DON SCIORTINO A PIACENZA / Giovedì 26 maggio alle 21 …

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D iocesi Venerdì 20 maggio 2011 19 il n uovo g iornale U n Paese che si dice cristiano e si riempie la bocca di famiglia, fa davvero poco per la vita e la maternità”. Don An- tonio Sciortino non è uno che gira attorno alle parole. Da giornalista, quando c’è da de- nunciare un’ingiustizia - com’è quella che, in barba al dettato costituzionale, l’istituto della famiglia sta subendo da decen- ni nel nostro Paese - non si tira indietro. Lo fa dalle pagine del settimanale che dirige dal 1999, la storica “Famiglia Cri- stiana” del Gruppo San Paolo. E dalle pagine di uno dei suoi libri, che non a caso porta il ti- tolo “La famiglia cristiana. Una risorsa ignorata”, edito da Mondadori nel 2009. Don Sciortino sarà a Piacen- za giovedì 26 maggio per par- lare di “Fare famiglia oggi. Da cristiani nel contesto ecclesiale e sociale del nostro Paese”. La serata - alle ore 21, alla chiesa di San Vittore alla Besurica - nasce dalla collaborazione tra il centro culturale “Incontria- moci” della parrocchia ospi- tante, l’unità pastorale 5 della città (che comprende anche il Preziosissimo Sangue e S. Cor- rado), l’Ufficio Comunicazioni Sociali e l’Ufficio Famiglia del- la diocesi, il Forum delle Asso- ciazioni familiari di Piacenza e l’Istituto “La Casa di Piacenza” - Consultorio familiare. Che la famiglia sia un tema “caldo” lo confermano gli ulti- mi dati Istat, dai quali emerge un calo record dei matrimoni nel nostro Paese: 30mila in me- no nel giro di due anni. La sta- tistica, che elabora cifre fornite dai Comuni per il periodo 2009-2010, riguarda tanto le nozze civili quanto quelle con- cordatarie. La famiglia sarebbe in crisi, insomma, non solo perchè schiacciata da politiche miopi e dalla crisi economica, ma anche sul piano dell’identi- tà. Ne abbiamo parlato con don Sciortino. La famiglia non chiede l’elemosina allo Stato — Direttore, ai cattolici è spesso rimproverato di avere “il pallino” della famiglia. Lei cosa replica? Il “pallino” della famiglia ri- guarda tutti. Non è una que- stione cattolica o di tipo con- fessionale, come ci dice anche la Costituzione, cui hanno contribuito culture differenti nel nostro Paese. “La Repub- blica - afferma l’articolo 29 - ri- conosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio”. La famiglia, quindi, preesiste allo stesso Stato. Per questo è importante, da parte di tutti, dare alla fa- miglia quel riconoscimento pubblico che le spetta, assieme alla risorse necessarie per svol- gere al meglio il proprio com- pito nell’educazione e crescita dei figli. Che non sono un “af- fare privato” di chi li mette al mondo, ma la ricchezza e il fu- turo di una nazione. La famiglia non chiede l’ele- mosina allo Stato, ma quel che le spetta di diritto. Val la pena leggere anche l’articolo 31 del- la Carta costituzionale: “La Natale 1931: nasce “Famiglia Cristiana” Le prime mille copie di “Famiglia Cristiana” vengono stampa- te ad Alba nella notte di Natale del 1931 per volontà di don Gia- como Alberione. Tutto inizia in sordina, senza alcuna promozio- ne, perché non ci sono soldi, ma soprattutto perché “bisogna co- minciare - dice il fondatore - dalla paglia di Betlemme”. Per don Alberione occorre scrivere, stampare e diffondere “perché accanto alla predicazione orale del prete in parrocchia si colloca la predi- cazione scritta della buona stampa”. Non sarà tuttavia un gior- nale di “pura devozione” ma uno strumento d’informazione ca- pace di “parlare di tutto cristianamente”. Da giornale “fatto in casa”, che però già vendeva 300mila co- pie - al medico di Alba è affidata la rubrica sui consigli per la sa- lute, le consorelle si occupano degli articoli sulla cucina e il rica- mo mentre un frate francescano, incaricato di rispondere ai letto- ri, si inventa la rubrica I Colloqui col Padre - nel 1954 il setti- manale si professionalizza con tecnici, giornalisti, fotoreporter e pubblicitari. Tocca il traguardo del milione di copie nel 1961. Nell’anno del cinquantenario, il 1981, la “parrocchia” di Fami- glia Cristiana conta quasi 6 milioni di lettori e una tiratura di un milione e duecentomila copie. Nell’aprile 2010 nasce la nuova “Famiglia Cristiana” che in- tende essere “voce della famiglia e a questa dedicare informazio- ne, servizio e riconoscimento”. Perché la famiglia è, ancora oggi, un “risorsa ignorata” dai media e dalla politica. A guidarla, dal- l’agosto del 1999, è don Antonio Sciortino. Siciliano di Caltanis- setta, classe 1954, è sacerdote della Società San Paolo dal 1980. Ha compiuto a Roma gli studi di filosofia presso la Pontificia Fa- coltà San Bonaventura e quindi, presso l’Università Pontificia Gregoriana, quelli di teologia; ha frequentato la Scuola Superiore di Comunicazione Sociale dell’Università Cattolica di Milano. Nel 1984 è entrato nella redazione di “Famiglia Cristiana” per cui ha seguito i viaggi del Papa. Giornalista professionista dal 1986, è specializzato sui temi della famiglia e dell’informazione religiosa. Dal 1987 è direttore del mensile Famiglia Oggi (dedi- cato alle tematiche familiari) e membro del consiglio direttivo del- l’Associazione don Giuseppe Zilli per la famiglia e le comunica- zioni sociali - Onlus. Il direttore di “Famiglia Cristiana”: è tempo di rimboccarsi le maniche per difendere un bene più indispensabile che mai DON SCIORTINO A PIACENZA / Giovedì 26 maggio alle 21 nella chiesa di San Vittore “LA FAMIGLIA NON E’ AFFATTO DA ROTTAMARE” Repubblica agevola con misu- re economiche e altre provvi- denze la formazione della fa- miglia e l’adempimento dei compiti relativi, con particola- re riguardo alle famiglie nu- merose. Protegge la maternità, l’infanzia e la gioventù, favo- rendo gli istituti necessari a ta- le scopo”. — Il suo libro “Famiglia cri- stiana” ha come sottotitolo “risorsa ignorata”. Quali so- no queste potenzialità che re- stano inespresse? Pur con tutti i suoi problemi, la famiglia in Italia è ancora la principale risorsa di cui il Pae- se non può fare a meno. E su cui vale la pena investire seria- mente. In un momento di gra- ve crisi, la famiglia è il miglio- re “ammortizzatore sociale”, perché si fa carico del gravissi- mo problema dei figli senza occupazione - oggi 1 ragazzo su 3 non lavora -, così come as- siste gli anziani e le persone con handicap. Sette casi su die- ci di assistenza a disabili sono a totale carico della famiglia, senza alcun aiuto da parte del- le istituzioni. Ma la famiglia è anche un capitale umano, sociale ed eco- nomico. Chi investe sulla fa- miglia ha anche un ritorno economico. Il primo rilevatore della povertà di un Paese è il calo demografico. E in questo l’Italia è messa davvero male, con il più basso livello di nata- lità al mondo. In altre nazioni europee, un figlio è fattore di ricchezza. Solo in Italia, in as- senza di vere politiche familia- ri, è fattore di povertà. Il “gelo demografico” — La famiglia, anche quando “funziona”, vive una fatica quotidiana. Essere madri e la- voratrici nel Paese delle mam- me per eccellenza è una batta- glia quotidiana. Perché la po- litica, indipendentemente da- gli schieramenti, è così miope? Un Paese che si dice cristia- no e si riempie la bocca di fa- miglia, fa davvero poco per la vita e la maternità. I politici si sprecano nelle promesse a ogni tornata elettorale. Ma non passano mai ai fatti, con l’alibi che non ci sono le risorse suffi- cienti. Così l’Italia è in fondo alle classifiche anche per il la- voro femminile. E la donna che lavora, al primo figlio, è quasi costretta a dover scegliere tra maternità e professione. Man- cano quelle reti di sostegno, dagli asili nido agli assegni fa- miliari, che facilitino la mater- nità. Un secondo figlio, poi, mette la famiglia nel rischio di entrare nel tunnel della pover- tà, da cui difficilmente se ne esce. L’Italia dedica alle politi- che familiari l’1,3% del prodot- to interno lordo, al di sotto del- la media europea e ben distan- te dalle punte della Francia e della Germania, che hanno in- vertito la tendenza del calo della natalità. Ma noi abbiamo anche un fisco che non è equo e amichevole nei confronti del- la famiglia. A parità di reddito pagano le stesse tasse le fami- glie con figli e i single. E questo non è giusto. I politici che si di- vidono sulla famiglia, mostra- no tutta la loro miopia, perché la famiglia non ha colore poli- tico. Appartiene a tutti. E se sta bene la famiglia sta bene il Paese. Se cresce la famiglia cre- sce anche il Paese. — In Italia si fanno pochi figli e sempre più tardi. È la natu- rale conseguenza di un merca- to del lavoro precario e di una situazione economica sfavore- vole o c’è dell’altro? In Italia è difficile per un gio- vane, immesso nel mondo del lavoro con la flessibilità e tra- sformato in precario perenne, pensare a mettere su famiglia. Senza un posto fisso nessuno concede un mutuo e i giovani sono costretti a restare più a lungo in famiglia, spostando in avanti (attorno ai trent’an- ni) l’età del matrimonio. E così aumenta il “gelo de- mografico” in atto nel Paese. Un vero “suicidio demografi- co”, come l’hanno definito i Vescovi. Le famiglie, oggi, si li- mitano a un figlio unico, e ci si avvia alle coppie senza figli. Ma oltre a più favorevoli con- dizioni economiche, va co- struito un clima di fiducia e speranza, più favorevole nei confronti del valore della fami- glia e della vita. Non è roba “da nonni” — La Chiesa italiana dedica il prossimo decennio alla que- stione educativa. I primi ad aver bisogno di nuovi punti di riferimento sembrano essere, anzitutto, i genitori... I genitori, oggi, hanno un po’ abdicato al loro ruolo. Ma sia- mo anche di fronte a una “emergenza educativa”, alla difficoltà cioè di trasmettere valori alle nuove generazioni. Nell’attuale clima di relativi- smo morale, i ragazzi sono smarriti e confusi di fronte ai contrastanti messaggi che rice- vono da più fonti, o “agenzie educative”. S’è persa quell’al- leanza che c’era in passato tra famiglia, scuola, parrocchia e, soprattutto, i media, diventati determinanti nell’imporre va- lori e stili di vita, non sempre in sintonia con il Vangelo. Ne- gli Orientamenti pastorali del- la Chiesa italiana per il prossi- mo decennio si dice di non la- sciare sola la famiglia in que- sto “compito urgente dell’edu- cazione” e di mettere al centro dell’azione pastorale “la vita buona del Vangelo”, chiaman- do a nuova alleanza la scuola, la parrocchia, il volontariato, i mass media (e ora i new me- dia) e la stessa politica. — Sempre meno matrimoni, sempre più convivenze: è un quadro che si sta delineando anche nelle nostre città di pro- vincia. Bisogna rassegnarsi? Non perché la famiglia ha dei problemi, dobbiamo rasse- gnarci o contribuire ad affos- sarla del tutto. Anzi, è tempo di rimboccarsi le maniche, e schierarsi non tra i “profeti del- la morte” ma tra i “difensori” della famiglia. Con ottimismo e caparbietà. Il Paese potrà avere un futuro solo se riparti- rà dalla famiglia, che va messa al centro dell’attenzione e del dibattito del Paese. I media la ignorano e quando ne parlano la irridono, banalizzando valo- ri come amore, sesso, matrimo- nio, fedeltà, vita. Ma la fami- glia non è affatto da rottamare. Né è qualcosa che riguarda il passato, buona solo per i nostri nonni. “La famiglia - ha scritto Isabella Bossi Fedrigotti sul Corriere della Sera - oggi è più indispensabile che mai. È una rete preziosa e, a volte davvero unica”. Basta solo volerne prendere coscienza. Barbara Sartori Sopra, nella foto di Pagani, un’immagine della “Camminata della Famiglia - 1° Memorial Luigi Gatti” alla Festa della Famiglia 2010. Sotto, don Antonio Sciortino (foto Attilio Rossetti/SPS) e la copertina del settimanale “Famiglia Cristiana”. L’economista Campiglio il 28 in Provincia Al convegno “Affari di famiglia. La famiglia come risorsa contro povertà ed esclusione sociale” VOLONTARI IN HOSPICE: SERATA INFORMATIVA Mercoledì 25 maggio in San Giuseppe Operaio M ercoledì 25 maggio l’As- sociazione Insieme per l’hospice, Svep e Cesvip promuovono alle 21 alla par- rocchia cittadina di S. Giusep- pe Operaio (viale Martiri del- la Resistenza) un incontro per conoscere l’hospice di Piacen- za - che verrà inaugurato il 31 maggio - e l’opportunità di poter vivere un’esperienza di volontariato. Interverranno l’assessore Giovanna Palladi- ni; Itala Orlando dell’Ass. Amici dell’hospice di Borgo- novo; Daniela Buvoli del- l’Ass. Il Samaritano di Codo- gno; don Giuseppe Illica, vi- cario generale della diocesi, in questi giorni incaricato come assistente spirituale dell’ho- spice di Piacenza. Il prof. Luigi Campiglio. I n occasione della Giornata Internazionale della Fami- glia indetta dall’Onu, la Pro- vincia, il Forum delle Asso- ciazioni Familiari e Unicef orga- nizzano il convegno “Affari di famiglia. La famiglia come risor- sa contro povertà ed esclusione sociale”. L’incontro, aperto a tut- ti, si tiene sabato 28 maggio dal- le ore 9.30 alle 12 nella Sala Con- siglio in Provincia (via Garibaldi 50, Piacenza). Dopo il saluto del presidente della Provincia Massimo Trespi- di, della presidente del Forum Sannita Luppi e dell’arch. Mario Zumbo del Comitato Unicef, l’economista prof. Luigi Campi- glio, docente all’Università Cat- tolica di Milano, proporrà una relazione sul tema: “Figli e pre- carietà: le conseguenze econo- miche e sociali della povertà del- le famiglie”. Alle 10.30 Massimo Magna- schi della Caritas diocesana trat- terà di “Povertà, vulnerabilità e disagio familiare”. Fausta Fagnoni, responsabile Area “Mamme e Bambini” de La Ricerca, illustra l’impegno dell’associazione piacentina a sostegno delle fragilità familiari (ore 10.50), mentre i responsabili dell’Ass. Cometa di Como illu- strano la loro esperienza di “Fa- miglia, accoglienza, educazio- ne” (ore 11.10).

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Diocesi Venerdì 20 maggio 2011 19ilnuovogiornale

“U n Paese che si dicecristiano e si riempiela bocca di famiglia,fa davvero poco per

la vita e la maternità”. Don An-tonio Sciortino non è uno chegira attorno alle parole. Dagiornalista, quando c’è da de-nunciare un’ingiustizia - com’èquella che, in barba al dettatocostituzionale, l’istituto dellafamiglia sta subendo da decen-ni nel nostro Paese - non si tiraindietro. Lo fa dalle pagine delsettimanale che dirige dal1999, la storica “Famiglia Cri-stiana” del Gruppo San Paolo.E dalle pagine di uno dei suoilibri, che non a caso porta il ti-tolo “La famiglia cristiana.Una risorsa ignorata”, edito daMondadori nel 2009.

Don Sciortino sarà a Piacen-za giovedì 26 maggio per par-lare di “Fare famiglia oggi. Dacristiani nel contesto ecclesialee sociale del nostro Paese”. Laserata - alle ore 21, alla chiesadi San Vittore alla Besurica -nasce dalla collaborazione trail centro culturale “Incontria-moci” della parrocchia ospi-tante, l’unità pastorale 5 dellacittà (che comprende anche ilPreziosissimo Sangue e S. Cor-rado), l’Ufficio ComunicazioniSociali e l’Ufficio Famiglia del-la diocesi, il Forum delle Asso-ciazioni familiari di Piacenza el’Istituto “La Casa di Piacenza”- Consultorio familiare.

Che la famiglia sia un tema“caldo” lo confermano gli ulti-mi dati Istat, dai quali emergeun calo record dei matrimoninel nostro Paese: 30mila in me-no nel giro di due anni. La sta-tistica, che elabora cifre fornitedai Comuni per il periodo2009-2010, riguarda tanto lenozze civili quanto quelle con-cordatarie. La famiglia sarebbein crisi, insomma, non soloperchè schiacciata da politichemiopi e dalla crisi economica,ma anche sul piano dell’identi-tà. Ne abbiamo parlato condon Sciortino.

La famiglia non chiedel’elemosina allo Stato— Direttore, ai cattolici èspesso rimproverato di avere“il pallino” della famiglia. Leicosa replica?

Il “pallino” della famiglia ri-guarda tutti. Non è una que-stione cattolica o di tipo con-fessionale, come ci dice anchela Costituzione, cui hannocontribuito culture differentinel nostro Paese. “La Repub-blica - afferma l’articolo 29 - ri-conosce i diritti della famigliacome società naturale fondatasul matrimonio”. La famiglia,quindi, preesiste allo stessoStato. Per questo è importante,da parte di tutti, dare alla fa-miglia quel riconoscimentopubblico che le spetta, assiemealla risorse necessarie per svol-gere al meglio il proprio com-pito nell’educazione e crescitadei figli. Che non sono un “af-fare privato” di chi li mette almondo, ma la ricchezza e il fu-turo di una nazione.

La famiglia non chiede l’ele-mosina allo Stato, ma quel chele spetta di diritto. Val la penaleggere anche l’articolo 31 del-la Carta costituzionale: “La

Natale 1931: nasce“Famiglia Cristiana”

Le prime mille copie di “Famiglia Cristiana” vengono stampa-te ad Alba nella notte di Natale del 1931 per volontà di don Gia-como Alberione. Tutto inizia in sordina, senza alcuna promozio-ne, perché non ci sono soldi, ma soprattutto perché “bisogna co-minciare - dice il fondatore - dalla paglia di Betlemme”. Per donAlberione occorre scrivere, stampare e diffondere “perché accantoalla predicazione orale del prete in parrocchia si colloca la predi-cazione scritta della buona stampa”. Non sarà tuttavia un gior-nale di “pura devozione” ma uno strumento d’informazione ca-pace di “parlare di tutto cristianamente”.

Da giornale “fatto in casa”, che però già vendeva 300mila co-pie - al medico di Alba è affidata la rubrica sui consigli per la sa-lute, le consorelle si occupano degli articoli sulla cucina e il rica-mo mentre un frate francescano, incaricato di rispondere ai letto-ri, si inventa la rubrica I Colloqui col Padre - nel 1954 il setti-manale si professionalizza con tecnici, giornalisti, fotoreporter epubblicitari. Tocca il traguardo del milione di copie nel 1961.Nell’anno del cinquantenario, il 1981, la “parrocchia” di Fami-glia Cristiana conta quasi 6 milioni di lettori e una tiratura di unmilione e duecentomila copie.

Nell’aprile 2010 nasce la nuova “Famiglia Cristiana” che in-tende essere “voce della famiglia e a questa dedicare informazio-ne, servizio e riconoscimento”. Perché la famiglia è, ancora oggi,un “risorsa ignorata” dai media e dalla politica. A guidarla, dal-l’agosto del 1999, è don Antonio Sciortino. Siciliano di Caltanis-setta, classe 1954, è sacerdote della Società San Paolo dal 1980.Ha compiuto a Roma gli studi di filosofia presso la Pontificia Fa-coltà San Bonaventura e quindi, presso l’Università PontificiaGregoriana, quelli di teologia; ha frequentato la Scuola Superioredi Comunicazione Sociale dell’Università Cattolica di Milano.Nel 1984 è entrato nella redazione di “Famiglia Cristiana” percui ha seguito i viaggi del Papa. Giornalista professionista dal1986, è specializzato sui temi della famiglia e dell’informazionereligiosa. Dal 1987 è direttore del mensile Famiglia Oggi (dedi-cato alle tematiche familiari) e membro del consiglio direttivo del-l’Associazione don Giuseppe Zilli per la famiglia e le comunica-zioni sociali - Onlus.

Il direttore di “Famiglia Cristiana”: è tempo di rimboccarsile maniche per difendere un bene più indispensabile che mai

DON SCIORTINO A PIACENZA / Giovedì 26 maggio alle 21 nella chiesa di San Vittore

“LA FAMIGLIA NON E’ AFFATTO DA ROTTAMARE”

Repubblica agevola con misu-re economiche e altre provvi-denze la formazione della fa-miglia e l’adempimento deicompiti relativi, con particola-re riguardo alle famiglie nu-merose. Protegge la maternità,l’infanzia e la gioventù, favo-rendo gli istituti necessari a ta-le scopo”.

— Il suo libro “Famiglia cri-stiana” ha come sottotitolo“risorsa ignorata”. Quali so-no queste potenzialità che re-stano inespresse?

Pur con tutti i suoi problemi,la famiglia in Italia è ancora laprincipale risorsa di cui il Pae-se non può fare a meno. E sucui vale la pena investire seria-mente. In un momento di gra-ve crisi, la famiglia è il miglio-re “ammortizzatore sociale”,perché si fa carico del gravissi-mo problema dei figli senzaoccupazione - oggi 1 ragazzosu 3 non lavora -, così come as-siste gli anziani e le personecon handicap. Sette casi su die-ci di assistenza a disabili sonoa totale carico della famiglia,senza alcun aiuto da parte del-le istituzioni.

Ma la famiglia è anche uncapitale umano, sociale ed eco-nomico. Chi investe sulla fa-miglia ha anche un ritornoeconomico. Il primo rilevatoredella povertà di un Paese è ilcalo demografico. E in questo

l’Italia è messa davvero male,con il più basso livello di nata-lità al mondo. In altre nazionieuropee, un figlio è fattore diricchezza. Solo in Italia, in as-senza di vere politiche familia-ri, è fattore di povertà.

Il “gelo demografico”— La famiglia, anche quando“funziona”, vive una faticaquotidiana. Essere madri e la-voratrici nel Paese delle mam-me per eccellenza è una batta-glia quotidiana. Perché la po-litica, indipendentemente da-gli schieramenti, è così miope?

Un Paese che si dice cristia-no e si riempie la bocca di fa-miglia, fa davvero poco per lavita e la maternità. I politici sisprecano nelle promesse aogni tornata elettorale. Ma nonpassano mai ai fatti, con l’alibiche non ci sono le risorse suffi-cienti. Così l’Italia è in fondoalle classifiche anche per il la-voro femminile. E la donna chelavora, al primo figlio, è quasicostretta a dover scegliere tramaternità e professione. Man-cano quelle reti di sostegno,dagli asili nido agli assegni fa-miliari, che facilitino la mater-nità. Un secondo figlio, poi,mette la famiglia nel rischio dientrare nel tunnel della pover-tà, da cui difficilmente se neesce. L’Italia dedica alle politi-che familiari l’1,3% del prodot-

to interno lordo, al di sotto del-la media europea e ben distan-te dalle punte della Francia edella Germania, che hanno in-vertito la tendenza del calodella natalità. Ma noi abbiamoanche un fisco che non è equoe amichevole nei confronti del-la famiglia. A parità di redditopagano le stesse tasse le fami-glie con figli e i single. E questonon è giusto. I politici che si di-vidono sulla famiglia, mostra-no tutta la loro miopia, perchéla famiglia non ha colore poli-tico. Appartiene a tutti. E se stabene la famiglia sta bene ilPaese. Se cresce la famiglia cre-sce anche il Paese.

— In Italia si fanno pochi figlie sempre più tardi. È la natu-rale conseguenza di un merca-to del lavoro precario e di unasituazione economica sfavore-vole o c’è dell’altro?

In Italia è difficile per un gio-vane, immesso nel mondo dellavoro con la flessibilità e tra-sformato in precario perenne,pensare a mettere su famiglia.Senza un posto fisso nessunoconcede un mutuo e i giovanisono costretti a restare più alungo in famiglia, spostandoin avanti (attorno ai trent’an-ni) l’età del matrimonio.

E così aumenta il “gelo de-mografico” in atto nel Paese.Un vero “suicidio demografi-co”, come l’hanno definito i

Vescovi. Le famiglie, oggi, si li-mitano a un figlio unico, e ci siavvia alle coppie senza figli.Ma oltre a più favorevoli con-dizioni economiche, va co-struito un clima di fiducia esperanza, più favorevole neiconfronti del valore della fami-glia e della vita.

Non è roba “da nonni”— La Chiesa italiana dedica ilprossimo decennio alla que-stione educativa. I primi adaver bisogno di nuovi punti diriferimento sembrano essere,anzitutto, i genitori...

I genitori, oggi, hanno un po’abdicato al loro ruolo. Ma sia-mo anche di fronte a una“emergenza educativa”, alladifficoltà cioè di trasmetterevalori alle nuove generazioni.

Nell’attuale clima di relativi-smo morale, i ragazzi sonosmarriti e confusi di fronte aicontrastanti messaggi che rice-vono da più fonti, o “agenzieeducative”. S’è persa quell’al-leanza che c’era in passato trafamiglia, scuola, parrocchia e,soprattutto, i media, diventatideterminanti nell’imporre va-lori e stili di vita, non semprein sintonia con il Vangelo. Ne-gli Orientamenti pastorali del-la Chiesa italiana per il prossi-mo decennio si dice di non la-sciare sola la famiglia in que-sto “compito urgente dell’edu-

cazione” e di mettere al centrodell’azione pastorale “la vitabuona del Vangelo”, chiaman-do a nuova alleanza la scuola,la parrocchia, il volontariato, imass media (e ora i new me-dia) e la stessa politica.

— Sempre meno matrimoni,sempre più convivenze: è unquadro che si sta delineandoanche nelle nostre città di pro-vincia. Bisogna rassegnarsi?

Non perché la famiglia hadei problemi, dobbiamo rasse-gnarci o contribuire ad affos-sarla del tutto. Anzi, è tempodi rimboccarsi le maniche, eschierarsi non tra i “profeti del-la morte” ma tra i “difensori”della famiglia. Con ottimismoe caparbietà. Il Paese potràavere un futuro solo se riparti-rà dalla famiglia, che va messaal centro dell’attenzione e deldibattito del Paese. I media laignorano e quando ne parlanola irridono, banalizzando valo-ri come amore, sesso, matrimo-nio, fedeltà, vita. Ma la fami-glia non è affatto da rottamare.Né è qualcosa che riguarda ilpassato, buona solo per i nostrinonni. “La famiglia - ha scrittoIsabella Bossi Fedrigotti sulCorriere della Sera - oggi è piùindispensabile che mai. È unarete preziosa e, a volte davverounica”. Basta solo volerneprendere coscienza.

Barbara Sartori

Sopra, nella foto di Pagani, un’immagine della “Camminata della Famiglia - 1° Memorial Luigi Gatti”alla Festa della Famiglia 2010. Sotto, don Antonio Sciortino (foto Attilio Rossetti/SPS) e la copertinadel settimanale “Famiglia Cristiana”.

L’economista Campiglio il 28 in ProvinciaAl convegno “Affari di famiglia. La famiglia come risorsa contro povertà ed esclusione sociale”

VOLONTARI IN HOSPICE:SERATA INFORMATIVA

Mercoledì 25 maggio in San Giuseppe Operaio

M ercoledì 25 maggio l’As-sociazione Insieme perl’hospice, Svep e Cesvip

promuovono alle 21 alla par-rocchia cittadina di S. Giusep-pe Operaio (viale Martiri del-la Resistenza) un incontro perconoscere l’hospice di Piacen-za - che verrà inaugurato il 31maggio - e l’opportunità dipoter vivere un’esperienza di

volontariato. Interverrannol’assessore Giovanna Palladi-ni; Itala Orlando dell’Ass.Amici dell’hospice di Borgo-novo; Daniela Buvoli del-l’Ass. Il Samaritano di Codo-gno; don Giuseppe Illica, vi-cario generale della diocesi, inquesti giorni incaricato comeassistente spirituale dell’ho-spice di Piacenza.

Il prof. Luigi Campiglio.

I n occasione della GiornataInternazionale della Fami-glia indetta dall’Onu, la Pro-vincia, il Forum delle Asso-

ciazioni Familiari e Unicef orga-nizzano il convegno “Affari difamiglia. La famiglia come risor-sa contro povertà ed esclusionesociale”. L’incontro, aperto a tut-ti, si tiene sabato 28 maggio dal-le ore 9.30 alle 12 nella Sala Con-siglio in Provincia (via Garibaldi50, Piacenza).

Dopo il saluto del presidentedella Provincia Massimo Trespi-di, della presidente del ForumSannita Luppi e dell’arch. MarioZumbo del Comitato Unicef,l’economista prof. Luigi Campi-glio, docente all’Università Cat-tolica di Milano, proporrà unarelazione sul tema: “Figli e pre-carietà: le conseguenze econo-miche e sociali della povertà del-le famiglie”.

Alle 10.30 Massimo Magna-

schi della Caritas diocesana trat-terà di “Povertà, vulnerabilità edisagio familiare”.

Fausta Fagnoni, responsabileArea “Mamme e Bambini” deLa Ricerca, illustra l’impegnodell’associazione piacentina asostegno delle fragilità familiari(ore 10.50), mentre i responsabilidell’Ass. Cometa di Como illu-strano la loro esperienza di “Fa-miglia, accoglienza, educazio-ne” (ore 11.10).