondo di nuove realtà e sfide
che meritano nuove strategie, nuovi
pensieri.
Quindi scrivo queste righe nel caso in cui alcuni decidono di unirsi a noi in questa
causa.
Un ambientalista ha come missione della vita re-immaginare il mondo, capire e far
capire che tutte le specie che lo abitano hanno gli stessi diritti e opportunità, oggi e
domani. La vita di coloro che abitano questo pianeta è un diritto, che fino
all'ultimo secondo dobbiamo difendere con tenacia. Cioè, noi accettiamo l'esistenza
del”altro”. Il quale noi comprendiamo e rispettiamo. L’”altro” può essere una
persona che la pensa diversamente da noi, con diverse religioni o fedi e razze. Ma
anche, possono essere le diverse specie animali, ecosistemi, habitat, che vivono e
convivono con noi su questo pianeta.
La causa ambientale, anche così incompresa è un ministero, è un apostolato, un
atteggiamento missionario, la cui ragione è risvegliare la coscienza, la riflessione,
nell'ambiente, nelle loro comunità, oppure lì dove si abbia la possibilità di
interagire con gli altri le numerose difficoltà in materia ambientale che oggi sta
vivendo la nostra città, stato, paese, continente e pianeta.
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E come possiamo contribuire ad aumentare la consapevolezza ambientale?
Il nostro esempio individuale è il primo passo. E tutto si riferisce a chiederci di
essere un cittadino migliore, una persona migliore.
Imparare ad apprezzare il fatto che anche in paesi come il nostro, siamo dei
privilegiati, perché si ha l'acqua potabile, che abbiamo alcuni servizi
inimmaginabili per molte persone nel mondo e questo che sembra quotidiano,
irrilevante, è un tesoro.
Che la somma di consumo giornaliero di cibo, carburante, tra l'altro, che si
traducono a sua volta in una grande produzione di rifiuti, emissioni di gas in
atmosfera, acque di scarico che, oltre le nostre case, si filtrano negli acquiferi, fiumi
e mari, che hanno un impatto sull'ambiente.
Ambiente dove abitatano anche altre comunità non-umane che saranno
direttamente colpite, se non controlliamo gli iper consumi.
Che dobbiamo imparare e spiegare, che la natura ha una rete di corrispondenti,
che qualsiasi danno ambientale fatto da noi in qualsiasi parte del mondo, oceani o
continenti colpisce dal Polo Nord alla Patagonia. Che il cambiamento climatico, il
riscaldamento globale, la diminuzione dello strato di ozono, i terremoti o tsunami,
hanno smesso di essere parole o frasi lontane e che ogni giorno ci avvicinano di
più alla nostra vita quotidiana.
Come organizzarsi per difendere la causa ambientale?
L’esperienza ci dice che il modo più diretto per partecipare, di sentirsi utile per il
nostro sforzo è quello di motivarci e incoraggiare ad organizzare o aiutare a creare
gruppi di volontariato o brigate ambientali, scolastiche, universitarie, comunitarie
e cittadine, nel nostro ambiente.
Di seguito si presenta una “mappa”, nei diversi livelli di organizzazione, che
permette realizzare modeste iniziative o attività, ma che insieme, hanno l’effetto di
sensibilizzazione, riflessione di non essere soli su questo pianeta, e che il nostro
contributo, piccolo o grande, sarà un contributo importante per l'ambiente in cui
viviamo.
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1.- Diventa un «nouvelle» ricercatore ambientale e giornalista:
In un primo livello di organizzazione, si può essere molto utile per l’ecologia e
l’ambiente, essendo un «nouvelle» ricercatore o giornalista ambientale, aiutando la
vostra comunità a conoscere le varie preoccupazioni su questi temi. Sicuramente in
molti mass media o mezzi di informazione, i vostri contributi saranno presi in
considerazione.
2. - Creazione di brigate ambientalisti:
Le brigate ambientaliste sono gruppi di giovani o adulti che si conformano per
attività specifiche, ad esempio, dipingendo murales su temi ecologici (in pareti ad
alta visibilità), mantenere nei cartelloni le informazioni aggiornate sulle questioni
ambientali della regione, paese o del mondo.
Organizzare eventi speciali di raccolta dei rifiuti o di rifiuti solidi dalle spiagge,
fiumi e aree che possono influenzare la qualità della vita nell'ambiente.
Assistere nel diserbo del terreno, la distribuzione delle informazioni scritte negli
angoli affollati della città su un incidente che merita la solidarietà immediata dei
cittadini (ad esempio per creare consapevolezza sul consumo di acqua, elettricità,
ecc.)
Raccogliere fondi per sponsorizzare uno eco-tour, per esempio assistere
l’osservatorio ornitologico, organizzare visite al giardino botanico, acquario, zoo,
tra gli altri.
Offrire colloqui, conferenze o videoconferenze, su varie questioni ambientali.
3.- Creazione di gruppi o organizzazioni Ambientalisti:
I gruppi ambientalisti sono organizzazioni più permanente nel tempo, in cui la
conservazione dell'ambiente in una condizione accettabile per la vita non potrebbe
capirsi senza gruppi dedicati a questi compiti in modo organizzato: Il suo lavoro è
molteplice: ricerca, informazione e sensibilizzazione, denuncia, reporting, pulizia,
conservazione e riforestazione.
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La ragione di essere dell’esistenza di queste organizzazioni può essere in difesa di
un problema, tema in particolare o di portata globale, ad esempio, ci sono
organizzazioni che si dedicano alla difesa di una specie animale (uccelli, balene,
tartarughe, delfini, animali domestici) o flora, ecosistemi, o una località, così come
esistono organizzazioni i che il loro obiettivo principale è quello di sensibilizzare a
tutti sui problemi ambientali che attualmete ha il pianeta. Questi raggruppamenti
possono essere di natura scientifica o divulgativo.
Azul Ambientalistas, per esempio, è un’organizzazione ambientale, fondata nel
1986 nelle aule universitarie per effettuare ricerche, proposte, denunce e proteste
contro il deterioramento del nostro ambiente. Promuovendo, inoltre, i valori e le
conoscenze per lo sviluppo sostenibile della conservazione dell'ambiente.
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5 Da muralisti conservazionisti a giornalisti ambientalisti
Nella metà degli anni ottanta, ci
dichiariamo ambientalisti, e
abbiamo iniziato un concetto di
murale conservazionista nelle
diverse e sobrie pareti della città di
Maracaibo, regione del Zulia,
Venezuela. Si ha deciso di inserire le
icone in cui il criterio è stato uno,
dargli ad ogni parete un senso pulito
ed estetico, introducendo figure di
fogliame e la fauna della regione.
Fino ad allora le mure della città erano coperte con le vecchie campagne
pubblicitarie elettorali obsolete. Abbiamo avuto una difesa tenace di ogni spazio
conquistato e molti scontri con i partiti politici durante la campagna elettorale, loro
hanno tentato senza successo di investirci con i suoi partidari o “sporcatori” di
muri. Un poco più di 400 “murales” sono stati registrati nei primi 10 anni.
Negli anni successivi, abbiamo cercato di risvegliare la coscienza ambientalista
cittadina, sviluppando iniziative giornalistiche solitarie di attualità sulla
conservazione ecologica e ambientale. Per lungo tempo abbiamo conservato intere
pagine sui giornali locali, o semplicemente fornendo ai giornali dei nostri scritti.
Siamo andati avanti con l'azione di denuncia, perché tutto ci sembrava troppo
"leggero", di fronte alle contingenze ecologiche o ambientali contemporanie. La
vergognosa via del carbone che attraversa la città da un capo all'altro, lasciando
particelle di carbone, le allergie e ogni sorta di malattie respiratorie, ad ogni passo
che facevano i loro camion funerali.
Le emissioni incontrollate di gas inquinante del Complesso Petrochimico il Tablazo
che producono prurito, congiuntivite, asma, i bambini con atrofie, e decine di morti
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strane sono state registrate dai mass media come "normali eventi della città."
Amen, il cemento polveroso da San Francisco, avvelenando ai cittadini. E,
naturalmente, la più grande vittima della nostra pigrizia nazionale, la nostra
incapacità di essere produttivi, di cercare altre fonti di sviluppo, il nostro Lago di
Maracaibo. Questo prossimo 25 luglio, tra l'altro, compiera 100 anni ininterrotti di
avvelenamento di petroleo.
Il testimone adesso lo porta la terza generazione di Azul Ambientalistas, son
passati 29 anni, e quelli che non sono invecchiati sono gli stessi problemi che per
oltre due decenni ci seguono opprimendo.
La sfida è ora quella di informare, con qualsiasi mezzo e in tempo reale,
comunicare, dare l'allarme. Montato sulle autostrade dell'informazione, il
cyberspazio, con le loro reti sociali. Oggi continuiamo a sentirci efficaci, adesso da
CANAL AZUL 24, da BLUE CHANNEL 24, da Facebook con gli Azul
Ambientalistas, facendo giornalismo ambientale, difendendo la nuova bandiera di
umanità che ha avuto inizio 29 anni fa.
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6 Dall’ideologie al pensiero ambientalista
Alla fine del secolo XIX, sono nate le
ideologie che hanno definitivamente
spostato il pensiero religioso. Queste
ideologie, scoppiano fratturando
l'umanità e rendono il secolo XX il
centro di discussioni tra la teoria
comunista e capitalista. Mentre
emersero sfumature da entrambe le
parti, questi approcci hanno
polarizzato il pensiero politico, fino
all'arrivo del secolo XXI stesso.
Il nuovo capitalismo, il capitalismo del XXI secolo, il nuovo socialismo, il
socialismo del XXI secolo sono gli ultimi sussulti degli indebolite ormeggi o
ancore, di chi come lo struzzo, davanti al panico, mette la testa in un buco per
evitare la realtà. Una sorta di incapacità per non capire, i bisogno sempre più
tuonanti ed evidenti, di una popolazione che cerca di interpretare i segni
drammatici inviatici dalla natura.
La popolazione mondiale di esseri umani aumenta in modo esponenziale e le
risorse si esauriscono geometricamente. In 50 anni, nessuno sarà d'accordo, in una
di queste ideologie anacronistiche, perché l'attenzione si concentrerà su come
sopravvivere in un mondo praticamente distrutto dall'egoismo degli uomini, che
non è mai stato in grado di trovare un equilibrio, per riciclare i suoi consumi
esagerati, di riconoscere l'esistenza degli altri abitanti del pianeta terra. Ci rimarrà
soltanto abitar gli oceani, facendo trame nei mari, come spazi per la produzione
alimentare e produzione di acqua potabile.
Il XXI secolo, scopre l'umanità, che ha vissuto immersa nella cultura della loro
fretta, assorta nel suo mondo sotterraneo e si risveglia proprio ora di maniera
tempestiva, piene di scosse, cercando di interpretare ciò che era invisibile nei suoi
primi momenti della sua realtà e che oggi gli diventa travolgente. Come sono i
41
ricorrenti fenomeni naturali che stordiscono alle diverse concentrazioni di persone
che vivono nei continenti. I combustibili fossili e idrici sempre più esauriti, la
scarsità di cibo e acqua potabile. Questa nuova realtà per molti, richiede dall'inizio
di questo nuovo secolo, nuove strategie, nuove idee e approcci. La luce alla fine del
tunnel sarà l'ideologia ambientalista, che governarà all'umanità fino alla fine del
suoi tempi.
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7 Parliamo il linguaggio del XXI secolo, il linguaggio ambientalista
Rimangono indietro, le presunte
predizione scientifiche "pazze",
cercano senza successo di spiegare i
loro concetti parsimoniosi, che solo
loro capiscono, il caos che soffre
oggi la Terra e le azioni incompresi e
presumibilmente “sproporzionate”
degli attivisti ecologiste o
ambientalisti, cercando di attirare
l'attenzione a ciò che stava per
accadere in ciascuno dei nostri
continenti.
L'anno 2012, ha mostrato la punta di un iceberg, in termini di catastrofi naturali,
ma anche ha evidenziato, le obsolete azioni degli aiuti umanitari. Intere città e
popoli distrutti e solo le azioni "solidali" di raccolti, tende e promesse.
Nel 2012, inizio con fenomeni atmosferici, fino ad allora inspiegabile, che hanno
prodotto la morte contemporaneamente in diverse regioni del mondo, migliaia di
uccelli, nonché il verificarsi di sisma e terremoti del tutto insolito, come è stato lo
storico di questi eventi.
La questione ambientale è passata da essere, qualcosa che a pochi ha interessato,
alla grande preoccupazione del nuovo secolo. La situazione è diventata più
complessa in modo che le varie scienze sono state costrette a convergere ad
affrontare dal punto di vista transdisciplinare, la organicità del discorso e sostenere
le emergenti categorie e concetti di questa nuova realtà. Allo scopo di produrre le
uscite, le risposte ad un problema unico, che è quello di salvarci e salvare il resto
delle specie viventi sul pianeta.
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Discipline come la biologia, la botanica, la zoologia, l’ecologia, la tassonomia, la
geografia, la geologia, l'astronomia, l'oceanografia, la meteorologia, l’idrologia, la
medicina, l'antropologia, la sociologia, la filosofia, tra le altre, oggi costruiscono il
linguaggio del XXI secolo, in grado di spiegare queste contingenze naturali.
Portando così ad un linguaggio più coerente per l'analisi, il nuovo linguaggio delle
scienze, il linguaggio ambientalista. La sfida è quella di imparare, insegnare e
trasferirlo.
Noi missionari di questo nuovo linguaggio, abbracciando questa causa come un
ministero dobbiamo predicare, con tutti i mezzi che abbiamo, la profondità di
ciascuno dei suoi concetti, la sua logica e le sue azioni.
È l'ultimo Vangelo, la possibilità di unire gli sforzi e fermare gli squilibri
ambientali che si sono susseguiti per tutto il XX secolo e finora. Non c’è modo di
ignorare la realtà ambientale del pianeta. La stessa Madre Terra è stata incaricata di
farci pagare costosa la nostra indifferenza, il nostro consumo predatore ed
egocentrico stile di vita.
Siamo sempre più soli, con minori opportunità di sognare un futuro che noi
abbiamo, con il nostro modo di vita irresponsabile, condannato a l’incertezza.
Dobbiamo imparare, quindi, il linguaggio dell’armonia, dell’equilibrio e la
ponderazione. È parlare del convivere, del riconoscimento dell’esistenza di altri
esseri viventi. È il linguaggio piú puro, sincero, creativo, senza sfumature
ideologiche di questa tappa dell'umanità, che ci permetta di essere d’accordo, di
essere assertivo, per non fallire nella diagnosi, e non improvvisare sulle azioni. Il
linguaggio ambientalista, è la lingua suprema, perché è il linguaggio della vita.
44
8 America Latina: ambientalista, al di là delle ideologie
America Latina è stata molto
sfortunata nel fatto di copiare modelli
politici europei. Noi latino amercani,
ogni volta che copiamo sbagliamo, con
tendenza al peggio. Siamo stati felici
prima che arrivassero al continente gli
uomini a cavallo. Dal culto alla natura
siamo diventati monarchici, poi
repubblicani a volte, capitalisti,
nazionalisti, socialcristiani,
socialdemocrati, socialisti puri,
comunisti utopici o classici,
imperialisti, anti imperialisti o pro di qualcuno o di qualsiasi cosa dovevamo
essere, infine, troviamo difficile essere noi stessi.
E non in conformità con i fallimenti noti di questi approcci (alcuni di loro hanno
fino a 100 anni di "prova" nel continente), la creatività ci ha portato a riemergere
molte di queste ideologie rugose, grinzose, ponendoli come una novità o come
articoli "fashion" che sono ormai del secolo XXI. Cioè, abbiamo rilanciato "il
marchio".
Gli stessi europei concludono, che il mondo non è stato meglio in quella presunta
distinzione tra destra e sinistra. Il filosofo italiano Norberto Bobbio, ha
ripetutamente espresso che la vecchia sinistra dello Stato aveva privilegiato
l’uguaglianza (che non ha ottenuto) e la Libertà (che ha calpestato). Qualora la
destra tradizionale ha continuato a difendere che ciò che conta è il diritto alla
libertà (che cercano sempre di controllare), quindi la parità, l’uguaglianza, oltre ad
essere irraggiungibile, è indesiderabile chiudono le forze economiche del mercato.
E a sua volta, la nuova sinistra ha sostenuto la necessità di coniugare la libertà con
l'uguaglianza.
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Il sociologo inglese Anthony Giddens, ha detto che le idee della sinistra sono
vecchie e obsolete, e quelle della nuova destra hanno anche fallito. Pur ritenendo
che la divisione destra-sinistra è inadeguata perché ignora problemi vitali,
riconosce che loro resistono a scomparire. Non basta fare appello a un centro-
sinistra per risolvere i problemi, in quanto vi sono problemi che richiedono
politiche radicali. Egli conclude che il socialismo di stato, come il neoliberismo
globalizzato hanno fallito. Quindi, questo piatto di spaghetti ideologico è
compreso solo dagli europei.
America, come continente, porta nei suoi geni una cosmovisione del mondo
ambientale, che proviene dai loro antenati indigeni, e nel XX secolo, le prime azioni
hanno interpretato coraggiosamente la difesa della natura, che sorgono dal
coraggio e la difesa di Greenpeace, a Vancouver nel Canada occidentale. Ecologisti
Hippies, attirano l'attenzione del mondo per protestare in maniera indipendente,
senza impegni di partito o di collegamenti con le ideologie esistenti, le prove
nucleari nel Pacifico. Poi l’intolleranza e le persecuzione di chi hanno governato
quei paesi, nell’epoca, costrinsero la maggior parte dei suoi fondatori a cercare
rifugio in Europa. Era troppo difidente , durante la Guerra Fredda, protestare per
difendere il pianeta. La proposta ambientalista, non è la terza via, né è il nuovo
vestito di una sinistra o una destra che sono venute a meno nelle loro offerte
elettorali. Né, si tratta di una setta o una nuova religione. È l'unico modo, per
apprezzare la vita. Viviamo nuove realtà che richiedono ad urli nuove strategie. È
ripensare un cambiamento nel nostro contratto sociale settario per un contratto
naturale inclusivo. Richiedima di codici di etica globale. Bisogna cambiare questo
conservatore "senso comune" per un senso ambientalista.
L'essere umano ha la capacità di reinventare se stesso e il pianeta richiede di questa
metamorfosi. Essere un ambientalista significa rispettare la coesistenza tra noi, in
armonia con tutte le specie e proteggere il nostro unico habitat, la Terra. Ma è pur
sempre un atteggiamento impegnato, fermo e attivista. Noi non agiamo come lo
struzzo, che davanti al rischio o l’incomprensione mette la testa in un buco per
sfuggire alla realtà.
Proteggici come specie e la natura, è la sfida.
46
9 America Latina: lo sviluppo sostenibile e la crescita responsabile?
América Latina ha una realtà
continentale e subcontinentale, ben
diversa dal resto dei continenti o
sub-continenti del mondo. La
differenza fondamentale è nella
ottica o prospettiva di vedere il
mondo, interessi locali o regionali, e i
gruppi etnici che le abitano, perche
uno vede ciò che sa. Abbiamo il più
grande polmoni vegetali, giungle e
foreste del mondo cosí come la
maggiore quantità di terra che non
sono stati ancora sfruttate, inoltre abbiamo grandi risorse naturali come l’acqua, il
petroleo e le miniere.
Le nostre preoccupazioni ambientali sono specifici e le soluzioni principali devono
promuovere la crescita responsabile e inclusiva di tutte le specie che ci vivono e
viviamo sul pianeta. Il riscaldamento globale, l’indebolimento dello strato di
ozono, e di altre questioni importante e complesse ambientale, cessano di essere la
nostra priorità data l’impassibilità davanti alla deforestazione incontrollata
dell’Amazzonia, gli interventi umani che accelerano la siccità dei nostri laghi e
fiumi, le grandi isole dei rifiuti solidi, l’inquinamento atmosferico da anidride
carbonica nelle nostre città, tra le altre situazioni rilevanti. Siamo quindi di fronte a
realtà diverse che meritano diverse strategie.
Lo sviluppo sostenibile proposto dall’ONU, esprime la preoccupazione per
l’imminente esaurimento delle risorse naturali nel corso del tempo, frutto di un
consumo eccessivo di queste società, si propone un modelo di consumo più
“equilibrato”, in funzione di garantire alle generazioni future lo sfruttamento delle
stesse risorse. Questo concetto è stato accolto con applausi e acclamazioni e copiati
47
in ciascuna delle costituzioni delle nazioni dei paesi latinoamericani, fino al punto
tale che si organizzarono studi di master nell’Università del Centro e Sud America
per approfondire “le considerazioni del caso”.
Questo approccio continua ad essere, fino ad oggi, la spina dorsale del pensiero
ambientale e politico che ci ha governato.
Ma di quale generazioni future parla questa proposta? Delle generazioni future
Latine o africane?
Questa tesi è la difesa delle generazioni future, ma dei figli, nipoti e pronipoti che
nascosno nei paesi sviluppati. A questi paesi non l’importa niente le nostre
generazioni native, amerindi o africane. Loro credono ancora nel pensiero unico,
basato sul principio che l’espressione della vita ruota solo attorno ad un specie, la
specie del Caucaso –LORO-. Un ragionamento totalmente egocentrico e di
esclusione.
America Latina, richiede un altro approccio, orientato alla crescita responsabile e
multispecie. Ma per andare in questa direzione, dobbiamo iniziare la costruzione
di un nuovo discorso o riflessione su tematiche ambientali, sulla base della nostra
realtà. Perché fino ad ora, non siamo stati assertivi nelle soluzioni dei nostri
problemi ambientali, perché la nostra logica per l'analisi è supportata dalla
struttura concettuale di altre realtà ambientali.
Mi avvalo di una analogia musicale, per spiegarmi meglio. La musica fino alla
metà del secolo XIX, non poteva che scriversi, sul concetto di ritmo binario (2/4,
4/4) che vengono utilizzati in marce militari o ternari (3/4) che sono utilizzati in
valzer viennesi, tra gli altri. Data l’incapacità di scrivere, in queste categorie binarie
e ternarie questi ritmi latini e/o africani, sono stati ripensati e sono stati creati i
ritmi composti (5/8, 6/8, 7/8, 10/8, 11/8 ... 17/8), che non è oltre che la somma o
combinazione di diversi modi di ritmi binari e ternari, e d’allora è che hanno
imparato a conoscere i nostri ritmi in tutto il mondo. Lo stesso accade quando si
cerca di analizzare la realtà ambientale in America Latina partendo dai “ritmi
marziali viennese”.
48
Nell’interesse di contribuire alla costruzione di concetti che permettono di dare un
supporto teorico linguistico al discorso ambientale latino-americano e per potere
cosí sviluppare gli strumenti di analisi necessari per la diagnosi e la ricerca di
Ecosoluzioni, lascio alla discrezione del lettore, dieci concetti per il nuovo glossario
ambientale. Ecco i dieci concetti.
1. Ambientalista Azurro: Denominazione tecnica del colore del pianeta Terra
vista dallo spazio.
2. Ecosoluzione: strategie per affrontare con successo le azioni per proteggere
le specie e il recupero di spazi distrutti.
3. Crescita responsabile: è la capacità dei popoli amerindi, africani e asiatici
per soddisfare le loro esigenze di consumo, da una visione
biogenerazionale.
4. Biogenerazione: è il diritto naturale che hanno tutte le specie di alungare la
loro esistenza futura nelle stesse condizioni che hanno nel presente.
5. Crescita Responsabile Biogenerazionale: è La capacità dei popoli amerindi,
africani e asiatici per soddisfare le loro esigenze di consumo senza
compromettere il futuro di tutte le specie che interagiscono in queste
comunità. Questo concetto nasce in contrasto con il concetto di Sviluppo
Sostenibile creati dai pensatori dei paesi sviluppati per esprimere il loro
bisogno di controllare il loro consumo, con lo scopo di garantire alle sue
future generazioni di continuare a sfruttare la stessa ricchezza e le risorse
che attualmente ottengono dai territori dell'America Latina, Africa e Asia.
6. Iberoambientalisti: I cittadini di lingua spagnola che difendono i diritti
naturali, presenti e futuri di tutte le specie che abitano il pianeta.
7. Latinoambientalisti: I cittadini di subcontinente latino-americano che
difendono i diritti naturali, presenti e futuri di tutte le specie che
interagiscono nella loro comunità o ecosistema.
8. Atmosfere intervenute: sono le alterazioni che si verificano nell'atmosfera
del continente latino-americano a causa delle emissioni eccessive e continuo
tossiche prodotte nelle loro città.
9. Mexatmosfera: È l'intervento più aggressivo dell’atmosfera che ha il
subcontinente americano in una città. Città del Messico, per la sua
condizione geografica di valle intrappolati tra le montagna, ha un
49
inquinamento fotochimico che colpisce il 80% della popolazione, con livelli
di ozono sopra 0,30 ppm con particelle in sospensione di 10 micron.
10. Desertificazione Amazonica: Processo di desertificazione senza precedenti
che si verifica in Amazzonia a causa della predazione, la deforestazione, la
biopirateria e l’incendio di alberi.
L'Amazzonia è il polmone del mondo, con la più grande foresta pluviale, il fiume
più lungo, il flusso d'acqua potabile più grande del mondo e la più grande
diversità di fauna e flora. L’impatto della desertificazione dell’Amazzonia è molto
più che la generazione di terre secche e aride. E il più grande crimine
generazionale della vita planetaria.
50
10
Prospettiva ambientale
Lavoriamo da molti anni in una
linea di ricerca che abbiamo
chiamato “Prospettiva Ambientale”,
che non è altro che visualizzare le
contingenze future dal presente.
Con la finalità di generare coscienza
ecologica, conservazionista e
ambientalista per prevenire ciò che
apparentemente si presenta come
una tendenza o fenomeni
irreversibili nel medio o lungo
termine.
La “Prospettiva Ambientale” è un approccio, supportato da giornalismo
investigativo, pubblicazioni di ricerca, interviste di scienziati e specialisti che
presentano le loro idee attraverso i social network. Mi appoggio anche nella
narrazione letteraria per intrattenere e catturare l’attenzione del lettore, poiché per
molti può essere un pò noioso leggere su questi temi, a causa della mescolanza dei
concetti tecnici delle differenti saperi delle scienze.
Gli articoli o lavori realizzati da questo approccio non sono fantascienza. Sono
chiare megatendenze in materia di ambiente. Dietro ogni, articolo o lavoro
pubblicato, ci sono le opinioni di decine di scienziati preoccupati, cercando di
allertare al mondo che continua guardando con indifferenza questi temi.
L’agenda pubblica dei governi nazionali o locali, ancora fanno delle tematiche
ambientali, snobismo, un discorso, un dovrebbe essere. Ma il potere economico è
quello che alla fine punta la bilancia e non è precisamente l’ambiente il
beneficiario.
Difendere il pianeta si merita tutte le strategie possibili. La “Prospettiva
Ambientale” è una di loro.
51
Annesso alcuni titoli di pubblicazioni realizzate dal punto di vista di questo
approccio per illustrare meglio e incoraggiare, a coloro che coraggiosamente
ancora mi leggono.
In spagnolo:
1. http://Leníncardozo.blogspot.com/2010/09/futurama.html
2. http://Leníncardozo.blogspot.com/2010/09/no-amanecio-mas.html
3. http://Leníncardozo.blogspot.com/2010/09/legado-generacional.html
4. http://Leníncardozo.blogspot.com/2010/11/pronostican-la-gran-guerra-por-
el-agua.html
5. http://Leníncardozo.blogspot.com/2010/11/en-el-2030-las-monedas-fuertes-
seran-el.html
In italiano:
1. https://anca24italia.wordpress.com/2012/05/08/663/
2. https://anca24italia.wordpress.com/2012/02/10/non-ci-sara-unaltro-giorno/
3. https://anca24italia.wordpress.com/2012/03/02/leredita-generazionale/
4. https://anca24italia.wordpress.com/2012/04/11/il-manifesto-ambientalista-
cosmovisione-del-pianeta-azzurro-la-mamma-terra-hallpamama-o-
pachamama/
5. https://anca24italia.wordpress.com/2012/04/09/la-fondazione-azul-
ambientalistas-uno-spazio-per-cambiare-il-mondo/
52
11 Sociologia dell'ambiente, lo spazio necessario delle conoscenze per salvare il pianeta
Se alcuna disciplina della
conoscenza nel secolo XXI, ha un
ruolo da protagonista, quella è la
sociologia, sociologia ambientale in
particolare. Questo approccio, lo
afirma, il loro potenziale e la loro
capacità di sistematizzare le diverse
conoscenze che oggi sono coinvolti
nella discussione delle
problematiche ambientali. Questo
apre una strada per gli uomini e le
donne che abbracciano la professione che studia le società e la loro interazione con
ecosistemi naturali. Non è più possibile concepire il ruolo di una società, se non
vista da una prospettiva di integrazione con la realtà ambientale. È comprendere la
costruzione sociale basata sull'adattamento di ogni società con il suo ambiente
naturale. Questa nuova prospettiva che collega gli studi di atteggiamenti, abilità,
strategie e comportamenti delle società alle problematiche ambientali e le sue
relazioni con i territori, spazi e luoghi stanno ripensando la politica di sviluppo che
finora non hanno integrato questi elementi in modo chiaro e stanno diventando
veri paradigmi di analisi.
Viene quindi posto in primo piano, la Sociologia dell'ambiente, come lo spazio per
affrontare lo transdisciplinare, sistematizzare il discorso, e categorie emergenti e
concetti del sapere diversi, per costruire un corpo teorico e metodologico, capace di
essere assertivo in diversi studi, diagnostici e approcci della realtà socio-
ambientale.
Da dove cominciare? Questioni come la cultura dei rifiuti, l'uso corretto dell'acqua
e le sue implicazioni sociale, l’ordinamento e gestione delle aree naturali, il
cambiamento climatico o gli atteggiamenti e i comportamenti sociali sulle abitudini
53
sostenibili, la comunicazione ambientale, l’educazione ambientale, tra i tanti altri
argomenti fanno parte del più ampio programma della nuova sociologia.
Il ruolo della Sociologia Ambientale, si ri fa alla sociologia tradizionale e oggi
rappresenta uno strumento strategico delle nuove conoscenze nella ricerca
cooperativa delle azioni necessarie da intraprendere, per salvare il pianeta.
54
12 Crisi alimentare, biocarburanti e biocombus-tibili
Per gli scienziati agricoli si sta
avvicinando a passo giganteschi la
crisi alimentare, denominato
"tsunami silenzioso". Secondo
Josette Sheeran, Programma
Alimentare Mondiale, un organismo
delle Nazioni Unite, un'ondata di
inflazione dei prezzi degli alimenti
si muove per il mondo, lasciando
disordini e indebolendo governi
nella sua scia.
Ciò è confermato dalle statistiche che mostrano, che per la prima volta in 30 anni
stanno emergendo proteste per il cibo, la mancanza di cibo, simultaneamente in
molti luoghi . Ad esempio, in Bangladesh si hanno intensificato i disordini, la Cina
comincia a sentire i rigori di queste carenze, i loro poveri, quelli che vivono con 1
“dollaro” al giorno, stanno tirando fuori i bambini dalla scuola e riduciendo le
verdure per poter pagare il riso.
Coloro che vivono con ½ “dollaro” al giorno stanno riduciendo la carne e verdure
e uno o due pasti, in modo da poter comperare una ciotola di riso. E quelli più
bisognosi, che vivono con ¼ “dollaro” al giorno affrontano il disastro. In molti
luoghi, la scarsità tradizionalmente di cibo significa in questi momenti carestia
massiva. Le misure della crisi attuale sono la miseria e la malnutrizione. Le classi
medie nei paesi poveri stanno rinunciando all'assistenza sanitaria ed eliminando la
carne, per poter mangiare tre pasti al giorno.
Circa un miliardo di persone vivono con redditi non superiori a ½ “dollaro” al
giorno. Secondo le stimazioni, se il costo degli alimenti aumenta del 20% (in
America Latina e in Africa, questi prezzi sono aumentati molto di più), 100 milioni
55
di persone potrebbero essere costretti a tornare al livello di povertà assoluta. In
alcuni paesi, ciò annullarebbe tutto quello che è stato acquisito nella riduzione
della povertà negli ultimi dieci anni di crescita. Dato che i mercati alimentari sono
agitati, i conflitti civili sono in aumento, la crisi alimentare potrebbe diventare una
sfida alla globalizzazione. A questa variabile macroeconomica che noi chiamiamo
il cibo, ora deve aggiungere l'impatto della produzione sempre più accelerata di
biocarburanti.
Mentre i biocarburanti sono stati pensati come chiave per combattere i
cambiamenti climatici, essi (i biocarburanti) sono ottenuti da coltivazioni che a
volte sono fondamentale per il sostentamento alimentare dei paesi sottosviluppati.
I coltivi per la produzione di biocarburanti, l´opzione energetica che si fa strada
per la fornitura di benzina o gasolio come combustibile, cominciano ad avere una
forte opposizione sociale. Le ONG provenienti da diversi paesi produttori di
materie prime (semi di soia in Argentina e Brasile, ed olio di palma dall'Indonesia
e dalla Malaysia) hanno denunciato le devastazioni della agricoltura industriale e
coltivazioni energetiche: la deforestazione, lo spopolamento delle campagne,
perdita di biodiversità, inquinamento delle acque, il sovraffollamento nelle città e
la fame.
Hanno inoltre avvertito che questi prodotti vegetali necessari da parte dei paesi
sviluppati per i suoi automovili, sono vitali per il sostentamento fondamentale e la
sua sicurezza alimentare dei paesi in via di sviluppo.
Un rapporto delle Nazioni Unite ha avvertito che la corsa a produrre quantitativi
di biocarburanti (dal mais, canna da zucchero, soia o palma) sta causando più
deforestazione, più fame e facendo più poveri alle popolazioni rurali. Le Nazioni
Unite non si oppone a impianti di carburante, ma teme che questa fonte di energia
si sta sviluppando fuori di controllo e senza limiti di tutte le sue conseguenze. Per
Jorge Rulli, ricercatore argentino "I biocarburanti si accentuano e aggravano gli
attuali disordini di un modello agricolo che ha causato danni sociali e ambientali,
così come la povertà in molti paesi", altrettanto spiega come “monoculture hanno
provocato spostamenti massicci di popolazione alle città e la contaminazione dei
campi”.
56
L'industria agricola impiega a pochi lavoratori, e la disoccupazione rurale alimenta
la disoccupazione urbana. Infine Rulli ha detto "trasformaremmo i nostri campi di
soia in nuovi campi petroliferi". Nei paesi in cui hanno già cominciato i coltivi per
produrre la materia prima per i biocarburanti, si comincia a notare la speculazione
della terra; i prezzi sono diventati più costosi e non c’è dove mettere il bestiame,
che cominciarono ad occupare le pianure e il ciglio della strada. "
Inoltre il suddetto rapporto delle Nazioni Unite indica anche che i coltivi
energetici (cereali e canna da zucchero per l'etanolo, e oli di soia o di palma,
dedicati a biodiesel) possono causare uno squilibrio nella catena alimentare. Il
pericolo è che sianno destinati a questo scopo le terre, le acque e altre risorse a
scapito delle merci. La scarsità e l'aumento dei prezzi potrebbe aggravare le
condizioni dei poveri. In Messico, l'aumento dei prezzi delle tortillas di mais
(l'alimento base della dieta messicana) a causa della deviazione di grano per la
produzione di etanolo degli Stati Uniti ha suscitato grande inquietudine. In Brasile,
l'espansione della canna da zucchero per produrre etanolo ha trovato una
resistenza inaspettata da parte del governo locale di Rio Verde (città prospera
nello stato centrale di Goiás) e le imprese agricole, che hanno deciso di imporre al
coltivo di canna da zucchero un limite del 10% dei terreni agricoli del comune. Ciò
rappresenta 50.000 ettari, otto volte l'area già occupata dalla canna di zucchero nel
comune, per la fornitura di una vecchia distilleria di alcool o etanolo. Per loro
questo monocoltivo di canna è "uno tsunami verde che spezza la catena produttiva
agro-alimentare" e "provoca tragedie sociali" e ambientali, se non sono controllati.
Inoltre, l'Unione europea, non molto indietro e ha intenzione diimportare grandi
quantità di materie prime (palma, soia) provenienti da foreste tropicali, paludi e
altri ecosistemi, e denunciare i gruppi ambientali europee. Per loro "I biocarburanti
sono una minaccia per le foreste", e mettere in guardia dei pericoli che incombono
sul Ecuador, Colombia e Brasile. In Indonesia prevede di sviluppare i
biocarburanti (legata alla politica europea) di prevedere moltiplicando per 43 la
produzione di olio di palma, che ha distrutto 20 milioni di ettari di foresta
tropicale, secondo Veterinari Senza Frontiere.
Da questo spazio, dalle notizie di Channel Azul 24 e da Azul ambientalistas;
proponiamo che la soluzione inizia con l'educazione ambientale, l`unica uscita per
57
prendere coscienza e fare del risparmio energetico una proposta di vita. C'è
accordo sul fatto che con i biocarburanti ci sono due pericoli eminente. Oltre alle
conseguenze negative sulla produzione alimentare nel mondo e l'impatto sugli
ecosistemi si stanno creando false aspettative e false speranze tecnologiche. Il
pericolo è che si abbassi la guardia sul risparmio energetico e consumo
responsabile, che sono le soluzioni chiave di cui abbiamo bisogno per mitigare il
cambiamento climatico e avvicinarci ad un società più giusta, più armoniosa con
l'ambiente.
58
13 Il mistero delle due madri
La vita dell'umanità è governata da
due grandi misteri, il mistero delle
due madri. Noi non siamo nati da
una sola madre, ma da due madri, la
madre biologica e la madre Terra.
Questa grande umanità si potrebbe
aver chiesto mai seriamente. Da dove
veniamo? Come abbiamo ottenuto il
dono della vita? È la nostra esistenza
chi l’ha reso possibile? Tutto, per la
grazia di questi due grandi misteri.
Siamo nati dal grembo di una donna,
che è la nostra madre biologica e siamo usciti dalla pelle della Madre Terra.
Come facilmente perdiamo il confine del amore e il rispetto nel rapporto
quotidiano con le nostre madri. Nostra madre biologica, è una persona così vicina,
a volte ci sembra, una sorella o un amica, una zia. O semplicemente assumiamo,
per scontato, che è una persona incondizionale ed è lì per aiutarci e punto.
Abbiamo avuto il lusso, molte volte, di confrontarla, irrespetarla o investirla.
Incomprensioni e abusi, è ciò che ha ricevuto da noi il corpo che ci ha dato la vita.
Lei, che è l'origine di tutto e senza la sua esistenza, nulla fosse accaduto.
Nella misura in cui siamo diventati indipendenti, noi progressivamente la
togliamo dalle nostre vite. L'abbiamo condannata con la nostra indifferenza.
Perché ora abbiamo "nuove responsabilità" o perché doviamo vivere "la nostra
vita". Come facilmente ci dimentichiamo di quella parte di noi che tanto
dipendeva dalla sua protezione. Questa è la legge della vita? E, in caso affermativo,
chi ha scritto questa legge?
Lo stesso accade con la Madre Terra. La madre delle nostre madri. È il corpo dove
appare e si sviluppa la nostra esistenza. È il tutto dall'inizio alla fine. Lí siamo nati
59
e lí torneremo alla fine del ciclo. Mai ci stacchiamo di essa, anche se la ovviamo, li
facciamo del male, e la contaminiamo.
In quale momento è successo, non lo sappiamo, ma la grande massa di questa
umanità indifferente non conosce la sua esistenza. Parlare della Terra, si tratta di
una semplice materia scolastica. Chi prega alla Madre Terra? Avranno le madri
alcun minuto ogni giorno nei nostri pensieri?
Pensare a questi due misteri, è un punto di partenza, per smettere di essere una
umanità così banale, egoista e ingrata. Che cosa siamo diventati? Dobbiamo
riprendere o scoprire –per molti–, il vero significato di essere in grado di amare e
venerare le nostre madri. È incontrarci con il più puro sentimento, in grado di darci
la saggezza per amare il resto dell'umanità e di tutte le specie sorelle che hanno gli
stessi diritti per essere nati dalla stessa madre terra.
60
14 Un mondo migliore
“Da qualche parte nei meandri
dell'universo scintillante, disperso in
innumerevoli sistemi solari,
c'era una volta un astro in cui animali
intelligenti inventarono la conoscenza.
Fu il minuto più arrogante e mendace
della "Storia Universale": ma, dopo tutto,
soltanto fu un minuto.
Dopo brevi respiri della natura, il astro
diventò rigido e gli animali intelligenti
dovettero perire”.
F. Nietzsche, Sobre verdad y mentira
en sentido extramoral
Una parte della nostra vita transita tra sogni, desideri e utopie. Un'altra si consuma
in avere presente. Anche, se qualcosa dentro di noi, cerca di lasciare un'eredità
come una testimonianza della nostra presenza nel mondo dei vivi.
Per alcuni, lasciare discendenti, qualche foto, uno scritto o benessere materiale, la
missione è compiuta.
Per altri, il senso dell'esistenza e di trascendere come esseri viventi su questo
pianeta, passa attraverso nel fare contributi sinceri per migliorare il mondo in cui
viviamo e creare basi che ci permetterà di muoverci verso un futuro migliore per il
nostro mondo e il resto della specie .
E 'possibile creare un mondo migliore partendo dal presente?
Un mondo migliore è una costruzione dinamica e permanente che come
generazione, anche quando ci disperda una cultura della fretta, la amministrazione
di un presente che assorbe gran parte delle nostre energie, è il grande impegno per
la continuità della vita, che non doviamo ignorare o dimenticare.
61
Contribuire a cambiare le cose a favore, non è compito esclusivo di scienziati,
insegnanti, filosofi, poeti e uomini di stato. Tu dalla tua modesta trincea di vita,
puoi fare la tua parte. Difendere l'ambiente, proteggere la loro specie, piantare
alberi, frenare l’iper consumo, impartire educazione ambientale, tra l'altro, è un
modo di mettersi a lavorare per fare che un mondo migliore accada. Qualcosa che
possiamo fare d'ora in poi, sarà la vera impronta.
Alla fine del ciclo, di questo meraviglioso pellegrinaggio attraverso la Terra,
diremo quando in retrospettiva ci domanderemo: Cosa abbiamo fatto per rendere
questo mondo migliore? Spero che tu, caro lettore, insieme a molti altri possiate
dire che avete contribuito a migliorare il nostro unico mondo.
En
62
15 Chi vive, chi muore, Ave Cesare!
La ragione di tutto ambientalista o
pensatore umanista del secolo XXI, è
difendere il diritto al godimento del
dono della vita, di tutte le specie che
abitano il pianeta. E come il primo
obiettivo di vita sarà quello di sfidare
essa razza centrismo del genere
umano, che ha auspicato il diritto di
decidere chi vive e chi muore in
questo mondo, al miglior stilo dei
più sanguinari e crudeli imperatori
romani.
Tra di noi, abbiamo inventato credenze, fatto assunzioni di buoni stili di vita e da
lì, puniamo o applichiamo la pena di morte.
In Medio Oriente, ad esempio, se una donna guarda la TV da sola, o ha un partner
senza matrimonio o semplicemente decide di avere rapporti sessuali, ciò implica
pene che vanno da 100 frustate o morte per lapidazione in qualsiasi strada in
queste popolazioni. A nome di alcune presunte regole "superiori" di convivenza,
scritte secoli fa, troncano vite. Allo stesso modo con la morte si punisce a coloro
che sono coinvolti in proteste o definiti come dissidenti.
Inoltre ammazziamo a quelli che hanno una religione diversa, quello è stato
l'argomento per "giustificare" il genocidio dei popoli della ex Jugoslavia, per
citarne un caso. La parola scritta in un libro, risalente ad una concezione del
mondo abbastanza obsoleta della realtà di oggi, ha il potere di obbligarci, o lo si
usa per ridurci. Oppure, se politicamente, in regimi non democratici, non si
dimostra assoluta lealtà.
Esecuzioni extra sommarie, è comune, quando si detiene il potere per mezzo della
forza o di autorità concepita da presupposti lignaggi dati dalla grazia divina. Re,
63
principi, imperatori, presidenti o generali vitalizi, con un semplice sussurro ad uno
dei suoi assistenti, decide la vita di chi disturba.
Ci sono regioni in Africa, dove il costo di un proiettile è superiore alla vita di una
persona. L'unione letale di polvere da sparo con il piombo, ha ucciso più persone
di quante la somma di tutte le morti per le catastrofi ed epidemie in Africa. E le
mutilazioni fatte con il machete in mano, un anno qualsiasi del passato decennio,
supera tutte le teste che rotolavano lungo la Rivoluzione francese. Ovviamente le
altre specie dovrebbero tremare davanti alla nostra presenza. Centinaia di elefanti
muoiono, per estrarre i suoi canini, e migliaia di altre specie per il turismo di
caccia.
In alcuni paesi in Asia, le morte extra sommarie per il dissenso politico, supera,
sopraffanno le morte accadute nell'occupazione di Iran, solo che si nascondono, il
controllo dei media, lo silenzia. Viene conservato così, il godimento di pochi
amazzando a molti. Mentre per le altre specie, decine di migliaia di delfini all'anno
vengono catturati per trasformarli in sushi. Subiscono lo stesso destino migliaia di
squali, dove l'interesse principale è quello di tagliarli la sua pinna dorsale per fare
la "famosa" zuppa di pinne di squalo.
Negli ultimi 20 anni, nell'Oceano Pacifico la popolazione di balena è stata ridotta al
20%. Allo stesso modo e senza rimorsi, alcune città costiere del Pacifico, utilizzano
per esche da pesca, cani vivi attraversati tra le sue fauci da due ganci.
Nel Nord dell'Europa, nei Paesi Bassi, vengono uccisi centinaia di una varietà di
delfini, in un evento di carattere pubblico, per continuare una tradizione e
dimostrare virilità tra i giovani. Globalmente tale attività è denominata "marea
rossa". Allo stesso modo, gli europei hanno iper cacciato il tonno rosso, lasciandolo
nella lista delle specie in estinzione. Inoltre, senza parole, l'accordo stipulato tra
Canada e Cina per esportare grasso di foca. Il massacro di questi animali indifesi,
lontano da fermarsi, ora l'interesse per il loro grasso compromette la sua esistenza,
eliminando a sua volta, uno dei nutrienti chiave nella catena alimentare degli orsi
polari.
In Occidente alleviamo per il nostro consumo: mucche, cavalli, maiali e asini. In
India, fortunatamente per la specie, sono venerate.
64
In Nord America, la caccia di frodo, ridotte le popolazioni di bufali e di puma a
piccole fattorie e giardini zoologici, rispettivamente.
In America Centrale, sempre di più si riduce la popolazione delle tartarughe
marine, a causa di spiagge utilizzate da questa specie per la deposizione delle loro
uova, queste spiagge vengono intervenute da una folla incontrolla, che cercano le
uova per scopi commerciali.
A proposito degli animali adottati come animali da compagnia, la loro aspettativa
di vita dipende da chi li proteggono. Qui l'impunità assoluta quando si tratta di
decidere se vivere o morire.
E per quanto riguarda il resto della fauna, la super popolata razza umana sembra
di avere la vile missione nel futuro, di finirla, senza eccezione. Gli uccidiamo
direttamente, interveniamo il loro habitat, lasciandoli senza cibo, condannandoli
così a morire dovuto all'inanizione.
Ci uccidiamo e ammazziamo a l’altre specie guidati da sentimenti ignobili.
L'avarizia, l'avidità, il profitto, l'arroganza, l'odio, la vendetta, la gelosia, la paura
di essere sfollati, il piacere e la curiosità di vedere o sentire all’altro essendo
accantonato muro, terrorizzato o in agonia.
Gli esseri umani, ci auto caratterizziamo come gli esseri più intelligenti e superiori
del pianeta.
Ma veniamo meno, nei nostri elogi, che ci mancò, auto coronarci anche, come i più
crudele e sanguinari della terra. Qui sicuramente nessuna specie ci avrebbe vinto!!!
65
16 Chi sei tu?
Chi sei tu, per farti attribuire il
diritto di offendere la natura?
L'oltraggi, saccheggi e umili. Per
infangare la vita di tutte le specie. E
decidere chi vive e chi muore. Chi ti
ha dato questo potere? Cosa sei, una
divinità o un dio, che ancora non lo
so? Perché il resto delle specie
devono appredere la tua lingua,
adattarsi alle tue leggi, contratti,
tribunali, leggere i tuoi annunci?
Sei il proprietario del l'aria che respiriamo? È la tua aria? Non ti importa rarefarlo,
riempirlo di tossici, renderlo mortale. Chi ti ha detto quella mensogna che l'acqua
fresca è solo tua? Quante migliaia di specie ancora dovranno morire di sete, perché
non possono accavallare i tuoi recinti, accedere ai serbatoi? Chi ti ha detto, che i
fiumi, mari e oceani devono essere utilizzati come discarica?
Gli alberi sul pianeta sono anche della tua proprietà? Chi ti dà il diritto di
disboscare l'Amazzonia o le foreste boreali. Non puoi vivere senza leggere i
giornali o usare la carta per fermare il taglio di 4.000 milioni di alberi che
l'industria consuma ogni anno?
Chi ti ha dato l'impunità di uccidere milioni di specie marine, quando fai
esperimenti nucleari negli oceani? Gli hai avvertiti precedentemente, a tutti questi
esseri viventi, che volevi esercitare la tua supremazia?
Perché ti danno fastidio i puma, giaguari, lupi e coccodrilli? Che gli ammazzi solo
per il piacere della caccia. Ti piace così tanto l'avorio, che sei in grado di uccidere
più di 70.000 elefanti l'anno per le loro zanne, per la solo banalità di avere a casa
alcuni piccoli pezzi di decorazione? Ti impazziscono le morbide pelli dell’iontre,
orsi, castori, foche, leopardi, visoni, martore, ermellini, volpi e cincillà che non ti
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preoccupano la vita di oltre 15 milioni di questi animali che muoiono ogni anno?
Credi davvero di avere bisogno di esse afrodisiaco, per giustificare lo sterminio di
quasi tutta la popolazione di rinoceronti e così estrarre dal suo corno la polvere che
ti darebbe il vigore sessuale?
E che cosa non va con la tua bocca? Sarà che ti viene l'acquolina in bocca, a
mangiare i 20.000 delfini che all'anno peschi e torturi per poi prepararli come
sushi? O uno dei tuo più grande piaceri è ungerti di creme abbellenti per le rughe,
fatte con le quasi 2.000 balene che cacci nello stesso periodo? Di quante vite ancora
ne hai bisogno in modo che tu possa vivere?
Tu sei quello che dicono le tue azioni. Il tuo arrogante, creduto e imperiale modo di
vivere, non è autosufficiente, tormentando il proprio genere, è necessario anche,
decimare o finire con le altre specie.
Coraggiosa razza umana, che senza alcun orgoglio io, anche, rappresento.
67
17 Meglio promuovere che vietare
Un percorso importante ha avuto
l'evoluzione del pensiero
ambientalista contemporanea nel
mondo. È passato da essere una delle
espressioni del movimento hippie
degli anni '60 e '70, ad una riflessione
trasversale nel lavoro dei cittadini e
la gestione e lo sviluppo delle
politiche pubbliche. Il pensiero
ambientale ha smesso di essere un
brevetto esclusivo di alcuni guru,
istituzioni o organizzazioni.
Tuttavia, la sensibilità ambientale non ha ancora raggiunto tutti gli angoli. Questo
è il grande compito da svolgere, con una prospettiva positiva e proattiva perché gli
ambientalisti non siamo neanche i nuove profeti del disastro. Dobbiamo vederci e
assumeci come parte dei creatori del mondo in cui viviamo.
Cosa fare per adempiere questo mandato di vita? Miglior promuovere che vietare.
Dobbiamo assumere la guida partendo dalla conoscenza ma sempre con proposte
promettenti e creative, per essere promotori di cambiamento di atteggiamento, con
soluzioni, presentando alternative valide e reali.
Dobbiamo ora, con la nostra dedizione e impegno assumere il ruolo di moderni
missionari nella ricerca permanente di altre persone per la difesa e l'armonia con il
mondo naturale. Continuiamo ad essere persone di pace e di amore, ma anche
promotori di mondo migliore per tutti (umani e non umani).
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18 Ecologia della testimonianza
La Ecologia della testimonianza è un
modo per proteggere nella memoria
collettiva, sia stampata, fotografica,
cinematografica, di quanta ricchezza
naturale, –alberi, animali, fiumi–
avevamo ma da questa testimonianza,
da questi testimoni passivi, potremmo
tornare ad avere, di tornare alla vita,
creando le condizioni per questo,
perché abbiamo almeno la
registrazione risolta scientificamente.
Qualcosa di simile a l'idea di Jurassic
Park, ma con il vantaggio di essere nella stessa epoca, il Quaternario, quindi non si
trattata, di un salto indietro nella storia naturale, ma di una continuità in cui solo è
necessario un ingrediente affermativo: la volontà per salvare il pianeta.
Per quanto riguarda Venezuela si hanno salvaguardato le zone della ecologia della
testimonianza, con abbondanti informazioni scientifiche registrate, vale la pena
alcuni di questi esempi, anche se vi è di più: El manual de plantas usuales de
Venezuela de Henry Pittier, Fauna descriptiva de Venezuela (Vertebrados) de
Eduardo Rohl, Flora tropical ornamental de Jesús Hoyo, Flora de los páramos de
Venezuela de Volkmar Vareschi, Árboles ornamentales de Caracas de Leandro
Aristeguieta, Enumeración sistemática de las especies de moluscos hallados hasta
ahora en los alrededores de Caracas y demás partes de la República de Adolfo
Ernst, Guía de aves de Venezuela de William Phelps, Aves Venezolanas de
Katherine Phoeb, Colibríes de Caracas de Ralph Dessau, Peces de los llanos de
Venezuela de Antonio Machado Alison, Peces marinos de Venezuela de F.
Cervigon.
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Invito ai lettori a informarci ([email protected]) di testimonianze,
ecologiche totalizzante, stampate o filmiche dei loro rispettivi paesi o regioni,
perché la somma di questa conoscenza sarebbe una sorta di confine immaginario o
il limite oltre il quale verrebbe intrapresa con giuste e scientifiche ragioni la
ricostruzione della natura persa, della vita sul pianeta.
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19 L'amore per le mascotte
Dedicato ai cani di Gricelda
infinitamente grato per amare gli
animali domestici. Ad Argos, cane di
Lord Byron.
Chi sviluppa l'amore per le mascotte,
ha scoperto uno dei sentimenti più
puri associati con le emozioni, i
sentimenti e gli affetti. É adottare ad
un altro essere e adattarsi a
convivere con una specie diversa da
quella umana. Connessioni senza
linguaggio ed intuitiva. Sono
sentimenti eterni che ci professano, incondizionali e assoluti.
Dal punto di vista umano, sono i bambini che non crescono mai, dal punto di vista
delle mascotte, forse, noi siamo eterni amici per giocare e accompagnarci, come i
“giocattoli” del film “Toy Story”, regia di John Lasseter.
Essi –le mascotte– non conoscono né passato né futuro, solo vivono e godono il
presente con coloro che li forniscono protezione. Presente, dove l'emozione
principale è aspettarci, incontrarci, trovare il nostro sguardo e secondi di
attenzione. L'attesa può essere ore o decenni, ma sempre ci aspettano. E se non
arriviamo mai, mantengono il dolore della mancanza e la speranza di incontrarci
di nuovo, fino all'ultimo giorno della loro esistenza.
Nell'Iliade, Argos il cane di Ulisse, lo riconobbe dopo 20 anni, e nell'emozione
muore di cuore. La favola diventa realtà quando noi conosciamo la storia di
Hachiko, cane giapponese di Odate, che spero ogni sera per dieci anni presso
l'ingresso della stazione ferroviaria di Shibuya, al suo padrone morto, fino a
quando venne la sua morte.
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Egilda Parra, ricercatrice sulle "Credenze delle non Scienze", afferma che in alcune
culture si ritiene che gli esseri umani quando muoiono, chi li riceve, in quell’altra
tappa della vita, sono gli animali che avevano e che hanno compiuto il loro ciclo di
vita sotto la protezione di queste persone, e lo fanno in ringraziamento al tempo
dedicato, e si incontreranno per darvi il benvenuto. Il simbolismo di quello che
significano le mascotte, in molte latitudini, non è gratuito. Gran parte della storia
dell'umanità ne rende conto.
Oggi, ci sono persone in Asia, che quando alle mascotte muoiono i loro proprietari,
sacrificano agli animali per risparmiarli il dolore della mancanza. Per fortuna in
Occidente, tali pratiche non esistono, ma quello che è certo è che molti di questi
poveri animali sono completamente senza protezione in assenza dei suoi
protettori.
Le mascotte, tra le sue bontà e vantaggi, e che essi si integrano facilmente nella
famiglia o se adattano alla solitudine dei loro padroni. Stimolano il sentimento di
amicizia, fiducia e sicurezza. La particolare interazione con loro, ci distoglie ed
elimina lo stress.
Questi singolari animali hanno poca comprensione delle delusioni, depressioni o la
nostra visione del cosmo, ma sentono o percepiscono ciò che accade. La loro
intuizione dà loro la capacità di individuare il pericolo e l’allarme.
E se di grandi pericoli dobbiamo fare riferimento, con le mascotte ci sbarazziamo
di essere vittime di istinti umani in genere come l'invidia, l'orgoglio, la vendetta, la
crudeltà, l'odio, tra molti altri.
Ragione aveva il poeta inglese Lord Byron nel condannare: "Più conosco gli
uomini, più amo il mio cane".
Se non avete avuto ancora la possibilità di scoprire il mondo degli animali
domestici, delle mascotte, è il momento. Dagli alla tua vita questo privilegio.
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20 Le città in bianco e nero
Cammino per le strade e viali della
mia città e mi rendo conto che il
colore predominante è il nero o il
bianco. Viviamo in città che a poco a
poco hanno perso il colore. Anche se
ci sono sfumature di grigio o
marrone, il pezzo forte rimane il
nero o il bianco. Presumo che questa
scoperta sottile fa parte del mio
ingresso alla vecchiaia, perché
comincio a vedere le cose da un altro
punto di vista.
Quando si è molto immerso in questi mondi interiori, in questa cultura dalla fretta,
non c'è tempo per dettagliare i colori particolari o sfumature.
Da bambino, le tonalità verdi prodotti di tanti alberi vicino a casa mia, mi
impressionavano, mi facevano sognare ad occhi aperti. Ora, questi stessi spazi
dove giocavo e consumivo le ore più felici della mia vita, no esitono più. Hanno
asfaltato e fatto parcheggi, costruito edifici, case o centri commerciali, in fine,
questi “luoghi incantati” sono conservati solo nella mia mente.
Essere immersi in un’esperienza urbana non significa necessariamente castrare
l’opportunità di condividere con il mondo naturale.
Le nostre città hanno da tempo perso questo senso, ci allontaniamo dalla armonia
con l’ambiente e privilegiamo di vivere nelle nuove “caverne” realizzata di
cemento, blocchi e calcestruzzo. Il godimento e la contemplazione di foreste o aree
verdi all’interno o al di fuori della città, non esistono più o sono sempre meno.
Abbiamo bisogno di avvicinarci di nuovo a quella natura che è anche il rifugio per
le altre specie, la casa di tutti in modo da poter goderla, valorizzarla, proteggerla e
73
difenderla. Andiamo a cercare quei colori che oggi sono assenti. Non più città in
bianco e nero che ci circondano, che ci intrappolano e ci riempino di vuoto, di
solitudine e di isolamento. Che finisca quel destino di nascere e vivere senza i
colori della vita. Ritornare alla natura, è il primo principio. La Natura con i suoi
colori che ancora ci aspetta.
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21 L'eredità generazionale
Ho 50 anni e ho una figlia
adolescente. La possibilità che i miei
nipoti raggiungano almeno la mia
età è ancora incerto. Anche quando
entrambe le famiglie, materna e
paterna è ricorrente avere una
famiglia ottuagenaria e centenaria.
Ma al di là della nostra genetica
della longevità, l'ambiente sarà il
fattore determinante.
Da continuare il percorso che
portiamo, la qualità della vita di mia figlia sarà compromessa, ma quella dei miei
nipoti sarà incerta. Entro 50 anni, gli scienziati stimano che il mondo aumenterà la
sua temperatura di 4° C in più, portando come conseguenza la scomparsa del
ghiaccio del Artico, così come gli orsi polari e pinguini.
Il livello del mare si alzerà e si sommergeranno città come New York, Boston,
Miami, Los Angeles, San Francisco, Vancouver, Buenos Aires, Sao Paulo, Rio de
Janeiro, Recife, Dhaka, Città del Capo, Cairo, Dubai, Mumbai, Singapore,
Bangladesh, le Filippine, Shanghai, Sydney, Perth, Auckland, Hong Kong, città
giapponesi, Vladivostok, Amsterdam, Londra, Dublino, Bilbao, San Sebastian,
Santander, Ferrol, la Coruña, Rias Baixas, tra le altre città che sono a piedi di costa.
Altrettanto si stimano innumerevoli mega terremoti durante questo periodo.
Questa geografia incontrollata impattarebbe direttamente ai più importanti
acquifere di acqua dolce che attualmente conosciamo. I cambiamenti climatici
pregiudicarebbe anche la maggior parte delle specie marine, riducendo
drasticamente o scomparendo la specie. Inoltre, causarebbe la scomparsa della
foresta amazzonica, che parallelamente il tasso di deforestazione e la combustione
sta facendo, le prolungate siccità, portando la morte della vegetazione. Allo stesso
modo influenzano sul resto delle “humedales” e foreste minori. Molte delle specie
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che conosciamo oggi, si vedranno solo in archivi fotografici e videografici. Come
conseguenza dalla perdita irreversibile della biodiversità a livello mondiale.
Attualmente, secondo la Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), circa due
milioni di persone muoiono ogni anno a causa delle conseguenze di inquinamento
atmosferico che provoca problemi respiratori e cardiaci, infezioni polmonari e
cancro. In 50 anni, si stima che alte concentrazioni di CO2, come altri gas
nell'atmosfera avrà un effetto esponenziale, facendo di questo tipo di
inquinamento la principale causa di decessi nel mondo, si stimano circa 100 milioni
di morti all'anno.
Sulla questione alimentare, questo sarebbe influenzato dalla crescita della
popolazione mondiale. Entro il 2012, la popolazione mondiale è stimata a 7.000
milioni, fra 50 anni la popolazione potrebbe aumentare di 2 miliardi di persone in
più, cioè, saremo in 9 miliardi di persone. A quel punto dovremo produrre più cibo
con meno spazio di quello che abbiamo oggi per la coltivazione.
Cosa fare? Sembra che si tratti di pura finzione? o continuaremo ad invecchiare
dietro a questa realtà? È l’egoismo personale che sicuramente governa la nostra
vita e non ci permettono di costruire una eredità per le nostre future generazione?
La partecipazione dei cittadini nella difesa della natura è in porta. Unisciti a noi
oggi nell’azione in materia ambientale, bisogna dare tutto per i nostri figli, i nostri
nipoti e le generazioni future. Camminiamo insieme in questa crociata per la vita.
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22 Non ci sarà un’altro giorno
Oggi non si è fatto giorno, così come
da tempo non si fa giorno per
nessuno. Nel 2010, le parti per
milione (ppm) di CO2, secondo gli
scienziati le ppm sono salite in 395,
ovvero 45 ppm in più dello standar
per garantire la nostra
sopravvivenza come specie. Gli
scienziati dicono che il limite di
sicurezza per l'umanità è di 350 ppm
di CO2 nell'atmosfera.
Le Nazioni Unite lo stesso anno cerco di limitare il livello di CO2 a 450 ppm, ma i
loro sforzi non sono stati ascoltati. Tutto questo, a causa di bruciare combustibili
fossili sopra la soglia dello standar. L'anidride carbonica è la causa principale
dell’effetto serra nell'atmosfera, avendo come conseguenza il riscaldamento
globale, che accelera lo scioglimento dei ghiacciai, aumento della siccità continenti,
il consumo delle foreste, facendo finire specie e gli ecosistemi.
In quegli anni arrivare ai 350 ppm significava trasformare il mondo. Significava
anche costruire pannelli solari al posto di centrali a carbone, piantare alberi invece
di tagliare le foreste tropicali, aumentare l'efficienza e diminuire i nostri consumi
eccessivi, il riciclo del 99%, tra tante altre cose. Perciò tornare a 350 nuovamente
significava proporre migliaia di soluzioni diverse. A llora mancò il valore
collettivo, l'azione dei cittadini a difendere l'ambiente.
Quello che è vero, che 50 anni dopo, il CO2 ci togliò le albe, i 5000 ppm che
abbiamo ora, ci lasciano senza visibilità e senza ossigeno. Oggi viviamo in città
sotterranee con atmosfere artificiali controllate.
Quello che era iniziato come città Moll come La Villa sotterranee di Montreal che
ha iniziato con 32 chilometri di gallerie collegando a 41 lotti (circa 12 chilometri
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quadrati), PATH a Toronto, con 371.600 metri quadrati e 27 chilometri di passaggi,
Chikigais in Giappone con 81.765 metri quadrati, Forum des Halles a Parigi, con
300 chilometri di passaggi e il Palazzo Comunale in Australia con 4 chilometri
quadrati, sono diventate i portali delle città emergente che abbiamo dovuto
costruire per sopravvivere, all'atmosfera già insostenibile che copriva i continenti.
Ma non tutti abbiamo avuto spazio in quelle città, più della metà della popolazione
umana scomparse, a conseguenza dalla mancanza di ossigeno. E quelli che ancora
rimaniamo in vita, soffriamo le nuove malattie prodotte della mancanza dei raggi
solare e grazie a respirare l'ossigeno riciclato. La nostra aspettativa di vita si è
ridotta a 30 anni, così si è accordato di dare almeno 3 decenni di possibilità di
vivere a ciascuno degli abitanti di queste città.
Ogni persona quando arriva ai 30 anni deve scrivere il suo epitaffio o il pensiero
finale. Questo è il nostro: Per me non c'era l’alba nè il giorno, nessun colore, ho
vissuto in grigio e così morirò. Non ho eredità per le generazioni future. Quella fu
la mia eredità.
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23 Il buon povero e la classe media1
La povertà e la produzione
alimentare sono per gli
ambientalisti, un punto cruciale di
attenzione, perché definisce il
comportamento dell'umanità nei
prossimi decenni e il suo impatto sul
resto della specie. Una povertà
irrazionale senza produzione
alimentare, sarebbe come una
nuvola di insetti cavallette su una
coltura di mais.
Quando si parla di povertà, e che cosa significa nel nostro continente, possiamo
dedurre che l'ultima cosa che desidera la maggior parte dei popolo
latinoamericano, è quello di essere poveri. Tuttavia, le politiche dei governi così
chiamati di "solidarietà" o solidale, sono dirette verso il consolidamento della
povertà. Continuano nella convinzione che i poveri, vogliono rimanere poveri o
piuttosto “poveri confortevoli”.
L'intelligenza politica di questi governi non hanno preso la briga di scoprire quali
sono le reali aspettative di coloro che oggi si difiniscono come poveri. Essa si basa
su ipotesi, modelli o visioni del mondo completamente obsolete. La realtà "vera" è
che tutti aspirano ad essere di classe media. E la globalizzazione si è incaricata di
far vedere i suoi diversi vantaggi. La classe media stessa, ha come la sua massima
1 Concetti per capire questo articolo::
Povertà confortevole: quando le persone che non lavorano o non hanno determinata professione,
sono estremamente soddisfatti con le cose che ricevono dal governo. È una povertà generazionale,
perché i loro figli si sentono che sono nella povertà media, ma in modo transitorio.
Povertà media: Coloro che aspirano ad essere classe media.
Classe media: Segmento della popolazione, che lottano per mantenere il loro standard di vita
medio.
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aspirazione, di essere una solida classe media. Oggi il desiderio di essere ricchi,
non è ciò che muove o commuove la volontà delle persone.
Così troviamo una miriade di strategie e di sforzi del governo, come i programmi
sociali, missioni educative, mediche, case di alimentazione, case di interesse
sociale, tra gli altri. Tutto sotto un unico obiettivo, rafforzare la povertà e la lealtà al
non cambio. Il riferimento politico, è stato quello di seguire ai governi che hanno
lottato e controllato alla povertà per forza.
Riflessione obbligatoria: in America Latina, siamo diventati esperti nel fare offerte
per i poveri, incoraggiandoli ad essere credenti fedeli della sua condizione storica,
con lo scopo di essere bravi poveri, e ora hanno cominciato a scoprire, che l'offerta
è sempre meno lusinghiera. L'altro capitale politico comincia a svanire e si
continua a pensare che il collettivo ciò che desidera è quello di essere classe media.
La visione ideologica, è ancora imposta e non permette considerare che con la
stessa dedizione che si ha studiato "ai re della povertà" possono essere riviste, le
nazioni che hanno sviluppato strategie sociali ed economiche per avere classe
media. Esempi, molti: in America, ci sono paesi senza dubbio, che hanno lavorato
per avere una forte classe media. La sua struttura di governo, è progettata per
sviluppare e mantenere la loro classe media. Altrettanto, questi governi forniscono
opportunità, programmi e anche le missioni al fine di rinforzarlì. E non è proprio
"l'impero".
Sicuramente i sostenitori della povertà estrema direbbero, che come può avere
classe media se ci sono ancora i poveri, e che fino a non finire con i poveri, non vi è
alcuna prospettiva di una classe media. Cioè, il dialogo/“trabalengua” di non
finere mai.
Le attuali strategie, continuano a mantenere la povertà confortevole, cioè una
porzione di poveri che ogni giorno è minore. Inoltre, ad essere una generazione di
poveri confortevole senza continuità generazionale. La maggior parte delle
aspettative c’è l’ha la così chiamata povertà media, che non accetta lo status di
povertà confortevole e aspira ad essere classe media.
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Negli ultimi anni, i governi solidale hanno raggiunto la vetta di accettazione tra i
poveri, ma misteriosamente ha cominciato a declinare un pò tale approvazione.
Nel più interno, si è trasferito un connettore invisibile emozionale, guidato dai
poveri medio che aspirano altre soluzioni, le opportunità diverse all’attuale offerta.
La classe media deve essere intesa come una tendenza globale di organizzazione
dei cittadini, così come sono le proteste o conflitti che oggi sono in crescita per
questioni ambientali. Che tra l'altro, chi li lideriza è la stessa classe media. Questa
classe media ha dimostrato la forza, la resistenza e la coerenza davanti ai
trasgressori del loro spazio.
Marx, al tempo, ha dato grandezza alla classe media, ha detto che dovuto ad essa
la Storia ha avuto un balzo in avanti, passando di colpo dal oscurantismo e la
gerarchia del sangue al pensiero moderno e universale; tuttavia, non ha
scommesso per la loro sopravvivenza.
Questa classe media, timida e discreta, ha sopravvissuto al convulso XX secolo e
oggi rinnovata, aggiornata, è il grande riferimento sociale. Se la classe media è stata
in grado di saltare l'arretratezza medievale in questo senzo specifico, perche ora,
che è il punto di riferimento più importante, non può detronizzare la povertà come
stile di vita?
Perché continuare ancora ad essere poveri, se abbiamo tutto per essere classe
media?
L'uscita è una sola:
Primo: non escludere questa ipotesi.
Secondo: O si apre il dibattito, per accettare di lavorare in parallelo con strategie
che abbiano lo scopo di sviluppare la classe media o ci prepariamo ad essere
spostati da coloro che interpretano la vera aspirazione del “povero confortevole”.
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24 C'è bisogno dei poveri, più sono e meglio è!
Immaginatevi un paese o una città o
uno stato senza poveri. Non è
possibile. Più che un sogno per i
politici ed imprenditori sarebbe un
vero incubo. La povertà, gli
conviene a tutti. A tutti coloro che ne
hanno bisogno come un modo per
rimanere in politica usando la massa
lavorale per fare ricchezza. La
povertà è buona per gli imperialisti
e anti-imperialista, “pitiyankees” o
anti-yankees. E se è povertà estrema
è meglio. I guadagni sono di più.
La povertà è docile, malleabile, manipolabile, sensibile, emozionale, confortevole,
ingenua e molto buona, per essere trasportata da speranze terrestre e
extraterrestre. La povertà è uno stile di vita. Più che fisica, la povertà è mentale, è
una credenza collettiva, dove tutti sono apparentemente disabili, incapaci di
avvalerci dei suoi propri mezzi, di avanzare nella vita o progredire. Si percepice
come uno stato sonnolento della mente, che fa muovere il corpo quasi
istintivamente. Per non dire, primitivamente. La povertà inoltre, cresce, si
riproduce in solitudine o indotta. Ma sia qualsiasi delle sue forme, è sempre utile.
Chi ha per se un pezzo di povertà controllata, ha un cammino sicuro verso il
successo. Qui se compie il proverbio: dimmi quanta povertà controlli e vi dirò
quanto è la vostra ricchezza.
Contra la povertà, tutti noi lottiamo, tutti noi vogliamo salvare i poveri. Moriamo e
viviamo per aiutare i poveri. Chi non ama i poveri?
Ma tanta preocupazione perché? Semplice: Gestire, manipolare la povertà è uno
dei migliori affari del mondo. È la grande industria. È avere soggetti, servi a buon
mercato, eserciti di zombie privati, seguaci eterni, incondizionali sotto la promessa
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che la povertà scomparirà un giorno, a condizione che siano guidati dal suo
padrone, leader, pastore, capo, genitore, o come si faciano chiamare i proprietari di
quella povertà in particolare.
Quello che non sanno i poveri, è che gli ultimi interessati nel porre fine alla
povertà sono gli stessi che promettono di combatterla. La povertà è come la storia
del "cocco". Ecco che arriva il cocco, andiamo tutti a combattere il "cocco", dice il
leader, e sorpresi a tutti con la sua eloquenza, il coraggio e bravura, ma che
nessuno amazzi al "cocco", perché senza il "cocco", non ci sarebbe un leader da
seguire e finirebbero i benefici.
La povertà è una verità che tutti lo sanno ma nessuno lo dice. Lo sanno gli stessi
poveri, e i coproprietari di quelle povertà. Ma si nasconde, si fa finta, tutti
chiudono un occhio alla povertà, per che scorra senza molti ostacoli, il rapporto
perverso tra la povertà e coproprietari. La povertà ha anche dato il suo contributo
al linguaggio dell’umanità, a coniare le sue stesse parole e di integrarle al
linguaggio quotidiano: “cachifo”, “cachifiando”, poveretto, povero diavolo, "in
cobrito", “pelao”, "senza soldi", "morto di fame”. affamati, “piedi in terra",
miserabile, “lambuceo”, e tante altre. Con la povertà è nata una nuova scienza:
Amministrazione della Povertà, con il suo Master Business Poor proprio, con
molto più potenziale e futuro che la consumata Amministrazione di Azianda e il
suo Master Business Administration.
Infine, abbiamo scoperto che il mondo non è diviso tra ricchi e poveri. Il mondo è
diviso tra coproprietari di povertà e la povertà che si avicina al miglior offerente. O
meglio, povertà confortevole. Coloro che non siamo allineati a nessuna di queste
categorie, siamo solo alcuni poveri disadattati.
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25 Otilia la bambina fra la spazzatura
Otilia dai 4 anni, accompagnava a
tutti i suoi fratelli e a sua mamma a
scavare tra la spazzatura, uscivano
dal primo mattino fino al tramonto
quando niente era più visibili.
Abitavano in una tenda improvvisata
fatta di cartone, tabelle di legno e
“zinco”, a pochi metri dal recinto già
caduto di uno dei lati della discarica
principale di spazzatura .
Per alimentarsi durante il giorno, “pescavano” i sacchi degli avanzi di cibo che
venivano lansciati dai banchi di fast food della città. Decine di bambini facevano lo
stesso che i cani e avvoltoi che lì abitavano.
In questo ambiente Otilia lasciò la sua infanzia, lì muore all’età di 13 anni di
un’infezione che avanzò con il passare del tempo e non fu mai curata. Della città,
Otilia, solo ha conosciuto lo scarico principale di spazzatura.
In America Latina così come Otilia circa 500 mila bambini lasciano la loro infanzia
e adolescenza nelle discariche di spazzatura. Il subcontinente con i suoi 11 mila
Comuni ospitano circa 12 mila discariche pubbliche, che sono diventate spazi
senza leggi, controllati dai gruppi che commercializzano queste risorse. Nelle
discariche comunale lo sfruttamento infantile è più che evidente. I governi locali,
non ignorano questa realtà, ma fanno poco o nulla per fermarla. Per loro, è un
problema di molti, ma non è la priorità.
Incoraggiare il lavoro infantile è uno dei più vile, crudele e codarda azione di
coloro che professano il soggiogamento umano. Manipolare presunti sentimenti di
affetto, protezione, paternalismo o maternalismo con lo scopo nascosto del
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guadagno: è assolutamente inaccettabile. Per questi schiavisti moderni, la vita
umana diventa semplicemente un valore d’uso.
Ci sono molte questioni di carattere etico, che territorialmente richiedono risposte
urgenti: Può Latinoamerica crescere come subcontinente sapendo che nei suoi 11
mila Comuni si pratica la schiavitù infantile? Dove sono quelle leggi
subcontinentale che decisamente fermino a coloro che deliberatamente rubano
l’infanzia e l’adolescenza a 500.000 bambini? Se questi castratori di futuro agiscono
nel presente impunemente contro coloro che dovrebbero far parte della prossima
generazione di leader, che considerazione si può presumere a favore della vita
dei non-umano o “humánidos”? Ci sono diverse politiche sociali per proteggere
l’infanzia? In una societá solidaria come quella che professiamo possono esistere
bambini con futuro vs bambini senza il diritto alla vita? Possiamo ignorare ancora
che ci sono migliaia di bambini scavando nella spazzatura, in strada o nelle fogne,
lavorando nelle miniere o dedicati a chiedere l’elemosina?
È ora che i pachidermi della politica subcontinentale, smettano di agire come uno
struzzo e tirino fuori la testa dal piccolo buco dove c’è l’hanno e guardino a suoi
fianchi.
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26 I bambini smeraldi di Colombia
Circa di 10.000 bambini dai 10 ai 15
anni di età lavorano filtrando con
pala e setaccio gli avanzi e rifiuti di
rocce e fango provenienti delle
miniere di smeraldi nel comune di
Muzo, a 90 chilometri a nord di
Bogotà, Colombia.
Sono pietre di un verde intenso,
considerate da gemmologi come
quelle della più alta qualità nel
mondo.
Il lavoro consiste nel trovare piccoli smeraldi o polvere di loro sfuggiti dal filtro
della miniera, usando i bambini per tagliare sui tunnel troppo stretti.
La vita in questa città gira intorno allo sfruttamento di smeraldi e per questa
comunità miniera “ognuno pratica la miniera dove si vuole, senza contare sulla
comunità”, “ognuno lavora per conto proprio senza dipendere da altre famiglie o
associarsi con loro”. E, naturalmente, sono i genitori stessi che inducono i loro figli,
piuttosto minori, al compito di estrarre lo smeraldo. Diventando così, in una delle
località del paese con la più alta popolazione analfabeta. Lo stimolo alla scuola
semplicemente non esiste.
Allo stesso modo, la povertà e sovraffollamento è il denominatore comune in
Muzo (media di 10 persone per stanza). Nei casi in cui l'abuso sessuale tra fratelli o
genitori ai figli, è all'ordine del giorno.
Lo sfruttamento di smeraldi richiede ai bambini un grande sforzo fisico e li
sottopone a rischi diversi che mettono in pericolo la loro integrità fisica (visto che
sono sottoposti a temperature estreme, gli odori tossici o la presenza di polveri
nell'aria, punture di insetti e/o morsi di animali, rumori o vibrazioni permanenti)
86
oltre all’impatto psicologico prodotto da questa situazione, il che dimostra una
violazione flagrante dei loro diritti umani ad essere bambini.
In Colombia, i bambini e le bambine di questa città mineraria, batte il record nelle
malattie respiratorie, è la località con il maggior numero di minorenni malati.
Poche opportunità esistono per questi bambini. Ci sono quelli che dicono che il
loro futuro degli abitanti di Muzo è l’avidità, l'ignoranza, l'impunità, gli interessi e
complicità collettiva.
Ogni volta che vedremo un orecchino, una collana o un anello di smeraldo,
cerchiamo di osservare bene queste pietre, certamente nella sua forma più densa,
più intima, scopriremo la forma del viso di uno di questi bambini rimasti senza
futuro.
87
27 I bambini gabbiani
I pescatori si avvicinano a riva con le
loro barche, dopo un affaticato
lavoro di routine. Sono come le 2 del
mattino. Una sorta di comitato di
accoglienza li attende, decine di
bambini e adolescenti di età
compresa tra 6-16 anni. A dire il
vero, a chi si aspettano sono ai
gamberetti e i piccoli pesci che
portano queste barche. Nella
“trance” di rimuovere il carico della
barca fino a pesarlo, tutti i pesci e
gamberetti che cadono per terra sono loro.
Si tratta di una tradizione tra i pescatori che va di generazione in generazione: cioè
“il fatto di lasciar prendere quello che cade per terra non va discusso con i
bambini”, così come hanno fatto loro quando erano bambini li chiamano i
“picoteros”, una similitudine per descrivere l’atto di beccare il carico dei pescatori
che fanno i gabbiani. In questo caso, è come quando si rompono le “piñatas” ei
bambini si gettano a terra per trovare le caramelle e giocattoli di piccole
dimensioni, la differenza che qui i piccoli tesori provengono dal mare.
Essi possono raccogliere fino a 2 chili di gamberetti in ogni arrivo delle barche
(l’altra carica arriva verso le 5 del mattino), che poi sono rivenduti lì. Puliscono
anche le barche di possibili gamberi, pesce o granchi persi.
La stragrande maggioranza di questi bambini finiscono per andare a dormire circa
le 6 del mattino e si svegliano in fretta verso mezzogiorno per cercare di andare a
scuola nel turno pomeridiano, ma la stanchezza stessa li fa crollare e finiscono per
ingrossare l’enorme lista di abbandono della scuola di quei villaggi di pescatori.
88
Queste condizioni particolari, per la sua propria cultura, richiede un trattamento
diverso per la loro educazione, devono essere trattati come “bambini speciali”.
La Stazione Biologica “Pueblos de Agua”, creata dalla Fondazione Azul
Ambientalistas insieme con l’Istituto Nazionale di Ricerca del Venezuela –Regione
Zulia– e il Centro di Educazione Popolare “Jesús Rosario Ortega”, ha iniziato nella
comunità Capitano Chico di Santa Rosa de Agua, al’ovest del paese, un
programma di reinserimento dei figli dei pescatori al sistema scolastico attraverso
la creazione di una Ecoaula di livellamento, che mira a portare i bambini, secondo
la loro età, all’anno scolastico corrispondente.
Con un programma speciale di sessioni di non più di 45 minuti, in modo
individualizzato e divertente, si cerca di rafforzare le debolezze cognitive e
prepararli a portare alla scuola secondaria. Tra l’altro, i mesoni e sedie in aula sono
fatti dalla stessa comunità.
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28 I Bambini di piombo di Bajos de Haina e La Oroya
Le città Bajos di Haina, a circa 20
chilometri a ovest di Santo
Domingo, Repubblica Dominicana e
La Oroya, situata 175 km da Lima,
nel dipartimento di Junin in Perù,
sono le città più inquinate da
piombo del continente Americano. Il
denomina-tore comune di queste
due città dell'America Latina, è che
il 99% dei suoi bambini hanno livelli
di piombo nel sangue tre volte di
più che il livello massimo fissato
dall'Organizzazione Mondiale della Sanità.
L'origine del problema è l’ossido di piombo e la scoria residuale nel suolo
contaminato. Essendo quest'ultima, che è visibilmente presente sulle superfici di
questi due comunità, allo stesso modo, sono stati identificati altri metalli pesanti
come arsenico, cadmio, antimonio e anidride solforosa che sono permanentemente
"abbono" di queste terre, acidando di più questi suoli. Col tempo il piombo ha
migrato e contaminato gli stratti più bassi del sottosuolo, e quindi
l'approvvigionamento idrico, che a loro volta, hanno contaminato cibo e tutto
quello che è trattato con queste acque.
Le polveri che contengono piombo entrano nelle case, trasportati da correnti d'aria.
Il che rende che l'esposizione sia diretta attraverso l'ingestione di polvere di
piombo contaminato. Questi entrano nel corpo dei bambini in aggiunta alla loro
vie respiratorie, attraverso le le sue mani e la bocca.
La popolazione infantile di queste due città evidenza riduzione del quoziente
intellettivo –QI–, lentezza nella crescita del corpo, problemi di udito gravi, gravi
90
problemi comportamentali o di attenzione, scarso rendimento scolastico e danni
renali. In generale, queste comunità hanno l'asma, bronchite, raffreddore, infezioni
diarroiche acute, danni irreversibili al sistema respiratorio, diversi tipi di cancro,
effetti negativi sullo sviluppo e danni agli organi vitali. L'aspettativa della
popolazione è di 35 anni. Il più basso al mondo, superando alcune popolazioni
dell'Africa, dove l'aspettativa di vita è a soli 40 anni.
L'altro grande comune denominatore di queste due comunità, è che non ci sono
dolenti per gli effetti sulla salute, la dignità, l'integrità e i diritti dei bambini.
91
29 I bambini i più sensibili alla contaminazione
Secondo l'Organizzazione Mondiale
della Sanità (OMS), ogni anno
muoiono circa 10 milioni di bambini,
essendo il maggior numero di questi
decessi, risultano direttamente da
esposizione ad ambienti
contaminati.
Tra le cause principali: il consumo di
acqua non potabile, scarsa igiene e
l'esposizione ad atmosfere
contaminate, questi sono le più noti.
La maggior parte di queste vittime erano bambini sotto i 5 anni, dove il 74% delle
morti erano dovute a diarrea, infezioni respiratorie e le malattie cardiovascolari.
Tali impatti aumentano secondo la regione. Nei paesi sottosviluppati, le cattive
condizioni di salute e l'inquinamento ambientale sono direttamente proporzionali
alla mortalità, morbilità e disabilità nell'infanzia, e questi indicatori, a loro volta,
sono legati a malattie respiratorie acute, malattie diarroiche, lesioni fisiche,
intossicazioni, malattie trasmesse dagli insetti e le infezioni perinatali.
Inoltre, l'esposizione a rischi ambientali nocivi per la salute dei bambini, può
iniziare prima della nascita. Il piombo nell'aria, il mercurio nei prodotti alimentari,
così come altre sostanze chimiche, possono avere effetti a lungo termine, spesso
irreversibili, come l'infertilità, aborti spontanei e difetti di nascita.
L’esposizione delle donne ai pesticidi, solventi e inquinanti organici persistenti
possono incidere sulla salute del feto. Confrontando tutta la popolazione colpita da
ambienti inquinati, l'impatto maggiore è ricevuto dai bambini, a causa delle loro
dimensioni, respirano più aria (e più inquinante) rispetto agli adulti.
92
Essendo i suoi polmoni in sviluppo, le vie respiratorie si restringono a causa della
presenza di contaminanti. Inoltre, questo è aggravato perché, loro respirano più
velocemente e più profondamente quando sono attivi. Permettendo, che
l'inquinamento ambientale raggiunge le zone più sensibili dei polmoni.
Oggi, 600 milioni di bambini sotto i cinque anni occupano l'attenzione del mondo e
rappresentano la continuità della razza umana. Un futuro, che in linea di principio,
è nelle mani delle loro madri, e solo di coloro che godono, di buona salute e sono in
grado di fornire un ambiente sano, pulito e sicuro che permetta di proteggere il
diritto alla vita dei loro figli.
Gli altri responsabili delle decisioni sono quelle a livello internazionale, regionale e
nazionale, insieme alle organizzazioni non governative, le comunità e le famiglie,
che devono unire le forze perche i grandi pericoli ambienteli siano riconosciuti,
combattuti e ridotti.
Questo può includere l'azione politica, e determinato impegno per la promozione,
la prevenzione e la partecipazione all'interno della comunità verso un ambiente
che si armonizza con la vita dei bambini, dagli altri esseri umani e le altre specie.
93
30 La Terra è viva
Per lo scienziato inglese James
Lovelock, finora non si è potuto
dimostrare il contrario alla sua
ipotesi, che la Terra come un pianeta
è un essere vivente.
Secondo il ricercatore, ci sono prove
per dimostrare che l'intera biosfera
del pianeta terra, fino all'ultimo
essere che lo abita, possono essere
considerati come una singola entità
su scala globale in cui tutte le parti
sono così legate, e a sua volta sono così indipendenti come le cellule del nostro
corpo. Questa teoria è stata chiamata da Lovelock, l'ipotesi di Gaia (in onore
all'antica dea della terra).
Tuttavia, la stragrande maggioranza della comunità scientifica ritiene che le
questioni sollevate da Lovelock confina con la fantascienza. A queste critiche,
l’osato ricercatore manifesta che le sue prove indicano che dai batteri agli elefanti,
balene, le sequoie e ogni essere vivente, sono esseri autonomi, che vivono in una
grande entità vivente.
Altre considerazioni, indipendenti, ma che consentono di illustrare quanto vicino
potrebbe essere Lovelock. Lui ritiene che la Terra come un pianeta è un essere
vivente, le indagini come quelle di Carolyn Bohach, una microbiologa presso
l'all'Università dell'Idaho, dice, la ricercatrice, che i nostri corpi (riferiti al corpo
umano) contengono 10 volte più batteri che cellule umane (i batteri sono molto più
piccoli, in modo che occupano meno spazio).
Negli esseri umani ci sono circa 10 milioni di cellule e in condizioni normali si
possono avere fino a 100 miliardi di microrganismi, per lo più batteri. Se il nostro
corpo contiene più di 200 tipi di cellule, solo nella pelle abbiamo essa diversità di
94
specie microbiche, senza contare le 400 o più specie diversi che vivono nel colon.
Tutti i batteri che vivono all'interno di un essere umano potrebbe facilmente
riempire un contenitore di due litri. Cioè, portiamo qualcosa come due chili di
ospiti o invitati, che vivono in tutto il nostro corpo.
Niente di strano fosse, che una comunità batterica, con intelligenza propria, che
abita nel nostro organismo, oggi potrebbe considerare, se sono o no, parte di un
altro essere vivente di dimissioni così enormi che non possono capire. Così come
accade agli esseri umani.
Se l'ipotesi di Lovelock è confermata, che vergogna con la signora Terra, che ci ha
così gentilmente dato rifugio, e che oggi è costantemente aggredita da questi
"acari" ingrati che ci facciamo chiamare razza umana.
Peggio semplicemente impossibile!!!
95
31 Grazie alla vita
Abbiamo più di un anno, quasi
ininterrottamente, lavorando sulla
progettazione e costruzione di un
percorso interpretativo all'interno di
una maestosa foresta di costa, per
fornire ai difensori della natura,
quello che è attualmente uno dei più
bei parchi di mangrovie che esiste in
Venezuela, si chiama "Tierra de
Sueños", che si trova alla periferia del
villaggio di palafitte chiamato Santa
Rosa de Agua, ad ovest del paese.
A zero metri sul livello del mare e con una umidità che fa svenire al più forte, il
volontariato dei bambini, i giovani e gli adulti hanno un parco tematico naturale,
dove i visitatori riconoscono didatticamente la flora e la fauna di questo
monumento simbolo. Il parco ha ecoguide, guardie forestali e tutta la comunità che
appoggia questa iniziativa.
Per dare più presenza all'ingresso del parco, si è deciso di fare della strada
principale della comunità, avendo una lunghezza di circa 500 metri, una eco
strada, dove tutte le facciate delle case e pareti dei cortili sono state dipinte
simultaneamente con colori caldi, oltre a svolgere murales che alludono alla
biodiversità di questi spazi.
Abbiamo iniziato questo lavoro artistico, un buon giorno a metà mattina, perché
c'era un ritardo tra la squadra, il fatto è che a una temperatura superiore ai 41 gradi
Celsius e con un sole che ci "achicharraba" – bruciava-, a mala pena siamo riusciti
ad avanzare dipingendo le prime facciate, i primi 50 metri con i colori concordati.
Quel giorno sono andato a letto presto, non ho potuto con l’insolazione, avevo un
mal di testa insopportabile, ero febbrile e una vena sul lato destro della fronte
96
sembrava così gonfia che ho pensato di esplodere. Inoltre le braccia, collo e viso mi
bruciavano particolarmente. Quasi immobile per il disagio e l’oscurità ho
ringraziato per l'opportunità che la vita mi ha dato di essere utile. In modo da
mettere al servizio della comunità la mia conoscenza, le mie relazioni e le mie
risorse e conseguire così la creazione del Parco Tierra de Sueños e la sua imponente
ecocalle.
In questa comunità di pescatori di origine indigena, gli affetti sono parsimoniosi,
essi sono cauti nei rapporti interpersonali, tuttavia, oggi lì percepisco orgogliosi
delle cose che accadono associate al parco, c'è un senso di realizzazione collettiva,
comprensione di ciò che si desidera. Sempre più persone si uniscono a questo
compito ambientale.
Credo che in questo luogo, ho smesso di essere "un visitatore curioso" adesso per
fino mi salutano con il mio nome, "ciao Lenin, come va!?”
97
2. Il pensiero ambientalista di Lenín Cardozo Parra attraverso le interviste
98
La realidad ambiental en America Latina. Entrevista a Lenín Cardozo Parra por Hugo E. Méndez U.
Ing. LENÍN CARDOZO PARRA,
Ecologista. Scrittore venezuelano e
ambientalista. Corsi postuniversi-
tari in MBA, Management Pubblico,
Filosofia e Storia. Dottore in Scienze.
Direttore esecutivo Canal Azul 24
https://anca24latam.wordpress.com/
e Blue Chanale 24 www.Blue
channel24.com. Fondatore della
ONG Azul Ambientalistas www.
azulambientalistas.org, email:
lení[email protected] e il Blog http:// leníncardozo.blogspot.com/.
Hugo E. Méndez U.: Lenín, ho seguito la tua carriera
professionale come scrittore e professionale sulle questioni
ambientali, ho letto i tuoi articoli, libri e ricerche su tematiche
ambientali latinoamericana. Quindi, da una prospettiva
globale, ti domando: Pensi, che i problemi ambientali in
America Latina sono problemi ambientali molto differenti nel
resto del mondo?
Lenín Cardozo: L’America Latina è una realtà continentale e
subcontinentale, ben diversa dal resto dei continenti o sub-
continenti del mondo. La differenza fondamentale è nella ottica o
prospettiva di vedere il mondo, interessi locali o regionali, e i
gruppi etnici che le abitano. Abbiamo il più grande polmoni
vegetali, giungle e foreste del mondo cosí come la maggiore
quantità di terra che non sono stati ancora sfruttate, inoltre abbiamo grandi risorse
naturali come l’acqua, il petroleo e le miniere.
99
Le nostre preoccupazioni ambientali sono specifici e le soluzioni principali devono
promuovere la crescita responsabile e inclusiva di tutte le specie che ci vivono e
viviamo sul pianeta.
Il riscaldamento globale, l’indebolimento dello strato di ozono, e di altre questioni
importante e complesse ambientale, cessano di essere la nostra priorità data
l’impassibilità davanti alla deforestazione incontrollata dell’Amazzonia, gli
interventi umani che accelerano la siccità dei nostri laghi e fiumi, le grandi isole dei
rifiuti solidi, l’inquinamento atmosferico da anidride carbonica nelle nostre città,
tra le altre situazioni rilevanti. Siamo quindi di fronte a realtà diverse che meritano
diverse strategie.
Hugo E. Méndez U.: Da questo punto di vista, potremmo dire
allora che l’idea di sviluppo sostenibile non è applicabile alla
realtà latinoamericana?
Lenín Cardozo: : Lo sviluppo sostenibile proposto, è la tesi dei
paesi sviluppati, preoccupati per l’imminente esaurimento delle
risorse naturali nel corso del tempo, frutto di un consumo
eccessivo di queste società, si propone un modelo di consumo più
“equilibrato”, in funzione di garantire alle generazioni future lo
sfruttamento delle stesse risorse. Questo concetto è stato accolto
con applausi e acclamazioni e copiati in ciascuna delle costituzioni delle nazioni
dei paesi latinoamericani, fino al punto tale che si organizzarono studi di master
nell’Università del Centro e Sud America per approfondire “le considerazioni del
caso”. Ma di quale generazioni future parla questa proposta?, delle generazioni
future Latine o africane?, Questa tesi parla delle generazioni di questi paesi
sviluppati, perche si parla ancora del pensiero unico, basato sul principio che
l’espressione della vita ruota solo attorno ad un specie, la specie del Caucaso –
LORO-. Un ragionamento totalmente egocentrico e di esclusione.
100
Hugo E. Méndez U.: È pronta l’America Latina con i suoi
pensatori, filosofi e scienziati per creare la sua teoria o un
metodo per l’analisi ambientale nel subcontinente?
Lenín Cardozo: Negli ultimi 20 anni, filosofi, scienziati, politici e
gruppi ambientalisti sono entrati nell’agenda pubblica in America
Latina, chiedendo un posto nel dibattito. Leonardo Boff, Marina
Silva, Carlos Minc, Marcos Reigota del Brasile; Ernesto Guhl, John
Casavelos, Miguel Grinberg, Andrés Carsen, Gustavo Rivollier
dell’Argentina; Luz Beatriz Gaviria, Jesús Hidrobo, Anibal Patiño,
Isaia Tobasura, Hildebrando Velez, Gustavo Wilches di
Colombia, Ricardo Navarro, Camacho Hernandez, Jorge Emilio González, Homero
Aridjis del Messico, Juan Grau di Cile, Egilda Parra, Elio Ríos di Venezuela, tra gli
altri, con il loro contributo ci è stata aperta la strada per conquistare il pensiero
ambientale proprio.
Hugo E. Méndez U.: Qual è la proposta o la strada da seguire?
Lenín Cardozo: Stimolare dallo spazio o l’opportunità più piccola
alla più grande, la sensibilizzazione, la coscienza cittadina e la
partecipazione attiva dalla prospettiva ecologica, conservacionista
e ambientalista.
Hugo E. Méndez U.: E sul piano ideologico, si potrebbe pensare
che la mancanza di nuove bandiere sulla sinistra in America
Latina, hanno fatto che questo approccio politico si avicini o
rifugia nel discorso ambientale, attraverso la militanza e
101
l’attivismo di gruppi ecologici e ambientalisti? Faccio questa citazione, per la
nascita dei partiti Verdi nella regione, tale come il partito Verde del Brasile, Cile,
Colombia, Guatemala, Messico ed Argentina, tra gli altri, dove molti dei suoi
attivisti sono stati uomini che hanno abbracciato in passato le bandiere della
sinistra?
Lenín Cardozo: Il diritto alla vita di tutte le specie, non è una
bandiera di qualsiasi ideologia particolare. La riconciliazione, il
consenso, la madre dell’unità ideologica è quella di essere
iniziato dalla necessità di salvare il pianeta insieme. I partiti verdi
e le associazioni ambientaliste, gli ecologisti o conservacionisti
sono spazi di partecipazione dei cittadini. Se le persone di
sinistra hanno trovato rifugio in queste organizzazioni o di destra o di centro,
presumo che saranno sempre benvenute, perché la tutela ambientale ha bisogno di
tutti.
Hugo E. Méndez U.: Per concludere, non voglio lasciare questa
intervista senza chiederti: cosa pensi dovrebbe essere la
posizione dei giornalisti e dei mass media sul risveglio di una
consapevolezza ambientale pubblica?
Lenín Cardozo: I giornalisti, i mas media e la comunicazione,
dovrebbero anche essere educati sulle questioni ambientali. È lo
spazio per il giornalismo investigativo e il giornalismo di
rivendicazione. Altrettanto, i mass media hanno un forte
impegno etico con i cittadini, nella programmazione che
generano consapevolezza sui diversi problemi ambientali nella
regione del paese, e del pianeta.
102
Crisi alimentare e il futuro dell'umanità. Intervista a Lenín Cardozo Parra di Hugo E. Méndez U.
Ing. Lenín Cardozo Parra, un scrittore
e filosofo latinoamericano il più letto
delle tematiche ambientali. Un
profondo conoscitore della situazione
ambientale del suo paese Venezuela e
il mondo, fondatore di diversi
movimenti ambientalisti e promotore
di leggi ambientali. La sua lunga
carriera di studioso della materia,
risale agli anni '80, quando nei suoi
giorni dell'università fondò l'ONG
Azul Ambientalistas a Maracaibo, in
Venezuela (www.azulambientalistas.org).
Attualmente, Direttore esecutivo Canal Azul 24 https://anca24latam.wordpress.
com/ e Blue Chanale 24 www.bluechannel24.com. Fondatore della ONG Azul
Ambientalistas www.azulambientalistas.org, email: leníncardozoparra@gmail.
com e il Blog http://leníncardozo.blogspot.com/.
Hugo E. Méndez U.: Lenin all'inizio di questo nuovo secolo,
l'umanità è davvero consapevoli del significato dei problemi
ambientali di oggi?
Lenin Cardozo: Grazie Hugo, per la possibilità chi mi dai ancora
una volta, consentendomi di condividere queste idee.
In linea di massima direi che il 21° secolo, sorprende l'umanità, che
viveva sommersa nella cultura della fretta, assorta nei suoi propri
sotterranei e ora si sveglia sbalordita, cercando di interpretare, ciò che era invisibile
nei primi momenti della sua realtà e che oggi trova travolgente. Come ad esempio i
ricorrenti fenomeni naturali che stordiscono alle diverse concentrazioni di persone
103
che vivono nel continente. Le sempre più esaurite energie fossili e idraulica, la
carenza di cibo e acqua potabile. Questa nuova realtà per molti, richiede all'inizio
di questo nuovo secolo, nuove strategie, nuove idee, nuove proposte e nuovi
approcci.
Hugo E. Méndez U:. Tu parli che ora affrontiamo un tsunami
silenzioso associato con la crisi alimentare, in base a quali criteri
sostieni questa impostazione?
Lenin Cardozo: Scienziati agroalimentare hanno sottolineato che si
sta avvicinando ad un ritmo rapido sempre di più la crisi
alimentare, chiamata il "tsunami silenzioso". Un'ondata di inflazione
dei prezzi alimentari si muove attraverso il mondo, lasciando, nella
sua scia, disordini e indebolimento dei governi. Ciò è confermato
dalle statistiche che mostrano che per la prima volta in 30 anni stanno emergendo
manifestazioni per gli alimentari, per mancanza di cibo, in molti luoghi e
simultaneamente.
Ad esempio: In Bangladesh si sono intensificati i disordini; la Cina comincia a
sentire i rigori di queste carenze nei loro poveri, quelli che vivono con 2 $ al giorno,
stanno tirando fuori i loro bambini dalla scuola e riducendo il consumo delle
verdure per permettersi di pagare il riso. Coloro che vivono con 1 $ al giorno
stanno riducendo il consumo di carne, verdure e uno o due pasti, in modo da
permettersi di pagare una ciotola di riso. E quelli veramente bisognosi, che vivono
con il 0,5 $ al giorno, affrontano il disastro. In molti luoghi, la carenze
tradizionalmente di alimenti, significa in questo momento inedia di massa.
Le misure della crisi attuale sono miseria e malnutrizione. Le classi medie nei paesi
poveri stanno rinunciando all’assistenza sanitaria ed eliminando la carne, in modo
da poter mangiare tre pasti al giorno.
Conseguenza, della diminuzione per logorio naturale, delle terre coltivabili, lo
spostamento di colture tradizionali per colture di materie prime per biocarburanti
e la crescita della popolazione.
104
Hugo E. Méndez U.: Gli attuali problemi ambientali a che punto
pensi che influenzeranno il futuro della produzione alimentare?
Lenin Cardozo: Come diretta conseguenza del scioglimento dei
ghiacci polari, l’acqua dell'oceano aumenterà e le inondazioni
costiere si avranno intensificato a tal punto che se produrrà uno
spostamento massivo dei suoi abitanti verso terraferma dei
continenti. Cioè, ci siamo incontrati con un futuro di alta
popolazione umana trasferita in nuove terre, e anche molte falde acquifere filettati
dall'acqua salata.
Il tasso di crescita della popolazione attuale, che ci mette più di 3 miliardi di nuove
persone nei prossimi 50 anni, ci fa dedurre che avremo meno terra per l'agricoltura
e maggiore popolazione che richiederà cibo. A questo dobbiamo aggiungere tutti le
terre coltivabili, che non avremo, perché saranno al servizio della produzione di
biocarburanti o biocombustibili.
È inaspettato, le ripercussioni che avrà nel mondo produrre coltivazioni per
elaborare carburanti. Cioè, disboscamento, spopolamento delle campagne, perdita
di biodiversità, l'inquinamento delle acque, il sovraffollamento delle città e la fame.
ONG provenienti da diversi paesi hanno denunciato i produttori della materia
prima vegetale, necessaria per i paesi sviluppati per i loro parco automobilistico,
diminuendo drasticamente la produzione di coltivazioni vitali per il sostentamento
base e la sicurezza alimentare dei paesi non sviluppati.
Hugo E. Méndez U:. Spiegaci, per favore, quali sono queste
strategie per ripensare la futura realtà alimentare?
Lenin Cardozo: Senza voler cadere nella fantascienza, è
perfettamente concepibile che in un prossimo futuro il dollaro, euro,
105
yen o yuan, lascieranno di essere il leader del commercio e saranno rimpiazzati dal
litro di acqua potabile e dalla ciotola di riso o fagioli. La scarsità di questi elementi
definirà il nuovo equilibrio di potere nel mondo umano. Le potenze con maggior
capacità militare, controlleranno i serbatoi di acqua dolce e di terra per la
coltivazione che rimarranno nei loro continente. Le guerre per il controllo del
petrolio, sarà solo storia.
Hugo E. Méndez U:. Cosa fare?
Lenin Cardozo: Finora, l'agenda politica globale, prende con
indifferenza le questioni ambientali. La sicurezza alimentare, la
crescita della popolazione e l'acqua sono problemi distanti che non
danno voti nel immediato. Difficile, per non dire missionario o
chisciottesco, la strada degli ambientalisti, nel avvertire quello che ci
aspetta. La soluzione comincia attraverso l'educazione ambientale, unico modo per
diventare consapevoli di questa realtà e di quello che ci aspetta. Quello che
facciamo nel presente, da quello più locale, dal quotidiano, sarà il fattore
determinante.
Le carestie future potranno essere fermate dallo sviluppo di iniziative che
promuovono la sicurezza alimentare in ogni comunità, regione o nazione. Con una
legislazione efficace, l'uso razionale del territorio, la valutazione della produzione
locale e la tutela degli agricoltori.
-FIN-
106
Hugo E. Méndez U.
IL PENSIEROAMBIENTALISTA IRROMPE IN AMERICA LATINA. Un'inferenza
attraverso gli scritti di Lenín Cardozo Parra.
Prima edizione.
Non è permesa la riproduzione totale o parziale di questo libro senza la preventiva
autorizzazione per scritto dei titolari di copyright.
Copyright di questo numero:
Copertina: Ángel Emiro Sánchez, Primavera, 1996.
Hugo E. Méndez U. 2015.
Editoriale Erato, 2015.
Isla Dorada, Maracaibo.
Concetto, Editing, Montaggio e Composizione: Hugo E. Méndez U.
Stampato nella Repubblica Bolivariana del Venezuela. 18 di novembre di 2015:
Giornata della festività della Madonna del Rosario di Chiquinquirá. La Vergine
Morena.
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