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Diocesi Venerdì 20 maggio 2011 19ilnuovogiornale

“U n Paese che si dicecristiano e si riempiela bocca di famiglia,fa davvero poco per

la vita e la maternità”. Don An-tonio Sciortino non è uno chegira attorno alle parole. Dagiornalista, quando c’è da de-nunciare un’ingiustizia - com’èquella che, in barba al dettatocostituzionale, l’istituto dellafamiglia sta subendo da decen-ni nel nostro Paese - non si tiraindietro. Lo fa dalle pagine delsettimanale che dirige dal1999, la storica “Famiglia Cri-stiana” del Gruppo San Paolo.E dalle pagine di uno dei suoilibri, che non a caso porta il ti-tolo “La famiglia cristiana.Una risorsa ignorata”, edito daMondadori nel 2009.

Don Sciortino sarà a Piacen-za giovedì 26 maggio per par-lare di “Fare famiglia oggi. Dacristiani nel contesto ecclesialee sociale del nostro Paese”. Laserata - alle ore 21, alla chiesadi San Vittore alla Besurica -nasce dalla collaborazione trail centro culturale “Incontria-moci” della parrocchia ospi-tante, l’unità pastorale 5 dellacittà (che comprende anche ilPreziosissimo Sangue e S. Cor-rado), l’Ufficio ComunicazioniSociali e l’Ufficio Famiglia del-la diocesi, il Forum delle Asso-ciazioni familiari di Piacenza el’Istituto “La Casa di Piacenza”- Consultorio familiare.

Che la famiglia sia un tema“caldo” lo confermano gli ulti-mi dati Istat, dai quali emergeun calo record dei matrimoninel nostro Paese: 30mila in me-no nel giro di due anni. La sta-tistica, che elabora cifre fornitedai Comuni per il periodo2009-2010, riguarda tanto lenozze civili quanto quelle con-cordatarie. La famiglia sarebbein crisi, insomma, non soloperchè schiacciata da politichemiopi e dalla crisi economica,ma anche sul piano dell’identi-tà. Ne abbiamo parlato condon Sciortino.

La famiglia non chiedel’elemosina allo Stato— Direttore, ai cattolici èspesso rimproverato di avere“il pallino” della famiglia. Leicosa replica?

Il “pallino” della famiglia ri-guarda tutti. Non è una que-stione cattolica o di tipo con-fessionale, come ci dice anchela Costituzione, cui hannocontribuito culture differentinel nostro Paese. “La Repub-blica - afferma l’articolo 29 - ri-conosce i diritti della famigliacome società naturale fondatasul matrimonio”. La famiglia,quindi, preesiste allo stessoStato. Per questo è importante,da parte di tutti, dare alla fa-miglia quel riconoscimentopubblico che le spetta, assiemealla risorse necessarie per svol-gere al meglio il proprio com-pito nell’educazione e crescitadei figli. Che non sono un “af-fare privato” di chi li mette almondo, ma la ricchezza e il fu-turo di una nazione.

La famiglia non chiede l’ele-mosina allo Stato, ma quel chele spetta di diritto. Val la penaleggere anche l’articolo 31 del-la Carta costituzionale: “La

Natale 1931: nasce“Famiglia Cristiana”

Le prime mille copie di “Famiglia Cristiana” vengono stampa-te ad Alba nella notte di Natale del 1931 per volontà di don Gia-como Alberione. Tutto inizia in sordina, senza alcuna promozio-ne, perché non ci sono soldi, ma soprattutto perché “bisogna co-minciare - dice il fondatore - dalla paglia di Betlemme”. Per donAlberione occorre scrivere, stampare e diffondere “perché accantoalla predicazione orale del prete in parrocchia si colloca la predi-cazione scritta della buona stampa”. Non sarà tuttavia un gior-nale di “pura devozione” ma uno strumento d’informazione ca-pace di “parlare di tutto cristianamente”.

Da giornale “fatto in casa”, che però già vendeva 300mila co-pie - al medico di Alba è affidata la rubrica sui consigli per la sa-lute, le consorelle si occupano degli articoli sulla cucina e il rica-mo mentre un frate francescano, incaricato di rispondere ai letto-ri, si inventa la rubrica I Colloqui col Padre - nel 1954 il setti-manale si professionalizza con tecnici, giornalisti, fotoreporter epubblicitari. Tocca il traguardo del milione di copie nel 1961.Nell’anno del cinquantenario, il 1981, la “parrocchia” di Fami-glia Cristiana conta quasi 6 milioni di lettori e una tiratura di unmilione e duecentomila copie.

Nell’aprile 2010 nasce la nuova “Famiglia Cristiana” che in-tende essere “voce della famiglia e a questa dedicare informazio-ne, servizio e riconoscimento”. Perché la famiglia è, ancora oggi,un “risorsa ignorata” dai media e dalla politica. A guidarla, dal-l’agosto del 1999, è don Antonio Sciortino. Siciliano di Caltanis-setta, classe 1954, è sacerdote della Società San Paolo dal 1980.Ha compiuto a Roma gli studi di filosofia presso la Pontificia Fa-coltà San Bonaventura e quindi, presso l’Università PontificiaGregoriana, quelli di teologia; ha frequentato la Scuola Superioredi Comunicazione Sociale dell’Università Cattolica di Milano.Nel 1984 è entrato nella redazione di “Famiglia Cristiana” percui ha seguito i viaggi del Papa. Giornalista professionista dal1986, è specializzato sui temi della famiglia e dell’informazionereligiosa. Dal 1987 è direttore del mensile Famiglia Oggi (dedi-cato alle tematiche familiari) e membro del consiglio direttivo del-l’Associazione don Giuseppe Zilli per la famiglia e le comunica-zioni sociali - Onlus.

Il direttore di “Famiglia Cristiana”: è tempo di rimboccarsile maniche per difendere un bene più indispensabile che mai

DON SCIORTINO A PIACENZA / Giovedì 26 maggio alle 21 nella chiesa di San Vittore

“LA FAMIGLIA NON E’ AFFATTO DA ROTTAMARE”

Repubblica agevola con misu-re economiche e altre provvi-denze la formazione della fa-miglia e l’adempimento deicompiti relativi, con particola-re riguardo alle famiglie nu-merose. Protegge la maternità,l’infanzia e la gioventù, favo-rendo gli istituti necessari a ta-le scopo”.

— Il suo libro “Famiglia cri-stiana” ha come sottotitolo“risorsa ignorata”. Quali so-no queste potenzialità che re-stano inespresse?

Pur con tutti i suoi problemi,la famiglia in Italia è ancora laprincipale risorsa di cui il Pae-se non può fare a meno. E sucui vale la pena investire seria-mente. In un momento di gra-ve crisi, la famiglia è il miglio-re “ammortizzatore sociale”,perché si fa carico del gravissi-mo problema dei figli senzaoccupazione - oggi 1 ragazzosu 3 non lavora -, così come as-siste gli anziani e le personecon handicap. Sette casi su die-ci di assistenza a disabili sonoa totale carico della famiglia,senza alcun aiuto da parte del-le istituzioni.

Ma la famiglia è anche uncapitale umano, sociale ed eco-nomico. Chi investe sulla fa-miglia ha anche un ritornoeconomico. Il primo rilevatoredella povertà di un Paese è ilcalo demografico. E in questo

l’Italia è messa davvero male,con il più basso livello di nata-lità al mondo. In altre nazionieuropee, un figlio è fattore diricchezza. Solo in Italia, in as-senza di vere politiche familia-ri, è fattore di povertà.

Il “gelo demografico”— La famiglia, anche quando“funziona”, vive una faticaquotidiana. Essere madri e la-voratrici nel Paese delle mam-me per eccellenza è una batta-glia quotidiana. Perché la po-litica, indipendentemente da-gli schieramenti, è così miope?

Un Paese che si dice cristia-no e si riempie la bocca di fa-miglia, fa davvero poco per lavita e la maternità. I politici sisprecano nelle promesse aogni tornata elettorale. Ma nonpassano mai ai fatti, con l’alibiche non ci sono le risorse suffi-cienti. Così l’Italia è in fondoalle classifiche anche per il la-voro femminile. E la donna chelavora, al primo figlio, è quasicostretta a dover scegliere tramaternità e professione. Man-cano quelle reti di sostegno,dagli asili nido agli assegni fa-miliari, che facilitino la mater-nità. Un secondo figlio, poi,mette la famiglia nel rischio dientrare nel tunnel della pover-tà, da cui difficilmente se neesce. L’Italia dedica alle politi-che familiari l’1,3% del prodot-

to interno lordo, al di sotto del-la media europea e ben distan-te dalle punte della Francia edella Germania, che hanno in-vertito la tendenza del calodella natalità. Ma noi abbiamoanche un fisco che non è equoe amichevole nei confronti del-la famiglia. A parità di redditopagano le stesse tasse le fami-glie con figli e i single. E questonon è giusto. I politici che si di-vidono sulla famiglia, mostra-no tutta la loro miopia, perchéla famiglia non ha colore poli-tico. Appartiene a tutti. E se stabene la famiglia sta bene ilPaese. Se cresce la famiglia cre-sce anche il Paese.

— In Italia si fanno pochi figlie sempre più tardi. È la natu-rale conseguenza di un merca-to del lavoro precario e di unasituazione economica sfavore-vole o c’è dell’altro?

In Italia è difficile per un gio-vane, immesso nel mondo dellavoro con la flessibilità e tra-sformato in precario perenne,pensare a mettere su famiglia.Senza un posto fisso nessunoconcede un mutuo e i giovanisono costretti a restare più alungo in famiglia, spostandoin avanti (attorno ai trent’an-ni) l’età del matrimonio.

E così aumenta il “gelo de-mografico” in atto nel Paese.Un vero “suicidio demografi-co”, come l’hanno definito i

Vescovi. Le famiglie, oggi, si li-mitano a un figlio unico, e ci siavvia alle coppie senza figli.Ma oltre a più favorevoli con-dizioni economiche, va co-struito un clima di fiducia esperanza, più favorevole neiconfronti del valore della fami-glia e della vita.

Non è roba “da nonni”— La Chiesa italiana dedica ilprossimo decennio alla que-stione educativa. I primi adaver bisogno di nuovi punti diriferimento sembrano essere,anzitutto, i genitori...

I genitori, oggi, hanno un po’abdicato al loro ruolo. Ma sia-mo anche di fronte a una“emergenza educativa”, alladifficoltà cioè di trasmetterevalori alle nuove generazioni.

Nell’attuale clima di relativi-smo morale, i ragazzi sonosmarriti e confusi di fronte aicontrastanti messaggi che rice-vono da più fonti, o “agenzieeducative”. S’è persa quell’al-leanza che c’era in passato trafamiglia, scuola, parrocchia e,soprattutto, i media, diventatideterminanti nell’imporre va-lori e stili di vita, non semprein sintonia con il Vangelo. Ne-gli Orientamenti pastorali del-la Chiesa italiana per il prossi-mo decennio si dice di non la-sciare sola la famiglia in que-sto “compito urgente dell’edu-

cazione” e di mettere al centrodell’azione pastorale “la vitabuona del Vangelo”, chiaman-do a nuova alleanza la scuola,la parrocchia, il volontariato, imass media (e ora i new me-dia) e la stessa politica.

— Sempre meno matrimoni,sempre più convivenze: è unquadro che si sta delineandoanche nelle nostre città di pro-vincia. Bisogna rassegnarsi?

Non perché la famiglia hadei problemi, dobbiamo rasse-gnarci o contribuire ad affos-sarla del tutto. Anzi, è tempodi rimboccarsi le maniche, eschierarsi non tra i “profeti del-la morte” ma tra i “difensori”della famiglia. Con ottimismoe caparbietà. Il Paese potràavere un futuro solo se riparti-rà dalla famiglia, che va messaal centro dell’attenzione e deldibattito del Paese. I media laignorano e quando ne parlanola irridono, banalizzando valo-ri come amore, sesso, matrimo-nio, fedeltà, vita. Ma la fami-glia non è affatto da rottamare.Né è qualcosa che riguarda ilpassato, buona solo per i nostrinonni. “La famiglia - ha scrittoIsabella Bossi Fedrigotti sulCorriere della Sera - oggi è piùindispensabile che mai. È unarete preziosa e, a volte davverounica”. Basta solo volerneprendere coscienza.

Barbara Sartori

Sopra, nella foto di Pagani, un’immagine della “Camminata della Famiglia - 1° Memorial Luigi Gatti”alla Festa della Famiglia 2010. Sotto, don Antonio Sciortino (foto Attilio Rossetti/SPS) e la copertinadel settimanale “Famiglia Cristiana”.

L’economista Campiglio il 28 in ProvinciaAl convegno “Affari di famiglia. La famiglia come risorsa contro povertà ed esclusione sociale”

VOLONTARI IN HOSPICE:SERATA INFORMATIVA

Mercoledì 25 maggio in San Giuseppe Operaio

M ercoledì 25 maggio l’As-sociazione Insieme perl’hospice, Svep e Cesvip

promuovono alle 21 alla par-rocchia cittadina di S. Giusep-pe Operaio (viale Martiri del-la Resistenza) un incontro perconoscere l’hospice di Piacen-za - che verrà inaugurato il 31maggio - e l’opportunità dipoter vivere un’esperienza di

volontariato. Interverrannol’assessore Giovanna Palladi-ni; Itala Orlando dell’Ass.Amici dell’hospice di Borgo-novo; Daniela Buvoli del-l’Ass. Il Samaritano di Codo-gno; don Giuseppe Illica, vi-cario generale della diocesi, inquesti giorni incaricato comeassistente spirituale dell’ho-spice di Piacenza.

Il prof. Luigi Campiglio.

I n occasione della GiornataInternazionale della Fami-glia indetta dall’Onu, la Pro-vincia, il Forum delle Asso-

ciazioni Familiari e Unicef orga-nizzano il convegno “Affari difamiglia. La famiglia come risor-sa contro povertà ed esclusionesociale”. L’incontro, aperto a tut-ti, si tiene sabato 28 maggio dal-le ore 9.30 alle 12 nella Sala Con-siglio in Provincia (via Garibaldi50, Piacenza).

Dopo il saluto del presidentedella Provincia Massimo Trespi-di, della presidente del ForumSannita Luppi e dell’arch. MarioZumbo del Comitato Unicef,l’economista prof. Luigi Campi-glio, docente all’Università Cat-tolica di Milano, proporrà unarelazione sul tema: “Figli e pre-carietà: le conseguenze econo-miche e sociali della povertà del-le famiglie”.

Alle 10.30 Massimo Magna-

schi della Caritas diocesana trat-terà di “Povertà, vulnerabilità edisagio familiare”.

Fausta Fagnoni, responsabileArea “Mamme e Bambini” deLa Ricerca, illustra l’impegnodell’associazione piacentina asostegno delle fragilità familiari(ore 10.50), mentre i responsabilidell’Ass. Cometa di Como illu-strano la loro esperienza di “Fa-miglia, accoglienza, educazio-ne” (ore 11.10).