CATULLO
Poche le notizie certe sulla vita di Gaio Valerio Catullo; le sue poesie d’altra
parte non permettono di ricostruire con sicurezza fatti e date.
Biografia
anno avvenimenti
84 a.C. nasce a Verona da famiglia agiata, in rapporti di amicizia con Cesare
a Roma frequenta personaggi di spicco in ambito politico e letterario
si innamora di Clodia, sorella del tribuno Publio Clodio Pulcro (cantata con il nome di Lesbia)
57 a.C. segue Memmio in Bitinia
54 a.C. presunto anno della morte
Il liber
Di Catullo ci sono giunti 116 componimenti raccolti in un liber e organizzati in
tre gruppi in base a criteri metrici; questa circostanza rende probabile che il liber
sia stato allestito e pubblicato dopo la morte dell’autore.
tipologia gruppo caratteristiche
nugae carmi 1-60 componimenti brevi, di carattere leggero, in metri vari
carmina docta carmi 61-68 componimenti più lunghi e stilisticamente più elaborati
epigrammi carmi 69-116 componimenti brevi, in distici elegiaci
La poetica catulliana
In tutte e tre le sezioni del liber Catullo applica
consapevolmente i canoni estetici della poetica alessandrina,
dichiarati per via di allusione nel carme 1 ed enunciati
espressamente nel carme 95 (sulla Zmyrna, epillio composto
dall’amico Cinna):
brevità;
raffinatezza stilistica e grazia;
originalità.
A queste tre caratteristiche, nei carmina docta si aggiunge
l’erudizione.
Frustulo papiraceo
I neòteroi
La poetica alessandrina giunge a Catullo attraverso la mediazione dei neòteroi,
un cenacolo di poeti contemporanei a lui uniti dalle comuni esperienze artistiche.
I neòteroi:
sono stati designati come poeti nuovi/moderni
(neòteroi in greco, novi in latino) da Cicerone,
con intento dispregiativo;
accolgono i principi estetici di Callimaco
di Cirene : brevità, raffinatezza formale,
erudizione;
coltivano generi letterari caratterizzati dalla
brevità (epillio, epigramma);
hanno come tematica privilegiata l’amore;
non trattano argomenti di interesse pubblico.
Cirene, Tempio di
Apollo
I carmi brevi
I carmi brevi (i polimetri e i distici elegiaci) trattano per lo più contenuti leggeri:
occasioni e avvenimenti della vita quotidiana, affetti, odii, ecc.
Si indirizzano a una cerchia raffinata e colta, che coincide
con l’ambiente letterario e mondano della capitale.
Immediatezza e spontaneità descrittiva si coniugano
con uno strenuo controllo formale, all’insegna del
lepos (grazia), della venustas (eleganza) e dell’urbanitas
(raffinatezza).
Matrona romana
Le tematiche
Nei carmi brevi si rispecchia la vita mondana e interiore di Catullo:
al primo ambito tematico ci riportano i tanti riferimenti a occasioni sociali,
inimicizie, pettegolezzi e malignità, violenti attacchi personali motivati da cattive
abitudini sociali o da pessimi gusti letterati;
al secondo ambito invece riconducono i versi dettati al poeta dall’amicizia e
dalla nostalgia per il fratello scomparso prematuramente.
L’ispirazione autobiografica di questi
carmi si unisce a un alto grado di
elaborazione letteraria e cura formale.
Thomas Couture, I romani della decadenza
(1847)
Lesbia
Il tema più famoso tra quelli svolti nei componimenti brevi è senza dubbio
l’amore per Lesbia.
Lesbia è uno pseudonimo dietro il quale si cela Clodia, sorella del tribuno della
plebe Gaio Clodio: donna intelligente e corrotta,
bersaglio di Cicerone nell’orazione Pro Caelio.
Lo pseudonimo è significativo: il riferimento all’isola
di Lesbo, patria di Saffo, evoca la passione, l’amore,
ma anche la raffinatezza e l’eleganza proprie dei
gusti e dei versi della poetessa greca.
Saffo, affresco pompeiano
La nuova concezione dell’amore
Il modo in cui Catullo concepisce l’amore costituisce una rivoluzione etica e
sociale:
all’amore vengono applicati concetti e terminologia propri della politica e
della religione (foedus sanctae amicitiae, “patto di inviolabile amicizia”);
in nome dell’amore vengono infranti i tabù della morale tradizionale e si
giustifica una relazione extraconiugale (Lesbia-Clodia è infatti una donna
sposata);
assorbito dall’amore, non meno che dalla letteratura e dalle amicizie mondane,
Catullo rifiuta tutti gli impegni sociali e politici del civis Romanus.
Scena di sacrificio
L’amore per Lesbia
L’amore per Lesbia è vissuto da Catullo come un’esperienza totalizzante,
capace di illuminare da sola l’esistenza e darle un senso.
Ma l’amore è anche causa di lacerazione: in preda alla gelosia per i tradimenti
di Lesbia, il poeta oscilla dolorosamente tra
passione e odio.
La relazione con Lesbia causa infine una
dissociazione tra componente affettiva
(bene velle) e componente sensuale
(amare) dell’amore.
Lawrence Alma-Tadema, Catullo e Lesbia (1865)
I carmina docta
Nella sezione dei carmina docta trovano la massima applicazione i principi
dell’arte callimachea. Di questo gruppo fanno parte:
due epitalami (carmi 61 e 62), cioè canti nuziali;
un epillio in galliambi (metro raro) sul mito di Attis
(carme 63);
un biglietto di dedica del successivo carme 66
(carme 65);
la Chioma di Berenice (carme 66), traduzione
artistica di un’elegia di Callimaco, ma con
accentuazione dei temi cari al poeta (fides, “lealtà”,
e pietas, “rispetto”).
Berenice II
Il carme 64
Il carme 64 è un epillio, cioè una composizione in esametri di breve estensione
che tratta aspetti quotidiani o sentimentali del mito.
Due i miti intrecciati in questo componimento: le nozze di Peleo e Teti e
l’abbandono di Arianna a Nasso da parte di Teseo.
I due miti costituiscono il rovesciamento l’uno
dell’altro e sono proiezione e simbolo delle
aspirazioni del poeta: il nucleo comune infatti
è la fides che Catullo vorrebbe porre alla base
del suo rapporto con Lesbia.
Tiziano, Bacco e Arianna (1520-1523)
Il carme 68
Nel carme 68 il poeta ricorda l’inizio della relazione
con Lesbia; sull’elemento autobiografico si innesta il
mito di Protesilao e Laodamia, colpevoli di essersi
uniti prima delle nozze.
Il carme riassume i principali motivi della poesia
catulliana: amore, amicizia, attività poetica, morte del
fratello.
Sul piano della struttura il carme 68 viene considerato il
preannuncio dell’elegia romana, per l’ampio spazio
concesso al ricordo personale e per il suo
rispecchiamento simbolico nel mito.
Nobildonna
romana
Lingua e stile
La poesia catulliana presenta un’originale combinazione di linguaggio
letterario e sermo familiaris, con prevalenza del primo nei carmina docta, del
secondo nei componimenti brevi.
Tipico del sermo familiaris è l’uso di diminutivi
e di grecismi tratti dalla lingua d’uso.
Ampio il ricorso al turpiloquio, lingua
dell’invettiva, dello sberleffo, della trasgressione.
Frederic Leigthon, Acme e Settimio (1868)
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