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La nostra scuola non ha confini La parte più interessante, e molte volte divertente, del lavoro del giornalista è sicuramente quella di rivol- gere domande alle persone più diverse, partecipando magari a manifestazioni o congressi. Durante il pro- getto del Giornalino online non possiamo dire di non aver avuto tali opportunità, anzi abbiamo intervistato personalità come Salvatore Calleri o il procuratore Francesco Sebastio, per non parlare della nostra partecipazione alla diretta di Studio 100 live nella giornata sulla legalità per la commemorazione dei magistrati Falcone e Bor- sellino. Era da tanto, quin- di, che progettavamo di intervistare la nostra Diri- gente e così non appena l’abbiamo trovata libera, ne abbiamo subito approfitta- to. Ci accoglie in Presidenza con la sua consueta corte- sia e dopo averci fatto ac- comodare, ci siamo appre- stati a rivolgerle qualche domanda sull’anno scola- stico che sta ormai volgen- do al termine. Buongiorno Preside, siamo ormai arrivati quasi alla fine di questa avventura scolastica, ricca di soddi- sfazioni e di conquiste da parte di noi alunni, ma an- che faticosa sotto il profilo dell’impegno. Dal suo punto di vista, in qualità di Diri- gente del nostro Istituto “Gemelli”, quali sono, inve- ce, i traguardi raggiunti e gli ostacoli che la nostra scuola ha dovuto affronta- re? In generale, gli ostacoli che abbiamo dovuto affrontare riguardano le strutture. Prati- camente la scuola è cresciu- ta, ma l’edificio no. Noi non siamo attrezzati ancora com- pitamente con laboratori adeguati, neanche con suffi- cienti sussidi, ma pian piano stiamo provvedendo. Aveva- mo allestito, nel plesso di Gandoli, il laboratorio multi- mediale con nuovi computer, comprati con il fondo d’Istituto, e giusto la settima- na scorsa sono riusciti ad entrare nella scuola e a ru- barli. È questo il problema. I nostri sforzi vengono vanifi- cati da balordi che non com- prendono che il danno reale lo fanno a voi ragazzi perché vi impediscono di usufruire delle normali strutture di cui avete diritto. Questo è l’ostacolo maggiore, perché la scuola dovrebbe essere adeguata ai tempi, mentre sicuramente a casa voi avete più di quello che noi possia- mo offrirvi. La scuola, tutta- via, è insostituibile perché la mediazione dell’insegnante non ha confronti, non ha ri- vali. Per quanto riguarda l’apprendimento degli alunni, invece, stiamo progredendo con significativi passi in a- vanti, anche dal punto di vista dell’educazione inter- culturale,trasversale e disci- plinare. Quali sono invece i progetti che prevede saranno realiz- zati il prossimo anno scola- stico? Per il prossimo anno partire- mo con uno slogan: “L’Inglese dal biberon”. Ini- zieremo con una sperimenta- zione dell’insegnamento dell’Inglese a partire dalla scuola dell’Infanzia. Paralle- lamente a questo, avvieremo un progetto nazionale deno- minato “Nati per leggere”, che consisterà in attività di lettura svolte da voi, ragazzi della scuola secondaria di primo grado, ai bambini che frequentano le sezioni della Scuola Primavera. Inoltre, a partire da Settembre, verran- no avviati dei corsi di recu- La nostra Redazione incontra la Preside De Punzio Due chiacchiere con la nostra Preside: prof.ssa Grazia De Punzio Gemelli Magazine Istituto Comprensivo Statale “Agostino Gemelli” - Leporano (TA) pero per i ragazzi che hanno dei debiti formativi, soprattutto in Italiano, Matematica e Inglese. E infine, ci saranno dei pro- getti per le eccellenze, così come sono stati rea- lizzati anche quest’anno. Invece, quale messaggio vorreste mandare ai vostri alunni per la fine dell’anno scolastico? Conoscete il discorso del creatore della Apple, Ste- ve Jobs? Ecco, non ci so- no parole migliori di quel- le contenute in quel di- scorso: “Siate affamati! Siate folli!”. È fondamen- tale essere curiosi verso la realtà che vi circonda e fare tesoro di ogni diffi- coltà che possa capitarvi, di un insuccesso scolastico così come di un qualsiasi altro problema, per poter imparare dai vostri errori e riuscire a rialzarvi per diventare sempre più bravi e più forti. Numero unico a.s. 2011/2012

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La nostra scuola

non ha confini

La parte più interessante, e

molte volte divertente, del

lavoro del giornalista è

sicuramente quella di rivol-

gere domande alle persone

più diverse, partecipando

magari a manifestazioni o

congressi. Durante il pro-

getto del Giornalino online

non possiamo dire di non

aver avuto tali opportunità,

anzi abbiamo intervistato

personalità come Salvatore

Calleri o il procuratore

Francesco Sebastio, per

non parlare della nostra

partecipazione alla diretta

di Studio 100 live nella

giornata sulla legalità per

la commemorazione dei

magistrati Falcone e Bor-

sellino. Era da tanto, quin-

di, che progettavamo di

intervistare la nostra Diri-

gente e così non appena

l’abbiamo trovata libera, ne

abbiamo subito approfitta-

to.

Ci accoglie in Presidenza

con la sua consueta corte-

sia e dopo averci fatto ac-

comodare, ci siamo appre-

stati a rivolgerle qualche

domanda sull’anno scola-

stico che sta ormai volgen-

do al termine.

Buongiorno Preside, siamo

ormai arrivati quasi alla

fine di questa avventura

scolastica, ricca di soddi-

sfazioni e di conquiste da

parte di noi alunni, ma an-

che faticosa sotto il profilo

dell’impegno. Dal suo punto

di vista, in qualità di Diri-

gente del nostro Istituto

“Gemelli”, quali sono, inve-

ce, i traguardi raggiunti e

gli ostacoli che la nostra

scuola ha dovuto affronta-

re?

In generale, gli ostacoli che

abbiamo dovuto affrontare

riguardano le strutture. Prati-

camente la scuola è cresciu-

ta, ma l’edificio no. Noi non

siamo attrezzati ancora com-

pitamente con laboratori

adeguati, neanche con suffi-

cienti sussidi, ma pian piano

stiamo provvedendo. Aveva-

mo allestito, nel plesso di

Gandoli, il laboratorio multi-

mediale con nuovi computer,

comprati con il fondo

d’Istituto, e giusto la settima-

na scorsa sono riusciti ad

entrare nella scuola e a ru-

barli. È questo il problema. I

nostri sforzi vengono vanifi-

cati da balordi che non com-

prendono che il danno reale

lo fanno a voi ragazzi perché

vi impediscono di usufruire

delle normali strutture di cui

avete diritto. Questo è

l’ostacolo maggiore, perché

la scuola dovrebbe essere

adeguata ai tempi, mentre

sicuramente a casa voi avete

più di quello che noi possia-

mo offrirvi. La scuola, tutta-

via, è insostituibile perché la

mediazione dell’insegnante

non ha confronti, non ha ri-

vali. Per quanto riguarda

l’apprendimento degli alunni,

invece, stiamo progredendo

con significativi passi in a-

vanti, anche dal punto di

vista dell’educazione inter-

culturale,trasversale e disci-

plinare.

Quali sono invece i progetti

che prevede saranno realiz-

zati il prossimo anno scola-

stico?

Per il prossimo anno partire-

mo con uno slogan:

“L’Inglese dal biberon”. Ini-

zieremo con una sperimenta-

zione dell’insegnamento

dell’Inglese a partire dalla

scuola dell’Infanzia. Paralle-

lamente a questo, avvieremo

un progetto nazionale deno-

minato “Nati per leggere”,

che consisterà in attività di

lettura svolte da voi, ragazzi

della scuola secondaria di

primo grado, ai bambini che

frequentano le sezioni della

Scuola Primavera. Inoltre, a

partire da Settembre, verran-

no avviati dei corsi di recu-

La nostra Redazione incontra la Preside De Punzio

Due chiacchiere con la nostra

Preside: prof.ssa Grazia De Punzio

Gemelli Magazine

Istituto Comprensivo Statale

“Agostino Gemelli” - Leporano (TA)

pero per i ragazzi che

hanno dei debiti formativi,

soprattutto in Italiano,

Matematica e Inglese. E

infine, ci saranno dei pro-

getti per le eccellenze,

così come sono stati rea-

lizzati anche quest’anno.

Invece, quale messaggio

vorreste mandare ai vostri

alunni per la fine

dell’anno scolastico?

Conoscete il discorso del

creatore della Apple, Ste-

ve Jobs? Ecco, non ci so-

no parole migliori di quel-

le contenute in quel di-

scorso: “Siate affamati!

Siate folli!”. È fondamen-

tale essere curiosi verso la

realtà che vi circonda e

fare tesoro di ogni diffi-

coltà che possa capitarvi,

di un insuccesso scolastico

così come di un qualsiasi

altro problema, per poter

imparare dai vostri errori e

riuscire a rialzarvi per

diventare sempre più bravi

e più forti.

Numero unico a.s. 2011/2012

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Il progetto "Giornalino della scuola online" nasce come

vetrina delle attività svolte durante l'anno scolastico e

ha come finalità quella di accostare gli alunni ad un uso

didattico e allo stesso tempo creativo del computer, at-

traverso programmi di videoscrittura così come di grafi-

ca. Tuttavia, vuole anche essere un laboratorio di scrit-

tura per potenziare le abilità linguistiche e per svilup-

pare le capacità di sintesi e di elaborazione dei testi in

modo scorrevole e corretto.

La realizzazione del "Giornalino online", quindi, ha pre-

visto la costituzione di una Redazione formata da 12

alunni di 1^ e 2^ Media che per la prima volta si sono

cimentati nella stesura di articoli e

nell’amministrazione di Rubriche (Gemelli Life, Il

Personaggio del giorno, Accadde oggi, Radio Ge-

melli e Con un pizzico di fantasia), lavorando sia

individualmente che in gruppo.

Facendo leva sugli interessi personali e sulle capacità di ciascuno, è stato dato ad ogni alunno una sezione da

curare e il risultato si è via via concretizzato nel presente "contenitore".

Buona lettura…

La referente del Progetto

Pagina 2

La Redazione

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Rubrica Gemelli Life

Pagina 3

Bentornati a Scuola!

Festa dell’Accoglienza 2011 di Chiara Di Terlizzi e Marco Maggio 1^C

Ad un mese dall'inizio dell'anno

scolastico, la scuola media

"A.Gemelli" ha organizzato, sabato

15 ottobre, una manifestazione per

dare un caloroso benvenuto alle

prime classi dei tre ordini dell'Isti-

tuto comprensivo.

Il cielo nuvoloso e le temperature

purtroppo non miti non hanno per-

messo la realizzazione dell'entu-

siasmante idea della nostra Diri-

gente Grazia De Punzio: una ciclo-

passeggiata che si sarebbe conclu-

sa con la firma del patto di respon-

sabilità a cui sarebbe seguito un

gustoso buffet offerto da alcune

mamme. E così, dopo aver ringra-

ziato vivamente il tempo

inclemente, tutte le classi

della scuola media e la pri-

ma e la quinta della scuola

primaria si sono ritrovati

nella Sala Cattaneo della

pineta dell'ex batteria per

trascorrere due ore in alle-

gria.

Dopo il messaggio augurale

della Dirigente hanno preso

la parola, o meglio il canto,

le classi II e III C che, gra-

zie alla coinvolgente direzione del

prof. Cosimo Zaccaria, si sono esibite

in coro sulle note de "Il più grande

spettacolo dopo il Big Bang" e

"Tutto l'amore che ho" di

Jovanotti, "I soliti" di Va-

sco Rossi e "Per dimentica-

re" degli Zero assoluto.

La festa è continuata con

la lettura e la firma da

parte di un alunna, di un

genitore e della Dirigente,

del Patto di corresponsabi-

lità, un documento impor-

tantissimo nel quale sono

fissati i doveri che ciascu-

na componente è tenuta

ad osservare affinché il

Chiara Di Terlizzi ha 11 anni e frequenta la 1°C. Le piace molto leggere qual-

siasi tipo di libro e per questo si dedica alla lettura in qualsiasi momento libe-

ro.

Adora anche la musica hip hop e i suoi cantanti preferiti sono: Lady Gaga,

Jennifer Lopez, Madonna e Beyoncè.

Pratica numerosi sport come nuoto, danza ed equitazione ed inoltre parteci-

pa anche a varie attività extracurricolari organizzate dalla sua scuola. Pro-

prio questo l’ha portata a partecipare al giornalino scolastico nel quale si oc-

cupa della Rubrica Gemelli Life, scrivendo articoli di vario genere.

cammino scolastico sia proficuo

e sereno.

A seguire, in un silenzio avvol-

gente e sentito, un'alunna della

III C ha letto la "Preghiera dello

studente" dopo la quale gli alun-

ni di V elementare hanno dona-

to agli alunni di prima, il cap-

pellino dell'Istituto.

Prima di rientrare in classe la

manifestazione si è conclusa con

l'Inno nazionale, cantato da tut-

ti con commossa partecipazione

che si è tramutata in gioia e al-

legria quando sono stati lanciati

in aria i cappellini in segno di

felicità.

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“I nostri cani vengono amati e ad-

destrati sin da piccoli”. Queste le

parole del brigadiere capo Fasciullo

dell’Unità Cinofila di Taranto, pro-

nunciate durante il suo intervento

presso la sala Cattaneo, il 28 no-

vembre 2011, e rivolte agli alunni

della scuola media del

p l e s s o d i G a n d o -

li, “Agostino Gemelli”.

Dopo una breve presenta-

zione, è stato proiettato

un video, intitolato “NO

ALLA DROGA”, con cui si

è illustrata una tipica

g iornata lavorat iva

dell’Unità cinofila antidro-

ga e i rischi che si corrono

usando o vendendo la dro-

ga. Successivamente, il brigadiere

Fasciullo si è reso disponibile a

rispondere ad alcune domande e

sono stati molti i quesiti posti da

noi alunni. Ci è stato spiegato, ad

esempio, che i cani antidroga ini-

ziano a lavorare quando hanno

compiuto un anno di vita e fino a

quel momento vengono addestrati

giocando con un manicotto di stoffa

impregnato di droghe sintetiche. Al

ritrovamento dell'oggetto, il cane

viene costantemente premiato e

per lui, quindi, diventa di vitale

importanza ritrovare ciò che gli

permette di soddisfare il suo padro-

ne e ricevere la giusta ricompensa.

Le razze più utilizzate sono i pasto-

ri tedeschi, ma è stato riscontrato

che questo tipo di cane si affeziona-

va molto e così, ultimamente, si è

preferito il pastore olandese, più

costante nell'impegno e assistente

infaticabile.

Infine, è stata grandissima

l’emozione quando, usciti in pineta,

abbiamo potuto ammirare un bel-

lissimo esemplare di pastore tede-

sco, il fedele compagno di lavoro

del brigadiere Fasciullo, con il qua-

le ci ha mostrato passo dopo passo

le fasi dell'addestramento di un

cane antidroga.

Tuttavia, durante la conferenza, la

cosa che mi ha colpito di più è stato

sentire che alcune droghe leggere

vengono usate nei farmaci o altre

vengono bruciate direttamente nei

forni dell’ILVA.

L’Unità cinofila della Guardia di Finanza di Taranto incontra il “Gemelli”

NO alla droga! di Desirèe Guarino 2^C

Pagina 4

Rubrica Gemelli life

Fabiola Miccoli ha 12 anni e frequenta la 2^C .

Le sue passioni sono disegnare, leggere e giocare a pallavolo.

Nel tempo libero, si diverte a pattinare sui roller, oppure trascorre del tempo a scher-

zare con le sue amiche.

È molto socievole e solare, anche se a volte non smette mai di parlare ed è fin troppo

prolissa!

Le piace nuotare, infatti d’estate è sempre a mare o in piscina. Tifa Inter da sempre e

segue tutte le partite della sua squadra del cuore!

Infine, è abile a modificare le immagini al computer e ha imparato a creare collage

utilizzando anche programmi come Photoshop.

Da grande vorrebbe fare la ginecologa o l’architetto.

Mi piace molto anche scrivere, ecco perché sono entrata a far parte del progetto del giornalino online!

Per la mia passione di scrivere, mi occupo della rubrica “Gemelli life”, in cui scrivo e pubblico articoli che ri-

guardano le attività e gli eventi del nostro Istituto.

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Scrivere è la mia passione da sem-

pre, così quando la mia scuola ha

indetto il 1° concorso del racconto

natalizio più bello, come tutti i

miei compagni, anche io ho voluto

partecipare e mi sono messa subito

a lavoro. Ho dovuto rinunciare a

molto tempo libero, ma se ci ripen-

so, ne è valsa la pena!

Ho pensato di descrivere la comune

vita di un’adolescente che, grazie

all’aiuto di alcuni bambini meno

fortunati, è riuscito a capire il vero

significato del Natale. Vivere il

giorno più importante dell’anno

non significa certamente

ricevere doni, ma festeg-

giarlo insieme alle persone

più care. Per questo ho inti-

tolato il mio racconto

“Nevicano sorrisi”, e narra

di un ragazzo, di nome Ric-

cardo, che per Natale vole-

va a tutti i costi un video-

gioco, ma dato che i genito-

ri non volevano, lui lo rubò.

L’addetto alla sicurezza del

negozio lo scoprì e chiamò

la madre del ragazzo che,

di concordo con il vigilante,

lo costrinse a trascorrere la

vigilia di Natale facendo

volontariato nel reparto di

oncologia pediatrica, dove fece sor-

ridere tutti i bambini ricoverati. A

fine giornata, quando si ricordò che

era il giorno di Natale non gli im-

portava molto perché lui si sentiva

rinato grazie a ogni sorriso che a-

veva fatto splendere sul viso di tut-

ti quei bambini.

Quando a scuola ci hanno informa-

to che aveva vinto il concorso un

alunno della mia classe, ero molto

curiosa di sapere chi fosse, ma la

professoressa ci comunicò solo

quando sarebbe avvenuta la pre-

miazione.

Finalmente, dopo tanto tempo, sco-

prii che il mio racconto aveva vinto

il primo premio e così il 12 febbraio

mi recai nell’Aula Magna della se-

de centrale di Leporano, insieme

agli altri miei compagni premiati.

Ad accoglierci, c’erano la nostra

Dirigente, la prof.ssa Grazia De

Punzio, i due giudici, il prof. Sar-

diello e il prof. Santoiemma, e an-

che il nostro professore di musica,

Cosimo Zaccaria, e la professoressa

d’Italiano, Paola Diliberto.

Prima della premiazione, i giudici

hanno confessato quanto sia stato

difficile scegliere i racconti miglio-

ri, dato che quasi tutti erano da

premiare. Successivamente si è

passati a premiare gli alunni, e

oltre al mio racconto, sono state

premiate Di Pietro Federica e

Sportelli Stefania, che sono arriva-

te rispettivamente al secondo e

terzo posto, con i loro racconti

“Whisky e il suo padroncino” e

“Missione Natale”. Whisky è un

cagnolino che un giorno, mentre

stava facendo una passeggiata con

il suo padrone, si perse. Cercò il

suo padrone dappertutto, ma non

lo trovò e quindi passò la notte sot-

to un albero. Quando si svegliò era

Natale e vide che tutt’attorno era

pieno di neve e quindi iniziò a gio-

care. Scivolava da una parte

all’altra, finché si ritrovò in una

villa bellissima, dove venne accolto

da una famiglia. Lui, però, sapeva

che non era lì il suo posto e conti-

nuò a cercare la sua casa fino a

quando non la trovò e appena vide

il suo padrone lo riempì di coccole.

L’amore e la magia del Natale ave-

va trionfato!

“Missione Natale”, invece, narra la

storia di un vecchietto che viveva a

nord del circolo polare artico e si

chiamava Natale. Amava vestirsi

di rosso ed essere generoso con tut-

ti! Pensando che fosse poco ciò che

faceva, decise che nella notte di

Natale sarebbe andato

in giro per il mondo a

regalare doni con la

sua slitta e le sue ren-

ne.

Partì e, man mano che

percorreva il cielo, la-

sciava i doni sotto

l’albero di ogni casa,

anche ai bambini me-

no fortunati come

quelli dell’orfanotrofio,

che sognavano di rice-

vere anche loro un

regalo. Quasi al termi-

ne del suo “giro di re-

gali”, Babbo Natale

vide dei giovani che

stavano fumando e, capendo che

era una cosa sbagliata, li convinse

a seguirlo per tutta la notte e ad

aiutarlo a consegnare i doni rima-

nenti, apprezzando lo spirito del

Natale: compiere gesti d’amore!

Che dire, veramente dei racconti

stupendi, così come gli altri due,

che si sono classificati al quarto e

al quinto posto, scritti dai miei

compagni di classe Barbi Serena e

Loconsole Davide.

Ogni alunno premiato ha ricevuto

un attestato di merito, mentre ai

primi tre classificati la Dirigente

ha consegnato anche un vocabola-

rio di Spagnolo.

Rubrica Gemelli life

Piccoli scrittori al Gemelli

I edizione del concorso “Scrivi un racconto” di Fabiola Miccoli 2^C

Pagina 5

Page 6: zine - icsgemelli.edu.it

la sua superficie, con l’esplosione,

diventano dei veri e propri proietti-

li. Ci è stato spiegato, inoltre, che

la polvere che vediamo spesso nelle

bombette che scoppiamo a Capo-

danno, ha molecole a forma di stel-

la, i cui angoli, se strofinati, creano

incandescenza, provocando scintille

che scoppiano all’improvviso. An-

che le bombe artigianali come le

bombe carta, sono estremamente

pericolose, perché la polvere da

sparo non è stata miscelata con le

giuste dosi e quindi potrebbero

causare un’enorme esplosione. Ciò

è capitato nel quartiere Paolo VI, ci

ha riferito il comandante Romual-

do, dove alcuni abitanti avevano

udito un enorme boato e di conse-

guenza avev ano r i ch ie s to

l’intervento della sua squadra. Al

suo arrivo, il capitano trovò quasi

intatti solo i pilastri del terzo piano

dove viveva un costruttore di bom-

be artigianali. Il pavimento

dell’abitazione era così impregnato

di polvere da sparo, che evidente-

mente il solo attrito della sua suola

mentre camminava, aveva smosso

le molecole a stella e provocato una

scintilla e quindi l’esplosione. E

che dire delle minicicciole? Sem-

brano innocue, ma anch’esse posso-

no diventare una Km2 perché scop-

piando, fanno saltare la plastica

che le ricopre in mille pezzi, spar-

gendo così frammenti ovunque.

Insomma, in un periodo di crisi

come questo che stiamo attraver-

sando, in cui i soldi sono veramen-

te cari, sarebbe meglio acquistare

cose ben più utili, piuttosto che

rischiare di perdere la vita o rovi-

narla a causa di un’accensione e un

utilizzo maldestro di queste

“bombe” in miniatura, ed è questo

quello che ci ha consigliato anche il

comandante Romualdo.

Festeggiamo, quindi, il Nuovo An-

no con tanta allegria e con il calore

della nostra famiglia riunita, che

fa più luce di qualsiasi fuoco

d’artificio...

Capodanno è ormai vicino e tutti

in iz iano a prepararsi per

quest’evento comprando fuochi

d’artificio; essi però, possono causa-

re gravissimi danni alle persone e

agli animali. Per questo, l’Istituto

“A. Gemelli” ha organizzato un inte-

ressante incontro con gli artificieri

della polizia di Taranto nella “Sala

Cattaneo”, per gli alunni della scuo-

la secondaria di primo grado.

Il comandante Romualdo, insieme

ad alcuni suoi collaboratori, ha spie-

gato la pericolosità dei fuochi piro-

tecnici, delle bombe e dei giochi stu-

pidi che molti ragazzi effettuano in

casa, spesso senza la presenza di

adulti. I vari tipi di fuochi d’artificio

di manifattura non italiana sono

estremamente pericolosi perché non

sono indicate correttamente le av-

vertenze, obbligatorie in Italia per

tutti gli esplosivi. Pericolosissima è

sicuramente la Km2, la famosa

bomba a mano che spesso nei film fa

strage di uomini in poco tempo, per-

ché quei quadretti che vediamo sul-

Consigli per i botti di fine anno

Gli artificieri nella nostra scuola! di Desirèe Guarino 2^C

Pagina 6

Rubrica Gemelli life

Quest’anno le classi della Scuola Secondaria di Pri-

mo Grado di Gandoli hanno avuto l’onore di orga-

nizzare e portare in scena la rappresentazione di

Natale presso la sala Cattaneo dell’omonima Ex

Batteria.

Guidati dalla versatile prof.ssa Di Mitri e

dall’impagabile prof. Zaccaria, noi alunni della se-

zione C abbiamo accolto con euforia ed entusiasmo

questa occasione, offertaci dalla nostra Dirigente,

prof.ssa Grazia De Punzio.

La drammatizzazione doveva ricordare gli eventi

della nascita di Gesù e, dopo aver individuato i pro-

tagonisti e organizzato le scene, il lavoro è stato

suddiviso nelle tre classi affidando alla 1^C la reci-

tazione e la drammatizzazione, mentre la 2^ e la 3^

Stare insieme: il regalo più bello

Natale al Gemelli di Chiara Di Terlizzi 1^C

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Rubrica Gemelli life

Pagina 7

Le nostre tradizioni: la poesia in vernacolo

Incontro con il poeta tarantino Giovanni Vellucci di Desirèe Guarino 2^C

Nel mese di Dicembre la scuola

“Agostino Gemelli” di Leporano ha

coinvolto le classi della scuola me-

dia in un incontro con Giovanni

Vellucci, autore di numerosi libri di

poesie in vernacolo tarantino.

Il poeta racconta di essere rimasto

solo all’età di tre anni a causa della

morte della madre e di essere stato

adottato dalla zia: alcune poesie,

infatti, sono dedicate proprio a que-

ste due importanti figure.

Ognuno, afferma il poeta, ha un

proprio modo di guardare la vita e

questo modo di descrivere la pro-

pria realtà si può fare solo attra-

verso la propria lingua e il proprio

dialetto, che non deve essere mai

dimenticato, ma valorizzato nel

tempo come un bene prezioso. An-

che Giovanni Peluso, pietra miliare

della cultura tarantina, diceva che

se si perde il dialetto si perde una

parte di sé.

Se, per esempio, Dante non avesse

scritto La Divina Commedia in

toscano, non sarebbe riuscito a fare

quel capolavoro che tutti oggi am-

miriamo, perché ciascuno conosce

le proprie tradizioni e i modi di vi-

vere della propria terra, ed è solo

attraverso il proprio dialetto che

tutto questo riesce ad emergere in

maniera naturale, senza forzature.

Accanto al valore del dialetto, inol-

tre, Giovanni Vellucci aggiunge

quello delle vecchie tradizioni. Egli,

infatti, si racconta come una perso-

na che crede fortemente nei valori

e nelle cose di una volta, come

quella del presepe: - Non facevamo

l’albero di Natale, ma il presepe che

non doveva mancare mai, magari

con i personaggi di creta che aveva-

no le gambe storpie e le lucine spac-

cate sulle montagne di carta, ma

quella era una tradizione che mi

rendeva felice al solo sguardo che

gli rivolgevo. Tutti i suoi libri, in-

fatti, si basano su queste tradizioni

e ci ha raccontato che quando ha

pubblicato la sua prima opera, pen-

sava che l’avrebbe apprezzata sol-

tanto un pubblico di persone già

mature, che conoscevano la vita di

una volta. Invece, si è dovuto ricre-

dere dopo aver presentato il suo

libro in alcune scuole e aver visto

che gli alunni si interessavano alle

cose che aveva da dire, dato che

si sono occupate dell’accompagnamento musi-

cale attraverso canti e sottofondi, come ad e-

sempio: Este es el Dìa del Senor, I Re Magi,

Happy day, Feliz Navidad, I pastori alla ca-

panna, Gesù Cristo piccirillo, The Virgin Mary,

In questa notte splendida, Astro del ciel e Dico

sì.

Le scene sono state realizzate con molta cura

nei particolari, con costumi realizzati dai geni-

tori, altrettanto entusiasti quanto i propri figli

di dar vita a questa atmosfera natalizia.

Il lavoro comprendeva cinque scene. La prima

riguardava l’annunciazione dell’arcangelo Ga-

briele, la seconda, il sogno di Giuseppe in cui

l’angelo preannuncia il lieto evento; la terza

era la visita a Elisabetta; la quarta scena ricre-

ava il censimento e, infine, la scena più impor-

tante, ovvero la nascita del Salvatore, imperso-

nato da un bambino di pochi mesi, fratellino di

un nostro compagno, che a quanto pare deve

aver gradito la sua partecipazione perché è

stato tranquillo per tutto il tempo.

L’impegno richiesto a tutti noi è stato notevole,

ma ne valeva sicuramente la pena perché ci

siamo divertiti molto e siamo stati veramente

soddisfatti del risultato.

Desirèe Guarino ha 13 anni

e frequenta la 2^C. Il suo

hobby è suonare la chitar-

ra. La musica è la sua pas-

sione da quando aveva sette

anni, specialmente il can-

to. Il suo cantante preferito

è Bruno Mars: le piace così

tanto che ha un cuscino sul

letto con il suo ritratto, una

marea di sue canzoni nel suo

Ipod ed è iscritta al suo fan-

club originale. Le piacciono

le sue canzoni perché sono pop, lo stile che insieme all’hip-

hop adora di più.

Ama i gatti, la Matematica e l’Italiano.

Adora la sua città natale, Taranto, ma sa che arriverà il mo-

mento che dovrà andarsene per continuare gli studi e la

cosa l’addolora molto.

Da grande vorrebbe diventare una cantante, oppure una

giornalista o ancora una pediatra. Insomma, non ha ancora

le idee ben chiare ma tanto ce n’è del tempo per decidere!

Ha accettato di partecipare al “Giornalino dell’Istituto” pro-

prio perché le piace molto scrivere, soprattutto articoli di

cronaca, infatti si occupo della rubrica “Gemelli life”, dove

Page 8: zine - icsgemelli.edu.it

vere l’attestato di merito.

Quel giorno ero emozionatissimo

perché era la prima volta che mi

classificavo in un concorso scolasti-

co.

Dopo il saluto della Dirigente, i

premiati sono stati chiamati uno

alla volta e hanno ricevuto

l’attestato e la motivazione del pre-

mio.

Al primo posto si è classificata Ma-

ria Antonietta Camassa della 3^C

con un disegno che ritraeva un pre-

sepio, realizzato con vari materiali.

La fantasia della mia compagna si

è così sbizzarrita che ha utilizzato

delle bottiglie di plastica a forma di

cono, ricoperte di stucco, con le

quali ha costruito capanne e caset-

te; invece con la carta e la colla ha

realizzato le rocce, le barche e il

mare; con la lana ha formato delle

pecore; con i rami, i semi di mais e

Con l’avvento del Natale l’Istituto

Gemelli ha indetto un interessante

concorso rivolto alle classi quarte e

quinte della Scuola primaria e alle

tre classi della Scuola Secondaria

di I grado, per la realizzazione di

un disegno natalizio.

Nell’atmosfera di euforia, propria

del Natale, guidati dalle insegnanti

di Arte, abbiamo incominciato a

preparare il lavoro su fogli di varie

dimensioni e di diversi materiali.

I soggetti prescelti erano svariati:

angeli, Babbo Natale, decorazioni

natalizie, presepi e personaggi del-

la natività.

Anche io ho partecipato con molto

impegno a questo concorso e ho

disegnato la natività su un foglio di

plexiglass. Con mio grande stupo-

re, sono stato premiato realizzando

il quarto posto e così, il 28 gennaio,

mi sono recato a Leporano per rice-

i fiori di feltro ha ottenuto gli albe-

ri; con dei chicchi di orzo ha realiz-

zato la stella cometa; infine con il

das ha sagomato le statuette di

Maria e San Giuseppe mentre i i

Re Magi con la carta.

Al secondo posto, si è classificata

Federica Giulia Franchini, una

bambina di 4^A della Scuola Pri-

maria di Leporano, che ha disegna-

to un presepe incidendolo su una

foglia tonda di rame.

Al terzo posto, Bellomo Dalila, del-

la 3^B della Scuola Secondaria di I

grado di Leporano con una natività

colorata su vetro.

Infine sul quinto posto grava anco-

ra un mistero perché, nonostante

una ricerca spasmodica in tutto

l’Istituto, non si è arrivati a cono-

scere il nome dell’autore di un pre-

sepe realizzato in una scatola.

Rubrica Gemelli life

Coloriamo il nostro Natale

Concorso di disegno: Il mio presepe di Francesco Iannibelli 2^C

Pagina 8

alcune poesie erano anche molto

divertenti.

Ed è diventata questa ormai la sua

“missione”, incontrare i lettori e

far sentire le sue poesie col cuore e

l’anima, facendo trapelare i suoi

sentimenti.

Quando si riesce in questa

“missione”, si è davvero un poeta.

Francesco Iannibelli ha 12 anni e frequento la 2^C . È simpatico, diver-

tente, e a volte, quando non ha voglia di fare niente, da del filo da torcere

a chi gli sta intorno riuscendo a far divertire i suoi amici quando li vede

tristi.

Adora il calcio, infatti, ogni domenica è sempre in casa di amici per orga-

nizzare partite. Tifa Inter praticamente da quando è nato.

Adora molto il gelato e non c’è pioggia o freddo che gli impedisca di deli-

ziarsi con un bel cono. Da grande vuole fare il dottore, precisamente il

ginecologo o il chirurgo plastico.

Il suo ruolo al giornalino, è quello di scrivere articoli di vario genere, ma

anche impaginarli e gestire la parte tecnica della Giornalino sul sito della

scuola.

Page 9: zine - icsgemelli.edu.it

Nell’ambito del progetto regionale

Ciclo@ttivi a scuola l’Istituto com-

prensivo “A.Gemelli” di Leporano

ha voluto organizzare due percorsi

formativi i cui protagonisti sono

stati gli alunni della nostra scuola.

Il primo è stato chiamato

”Pedibus”, conclusosi con la mani-

festazione-corteo di sabato 26 no-

vembre 2011; il secondo “Bicibus”

che ha già avuto la sua fase di svi-

luppo, ma che vedrà la sua conclu-

sione in primavera.

Ma andiamo con ordine. Alcuni

alunni delle quarte classi della

scuola primaria di Leporano, gui-

dati dall’insegnante Maggi, si sono

incontrati nei locali della nostra

scuola per affrontare le problemati-

che riguardanti l’inquinamento

ambientale, la tutela della salute,

il comportamento in strada da par-

te dei pedoni… insomma argomen-

ti abbastanza importanti e di at-

tualità. Gli incontri sono stati dav-

vero interessanti, dal momento che

i protagonisti sono stati propri i

ragazzi, investiti in prima persona

di una nuova responsabilità. Dalle

prime conversazioni è infatti scatu-

rita la necessità e l’importanza di

recarsi a piedi a scuola, ma di farlo

in modo divertente.

Ecco nascere il PEDIBUS:

l’autobus che cammina a piedi.

Il suo percorso prevede un capoli-

nea e delle fermate intermedie,

opportunamente indicate da cartel-

li costruiti dagli stessi bambini.

Individuate le

fermate con una

bella passeggia-

ta nel paese,

ecco scoprire

luoghi particola-

ri della nostra

Leporano, piaz-

za del Plato,

largo Vittorio

Veneto, la Chiesa Madre e la tanto

amata Villetta Comunale, sicura-

mente il luogo più frequentato da

noi ragazzi.

Poi tutti all’opera! Disegnato il logo

del nostro PEDIBUS e i luoghi del-

le fermate, ecco approntati i cartel-

li. E poi ci si è divertiti a inventare

acrostici e mesostici con la parola

PEDIBUS, davvero una sorta di

gara a chi ne scriveva di più origi-

nali!!!! Così come è stato interes-

sante conoscere la “Carta europea

dei diritti del pedone”, carta appro-

vata dal Parlamento Europeo già il

12 ottobre 1988, la quale dice, ap-

punto, che esiste il diritto del pedo-

ne: quello per esempio di vivere in

un ambiente sano e di godere libe-

ramente dello spazio pubblico se-

condo le necessarie condizioni di

sicurezza per la pro-

pria salute sia fisica

che psicologica.

Quindi, finalmente è

arrivato il 26 novem-

bre. Tutti gli alunni

della scuola primaria

e secondaria di Lepora-

no si sono fatti trovare

alla fermata più vicina

alla loro casa, dove ad attenderli

c’erano un docente, un genitore ed

un volontario della protezione civi-

le.

Ciascun gruppo è poi convogliato

presso l’ultima fermata, la Villetta,

per percorrere tutti insieme

l’ultimo tratto verso la nostra scuo-

la. Davvero entusiasmante il colpo

d’occhio di questo corteo infram-

mezzato dai cartelli delle quattro

fermate!!!

C’erano anche i quattro cartelli dei

ragazzi della scuola media di Lepo-

rano che, in parallelo, insieme ai

compagni del plesso di Gandoli,

guidati dalle professoresse Blandi-

no e Dellisanti, hanno effettuato

un percorso simile, ma puntando

a d a n d a r e a s c u o l a

in…BICIBUS…. ma di questo, ne

parleremo in seguito.

Per essere Ciclo@ttivi a scuola

Tutti a... "Pedibus" dell'Insegnante Pia Maggi e impaginato da Francesco Iannibelli 2^C

Pagina 9

Rubrica Gemelli life

Page 10: zine - icsgemelli.edu.it

Che agitazione la mattina del 16 Aprile! Avevamo

atteso con ansia che arrivasse il fatidico giorno e

finalmente eravamo pronti per partire con la nostra

scuola alla volta dell’Emilia-Romagna e più precisa-

mente di Gatteo a mare. E così è stato! Alle 6.00 di

mattina, ancora mezzi addormentati, tutti riuniti

nei luoghi convenuti, siamo saliti sul nostro auto-

bus e abbiamo salutato i nostri genitori rassicuran-

doli che ci saremmo sentiti presto per cellulare: dire-

zione nord, autostrada A14, verso Ravenna.

Dopo un primo mo-

m e n t o d e d i c a t o

all’organizzazione dei

posti, all’accensione

di Ipod, invio di mes-

saggini ai compagni

lasciati a casa, che

dormivano beati nei

loro letti, il percorso

fino alla nostra prima

tappa è stato tran-

quillo e in men che

non si dica, dopo una

breve sosta per il no-

stro meritato pranzo

a sacco, siamo arriva-

ti a S.Leo attraverso

una strada tagliata

nella roccia. Nono-

stante il maltempo

che ci ha costretto ad

una rapida occhiata, abbiamo potuto osservare la

fortezza di San Leo, situata a una trentina di km.

da Rimini, su un enorme masso roccioso invalicabile,

protagonista di numerosi avvenimenti e battaglie

storiche, contesa nei secoli tra lo Stato della Chiesa

e la famiglia Montefeltro che nel XV secolo lo rima-

neggiò per renderlo più militarmente competitivo.

La giornata si è conclusa con l’arrivo all’albergo di

Gatteo a mare, e con la consueta sistemazione nelle

camere, forse, anzi sicuramente, il momento più di-

vertente di tutta la gita: condividere le stanze con i

nostri compagni di scuola!

Il giorno successivo, dopo un abbondante colazione ci

siamo recati a Ferrara, dove abbiamo potuto visitare

la Biblioteca Comunale Ariostea, nota soprattut-

to perché all'interno vi è situata la tomba di Ludovi-

co Ariosto, ma abbiamo visto anche il Palazzo dei

Diamanti, uno dei monumenti rinascimentali più

celebri di Ferrara, se non proprio del mondo, così

denominato grazie alla particolarissima forma, si-

mile al taglio di un diamante, degli oltre 8.500

blocchi di marmo che compongono le sue mura. Il

Comune lo ha fatto diventare un museo che ospita

al suo interno importanti esposizioni temporanee e

collezioni di inestimabile valore storico e artistico.

Nel pomeriggio, invece, ci siamo diretti verso Cese-

na per visitare la Biblioteca Malatestiana, di

particolare importanza storica perché è stata la

prima biblioteca

civica d'Italia e

d'Europa, oltre ad

essere l'unico e-

sempio di bibliote-

ca monastica u-

manistica giunta

fino a noi perfet-

tamente conser-

vata nell'edificio,

negli arredi e nel-

la dotazione libra-

ria. Per questo

l'Unesco l’ha inse-

rita nel Registro

della Memoria del

Mondo e persino

le Poste Italiane,

il 19 settembre

2008 hanno emes-

so un francobollo

dedicato alla biblioteca. Ci è stato detto che qui vi

sono conservati quasi 250 000 volumi, tra cui ma-

noscritti, lettere e incunaboli di grande valore risa-

lenti all’epoca compresa tra il XVI e il XIX secolo.

Ci siamo dedicati anche ad un giro culturale nel

centro di Cesena. Il Duomo di San Giovanni,

Fontana Masini, Piazza del popolo, il Palazzo

comunale, si sono concessi ai nostri occhi curiosi

che hanno potuto memorizzare ogni istante e ogni

fotogramma di quel pomeriggio romagnolo.

Ma la visita che ci ha entusiasmato di più è stata

sicuramente quella prevista il giorno seguente:

l’Italia in miniatura di Rimini. E’ stato spettaco-

lare ritrovare tutte le città italiane (ma anche alcu-

ne europee) con i loro monumenti riprodotti fedel-

mente in scala! Ovviamente non poteva mancare la

nostra Taranto, con tanto di Ponte girevole sul

quale una macchinina viene bloccata da un’auto

Rubrica Gemelli life

Viaggiare che passione

Una fantastica gita in Emilia Romagna di Chiara Di Terlizzi e Roberta Palantone 1^C

Pagina 10

Page 11: zine - icsgemelli.edu.it

Pagina 11

Rubrica Gemelli life

della polizia

poiché si era

a v v e n t u r a t a

sul ponte con-

t r a v v e n e n d o

allo STOP del

PONTE IN

MOVIMENTO!

Troppo ridicolo

sentire i due

occupanti della

m a c c h i n i n a

parlare in un

dialetto molto

vicino al napo-

letano (che for-

se sia l’unico

dialetto del

S u d ? ! ? ) ,

mentre si rendono conto che il ponte si sta muoven-

do con loro sopra…

La nostra euforia si è poi espressa al massimo

quando abbiamo avuto la possibilità di giocare in

un parco in compagnia delle professoresse. È stato

magnifico avventurarci nei tronchi sulla montagna

russa acquatica e gridare ad ogni discesa per via

degli spruzzi d’acqua che inesorabilmente colpiva-

no il primo e l’ultimo occupante del tronchetto. Non

contenti, abbiamo provato l’ebbrezza di salire su

delle piccole mongolfiere che, una volta sollevate da

terra, compivano dei giri ad alta velocità che per

poco non ci scombussolavano lo stomaco!! E non

poteva mancare la classica battaglia tra le feritoie

del castello con i cannoni ad acqua. Uno contro

l’altro, ci siamo inzuppati completamente

nell’allegria e il divertimento più totale, sotto lo

sguardo attento e divertito dello nostre prof. e della

Preside.

Rientrati in albergo per poterci cambiare, dopo un

pranzo ristoratore, abbiamo visitato nel pomeriggio

la basilica di Sant’Apollinare in Classe, dedi-

cata al primo arcivescovo di Ravenna, dove abbia-

mo potuto ammirare sui pavimenti, sulle pareti e

sul soffitto dei stupendi e caratteristici mosaici bi-

zantini, il più importante dei quali è quello posto

nell’arco sopra l’altare, raffigurante Gesù contorna-

to da molte figure e scene simboliche che grazie alla

spiegazione della nostra guida abbiamo potuto capi-

re che rimandavano agli Apostoli e ad altre figure

bibliche.

Giunti a Ravenna, invece, non potevamo non soffer-

marci alla tomba di Dante Alighieri, il sommo

poeta e padre della letteratura italiana, morto nel

settembre del 1321 per la malaria contratta sulla

strada del ritorno a Ravenna da un’ambasceria. Ci

ha incuriosito come, nel primo decennio del 1500, i

fiorentini abbiano tentato di riportare in Toscana le

spoglie del Poeta, non riuscendoci perché dei frati

francescani avevano trafugato le ossa riponendole

nel convento che si trovava lì vicino, ossa che poi

sono state rimesse al loro posto nel 1865 quando

furono casualmente ritrovate durante un restauro.

E ancora di più ci ha emozionato il filo culturale ed

emozionale che lega Ravenna a Firenze, attraverso

la lampada settecentesca che arde nella tomba di

Dante grazie all’olio toscano che una delegazione

ogni anno porta per mantenere viva la speranza che

un giorno le spoglie del Poeta possano ritornare in

Firenze.

L’ultima tappa del nostro magnifico viaggio è stato

il Museo della marineria a Cesenatico dove ab-

biamo potuto ammirare molte barche antichissime.

Il museo comprendeva, una esposizione al coperto,

in cui erano alloggiate vecchie navi a riposo per via

di danni allo scafo, e una all’esterno navi più recenti

e perfettamente integre erano ormeggiate al molo.

Il ritorno a casa è stato sicuramente malinconico ed

è stata dura dover lasciare i nostri compagni. Tutta-

via i nostri genitori ci attendevano con ansia e an-

che noi non vedevamo l’ora di raccontare loro tutte

le nostre esperienze.

Per definire questa gita bastano pochi aggettivi :

STUPENDA, CULTURALE E MEMORABILE!!! Un

“Grazie” di cuore a chi ha dato la possibilità anche a

noi ragazzi di prima media, di poter trascorrere

questi quattro magnifici giorni.

Page 12: zine - icsgemelli.edu.it

Per l'Agostino Gemelli le competi-

zioni sportive sono considerate, da

sempre, un evento importante.

Noi alunni “mettiamo in gioco” le

nostre capacità, sfruttandole al

massimo per ottenere i migliori

risultati possibili al livello provin-

ciale. Anche quest'anno scolastico è

stato pervaso da un forte spirito

agonistico.

Il vero carburante di noi ragazzi,

quello che ci ha fatto andare avanti

nelle varie competizioni, è stato

l'amore per lo sport, per raggiunge-

re i risultati ottenuti, non è bastato

l'entusiasmo, ma la nostra prof.

Delli Santi, ci ha selezionati, per le

varie specialità, in base alle nostre

capacità e tutti hanno dimostrato il

proprio impegno che si è mantenu-

to sempre costante.

Durante queste gare le emozioni si

sono fatte sentire sempre di più e

abbiamo raggiunto risultati ap-

prezzabili per quanto riguarda

l’atletica leggera conquistando al-

cuni primi posti e buoni piazza-

menti. Si sono, infatti, particolar-

mente distinti: Diliberto Simona

della 1^C, che si è classificata al 1°

posto nella corsa campestre; Ga-

gliano Giulia della 3^A, 1° posto

nel lancio del Vortex, o ancora in

altre discipline, Mazza Daniele

della 3^C, Sportelli Stefania della

3^B e Maraglino Debora della 3^A.

Ma lo sport al Gemelli è anche il

progetto “Pallavolando” e la nostra

professoressa ha organizzato, come

ogni anno, un torneo interscolasti-

co diviso in due categorie - una per

le prime classi della scuola media e

un'altra per le seconde e le terze -

che si sta concludendo proprio in

questi giorni. Forza ragazzi!

ne: Caprarica di Lecce. Qui c’era

un parco tematico, l’”Archeodromo

Kalos" , in cui erano stati riprodotti

alcuni villaggi di varie epoche: dal-

la preistoria fino ai primi secoli del

medioevo. Abbiamo potuto osserva-

re la struttura e la vita degli uomi-

ni primitivi, così come quella dei

Messapi e dei Romani. La nostra

guida ci ha mostrato una particola-

re catapulta, situata nella parte

bassa e ripida di un villaggio, che

serviva per issare degli oggetti

Lunedì 14 Maggio è stato un giorno

emozionante e bellissimo perché in

compagnia dei miei amici, siamo

andati in gita a Lecce. Alle 8:00

eravamo tutti sull’autobus, euforici

e pieni di gioia, diretti verso la se-

de di Leporano perché dovevamo

passare a prendere gli altri compa-

gni. Con noi vi erano anche la Pre-

side, la prof. Delli Santi, la prof

Tanese, la prof Tomai e la prof

Miolla.

Sitemati tutti nel pullman, inco-

minciammo a ridere e a

parlare e c’era un chiasso

tremendo, (non so come

l’autista riuscisse a guida-

re). Ogni tanto le nostre

insegnanti ci riprendeva-

no perché esageravamo

con le nostre grida, ma

dopo qualche minuto tutto

ritornava come prima.

Dopo un paio d’ore, final-

mente siamo arrivati alla

nostra prima destinazio-

pesanti, ma abbiamo anche potuto

constatare come si costruivano le

strade romane o ancora come erano

attrezzate le botteghe artigiane

medievali, in cui si lavorava la la-

na o si custodiva il vino. Dopo aver

concluso il nostro percorso, siamo

saliti nuovamente sul pullman per

recarci a Lecce dove ci “attendeva”

il nostro pranzo. Era ora!

Ma la nostra giornata non era an-

cora finita. Nel pomeriggio abbia-

mo visitato il centro storico di Lec-

ce. Per prima cosa ci siamo recati

in piazza Sant’Oronzo, dove c'era

l'Università e la statua del patro-

no, posta su di una colonna alta 29

metri e realizzata dai resti di una

delle due colonne romane della via

Appia. Proseguendo il nostro itine-

rario, abbiamo osservato dall'alto

l’anfiteatro romano, o almeno ciò

che è stato portato alla luce, in

quanto gran parte dei resti sono

ancora sotto il manto stradale.

Mentre ci incamminavamo verso la

Rubrica Gemelli life

Mettiamoci in... gioco

Agostino Gemelli e “LO SPORT” di Marco Catapano e Claudia Scarcella 3^B

Pronti? Si parte!

Visita alla Lecce barocca

di Marco Maggio 1^C

Pagina 12

Page 13: zine - icsgemelli.edu.it

piazza del Duomo, ci siamo soffer-

mati sotto la statua di Vittorio E-

manuele II, restaurata giusto

l’anno scorso in occasione dei 150

anni dell’Unità d’Italia. E final-

mente siamo arrivati al duomo, che

si ergeva in tutto il suo splendore

nella omonima piazza dedicata a

Santa Maria Assunta. La nostra

guida ci ha fatto subito osservare

la porta in bronzo situata sulla

fiancata della cattedrale, che raffi-

gurava varie scene religiose ai cui

lati vi erano due sfere di plexiglass

raffiguranti la luna e il sole.

Quest’ultime, viste dall’interno, si

illuminavano con la luce solare cre-

ando un effetto bellissimo nella

navata centrale. Sotto di esse vi

erano la prima e l'ultima lettera

dell'alfabeto greco, alfa e omega,

che servivano a ricordare che Dio è

all'inizio e alla fine di tutto.

La nostra tappa successiva è stata

in una bottega di cartapesta, ma

nel tragitto la guida ha approfitta-

to a mostrarci una fantastica e im-

mensa magnolia alta 15 metri cir-

ca. Nella bottega ci hanno spiegato

come vengono realizzati i modellini

dei personaggi di cartapesta che

erano esposti in vendita su degli

scaffali: si riveste con della paglia

uno scheletro fatto col filo di metal-

lo per poi aggiungere la cartapesta

e alle estremità mani e piedi, e in-

fine decorarle.

Purtroppo appena siamo usciti dal

piccolo negozio, è iniziato a piovere

e per questo ci siamo affrettati ver-

so la chiesa di Santa Croce, dove

abbiamo trovato riparo, in attesa

che spiovesse. Dopo più o meno 10

minuti, abbiamo attraversato di

nuovo tutto il centro storico di Lec-

ce, fino ad arrivare al nostro pul-

lman.

La nostra gita era finita.. Il viaggio

di ritorno fu bruttissimo per me,

avevo mal di testa, ma se ripenso

all’intera giornata, mi sono diverti-

to tantissimo e ricorderò sempre

quei momenti fantastici trascorsi

con i miei compagni.

Rubrica Gemelli life

d’Italia; il Sud, invece, doveva esse-

re liberato dai Borboni ed era anal-

fabeta e più povero. Ci hanno sem-

pre dipinto Garibaldi come l’eroe

dei due mondi e descritto la par-

tenza dei Mille come una spedizio-

ne necessaria per redimere e libe-

rare il Sud.

Ma il 3 Maggio 2012, presso la Sala

Cattaneo dell’omonima batteria di

Gandoli, il regista ligure Antonio

Minelli e il cantante tarantino

Mimmo Cavallo ci hanno voluto

mostrare un’altra versione dei fat-

ti, basata su documenti storici. Il

loro lavoro teatrale, intitolato

“Come diventammo italiani,” è

un’opera musicale che riprende i

temi e gli spunti contenuti nel libro

“Terroni” dello scrittore Pino Apri-

le, che abbiamo avuto l’onore di

ospitare lo scorso anno in una con-

ferenza nel nostro Istituto.

I due artisti, come tanti altri, si

sono interrogati sul perché il Sud

si sia trasformato in una “palla al

piede” profondamente incapace di

crescere economicamente e social-

mente, mentre sin dall’epoca della

Magna Grecia, ha partecipato alla

crescita delle civiltà di Oriente e

Occidente.

Che improvvisamente il Sud da

150 anni a questa parte abbia subi-

to una radicale trasformazione?

Era allora necessario passare da

una monarchia Borbone a una mo-

narchia Savoia? E a chi ha giovato?

E l'unità d'Italia è stata veramente

un'esigenza patriottica, una volon-

tà del popolo italico o piuttosto l'af-

fermazione di un piccolo Stato che

senza questa spinta 'di patria' pro-

babilmente oggi non esisterebbe

più?

Tutte le risposte a queste domande

vengono date nell’opera presentata

il 3 maggio. Attraverso una serie di

documenti il duo Minelli-Cavallo

danno voce ai grandi fondatori del-

la Patria: lettere, scritti privati,

dichiarazioni parlamentari di per-

sonaggi quali Bixio, Nievo, Cavour,

Garibaldi, Abba, Saffi e altri prota-

gonisti, vengono presentate in un

linguaggio accattivante e con im-

Come diventammo italiani? E’ que-

sta una delle tante domande che

spesso i nostri insegnanti ci formu-

l a n o q u a n d o a f f r o n t i a m o

l’argomento del Risorgimento in

Storia. I libri ci hanno sempre pre-

sentato il Nord come la parte più

progredita e industrializzata del

nostro Paese prima dell’Unità

Una lezione di Storia diversa dal solito

Come diventammo italiani?

di Fabiola Miccoli, Claudia D’Amato Rizzi e Desirèe Guarino 2^C

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Page 14: zine - icsgemelli.edu.it

magini o video storici per far na-

scere il dubbio, se non proprio la

convinzione, che 150 anni fa ci fu

una pubblicità negativa nei con-

fronti di noi meridionali

tanto che ancora oggi

ne paghiamo le conse-

guenze.

Ecco perché ad inizio

rappresentazione il

Nord-Antonio Minelli

chiedeva al Sud-

Mimmo Cavallo:

-Vedi che gambe pos-

senti ho io? Hai visto

come corro veloce? E

tu?

- Io non posso correre

perché non ho le gam-

be!

- Come è successo?

- Forse perché me le hai tagliate

tu?!?

Sono stati tanti gli intellettuali, i

politici o gli scrittori che hanno

sminuito se non proprio etichettato

il meridionale come essere crimina-

le. Uno fra tanti che ci è rimasto

particolarmente impresso, è stato il

Lombroso, il quale affermava che

avere una fossetta all’altezza della

nuca o avere una strana conforma-

zione del cervello fosse sintomo di

criminalità e di basso quoziente

intellettivo, ed ovviamente il meri-

dionale era il prototipo perfetto di

tali negatività.

Ci hanno anche raccontato di Gari-

baldi, uno dei maggiori protagoni-

sti della storia italiana. Partito da

Quarto era arrivato a Marsala, con

poco più di mille uomini che aveva-

no tutti gli interessi a mettere le

mani sulle terre e sulla ricchezza

del Sud, dato che il Nord era forte-

mente indebitato come scrisse un

deputato cavouriano poco prima

dell’Unità d’Italia: “O la guerra o la

bancarotta”. E la guerra fu, e

l’Unità pure. Scampata bancarotta.

Insomma una lezione di Storia di-

versa dalle altre, quella del 3 mag-

gio, trascorsa piacevolmente tra

riflessioni e canti, accompagnati

anche dalle voci di alcune ragazze

d e l l ’ I s t i t u t o A l b e r g h i e r o

“Mediterraneo”.

Sarebbe interessante portare que-

sto spettacolo nelle scuole del

Nord, per vedere che effetto fa. Ma

forse i due artisti ci stanno già pen-

sando..

Claudia D’Amato Rizzi ha 12 anni e frequenta la 2°C .

Ha accolto con entusiasmo la possibilità di partecipare al progetto “Giornalino

dell’Istituto”. Penava di dover scrivere solo ciò che accadeva a scuola, invece,

con sua grande sorpresa, si è ritrovata a parlare di attualità o di musica, che è

proprio ciò che voleva fare. A scuola è un incubo soprattutto per la prof di Ita-

liano perché è la prima a fare domande e l’ultima ad avere la parola per dire la

sua su di un argomento.

Ama la musica di tutti i generi e di tutti i tempi anche se preferisce la musica

moderna, soprattutto i Coldplay, Jovanotti e Samuele Bersani.

Adora imparare, ma solo ciò che le interessa, infatti, in matematica non va molto bene... È una ragazza polemi-

ca, ma crede che a volte sia giusto battersi per qualcosa che ci spetta di diritto.

Da grande vorrebbe fare la giornalista, magari anche in tv a leggere le notizie, o l’opinionista.

Ama mangiare e per fortuna sua madre cucina molto bene, e benedice sempre il giorno in cui è nata in Italia.

Adora la comicità italiana, i film comici in generale e i film polizieschi.

Nel giornalino si occuperà, tra l’altro della rubrica “Radio Gemelli”, un contenitore in cui proporrà le canzoni, a

suo parere, più belle, presentando anche brani che abbiano attinenza con l’attualità.

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Rubrica Gemelli life

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“Garantire legalità e giustizia

per un paese libero e democrati-

coӏ il motto della Fondazione

Caponnetto che l’Istituto

“A.Gemelli” ha avuto l’onore di

ospitare il 12 maggio nella ma-

gnifica location del Castello Mu-

scettola di Leporano, in occasione

della festa dell’Europa.

Il Presidente della Fondazione,

Salvatore Calleri, e il responsabi-

le della sezione Campania, Anto-

nio Di Lauro, sono intervenuti

nella conferenza dal titolo

“Legalità ed Europa” che ha visto

la partecipazione degli alunni di

alcune scuole che si sono occupa-

te del progetto P.O.N. Le(g)ali al

Sud, e che hanno avuto la possibi-

lità di presentare i loro lavori.

La prima parte della tavola roton-

da è stata dedicata alle scuole in

rete, come l’Istituto Comprensivo

“Toniolo” di Fragagnano,

l’Istituto Superiore

“Mediterraneo”, l’Istituto Com-

prensivo di Gatteo, che è interve-

nuto grazie ad una videoconferen-

za, e il nostro Istituto “Gemelli”.

Sono stati diverse e molto signifi-

cative le presentazioni prodotte

dagli alunni. Abbiamo potuto ap-

prezzare l’esperienza dei ragazzi

del “Toniolo”, incentrata

sull’educazione e sul rispetto

dell’ambiente; così come il video

realizzato da un’alunna

dell’Istituto “Mediterraneo” ri-

guardante la legalità e la lotta alla

mafia; o ancora la presentazione

multimediale del percorso di 100

ore, fatto dagli alunni del nostro

Istituto che hanno avuto la possi-

bilità di incontrare e porre do-

mande a “uomini di legalità” co-

me Don Ciotti, il Magistrato

Maurizio Carbone, il Comandante

provinciale dei Carabinieri di Ta-

ranto Giovanni De Blasio, o lo

stesso Salvatore Calleri, ma an-

che toccare con mano realtà di

lotta alla criminalità, come la vi-

sita ad un bene confiscato o al

Comando Provinciale dei Carabi-

nieri di Taranto.

Partendo da una semplice doman-

da – “Cos’è per voi la mafia?” –

Salvatore Calleri è sceso in mez-

zo agli alunni presenti, instauran-

do da subito un contatto imme-

diato con tutti noi.

Ognuno ha partecipato con entu-

siasmo, ma soprattutto con la

convinzione di sapere molte cose

su questo argomento e invece non

era così. Il dott. Calleri e il suo

collega ci hanno mostrato una

parte quasi nascosta della mafia,

anche attraverso i racconti delle

loro esperienze di vita e hanno

intrattenuto gli alunni incantati

che a loro volta hanno fatto molte

domande sull’argomento.

Parlare di mafia è importante, ed

è importante farlo ovunque, an-

che e soprattutto nelle scuole,

perché solo analizzando questi

comportamenti si possono fare

delle riflessioni e capire come

gestire determinati problemi. Ma-

fia non è solo criminalità, ma è

anche un atteggiamento omertoso

di quelle persone che non dicono

la verità su di un fatto, come tal-

volta può accadere anche a scuo-

la. Mafia è anche destabilizzazio-

ne. “Camorra significa confusio-

ne” ha affermato il dott. Antonio

Di Lauro e la confusione sfocia

nel non rispetto delle regole ed è

solo discutendo con i giovani,

con i genitori e con gli insegnanti

che si potrà fare quella rivoluzio-

ne morale necessaria per fronteg-

giare l’illegalità. “E’ una cosa

difficile – ha concluso Salvatore

Calleri – ma è una cosa che va

fatta perché le cose giuste devono

essere fatte” soprattutto ”facendo

delle scelte oculate quando si è

piccoli, quando si è a scuola, non

lasciandosi fuorviare dalle scor-

ciatoie piuttosto che seguire la

strada più lunga, perché la scor-

ciatoia non paga, così come non

paga il crimine” – ha aggiunto

Antonio Di Lauro.

Insomma, diffidiamo delle perso-

ne che si dimostrano troppo gen-

tili ma che si impadroniscono del-

la nostra vita e perseguiamo sem-

pre la legalità. Solo così potremo

costruire un futuro più libero e

più giusto.

Rubrica Gemelli life

Tavola rotonda con la Fondazione “Caponnetto”

12 maggio: “Legalità ed Europa”

di Fabiola Miccoli, Claudia D’Amato Rizzi e Desirèe Guarino 2^C

Pagina 15

Page 16: zine - icsgemelli.edu.it

In occasione delle manifestazioni

per la commemorazione dei due

grandi magistrati, Falcone e Bor-

sellino, il nostro Istituto ha avuto

l’opportunità di partecipare alla

diretta di Studio 100 live, un pro-

gramma di attualità condotto da

Nicla Pastore, per discutere di

legalità.

Il caso ha voluto che giusto quella

mattina la nostra Scuola era stata

derubata dei computer presenti

nel laboratorio multimediale del

plesso di Gandoli. Una giornata

per la legalità iniziata all’insegna

dell’illegalità!

In studio erano anche presenti

alcuni alunni dell’Istituto Tecnico

Industriale “Righi”, accompagna-

ti dalla vicepreside e da una do-

cente di Diritto.

Arrivati agli studi assieme alla

nostra Dirigente e alla prof.ssa

Tanese, eravamo molto emozio-

nati perché non capita tutti i gior-

ni di partecipare ad una diretta

televisiva! Per non parlare poi

dell’ospite della puntata a cui a-

vremmo potuto rivolgere alcune

domande: il procuratore della re-

pubblica Francesco Sebastio.

Dopo averci spiegato il meccani-

smo delle telecamere e dopo aver

“microfonato” gli intervenuti, la

conduttrice ha iniziato col ricor-

dare la strage di Capaci e di Via

D’Amelio che 20 anni fa, spense-

ro la vita di due collaboratori del-

la giustizia: Falcone e Borsellino.

Successivamente ha dato la paro-

la al procuratore Sebastio, che ha

riportato i suoi ricordi di quei

giorni, e alle docenti e alle Diri-

genti per ascoltare come la scuola

interviene dal punto di vista edu-

cativo in materia di legalità.

Ma la parte più entusiasmante per

noi è stata quella conclusiva,

quando abbiamo rivolto le nostre

domande al Procuratore, il quale

ci ha lodato per la nostra prepara-

zione e bravura.

23 maggio: ventennale della morte di Falcone e Borsellino

In diretta su Studio 100 live il Gemelli incontra il Procuratore Sebastio10 di Desirèe Guarino 2^C

Pagina 16

Rubrica Gemelli life

Serena Barbi ha 12 anni e frequento la 2^C .

Le piace molto ascoltare la musica, stare con gli amici e ha una grande pas-

sione per la pallavolo. Ama molto leggere fumetti giapponesi che poi si di-

verte a riprodurre, disegnando i protagonisti, tanto che il suo sogno più

grande è quello di fare un viaggio in Giappone. Per questo quando ha del

tempo libero, studia la lingua, ma anche la cultura giapponese.

È una ragazza tranquilla e riservata, dai mille segreti, ma anche una ra-

gazza che si sa difendere.

Ama gli animali, infatti in casa ha 6 criceti di cui si prendo cura personal-

mente.

Ha deciso di entrare a far parte del progetto di giornalismo perché lo ha

trovato interessante e perché mi piace scrivere. Si occupa della rubrica

“Personaggio del giorno”, uno spazio dedicato ad una personalità importan-

te nata in un determinato giorno.

Page 17: zine - icsgemelli.edu.it

Il 7 Marzo ricorre il 227° anniver-

sario della nascita di Alessandro

Manzoni. Ma chi era costui?

Dalle nostre conoscenze e

dalle letture fatte iin clas-

se, sappiamo che Alessan-

dro Manzoni era un poeta,

drammaturgo e scrittore

italiano,nato a Milano nel

1785. Nacque da Giulia

Beccaria sposata con Pietro

Manzoni, anche se si pensa

che il vero padre di Ales-

sandro fosse Giovanni Ver-

ri.

Numerose sono le sue ope-

re: “Gli Inni Sacri”, dedica-

te alle più importanti feste cristia-

ne, le “Tragedie” e le “Odi” in cui

riflette su importanti avvenimenti

storici del Seicento.

Il suo lavoro più famoso, tuttavia, è

sicuramente “ I promessi sposi”.

Il romanzo è ambientato nel Sei-

cento in Lombardia, più precisa-

mente in una zona che comprende

il ramo lecchese del Lago di Como,

l'Adda, Monza e Milano. Questa

scelta non è casuale

dato che Manzoni

scrive di luoghi a lui

familiari.

I personaggi di que-

sto romanzo fanno

ormai parte della

nostra memoria let-

teraria, collettiva e I

promessi sposi è

l’opera più letta e

studiata, accanto

alla Divina Comme-

dia di Dante.

Ricordiamo Don Abbondio, un uo-

mo pavido, egoista, pauroso e co-

dardo che si ispira alla regola di

"scansare tutti i contrasti e cedere

quelli che non può scansare"; Don-

na Perpetua, la domestica di Don

Abbondio; Renzo, uomo dall’animo

buono, dai valori morali semplici e

onesti, ma anche ingenuo e impul-

sivo e per questo capace di cacciar-

si nei guai; Lucia, fidanzata di

Renzo, donna umile ma di nobili

sentimenti, apparentemente passi-

va che si oppone al suo destino con

la fede, la preghiera e il lavoro;

Agnese, madre di Lucia, decisa e

sbrigativa che vuole far trionfare la

g i u s t i z i a ; D o n R o d r i g o ,

l’antagonista, incapricciato di Luci-

a e sicuro che la sua posizione so-

ciale gli garantiscano l'impunità; la

Monaca di Monza, che accoglie Lu-

cia nella sua fuga dal paese natio

per sfuggire a Don Rodrigo;

l’Innominato, un malvagio e poten-

te uomo che aiuta Don Rodrigo ad

attuare il piano di rapire Lucia; il

Cardinale Federigo Borromeo,

l’arcivescovo di Milano, dotato di

eccezionali risorse di volontà e in-

telligenza.

Manzoni morì a Milano nel 22

Maggio 1873.

comportato la costruzione e

l’impiego della bomba atomica du-

rante la seconda guerra mondiale.

La sua famiglia era ebraica e du-

rante la sua adolescenza si inna-

morò della sua compagna di studi,

MilevaMarić che sposò in Munici-

pio e dalla quale ebbe due figli:

Hans Albert e Eduard.

Einstein non aveva un buon rap-

porto con la scuola e con i metodi di

insegnamento rigidi. Preferiva di

più suonare il violino a casa e stu-

diare l’algebra con suo zio Jakob,

che lo metteva spesso alla prova

con problemi matematici che risol-

veva brillantemente.

Quando tentò di superare l’esame

per l’ammissione al Politecnico di

Zurigo, fu respinto per insufficien-

Il 14 Marzo è una data molto im-

portante: è il giorno in cui nacque

ad Ulma nel 1879, Albert Einstein,

fisico e filosofo tedesco.

Chi non ha mai sentito, almeno

una volta nella vita, pronunciare il

suo nome? E=mc2, è l’equazione

della relatività, dove E rappresen-

ta l'energia, m la massa e c la velo-

cità della luce nel vuoto, grazie alla

quale si è potuta utilizzare

l’energia nucleare anche se ciò a

ze nelle materie letterarie, ma in

seguito decise di riprovare e così

finì gli studi nel 1900.

Il suo ingresso nel mondo della

scienza avvenne abbastanza tardi,

forse anche a causa della sua di-

slessia o semplicemente della sua

timidezza, ma grazie al suo genio

dimostrò la validità della “Teoria

dei quanti” di Max Planck.

Ricevette il Premio Nobel per la

scoperta della legge dell'effetto fo-

toelettrico.

Il 17 aprile 1955 fu colpito da una

improvvisa emorragia causata dal-

la rottura di un aneurisma dell'a-

orta addominale. Fu ricoverato

all'ospedale di Princeton, dove mo-

rì nelle prime ore del mattino del

giorno dopo.

7 Marzo 1785: nasce Alessandro Manzoni di Serena Barbi e Roberta Palantone 2^C

14 Marzo 1879: nasce Albert Einstein di Serena Barbi e Roberta Palantone 2^C

Pagina 17

Rubrica Personaggio del giorno

Page 18: zine - icsgemelli.edu.it

«Sono nata il ventuno a primavera

ma non sapevo che nascere folle,

aprire le zolle

potesse scatenar tempesta»

Il 21 Marzo ricordiamo una grande

poetessa, aforista e scrittrice italia-

na: Alda Merini nata a Milano nel

1931.

Questi versi descrivono esattamen-

te la vita della poetessa, avendo lei

conosciuto l’internamento in ospe-

dale psichiatrico, all’inizio degli

anni Settanta. Un’esperienza che

la portò a scrivere anche alcuni

testi ispirati al manicomio e poi

raccolti ne “La Terra Santa”, del

1984.

Cresciuta in una famiglia poco ab-

biente, composta dal padre Nemo

Merini, la madre, Emilia Painelli,

la sorella Anna e il fratello Ezio,

sin da piccola scrive alcune note

autobiografiche, ma tuttavia vive

molto isolata e poco compresa dai

genitori.

Finendo le elementari con alti voti,

decide di studiare all’Istituto Lau-

ra Solera Mantegazza e cerca di

passare l’esame per l’ammissione

al Liceo Manzoni ma viene respin-

ta perché non sufficiente nella pro-

va d'Italiano...

Fin dai primi anni del suo lavoro

poetico, conosce e frequenta mae-

stri come Quasimodo e Montale che

la sostengono e promuovono la

pubblicazione delle sue opere.

Si sposa con Ettore Carniti e dà

alla luce Emanuela, la sua prima

figlia, cui seguiranno Flavia, Bar-

bara e Simona. Una sera, al rientro

a casa del marito, lei gli scaglia

addosso una sedia perché era anda-

to in giro con degli amici e aveva

speso tutti i soldi in suo possesso.

Ciò le costerà l’internamento in

manicomio a Milano.

Rimasta vedova nel 1981, si rispo-

sa nell’83 con il poeta tarantino

Michele Pierri, medico e primario

del reparto di Cardiologia all'ospe-

dale SS. Annunziata. Rimane a

Taranto per quattro anni, ma con

l’aggravarsi della salute del mari-

to, viene allontanata dalla famiglia

di lui e cade nell’ennesima depres-

sione che la porterà nell'Ospedale

Psichiatrico di Taranto. Fa ritorno

a Milano, nella casa sui Navigli,

nel luglio del 1986, vivendo in po-

vertà per scelta, nonostante il suo

nome diviene ormai famoso e la

sua produzione poetica si fa sem-

pre più feconda.

Il 1° giugno del 2002 il presidente

Carlo Azeglio Ciampi le consegna

l’onorificenza di Commendatore al

merito della Repubblica italiana e

il 16 ottobre del 2007 le viene con-

cessa la laurea magistrale honoris

causa dalla Facoltà di Scienze del-

la Formazione di Messina.

A 78 anni viene ricoverata nell'o-

spedale San Paolo per una decina

di giorni per un tumore osseo e

muore a Milano nel 2009.

Adone e Lucrezia violentata.

Aveva una partecipazione nei pro-

fitti della compagnia teatrale

Chamberlain's Men, successiva-

mente chiamatisi King's Men, che

metteva in scena suoi spettacoli.

Ha scritto in totale 38 opere teatra-

li. William muore il 23 aprile 1616

e viene sepolto nella chiesa di

Stratford.

Ricordiamo alcune delle sue trage-

die più famose come Amleto, Rome-

o e Giulietta, Enrico IV e Macbeth.

Invece, le sue famose Commedie

sono La bisbetica domata, Molto

rumore per nulla e Le allegre coma-

ri di Windsor. Una menzione spe-

Il 23 Aprile ricordiamo un famoso

poeta e drammaturgo inglese, Wil-

liam Shakespeare, nato nel 1564,

una delle più grandi personalità

della letteratura di tutti i tempi e

soprannominato dal popolo inglese

Bardo o Cigno dell'Avon.

Nel 1582, a 18 anni, lo scrittore

sposa Anne Hathaway, bella ragaz-

za proveniente da una famiglia

contadina. Anne diede alla luce ben

tre figli di cui gli ultimi due gemel-

li. Purtroppo uno di essi a soli un-

dici anni, muore. Intanto, William

decise di dedicarsi al teatro, scri-

vendo testi e pubblicando anche

due poemetti d'amore, Venere e

ciale meritano due opere fantasti-

che nelle quali sogno e realtà si

mescolano in maniera talmente

suggestiva da essere dei veri e pro-

pri capostipiti del genere fantasti-

co: Sogno di una notte di mezza

e s t a t e e L a t e m p e s t a .

Finora di Shakespeare si conosce-

vano solo due immagini post mor-

tem: il busto di marmo sulla tom-

ba, e l'incisione usata nel frontespi-

zio di una delle prime edizioni delle

opere che da allora è stata ripro-

dotta innumerevoli volte fino a og-

gi su libri, poster e magliette. In

questi ultimi anni, tuttavia, è stato

ritrovato un ritratto di William

Rubrica Personaggio del giorno

21 marzo 1931: nasce Alda Merini di Serena Barbi e Roberta Palantone 2^C

23 aprile 1564: William Shakespeare di Serena Barbi e Fabiola Miccoli 2^C

Pagina 18

Page 19: zine - icsgemelli.edu.it

Shakespeare che con ottime proba-

bilità pare essere il più vicino alla

realtà. Si tratta, infatti, dell’unico

ritratto eseguito quando Shakespe-

are era ancora in vita, nel 1610,

all’età di 46 anni. Il poeta sarebbe

morto sei anni dopo.

In molti dicono che il drammaturgo

e poeta non sia mai esistito. Ma è

vero?

Ovviamente, non si sa con certez-

za, poichè gli scarsi documenti e

riferimenti biografici hanno ali-

mentato il dubbio. Per questo moti-

vo, alcuni dicono che Shakespeare

sia in realtà il filosofo Francis

Bacon, altri credono che le opere

siano state scritte da Robert Deve-

r e u x , o a d d i r i t t u r a

dall’aristocratico Edward de Vere,

conte di Oxford, su cui ruota la sto-

ria bellissima, anche se incerta, del

film Anonymous, diretto da Roland

Emmerich e uscito nel 2011.

Ma vi siete mai chiesti perché Sha-

kespeare nella maggior parte delle

sue opere nomina città italiane? E

come fa a conoscerle così bene? E

perché le sue origini sono molto

vaghe?

In molti hanno cercato di ripercor-

rere le origini dell’autore, avanzan-

do un’ipotesi suggestiva: “E se Sha-

k e sp e a r e f o s se i t a l i a n o ? ”

Per cominciare, il nome Shakespe-

are significa Scrolla la lancia o

meglio Scrolla Lanza, che ci ripor-

ta al cognome di una nobildonna

messinese, sicuramente di una cer-

ta cultura, Guglielma Crollalanza,

sposata con un medico,

Giovanni Florio, e madre

di Michelangelo Florio

Crollalanza, un tragedio-

grafo siciliano quasi scono-

sciuto, vissuto nella stessa

età del ben più noto dram-

maturgo inglese.

La chiave del mistero è

l'anno 1564, anno in cui

nasce Shakespeare e muo-

re Calvino. È il periodo in

cui l'Inquisizione è alla ricerca del-

la famiglia Florio-Crollalanza, una

coppia di eretici che fuggono nel

Veneto con il figlio Michelangelo e

a Treviso acquistano Casa-Otello

in cui si diceva che un marito gelo-

so avesse ucciso la moglie, che ne-

anche a dirlo si chiamava Desde-

mona: che strana coincidenza!

Michelangelo Florio Crollalanza

studia a Venezia, Padova e Manto-

va, viaggiando tra la Danimarca, la

Grecia, la Spagna e l'Austria; poi

torna in Italia e si innamora di

Giulietta: la storia tra i due finisce

male e pare che Giulietta muoia

suicida… un'altra strana coinci-

denza!

Poi è anche strano che l'inglese

Shakespeare abbia ambientato

buona parte delle sue opere in Ita-

lia, che avesse una conoscenza così

approfondita della scena, della lin-

gua, del teatro nonché una dimesti-

chezza non indifferente con i luoghi

italiani, lui che, secon-

do le biografie ufficiali,

non aveva mai visitato

l'Italia.

Quindi sembra che

Shakespeare e Miche-

langelo Florio Crolla-

lanza siano la stessa

persona, partita dalla

Sicilia all'età di 24 an-

ni per fuggire a Londra

a causa dell'Inquisizio-

ne, che perseguitava il giovane, in

quanto convinto calvinista. A Lon-

dra avrebbe cambiato il suo nome

nell'equivalente inglese anche per-

ché lì c’era un suo cugino materno,

che aveva già tradotto il suo cogno-

me in Shakespeare e che aveva

avuto un figlio deceduto prematu-

ramente, di nome William.

Possibile che Shakespeare fosse

veramente di Messina, città in cui

ambienta "Troppo rumore per nul-

la"? Sembra proprio di sì, se si pen-

sa che Crollalanza scrisse in mes-

sinese un'opera intitolata "Troppu

t r a f f i c u p ì n n e n t i " , b e n

cinquant’anni prima dell'omonima

opera inglese, di cui sembra esser-

ne proprio la versione originaria.

Un'altra coincidenza … ma sem-

brano troppe…

un maestro che diede lezioni priva-

te in casa Carter e i genitori, pre-

occupati che il loro figlio non si am-

malasse, non gli

permisero di

giocare con gli

altri bambini.

Il padre, essen-

do pittore ed

illustratore di

grande talento,

insegnò a suo

figlio la tecnica

dell’acquerello, senza che egli di-

Il 9 Maggio si festeggia il 138° an-

niversario dalla nascita di un gran-

de archeologo ed egittologo britan-

nico, Howard Carter

che scoprì la tomba di

T u t a n k h a m o n .

Howard Carter aveva 7

anni quando sua ma-

dre pensò che biso-

gnasse mandarlo a

scuola, ma il padre non

era d’accordo perché lo

riteneva troppo cagio-

nevole di salute. Allora fu chiamato

mostrasse una grande passione.

Grazie al padre, comunque, Ho-

ward conobbe uno dei più grandi

collezionisti di antichità egizie, che

lo raccomandò come disegnatore

per una spedizione in Egitto, finan-

ziata dal British Museum. Il suo

compito era quello di riprodurre ad

acquerello le pitture tombali ed

altri reperti archeologici.

Giunto al Cairo, apprese le tecni-

che e i metodi degli scavi archeolo-

gici e a soli 25 anni, fu nominato

ispettore capo del sud dell’Egitto.

9 maggio 1874: nasce Howard Carter di Serena Barbi e Roberta Palantone 2^C

Pagina 19

Rubrica Personaggio del giorno

Page 20: zine - icsgemelli.edu.it

Una sera, durante il solito esame

degli oggetti rinvenuti, Carter les-

se sul sigillo di un anello, il nome

di un re: “Tut-Ankh-Amon”, ovvero

“Più che mai vivo è Amon”, un fara-

one vissuto tra il 1336 e il 1327

a.C., salito al trono all’età di 9 anni

e morto dopo 10 anni circa.

Sulla base di questa scoperta, dopo

molto tempo, ottenne la concessio-

ne di scavo nella Valle dei Re, fi-

nanziata dall’inglese Lord Carnar-

von. Il 3 Novembre del 1922 gran-

de fu la gioia quando dalla sabbia

di fronte alla tomba di Ramesse VI,

riaffiorò un gradino che presto si

trasformò in una scala che giunge-

va ad una porta con ancora i sigilli

intatti, segno che non era mai sta-

ta violata. All’apertura della porta

si rivelò tutta la grandiosità del

corredo ancora intatto.

Il 16 Febbraio, alla presenza di

Carter ma non di Lord Carnarvon

(morto l’anno precedente), venne

aperto il sarcofago d’oro con

all’interno la mummia intatta del

faraone bambino, con il volto coper-

to da una maschera d’oro massiccio

riproducente le sembianze del de-

funto.

Dopo 40 anni di attività in Egitto,

Howard fece ritorno a Londra. Era

ammalato: l’impossibile clima del

deserto, il logorante lavoro sotter-

raneo, ma soprattutto gli scontri e

le emozioni derivati dalla scoperta

del secolo, gli aveva-

no minato la salute.

A 58 anni si muove-

va come un vecchio e

ritiratosi nella sua

casa, senza amici,

prese a vivere come

un eremita. Sentiva

che, dopo aver porta-

to a termine il suo

compito, non aveva

più nulla da atten-

dersi dalla propria

esistenza. Morì a

Londra nel 1939,

all’età di 65 anni.

Il ritrovamento della tomba di Tu-

tankamon è stata la scoperta più

se n sa z io n a l e ne l l a s t o r i a

dell’egittologia in quanto è una del-

le poche sepolture dell’antico Egit-

to pervenutaci quasi intatta.

Attorno al personaggio del re, tut-

tavia, incombono alcuni misteri e

soprattutto una maledizione, la

famosa Maledizione di Tutanka-

mon. Si disse, infatti, che era stata

rinvenuta una iscrizione, di fatto

inesistente, secondo cui: "la morte

verrà su agili ali per colui che pro-

fanerà la tomba del Faraone". In

realtà, Carter morirà nel

1939, all’età di 65 anni, ed

il Dr. Derry, che eseguì la

prima autopsia sul corpo

di Tutankhamon, morirà

addirittura nel 1969

all’età di 87 anni. La stes-

sa Lady Evelyn, figlia di

Lord Carnarvon, presente

alla scoperta e tra le pri-

me ad accedere alla tom-

ba, morirà nel 1980,

all’età di 79 anni.

Per quanto riguarda la

morte del re Tutankamon,

avvenuta in giovane età, si pensa-

va fosse stato deceduto in seguito

ad una infezione fulminante o ad-

dirittura alla somministrazione di

un veleno. Solo nel 2010, in seguito

ad un’ulteriore autopsia, si è riu-

sciti a sapere che il faraone fosse

affetto dal male di Kohler e che la

sua morte fosse avvenuta per una

infezione malarica.

Roberta Palantone ha 12 anni e frequenta la 1^C.

Le sue giornate sono molte impegnate, tra attività sportive ed extrascolastiche,

tra cui il giornalino.

È una ragazza a cui piace molto scrivere e raccontare le sue esperienze, infatti

proprio per questo motivo ha scelto di partecipare a questo corso.

È appassionata di libri di avventura e di fantascienza.

I cantanti che la affascinano sono Jennifer Lopez, i Modà e Adele Laurie Blue

Adkins.

Le piace ballare, pattinare e ascoltare la musica.

Insomma una ragazza con molte passioni e obiettivi per la vita.

Rubrica Personaggio del giorno

Pagina 20

Lorenzo Barbati ha 11 anni e frequenta la 1^C .

Gli piace giocare a calcio e i suoi calciatori preferiti sono Neymar, C.Ronaldo,

Messi e Snejider.

Adora stare con gli amici ma anche per conto suo e leggere libri di avventura o

ascoltare la musica e i suoi gruppi preferiti sono i Modà e i Negramaro.

Si diverte a fare gare con i pattini con sua sorella e ascoltare la musica.

Ha degli amici speciali e di questo si vanta anche se a volte capita di litigare.

Il progetto del Giornalino è stata un’idea fantastica perché gli ha permesso di co-

noscere nuovi amici ed è molto bello fare articoli di cronaca o di musica.

Cura la rubrica “Accadde oggi”, una rubrica che ripercorre un po’ la storia attra-

Page 21: zine - icsgemelli.edu.it

Le origini della festa dell’ 8 marzo

risalgono al 1908, quando a New

York, pochi giorni prima di questa

data, le operaie dell’ industria tes-

sile Cotton scioperarono a causa

delle condizioni in cui erano co-

strette a lavorare.

Lo sciopero continuò per qualche

giorno, finche l’ 8 marzo il proprie-

tario Mr. Johnson, bloccò tutte le

porte della fabbrica per impedire

alle donne di uscire.

In seguito ad un incendio le 129

donne prigioniere non riuscirono

ad uscire e morirono nella fabbrica.

Successivamente, in ricordo della

tragedia Rosa Luxenburg propose

questa data come giornata di lotta

internazionale in favore delle don-

ne.

Negli anni successivi, vi sono state

una serie di celebrazioni che nei

primi tempi erano circoscritte sol-

tanto agli Stati Uniti.

Con il diffondersi e il moltiplicarsi

delle iniziative, la data dell’8 mar-

zo ha assunto un’importanza mon-

diale e ai giorni nostri la festa delle

donne è molto attesa, anche se con

il passare degli anni, è andato per-

duto il vero significato di questa

ricorrenza.

fosse una nave inaffondabile e il

suo nome deriva infatti dai Titani,

divinità giganti e potentissime che

regnavano sul mondo.

Ci misero un anno intero per co-

struirlo e costò 400 milioni di dolla-

ri odierni. Il biglietto di prima clas-

Oggi ricorre il centenario

dell’affondamento del Titanic, il

transatlantico più lussuoso che si è

inabissato nell’Oceano Atlantico

nella notte tra il 14 e il 15 Aprile

del 1912.

Si diceva che “il gigante del mare”

se costava 70.000 dollari odierni,

mentre quello di terza classe 700

dollari odierni.

La nave veniva considerata un gio-

iello tecnologico, e anche negli in-

terni era elegante ed innovativa.

Tuttavia già durante la sua costru-

8 Marzo: Giornata della Donna Di Lorenzo Barbati 1^C

14 aprile: il disastro del Titanic

Di Fabiola Miccoli 2^C

radioattività nell’aria per un raggio

di 25 kilometri.

Ad un anno di distanza è impossi-

bile quantificare tutti i

danni alla salute,

a l l ’ a m b i e n t e ,

all’economia e alla vita

di ogni cittadino giappo-

nese. Per la riparazione

di un solo reattore biso-

gnerebbe sborsare oltre

16.455.400.000 yen pari

a 200 mila dollari, che

diventerebbe una cifra impensabile

per riparare tutta la centrale nu-

cleare. Ma di riparazioni non se ne

parla ancora, visto che adesso stan-

no ancora cercando di ripulire e

decontaminare la zona circostante.

L’acqua, le piante, gli animali, il

cibo e soprattutto le persone sono

contaminate, e non avranno più

una vita normale, non avranno la

loro casa, e rischiano di perdere la

vita o che stanno ancora cercando i

loro cari perché dispersi, e parecchi

sono mamme, figli e padri di cui

non si ha più traccia.

Così oggi si è voluto ricordare il

disastro avvenuto l’11 marzo 2011

con una catena umana che ha uni-

to Lione ad Avignone, per dire “no

al nucleare”, in una nazione, la

Francia, che possiede ben 11 reat-

tori al confine con la Germania.

L’11 marzo 2 011 r i co rre

l’anniversario del terribile terremo-

to di magnitudo 9 che ha colpito la

cittadina giapponese

di Fukushima. A po-

chi minuti dalle scos-

se si propagò un e-

norme massa d’acqua

sul territorio giappo-

nese sommergendo la

centrale nucleare che

riportò numerosi

danni a quattro reat-

tori. A peggiorare le cose, il black-

out provocato dallo tsunami impedì

lo spegnimento della centrale e

provocò l’esplosione dei reattori che

liberarono una notevole quantità di

11 marzo 2011: terremoto in Giappone di Lorenzo Barbati 1^C e Desirèe Guarino 2^C

Pagina 21

Rubrica Accadde oggi

Page 22: zine - icsgemelli.edu.it

zione sembrava che il Titanic fosse

in qualche modo predestinato. Esi-

stono molti motivi per parlare di

una maledizione del

Titanic, ad esempio

il numero dello scafo

del Titanic era

390904, un numero

che, se scritto a ma-

no e mettendo il fo-

glio davanti ad uno

specchio, si trasfor-

ma nella frase “No

Pope” che significa “Niente Papa”,

sicuramente di cattivo auspicio. Un

altro esempio è quello di un inno

funebre scritto da una poetessa

americana proprio nel periodo pre-

cedente il disastro del Titanic, e

che parlava di una nave che si

scontrava con un iceberg.

Lo stesso comandante sembra a-

vesse fatto già molti incidenti con

altre navi e quindi veniva conside-

rato un comandante piuttosto spe-

ricolato.

Ad ogni modo, la

nave partì per il

suo primo e ultimo

viaggio il 10 Aprile

1912 dal Regno

Unito diretta a

New York, coman-

data dal capitano

Edward John

Smith.

Il 14 aprile, dopo quattro giorni

dalla partenza, il capitano conse-

gnò un messaggio a Bruce Ismay,

l’amministratore delegato della

White Star, in cui segnalava la pre-

senza di ghiaccio sulla rotta del

Titanic. Quest’ultimo non diede

molto peso alla cosa e decise sola-

mente di deviare la rotta.

Nel pomeriggio e fino a sera arriva-

rono ben altri quattro messaggi,

che segnalavano anch’essi la pre-

senza di ghiaccio, ma inspiegabil-

mente non giunsero al ponte di

comando.

Alle 23.35, le vedette videro un

iceberg di fronte alla nave;

l’avvistamento avvenne in ritardo

per la mancanza di binocoli e quin-

di fu avvistato ad occhio nudo. Una

delle vedette suonò tre volte la

campana e telefonò al ponte di co-

mando. Arrivato l’allarme, cercaro-

no di virare, ma la nave viaggiava

troppo velocemente e non riusciro-

no a rallentare per evitare

l’impatto.

Nella strage, persero la vita 1.517

dei 2.227 passeggeri imbarcati,

una vera tragedia che oggi possia-

mo ricordare solo vedendo docu-

mentari o vecchie foto in bianco e

nero.

Vincenzo Grottola è nato a Massafra il 17 Agosto 1999 e frequenta la 2^C.

La sua più grande passione è la musica, infatti non solo ascolta il suo Ipod pratica-

mente dalla mattina alla sera, ma frequenta anche un corso di violino privatamente

da tre anni. Per questi motivi gli piacciono tutti i generi musicali dal rock’n’roll, al

rag, al jazz, al blues, cosi come anche la musica classica.

I suoi gruppi preferiti sono i Beatles, gli Earth Wind & Fire, Phil Collins, Bob Mar-

ley e i Blues Brothers. Oltre alla musica, adora scrivere poesie e leggere libri di av-

ventura.

In questo giornalino si occupa della rubrica Radio Gemelli nella quale presenta al-

cune canzoni analizzandone il significato e raccontando qualcosa sul cantante che le

ha composte.

Rubrica Accadde oggi

sull’acciaio avrebbero realizzato

un’intesa tra gli Stati europei scon-

giurando così l’ipotesi di un’altra

guerra.

Durante un vertice dell'UE, tenuto-

si a Milano nel 1985, si è deciso di

fare del 9 maggio la "Festa dell'Eu-

ropa" e questa data, insieme alla

bandiera, l'inno, la moneta (l'euro)

e il motto, è uno dei simboli della

nostra Unione Europea.

Le attività e le

manifestazioni

che si organiz-

zano nei vari

Stati europei

per la Festa

d e l l ' E u r o p a

sono un'oppor-

tunità per av-

vicinare i po-

poli europei.

Il 9 maggio del 1950 Robert Shu-

man in occasione del discorso a

Parigi propose di propose di creare

un'Europa unita per evitare guerre

fra gli Stati che la componevano.

Questa proposta viene considerata

l'atto che fece nascere l'Unione Eu-

ropea ed è nota a noi anche come

"Dichiarazione Shuman".

All’indomani della Seconda guerra

mondiale, Schuman pensava che

accordi economici sul carbone e

9 maggio: Festa dell'Europa

di Lorenzo Barbati 1^C

Pagina 22

Page 23: zine - icsgemelli.edu.it

Il 1° marzo è scomparso per un at-

tacco cardiaco uno dei più grandi

cantanti della musica italiana, Lu-

cio Dalla, mentre si trovava per un

concerto a Montreux, in Svizzera.

Domenica avrebbe compiuto 69

anni, come ricordato dal titolo di "4

marzo '43", e proprio Domenica si

celebreranno i suoi funerali.

La carriera discografica di Dalla è

lunga 50 anni ed è costellata da

innumerevoli successi. Tanto per

citarne alcuni: Caruso, Piazza

Grande, Attenti al lupo e Canzone.

Nonostante fosse musicalmente

analfabeta, in quanto non sapeva

leggere il pentagramma, era in

grado di suonare tre strumenti: il

sassofono, il clarinetto e la tastie-

ra. Aveva ereditato questa straor-

dinaria capacità dal suo padrino,

Renzo Arbore che lo aveva tenuto

sulle ginocchia e, potremmo dire,

cresciuto dopo la morte del padre,

avvenuta all’età di 7 anni e

l’assenza di sua madre costretta a

lavorare per poter mandare avanti

la famiglia.

Grazie ad Arbore, scoprì un grande

amore, quello per il jazz, che lo por-

terà ad attirarsi ammirazione di

tanti, fra cui De Gregori o Ron, con

i quali stringe profondi rapporti

professionali e d’amicizia.

Il suo successo è arrivato anche

all’estero infatti la sua canzone più

famosa,Caruso, è stata tradotta in

molte lingue e ha venduto oltre

nove milioni di copie in tutto il

mondo, una canzone che, ricorda il

presentatore Pippo Baudo, non vo-

leva cantare, ma che invece si è

rivelata da subito un grandissimo

trionfo.

Ed è proprio Caruso, la canzone

che andremo ad ascoltare.

Il cantautore bolognese stava navi-

gando con la propria imbarcazione,

ma in seguito ad un guasto, dovet-

te fermarsi a Napoli e soggiornò

nel miglior albergo di Napoli, lo

stesso albergo dove molti anni pri-

ma (nel 1921), morì per un tumore

alla gola il grande tenore per eccel-

lenza: Enrico Caruso.

Durante la sua permanenza, i pro-

prietari dell’albergo raccontarono

che il tenore, negli ultimi giorni di

vita, dava lezioni di canto a una

giovane donna della quale si inna-

morò.

Commosso da questa storia, Dalla,

così, immagina che una sera Caru-

so facesse portare un pianoforte a

coda sul terrazzo vicino al mare e

iniziasse, sfidando il dolore, a can-

tare a pieni polmoni una splendida

romanza d'amore per la bella. Dal-

la immagina che dei pescatori che

erano al lavoro con le loro lampare

poco distanti, abbandonassero i

saraghi e le triglie attratti da quel

miracolo d'arte, d'amore e morte

che si svolgeva vicino a loro.

“Ma sì, è la vita che finisce ma lui

non ci pensò poi tanto

anzi si sentiva già felice e ricomin-

ciò il suo canto”

Ed è questo che ci piace pensare

anche di Lucio Dalla, adesso è lì a

ricominciare il suo canto …

dal titolo “Maledetta Primavera”;

così come Riccardo Cocciante e la

sua “Cervo a Primavera”; o ancora

Laura Pausini e la “Primavera In

Anticipo”.

Ma la canzone che oggi voglio farvi

ascoltare “E’ la Primavera” di Ma-

rina Rei.

Un video sicuramente allegro che

ci ricorda il sole, le giornate calde

della primavera e che mette voglia

di ballare e cantare.

21 marzo: finalmente è arrivata la

Primavera!!!

Le giornate iniziano ad allungarsi,

i fiori iniziano a sbocciare, inizia a

fare più caldo e si avvicinano le

tanto desiderate vacanze!

Molti cantanti, poeti e compositori

hanno dedicato musiche e poesie a

questa stagione. Per esempio pos-

siamo ricordare Vivaldi che ha

dedicato alla primavera un movi-

mento delle “Quattro Stagioni“; o

in epoca più recente, Loretta Goggi

ha cantato una struggente canzone

Puntata n.1: omaggio a Lucio Dalla

di Claudia D’Amato Rizzi 2^C

Puntata n.2: Bentornata Primavera! di Vincenzo Grottola 2^C

Pagina 23

Rubrica Radio Gemelli

Page 24: zine - icsgemelli.edu.it

Tutti sappiamo che in questa setti-

mana, nella notte tra il 14 e il 15

aprile ,di cento anni fa, naufragava

il Titanic portando con sé quasi la

metà dei suoi passeggeri. Questa è

una tragedia che ha toccato tutti e

molti, in diversi modi, hanno cerca-

to di dare un contributo realizzan-

do musei, mostre, film o anche mu-

siche. Il regista James Cameron,

ad esempio, dirige il film Titanic

campione di incassi nel 1997 facen-

do rivivere i momenti angoscianti

dell’affondamento del transatlanti-

co attraverso le vite di due ragazzi

di differente classe sociale, Jack

Dawson e Rose Dewitt Bukater,

che si innamorano a bordo della

nave. Colonna sonora del film sono

state le note di una canzone scritta

da James Horner e cantata dalla

bellissima voce di Celine Dion.

Una melodia molto profonda e ro-

mantica che descrive il potere scon-

volgente di un amore che va oltre

la morte. Una canzone musical-

mente molto difficile per le note

lunghe e gli acuti che solo la brava

cantante Celine Dion può intonare

con facilità.

“Vicino, lontano, ovunque tu sia

Io credo che il cuore continuerà a

battere

Ancora una volta apri la porta

E sei qui nel mio cuore

E il mio cuore continuerà a batte-

re”.

Rubrica Radio Gemelli

Puntata n.3: Omaggio al Titanic di Vincenzo Grottola e Claudia D’Amato Rizzi 2^C

Parallelamente alla sua fortuna

commerciale, il brano è stato lodato

dai critici. John Watson, manager

di Gotye con Danny Rogers, ha af-

fermato a proposito del suo succes-

so: "Non abbiamo mai visto una

canzone entrare in un contatto più

spontaneo e profondo con così tante

persone. È un brano registrato e un

video molto speciale".

Particolare è la musica, una sem-

plice e ripetitiva sequenza di accor-

di sempre uguali, ma anche il video

che ne interpreta perfettamente il

significato. Esso si apre con un pri-

mo piano del cantante, completa-

mente svestito e con le spalle ap-

poggiate ad un muro bianco. Ciò

sta a significare come in un auten-

tico rapporto di coppia, ciascuno

deve mettere a nudo la propria ani-

ma e farsi conoscere dall’altro per

quello che si è; il muro, invece, rap-

presenta il mondo circostante.

Durante il video, dei colori pastello

ricoprono pian piano il corpo di Go-

tye estendendosi anche al muro.

Compare quindi la figura femmini-

le, interpretata dalla bellissima e

bravissima Kimbra, totalmente

colorata e quasi mimetizzata con la

parete, che canta le sue ragioni e

come si sentiva sola, gridando e

guardando il compagno, mentre lui

non ricambia mai lo sguardo.

I colori, metaforicamente, rappre-

sentano l’armonia e la felicità che

c’è all’inizio di una relazione, quan-

do due persone sembrano essere

una cosa sola o sembra che faccia-

no parte di un solo mondo e tutto è

più bello, più colorato appunto. Poi,

purtroppo, col tempo e col cono-

scersi meglio, capita che ci si possa

fare del male e la magia finisce e

con essa l’amore che ciascuno pro-

vava nei confronti dell’altro. Ci si

lascia, volendo rimanere buoni a-

mici, anche se non accade mai. En-

trambi sembrano avere le loro ra-

gioni e l’amore lascia il posto alla

rabbia e alla tristezza.

Gotye incomincia a perdere il colo-

re e così anche Kimbra e la stessa

parete ritorna ad essere bianca e

solo allora Gotye guarda Kimbra,

non ricambiato perchè lei ormai

non ha più nulla da dirgli e diventa

soltanto Somebody I used to know,

una persona che conoscevo..

Somebody That I Used to Know è

un brano musicale del cantautore

belga Gotye, estratto dal suo terzo

album di inediti, Making Mirrors, e

cantato in collaborazione con Kim-

bra.

Il brano è stato scritto dallo stesso

Gotye, a proposito delle proprie

esperienze nei rapporti sentimen-

tali. È stato pubblicato il 6 luglio

2011 e subito è stato molto accla-

mato dalla critica musicale e ha

riscosso un sorprendente successo

in Australia, detenendo la #1 per

otto settimane, divenendo la prima

canzone australiana che ha passato

più tempo al primo posto da Truly

Madly Deeply dei Savage Garden

nel 1997.

Il singolo ha conquistato anche il

mercato europeo, riscuotendo molto

successo in Belgio, Regno Unito,

Irlanda, Germania, Austria e Italia

e proprio nel nostro Paese è nata

una polemica circa il possibile pla-

gio da parte di Gotye verso la nin-

na nanna per cani di Luciano Sili-

ghini Galagnani, intitolata "Milla

piccolo cagnetto"; lo stesso Gotye

ha ammesso di essersi ispirato al

brano.

Puntata n.4: Gotye, Somebody I used to know

di Claudia D’Amato Rizzi 2^C

Pagina 24

Page 25: zine - icsgemelli.edu.it

inciso.

“Laadin Sa-Sim” – disse e non ap-

pena ebbe pronunciato queste pa-

role, una luce immensa li avvolse e

un vortice li risucchiò quasi

all’istante.

Quando la luce si dissolse, i due

erano ancora nella stanza della

antica dimora, ma capirono subito

che c’era qualcosa di diverso. Nuovi

suoni provenivano dalla finestra e

la casa sembrava più nuova e cosa

strana era completamente arreda-

ta.

Si affacciarono e videro in lonta-

nanza piazza S. Marco, ma la gente

era molto diversa ed era vestita

con abiti che i ragazzi avevano vi-

sto solo nei libri di Storia.

Capirono di essere tornati indietro

nel tempo. Scesero in strada e si

sentirono subito osservati. Chiun-

que li guardava con aria strana,

per i loro vestiti e per la loro accon-

ciatura di capelli. Videro un ragaz-

zino, vestito come loro, che gironzo-

lava disorientato per le strade del-

la città. Appena i loro occhi si in-

crociarono, capirono che erano le-

gati dalla stessa sorte e infatti era

così. Anita e Tommy fermarono il

ragazzino chiedendogli dove si tro-

vassero e il ragazzo, che si chiama-

va Paul, rispose che era tutto stra-

no per lui: aveva seguito delle indi-

cazioni su una mappa che aveva

trovato il giorno prima e si era ri-

trovato, non sapeva come, in una

Venezia che non riconosceva. Anita

prontamente rispose che anche a

loro era successa la stessa cosa e

così i tre fecero subito amicizia e

decisero di girovagare per Venezia

nell’attesa di decidere cosa fare.

Si ritrovarono in piazza San Mar-

co, affollata come non mai. Notaro-

no subito qualcosa di diverso: di

lato alla basilica patronale, c’era

una chiesa che non avevano mai

visto prima. Scoprirono che era

una chiesa dedicata a San Gemi-

niano di Modena che fu costruita a

partire dal 1505. Questo era ciò che

i ragazzi avevano saputo chiedendo

ai passanti e si meravigliarono co-

me mai questa meraviglia si fosse

persa nel loro tempo, ma nessuno

ovviamente poteva dar loro una

risposta. Nessuno poteva sapere

che qualche secolo dopo, Napoleone

volle distruggere la chiesa per edi-

ficare una sala da ballo.

Stanchi di camminare, chiesero ad

un gondoliere di fare un giro sulla

sua gondola, ma ricevettero uno

sgarbato rifiuto e ci mancò poco

che il gondoliere non li malmenas-

se.

Nella corsa per sfuggire al gondo-

liere, dovettero evitare la scia ma-

leodorante del contenuto di un sec-

chio che “simpaticamente” un ve-

neziano aveva gettato dalla sua

finestra. L’igiene e l’uso delle fo-

gne, infatti, erano una conquista

che la società rinascimentale anco-

ra non aveva realizzato…

Guardandosi attorno, in alcuni casi

sembrava che il tempo non fosse

mai trascorso, in altri invece man-

cavano tante cose, così come alcuni

edifici. Ovviamente non esistevano

auto o barche a motore, e nemme-

no il problema dello smog e

dell’inquinamento. Tutta la tecno-

logia a cui erano abituati non esi-

steva e cominciavano a sentirne la

mancanza, così come sentivano la

mancanza della loro famiglia e dei

loro amici. Tuttavia, non sapevano

come tornare indietro…

Dovettero rubare dei vestiti per

dare meno nell’occhio, in quanto la

gente incominciava a fare domande

su questi strani ragazzini che cir-

colavano per la città. Tommy, di-

straendo il negoziante, rese più

facile il lavoro ad Anita e Paul che

“presero in prestito” delle casacche

e dei pantaloni da una bottega e

poi di fretta scapparono, ma non si

accorsero che una guardia li teneva

d’occhio.

Passavano la giornata a cammina-

re in lungo e in largo per i ponti e

le strade di Venezia, rubacchiando

Anita era una ragazza di undici

anni, viveva nei dintorni di Vene-

zia con sua madre, mentre suo pa-

dre risiedeva a Londra per lavorare

come regista cinematografico. Era

un pomeriggio come tutti gli altri e

Anita svolgeva i suoi compiti sul

tavolino del giardino, tenendo il

suo gatto Miolì sulle gambe. Ad un

tratto il gatto scese e scomparve

oltre il muretto che delimitava la

casa con quella del suo migliore

amico, Tommy.

Anita, sorpresa, lasciò i suoi compi-

ti e si mise alla ricerca di Miolì,

recandosi dal suo amico. Tommy

che l’accolse come sempre sorriden-

te. Era contento di vedere la sua

vicina di casa. Era la sua migliore

amica e si divertivano spesso a

combinarne di tutti i colori. Dopo

aver chiacchierato un po’, Anita

notò che di Miolì non c’era traccia e

incominciò a preoccuparsi. Decise-

ro così di uscire alla ricerca del gat-

to e sentirono dei miagolii prove-

nienti da una casa quando passaro-

no davanti all’edificio antico che

Eva, la mamma di Anita, stava

cercando di restaurare. Qui era

vissuto uno scrittore di nome Back

Lime, famoso per aver scritto ro-

manzi di avventura ambientati nel

Rinascimento.

Non fecero in tempo a mettere pie-

de nella casa che Anita scorse Miolì

nel corridoio. Lo chiamò, ma il gat-

to velocemente entrò in una stanza

e si perse nella penombra. I due

ragazzi lo seguirono e lo trovarono

in un angolo della stanza, che si

guardava intorno miagolando e

capirono subito che era impaurito

da tutti gli affreschi disegnati sulla

parete. Così Anita si avvicinò e lo

prese in braccio. Piegandosi, notò

che il pavimento di legno era un po’

sconnesso e la curiosità prese il

sopravvento. Fu più forte di lei..

alzò quell’asse del pavimento e vi

trovò sotto un rotolo con dei disegni

e delle scritte. Sembrava una map-

pa. La mostrò subito a Tommy che

incominciò a leggere ciò che era

La città nascosta

di Marco Maggio 1^C

Pagina 25

Rubrica Con un pizzico di fantasia

Page 26: zine - icsgemelli.edu.it

ogni tanto di qua e di là qualcosa

da mangiare, fino a che la guardia

che li teneva d’occhio da qualche

giorno, li fermò e riuscì finalmente

ad acciuffarli e ad arrestarli.

Così la loro avventura finì nel car-

cere di San Domenico in Castello, il

carcere dell’Inquisizione...

Mentre pensavano sul da farsi, si

accorsero che insieme a loro, nella

cella c’era uno strano uomo, cupo,

seduto per terra in un angolino.

- Chi siete? – disse l’uomo

I ragazzi, timorosi, decisero di

scambiare qualche parola, per capi-

re dove si trovassero e così seppero

che il loro compagno di cella era

stato un sacerdote che aveva viag-

giato molto tra l’Italia e altre na-

zioni europee, tra cui l’Inghilterra,

fino a quando, rientrato a Venezia,

era stato accusato di eresia perché

praticava riti magici e non credeva

nella Trinità, ma piuttosto

nell’esistenza di mondi infiniti. Si

presentò: era Giordano Bruno!

Stava per continuare, quando Ani-

ta lo fermò.

- Ascolta, noi veniamo dal futuro e

ti conosciamo benissimo. Giusto

l’altro giorno la nostra prof ci par-

lava di te e del secolo della scienza,

il ‘600. Sarai condannato al rogo

per le tue idee, Giordano. Nel Cam-

po dei Fiori a Roma, nel 1600 e nel

luogo dell’esecuzione nella nostra

epoca c’è una statua in tuo onore.

Noi dobbiamo assolutamente tro-

vare un modo per ritornare nella

nostra epoca. Vieni con noi e così

potrai salvarti.

Giordano riflettè a lungo sulle pa-

role della ragazzina, ma poi scosse

la testa. - No, voglio rimanere qui

ed affrontare il mio destino. Credo

sia più giusto così...

Calò un gelido e triste silenzio fino

a quando Giordano non ricominciò

a parlare. – Ma non vi siete presen-

tati. Come vi chiamate?

-Anita

-Paul

-Tommy - dissero i ragazzi contem-

poraneamente

Giordano li guardò, abbozzando un

breve sorriso, e Anita non potè fare

a meno di abbracciarlo.

– Dovete assolutamente ritornare

nel vostro tempo. Ora o torneranno

a prendervi e vi processeranno.

– Ha ragione – disse Paul – Anita,

dobbiamo trovare assolutamente

un modo per tornare indietro. Pos-

sibile che non ci sia scritto nulla

sulla mappa? Io non ho avuto modo

di leggerla tutta, è successo tutto

così in fretta!

Tommy tirò fuori la mappa dalle

sue tasche e con calma cercò di leg-

gere fino in fondo ciò che c’era

scritto. Per ritornare a casa biso-

gnava pronunciare le stesse parole

che avevano detto il giorno prima,

ma al contrario. I ragazzi si guar-

darono e decisero di provare, men-

tre in lontananza si sentivano i

passi delle guardie che stavano

arrivando.

- Addio, Giordano, non ti dimenti-

cheremo mai...

- Buona fortuna ragazzi..

E così a voce alta, mano nella ma-

no, pronunciarono la frase – Sim

Sa Laadin – dissero, e di nuovo il

bagliore li avvolse e li riportò nella

stanza da dove tutto aveva avuto

inizio.

Frastornati, stanchi e affamati si

accorsero che non era passato mol-

to tempo, anzi il tempo nel 2012

per magia non era per nulla tra-

scorso. Tornarono ognuno alle pro-

prie case, ma non raccontarono a

nessuno la loro esperienza.

Il giorno dopo Anita e Tommy si

ritrovano di nuovo sui banchi di

scuola e aprendo il loro libro di Sto-

ria, guardarono con una certa tri-

stezza la statua del loro amico

Giordano, ripensando ai momenti

trascorsi in una Venezia rinasci-

mentale e all’incredibile avventura

che avevano vissuto.

Rubrica Con un pizzico di fantasia

Pagina 26

Marco Maggio ha 11 anni e frequenta la classe 1^ C-

I suoi hobby principali sono il calcio, la musica e la lettura. I suoi cinque calciatori

preferiti sono Kevin-Prince-Boateng, Stephan El Shaarawy, Neymar da Silva San-

tos Junior, noto come Neymar, Paulo Henrique Chagas de Lima, meglio noto come

Ganso e Cristiano Ronaldo.

Il suo gruppo musicale preferito sono i Modà e infatti ha tutti i loro album salvati

sul suo computer e ascolta ogni giorno le loro canzoni, subito dopo aver finito i com-

piti.

Ama tantissimo la compagnia, preferisce stare con un amico per qualche ora e non

stare tutta la giornata davanti ad un videogioco. Non vede l’ora che arrivi l’estate

per poter uscire in bici con i suoi amici.

È stato molto contento di poter partecipare al progetto del “Giornalino online” perché così ha potuto sviluppare

meglio le sue capacità nello scrivere.

Page 27: zine - icsgemelli.edu.it

chiese minaccioso l’uomo.

Gianmarco non poté non notare

l’abbigliamento alquanto eccentrico

del suo aguzzino. Aveva una benda

sull’occhio destro, e sul capo aveva

una bandana verde annodata die-

tro la nuca. Sembrava un pirata

sbarcato da chissà quale nave.

- Non sono nessuno, ero qui in giro

con i miei genitori e sono capitato

qui per caso.

Ma a nulla valsero le sue parole e

nonostante lui avesse giurato di

non rivelare a nessuno ciò che ave-

va visto, l’energumeno lo prese di

prepotenza e lo trascinò per il bo-

sco fino alla cascata. Con sua enor-

me sorpresa, Gianmarco vide che

dietro di essa si nascondeva un

passaggio segreto. Impotente, seguì

l’uomo e si ritrovò dopo molti passi

e dopo aver percorso un tunnel bu-

io e abitato da pipistrelli, in una

radura al centro della quale vi era

un grande lago con una piccola iso-

la. La cosa più strabiliante era che,

ormeggiata all’isola, vi era una na-

ve gigantesca con tanto di ciurma

che si dava da fare nelle normali

faccende quotidiane.

Rimase a bocca aperta nel vedere

tutto quello. Quegli strani uomini

lo presero e lo portarono sulla na-

ve. Lo legarono ad una sedia e gli

fecero una serie di domande e infi-

ne gli ordinarono di lavorare sulla

nave facendo i servizi più umili,

altrimenti lo avrebbero portato in

una grotta dove viveva un mostro.

Passarono diversi giorni e lui fece

tutto ciò che gli chiedevano fin

quando non incominciò a lamentar-

si tentando anche la fuga.

A quel punto, i pirati decisero di

divertirsi ancora di più con il loro

“ospite” e gli dissero che lo avreb-

bero lasciato libero se avesse supe-

rato tre prove di abilità in tre gior-

ni, un giorno per ogni prova.

Come ogni anno, anche quell’estate

Gianmarco, un intraprendente ra-

gazzino di 15 anni, fu coinvolto nel-

la solita gita organizzata dalla sua

famiglia. I suoi genitori, infatti,

pianificavano quell’uscita sin da

quando lui era piccolo, e sempre la

seconda domenica di giugno. Gian-

marco non sapeva perché, ma ci

tenevano ad andare tutti insieme,

anche quest’anno che lui era gran-

dicello e avrebbe preferito andare

al mare con i suoi amici.

Ma quella volta il papà gli aveva

detto che sarebbe stato magnifico

perché lo avrebbe portato in un

piccolo paese al centro di un bosco

stupendo. Ed effettivamente era

così. Il bosco era sperduto ma era

incantevole ed erano tutti estasiati

nel vederlo! Sullo sfondo si vedeva

una magnifica cascata e dei salici

piangenti come cornice…

Gianmarco, nonostante i genitori

gli avessero detto di non allonta-

narsi da loro, incominciò a girova-

gare senza meta finché non trovò

una casa malandata e, incuriosito,

entrò.

C’erano molte ragnatele dappertut-

to e una serie di scatoloni uno so-

pra l’altro che contenevano dei ve-

stiti. In fondo alla stanza Gianmar-

co scorse una porta. Titubante, ma

incuriosito, la aprì e lo spettacolo

che vide era alquanto orripilante.

Era un piccolo sgabuzzino e sui

muri strisciavano serpenti e cam-

minavano scarafaggi. In un angolo

vide accatastati fucili, pistole, spa-

de, pugnali e asce. Insomma, un

vero arsenale. Chi poteva mai na-

scondere tutte quelle armi in quel-

la casa abbandonata?

Intimorito, decise di ritornare dai

suoi genitori e uscì correndo, ma fu

fermato da un energumeno che lo

riportò dentro.

- Chi diavolo sei? Che ci fai qui? –

Sull’isola c’erano degli uomini che

uccidevano le persone e si cibavano

delle loro anime. Questa popolazio-

ne era molto ricca perché si appro-

priavano delle ricchezze degli indi-

vidui che uccidevano.

La prima prova consisteva proprio

nel rubare questo tesoro, cercando

di non essere ucciso o ferito. Gli

diedero una pistola e una spada e

così equipaggiato, si avviò sull’isola

in cerca del noto tesoro. Mentre si

avventurava tra gli alberi, trovò un

sentiero che lo portò dritto ad un

villaggio. Riuscì a prendere si sor-

presa gli uomini che dormivano

ignari di tutto e incendiò le capan-

ne.

Poco lontano scorse una grotta do-

ve scoprì il tesoro. Tirò fuori dalla

tasca un fischietto, affidatogli pri-

ma di partire dai pirati, e li avvisò

della missione compiuta. La nave

lo venne a prendere e ritornarono

alla base.

Il giorno dopo si dovette recare sul-

le rive di un fiume molto profondo

dove era nascosto un anello di zaf-

firo. Si doveva immergere in apnea

e recuperare il prezioso gioiello, ma

la difficoltà più grande erano i pe-

sci carnivori che nuotavano in quel

fiume infernale. Vicino al fiume

trovò degli animali selvatici che

chissà per quale motivo erano mor-

ti e così pensò di buttarli in acqua

per impegnare i pesci.

Fu un’ottima idea e Gianmarco

riuscì a trovare l’anello, facendosi

guidare dal suo bagliore azzurrino,

se lo mise al dito e salì in superfi-

cie.

Il terzo e ultimo giorno doveva ar-

rampicarsi sulla cima di un vulca-

no spento e recuperare una bussola

d’oro. Una volta arrivato in cima,

trovò un’aquila a guardia della

bussola. Tuttavia, con passi lenti e

Sogno o son desto?

di Francesca Magliulo 1^C

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Rubrica Con un pizzico di fantasia

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movimenti circospetti riuscì a

prendere la bussola.

Superate le tre prove, i pirati non

potevano far altro che riportarlo a

casa, come promesso. Così lo ac-

compagnarono nel tunnel dietro la

cascata e di lì Gianmarco riuscì a

ritrovare la strada per tornare dai

genitori.

Ancora non credeva ai suoi occhi.

Aveva promesso di non raccontare

a nessuno la sua avventura o i pi-

rati lo avrebbero trovato e impri-

gionato nuovamente.

Si voltò un’ultima volta verso la

cascata, ma l’unica cosa che vide

era solo una parete rocciosa, senza

la minima traccia di acqua…

Chissà, forse aveva solo sognato.

Francesca Magliulo ha12 anni e frequenta la 1°C.

È una grandissima appassionata di musica di ogni genere ma preferisce soprattutto

il rock e l’hip hop perchè hanno energia e le trasemettono la carica giusta per affron-

tare la sua giornata. I suoi cantanti preferiti sono Fabri Fibra, Eminem, Rihanna e

Lady Gaga.

Non legge molti libri, ma le piace scrivere e fino a qualche tempo fa desiderava diven-

tare una scrittrice, ma ora il suo sogno è studiare le lingue, diventare interprete e

andare in Inghilterra insieme ad una sua amica. Proprio per la sua passione per la

scrittura, ha colto con entusiasmo l'incarico di occuparsi della rubrica "Con un pizzico

di fantasia" nella quale ha la possibilità di dare sfogo alla sua fantasia.

Anno 2034. Il mondo è cambiato,

adesso non esistono più i continen-

ti, le nazioni, le città, ma ogni città

è chiamata sezione. Ci sono più di

ottanta sezioni in tutto il mondo,

ognuna prende il nome della corpo-

razione che l’ha conquistata. La

più famosa è la Folkket. Essa è la

più grande, e a sua volta possiede

altre sezioni, alcune unite, altre

staccate.

La Folkket organizza ogni anno

tornei di sport o di altre abilità ar-

tistiche come il canto, il ballo, il

disegno, ma il torneo più famoso e

che viene seguito con maggior inte-

resse dalle corporazioni,è quello di

combattimento. Trasmesso in di-

retta dall’unica emittente mondiale

anche su maxi schermi allestiti

all’interno e all’esterno dell’arena,

ogni competizione ha inizio con la

scelta casuale dei lottatori da par-

te di un computer.

Ci sono solo tre regole per il torneo:

la prima è che non si può uccidere

l’avversario, la seconda che è ne-

cessario rimanere nel ring mentre

si combatte e l’ultima che i combat-

tenti non possono lasciare l’arena

durante i giorni del torneo.

Ora, a 21 anni, voglio partecipare

al torneo e vincerlo, così da portare

avanti l’onore della mia corporazio-

ne.

È arrivato il mio momento. Sto en-

trando nell’arena. Sono l’ultimo. Mi

metto in fila con gli altri. Di fronte

a noi, su uno schermo, vengono

trasmesse immagini relative alle

vite di tutti gli sfidanti … c’è Kim

Bent, 47 anni, figlio del presidente

del torneo, capelli neri, la sua arte

marziale, tramandata dalla sua

famiglia, ha preso il nome di Bent

Do; c’è Joe Morrison, 32 anni, una

massa enorme di muscoli, capelli

biondi corti, esperto nel kick bo-

xing; Ali e Emma Hanson, due so-

relle, specializzate in arti assassi-

ne, entrambe ricercate da molte

corporazioni per aver ucciso alcuni

dirigenti; Milla Larter, una bellis-

sima ragazza di 20 anni, capelli

lunghi e castani, cresciuta fuori dai

territori americani, è stata allena-

ta dallo zio, un noto maestro di arti

marziali; Ivanov Ostrocov, un ex

soldato russo, la cui età è scono-

sciuta; Rodrigo Gonzalez, un lotta-

tore messicano, dai capelli castani,

mossi e corti, adora vantarsi della

sua forza e della sua possenza; Ray

Mc Firston, una specie di ninja,

maestro di ninjitzu; Yokazuma Ni-

hito, esperto lottatore samurai,

ultimo della dinastia dei coraggiosi

Samurai. E poi ci sono io, David

Master, combatto da quando avevo

12 anni, sono stato allenato da mia

nonna, che purtroppo ora non c’è

più, lei quando era giovane ha com-

battuto in vari tornei, ma ha vinto

una sola volta; era conosciuta con il

nome di Xeila “lottatrice del ven-

to”. Praticava una strana arte mar-

ziale che ha insegnato anche a me.

Il computer si accende e inizia la

scelta casuale del primo combatti-

Rubrica Con un pizzico di fantasia

Folkket di Davide Loconsole 2^C

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menti: Kim e Ray.

Eccoli sul ring. La voce fuori campo

ha dato il via. Kim affonda due pu-

gni e due calci. Ray si rialza e col-

pisce a sua volta. Kim tenta di at-

terrare Ray che da perfetto ninji-

tzu salta e fa delle acrobazie evi-

tando i colpi, anzi continua veloce-

mente a saltare e colpisce Kim che

cade a terra ripetutamente. Ray

vince quest’incontro.

Siamo arrivati al secondo Round:

ecco illuminarsi il mio nome e quel-

lo di Rodrigo.

Mentre sto per salire sul ring, Mil-

la mi augura buona fortuna.

Il mio sguardo è fisso negli occhi

del mio avversario. L’incontro ini-

zia. Cerco subito di colpirlo. Lui fa

altrettanto. Io faccio una capriola e

lo colpisco forte in faccia. Lui, ar-

rabbiato mi tira un pugno e poi un

altro seguito da un calcio, facendo-

mi cadere per terra. Sto sangui-

nando. Mi rialzo e salto, tentando

di colpirlo, ma lui si scansa, mi

prende e mi sbatte a terra. Mi dice

che io non so combattere e che non

sono all’altezza di partecipare al

torneo. Se pensava di intimorirmi

non ci riesce, anzi più arrabbiato di

prima, mi alzo e facendo una ruota

lo colpisco, poi gli tiro un montante

e un gancio, fino a stenderlo al tap-

peto. Ho vinto!

Per questa sera il torneo è finito.

Così sono tornato nella mia stanza

da letto e mi sono fatto la doccia.

Qualcuno ha bussato alla mia por-

ta. Quando apro, vedo Milla, che

mi chiede se volevo “evadere” da

quell’edificio. Io le dico che è vieta-

to, e che se ci scoprono ci eliminano

dal torneo. Ma lei risponde di ama-

re il rischio ed è sicura che non ci

faremo scoprire. Ed eccoci in disco-

teca. Sto ballando con lei. La musi-

ca ci fa dimenticare che domani

potremmo essere avversari sullo

stesso ring. Quei momenti sono

soltanto nostri e fra noi scocca

qualcosa di profondo.

E’ il secondo giorno del torneo. E

non vedo l’ora di iniziare. La sfida

tra Emma Hanson e Ivanov Ostro-

cov si risolve a favore di

quest’ultimo; mentre quella tra

Milla e Ali Hanson si conclude con

la vittoria di Milla.

E adesso tocca di nuovo a me… Ho

di fronte Yokazuma e questo incon-

tro stavolta sarà armato. Ho paura

perché lui è un esperto spadaccino.

La mia arma è una lancia, lui ha

una spada. Per difendermi ed evi-

tare che mi colpisca, non esito a

colpirlo ma lui velocemente para e

fa altrettanto, ferendomi sul petto.

Mi rialzo e lui con la spada spezza

la mia lancia e mi colpisce nuova-

mente, questa volta non solo con

la spada ma anche con due calci.

Riesco a rialzarmi e velocemente lo

disarmo, tirandogli una raffica di

pugni seguiti da una capriola e al-

tre acrobazie. Quando lui è inginoc-

chiato a terra, stordito dai colpi,

non esito a tirarli il colpo del K.O.

vincendo l’incontro.

Anche per quella sera avevamo

finito. Speravo di incontrare Milla,

ma non la trovo da nessuna parte.

Mentre rientro nella mia stanza

vedo arrivare Kim con suo padre,

tre guardie del corpo e Milla.

- Ciao David. – mi dice il signor

Bent mentre i suoi gorilla mi accer-

chiano

- Cosa volete da me?

- Le cose non sono andate secondo i

miei progetti. Mio figlio è stato

squalificato e questo non doveva

succedere. Doveva vincere lui.

- Ma io che colpa ne ho di questo.

- Per il momento nessuna.. ma do-

mani dovrai perdere contro mio

figlio Kim.

- Cosa!? Ma lui ha perso contro

Ray.

- Ecco, vedi ragazzo, Ray è stato

squalificato. Hanno trovato nella

sua stanza delle sostanze non am-

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Rubrica Con un pizzico di fantasia

messe di cui lui faceva uso... Che

imprudenza vero? – disse guardan-

dosi intorno e sghignazzando con i

suoi scagnozzi – E così mio figlio è

stato riammesso al torneo. Domani

gareggerai con lui.

- E quindi?

- Quindi dovrai perdere, ovvio, o

non rivedrai più questo bel faccino

– disse accarezzando il viso di Mil-

la che nel frattempo cercava di

liberarsi dalla stretta di Kim –

Siamo intesi vero?

La conversazione finisce lì. Il grup-

po mi lascia. Sconvolto, incrocio lo

sguardo di Milla. Sarebbero stati

capaci di tutto, ne ero conscio. Do-

vevo trovare una soluzione. Non

potevo perdere e allo stesso tempo

non potevo permettere che a Milla

fosse fatto del male. Ma cosa pote-

vo fare?

Siamo alla sera della finale. Ecco-

mi sul ring. La folla intorno è in

delirio. I nostri volti sono sugli

schermi. Milioni di persone segui-

ranno questo incontro. Era da tan-

to che la mia corporazione non

arrivava in finale e tutti confidano

nella mia bravura.

L’incontro ha inizio. Kim evita il

mio gancio e riesce a scaraventar-

mi dall’altra parte del ring. Io mi

rialzo e cerco di colpirlo, ma senza

successo. Senza darmi tregua mi

colpisce ripetutamente e mi sbatte

contro le corde, ma riesco a libe-

rarmi e con una capriola

all’indietro e una ruota lo aggancio

e lo sbatto a terra. Kim cerca di

divincolarsi ma la mia presa è sal-

da e per lui non c’è scampo. Ho

vinto.

Ma il mio incontro non è ancora

terminato. Scendo velocemente dal

ring e mi dirigo verso il signor

Bent che stava già puntando una

pistola alla testa di Milla. Riesco a

fargli sbagliare mira e il proiettile

si incastra nel muro sopra la sua

testa. Le guardie del corpo ci rag-

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giungono immediatamente e tenta-

no di fermarmi, ma assieme a Mil-

la, che nel frattempo si era libera-

ta, riusciamo ad avere la meglio

sui nostri avversari. È tutto finito.

Ed eccoci davanti alle telecamere.

Il momento della verità è giunto. I

Bent vengono eliminati dal torneo

della Folkket. Il posto del signor

Bent sarà occupato da un Maestro

di Tae Kwon Do.

Era così che doveva andare. Il mio

nome è passato alla storia. La mia

vita ora scorre serena: Milla è ac-

canto a me.

finali di Minibasket, dalle rappre-

sentazioni teatrali alle premiazioni

degli alunni distintisi nelle varie

attività. È stato notevole l’impegno

che tutti hanno evidenziato

nell’organizzazione di queste gior-

nate e ciò si nota non appena si

entra nel padiglione della sede cen-

trale di Leporano dove si possono

ammirare alle pareti cartelloni

multicolori che presentano i lavori

svolti dalle classi dei vari ordini. Il

tema di quest’anno era “Il mare”.

Inoltre, sono stati presentati anche

i lavori inerenti il tema d’Istituto

dello scorso anno - “Il viaggio nei

ricordi” - che ha visto impegnati

tutti gli alunni nella ricerca di foto

d’epoca riguardanti la vita e le abi-

tudini che avevano i nostri nonni.

Il consueto appuntamento con le

manifestazioni di fine anno vedrà

coinvolti gli alunni a partire da

m a r t e d ì 5 g i u g n o c o n

l’inaugurazione della Mostra dei

lavori svolti durante l’anno scola-

stico. Tante sono le attività in pro-

gramma: dai Saggi musicali alle

Inaugurata la mostra di fine anno scolastico

2011/2012

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Davide Loconsole, ha 12 anni e frequenta la

classe 2°C.

È una persona simpatica e vivace a cui pia-

ce scherzare e stare in compagnia. Adora i

film, soprattutto i fantasy-horror. Il suo

film preferito è Resident Evil. Gli piace an-

che giocare alla Playstation e il suo gioco

preferito è Resident Evil (tanto per cambia-

re..).

Adora mangiare, soprattutto la carne, la

musica rock e quella pop.

Da grande vorrebbefare l’attore perché si

diverto a recitare e a fare le imitazioni.

Sebbene non gli piaccia il calcio, tifa Juve perché è una passione di fami-

glia.

A scuola non va tanto male, a parte la matematica che non è il suo forte.

Adora i gatti e infatti ha un gatto in casa.

Ha molta fantasia, infatti scrive spesso racconti. Di che genere? Horror,

ovviamente.. ☺

Page 31: zine - icsgemelli.edu.it

La nostra scuola non ha confini

Il programma delle Manifestazioni

CIAO SCUOLA..!! L’estate è ormai alle porte e l’anno scolastico si sta concludendo. Già dall’ultima settimana di maggio sono iniziate le varie manifestazioni e i saggi che testimoniano tutto il lavoro didattico svolto nel corso dell’anno da ciascun ordine di scuola.

C’è un velo di malinconia ricordando tutti i mo-menti trascorsi con i nostri compagni, e solo il pensiero di non rivederli, ci rattrista, anche se sappiamo che ci ritroveremo comunque sulle spiagge a vivere altre emozioni. Un ringraziamento è doveroso alla nostra presi-de Grazia De Punzio e a tutti i docenti che ci hanno sostenuto durante quest’anno scolastico. Speriamo che l’anno prossimo sia ricco e diver-tente come questo e che le insegnanti restino qui da noi e non che ci lascino perché sarebbe davvero un peccato. La Redazione…

Il Gemelli Magazine

è anche presente sul sito del

nostro Istituto

www.icsgemelli.it

Sabato 26 Maggio e Mercoledì 30 Maggio: “Musica e Cinema” - Piccolo Saggio musicale degli allievi

della S. Secondaria di 1° Grado di Gandoli

Venerdì 1 Giugno: Saggio Finale con Minipartite e staffette Progetto “Verso il minibasket” Classi 4^A e

4^B S. Primaria Leporano

Martedì 5 Giugno: Inaugurazione Mostra delle attività didattiche con proiezioni cd e dvd - Consegna

Diplomi alunni 5 anni sez.C S. Infanzia

Martedì 5 Giugno: Saggio Progetto “BUSHIDO” Classi 2^A – 3^A - 5^A/B S. Primaria Gandoli -

“Ginnastica olè!” Sez.E S. Infanzia Leporano

Mercoledì 6 Giugno: Musical “Il re leone” Sezz.A e C S.Infanzia Leporano

Giovedì 7 Giugno: Manifestazione fine anno: “Il mio amico mare” S.Infanzia e Sez.Primavera Gandoli -

PREMIAZIONI: 2a Edizione Olimpiadi di Matematica, Consegna medaglie Giochi Sportivi Studenteschi S.

Secondaria di 1° Grado, Consegna attestati Progetto “Dalla classe alla scuola alla vita”. Laboratorio di

cucina. - Musical “Notre Dame de Paris”: Progetto teatrale d’Istituto

Venerdì 8 Giugno : Piccoli allievi del corso: “Chi fermerà la musica?”. Decreto Ministeriale 8.-

Spettacolo teatrale “Cenerentola” Classi 3^A e 3^B S. Primaria Leporano.

Sabato 9 Giugno : Proiezione DVD documentazione attività didattica sez. Primavera Leporano.