SNALS Lombardia · Rassegna Stampa di Venerdì 22 maggio 2015 SNALS / CONFSAL Corriere della Sera...

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Rassegna Stampa di Venerdì 22 maggio 2015 SNALS / CONFSAL Corriere della Sera 22/05/2015 SCIOPERO DEGLI SCRUTINI CONFERMATO C'E' LA FIRMA DI TUTTI I SINDACATI (V.Santarpia) Cronache del Garantista 22/05/2015 SCUOLA AL SENATO VIETATO DISSENTIRE? (R.Paradisi) Il Cittadino (Lodi) 22/05/2015 SCRUTINI, CONFERMATO LO STOP CEI: "MALE ANDARE DI FRETTA" Il Giornale d'Italia 22/05/2015 SCUOLA, ECCO GLI SCIOPERI DEGLIN SCRUTINI (I.Traboni) il Manifesto 22/05/2015 A GIUGNO UN'ORA DI SCIOPERO DEGLI SCRUTINI (R.Ciccarelli) il Mattino 22/05/2015 "SCUOLA, UN'ORA DI SCIOPERO DEGLI SCRUTINI" (E.Romanazzi) Il Mattino - Ed. Avellino 22/05/2015 CONTRO LA "BUONA SCUOLA" UNA FIACCOLATA IL 5 GIUGNO Il Piccolo 22/05/2015 I SINDACATI CONFERMANO LO SCIOPERO NEI PRIMI DUE GIORNI DI SCRUTINI Il Quotidiano del Sud - Cosenza 22/05/2015 "LA PROTESTA DEI DOCENTI SI DIMOSTRA INCONSISTENTE SEMBRANO SCHEGGE IMPAZZITE" Il Quotidiano del Sud - Irpinia 22/05/2015 SCRUTINI, E' SCIOPERO NELLE SCUOLE Il Tirreno - Ed. Pistoia 22/05/2015 SCUOLA, CONTINUA LA PROTESTA CON SCIOPERI E UNA FIACCOLATA La Gazzetta del Mezzogiorno - Ed. Lecce 22/05/2015 IL PRIMO PREMIO VA AD ELISA DE CAGNA La Provincia - Ed. Varese 22/05/2015 SCIOPERO SCRUTINI E BERSANI APRE "CON MODIFICHE VOTEREMO SI'" La Tribuna di Treviso 22/05/2015 I SINDACATI: "NO AL SUPER PRESIDE" Adnkronos.com/IGN 21/05/2015 SINDACATI CONTRO DDL SCUOLA: SCIOPERO DELLA PRIMA ORA DEGLI SCRUTINI E FIACCOLATE NELLE CITTA' Adnkronos.com/IGN 21/05/2015 SINDACATI SCUOLA: SCIOPERO PRIMA ORA, SCRUTINI E FIACCOLATE NELLE CITTA' Ansa.it 21/05/2015 TEACHERS' UNIONS TO STRIKE AN HOUR - UPDATE Askanews.it 21/05/2015 SCUOLA, SINDACATI UNITARI PROCLAMANO SCIOPERO DEGLI SCRUTINI Giornale di Sicilia - Ed. Caltanissetta-Enna-Agrigento 21/05/2015 IN BREVE - SCIOPERO DEGLI SCRUTINI: LA PROTESTA Ilgiornale.it 21/05/2015 I SINDACATI RESTANO SULLE BARRICATE: BLOCCHEREMO GLI SCRUTINI La Sicilia - Ed. Enna 21/05/2015 "VIABILITA' PRECARIA ALTRO HANDICAP PER I DOCENTI ENNESI" LiberoQuotidiano.it 21/05/2015 SINDACATI CONTRO DDL SCUOLA: SCIOPERO DELLA PRIMA ORA DEGLI SCRUTINI E FIACCOLATE NELLE CITTA' Qn.Quotidiano.net 21/05/2015 SCUOLA, SCIOPERO CONFERMATO: STOP DI UN'ORA AGLI SCRUTINI. CAMUSSO: "PRONTI AL DIALOGO" Rainews24.Rai.it 21/05/2015 SCUOLA, SINDACATI: FAREMO SCIOPERO NELLA PRIMA ORA DEGLI SCRUTINI Tiscali.it 21/05/2015 SINDACATI PROF CONTRO RIFORMA SCUOLA, SCIOPERO DELLA PRIMA ORA DEGLI SCRUTINI Canale 5 20/05/2015 Canale 5 - trasmissione del 20/05/2015 dalle 08.00 alle 08.05 (Ora: 08:00:58 Min: 5:01) Gazzetta del Sud - ed. 20/05/2015 FIOCCANO LE PROTESTE CONTRO IL PD

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Rassegna Stampa di Venerdì 22 maggio 2015

SNALS / CONFSAL Corriere della Sera 22/05/2015 SCIOPERO DEGLI SCRUTINI CONFERMATO C'E' LA FIRMA

DI TUTTI I SINDACATI (V.Santarpia) Cronache del Garantista 22/05/2015 SCUOLA AL SENATO VIETATO DISSENTIRE? (R.Paradisi) Il Cittadino (Lodi) 22/05/2015 SCRUTINI, CONFERMATO LO STOP CEI: "MALE ANDARE DI

FRETTA" Il Giornale d'Italia 22/05/2015 SCUOLA, ECCO GLI SCIOPERI DEGLIN SCRUTINI (I.Traboni)il Manifesto 22/05/2015 A GIUGNO UN'ORA DI SCIOPERO DEGLI SCRUTINI

(R.Ciccarelli) il Mattino 22/05/2015 "SCUOLA, UN'ORA DI SCIOPERO DEGLI SCRUTINI"

(E.Romanazzi) Il Mattino - Ed. Avellino 22/05/2015 CONTRO LA "BUONA SCUOLA" UNA FIACCOLATA IL 5

GIUGNO Il Piccolo 22/05/2015 I SINDACATI CONFERMANO LO SCIOPERO NEI PRIMI DUE

GIORNI DI SCRUTINI Il Quotidiano del Sud - Cosenza

22/05/2015 "LA PROTESTA DEI DOCENTI SI DIMOSTRA INCONSISTENTE SEMBRANO SCHEGGE IMPAZZITE"

Il Quotidiano del Sud - Irpinia

22/05/2015 SCRUTINI, E' SCIOPERO NELLE SCUOLE

Il Tirreno - Ed. Pistoia 22/05/2015 SCUOLA, CONTINUA LA PROTESTA CON SCIOPERI E UNA FIACCOLATA

La Gazzetta del Mezzogiorno - Ed. Lecce

22/05/2015 IL PRIMO PREMIO VA AD ELISA DE CAGNA

La Provincia - Ed. Varese 22/05/2015 SCIOPERO SCRUTINI E BERSANI APRE "CON MODIFICHE VOTEREMO SI'"

La Tribuna di Treviso 22/05/2015 I SINDACATI: "NO AL SUPER PRESIDE" Adnkronos.com/IGN 21/05/2015 SINDACATI CONTRO DDL SCUOLA: SCIOPERO DELLA

PRIMA ORA DEGLI SCRUTINI E FIACCOLATE NELLE CITTA' Adnkronos.com/IGN 21/05/2015 SINDACATI SCUOLA: SCIOPERO PRIMA ORA, SCRUTINI E

FIACCOLATE NELLE CITTA' Ansa.it 21/05/2015 TEACHERS' UNIONS TO STRIKE AN HOUR - UPDATEAskanews.it 21/05/2015 SCUOLA, SINDACATI UNITARI PROCLAMANO SCIOPERO

DEGLI SCRUTINIGiornale di Sicilia - Ed. Caltanissetta-Enna-Agrigento

21/05/2015 IN BREVE - SCIOPERO DEGLI SCRUTINI: LA PROTESTA

Ilgiornale.it 21/05/2015 I SINDACATI RESTANO SULLE BARRICATE: BLOCCHEREMO GLI SCRUTINI

La Sicilia - Ed. Enna 21/05/2015 "VIABILITA' PRECARIA ALTRO HANDICAP PER I DOCENTI ENNESI"

LiberoQuotidiano.it 21/05/2015 SINDACATI CONTRO DDL SCUOLA: SCIOPERO DELLA PRIMA ORA DEGLI SCRUTINI E FIACCOLATE NELLE CITTA'

Qn.Quotidiano.net 21/05/2015 SCUOLA, SCIOPERO CONFERMATO: STOP DI UN'ORA AGLI SCRUTINI. CAMUSSO: "PRONTI AL DIALOGO"

Rainews24.Rai.it 21/05/2015 SCUOLA, SINDACATI: FAREMO SCIOPERO NELLA PRIMA ORA DEGLI SCRUTINI

Tiscali.it 21/05/2015 SINDACATI PROF CONTRO RIFORMA SCUOLA, SCIOPERO DELLA PRIMA ORA DEGLI SCRUTINI

Canale 5 20/05/2015 Canale 5 - trasmissione del 20/05/2015 dalle 08.00 alle 08.05 (Ora: 08:00:58 Min: 5:01)

Gazzetta del Sud - ed. 20/05/2015 FIOCCANO LE PROTESTE CONTRO IL PD

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Cosenza Ilmessaggero.it 20/05/2015 SCUOLA: SINDACATI, 1 ORA SCIOPERO IN 2 GIORNI

SCRUTINIItalia 1 20/05/2015 Italia 1 - trasmissione del 20/05/2015 dalle 01.25 alle 01.31 (Ora:

01:25:13 Min: 6:24)Italia 1 20/05/2015 Italia 1 - trasmissione del 20/05/2015 dalle 12.38 alle 12.40 (Ora:

12:38:26 Min: 2:17)L'Adige 20/05/2015 SCUOLA AVANTI CON UNA RAFFICA DI SI' Rai3 Molise 20/05/2015 Rai3 Molise - trasmissione del 20/05/2015 dalle 07.43 alle 07.44

(Ora: 07:43:27 Min: 1:04) Rai3 Sicilia 20/05/2015 Rai3 Sicilia - trasmissione del 20/05/2015 dalle 00.16 alle 00.17

(Ora: 00:16:32 Sec: 29)Rai3 Sicilia 20/05/2015 Rai3 Sicilia - trasmissione del 20/05/2015 dalle 07.36 alle 07.36

(Ora: 07:36:10 Sec: 32)Tg Com24 20/05/2015 Tg Com24 - trasmissione del 20/05/2015 dalle 09.21 alle 09.23

(Ora: 09:21:41 Min: 1:58)Tg Com24 20/05/2015 Tg Com24 - trasmissione del 20/05/2015 dalle 10.37 alle 10.39

(Ora: 10:37:55 Min: 1:55)Tiscali.it 20/05/2015 UN'ORA SCIOPERO IN 2 GIORNI SCRUTINI LA SICILIA 22/05/2015 DIPENDENTI DELL'UFFICIO LEGALE IN STATO DI

AGITAZIONE Borsaitaliana.it 21/05/2015 TRASPORTI: CALENDARIO SCIOPERI PROCLAMATI Il Risveglio 21/05/2015 IN SCIOPERO I DIPENDENTI DELLA SEA STAMPAGGI DI

FORNO Panorama.it 21/05/2015 RIFORMA DELLA SCUOLA: I RISCHI AL SENATO

Scuola, Formazione, Università, Ricerca il Sole 24 Ore 22/05/2015 I VESCOVI: SCUOLA, NO A RIFORME FRETTOLOSE

(C.Marroni) il Sole 24 Ore 22/05/2015 REGOLE SUI PRECARI: POSSIBILE MODIFICHE AL DDL

SULLA SCUOLA (Em.pa./Ci.t) il Sole 24 Ore 22/05/2015 SPESE DI ISTRUZIONE, DETRAIBILITA' A RISCHIO (L.De

stefani) Corriere della Sera 22/05/2015 TEST INVALSI BOICOTTATI, STUDENTI PUNITI la Repubblica 22/05/2015 HO INVENTATO LA "BUONA SCUOLA" MA NON CONVINCO I

MIEI COLLEGHI (M.Lodoli) la Repubblica 22/05/2015 SCUOLA, LITE AL SENATO BERSANI: "POCHE MODIFICHE

POI PRONTI A VOTARE A'" (S.Buzzanca) la Repubblica 22/05/2015 Int. a R.Speranza: "NON LAVORO CONTRO IL PREMIER MA

SU PRESIDI, PRECARI E PRIVATE BISOGNA ASCOLTARE CHI PROTESTA" (G.De marchis)

la Repubblica 22/05/2015 "PER I PROF DI SOSTEGNO CARRIERE SEPARATE" MA SCOPPIA LA POLEMICA (C.z.)

la Repubblica 22/05/2015 Int. a D.Faraone: "PER AIUTARE QUEI BIMBI SERVONO STUDI SPECIALISTICI NON SI PUO' IMPROVVISARE" (C.Zunino)

la Stampa 22/05/2015 PREGI E DIFETTI DA VALUTARE SENZA IDEOLOGIE (A.Gavosto)

Italia Oggi 22/05/2015 E' UN DELITTO CONTRO LA POVERA GENTE FAR INSEGNARE INGLESE A CHI NON LO SA (P.Magnaschi)

il Messaggero 22/05/2015 SCUOLA, LA SINISTRA DEM APRE. SINDACATI VERSO LO SCIOPERO (A.g.)

il Messaggero 22/05/2015 SCUOLA, LA CULTURA FINANZIARIA E LE INNOVAZIONI DELLA RIFORMA (A.Patuelli)

il Giornale 22/05/2015 CHI HA INSEGNATO L'OMERTA' AGLI AMICI DEL RAGAZZO CADUTO? (L.Doninelli)

il Giornale 22/05/2015 TOGLIE LA CROCE DA SCUOLA: LUI E' ISLAMICOAvvenire 22/05/2015 Int. a A.Pagano: "FUORI DALL'ISTRUZIONE L'IDEOLOGIA

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GENDER E' PUNTO IRRINUNCIABILE" (P.Ferrario)Internazionale 28/05/2015 DIETRO IL LIRISMO (D.Starnone) Internazionale 28/05/2015 LA CONOSCENZA PRODUCE BENESSERE (L.Woessmann) Giorno/Resto/Nazione 22/05/2015 FEBBRE DA URNE, RENZI ATTACCA TUTTI (E.Colombo)il Manifesto 22/05/2015 SENATO, GRASSO BOCCIA LA PROF (M.Della croce) il Manifesto 22/05/2015 PISA, RAPPRESAGLIA CONTRO CHI BOICOTTA L'INVALSI

(R.Chiari) il Venerdi' (la Repubblica) 22/05/2015 I PROF SULLA BUONA SCUOLA RIFORMA ACCETTABILE.

ANZI NO, INGIUSTA E DANNOSA (M.Serra) il Venerdi' (la Repubblica) 22/05/2015 IL TERRORISMO DEL JIHAD SPIEGATO ALLE ELEMENTARI

(V.Farinaccio)Secolo d'Italia 22/05/2015 ANCORA BULLISMO: INSULTATO E PICCHIATO

SULL'AUTOBUS DAI COMPAGNI (G.Melodia)

Sette (Corriere della Sera) 22/05/2015 Int. a C.Livolsi: ITALIANS-LA STAGIONE DELLA SELEZIONE (B.Severgnini)

Corriere della Sera 22/05/2015 ABOLIRE IL FRAC? I RAGAZZI DI OXFORD: "GRAZIE, NOI NO" (F.Cavalera)

la Stampa 22/05/2015 A TAVOLA SI PUO' GUARIRE MA SOLO CON IL GIUSTO MENU (V.Arcovio)

Italia Oggi 22/05/2015 A 102 ANNI PASSA LA TESI RIFIUTATA DAI NAZISTI (E.Bianchi)

Italia Oggi 22/05/2015 NO ALLE SERENATE, SONO SESSISTE (R.Giardina)Italia Oggi 22/05/2015 GIOVANI MEDICI REGOLATI (B.Pacelli) Sette (Corriere della Sera) 22/05/2015 LA GIURISDIZIONE ITALIANA S'E' FERMATA A RAGUSA?

(G.Stella) Gazzetta del Sud 22/05/2015 BERSANI: SE CAMBIA, LA VOTEREMO il Manifesto 22/05/2015 LA MINISTRA DEI "CONCETTI" PROIBITI (F.Tonello)

Economia, Lavoro, Previdenza il Sole 24 Ore 22/05/2015 PENSIONI, SUI RIMBORSI CALCOLI IN DUE TEMPI

(G.Trovati) il Sole 24 Ore 22/05/2015 PER LE USCITE ANTICIPATE POLETTI NON ESCLUDE

L'OPZIONE CONTRIBUTIVO (D.Colombo/M.Rogari)

il Sole 24 Ore 22/05/2015 CIG IN DEROGA, LA SARDEGNA APRE AGLI STUDI il Sole 24 Ore 22/05/2015 IL DURC ONLINE PARTE DAL 1 LUGLIO (M.Frontera) Corriere della Sera 22/05/2015 "GLI HO CHIESTO DI MIO SUOCERO E DEI SUOI 1.100

EURO AL MESE" (E.Menicucci) Corriere della Sera 22/05/2015 PENSIONI ANTICIPATE, L'IPOTESI DEL RICALCOLO

(A.Baccaro) Corriere della Sera 22/05/2015 UOMINI E DONNE, NEL REDDITO PREVIDENZIALE, DIVARIO

DEL 30% Corriere della Sera 22/05/2015 UNA LEGGE SUGLI STRAORDINARI A CASA. VIA MAIL

(S.Danna) Corriere della Sera 22/05/2015 IL DECRETO CHE MANCA PER DAR LAVORO AI GIOVANI

(D.Di vico) Corriere della Sera 22/05/2015 PENSIONI, UN GUAZZABUGLIO IMRIGIONA IL PAESE

(S.Rizzo) Corriere della Sera 22/05/2015 SENTENZA CONSULTA: LA RINUNCIA DEI PENSIONATI -

INTERVENTI E REPLICHE la Repubblica 22/05/2015 RIMBORSI PER DECRETO IN TASCA DAL 1 AGOSTO TRA

200 E 600 EURO A TESTA (R.Petrini) la Stampa 22/05/2015 CALCOLO INTEGRALE COL CONTRIBUTIVO TRA LE

IPOTESI PER ANTICIPARE LA PENSIONE (P.Russo) la Stampa 22/05/2015 "IN ITALIA IL 10% RICCO HA 11 VOLTE IL REDDITO DEL 10%

PIU' POVERO" (S.Lepri) MF - Milano Finanza 22/05/2015 FILANTROPIA, RISORSA PER GLI STATI (M.Zanini)

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Italia Oggi 22/05/2015 UNA SENTENZA DURA MA ADATTABILE (F.Damato)Italia Oggi 22/05/2015 I DIPENDENTI DELLE ENTRATE A RISPARMIO ENERGETICO

(C.Bartelli)Italia Oggi 22/05/2015 SALVE LE PENSIONI FINO A 1.500 EURO (D.Cirioli) Italia Oggi 22/05/2015 JOBS ACT, USARE CON CURA (F.Longobardi/F.Stolfa) Italia Oggi 22/05/2015 CENTRI IMPIEGO, RISPARMI CON L'AVVALIMENTOil Messaggero 22/05/2015 "NELLE PICCOLE IMPRESE 23 MILA ASSUNTI IN PIU' NEL

CORSO DEL 2015"il Messaggero 22/05/2015 FCA, ARRIVA IL PREMIO PRODUTTIVITA' DA 80 EURO il Messaggero 22/05/2015 ITALIA, L'1% POSSIEDE IL 14% DELLA RICCHEZZA il Giornale 22/05/2015 IL FUOCO "AMICO" SULLA CONSULTA CHE CI DIFENDE

(R.Farina) il Giornale 22/05/2015 INTELLETTUALI E MAGISTRATI ECCO LE PENSIONI

"GRATIS" (A.Sallusti) il Giornale 22/05/2015 L'INPS SPREME I PENSIONATI MA RIESCE A BUTTARE

250 MILIONI (P.Bracalini) il Giornale 22/05/2015 LA GUIDA AI DIPENDENTI CHE INSEGNA UNO STILE DI

VITA SENZA STRESS il Tempo 22/05/2015 STIPENDI SEMPRE PIU' MAGRI (L.d.p.) il Mattino 22/05/2015 PENSIONI, INCOGNITA COPERTURE SULLA

FLESSIBILITA' (A.Bassi) Il Secolo XIX 22/05/2015 "BUONI LAVORO" PER PULIRE IL PARCO DEL CASTELLO

(G.Galliano) Corriere della Sera 22/05/2015 DECAPITAZIONI DI MASSA DELL'ISIS COMINCIATA LA

DISTRUZIONE DI PALMIRA (D.Frattini) la Repubblica 22/05/2015 Int. a P.Padoan: "LA CONSULTA NON HA VALUTATO IL

BUCO CREATO SULLE PENSIONI SE LA GRECIA ESCE DALL'EURO POSSIBILI …(F.Bogo/F.Fubini)

la Stampa 22/05/2015 L'ANTICORRUZIONE E' LEGGE AUMENTANO LE PENE (F.Maesano)

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2015-05-21 13:4

Scuola: sindacati confermano, sciopero prima ora scrutini (2) POL:Scuola (ANSA) - ROMA, 21 MAG - Per i segretari generali di Flc-Cgil, Mimmo Pantaleo, Cisl scuola, Francesco Scrima, Uil scuola, Massimo Di Menna, Snals, Marco Paolo Nigi e Gilda, Rino Di Meglio "resta dunque ancora la necessità di apportare al testo di legge profondi cambiamenti e si motiva per questo la proclamazione di ulteriori iniziative di lotta". Sugli stessi obiettivi - spiegano i sindacati - individuati nella piattaforma dello sciopero generale del 5 maggio: "un piano di assunzioni che non può limitarsi soltanto a quanti sono inseriti nelle Gae, escludendo decine di migliaia di docenti e Ata oggi in servizio con contratto a tempo determinato; no al potere dei dirigenti di conferire incarichi ai docenti attraverso la chiamata diretta dagli albi territoriali; no alla valutazione dei docenti con criteri arbitrari e la costituzione di commissioni prive delle necessarie competenze; regolazione per contratto di tutte le materie che hanno ricadute su aspetti normativi e retributivi a del rapporto di lavoro; impegni precisi per il rinnovo del contratto nazionale".

Questi obiettivi - rileva il comunicato - verranno riproposti in tutte le sedi di confronto nelle quali i sindacati saranno impegnati, a partire dall'incontro di lunedì 25 maggio con la ministra Giannini al Miur, e successivamente con le audizioni al Senato e l'ulteriore incontro col governo.

Le segreterie di Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals Confsal e Gilda Fgu hanno dunque proclamato lo sciopero della prima ora di servizio per tutti gli scrutini in ciascuna delle prime due giornate di svolgimento delle operazioni, le cui date sono individuate in relazione al calendario adottato da ogni singola istituzione scolastica, con esclusione delle classi terminali dei cicli di studio. "Lo sciopero del personale docente coinvolto nelle operazioni di scrutinio avverrà - assicurano - nel pieno rispetto delle disposizioni di legge e contrattuali, salvaguardando le legittime aspettative di studenti e famiglie. Per il personale docente della scuola dell'infanzia, il personale educativo e il personale Ata lo sciopero si effettuerà nella prima ora di servizio (e nell'ultima, in caso di turno pomeridiano) delle giornate individuate per la scuola in cui presta servizio.

Proseguiranno poi le iniziative organizzate a livello territoriale e nelle scuole "per un'azione costante di informazione e coinvolgimento dei cittadini sulle ragioni e sugli obiettivi della mobilitazione"; si darà inoltre vita nella giornata di venerdì 5 giugno, con inizio alle 21, a una iniziativa dal titolo "La cultura in piazza" con fiaccolate che avranno luogo contemporaneamente in tutte le principali città italiane. (ANSA).

2015-05-20 17:46

Scuola: Nigi (Snals), verso azione unitaria di sciopero POL:Scuola (ANSA) - ROMA, 20 MAG - "Andremo avanti, anche con gli altri sindacati, verso un'azione unitaria di sciopero e, quindi, verso il blocco degli scrutini. Questo è certo". Lo annuncia il segretario generale dello Snals, Marco Paolo Nigi, dopo l'ok della Camera alla riforma della scuola. "Quanto all'incontro di lunedì con il ministro Giannini, voglio precisare - aggiunge - che i tre precedenti sono stati incontri 'vuoti', nel senso che siamo stati

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ricevuti ma non si è discusso di nulla. Probabile che il quarto sia dello stesso tenore e non di vero confronto" (SEGUE). CLL/ S0A QBXB

2015-05-20 17:49

Scuola: Nigi (Snals), verso azione unitaria di sciopero (2) POL:Scuola (ANSA) - ROMA, 20 MAG - "Su due punti - spiega il sindacalista - non siamo d'accordo con il il ddl del governo: sul super-preside che, ricordo, fu osteggiato dal Pd quando a proporlo fu l'on. Aprea. Ora il Pd lo vuole, che strana schizofrenia! Quanto a modernità, questo punto è lo stesso presente nel Regio decreto del 1923; sulla questione del merito, in particolare è di una gravità inaudita che il giudizio di genitori e studenti sia legato alla monetizzazione dei 60 euro lordi. Il giudizio sul merito va bene ma non va bene il suo legame con la monetizzazione". (ANSA). CLL/ S0A QBXB

21 maggio 2015

Scuola, i sindacati confermano: sciopero nei primi due giorni di scrutini. Bersani: "Poche correzioni al Senato e votiamo" La protesta unitaria di tutte le sigle del settore: Flc, Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Snals e Gilda. "I punti critici del ddl sono rimasti, la mobilitazione va avanti". Susanna Camusso è pronta al dialogo, ma ci sono molte cose da cambiare nel disegno di legge e l'ex segretario del Pd apre al governo: "Qualche modifica in più e tutti felici di approvare la riforma"

Scuola, i sindacati confermano: sciopero nei primi due giorni di scrutini. Bersani: "Poche correzioni al Senato e votiamo"

ROMA - Il ddl scuola "lascia irrisolte molte delle sue più evidenti criticità e non dà risposta alle richieste che stanno alla base di una mobilitazione condivisa e partecipata dall'intero mondo della scuola". Con questa motivazione di fondo tutti i sindacati della scuola annunciano la conferma delle iniziative di mobilitazione anticipate ieri, incluso lo "sciopero della prima ora di servizio per tutti gli scrutini in ciascuna delle prime due giornate di svolgimento delle operazioni". In una nota congiunta, firmata dai segretari di Cgil Flc, Cisl e Uil scuola, Confsal Snals e Gilda Lgu, si afferma che "lo sciopero del personale docente coinvolto nelle operazioni di scrutinio avverrà nel pieno rispetto delle disposizioni di legge e contrattuali, salvaguardando le legittime aspettative di studenti e famiglie".

I sindacati. Gli obiettivi - spiegano i sindacati - restano quelli individuati nella piattaforma dello sciopero generale del 5 maggio: "Un piano di assunzioni che non può limitarsi soltanto a quanti sono inseriti nelle Gae, escludendo decine di migliaia di docenti e Ata oggi in servizio con contratto a tempo determinato; no al potere dei dirigenti di conferire incarichi ai docenti attraverso la chiamata diretta dagli albi territoriali; no alla valutazione dei docenti con criteri arbitrari e la costituzione di commissioni prive delle necessarie competenze; regolazione per contratto di tutte le materie che hanno ricadute su aspetti normativi e retributivi a del rapporto di lavoro; impegni precisi per il rinnovo del contratto nazionale".

"Questi obiettivi - conclude il comunicato - verranno riproposti in tutte le sedi di confronto nelle quali i sindacati saranno impegnati, a partire dall'incontro di lunedì 25 maggio con la ministra Giannini al Miur, e successivamente con le audizioni al Senato e l'ulteriore incontro col governo".

Susanna Camusso interviene a margine di un convegno a Torino e si dice pronta al dialogo, anche se scettica sulle aperture del governo: "Aperture sulla scuola? Me le sono perse", osserva ironicamente la leader della Cgil sulla possibilità di intervenire sulla riforma recentemente approvata alla camera. "Noi comunque siamo pronti: abbiamo molte idee su come migliorare la

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riforma della scuola. Lo raccontiamo in tutte le piazze da tempo. Ci sono molte cose importanti che vanno cambiate in quel disegno di legge".

"Noi assumiamo i precari e i sindacati scioperano. Noi mettiamo più soldi nella scuola e i sindacati scioperano. Noi dialoghiamo e i sindacati scioperano. Noi continueremo a dialogare in modo aperto con tutto il mondo della Scuola per migliorare il testo al Senato ma andiamo avanti ancora più decisi per migliorare la qualità della Scuola pubblica e combattere la dispersione scolastica". Lo afferma in una nota la senatrice Francesca Puglisi, responsabile Scuola e università del Pd.

Sul piano politico, l'approvazione della riforma alla Camera sembra avvicinare le posizioni all'interno del Pd: "Con qualche correzione ancora al Senato tutti saranno felicissimi di votare. Credo che lo si farà e che il governo voglia fare qualche altro passo", ha detto Pier Luigi Bersani sulla riforma della scuola. L'ex segretario del Pd non ritiene che a Palazzo Madama ci sia bisogno della fiducia per arrivare al voto in tempi compatibili con la scadenza del 15 giugno. "Per correggere qualcosa non ci vuole molto tempo. Io credo che si possa fare. Stiamo al merito della questione. Tutti vedono quali sono i problemi aperti. Il primo è il rapporto tra il dirigente scolastico e la dignità e l'autonomia dell'insegnante. E l'altro sono le discriminazioni importanti e irrazionali tra precario e precario. E' una ferita molto profonda, difficile da spiegare e da motivare".

Solo questo dunque, nessuna intenzione di strumentalizzare questa riforma per altri scopi, come quello di scalzare dalla sua poltrona il presidente del Consiglio. La battaglia sulla scuola - assicura Bersani - non è un pretesto per mandare a casa Matteo Renzi: "Non c'è nient'altro che il merito della questione. Questa cosa di non guardare mai il merito è uno dei guai. Le diverse posizioni non possono essere delegittimate. Bisogna rispondere nel merito" replica Bersani mentre dichiara di "combattere" per il Pd durante la campagna elettorale per le regionali.

Di tutto altro avviso l'esponente delle minoranze Pd, Stefano Fassina, secondo il quale non bastano degli aggiustamenti. A Repubblica ha risposto in merito alla sua uscita dal partito nel caso in cui il disegno di legge non venga modificato al Senato: "Tra il popolo dem abbandonato da un Pd geneticamente modificato e il partito di Renzi, scelgo il primo". Fassina si è scagliato soprattutto sulla norma del super-preside: è il tanto discusso articolo 9 della riforma approvata alla Camera.

Stesso articolo che proprio non va giù a Nichi Vendola: "Puzza di autoritarismo, ha dentro di sè una grave malattia, quella di organizzare il mondo della scuola attorno alla figura di un preside podestà che ha il potere di reclutare il personale docente e il rischio di avere docenti allineati ai suoi convincimenti è enorme". Il leader Sel aggiunge: "Un preside omofobo, ad esempio, arruolerà insegnanti bigotti, e questo lede l'articolo 33 della nostra Costituzione".

Ironico Pippo Civati che scrive sul suo blog: "'Con qualche ritocco, felicissimi di votare: così Bersani sulla cosiddetta riforma della Scuola che arriva in

Senato. Una posizione durissima, che mette a repentaglio la stabilità del governo: sì, ciao. Intanto il premier a Vicenza insiste e dice che c'è qualcuno che gli vuol male. Secondo me, se si riferisce al Pd, può stare serenissimo (visto che è a Vicenza)".

22.05.2015

SCUOLA. Scuola, a giugno sciopero degli scrutini e corteo a Roma Contro il Ddl Renzi-Giannini-Pd. Fiaccolate venerdì 5 in tutto il paese. Camusso: «Nel Ddl scuola ci sono molte cose importanti che vanno cambiate». Renzi «apre» ai docenti precari di seconda fascia Roberto Ciccarelli 21.5.2015, 23:59

ROMA - Lo scio-pero degli scru-tini si estende ai sin-da-cati più rap-pre-sen-ta-tivi della scuola con moda-lità diverse da quello pro-cla-mato da Cobas, Uni-co-bas e Usb. Ieri Flc-Cgil, Cisl e Uil

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Scuola, Snals e Gilda hanno con-fer-mato l’astensione dalla prima ora di ser-vi-zio per tutti gli scru-tini in cia-scuna delle prime due gior-nate delle ope-ra-zioni («Il Mani-fe-sto», 16 e 21 mag-gio). La pro-te-sta uni-ta-ria non sarà dun-que di un’intera gior-nata, ogni docente di asterrà per un’ora a turno facendo slit-tare gli scru-tini di cin-que giorni. «Avverrà nel pieno rispetto delle dispo-si-zioni di legge e con-trat-tuali, sal-va-guar-dando le legit-time aspet-ta-tive di stu-denti e fami-glie» pre-ci-sano i sin-da-cati in una nota.

È la rispo-sta alle ester-na-zioni del loquace Roberto Alesse, pre-si-dente dell’Autorità di garan-zia per gli scio-peri, i cui rei-te-rati pre-avvisi di pre-cet-ta-zione degli inse-gnanti non hanno fatto arre-trare i sin-da-cati, né li hanno divisi come auspi-ca-vano il Par-tito Demo-cra-tico e la mini-stra dell’Istruzione Gian-nini. Lo scio-pero si farà e, come pre-vi-sto dalla legge, non riguar-derà le «classi ter-mi-nali», quelle cioè che affron-tano l’esame di terza media o di matu-rità, ma tutte le altre, di ogni ordine e grado. Venerdì 5 giu-gno, dalle 21, saranno orga-niz-zate fiac-co-late di pro-te-sta con-tro la riforma della scuola ormai giunta in seconda let-tura al Senato. Titolo dell’iniziativa: «La cul-tura in piazza». «Abbiamo molte idee su come miglio-rare la riforma e non si tratta di aspetti mar-gi-nali» ha con-fer-mato la segre-ta-ria Cgil Susanna Camusso.

Alla mani-fe-sta-zione nazio-nale con-tro il governo Renzi le mag-giori sigle sin-da-cali sem-brano avere pre-fe-rito le fiac-co-late. Il pro-filo basso si spiega con la volontà di tenere aperta la trat-ta-tiva e «appor-tare al testo «pro-fondi cam-bia-menti»: esten-sione del piano di assun-zione ai docenti con con-tratto a tempo deter-mi-nato e al per-so-nale ammi-ni-stra-tivo; abo-li-zione della «chia-mata diretta» dei docenti da parte del «pre-side mana-ger»; rifiuto della valu-ta-zione dei docenti con con-cetti arbi-trari e rin-novo del con-tratto nazio-nale. Pra-ti-ca-mente un altro mondo rispetto a quello sognato da Renzi che ha festeg-giato il pas-sag-gio alla Camera del Ddl come la fine dei «pre-sidi pas-sa-carte». A parole, l’apertura di modi-fi-che al Ddl al Senato viene ven-ti-lata da giorni. Una delle mino-ranze Pd ali-menta le voci con l’infelice bat-tuta di Ber-sani che si è detto «feli-cis-simo di votare la riforma» in caso di cam-bia-menti sui pre-sidi e le assunzioni.

Parole che pro-dur-ranno con-trac-colpi e malu-mori tra i docenti che chie-dono il ritiro del Ddl e attac-cano il Pd.Dal governo non arri-vano segnali di vero cam-bia-mento, quelli attesi dai sin-da-cati almeno. Gian-nini crede di «avere bilan-ciato le fun-zioni del pre-side». Così è dif-fi-cile instau-rare un dia-logo. Per sviare il movi-mento, Renzi ha aperto all’ipotesi dell’assunzione per gli inse-gnanti di seconda fascia delle gra-dua-to-rie di isti-tuto, abi-li-tati ma esclusi dalle 100.701 assun-zioni pre-vi-ste nel Ddl. «Ci stiamo ragio-nando — ha detto– mi dà noia che qual-cuno ha fatto il Tiro-ci-nio for-ma-tivo attivo e lo ha pure pagato». Per la cro-naca, sono migliaia i deten-tori di un Tfa pagato all’incirca 3 mila euro per ali-men-tare il busi-ness delle abi-li-ta-zioni che non val-gono, ad oggi, un’assunzione. E che forse domani potrebbe valere una chia-mata diretta dal pre-side, con un anno di prova e mas-sima dispo-ni-bi-lità ai suoi voleri. Senza con-tare che al con-corso del 2016 per 60 mila docenti lo Stato chie-derà un altro con-tri-buto. Tra tat-tica e annunci, i sin-da-cati e la mini-stra Gian-nini si incon-tre-ranno nuo-va-mente lunedì 25 mag-gio per la quarta volta. Gli altri incon-tri non hanno avuto esito.

Venerdì 22 maggio 2015

Scuola, i sindacati confermano la protesta. Due ore di sciopero durante gli scrutini La protesta unitaria di tutte le sigle del settore: Flc, Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Snals e Gilda. «I punti critici del ddl sono rimasti, la mobilitazione va avanti»

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Il ddl scuola «lascia irrisolte molte delle sue più evidenti criticità e non dà risposta alle richieste che stanno alla base di una mobilitazione condivisa e partecipata dall’intero mondo della scuola». Con questa motivazione di fondo tutti i sindacati della scuola annunciano la conferma delle iniziative di mobilitazione anticipate ieri, incluso lo «sciopero della prima ora di servizio per tutti gli scrutini in ciascuna delle prime due giornate di svolgimento delle operazioni». In una nota congiunta, firmata dai segretari di Cgil Flc, Cisl e Uil scuola, Confsal Snals e Gilda Lgu, si afferma che «lo sciopero del personale docente coinvolto nelle operazioni di scrutinio avverrà nel pieno rispetto delle disposizioni di legge e contrattuali, salvaguardando le legittime aspettative di studenti e famiglie»

21/05/2015 - 23:52

Scuola, i sindacati confermano un'ora di sciopero degli scrutini Tra le iniziative proclamate dalle segreterie di Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals Confsal e Gilda Fgu contro il ddl di riforma del governo Renzi c'è anche la fiaccolata in tutta Italia in programma venerdì 5 giugno alle 21

Sciopero della prima ora di servizio per tutti gli scrutini in ciascuna delle prime due giornate di svolgimento delle operazioni e l'iniziativa “La cultura in piazza”, venerdì 5 giugno a partire dalle 21, con fiaccolate in contemporanea in tutte le principali città italiane. Ecco le nuove iniziative di protesta proclamate dalle segreterie di Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals Confsal e Gilda Fgu contro il ddl di riforma della scuola promossa dal governo Renzi.

Secondo i sindacali, infatti, il ddl «lascia irrisolte molte delle sue più evidenti criticità e non dà risposta alle richieste che stanno alla base di una mobilitazione condivisa e partecipata dall’intero mondo della scuola».

Chiesto anche «un piano di assunzioni che non può limitarsi soltanto a quanti sono inseriti nelle Gae, escludendo decine di migliaia di docenti e Ata oggi in servizio con contratto a tempo determinato».

Ribadito, inoltre, il secco “no” «al potere dei dirigenti di conferire incarichi ai docenti attraverso la chiamata diretta dagli albi territoriali e alla valutazione dei docenti con criteri arbitrari e la costituzione di commissioni prive delle necessarie competenze».

Tutte queste richieste saranno al centro del dibattito previsto per lunedì 25 maggio con il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, al Miur.

21/05/2015, 17:54

I sindacati: "Il ddl lascia irrisolte molte criticità"

Scuola, i sindacati confermano lo sciopero degli scrutini Giannini: "Anche segnali positivi" di Vanessa Ioannou

ROMA - Dopo l’approvazione alla Camera del ddl sulla riforma della Scuola, che ora dovrà essere discusso in Senato, e dopo il plauso del premier Matteo Renzi per il successo del provvedimento, i sindacati hanno confermato lo sciopero e le iniziative di protesta già anticipate ieri in serata, tra cui lo sciopero della prima ore di servizio per tutti gli scrutini, in ciascuna delle prime due giornate di svolgimento delle operazioni.

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“Il ddl Scuola lascia irrisolte molte delle sue più evidenti criticità e non dà risposta alle richieste che stanno alla base di una mobilitazione condivisa e partecipata dall'intero mondo della scuola”, hanno dichiarato i sindacati. Per i segretari generali dei sindacati Flc-Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Snals e Gilda, rispettivamente, Mimmo Pantaleo, Francesco Scrima, Massimo Di Menna, Marco Paolo Nigi e Rino Di Meglio, è necessario apportare ancora ulteriori modifiche al testo di legge e per tale motivo occorre perseguire altre iniziative di lotta sindacale. L’obiettivo finale è quello di incidere sulla definizione del piano di assunzioni, di far rigettare la proposta di valutare i docenti con criteri arbitrari e attraverso il ricorso a commissioni prive di opportune competenze e, infine, di promuovere una revisione della procedura di rinnovo del contratto nazionale.

Pertanto, è confermato lo sciopero della prima ora di servizio per tutte gli scrutini in ciascuna delle prime due giornate in cui verranno svolte le operazioni, le cui date variano sulla base del calendario adottato da ciascuna istituzione scolastica, eccezione fatta per le classi terminali dei cicli di studio. Verranno portate avanti anche le iniziative organizzate a livello territoriale e nelle scuole con l’obiettivo di garantire un maggiore coinvolgimento dei cittadini nei confronti della mobilitazione, attuando una costante azione di informazione al riguardo.

Il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, che ieri sera, dopo l’approvazione del ddl da parte della Camera si era detta molto soddisfatta dell’esito della votazione del provvedimento, nonostante le contestazioni, incurante delle svariate manifestazioni di dissenso nei confronti del provvedimento, ritiene che ci sia anche un “mondo della scuola che non va in piazza e che comincia a dare segnali positivi”.

22 MAGGIO 2015 h 05:55

Dopo l’approvazione alla Camera del Ddl Scuola, i sindacati si mobilitano: stop scrutini per un’ora e fiaccolata REDAZIONE SCUOLA -

La forma di sciopero – indetta da Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals Confsal e Gilda Fgu – sarà esercitata per due giorni, nella prima ora di servizio, ma nel “pieno rispetto delle disposizioni di legge”. Non ostacolate le classi che affronteranno gli esami. Alle 21 del 5 giugno manifestazione contemporanea in tutte le principali città d’Italia

Roma – I sindacati della scuola non desistono dalla protesta contro il disegno di legge di riforma della scuola, approvato in prima lettura dalla Camera dei Deputati. Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals Confsal e Gilda Fgu hanno proclamano lo sciopero della prima ora di servizio “per tutti gli scrutini in ciascuna delle prime due giornate di svolgimento delle operazioni, le cui date sono individuate in relazione al calendario adottato da ogni singola istituzione scolastica, con esclusione delle classi terminali dei cicli di studio“.

In una nota è speigato che lo sciopero del personale docente coinvolto nelle operazioni di scrutinio “avverrà nel pieno rispetto delle disposizioni di legge e contrattuali, salvaguardando le legittime aspettative di studenti e famiglie. Per il personale docente della scuola dell’infanzia, il personale educativo e il personale ATA lo sciopero si effettuerà nella prima ora di servizio (e nell’ultima, in caso di turno pomeridiano) delle giornate individuate per la scuola in cui presta servizio“.

La forma di protesta non interromperà le “le iniziative organizzate a livello territoriale e nelle scuole per un’azione costante di informazione e coinvolgimento dei cittadini sulle ragioni e sugli obiettivi della mobilitazione“.

In questo quadro e con questa finalità, venerdì 5 giugno si terrà un’iniziativa dal titolo “La cultura in piazza” che, a partire dalle 21, in tutte le principali città italiane vedrà sfilare in una fiaccolata per

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porre all’attenzione dei cittadini i motivi della mobilitazione, su cui nei prossimi giorni le organizzazioni sindacali forniranno ulteriori e più approfondite indicazioni – anche di carattere organizzativo – su tutte le iniziative in preparazione.

Giovedì, 21 Maggio 2015

Dal blocco al blocchetto degli scrutini I lettori ci scrivono di Libero Tassella

Finalmente i dirigenti nazionali delle OO.SS. ieri sera hanno deciso sugli scrutini un'azione minimalista, ricordo che siamo stati noi a ridare credibilità politica a questi signori con uno sciopero maestoso il 5 maggio, credibilità che essi avevano perduto. Insomma hanno deciso di ritardare, sentite, di un'ora gli scrutini nei primi due giorni degli stessi, poi una fiaccolata il 5 in alcune città italiane.

Lascio a voi ogni commento. Tanto valeva, per gli scrutini, non fare niente. Ieri ho fatto una proposta concreta diffusa in rete, chiedendo, tra l'altro, ai segretari generali delle OO.SS. scuola di incatenarsi sotto Palazzo Chigi e iniziare lo sciopero della fame, dando l'esempio; chiedo ai colleghi, specialmente quelli iscritti di protestare per questo atteggiamento che a me sembra chiaramente rinunciatario dei sindacati Flc Cgil Cisl Uil Snals e Fgu ex Gilda.

Non siamo più disposti a riaccreditarli ancora una volta, si diano una mossa!

giovedì, maggio 21st, 2015

Scuola, i sindacati proseguono nelle mobilitazioni I segretari di Cgil Flc, Cisl e Uil scuola, Confsal Snals e Gilda Lgu hanno firmato un documento in cui annunciano la conferma delle iniziative di mobilitazione anticipate ieri, incluso lo “sciopero della prima ora di servizio per tutti gli scrutini in ciascuna delle prime due giornate di svolgimento delle operazioni”. La protesta prosegue dunque, dopo che alla Camera è arrivato il primo sì al ddl scuola, poiché questo “lascia irrisolte molte delle sue più evidenti criticità e non dà risposta alle richieste che stanno alla base di una mobilitazione condivisa e partecipata dall’intero mondo della scuola”. I sindacati ribadiscono che “lo sciopero del personale docente coinvolto nelle operazioni di scrutinio avverrà nel pieno rispetto delle disposizioni di legge e contrattuali, salvaguardando le legittime aspettative di studenti e famiglie”.

Queste le richieste sindacali: “”Un piano di assunzioni che non può limitarsi soltanto a quanti sono inseriti nelle Gae, escludendo decine di migliaia di docenti e Ata oggi in servizio con contratto a tempo determinato; no al potere dei dirigenti di conferire incarichi ai docenti attraverso la chiamata diretta dagli albi territoriali; no alla valutazione dei docenti con criteri arbitrari e la costituzione di commissioni prive delle necessarie competenze; regolazione per contratto di tutte le materie che hanno ricadute su aspetti normativi e retributivi a del rapporto di lavoro; impegni precisi per il rinnovo del contratto nazionale”.

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Tali obiettivi – concludono – “verranno riproposti in tutte le sedi di confronto nelle quali i sindacati saranno impegnati, a partire dall’incontro di lunedì 25 maggio con la ministra Giannini al Miur, e successivamente con le audizioni al Senato e l’ulteriore incontro col governo”. Intanto, però, arriva l’annuncio dell’ex segretario del Pd Pierluigi Bersani, tra i leader della minoranza dem: “Con qualche correzione ancora al Senato tutti saranno felicissimi di votare. Credo che lo si farà e che il governo voglia fare qualche altro passo”. GM

21/05/2015

Riforma della scuola, sindacati compatti. Sciopero unitario anche per gli scrutini I sindacati della scuola, restano compatti e vanno avanti, insieme a studenti e famiglie, nella mobilitazione contro la riforma della scuola targata Giannini e che dalla Camera dei Deputati è approdata al Senato della Repubblica. Il pressing sindacale, unito a quello delle opposizioni e di molti senatori e parlamentari del Pd, è finalizzato al cambiamento di alcuni punti fondamentali del testo approdato a Palazzo Madama. Come detto tutte le sigle sindacali fanno muro e annunciano altre mobilitazioni, ecco la nota diffusa nel primo pomeriggio di giovedì da tutti i sindacati, gli stessi che avevano organizzato la manifestazione del 5 di maggio in tante città italiane e con un numero record di adesioni.

“Il testo del disegno di legge di riforma lascia irrisolte molte delle sue più evidenti criticità e non dà risposta alle richieste che stanno alla base di una mobilitazione condivisa e partecipata dall’intero mondo della scuola. Resta dunque ancora la necessità di apportare al testo di legge profondi cambiamenti e si motiva per questo la proclamazione di ulteriori iniziative di lotta sugli stessi obiettivi individuati nella piattaforma dello sciopero generale del 5 maggio. Ecco i punti sui quali il sindacato non ha alcuna intenzione di fare passi indietro: un piano di assunzioni che non può limitarsi soltanto a quanti sono inseriti nelle GAE, escludendo decine di migliaia di docenti e ATA oggi in servizio con contratto a tempo determinato; no al potere dei dirigenti di conferire incarichi ai docenti attraverso la chiamata diretta dagli albi territoriali; no alla valutazione dei docenti con criteri arbitrari e la costituzione di commissioni prive delle necessarie competenze; regolazione per contratto di tutte le materie che hanno ricadute su aspetti normativi e retributivi a del rapporto di lavoro; impegni precisi per il rinnovo del contratto nazionale. Questi obiettivi verranno riproposti in tutte le sedi di confronto nelle quali i sindacati saranno impegnati, alla luce di quanto convenuto a Palazzo Chigi il 12 maggio, a partire dall’incontro di lunedì 5 maggio con la ministra Giannini al Miur, e successivamente con le audizioni al Senato e l’ulteriore incontro col governo, puntando a ottenere i necessari cambiamenti al testo di legge”.

Poi la conclusione e l’annuncio di una ulteriore mobilitazione: “A tal fine le segreterie di Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals Confsal e Gilda Fgu proclamano lo sciopero della prima ora di servizio per tutti gli scrutini in ciascuna delle prime due giornate di svolgimento delle operazioni, le cui date sono individuate in relazione al calendario adottato da ogni singola istituzione scolastica, con esclusione delle classi terminali dei cicli di studio. Lo sciopero del personale docente coinvolto nelle operazioni di scrutinio avverrà nel pieno rispetto delle disposizioni di legge e contrattuali, salvaguardando le legittime aspettative di studenti e famiglie. Per il personale docente della scuola dell’infanzia, il personale educativo e il personale ATA lo sciopero si effettuerà nella prima ora di servizio (e nell’ultima, in caso di turno pomeridiano) delle giornate individuate per la scuola in cui presta servizio. Proseguiranno le iniziative organizzate a livello territoriale e nelle scuole per un’azione costante di informazione e coinvolgimento dei cittadini sulle ragioni e sugli obiettivi della mobilitazione; si darà inoltre vita nella giornata di venerdì 5 giugno, con inizio alle 21, ad una

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iniziativa dal titolo ‘La cultura in piazza’ con fiaccolate che avranno luogo contemporaneamente in tutte le principali città italiane”.

GIOVEDÌ 21 MAGGIO 2015 16:16

Sindacati scuola sciopero prima ora scrutini e fiaccolate nelle citta Le iniziative proclamate da Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals Confsal e Gilda Fgu contro il ddl di riforma

Roma, 21 mag. (Labitalia) - "Sciopero della prima ora di servizio per tutti gli scrutini in ciascuna delle prime due giornate di svolgimento delle operazioni" e l'iniziativa "La cultura in piazza", venerdi' 5 giugno a partire dalle 21, con fiaccolate in contemporanea in tutte le principali citta' italiane. Sono le "ulteriori iniziative di lotta" proclamate dalle segreterie di Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals Confsal e Gilda Fgu contro il ddl di riforma della scuola. Secondo le sigle sindacali, il ddl "lascia irrisolte molte delle sue piu' evidenti criticita' e non da' risposta alle richieste che stanno alla base di una mobilitazione condivisa e partecipata dall'intero mondo della scuola". I sindacati chiedono "un piano di assunzioni che non puo' limitarsi soltanto a quanti sono inseriti nelle Gae, escludendo decine di migliaia di docenti e Ata oggi in servizio con contratto a tempo determinato".

Dicono "no al potere dei dirigenti di conferire incarichi ai docenti attraverso la chiamata diretta dagli albi territoriali", "no alla valutazione dei docenti con criteri arbitrari e la costituzione di commissioni prive delle necessarie competenze". Chiedono "la regolazione per contratto di tutte le materie che hanno ricadute su aspetti normativi e retributivi a del rapporto di lavoro" e "impegni precisi per il rinnovo del contratto nazionale". Obiettivi che saranno "riproposti in tutte le sedi di confronto" a partire dall'incontro "di lunedi' 25 maggio con il ministro dell'Istruzione Giannini al Miur e successivamente con le audizioni al Senato e l'ulteriore incontro col governo".

Le segreterie di Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals Confsal e Gilda Fgu "proclamano lo sciopero della prima ora di servizio per tutti gli scrutini in ciascuna delle prime due giornate di svolgimento delle operazioni, le cui date sono individuate in relazione al calendario adottato da ogni singola istituzione scolastica, con esclusione delle classi terminali dei cicli di studio". "Lo sciopero del personale docente coinvolto nelle operazioni di scrutinio avverra' nel pieno rispetto delle disposizioni di legge e contrattuali, salvaguardando le legittime aspettative di studenti e famiglie - sottolineano - Per il personale docente della scuola dell'infanzia, il personale educativo e il personale Ata lo sciopero si effettuera' nella prima ora di servizio (e nell'ultima, in caso di turno pomeridiano) delle giornate individuate per la scuola in cui presta servizio". (Adnkronos)

22/05/2015 06:25:00

La "Buona Scuola" passa alla Camera. Docenti scioperano. Manifestazione a Trapani Dopo il “sì” della Camera dei Deputati al ddl sulla “Buona Scuola” targato Renzi-Giannini continua la mobilitazione degli insegnanti contrari al provvedimento.

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I sindacati della scuola hanno annunciato lo sciopero della prima ora di servizio per tutti gli scrutini in ciascuna delle prime due giornate di svolgimento delle operazioni. In una nota congiunta, firmata dai segretari di Cgil Flc, Cisl e Uil scuola, Confsal Snals e Gilda Lgu, si afferma che "lo sciopero del personale docente coinvolto nelle operazioni di scrutinio avverrà nel pieno rispetto delle disposizioni di legge e contrattuali, salvaguardando le legittime aspettative di studenti e famiglie". Per i sindacati il ddl scuola, che dopo il voto favorevole della Camera passerà al Senato, lascia irrisolte molte criticità che erano state evidenziate già nelle scorse settimane. Lo sciopero durante gli scrutini arriva dopo lo sciopero generale del 5 maggio scorso, quando in diverse città italiane c’è stata grande partecipazione da parte degli insegnanti, personale scolastico, ma anche studenti e genitori.

Il ddl sulla “Buona scuola” prevede più autonomia ai dirigenti scolastici per hiedere e gestire risorse umane, tenologiche e finanziarie. I dirigenti scolastici somiglieranno sempre più a dei manager, e avranno la possibilità i organizzare una loro squadra, anche in base ai posti che si liberano ogni anno attraverso albi territoriali. Dal prossimo settembre ci saranno 100 mila insegnanti stabilizzati. Viene previsto il potenziamento dell’insegnamento delle lingue straniere. Almeno 400 ore di alternanza scuola-lavoro per gli istituti tecnici-professionali e 200 per i licei. Previsto un voucher di 500 euro per i docenti per l’aggiornamento professionale, con la formazione obbligatoria. Le donazioni di privati alle scuole comporteranno dei benefici fiscali sulle dichiarazioni dei redditi. Questi alcuni punti del ddl.

Per i sindacati però si tratta di un disegno di legge “scellerato”. "Un piano di assunzioni che non può limitarsi soltanto a quanti sono inseriti nelle Gae, escludendo decine di migliaia di docenti e Ata oggi in servizio con contratto a tempo determinato; no al potere dei dirigenti di conferire incarichi ai docenti attraverso la chiamata diretta dagli albi territoriali; no alla valutazione dei docenti con criteri arbitrari e la costituzione di commissioni prive delle necessarie competenze; regolazione per contratto di tutte le materie che hanno ricadute su aspetti normativi e retributivi a del rapporto di lavoro; impegni precisi per il rinnovo del contratto nazionale" scrivono in una nota congiunta. E sono questi i punti che porteranno al tavolo del Ministro dell’Istruzione il prossimo 25 maggio. Sono previste anche delle manifestazioni nelle città italiane. A Trapani il movimento Trapani Cambia ha deciso di sostenere tutti quei docenti e studenti contrari al Ddl sulla Buona scuola perché - spiega - “non si tratta di una riforma che ridetermina in meglio il governo di una scuola ma di un disegno di legge scellerato con cui si decreta la morte della scuola pubblica, la morte della libertà di insegnamento e di apprendimento”.

“Nonostante le forti e incessanti mobilitazioni tenutesi in tutto il territorio nazionale il disegno di legge, da poco approvato alla Camera, - si legge nella nota - continua a contenere norme inaccettabili per il personale della scuola: l'esclusione di molti precari dalla stabilizzazione, la chiamata diretta dagli albi territoriali, la marginalizzazione del principio di contrattazione con le rappresentanze sindacali, un sistema di ripartizione inaccettabile delle risorse alle scuole, l'assenza totale di risorse per il rinnovo del contratto scaduto da oltre sei anni sono solo alcuni dei punti più inaccettabili nel disegno di legge"

“Per tale ragione- continua il movimento - riteniamo opportuno continuare a protestare non come insegnanti, o alunni ma come cittadini che ritengono che tale riforma vada contro l’interesse del paese a una vita scolastica più adeguata alla realtà dei tempi, più vicina ai cittadini, più in grado di preparare i giovani ad affrontare i problemi di una società in profonda crisi a causa delle diseguaglianze tra una piccola classe di privilegiati, che godono di retribuzioni enormi, e una grande massa di cittadini, tra cui i docenti, che vivono in uno stato di bisogno”.

Trapani cambia, insieme alla Rete degli Studenti Medi , ha deciso quindi di promuovere un incontro pubblico con i senatori del territorio che si terrà il 25 Maggio alle ore 17 presso l'Istituto Comprensivo Ciaccio Montalto. All’incontro sarà presente anche Fabrizio Bocchino, vice presidente della Commissione istruzione del Senato.

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28 CittàL’ECO DI BERGAMO

MERCOLEDÌ 20 MAGGIO 2015

LAURA ARRIGHETTI

Si è tenuto ieri il primodi quattro incontri fissati dal prefetto di Bergamo Francesca Ferrandino con i 242 sindaci bergamaschi per fare il punto sull’emergenza profughi e defi-nire gli interventi di accoglien-za sul territorio bergamasco. Inoccasione del primo appunta-mento sono giunti in via Tasso 62 primi cittadini provenienti soprattutto dalla Bassa, ma al-l’appello hanno risposto anche rappresentanti dell’hinterlandcon Curno, Seriate, Dalmine, Scanzorosciate e Pedrengo.

Gli obiettivi dell’incontroerano stati spiegati preceden-temente dal prefetto in una let-tera che invitava i sindaci a pre-sentarsi per definire strategie per gestire l’emergenza. «I con-tinui flussi migratori di cittadi-ni stranieri – si legge nella lette-ra del prefetto – e la conseguen-te necessità di reperire sul ter-ritorio strutture capaci di con-sentire l’ospitalità e l’assistenzatemporanea hanno posto in lu-ce la necessità di delineare effi-caci percorsi operativi in grado di far fronte alle numerose cri-ticità che si palesano nell’ambi-

Un gruppo di profughi in un centro di accoglienza

Attesi 300 profughi«Accordo o i Comuninon avranno voce»L’incontro. Il prefetto incontra 62 sindaci per il punto sull’emergenza. C’è l’ipotesi che, senza un piano definito,i migranti vengano sistemati in strutture private

to delle attività di accoglienza. In tale contesto assume un ruo-lo rilevante il rapporto di colla-borazione tra istituzioni, alloscopo di garantire, nel rispetto dei ruoli, l’adempimento delle attività connesse». Il confrontoè quindi avvenuto ieri nello spa-zio Viterbi della Provincia, doveFrancesca Ferrandino ha accol-to i sindaci e ascoltato le loro ri-chieste e le loro opinioni sulla vicenda. Da quanto appreso su-bito dopo la riunione, a breve potrebbero arrivare in provin-cia circa 300 profughi che an-drebbero così ad aggiungersi ai 580 profughi già presenti in 11 Comuni e ospitati da 13 comu-nità del territorio. In attesa di conferme da parte di Via Tasso,non si placano le polemiche, con i sindaci leghisti che hannoconfermato la loro volontà di

dare battaglia sull’argomento, esprimendo la loro ferma con-trarietà ad ospitare i profughi. «Il nostro Comune – spiega il sindaco leghista di Seriate Cri-stian Vezzoli – ha già molti pro-blemi da affrontare, tra cui i ta-gli e la drammatica situazione sociale di alcuni nostri cittadi-ni. Mi oppongo alla richiesta di offrire disponibilità e, inoltre, ho chiesto al prefetto di non agi-re come a Martinengo, dove il sindaco non è nemmeno stato avvisato dell’arrivo dei profu-ghi». Le proteste si sono alzate ulteriormente nel corso dell’in-contro, quando il prefetto – se-condo quanto raccontato dai sindaci – avrebbe dichiarato che, nell’eventualità di man-canza di un piano definito a ta-volino, potrebbe decidere dicollocare i profughi in struttureprivate del territorio, escluden-do quindi le amministrazioni dalla gestione dell’emergenza. «Dobbiamo stare attenti a que-sti confronti – sottolinea inveceil sindaco del Pd di Treviolo Pa-squale Gandolfi – perché il pre-fetto potrebbe decidere indi-pendentemente dalla nostra posizione e questo andrebbe a

danneggiare tutto il territorio. Fondamentale perciò conti-nuare a dialogare per trovare una strategia comune». Da un primo sondaggio tra primi cit-tadini, sembrerebbe prevalere l’indisponibilità ad accogliere nuove persone, tranne alcune posizione nette, come quelladel Comune di Costa di Mezza-

te: «Non sarà facile affrontare laquestione – spiega Silvia Cassis– ma è giunto il momento di unirci per accogliere i profughi,perché la diversità deve essere un valore aggiunto alla nostra comunità e perché moralmen-te non possiamo abbandonare al loro tragico destino questicittadini».

� Costa di Mezzate, voce fuori dal coro: non possiamo abbandonarli al loro tragico destino

Sindacati

Tutte unite le sigle sindacali:

«Il governo ci ascolti sui

problemi veri della scuola.

Assunzioni senza esclusioni»

Una cinquantina ieripomeriggio i lavoratori dellascuola fuori dalla prefettura diBergamo. Al presidio, organiz-zato contro la riforma della«Buona scuola», hanno parte-cipato Flc Cgil, Cisl, Uil, Snalse Gilda Unams/Snadir e glistudenti di UdS. «Chiediamo –sottolinea Elena Bernardini diFlc Cgil – al governo di ascolta-re i nostri consigli, sui proble-mi veri della scuola. Tra i temiprincipali l’autonomia e l’as-sunzione dei precari». «Pro-poniamo – continua GiuseppeFavilla, di Gilda – un piano diassunzioni triennale serio perassumere i precari, senzaescludere nessuno». Perché lascuola, come sottolinea SalvoInglima, di Cisl «non è in manoai sindacati, ma è fatta da chi cilavora, insegnanti e Ata che sistanno schierando» contro lariforma. Altro tema caldo, il«preside sceriffo». «I lavorato-ri della scuola – dice GiuseppeMandurrina, di Uil Scuola –non accettano una riforma chesi basa solo sulla figura del pre-side e non tiene in considera-zione la collegialità». «Una grave pecca – sottolinea LorisRenato Colombo dello Snals –è che non viene considerato ilpersonale Ata». Le delegazio-ne dei sindacati è stata ricevu-ta dal Prefetto, Francesca Fer-randino.

Dal prefettogli insegnantiche contestanola Buona scuola

ma che di dirigente». Vecchi, presidente della

Polisportiva da 8 anni e allespalle una carriera di vice-presidente da 25 anni, ha vo-luto sottolineare le doti diEnrico, soprattutto nel rela-zionarsi con i giovani atleti:«Si è sempre contraddistintoper le capacità umane e rela-zionali con i giovani – conti-nua il presidente – e per la no-stra realtà questa sua pro-pensione era il massimo, es-sendo noi una piccola asso-ciazione sportiva che si basaproprio sul valore dei giova-ni. Era un ragazzo d’oro, sem-pre attento e preciso nei suoiinterventi in Consiglio, sonostato proprio io a offrirgli iposti dirigenziali, perché nu-trivo massima fiducia in lui.Ora valuteremo, nella prossi-ma riunione, come rendergligiustamente omaggio e ricor-darlo».

Enrico lascia la moglieCinzia e i figli Alessandro eBeatrice, oltre ai genitori An-na e Beppe, la sorella Fabriziae il fratello Claudio. I funeraliavranno luogo questa matti-na alle 9 nella Parrocchiale diBoccaleone. Il corteo funebrepartirà dall’ abitazione di viaBorgo Palazzo 185. Laura Arrighetti

ne, dagli anni Novanta fino al2003, alla guida della sezionesci. «Siamo rimasti molto col-piti dalla sua scomparsa –commenta il presidente dellaPolisportiva Amedeo Vecchi–. Non ci capacitiamo di cosapossa essere successo, vistoche proprio venerdì avevafatto una visita cardiologica esembrava fosse tutto a posto.Il cuore però a volte giocabrutti scherzi e il destino, tra-gico, di Enrico è stato questo.Ci mancherà tutto di lui: ilsuo impegno prezioso e la suavoglia di vivere che ha sempretrasmesso ai suoi ragazzi, conil suo ruolo di educatore pri-

Il lutto

Guidava da oltre 15 anni

la sezione sci dell’Unione

sportiva di Borgo Palazzo.

Il presidente: ragazzo d’oro

Un malore improv-viso ha stroncato ieri la vita diEnrico Gritti, noto con il so-prannome «Il Biondo», 47anni di Bergamo molto cono-sciuto in città per il suo impe-gno alla guida per oltre 15 an-ni della sezione sci dell’Unio-ne sportiva Olimpia di viaBorgo Palazzo. Enrico stavaguardando la televisione nelsalotto di casa quando, im-provvisamente, è stato colpi-to da un infarto che non gli halasciato scampo.

Ad accorgersi della trage-dia la moglie Cinzia che hatrovato ilmarito immobilesul divano e che non ha potu-to fare altro che chiamare isoccorsi. Per Enrico però nonc’è stato nulla da fare: il suocuore non ha retto e si è fer-mato nonostante l’interven-to dei sanitari.

Gritti è sempre statoamante dello sport e, permolti anni, ha collaboratocon l’Unione sportiva Olim-pia prima come dirigente, poinel consiglio direttivo e infi-

Infarto davanti alla televisioneMuore dirigente dell’Olimpia

Enrico Gritti

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COBBIEBE DELLA SEBA Quotidiano I Data

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Sciopero degli scrutini confermato C' è la firma di tutti i sindacati «Stop di un' ora nei primi due giorni». TI pressing di Bersani per cambiare la legge

Stavolta la firma è di tutti i sindacati, anche se la forma è smorzata: FIc-Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, rm!imlrt!il'it5m e Gil­da annunciano - dopo quello proclamato dai Cobas - lo sciopero degli scrutini, ma solo per la prima ora di servizio «in ciascuna delle prime due gior­nate», e senza coinvolgere le ultime classi, quindi mettendo in salvo gli esami. Non è la pri­ma volta che succede: lo scio­pero (sempre parziale) degli scrutini è stato attuato recente­mente il 19 febbraio 2009, il 25 giugno del 2010, e dal 9 al 17 giugno 2011, sempre con con­seguenze - fanno filtrare dal Miur - minime per famiglie e studenti.

Una protesta sotto tono? «No, la mobilitazione conti­nua, ma secondo le regole -avverte Mimmo Pantaleo, Cgil -. Quel testo passato alla Ca­mera è negativo. Basta coi bal­letti, lunedì all'incontro col go-

64,9 Per cento Èlaquota del personale della scuola che ha aderito lo scorso 5 maggio allo sciopero indetto da Flc~ Cgil. Uii scuola, Cisl scuola, Gilda-Unams, Snals-Confsal

ver,no ci aspettiamo modifiche su precari, comitato di valuta­zione, prerogative contrattua­li». E i cambiamenti richiesti sono più o meno quelli che so­stiene anche Pier Luigi Bersani, che ieri ha mandato un segnale distensivo al governo nel caso in cui il disegno di legge venga modificato al Senato, dove ap­proda la prossima settimana.

«Saremo felicissimi di votare la riforma», dice l'ex segretario Pd, a patto che vengano risolte «due questioni basiche: una è ii rapporto tra l'autonomia di un insegnante e il ruolo del di­rigente» e l'altra è il precariato, su cui «si sta creando una san­guinosa discriminazione di condizioni». Pure l'ex Pd Pippo Civati si dice «felicissimo di vo­tare con qualche ritocco», mentre Stefano Fassina (che nel Pd ci resta solo se la riforma cambierà) insiste: «Una chiu­sura sarebbe incomprensibi­le», lasciando intuire che la

trattativa sulla riforma potreb­be cambiare gli equilibri tra Renzi e la minoranza dem, pronta a intestarsi l'ok alla ri­forma. Ma il clima è tutt'altro che disteso: ai lavori della com­missione Istruzione al Senato - che iniziano mercoledì 28 maggio, con termine per gli emendamenti al primo giugno - non parteciperà la senatrice Maria Mussini, ex M5S, ora Gruppo misto, prima convoca­ta e dopo 40 minuti «cassata».

Una decisione presa «per ga­rantire l'equilibrio tra maggio­ranza e opposizione in com­missione», assicura ii presi­dente del Senato Pietro Grasso. Una scelta che violerebbe «le regole per paura del dibattito all'interno del Pd», dice la pre­sidente del Gruppo misto, Lo­redana De Petris. Mussini, pri­ma firmataria di una legge di iniziativa popolare sulla scuola e battagliera nei confronti di questo ddl, si dice «disgusta-

ta»: teme di essere stata esclu­sa solo per evitare un suo pre­sunto voto a sfavore della rifor­ma Renzi, che a palazzo Mada­ma ha i numeri più risicati.

«Se abbiamo optato per un calendario dei lavori così inten­so è proprio perché il testo non è blindato e sono possibili mo­difiche», prova a smorzare la senatrice Francesca Puglisi, ri­cordando che la commissione lavorerà anche in pausa eletto­rale. «Sino ad allora faremo au­dizioni e ascolteremo i sinda­,calli>. Che però non prometto­no sconti: <<I precari di seconda fascia devono rientrare, è irri­nunciabile», dice Massimo Di Menna, UiI. «Un professore non può essere valutato da ge­nitori e studenti, sarebbe come un vigile giudicato da un auto­mobilista multato», aggiunge Francesco Scrima, Cisl. La bat­taglia è appena cominciata.

Valentina Santarpia '!II @ValentinaSant18

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COBBIEBE DELLA SEBA

Il ddl

e Il disegno di legge sulla Buona scuola era stato licenziato dal consiglio dei ministri il 12 marzo scorso. Mercoledì ha ottenuto l'ok della Camera. Ai primi di giugno tocca al Senato pronunciarsi

eli preside decide il piano dell' offerta formativa e sceglie i docenti, ma deve motivare ogni decisione pubblicamente sul sito online della scuola (il Pofdeve essere approvato dal consiglio di istituto). Un nucleo di valutazione regionale valuterà il suo operato

e Tra le novità, !'istituzione di uri comitato di valutazione costituto da docenti, genitori e (alle superiori) studenti, che affianca il preside nelle scelte.

L'impatto sul Pii n valore perCentuale dellaspèSS per l~sttu~tlèrispèttOal Prodotto intemo lordo 25------------~------~~77--~~~---

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Vietato dissentire • • • m commissione

di Riccardo Paradisi a, paglina, (i

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nuncia lo stop dato dal presidente del Senato Grasso al trasferimento della senatrice Maria Mussini dalla commissione Giustizia alla com­missione Istruzione, La senatrice Mussini è un insegnante e non è en­tusiasta della "Buona scuola",

Scuola al Senato vietato dissentire? IL PD DICE NO ALLARRIVO DI UN'AVVERSARIA DELLA BUONA SCUOLA IN COMMISSIONE ISTRUZIONE

di Riccardo Paradisi

Il ddl sulla cosiddetta buona scuola approda al Senato -dopo essere passato alla Ca­

mera - e per non avere sorprese il Pd pensa bene di impedire la pre­senza di una figura non controlla­bile nella commissione Istruzio­ne. A sollevare il caso è Loredana De Petris di SeI, che denuncia il rifiuto da parte del presidente del Senato Grasso e del Pd del trasfe­rimento della senatrice Maria Mussini dalla commissione Giu­stizia alla commissione Istruzio­ne. La senatrice Mussini, ex gril­lina ora nel gruppo misto, è un in­segnante ed è prima firmataria di una legge di iniziativa popolare proprio sulla scuola. Ma la richie­sta viene appunto respinta, per­ché, a detta di Grasso, con l'arri­vo della senatrice si modifiche­rebbero gli equilibri fra l'opposi­zione e la maggioranza che avreb­be così un voto in meno su cui contare. Dopo la sostituzione dei "dissi­denti" Pd in Affari costituzionali, la scorsa estate, in occasione del ddl Boschi, la composizione del­le commissioni torna ad essere di nuovo motivo di tensione al Se­nato e restituisce l'indice barome­trico di un clima molto teso sul ddl scuola. La maggioranza osten-

ta la solita sicurezza ma, a parte il ministro Giannini, "stanca ma fe­lice", i vertici del Pd, Renzi com­preso, hanno capito quanto sia profondo lo strappo consumato con il mondo della scuola. Tanto che ancora ieri il premier conti­nuava a garantire di non voler chiudere la porta al dialogo, che il ddl è ancora migliorabile, che ci sono errori - come quello della falcidiazione dei precari di secon­da fascia. E chissà se con il passa­re dei giorni e il moltiopicarsi de­gli scioperi e delle mobilitazioni non si accorgerà che anche i pre­cari di terza fascia vengono mala­mente eliminati da questo ddl, così come gli abilitati del concor­so del 1999, gli ultimi ad avere so­stenuto un concorso ordinario, la cui graduatoria verrebbe addirit­tura soppressa da questa riforma. Tensione nella maggioranza dun­que, anche perché la minoranza dem sembra decisa a ottenere del­le modifiche al ddI. L'ex segreta­rio Pierluigi Bersani dice che la ri­forma lui la voterebbe molto vo­lentieri, che non c'è nessuna in­tenzione di creare problemi al go­verno, solo che le modifiche van­no apportate. Stefano Fassina è meno ellittico e felpato e la mette giù dura e chiara: «Tra il popolo dem, abbandonato da un Pd gene­ticamente modificato, e il partito

di Renzi, scelgo il primo» dice Fassina in un'intervista a Repub­blica. E poi, ricorda l'esponente dem, senza un piano pluriennale di assunzione degli insegnati pre­cari si riproduce il dramma degli esodati. La minoranza dem al Senato do­vrebbe mostrare una maggiore compattezza almeno per rivendi­care la modifica su un paio di punti del ddl: la cancellazione o l'attenuazione dei poteri dei pre­sidi di chiamare e rimuovere dal­l'incarico i docenti; l'introduzio­ne di un piano pluriennale di as­sunzione degli insegnanti preca­ri. Ma nel Pd c'è sempre qualcu-

no più renziano di Renzi e così il senatore Andrea Marcucci di fronte alle richieste di migliora­mento del ddl sbatte sul tavolo i tre miliardi messi nella scuola e le centomila assunzioni e poi ga­rantisce: «faremo presto e bene». Una minaccia più che una pro­messa considerato il merito della riforma. Dall'impasse soprattutto del caos assunzioni dove il go­verno intende agire senza un cri­terio preciso attirandosi una mo­le di ricorsi giudiziari impressio­nanti se ne esce solo con un pia­no pluriennale di assunzioni co­me continuano a dire i sindacati e tutte le persone sensate che stanno ragionando sulla scuola

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Giranttsta in questi giorni. Adirittura le ge­rarchie ecclesiastiche interven­gono nel dibattito sulla scuola. Il cardinale presidente della Cei, Angelo Bagnasco invita il gover­no alla ponderazione e a una maggiore concertazione. «Un tempo più disteso per sentirsi, è

la premessa per risultati migliori. Se poi ci sono urgenze che si pos­sono risolvere in tempi brevi - ha

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aggiunto in relazione alle assun- la. Ma da parte delle sigle della zioni dei precari - nulla toglie che scuola e degli stessi docenti c'è si possano eventualmente scor- molto scetticismo. Non si fidano porare e dare risposte subito». Da più. E così tanto per non sbaglia­parte loro i sindacati non hanno re si mettono in campo nuove ini­mai smesso di dirsi disponibili al ziative di agitazione unitarie. FIe confronto. La segretaria Cgil Su- Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, sanna Camusso si dice pronta a !mIIH!l tttmll'!'Il e Gilda Fgu hanno sedersi al tavolo con il governo: già proclamato lo sciopero della «Abbiamo molte idee su come prima ora di servizio per tutti gli migliorare la riforma della scuo- scrutini in ciascuna delle prime

due giornate di svolgimento del­le operazioni.

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IL GIORNALE D'ITALIA Data

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Intanto la minoranza Pd torna ... a cuccia: "Con qualche correzione pronti a votarla al Senato"

di Igor Traboni

sindacati della scuola continuano a prendere di petto il ddl di riforma del settore, approvato ieri l'altro dalla Camera e atteso comunque dalle forche caudine del Senato,

dove la maggioranza ha numeri meno ampi. FIe Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, ~ rGim11 e Gilda Fgu hanno infatti deciso di proclamafe lo sciopero della prima ora di servizio "per tutti gli scrutini in ciascuna delle prime due giornate di svolgimento delle operazioni, le cui date sono individuate in relazione al calendario adottato da ogni singola istituzione scola­stica, con esclusione delle classi terminali dei cicli di studio". In una nota si spiega che lo sciopero del personale docente coinvolto nelle opera­zioni di scrutinio' 'avverrà nel pieno rispetto delle disposizioni di legge e contrattuali, salvaguardando le legittime aspettative di studenti e famiglie". E questo per non incorrere nelle ulteriori ire del Garante per gli scioperi che già si è detto contrario ad un blocco degli scrutini. "Per il personale docente della scuola dell'infanzia, il personale educativo e il personale ATA lo sciopero si effettuerà nella prima ora di servizio (e nell'ultima, in caso di turno pomeridiano) delle gior­nate individuate per la scuola in cui presta servizio - fanno altresì sapere i sindacati che poi aggiungo che comunque "prose­guiranno le iniziative organizzate a livello territoriale e nelle scuole per un'azione

costante di informazione e coinvolgimento dei cittadini sulle ragioni e sugli obiettivi della mobilitazione; si darà inoltre vita nella giornata di venerdì 5 giugno, con inizio alle 21, ad una iniziativa dal titolo "La cultura in piazza" con fiaccolate che avranno luogo contemporaneamente in tutte le principali città italiane. Nei prossimi giorni verranno diffuse indicazioni ope­rative su tutte le iniziative previste. Intanto della scuola si è parlato ieri anche nel corso della segreteria Pd, ad ulteriore dimostrazione che anche questa vicenda è tutta interna al partito. Al ter­mine della riunione Renzi non ha escluso ulteriori modifiche, come peraltro chiesto dalla minoranza del partito. Quella mi-

noranza che, dopo tanto 'abbaiare', ora appare più mansueta. "Con qualche correzione ancora al Senato tutti saranno felicissimi di votare", ha infatti detto ieri Pier Luigi Bersani sul passaggio al Senato del ddl Scuola, aggiungendo che' 'nl merito della questione, tutti vedono i problemi aperti: poteri del dirigente sco­lastico, discriminazioni tra precari. Bisogna discutere, non mettere la fiducia. Se si vuole correggere qualcosa non ci vuole molto tempo. Non c'è nient'altro che il merito della questione", ha aggiunto Ber­sani, facendo capire che la minoranza si una prospettiva politica più ampia non ha proprio nessuna intenzione reale di far la guerra a Renzi. III

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SINDACATI • Fiaccolate venerdì 5 e corteo unitario a Roma. Renzi «apre» ai docenti precari

A giugno un' ora di sciopero degli scrutini I

Roberto Ciccarelll

L o sciopero degli scrutini si estende ai sindacati più rap­presentativi della scuola con

modalità diverse da quello procla­mato da Cobas, Unicobas e Usb. Ieri Flc-Cgil, Cisl e Uil Scuola, rmmL'l e Gilda hanno confermato l'astensione dalla prima ora di ser­vizio per tutti gli scrutini in ciascu­na delle prime due giornate delle operazioni (<<Il Manifesto», 16 e 21 maggio). La protesta unitaria non sarà dunque di un'intera giornata, ogni docente di asterrà per un' ora a turno facendo slittare gli scrutini di cinque giorni. ,<Awerrà nel pie­no rispetto delle disposizioni di legge e contrattuali, salvaguardan­do le legittime aspettative di stu­denti e famiglie» precisano i sinda­cati in una nota.,

È la risposta alle esternazioni del loquace Roberto Alesse, presi­dente dell'Autorità di garanzia per gli scioperi. i cui reiterati pre-avvi­si di precettazione degli insegnan­ti non hanno fatto arretrare i sin­dacati, né li hanno divisi come au­spicavano il Partito Democratico e la ministra dell'Istruzione Gian­nini. Lo sciopero si farà e, come previsto dalla legge, non riguarde­rà le «classi terminali», quelle cioè che affrontano l'esame di terza media o di maturità, ma tutte le al­tre, di ogni ordine e grado. Vener­dì 5 giugno, dalle 21, saranno orga­nizzate fiaccolate di protesta con­tro la riforma della scuola ormai

Camusso: ((Nel Ddl scuola ci sono molte cose importanti che vanno cambiate))

giunta in seconda lettura al Sena­to. Titolo dell'iniziativa; «La cultu­ra in piazza». A Roma ci sarà un corteo unitario regionale. Si sta studiando il percorso che dovreb­be terminare in centro. «Abbiamo molte idee su come migliorare la riforma e non si tratta di aspetti marginali» ha confennato la segre­taria Cgil Susanna Camusso.

Si registra l'estremo tentativo di mantenere aperta la trattativa e «apportare al testo «profondi cam­biamenti»; estensione del piano di assunzione ai docenti con contrat­to a tempo determinato e al perso­nale amministrativo; abolizione della «chiamata diretta» dei docen­ti da parte del '<preside managef»; rifiuto della valutazione dei docen­ti con concetti arbitrari e rinnovo del contratto nazionale. Pratica­mente un altro mondo rispetto a quello in cui vive Renzi che ha fe­steggiato il passaggio alla Camera del Dell come la fine dei «presidi passacarte». A parole, l'apertura di modifiche al Dell al Senato viene ventilata da giorni. Una delle mi-

noranze Pd alimenta le voci con l'infelice battuta di Bersani che si è detto «felicissimo di votare la ri­forma» in caso di cambiamenti sui presidi e le assunzioni. Parole che produrranno contraccolpi e malumori tra i docenti che chiedo­no il ritiro del Dell e attaccano il Pd.Dal governo non arrivano se­gnali di vero cambiamento, quelli attesi dai sindacati almeno. Gian­nini crede di «avere bilanciato le funzioni del preside». Al momen­to è difficile instaurare un dialogo.

Su alcuni punti lo scenario è in movimento. Renzi sembra avere aperto all'ipotesi dell' assunzione per gli insegnanti di seconda fa­scia delle graduatorie, di istituto, abilitati ma esclusi dalle 100.701 assunzioni previste nel Dell. «Ci stiamo ragionando - ha detto- mi dà noia che qualcuno ha fatto il Ti­rocinio formativo attivo e lo ha pu­re pagato». Per la cronaca, sono migliaia i detentori di un Tfa paga­to all'incirca 3 mila euro per ali­mentare il business delle abilita­zioni che non valgono, ad oggi, un'assunzione. E che domani po­trebbe valere una chiamata diret­ta dal preside, con un anno di pro­va e massima disponibilità ai suoi voleri. Senza contare che al con­corso del 2016 per 60 mila docenti lo Stato chiederà un altro contribu­to. Tra tattica e annunci, i sindaca­ti e la ministra Giannini si incon­treranno nuovamente lunedì 25 maggio per la quarta volta. Gli al­tri incontri non hanno avuto esito.

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IL ,,"~MATTINO Quotidiano Data 22-05-2015

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«Scuola, un'ora di sciopero degli scrutini» Protesta confennata, escluse terza media e ultimo anno delle superiori. Scintille sulla Commissione

Elena Romanazzi

I sindacati non mollano e al Senato ci so­no state le prime scintille per la composi­zione della commissione Istruzione. TI giomo dopo l'approvazione alla Camera del ddl «Buona scuolél», restano le tensio­ni e i distinguo. Cgil, Cisl, Uil, ~ e Gil­da confermano la mobilitazione e confer­mano «lo sciopero della prima ora di ser­vizio per tutti gli scrutini in ciascuna delle prime due giornate di svolgimento delle operazioni». Il blocco (parziale) sarà di­verso regione per regione, scuola per scuola, visto che è legato sostanzialmen­te al calendario scolastico. Tutto - spiega­no i rappresentanti dei sindacati avverrà nel pieno rispetto delle di-

cata una notte «bianca», la <<llotte dei pre­cari» fissati per domani a Roma e in altre città.

Alle modifiche il governo ci sta pen­sando. Lunedì è fissato il ministro dell'Istruzione Stefania Giannini ha con­vocato i leader di tutti i sindacati. «Noi siamo pronti», spiega Susanna Camus­so, leader della Cgil. Quello del 25 mag­gio è solo uno dei primi incontri, poi ci saranno le audizioni al Senato e infine un nuovo vertice con il govemo. Un percor­so dove comunque non è previsto ilricor­so al voto di fiducia. C'è tempo dal mo­mento che il ddl dovrà essere approvato entro il 15 giugno. «Non ci si deve far prendere dalla fretta - invita il presidente

della CeiAngelo Bagnasco -un tempo più disteso, senza ac­sposizioni di legge e con­

trattuali, salvaguardando le legittime aspettative di studenti e famiglie». Resta­no fuori dallo sciopero le classi di fine ciclo, dunque terza media e ultimo anno delle superiori.

«Pronti al voto in Senato

qua alla gola e dove c' è possibi­litàmaggiore di riflettere e con­frontarsi' è premessa per risul-tati migliori».

La partita è tutta aperta. TI governo non chiude alle modifiche, Renzi apre a delle correzioni che vengo­no invocate non solo dai

se arriverà qualche modifica» Resta il nodo precari Tfa

Ma come andrà al Senato? Gioà ieri le prime scintille. La richiesta di spostamento della senatrice Maria Mussini, già M5S e ora nel gruppo misto, dalla Commissione giustizia al'Istruzione. Spostamento im­pedito dal presidente Piero Grasso. I motivi? La tutela del sindacati ma anche dalla minoranza

demo Non a caso l'ex segretario Pd, Pier Luigi Bersani, si è detto pronto a votare il ddl. «Con qualche ritocco, al Sento tutti saranno felicissimi di votare ... ». Due i punti indicati da Bersani: i poteri del diri­gente scolastico e «la discriminazione ir­razionale tra precario e precario che la­scia una ferita molto profonda, difficile da spiegare e motivare». Non seguiran­no Bersani nè Pippo Civati, nè Stefano Fassina, polemici e comunque contrari.

Gli abilitati inseriti nelle graduatorie di II fascia esclusi dal pacchetto di assun­zioni sono un problema di non poco con­to. Sono precari destinati a rimanere tali inattesa del nuovo concorso che comun­que si farà nel 2016. A questo mondo composta da migliaia di persone è dedi-

rapporto tra maggioranza e opposizio­ne. Questione di regolamenti dal mo­mento che - spiega Grasso - il rispetto del rapporto si basa sul voto espresso da se­natori in occasione di votazioni di fidu­cia». La decisione ha scatenato un putife­rio con uno scambio di accuse tra Loreda­na De Petris di SeI e Luigi Zanda. La ~ri­ma ha accusato il Pd che il blocco al in­gresso in commissione Mussini è legato ai problemi interni ai democrat. Replica Luigi Zanda: «L'obiettivo della senatrice De Petris «<eletta coni voti delPd») è rove­sciare i rapporti tra maggiorana e opposi­zionein Comissione». Tentativo nonriu­scito che tuttavia fa comprendere quan­to il clima sulla discussione del ddl scuo­la non sia dei più sereni.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Le proteste Previsti sit-in e manifestazioni, la prima domani, contro il ddl

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Quotidiano Data 22-05-2015 Pagina 28 Foglio 1

Contro la «Buona scuola» una fiaccolata ilS giugno Sospeso il sit in di stasera campagna dei docenti «per il voto responsabile»

Sindacati e docenti irpini ancora in mobili­tazione' anche dopo i' approvazione del di­segno di legge su «La buona scuola» alla Camera e l'inizio del dibattito al Senato. I sindacati provinciali, Fie Cgil, Cisl, Uil, m:m e Federazione Gilda, hanno aderito alla manifestazione nazionale de15 giugno prossimo, nella quale, in molte piazze ita­liane, sarà fatta una fiaccolata di protesta che ad Avellino partirà alle 19 dalla Villa Co­munale e si snoderà su corso Vittorio Ema­nuele II. In più è stato indetto lo sciopero nei primi due giorni di scrutini, per un' ora, con esclusione delle classi terminali, e gli scrutini si dovranno svolgere alla fine delle lezioni cioè dopo il 10 giugno. Era stato in­detto anche un sit in di protesta per stasera davanti alla Prefettura di Avellino, ma per

motivi di ordine pubblico, in quanto la ma­nifestazione coincideva con la processione di Santa Rita e la festa della Polizia, è stata sospesa. Il Coordinamento dei docenti irpi­ni ha stilato un documento, dopo aver in­contro anche i Coordinamenti di altre pro­vince campane per costituire «un Coordi­namento regionale». La proposta: «Un' ope­ra di corretta informazione sui reali conte­nuti e sulle effettive conseguenze del ddl, rivolta a tutta l' opinione pubblica e in parti­colare ai genitori degli studenti». Il coordi­namento «non trova efficace lo sciopero de­gli scrutini per una sola ora e solo nei primi due giorni». E lancia «una campagna per il voto responsabile alle prossime e immi­nenti elezioni regionali rivolta, in particola­re ai docenti, e in generale a tutti i cittadini che comprendono i' inestimabile valore co­stituzionale e civile della scuola pubblica, così gravemente minacciata dal progetto di riforma del Pd».

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IL PICCOLO BERSANI APRE PER IL VOTO AL SENATO

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I sindacati confermano lo sciopero nei primi due giorni di scrutini

• ROMA

Il ddl scuola «lascia irrisolte molte delle sue più evidenti cri­ticità e non dà risposta alle ri­chieste che stanno alla base di una mobilitazione condivisa e partecipata dall'intero mondo della scuola». Con questa moti­vazione di fondo tutti i sindaca­ti della scuola annunciano la conferma delle iniziative di mo­bilitazione anticipate ieri, inclu­so lo «sciopero della prima ora di servizio per tutti gli scrutini in ciascuna delle prime due giornate di svolgimento delle operazionh>. In una nota con­giunta, firmata dai segretari di .Qiil Flc, Cisl e Uil scuola, riIm'III r.=rru~ e Gilda Lgu, si afferma che «lo sciopero del personale docente coinvolto nelle opera­zioni di scrutinio avverrà nel pieno rispetto delle disposizio­ni di legge e contrattuali, salva-

Pierlugi Bersani

guardando le legittime aspetta­tive di studenti e famiglie».

Sul piano politico, l'approva­zione della riforma alla Camera sembra avvicinare le posizioni all'interno del Pd: «Con qual­che correzione ancora al Sena­to tutti saranno felicissimi di vo­tare. Credo che lo si farà e che il governo voglia fare qualche al­tro passo», ha detto Pier Luigi Bersani sulla riforma della scuo­la. L'ex segretario del Pd non ri­tiene che a Palazzo Madama ci sia bisogno della fiducia per ar­rivare al voto in tempi compati­bili con la scadenza del 15 giu­gno. «Per correggere qualcosa non ci vuole molto tempo. lo credo che si possa fare. Stiamo al merito della questione. Tutti vedono quali sono i problemi aperti. Il primo è il rapporto tra il dirigente scolastico e la digni­tà e l'autonomia dell'insegnan­te. E l'altro sono le discrimina­zioni imoortanti e irrazionali

tra precario e precario. È una fe­rita molto profonda, difficile da spiegare e da motivare».

Solo questo dunque, nessu­na intenzione di strumentaliz­zare questa riforma per altri scopi, come quello di scalzare dalla sua poltrona il presidente del Consiglio. La battaglia sulla scuola - assicura Bersani -non è un pretesto per mandare a casa Matteo Renzi: «Non c'è nient'al­tro che il merito della questio­ne. Questa cosa di non guarda­re mai il merito è uno dei guai. Le diverse posizioni non posso­no essere delegittimate. Biso­gna rispondere nel merito» re­plica Bersani mentre dichiara di «combattere» per il Pd duran­te la campagna elettorale per le regionali.

Di tutto altro avviso l'espo­nente delle minoranze Pd, Ste­fano Fassina, secondo il quale non bastano degli aggiustamen-

ti. A Repubblica ha risposto in merito alla sua uscita dal parti­to nel caso in cui il disegno di legge non venga modificato al Senato: «Tra il popolo dem ab­bandonato da un Pd genetica­mente modificato e il partito di Renzi, scelgo il primo». Fassina si è scagliato soprattutto sulla norma del super-preside: è il tanto discusso articolo 9 della ri­forma approvata alla Camera.

Stesso articolo che proprio non va giù a Nichi Vendola: «Puzza di autoritarismo, ha dentro di sè una grave malattia, quella di organizzare il mondo della scuola attorno alla figura di un preside podestà che ha il potere di reclutare il personale docente e il rischio di avere do­centi allineati ai suoi convinci­menti è enorme». Il leader Sei aggiunge: «Un preside omofo­bo, ad esempio, arruolerà inse­gnanti bigotti, e questo lede l'ar­ticolo 33 della nostra Costituzio­ne».

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ILTIIUU!NO

IL TIRRENO PISTOIA

Quotidiano Data 22-05-2015 Pagina 14 Foglio 1

Scuola, continua la protesta con scioperi e una fiaccolata t PRATO

Non si ferma la protesta dei sindacati di fronte al disegno di legge "La buona scuola", ap­provato alla Camera. Anche a Prato, Flc Cgi!, Cis!, Uil, ~ ~e Gilda Unams, sulla li­nea dettata dalle segreterie na­zionali' proclamano lo sciope­ro della prima ora di servizio per tutti gli scrutini in ciascu­na delle prime due giornate di svolgimento delle operazioni, le cui date sono individuate in relazione al calendario adotta­to da ogni singola istituzione scolastica, con esclusione del­le classi terminali dei cicli di studio impegnate negli esami diStato.

Lo sciopero del personale docente coinvolto nelle opera­zioni di scrutinio avverrà nel pieno rispetto delle disposizio­ni di legge e contrattuali, salva­guardando le legittime aspet­tative di studenti e famiglie.

Per il personale docente della scuola dell 'infanzia, il persona­le educativo e il personale Ata lo sciopero si effettuerà nella prima ora di servizio (e nell'ul­tima, in caso di turno pomeri­diano) delle giornate indivi­duate per la scuola in cui pre­sta servizio.

Il comunicato unitario, stila­to dalle cinque sigle sindacali, sottolinea le varie criticità del­la riforma non modificate dal governo e soggette, la prossi­ma settimana, al voto definiti­vo del Senato. Le motivazioni dello sciopero sono spiegate qui: "Il testo del disegno di leg­ge di riforma votato ieri dalla Camera lascia irrisolte molte delle sue più evidenti criticità e non dà risposta alle richieste che stanno alla base di una mobilitazione condivisa e par­tecipata dall'intero mondo del­la scuola. Resta dunque anco­ra la necessità di apportare al testo di legge profondi cambia-

menti e si motiva per questo la proclamazione di ulteriori ini­ziative di lotta sugli stessi obiettivi individuati nella piat­taforma dello sciopero genera­le del 5 maggio: un piano di as­sunzioni che non può limitarsi soltanto a quanti sono inseriti nelle graduatorie ad esauri­mento, escludendo decine di migliaia di docenti e Ata oggi in servizio con contratto a tem­po determinato; no al potere dei dirigenti di conferire incari­chi ai docenti attraverso la chiamata diretta dagli albi ter­ritoriali; no alla valutazione dei docenti con criteri arbitrari e la costituzione di commissio­ni prive delle necessarie com­petenze; regolazione per con­tratto di tutte le materie che hanno ricadute su aspetti nor­mativi e retributivi a del rap­porto di lavoro; impegni preci­si per il rinnovo del contratto nazionale.

Questi obiettivi verranno ri-

proposti in tutte le sedi di con­fronto nelle quali i sindacati sa­ranno impegnati, alla luce di quanto convenuto a Palazzo Chigi il 12 maggio, a partire dall'incontro di lunedì 25 mag­gio con la ministra Giannini al Miur, e success

ivamente con le audizioni al Senato e l'ulteriore incontro col governo, puntando a otte­nere i necessari cambiamenti al testo di legge" .

Proseguiranno inoltre le ini­ziative organizzate a livello ter­ritoriale e nelle scuole per un' azione costante di informazio­ne e coinvolgimento dei citta­dini sulle ragioni e sugli obiet­tivi della mobilitazione.

E nella giornata di venerdì 5 giugno, con inizio alle 21, sarà promossa ad una manifesta­zione dal titolo "La cultura in piazza", con fiaccolate che avranno luogo contemporane­amente in tutte le principali città italiane.

Martina Altigeri

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elementare, Vignacastrisi); 11) Viola Sa­batelli (scuola elementare, G iorgilorio); 12) Giada Cazzato (scuola media Priimo Comprensivo, Alliste); 13) Alessia Caz­zella (scuola elementare, Porto Cesareo); 14) Alessia Bray (scuola media Falcone e Borsellino, Soleto) 15) Marika Pezzulla (scuola elementare, Uggiano La Chiesa);

UBRI MONDADORI-Anche quest'anno le Edizioni Monda­

dori (libri per ragazzi) hanno deciso di sostenere il concorso. Diciotto i pacchi libro assegnati:

1-2-3-4) quattro pacchi libro (per la bi­blioteca della scuola) vanno a Elena Mar­ti, Michela Micolani, Maria Mellacca, Fe­derica Giannotta, Debora De Franciscis, Elisa Marti, Angelica Tecci, Luca San­toro, Andrea Coluccia, Raffaele De Giu­seppe, Denise D'Aurelio, Cesario Cazzet­ta, Denis Cristescu, Antonio Luparelli, Giuseppe Pagliara, Annachiara Mitello, Samuel Cavallo, Giada Pino, Marco Fan­ciullo, Luisa Signorella, Magda Criste­scu, Tommaso Pagliara, Riccardo Pelle­grino, Ivan Antonazzo, Letizia De Masi e Donato Santoro (classi quarta A e quarta B della scuola elementare di Giurdigna­no).

5) Luca Santoro (scuola elementare, Giurdignano); 6) Marco Petrelli e Thomas Spagnolo (scuola media, Carmiano); 7) Giorgio De Lazzari Pinnelli (scuola me­dia Ascanio Grandi, Lecce);

8 -9) due pacchi libro a Benedetta Nito, Benedetta Nocetti, Gianmarco Quarta e Chiara Zacheo (scuola media Elisa Sprin­ger, Surbo);

lO) Elena Stefanelli e Ilenia Zompì (scuola media De Blasi, Taviano);

11) Giada Cremis (scuola media, Gua­gnano); 12) Rebecca Coluccello Hs Sca­rambone, Lecce); 13 ) Laura Castellano (liceo Capece/Internazionale, Maglie); 14) Roberto Leone (liceo scientifico Quin­to Ennio, Gallipoli); 15) Stefano Signore (liceo scientifico Cosimo De Giorgi, Lec­ce); 16) Emanuele De Luca (liceo scien­tifico Cosimo De Giorgi, Lecce);

17) Emanuele Spagnolo (liceo classico Palmieri, Lecce); 18) Antonio Verri (Uni­versitario, ingegneria industriale, Lec­ce).

liBRI CAPONE -La Casa editrice Capone sostiene il con­

corso fin dalla prima edizione. Quest'an­no premierà con pacchi libro della sua più recente produzione gli studenti:

1) Nicolò Calogiuri (scuola media Ga­lateo-Frigole, Lecce); 2) Francesca Petra­chi (scuola media Carducci, Squinzano); 3) Lucrezia Patruno (scuola media Sprin­ger, Surbo);

4) Francesca Longo e Raffaele Maisto (liceo classico Stampacchia, Tricase); 5) Claudia Stefanelli e Lucia Perdicchia

(scuola media, Specchia); 6) Jean Francois Olivier Sanzia (Hs

Enrico Fermi, Lecce); 7) Annalucia Be­nedetta Aguglia (scuola media Quinto Ennio, Lecce); 8) Virginia Casciello (scuo­la media, Calimera); 9) Chiara Dell'Anna (scuola media Springer, Surbo);

lO) Cecilia De Marco (scuola media De Blasi, Taviano); 11) Sofia PIaci (scuola media Polo 2, Casarano); 12) Rosamaria Maniglio (liceo classico Palmieri, Lecce).

EDiZIONi RAGGIO VERDE -Dodici i pacchi libro offerti dall' asso­

ciazione Raggio Verde (che è anche Casa editrice). Ecco i vincitori:

1) Nadia Urso (scuola elementare, Vi­gnacastrisi); 2) Ludovica Potenza (scuola elementare Giuseppe Susanna, Galato­ne); 3) Riccardo Bottazzo (scuola elemen­tare De Amicis, Squinzano);

4) William Verri (scuola elementare, Vernole); 5) Debora Marra (scuola ele­mentare, Spongano); 6) Giulia Rizzo (scuola elementare Polo 1, Monteroni);

7) Carmen Martina (scuola elementare Italo Calvino, Alliste); 8) Filippo Bocca­damo (scuola elementare Uggiano La Chiesa); 9) Laura Corrado (scuola ele­mentare, Vignacastrisi);

lO) Anna Pia Mazzeo (scuola elemen­tare via Duca d'Aosta, Guagnano); 11) Si­mone Carachino (scuola elementare Polo 2, Galatina); 12) Alice Renna (scuola ele­mentare Costantino Soz, Trepuzzi).

POSTE iTAIIJANE -Nove i premi (tra album di francobolli,

cofanetti di cd e radioline a forma di cassetta postale) offerti da Poste Italiane.

I due album di francobolli sono stati assegnati a Matteo Quarta (scuola media,

Magliano) e ad Antonio Greco (scuola media Quinto Ennio, Lecce).

Il cofanetto con un meraviglioso cd è stato invece assegnato a Graziano Manca (Hs Enrico Fermi, Lecce).

Le sei radio, invece, sono state vinte da:

1) Matteo Parisi (scuola media Carduc­ci, Squinzano); 2) Cristiano Spagnolo (scuola media, Ortelle); 3) Gloria Mur­ciano (scuola elementare Uggiano La Chiesa);

4) Sara Carratta (scuola media Gio­vanni Pascoli, Galatina); 5) Martina Bo­nanno (scuola media, Porto Cesareo); 6) Valentina Valzano (scuola media Carduc­ci, Squinzano).

IIJBRIMANNI-Anche Manni Editore ha sostenuto il

concorso fin dal primo anno. Dodici i pacchi libro offerti quest'anno; ecco i vin­citori:

1) Silvia Giaracuni e Maria Rita Per­dicchia (liceo scientifico Quinto Ennio, Gallipoli); 2) Alessandra Antonazzo e Se-

Quotidiano Data 22-05-2015 Pagina VIII Foglio 2/3

lenia Malagnino (Hs Bottazzi, Taurisa­no); 3) Annalisa Ancora (ltc Redi, Campi Salentina);

4) Serena Leo e Martina Malvarosa (scuola media Carducci, Squinzano); 5) Enrico Antonelli (liceo classico Palmieri, Lecce); 6) Leonardo Pappadà e Alessan­dro Pagliara (scuola media, Specchia);

7) Marta Tarantino (scuola media San Giuseppe, Copertino); 8) Giovanni Pedo­ne (scuola media, Castro); 9) Sara De Ric­cardis (scuola media, Martignano);

lO) Eleonora Luceri (liceo classico Pal­mieri, Lecce); 11) Angelica Tommasi e Gabriele Chironi (scuola media Marti­gnano); 12) Niccolò Manni (scuola media De Blasi, Taviano).

GIOCHERiA-I dodici «giocattoli intelligenti» offerti

da Giocheria Mega Store di Lecce sono stati assegnati a:

1) Nicolò Spagnolo (scuola elementare, Vignacastrisi); 2) Riccardo Rizzo (scuola elementare Primo Polo, Monteroni); 3) Ennio Pati (scuola elementare di via Gramsci, Monteroni);

4) Romolo Nachira (scuola elementare, Uggiano La Chiesa); 5) Matteo Macrì (scuola elementare, Cursi); 6) Michele Tu­ri (scuola elementare, Cursi);

7) Manal Allilou (scuola elementare, Porto Cesareo); 8) Claudia Bianco (scuola elementare Polo 2, Noha); 9) Stella La Porta (scuola elementare, Porto Cesa­reo);

lO) Irene De Mitri (scuola elementare Professor Soz, Trepuzzi); 11) Mariachiara Chetta (scuola elementare Costantino Soz, Trepuzzi); 12) Giulia Gaballo (scuola elementare Don Milani, Nardò).

UBRI KURUMUNY -Dodici i pacchi libro offerti dalla Casa

editrice Kurumuny. Ecco i vincitori: 1) Chiara Corvaglia (scuola elementa­

re, Spongano); 2) Fabio Luigi Rizzelli (scuola elementare, Ortelle); 3) Nicole Vergari (scuola elementare, Vernole);

4) Valerio Gira (scuola elementare Giu­seppe Susanna, Galatone); 5) Alessandra Donadeo (scuola elementare, Spongano);

6) Francesca Rampino (scuola elemen­tare Polo 1, Trepuzzi);

7) Silvia Pastore (scuola media Giosuè Carducci, Squinzano); 8) Myriam Aprile (scuola media Pascoli, Galatina);

9) Caterina Erroi (scuola media Sto­meo-Zimbalo, Lecce);

lO) Samuel Maci (scuola media Giosuè Carducci, Squinzano); 11) Aurora D'An­dria (scuola media, Porto Cesareo); 12) Andrea Voli (scuola media Springer, Sur­bo).

Nella pagina accanto prosegue l'elenco dei vincitori che potranno ritirare il pre­mio vinto nella cerimonia in programma il9 giugno (con inizio alle 16.30) nel Cen­tro congressi dell'hotel Tiziano di Lecce.

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La Provincia di Vareselt

Sciopero scrutini E Bersani apre «Con modifiche voteremo sÌ» ROMA _ Sulla riforma della scuola il dibattito si sposta a palazzo Madama. Giannini:«Nientefiducia». In temadirifonnadellascuola,Flc Cgil, CislScuola, UilScuola,~ ConfsaleGildaFgunonmollano e nonostante favvertimento del garante proclamano lo sciopero della prima ora di servizio «per tutti gli scrutini in ciascuna delle prime due giornate di svolgimen­to delle operazioni, le cui date so­no individuate in relazione al ca­lendario adottato da ogni singola istituzione scolastica, con esclu­sione delle classi tenninali dei cicli di studio». In una nota si spiega che lo sciopero del personale do­cente coinvolto nelle operazioni di scrutinio «avverrànel pieno ri­spetto delle disposizioni di legge e contrattuali, salvaguardando le legittime aspettative di studenti e famiglie. In ogni caso «prosegui­ranno le iniziative organizzate a livello territoriale e nelle scuole; si darà inoltre vita nella giornata di venerdi 5 giugno, con inizio alle 21, ad una iniziativa dal titolo ''La cultura in piazza" con fiaccolate che avranno luogo contempora­neamentein tutte le principalicit­tàitaliane». Ieriintantofex segre­tario Pd, PierluigiBersani, uno dei "dissidenti" democraticihaspeci­ficato che «con qualche correzio­ne ancora al Senato tutti saranno felicissimi di votare» la rifonna della scuola che dopo il via libera alla Camera, passaoraal vaglio di Palazzo Madama. Per Bersani «tutti vedono i problemi aperti: poteri del dirigente scolastico, di­scriminazioni tra precari» . Lami­nistra Gianninihainoltre escluso fapposizione della fiducia. _

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LA RIFORMA DELLA SCUOLA

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I sindacati: «No al super preside» I dirigenti scolastici in coro: «Non vogliamo diventare manager» «Non chiediamo di diventare su­per-presidi. La scuola non si può gestire in maniera conflit­tua�e a colpi di ordini di servizio senza la condivisione e la colla­borazione dei docenti e di tutto il personale».

L'altolà alla figura del preside un po' "manager", un po' "sceriffo" giunge corale da un' ampia rosa di dirigenti scola­stici trevigiani. Con il disegno di legge sulla riforma della scuola già sulla via della discussione in Senato, la presa di posizione è giunta chiara ieri mattina du­rante un incontro all'istituto comprensivo di Silea al quale

hanno partecipato almeno tren­ta presidi, riuniti per fare il pun­to della situazione dai sindacati confederali della categoria Cgil, Cils e Uil e mmI «Una buona parte dei dirigenti non condivi­de la posizione della Buona scuola. Le grandi responsabilità i presidi le hanno già. Ma senza la collaborazione di tutti rischia­no di non avere più le gambe che servono per poter cammi­nare», spiegano a chiare lettere Teresa Merotto, segretario gene­rale di Cgil scuola e Claudio Bac­carin, rappresentante dei presi­di Cgil. Con il decreto tutto da vedere nell'iter al Senato, non

sono pochi i punti che i dirigenti trevigiani cominciano già a se­gnare a matita rossa: «Noi presi­di saremo i primi ad essere valu­tati sulla base dei risultati che riusciremo ad ottenere», spiega­no i dirigenti trevigiani. La di­scussione prende poi fiato quando si tocca il tasto dell'av­vento degli" albi territoriali", de­finiti a gran voce "calderone di­strettuale". Sarà da queste liste che i presidi potranno scegliere i docenti a chiamata diretta. Pronti a prendere il posto del si­stema della graduatorie. Per i presidi trevigiani i punti interro­gativi sono fin troppi. (a. v.)

Re Auto e revisioni, addio ai <<furbetti» ","",",~.""~lo,-,30,, ~c '" o",",,,"',,,,,, 1""M"k<'~co"L"",,,',I,", ,uJu 'L

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21-05-2015

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SINDACATI CONTRO DDL SCUOLA: SCIOPERO DELLA PRIMA ORA DEGLI SCRUTINI E FIACCOLATE NELLE CITTA'

Articolo pubblicato il: 21/05/2015 "Sciopero della prima ora di servizio per tutti gli scrutini in ciascuna delle prime due giornate di svolgimento delle operazioni" e l'iniziativa "La cultura in piazza", venerdì 5 giugno a partire dalle 21, con fiaccolate in contemporanea in tutte le principali città italiane. Sono le " ulteriori iniziative di lotta" proclamate dalle segreterie di Flc Cgil, Cis I Scuola, Uil Scuola, ~ tì!ittlmrli e Gilda Fgu contro il ddl di riforma della scuola. Secondo le sigle sindacali, il ddl "lascia irrisolte molte delle sue più evidenti criticità e non dà risposta alle richieste che stanno alla base di una mobilitazione condivisa e partecipata dall'intero mondo della scuola". I sindacati chiedono "un piano di assunzioni che non può limitarsi soltanto a quanti sono inseriti nelle Gae, escludendo decine di migliaia di docenti e Ata oggi in servizio con contratto a tempo determinato". Dicono "no al potere dei dirigenti di conferire incarichi ai docenti attraverso la chiamata diretta dagli albi territoriali", "no alla valutazione dei docenti con criteri arbitrari e la costituzione di commissioni prive delle necessarie competenze". Chiedono "la regolazione per contratto di tutte le materie che hanno ricadute su aspetti normativi e retributivi a del rapporto di lavoro" e "impegni precisi per il rinnovo del contratto nazionale". Obiettivi che saranno "riproposti in tutte le sedi di confronto" a partire dall'incontro "di lunedì 25 maggio con il ministro dell'Istruzione Giannini al Miur e successivamente con le audizioni al Senato e l'ulteriore incontro col governo". Le segreterie di Flc Cgil, Cis I Scuola, Uil Scuola, ~ tì!ittlmrli e Gilda Fgu "proclamano lo sciopero della prima ora di servizio per tutti gli scrutini in ciascuna delle prime due giornate di svolgimento delle operazioni, le cui date sono individuate in relazione al calendario adottato da ogni singola istituzione scolastica, con esclusione delle classi terminali dei cicli di studio". "Lo sciopero del personale docente coinvolto nelle operazioni di scrutinio avverrà nel pieno rispetto delle disposizioni di legge e contrattuali, salvaguardando le legittime aspettative di studenti e famiglie - sottolineano - Per il personale docente della scuola dell'infanzia, il personale educativo e il personale Ata lo sciopero si effettuerà nella prima ora di servizio (e nell'ultima, in caso di turno pomeridiano) delle giornate individuate per la scuola in cui presta servizio".

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SINDACATI SCUOLA: SCIOPERO PRIMA ORA, SCRUTINI E FIACCOLATE NELLE CITTA'

Articolo pubblicato il: 21/05/2015 "Sciopero della prima ora di servizio per tutti gli scrutini in ciascuna delle prime due giornate di svolgimento delle operazioni" e l'iniziativa "La cultura in piazza", venerdì 5 giugno a partire dalle 21, con fiaccolate in contemporanea in tutte le principali città italiane. Sono le " ulteriori iniziative di lotta" proclamate dalle segreterie di Flc Cgil, Cis I Scuola, Uil Scuola, ~ tìIMIm!l1 e Gilda Fgu contro il ddl di riforma della scuola . Secondo le sigle sindacali, il ddl "lascia irrisolte molte delle sue più evidenti criticità e non dà risposta alle richieste che stanno alla base di una mobilitazione condivisa e partecipata dall'intero mondo della scuola". I sindacati chiedono "un piano di assunzioni che non può limitarsi soltanto a quanti sono inseriti nelle Gae, escludendo decine di migliaia di docenti e Ata oggi in servizio con contratto a tempo determinato". Dicono "no al potere dei dirigenti di conferire incarichi ai docenti attraverso la chiamata diretta dagli albi territoriali", "no alla valutazione dei docenti con criteri arbitrari e la costituzione di commissioni prive delle necessarie competenze". Chiedono "la regolazione per contratto di tutte le materie che hanno ricadute su aspetti normativi e retributivi a del rapporto di lavoro" e "impegni precisi per il rinnovo del contratto nazionale". Obiettivi che saranno "riproposti in tutte le sedi di confronto" a partire dall'incontro "di lunedì 25 maggio con il ministro dell'Istruzione Giannini al Miur e successivamente con le audizioni al Senato e l'ulteriore incontro col governo". Le segreterie di Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, ~ tìIMIm!l1 e Gilda Fgu "proclamano lo sciopero della prima ora di servizio per tutti gli scrutini in ciascuna delle prime due giornate di svolgimento delle operazioni, le cui date sono individuate in relazione al calendario adottato da ogni singola istituzione scolastica, con esclusione delle classi terminali dei cicli di studio". "Lo sciopero del personale docente coinvolto nelle operazioni di scrutinio avverrà nel pieno rispetto delle disposizioni di legge e contrattuali, salvaguardando le legittime aspettative di studenti e famiglie - sottolineano -Per il personale docente della scuola dell'infanzia, il personale educativo e il personale Ata lo sciopero si effettuerà nella prima ora di servizio (e nell'ultima, in caso di turno pomeridiano) delle giornate individuate per la scuola in cui presta servizio".

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TEACHERS' UNIONS TO STRIKE AN HOUR - UPDATE

Against govt's 'Good School' reforrn bili (ANSA) - Rome, May 21 - Schoolteachers' unions said Thursday they will strike in protest against the government's 'Good School' reform during the first hour of final exam evaluations, on both the days they are to be held. "(The bili) leaves many of its most obvious problems unsolved and fails to provide answers to the demands at the basis of a mobilization that has been shared and participated in by the entire education sector," CGIL, CISL, UIL, M~'!'--' and Gilda unions said in a joint statement. Unions object that the bili calls for 100,000 new teacher hires but leaves out thousands now working on temporary contracts, that it confers too much power on school principals, and calls for teacher evaluations "based on arbitrary criteria". As well, unions want any new work rules included in the contract language, and a firm commitment on when the national contract is to be renewed. "The teachers' strike ... will take piace in full respect of the law ... and will safeguard the legitimate expectations of students and families," the statement said. The Lower House on Wednesday approved the Good School bili, which now goes to the Senate.

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Francese Guyana Isole Falkland Paraguay Peru Suriname Uruguay Venezuela AUSTRALIA Australia Figi Nuova Caledonia Nuova Zelanda Papua Nuova Guinea Samoa Roma, 21 mago (askanews) - I sindacati della scuola contro il ddl di riforma del settore. Flc Cgil, Cis I Scuola, Uil Scuola, ~ tì!ittlM!lI e Gilda Fgu proclamano lo sciopero della prima ora di servizio "per tutti gli scrutini in ciascuna delle prime due giornate di svolgimento delle operazioni, le cui date sono individuate in relazione al calendario adottato da ogni singola istituzione scolastica, con esclusione delle classi terminali dei cicli di studio". In una nota si spiega che lo sciopero del personale docente coinvolto nelle operazioni di scrutinio "avverrà nel pieno rispetto delle disposizioni di legge e contrattuali, salvaguardando le legittime aspettative di studenti e famiglie. Per il personale docente della scuola dell'infanzia, il personale educativo e il personale ATA lo sciopero si effettuerà nella prima ora di servizio (e nell'ultima, in caso di turno pomeridiano) delle giornate individuate per la scuola in cui presta servizio". In ogni caso "proseguiranno le iniziative organizzate a livello territoriale e nelle scuole per un'azione costante di informazione e coinvolgimento dei cittadini sulle ragioni e sugli obiettivi della mobilitazione; si darà inoltre vita nella giornata di venerdì 5 giugno, con inizio alle 21, ad una iniziativa dal titolo "La cultura in piazza" con fiaccolate che avranno luogo contemporaneamente in tutte le principali città italiane. Nei prossimi giorni verranno diffuse più puntuali indicazioni operative su tutte le iniziative previste.

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• Scuola

Sciopero degli scrutini: la protesta ••• Sciopero degli scrutini. Potreb­be arrivare a questo atto estremo la protesta del mondo della scuola en­nese che nel pomeriggio di lunedì ha manifestato contro la «Buona scuola» del governo Renzi, con un presidio davanti gli uffici dell'ex provveditorato agli studi in piazza VI dicembre con una successiva oc­cupazione simbolica. L'iniziativa è stata promossa dalle segreterie pro­vinciali del settore scuola di Cgil, Ci­si, Uil e dai sindacati autonomi di ~e Gilda. Le ragioni della prote­sta sono state sintetizzate dagli slo­gan scanditi al megafono, durante il presidio esterno, per sensibilizza­re l'opinione pubblica su una rifor­ma che a detta dei rappresentanti delle parti sociali stravolge il detta­to costituzionale, cancella la libertà d'insegnamento e istituisce una pseudo meritocrazia. (*RICA*)

Quotidiano Data 21-05-2015 Pagina 28 Foglio 1

Partecipate, sborsate oltre 150 mila euro o,,,,,,, ''''''',,----__ ,

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il Giornale it I

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I SINDACATI RESTANO SULLE BARRICATE: BLOCCHEREMO GLI SCRUTINI

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RomaLa Camera approva la riforma della Buona scuola ma ora il cammino del ddl proseguirà tutto in salita. Con il via libera alla chiamata diretta da parte dei presidi e l'esclusione dei precari delle Graduatorie di Istituto dal piano di assunzioni si alza il livello di scontro con i sindacati e con tutto il mondo della scuola. Le modifiche introdotte a Montecitorio non hanno cambiato l'impianto del provvedimento che rivoluziona i rapporti di potere nella governance degli istituti scolastici. Sulle barricate sono già saliti i Cobas che hanno proclamato due giorni di sciopero e blocco degli scrutini ma tutte le sigle sindacali (Cgil, Cisl, Uil, ~ sono in mobilitazione e pronte ad aderire in massa all'astensione dal lavoro che bloccherà la consegna delle schede finali agli studenti ma non potrà riguardare le classi terminali dei cicli di istruzione. Anche l'Authority di garanzia per gli scioperi ribadisce che non si potranno far slittare gli scrutini di terza media e quelli propedeutici agli esami di Maturità. Ma i Cobas hanno pronto un «protocollo» di astensione dal lavoro già testato in passato che, pur rispettando le leggi vigenti, di fatto è in grado di far slittare la consegna delle schede per le classi che non devono affrontare esami. Dunque si prepara la battaglia in piazza con sindacati, professori e studenti ma anche in Senato dove la maggioranza renziana non ha i numeri certi che vanta invece alla Camera. Il ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, difende la riforma che rappresenta, afferma, «un grande cambiamento culturale che mette al centro i principi di autonomia, trasparenza, responsabilità, valutazione e merito». Ma sono proprio i punti qualificanti della riforma che i sindacati vogliono cambiare. La figura del nuovo dirigente scolastico definito dalla Giannini «un leader educativo» visto che potrà scegliere «la propria squadra» anche se nell'ambito di albi territoriali per i sindacati va corretta a favore di una maggiore collegialità. Non basta secondo l'Anief «che siano il Collegio ed il Consiglio di istituto a decidere il bisogno dell'offerta formativa e quindi ad individuare gli organici perché rimarrà sempre il dirigente a scegliere chi assumere». Sul piano straordinario di assunzioni grazie al quale, sottolinea la Giannini, «ogni scuola, avrà 1'8 per cento di docenti in più, in media 7 ad istituto». La Uil contesta l'esclusione degli abilitati con almeno 3 anni di servizio. Tra i principi introdotti e condivisi anche dal centrodestra l'alternanza scuola-lavoro e le detrazioni fiscali sulle rette scolastiche delle paritarie destinate alle famiglie. Il rapporto con il mondo del lavoro diventa strutturale e sostenuto da un finanziamento di 100 milioni annui, almeno 400 ore nel triennio dei tecnici e 200 per i licei. Stanziati 90 milioni per l'innovazione digitale. Poi il discusso fondo di 200 milioni annui per la valorizzazione del merito del personale docente che verrà assegnato dal dirigente. Un altro dei poteri dei presidi contestato dai sindacati. Potenziati gli insegnamenti di Musica, Arte, Lingue ed Economia.

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LlBEROQUOTIDIANO.IT (WEB)

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SINDACATI CONTRO DDL SCUOLA: SCIOPERO DELLA PRIMA ORA DEGLI SCRUTINI E FIACCOLATE NELLE CITTA'

Le segreterie di Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, ~ tì!i1iItEl e Gilda Fgu proclamano ulteriori mobilitazioni. Venerdì 5 giugno a partire dalle 21.00 "La cultura in piazza", iniziativa in contemporanea nei principali comuni. "Porteremo avanti e nostre istanze in tutte le sedi di confronto", avvertono Roma, 21 mago (AdnKronos) - "Sciopero della prima ora di servizio per tutti gli scrutini in ciascuna delle prime due giornate di svolgimento delle operazioni" e l'iniziativa "La cultura in piazza", venerdì 5 giugno a partire dalle 21, con fiaccolate in contemporanea in tutte le principali città italiane. Sono le "ulteriori iniziative di lotta" proclamate dalle segreterie di Flc Cgil, Cis I Scuola, Uil Scuola, ~ tì!i1iItEl e Gilda Fgu contro il ddl di riforma della scuola. Secondo le sigle sindacali, il ddl "lascia irrisolte molte delle sue più evidenti criticità e non dà risposta alle richieste che stanno alla base di una mobilitazione condivisa e partecipata dall'intero mondo della scuola". I sindacati chiedono "un piano di assunzioni che non può limitarsi soltanto a quanti sono inseriti nelle Gae, escludendo decine di migliaia di docenti e Ata oggi in servizio con contratto a tempo determinato". Dicono "no al potere dei dirigenti di conferire incarichi ai docenti attraverso la chiamata diretta dagli albi territoriali", "no alla valutazione dei docenti con criteri arbitrari e la costituzione di commissioni prive delle necessarie competenze". Chiedono "la regolazione per contratto di tutte le materie che hanno ricadute su aspetti normativi e retributivi a del rapporto di lavoro" e "impegni precisi per il rinnovo del contratto nazionale". Obiettivi che saranno "riproposti in tutte le sedi di confronto" a partire dall'incontro "di lunedì 25 maggio con il ministro dell'Istruzione Giannini al Miur e successivamente con le audizioni al Senato e l'ulteriore incontro col governo". Le segreterie di Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, ~ tì!i1iItEl e Gilda Fgu "proclamano lo sciopero della prima ora di servizio per tutti gli scrutini in ciascuna delle prime due giornate di svolgimento delle operazioni, le cui date sono individuate in relazione al calendario adottato da ogni singola istituzione scolastica, con esclusione delle classi terminali dei cicli di studio". "Lo sciopero del personale docente coinvolto nelle operazioni di scrutinio avverrà nel pieno rispetto delle disposizioni di legge e contrattuali, salvaguardando le legittime aspettative di studenti e famiglie - sottolineano - Per il personale docente della scuola dell'infanzia, il personale educativo e il personale Ata lo sciopero si effettuerà nella prima ora di servizio (e nell'ultima, in caso di turno pomeridiano) delle giornate individuate per la scuola in cui presta servizio".

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SCUOLA, SCIOPERO CONFERMATO: STOP DI UN'ORA AGLI SCRUTINI. CAMUSSO: "PRONTI AL DIALOGO"

I sindacati confermano lo sciopero contro la legge sulla scuola approvata ieri alla Camera. Ecco le modalità. Il leader Cgil apre al confronto: "Abbiamo tante idee". Intanto procedono i lavori al Senato Protesta a Montecitorio contro il ddl Scuola (Ansa) Roma, 21 maggio 2015 - I sindacati confermano lo sciopero degli scrutini contro la legge sulla scuola approvata ieri alla Camera e ora all'esame del Senato. Una mobilitazione che però si limiterà alla p rima ora di servizio "per ciascuna delle due giornate di svolgimento delle operazioni" e "con esclusione delle classi terminali dei cicli di studio". Lo spiegano in una nota unitaria le segreterie di Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, ~ tì!i1iImrll e Gilda Fgu.

Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, si dice pronta al dialogo sul disegno di legge. " Abbiamo m olte idee su come migliorare il la riforma. Lo raccontiamo in tutte le piazze - dice Camusso - Non sono ipotesi marginali ma ci sono molte cose importanti che vanno cambiate. "Lo sciopero del personale docente coinvolto nelle operazioni di scrutinio - si spiega nella nota dei sindacati - si svolgerà nel pieno rispetto delle disposizioni di legge e contrattuali, salvaguardando le legittime aspettative di studenti e famiglie. Per il personale docente della scuola dell'infanzia, il personale educativo e il personale ATA lo sciopero si effettuerà nella prima ora di servizio (e nell'ultima, in caso di turno pomeridiano) delle giornate individuate per la scuola in cui presta servizio". Le rappresentanze annunciano anche che "proseguiranno le iniziative organizzate a livello territoriale e nelle scuole per un'azione costante di informazione e coinvolgimento dei cittadini sulle ragioni e sugli obiettivi della mobilitazione; si darà inoltre vita nella giornata di venerdì 5 giugno , con inizio alle 21, ad una iniziativa dal titolo "La cultura in piazza" con fiaccolate che avranno luogo contemporaneamente in tutte le principali città italiane.

Intanto procedono i lavori in parlamento. La commissione istruzione del Senato che inizierà il suo lavoro sul ddl scuola da mercoledi 28 maggio, I avorerà anche durante la settimana della pausa elettorale delle Camere. E' già stato fissato anche il termine per la presentazione degli emendamenti al provvedimento: scade il 1 giugno alle 12. La decisione è stata presa a maggioranza dalla commissione riunita in seduta plenaria, secondo quanto viene riferito.

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SCUOLA, SINDACATI: FAREMO SCIOPERO NELLA PRIMA ORA DEGLI SCRUTINI

Lo hanno proclamato i sindacati della scuola contro la riforma votata dalla Camera, che, scrivono in una nota congiunta, "lascia irrisolte molte delle sue più evidenti criticità Scuola, Renzi: "Si può sempre migliorare". Bersani: "Con modifiche votiamo il ddl" Scuola, Bagnasco: non avere fretta a scapito della qualità 21 maggio 2015 Sciopero nella prima ora degli scrutini in ciascuna delle prime due giornate di svolgimento delle operazioni. Lo hanno proclamato i sindacati della scuola contro la riforma votata dalla Camera, che, scrivono in una nota congiunta, "lascia irrisolte molte delle sue più evidenti criticità e non dà risposta alle richieste che stanno alla base di una mobilitazione condivisa e partecipata dall'intero mondo della scuola". Cosa chiedono i sindacati I sindacati chiedono "un piano di assunzioni che non può limitarsi soltanto a quanti sono inseriti nelle GAE, escludendo decine di migliaia di docenti e ATA oggi in servizio con contratto a tempo determinato; no al potere dei dirigenti di conferire incarichi ai docenti attraverso la chiamata diretta dagli albi territoriali; no alla valutazione dei docenti con criteri arbitrari e la costituzione di commissioni prive delle necessarie competenze; regolazione per contratto di tutte le materie che hanno ricadute su aspetti normativi e retributivi a del rapporto di lavoro; impegni precisi per il rinnovo del contratto nazionale".

Questi obiettivi verranno riproposti in tutte le sedi di confronto nelle quali i sindacati saranno impegnati, alla luce di quanto convenuto a Palazzo Chigi il 12 maggio, a partire dall'incontro di lunedì 25 maggio con la ministra Giannini al Miur, e successivamente con le audizioni al Senato e l'ulteriore incontro col governo, "puntando a ottenere i necessari cambiamenti al testo di legge". A tal fine le segreterie di Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, ~ tì!i1iImrll e Gilda Fgu "proclamano lo sciopero della prima ora di servizio per tutti gli scrutini in ciascuna delle prime due giornate di svolgimento delle operazioni, le cui date sono individuate in relazione al calendario adottato da ogni singola istituzione scolastica, con esclusione delle classi terminali dei cicli di studio. Lo sciopero del personale docente coinvolto nelle operazioni di scrutinio avverrà nel pieno rispetto delle disposizioni di legge e contrattuali, salvaguardando le legittime aspettative di studenti e famiglie. Per il personale docente della scuola dell'infanzia, il personale educativo e il personale ATA lo sciopero si effettuerà nella prima ora di servizio (e nell'ultima, in caso di turno pomeridiano) delle giornate individuate per la scuola in cui presta servizio". Proseguiranno le iniziative organizzate a livello territoriale e nelle scuole per un'azione costante di informazione e coinvolgimento dei cittadini sulle ragioni e sugli obiettivi della mobilitazione; si darà inoltre vita nella giornata di venerdì 5 giugno, con inizio alle 21, ad una iniziativa dal titolo "La cultura in piazza" con fiaccolate che avranno luogo contemporaneamente in tutte le principali città italiane.

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Data 20-05-2015 Pagina 08:00 Foglio 1

Canale 5 - trasmissione del 20/05/2015 dalle 08.00 alle 08.05 (Ora: 08:00:58 Min: 5:01)

buongiorno Bentornati con la notizia il Tg 5 della mattina dunque è atteso per oggi tra poche ore alla Camera il voto finale sulla riforma della scuola il provvedimento ieri ha incassato una serie di voti favorevoli tra cui l' ok al piano straordinarie di assunzione a tempo indeterminato per 100000 precari mentre sopra cancellato soppressa la norma sul 5 per 1000 destinato agli istituti scolastici l'articolo sarà inserito nella legge di stabilità in dettaglio nel servizio approvato il piano straordinario di assunzioni a tempo indeterminato a partire dal IO settembre per circa 100000 precari ovvero i vincitori del concorso del 2012 e iscritti nelle graduatorie ad esaurimento che per il prossimo anno scolastico avranno un incarico annuale prima di poter ottenere l'effettiva immissione in ruolo via libera anche alla Accardi 500 euro per l'aggiornamento dei docenti al bonus da 200 milioni l'anno per la valorizzazione degli insegnanti e alla detrazione per un massimo di 400 euro all' anno studente delle rette per la frequenza delle scuole paritarie di ogni ordine e grado approvate rafforzamento dell' osservatorio L'edilizia scolastica e lo stanziamento di 40 milioni per il controllo dei controsoffitti è previsto un limite massimo di 36 mesi per i contratti di supplenza stralciate invece contestato 5 per 1000 per la scuola che come ha spiegato in aula il ministro Giannini sarà rinviato ad un successivo provvedimento di natura fiscale gli ultimi emendamenti sono stati votati attorno a mezzanotte e questa mattina alle 930 alla Camera riprenderà l' esame degli ordini del giorno in vista del voto finale sul disegno di legge buona scuola previsto per oggi alle 13 a questo punto è al Senato che i sindacati si aspettano quelle aperture promesse dal Governo oggi i segretari generali di Flc CGIL CISL e UIL scuola Gilbey m:t'l si riuniranno per valutare la situazione e decidere i prossimi passi intanto il ministro Giannini ha convocato tutti per lunedì al Ministero Renzi difende la riforma prevedeva le proteste dice non avevo sottovalutato gli insegnanti nono frenato ma non sono stato bravo a comunicare comunque alcune proposte le abbiamo cambiate a sostegno del provvedimento si schierano Pd area popolare la legge che ha molte cose del centrodestra come la parità scolastica è la passività di detrarre le spese delle famiglie che vanno in quelle scuole il merito entra nella scuola le maniere importante e l'alternanza scuola lavoro che un Fun fondamentale di questa riforma all' esterno di Montecitorio è invece andata in scena per tutta la giornata la protesta guidata dal movimento 5 stelle questa che i cittadini italiani comprendano la necessità di avviare una seria riflessione sulla scuola che comporti anche una riforma della scuola ma non una riforma è segnata da uno spirito produttivi sicura aziendali si e un insegnante in questi giorni la voce del Prado democra devo spiegare questa riforma cosa direbbe Inca anzitutto gli studenti che protestano per difendere i loro insegnanti che giusta che difendano i loro insegnanti ma anche questa è una riforma che a realtà va incontro agli insegnanti perché quando Noi diciamo che finalmente oltre i titoli che normalmente hanno acquisito vale anche il percorso che loro hanno fatto le esperienze che hanno maturato questa una valorizzazione ulteriore e ragazzi lo sanno gli riconoscono gli insegnanti sono appassionati se vengono messi in condizione di lavorare questa riforma va in quella direzione valorizzarli non penalizzare la libertà del docente non viene in alcun modo intaccata precoce questa paura dei presidi neanche presi sceriffi voi date dei poteri i prezzi di valutazione su questi insegnanti spesso i prezzi sono anche ministeriali che arrivano se con poca esperienza dei banchi di scuola quindi c'è una certa paura cosa direbbe di questa aldilà di tutto che noi faremo partire anche un corso concorso per nuovi dirigenti perché abbiamo bisogno di nuovi dirigenti che siamo immettendo vuole altri dirigenti in modo tale che le sedi vacanti vengano coperte e sono persone che sono assolutamente preparati ma io ricordo che al cosi detto potere del preside noi controbilanciando con la valutazione del dirigente scolastico e quindi qualsiasi scelta dei dirigenti che è responsabile dell' autonomia e che quindi deve avviare una sorta di autonomia lui stesso nel potere gestire il proprio organico per tutte le società punto verranno valutati quindi è necessario che un dirigente lavori bene lo ricordiamo i dirigenti sono legati ai 3 anni di contratto nella stessa scuola a questo non da oggi lo sono dal 2001 per cui voglio dire ci sono norme che non sono mai state applicate citato i precari tutti quanti da assumere posizioni dicono non ci sono soldi neppure per la cancelleria scolastiche come facciamo conto di pregare le coperture per l'assunzione di 100000 subite Def sessantamila il prossimo anno ci sono e poi di noi continuiamo a pensare che la squadra

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Gazzetta del Sud COSENZA

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20-05-2015 24 1

Flash mob di docenti ieri sera sotto la sede dei democrat di viale Trieste

Fioccano le proteste contro il Pd Oggi alle 16,30 all'Iti "Monaco" manifestazione dei sindacati confederali

Eugenio Orrico

C'erano tre - a voler includere qualche prof alla soglia della pensione anche quattro-gene­razioni di docenti, ieri sera, da­vanti alla sede del Pd di viale Trieste. C'erano i professori di ruolo: quelli di lungocorso (che nella scuola ne han viste da scriverci non un'enciclopedia ma un'intera una biblioteca) e quelli che hanno guadagnato la cattedra da poco (dopo un pre­cariato da rimanerci secchi) e poi c'erano i precari (che, al di là delle promesse d'assunzione del Matteo Renzi, hanno perso le speranze: vai a dargli torto, visti i tempi grami) e infine i precari dei precari che nelle au-

le si sono affacciati in un tempo cupo, ostile, che i signori del governo continuano, però, a chiamare della "buona scuola", altroché.

Son rimasti lì giusto una mezzora (che per essere unfla­sh mob è un tempo molto lun­go, interminabile si potrebbe dire) a manifestare il disgusto, il risentimento, il dissenso ver­so un partito che finge di senti­re ma non ascolta, non decifra le parole e tira dritto verso un' orizzonte politico che i più -chissà perché, poi - attribuisco­no all'area della destra. Lo han­no scritto sui fogli color lava­gnaidocenti-eanonsaperleg­gere lo hanno scandito a voce in modo chiaro - che «non vote­ranno Pd". Poco importa si di­rà, visto che le regionali da que­ste parti sono lontane e le co­munali non fanno testo in certi cenacoli d'alta politica: a non voler considerare, però, lo straordinario mondo dei social dove il tam tam contro i demo­crat è talmente forte da scardi­?are le porte blindate d'una

Danca. Non hanno paura della valu­

tazione i docenti che ieri sera senza alcuno sfondo sindacale - della serie la protesta vien dal basso - hanno fatto sentire il coro agli inquìlìni del Pd. Non hanno paura della valutazione come vorrebbe far credere l'ex sindaco di Firenze arrivato a governare la Nazione col voto delle primarie del suo(?) parti­to. Nutrono preoccupazione, i prof, per quel che diventerà la scuola dopo questa vigorosa cura di novità che al di là del­l'efficenza (tutta da dimostra­re) promette un perenne preca­riato. Présidi con superpoteri, contrattazione del lavoro pri­vata (che spazza via tutti i sin­dacati con perdita di qualche migliaio di posti di lavoro) e al­bi regionali per perdenti posto e nuovi assunti (per un tempo limitato di tre anni e poi se non

s'è trovata una sede si torna a casa, si presume, con un pugno di mosche inrnano) sonounot­timo presupposto per accoglie­re a braccia aperte una riforma della scuola che in futuro è de­stinata a formare una genera­zione di scienziati (chi ha tem­po e pazienza potrebbe leggere in proposito la rivoluzione dei cretini di Dino Buzzati). Il coro di protesta s'è dissolto, poi, in un baleno e ha lasciato lì l'eco d'una promessa che potrebbe realizzarsi a fine mese.

Intanto, oggi alle 16.30, i sindacati firmatari di contratto incontreranno, nell'aula ma­gna dell'istituto professionale "Monaco" di viale Mancini, do­centi, alunni, genitori, perso­nale ala. L'invito è stato esteso anche ai rappresentanti politici ma in quanto ad adesioni non si hanno tante notizie. In ogni ca­so si discuterà anche del blocco degli scrutini e di eventuali al­tre azioni di lotta.

Focus Una riforma contestata • La mòbilitazione del per­sonale della scuola continua oggi alle 16.30 nell'aula ma­gna dell'Iti "Monaco" di via­le Mancini. FIe egil, Cisl Scuola, Vil Scuola, fi!iI'l!.I ~e Gilda Unams in­contrano i docenti, il perso­nale Ata, le forze politiche, i genitori e glì studenti per ri­badire il rifiuto di un mo­dello di governo della scuo­la centrato su prerogative ' del dirigente a scapito della

, collegialità e della dimen­sione cooperativa.

I professori hanno minacciano di non votare più il partito

Un lungo flash mob. Decine e decine di docenti ieri sera si sono ritrovate per protestare sotto la sede del Pd di viale Trieste FOTO ARENA del premier Remi

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SCUOLA: SINDACATI, 1 ORA SCIOPERO IN 2 GIORNI SCRUTINI

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(ANSA) - ROMA, 20 MAG - Sciopero di 1 ora nelle prime due giornate degli scrutini programmati nelle classi intermedie "nel rispetto delle norme, delle famiglie e degli studenti". Lo hanno deciso unitariamente Flc-Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Gilda e ~ nel corso dell'incontro avuto oggi pomeriggio. Le 5 sigle hanno anche concordato iniziative sul territorio (assemblee, sit in, incontri con forze politiche) e una "fiaccolata della scuola" il 5 giugno in diverse piazze d'Italia.

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Data 20-05-2015 Pagina 01 :25 Foglio 1 /2

Italia l - trasmissione del 20/05/2015 dalle 01.25 alle 01.31 (Ora: 01:25: 13 Min: 6:24)

alla Camera dei deputati fervono i lavori sulla buona scuola alla riforma targata Renzi ma avversata anche all' interno del suo partito la minoranza Pd pensa al prossimo passaggio in Senato proporremo le nostre proposte n Summer la scuola in particolare per cancellare la chiamata depressivi per un un piano pluriennale di assunzioni per gli insegnanti precari e per eliminare il 5 per 1000 nel passaggio al Senato dove la maggioranza numeri diversi l'appello Weems a tenere conto che la stragrande maggioranza del mondo della scuola non condivide la proposta del Governo e aldilà di quello che pensiamo noi senza la condivisione da parte di chi ogni giorno la scuola deve far vivere poi le misure di legge misure non funzionano quindi l'appello a fermarsi a trovare il modo per riconciliare M di iniziativa politica con il mondo della scuola altrimenti facciamo un danno innanzi tutto i nostri ragazzi bocciatura a tutto campo dal movimento 5 stelle sia le scuole continuano a crollare continua a esserci in questo testo finanziamenti alle scuole paritarie continuano a esserci anzi ci saranno scuole serial Venite qui questo testo di legge una scusa Aston indiscusso va ritirato immediatamente il movimento 5 stelle manifesta contro il provvedimento davanti a Montecitorio in aula stiamo facendo di tutto affinché il provvedimento possa esser rallentato possa esser osteggiato perché a nostro avviso abbiamo più volte ribadito il provvedimento tutto dovrebbe essere fermato il Ddl dovrebbe essere rigirato si dovrebbe avviare una vera vera autentica fase di confronto con tutte le parti interessate invece presente il Consiglio ha deciso per una ulteriore accelerazione dopo che abbiamo registrato parecchi stoppando in questi mesi perché è stato lui a dire ad agosto passato che si sarebbe proceduto connessa all' uscita poi rifatto il testo rimosso per quante volte preannunciato è stato offerto al Parlamento con estremo ritardo anche la distanza temporale fra il Consiglio dei Ministri che avrebbe approvato il testo poi il deposito del testo alla Camera è stata anche una distanza notevolissima ma speriamo che i cittadini italiani tutti perché la scuola non è certamente dei sindacati così come non è di nessuno in particolare ma la scure di tutti e di tutti noi speriamo che i cittadini italiani comprendano la necessità di avviare una seria riflessione sulla scuola che comporti anche una riforma della scuola ma non una riforma è segnata da uno spirito produttivi sicure aziendali si la voglia una scuola che sia innanzi tutto critica che sia innanzi tutto foriera dei valori della democrazia e della nostra carta costituzionale e non vogliamo una scuola fortemente accentrata che inchinata ai dettami del mondo della produzione certamente importante rapportarsi al lavoro al mondo della produzione ma una cosa rapportarsi una cosa è subalterna arsi e ci sembra che questa riforma vada appunto nella direzione di rendere la scuola sempre più professionalità Trascorresse orientamenti piuttosto professionalizzante rifarsi in qualche modo si si possono creare dei distacchi di fortissima e questo è far rientrare anche all' interno della scuola vediamo la corruzione quanto ci costa farsela scuole era una di quelle nuove sacche indennità che si era confermata invece attraverso questa scelta sicuramente viene pesantemente minacciata e poi c'è l'investimento nelle scuole private meno capisco perché se le scuole pubbliche cadono a pezzi disegni missili nella scuola privata e poi c'è la modalità di finanziamento dei privati alle scuole che alla fine significa ciao figlia perché fondamentalmente questo non lo dico io questo lo dicono i criteri di trasparenza di bilancio se una persona vuole investire anche nell' istruzione un qualsivoglia settore ben venga ma bisogna che vengano Donati i soldi attraverso il fondo come facciamo noi fondi con i nostri stipendi per le microimprese e poi quel fondo viene gestita in modo trasparente cronache invece io privato vado a 2 Maria quel singolo istituto perché si può verificare si verificherà il caso in cui si acquista a quel punto proprio un potere all' interno di quell' istituto questione minacciano fratelli d'Italia scende in campo in difesa dei lavoratori della scuola famiglie e studenti hanno bisogno di una scuola di funzione hanno bisogno dei banchi aule pulite carta hanno bisogno ma reali fondamentali primarie Renzi impone l'ennesima riforma di cui sono bisogno senza copertura finanziaria e quindi SIAD rimane ben attuata i dirigenti scolastici vengono trasformati in persone che possono per chiamata diretta prendere gli insegnanti vogliono rischiando di trasformare la scuola non sorta di grande luogo dove si vanno urgente le lottizzazioni di pregare quelli che hanno consentito alla scuola di stare in piedi devono essere trattati tutti allo stesso modo senza nessuna discriminazione indifesa del provvedimento scenderà al drappo OlIare per favore risparmiate ci questa litania sulla scuola diritti nostro dei poveri è l'espressione di un pregiudizio ideologico che ha chiuso gli occhi davanti alla realtà di questo Paese ci sono scuole le liti che sono pubbliche escono le liti che sono private paritarie ci sono scuole dei poveri che sono paritaria scuola dei poveri sono pubbliche cerchiamo di togliere parotide l'ideologia per fare davvero il bene comune dal popolo italiano perché i nostri ragazzi abbiamo futuro bisogna produrre nella scuola la qualità e la qualità è fatto due voci responsabilità la burocrazia vive nell' anonimato invece responsabilità si sa chi è che fa le scelte che competizione noi pensiamo a una competizione verso l'eccellenza se resta tutto indistinto tutto standardizzate no segregazione avranno futuro

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Data 20-05-2015 Pagina 12:38 Foglio 1

Italia l - trasmissione del 20/05/2015 dalle 12.38 alle 12.40 (Ora: 12:38:26 Min: 2: 17)

sul disegno di legge sulla scuola tra l'altro vuoto tra pochissimi istanti alla Camara fuori da Montecitorio forte contestazione delle cambiano con Enrico l'Aurelia ricco così immaginate quanto si stia scalda l'atmosfera con fuori Montecitorio professori raccolti su tutte le sigle sindacali protestano da 3 giorni sono prigioni di Monti Torio vota questo provvedimento il grosso è stato votato nella notte di ieri 27 articoli e qui la piazza esplode si chiede ritiro ritiro ritiro del disegno di legge Giannini si contesta il nucleo della riforma cedere il potere dirigenti scolastici e il piano delle assunzioni Mogg contestazione è stato contestato Fassina all' ingresso della minoranza Pd ha vengono naturalmente cerca di contattare tutti i deputati ma insomma immaginate che siano atmosfera abbastanza difficile abbiamo raccolto due dichiarazioni della mattina alle possiamo sentire si possono creare sacche di fortissima su questo e far entrare anche all' interno della scuola vediamo la corruzione quanto ci costa farsela scuole era una di quelle nuove sacche indennità che si era fermata invece attraverso questa scelta sicuramente bene pesantemente minacciata e poi c'è l'investimento nelle scuole private e non capisco perché SeI scuole pubbliche cadono a pezzi disegni missili nella scuola privata e poi c'è la modalità di finanziamento dei privati alle scuole che alla fine significa ciao figlia perché fondamentalmente quest' sono lo dico in questo lo dicono i criteri di trasparenza di bilancio la sostanza non cambia non cambia sui precari non cambia sul 5 per 1000 non cambia sul preside Faraone che sarà il segno il timbro di questa riforma come sono stati autoritari le riforme sulla legge elettorale sulla legislazione del lavoro sarà autoritaria anche questo sulla scuola è una finzione che legata alla paura di un terremoto che sta accadendo nel mondo della scuola a questo terremoto matteorenzi risponde come al solito con la propaganda con il gessetto ecco la lavagna ma quel gessetto quella valanga gli si ritorcerà anno punto

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I!!'iili')ii:'!~ Card di 500 euro per l'aggiornamento e stralcio del «5 per mille»

Scuola avanti con una raffica di sì ROMA - Card di 500 euro per l'aggiornamento dei prof, bo­nus (200 milioni l' anno) per va­lorizzare gli insegnanti, limite di 36 mesi per i contratti di sup­plenza, detrazione (per un mas­simo di 400 euro all'anno per studente) delle rette per la fre­quenza delle scuole paritarie di ogni ordine e grado. Al terzo giorno di votazioni, il ddl di ri­forma della scuola Renzi-Gian­nini (nella foto), con una raffica di sì, è quasi arrivato in zona traguardo alla Camera. Manca una manciata di articoli e pare sia stato trovato il modo anche per superare l'empasse dell'art. lO (quello sulle assunzioni). La maggioranza non ha molla­to e ha tirato dritto, con buona

pace di chi anche ieri ha prote­stato davanti a Montecitorio e non solo.ll Governo ha però ce­duto sul «5 per mille), capitolo che pur in maniera meno ecla­tante rispetto alla delicata que­stione del «preside-sceriffo», ha sollevato non poche polemi­che. L'art. 17 che trattava la ma­teria è stato straleiato dal ddl come avevano chiesto le oppo­sizioni; una decisione frutto del-

la mediazione della minoranza Pd di Cesare Damiano. Questio­ne dunque rinviata - come ha spiegato il ministro Già~rjni -a un successivo provvedlD,J,en­to che affronti temi di naturafi­scale. Una scelta che non fuga i timori del M5s. «Vigileremo af­finché questa misura estrema-

mente pericolosa per l'ugua- ne del ministro Giannini che glianza degli istituti scolastici aveva ga;antito loro .un su~ple­non sia riproposta né al Sena- mento di confronto m settIma­to né in nessun altro provvedi- na. «Nonostante gli interventi mento». di Commissione e aula sono an­Sostanzialmente, a parte qual- cora necessari cambiamenti che ritocco, il testo, a ora, ~e- profondi al testo in discussio­sta quello uscito dalla commls- ne alla Camera: restano i nodi sione Cultura e già si intravede critici contro cui il mondo del­la fine: oggi, esaurito l'e~ame la scuola è sceso in piazza lo dei 27 articoli del provvedlmen- scorso 5 maggio», fa notare il to, il ddl sarà Ii~enziato. La pa~- segretario confederale della tita proseguira al Senato, ed e lì che i sindacati si aspettano quelle «aperture» promesse dal­l'Esecutivo. Intanto,oggi, i se­gretari generali di FIe-CgII, Cisl scuola, Uil scuola, Gilda emm si riuniranno per valutare la si­tuazione e decidere i prossimi passi. Aspettano la convocazio-

Cgil, Gianna Fracassi, che, co­munque, ritiene <mn'ottima no­tizia» lo straleio del 5 per mille dal disegno di legge. Del resto, come ha sottolineato in serata il premier Renzi: «non posso pretendere di imporre la mia volontà, questa non è la legge elettorale».

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Data 20-05-2015 Pagina 07:43 RAI3 MOLISE

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Rai3 Molise - trasmissione del 20/05/2015 dalle 07.43 alle 07.44 (Ora: 07:43:27 Min: 1:04)

alleanza o Proseguiranno oggi con presidi e Flash Mob le proteste contro il disegno di legge in discussione alla Camera sulla riforma della scuola o Ieri a Campobasso, l'assemblea con presidio davanti alla Prefettura ha visto tutte le sigle sindacali CL , CISL e UIL e m:t'l seggi da compatte nel chiedere modifiche al progetto della buona scuola, che trovano arrogante anche i genitori e gli alunni pensano che la figura del dirigente scolastico o Sì ,autoritaria e si è investita di eccessiva discrezionalità o La riforma ,affermano i sindacati non dare o Posti occupazionali piegare istruzione al mercato dall'imprese trasformandoli in azienda ridotta la spesa per l'istruzione prevista nel Documento di economia e finanza, le scuole non possono funzionare con il

contributo volontario del cinque per mille o Così si avranno scuole di serie A e di serie B , in base all'economia del territorio e ,proseguono i sindacati, la nostra regione ha bisogno di interventi ed investimenti specifici ,poiché la popolazione scolastica è in diminuzione o Isernia

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Data 20-05-2015 Pagina 00:16 RAI3 SICILIA

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Rai3 Sicilia - trasmissione del 20/05/2015 dalle 00.16 alle 00.17 (Ora: 00: 16:32 Sec: 29)

. Fiaccolata in serata, a Palermo , organizzata dai sindacati della scuola Fnsi CGIL ,CISL Scuola , Uil Scuola , m:t'l e Gilda uno riscontro la riforma della scuola del il Governo Renzi Una delegazione ha incontrato il prefetto Renzi Basta Spock basta giocare da solo ascoltare piazze, questo lo slogan della manifestazione . I sindacati chiedono a Renzi di cambiare il ddl per dare al Paese una vera riforma dalle risposte precari che rischiano di dover rifare il concorso.

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Data 20-05-2015 Pagina 09:21 Foglio 1

Tg Com24 - trasmissione del 20/05/2015 dalle 09.21 alle 09.23 (Ora: 09:21:41 Min: 1:58)

Petrachi Nadia pedonali informarsi e Tgcom 24 a Letizia di apertura alla riforma della scuola oggi è atteso il via libera alla Camera per poi passare al Senato intanto è stata approvata la norma per l'assunzione di 100000 entro i cari professori precari viviamo e servizi il piano straordinario di assunzioni a tempo indeterminato a partire dal IO settembre per circa 100000 precari ovvero i vincitori del concorso del 2012 e iscritti nelle graduatorie ad esaurimento che per il prossimo anno scolastico avranno un incarico annuale prima di poter ottenere l'effettiva immissione in ruolo via libera anche alla card Cinquecento euro per l'aggiornamento dei docenti al bonus da 200 milioni l'anno per la valorizzazione degli insegnanti e alla detrazione per un massimo di 400 euro all' anno studente delle rette per la frequenza delle scuole paritarie di ogni ordine e grado approvate rafforzamento dell' osservatorio per l'edilizia scolastica e lo stanziamento di 40 milioni per il controllo dei controsoffitti è previsto un limite massimo di 36 mesi per i contratti di supplenza tracciato invece contestato 5 per 1000 per la scuola che come ha spiegato in aula il ministro Giannini sarà rinviato ad un successivo provvedimento di natura fiscale gli ultimi emendamenti sono stati votati attorno a mezzanotte e questa mattina alle 930 alla Camera riprenderà l'esame degli ordini del giorno in vista del voto finale sul disegno di legge buona scuola previsto per oggi alle 13 a questo punto è al Senato che i sindacati si aspettano quelle aperture promesse dal Governo oggi i segretari generali di Flc CGIL CISL e UIL scuola Gilbey m:t'l si riuniranno per valutare la situazione e decidere i prossimi passi intanto il ministro Giannini ha convocato tutti per lunedì al Ministero Renzi difende la riforma prevedeva le proteste dice non avevo sottovalutato gli insegnanti nono frenato ma non sono stato bravo a comunicare comunque alcune proposte le abbiamo cambiate a

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Data 20-05-2015 Pagina 10:37 Foglio 1

Tg Com24 - trasmissione del 20/05/2015 dalle 10.37 alle 10.39 (Ora: 10:37:55 Min: 1:55)

lavora nella riforma della scuola è attesa oggi il via libera da parte della Camera poi il Ddl e Passera alla serata è stato approvato una norma che fa assumere 100000 professori precari trovato il piano straordinario di assunzioni a tempo indeterminato a partire dal IO settembre per circa 100000 precari ovvero i vincitori del concorso del 2012 e gli scritti nelle graduatorie ad esaurimento che per il prossimo anno scolastico avranno un incarico annuale prima di poter ottenere l'effettiva immissione in ruolo via libera anche alla Accardi 500 euro per l'aggiornamento dei docenti al bonus da 200 milioni l'anno per la valorizzazione degli insegnanti la detrazione per un massimo di 400 euro all' anno studente delle rette per la frequenza delle scuole paritarie di ogni ordine e grado approvate rafforzamento dell' osservatorio per l'edilizia scolastica e lo stanziamento di 40 milioni per il controllo di controsoffitti previsto Limite massimo di 36 mesi per i contratti di supplenza stralciate invece contestato 5 per 1000 per la scuola che come ha spiegato in aula il ministro Giannini sarà rinviato ad un successivo provvedimento di natura fiscale gli ultimi emendamenti sono stati votati attorno a mezzanotte e questa mattina alle 930 alla Camera riprenderà l'esame degli ordini del giorno in vista del voto finale sul disegno di legge buona scuola previsto per oggi alle 13 a questo punto è al Senato che i sindacati si aspettano quelle aperture promesse dal Governo oggi i segretari generali di Flc CGIL CISL e UIL scuola Silver m:t'l si riuniranno per valutare la situazione e decidere i prossimi passi intanto il ministro Giannini ha convocato tutti per lunedì al Ministero Renzi difende la riforma prevedeva le proteste dice non avevo sottovalutato gli insegnanti nono frenato ma non sono stato bravo a comunicare comunque alcune proposte le abbiamo cambiate a via libera alla legge che punisce ma

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UN'ORA SCIOPERO IN 2 GIORNI SCRUTINI

(ANSA) - ROMA, 20 MAG - Sciopero di 1 ora nelle prime due giornate degli scrutini programmati nelle classi intermedie "nel rispetto delle norme, delle famiglie e degli studenti". Lo hanno deciso unitariamente Flc-Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Gilda e ~ nel corso dell'incontro avuto oggi pomeriggio. Le 5 sigle hanno anche concordato iniziative sul territorio (assemblee, sit in, incontri con forze politiche) e una "fiaccolata della scuola" il 5 giugno in diverse piazze d'Italia.

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LASICILIA

DIPENDENTI DELL'UFFICIO LECALE IN STATO DI ACITAZIONE

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Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Pa, ri.m'Im Salfi, Flp e Usb in una nota denunciano lo stato di elevata criticità in cui si trovano a operare, ormai da diverso tempo, i dipendenti dell'Ufficio legale dell'Agenzia delle Entrate. Più volte, nel recente passato, è stato seg nalato l'enorme ca rico di lavoro assegnato a Il'ufficio, che conta 5 unità e non una ventina, come vorrebbe il fabbisogno reale. «Non avendo ricevuto da parte della Direzione provinciale risposte adeguate alle problematiche esposte)}, i sindacati hanno deciso di proclamare lo stato di agitazione del personale dell'Ufficio legale. {(Tutte le lavorazioni gravano su ciascun componente dell'Ufficio Legale in quantità tale da rendere difficoltose sostituzioni o awicendamenti persino in caso di temporanea indisposizione e contribuiscono alla incolpevole formazione di un ingente arretrato)).

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Data 21-05-2015 Pagina

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TRASPORTI: CALENDARIO SCIOPERI PROCLAMATI

(II Sole 24 Ore Radiocor) - Roma, 21 mag - Questo il calendario degli scioperi proclamati nel settore dei trasporti (e ancora suscettibili di revoca), fino a martedi' 14 luglio: 25/05 Aereo: Personale navigante (piloti ed 24 ore Assistenti di volo) gruppo (00.01-24.00) Alitalia Sai (Anpac) - Esclusione dei voli da e per gli aeroporti di Bari Brindisi e Genova Aereo: Assistenti di volo soc. Alitalia Sai 4 ore (Rsa Usb Lavoro privato) (10.00-14,00) Esclusione dei voli da e per gli aeroporti di Bari Brindisi e Genova Aereo: Personale socc. Sea e Airport 24 ore Handling di Milano (00.00-23.59) E Linate Malpensa (Osr Usb Lavoro Privato) Esclusione dei voli da e per gli aeroporti di Bari Brindisi e Genova Aereo: Personale comparto aereo, aeroportuale 24 ore ed indotto degli aeroporti (00.01-24.00) (Cub) 03/06 Ferrov: Personale di macchina e di bordo 8 ore Soc. Ntv - Nuovo trasporto (9.01-17.00) Viaggiatori (Fast-Confsal) 14/07 Aereo: Personale socc. Enav e Techno Sky 8 ore (Unica) (10,00-18,00) (Fonte: ministero delle Infrastrutture e Trasporti) (RADIOCOR) 21-05-1517:57:08 (0485) NNNN

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RIFORMA DELLA SCUOLA: I RISCHI AL SENATO

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21-05-2015

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Preoccupato dei numeri Renzi apre al dialogo. Opposizioni e minoranza annunciano battaglia. Quanto sarà dura dipenderà dal risultato delle Regionali Quanto sarà alto il livello dello scontro quando al Senato approderà la riforma della scuola , approvata alla Camera con 316 sì, 137 no e un astenuto, dipenderà soprattutto dal risultato delle elezioni regionali che si svolgeranno tra 10 giorni. A parte Stefano Fassina che ha chiesto le dimissioni del ministro Stefania Giannini e "minacciato" di andarsene dal Pd, se il testo della riforma non sarà modificato come pretendono insegnati e studenti sindacalizzati, tutti gli altri - incassati alcuni degli aggiustamenti richiesti in particolare sul ruolo del preside e la valutazione dei prof. - hanno evitato, consapevoli dei possibili contraccolpi elettorali, di polemizzare troppo. 3 scenari per il dopo-voto Se il responso delle urne alle regionali dovesse sancire un 7-0 a favore dei dem , sia la "buona scuola" che la riforma costituzionale avrebbero la strada spianata. Anche nell'eventualità più probabile di ottenere un 6-1 (in Veneto è praticamente scontata la riconferma di Luca Zaia), i nemici interni di Matteo Renzi si ritroverebbero con le armi spuntate. Con la perdita della Liguria riprenderebbero fiato, ma solo se finisse - i sondaggi sembrano escluderlo - con un 4-3 , allora per il governo sarebbero guai. Il che non significa che i 22 senatori ribelli non daranno battaglia comunque vada. Anche perché a contare parecchio saranno i dati su affluenza e voti alla lista . Con la prima in ulteriore forte calo e un Pd di molto sotto il famoso 41% delle Europee, gli avversari del premier si convincerebbero che la luna di miele con gli elettori è finita e partirebbero alla carica con slancio e determinazione ancora maggiori. Alla Camera dissenso in calo Alla Camera sono mancati i voti di 40 deputati: 12 assenti giustificati, gli altri 28 (tra cui Fassina, Cuperlo, Bersani, Speranza, Epifani) rimasti fuori dall'Aula in segno di dissenso. Già 10 di meno dei 38 che non votarono l'ltalicum . In una lettera inviata ai colleghi senatori, li hanno esortati a "ricucire la frattura" con quella parte di "insegnanti, studenti, famiglie che vive la riforma come una ferita". Nella commissione che da giugno dovrà occuparsi del testo, siedono gli stessi tre senatori rimossi all'epoca dell'ltalicum: Tocci, Mineo e Martini. Questa volta, però, non si parla di sostituzioni. Le possibili modifiche Il premier è disponibile a ulteriori aggiustamenti. Sa che al Senato dovrà andarci con i piedi di piombo. "La scuola non deve essere più terreno di scontro - ha detto - ripartiamo insieme". Già alla Camera la minoranza è stata accontentata sul ruolo dei presidi che sul bonus ai professori non decideranno tutto da soli, sugli assunti (dal 2016 dentro anche i 4.200 idonei al concorso del 2012) e sul 5x1000 che è stato stralciato. AI Senato il testo sarà emendato ancora. Intanto gli idonei del 2012 potrebbero non dover aspettare il 2016 per essere assunti. Sulla chiamata diretta da parte dei presidi si potrà tornare a discutere come sulle detrazioni fiscali. Le proteste della piazza Il novello anti-Renzi Roberto Speranza ha esortato ad "ascoltare la piazza". Già lunedì è previsto un incontro tra il ministro Giannini e i sindacati. Poi, nella prima settimana di giugno, quando la "buona scuola" arriverà in commissione al Senato, le porte della Sala Verde di Palazzo Chigi si apriranno di nuovo e stavolta dovrebbe esserci anche Matteo Renzi. La mobilitazione, nel frattempo, resta confermata . Gli scrutini sono salvi, non ci sarà alcun blocco (solo un'ora di sciopero nei primi due giorni), ma le proteste continueranno. Il 5 giugno migliaia di prof e studenti scenderanno in piazza, convocati da Flc Cgil, Cisl, Uil, Fnals, tì!i1iImrll e Gilda, per una fiaccolata. La carta del premier Ma al netto di più o meno grandi aperture al dialogo, il premier ha già in tasca la moneta di scambio più sonante: quell' intervento sulle pensioni (uscita più flessibile), annunciato l'altra sera a "Porta a Porta" e previsto tra ottobre e novembre, con cui è sicuro di poter piegare le resistenze anche dei sindacati più agguerriti e quindi dei suoi avversari interni.

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22-05-2015 10 1

Cala il gettito dell'8 per mille alla Chiesa cattolica: 60 milioni di euro in mille

I vescovi: scuola, no a riforme frettolose Carlo Marroni

m,\." Flessione di circa 60 milioni dei fondi dell'otto per mille desti­nati alla Chiesa cattolica: per il 2015 scendono sotto il miliardo, "soglia" che resisteva dal 2009. DaidatifornitidallaCeialtermine dell'assemblea annuale emerge che per quest'anno i fondi am­montano a 99546 milioni, rispet­to a1.0543 milioni del2014: il picco degli ultimi anni è stato il 2012 con 1.148 milioni. TI calo, ha spiegato il presidente della Cei cardinale Angelo Bagnasco, è stato deter­minato da un conguaglio negati­vo di 17 milioni, dal generalizzato calo delgettitofiscale e dalladimi­nuzione delle firme a favore della Chiesa cattolica, che sono scese di due punti all'80,22% del totale.

TI gettito dell'otto per mille di quest'anno è stato calcolato sulle dichiarazioni 2012 (redditi 20n), anni in cui scoppiarono proprio diversi scandali che investirono

la Chiesa, a partire da Vatileaks. Nellaripartizione dei fondi è stata ridottaladestinazioneperesigen­ze di culto, a partire dalla costru­zione di nuove chiese, e al sosten­tamento al clero, mentre è stata aumentata la quota per gli inter­venti caritativi sul territorio. Inol­tre la Cei ha destinato 3 milioni di aiuti per il Nepal,uno dei maggio­ri singoli interventi in Italia.

Bagnascohaanchecommenta­to alcuni aspetti dell'attuale clima politico: «C'è un gran bisogno di etica istituzionale. Senza etica pubblica non si fanno buone leggi e se si fanno buone leggi non le si osservano» hadettorispondendo ad una domanda sulle prossime elezioni amministrative. In meri­toallariformadellascuolailcardi­nale ha invitato a «non farsi pren­dere dalla fretta per arrivare in fretta a concludere». È bene, cioè, che per un' operazione così deci­siva ci sia «un tempo più disteso, e

si possa decidere non con l'acqua alla gola». Sul fronte dell'assem­bleai vescovi italiani hanno eletto vicepresidentedella Cei per l'area nord Franco Giulio Brambilla, ve­scovo di Novara Nel nuovo Con­siglio episcopale permanente fanno ingresso l'arcivescovo di Taranto Filippo Santoro, presi­dente della Commissione per i problemi sociali e il lavoro, il ve­scovo di Bergamo Francesco Be­schi, presidente della Commis­sione per l'evangelizzazione, e Bruno Forte, arcivescovo diChie­ti-Vasto, confermato dal Papa se­gretario speciale del Sinodo sulla famiglia, che guiderà la Commis­sione per l'ecumenismo e il dialo­go conle altre fedi. Don Ivan Maf­feis è il nuovo portavoce della Cei e direttore dell'ufficio delle co­municazioni sociali: sostituisce Domenico Pompili, nominato dal Papa vescovo di Rieti.

© RIPRODUZiONE RISERVATA

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Il provvedimento al Senato

Regole sui precari: possibile modifiche al Dd! sulla scuola ROMA

Larifonnadellascuolanonè blindata, e al Senato la discussio­ne resta aperta Parola del gover­no, parola di Matteo Renzi. A soli dieci giorni dalle regionali il pre­mier mantiene un atteggiamento di apertura, consapevole che l'opposizione dentro e fuori dal Parlamento resta forte. Ci so­no soprattutto quei 28 non voti dei dissidenti Pd, a cominciare dalnonvotodiPierLuigiBersani, che nel passaggio in Senato ri­schiano di essere decisivi: sono circa20, infatti, i senatori "radica­li" del Pd pronti a votare no alla Buona Scuola, e la maggioranza a Palazzo Madama si regge su una decina di voti. Vero è che il pre­miereisuoisonoconvintichedo­po le regionali ci saranno cambia­menti nel fronte dell'opposizio­ne, con la possibile uscita dal gruppo di Fi dei senatori azzurri più dialoganti con il governo. Ma in ogni caso è necessario conce­dere qualcosa alla sinistra inter­na, se non altro per ridurre l'area del dissenso e non far diventare determinanti eventuali apporti esterni. Bersani si fa quasi porta­voce dei dissidenti quando dice che se verranno risolte le due questioni sul tavolo (poteri dei presidi e assunzione dei precari rimastifuori) «noi saremo felicis­simi di votare la riforma».

Un braccio di ferro destinato a rimanere sullo sfondo fm dopo le regionali. Ma un assaggio del cli­mainSenatosièavutogiàieri,con la decisione del presidente Pietro Grasso dinon consentire il trasfe­rimento in commissione dell'ex M5S Maria Mussini chiesto dal­l'esponente di SeI e capogruppo del Misto Loredana De Petris: l'arrivo dell'ex grillina in com­missione Istruzione avrebbe tol­to la maggioranza in commissio­ne ai senatori che sostengono il

governo (13 aI3). Ma anche conIa decisione di Grasso la situazione in commissione resta più che cri­tica, perché tra i 13 senatori della maggioranza vanno conteggiati anche i dissidenti delPd Corradi­no Mineo e Walter Tocci e Tito DiMaggio, exSc ora in Gal.

li Dd! è intanto in arrivo in Se­nato, e la commissione Istruzio­ne presieduta dal renziano An­dreaMarcuccihagiàfIssato il ca­lendario dei lavori: il 27 e il 28 maggio le audizioni, entro ilIO giugno gli emendamenti. Per ora, la linea è di ascolto nel merito di tutte le proposte di modifIca. Già ieri ci sono state le prime riunioni tecniche all'interno della mag­gioranza soprattutto per "ripuli­re" il testo daripetizionie coordi­nare meglio alcune norme. Per esempio, si è chiarita la sorte dei 23mila maestri dell'infanzia iscrittinellegraduatorieaesauri­mento: per loro l'immissione in ruolo è posticipata e collegata con la riforma complessiva del servizio 0-6 anni. Sul ruolo dei presidi nell'assegnazione dei fondi premianti ai migliori do­centi, il governo non sembra es­sere disposto a modifiche: è il l'aspetto saliente della riforma renziana, e il premier non vuole rinunciarci. Mentre sul tema dei precari, ossia l'assunzione degli insegnanti abilitati inseriti nella seconda fascia delle graduatorie diistituto,sistannostudiandoso­luzioni. «Approfondiremo le questioni -spiega la responsabile Scuola del Pd, Francesca Puglisi, relatrice in pectore del Ddl al Se­nato -. Mi aspetto però un atteg­giamento responsabile visto che abbiamo la priorità di mettere in cattedraoltrelOomilainsegnanti all'inizio dell'anno scolastico».

Em.Pa. el.T.

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Svista fiscale nel Ddl Giannini

Spese di istruzione, detraibilità a rischio Luca De Stetani

Le spese di frequenza dell'asilo e delle scuole ele­mentari saranno detraibili al 19% dall'Irpef, con uno sconto massimo annuale di 76 euro per studente.

Lo prevede il disegno di leg­ge di riforma della scuola, ap­provato mercoledì scorso alla Camera e ora in discussione al Senato, che introduce una nuova agevolazione per gli asili e le scuole di ogni ordine e grado, statali e paritarie. A differenza di quella già in vi­gore da anni per le medie, le superiori e l'università (an­che in questo caso pubbliche o private) non prevede il con­sueto limite di spesa pari all'importo delle tasse e dei contributi degli «istituti sta­tali» (che penalizzava le scuo­le private), ma introduce un tetto annuale di spesa di «400 euro per alunno o studente».

La nuova detrazione, però, non è stata coordinata con quanto previsto dal Testo uni­co delle imposte sui redditi per gli oneri sostenuti nell'interes­se dei familiari. Q!Iindi, se que­sta probabile svista non sarà modificata, i genitori non po­tranno pagare e detrarre il 19% dei costi scolastici dei propri fi­gli, in quanto il bonus fiscale spetterà solo a questi ultimi, sempre che abbiano sostenuto la spesa. Cosa difficile per uno studente, che di rado ha un Ir­pef da pagare e da ridurre con nuove detrazioni.

Le persone fisiche, dunque, potranno detrarre dall'Irpef il 19% delle «spese sostenute per la frequenza di scuole dell'infanzia, del primo ciclo di istruzione e della scuola se­condaria di secondo grado del sistema nazionale di istruzio­ne», previste dall'articolo 1 della legge 62/2000.

La spesa agevolata (non la detrazione) non potrà supera­re annualmente i «400 euro per alunno o studente», quindi la detrazione massima sarà pa­ri a 76 euro (400 pen9%). Una grande differenza è che lanuo-

va detrazione non prevede i che gli oneri agevolati non debbano superare le tasse e i ' contributi degli istituti statali, I e quindi elimina lo svantaggio per chi frequenta scuole pari- I tarie, dove spesso si pagano rette superiori.

Nella nuova detrazione I questo limite non è più pre­sente, anche se è previsto I quello della spesa detraibile di 400 euro annui «per alun-no o studente». i

La normativa fiscale italia­na dice che solo alcune spese . possanoesseredetratteah9% I dall'Irpef del soggetto che le ha effettivamente pagate, an- i che nell'interesse di familiari "fiscalmente a carico". Sono i contributi per il riscatto del I corso di laurea e le spese elen­cate dall'articolo 15, comma 2, i del Tuir (e riportate a pagina 47delmodello UnicoPF20l5), I cioè quelle sanitarie, per lo sport dei ragazzi, per l'assicu­razionevitaeinfortuni,pergli 'I

affitti degli universitari e per le spese scolastiche alle me­die, alle superiori e all'univer- I sità (solo quelle della lettera e, ' dell'articolo 15, comma1, Tuir e non quelle introdotte dalla I riforma sulla scuola alla nuo-va lettere e-bis). I

Il carico fiscale del fami­liare addirittura non è neces- , sario per determinate spese I sanitarie o per le rette degli ' asili nido dei figli.

Un elenco mai ampliato in I via interp retativa dalle Entra - ' te o dalle istruzioni di Unico. N eanche la riforma della I scuola l'ha ampliato, in quan­to non ha aggiunto al comma2 la nuova detrazione, inserita I invecenella lettera e-bis, arti-colo 15, comma 1, del Tuir. I

Il che significa, qindi, che I peresseredetratte(ah9%)ta- ' li spese di frequenza dell'asi- I

lo, della scuola elementare, I delle medie o delle superiori ' dovranno essere pagate solo dal soggetto che effettiva- I mente fruirà dell'istruzione cui si riferiscono. '

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COBBIEBE DELLA SEBA

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Test Invalsi boicottati, studenti puniti PISA Si era parlato di sospensioni in arrivo (con tanto di polemica politica e interrogazione parlamentare di SeI) per 25 studenti dell1stituto tecnico Santoni di Pisa responsabili di aver boicottato i test Invalsi, proprio come avevano fatto giorni fa gli allievi di Agnese Landini, la moglie di Matteo Renzi. Poi il chiarimento del preside, Marco Salardi: «Nessuna sospensione, solo un'ammonizione decisa dal Consiglio d'istituto perché i·ragazzi hanno

vandalizzato i moduli e non perché hanno boicottato la prova». Ma la precisazione non ha convinto Nicola Fratoianni, coordinatorè nazionale di SeI, firmatario dell'interrogazione parlamentare. «La questione non sta nell'entità della punizione, -- spiega-­ma nel fatto che si sia reagito in termini disciplinari di fronte ad una protesta del tutto pacifica e pienamente legittima».

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la Repubblica LASTORIA

Ho inventato la "buona scuola" ma non convinco i miei colleghi

MARCO LODOLI "-

ELA mattina del 5 maggio e nella mia scuola a Tor­re Maura, a Roma, suc­

cursale dell'Istituto profes­sionaleFalcone-Pertini, cisia­mo solo io e la preside, arriva­ta dalla centrale per aprire il portone e garantire agli stu­denti le ore di lezione. Ma di studenti nemmeno l'ombra.

SEGUE A PAGINA 39 SERVIZI ALLE PAGINE 16, 17E 19

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HO INVENTATO lA "BUONA SCUOlA" MA NON CONVINCO I COllEGHI <SEGUE DALLA PRIMA PAGINA

MARCO LODOLI

ONO tutti tri. sciopero insieme agli in­segnanti.. La preside ci tiene a mo­strare una certa serenità, da ammi­raglio che non perde la calma, anche

quando la nave sembra paurosamente in­clinata. Vago peri corridoi deserticonlema­ni dietro la schiena e penso che qualcosa in questa riforma non è andato come doveva, visto che i miei colleghi sono compatta­mente, convintamente ostili. Mi sento an­cora più dispiaciuto perché ho partecipato a tante riunioni al ministero della Pubblica IstIUZione, ormai un anno fa, per progetta­re la Buona Scuola.

gnanti perdono contatto con lo spirito del tempo, con quanto di bello viene prodotto. Dicono che la cultura. costa troppo, un fon­do cassa personale per aggiornarsi può ser­vire ad andare oltre La coscienza di Zeno. Gli insegnanti sono l'ossatura della classe intellettuale, è giusto che possano accede­re alle novità che rinfrescano lamenteeten­gono in contatto con gli allievi». Non mi sembra che il mio comizietto abbia fatto breccia. «Erano meglio più soldi per pagare le bollette», ha polemizzato un collega, «so­no sette anni che gli stipendi sono fermi, e hanno bloccato gli scatti di anzianità!».

E allora ho provato la strada dei posti di lavoro: «Centomila nuovi assunti non sono pochi, e il prossimo anno ce ne saranno altri sessantamila». Sbuffi, alzatedispalle:« Una sentenza europea ha stabilito che i precari da stabilizzare devono essere di più, il go­verno non si può sottrarre» precisa il pro­fessore pignolo con il borsello a tracolla. Ca­pisco che questo è il punto dolente. Per vent' anni sono state alimentate mille gra­duatorie diverse, gli abilitati, i semiabilita­ti, i vincitori di concorsi svaniti nel nulla, le Siss, le Gae, precari di prima classe, di se­conda, di terza, decine di migliaia di anime in pena, speranzosi e disperati costretti ad aspettare ogni anno una convocazione, as­sorbiti a settembre, a ottobre, a novembre e licenziati a giugno, un caos nel quale tan" ti insegnanti sono ingrigiti amaramente. E anche gli alunni hanno pagato caro per que­sta fabbrica infernale di illusioni e delusio­ni. È una delle cause principali del cattivo funzionamento della scuola: il nuovo inse­gnante arriva, pianta la sua tenda leggera e poi, finito l'anno, è costretto a smontarla e a sparire chissà dove. Certe classi hanno avuto cinque insegnanti di matematica in cinque anni, un disastro.

Insomma, il danno è stato fatto prima e ora il governo prova a risolvere il pasticcio, ma non ho convinto nessuno. Non ho con­vinto nemmeno l'alunna arrabbiata croni-

ca che teme il taglio delle vacanze: «Mi ha detto mia madre che la scuola chiuderà s0-

lo per un mese, saremo costretti a studiare con l'afa, che vergogna!». Sui telefonini questa notizia minacciosa è girata, una ca­tena di sant' Antonio che prevede i ragazzi chini sui banchi a luglio. È difficile spiegare che si tratta di una bufala. Le parole volano nell'aria del disappunto, il clima si avvele­na. «Vogliono mandare gli studenti a lavo­rare gratis nelle fabbriche» mi ha informa­to il profmarxista-leninista. Ho scosso la te­sta timidamente: «È un tentativo di stabili­re un ponte trala scuola e il mondo dellavo-

ro. Noi insegnanti nei tecnici e nei profes­sionali sappiamo bene quanto sarebbe uti­le che gli studenti facessero esperienza nel­le aziende, come in Germania, in Olanda».

Non c'è niente da fare: i professori italia­ni sono scottati da anni di riforme tutte fuo­coefiammeepoicenere. Troppo spesso l'in­novazione si è trasformata in un cumulo di carte inutili da riempire. C'è stato un incontro pomeridiano tra genitori e insegnanti su "Sinergie verticali per !'inclusione". Se c'erano tre ideo­grammi cinesi era la stessa cosa Poi s'è intuito che bisognava discutere sulla dispersione scolastica, e anche queste parole potrebbero suonare mandarine a un cittadino normale. In definitiva si tratta di capire perché tanti alunni abbandonano la scuola. Ma detto così è troppo semplice, dob­biamo ingarbugliare, tradire la bella chiarezza della nostra lingua. Forse anche per questa subdola oscurità tanti insegnanti p.on si fidano più del-le proposte del governo, prevedono fregature dietro a ogni carta ministe­riale. Le conoscenze, le competenze, la lingua scellerata di ogni comunica­zione dall'alto, le astratte programmazio­ni, tutto contribuisce a creare un tremendo senso di inadeguatezza.

In classe c'è una finestra che non si chiu-

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Sono stato proprio io, in una mattinata di luglio, a suggerire il. nome. Doveva chia­marsi "la scuola dell'unità e delle conver­genze", o qualcosa di simile, una formula astrattaeincomprensibileche alza una cor­tina di fumo sulla verità quotidiana, e allo­ra presi la parola nel salone dove fu firmata la riforma Gentile e dissi: «La buona scuola, ecco il nome giusto, è semplice, diretto, è quello che i professori, gli studenti, i geni­tori vorrebbero». E invece mi ritrovo a pas­seggiare solo soletto negli spazisiderali del­la mia scuola, senza nemmeno un inse­gnante con cui discutere. Certo, nella sala professori ho ascoltato per giorni e giorni mille lamentele e qualche volta ho provato a ribattere: «Ci sono aspetti interessanti in questa riforma». I colleghi mi hanno guar­dato con sospetto, come se fossi un demen­te o un venduto all'arroganza del potere. «Diccene una», pretende la professoressa con i tacchi alti e l'aria di chi sa come fun­ziona il mondo: malissimo. Sono tornato con la memoria ai giorni dell' elaborazione, quando tra tecnici e politici hç> provato a spingere le mie proposte: «Ad esempio la card da 500 euro per acquistare libri, assi­stere a spettacoli teatrali. Troppi inse-

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la Repubblica de e tanti ragazzini ai quali insegnare le za tra la teoria e la pratica, tra le chiacchie­materie eun po' anche a vivere meglio. C'e- re nnto-peaagogicne e làmvàgha tra-rano alcuni tablet, ma sono stati rubati, ca- ballante è immensa. La buona scuola pita anche questo a Torre Maura, pure le dovrebbe ricucire, semplificare e ri­macchinette del cane e delle merenae so- lanciare. «Verremo valutati e caccia­nostatescassinate.Lavitanellascuolaèco- ti da presidi nazisti», dice un profes-sì, tanti ragazzi che faticano da morire e sore incline al lamento catastrofico che spesso scivòlanoverso l'analfabetismo come quasi tutti. Giravo da solo per i e la depressione, tanti insegnanti volente- corridoi il5 maggio, giorno di sciope-rosi e avviliti, tantepeneconcrete,eperfor- ro massiccio, e però mi ripetevo: per tunafiottiimprovvisi di energia. La distan-

" Vago per i corridoi

deserti e penso

che qualcosa nella riforma non è andato come doveva

I professori sono ostili Proprio io

ho suggerito il nome

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l'ultima volta voglio provare a essere ottimista, voglio illudermi che tutto andrà bene, che in questa scuola sa­remo più sapienti e più felici. Ma al­l'uscita ho incontrato un collega ro­manissimo che sorridendo beffardo mihadetto: «Guarda che è anche col­pa tua se la Buona Scuola vain porto: era meglio se chiamavi 'sta riforma La Buona Sòla».

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Scuola, lite al Senato Bersani: "Poche modifiche poi pronti a votare sì" Renzi: "La legge si può migliorare" . Scontro Grasso-Sel Sciopero dei sindacati nella prima ora degli scrutini SILVIO BUZZANCA

ROMA. TI governo ha fretta di portare a casa la legge sulla scuola e detta tempi stretti per l'esame al Senato. TI 27 maggio il testo inizierà l'iter nella commissione Istruzione con l'obiettivo di arrivare in aula 1'8 giugno. Tempi stretti perché si pensa di modificare qualcosa alle norme uscite dalla Camera. «Si può sempre discutere e migliorare», dice infatti Matteo Renzi. Quindi serve il tempo per tornare a Montecitorio in tempo utile per mettere in moto la macchina delle nomine dei docenti di settembre. E in questa ottica il governo sta per avviare una nuova girandola di incontri con tutte le parti interessate alla riforma. Una voglia di confronto che si estende anche alla minoranza del Pd . Anche se non sembra che i bersaniani siano pronti a salire sulle barricare contro la ·buona scuola". Pier Luigi Bersani spiega infatti: «Noi saremo felicissimi di votare la riforma. Queste storie che vogliamo buttare giù Renzi sono off~nsive». L'ex segretario spiega però che il via libera è condizionato a modifiche sul rapporto fra preside e docenti e alla cancellazione della

«sanguinosa discriminazione di condizioni» fra i precari. Ci sono però altre forze che non mostrano la stessa disponibilità. I sindacati, per esempio, confermano lo sciopero per la prima ora degli scrutini. E poi c'è SeI. Ieri in aula c'è stato un violento scontro tra Loredana De Petris e

Luigi Zanda. Oggetto dél contendere la . sostituzione in commissione Istruzione di una senatrice del gruppo Misto. La De Pretis, capogruppo del Misto, aveva trasferito dalla Giustizia l'ex grillina Maria Mussini. TI presidente Grasso ha però bocciato la nomina perché altererebbe il rapporto maggioranza-

opposizione. Ma saremmo sempre 14 contro 12, ribatte la De Petris che calcola Tito Di Maggio nella maggioranza. La verità, accusa la De Petris è che il problema non è la Mussini mai due dem "dissidenti" Mineo e Tocci. Già ·sostituiti" dalla Affari costituzionali durante l'esame delle riforme ora sono in commissione Istruzione. Con rischi seri per i tempi stabiliti da Palazzo Chigi.

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"Non lavoro contro il premier masu presidi, precari e private bisogna ascoltare chi protesta" GOfFREDO DE MARCHIS

ROMA. RobertoSperanzacondivideil giudizio di Renzi e dei suoi fedelissimi: un chiarimento nel Pd ci vuole. Ma non sull' atteggiamento della si­nistrainternache!'altroierinonhavotatonem­meno lariforma della scuola dopo lo strappo sul­l'Italicum. «Dobbiamo parlare dell'identità e della cultura delPd - dice l'ex capogruppo-È un partito che impone le riforme, come è suc­cesso con la buona scuola? Che sceglie la strada dello scontro senza la partecipazione e un con­tributo dal basso? Che tratta sempre chi critica e discute alla stregua di un gufo?».

La minoranza non ha votato la legge elet­torale giustificando la scelta con il rilievo costituzionale della questione. Ma può muoversi In dissenso anche sui provvedi­menti, come dire, ordinari del governo? «Ordinario? PieroCalamandrei parlava della

scuola come· organo costituzionale". Noi votia­mo disciplinatamente decine di leggi dallamat­tina alla sera. Un voto in difformità dal gruppo come quello di mercoledi serve a tenere infilo di dialogo tra il mondo inquieto che c'è fuori dal Parlamento e un pezzo del Partito democratico. Certe letture politicistesono abbastanza ridico­le».

A cosa si riferisce? «Leggo che qualcuno dice: vogliono buttare

giù Renzi. Ma è folle pensare che 618 mila per­sone hanno scioperato su input della minoran­za del Pd, che hanno rinunciato a una parte del loro stipendio e sono scesi in piazza perché li ha chiamati qualcuno da Roma. La verità è che c'è stata una forte spinta dal basso. E il fatto che un cinquantina di deputati del Pd, senza tanti cla­mori, abbia posto alcuni temi su cui continuare a riflettere aiuta a tenere un rapporto con que­sto mondo importantissimo per ilPaesee anche pernoÌ».

Voi proponete alcune modifiche? «Tre punti. TI potere dei presidi, i precari e i fi­

nanziamenti alle private superiori». Sono i punti da correggere al Senato? «Esattamente. C'è un.filo conduttore tra leg­

geelettorale e riforma della scuola. L'Italicum è stato approvato addirittura senza i voti di tutta la maggioranza di governo. Eravamo partiti con unconfrontoatuttocampogrillinicompresi, poi con!' accordo del Nazareno eabbiamo finito per rompere con una parte del Pd. Secondo me è al­trettantogravefarpassarelariformadellascuo­,la a dispetto di una grandissima fetta di quel mondo: professori, studenti, precari. Generan­do una profonda incomprensione tra noie loro».

PUÒ durare a lungo uno stato di cose In cui la sinistraPd vota sempre In dissenso dal­la maggioranza?

guendo ilgruppo. Mainalcuni passaggi viviamo lasensazionediunaprofondacontraddizionesu punti fondanti del Pd: condivisione, partecipa­zione, rifonnismo dal basso. E votare la legge elettorale con la fiducia, buttando fuori dieci persone dalla commissione, non è da Pd».

Che succede se Renzi mette la fiducia al Senato? «Che fa un errore grave. TI secondo nel giro di

poche settimane. Sfruttiamo invece questo ul­teriore passaggio parlamentare per migliorare il testo. Perché creare un'altra frattura con un mondo che chiede soprattutto a noi di essere rappresentato?».

Aspettate le regionali per avviare una re­sa dei conti? «Mancano dieci giorni al voto e tutti dobbia­

mo essere impegnati perché il Pd abbia il mas­simo successo possibile».

Anche in Liguria? «Assolutamente. Anche in Liguria Fuori dal

Pd la fotografia è inquietante. L'alternativa a Roma come nelle regioni è fatta da Berlusconi,

Grillo e Salvini». MalnLiguriac'èPastorino. «Certo, c'è Pastorino ma!'alternativa è costi­

tuita sempre da quei tre. lo domani (oggi ndr) vado in Veneto da Alessandra Moretti e Casson e mercoledì sono a Genova con la Paita».

Sarà lei il leader della sinistra Interna? «Non ci sono né primarie né congressi. Ades­

so è il momento delle idee e del progetto per co­struire un punto di vista autonomo e alternati­voaRenzi».

PerfarloènecessariomarglnalizzareBeI'­sani e D'Alema? «Marginalizzare e rottamare non sono ter­

mini che mi piacciono. Ma questo è un tempo nuovo e civogliono nuovi protagonisti. I primi a saperlo sono ~roprio loro».

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lo leader della minoranza? Ora non c'è il congresso Nessuno va rottamato maselVono nuoVI protagonisti

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"Peri prof di sostegno carriere separate" ma scoppia la polemica Le <m>eiazioni dei disabili si dividono sulla proposta del Pd "D~riminante per alunni e docenti". "No, occorrono percorsi ad hoc"

ROMA Sulle deleghe, anche li, il governo della Buona scuola deve subire contestazione. Su una de­legainparticolare (nehaingrem­bo otto ) : la legge sul sostegno. En­tro diciotto mesi il sottosegreta­rio Davide Faraone, che ne è pro­motore da inizio legislatura in­siemeallefederazioniFisheFand e ne ha presentata una a sua. fil'­malo scorso settembre, dovrà va­rare quella definitiva come ini­ziativa autonoma dell'esecutivo.

Provando a superare la legge quadro del 1992,lariformadelso­stegno a scuola si fonda su quat­tro elementi: laurea speciale per gli insegnanti interessati, carrie­re separate tra docenti di curri­cuIum e docenti di sostegno, con­tinuità didattica per i secondi e i loro alunni, quindi, specializza­zione per le diverse forme di disa­bilità. La legge già depositata,

"PROFESSORIDISERIEB" Su Repubblica di ieri la polemica di Adriano Sofri contro la proposta del Pd: "La scuola non è un ospedale e l'insegnante di sostegno non è una balia"

chesioccupaanchedidirittidegli alunni, rapporti con le famiglie e possibilità di somministrare far­maci a scuola, chiede innanzitut­to di ridisegnare i corsi di laurea per gli insegnanti di sostegno e introduce il principio della for­mazione obbligatoria (venti mi­lioni a bilancio) per docenti, pre­sidi e personale amministrativo. Una forte specializzazione che, ha raccontato ieri Adriano Sofri su Repubblica, molti docenti e di­verse associazioni radunate at­torno al portale Disabili.com con­testano.

Le parole migliori - per spie­gare l'opposizione -le trova la professoressa Daniela Boscoto, docente di inglese che da undici anni si è convertita all'istruzione a sostegno diventando una delle cinquanta insegnanti segnalate nel mondo dalla Varkey Gems Foundation. «Creare un percorso

speciale è discriminante per l'a­lunnodisabile e per l'insegnante. La nuova figura di docente che viene fuori dalla legge Faraone non è né carne né pesce: illau­reando perde due anni di discipli­nedelcurriculum,italiano,ingle­se, matematica, e sul piano psico­pedagogicoemedicoavràincam­bio solo un'infarinatura teorica. Come potremmo spiegare a una famiglia che suo figlio, bisognoso di un'attenzione speciale o affet­to da una forma di autismo, non può imparare l'inglese come gli altri? Dallo stesso tipo di prof?». L'insegnante Boscolo sostiene che bisogna fare esattamente il contrario: «Allargare le nozioni del sostegno a tutti i docenti nel­la fase di formazione e chiedere a tutti, magari con un aumento di stipendio, di sostenere il ragazzo insieme alresto della classe. Que-

lS0mila 74mila 44% GLI STUDENTI DISABILI In Italia gli alunni disabili sono 150mila: 85mila frequentano la scuola primaria e 65mila la secondaria di primo grado

GLiINSEGNANn I docenti di sostegno

. rilevati dal Miur nel 2013-2014 erano in totale 74mila, 6mila in più dell'anno precedente

I CAMBI DI DOCENTE 1144% degli alunni disabili della primaria cambia prof di sostegno ogni anno. Nella secondaria accade al 40%

sta è didattica inclusiva». Quin­di? «La prof di francese, latino e chimica andrà affiancata da un docente che ha scelto la strada del sostegno, si chiama co-docen­za. Oggi un insegnante di soste­gnosta con unragazzobisognoso nove ore a settimana, troppo po­co. E poi quando nella sua scuola non ci saranno ragazzi da soste­nere che ne facciamo di quell'in­segnante,lo mandiamo a fare le pulizie? Ho presentato una pro­posta al sottosegretario: la sua legge èunaresaa40 anni di erro­ri, rischia di essere impugnata per discriminazione».

La legge Faraone è criticata dalla Ledha e avversata dal Co­mitato nazionale insegnanti Bis­Abili. Dicono: «Rischiamo la deri­va verso la medicalizzazione del sostegno scolastico».

(c.z.)

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la Repubblica

"Per aiutare quei bimbi selVonostudispecialistici . .... . ." non SI puo ImproWlsare

CORRADOZUNINO

ROMA. «Finalmente si parla di inclusione scolastica, final­mente un appassionato e serio dibattito pubblico su una que­stione figlia di un dio minore. Via l'ipocrisia, anche su questi temi».

Sottosegretario Faraone, anche qui, però, dovete su­bire contestazione: rischiate di trasformare inse­gnanti in pseudo-medici o badanti senza conoscenza delle discipline di cuniculum. «Nessuna iperspecializzazione, solo competenze didatti­

che ed educative mirate che servono all'alunno e alla sua in­clusione. Dobbiamo garantire agli studenti disabili una reale inclusione, consentire che le potenzialità di ciascuno siano utilizzate per dare a ognuno la possibilità di crescere, studia­re,lavorare. Lalegge delega dell' articolo 23 è stata scritta in­

sieme alle maggiori associazioni di disabilità. Sarà rivoluzionaria».

Un paese all'avanguardia rischia di tor­nare alle classi speciali? «Manco per idea. Andiamoverso una maggio­

re competenza: chi sceglie la strada del sostegno lo dovrà fare perché sente un' attitudine. Le sue maggiori conoscenze consentiranno di persona­lizzare i percorsi e garantire risultati mirati».

Oggi, invece? «Oggi può succedere che un insegnante si de­

dichi al sostegno solo perché non ha trovato un ruolo nella sua disciplina originaria: prende un po' di punteggio. Non si può decidere di fare que­sto lavoro per salire in graduatoria».

Spieghi meglio.

no questo tipo di ~ento solo per prendere

«Abbiamo un grande patrimonio, bravi do­centi, manon funziona il fatto che laformazione e, in qualche caso, anche la cultura dei professo­ri in servizio, considerino inclusione solo l'inse­rimento degli aluImi disabili inclasse. Se a un do­cente curricolare spetta solo l'inserimento può delegare il docentedi sostegno ad occuparsi del­lo studente disabile e se lo specialista, poi. nonè presente in tutte le ore il titolare può lamentar­si di non poter svolgere il programma perché

un po' di punteggio

" Chiara disturba». Oggi, spesso, il problema è questo: gli al­

tri genitori si lamentano che Chiara disturba e ral­lenta l'apprendimento della classe. «Il sostegno dovrà essere alla classe più che al singolo alun­

no disabile. Possiamo insegnare ai compagni a relazionarsi con un alunno sordo o autistico».

La malaburocrazia fa soffrire molto studenti in diffi­coltà e famiglie. «Basta ritardi e approssimazioni. I presidi conoscono a ini­

zio anno il numero e le patologie dei ragazzi disabili, si posso­no formare subito i docenti di cui la scuola ha bisogno. Li as­sumeremo e saranno in buona parte stabili sui posti. La legge è ancora da presentare, ci si può lavorare, ma non basta che i disabili siano nelle classi. E non ci accontentiamo della casua­lità degli incontri tra aluImi e docenti eccezionali».

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LA STAMPA

LANUOVASCùOLA da valutare Pre i e dif tti senza ideologie 9 _ e A:"<DREA GAvoS'ro

I a riforma, appena ap­provata dalla Camera,

.J ha creato forti con­trapposizioni dentro e fuori il mondo della scuola. In questi casi il rischio è che l'argomentazione «o sei con

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me o sei contro di me e con­tro l'innovazione», pur reto­ricamente efficace, faccia perdere di vista pregi e di­fetti di un provvedimento che condizionerà il futuro dei nostri studenti.

CONTINUAA PAGINA 25

SCUOLA, VALUrrARE SENZA IDEOLOGIE A:'IiDHEA GA\'OSTO' SEGUE DALLA PRIMA PAGINA

I n un Paese meno pronto a dividersi secondo schiera­menti ideologici, la prossi­

ma lettura al Senato dovreb­be servire a porre rimedio agli aspetti più discutibili -non necessariamente quelli contro cui il sindacato è sce­so in piazza - e a rafforzare le novità positive della legge.

Cominciamo da queste ul­time. Trovo che non ci sia nul­la di male nell'ampliare l'auto­nomia decisionale dei dirigen­ti scolastici, consentendo loro di scegliere fra i docenti neo­assunti o trasferiti da altre scuole, in un ristretto ambito territoriale: non si tratta di chiamata diretta, poiché il preside non assume i docenti, che sono già dipendenti dello Stato e quindi destinati co­munque a lavorare. Per capi­re le implicazioni della misu­ra, si pensi a una scuola che usufruisca di fondi europei: se fra i candidati esiste qualcuno che ha già avuto esperienza di

progetti comunitari, ha senso che la preside lo scelga (e ne ri­sponda, attraverso un sistema di valutazione ancora tutto da definire). Sicuramente è me­glio così che procedere sulla ba­se di graduatorie e anzianità di servizio. Positiva è anche l'al­ternanza scuola-lavoro: non è, come è stato detto, l'inizio del­l'asservimento della scuola alle esigenze del mondo produttivo; è-semmai la possibilità per gli studenti di esplorare lavori di­versi e di orientare gli studi successivi sulla base delle espe­rienze più interessanti. Infine, il testo di legge impone al mini­stero di rendere pubbliche mol­te informazioni sulle singole scuole, il profilo dei docenti e le caratteristiche degli edifici: si tratta di dati preziosi per le fa­miglie, che li usano per le scelte scolastiche fondamentali, co­me dimostra l'esperienza di Eduscopio.it. N~gli ultimi tre anni l'accesso pubblico alle in­formazioni sulla scuola ha se­gnato il passo, ma sulla traspa­renza non si può fare marcia in­dietro, ci dice giustamente il Parlamento.

Decisamente discutibili tre aspetti del disegno di legge. Il primo è l'immissione in ruolo di 100.000 precari delle gra­duatorie provinciali ad esauri­mento. Come detto più volte, della qualità di questi inse­gnanti sappiamo ben poco. È vero che la legge dava loro il diritto all'assunzione, prima o poi. Ma poiché si è deciso di immetterli in ruolo tutti (o quasi) e subito con un piano straordinario di assunzioni, non sarebbe stato il caso di ve­rificarne almeno le competen­ze didattiche? La seconda per­plessità riguarda la scelta di dare ai docenti ritenùti miglio­ri una gratifica monetaria, ri­nunciando del tutto a premia­re il merito attraverso un per­corso di carriera che privilegi stabilmente chi è bravo e si impegna: davvero un'occasio­ne persa. Nella delega al go­verno delude anche l'imposta­zione del percorso formativo per i futuri insegnanti: dopo una laurea magistrale di tipo disciplinare, con un numero insufficiente di insegnamenti per formarne le competenze

didattiche, il docente viene as­sunto via concorso con un con­tratto di apprendistato; solo allora impara a stare in classe attraverso un corso specifico e un tirocinio pratico. Si tratta di un ritorno a un passato in cui si riteneva che chi sa le co­se è anche in grado di inse­gnarle: non è così e, non a ca­so, all'estero formazione di­dattica e disciplinare procedo­no di pari passo.

Infine, un allarme sui tempi: se dopo il passaggio in Senato il testo dovesse tornare - come probabile - alla Camera la leg­ge non verrebbe approvata prima di luglio. A quel punto, in poco più di un mese, il mini­stero dovrebbe vagliare i piani formativi delle scuole, sbriga­re le numerose richieste di tra­sferimento e assumere 100.000 nuovi docenti; dal canto loro, i presidi dovrebbe­ro esaminare i candidati e for­mulare le loro scelte. Tempi davvero strettissimi: per usa­re un eufemismo, l'inizio del prossimo anno scolastico non si presenta agevole.

*Fondazione Giovanni Agnelli

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Quotidiano Data 22-05-2015 Pagina 1 Foglio 1

E un delitto ~ontrPo la 110'VeEa gellle farP insegnare inglese a ~hi 11011 lo sa

di PIERLUIGI MAGNASCHI \

Oggi la scuola pubblica, per come è stata concepita e per come vien~ organizzata, non elimina (o anche solo non riduce) le disugu~glianze

sociali, ma le fa crescere. E un fat­to evidente, che ogni giorno sta sotto gli occhi di tutti. Anche se nessuno ne parla: né i politici (che sono in tutt'altre faccende affac­cendati; come, per esempio, lottare gli uni contro gli altri, anche

nell'ambito dello stesso partito), né i sindacati (che non sono interes­sati a far crescere le conoscenze degli scolari/studenti meno favori­ti, ma solo a sistemare comunque gli insegnanti loro iscritti, anche

continua a pago 7

JiJ,Pilb,blicl;tl\QIl ri~$ç~,~ far1lìlt() apprende­~'1*';m?tivi corpomtiv~.~troquesto stato ~ìéòSe dovrebbero insorgere i parti­tidisinjstrii, nOlltl)ntoperlaineritocrazìa. ne1Ia$lezionedegli· '. soprat. tutto a 'nome. e in dife ' bro che sono

daldl',eùìtodelle e~liuseenze che 'tfuiopèr potersifarlargq'neUa società, 'petebé ~ssinofi h'a;nno i me~zi .. ,

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m~docbe Uiulì~~~;tij·abl1iiaz;:o. ne.per l~insegnament() della lingua inglese, l'esaminatore feee mettere a ver­ba.lequesta alIùc)n,ante motivazione di . . .,.. :çjat~raJ,~La~éà!ldid~~a parl~ una 'li 'a 'sttarliéta lì' me 'sbonosciuta e cOIl1tLtique n~n. di. ceppo, ind9wèùropeo» . . Ebbene,iion eJ'éredel'ete,mal'inseguante cbeparlava«tina1ing:uanon!li teppo indo­eùl'opeo» e ~hepertap.ooèsliatabocciata ;i;\ll~esatrie' di. abilitaziOfleè sl1data fecen­te~~tejnpert&ion~, siapuie non; di TUO­

lo,a9P~décennìaj iegolfir~ (e gìq1ivo) . . . la li ." eseche;cfiQn

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Scuola, la sinistra dem apre. Sindacati verso lo sciopero Il CASO ROMA «Con qualche correzione an­che al Senato, tutti saranno felicis­simi di votare la riforma della scuola. Ma questo significa discu­tere, non mettere la fiducia». Pier Luigi Bersani, leader della mino­ranza del Pd, lancia segnali di di­sgelo. E indica i punti «da migliora­re: i poteri del dirigente scolastico e le discriminazioni tra precari».

Una buona notizia per Matteo Renzi che al Senato, dopo aver strappato non senza fatica il via li­bera della Camera, rischia di anda­re sotto senza il "sì" della minoran-

za demo Tant'è, che il premier met­te subito a verbale: «Si può sempre discutere e migliorare e lo stiamo facendo. Intanto abbiamo messo un miliardo in più e dopo anni as­sumeremo 100 mila precari». E Francesca Puglisi, responsabile scuola del Pd conferma: «Il testo non è blindato, riascolteremo an­che i sindacati». In più il ministro Stefania Giannini si spinge fino al punto di escludere la fiducia: «I tempi che abbiamo immaginato, se rispettati, non richiedono que­sto strumento».

Ma di fronte ai segnali di dispo­nibilità, i sindacati confermato un'ora di sciopero per ciascuna

delle due giornate dedicate agli scrutini. Obiettivo: incassare «altri cambiamenti profondi al disegno di legge». E il presidente della Cei, il cardinale Angelo Bagnasco, invi­ta il governo «a non farsi prendere dalla fretta, per concludere fretto-

losamente la riforma della scuola. Nulla vieta di scorporare per ur­genza l'assunzione dei precari». Ma la soluzione dello stralcio è sta­ta già bocciata dal governo.

Intanto Renzi, in Veneto per so­stenere la candidatura a governa­tore di Alessandra Moretti, se la prende con la minoranza dem: «Qualcuno al nostro interno sogna che le elezioni regionali vadano male, per riaprire il giorno dopo la polemica interna». Non manca una stoccata alleghista Matteo Sal­vini: «Abbiamo fatto più cose noi in un anno, che loro in 20».

A.G. © R!PRODUZ!ONE R!SERVAT A

«Un nnovo partito con 1m altro leader»

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Scuola, la cultura finanziaria e le innovazioni della rifonna Antonio Patuelli *

Lontani dalle polemiche, ora che è stato approvato dalla Camera dei Deputati il disegno di legge sulla riforma della scuola (che deve

essere, quindi, esaminato dal Senato), occorre segnalare che fra i temi più positivi che in essa vengono affrontati, ve ne sono alcuni sui quali, peraltro, non si sono sviluppate polemiche. Infatti occorre evidenziare, assolutamente in positivo, in particolare una assai importante innovazione che questo disegno di legge introduce nella normativa e che rappresenta un vero e proprio salto di qualità nella offerta formativa dei giovani per una piena consapevolezza dei doveri e diritti di cittadinanza, cosÌ come previsti innanzi tutto dalla Costituzione della Repubblica che è vigente in pieno.sia per chi è Italiano da generazioni, sia per chi non lo è o lo sta diventando e deve essere ugualmente consapevole delle regole fondanti della

civiltà giuridica italiana. Infatti, il nuovo disegno di legge di

riforma della scuola, in particolare all'articolo 2, comma 3, dispone molto opportunamente che le istituzioni scolastiche, fra le altre competenze, perseguano, come obiettivi formativi individuati come prioritari, anche lo "sviluppo delle competenze in materia di cittadinanza attiva e democratica

attraverso la valorizzazione dell'educazione interculturale e alla pace, il rispetto delle differenze e il dialogo tra le culture, il sostegno dell'assunzione di responsabilità nonché della solidarietà e della cura dei beni comuni e della consapevolezza dei diritti e dei doveri; potenziamento delle conoscenze in materia giuridica ed economico-finanziaria e di educazione all'autoimprenditorialità".

Si tratta, quindi, solamente di uno degli obiettivi formativi individuati come prioritari, ma è molto importante che venga cosÌ definita l'esigenza di introdurre una più qualificata, diffusa e

approfondita educazione civica e civile, comprensiva di conoscenze giuridiche, economico-finanziarie e di educazione alla cultura di impresa. Era, infatti, molto tempo che chiedevamo un impegno scolastico per dare maggior impulso alla formazione civica e civile dei doveri e dei diritti di cittadinanza, comprensivi della formazione di base di cultura finanziaria e del risparmio, presupposti fondamentali per concorrere alla pienezza della formazione dei diritti e dei doveri di cittadinanza per i giovani (e non solo per loro) italiani. Pertanto diamo volentieri atto al Governo e al Parlamento della Repubblica che hanno prima proposto e poi approvato queste importanti innovazioni civilissime, che non sono state oggetto delle polemiche, e che rappresentano un importante presupposto per una più diffusa consapevolezza dell'importanza dei valori fondamentali della cultura de Ua cittadinanza attiva e del risparmio produttivo.

* Presidente dell'Associazione Bancaria Italiana

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Parole Domenico Starnone

Dietro illirismo

• "La buona scuola" mi ha fatto venire in mente il raccon­to della Genesi. Dio, lì, si met­te all' opera e in una settimana impone un ordine al caos. Ma lo fa con cautela, senza certez­ze, con piglio sperimentale. Perlustra, opera e poi vede se ciò che ha combinato è buono. La scuola di Renzi invece è buona subito, prima ancora di uscire dalle tenebre. Quelle tre paroline vanno pronunciate, infatti, con un tono sospiro so ma privo di dubbi. Si deve ca­pire che la scuola in arrivo non è una delle tante possibili, ma sicuramente quella buona. Senza contare l'aggettivo in posizione liricizzante, a segna­lare commossi che ciò che cer­cavamo da tempo finalmente l'abbiamo trovato. In questo senso la giovane buona scuola di Renzi è del tutto in continui­tà con la vecchia pubblica istruzione. Anche quella for­mula tendeva alla poesia. A nessuno, per esempio, è mai venuto in mente di chiamare i miliardari lavori pubblici "pubblici lavori". L'istruzione invece ha celato subito la sua povertà nevrotica, le maga­gne, dietro illirismo di "pub­blica istruzione". Naturalmen­te si sarebbe dovuto passare da tempo alla prosa d'ogni giorno e cambiare tutto da ci­ma a fondo. Invece, alla fine, ci si è limitati a espungere "pub­blica", troppo ostile a "priva­ta", e inglobare l'istruzione nel miagolio del Miur. Probabile che succederà lo stesso anche alla buona scuola. Resterà, al solito, la scuola.

Settimanale Data 28-05-2015 Pagina 12 Foglio 1

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La conoscenza produce benessere

L. WoGmalUl, Franld'urter Allgemeine Zeitung, Gennania

La crescita economica di un paese è legata allivello di istruzione dei suoi abitanti. I governi dovrebbero pensare alle scuole invece di inseguire obiettivi nel breve periodo

mmaginiamo di trovarci nel 1960 e di dover prevedere quali regioni del mondo registreranno una notevole crescita economica e quali resteran-

no immobili nei prossimi cinquant'anni. All'epoca i paesi dell'America Latina erano circa due volte più ricchi di quelli dell'Asia orientale o dell'Africa subsahariana. In me­dia, inoltre, la formazione scolastica della loro popolazione durava di più. L'America Latina sembrava quindi pronta ad aprirsi ai paesi ricchi del mondo occidentale.

Oggi sappiamo che le cose sono andate diversamente. In base al piI pro capite gli abitanti dell'Asia orientale sono sette volte più ricchi dei loro nonni, mentre quelli dell 'America Latina sono circa due volte e mezzo più ricchi e quelli dell 'Africa subsa­hariana non hanno raggiunto neanche il doppio. In cinquant'anni l'America Latinaè

cresciuta in media a un ritmo dell'1,5 per cento più lento rispetto al resto del mondo, mentre l'Asia orientale ha superato del 2,5

per cento la crescita media globale. La mag­giore durata del periodo di formazione del­la popolazione, quindi, non ha assicurato maggior benessere. Allora le teorie econo­miche sull'importanza dell'istruzione per la crescita sono sbagliate? Prima di liqui­darle, dovremmo considerare che forse un anno d'istruzione in America Latina tra­smette una quantità di conoscenze, compe­tenze e capacità molto diversa da quella assicurata da un alU10 d'istruzione nell'Asia orientale. Pensiamo, per esempio, alle competenze di matematicae scienze natu­rali misurate con i test Pisa. Nell'acquisizio­ne delle conoscenze gli studenti dell'Asia orientale sono più avanti di tre anni rispetto ai loro coetanei latino americani e addirittu­ra di quattro rispetto a quelli dell'Africa sub­sahariana.

Queste differenze di competenze tra le popolazioni -che per brevità si possono de­finire "capitale di conoscenza" - sono in grado di spiegare in modo convincente la lentezza della crescita latinoamericana e la rapidità di quella asiatica. Negli anni ses­santa in Perù e in Corea del Sud vivevano

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molti contadini poveri. Oggi il nipote del contadinoperuviano svolge mansioni sem­plici in una piccola azienda dopo aver fre­quentato la scuola per dieci anni. Sta senz'altro meglio di suo nonno, ma non molto. Il nipote del contadino sudcoreano, invece, dopo aver studiato anche lui per dieci anni svolge mansioni d'alto livello in una società informatica di una metropoli in espansione. Il differente sviluppo economi­co dei paesi si può ricondurre in buona par­te alla diversità delle competenze dei loro abitanti. Andare a scuola o all'università però non basta: un aspetto decisivo è rap­presentato anche da quello che s'impara. Negli studi effettuati, il capitale di cono­scenza risulta determinante quando si tiene conto di altri fattori di crescita come le con­dizioni istituzionali generali e le caratteri­stiche geografiche. Inoltre, i risultati delle ricerche dimostrano un rapporto causale tra il miglior rendimento scolastico e la cre­scita economica. Gli studi empirici confer­mano le teorie sulla crescita che danno una grande importanza alla scuola: l'istruzione rende le persone più produttive e gli per­mette di trovare e applicare nuove idee, che sono il fondamento dell'innovazione e quindi di un benessere duraturo.

Spesa pubblica Cosa significa tutto questo per la Germania e per l'Europa? Il capitale di conoscenza è importante anche nei paesi sviluppati. Se la politica economica vuole evitare di insegui­re per sempre problemi nel breve periodo e concentrarsi sull'obiettivo del benessere a lungo termine, deve fare attenzione alla formazione. Per non restare indietro nell'economia globale è necessario dotare le generazioni future di competenze avan­zate. A questo scopo non basta aumentare la spesa pubblica per l'istruzione: a livello internazionale non sono state osservate correlazioni tra il livello della spesa e il ren­dimento scolastico. È necessario che i risul­tati scolastici siano messi in primo piano sia dalle famiglie sia dalle scuole. Servono do­centi preparati, più autonomia per gliistitu­ti e una buona istruzione fin dalla prima in­fanzia. Nonostante la complessità delle analisi scientifiche, la conclusione è spa­ventosamente semplice: nel lungo periodo la crescita di un paese è direttamente corre­lata alle competenze dei suoi abitanti. +.fp

LudgerWo6mann insegna economia po­litica all'università di Monaco di Baviera.

Internazionale 1103 I 2Z maggio 2015 109

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MENTRE

ROMA

a Vicenza, era una giornata uggiosa. Maneo Renzi arriva in Veneto per un incontro elettorale e diversi incontri privati (ITa cui uno con il patron di Diesel, Ro­berto Rosso) a sostegno di Ales­sandra Morelli, candidata a gover­natore del centrosinistra. La sfida è di quelle impossibili: si tratta di battere Luca Zaia, governatore uscente deUa Lega che, in Vene­to, non teme rivali. Ed è su Zaia che Renzi, senza mai volerlo no­minare, affonda subito e duro: «Abbiamo fatto di più noi in un anno che la Lega in venti!».

DEL RESTO, anche Renzi che pure continua a ripetere che «il Pd si è abituato a vincere e vince­remo ovunque, anche se la partita è difficile» sa e si auspica, nei suoi sogni migliori, un bel '6 a l'. Veneto escluso, cioè. Cionono­stante, Renzi ce la mene tutta per cercare di tirare la volata all'ami­ca Alessandra, ex bersaniana di ferro passata con i renziani armi e bagagli. Renzi la loda perché «ha lasciato Strasburgo, ditelo a Toti e a Pastorino!». Poi annuncia che

il segretario: abbiamo fatto più noi in un anno che voi del Carroccio in 20

segretario del sarebbe fatto

con la Cgil per un accordo

Quotidiano Data 22-05-2015 Pagina 10 Foglio 1 /2

MORml, SINISTRA PD MEDIA

varie mlnlstre (Boschi, Pinoui, Madia,persino la Mogherini. .. ) verranno nei prossimi giorni in Veneto per sostenere la campagna elettorale dell'amica 'AIe' come lui tornerà più volte in Liguria mentre oggi sarà in Campania, a Salerno, per sostenere De Luca. Ecco perché, durante un comizio­show fatto in piedi, sul palco, a Vi­cenza, il premier, quando parla, prende subito di petto Salvini: «Non siamo mai stati quelli del 'volemose bene' e neppure del 'venghino, signori, venghino' (sta parlando degli immigrati, ndr.), ma è squallido e stucchevole gio­care sulla pelle degli immigrati, cbiedendo tutti i giorni le dimis­sioni di Alfano da parte di uno (Salvini, ndr.) che con Alfano fu gli accordi in Liguria e Umbria!». Il premier parla anche di molto al­tro, dalle riforme della giustizia (Ami corruzione e falso in bilan­cio sono legge): «Quasi nessuno ci credeva, noi sì!, la prescrizione l'abbiamo cancellata noi!». E an­cora: «Se il Veneto tira, cresce di più della Germania». Focus an­che sul lavoro: (dI J obs Act è di si­nistra!». E sulla scuola: «La di-

scussione è aperta, ma dobbiamo ascoltare di più». Buone notizie ar­rivano da Roma, dove la minoran­za dem promette lealtà, in vista del voto. In particolare, Pier Lui­gi Bersani ribadito che «il Pd è il mio partito, mi spendo perché vinca» apre sulla riforma della scuola. «Se si risolvono le questio­ni di merito che abbiamo posto, saremo felicissimi di votare la ri­forma», dice Bersani, in vista del Senato.

PER BERSANI «sono rimaste due questioni basiche: una è il rappor­to tra l'autonomia di un insegnan­te e il ruolo del dirigente che così non va bene», rema complesso e di difficile soluzione, tuttavia. L'altra riguarda «la soluzione del problema del precariatO>f. E qui l'ex leader del Pd si sarebbe fatto garante di una mediazione con la leader della CgiJ, Susanna Camus­so, con cui Renzi non parla: il punto starebbe nel predisporre un piano si assunzioni plurienna­li per gli insegnanti di II fascia (gli abilitati oltre ì 100 mila già in via di assunzione). Ergo, se c'è l'accordo, la sinistra Pd dà luce verde.

Ettore Colombo

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Matteo Renzi con Alessandra Moretti e con Renzo Rosso della Diesel (Ansa)

Quotidiano Data 22-05-2015 Pagina 10 Foglio 2/2

Umberto Bossi, ex leader lega, e Francesco

Belsito, ex tesoriere del Carroccio, sono stati rinviati Cl giudizio dal gup Massimo Cusatti per La presunta truffa sui rimborsi elettorali ai danni dello Stato da circa 40 milioni euro. Secondo l'accusa, avrebbero usato soldi pubblici per scopi personali. n periodo preso in esame dagli inquirenti va dal 2008 aL 2010.

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il manifesto I PAGINA 4

, .. E gia scontro: Grasso blinda la commissione Il gruppo Misto sposta in commissione istruzione la senatrice Mussini. Il presidente: «Non si può»

Data 22-05-2015 Pagina 4/5 Foglio 1

Scuola • La capogruppo De Petris, Sel: «Stravolto il regolamento per blidare iltesto» Il presidente dei senatori del Pd Zanda: «Sei qui grazie ai nostri voti» .

Senato, Grasso Prima ancora che arrivi il ddl è già scontro. Il gruppo Misto sposta in commissione

istruzione la ex 5 Stelle Mussi, insegnante. Il presidente la blocca: cosi si altera l'equilibrio

boccia la prof Marina Della Croce

menticando che il medesimo sie- di esistere solo grazie al Pd (di­de in commissione come sostitu- menticando però, come gli ha to permanente della collega An- poi ricordato proprio Mineo,

L a riforma della scuola arri- gela D'Onghia, sottosegretaria che senza Sei il Pd non avrebbe va al Senato e, ancora pri- peraltro proprio all'istruzione. preso il premio di maggioranza ma che il testo venga tra- Di Maggio, dal canto suo, ha alla Camera e sarebbe minoran-

smesso dalla Camera, il cl:lmbi- al S ) L . . M . prontamente smentito il secon- za enato. e senatnci USSI-nato disposto Pd-Grasso riparte . D P t' h . vvi

do cI'ttadino dello Stato con un ru e e e ns anno rmpro sa-con i aiochi di prestigio che han - t -" t L b' comuni' cato al vetriolo: «Con o una cOlllerenza s ampa. a no aià da un pezzo trasformato . . , d tt 77' te

b' una sola decI'sl'one Grasso è riu- pnma SI e e a senza me",,"1 r-Palazzo Madama in un fiera . . d' t t L nda l'

SCI'tO a chiarII' e due, concetti: il rruru {{ lSgUS a al>. a seco la mondiale del trucco e del sotter- attaccato di nuovo: «La verità è fumo. La presidente del Gruppo primo è che la sua presidenza è h ull I ". tt

b' esercitata in. totale favore della c e s a scuo a sono gm m a o Misto Loredana De Petris aveva manovre e trucchi». Tutte le op-spostato in corrunissione Istru- maggioraIlZa; il secondo è che i zione la senatrice Maria Mussi- parlamentari con autonomia di posizioni hanno solidarizzato ni, ex 5 Stelle. Mossa ragionevole pensiero non devono esistere, so- con loro e protestato contro il e quasi dovuta, essendo la Mussi- prattutto se militano nella mag- comportamento di Grasso. La re­ni prima firmataria dell'l legge gioraIlZa». plica è arrivata nel pomeriggio: d'iniziativa popolare sulla rifor- Il problema, in tutta evidenza, gelida e burocratica: «La presi­ma della scuola che rappresenta non è affatto rappresentato dal denza si è linritata a chiedere de­l'alternativa materiale al ddl Ren- rispetto dei regolamenti, bensì signazioni coerenti con il regola­zi-Giannini. dagli equilibri in corrunissione. mento». Risposta a stretto giro:

Lo spostamento rientrava ap- La maggioranza gode lì dello «Non c'è peggior sordo di chi pieno nei diritti sia della senatri- stesso margine di cui dispone non vuoI sentire». Caso chiuso. ce in questione che della presi- nelle altre commissioni: conta Con un avvio del genere, sen­denza del Misto, e infatti Maria 14 esponenti contro 12 dell'op- za contare la scelta di tenere Mussini aveva già ricevuto la posizione. Ma nei ban6hi del Pd aperta la corrunissione durante convocazione per la riunione del- siedono due senatori della mino- la pausa elettorale (si lavorerà an­la commissione fissata per ieri raIlZapiùagguerrita, WalterToc- 'che il 27 e 28 maggio), si può pomeriggio. Mercoleru sera, pe- ci e Corradino Mineo, quest'ulti- scommettere che ci saranno i rò, è arrivato lo stop del presiden- mo già spostato d'autorità dalla fuochi d'artificio. Sparati non te Grasso, prima con telefonata commissioneAffaricostituziona- dall'opposizione ma da Renzi, notturna a casa di Loredana De li nel corso della discussione sul- Zanda e Grasso. Petris, poi con lettera formale re- le riforme istituzionali e con Ma la minoranza dem non di­capitata ieri mattina. Niente da ogIli probabilità ID procinto di es- spera: {(Con qualche correzione fare: spostamento vietato ai sen- sere allontanato anche dal nuo- ancora al Senato - dice Pierluigi si dell' articolo 21, comma 3, del vo approdo: il primo caso di «se- Bersani - tutti saranno felicissi­regolamento di palazzo Mada- natore itinerante». Di conseguen- mi di votare. Queste storie che ma. In caso contrario si sarebbe za garantirsi una maggioranza vogliamo buttare giù Renzi sono alterato l'equilibrio tra maggio- più larga del dovuto diventa indi- offensive. Stiamo dicendo cose raIlZa e minoraIlZa. Per difende- spensabile. di merito». Commenta sarcasti-re l'ardita tesi, il presidente Gras- Il colpo di mano non poteva co Pippo Civati: «Posizione duris- ~ so si è dovuto produrre in un ovviamente passare mosservato. sima, che mette a repentaglio la ~ d . alt tal H dovuto In aula Loredana De Petris ha bili't' dI' . o OppiO S o mor e. a protestato, il capogruppo Pd Lw' _ sta a e governo: SI, ciao». ~ iscrivere d'ufficio all' opposizio- .v

ne il senatore del Gruppo Popo- gi Zanda ha risposto a ruota libe- ~

~la~r~ip~e~>r~I'_It_al_i_a~T_tt_o_D_i_M_a~~~'o_,_d_i-~ra_,_I_in~f_a_Cc_i_an_d_o~al_g~ru~p~p_o_di_'~S_e_I~ __ ~~~~~~ __ ~ __ ~~-=~~~~~~------------------i8 Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.

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il manifesto

IL CASO • L'opposizione di 25 studenti ridotta a «vandalismo»

Pisa, rappresaglia contro chi boicotta l'Invalsi

Riccardo Chiari PISA

A Ila vigilia degli scmtini ave­vano ricevuto l'avviso di so­spensione. In venticinque.

Capo d'accusa: disobbedienti ai test Invalsi. Per bloccare il prowe­dimento c'è stato bisogno, nell'ordine, delle proteste dei rap­presentanti degli studenti e degli universitari, e poi dell'opposizio­ne di sinistra a Pisa (i consiglieri comunali Ciccio Auletta e Marco Ricci) e di quella toscana, grazie ai candidati alle regionali Andrea Corti e Tiziana Nadalutti di Sì-To­scana a Sinistra.

Alla fine, anche di fronte all'in­terrogazione parlamentare presen­tata da SeI, perfino il sottosegreta­rio all'istruzione Davide Faraone aveva alzato il pollice: «Spero che preside di Pisa ci ripensi e non so­spenda i ragazzi che hanno boicot­tato i test Invalsi. Meglio il dialo­go». Concetto declinato a modo suo dal dirigente scolastico dell'istituto per geometri Santoni, che ha comminato comunque ai reprobi un'ammonizione scritta, e

due ore di lezione supplementare sui diritti e doveri degli studenti. Tra i doveri, evidentemente, c'è an­che quello di non contestare i quiz che dovrebbero accertare la prepa­razione studentesca. Come se la scuola fosse un programma di Mike Bongiorno.

A denunciare il caso sono stati i coetanei della Rete degli studenti medi: «Ci siamo trovati a far fronte a un grave episodio nell'istituto Santoni. Nei giorni precedenti la mattina di martedì 12, i rappresen­tanti degli studenti avevano propo­sto ai ragazzi di consegnare il fo­glio in bianco in segno di protesta. E questi, oltre ad averlo fatto, han­no deciso legittimamente di can­cellare anche il loro codice identifi­cativo, in modo da rendere anoni­ma la prova». L'avessero mai fatto: a parere del preside Marco Salar­di, il gesto è valso ai ragazzi l'accu­sa di danno a proprietà pubblica. Con annesso l'avviso di sospensio­ne generale.

A quel punto le prese di posizio­ne critiche si sono moltiplicate. Ab­battendo progressivamente il mu­ro di gomma della comunicazione nel tempo della «buona scuola»

renziana. «L'obbedienza non è più una virtù - hanno messo nero su bianco i consiglieri comunali Au­letta e Ricci di "Una città in comu­ne-PfC» con Corti e Nadalutti di "Sì- Toscana a sinistra» - lo inse­gnava don Milani ai suoi studenti per costruire una scuola capace di far crescere dentro quell'idea di scuola pubblica che la nostra Co­stituzione sancisce all' articolo 34. Per questo riteniamo ingiustifica­bile la decisione di sospendere gli studenti che hanno deciso con un atto di disobbedienza civile, criti­co e consapevole, di boicottate i test Invalsi. Ed è pretestuoso, qua­si comico, che gli studenti siano stati accusati di danno a proprietà pubblica per aver cancellato il co­dice identificativo del test".

Anche i sindacati si sono fatti sentire. Dai Cobas (<<Ì quiz non consentono neppure lo sviluppo di un ragionamento. E neppure so­no in grado di valutare la qualità dei docenti: al massimo possono valutarne la preparazione, ma non la capacità di insegnare, relazio­narsi con i ragazzi, trasmettere il sapere»), fino alla Fie Cgil, che si è fatta anche una domanda scomo-

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da: «Il boicottaggio dei test Invalsi c'è stato anche in passato - ha ri­cordato Alessandro Rapezzi - per­ché solo ora le sospensioni? Forse la "buona scuola" si propone di "mettere a posto" i ragazzi?».

Il resto è storia di ieri. Con l'in­terrogazione annunciata da Nico­la Fratoianni di SeI, pisano d'ado­zione, che ha provocato l'ecumeni- . ca risposta del renziano Faraone, e l'autodifesa del preside Salardi: «Non c'è stata alcuna rappresa­'glia. Abbiamo semplicemente se­guito la procedura prescritta dalla legge. E nessuno degli studenti è stato sospeso: il consiglio di classe non ha sanzionato la mancata par­tecipazione ai test degli studenti ma la vandalizzazione del modu­lo, con un'ammonizione scritta del preside e due ore di lezione sui diritti e doveri degli studenti». Pronta la replica di Fratoianni: «Il punto non cambia. La questione non sta nell'entità della "punizio­ne" ma nel fatto che si immagini di reagire in termini disciplinari di fronte ad una protesta del tutto pa­cifica e pienamente legittima. E' cancellare il numero di matricola non può essere spacciato per van­dalizzazione».

Flc-Cgil: «La protesta c'è sempre stata. La Buona Scuola di Renzi si propone di mettere a posto i ragazzi?»

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SUPPLEMENTO DE Settimanale Data 22-05-2015

la Repubblica Pagina 1 8/1 9 Foglio 1 /2

[email protected] LE LETTERE PER MICHELE SERRA

VANNO INDIRIZZATE A il Vellerdl

Via C. Colombo. 90 00147 Roma

rof sulla Buona scuola: ~ accettabile.

Anzi no, eosta e dannosa

Caro Serra, secondo l'autocritica di un insegnante pubblicata con risalto sul Venerdi (1416, a firma Marco Andreoli), sono le colpe dei docenti che rendono ((inevitabile accontentarsi" della riforma deUa scuola! E ciò benché essa sia «violenta, impaccia-ta, autoritaria e idiota». Il ragionamento è concettualmente succube del «meglio fa-re errori che la palude» con cui Renzi ha furbamente liquidato le critiche, ma so-prattutto è, come la frase di Renzi. privo di senso: una riforma pessima non si deve accettare per alcun motivo, non foss'altro perché ad esserne vittima saranno gli stu­denti prima dei docenti.

È vero che molte riforme proposte sono state respinte dagli insegnanti (ma non tut­te: vedi l'autonomia scolastica), ma questo va a carico della politica e non della scuola, perché quasi tutte le proposte sulla scuola degli ultimi vent'anni sono state interventi peggiorativi e distruttivi, o volti a far cassa, o volti a deprimere la qualità dell'istruzione e concepiti ideologicamente da gente che a scuola non ci ha mai lavorato.

Se la riforma Renzi viene così veemen­temente avversata sarà il caso, una buona volta, di discutere sul merito della que­stione; e i mass media non lo stanno fa­cendo, se non frettolosamente.

Praf. Gianfranco Mosconi

Sapevo che le dure parole del professar Andreoli avrebbero prodotto un dibattito aspro e appa&"ionato. Sono arrivate molte decine di lettere, in {.,rran parte di insegnanti, ma non solo. Avrei bisogno di vcnti pagine, non di due, per dare spazio a tutti. Tento, qui di sc{.,'1lito, un «montaggio» di opiIùoni, sperando di dare un'idea efficace degli umori in campo. Ovviamente ho dovuto tagliare iII modo molto radicale le lettere dalle quali le opinioni sono tratte. Cedo volentieri, pel" una volta, tutto lo spazio ai lettol"j,

***

Il professor Andreoli dice che gli insegnanti vorrebbero solo i benefici dei colleghi europei senza però assumerne le responsabilità cor­rispondenti. Ma, chiedo, dove è vissuto?

La realtà della scuola e degli insegnanti è ben altra: è quella di chi ogni giorno rimette - per forza, anche se non lo volesse - in di­scussione il proprio sapere ed è costretto all'autocritica (altro che rìfiutarla); di chi de­ve gestire i conflitti e il disagio che i ragazzi e le ragazze riversano sugli adulti, cioè gli insegnanti. forse gli unici che pretendono ancora di porsi nei loro confronti come tali.

Si può pensare tutto il male possibile della scuola pubblica e degli insegnanti. ma non si può dimenticare che costituisco­no l'ultima frontiera di una società disgre­gata, l'ultima istituzione che cerca di tene­re insieme le generazioni e i generi. Se la distruggiamo, non so cosa resterà.

Luigi Pedicone (Teramo)

*** Ad ogni riforma ho sentito ripetere sempre lo stesso grido d'angoscia: è la morte della scuola. Ora, qualcuno mi spieghi: ma quante volte la scuola è stata ammazzata, è risorta ed è stata ammazzata di nuovo? Davvero dopo ogni riforma la scuola è stata peggiore di com'era prima?

Mi inita la psicologia oggi predominante: sono vent'anni che stiamo piangendo ci ad­dosso perché il Paese è immobile. Ma ad ogni proposta di cambiamento abbiamo sempre e solo risposte estreme: è la peggiore riforma

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SUPPLEMENTO DE Settimanale Data 22-05-2015

Pagina 1 8/1 9 la Repubblica Foglio 2/2

mai concepita, la morte della democrazia, l'anticamera del fascismo. Detto che il fasci­smo è un'altra cosa rispetto a quello che stia­mo vivendo (e noi vecchi di sinistra dovrem­mo saperlo), torniamo a usare le parole con misura: la perfezione non esiste, ogni rifor­ma è un bicchiere mezzo pieno e mezzo vuo­to. Meglio restare immobili nella palude aspettando di morire, o meglio tentare di uscirne, anche rischiando di farci male?

Giorgio Bianchi

"'" .. Nella confusionaria guerra tra poveri che il governo sta mettendo in scena, l'ultima novità è l'assunzione immediata degli idonei non vincitori al con­corso del 2012. Non si capisce perché questi ulatimi, che potrebbero anche avere scarsis­sima esperienza d'insegnamento, debbano essere assunti con la stessa priorità di chi lavora come precario nella scuola da uno o due decenni, inserito nelle graduatorie a esaurimento. Anche se animato da qualche buona intenzione (basta tagli, finalmente), il governo sembra brancolare nella confusione di un settore, quello scolastico, troppo a lungo abbandonato a se stesso; oltre a essere por­tatore di una visione aziendalistica (il preside padrone imprenditore) che mal si concilia con questo mondo. Al centro della scuola ci sono gli studenti e i docenti: a loro bisognerebbe restituire serenità e continuità didattica.

Davide Magnisi (Bari)

Uno degli argomenti degli oppositori di questa riforma è che la Scuola non è di proprietà del governo. Vero, ma neppure dei docenti. Lo sciopero, sicu­ramente riuscito, ha visto in piazza soprat­tutto loro, terrorizzati più di ogni altra cosa, come si è visto nei dibattiti pubblici, dal preside «dittatore», cui devono rendere conto del loro operato. Tra l'altro mistifican­do parecchio perché in realtà a fianco del preside vi sono anche (finalmente!) gli or· gani collegiali, quindi anche i genitori.

Sergio Grifoni

..... La sua risposta a Marco Andreoli colpisce nel segno a proposito delle attuali riforme improvvisate

LETTERE ALLA REDAZIONE

IL VENERDI VIA C. COLOMBO, 90" 00147 Roma segreteria_ [email protected]

PENSIONt RICORSI E CRISI ECONOMICA La Consulta li stata chiara: alla mancata indicizzazionedelle pensioni va posto ri­medio rimborsando ì mancati introiti. Il governo, spiazzato, sta cercando una solu­zione per evitare chei conti pubblici ne risentano troppo, Quale che sia la soluzione, che si spera privilegi le pensioni più basse, colpisce che a innescare il tutto sia sta­to il ricorso della Federmanager, categoria di lavoratori che godono di trattamenti economici e pensionistid non certo bassi. Tutto legittimo, per carità. Ma gli appel­li a fare tutti la propria parte davanti all'emergenza economica dove vanno a finire?

Alessandro Tlbaldi

LA NOVITÀ (SGRADITA) DEL 730 PRECOMPILATO Dal 15 aprile è disponibile per i contribuenti il 730 on IIne precompilato, Anzitutto, il fatto che per averlo bisogna collegarsi a internet taglia fuori chi non ha dimestì­chezza con la tecnologia; inoltre, chi fino allo scorso anno redigeva la dichiarazione sul modello cartaceo e Japresentava a un caf per la trasmissione non doveva pa­gare nulla, mentre quest'anno il servizio sarà a pagamento, con tariffe che variano da 30 a 110 euro. Semplificazione o tassa occulta?

e abborracciate, che tuttavia cercano di col­mare il vuoto dovuto ad un ventennio di inerzie e pigrizie. Le stesse considerazioni si potrebbero estendere ad esempio alla istituzione delle città metropolitane. Previ­ste per legge sin dal 1990, poi ricomparse più volte sulla Gazzetta ufficiale, se ne è ignorata e rinviata l'attuazione sino a ieri col maJcelato proposito di non toccare equi­libri di potere e interessi consolidati.

Riformatori non si nasce né si diventa senza adeguata elaborazione ed esperien­za. Possibìle che tra il fare niente e il fare male, tertium non datur?

Valentino Ballabio

..... Ha ragione, professor Andreoli, noi insegnanti siamo colpevoli. Colpevoli di non aver difeso con le unghie e coi denti la scuola pubblica per la quale abbiamo il privilegio di lavorare. Ma lei di­mentica, caro collega, che se la scuola di Stato vive ancora è per merito di quelli fra noi che hanno continuato ostinatamente (in mezzo all'evidente e generalizzato di­sinteresse pubblico) a dedicare quasi ogni attimo del loro tempo a migliorare le stra­tegie didattiche, ascoltare, osservare, alu-

Roberto Colombo

tare ogni allievo affidato loro. Non crede che ignorare questi insegnanti sia ingiu­sto e anche controproducente?

Ida Cappetti

La cosa peggiore della riforma della scuola di Renzi è la chiamata nominativa di supplenti da parte del preside, Quali sarebbero i criteri per cui un dirigente scolastico sceglie la propria squadra di insegnanti? Forse il merito, la competenza, la bravura? Suvvia, non di­dama sciocchezze. Si può facilmente im·· maginare che nelle regioni del Nordest (dove io ho insegnato) nessun preside si sognerebbe di chiamare un «terrone}}. E nelle regioni ciel Sud invece si chiamerebbero i soliti comparielli e leccapiedi. Ricordiamoci che siamo il Paese del «familismo amorale», come ci definì un SQciologo americano. Per­ché cambiare il meccanismo delle supplenze che funziona bene e garantisce una sostan­ziale imparzialità degli insegnanti'? Aderisco all'appello su Facebook, non voterò Pd (pur essendo uno storico elettore) alle prossime elezioni e alle altre se questa riforma non viene bloccata o radicalmente modificata.

Pasquale Pianese

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SUPPLEMENTO DE

la Repubblica

La lezione di Mimmo D. nella quinta A della scuola elementare romana Rio de Janeiro. L'esperienza pilota da oggi è on line, sulla pagina Fb Agente Lisa

~~ OMA. Si può spiegare il terrorismo islamico ai bambini? Parlare dijihad, cii g11erra santa, e clare un senso alle notizie orribili che ",riungono loro attraverso i tg'? Con

un progetto pilota cllP l'anno prossimo potrebbe essere esteso ad altre 8cuol(', una c'Iementare di Roma ci ha provato. I 28

piccoli studec'l1ti d('l/i, quinta A, infatti, sono stati l'anima di un'i­niziativa, liJ prima in Itnlia, che qualche' giorno fa hu consentito di ospitarc in aula un operatore del servizio antiterrorismo della Polizia. Mill1mo D. (per ragioni cii siC'urezza il nome è co­perto l, assist.ente Capo dt'lla Polizia di Stato e in servizio pres­so la Polizia eli prevenzione, ora racconta al Venercfl: «Due C'ol­k'glw, psicologhe ed t'spl'ttp in casi di bambini abusati, mi

VOXPOPULI a cura eli

n reddito di cittadinanza convince Ritiene che la proposta del reddito di cittadinanza minimo sia molto, abbastanza, poco o per niente utile per ridurre il fenomeno della povertà?

MOLTO+ABBASTANZA 51 54 41 82 47 -~_._---_ .. _--~._.--~ -----_._------_ .. __ .--_ .. _-POCA+PER NIENTE 38 40 52 26 35 NONSA 11 2 7 2 18

HiS\llt ntì in Snnrbgp;in onliJw ('on llletodo Cmyj ."iU un campione di 1.000 mauuìol'ennì (~U :3.100 eontaUiì. 12-l:1 map:gjo 20m. Documento:;\1 1l1U'II"ogeom.it

Settimanale Data

Pagina

Foglio

22-05-2015 41 1

SI PUÒ PARLARE DI fANATISMI E VIOLENZE AI BAMBINI? UNA SCUOLA CI HA PROVATO CON CAlUrO DELLA POLIZIA ORA IL PROGETTO È ON L1NE, PRONTO PER ESSERE ESPORTATO

IL TERRORISMO DEL I AD SPI ATO ALLE ELEMENTARI di Valentina farinaccio

avevano spiegato quale atteggiamen­

to tenere, quali parole usare». Così in classe, con aria disinvolta c sorriden­te, si è seduto sopra la cattedra e alla

prima domanda - che cosa è il terro­rismo? - ha più o meno risposto eosì: ,<Vi faccio un esempio. Mettiamo che una mattina qualcuno decida che tutti ì calvi vadano messi al bando e che perciò chi li incontra può 111a1-trattal'li, o isolarli, o vietare loro di

fare questo e quello: ecco, il terrorismo funziona così, con J'ìmposizÌone violenta del proprio modo di vivere». I bambini, accompagnati in quest.o lavoro dall'insegnante Claudia An/-!:e­li, hanno inondato il poliziotto di domande. «Hanno Ulla gran paura dell'lsis» racconta ancorH lui. «La tv non risparmia scene di morte nell'ora del pranzo e della cena, così loro te­mono cbe i deeapitatori, di cui tanto sentono parlare, arrivino da un momento all'altro. Li ho rassicurati, ho detto che non è facile che certe C'ose avvengano in Italia. E ho cercato di fare capire C'he gli islamici non sono taglia teste e che lslam non vuoI dire violenza. I terroristi si proe!amano musulmani ma, ('ome ha detto una bambina, in realtà sono gente senza cuore».

La maestra ClaudiiJ è soddisfatta: «L'argomento era spinoso, mu alla fine c'era un'atmosfera serena. Sembravano tutti ras­

sicurati, oltre che fieri di saperne di più». Il preside della Rio de ,Taneiro, Roberto Tassani, colpito dalla serietà C'oin cui hanno lavorato i ragazzini, assicura: «Farp!Tlo in modo che il prog-etto si replichi, magari su altre grandi tematiche»,

Dopo Mimmo n, la quinta A ha intervistato altl'i personag­gi (l'imprenditore Jamal MprshedMoh'd Sudqi e la cantautrice Erica Mou), finiti am'he loro sul giornalino L'Eco .della Rio. E il lavoro sul terrorismo da oggi sariì on line, sulla pagina Facebo­ok Agente Lisa della Polizia di Stato. II1II

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di Giulia Melodia

Bullismo, la cronaca si aggiorna all'ultimo sgradevole episodio accaduto nel Nuorese, dove un diciassettenne stava viaggiando su un autobus dopo essere uscito da un istituto professio­nale, quando alcuni coetanei lo hanno accerchiato, insultato e picchiato. Il bus si è fermato, ma per mettere fine alle anghe­rie inflitte allo studente sono dovuti intervenire alcuni agenti della volante. Il fatto si è verifi­cato mercoledì a Nuoro, ma il fenomeno - in crescita espo­nenziale - è purtroppo una re­altà che riguarda il Paese intero: cambia la cornice geo­grafica, ma il contesto sociale, le dinamiche all'origine dei so­prusi, sia fisici che psicologici, le modalità dell'aggressione, la scelta della vittima e i profili dei carnefici, ripropongono quasi sempre le stesse tipologie. Così, nel caso dell'aggressione al minorenne sardo, si è trat­tato di cinque ragazzi coetanei portati in Questura e denun­ciati alla Procura dei minori di

IS O: INS S DAI CO

Sassari, mentre altri sono riu­sciti a dileguarsi. Adolescenti aggressivi e recidivi, dei quali lo studente oggetto delle violenze ha raccontato la ripetitività della azioni intimidatorie dei suoi compagni: quanto acca­duto mercoledì a bordo dell'au­tobus, ha denunciato infatti il ragazzo, non era la prima volta che si verificava, anzi ... «È sicu­ramente un episodio di bulli­smo - ha detto il vice questore

Quotidiano I Data

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Foglio

22-05-2015 5 1

O E PICC I

IATO

aggiunto e coordinatore dell'os­servatorio territoriale del bulli­smo Fabrizio Mustaro commentando quanto acca­duto -. Sono saltate le regole del rispetto del dialogo e del confronto e i nostri ragazzi non hanno il senso del limite. È fon­damentale un forte impegno educativo da parte della fami­glia, dobbiamo riappropriarci del nostro dovere di adulti di educare alla legalità». E proprio

sul tema della legalità, allora, era previsto in queste ore al­l'Istituto Ci usa di Nuoro un in­contro tra Don Luigi Ciotti e gli studenti, nella speranza che il dialogo e il richiamo a valori in disarmo possano ancora avere un peso morale ed esercitare un ruolo chiave nel ristabilire dettami etici e regole compor­tamentamentali che le sensibi­lità di molti adolescenti sembrano aver perduto ...

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COBBIEBE DELLA SEBA

SEllE

aro Bsev, mi sai dir'e pel'ché gli stessi genitori che vogliono eli­minare le prove Invalsi a scuola

(discriminano! sono causa di stress!), quando guardano le pal'tite di calcio dei figli si sgolano per mandar fuori chi non gioca bene? E se uno sbaglia un gai, apriti cielo l, lo massacrano manco fosse la finale di Champions. lo non capisco pel'ché in Italia venga accetta t'l la competizione spOl'tiva, mentre in classe quello bravo è un secchione e "fa figa" essere somari. Perché nella scuola italiana si applica il socialismo reale, mentre nello sport quello scarso sta in panchina e quello bravo gioca?

Claudio Livolsi claucJioJìvolsì@hotll1aìl.coll1

Perché la vita non è una partita, Claudio. L'ho già scritto, ma talvolta è bene ripetere: la selezione è prerogativa dell\miversità. Alle elementari e aUe medie -- in[eriOl; e supcriOli -- bisogna scavare dentro i ragazzi, scovarne le inclinazioni, cOIwgger­ne le debolezze. I bravi insegnanti (ci sono anche gli altri) sono coltivatori eli talento e spacciatori d'entusiasmo. Ho vissuto in America, so cosa vuoI dire trasfonnare nna scnola in un'arena e i ragazzi in galletti da combattimento. Ricordiamolo: il test Invalsi (grazie d'aver usato un mio pezw!) è lm3 prova scritta che COllsente di valutare i livelli di apprendimento degli studenti al terzo anno delle superiori. Ci sta, Valutare, infatti, è una cosa; selezionare e scartare, un'altra. Ci sono ragazzi i cui talenti sono evidenti: fioriscono subito. Con altti, biso­gna avere la pazìema di seminare, coltivare e aspettare: i fJ1Jtt:i aniwU1O. "Sacile e melù a la sò stagiù!" dicevano le mÌé' zie in carn­pagna. Zucche e meloni aUt' loro stagioni. Dammi retta, CL: lascia perdere le partìte di calcio, per un po'. Ti suggerisco Imo stage nell'orto. C'è da imparare.

/ Italians

Riccardo Rossi vfcb@vìrgìlìo.ìt

Commercianti e imprenditori sono quoti­dianamente torturati -- non trovo Lm verbo migliore da formalità, versmnentì, rego­lamenti, rIchieste, oneIi, numi contIibuti, obblighi balenghi. Non è nn'atteUllante: solo una parziale spiegazione del fenomeno. Detto ciò, sarebbe bello se le categorie-­tutte -- si facessero l'esame cli coscienza, e ammettessero le proprie responsabilità. r\o13

I l'autocritica in Italia è come la varicella: può succedere, ma nessuno se la va a cercare.

Settimanale

WW1N_corriere.itlito/iar1s

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Foglìo

22-05-2015 7 1

CosÌ: l'indignazione non costa niente, la coerenza costa fatica.

Franco Scotti franco_,Scottì@yahoo.com.br

Creclo che il referendLUn sia una buona cosa: il Regno Unito deve decidere cosa vuoI fare da grande. Londra è la capitale ufficiosa del monclo: perché oggi sta in Eu­ropa, non perché ieri ha aVlJto m1 impero. Credo elle la maggioranza degli inglesi, tè

tutti gli scozzesi e i gallesi, l'abbiano capito. C'C1to, nei pross.imi due anni bisogna far lli­geme alclmi concetti: che !'immigrazione incontrollata è un problema comune euro­peo, e va am·ontalo insieme; chE' la sterlina non è un dogma; che una politica estera e eli difesa nazionale è un anacronisIIlO. Lo capiranno, a Londra? Seconclo me, sì. Sono realisti, da quelle parti. Diventare la Hong Kong europea? lliclìcolo. Dietro Hong Kong, infatti, c'è la Cina. Dietro Londra c'è J'Essex o l'Euwpa. t tempo di decidere eIa che parte girarsi.

(Ila collaborato Paolo MasÌa) (f)R!PHOf.iU7.!Olllf.I~ISHIVATA

SETTE I 21 ~ 22.05.2015

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Gazzetta del Sud

"La Buona scuola" al Senato I

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22-05-2015 3 1

Bersani: se cambia, la voteremo Il capo del governo ha mostrato delle aperture molto "apprezzate"

Michele Esposlto ROMA

La riforma della scuola non è blindata e al Senato la discussio­ne resta aperta. Matteo Renzi mantiene un atteggiamento di apertura, consapevole che 1'op­posizione dentro e fuori il Parla­mento resta fortissima. Un'op­posizione che, nel Pd, mercoledì si è palesata con i 28 "non voti" dei dissidenti e che non rinuncia a dare battaglia per strappare qualche! modifica sostanziale. Pierluigi Bersani sottolinea co­me solo' con delle modifiche al testo la ~inistra Pd sarà pronta a votarlo., La partita, insomma, resta delicata e le prime avvisa-

glie delle tensioni emergono già al Senato, con uno scontro tra Pd e SeI sulla richiesta di trasfe­rimento di una ex senatrice M5s nella commissione Istruzione, al lavoro sul ddl scuola anche nella pausa per la campagna elettorale per le regionali.

Il 27 e 28 maggio la commis­sione ospiterà nuove audizioni prima di cominciare il dibattito generale. Il termine per la sca­denza degli emendamenti è fis­sato per 1'1 giugno. Tempi stret­ti, quindi, ma nessuna blindatu­ra, assicurano a Palazzo Chigi. "Si può sempre discutere e mi­gliorare,>, sottolinea il premier. "Se abbiamo optato per un ca­lendariodeilavori così intenso è perché sono possibili delle mo­difiche», precisa la responsabile scuola del Pd Ce membro della commissione Istruzione al Se-

Plerlulgl Ber~anl. Rappresenta la minoranza dialogante nel Pd

nato) Francesca Puglisi. Mentre il ministro dell'Istruzione, Ste­fania Giannini, precisa che i tempi immaginati, "se rispetta­ti" non richiedono la fiducia.

E mentre i sindacati confer­mano lo sciopero alla prima ora di servizio per tutti gli scrutini, resta da vedere quanto e come il governo cambierà 1'impianto del ddl. È qui che si giocherà la partita con la minoranza Pd. "Queste storie che vogliamo buttare giù Renzi sono offensi­ve. Con qualche correzione al Senato tutti saranno felicissimi di votare", evidenza Bersani in­dividuando i punti su cui insiste la sinistra Dem: i poteri dei pre­sidi, le "discriminazioni" tra precari e le detrazioni fiscali alle scuole private e paritarie. Una battaglia che la sinistra Pd co­mincerà già in commissione. ~

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Stefania Giannini Pag.90

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il manifesto #

Il ministero dell 'istruzione fa la parodia di uno stato totalitario: gli studenti

.non possono introdurre

nel sito Expo «concetti» non

autorizzati IL COMMENTO

Fabrizio Tonello pagina 5

LA CIRCOLARE SU EXPO

Laministra dei «concetti»

proibiti

Fabrizio Tonello

Gli hacker italiani sono tremen­di: sembra che nei giorni scor­si abbiano préso il controllo

non solo del sito dell'Expo ma perfi­no di quello del Ministero dell'Istru­zione, Università e ricerca. Su en­trambi i siti, infatti, compare un testò uguale, destinato alle scuole, dove si legge che all'interno del sito espositi-vo milanese «non è consentito intro-durre qualsiasi tipo di materiale stam-pato o scritto, contenente propagan-da a dottrine politiche, ideologiche o religiose, asserzioni o concetti diversi da quelli esplicitamente autorizzati dalle Autorità di Pubblica Sicurezza>>.

Dice proprio cosÌ: «asserzioni o

concetti diversi da quelli esplicita­mente autorizzati dalle Autorità di. Pubblica Sicurezza», il che impliche­rebbe che misteriose Autorità di Pub­blica Sicurezza possiedano una lista di «asserzioni e concetti autorizzath> e passino il loro tempo a confrontarla con tutte le innumerevoli asserzioni che proliferano su Facebook o Twit­ter, per verificame la congruenza. Ba­sterebbe Salvini a riempire le loro giornate lavorative, figuriamoci se poi si volesse controllare ciò che vie­ne detto o scritto nelle scuole italiane che, com'·è noto, contengono circa un milione di insegnanti e parecchi milioni di studenti.

di Giancarlo Pajetta da-tutte le scuole del Regno, anno 1927) sembra però che esista dawero e che non sia ope­ra di hacker perché è stata fatta pro­pria niente meno che da Maria Elena Boschi. TI Ministro per le riforme isti­tuzionali, palesemente non renden­dosi conto di ciò che diceva, ha soste­nuto alla Camera che «Expo Spa è una società privatID> e quindi «ai sen­si dell' articolo 1341 del codice civile, chiunque voglia accedere ad Expo de­ve sottostare al regolamento», C0111-

preso il divieto dei concetti non pre­ventivamente autorizzati.

Peccato che Expo non sia una so­cietà privata poiché i soci sono tutti pubblici, come ha riconosciuto espli­citamente il Consiglio di Stato in una sentenza del 4 febbraio scorso. E pec­cato che in Italia esista ancora un li­bercolo (che il ducetto maleducato e Maria Elena vorrebbero abrogare ma che per il momento resta ancora in vi­gore) dove all'art. 21 si specifica: «Tut­ti hanno diritto di manifestare libera­mente il proprio pensièro con la paro­la,lo scritto e ogni altro mezw di dif­fusione». Si chiama Costituzione del­la Repubblica Italiana.

Il che significa che se i deliri dell'Expo e del Miur, palesemente ispirati ai testi di golpisti cileni O ar­gentini sono reali, ci sarebbero parec­chie persone che dovrebbero pren­dersi una lunga vacanza alle Antille: da Giuseppe Sala (commissariO del governo e amministratore delegato di Expo) a Stefania Giannini (mini. stro dell'Istruzione) fino alla già cita­ta Boschi che ignora non solo la natu­ra giuridica dell'Expo ma perfIno l'abc del libretto su cui ha giurato en­trando in carica il 22 febbraio 2014.

Data 22-05-2015 Pagina 5 Foglio 1

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Questa improbabile parodia di ~ uno stato totalitario, dove occorre im- ~c bavagliare ogni studente che manife- o

sti un «morboso interesse per le q~- {l stioni politiche e sociali» (come reci- ~ tava la motivazione dell' espulsione 'g

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Stefania Giannini Pag.91

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n Sole9]{l mmrn

Le vie della ripresa NODO

La firma tlel dello Stato Mattarella ha firmato il decreto Testo pubblicato sulla Gazzetta di ieri

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22-05-2015 8 1 /2

I La partita sulle modifiche

I Sindacati favorevoli alla flessibilità ma no di Camusso a «misure estemporanee»

Pensioni, sui rimborsi calcoli in due tempi Restituzioni medie al 22% per gli assegni più bassi e al 5,5% per quelli più ricchi

Gianni Trovati MILANO

li meccaIÙSmo dei rimborsi per la mancata rivalutazione delle pensioni scritto nel decre­to pubblicato ieriserain Gazzet­ta Ufficiale divide il passato in due tempi, e proprio questo "doppio passo" consente al Go­vernodilimitareidanniperilbi­lancio pubblico: e, quindi, di contenere i rimborsi.

Il primo tempo è rappresen­tato dal 2012-2013, cioè gli anni in cui l'intervento scritto nel «sal­va-Italia»targatoMontihacon­gelato tutte le pensionisuperio­ria trevolteilminimo, vale adire da 1.443 euro lordi in su. Per re­cuperare ex post quegli aggior­namenti superando il blocco bocciatodallaCorteCostituzio­nale, il decreto riprende la scala progressiva introdotta dal Go­verno Letta, ma accentua le di­stanze fra un livello di pensione

EFfmonsco Il rimborso al40%sulle indicizzazioni 2012-2013 potrebbe salire a150% in virtù di un meccanismo di tassazione più favorevole

e l'altro. In questo modo, per la fascia chevada1.443 a1.924euro lordi(quattrovolteilminimo),il meccanismo scritto nel decreto approvato lunedì riconosce un rimborso del 40%: al netto del fisco il rapporto potrebbe salire però oltre il 50%, visto il mecca­nismo di tassazione separata che caratterizza gli arretrati e che si rivela più favorevole di quello ordinario, perché appli­ca l'aliquota media e non quella marginale (cioè più alta per la singola fascia di reddito) ed esclude le addizionali locali. Con la scala iper-progressiva scrittaneldecreto,lequotesidi­mezzanoquandosipassadauna fascia di pensione a quella suc­cessiva, fmo ad azzerarsi quan­do si superano i2.886 euro lordi al mese (sei volte illninimO).

Il secondo periodo parte nel 2014 quando è entrata in campo larivalutazione-Lettacheperòè stata applicata sugli importi

"congelati" nel 2012-2013. Se il blocco cancellato dalla Consul­tanonfosse intervenuto, questa rivalutazionesisarebberivelata quindi un po' più generosa: una pensione20nda1450 euro lordi, per esempio, è arrivata tale e quale al 2014, eharicevutounin­cremento deIl'l,I%, ma senza il congelamento dei due anni pre­cedenti la base sarebbe stata di 1483 euro, Il decreto riconosce questo "effetto trascinamento", con un meccanismo che in pra­tica, stando almeno alle bozze circolate fmora, supera nelle fa­sce di pensione più basse gli ef­fetti che si avrebbero avuti sen­za il blocco: per la pensione da 1450eurolordi,ladifferenzanel 2014-2015 fra l'indicizzazione verae quella che ci sarebbe stata senza il precedente intervento di Monti è di 27,1 euro in tutto, mentreildecretoneproduce45· Ma qui il compito è più facile perché le cifre sono più piccole,

anchegraziealfattochelafrena­ta dcll'iIÌflazione ha tagliato an­cheil tasso dirivalutazione delle pensioni (quello provvisorio per il 2015 è dello 0,3%, ma do­vrebbe essere ulteriormente li­mato allo 0,2% a consuntivo). Qpesta divisione in due tempi, però, evita di replicare anche sul 2014 e 2015 il rimborso delle mancate rivalutazioni degli an­ni precedenti: dal momento che proprio il 2012 e il 2013 harmo rappresentato il periodo recen­te apiùaltainflazione (e quindi a maggiore rivalutazione teori­ca), questo meccanismo abbat­te i costi, e finisce per abbassare i rimborsi complessivi verso quota 22% rispetto agli arretrati per le fasce di pensione più bas­se fra quelle interessate dal me c­canismo, e attorno al 5.5% per quelle più alte: anche in questo caso, i rapporti al netto delle im­poste crescono per effetto della tassazione separata

[email protected] { R~PRODUZlONERI5ERVATA

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Lavoro e previdenza Pag.92

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n Sole9]{l mmrn

Tre ipotesi di indennizzo

• CASO 1 (in euro)

Pensione mensile 2011

Mancata rivalutazione 2014* -~-- -"--"--

Mancata rivalutazione 2015**

TOTALE

RIMBORSO

• CASO 3 (in euro) Pensione mensile 2011

-- 1.450 .• CASO 2 (in euro)

Pensione mensile 2011 I

TOTALE I Mancata rivaMazi .. me 2012-2013 2012* :W13

1.598,7 I

635,8 i RIMBORSO

12,0 Mancata rivalutazione 2014* --_ ..... - -----

12,0 + 3,1 Mancata rivalutazione 2015**

27,1 TOTALE

45,5 RIMBORSO

~ 2.700

Mancata rillalufazione /lIlam:ata rivalutazione TOTALE 2012* 2013 2012-2013

2.976,8

RIMBORSO 295,1

Mancata rivalutazione 2014* 11,1

Mancata rivalutazione 2015** 11,1 + 3,1

TOTALE 25,3

RIMBORSO • 20,8

Data

Pagina

Foglio

22-05-2015 8 2/2

2.200

TOTALE 2012-2013

2.425,6

481,4

13,6

13,6 + 3,8

31,0

34,1

(*)-Le man~ate rivalutazioni 2012 e 20-14 vanno calcolate due volte perché i loro effetti si ripetono rispettivamente nel 2013 e neC2-01s{**)Calcolo effettuato in relàzioneatl'intero anno

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Lavoro e previdenza Pag.93

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n Sole9]{l mmrn

Cantiere pensioni. In autunno le misure sulla flessibilità

Per le uscite anticipate Paletti non esclude l'opzione contributivo Davide Colombo Marco Rogari

_ Entrerà nel vivo dopo l'estate in vista della stesura della prossi­ma legge di stabilità. Ma la partita sulle modifiche alla riforma delle pensioni targata F omero non so­lo è già cominciatamafaregistra­te i primi posizionamenti tattici. Mentre il ministro Giuliano Po­letti per i casi di uscite anticipate non chiude affatto la porta al­l'adozione del metodo contribu­tivo anche per la parte attualmen­te retributiva degli assegni (sulla falsariga della cosiddetta "opzio­ne donna"), il presidente della commissione Lavoro del Senato, Maurizio Sacconi (Ap), deposita un disegno di legge in chiave "flessibilità". Che ha molti punti di contatto con un'altra proposta dilegge già presentata alla Came­ra per il Pd da Cesare Damiano, Marialuisa Gnecchi e Pier Paolo Baretta. In entrambi casi è previ­sta una correzione della "Fome­ro" per consentire a chi è in pos­sesso di almeno 35 anni di contri­buzione il pensionamento antici­pato da 62 anni in su con una penalizzazione delz% l'anno fmo a unmassimo dell'8%.

La maggioranza insomma sembra di fatto già compattarsi nonsoloperrafforzarel'ipotesidi rendere più flessibile la "Fome­ro"ventilatadallo stesso premier Matteo Renzimaanche per man­dare un messaggio a palazzo Chi­gi: il sistema di uscite anticipate deve essere imperniato su un meccanismo che prevede penali­tà progressive dell' assegno e non su un ricalcolo in chiave "contri­butiva".Quest'ultimasoluzione potrebbe però essere al centro della proposta che sarà presen­tate entro il prossimo mese dal presidente dell'Inps, Tito Boe­ri, anche per recuperare risorse da destinare al reddito minimo per le fasce più povere, com­presi gli over 55 senza ricolloca-

zione nel mondo del lavoro. A confermare indirettamente

che anche quella del ricalcolo con il metodo contributivo degli assegni per chi esce prima è una delle opzioni sotto la lente dei tecnici del Governo è Poletti: «È una dellelOo ipotesi, al momento non è escluso nulla. Stiamo ap­profondendo». Poletti conferma che le eventuali correzione della legge Fomero prenderanno for­ma con la legge di stabilità e ag­giunge: «QuandoilGovemoavrà tutti gli elementi, incontrerà le parti». Ma da i sindacati arriva uno stop. Con Susanna Camusso (Cgil) che dice no «a provvedi­menti estemporanei».

L'idea della flessibilità in uscita

SACCONI Convergenza tra la proposta del senatore di Ap con quella del Pd «Damiano-Ba retta»: uscita da 62 anni con penalizzazione al2-8%

piace comunque ai sindacati. Il Dd! presentato da Sacconi con­tiene anche misure «per sostene­re l'accantonamento previden­ziale in occasione della materni­tà» e «promuovere l'allunga­mento della vita attiva». Intanto daidatifornitidalCnelinun'audi­zione alla Camera emerge che le donne sono penalizzate nel trat­tamento pensionistico: inmediai loro assegni sono del30%inferio­ri a quelli degli uomini.

Quanto al decreto-indicizza­zioni, varato dopo la pronuncia dellaConsultaesucuiincombeil rischio ricorsi anche alla Corte europea diStrasburgo, il testo ha ricevuto ieri il sigillo del capo dello Stato per poi essere pubbli­cato sulla Gazzetta ufficiale con il numero 65.

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La partita sulle lnodifiche Sindacati favorevoli alla flessibilità ma no di Camusso a«misure estemporanee»

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I Definito il passaggio dalla carta al web: la documentazione richiesta sarà emessa istantaneamente in formato pdf

I Il Dure online parte dalI o luglio l Il ministro Paletti: «Se qualcosa andrà storto verifica manuale da parte dell' ente»

Massimo Frontera ROMA

. Conto alla rovescia per il Dure on line. Il passaggio dalla carta al web del documento uni­co di regolarità contributiva scatterà dal primo luglio.

Lo ha promesso il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, che ieri ha spiegato le principa­li novità della semplificazione, la quale attende (da un anno) un decreto attuativo. «Il decre­to sarà pubblicato sulla "Gaz­zetta" del primo giugno, dalla pubblicazione scattano 30 giorni per l'entrata in vigore: quindi si partirà dal primo lu­glio», ha detto il ministro, af­fiancato dai presidenti di Inail, Inps e Casse edili, cioè gli enti coinvolti nella procedura.

Il passaggio dalla carta al web porterà grandi vantaggi. Ci sarà unsolo Durc, rispetto ai quattro tipi oggi vigenti, per varie fun­zioni. E ci sarà un unico periodo di validità: 120 giorni. Per fare un esempio, andrà in soffitta il Durc specifico per i lavori edili privati, che vale 90 giorni.

Ma la vera rivoluzione è nei tempi e nella modalità del rila-

scio. IlDurc -se tutto filerà liscio - sarà emesso all'istante e in for­mato pdf stampabile. E potrà es­sere chiesto direttamente dal­l'impresa(odaunsuodelegato). Larichiestasaràfattada un pun­to di accesso creato sui portali di Inps e Inail (ma non delle casse edili). Tutto questo, appunto, dal primo luglio prossimo.

Previsto un solo documento di regolarità contributiva rispetto agli attuali quattro tipi e un unico periodo di validità pari a 120 giorni

La richiesta avverrà tramite l'inserimento di un'unica chia­ve: il codice fiscale dell'impresa (il sistema renderà possibile la procedura alla sola azienda in­teressata). Il click fa scattare l'interrogazione telematica del­le banche dati di Inps, Inail e Casse edili. A quel punto, se l'impresa risulta in regola con tuttii versamenti, vienerestitui­to il Durc, abbinato a un codice.

Il codice servirà allaPa, per veri­ficare l'autenticità del Durc.

Q].testa, in sintesi, la procedu­ra, sempre che non sorga qual­che problema, com'è probabil­mente prevedibile. È stato lo stesso presidente dell'Inps, Ti­to Boeri, a mettere le mani avan­ti: «Qualche imprevisto lo tro­veremo», ha ammesso, ricor­dando anche la mole dei numeri in gioco. «Nel 2013 e nel 2014 ci sono state in media circa 5,5 mi­lionidirichiestediDurcpercia­scunanno -ha riferito Boeri -ma nei primi tre mesi di quest'anno ci sono state già 2 milioni di ri­chieste, il che significa, che en­tro l'anno potrebbero esserci 8 milioni di richieste». Nelle spe­rimentazioni finora fatte sono stati verificati oltre un milione di codici fiscali di imprese, di cui 160rnila del settore dell'edilizia.

Il caso più temuto dalle im­prese è quello del Durc negato ingiustamente. L'impresa, cioè, risulta irregolare e invece non lo è. In questo senso si guarda soprattutto all'Inps, che ha la banca dati di gran lunga più grossa, complessa e stratifi­cata. A puntare il dito sull'Inps

sono i consulenti del lavoro. «Gli archivi dell'Istituto non sono aggiornati in tempo rea­le», ha denunciato in una nota Vincenzo Silvestr( vicepresi­dente dei professionisti.

La soluzione? L'ha spiegata lo stesso Poi etti. «Se qualcosa vastorto ci sarà una verificafat­ta manualmente dall'ente inte­ressato, e l'impresa riceverà una risposta entro 72 ore», ha assicurato il ministro.

In altre parole, se uno degli enti (ma il problema, come si di­ceva, è soprattutto dell'Inps) dovesse dare semaforo rosso, scatta la verifica manuale, en­tro 3-5 giorni, seguita da una co­municazione all'impresa. Se l'irregolarità viene confermata, l'impresa avrà 15 giorni per met­tersi in regola. La validità del Durc partirà dalla data della re­golarizzazione, ma la scadenza resta fissata ai 120 giorni con­teggiati dalla richiesta. Sarà possibile chiedere un solo Durc ogni 120 giorni. Il decreto in «Gazzetta» sarà accompagna­to da ben quattro circolari: Wel­fare, Inps, Inail, Casse edili.

©RIPRODl/ZlCJNE RISERVATA

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COBBIEBE DELLA SEBA

Oltenrl e il tassista

«Gli ho chiesto di mio suocero e dei suoi 1.100 eur(tal mese» di Em.esto Menlc:ucd

Pronto, Stefano? «Sl, Marcucilli Stefano, taxi

Elba 4l. come me non c'è . nessuno . .,» .

Lo sa di essere famoso? «Davvero? Veramente già lo

ero. una settimana fa ho salvato un cliente che ha avuto un infarto proprio sul mio taxi. Da allora ci sentiamo tutti igiomi ... ».

Veramente cl riferivmno all'moontro col premier 'Matteo Renzi, a due passi da PalazmChigi ••.

«Ah, quello? L 'ho visto, l'ho chiamato. Volevo farlo già da tempo».

PerdirgJi? «Gli ho chiesto della

,pensione di mio suocero, che . prende 1.100 euro al mese . .volevo sapere se avrà il rimborso. Renzi dice di no»,

n premier l'ba convinta? «Sì. Sono convinto che a

mio suocero gli hanno fatto fuori duemila euro .•. ».

Come è andata? (~ando ha visto che era in

difficoltà. l'ha buttata sul calcio: "Sei della Roma? Sarai contento oggi?" (la Lazio. la sera prima, ha perso la Coppa Italia contro la Juventus, ndr) . Anch'io ho scherzato: "E tu ci vai a Berlino a tifare la Juve?". Renzi è furbissimo, altro che fiorentino, pare più naPoletano ... Mi ha tatto il gioco delle tre carte».

Ci tolga una curiosità: per chi vota?

«Cinque stelle. Mi piace molto Alessandro Di Battista. Ma sono arrabbiato anche con loro: non hanno deciso niente, l'estanofuori da ogili scelta impolltante».

Non lecbiedo degli altri partiti allora •.

<<Il Pd è finito con la storta del Monte dei Paschi, Forza Italia è sparita. Q!lesto èU nostro Paese: quasi quasi me ne vado in Australia da mio fratello».

Se rivedesse Renzi? «Lancio Una provocazione.

Se il premier mi incontrasse a tu per tu glieli spiegherei io i problemi di Roma ... ».

@RIPRODUZIONERISEl/VA.TA

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Pensioni anticipate, !'ipotesi del ricalco lo Paletti: cento opzioni allo studio, anche il conteggio sulla base di tutti i contributi versati TI premier: la riforma a settembre, il tema c'è. E l' Ocse segnala l'aumento delle disuguaglianze

ROMA La mQdifica della legge FQmerQ, CQn il PQssibile pen­siQnamentQ anticipato. in cam­bio. di un assegno. ridQttQ, è «un tema vero, che c'è», seCQn­do. il premier MatteQ Renzi. «Se però lo. diciamo. adesso. sembra che sia un'QperaziQne di cam­pagna elettQrale» ha spiegato. ieri alla direziQne del Pd. La ve­rità è che la legge di' Stabilità che dQvrebbe raccQgliere la prQPQsta finale arriverà a set­tembre. Le idee al mQmentQ SQnQ anCQra cQnfuse. Lo. ha ammesso. ieri il ministro. del Welfare, Giuliano. PQletti, quando. ha affermato. che !'ipo­tesi di calcQlare tutta la pensiQ­ne CQn il metQdQ cQntributiVQ per cQnsentire l'uscita antici­pata rispetto. all'età di vecchia­ia, al mQmentQ tra le più accre­ditate, «è ùna delle. 100 ipQte­si». Sempre ieri, mentre illea­der della Cisl, Anna Maria Furlan, reclamava una' CQnVQ­caziQne dei sindacati sulla fles-

sibilità, il presidente della cQmmissiQne LaVQro del Sena­to., Maurizio. SaccQni (Ap), ha presentato. un disegno. di legge delega sul tema che ricalca quello. presentato. alla Camera da Damiano., Gnecchi e Baretta. <dI cQllega Pizwlante - ha detto. SaccQni -lo. sta presentando. al­la Camera». n disegno. di legge ipQtizza la PQssibilità di pen­siQnamentQ anticipato. sulla base di due requisiti minimi, 62 anni di età e 35 anni di CQn­tributi, CQn una penalizzaziQne annua del 2% fino. a un massi­mo. dell'8%. Intanto. Renzi mi­sura in prima persQna l'effetto. esplQsivQ dell'annuncio., fatto. lunedì SCQrSQ, sull'apertura del cantiere della flessibilità: nes­suno. parla più della sentenza della CQnsulta sul mancato. adeguamento. pensiQnisticQ, che era piQmbata CQme una mina sui cQnti pubblici. Ma an­che le proteste sulla sQluziQne trovata CQn il decreto., un mini-

rimbQrsQ per 4 miliQni di pen­siQnati, sembrano. Qscurate. Per Renzi pare nQn esistano.: «Intanto. abbiamo. recuperatQ due miliardi di euro. e li diamo. a quei quattro. miliQni di citta­dini che ne hanno. titQIQ» ha riassunto. ieri. Un risultato. PQ­sitivQ che assQcia ai primi frutti del JQbs act sull'QccupaziQne: <<Per 20. anni - ha affermato. a Vicenza in un inCGntrQ elettQ­rale per le regiQnaliin Veneto. -la classe dirigente italiana si è dimenticata di una generaziQ­ne. Dare lavQro a tempo. inde­terminato. è la cosa più di sini­stra che PQtevamQ fare. Oggi l'Qccupazione sta crescendQ».

L'Ocse, QrganizzaziQne inter­nazio.nale, in un rapPQrtQ pre­sentato. ieri, ha Po.sto però l'ac­cento. sulle diseguaglianze eco.­nQmiche: in Italia il 10% più riCCo. della Po.Po.laziQne guadagnava nel 20.13 undici volte di più del 10.% più PQvero, co.ntro ilg,6 del­la media Ocse. Lo. studio. SQtto.li-

e Secondoil e Il presidente

4 la vicenda ministro del della ~

Welfare Commissione e Il possibile Giuliano Poletti Lavoro del

per cento pensionamen- l'ipotesi più Senato

annuo to anticipato in accreditata è Maurizio

l'ammontare cambio di un quella di Sacconiha

della riduzione assegno calcolare tutta presentato un

delle entrate ridotto la pensione con disegno di

per le famiglie (modificando la il metodo legge delega

più indigenti legge Fornero) contributivo che ipotizza la

tra il 2007 è allo studio per consentire possibilità di

eil2010 del governo l'uscita pensionamen-

secondo uno anticipata to anticipato

studioOcse e Dovrebbe rispetto all'età sulla base di essere la legge di vecchiaia due requisiti di Stabilità a ------ minimi: 62 anni settembre a di età e 35 anni raccogliere la di contributi, proposta finale. con una Le idee non penalizzazione sono ancora annua del 2% chiare. fino a un ------- massimo

deU'8%

nea che la diseguaglianza in Ita­lia «è aumentata dalla metà de­gli anni 80», CQme in Germania, Usa, Gran Bretagna, Francia e

Spagna. Da nQi la crisi ha Co.lpito. maggiQrmente le famiglie a bas­so. reddito., le cui entrate SQnQ scese del 4% medio. annuo. tra il 2007 e il 20.10., mentre il reddito. medio. to.tale è sceso. del 2% e quello. delle famiglie più ricche dell'l%. L'indice Gini, che misu­ra le differenze nella distribu­zio.ne della ricchezza, è salito. nel periQdo. 2007-20.11 di tre punti ed è il 60 più alto. d'EurQpa e il 13 o dell'Ocse. Ieri le assQciazio.ni del terzo. settQre co.nfluite nel­l'Alleanza co.ntro. la PQvertà han­no. chiesto. a Po.letti di acco.gliere nella prossima legge di Stabilità la IQro. proPQsta sul Reddito. di InclusiQne sQciale che cQmbatte proprio. le disparità.

Antonella Bac:caro © RIPRODUZIONE RISERVATA

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COBBIEBE DELLA SEBA

Cnel

Uomini e donne, nel reddito previdenziale, divario del 300/0

TI reddito da pensione delle donne è in Italia mediamente del3Q% inferiore a quello degli uomini. Lo ha sottolineato ieri il presidente del Cnel, il Consiglio nazionale dell'Economia e del Lavoro, Antonio Marzano, in un'audizione alla Camera. L'importo medio mensile

. degli assegni previdenziali è pari a 1.547 euro per gli uomini (7.306-408 pensionati) e a 1.081 euro per le donne (8.451.218 p~nsionate). L'effetto è che nella gestione privata la classe di

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pensioni di importo minimo (fino a 499 euro) riguarda il 34% degli uomini e ben il 57% delle donne, mentre la classe di importo massimo (3.000 euro e oltre) riguarda il 3,4% degli uomini e lo 0,2% delle donne. Nel settore pubblico il divario di genere si riduce quasi a zero per la classe di importo minima ma si ripresenta per la classe di importo massimo (14% degli uomini contro il 2,3% delle donne).

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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COBBIEBE DELLA SEBA Quotidiano I Data

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Una legge sugli straordinari a casa. Via mai! Gli Usa verso il riconoscimento del lavoro «in remoto» su pc e smartphone. TI caso francese

Dopo la Germania e la Fran­cia, anche gli Stati Uniti si muo­vono verso una nuova defini­zione dei confini del tempo la­vorativo, reso sempre più espanso dalle tecnologie mobi­li. È in discussione al Diparti­mento del Lavoro una legge che permetterà agli americani di essere ricompensati per il la­voro straordinario, al momen­to possibile solo per coloro che guadagnano meno di 455 dol­lari alla settimana (il 22% della forza lavoro). Secondo il Wall Street Joumall'aumento degli aventi-diritto porterà a benefi­ciare del Fair Labor Standards Act tanti dipendenti abituati a

44 Per cento La quota di maggiorenni americani che ha risposto a un sondaggio delPew Research Center di svolgere attività lavorativa anche oltre il tempo preposto

operare attraverso computer e smartphone, inaugurando un nuovo terreno di scontro con i datori di lavoro.

Stando a un'indagine del Pew Research Center, il 44% de­gli americani svolge attività la­vorativa oltre il tempo prepo­sto. E se è vero - come ricorda il WSJ - che la metà degli in­tervistati è convinto che la tec­nologia li aiuti a operare me­glio, per il 35% c'è stato un in­cremento delle ore lavorative.

Fino a oggi sono stati i giudi­ci a regolare, di volta in volta, i confini. Ne1200gl'azienda tele­fonica T-Mobile ha dovuto elargire molto denaro ai suoi

addetti commerciali, ai quali è stato chiesto di lavorare dalle lO

alle 15 ore al giorno, rispon­dendo sempre alle telefonate e allemail dei clienti. All'ammi­nistrazione di Chicago le man­sioni extra (via smartphone) della polizia cittadina sono co­state circa 100 milioni di dollari solo nel 2013. In Europa ha fat­to discutere, nel 2014, l'accordo tra i sindacati francesi e una fe­derazione di aziende che ha ga­rantito a 250 mila dipendenti il diritto di non controllare le mail fuori dall'orario. In Ger­mania diverse aziende si sono attivate per migliorare l'equili­brio lavoro-vita privata e il mi-

nistro del lavoro Andrea Nahles sta spingendo per l'introduzio­ne di <<regole anti-stress» per i dipendenti.

In Italia non sembra esserci nessuna discussione. Lo con­ferma 'l'iziano Treu, ex mini­stro del Lavoro, che vede nei pc e negli smartphone strumenti per certificare la quantità di la­voro effettuato: «Il controllo sullo straordinario può essere difficile - ha detto al Comere - ma i lavoratori oggi possono dimostrare più facilmente di aver svolto mansioni "a distan­za" al di fuori dell'orario pagato regolarmente» .

Serena Danna W@serena_danna

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Lavoro e previdenza Pago 100

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COBBIEBE DELLA SEBA

~ll,coriftfD*lpomo ,

IL DECREtO·' CHÈMÀNCA PERDARLAVORQ Al GIOVANI

i~hialllt~soU4ti.rj~tà e$Pan~iv4ien~lla., .. ' s~~6nedella'«iipresa

senza1avoto» è una , ., ...• vaiilfbfleilU;~i<~~to, Letose stan1:lQ q(J$l! . Telecom hqiléci$t).~tiI?ia~ di ~sunz~ni.!li4mila .. Unttà'Ù1'4Wìnf' . partir~é{sp,ett(1, quando ys{ir4~~qtJJjitQ) decret9a~~~l~J:To~~i'; actegqptl' .' 1l1e'@.~ sètitto.C . .nte.;.· .' ~.. .qy;a~i·W~J.e:,.:· gmndi ........ ' . . a,vrebberoJJis~od:f;lar'j.i eniraregil),flllni' . eiiliurre . . a

Stat~.dovte . ~e quistaU~oJfo--· . corrispondere il 70% d~ll~ paga rid()tm _.ùiVl>,Tatore, iI9uah!contn~uirebbe con

. un'autorlduzione.delao% limitata al solo reddito (e non alla contribuzione). Owiamenteper accett~re di guadag1!cl1rrnemlull' . '.' lavoratotetléVe pensare che la propria,$celta sertl.e.a riqprire icaJlcrllU p.i gibttani e quindi deve accettare di entrare in una logica di

sistema.! ritardi del governo apercQ~re la stradadeUa solic1aÌ'jetÌl espansilul.sono d()1{uti al costo den~(JperUzi(n~e eaI giudizi(J.della ~qnèli4 generale. Chipar,teggiàper questa solt(zil;me invit.a però a ten.er c.ontoçhecòn la «vecchia) soliàarietQ lo Stato era mero pagatore' mentrein.questocaso le erogazioni per ridurre l'orario verrebbero c(Jmpensatdn.parte ., dall'Irpej'e dal contributi pagatiperfnuovia~unti. Il.periodo di llttua,zfQne dello.scrtrrib.io. s nell'ordip.e ~... ' .. .e nelfratternPo ilricam1)io potreblJe.esl;;ere aiutato .daU'aumentQ.4(.qU~l«tf;he . in gergovienecltt{tmc,tta ·la .. '. ,'{<plafea,pe'!lSfonabtle» • . .

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Lavoro e previdenza Pago 101

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LA SPESA SOCIALE

Qyelle regole (troppe e confuse) sulle pensioni di Sergio Rizzo

Per la previdenza, l'Italia spende tanto. La cosa peg­

giore, però, è che spende male: tra baby pensioni, assegni d'oro, vitalizi immotivati, jl si­stema è pieno di assurde dispa­rità e folli contraddizioni. Un guazzabuglio di privilegi cui si mischiano ingiustizie che ri­guardano giovani e precari. Per questo i correttivi vanno stu­diati: etp.fretta.

a pagina 29 a pagina 10 Baccaro

DI Frlschla, Menkuccl

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I PRIVILEGI INSOSTENIBILI

PENSIONI, UN GUAZZABUGLIO IMPRIGIONA ILP AESE di Sergio Rizzo

Contraddizioni L'Italia spende per la previdenza più di ogni altra nazione avanzata. Non solo: lo fa male, perché le categorie forti si sono fatte regole più vantaggiose degli altri Una legge ha regalato migliaia di contributi a politici e sindacalisti

Stime Secondo l' Ocse le. nostre uscite sono pari al 14% del Pii, contro una media del 7,2

D ice l'ex commissario oggi sarebbe quella di limitarsi telefonici, i pareri del consiglio gurativi. Ma guai a toccarli. Su­

. alla spending re- a tappare i buchi aperti nel Qi- diStato che l'hanno concessa ai bito i beneficiari insorgono a view Carlo Cottarelli lancio pubblico dalla sentenza commissari delle authority (al- difesa dei presunti diritti ac­che ·l'ltalia spende della Consillta, senza coglierne cuni sono consiglieri di Stato), quisiti e dell'autodichia: princi­

. per la previdenza il il messaggio profondo. Cioè i codicilli che consentono ai di- pio in base al quale la politica 16,5 per cento del Prodotto in- che un sistema così pieno di as- pendenti di Camera e Senato di decide per sé in totale autono­temo lordo, record continenta- surde disparità e folli contrad- andare ancora in pensione a 53 mia e le sue decisioni non sono le assoluto. L'Ocse calcola inve- dizioni alla lunga npn potrà anni con assegni superiori allo sindacabili. ce che sia pari al 14 per cento, reggere. stipendio, o che hanno rinviato Un enorme guazzabuglio nel ma contro una media dei Paesi 10 sosteneva già nel 1997 un di otto anni l'applicazione della quale privilegi, clientele e assi­indtistrializzati del 7,2. Si tratta ben più giovane Stefano Fassi~ riforma contributiva Dipi per i stenzialismi si mischiano a or­di stime contestate da molti na allora impegnato nella bat- dipendenti della Regione Sici- ribili ingiustizie che riguarda­esperti, nonché dai sindacati, taglia «meno ai padri, più ai fi- liana ... Oppure i prepensiona- no soprattutto i giovani e i pre­con la motivazione che nel cal- gli» di blairiana (e anche dale- menti senza soluzione di conti- cari. Il tutto basato su un prin­derone figurano voci diversè miana) memoria: «11 problema nuità, grazie a cui abbiamo po- cipio di fondo: l'assenza per la dalle pensioni. Tenendo conto prinCipale è smantellare un s1- ligrafici pensionati dall'età di maggior parte delle pensioni di ciò, e la tesi, si avrebbe un ri- stema previdenziale corporati- 52 anni mentre i manovali so- pagate oggi e ancora a lungo silltato in linea con il dato me- vo e iniquo. In Italia ci sono no costretti a volteggiare sui nel futuro di qualunque rap­dio europeo, ogni allarme è cinquantadue regimi pensioni- ponteggi fino a 67. E poi le fur~ porto con i contributi versati. quindi infondato. stici diversi, e ciò è dovuto al bizie piccole e grandi occilltate Dice tutto il rapporto presenta-

Resta però un fatto. Fra il fatto che le categorie più forti si nelle pieghe delle normative, to da Antonietta Mundo al con-2001 e il 2011, prima del blocco sono fatte regole migliori ri- grazie a cui un avvocato comu- gresso nazionale degli attuari degli adeguamenti all'inflazio- spetto a quelle più deboli». nale ha potuto riscuotere una di due anni fa. Nel 2015 le pen­ne decretato da Monti e boccia- Una verità illuminante, pur- pensione tripla rispetto allo sti- sioni contributive sono appena to dalla Corte costituzionale, la troppo, ancora oggi. L'elenco pendio. O i meccanismi curiosi 1'1,196 del totale, contro 1'86,996 spesa pubblica al netto degli di quelle regole, molte abolite delle casse autonome, ognuna di quelle retributive pure. Ma interessi è salita in termini reali dalle varie riforme ma che an- delle quali segue proprie rego- ancora nel 2050 non raggiun­di circa 62 miliardi di euro: di cora dispiegheranno i propri le, come quella dei giornalisti. geranno che il 40,496. questi, ben 57 miliardi per il effetti per decenni, è stermina- Per non parlare della miriade Con la popolazione sempre solo capitolo «Protezione so- to: Ci sono le leggi che hanno di pensioni bassissime distri- più anziana, il lavoro sempre ciale», rappresentato per la garantito le baby pensioni, i buite a pioggia senza un solo più intermittente, e i versa­stragrande maggiorànza pro- trattamenti privilegiati dei mi- contributo versato, come pure menti contributivi sempre me­prio dalle pensioni. Sono dati litari e l'assegnò sociale da su- degli assegni di invalidità, cre- no ricchi. Renzi ora promette della Ragioneria, facilmente bito ai dipendenti pubblici che sciuti del 5296 in dieci 1!flllÌ. Con flessibilità. Benissimo. Ma cer­verificabili. Dai quali si desume non avevano accumulato un il risilltato che oggi in Italia c'è to non basta. Per quanto pos­che quel capitolo rappresenta~ minimo di contributi. C'è la una pensione di invalidità ogni siamo ancora permetterci un va, nel 2011, oltre il 40 per cento legge Mosca che ha regalato 21 abitanti. sistema simile? Non sarà il caso della spesa pubblica comples- migliaia di trattamenti previ- Su tutto, la politica: vitalizi di studiare, e in fretta, i corret": siva. Che si spenda tanto e sem- denziali a politici e sindacalisti parlamentari che si possono li- tivi.necessari? Forse non lo pre di più, dunque, è accertato. sillla base di semplici dichiara- beramente cumulare a vitaliZi dobbiamo ai nostri figli? Peggio ancora, però, spendia- zioni avallate dal partito o dal regionali, a vitalizi europei e a © RIPRODUZIONE RISERVATA

mo male. Anzi, malissimo. Per sindacato. Ecco quindi le rego- pensioni regalate a lor signori questo la cosa peggiore che la lette ch~ hanno. sp~~cato l~ d~ con~buenti. con il.me~c~-classe politica potrebbe fare strada alle penslOlD d oro del rusmo odioso del contributi fi-

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COBBIEBE DELLA SEBA

Sentenza Consulta: la rinuncia dei pensionati Mi riferisco all'articolo di Salvatore Bragantini

(Corriere, 17 maggio) che, a partire dalla dichiarata volontà.di Luciano Bortolus di rinunciare agli arretrati che l'lnps è tenuto a versare a lui e ad altri che rientrino nelle condizioni previste dalla decisione della Consulta, si chiede se non possa lo Stato aiutare questo gesto, che potrebbe essere imitato da altri, offrendo loro la possibilità di trasferire in un apposito fondo pubblico gli arretrati non incassati, e contabilizzando in tal modo !'introito dell'operazione tra gli incassi dell'anno, per valorizzare i nostri disastrati conti pubblici in sede europea. Mi permetto di ricordare che a questa idea si dedica tenacemente fin dal 1993 l'Associazione per la riduzione del debito pubblico, che nel sito www.ardep.itfornisce un'ampia documentazione delle riflessioni e delle azioni con cui, a partire da un iniziale provocatorio «volontariato fiscale», il sottoscritto prima, e poi numerosi soci, cercano di convincere i concittadini ad assumere atteggiamenti e comportamenti responsabili di fronte al debito e all'ingiustizia che ne è causa ed effetto.

Dovemmo convincere anche il Tesoro ad accettare in uno specifico capitolo, anche i «versamenti volontari», nel Fondo per l'ammortamento dei titoli di Stato: fondo che da

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20 anni chiediamo inutilmente che si chiami Fondo per la riduzione del debito pubblico. Il Corriere del 29 gennaio 1994 pubblicò questa

• notizia: «La Giuria (della Buona Notizia, ndr) del Corriere segnala un'associazione per ridurre il debito pubblico. Mobilitiamoci tutti contro la bancarotta dello Stato». Incoraggiati da una serie di riconoscimenti, tra cui quelli di Scalfaro, Dini, Ciampi, dall'adesione di cinque consigli comunali, e dall'interesse di parte della stampa, tenE;!mmo l'assemblea di fondazione in Campidoglio il15 dicembre 1995 e ci impegnammo per l'aggancio" dell'Italia all'euro.

È triste, e coerente solo per chi vuole uscire

dall'euro, minacciare l'occupazione di Palazzo Chigi, se il governo non rimborserà tutti fino all'ultimo centesimo. Luciano Corradini, presidente onorario Associazione

per la riduzione del debito pubblico

La vostra iniziativa è meritoria, ma le nuove tecniche informatiche mettono a disposizione di chi abbia fantasia molti strumenti di grande efficacia anche simbolica, per di più in grado di destinare i fondi a utilizzi scelti dai cittadini, entro una gamma definita dallo Stato. In tale ambito grandi sono le possibilità del crowdfunding.

Salvatore Bragantlni

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la Repubblica

Rimborsi per decreto in tasca dal l agosto tra 200 e 600 euro a testa Ecco, secondo il testo definitivo, come sarà la restituzione ai pensionati di quanto pelSO tra il 20 12 e il 20 15

ROMA. I rimborsi per gli arr~ trati delle pensioni oltre tre vol­te il minirno, paria 1.443 euro al mese lordi, resi necessari dalla sentenza della Cortecostituzi<r nale, andranno per il quadrien­nio 2012-2015 dai 574 ai 226 euro, al netto delle tasse. Sono questi i primi calcofrdella Cgia di Mestre, effettuati sulla base della bozza del decreto legge in arrivo in Parlamento.

Il provvedimento, varato con urgenza dal governo, costerà 2,1 miliardi (rispetto ai 17,6del rimborso integrale) e circa 500 milioni per il Utrascinamento" a partire dal 2016. L'arretrato 2012-2015, di quattro anni, sarà corrisposto, sotto forma di una tantum, dal primo agosto.

Prendendo ad esempio una pensione di 1.600 euro lordi (paria 1.264net­ti) si può calcola-

. re che per la mancata indiciz­zazione del bien­nio 2012-2013 saranno restitui­ti 702 euro. A a questa somma vanno aggiunti 43 euro del biennio 20142015 dovuti al mancato "trascina­mento". Intutto 745 euro. Masi tratta di una cifra lorda, al net­to delle tasse (l'aliquota sosti-

tutiva si calcola sulla media d~ gli ultimi due anni) ,il recupero chesi troverà sulla pensione del primo agosto sarà di 574 euro. Si scende a 409 euro netti per una pensione lorda di 2.300 eu­ro e a 226 euro per chi ha una pensione di 2.600 euro lordi. Sopra i 2.886 euro lordi cessa la restituzione.

Dopo giorni di polemiche il meccanismo scelto, come an­nunciato dal governo, sceglie la via del rimborso parziale e del­la progressività, dividendo l'<r perazioneintrepacchetti.Ilpri­mo riguarda gli arretrati relati­vi al biennio 2012-2013, ogget­to del blocco completo delle in­dicizzazioni operato dal gover­no Monti. Il rimborso viene articolato per fasce di reddito: fino a tre volte il minimo resta

l'indicizzazione totale del 100 per cento (che non è mai stata intaccata); si procederà poi con un rimborso del 40 per cento dell'indicizzazione per le pen­sionifra tre e quattro volte il mi­nimo (cioè tra 1.443 e 1.924eu­ro lordi); si passerà al 20 per cento tra le quattro e le cinque volte il minimo (cioè tra 1.924e 2.045 euro) e si concluderà con unrimborsodel10percentotra le cinque e le sei volte il minimo (ovverotra2.045e2.886euro ).

n secondo blocco riguarda il biennio 20142015. Durante questo periodo l'indicizzazione c'è stata (è stata reintrodotta dal governo Letta alla fine del 2013), ma manca il cosiddetto "trascinamento", cioè quella parte di indicizzazione che sa-

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Tito Boeri. oresidente Inps

rebbe scattata se la base di par­tenza (2012-2013) fosse sta­ta più alta. An­che il ristoro di questa porzione sarà parziale: sarà cioè del 20 per cento delle percentuali fis­sate dal decreto per il biennio 2012-2013 (ov­vero il 20 per cento di 40, 20e 10). Dunque le pensioni avran­no un ulteriore recupero rispet-

to all'indicizzazione in essere, che sarà decrescente in funzi<r nedelreddito,pariall'8,al4e2 per cento dell'inflazione.

Il terzo blocco riguarda il 2016. Anche in questo caso è necessaria una maggiorazione per compensare il mancato "trascinamento" degli anni precedenti. Analogamente in questo caso si tratterà di una quota ridotta, ma più generosa del 20142015: invece del 20 per cento si elargirà il 50 per cento.

Cosa succederà dal 2017? Probabilmente verrà ristabili­to il meccanismo pr~20 11, an­t~blocco, che prevedeva solo tre fasce di indicizzazione ( con scaglioni: 100 per cento fino tre volte, 90 per cento sulla quota compresa tra tre e cinque volte, 75 per cento superiore a cinque volte il trattamento minimo), di conseguenza potrebbe tor­nare l'indicizzazione anche per i redditi più alti.

© RIPRODUZIONf RISERVATA

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la Repubblica

Quanto viene restituito ai pensionati Restituzione della mancata perequazione anni 2012 e 2013 ed effetto trascina mento 2014 e 2015, valori in euro

Pénsi;)he lorda men$l\~

1.600

2.300

Il calcolo dellRPEF è stato effettuato ipotizzando la tassazione separata di quanto viene restituito al contribuente

FONTE: Ufficio Studi CGIA

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LA STAMPA

Contributivo per chi lascia prima il lavoro Poletti: è una delle idee Stiamo verificando l'impatto sui conti

Barbera, Lepri, Martini e Russo ALLE PAGINE 10 E 11

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Calcolo integrale col contributivo tra le ipotesi per anticipare la pensione il ministro Poletti: "È una delle cento idee, stiamo verificando l'impatto sui conti" Renzi : "Cassa integrazione dimezzata e più occupati". La Cgil: "Mistifica i dati"

PAOLO RUSSO ROMA

«E' una delle cento ipotesi», ha specificato quasi a voler spe­gnere la miccia il ministro del lavoro, Giuliano PoI etti. Ma certo è che l'idea di calcolare in base ai contributi versati an­che la parte retributiva potreb­be ridurre al lumi cino l'assegno di chi decidesse di mettersi an­zitempo a riposo. Altro che i 40 euro in meno della nonna che vuole accudire i nipoti, portati ad esempio da Matteo Renzi.

Del resto per capire cosa di­venta la pensione con il contri­butivo basta interrogare sui nostri futuri trattamenti il "pensionòmetro" del sito Inps e vedere la rendita ridursi fino al 50% rispetto all'ultimo sti­pendio. Tutta un'altra sforbi­ciata rispetto al taglio del 2% l'anno per chi anticipa fino a 62 anni il pensionamento come proposto nel disegno di legge

evidente che il

I dilemmi passaggio dal vecchio sistema retributivo al

ha lasciato nuovo contribu-tivo integrale

il lavoro riduce la rendita fino al 50% rispetto all'ulti-

_ Il «pensio- mo stipendio

nometro» che compare sul sito dell'lnps ha reso

_ Secondo

dal duo "Damiano-Baretta". Che come conferma il sottose­gretario all'Economia, resta una delle opzioni sulle quali si sta ragionando a via XX set­tembre. «Stiamo facendo i con­teggi, magari servirà una pe­nalizzazione maggiore», spie­ga Baretta. Che in alternativa rilancia anche l'idea del presti­to Inps sulla pensione futura per chi decide di lasciare, «ma non prima dei 62 anni». Un an­ticipo che potrebbe aggirarsi sui 700 euro da restituire a pic­cole tranche con i futuri asse­gni di quiescenza.

Sull'opzione calcolo integra­le con il contributivo, «stiamo valutando molte variabili che riguardano l'efficiacia, l'equità del sistema e l'impatto della fi­nanza pubblica», ha invece confermato Poletti. Anche se i tecnici della Ragioneria fanno presente che calcolare la pen­sione in base ai contributi non sarà facile.

Comunque che il governo voglia pensarci su l'ha detto a chiare lettere proprio il Pre­mier. Che, dal palco di Vicenza (campagna elettorale per la Moretti), ha trovato anche il modo per una polemica con i sindacati sempre legata ai con­ti pubblici. «I numeri della cas­sa integrazione in quest'ultimo anno sono dimezzati, mi piace­rebbe ci fosse più soddisfazione da parte dei sindacati. I sinda­cati possono detestare me, ma il fatto che ci sia la metà della cassa integrazione è segno che ci sono persone che possono tornare a lavorare». Immedia­ta la replica della Cgil. «I dati "dimezzati" a cui fa riferimento il presidente del Consiglio si ri­feriscono alla cassa in deroga e non al complesso della cassa integrazione e l'lnps stesso certifica che il calo è dovuto al mancato rifinanziamento di ta­le ammortizzatore da parte del governo. La campagna eletto-

rale non giustifica la mistifica­zione». Polemiche a parte, an­che per il premier, sono le pen­sioni il tema economico centra­le. «E' un tema vero che c'è, pe­rò se lo diciamo adesso sembra che sia un'operazione da cam­pagna elettorale. Sul dare un pochino più di flessibilità alla Fornero sono molto ottimista che si possa fare durante la leg­ge di stabilità», ha specificato.

Escludendo «ricadute sulle regionali» a causa della restitu­zione "una tantum" che, secon­do gli ultimi calcoli, sarà limita­ta al 40% dell'aumento dei prezzi per i trattamenti da tre a quattro volte il minimo, per poi scendere in picchiata al 20% per quelli fino cinque volte il minimo e al 10% per quelle fino al sei. Dal 2016 il decreto, firma to ieri da Mattarella, prevede invece che il recupero dell'in­flazione 2012-2013 per quelle oltre tre volte al minimo salga al 50%, al quale aggiungere il 95% del caro vita 2015.

il disegno di (da restituire) dei prezzi alle legge proposto _ In alternati-da Damiano va, Baretta sole pensioni

e Baretta per propone l'idea _ La «una più basse

rendere del prestito Inps tantum» decisa flessibile l'età sulla pensione dal governo della pensione, futura per chi dopo la chi anticipasse decide di lascia- sentenza il ritiro a 62 anni re, «ma non della Corte perderebbe prima dei 62 costituzionale soltanto il2 anni». t:anticipo restituisce per cento potrebbe essere solo il 40% dell'assegno di 700 euro dell'aumento

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LA STAMPA

Previdenza Come funziona

il sistema IIIIIIIIIIII Il sistema retribu­tivo si applica alle an­zianità contributive maturate fino al31 di­cembre 2011 dai lavo­ratori con almeno 18 anni di contributi al31 dicembre 1995. Secon­do questo sistema, la pensione è rapportata alla media delle retri­buzioni degli ultimi anni lavorativi. Per questa ragione il tota­le della pensione ero­gata all'ex lavoratore è molto più alto dei con­tributi effettivamente versati. IIIIIIIIIIII Il sistema contri­butivo si applica agli assunti dal primo gen­naio 1996, e nel calco­lo dell'assegno si tiene conto dei contributi effettivamente versati attraverso un coeffi­ciente di trasformazio­ne che sale all'aumen­tare dell'età di pensio­namento. IIIIIIIIIIII Il sistema misto si applica invece a chi il 31 dicembre 1995 aveva meno di 18 anni di contributi e, a de­correre dal primo gennaio 2012, anche .ai lavoratori con an­zianità contributiva pari o superiore a 18 anni. In questo caso il calcolo avviene in par­te con il metodo retri­butivo, in parte con il contributivo .

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LA STAMPA Quotidiano I Data

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"In Italia ill00Jo ricco ha 11 volte il reddito dell00Jo più povero"

LOcse: la crisi ha colpito di più gli strati sociali più bassi

Più che l'in eguaglianza in sé, in Italia la lunga crisi ha fatto aumenta­

re la povertà. Questo ci dice l'Ocse (l'organizzazione pari­gina che studia le economie dei Paesi avanzati): ne vede le cause soprattutto nel lavoro dei giovani pagato poco e in un sistema tributario incapa­ce di andare incontro a chi guadagna poco. «Meno disu­guaglianze fanno bene a tut­ti» è il titolo del rapporto uscito ieri; in questo ordine di idee ragionano sia il Fondo monetario sia la Banca mon­diale sia l'Ocse, ormai distan­ti dalle mode di vent'anni fa secondo cui per diventare più efficienti occorreva inve­ce rinunciare all'equità. Troppe persone che restano

indietro, si sostiene ora, fan­no all'economia un danno permanente.

La crisi ha aggravato ten­denze già forti prima: «nella maggior parte dei Paesi, il di­vario tra ricchi e poveri è al livello più alto degli ultimi 30 anni». Non si tratta solo, dice l'Ocse, dell'arricchimento dell'l% che sta in cima, con­tro il quale si volgono i movi­menti di protesta: occorre piuttosto capire perché stanno fermi o vanno indietro gli strati bassi, un ampio 40%.

Tra Paese e Paese ci sono poi grandi differenze. Al con­trario degli Stati Uniti, in Italia il fondamentale indice di disu­guaglianza (elaborato cent'an­ni fa da un connazionale, Cor­rado Gini) non è peggiorato molto negli ultimi tempi, dopo il balzo che aveva fatto negli anni '90. Il divario è però supe­riore agli altri Paesi europei, in parte a causa di difetti del fisco e del welfare.

Peggiora parecchio da noi,

invece, un indice di povertà che l'Ocse ha elaborato per l'occasione: povertà non relati­va al resto della popolazione ma ancorata al limite di pover­tà esistente prima della crisi. Nella classifica negativa siamo al quinto posto fra i 34 Paesi membri dell'Ocse. Certo, c'è chi sta peggio: la Grecia nel 2007 aveva un indice simile al nostro, ora ce l'ha doppio.

Nel 2013, il 10% più ricco de­gli italiani aveva un reddito 11 volte maggiore rispetto al 10% più povero. La crisi ha colpito più gli strati più bassi della po­polazione: -1% di perdita di reddito per il 10% più ricco, -4% per il 10% più povero. In­teressante notare che nella Spagna di oggi da alcuni indi­cataci come modello le cose sono andate assai peggio, -13% per i più poveri.

E però non è la povertà che molti si immaginano. I sistemi previdenziali si sono dimo­strati efficienti: nella gran par­te dei Paesi, e anche da noi, gli anziani sono stati relativa-

la ricchezza in Italia -_--=-- 61,6% Come è distribuita la ricchezza netta, che è la somma del valore di tutti i beni (mobili e immobili, finanziari e non), detratte le passività (debiti)

_Quota r-::- ~-- -l di ricchezza - -- -- --- -I 20.9% . ~---~

"~ Quota di italiani

I PIU' RICCHI posseggono 1/5 della ricchezza totale in Italia

0,4%

1%

mente protetti dalla crisi (al contrario di quanto sembrano ritenere i giudici della Corte Costituzionale). Gran parte dei danni si sono invece scari­cati sui giovani.

In Italia, i più deboli sono og­gi rappresentati spesso da gio­vani famiglie, anche con bam­bini, dove un lavoro precario è la fonte di reddito principale. Qui altri pezzi del nostro Stato si dimostrano inefficienti: fisco e strumenti di assistenza pub­blica «non riescono ad allevia­re la condizione dei lavoratori poveri» mentre nella media degli altri Paesi ci riescono per «circa un terzo» tra essi.

L'Ocse ci manda una lista di consigli che puntano sul lavo­ro, non su soluzioni di assisten­za generalizzata come il «red­dito di cittadinanza» caro al Movimento 5 stelle. Ovvero: tassare meno o soccorrere i redditi da lavoro bassi, sposta­re il peso del fisco dal lavoro verso i consumi e i patrimoni, aiutare il lavoro delle donne sia con orari flessibili sia con asili nido e assistenza agli anziani.

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IL MESSAGGIO DI SALOLE: GOVERNI E ISTITUZIONI DEVONO IMPARARE A COLLABORARE

Filantropia, risorsa per gli Stati Si chiude oggi a Milano la conferenza dell' European Foundation Center, che riunisce le principali fondazioni internazionali. Tra i temi affrontati, sostenibilità ambientale e disoccupazione giovanile

DI MARIA ELENA ZANINI

Si chiude oggi a Milano quella che potrebbe es­sere definita come la set­timana della filantropia,

con oltre mille rappresentanti delle principali fondazioni in­ternazionali passati nella città. Più di 200 hanno presenziato lunedì e martedì alla «Global alliance for the future food» or­ganizzata in collaborazione tra Fondazione Cariplo e Agropolis Foundation. Mentre da merco­ledì fino a oggi la ventiseiesima conferenza dell' Efc (European Foundation Centre, 1'organizza-

zione con sede a Bruxelles che della disoccupazione giovanile abbiamo molti progetti che lo riunisce le principali istituzioni e il tema dell'immigrazione, dimostrano, come 1'housing so­filantropiche internazionali) ha soprattutto quella dei minori. ciale». La filantropia è dunque riunito, in sinergia con Expo «La peculiarità del filantropo una grande risorsa per i gover-2015, più di 700 filantropi per moderno» ha commentato Ser- ni, Italia compresa. «Il successo riflettere su «come la filantropia gio Urbani, segretario generale dei progetti filantropici dipende possa sostenere i protagonisti della Fondazione Cariplo, sem- dalla capacità di creare insieme del cambiamento di domani e pre a Class Cnbc, «non sta nei e condividere obiettivi con tutti le comunità, affiancare 1'espe- soldi che mette a disposizione, gli attori. Dobbiamo lavorare rienza e le risorse dei policy- ma nella capacità di risolvere i perché tale valore sia compreso» maker e delle aziende, e quindi problemi di cui nessuno si oc- puntualizza Salole. «In Italia le contribuire a un futuro più so- cupa. La Fondazione Cariplo fondazioni fanno innovazione, stenibile per tutti» per dirla con per esempio, che eroga ogni ma occorre tempo. A volte ci le parole di Gerry Salole, chief anno circa 150 milioni, ora vogliono anni per vedere i ri­executive di Efc, intervistato sta facendo questo sforzo per i sultati dell' azione filantropica». da Class Cnbc. Tra principali giovani, la loro formazione e il (riproduzione riservata) temi affrontati, la sostenibilità loro impiego; anche la cultura, ambientale e i conseguenti pro- su cui investiamo molto, può getti da realizzare, il problema dare lavoro ai nostri giovani e

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Quotidiano Data 22-05-2015 Pagina 6 Foglio 1

La Consulta, cassando il blocco delle pensioni, ha lasciato il varco alle interpretazioni

Una sentenza dura ma adattabile Che, in definitiva, finisce per tener contro dei vincoli

DI FRANCESCO DAMATO selo dire, convinti come sono nali, figuriamoci cosa potrà coniugare il valore irrinun­di esserne lodevolmente e provocare in una campagna ci abile dell'equità sociale, permanentemente estranei. elettorale generalizzata una pur al netto delle torsioni

Se sono passati circa trè anni perché la Corte Costituzionale bocciasse il blocco im­

posto dal governo tecnico di Mario Monti alle pensioni superiori ai 1400 euro e rotti al mese, rigorosamente lor­di, dovranno probabilmente passarne altrettanti per co­noscere la sorte che i giudici del Palazzo della Consulta, prevedibilmente destinati dai già annunciati ricorsi ad occuparsi di nuovo del problema, riserveranno alle misure adottate dal governo, questa volta tutto politico, di Matteo Renzi. Nel frattem­po chissà cosa sarà accaduto alla Corte, con l'avvicenda­mento dei giudici via via scaduti. L'opinione prevalsa, peraltro di strettissima mi­sura, sul blocco del governo Monti potrebbe risultare as­sai diversa sull'altro blocco delle pensioni targato Renzi: blocco, sì, perché pur sempre di questo si tratta, sia pure a livelli diversi.

Ma oltre agli umori e alle opinioni della Corte Costituzionale bisognerà ve­dere quali saranno gli umori e le condizioni del Paese, da cui i giudici della Consulta non riescono ad affrancarsi, anche se non vogliono sentir-

Ma dimentichi del merito decisione sul nuovo blocco e demagogiche che lo snatu­che essi stessi, ogni tanto, si sulla liquidazione quasi sim- rano, con quelli altrettanto attribuisco~ bolica, e una tantum, degli irrinunciabili della legalità, no, al parI arretrati a quattro milioni intesa come conformità alla di ciò ch~ di pensionati che si consi- legge ordinaria, e della legit-accade nel derano probabilmente più timità intesa come confor-tribunali con beffati che fortunati. A meno mità ~i principi costituzio-l'appli~azio- che la Corte non cederà alla nali. Principi tuttavia che gli ne e l'r~ter- tentazione opportunistica stessi giudici della Consulta pretazlon~ di rinviare tutto a dopo le finiscono spesso per rendere delle leggI elezioni. elastici come elastici sono ordinarie, di Una percezione comun- diventa'ti i poteri del capo a c c o m p a - que si sarà nel frattempo dello Stato per l'uso che ne gnare e as- consolidata, anche a causa hanno fatto i vari presiden-secondare dei vincoli ti della Repubblica secondo l'evoluzi0!1e economici e la loro personalità ~ le circo-d~lla SOCI~- finanziari de- stanze, spesso drammatiche, ta, speCIe rivanti dalla nelle quali si sono trovati ad sul terreno partecipazio- esercitàrli. di quelli che ne all'Unione La stessa bocciatura ve~g.on? ?e~ Europea e alla del blocco delle pensioni fimtI dIrittI gestione che si che era scattato nel 2012 è civili. Fra tre fa dei parame- stata deliberata dai giudici anni, poi, po- tri comunitari della Consulta con moti-tremmo essere in campagna c o n c o r d a t i vazioni e riferimenti alla elettorale per il rinnovo della n e Il ' o r m a i gradualità degli interventi Camera dei Deputati con il lontano 1992, fra le cui pieghe ha potuto cosiddetto Italicum, ammes- tanto supera- maturare la decisione del so che si riesca a passare da ti da essere governo di vanificare gran un Senato elettivo ad uno de- stati definiti parte delle attese create rivato dai Consigli regionali. «stupidi» da con la clamorosa decisione Se la bocciatura del blocco un europeista della Corte. Una decisione delle pensioni del 2012 ha convinto come che il giudice emerito, cioè creato tanto sconquasso Romano Pro- ex, Sabino Cassese ha li-politico in questi giorni di di, già pre- quidato sul Corriere della campagna elettorale per il sidente della Sera come una «scivolata», rinnovo di sette Consigli re- Commissione di Bruxelles. indispettendo non pochi dei gionali e di poco più di due- È la percezione, a dir poco giudici più o meno felice­mila amministrazioni comu- inquietante, di non poter più mente in carica.

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l dipendenti delle Entrate a risparmio energetico

Un dipendente green, che abbia a cuore il risparmio energetico, che non faccia telefonate private, che se­gnali le condotte illecite interne al proprio posto di lavoro e che non esprima giudizi lesivi dell'immagine dell'Agenzia delle entrate. Sono questi alcuni dei tratti principali delle nuove regole di condotta dell'anuuini­strazione guidata da Rossella Orlandi che per la prima volta vengono raccolte in un codice di comportamento. n testo posto in bozza sul sito dell'Agenzia è ora in fase di stesura finale e dà attuazione organica alle nonne di comportamento dei dipendenti delle pubbliche ammi­nistrazioni e delle nonne anticorruzione. La violazione alle nonne del codice, si legge nella prima pagina del documento, costituisce violazione disciplinare.

Rispetto alle nonne di comportamento per gli altri dipendenti della pubblica amministrazione il codice presenta delle peculiarità proprie per l'Agenzia delle entrate.

In particolare è prevista una nonnativa specifica sulle incompatibilità e i conflitti di interessi, in quanto il per­sonale dell'Agenzia non deve svolgere attività o presta­zioni che possano incidere sull'adempimento corretto e imparziale dei doveri d'ufficio, e non deve esercitare, a favore di terzi, attività di consulenza, assistenza e rappresentanza in questioni di carattere fiscale tribu­tario o tecnico.

Inoltre il personale dell'Agenzia deve comunicare al responsabile dell'ufficio tutti i rapporti diretti o indi­retti di coÌlaborazione con soggetti privati in qualunque modo retribuiti che lo stesso abbia avuto negli ultimi tre anni.

Sul fronte anti corruzione, il dipendente dovrà ri-

Quotidiano Data 22-05-2015 Pagina 29 Foglio 1

spettare i due piani il nazionale e i triennale per la prevenzione messi a punto dall'Agenzia segnalando le eventuali difficoltà incontrate nell'adempimento delle prescrizioni e le altre situazioni di rischio riscontra­re, è individuato un responsabile per la prevenzione della corruzione che dovrà compiere un monitoraggio annuale sull'attuazione del codice, pubblicando sul sito dell'Agenzia i risultati conseguiti.

Nell'utilizzo degli strumenti infonnatici niente uso personale e quindi download di programmi o di file esterni né tantomeno di utilizzare gli strumenti infor­matici dell'Agenzia al di fuori delle autorizzazioni e per motivi estranei ai doveri d'ufficio.

Un vero bon ton è riservato alle disposizioni che rego­lano i rapporti del dipendente dell'Agenzia delle entrate con il pubblico. n personale dell'Agenzia, nell'adempi­mento del servizio, ispira la propria condotta non solo ai principi di legalità, imparzialità e buon andamento ma anche ai principi iscritti nello statuto del contri-buente. .

Deve rispondere alle e-mail con la diligenza del buon padre di famiglia con un linguaggio comunicativo e com­prensibile, deve avere capaci-tà di ascolto e dare prova di equilibrio.

Nei rapporti con gli organi di informa­zione bocche cuci- , te. È fatto, infatti obbligo di segreto d'ufficio e di ri­servatezza per le notizie e le infor­mazioni apprese nell'esercizio del-le loro funzioni.

Cristina Bartelli

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Quotidiano Data 22-05-2015 Pagina 31

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Per gli assegni rmo a 1.500 euro

• perequaZlone al 1000/0 per

passato, presente e futuro

Cirioli a pago 31

Foglio 1

In G.U. (e già in vigore) il decreto legge 65/2015 sul riconoscimento dell'indicizzazione

Salve le pensioni fino a 1.500 € Nuova perequazione al 1000/0 per il passato e ilfuturo

DI DANIELE CmIOU perequazione. Le novità sono favore della cig in deroga (cas-sintetizzate in tabella, con un

Salve le pensioni fino a confronto tra nuove norme sa integrazione guadagni) per 1.500 euro, fuori dalla (colonna «dI Renzi») e regole il se~re della. pesca. .. rivalutazione gli onore- vigenti (colonna «Ilormativa»). ~Iso~se, al contrattI dI voli. Alle prime pensio- L'operazione, in sintesi, appa- o S?bdaneta. L'~rt. 4, anc?ra,

ni,infatti,lanuovaperequazio- re una redistribuzione negli dispoI?-e 10os~Zl.~ento di ul­ne non fa tagli riconoscendola anni: al riconoscimento della tenon 70 millOru di euro a fa­in Inisura piena (100% Istat) perequazione per il biennio vore dei contratti di solidarietà per il passato, per il presente e 2012-2013 (in virtù della Corte di tipo B, quelli cioè che possono per il futuro. Gli onorevoli, in- costituzionale) è contrapposta essere sottoscritti da imprese vece, e quanti intascano vitalizi la riduzione della perequazione escluse dalla cassa integrazione perunacaricaelettiva,dovran- per il biennio 2014-2015 e dal (imprese alberghiere e termali no includere questa rendita nel 2016. Un esempio. Sulla penSio- pubbliche e private; aziende calcolo delliInite della pensio- ne di 1.600 euro (superiore a tre artigiane; imprese commerciali ne ai fini del riconoscimento volte il Ininimo) non c'è stata fino a 50 dipendenti ecc.). dell'indicizzazione che, in ogni rivalutazione per il biennio Da giugno l'Inps paga caso, spetta fino a 3 mila euro 2012-2013 in virtù della nor- ilIo. L'art. 6 dispone che, dal (e i vitalizi, in genere, sono d'im- ma dichiarata illegittima; per prossimo l° giugno, i tratta­porto superiore). A stabilir lo è il il biennio 2014:2015 invece la menti pensionistici, gli assegni,

pensione ha ricevuU; una ri~a- le pensioni e le indennità di ac­dl n. 6512015, in vigore da ieri, in G. U. n. 1HV2015. Perle altre lutazione del 95% dell'Istat (cioè compagnamento erogate agli pensioni è rivoluzione: sarà re- dell'1,05% nel 2014 e dell'l, 14% invalidi civili, nonché le rendite cuperato il biennio 2012-2013, nel 2015). In seguito al dl n. vitalizie Inail erogate dall'lnps ma per il biennio 2014-2015 si 56/2015 la pensione avrà ora sarannò messi a pagamento il restituirà parte della rivaluta- diritto a una rivalutazione per primo giorno di ciascun mese. zione già attribuita. il biennio 2012-20~3 dell'1,08% ~ el caso i~ giorno 1 sia u~

La nuova perequazione. (anno 2012) e dell1,20% (anno glOt;n0 fes~Ivo o I?-0n ban~abI­È l'art. 1 a disciplinare la nuo- 2013), ma dovrà rinunciare (se le, l ero~aZlone slitta ~ gIorno va perequazione, con queste così sarà, probabilmente farà ~UcceSSIV?, fatta .eccezlO~e pe~ novità: a) riformulazione delle l'Inps i conguagli) allo 0,97% di ~ mese di gennruo 2~16 ID cm misure di perequazione per gli rivalutazione per il 2014 (scen- ilpagamento a~errà il secondo anni 2012-2013; b) estensione de a 0,08% rispetto all'l,05% gIO~O bancabIle. A. ~e~rrere della perequazione 2012-2013 ottenuto) e all'l,05% per il dallann?2017,stabi?sceinfine

. . .. o'' ... 00 00 o 2015 (scende a 0,09% rispetto l'art. 6, I pagamenti verranno al biennio 2014-2015, ma in all'l, 14% ottenuto). effettuati il secondo giorno ban-Inisura ridotta del 20% per i Risorse per ammortizza- cabile di ciascun mese. trattamenti oltre tre volte il tori in deroga. Gli articoli 2 e n bluff sulla rivalutazio­minimo Inps; c) estensione 3 prevedono l'ennesimo stanzia- ne. Il «sistema contributivo» della perequazione 2012-2013 mento di risorse a favore degli prevede che la pensione sia de­a decorrere dal 2016, ma in ammortizzatoriinderoga.Uart. tenninata applicando l'aliquo­misura ridotta del 50% per 2 destina 1 miliardo di euro per ta fissata dalla legge sul totale i trattamenti oltre tre volte l'anno 2015 attingendo le ri- contributi versati durante la il minimo Inps; d) inclusione sorse al fondo Jobs act istituito vita lavorativa. Questo «totale» dei vitalizi derivanti da uffici dalla legge di stabilità del 2015 di contributi si chiama «mon­elettivi nel calcolo dell'impor- (legge n.190/2014). L'art. 3 inol- tante contributivo» ed è sog­to dei trattamenti ai fini della tre stanzia 5 Inilioni di euro à getto a rivalutazione annuale,

al tasso pari alla variazione quinquennale del Pil. A ottobre 20141'Istat comunicò che il tas­so, per l'anno 2013 (per andare in pensione nel 2015) era risul­tato per la prima volta di segno riduttivo dal 1996: 0,998073%, inferiore a «1» che garantisce l'invariabilità. Ciò avrebbe significato che il montante, anziché rivalutarsi, si sarebbe svalutato. L'lnps <congelò» la svalutazione, sostenendo che la legge n. 335/1995 non prevede l'applicazione di un tasso nega­tivo. Ora la questione viene «si­smata» con una norma: l'art. 5 stabilisce «il coefficiente di ri­valutazione (. .. ) non può essere inferiore a 1, salvo recupero da effettuare sulle rivalutazioni successive.» La soluzione, però, non «neutralizza» la rivaluta­zione negativa (come ha fatto l'lnps), ma la lascia ricadere sui lavoratori l'effetto negativo del PiI. Come? Semplicemen­te «spostandola» nel tempo, quando il Pil risulterà positivo e i montanti verranno rivaluta­ti, ma in misura inferiore (per recuperare il negativo degli anni precedenti).

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Quotidiano Data 22-05-2015 Pagina 35 Foglio 1 /2

Il contrasto interpretativo tra la dottrina e il legislatore sul dlgs

Jobs act~ usare con cura I tranelli del contratto a tutele crescenti

DI FRANCESCO LoNGOBARDI* E FRANCESCO SroLFA**

Come accade sempre più spesso negli ulti­mi anni, la rifurma le­gislativa operata con il

Jobs act e, in particolare, con il dlgs 25/2015 è stata accolta con sfavore dalla dottrina giuslavo­ristica e vista come un notevole arretramento rispetto ai livelli di tutela che erano assicurati dalla disciplina previgente. La maggior parte dei commenta­tori, quindi, si sta orientando verso un'esegesi dichiarata­mente orientata a limitare i danni, ossia a ridimensionarne la portata innovativa. Orien­tamento interpretativo che poi finirà per influenzare inevita­bilmente le pronunce della giu­risprudenza. Questo contrasto fra l'orientamento dellegisla­tore e quello degli interpreti più qualificati rappresenta un problema gravissimo per gli operatori professionali (im­prenditori e loro consulenti) i quali, nell'applicare quelle leg­gi, sono costretti a fare anche un po' da indovini, per tentare di prevedere i problemi che ne potrebbero derivare e per evi­tare di esporsi a rischi anche molto elevati. Vediamo allora di comprendere quali sorpre­se potrebbero emergere in sede interpretativa, rivelandosi vere e proprie trappole micidiali per imprese e consulenti; lo fare­mo tenendo conto del dibattito già emerso nei primi convegni scientifici svoltisi sul tema.

La trasformazione dei contratti a termine pre­esistenti: rischio eccesso di delega. Come noto, l'art. 1, comma 2, del dlgs 23/2015 prevede che la disciplina del cosiddetto contratto a tutele crescenti si applichi anche ai rapporti derivanti dalla con­versione a tempo indetermina­to di contratti a termine o di apprendistato stipulati anche prima dell'entrata in vigore del medesimo decreto legislativo. Ebbene, in alcune delle prime analisi in sede scientifica, è stata da più parti ipotizzata una illegittimità costituzionale

della nuova disciplina poiché il decreto legislativo, sul punto, avrebbe ecceduto la delega di cui alla legge 183/2014; questa, all'art. 1, comma 7, letto c), si riferisce, infatti, alle nuove as­sunzioni e non consentirebbe, quindi, di intervenire su con­tratti già stipulati prima della sua entrata in vigore. Diciamo subito che una simile inter­pretazione della legge delega appare piuttosto discutibile in quanto il riferimento ope­rato dal legislatore alle nuove assunzioni pare riferirsi chia­ramente ai contratti a tempo indeterminato e non certo alle varie forme di rapporti precari che in essi potrebbero conver­tirsi. A ciò si aggiunga che sco-

po evidente della riforma pare proprio quello di incentivare la sostituzione dei contratti pre­cari con quelli stabili e non si vede perché tale incentivo non dovrebbe operare anche nei confronti dei contratti precari già costituiti. A questo punto, però, indipendentemente dalla fondatezza o meno della que­stione, poiché le aziende han­no la possibilità di scegliere se operare la conversione dei contratti a termine e di ap­prendistato ovvero far cessa­re il rapporto per poi stipulare un nuovo contratto a tempo indeterminato, non pare pro­prio il caso di correre il rischio ed è consigliabile adottare la seconda soluzione per mera prudenza. Qualora, infatti, la questione venisse effettiva­mente sollevata e la Corte la accogliesse, magari a distanza di anni, ne deriverebbe l'appli­cazione della disciplina gene­rale sui licenziamenti a quei contratti che si era creduto di stipulare a tutele crescenti.

ma, infatti, non menziona più tipo di lettura, ripetiamo appa­quella in cui il contratto col- rentemente del tutto conforme lettivo o il codice disciplinare al testo legislativo, qualche aziendale puniscano il fatto imprenditore potrebbe quindi contestato con una sanzione essere indotto a utilizzare con meno grave del licenziamento. leggerezza il licenziamento di­Mantiene, invece, l'esclusione sciplinare. In realtà, le prime e della tutela reale solo nelle più qualificate analisi critiche ipotesi in cui sia stato provato hanno evidenziato che una in giudizio il fatto materiale simile lettura della norma dif­contestato, precisando, però, ficilmente potrebbe passare il che nessuna rilevanza dovrà vaglio della Corte costituziona­attribuirsi, a questo scopo, alla le o della Corte di giustizia eu­valutazione di proporzionalità ropea. Si stanno, invece, ipotiz­della sanzione-licenziamento zando altre interpretazioni che rispetto all'inadempimento. mirino a rendere il testo legi­Da una lettura della norma slativo più conforme ai principi strettamente legata al dato generali dell'ordinamento. In testuale si potrebbe, quindi, particolare, ci pare plausibile ricavare la convinzione che la pensare che il legislatore abbia reintegrazione resti esclusa eliminato il riferimento alla anche in presenza di inadem- contrattazione collettiva solo pimenti piuttosto lievi, sempre perché lo ha ritenuto inutile o che il fatto materiale contesta- comunque eccessivo conside­to sia stato provato in giudizio rando quanto già dispone in (e sempre che esso costituisca merito l'art. 30, comma 3, del­un inadempimento contrat- la legge 183/2010, che prevede: tuale). A titolo di esempio si «Nel valutare le motivazioni può pensare a un ritardo di poste a base dellicenziamen­mezza ora nell'inizio del lavo- to, il giudice tiene conto delle ro che costituisce certamente tipizzazioni di giusta causa e di un inadempimento alle obbli- giustificato motivo presenti nei gazioni derivanti dal contratto contratti collettivi di lavoro sti­di lavoro ma rispetto al quale pulati dai sindacati compara­la sanzione del licenziamento tivamente più rappresentativi non potrebbe certo considerar- ovvero nei contratti individuali si proporzionata; d'altro canto, di lavoro ove stipulati con l'as­un lieve inadempimento del sistenza e la consulenza delle genere è sicuramente sanzio- commissioni di certificazione di nabile secondo Ccnl e codice cui al titolo VIII del decreto le­disciplinare con una sanzione gislativo lO settembre 2003, n. di tipo conservativo. Ai sensi 276, e successive modificazioni. dell'art. 18, legge 300nO (come Nel definire le conseguenze da modificato dalla legge 9212012) riconnettere al licenziamento esso comporterebbe l'applica- ai sensi dell'articolo 8 della zione della tutela reale di cui legge 15 luglio 1966, n. 604, e al quarto comma. Secondo il successive modificazioni, il giu­nuovo decreto, invece, la valu- dice tiene egualmente conto di tazione di non proporzionalità elementi e di parametri fissati della sanzione rispetto all'ina- dai predetti contratti ... (omis­dempimento non può più as- sis»>. In effetti, il riferimento sumere rilevanza ma la norma operato dalla riforma Fomero consente neanche di far riferi- alle «previsioni dei contratti

Uillusione della liberaliz.. mento al Ccru e al regolamento collettivi ovvero dei codici di-zazione dei licenziamenti aziendale. Si potrebbe quindi sciplinari applicabili» appariva

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disciplinari. Nel testo del pensare, appunto, che la rifor- alquanto discutibile sia perché dlgs 2312015 compare una ri- ma escluda l'applicabilità della si sovrapponeva irrazional­levante novità rispetto a quello tutela reale anche in ipotesi di mente alla norma del collega­dell'art. 18, legge 300nO deri- inadempimento minimale, con to lavoro, sia perché finiva per vato dalla cosiddetta riforma conseguente applicazione del- rendere vincolanti per il giudi- ~ Fomero. Nel delineare le ipo- la sola tutela obbligatoria (che, ce (e per le parti) disposizioni ~ tesi in cui esclude, in caso di come noto, nei primi anni di la- contenute in contratti collettivi o

licenziamento disciplinare vorocomportail versamento di di natura privatistica o addi- {l illegittimo, la sanzione della indennizzi irrisori). Da questo rittura in non meglio definiti ~ reintegrazione, la nuova nor- 'g

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codici disciplinari (che di solito sono unilateralmente determi­nati del datore di lavoro). Molto più razionale appare, invece, il meccanismo normativo previ­sto dal collegato lavoro che non rende vincolanti le norme del CenI ma impone solo al giudi­ce di tenerne conto estendendo poi tale riferimento ai contratti individuali (in pratica a rego­lamenti disciplinari concordati

fra le parti) purché certificati nelle forme di legge. È possi­bile (anzi probabile),.quindi, che l'eliminazione nel dlgs 23 del riferimento regolamenti disciplinari sia solo apparente e che il giudice continuerà ad applicare la tutela reale non solo quando manchi la prova

del fatto materiale ma anche quando quel fatto sia punito con sanzioni minori nell'am­bito delle norme disciplinari (collettive o individuali) legit­timamente fissate.

Licenziamento per su­peramento del periodo di comporto. Anche su questo argomento un apparente alleg­gerimento della tutela potreb­be, in realtà, tradursi nel suo esatto contrario. Nella riforma, infatti, è stato rimosso ogni ri­ferimento al licenziamento 'per superamento del periodo di comporto che nell'art. 18 è sanzionato con la cosiddetta tutela reale parziale (reinte­grazione più risarcimento fino

Pagina a cura DELL'UFFICIO STAMPA

E RELAZIONI ESTERNE

DELL'ANCL,

AsSOCIAZJONE .s'AZIONALE

CONSULENTI DEL LAVORO

Tel: 06/5415742 www.anclsu.com

Quotidiano Data 22-05-2015 Pagina 35

a 12 mensilità). Ne deriva una forte incertezza sulla sanzione applicabile e qualcuno potreb­be essere indotto confidare in quella, meramente obbliga­toria, prevista per il licenzia­mento economico. In realtà, nei primi interventi della dottrina l'orientamento prevalente ap­pare esattamente opposto e, quindi, ancor più severo poiché si tende ad applicare la sanzio­ne della nullità per contrasto con l'art. 2110 cod. civ. Una tesi che appare convincente, attesa la rilevanza dei beni tutelati dalla disciplina violata e an­che alla luce del consolidato orientamento interpretativò secondo cui il licenziamento per comporto costituisce un

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terzium genus rispetto alla tradizionale distinzione fra giustificato motivo soggettivo ed oggettivo. Essa potrebbe quindi facilmente affermarsi in giurisprudenza. La nullità del licenziamento ex art. 1428 cod. civ. significa ovviamente totale inefficacia dello stesso e diritto del lavoratore licen­ziato al pagamento di tutte le retribuzioni maturate fino al ripristino del rapporto, con i relativi contributi, maggiora­ti di sanzioni per evasione. Il licenziamento per superamen­to del periodo di comporto va utilizzato quindi con estrema e, anzi, maggiorata prudenza.

* presidente nazionale Ancl-Su.

** avvocato componente Ufficio legale Ancl

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Centri impiego, risparmi con l'avvalimento

La soluzione per i dipendenti provinciali addetti ai cen­tri per l'impiego potrebbe essere immediata e semplice, con l'avvalimento.

Nel gioco a rimpiattino tra stato e regioni sul destino lavorativo dei quasi 20.000 dipendenti provinciali in so­vraunumero, dei quali circa 7.500 addetti ai servizi per il lavoro, la legge 1900014 potrebbe fornire la soluzione per eliminare da subito dalle spese delle province gli oneri connessi alla gestione dei centri per l'impiego, e alleviare in parte il peso insostenibile della legge di sta-bilità, svelato dalla deliberazione 17fl015 della sezione autonomie della Corte dei conti.

È l'articolo 1, comma 427, a offrire la soluzione tecni­ca immediata. Il comma citato dispone che «nelle more della conclusione delle procedure di )1Iobilità di cui ai commi da 421 a 428, il relativo personale rimane in ser­vizio presso le città metropolitane e le province con possibilità di avvalimento da parte delle regioni e degli enti locali attraverso apposite convenzioni che tengano conto del riordino delle funzioni e con oneri a carico dell'ente utilizzatore».

In parole più semplici, fino a che non sia istituita l'Agenzia nazionale per l'occupazione (della quale si sono perse le tracce), gli addetti ai servizi per il lavoro potreb­bero restare formal­mente alle dipenden­ze delle province, ma essere funzionalmen­te alle dipendenze delle regioni, che si avvarrebbero (con poteri ovviamente anche di indirizzo politico amministra­tivo) dell'attività lavorativa, e assun­zione degli oneri re­lativi.

Tale soluzione sgraverebbe immediatamente le province di un costo di circa 700 milioni di euro (dei quali circa 250 per il personale) e potrebbe dare fiato al sistema provinciale, a fortissimo rischio di andare incontro a diffusi dissesti finanziari, senza compromettere oltre la funzionalità, già molto compromessa, dei servizi.

Resterebbe, però, il problema più grave, quello appun­to dell'accollo dei relativi oneri finanziari. I 60 milioni messi a disposizione per il personale dei Cpi dal comma 428 della legge 190fl014, oltre a essere largamente in­sufficienti, sono di fatto evaporati, perché inutilizzabili senza violare le regole di impiego dei fondi europei.

Le regioni, per attuare l'avvalimento, dovrebbero, al­lora, finanziare da sé i servizi per il lavoro e addossarsi un onere di 700 milioni circa. E non ne hanno la mini­ma intenzione. In questo caso, anche giustificatamente. Sebbene, infatti, siano state le regioni, in attuazione del dlgs 469/1997, a trasferire alle province la gestione ope­rativa delle politiche attive per il lavoro, non hanno mai erogato alle province stesse alcuna risorsa finanziaria. Il finanziamento dell'attività dei servizi per il lavoro è sempre provenuto dallo stato, anche perché i centri per l'impiego derivano dalle vecchie sezioni circoscrizionali per l'impiego del ministero del lavoro.

Dunque, la stretta e corretta applicazione della leg-

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preleva forzosamente dalle province, in applicazione del dl6612014 e della stessa legge 190fl014. Le convenzioni tra stato e regioni, di cui si è parlato in questi giorni, avrebbero, allora, lo scopo di assicurare alle regioni il finanziamento statale per sostenere la spesa connessa all'avvalimento, aspettando il Godot dell'Agenzia na-zionale per l'occupazione. .

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ge Demo impone allo stato e non alle regioni di farsi ~ carico della spesa per i servizi per il lavoro, come del Q)

resto le regioni insistentemente puntualizzano in sede ~ di Conferenza. .8 {l

Lo stato, peraltro, avrebbe anche la fonte di finan- ~ ziamento:esattamente il carico da 1,575 miliardi che '6

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Page 102: SNALS Lombardia · Rassegna Stampa di Venerdì 22 maggio 2015 SNALS / CONFSAL Corriere della Sera 22/05/2015 SCIOPERO DEGLI SCRUTINI CONFERMATO C'E' LA FIRMA DI TUTTI I SINDACATI

Fca, arriva il premio produttività da 80 euro l'ACCORDO TORINO Arriva l'aumento di 80 euro per i lavoratori di Fca, cas­sintegrati compresi. È il primo pezzo della nuova strategia sul­la retribuzione messa a punto da Sergio Marchionne. L'accor­do raggiunto tra l'azienda e i sindacati prevede che con lo stipendio di maggio sia eroga­ta la prima tranche del premio di 330 euro collegato alla redditività: 77 euro per la pri­ma area professionale, 82,5 eu­ro per la seconda, 101,25 euro per la terza. La stessa cifra arri­verà nei mesi di luglio, ottobre e gennaio di ciascun anno di vi­genza del contratto.

Mancano all'appello i lavo­ratori di Cnh IndustriaI, Marel­li, Teksid e Comau, ma !'impe­gno è di mettere a punto anche per loro entro giugno un mo­dello retributivo analogo a quello di Fca. Il 28 maggio il presidente del Consiglio, Mat­teo Renzi, sarà a Melfi in visita allo stabilimento Fca e ad acco­glierlo ci sarà Marchionne. An­cora una volta l'accordo è stato raggiunto senza la Fiom.

Al termine dei quattro anni, con la retribuzione di marzo 2019, al raggiungimento degli obiettivi del piano, i lavoratori avranno un saldo, nella media, pari ad almeno 1.300 euro. Tali importi non saranno legati alla presenza e verranno corrispo­sti anche ai lavoratori in cassa integrazione. È stato definito anche un premio legato all'effi­cienza di stabilimento: sarà erogato a gennaio e varierà tra 1.100 e 1.580 euro per ciascun anno di vigenza del contratto.

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Italia, 1'1% possiede il 14% della ricchezza In Italia le diseguaglianze economiche e sociali si sono fatte più marcate con la crisi, soprattutto perchè la fascia più povera della società ha visto le sue risorse e il suo reddito ridursi nettamente. Nel nostro Paese, rileva un rapporto Ocse,la ricchezza nazionale netta è molto concentrata nella parte alta della graduatoria di reddito, con 1'1% più ricco che da solo ne detiene il 14,3 per cento, tre volte di più di quanto ne detiene il 40% più povero (4,9 per cento). Ungap che negli anni della crisi si è allargato, perchè la perdita di reddito disponibile per le fasce più svantaggiate della popolazione è stata quattro volte più intensa di quella registrata dalle fasce più elevate (-4% per il 10% più povero, -1% per il 10% più ricco). Questo divario si spiega in parte con l'aumento della diffusione dei posti di lavoro «non standard» (lavoro autonomo, tempo determinato, part time), e con la netta inferiorità dei guadagni che questi offrono.

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PREVIDENZA

Il fuoco «amico» sulla Consulta che ci difende

erila Corte costituzionale siè sve­gliata, ed èuscitadalla suafortez­za. L'ha fatto con un'intervista

spaventata del suo presidente Ales­sandro Criscuolo. Quelle dei suoi predecessori erano state di tutt' altro tenore. Costoro parlavano come se tenessero in testail cappello dall' alto pennacchio piumato e non scende­vano da cavallo. Alessandro Criscuo-

lo parlando con Aldo Cazzullo sulla prima pagina del Corriere della Sera ha tutt'altro tono. È un'intervista di­fensiva. Cerca alleati. Provaarompe­re l'accerchiamento.

d i Renato Farina

È il segnale di una gravissima crisi istituzionale non ancora giunta al diapason. In passato ( ... )

segue a pagina 2

QUEL FUOCO «AMICO» SULLA CONSULTA dalla prima pagina

( ... ) la Consulta è stata oggetto di critiche sferzanti da parte di Silvio Berlusconi. Manonhanno mai messo in discussione la legittimità di questo organo costituzio­nale. Denunciavano la sua composizio­ne squilibrata, a causadellastratificazio­ne di scelte da parte di presidenti dellaRe­pubblica che dal 1992 sono di sinistra che l'hanno preordinata a censurare qualsiasi legge incisiva provenisse dal centrodestra. Il governo Berlusconi ha dovuto fare i conti con uno squilibrio esa­gerato, per cui prevaleva enormemente il peso del contropotere rispetto al pote­re dato dal popolo sovrano al governo le­gittimamente eletto.

Adesso siamo in un altro film. La Corte costituzionale con la sentenza sull'indi­cizzazione delle pensioni, oggi è l'unico contropotere residuo dinanzi all' occupa­zione totalitaria del potere da parte del Giglio carnivoro. Questo stato di cose peggiorerà con l'abrogazione di fatto del Senato e con una legge elettorale cucita su misura per le ambizioni di Renzi.

Ora la Corte costituzionale sta suben­do un assalto di ogni genere, diretto ein­diretto, poiché ha osato scompigliare i piani del presidente del Consiglio. Ha avuto troppo coraggio nel considerare come sacro il diritto delle singole perso-

ne, mettendo in secondo piano il dise­gno politico di un esecutivo proteso a conservare solo se stesso. Adesso i giudi­ci sentono le cannonate addosso alle sue spesse mura, edevono scegliere se situar­si nella sala d'oro dei cortigiani di rango, o esercitare un ruolo di scomodarespon­sabilità verso la demo crazia di questo Pa­ese.

N ella sua intervista al Corriere della Se­ra, Criscuolo nonhasolo dovuto ricorda­re i' abc della nostra Carta fondamenta­le. Maanche l' onorabilitàdeigiudici, col­piti oggi sotto la cintura, con la regia non tanto segreta di Renzi. Fa tristezza legge­reladifesad'ufficio: «La Cortenonfapar­te della casta». O ancora: «Questa non è Paperopoli». Se una delle più alte cari­che dellaRepub blica è costretta arisp on­dere alla gogna mediatica, ripresa vigoro­samentedopo aver rotto le uovaalgover­no, non c'è grande speranza per il futuro dell'Italia.Aquesto hanno portato le con­tinueinvocazioni daparte di Palazzo Chi­gia «cambiare verso», nell' asfaltare tutto ciò che impedisce il pieno dispiegamen­to della propria volontà di potenza.

Pochi cercano di ristabilire la verità del­le cose. I tgdellaRai?Figuriamoci. Esem­pio. Nella sua conferenza stampa Mat­teo Renzi aveva promesso: «Il rimborso sarà garantito a3,7milionidipersone: da un minimo di 278 a 750 euro». Oggi sco-

priamo che il rimborso massimo sarà di 635,8 euro lordi. Per un netto pari a poco più di 500 euro. E che l'asticella finale, che circoscrive la platea dei possibili be­neficiari, è pari a un lordo di 37.700 euro annui. Un netto mensile dicirca2.000 eu­ro. E questi, secondo quel misto di classi­smo e di buonismorenziano, sarebbero i <muovi ricchi»!

Stiamo dalla parte della Consulta, che ha guardato ai pensionati italiani conilri­spetto che meritano, dopounavitadidu­ro lavoro. E contro chi cerchi di prenderli in giro, millantando un bonus che ha, in­vece, i connotati di una vera e propria ra­pina.Ilrisparmio periconti pubblici, do­vuti al blocco delle indicizzazioni per gli anni2012 -2013, è stato paria 18 miliardi circa. Ilrimborso complessivo saràinve­ce pari solo a 2,2 miliardi. Ne deriva che i pensionati italiani, nel loro complesso, hanno garantito un prelievo extra di ol­tre 16 miliardi di euro. Pari a un punto di PiI.

Ci piacerebbe pertanto che questo ri­conoscimento fosse loro tributato. Inve­ce di assistere alle continue minacce da parte di alcuni esponenti del governo - a partire dal presidente dell'Inps, Boeri -che invocano nuovi sfracelli contro que­sta o quella categoria. Salvo salvaguarda­re i baby pensionati.

Renato Farina

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LA CASTA DEI SALOTTI INTELLETTUALI E MAGISTRATI ECCO LE PENSIONI «GRATIS»

E l'Inps che spreme gli italiani riesce a buUare ZIO milioni l'anno d i Alessandro Sallusti

l dibattito, e le polemiche, sulla sentenza del­la Corte costituzionale che sbloccail congela­mento degli scatti delle pensioni, deciso dal famigerato duo Monti -Fornero, stanno pren-

dendo una brutta piega. Il governo Renzi è andato letteralmente nel pallone e già spuntano, per fare cassa, ipotesi inquietanti sul riassetto di tutto il set­tore.

Daunlato si andrebbero a toccare al ribasso dirit­ti acquisiti, cioè calcoli in base ai quali un lavorato­re negli anni scorsi decise di ritirarsi a riposo con il consenso dello Stato che siimpegnò acorrisponde­re avitailconcordato. Dall' altro lato si immagina di concedere ai lavoratori in servizio unriposo antici­pato rispetto alla severa legge Fornero in cambio di un taglio da strozzini alle pensioni (anche il 30 per cento del dovuto). Stanno cioè pensando il modo di sottrarre una montagna di euro alle famiglie (e di conseguenza ai consumi) per gettarli nel caldero­ne tritatutto della spesa pubblica. Motivo? Salvare il governo, e quindi la legislatura, da una fine pre­matura causata dal non rispetto degli impegni sui conti presi con l'Europa.

In quattro anni di governi tecnici o di sinistra non eletti ma nominati, abbiamo subito prima la stan-

gataconletasse, poil' assalto alla casa, ora il taglieg­giamento delle pensioni. Renzi volevarottamare la classe politica ma finisce per rottamare gli italiani, cosa facile perché già prima di lui non stavano tan­to bene. E ha pure il coraggio di parlare di «privile­giati». No, caro presidente. Chi è ben pagato per­ché bravo nel suo lavoro, chi non ha dissipato i ri­sparmi e li ha investiti nel mattone, chi dopo aver fatto l'una el' altra cosa si gode un meritato esereno riposo non è un «privilegiato» da spremere ma un bene da conservare a futura memoria, esempio per i giovani più efficace di mille discorsi e inutili leggi.

Cosa altra sono gli expolitici (trai quali molti mo­ralisti di sinistra) che con poche migliaia di euro di contributi e pochi mesi di lavoro - come stiamo do­cumentando in questi giorni - hanno già intascato centinaia di migliaia di euro di vitalizi. Ecco, Renzi fa parte di quel mondo, non del nostro. Tanto è vero che un minuto prima di essere eletto presidente del­la Provincia di Firenze inscenò una finta assunzio­ne nell' azienda del padre per farsi pagare - andan­do in aspettativa - i contributi pensionistici dallo Stato. Poi, colto in fallo etico, rinunciò. Ma adesso, per favore, non ci venga a parlare di sacrifici e di «privilegiati». Se non è capace di risolvere i proble­mi vada in pensione, ma alle condizioni che vuole imporre a noi.

servizi da pagina 2 a pagina 5

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IL NODO PREVIDENZA L'Italia degli sprechi

L'Inps spreme i pensionati ma riesce a buttare 250 milioni L'ente ha un patrimonio immobiliare da 3,2 miliardi eppure tra spese di gestione e affitti non riscossi è in rosso. E il presidente Boeri studia un'altra stangata sugli assegni

iloaso

d i Paolo Bracalini

l professor Tito Boeri, da qualche mese presidente dell'Inps e sorta di mini-

stro ombra del Lavoro (<<Sevuo­le decidere lui le riforme allora si candidi!» attaccaI' opposizio­ne), studia la formula magica per rimettere a posto i conti in rosso della previdenza pubbli­ca. Dopo aver digerito malvo­lentieri la sentenza della Con­sulta sul rimborso (diventato poi parziale) dei pensionati, Boeri lavora sul calcolo contri­butivo esteso a tutti, per taglia­re cioè gli assegni dei pensiona­ti non allineati con quanto ver­sato in vita. Un «contributo di solidarietà» per chi ha pensio­ninontroppo basse, madifficil­mente classificabili come ricco­ni da spennare (2-3milaeuro al mese). Ma un taglio serve in­nanzitutto all'Istituto che il pro­fessore bocconiano dirige, e che p er il 20 15 prevede un disa­vanzo di ben 6,7 miliardi di eu­ro. È lo stesso Boeri a denuncia-

Centinaia di uffici e sedi pregiate in abbandono o occupate abusivamente

re le molte «criticità» (così ha detto, elegantemente, in audi­zione alla Camera) dell'Inps. A partire dalla proliferazione di dirigenti, dai premi per tutti, dalle consulenze esterne, dal­l'affidamento di servizi apatro­nati e Caf, dall' enorme mole di crediti mai incassati (qualcosa come 94 miliardi), fino alla ge­stione «inefficiente» del patri­monio immobiliare dell'Inps.

Solo qui, nella miriadi di pa­lazzi, anche di pregio, di pro­prietàdell' ente, ènascosta una riservaaureachepotrebberisa­nare un bel pezzo di bilancio. Parliamo diunpatrimonio ster­minato. Nel bilancio 2015 ilva­lore complessivo indicato è di 3,2 miliardi di euro, piùdi26mi­la immobili ereditati anche de­gli altri enti pubblici poiconflu­iti nell'Inps, come l'Inpdap o l'Impdai, usaticomesedioppu­re destinatiallalocazione( o al­la vendita). Tuttavia anche a fronte diunportafoglio immen­so di palazzi e uffici l'Inps rie­sce a perdere soldi con i suoi im­mobili, molti soldi. In cinque anni (2008-2013) il buco della gestione immobiliare è arriva­to a 655 milioni di euro, e con

l'aggiunta dell'Imu durante il governo Monti il rosso viaggia attorno ai 250 milioni di euro l'anno. Pesano i costi di gestio­ne, affidata anche questa a so­cietà esterne, gli affitti non ri­scossi oppure troppo bassi. Op­pure inesistenti. Moltiimmobi­li sono vuoti, abbandonati, la­sciati marcire, ancheseinposi­zioni di grande appeal com­merciale. ComealLido diVene­zia, a pochi metri dal mare, do­ve un ex centro vacanze del­l'Inpdap -come hadocumenta­to un reportage di Presa diretta - di 9mila metri quadri, tre pia­ni con camere da letto, cucine, pineta con accesso alla spiag­gia, serve solo ad accumulare la polvere e ad ospitare i gatti randagi. E altre 19 colonie esti­vedi proprietàInps, costate de­cine di milioni di euro di contri­buti previdenziali, marcisco­no da anni in tutta Italia, come il grande Hotel Abetina sulle colline attorno Pistoia, ex cen­tro vacanze dell'istituto Poste­legrafonici, o il centro vacanze sulle dolomiti del Trentino, o quello pregiato sul lungomare di Pesaro, o Villa Faro diMessi­na (davanti al mare, con cam-

po da tennis e piscina) o una ex colonia sul mare a Cesenatico.

I privati pronti a comprarle ci sarebbero,malavenditadelpa­trimonio inutilizzato si è bloc­cata dopo una delibera del Con­siglio di indirizzo e vigilanza dell'Inps, 17 febbraio scorso, nella quale si sollecitava a non procedere ad alcuna dismissio­ne, perché il Consiglio «non ha ancora ricevuto, nonostante le numero se richieste, il piano de­gli investimenti e disinvesti­menti dell'Inps». Anche nelle città ci sono palazzi Inps vuoti, oppure occupati abusivamen­te, come quello exInpdap aRo­ma, dove sono baraccate300fa­miglie da anni. Poi ci sono i casi come Firenze, dove - racconta il sito Wikispesa del liberista Istituto Bruno Leoni -l'Inps pa­ga l'affitto di una sede per oltre un milione di euro l'anno a fronte di nove immobili di pro­prietàliberiin città. Perché, nel conto, ci sono appunto anche gli affitti. Pur avendo a disposi­zione migliaia di immobili l'Inps spende 120 milioni in af­fitti, con contratti che si rivalu­tano anno dopo anno. Urgeilri­calcolo contributivo anche sul­le spese dell'Inps.

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28 milioni

gestione Enpals

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il valore di 25.440 unità immobiliari

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il valore delle sedi

proprie L'EGO

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~ SOCCONIANO L'economista Tito Boeri, cla gennaio guicla l'lnps 'g

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il Clocumento L'opuscolo viene distribuito a tutti i dipendenti

La guida ai dipendenti che insegna uno stile di vita senza stress Nell'opuscolo messo a punto dai seNizi medici Eni ci sono tutti i consigli di protezione e promozione della salute

MilanoEni ha pubblicato una guida al benessere e alla salute che fa parte di un programma articolato di pubblica­zioni messi a punto dai servizi medici di Eni con l'obiettivo di fornire ai di­pendenti e ailoro familiari un orienta­mento generale su varie tematiche della prevenzione sanitaria, promuo­vere l'adozione di uno stile di vita cor­retto e sensibilizzare sui possibili ri­schi per salute connessi all' ambiente dilavoro. Il piano editoriale delle pub­blicazioni è stato sviluppato nell' am­bito delle attività istituzionali di sup­porto alle unità di business, volto a so­stenerle nell'implementazione dei programmi di medicina del lavoro ed assistenza sanitaria, secondo due li­nee di principio: la protezione della salute, il cui obiettivo è ridurre a zero il rischio di malattie e la promozione della salute, volta al miglioramento della salute e al benessere dei lavora­tori e dei loro familiari.

La realizzazione di programmi spe-

cifici di promozione della salute può avere un impatto positivo sulla presta­zione, il benessere e la produttività del lavoratore, secondo il principio che il lavoratore sano è più attivo e propositivo nel benessere di sé stesso e di chi lo circonda. Datori di lavoro e dipendenti hanno entrambi un ruolo primario nel garantire la tutela della salute sulluogo di lavoro e nell' offrire il proprio contributo in tal senso all' in­temo delle comunità in cui operano.

Nella guida ci sono consigli pratici sulle malattie cardiovascolari, su co­me si riconosce e si combatte l'iper­tensione e soprattutto come nutrirsi. Si va dai concetti di base fino allega­me tra alimentazione e obesità. Di particolare utilità sono i consigli su come combattere lo stress, sia a tavo­la che sulluogo di lavoro e infine a ca­sa.

Nella parte finale è disponibile un divertente test sull' alimentazione, che comprende una serie di afferma-

ISTRUZIONI PER L'USO

VISIONE Un ambulatorio Eni

In Nigeria l'anno scorso le visite

dei non dipendenti sono state 40mila

Si va dai concetti di base fino allegarne tra alimentazione e obesità. E c'è anche un quiz

zioni alle quali rispondere vero o fal­so. Per esempio: «È stato stimato che il30% di tutti i casi di cancro è ricondu­cibile ad abitudini alimentari errate».

«È impegno di Eni contribuire fatti­vamente alla promozione della quali­tà della vita e allo sviluppo socio-eco­nomico delle comunitàincuilasocie­tà opera. Sono tenuti in particolare considerazione il riconoscimento e la salvaguardia della dignità, della li­bertà e dell'uguaglianza degli esseri umani, la tutela del lavoro e delle li­bertà sindacali, della salute, della si­curezza, dell' ambiente e della biodi­versità, nonché il sistema di valori e principi in materia di trasparenza, ef­ficienza energetica e sviluppo sosteni­bile. Le Persone di Eni, nell'ambito delle proprie mansioni, partecipano attivamente al processo di prevenzio­ne dei rischi, di salvaguardia dell' am­bi ente e dell'incolumità pubblica e di tutela della salute e della sicurezza nei confronti di sé stessi, dei colleghi e dei terzi».

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Quotidiano Data 22-05-2015 Pagina 13 Foglio 1

Statali Foccillo (Uil): con il blocco dei contratti potere d'acquisto giù del1 0,5%

Stipendi sempre più magri

Ministro Marianna Madia

.È scontro tra i sindacati e il governo per il bloco degli stipendi del pubblico impiego. La Uil ha calcolato che dal 2010 al 2014 gli statali hanno subito una perdita di potere d'acquisto del 10,5% con «gravi ricadute sulle pensio­ni» come ha spiegato il responsabile pubblico impiego della Uil Antonio Foccillo. Dati alla mano il sindacalista ha sottolineato che nello stesso perio­do mentre diminuiva la spesa per i di­pendenti di 7,8 miliardi di euro, la spe­sa pubblica complessiva cresceva di 01-

tre 15 miliardi passando da 811,5 a 827, l miliardi. Il ministro Madia ha re­plicato che agli statali è stato versato il bonusda80 euro. «Malohannoricevu­to solo 800milalavoratori del pubblico impiegola e alcuni sono stati costretti a restituirlo con i relativi conguagli» ha precisato Foccillo. La Uil ha quindi chiesto a Cisl e Cgil di studiare azioni di protesta. Secondo ilDef, gli stipendi po­trebbero rimanere bloccati fino al 2022, quindi per 12 anni.

L.D.P.

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IL ,,"~MATTINO Quotidiano Data 22-05-2015

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Pensioni, incognita coperture sulla flessibilità Renzi ribadisce: sì alle uscite anticipate dal lavoro. Ma il peso sui conti Inps non sarebbe lieve Andrea Bassi ROMA. Ormai è un treno in corsa. Fermarlo ed invertire la marcia non sarà facile. Dunque tra «ottobre e novembre», come ieri ha spiegato in un tweetMatteo Renzi, la riforma Fornero subi­rà un pit stop con annessa revisione. L'inten­zione è introdurre una clausola di flessibilità. Dare cioè la possibilità di lasciare in anticipo il lavoro rispetto ai 66 anni e 7 mesi di età che dal prossimo anno, stando alle regole attuali, sa­ranno necessari per andare in pensione. Il compito che Renzi ha davanti è di quelli da far tremare i polsi. Toccare, anche poco, la rifor­ma delle pensioni rischia di creare sconquassi nei conti dell'Inps. La Fornero, secondo le sti­me della Ragioneria generale dello Stato, per­mette un risparmio di 80 miliardi di euro. Per­mettere ai lavoratori di pensionarsi senza pe­nalizzazioni a 62 anni invece che a circa 67, sempre secondo le stime di Ragioneria e Inps, potrebbe avere un costo di 45 miliardi. Più del­la metà dei risparmi della Fornero. Permante­nere l'equilibrio del sistema previdenziale, in­somma, la pensione anticipata sarà possibile solo a patto di una penalizzazione degli asse­gni. Di quanto? Questo è il rebus da sciogliere. Un primo meccanismo allo studio del gover­no, come ha confermato ieri il ministro del la­voro Giuliano Poletti, è quello del ricalcolo in­teramente contributivo della pensione.

Questo significa che anche coloro che anco­ra possono ritirarsi con l'assegno parametrato all'ultima retribuzione percepita invece che ai contributi versati, potranno anticipare di qual­che anno l'uscita dal lavoro a patto di consenti­re all'Inps di versare W1a pensione calcolata con il più penalizzante metodo contributivo. Questa possibilità, a dire il vero, è già prevista dalla legge Fornero per una sola categoria di lavoratori: le donne. E non a caso si chiama «Opzione donna». Teoricamente questa op­portunitàè ancora in piedi fino alla fine dell'an­no, ma nella pratica, in mancanza diindicazio­ni del governo, l'Inps la reputa un'esperienza già chiusa. E, va detto, non di grande successo. Ad aver approfittato di questa possibilità, che permette di pensionarsi anche a 57 anni avendone 35 di contri-buti, sono state solo 25 mi-la lavoratrici. Capire la ra-gione non è difficile. Una lavoratrice che nel 2014 aveva 58 anni e che aveva lavorato per 38 anni guada-gnando 30 mila euro l'an-no, andando in pensione come previsto dalla legge Fornero ne12018, in­casserebbe 24.510 euro l'anno circa, poco più

I Pensioni bloccate e rimborsi annunciati La legge Fornero ha finora permesso risparmi per circa 80 miliardi

I calcoli della Uil

essere Rimborso dovuto

"Una tantum"

Quota sul dovuto

spettante

monetarie in euro

1.700 2.200 2.700

1.722,66 2.223,14 2.718,92

1.793,38 2.347,19 2.866,15

3.074,88 5.135,33 6.104,86

848,64 1.488,62 1.766,70

di 1.800 euro lordi al mese per 13 mensilità. Se quella stessa lavoratrice scegliesse l'op­

zione donna e accettasse di ottenere una pen­sione interamente contributiva, il suo assegno annuale scenderebbe a 17.800 euro circa, po­co più di 1.360 euro al mese tredicesima com­presa. La perdita, insomma, sarebbe di circa il 27%. Aumentando gli anni di contribuzione, lasciando per esempio a 62 anni, età considera­taottimale dal governo nel suo piano diflessibi­lità, il taglio potrebbe scendere fino ad un 20% in media. Il governo, comunque, ha messo i tecnici a lavorare su questo schema accanto ad un altro: quello previsto dalla proposta di leg­ge Damiano-Baretta. Chi va in pensione come previsto dalla Fornero a 66 anni e 7 mesi, si prende l'assegno intero. Chi vuole andare pri­ma deve rinunciare per ogni anno di anticipo ad un «tot» del suo assegno. Il quantum è lega­to anche ai contributi. Un anno di anticipo, avendo versato 35 anni di contributi, costereb­be una penalizzazione del 2%. Se gli anni di lavoro sono stati 36, la penalizzazione scende­rebbe all'1,7%. Se si volesse andareviaa62 an­ni avendone lavorati 35, bisognerebbe rinun­ciare all'8% della pensione. Sempre uscendo a 62 anni, ma avendo lavorato per esempio 40 anni, allora la penalità sarebbe limitata a13%.

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la Repubblica

Padoan: la Consulta doveva valutare i costi

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della sentenza pensioni > IntelVista al ministro dell'Economia: selViva coordinamento > "Se la Grecia esce dall'Europa rischiamo anche noi"

erCarlo

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JjCORTE Costituzionale doveva «valutare l'im­patto» della sentenza sulle pensioni. Così il mi­

·stro dell'Economia Pier Carlo Padoan in un'in­tervista a Repubblica.

ALLE PAGINE 2 E 3 CON UN ARTICOLO DI PETRINI

Il ministro dell'Economia: "Massimo rispetto per l'autonomia della Corte, ma spero che in futuro l'interazione con governo e Awocaturasia più fruttuosa quando ci sono implicazioni per la finanza pubblica"

"La Consulta non ha valutato il buco creato sulle pensioni Se la Grecia esce dall'euro possibili shock anche per noi"

ni: 19 miliardi e iltesorettoche svanisce ... catura sarebbe stata opportuna la massima «Bene, cominciamo da quelle. Abbiamo condivisione dell'infor-

FABIO BOGO E FEDEWCO FVBINI provveduto a tamponare la falla, e gli arre- mazione. Tuttilavoriamo . trati da corrispondere ci costano 2,2 ìniliardi. per il-bene dello Stato.

CHEV~todarebbePierC~IOpadoan,eco- Poi gradualmente a regime l'intervento sui Non dico ovviamente che n~~sta ~ell:Ocse, al !1er CarI? Pad~an trattamenti di medio livello ci costerà 500 mi- bisogna interagire nella ffil~stro ItalI~? dell Econoffila?I.1 tlto- lioni l'anno, a partire dal 2016. Ma questa vi- fase di formulazione della

lare del dicastero dI VIa XX Settembre Cl pen- cenda ha un aspetto che mi lascia perplesso e sentenza, perché l'auto-sa, ma devi? la p~a ~ angolo:. «Sono ~ ~ro- di cui, per così dire, prendo atto». ,nomia della Corte è intoc-fessore- dlce-I votI sono solito darli agli al- Quale? cabile, ma se ci sono sen-tri. Preferisco non darne a me stesso». «Che la Corte Costituzionale sostiene di tenze che hanno un'im-

Ministro,eppuretrasentenzed.ellaCorte non dover fare valutazioni economiche sulle plicazione di finanza pul>­co~~on~e~epe~oni,p~~ conseguenze dei suoi provvedimenti e che blica,.deveesse~~iunava­pn~a~o~, spen~~ revIe~, den- nonc'eraunastimadell'impatto,chenonera lutazIOne d~llImpatto. . vati e trattative sulla cnsJ. greca di mau:- chiaro il costo. Ora, non so chi avrebbe dovu- Anche perche questa valutazIOne serve a for­riad'esame ce ne sarebbe molta. Apartt- toquantificarlo,marilevocheinundialogodi mare il giudizio sui principi dell'equità. L'e­re appunto dal buco aperto dalla senten- cooperazione tra organi dello stato indipen- quità è anche quella del rapporto tra anziani za della corte costituzionale sulle pensio- denti, come governo, Corte, ministri e Avvo- e giovani. Questo è mancato e auspico che in

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la Repubblica futuro l'interazione sia più fruttuosa». Intanto si discute a Bruxelles sulle ban-

Un buco coperto sulle pensioni, un asse- che italiane e sugliaiutidi Statoperlabad gno non ancora incassato sulle privatiz- bank che dovrebbe alleggerire gli istituti zazioni programmate. Commissione Uee dai crediti inesigibili. Ma in Europa siamo Fmi ci criticano. Perché questo ritardo? guardati con sospetto: timore di aiuti di «Vorrei intanto fare presente che Commis- Stato. Eppure la Germania ha 250miliar-

sione e Fmi per la prima volta dopo molti an- di di euro di gara'nzie su propri istituti di ni sono concordi nel promuovere le misure di credito. risanamentoeleriformedelgovernoitaliano. «Alcuni Paesi hanno preso misure di soste-Sulle privatizzazioni c'è un ritardo, se lo cal- gnoallebancheprimachelanormativaeuro-coliamo sui ricavi che pensavamo di ottenere. pea cambiasse e hanno così evitato le conte-Ma io lo vedo più come uno spostamento in stazioni di usare aiuti di Stato. Questo gover-avanti del calendario. Abbiamo in cantiere le no è entrato in carica a cose giàfatte, quando Poste, che hanno avuto bisogno di un periodo leregoleeranocambiate. Le porte si erano già di riqualificazione strategica. Stiamo lan- chiuse». ciandol'Enav. Stiamo accelerando sul settore E allora come ne usciamo? immobiliare, che deve essere valorizzato pri- «Lo sforzo che stiamo facendo è di costrui-ma di finire sul mercato. E poi ci sono le Fer- re da un lato a livello tecnico misure compati-rovie, che sono la macchina più complessa, bili con le norme europee. Dall'altro, a livello più complessa di Poste. 8 nostro obiettivo è politico, c'è uno sforzo per sottolineare che in comunque chiudere per il 2016». questa fase di uscita dalla recessione servono

Poi ci sarebbero anche i tagli di spesa, la misure per aiutare il sistema finanziario a ri­spendingreview sanarsi. Non è solo una questione di concor­«L'obiettivo resta quello del Def, 10 miliar- renza, ma anche di stabilità economica che 01-

di di risparmi. Ci sono una quindicina di capi- tre a Margarethe Vestager coinvolge il com­toli, ma è presto per parlarne. Abbiamo fatto missario Hill e il vicepresidente Dombrov­spesso riunioni con Yoram Gutgeld, queste skis». sono le cifre attese». n governo è disposto a subire contraccol-

Un progranuna che è stato fatto al netto pisuldebitopurdiaiutarelebancheasva-delle incognite che possono abbattersi sui lutare più in fretta le perdite sui crediti? mercati. E quella che viene evocata più di «Se si alleggerisce il carico fiscale sulle ban-frequente è l'uscita della Grecia dall'eu- che questo migliorailoro bilanci e, si spera, le ro. Ancheieri scintille tra Atene e Berlino. spinge a fare più credito. Ma bisogna trovare La ritiene possibile o probabile? Si parla un equilibrio tra questo tipo di incentivo e anche di un referendum in Grecia. l'impatto sul bilancio». «Partiamodaifatti.Iocredocheilproblema Una delle banche più discusse è il Monte

del debito areco sia eccessivamente dram- dei Paschi Non teme che possadiventare matizzatoinmodo strumentale da tutti, com- preda straniera? preso l'Fmi che su questo ha una visione di- «Stiamo seguendo con attenzione quello versa da quella della Commissione. 8 debito che fail Monte così come le altre banche. Se ci non è il vero problema, è sostenibile con una sono aggregazioni che producono soggetti crescita ragionevole e conti in ordine. I tempi bancari piùgrossiriducendoneilnumeroèun per un accordo sono comunque oggettiva- fatto positivo, edè una delle cose che la legge mente stretti, credo sia il momento che il gfr- sulle Popolari cerca di incoraggiare. Si tratta verno greco metta sul tavolo proposte credi- di operazioni di mercato, noi le osserviamo». bili e azioni concrete su pensioni, mercato del State pensando di portare la responsabi-lavoro e sistema fiscale. Sul referendum non lità sull' Agenzia delle entrate dal mini-mi pronuncio, noto però che dai sondaggi ri- stero dell'Economia a Palazzo Chigi? sulta che la maggior parte dei greci aè favore «L'Agenzia delle entrate è un organismo di una permanenza di Atene nell'Eurozona». complesso e svolge molte funzioni. Prima di

In caso di uscita aveva detto dinon essere capire chi deve vigilare, bisogna capire come preoccupato di uneventualeccintagioper deve cambiare e quali sono le sue funzioni con l'Italia. La pensa ancora cosi? l'entrata in vigore della riforma fiscale. Bisfr­«8 contagio di breve terrnine non mi preoc- gnachiedersiqualèlasuaformaottimaleecfr-

cupa perché ci sono gli interventi in corso del- me deve essere strutturata la sua dirigenza. la Bee, ed il Quantitative Easing è uno scudo Materie di riflessioneAl tempo stesso stiamo che funziona. Inoltre la situazione italiana è affrontando il problema dei dirigenti deman-molto più solida rispetto a due o tre anni fa». sionati, con un decreto che sarà pronto a bre-

Tutto a posto dunque? ve e che stiamo studiando con attenzione. «8 vero problema è nel medio periodo. Se ci Perché anche in questo caso si tratta degli ef-

fosse una Grexit, se Atene abbandonasse fetti di una sentenza della Corte Costituzifr-l'euro, l'Unione monetaria diventerebbe un naIe .... ». animale diverso. Un insieme dacui si può usci- Siete intervenuti sull'llva, Cdp è entrata re, non sarebbe più irreversibile. E questo, nel settore alberghiero, il govemo spinge sempre nel medio periodo aggiunge una pos- per la banda larga e promette oltre 6 mi-sibilità a quelle che esistono attualmente». liardi di investimenti. Ma se i cinesi com-

Questo impatterebbe sui titoli di Stato prano Pirelli restate alla finestra, perché italiani? è un problema dimercato. Siete liberisti o

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di bilancio. Ma c· è anche un forte bisogno di investimenti. e non è detto che questi possa­no venire solo dal settore privato. Noi siamo pronti a fare la nostra parte».

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UeeFmi apprezzano le nostre rifonne. Sulle privatizzazioni c'è qualche ritardo ma recupenamo

PIAIiOBANCHE

Sulla bad bank stiamo cercando di costruire misure tecnicamente compatibili con le regole Ue

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L'Agenzia delle entrate sotto Palazzo Chigi? Stiamo studiando il dossier. Un decreto per i suoi funzionari

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«Questo cambierebbe i prezzi. laddove ci interventisti? ~ fossero tensioni. Se entriamo in un contesto «Questa è la fase in cui dobbiamo riparare ~c nel quale c'è una possibilità in più, quella del- i danni della grande recessione, dieci punti di o

l'uscita dall'euro, il sistema diventa in gene- Pilpersidall'H;alia. Per questo serve una com- {l rale più fragile meno capace di assorbire gli binazione di strategie. Riforme per dare più ~ shock». concorrenza e più mercato. Una forte politica -g

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UAnticorruzione è legge Aumentano le pene e torna il falso in bilancio Festeggia Grasso promotore del provvedimento: "È arrivato Godot" il governo incassa un altro successo, aspra critica da :BI, Lega e M5S

FRANCESCO MAESANO ROMA

C'erano voluti 774 giorni per approvare il testo al Senato. Appena 21 per licenziarlo, sen­za modifiche, alla Camera. Per essere legge, al ddl anticorru­zione mancano solo la firma di Mattarella e la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. L'aula di Montecitorio l'ha approvato con 280 sì, 53 no e 11 astenuti. Hanno votato a favore Pd, SeI, Scelta Civica, Per l'Italia, Area Popolare, gli ex 5 stelle di Alter­nativa Libera. Hanno votato contro Forza Italia e M5S. La Lega si è astenuta.

L'approvazione Pietro Grasso, che appena eIet­to a Palazzo Madama aveva presentato il primo testo, ieri l'ha salutato così: «È arrivato Godot. Sono felice che il ddl An­ticorruzione ora sia legge». Una soddisfazione, quella del presi-

Chi urlava che l'onestà sa rebbe tornata di moda oggi ha votato contro

Matteo Renzi Presidente del Consiglio dei Ministri

dente del Senato, che segue quella già incassata con l'appro­vazione del testo sugli ecoreati.

Il governo, Renzi in testa, ha festeggiato un altro risultato utile anche in ottica elettorale. «Anticorruzione e falso in bi­lancio sono legge - ha scritto Renzi - quasi nessuno ci crede­va. Noi sì. Questo Paese lo cam­biamo, costi quel che cosfi». Fe­lice anche il ministro della Giu­stizia, Andrea Orlando, per il quale «l'approvazione della leg­ge anticorruzione rappresenta un passo importantissimo, per­ché ora il Paese ha strumenti più forti per contrastare la cor­ruzione e le mafie».

Mentre l'Anm ha parlato di «segnale positivo», Raffaele Cantone, che con l'approvazio­ne della legge vede rafforzarsi i poteri di coordinamento della

sua autorità anticorruzione, ha

della magistratura. «Credo che il ddl anticorruzione sia quanto di meglio possibile. Nessuna norma ha effetto salvifico e non credo nemmeno che le critiche della magistratura siano criti­che distruttive: ci sono cose che possono essere migliorate».

Le critiche Nel centrodestra Forza Italia, che sul ddl si è impegnata in un duro ostruzionismo sin dall'esa­me in commissione, ha definito il provVedimento «uno spot elettorale», mentre la Lega ha accusato il Pd di tenere un at­teggiamento «ipocrita sull'anti­corruzione: da un lato sbandie­ra la tolleranza zero in piena campagna elettorale - ha attac­cato Christian Invernizzi - e dall'altra con la liberazione an­ticipata speciale salva i corrotti e sconta loro le pene».

Ma lo scontro più duro il Pd smorzato le polemiche seguite l'ha avuto con il M5S. Già da alle critiche espresse da settori settimane i Dem accusano i

Uno spot elettorale Con la liberazione anticipata speciale salvano i corrotti

Christian Invernizzi Deputato della Lega Nord

Occasione sprecata Potevamo avere Daspo, prescrizione e falso in bilancio vero

Alfonso Bonafede M5S. membro della commissione Giustizia

5Stelle di aver scelto il fronte del no insieme a Forza Italia. Ie­ri i deputati in commissione giustizia del Movimento hanno risposto definendo «questa leg­ge anticorruzione un'altra occa­sione persa, anzi sprecata con pervicace volontà. Il nostro vo­to contrario è stata la conse­guenza di una totale chiusura della maggioranza e del gover­no. Potevamo avere il Daspo per i corrotti, un vero falso in bi­lancio e una prescrizione che garantiva la certezza della pe­na. Inoltre potevamo infliggere un duro colpo agli accordi ma­fia-politica. Nulla di tutto que­sto è accettabile per chi gover­na l'Italia, e pagano i cittadini onesti come sempre. Volevamo anche la figura dell'agente pro­vocatore - aggiungono, puntan­do su quella che considerano un aspetto irrinunciabile - perché è necessaria la prevenzione nel campo della corruzione, non so­lo punire i reati».

@unodelosBuendia

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