Voltana On Line n.25-2012

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25 2012 Voltana On Line www.voltanaonline.it pericolo, ma dire che ci vuol corag- gio per sperare ... qui in Italia po- trebbe sembrare eccessivo. In molti Paesi le cose vanno ben peggio: ci sono tragedie e stragi, rischi e in- giustizie peggiori. Anche da noi, in altre epoche, si son viste cose forse più terribili, che sembravano dav- vero uccidere ogni speranza. Nel 1944 era difficile sperare, tuttavia in quell’anno un intellettuale cristiano, educatore e animatore eroico della resistenza bresciana, Andrea Tre- beschi, scriveva: «Se il mondo fosse monopolio dei pessimisti, sarebbe da tempo sommerso da un nuovo diluvio; e se oggi la tragedia sembra inghiottirci, si deve alla malvagità di alcuni, ma soprattutto all’indifferenza Viviamo in un Paese da ricostrui- re. E dobbiamo dircelo, pensarci davvero; anche perché è l’unico modo per superare “la nausea esi- stenziale ispirataci dai fatti di Roma e di Milano e di chissà quanti posti ancora….”. C’è una sola alternativa al mugugno (il quale poi è un modo di arrendersi): prendere coscienza che c’è un Paese da ricostruire dal- le radici, cioè dalle coscienze. Bi- sogna superare il semplice malu- more e ritrovare la speranza e la volontà di ricostruire. Martin Luther King ammoniva: “temo il mugugno dei buoni più della violenza dei cattivi”. “Ciò che ci porta alla sventura non sono tanto i nostri peccati quanto la disperazione”. Questo pensiero di Giovanni Crisostomo ispira l’editoriale del recente fasci- colo 1/2012 di Horeb (una bellissi- ma rivista di spiritualità). Tutto il fascicolo è dedicato al tema “Il co- raggio di sperare oggi”. Il titolo mi ha fatto riflettere e in un primo momento mi ha lasciato per- plesso. Certo ci sono gli scandali, le furbizie, forse anche qualche della maggioranza. Il “credo” di troppa gente non ebbe, fin qui, che due articoli: “non vi è nulla da fare”, “tutto ciò che si fa non serve a nulla”. Quel che importa è che ognuno, se- condo le proprie possibilità e facoltà, contribuisca di persona alle molte iniziative di bene, spirituale, intellet- tuale e morale. Un mondo nuovo si elabora. Che sia migliore o ancor peggio, dipende da noi». Lui morì poco dopo a Gusen di Mauthausen; ma l’Italia fu liberata e rinacque. Ebbe la forza di ricostruirsi perché molti cittadini, di diversa condizio- ne, formazione, orientamento e for- se anche animati da speranze non identiche … seppero guardare a- vanti e lavorare assie- Un Paese da ricostruire? Pensiamoci davvero. Insieme. di Angelo Bertani Immagine trovata su Internet e segnalata da Rita ( Segue a pag. 2 ) Se la Cina copia l’Italia, l’Italia copia la Cina ! Facciamo il punto della situazione. In tutto l’Occidente e (quindi, nono- stante tutto) anche in Italia si fanno ottimi prodotti. I Cinesi (e non sola- mente loro) hanno usato poco la loro intelligenza, mentre hanno sa- puto ben sfruttare la sterminata ri- serva di manodopera a loro disposi- zione. Quindi: ci hanno copiato e sulla loro capacità di copiarci hanno basato il loro sviluppo economico. Ma, ora, i cinesi stanno anche u- sando (e bene) la loro intelligenza. Ad esempio: hanno mandato in or- bita un uomo. Ed ancora: stanno installando un loro sistema di posi- zionamento satellitare. Invece che cosa stiamo facendo in Italia? Stiamo cercando di ... impa- rare a copiare; ossia: vorremmo fare, ora, quello che hanno fatto i cinesi fino a poco tempo fa. Con altre parole: ora noi vogliamo a nostra volta copiare da quelli che ci copiavano ! Sì, lo so, dovrebbe essere un non- senso manifesto. Eppure le scelte fatte ieri dal Governo Berlusconi e confermate - nella sostanza - oggi dal Governo Monti, vanno in quella direzione. Si continua a tagliare sull’istruzione e sulla ricerca. Si agevola la “fuga dei cervelli” … E si finisce per giocarsi il tutto per tutto (il mercato) sul costo del la- voro. Si scommette, allora, sempre più sulla forza e resistenza fisica. Di conseguenza la foga e la frenesia, poi, ci accompagnano ininterrotta- mente. ( Segue a pag. 2 )

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2012 Voltana On Line www.voltanaonline.it

pericolo, ma dire che ci vuol corag-

gio per sperare ... qui in Italia po-

trebbe sembrare eccessivo. In molti

Paesi le cose vanno ben peggio: ci

sono tragedie e stragi, rischi e in-

giustizie peggiori. Anche da noi, in

altre epoche, si son viste cose forse

più terribili, che sembravano dav-

vero uccidere ogni speranza. Nel

1944 era difficile sperare, tuttavia in

quell’anno un intellettuale cristiano,

educatore e animatore eroico della

resistenza bresciana, Andrea Tre-

beschi, scriveva: «Se il mondo fosse

monopolio dei pessimisti, sarebbe

da tempo sommerso da un nuovo

diluvio; e se oggi la tragedia sembra

inghiottirci, si deve alla malvagità di

alcuni, ma soprattutto all’indifferenza

Viviamo in un Paese da ricostrui-

re. E dobbiamo dircelo, pensarci

davvero; anche perché è l’unico

modo per superare “la nausea esi-

stenziale ispirataci dai fatti di Roma

e di Milano e di chissà quanti posti

ancora….”. C’è una sola alternativa

al mugugno (il quale poi è un modo

di arrendersi): prendere coscienza

che c’è un Paese da ricostruire dal-

le radici, cioè dalle coscienze. Bi-

sogna superare il semplice malu-

more e ritrovare la speranza e la

volontà di ricostruire. Martin Luther

King ammoniva: “temo il mugugno

dei buoni più della violenza dei

cattivi”.

“Ciò che ci porta alla sventura

non sono tanto i nostri peccati

quanto la disperazione”. Questo

pensiero di Giovanni Crisostomo

ispira l’editoriale del recente fasci-

colo 1/2012 di Horeb (una bellissi-

ma rivista di spiritualità). Tutto il

fascicolo è dedicato al tema “Il co-

raggio di sperare oggi”.

Il titolo mi ha fatto riflettere e in un

primo momento mi ha lasciato per-

plesso. Certo ci sono gli scandali,

le furbizie, forse anche qualche

della maggioranza. Il “credo” di

troppa gente non ebbe, fin qui, che

due articoli: “non vi è nulla da fare”,

“tutto ciò che si fa non serve a nulla”.

Quel che importa è che ognuno, se-

condo le proprie possibilità e facoltà,

contribuisca di persona alle molte

iniziative di bene, spirituale, intellet-

tuale e morale. Un mondo nuovo si

elabora. Che sia migliore o ancor

peggio, dipende da noi». Lui morì

poco dopo a Gusen di Mauthausen;

ma l’Italia fu liberata e rinacque.

Ebbe la forza di ricostruirsi perché

molti cittadini, di diversa condizio-

ne, formazione, orientamento e for-

se anche animati da speranze non

identiche … seppero guardare a-

vanti e lavorare assie-

Un Paese da ricostruire? Pensiamoci davvero. Insieme. di Angelo Bertani

Immagine

trovata su

Internet e

segnalata

da Rita

( Segue a pag. 2 )

Se la Cina copia l’Italia, l’Italia copia la Cina ! Facciamo il punto della situazione.

In tutto l’Occidente e (quindi, nono-

stante tutto) anche in Italia si fanno

ottimi prodotti. I Cinesi (e non sola-

mente loro) hanno usato poco la

loro intelligenza, mentre hanno sa-

puto ben sfruttare la sterminata ri-

serva di manodopera a loro disposi-

zione. Quindi: ci hanno copiato e

sulla loro capacità di copiarci hanno

basato il loro sviluppo economico.

Ma, ora, i cinesi stanno anche u-

sando (e bene) la loro intelligenza.

Ad esempio: hanno mandato in or-

bita un uomo. Ed ancora: stanno

installando un loro sistema di posi-

zionamento satellitare.

Invece che cosa stiamo facendo in

Italia? Stiamo cercando di ... impa-

rare a copiare; ossia: vorremmo

fare, ora, quello che hanno fatto i

cinesi fino a poco tempo fa. Con

altre parole: ora noi vogliamo a

nostra volta copiare da quelli che

ci copiavano !

Sì, lo so, dovrebbe essere un non-

senso manifesto. Eppure le scelte

fatte ieri dal Governo Berlusconi e

confermate - nella sostanza - oggi

dal Governo Monti, vanno in quella

direzione. Si continua a tagliare

sull’istruzione e sulla ricerca. Si

agevola la “fuga dei cervelli” … E

si finisce per giocarsi il tutto per

tutto (il mercato) sul costo del la-

voro. Si scommette, allora, sempre più sulla forza e resistenza fisica. Di

conseguenza la foga e la frenesia,

poi, ci accompagnano ininterrotta-

mente. ( Segue a pag. 2 )

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Il missile CHAMP che rendere inservibili apparecchiature elettroniche

Il missile CHAMP della Boeing è

in grado di disattivare computer e

sistemi elettronici con impulsi di

microonde ad alta potenza, senza

provocare danni collaterali. Si tratta di una vera rivoluzione per la

tecnologia militare e l'ultimo test

avvenuto la settimana scorsa nel

deserto dello Utah conferma che il

passaggio alla produzione è vicina.

In pratica sorvolando degli edifici

è in grado di disattivare comple-

tamente e rendere inservibili ap-parecchiature elettroniche di ogni

significhi in concreto stare insieme:

condividere una speranza, un pro-

getto, stili e regole per ricostruire il

Paese come una città, una casa co-

mune. Cioè: luoghi di cultura e di

educazione ai valori, strumenti di

impegno culturale e civile, regole

che permettano ai cittadini di sce-

gliere i migliori (i più puliti, i più

lungimiranti, i più coraggiosi) per

“governare la città”. Dovremmo

sforzarci a cercare e discutere su

“come fare” per camminare insie-

me in questa direzione; utilizzando

anche il sito www.c3dem.it.

L’articolo di Angelo Bertani è stato

leggermente modificato.

Il testo integrale è a questo indirizzo

www.c3dem.it/2985

me, con fiducia e ri-

gore. Quando leggo le pagine ri-

stampate de “Il Ribelle”, il giornale

clandestino delle Fiamme Verdi di

Teresio Olivelli e tanti altri … mi

vengono i brividi. Come facevano a

sperare e immaginare il futuro

mentre tutto cadeva in rovina e o-

gni persona libera e coraggiosa

rischiava la vita o il lager ?

“Il Paese non si salverà se non

insieme” hanno scritto i vescovi

italiani nel 1981, in uno dei docu-

menti più limpidi e meno clericali.

Personalmente credo che il nostro

problema di oggi sia proprio quello

di avere, sì, il coraggio di sperare;

ma anche la intelligenza di identifi-

care, definire e progettare che cosa

( Segue da pag. 1 )

Un Paese da ricostruire? Pensiamoci davvero.

Insieme. di Angelo Bertani

l’Italia copia la Cina !

Se la Cina copia l’Italia,

In Italia rischiamo di

disimparare sia a fare uso della

propria testa sia alla buona abitudi-

ne di fare, alla bisogna, ricorso al

comune buon senso.

Insomma è come se stessimo

copiando male dai cinesi. Così anche noi andiamo in orbita (senza

decollare), finendo con l’essere

ben lontani dalla realtà del quoti-

diano. Inoltre, con o senza naviga-

tore satellitare e sistema di posizio-namento proprietario, comunque:

non abbiamo più riferimenti certi e

condivisi; non sappiamo più chi sia-

mo, che cosa vogliamo e dove stia-

mo andiamo.

In questa situazione non è facile

essere ottimisti.

Forse può aiutare la considerazio-

ne che … poteva anche andar peg-

gio. Ad esempio, se avessimo pre-

so, come modello da copiare, anzi-

ché i cinesi, i pirati che - dalle coste

del Corno d’Africa - infestano

l’Oceano Indiano, a quest’ora e nel futuro saremmo in un mare di guai

peggiore.

Mario Paganini

( Segue da pag. 1 )

di ogni genere con impulsi di microonde ad alta potenza. di Dario d'Elia

genere. Boeing Phantom Works,

U.S. Air Force Research Laboratory

(AFRL) e Raytheon Ktech sono riu-

scite a trasformare in realtà un'ar-

ma che solo la fantascienza era riu-

scita ad immaginare.

Counter-electronics High-powered

Advanced Missile Project ha fatto

saltare le apparecchiature di diver-

se sale PC presenti in due edifici. È

bastato un passaggio aereo per concentrare le microonde sugli

stabili e disattivare tutto. Gli scher-

mi dei PC sono diventati neri, il

sistema di videocamere è partito, il

sistema elettrico è collassato. In

un'ora di test sono stati colpiti sette

obiettivi diversi.

“Abbiamo trasformato la fanta-

scienza in fatto scientifico", ha con-

cluso Coleman.

Articolo di Dario d'Elia

pubblicato mercoledì 24 ottobre 2012

dal sito http://www.tomshw.it

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Pagina 3 www.voltanaonline.it n. 25 - 2012

Ritorno al Protezionismo di Emiliano Brancaccio

dica piena libertà di trasferimento

del capitale di Fiat all’estero ed esi-

ge dai lavoratori una totale sotto-

missione alle leggi del mercato. È

l’ennesimo sintomo di crisi del libe-

rismo e dei suoi ideologi, che da un lato si arrampicano sugli specchi

per giustificare i massicci aiuti pub-

blici ai capitali privati, e dall’altro

continuano a pretendere di avere

mani libere nello scontro con i lavo-

ratori.

[…] Il premio Nobel per

l’Economia Paul Samuelson, che

non era un protezionista, ci ha spie-

gato che in presenza di disoccupa-

zione il libero scambio crea proble-

mi, non vantaggi. E l’economista di

Harvard, Dani Rodrik, ci ricorda che negli anni Cinquanta e Sessanta sus-

sistevano numerosi controlli sui mo-

vimenti di capitali e di merci, eppu-

re lo sviluppo, l’occupazione e la

distribuzione del reddito erano mol-

to migliori di oggi, anche perché

quei controlli permettevano ai sin-

goli Stati di perseguire obiettivi in-

terni, occupazionali e distributivi. Si

potrebbe anche ricordare che la massima liberalizzazione dei movi-

menti internazionali dei capitali fu

raggiunta esattamente alla vigilia

della prima guerra mondiale. È

dunque proprio un incondizionato

liberoscambismo, soprattutto in

tempi di gravissima crisi economi-

ca, che rischia di alimentare le peg-

giori pulsioni nazionaliste.

[…] L’Europa può ritrovare coe-

Tra il 2008 e il 2012 la Commissio-

ne Europea ha registrato 534 nuove

misure protezionistiche. Non solo

l’Argentina, ma anche colossi come

Cina, India, Brasile e Stati Uniti han-

no introdotto restrizioni. La stessa

Russia ha posto in essere 80 nuove

misure protezionistiche, il che la

dice lunga sul modo in cui intende-rà gestire la recente adesione al

WTO, l’Organizzazione Mondiale

del Commercio. L’unica potenza

che ancora resiste alla tentazione di

introdurre controlli sui movimenti

di capitali e di merci è proprio

l’Unione Europea. Dietro ci sono gli

interessi del paese più forte, la Ger-

mania, che dal libero scambio trae

grandi vantaggi. Tuttavia, man ma-no che la crisi avanza, anche in Eu-

ropa e in Italia aumentano i consen-

si verso misure di controllo dei

commerci, di limitazione delle ac-

quisizioni estere e di ripristino della

sovranità nazionale sulla moneta. È

un’illusione pensare di contrastare

quest’onda con la solita vuota reto-

rica europeista.

[…] Non solo: Marchionne ha pure

chiesto alla Commissione Europea

di governare i tagli di capacità pro-

duttiva delle case automobilistiche

europee, in modo da lasciare inva-

riate le quote di mercato: una vera e

propria pianificazione pubblica eu-

ropea dei volumi di produzione. È

una posizione sensata che tuttavia

apre una contraddizione, visto che

al tempo stesso Marchionne riven-

sione interna solo se mette un freno

alla competizione salariale al ribas-

so e attiva un “motore interno” del-

lo sviluppo economico e sociale.

Per adesso, tuttavia, ci stiamo muo-

vendo in direzione contraria. La Germania ha imposto ai Paesi peri-

ferici della zona euro una ricetta a

base di depressione, disoccupazio-

ne e fallimenti aziendali. La stessa

Banca Centrale Europea segue que-

sta linea: è disposta a difendere i

Paesi periferici dalla speculazione

solo a condizione che questi com-

primano ulteriormente la spesa

pubblica e il costo del lavoro e si dispongano a vendere i capitali na-

zionali, incluse le banche. Questa

violenta ristrutturazione a guida

tedesca trasformerà vaste aree del

Sud Europa in deserti produttivi,

destinati solo a fornire manodopera

a buon mercato alle aree più forti. I

gruppi d’interesse prevalenti in

Germania sanno che questi proces-

si potrebbero scatenare tensioni tali da indurre i Paesi del Sud ad ab-

bandonare l’euro, ma questa even-

tualità non li spaventa. L’unica vera

paura dei tedeschi è che con la mo-

neta unica salti anche il mercato

unico europeo, sul quale si fonda la

loro egemonia: cioè temono che i

Paesi del Sud introducano limiti alla

libera circolazione dei capitali e

delle merci in Europa. In Francia si discute da tempo di opzioni simili,

ma il governo socialista non sembra

disposto a esplicitare una minaccia

protezionista. In Italia, per evitare

tentazioni, abbiamo addirittura

messo un irriducibile liberoscambi-

sta ai vertici del governo. La crisi

però avanza, i nodi verranno al pet-

tine ...

Estratti da

“ Il rifugio dalla economia globale sarà

un ritorno al protezionismo”

intervista a Emiliano Brancaccio

a cura di Marco Berlinguer

Nel sito http://pubblicogiornale.it/

del 20 ottobre 2012

e nel sito: www.emilianobrancaccio.it

Immagine trovata su Internet e segnalata da Serena

Un calendario, aggiornato, de-

gli eventi pubblici a Voltana ?

Lo trovi nel sito www.voltanaonline.it facendo

click in AGENDA !

Page 4: Voltana On Line n.25-2012

ingordigia

Pagina 4 www.voltanaonline.it n. 25 - 2012

Una smodata

Secondo Forbes (nella

Rete ha questo indirizzo:

www.forbes.com/billionaires/list/ ) la signora Georgi-

na Hope "Gina" Rinehart

, con i suoi 18 miliardi di

dollari, è la donna più ricca

del mondo e la n° 29 in

assoluto. È una magnate

del settore estrattivo e mi-

nerario. Di recente la Rine-

hart si è guadagnata le

prime pagine di molti quo-

tidiani per un appello, lan-

ciato ai suoi compatrioti

australiani, nel quale li in-

vitava alla moderazione

vivendo con molto meno.

Inoltre li esortava a

“lavorare di più” ed a

“smettere di perdere tem-

po al bar”. Infine li infor-

mava sulla necessità di

“tagliare le buste paga”,

ammonendo che “gli afri-

cani accettano di lavorare

per molto meno; ad esem-

pio: due dollari al giorno”.

Tra i super ricchi c’è an-

che chi non è smodatamen-

te avido. Ad esempio: Bill

Gates (Microsoft), al secon-

do posto con 61 miliardi di

dollari, destina cifre consi-

stenti in beneficienza; War-

ren Buffett (Berkshire Ha-

thaway), al terzo posto con

44 miliardi di dollari, chie-

de addirittura la tassazione

dei grandi patrimoni!

Immagine tratta dal

CORRIERE DELLA SERA

Roma 20 ottobre 2012 - Piazza San Giovanni. Manifestazione della CGIL

"Il lavoro prima di tutto!" - Le foto sono di Giunta Valentina

Page 5: Voltana On Line n.25-2012

Pagina 5 www.voltanaonline.it n. 25 - 2012

Famiglie, la legge di instabilità di Francesco Anfossi

mentano anche luce (1,4 per cen-

to), acqua, gas. A tutto questo si

aggiungono le minori detrazioni

fiscali, che come è noto rappre-

sentano uno dei pilastri principali

del Welfare familiare italiano. Le franchigie e la riduzione degli

sconti fiscali (con effetto retroatti-

vo) ridurrà inesorabilmente i red-

diti.

La fotografia è un quadro di

macerie: solo al Sud le famiglie

povere sono il 20 per cento. Il

premier Monti ha annunciato di vedere timidi segnali di ripresa a partire dalla primavera prossima.

Ma le famiglie italiane, soprattutto

quelle con i redditi più bassi, ri-

schiano di arrivare in ginocchio a

quell’appuntamento, se mai ci sa-

rà. Davvero la cura Monti rischia di

ammazzare il paziente.

Articolo di Francesco Anfossi

Pubblicato su Famiglia Cristiana

del 21 ottobre 2012

e nel sito www.famigliacristiana.it

Mille euro a famiglia in media.

Millesettecento euro per un nu-

cleo familiare con due figli. Il

Codacons, su elaborazione dei

dati Istat, ha calcolato il prezzo pagato dalle famiglie per le misure

finanziarie varate dal governo. Per

il Cer (Centro Europa Ricerche) il

45 per cento delle famiglie italiane ci rimetterà in media 140 euro solo

per la legge di Stabilità varata dal

Governo. L’ennesima stangata che

si abbatte sui “soliti noti”. L’elenco

delle rasoiate è lungo ed avviene

nel contesto più difficile per gli ita-

liani (il potere d’acquisto continua a

scendere, l’inflazione morde, gli

stipendi sono fermi).

L’impatto dell’aumento dell’Iva

non sarà certo compensato dalle

riduzioni simboliche dell’Irpef

per le fasce più basse. A dicem-bre arriverà l’ultima tranche

dell’Imu, la più pesante, perché

verrà calcolata dai Comuni, molto

più “affamati” dello Stato a causa

dei minori trasferimenti. Ma au-

Se gli altri rubano, io che cosa faccio ? di Mario Paganini mille.

Infine ci sono quelli che sono ras-

segnati e stanno alla finestra; oppu-

re quelli che credono alle cospira-

zioni internazionali, ovviamente im-

possibili da sconfiggere e, perfino,

quelli che credono il tutto ordito da

una potente lobby di Magistrati (ieri

ebrei o massoni, oggi comunisti).

La risposta dovrebbe essere uni-

voca. E perché nessuno rubi occor-

rerebbe un giusto equilibrio tra:

prevenzione, vigilanza e repressio-

ne. Ma perché il cambiamento av-

venga è necessario volerlo.

Una domanda come questa può

far dubitare del normale funziona-

mento dei neuroni cerebrali di chi

la pone. Ma, anche se banale, tutta-

via provoca risposte molto diverse.

Se io so che il mio vicino di casa

ruba, di certo metto la porta blin-

data e le inferiate alle finestre; poi

assicuro la macchina contro il furto;

inoltre installo un allarme volume-

trico e, infine, se acquisto un com-

puter voglio sia con il sistema GPS,

per farsi ritrovare al bisogno.

Anche la logica dell’ombrello ha

fatto molti proseliti: se qualcuno mi

ha rubato l’ombrello, allora anch’io

- a mia volta - rubo un ombrello.

Nessun rimorso o senso di colpa,

perché si tratta di un oggetto di

modesto valore. Poco importa se

non si rispetta la proprietà altrui.

Poi c’è chi agisce coscientemen-

te, per “fregare” lo Stato. Grandi e

piccoli, uomini e ominicchi, si in-

ventano di tutto. Sanno benissimo

che lo Stato è ciascuno di noi (loro

inclusi), ma - in quanto individui -

sono interessati esclusivamente al

“differenziale”, ossia: se tutti ci ri-

mettono cento, qualcuno però lucra

Fatti e gente di Voltana e dintorni

Arrestato Franco Fiorito. Berlusconi trafelato

telefona in Questura: “Ma che cosa state fa-

cendo?! C’è il rischio di un incidente diplo-

matico ... Dovete subito rilasciare quel ragaz-

zo perché è ... il nipote di Bud Spencer !”

Trovata su

Internet e

segnalata da

Livia

Tumore da telefonino. Per la

Cassazione c’è un legame.

Pier Luigi Tolardo sul sito

www.zeusnews.it ci informa di una

sentenza, emessa dalla Cassazione,

nella quale si riconosce come malat-

tia professionale un tumore

(benigno al trigemino) causato

dall'uso eccessivo del telefonino per lavoro. Secondo i periti medici

del manager, infatti, sarebbe stato causato dall'eccessiva esposizione

alle onde elettromagnetiche: per

lavoro, il dirigente era costretto a

tenere il telefonino attaccato all'o-

recchio almeno 5-6 ore al giorno.

Poiché la notizia è sotto copyright

ti invitiamo a leggerla nel sito http://www.zeusnews.it/zn/18435

Il collegamento è attivo, quindi è

sufficiente fare click sulla scritta ...

Trovata su

Internet e

segnalata da

Sonia

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mons o non coperto da copyright.

"Ho avuto torto non è un titolo sar-

castico, è la verità. Ho offeso la Car-

fagna. Per la verità ho insultato Ber-

lusconi, ma la Carfagna ha tutto il

diritto a sentirsi offesa. La frase incri-

minata, l'unica che il giudice ha bol-

lato come offensiva nel mio discorso

fatto a piazza Navona nel 2008, è:

non puoi far fare il ministro alla

Carfagna solo perché ti fa […] (la

Guzzanti non leggeva, ma andava …

a braccio. Per la cronaca, il video -

con l’espressione truculenta usata -

è ancora disponibile su YouTube

http://www.youtube.com/watch?feat

ure=player_embedded&v=f -T-

9Yl_FWE ). Non erano ancora usciti

gli scandali, non si sapeva ancora

nemmeno di Noemi Letizia, ma la

Carfagna ministro mi era sembrata

uno sfregio. I fatti mi hanno dato

molta più ragione di quella che vole-

vo avere."

"Ho avuto torto. Questa frase è sta-

ta ritenuta offensiva. E lo è non ci

piove. per questa offesa è stato sta-

bilito un prezzo. non un milione di

euro come aveva chiesto la Carfa-

gna, ma 40mila cifra più propor-

zionata, anche se, da quello che ho

letto sui giornali, il prezzo di merca-

to sarebbe 5. si sa quando c'è di

mezzo il pubblico si va sempre a

scialare."

"Quello che mi sento di contestare

è che se è vero che è un'offesa quel-

la da me proferita, è pur vero che è

di molto più offensivo quello che gli

italiani e le italiane in particolare,

hanno subito con la nomina della

Carfagna a ministro delle pari op-

portunità. Un allarme rosso che a-

vrebbe dovuto mobilitare donne e

uomini che sono intervenuti a dire

"se non ora quando" solo quando

era troppo tardi. Siamo stati offesi

ma l'offesa che abbiamo subito non

è risarcibile da nessun tribunale. Il

codice non ci tutela. eppure è in-

dubbio che ci ha danneggiato, che

ne stiamo pagando e ne pagheremo

le conseguenze in termini sia econo-

mici che di dignità e qualità della

vita chissà per quanto tempo."

"Pagherò quindi non dico volen-

tieri ma con una certa soddisfazio-

Immagini trovate su Internet e segnalate da

Milena

Dopo la condanna per le offese alla Mara Carfagna, la comica Sabina

ne questi 40 stuzziconi che guada-

gnerò lavorando. Lavorando e pa-

gando su questo lavoro una bella

fetta di tasse che andranno in buona

parte a pagare altri festini, altri ap-

partamenti di lusso, altri costumi da

maiale e da schiave romane, altri

yacht, altre parure, altre vallette,

conduttori tv incapaci, giornalisti

prezzolati, appaltatori mafiosi, ban-

chieri disonesti, cozze, ostriche, ville

insapute, testimoni insaputi, giudici

compiacenti, finanzieri compiacenti,

parrucchini, lifting, cocaina, cate-

ring, aerei privati, lampadari, case

vacanza."

"Sono sicura che la Carfagna

donerà questi soldi in beneficen-

za. Mi sento di dire però che è la

mia la beneficenza più compassio-

nevole. Una donazione per tutti

quelli che non hanno potuto parlare,

modestissimo ma sincero risarci-

mento per l'umiliazione subita. È

poca cosa, di più non mi posso per-

mettere, ma come si dice, quello

che conta è che sia fatta col cuore."

L’immagine della Guzzanti e

l’articolo sono tratti dalla sito:

www.sabinaguzzanti.it

Guzzanti pubblica alcune riflessioni sul suo sito web

Page 7: Voltana On Line n.25-2012

Pagina 7 www.voltanaonline.it n. 25 - 2012

Ma i nomi e le fotografie degli

elettori lombardi che hanno vendu-

to il loro voto per 50 euro, qualora

noti agli inquirenti, non meritereb-

bero forse le prime pagine dei

giornali? Vendere per un tozzo di

pane la propria dignità, e la mole-

cola di democrazia che ciascuno di

noi rappresenta, non è forse grave

e disgustoso? Mentre quelli della

“casta” — giustamente — sono

messi alla gogna, perché l’esercito

di servi e di mantenuti che li tengo-

no in sella, e li votano in cambio di

una mancia, deve farla perenne-

mente franca? Scommettiamo che

gli stessi italianuzzi che si fanno

scrivere su un foglietto, dal capo-

bastone di turno, il nome di chi vo-

tare, sono gli stessi che al bar (o sul

web) latrano contro “i politici che

rubano”? Detto che la classe diri-

gente, ovviamente, ha maggior po-

tere e dunque maggiori responsa-

bilità, perché gli elettori venduti,

co-protagonisti di uno sporco truc-

co, devono contare sull’anonimato

e sull’impunità? Se si accerta che il

tale ha venduto il proprio voto, non

sarebbe giusto e doveroso levargli

per sempre i diritti civili, primo tra

tutti quel diritto di voto che hanno

esercitato con tanta disonestà?

Da La Repubblica del 12/10/2012.

L’articolo è stato riportato in modo am-

pio (ma non integrale), senza fini di lu-

cro e diversi giorni dopo la sua pubbli-

cazione, per documentazione e comple-

tezza dell’informazione.

Essendo indicato copyright è per l’uso

individuale; se diversamente, occorre

l’autorizzazione scritta all’editore.

Da molto tempo i genitori di Alisa

desideravano un cucciolo che invece

la cicogna tardava a portare. Dopo la

tanto attesa nascita, hanno raccolto il

cordone ombelicale della neonata

perché, circuiti da una società privata

che agisce in molti ospedali, erano

stati convinti che la conservazione (a

pagamento, naturalmente) delle cellu-

le del cordone ombelicale avrebbe

potuto, in un futuro, salvare la vita ad

Alisa. Nessuno li aveva informati che,

raccogliere il cordone ombelicale, per

donarlo alla banca mondiale delle

cellule, può salvare la vita ad un bam-

bino ammalato (e tutto ciò, dove è

possibile farlo, avviene in modo gra-

tuito), ma difficilmente le cellule del

cordone ombelicale del donante pos-

sono essere utili al medesimo.

A soli 10 mesi ad Alisa viene diagno-

sticata una forma di leucemia. La pro-

g n o s i , e m e s s a d a i m e d i c i

dell’ospedale di Bucarest purtroppo

non lascia speranze: troppo piccola

per sopportare le cure chemioterapi-

che. Una volontaria di una associazio-

ne Onlus, che assiste i bambini

all’ospedale di Bucarest, suggerì ai

genitori di Alisa di contattare

l’Associazione Bubulina.

La procedura, nei due anni di attività

dell’Associazione, è ampiamente col-

laudata: si contattano i Primari di alcu-

ni ospedali di riferimento, per il tipo di

malattia del bambino, sulle modalità

per il ricovero; si traduce la documen-

tazione medica; si assistono i genitori

in Romania, perché ottengano la co-

pertura economica per le cure, dallo

Stato Rumeno; si organizza il viaggio

aereo; si organizza il trasporto strada-

le; si accoglie la famiglia in Italia, così

da farla sentire per quanto possibile …

a casa; si fanno conoscere i medici e

gli infermieri; si trova un alloggio vici-

no all’ospedale. È intuibile che, con

una malata così piccola, tutto fosse

diventato più impegnativo !

I genitori erano felici di essere arri-

vati, in pochi giorni, in un Ospedale

italiano, convinti che, grazie alle cellu-

le del cordone ombelicale (conservate

da una società privata, al costo di sva-

riate migliaia di euro) la loro tanto

amata piccola sarebbe guarita. La luce

nei loro occhi si è spenta quando la

volontaria della “Bubulina” ha tradotto

le parole del Primario del reparto di

onco-ematologia infantile del policlini-

co San Matteo di Pavia, il dottor Zecca,

con le quali spiegava come tali cellule

non possano essere usate per il bimbo

medesimo. In alcune malattie, infatti,

c’è sempre una componente genetica

e, di conseguenza, l’utilizzo di tali cel-

lule potrebbe far riapparire la malatti-

a. Se, poi, la malattia sopraggiunge in

età adulta, la quantità di cellule non è

assolutamente sufficiente per un tra-

pianto. Sia chiaro: è importante racco-

gliere il cordone ombelicale. Le cellu-

le di un bimbo sano possono salvare

un altro bimbo malato, ma devono es-

sere donate alla banca mondiale per le

cellule e messe a disposizione di tutti !

Il personale dell’ospedale e

dell’Associazione Bubulina ha incorag-

giato e alimentato la speranza nei ge-

nitori di Alisa. Infatti le possibilità di

trovare un donatore erano alte, così

come quelle di una guarigione com-

pleta. I genitori di Alisa tuttavia erano

molto preoccupati per i costi necessari

alla ricerca di un donatore compatibi-

le. Infatti, mentre le cure erano coperte

dallo Stato Rumeno, il costo per la ri-

cerca (e la raccolta delle cellule per il

trapianto) rimanevano a loro carico.

Per aiutare i genitori di Alisa a racco-

gliere i fondi necessari, ed anche per

rendere pubblica la questione della

raccolta del cordone ombelicale a pa-

gamento, l’Associazione Bubulina, as-

sieme ad altre associazioni Rumene, ha

presentato il caso di Alisa alla TV na-

zionale rumena. Sono stati trasmessi

alcuni servizi televisivi dall’ospedale di

Pavia, con interviste sia al primario,

dott. Zecca, sia ai genitori di Alisa. Co-

sì, grazie ai fondi raccolti in Romania,

è diventato possibile cercare un dona-

tore per Alisa. Il caso è stato anche

seguito dal Registro Italiano Donatori

Midollo Osseo. In pochi mesi è stato

trovato in Israele un donatore compati-

bile. Le cellule sono giunte a Pavia ed

è stato effettuato il trapianto.

Oggi, ad un anno di distanza, Alisa è

tornata a casa in Romania, senza alcu-

na evidenza della malattia. Durante

l’anno di cure è rimasta sempre in Ita-

lia, amorevolmente seguita dallo staff

dell’onco-ematologia infantile del San

Matteo, assistita dai volontari

dell’Associazione Bubulina ed ospitata

negli appartamenti dell’associazione

AGAL. Naturalmente dovrà tornare per

i controlli, inizialmente ogni tre mesi,

poi più raramente.

Noi tutti vogliamo augurare ad Alisa

di aver sconfitto definitivamente la sua

malattia.

Altre informazioni sono nel sito

www.associazionebubulina.org o su

facebook Associazionebubulina Voltana

L’amaca di Michele Serra La storia a lieto fine di Alisa da Associazione Bubulina

Che cos’è che può

Con che cosa mai si può distrugge-

re l’uomo?

Con la politica senza principi.

Con la ricchezza senza lavoro.

Con l’intelligenza senza sapienza.

Con gli affari senza morale.

Con la scienza senza umanità.

Con la religione senza fede.

Con l’amore senza il sacrificio di sé.

Gandhi

distruggere l’uomo?

Page 8: Voltana On Line n.25-2012

Pagina 8 www.voltanaonline.it n. 25 - 2012

Dal 10 ottobre 2012 al 24 novem-

bre 2013, per iniziativa del Papa

Benedetto XVI, si celebra l’Anno

della Fede.

Che cosa si aspetta la Chiesa ed il

Papa da questa iniziativa? Un rifiori-re della Fede!

Porta Fidei, motu proprio di Papa Benedetto XVI e l’Anno della Fede

info: [email protected]

La Comunità parrocchiale di Vol-

tana, a nome di tutto il Vicariato del-

la Bassa Pianura, ha preso l'iniziati-

va di vivere l'Anno della Fede ap-

profondendo la Rivelazione con la

prestigiosa presenza di S. E. l'arci-vescovo di Ravenna e Cervia,

Mons. Giuseppe Verucchi, che ci farà "entrare" nella Bibbia e, per

chi vuole, guiderà il Pellegrinaggio

in Terra Santa (dopo la Pasqua

2013).

Tutti gli uomini sono liberi di pen-

sare ciò che vogliono. Ma per un

cristiano esiste una verità unica ed

oggettiva. Al pensiero soggettivo e

“ d e b o l e ” s i c o n t r a p p o n e

l’insegnamento immutabile della

Chiesa. Dio lascia gli uomini liberi

di scegliere, ma la vera libertà è

conformarsi al Suo progetto. Chi

sceglie contro la volontà di Dio,

non opera per la salvezza di tutti gli

uomini.

Incontrare la Bibbia e il Vangelo

significa conoscere il fatto più im-

portante, unico e straordinario del-

la Storia, e cioè: Dio che si è fatto

uomo. Nessuna religione ha un si-

mile evento!

Incontrare la Bibbia è: visualizza-

re, attraverso il popolo Ebraico, la

preparazione a questo evento.

Per maggiori informazioni e per il

calendario degli incontri visita, nel

sito www.voltanaonline.it , la sezio-

ne AGENDA.

“Il problema non viene tanto dalle

cose che non conosciamo ma da

quelle che crediamo vere e non lo

sono.”

Mark Twain

“La ricchezza, quando non è domi-

nata da un’altissima virtù, può por-

tare al disprezzo di Dio e del pros-

simo”

“Se anche il mondo dovesse fi-

nire domani, non esiterei a pian-

tare un seme oggi.”

Martin Lutero

“Lo stolto dice quello che sa. Il

saggio sa quello che dice.”

Un imprenditore tedesco ottiene il

denaro pagandolo il 2%. Un im-

prenditore italiano ottiene il denaro,

se è fortunato, pagandolo spesso

più del 7%. Non è facile vincere la

concorrenza con uno spread del 5%!

Venuto vent’anni fa dall’altra

sponda dell’Adriatico parla benissi-

mo l’italiano e conosce altrettanto

bene il nostro Paese. Dice: “Siete un

popolo eccezionale. Ma non siete un

popolo coeso. Avete delle straordi-

narie capacità che spesso non sapete

sfruttare”. E prosegue: “Sì, ora avete

il problema dello spread che non vi

favorisce nei mercati. Ma dovrete

riscoprire che la vera ricchezza di un

popolo non risiede in quello ha o che

possiede o che accumula. La vera

ricchezza di un popolo è qui. È qui

dentro.” E porta la mano sinistra più

volte alla testa.

Purtroppo lui a ragione. Occorre

un di più di intelligenza, un di più

di coerenza, un di più di moralità,

un di più di buon senso.

Aldo Moro parlava di “senso del

dovere”.

Dobbiamo stare tutti più svegli e

vigilare. Soprattutto, dobbiamo fare

in fretta a cambiare il modello cul-

turale di riferimento.

Inoltre se è vero che nel mercato

lo spread è importante, è pure vero

che il mercato premia la qualità.

Mario Paganini

Spread monetario e spread culturale Non è compito mio ! Questa è la storia di quattro perso-

ne, si chiamavano: Ognuno, Qualcu-

no, Ciascuno e Nessuno.

C’era un lavoro importante da fare

e Ognuno era sicuro che Qualcuno

l’avrebbe fatto.

Ciascuno avrebbe potuto farlo, ma

Nessuno lo fece. Qualcuno si adirò

molto perché era il lavoro di ognu-

no.

Ognuno però pensava che Ciascu-

no poteva farlo, ma Nessuno capì

che Ognuno non l’avrebbe fatto.

Finì che Ognuno incolpò Qualcuno

perché Nessuno fece ciò che Ciascu-

no avrebbe potuto fare.

Voltana, giovedì

25 ottobre 2012

inaugurazione del

nuovo CONAD

City. L'investi-

mento complessi-

vo per il nuovo

punto vendita è

stato di oltre un milione di euro.

Nel negozio lavo-

rano 9 persone, di

cui 4 soci, tutti

voltanesi "Doc”.

Continua su

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