AVIS REGGIO EMILIA – 12 OTTOBRE 2019 Dott. Daniele Bisagni
“Stare e Crescere in GRUPPO” L’appartenenza Attiva
La complessità della vita in/di gruppo: dalle interazioni alle
relazioni autentiche
L’appartenenza al gruppo: entrare e stare in un gruppo
L’appartenenza al gruppo: le mie e le altrui aspettative
Entrare e far parte dei gruppi
Che cosa vi spinge ad entrare in gruppo ?
Come vi sentite/provate quando dovete entrare in un gruppo nuovo?
Come vi comportate quando dovete entrare in un gruppo nuovo?
Come vi comportate con una persona che entra in un gruppo di cui fate parte?
Come vi comportate quando avete gestito un gruppo e avete accolto un nuovo membro?
ENTRARE IN UN GRUPPO
A qualunque età entrare in un gruppo è
un’esperienza sempre accompagnata da una certa tensione
Le persone si approcciano al gruppo con la propria esperienza e
storia, con le proprie caratteristiche di personalità e con
aspettative .. a volte anche senza una vera e propria
motivazione
Ogni individuo è in interazione e in relazione con altri individui
anche in modo “contemporaneo” quando fa la “scelta” di
entrare in un gruppo
Alcune tipologie di nuovi arrivati
I visitatori .. ossia coloro che hanno intenzione di restare poco tempo e non si
impegneranno troppo
I trasferiti .. ossia coloro che arrivano da gruppi simili a quello in questione e
che portano un insieme di capacità e competenze
I sostituti .. ossia coloro che prendono il posto di un membro che se ne è
andato di recente e devono far conto con l’immagine di quest’ultimo
I neofiti regolari .. ossia coloro che si uniscono ad un gruppo già con l’idea
di fermarsi a lungo
I membri istituenti.. ossia un gruppo di neofiti che fondano un gruppo e che
devono considerarsi neofiti tutti allo stesso momento
Un aspetto importante è rappresentato anche dal momento di
sviluppo in cui si trova il gruppo in quanto, se di recente
formazione o con un clima di calore interno, vi è più
resistenza nei confronti dei nuovi arrivi sentiti come non
desiderati.
Se invece il gruppo è in una fase di declino o di fatica il nuovo
arrivato è in genere ben accolto in quanto la sua entrata viene
vista come una possibilità di sviluppo e di uscita dall’empasse
o come il consolidamento del definitivo sfaldamento del gruppo.
Ingresso e “momento” del gruppo
Levine e Moreland (1982) hanno proposto un modello a cinque fasi e 4 transizioni di ruolo che descrivono il passaggio degli individui
attraverso i gruppi.
La teoria si basa anche su 3 PROCESSI PSICOLOGICI
ognuno dei quali può esser considerato dalla prospettiva :
-del gruppo -- dell’individuo
1. VALUTAZIONE : Sforzi compiuti da GRUPPO e INDIVIDUO per STIMARE e MASSIMIZZARE LA
REMUNERATIVITÀ
2. IMPEGNO : dipende dalla VALUTAZIONE
3. TRANSIZIONE di RUOLO : quando il livello di impegno reciproco si
alza o si abbassa
Gli elementi distintivi dell’azione volontaria
la libertà della scelta e la gratuità
dell’impegno … categorie astratte
che vanno declinate e tradotte
Fare volontariato è il risultato di un’autonoma decisione personale: il legame è basato su un
“contratto psicologico” che deve essere
continuamente rinnovato garantendo le
soddisfazioni delle motivazioni che hanno
spinto ad aderire
Le motivazioni all’azione volontaria sono diverse e ovviamente cambiano nel tempo
con la presenza di motivazioni sia altruistiche che egoistiche .
Le motivazioni si possono trasformare nel
percorso all’interno dell’Associazione
Capire la MOTIVAZIONE è fondamentale
La motivazione è definita generalmente come una forza interna che stimola, regola e sostiene le azioni compiute
dalla persona e orienta il suo comportamento al raggiungimento di determinati obiettivi.
Le motivazioni possono essere in tutto o in parte
inconsapevoli e possono, soprattutto, cambiare nel tempo
Le motivazioni sono influenzate da fattori interni (convinzioni rispetto le proprie competenze
personali)
sentimenti (ansia, curiosità, ambizione)
fattori esterni (sostegno di altre persone, ricompense e
incentivi)
Capire la MOTIVAZIONE è fondamentale
Si ha la ricerca di un equilibrio dinamico : le motivazioni evolvono in funzione della
crescita individuale .. Pertanto le motivazioni iniziali si trasformano .. e si
devono trasformare
Dalle motivazioni legate … allo spirito di servizio (desiderio generico di “aiutare
gli altri”)
alla socialità (desiderio di stabilire relazioni sociali svincolate da legami familiari o lavorativi)
adesione alla causa
a motivazioni … non solo altruistiche
Capace e Motivato
Capace e Non Motivato
Non Capace e Motivato
Non Capace e Non Motivato
Capire la MOTIVAZIONE .. è fondamentale
Il Ruolo delle Aspettative e delle “impressioni”
Con l’atteggiamento di promuovere una costante attenzione all’andare oltre … alle prima
impressione
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Percepire qualcosa Significa : vedere qualcosa ( uno
sguardo ) o udire ( che cos’è quella cosa verde nella minestra ? )
Interpretare qualcosa Significa : attribuire un significato
percepito ( interpretare lo sguardo come sprezzante o la domanda sulla minestra
come un critica)
Provare qualcosa Significa : rispondere con una
sensazione al percepito e all’interpretato ( es. rabbia )
I TRE MECCANISMI DELLA PERCEZIONE
IL GRUPPO INIZIA sempre …
con un CONTRATTO o con un PATTO
Contratto e Patto Quaglino nel suo lavoro sulla motivazione distingue tra
contratto e patto .. Il contratto è un accordo motivazionale il patto è l’alleanza motivazionale
che ha un valore profondo di fiducia reciproca nel quale si
trovano tre componenti quali :
-l’essere parte -l’avere parte
-Il prendere parte (farsi carico della propria parte)
Il patto è più utile per situazioni di lavoro sul processo
IL PATTO di GRUPPO: P.A.M.O.R.
IL PATTO di GRUPPO : P.A.M.O.R.
P …. come PRESENTAZIONE
A …. come ASPETTATIVE
M …. come METODO
O …. come OBIETTIVI
R …. come REGOLE
Lavoro di gruppo e processo decisionale
Crescere in gruppo: saper ascoltare e sapersi far ascoltare
Crescere in gruppo: riconoscere le potenzialità e trasformare le
criticità in “possibilità”
Comunicare è importante ma non è semplice
CIÒ CHE VIENE COMUNICATO non
sempre corrisponde a CIÒ CHE VIENE RECEPITO
Per comunicare è importante … saper ascoltare
L'ascolto è l'atto
dell'ascoltare. « Non ha a che
fare solo con la parola detta,
ma con il silenzio. Anche il
silenzio ha bisogno di ascolto,
perché è intriso di emozioni,
ricordi, suoni, messaggi, che la
parola sovente nasconde ».
L’orecchio: presta attenzione alle parole di chi ti parla
L’occhio: guardalo e ascoltalo anche con gli occhi, il suo corpo parla di più delle sue parole per “vedere” l’atteggiamento, lo sguardo del tu, l’alterità che ci sta davanti che non corrisponde a quello che io vorrei che l’altro fosse ma a quello che è realmente Il cuore come dice il Piccolo Principe “si vede e si sente bene solo con il cuore” .. Ascolta i suoi bisogni emotivi e i suoi desideri
Io - Tu - attenzione unitaria .. Siate uno e trattalo come unico , come
un Re
Ideogramma Cinese della
Parola Ascoltare
Nel libro l’ Arte di ascoltare e mondi possibili, Marianella Sclavi propone sette regole inerenti l’arte di ascoltare:
1. Non avere fretta di arrivare a delle conclusioni. Le conclusioni sono la
parte più effimera della ricerca.
2. Quel che vedi dipende dal tuo punto di vista. Per riuscire a vedere il tuo
punto di vista, devi cambiare punto di vista.
3. Se vuoi comprendere quel che un altro sta dicendo, devi assumere che ha ragione e chiedergli di aiutarti a vedere le cose e gli eventi dalla sua
prospettiva
4. Le emozioni sono degli strumenti conoscitivi fondamentali se sai comprendere il loro linguaggio. Non ti informano su cosa vedi, ma su come
guardi. Il loro codice è relazionale e analogico.
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Perché è importante aver cura delle emozioni
Troppo spesso si dice che bisogna gestire le emozioni …
ma il gestire è spesso usato per selezionare, incanalare, controllare , mettere a tacere ..
privilegiando il dominio della ragione
Per gestire le emozioni è importante scegliere di incontrarle e viverle
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Perché è importante aver cura delle emozioni
Il fiore di Robert Plutchik
identifica le emozioni in otto emozioni primarie, divise in
quattro copie: •la rabbia e la paura; •la tristezza e la gioia; •la sorpresa e l’attesa; •disgusto e l’accettazione.
Progettare il futuro con l’Analisi SWOT
Passare da DEBOLEZZA a FORZA da MINACCIA ad OPPORTUNITÀ
Decidere è difficile
Decidere è difficile
Ogni situazione di partenza per una decisione ha come base una “dissonanza” di più elementi. La necessità di
ridurre tale dissonanza è proporzionale alla sua intensità : quanto più è elevata, tanto più aumenta
l’esigenza di concludere per l’incapacità di sopportare l’ansia di tale situazione
Ogni decisione è una sintesi che porta ad un equilibrio tra le elementi favorevoli e sfavorevoli
I principali ostacoli in questo processo a livello individuale sono
La scarsa conoscenza di sé che rende difficile individuare
chiaramente i propri bisogni e desideri
La tendenza al conformismo,al far come fan tutti per
sentirsi uguali : ciò dipende sia da uno scarso senso di
sicurezza e di stima di sé e ci si affida agli altri
La dipendenza dall’autorità,sia essa rappresentata
formalmente, sia percepita soggettivamente .. ma che
rappresenta un impedimento dell’autonomia personale
La difficoltà ad essere realisti: a dare il giusto valore a ciò
che circonda, ci coinvolge
La difficoltà a porsi obiettivi: l’incertezza nel determinare cosa vogliamo, dove intendiamo dirigerci e quali sono le
nostre mete
La difficoltà a stabilire priorità sia che si tratti di mete da
raggiungere o di problemi da risolvere, da dove cominciare,
quali risoluzione prendere per prime
L’incapacità di costruirci alternative positive quando
dobbiamo compiere una scelta: dove decidere cosa non fare
che cosa proibirci è più difficile perché ci mette a contatto con
la perdita .. Scegliere fra più opzioni volge più al positivo la
situazione e facilita il processo decisorio
Ciò che vale per l’individuo vale anche per il gruppo
Un gruppo non può vivere senza decidere .. Anzi è proprio la condizione per evolvere .
Nel gruppo oltre le dissonanze individuali ci sono quelle tra le diverse persone e questo aumenta ancora di più
l’ansia e l’intensità della tensione a decidere .. con l’emergere delle resistenze, delle paure e delle difese
Di fronte alle decisioni molti gruppi si bloccano, soppesano in modo eccessivo le conseguenze, cercano di accumulare sempre nuove informazioni e si lamentano
che il tempo è troppo poco .. e NON FANNO SCELTE
Altri gruppi invece non sopportano le tappe preliminari, vogliono
giungere immediatamente alla decisione perché questo libera
dall’ansia
Sono modalità di funzionamento e ogni gruppo ha la propria
Che cosa rappresenta la decisione per un gruppo?
Il Passaggio dall’Affettività all’Efficienza … dallo stare insieme al FARE insieme
Tutto il reticolo affettivo del gruppo entra in gioco nel
momento della decisione e ne condiziona pesantemente l’esito.. Nella decisione si scatena tutta la storia relazionale
interpersonale e sociale del gruppo.. La decisione è luogo di
espressione del disagio, di riscatto, di vendetta di frustrazioni
subite , di sfide, per cambiare ruolo, per acquisire maggiore
potere, per imboccare la via d’uscita dal gruppo oppure per evitare tutto questo
In che modo decidere?
1. Per votazione (creando maggioranza e minoranza e
rischio di forti spaccature)
2. Per mediazione ( in cui tutte le posizioni vengono, almeno
in parte, soddisfatte ,con il minimo possibile di sacrifici)
3. Per consenso ( in cui la maggioranza ottiene il consenso
della minoranza ed evita la spaccatura)
4. Per manipolazione del leader, formale o no, che non solo
facilita la procedura decisoria, ma guida il gruppo verso
l’assunzione del suo personale punto di vista
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GRAZIE PER L’ATTENZIONE
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