Ungari, normanni e saraceni, tra alto e basso Medioevo
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L’Europa dopo i carolingi:
dalle ultime invasioni a
Ottone I
Le ultime invasioni dell’Europa occidentale
Origini degli Ungari
Gli ungari erano probabilmente originari della regione degli Urali settentrionali (odierna Russia europea)
Dal VI secolo d.C. si spostarono a sud nella medesima regione, in cui diedero vita a un’unità sociale e economica seminomade
Alla metà del secolo VIII emigrarono verso Occidente verso il basso corso del fiume Don e alla metà del IX secolo giunsero nel territorio di quella che i romani chiamarono Pannonia.
Strategie militari e prime vittorie degli Ungari
Gli ungari cominciarono a
scontrarsi in questa zona con
eserciti occidentali attraverso
tattiche di guerra che
disorientarono i loro
avversari.
Gli ungari basavano le loro
strategie sulla cavalleria, e su
spostamenti rapidi che
permettevano loro di
compiere improvvise
imboscate.
Arpad, capo della tribù dei
Magiari, venne eletto capo delle
sette tribù "magiare" o, meglio,
ungare, dal 895 al 907. È
considerato il capostipite della
prima dinastia d'Ungheria, gli
Arpadi. Árpád portò i magiari ad
attraversare definitivamente i
Carpazi.
Gli Ungari in Italia
L’imperatore Arnolfo di Carinzia, uno degli ultimi eredi della dinastia carolingia, si servì dell’aiuto ungarico contro coloro che gli contesero il trono imperiale e quello italiano (fine del IX secolo)
Aiutando Arnolfo, gli Ungari approfittarono della situazione per compiere scorrerie in Italia settentrionale, fino all’assedio e all’incendio di Pavia (924)
Arnolfo di Carinzia
Sconfitta presso Lechfeld (955)
Le tecniche di combattimento degli ungari dimostrano la loro abilità, che venne poi utilizzata come modello anche dagli eserciti occidentali.
Questi ultimi li contrastarono efficacemente quando riuscirono a organizzare una cavalleria leggera capace di reggere il confronto con i magiari
Nel 955 Ottone I, re di Germania, ottenne presso il fiume Lechfeld una vittoria decisiva contro gli ungari.
Essi, dopo questa sconfitta, frenarono la loro aggressività e cercarono accordi con i sovrani occidentali
La battaglia di Lechfeld, presso
Augusta, pose termine
all’avanzata ungara in occidente
e diede inizio a un diverso
rapporto tra Ungari e sovrani
occidentali
Il battesimo di Stefano I
Il nuovo atteggiamento degli Ungari
verso gli ex nemici occidentali culminò
con il battesimo ricevuto dal loro
re Stefano I poco prima del Mille.
Dopo tale battesimo, Stefano cominciò
un’opera di profonda
cristianizzazione del suo popolo, e gli
Ungari entrarono nell’orbita di influenza
della Chiesa cristiana di Roma.
Gli Ungari si trasformarono da
popolo seminomade e guerriero in
popolo sedentario, dedito
soprattutto all’agricoltura
Incoronazione di Stefano I
Re Stefano I
I Saraceni conquistano la Sicilia
Durante il califfato degli abasidi, si verificarono numerose azioni di pirateria e incursioni fatte da singoli gruppi.
I primi insediamenti furono fondati in Sardegna e Corsica, nelle Baleari e per qualche tempo anche in Provenza, a Frassineto
Nell’846 i saraceni saccheggiarono Roma
Tra di essi furono particolarmente agguerriti quelli che riuscirono a conquistare la Sicilia, all’epoca ancora territorio bizantino.
Dall’827 e il 902 gli emiri di una dinastia aglabita riuscirono a mettere sotto il loro controllo l’intera isola, scegliendo come capitale Palermo
La Sicilia diventò allora la base per ulteriori incursioni saracene finalizzate a prendere bottini o conquistare territori.
S.Giovanni degli Eremiti
La zona della Kalsa a Palermo
Fondazione di basi saracene in Italia
meridionale
Dalla Sicilia i saraceni partirono per
incursioni ulteriori lungo le coste
dell’Italia meridionale.
In genere qui crearono degli avamposti
per poi avviare azioni piratesche anche
verso l’Italia centrale e settentrionale e la
Francia meridionale.
Fondarono un emirato a Bari (durato
trent’anni) e uno a Taranto
Scorrerie saracene tra Italia e Svizzera
Lotario I dopo il saccheggio di Roma promosse una spedizione lunga, ma inutile contro i Saraceni dell’Italia meridionale.
Essi anzi riuscirono a compiere saccheggi in alcune importanti abbazie come Montecassino, Farfa (Italia centrale), Novalesa (Piemonte), San Gallo (Svizzera)
La forza dei saraceni stava nel non avere un centro di coordinamento territoriale contro il quale condurre una guerra vera e propria.
Le incursioni erano opera di gruppi autonomi e questo rendeva impossibile organizzare una difesa
Abbazia di Farfa
Biblioteca
dell’abbazia
di S. Gallo
Origini dei normanni
I normanni (da nortmann=uomini
del nord) erano popolazioni
provenienti dalla penisola scandinava
(Norvegia, Svezia, Danimarca) che
nelle fonti di area inglese furono
definiti vichinghi (da vik=baia).
A partire dal IX secolo queste
popolazioni attuarono incursioni
sulle coste delle zone limitrofe, poi
procedettero a vere e proprie
conquiste territoriali.
L’espansione normanna si diffuse a
raggiera lungo direzioni diverse
LE DIRETTRICI DELL’ESPANSIONE NORMANNA
Cause delle conquiste normanne e
direttrici di espansione
Sia l’ubicazione delle regioni di partenza, sia l’uso di imbarcazioni veloci e agili, i drakkar,che riuscivano a risalire dal mare lungo il corso dei fiumi, permettevano ai normanni di attaccare con successo località apparentemente protette dalla loro posizione geografica.
Le zone di espansione seguirono queste direttrici
1. Dalla Norvegia verso Scozia, Irlanda, Francia settentrionale, Islanda, Groenlandia
II. Dalla Danimarca verso le coste meridionali del Mare del Nord e quelle orientali dell’Inghilterra
III. Dalla Svezia, lungo i fiumi russi (Volga, Dniepr) fino quasi a Bisanzio
I drakkar vichinghi
Il ducato di Normandia
I normanni si stanziarono in alcune zone della Gallia settentrionale, che con il tempo assunsero il nome di Normandia.
Dopo lotte violente con i Franchi, i Normanni ottennero il riconoscimento del loro insediamento nel 911.
Nel 911 fu siglato un accordo tra il capo normanno Rollone e il re Carlo il Semplice, in base al quale i Normanni occupavano le terre della bassa valle della Senna (equivalente all'Alta Normandia) in cambio di un giuramento di vassallaggio (che fu pronunciato nel 940) e di un impegno a ricevere il battesimo.
Rollone doveva inoltre difendere l'estuario della Senna e Rouen dalle incursioni di altri normanni
Carlo il Semplice
Territorio del
ducato di Normandia
I normanni in Sicilia
La Normandia fu la base dalla quale i
normanni partirono per effettuare nuove
conquiste territoriali non più con
incursioni piratesche, bensì attraverso la
partecipazione ai contrasti politici locali.
In Italia meridionale alcuni soldati
provenienti dalla Normandia furono
ingaggiati da signori bizantini e longobardi
in lotta reciproca.
Uno dei condottieri, Roberto il Guiscardo
d’Altavilla, sottomise gli altri capi
normanni, quindi riuscì a conquistare
buona parte dell’Italia meridionale e della
Sicilia, cacciando da qui gli arabi, e da
Salerno i longobardi (1050 – 1080) Roberto il Guiscardo
d’Altavilla
Nuove monarchie europee
alla fine dell’Alto Medioevo
Ugo Capeto
Ottone I di Sassonia
La Francia occidentalis intorno all’anno Mille
La situazione nella Francia occidentalis
Nella Francia occidentalis, il potere del re era limitato a una zona ristretta presso Parigi.
I lontani eredi di Carlo Magno e i conti di Parigi (dinastia dei Robertingi) si contesero il titolo di re fino alla vittoria di Ugo Capeto (987)
I discendenti di Ugo Capeto mantennero il trono francese per quattro secoli (fino all’inizio del XIV secolo)
Ugo Capeto,
capostipite della
sua dinastia
Il sistema di potere nella Francia occidentalis
Il regno di Francia era un’entità dai confini incerti.
Il re governava solo sui territori che riusciva a controllare e sui territori del suo patrimonio personale
Esistevano diversi domini sostanzialmente autonomi : contea di Bretagna, contea di Tolosa, ducato di Normandia, ducato di Aquitania.
Due regni regionali completavano questo quadro frammentato: Provenza e Borgogna, che assorbì il primo.
La situazione dell’Italia intorno al 1000 L’Italia alla fine dell’alto Medioevo era
divisa in diversi domini.
In Italia settentrionale, escluse le zone costiere ancora bizantine, esisteva il “Regno italico” (erede del Regnum langobardorum),esteso anche a zone dell’Italia centrale.
Nell’attuale Lazio e in parte di Umbria e Toscana si estendeva il “patrimonio di Pietro”
L’Italia centro – meridionale era divisa tra domini diversi: longobardo in parte della Campania, arabo in Sicilia, bizantino tra Puglia, Calabria e Basilicata, con una presenza saracena in alcune zone
Le lotte per il “Regno italico”
Le grandi famiglie che erano riuscite rendere
dinastiche le cariche pubbliche ricoperte in età
carolingia (contee e ducati) e avevano costruito
una base solida di patrimoni fondiari e di
clientele vassallatico-beneficiarie nei territori da
loro governati erano in lotta per avere la guida
del “Regno italico”.
La mancanza di una discendenza diretta da
parte dei carolingi e il fatto che non esistesse
un principio di successione codificato
determinò queste lotte tra famiglie italiche.
Le quattro famiglie in lotta
La lotta coinvolgeva quattro grandi famiglie:
ducato di Spoleto
marchesato di Toscana
marchesato di Ivrea
marchesato del Friuli
Tra la fine dell’800 e l’inizio del 900 si
contesero il regno Berengario I, marchese
del Friuli e diversi esponenti della casata di
Spoleto, senza che nessuno prevalesse.
Re non italici
I contendenti decisero di cercare appoggi esterni per la loro lotta, e li trovarono in signori esteri che assunsero il titolo di
“re d’Italia”.
• Prima toccò a Rodolfo re di Borgogna, quindi a Ugo re di Provenza.
• Ugo governò con violenza per vent’anni (926-946), eliminando buona parte dell’aristocrazia italica di origine carolingia.
• Sotto Ugo furono invece favoriti uomini di famiglie aristocratiche longobarde, che garantirono al re con la forza delle loro armi e la loro fedeltà personale un controllo più sicuro del regno
La fine delle lotte famigliari
Le vicende dell’Italia si incrociarono con quelle del regno “teutonico” (germanico) quando Ugo si ritirò e lasciò il trono al figlio Lotario, morto precocemente.
Berengario II, marchese d’Ivrea, diventò re, eliminando i suoi avversari e favorendo i suoi fedeli.
Quando Berengario imprigionò Adelaide,vedova di Lotario, un vassallo del re defunto chiamò in aiuto contro Berengario II il re germanico Ottone I, che giunse a Pavia e sposò Adelaide.
Berengario non fu detronizzato, ma venne costretto a giurare fedeltà al Ottone e a rimanere sottomesso a lui.
Francia orientalis e Italia
intorno all’anno Mille
La situazione del regno germanico
Nei territori germanici esistevano diversi e ampi ducati regionali, in cui le famiglie erano riuscite a rendere dinastiche le loro cariche un tempo pubbliche.
Questi ducati erano in realtà dei regni autonomi.
Il re vero e proprio era eletto dai grandi del regno, era sempre un membro delle stirpi ducali, e aveva un ruolo simbolico di giudice supremo e guida militare.
Enrico I di Sassonia
Corrado I di Franconia fu il primo re, secondo la tradizione,
a unire tutte le “stirpi” germaniche (911)
Maggiore importanza ebbe l’opera di Enrico I di Sassonia,
suo successore, eletto nel 919
Egli fu il primo che riuscì a bloccare le avanzate
degli Ungari e fondò una propria dinastia
L’operato di Enrico fu giudicata molto positivamente dai
suoi contemporanei tanto che nel 936, alla sua morte,
suo figlio Ottone fu scelto come nuovo re, e salì al
trono con il nome di Ottone I (poi chiamato “il Grande”)
L’ incoronazione di Ottone I a Aquisgrana
Ottone I si fece incoronare re a Aquisgrana, la capitale di Carlo Magno, per dare l’idea di esserne l’erede e cercò sempre di dare sacralità al suo potere attraverso formule e riti ripresi dalla tradizione carolingia.
Egli cercò una collaborazione con i diversi poteri del territorio, sia laici, sia ecclesiastici.
Il re lasciava l’amministrazione, la legiferazione scritta, l’esercizio della giustizia a duchi e conti, cercando di scegliere tra di essi i più fedeli come alleati che gli permettessero di mantenere il trono.
Incoronazione di Ottone I
Politica estera di Ottone: Ungari e Regno Italico
L’impero
Abile in politica estera, Ottone ottenne
grande fama sconfiggendo gli Ungari presso
il fiume Lech (955)
Ottone I si inserì nelle lotte per la conquista
del trono italico, sposando Adelaide.
Nel 961, alla morte di Berengario II, divenne
re d’Italia e nel 962 conseguì il titolo di
imperatore
Ottone protettore della cristianità
L’incoronazione imperiale del 962 fu fondamentale
Ottone si fece incoronare imperatore con il rito della sacra unzione, con cui diventò il protettore della cristianità e della chiesa di Roma.
La simbologia del potere fu completata con l’abito, lo scettro, la corona, che sottolineavano il legame tra le idee di regno e sacerdozio, unite nella figura dell’imperatore.
Ottone I,
raffigurato come
imperatore cristiano con i simboli del
potere
Il Privilegium Othonis
Ottone sulla base del suo ruolo di protettore della cristianità promulgò il Privilegium Othonis.
Con questo documento ufficiale l’imperatore riconobbe le proprietà e i diritti della Chiesa, ma contemporaneamente affermò il principio della Constitutio romana di Ludovico il Pio:
Il papa, dopo essere stato eletto dal clero e dal popolo di Roma, doveva prestare giuramento di fedeltà all’imperatore
In questo modo Ottone poneva le basi di un conflitto tra potere temporale e potere spirituale che durante il suo regno non si manifestò perché il papa era in quel momento troppo debole.
Ottone I (sn) incontra il papa
Giovanni XII
Ottone acquisisce l’Italia meridionale
Ottone cercò di rendere più ampio il suo
potere controllando l’Italia meridionale ai
danni dei bizantini.
Dopo aver fallito con la conquista
militare,Ottone portò avanti un’azione
diplomatica verso l’ Impero d’oriente.
La sua iniziativa ebbe successo in quanto si
concluse con un matrimonio tra Teofano,
nipote dell’imperatore d’Oriente Giovanni
Zimisce, e il suo primogenito, di nome
Ottone come il padre.
Alla sua morte nel 973, Ottone poteva
pensare di avere in mano la penisola italiana.
Teofano
Ottone I estende il suo dominio
Bibliografia
Aa. Vv., Storia medievale, Roma, Donzelli,
1998
M. Montanari, Storia medievale,Roma –
Bari, Laterza, 2002