Riv. Culmine e Fonte 2009-1

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http://www.ufficioliturgicoroma.it/default.asp?iId=LDJMKIl sussidio bimestrale "Culmine e fonte" edito dall'Ufficio Liturgico della Diocesi di Roma ha come obiettivo primario l'approfondimento delle tematiche liturgiche nel contesto pastorale. Non è una rivista rivolta solo agli "esperti", ma è pensata per tutti coloro che si accostano alle Celebrazioni della Chiesa con l'intento di pregare, comprendere, partecipare attivamente, secondo i propri doni, carismi e ministeri. E' uno strumento di formazione e spiritualità liturgica dedicato a Sacerdoti, diaconi, Lettori, Accoliti e Ministri straordinari della Comunione. Rivolgendosi anche a tutti i cultori di Liturgia ed a tutti coloro che riconoscono la necessità di approfondire le tematiche liturgiche si usa un linguaggio semplice ed un approccio prevalentemente pastorale. I contenuti rimangono altamente scientifici: i contributi sono affidati ad esperti del settore, che propongono riflessioni documentate sulle varie problematiche ed aprono la strada a successivi approfondimenti personali.

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  • Tra gli inni cristologici paolini quellodella lettera ai Filippesi occupa un postoparticolare. Il cantico riassume infatti inpochi versetti tutto il mistero pasquale elo inserisce nel contesto vivo della vitadella comunit cristiana a cui la lettera indirizzata.

    Ogni comunit cristiana vive i proble-mi della comunione e dellunit, valorispesso vissuti con superficialit e a volteaddirittura dimenticati e trascurati. LA-

    postolo individua le ragioni di questedifficolt: esse nascono dallincompren-sione del mistero pasquale stesso. Nonsi considera in modo adeguato lo stiledel Signore, la strategia che Egli ha vo-luto perseguire per meritarci la reden-zione. Lumilt e labbassamento, lamorte di croce come segno estremo da-more e di obbedienza al Padre, sono unesempio fondamentale per ogni cristia-no. Nessun battezzato deve dimenticare

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    Cristo, Servo di Dio (Fil 2,6-11)mons. Marco Frisina

    bbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Ges,il quale, pur essendo di natura divina,non consider un tesoro geloso

    la sua uguaglianza con Dio;ma spogli se stesso,assumendo la condizione di servoe divenendo simile agli uomini;apparso in forma umana,umili se stessofacendosi obbediente fino alla mortee alla morte di croce.Per questo Dio lha esaltatoe gli ha dato il nomeche al di sopra di ogni altro nome;perch nel nome di Gesogni ginocchio si pieghinei cieli, sulla terra e sotto terra;e ogni lingua proclamiche Ges Cristo il Signore, a gloria di Dio Padre.

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    il modo con cui Cristo ci ha salvato, npu dimenticare le sofferenze e le umi-liazioni che il Signore ha voluto affron-tare per obbedire alla volont salvificadel Padre.

    Avere gli stessi sentimenti di CristoGes, significa seguirlo sulla via della-more e dellobbedienza, significa condi-viderne il cammino per essere salvati peri suoi meriti e per unirsi a questi con lapropria obbedienza, compiendo in noilefficacia dello stesso mistero pasquale.Il versetto 3 particolarmente significa-tivo per noi tutti: Non fate nulla per ri-valit o vanagloria, ma ciascuno di voi,con tutta umilt, consideri gli altri su-periori a se stesso.

    Cos che spinge le nostre azioni?Qual il nostro atteggiamento nei con-fronti delloperato degli altri? Spessoagiamo per farci notare, per divenirequalcuno, con ambizione e vanit, conun sentimento di rivalsa e di arroganzanei confronti degli altri. A volte in noi al-bergano sentimenti di invidia e rivalit,guardiamo alloperato altrui con diffiden-za e amarezza, come se la buona riuscitadegli altri possa ferirci, danneggiarci. Cisentiamo fremere quando qualcuno, chea nostro avviso non ha meriti, conquistaun consenso ed un plauso che a noi nonviene concesso. Tutto questo ci rende tri-sti, amareggiati, ostili nei confronti dichiunque possa ostacolare il nostro suc-cesso. La ragione che ci consideriamosuperiori agli altri, ci reputiamo meritevolidi ogni onore e considerazione e nel con-tempo guardiamo ai nostri fratelli comeusurpatori della nostra gloria.

    Questo atteggiamento conduce alla-marezza e alla sofferenza profonda enon arreca nessun vantaggio a chi vi siabbandona. Paolo ci presenta invece lavia della gioia e della serenit, della leti-zia vera che nasce dallumilt. Conside-rare gli altri superiori a noi stessi diffi-cile ma salutare, guardare al prossimocon il rispetto con cui si guarda ad unsuperiore custodisce la nostra serenit,come dice il Salmo 131 (130): Signorenon si esalta il mio cuoreIo invece re-sto quieto e sereno: come un bimbosvezzato in braccio a sua madre. Staretranquilli nella volont di Dio e non la-sciare che il cuore si esalti e cerchi cosegrandiose per s stessi, rimanere inveceal proprio posto, l dove il Signore ciconduce e in cui opera la sua custodia,proteggendoci con la sua volont, donaal cuore del credente la pace. I fratelliintorno a noi non saranno pi nemici esaremo capaci di condividere la gioia deiloro successi e la gloria che per loro nederiva.

    Ecco perch Paolo ci esorta ad averegli stessi sentimenti di Cristo Ges: inlui contempliamo lesempio pi alto diumilt. Egli pur essendo Dio non ritenneun privilegio, letteralmente qualcosa datener stretto la sua condizione divina masvuot se stesso, don totalmente sestesso fino al suo totale abbassamento.Fece proprio il contrario di ci che fa il su-perbo, abbass se stesso facendosi servoper amore degli uomini, considerandolidegni di tanto amore, degni di tanta con-siderazione: lui che era Dio si lasci rifiuta-re, umiliare, flagellare, crocifiggere.

  • Ma proprio in questa umiliazione lagrandezza, per questo Cristo viene esal-tato dal Padre. Egli, che rinunci adogni giusto privilegio, riceve un nome aldi sopra di ogni altro nome nei cieli esulla terra. Ogni ginocchio si piegheradorando colui che si fece obbedientefino alla morte di croce e che ora esal-tato al di sopra di tutti.

    La via dellIncarnazione e della Reden-zione non passa per la gloria del mondo,n per il successo e il potere ma passaper la Croce e lAmore. Cristo ci lascialesempio, egli la via da percorrere, laverit da proclamare, la vita da vivere. Ilmistero pasquale, fatto di povert, umi-liazione e sofferenza, ci apre alla gioia ealla luce senza fine, alla vita eterna e allagloria, perch ci conduce alla realizzazio-ne del progetto divino che ci vuole eredidello stesso Regno di Dio. Cristo trionfasul male e sulla morte perch ha preso sudi s ogni peccato degli uomini e ha cro-cifisso lumanit vecchia e decadente, su-perba e infelice, perversa e dolorante, di-struggendo con la sua umilt ogni impu-rit, bruciando con il suo amore ognimalvagit, riconducendo al Padre la crea-zione rinnovata dal suo sangue e facen-doci risorgere con lui nella gloria dellob-bedienza, come uomini nuovi.

    Linno termina proprio con lespres-

    sione gioiosa di coloro che riconosconoin Cristo Crocifisso il Salvatore: ognilingua proclami: Ges Cristo Signore!A gloria di Dio Padre. Siamo noi coloroche devono adorare Ges e proclamar-ne la gloria di Signore; glorificato alladestra del Padre egli ci invita a seguirlo,ad assidersi con lui sul suo stesso tronodi gloria. Ma per far questo occorre se-guirlo sulla sua stessa strada, occorre ri-trovare la via della semplicit e dellu-milt. Se non tornerete come bambininon entrerete nel Regno dei cieli. Pivolte il Signore ci ricorda questa esigen-za fondamentale del Regno, essere co-me bambini significa ritrovare la sempli-cit del nostro essere uomini, far riemer-gere dal profondo di noi stessi la veritdella creatura affinch possa risplenderela luce di Dio Padre che risiede nelprofondo del nostro cuore e che deside-ra emergere a gloria di Dio. Bisognaguardare con fiducia agli altri, gioiredelle loro gioie, condividerne le soffe-renze, con quellamore che non pensa alproprio interesse ma che si libra leggerosulle meschinit degli uomini e sa, comequello di Cristo, soffrire e umiliarsi sequesto riesce a salvare e redimere, aconsolare e riscattare. Tutto questo possibile solo per chi ama, per chi seguela via di Cristo, servo per amore.

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    el suo trattato sui sacramentiAmbrogio di Milano ( 397) sirivolge cos ai neofiti:

    Adesso discutiamo sulla natura del battesi-

    mo. Sei venuto al fonte, sei disceso in esso,

    hai prestato attenzione al sommo sacerdo-

    te, hai visto i leviti e il presbitero accanto al

    fonte. Che cosa il battesimo? S, proprio

    questo, tutto qui il battesimo.

    Il grande maestro non intavola discor-si speculativi sugli effetti dellIniziazionecristiana ma indica la celebrazione comeil luogo privilegiato per comprendere co-sa accaduto in ciascuno di loro. Egli siserve dello stesso metodo anche perspiegare il mistero delleucaristia:

    Vuoi sapere in qual modo con le parole cele-

    sti si consacra? Prendi in considerazione

    quelle che sono le parole! Dice il sacerdote:

    Fa che questa offerta sia per noi ratificata,

    spirituale, accetta Egli, la vigilia della sua

    passione, prese il pane Perci, celebrando

    il memoriale della sua gloriosissima passione,

    e ti chiediamo e ti supplichiamo di accet-

    tare questa offerta sul tuo altare sublime

    In altre parole, Ambrogio ci avverteche se vogliamo comprendere i sacra-menti dobbiamo partire dalla celebrazio-ne e dai suoi testi. Nel caso del battesimo

    il testo pi importante senza dubbio lapreghiera di benedizione/azione di grazie(o anche di consacrazione) dellacqua cheappare per la prima volta in Occidentetra la fine del II e linizio del III secolo. Cene parla Tertulliano nel suo trattato Sulbattesimo scritto tra il 198 e il 200 doveillustra i riti dellIniziazione cristiana in vi-gore a Cartagine e nellAfrica del Nord.Nella benedizione si invoca lo Spirito San-to cos che lacqua sia in grado di assor-bire il potere di santificazione ed acqui-sti il potere di guarire. Infatti non nel-lacqua che otteniamo lo Spirito Santo ma vi siamo lavati e preparati per ottene-re lo Spirito. Questa interpretazione ca-tartica insieme alla preferenza che Tertul-liano mostra per il battesimo conferito aPasqua, svela lapertura dellOccidente al-la teologia di Rom 6 dove il battesimo presentato come partecipazione allamorte e alla sepoltura del Signore per ri-sorgere con lui. Soltanto qualche decen-nio prima Giustino martire ( 165) parla-va del battesimo in termini di illumina-zione e di rito della seconda nascita edi rigenerazione nellacqua e nello Spi-rito, favorendo la teologia di Gv 3,5 (cfr.Dialogo con Trifone, 88).

    Lincontro di Ges con Nicodemo ha of-ferto alle Chiese della Siria la struttura dei

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    La Benedizione dellacqua battesimale

    Stefano Parenti

  • riti di iniziazione. La ri-nascita nellacqua enello Spirito configura il fonte battesimalecome un grembo materno e lacqua checontiene assimilata allelemento liquidoche protegge il feto e viene liberato al mo-mento della nascita. Questo tipo di Inizia-zione dal forte accento pneumatologico prefigurato nella Genesi, quando lo Spiritodi Dio creatore si librava sulle acque, eguarda al battesimo stesso di Ges nelGiordano quando il Padre lo presenta co-me proprio Figlio dichiarando oggi ti hogenerato e lo Spirito si manifesta in for-ma di colomba.

    La preghiera di benedizione dellacquapropria del rito bizantino, testo di chiaraderivazione siriaca, evoca la teologia delbattesimo-rinascita secondo Gv 3 menzio-nando pi volte il Giordano e impiegandotermini quali manifestazione, illumina-zione, rigenerazione. Cos leggiamonelleucologio (sacramentario) Barberini gr.336 della fine dellVIII secolo:

    Grande sei tu, Signore, stupende sono le tue

    opere, e nessuna parola sar mai adatta per

    celebrare le tue meraviglie Noi celebria-

    mo riconoscenti la grazia, proclamiamo la

    misericordia, perch tu, o Dio nostro, sei

    apparso sulla terra ed hai vissuto tra gli uo-

    mini. Tu hai consacrato le onde del Giorda-

    no, inviando dal cielo il tuo Spirito Santo

    sii presente anche ora con la venuta del tuo

    Spirito Santo e santifica questacqua, ed

    infondi in essa la grazia della redenzione, la

    benedizione del Giordano rendi questac-

    qua acqua di riposo, acqua che redime, ac-

    qua che santifica, purificazione da ogni

    macchia della carne e dello spirito, rottura

    delle catene, remissione dei peccati, illumi-

    nazione delle anime, lavacro di rigenerazio-

    ne, dono delladozione a figli, veste dim-

    mortalit, rinnovamento dello spirito, sor-

    gente di vita. Tu, infatti, o Signore, che ci hai

    donato la grazia di rinascere dallalto da ac-

    qua e da Spirito, hai detto: Lavatevi, purifi-

    catevi, togliete il male dalle vostre anime

    Gli stessi temi li troviamo anche nel-lantica benedizione dellacqua battesi-male romana il cui testo tramandatodal Sacramentario Gelasiano:

    Dio il cui spirito si librava sulle acque gi

    dallinizio del mondo, perch fin da quel

    momento la natura dellacqua contenesse

    la virt di santificare.

    Dio, che astergendo con le acque i delitti

    di un malefico mondo, nella inondazione

    stessa del diluvio, hai prefigurato la rina-

    scita, affinch la potenza di un unico e

    medesimo elemento segnasse la fine dei

    vizi e fosse lorigine della perfezione.

    Volgiti, Signore, verso la tua Chiesa, e in

    essa continuamente riproduci la tua opera

    di nuova creazione, perch tu con la tua

    grazia, che affluisce impetuosa, rallegri i

    cittadini del tuo Regno; e nel mondo inte-

    ro il fonte battesimale apri a tutte le genti

    da rinnovare, affinch al comando della

    maest tua il mondo riceva la grazia del

    tuo Unigenito dallo Spirito Santo.

    Questo Spirito vi immetta la sua arcana po-

    tenza, e cos fecondi questacqua preparata

    per la rinascita degli uomini: affinch, la

    prole destinata al cielo, concepita da una

    tale santificazione, riemerga dal seno im-

    macolato del fonte divino rinata a nuova

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    creatura. Perci la grazia, madre comune,

    faccia nascere tutti a nuova unica vita, sia

    uomini sia donne, sia vecchi sia bambini.

    A questo punto, improvvisamente, lapreghiera cambia registro per passare adun inatteso esorcismo:

    Al tuo comando, dunque, Signore, fugga

    lontano di qui ogni spirito immondo, resti

    lontano ogni maleficio del demonio in-

    gannatore. Per nulla penetri qui la poten-

    za nemica, essa non si aggiri a tendere in-

    sidie, non sintroduca di nascosto, non

    corrompa col suo contagio. Sia questa

    una creatura santa ed innocente, libera da

    ogni assalto nemico, e purificata per la

    scomparsa di ogni maleficio.

    Qualcosa di simile lo troviamo anchenel rito bizantino:

    Vengano schiacciate nel segno della croce

    del tuo Cristo tutte le potenze nemiche e si

    allontani da noi ogni visione e suggestione

    inafferrabile. Ti preghiamo, Signore, fa che

    in questacqua non si nasconda un demo-

    ne delle tenebre, n vi discenda insieme a

    colui che sar battezzato, uno spirito mal-

    vagio capace di procurare oscuramento

    della ragione o turbamento della mente

    Se lacqua battesimale la stessa dellacreazione sulla quale si librava lo Spirito diDio quale allora il senso dellesorcismo?

    Il testo la prova che alla primitivateologia del battesimo basata su Gv 3 siandava affiancando in Oriente e in Occi-dente una seconda teologia, ispirata daRm 6, di tipo cristologico. Se il battesi-mo fare esperienza della morte, della

    sepoltura e della resurrezione del Signo-re, limmersione nellacqua sebbene mo-mentanea, una discesa nel regno dellamorte dove, secondo la primitiva esca-tologia cristiana, le anime erano esposteagli assalti del male. Di qui la necessitdi intervenire con un esorcismo. Non sitratta, dunque, di considerare lacquacreata da Dio improvvisamente catti-va e bisognosa di purificazione. Lac-qua sempre la stessa ma la sua fun-zione nelleconomia del rito ad esserediversa; esistono infatti, e a volte coesi-stono, pi livelli di interpretazione allin-terno del medesimo rito.

    La riforma dellIniziazione cristiana do-po il Vaticano II ha lasciato da parte lapreghiera-palinsesto ereditata dalla tradi-zione e propone un nuovo formulario piagile e conciso di tipo anamnetico:

    O Dio, per mezzo dei segni sacramentali,

    tu operi con invisibile potenza le meravi-

    glie della salvezza; e in molti modi, attra-

    verso i tempi, hai preparato lacqua, tua

    creatura, ad essere segno del Battesimo.

    Fin dalle origini il tuo Spirito si librava sulle

    acque perch contenessero in germe la

    forza di santificare;

    e anche nel diluvio hai prefigurato il Bat-

    tesimo, perch, oggi come allora, lacqua

    segnasse la fine del peccato e linizio della

    vita nuova.

    Tu hai liberato dalla schiavit i figli di

    Abramo, facendoli passare illesi attraverso

    il Mar Rosso, perch fossero immagine del

    futuro popolo dei battezzati.

  • Infine, nella pienezza dei tempi, il tuo Fi-

    glio, battezzato da Giovanni nellacqua

    del Giordano, fu consacrato dallo Spirito

    Santo; innalzato sulla croce, egli vers dal

    suo fianco sangue e acqua, e dopo la sua

    risurrezione comand ai discepoli: Anda-

    te, annunziate il Vangelo a tutti i popoli, e

    battezzateli nel nome del Padre e del Fi-

    glio e dello Spirito Santo .

    Ora, Padre, guarda con amore la tua

    Chiesa e fa scaturire per lei la sorgente del

    Battesimo.

    Infondi in questacqua, per opera dello

    Spirito Santo, la grazia del tuo unico Fi-

    glio, perch con il sacramento del Battesi-

    mo luomo, fatto a tua immagine, sia la-

    vato dalla macchia del peccato, e dallac-

    qua e dallo Spirito Santo rinasca come

    nuova creatura.

    Immergendo, secondo lopportunit,il cero pasquale, una o tre volte, nellac-qua, continua:

    Discenda, Padre, in questacqua, per ope-

    ra del tuo Figlio, la potenza dello Spirito

    Santo,

    tenendo il cero nellacqua, prosegue:

    perch tutti coloro che in essa riceveranno

    il Battesimo, sepolti insieme con Cristo

    nella morte con lui risorgano alla vita im-

    mortale. Per Cristo nostro Signore. Amen.

    Nella nuova preghiera si voluta con-servare, rendendola per facoltativa, lim-mersione del cero che nel testo prece-dente era accompagnata e spiegata inquesti termini:

    Discenda nella pienezza di questo fonte la

    virt dello Spirito Santo e fecondi tutta

    questacqua cos che essa abbia lefficacia

    di rigenerare.

    Si tratta di un gesto esplicativo di unacerta importanza che non andrebbe tra-lasciato soltanto perch evoca un ritualefallico, tuttavia bisogna riconoscere cheaverne ora legati gli effetti non pi allafecondazione dellacqua di rinascita nelloSpirito (Gv 3) ma alla mistica cristologicadella morte-resurrezione di Rm 6, ne haoscurato non poco il significato profondoe lintento originario.

    Nota bibliografica

    La traduzione italiana delle preghiere romana e bizan-

    tina sono tratte da: Messale Romano Latino-Italiano

    per la Domenica e le Feste, Citt del Vaticano 1965,

    229-233; S. Parenti E. Velkovska, LEucologio Barbe-

    rini gr. 336, Seconda edizione riveduta con traduzione

    italiana (Bibliotheca Ephemerides Liturgicae Subsidia,

    80), Roma 2000, 306-307.

    Sulla benedizione dellacqua: Alex Stock, La benedi-

    zione dellacqua battesimale nella liturgia romana,

    Gabriele Winkler, La benedizione dellacqua nelle litur-

    gie orientali, Concilium 2/1985, 68-80, 81-91, si veda

    anche D. Serra, Baptism: Birth in the Spirit or Dying

    with Christ, Ecclesia Orans 22 (2005), 295-314.

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    evangelista Matteo riportache Cristo risorto invia i suoi di-scepoli a predicare in tutto il

    mondo, dicendo loro:Andate dunque e ammaestrate tutte

    le nazioni, battezzandole nel nome delPadre e del Figlio e dello Spirito Santo,insegnando loro ad osservare tutto ciche vi ho comandato. Ecco, io sono convoi tutti i giorni, f ino al la f ine delmondo (Mt 28, 19-20).

    Queste parole di Ges furono accol-te dagli apostoli come la Sua espressavolont di far conoscere il vangelo atutti gli uomini in tutto il mondo. Perobbedire al desiderio del Signore risor-to gli apostoli si diressero in tutte leparti del mondo allora conosciuto perdiffondere la Parola e battezzare coloroche laccettavano, seguendo il volere diGes.

    Il battesimo, pertanto, era la logicaconseguenza della predicazione apostoli-ca a cui faceva seguito come desiderioespresso da coloro che, avendo ricevutolannuncio evangelico, volevano diventa-re figli del Padre.

    Gli Atti degli Apostoli testimoniano lapredicazione apostolica alla quale facevaseguito il battesimo che non era sempli-cemente un atto formale di penitenza,ma un vero e proprio cambiamento di vi-ta: Giovanni ha battezzato con acqua,

    voi invece sarete battezzati in Spirito San-to, fra non molti giorni (At 1,5).

    Pertanto pur restando nella sua ritua-lit esteriore un atto simile al battesimoche Giovanni praticava sulle rive del fiu-me Giordano, il battesimo amministratosecondo linsegnamento di Ges era ra-dicalmente diverso: quello di Giovanni la-vava il corpo e richiedeva un pentimentointeriore, quello di Cristo eliminando ilpeccato originale rivoluzionava lesisten-za stessa del credente facendolo diventa-re figlio del Padre.

    Uno degli episodi sintomatici descrittonel libro degli Atti degli Apostoli senzadubbio lepisodio dellincontro di Filippocon leunuco della regina Candace: Unangelo del Signore parl intanto a Filip-po: Alzati, e va verso il mezzogiorno,sulla strada che discende da Gerusalem-me a Gaza; essa deserta. Egli si alz esi mise in cammino, quandecco un Etio-pe, un eunuco, funzionario di Candce,regina di Etiopia, sovrintendente a tutti isuoi tesori, venuto per il culto a Gerusa-lemme, se ne ritornava, seduto sul suocarro da viaggio, leggendo il profetaIsaia.

    Disse allora lo Spirito a Filippo: Vaavanti, e raggiungi quel carro. Filippocorse innanzi e, udito che leggeva il profe-ta Isaia, gli disse: Capisci quello che staileggendo?. Quegli rispose: E come lo

    I battisteri paleocristianimons. Cosma Capomaccio

    L

  • potrei, se nessuno mi istruisce?. E invitFilippo a salire e a sedere accanto a lui.

    Il passo della Scrittura che stava leg-gendo era questo: Come una pecora fucondotto al macello e come un agnellosenza voce innanzi a chi lo tosa cos eglinon apre la sua bocca. Nella sua umiliazio-ne il giudizio gli stato negato,ma la suaposterit chi potr mai descriverla? Poich stata recisa dalla terra la sua vita.

    E rivoltosi a Filippo leunuco disse: Tiprego, di quale persona il profeta dicequesto? Di se stesso o di qualcun altro?.

    Filippo, prendendo a parlare e parten-do da quel passo della Scrittura, gli an-nunzi la buona novella di Ges.

    Proseguendo lungo la strada, giunseroa un luogo dove cera acqua e leunucodisse: Ecco qui c acqua; che cosa mi im-pedisce di essere battezzato?. E Filippodisse: Se tu credi con tutto il cuore, lopuoi. Ed egli rispose, dicendo: Io credoche Ges Cristo il Figlio di Dio. Fece fer-mare il carro e discesero tutti e due nellac-qua, Filippo e leunuco, ed egli lo battezz.

    Quando furono usciti dallacqua, loSpirito del Signore rap Filippo e leunuconon lo vide pi e prosegu pieno di gioiail suo cammino (At 26-38).

    Da questo episodio si pu dedurre lostretto e imprescindibile legame tra lac-qua e la somministrazione del battesimo:luno non pu fare a meno dellaltra.

    Il Battesimo

    Le parole battesimo, battezzare,infatti, derivano dal greco (baptzw,

    bptein), dove la radice corrispondenteindica immergere nellacqua. In effettiil battesimo simboleggia il seppellimentodel vecchio uomo e la rinascita delluomorinnovato.

    Alle soglie del Nuovo Testamento,Giovanni Battista predica nel deserto erealizza un battesimo di acqua comesegno di conversione e di preparazioneper accettare colui che battezzer inSpirito Santo e fuoco (Mt 3,11).

    Il Catechismo della Chiesa Cattolicacos afferma:

    1213 Il Battesimo pu definirsi il sa-cramento della rigenerazione cristianamediante lacqua e la parola

    1214 Lo si chiama Battesimo dal ritocentrale con il quale compiuto: battez-zare (in greco) significa tuffare, im-mergere; limmersione nellacqua simbolo del seppellimento del catecume-no nella morte di Cristo, dalla quale risor-ge con lui, quale nuova creatura (2 Cor 5,17; Gal 6,15).

    1215 Questo sacramento anchechiamato il lavacro di rigenerazione e dirinnovamento nello Spirito Santo (Tt 3,5), poich significa e realizza quellanascita dallacqua e dallo Spirito senza laquale nessuno pu entrare nel regno diDio (Gv 3,5).

    1216 Questo lavacro chiamato illu-minazione, perch coloro che ricevonoquesto insegnamento [catechistico] ven-gono illuminati nella mente. Poich nelBattesimo ha ricevuto il Verbo, la lucevera che illumina ogni uomo (Gv 1,9), ilbattezzato, dopo essere stato

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    illuminato, divenuto figlio dellaluce e luce egli stesso (Ef 5,8):

    Il simbolo dellacqua, pertanto, sia se-condo lAntico che il Nuovo Testamento, segno dello Spirito di Dio che agisce.

    Dal momento che non era possibileamministrare il battesimo senza la pre-senza dellacqua e poich non si pote-vano sempre portare i catecumeni pres-so un fiume od un lago, specialmentequando il cristianesimo si diffuse incitt e villaggi presso i quali non esiste-vano le suddette presenze acquifere,sin dai primi secoli si pens di fornire diuna fonte dacqua i luoghi nei quali si

    svolgeva la celebrazione eucaristica do-menicale.

    E evidente che il battesimo si ammini-str fin dai tempi apostolici ma, ad ecce-zione delledificio di Dura Europos, non cisono pervenuti monumenti superstiti.

    Si parlato anche a pi riprese di bat-tisteri nelle catacombe romane, special-mente riguardo ad un nucleo del cimite-ro di Priscilla: in realt finora si conosce ilsolo esempio del cimitero di Ponziano,non anteriore al sec. VI; a Napoli poi ilbattistero delle catacombe di S. Gennarova assegnato addirittura alla secondamet del sec. VIII.

    Quasi certamente i battisteri deiprimi secoli bisogna identificarli,come abbiamo detto, o in elementinaturali, fonti, sorgenti e fiumi, ilGiordano infatti rimase sempre illuogo prediletto per il battesimo inPalestina, o in costruzioni gi esi-stenti adattati alla bisogna: bagni,fontane, ecc. In ultima analisi qua-lunque ambiente poteva essere tra-sformato in battistero: bastava por-tarvi un bacino, come del resto sifaceva anche pi tardi a Filippi nel-la Macedonia e in molte chiese del-larcipelago egeo.

    Probabilmente a questa ragione da attribuire lassenza di indizi re-lativi allesistenza di battisteri nelleaule cultuali precostantiniane diRoma, dove peraltro sarebbe assur-do non supporne almeno uno.

    E stato gi detto che: La eccle-sia domestica , dove si adibivalambiente pi spazioso a sala di

    Gemila: vasca battesimale sormontata da una cupola su4 colonne

  • riunione celebrativa, si trasforma nelladomus ecclesiae dove tutti gli ambientivengono adibiti ad uso liturgico, convarie funzioni: vi sono una grande salaper le riunioni aperta sul cortile centra-le, un battistero, una stanza per lagapefraterna e, talvolta al piano superiore,anche labitazione dei sacerdoti ed al-cune stanze per coloro che si prepara-vano a ricevere il battesimo1.

    Daltra parte, che nei primi decennidel III secolo, sia la liturgia che lorgani-smo battisteriale avessero forme definitelo prova il battistero rinvenuto nella casacristiana di Dura Europos2, dove sonopresenti tutti gli elementi di un battisteroevoluto dellet della pace, e cio lam-biente distinto dalla sala di culto, il baci-no (m. I,6I x 0,95 x 0,65 di profondit)con baldacchino impostato su quattrocolonne, la decorazione alle pareti conscene del V. e N. Testamento e la sala at-tigua, destinata forse non solo alle agapi,ma usata anche come consignatorium oluogo della cresima.

    Si pu dunque affermare che, in ordi-ne di tempo, il rito e lambiente battesi-male appaiono liturgicamente e tecnica-mente compiuti, laddove per la basilicamancano fino ad oggi gli elementi storiciper supporre un analogo processo for-mativo. Il che prova in definitiva lecce-zionale importanza che rivestiva il ritodelliniziazione cristiana nelle prime co-munit.

    Gli studiosi ed i ricercatori, pertanto,ci forniscono una numerosa serie di noti-zie storiche ed archeologiche che riferia-mo di seguito.

    Il battistero

    Il battistero (dal latino baptisterium), neltempo che segue alleditto di Costantino, ledificio annesso alla chiesa, dove si svol-ge il rito del battesimo. La separazione deidue luoghi ha origine nei primi secoli del-lera cristiana, quando i neofiti, non ancorabattezzati, non erano ammessi alle cele-brazioni liturgiche che si svolgevano allin-terno dei luoghi di culto consacrati.

    Il battistero ha per lo pi otto lati,specie dopo la costruzione del battisterolateranense, modello da imitare per seco-li, cos da rappresentare lottavo giornodella settimana, cio il nuovo giorno, incui inizia lera del Cristo: dopo i sei giornidella creazione e dopo il settimo, il saba-to, lottavo annuncia leternit, la resur-rezione di Cristo e quella delluomo.

    Un caso di battistero a nove lati quello di Agliate.

    Arte paleocristiana

    La forma artistica di questo periodo chiamata paleocristiana, perch derivadal greco plaios (antico), e si manife-st allinizio con la pittura nelle catacom-be. Sono opere darte ed edifici creati peril culto cristiano durante i sei secoli suc-cessivi alla nascita di Cristo, in particolarein Italia e nei territori di tradizione figura-tiva classica. Tale periodo, che ha la mag-giore rilevanza artistica tra il IV secolo ela met del V, si sovrappone a quello tar-do antico dellarte romana (dalla fine delII al V secolo) e ai primi tre secoli dellarte

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    bizantina (dal V al VII secolo). Fino alle-ditto di Milano (313), con il quale limpe-ratore Costantino fece del cristianesimouna delle religioni ufficiali dellimpero ro-mano ponendo fine alle persecuzioni deicristiani, larte cristiana si limitava alla de-corazione di luoghi di culto non pubblici,come le ecclesiae domesticae. La mag-gior parte dei dipinti e delle sculture pa-leocristiane si ispir allarte romana,adattandola per conformarla alla naturaspirituale della religione cristiana.

    Collocazione rispetto alla basilica

    Il battistero, nei casi pi rappresentativi, separato dal corpo della chiesa ed collo-cato generalmente al suo fianco o di fronteal prospetto principale. Ledificio in generesi presenta a pianta poligonale o circolarecon una copertura a cupola e al suo inter-no contiene il fonte battesimale, che in ge-nere costituito da una vasca in marmo,giacch doveva permettere la parziale im-mersione del battezzando, secondo la tra-dizione rituale paleocristiana.

    Appellativi

    I battisteri erano edifici a pianta cen-trale. Potevano essere, come gi detto,circolari o poligonali, cos che il fedeleavesse la possibilit di vedere loggettodellinteresse, il fonte battesimale, dal va-no anulare, o deambulatorio, che lo cir-condava. Un battistero tipico quello cir-colare presso la basilica di San Giovanni

    in Laterano, a Roma, alcune parti delquale risalgono almeno al 313. Fu erettointeramente con materiale di recuperocome le massicce porte bronzee e il fon-te, un vasto bacino in porfido, che pro-venivano dalle terme di Caracalla.

    Celebri i battisteri di Firenze, Pisa,Asti, Ravenna, Albenga e Parma; que-stultimo con delle marcate influenze go-tiche. Il battistero di San Giovanni in Fon-te, sito a Napoli, considerato il pi anti-co del mondo occidentale.

    Altro esempio: Marcellianum, era unsuburbio di Cosilinum, antica citt dellaLucania romana, che corrisponde allat-tuale San Giovanni in Fonti. Nel IV secolod.C. in questa localit, sopra una sorgen-te perenne e considerata sacra, sorge ilbattistero in cui veniva amministrato ilbattesimo per immersione.

    Gi Cassiodoro in un resoconto adAlarico, re dei Goti, descriveva il sito, ed, di notevole suggestione la narrazioneche parla dellaumento miracoloso delvolume delle acque durante la cerimoniadel Sabato Santo.

    La fondazione del battistero si fa risa-lire al 308 d.c., allepoca di Papa Marcel-lo I, da cui la zona avrebbe preso il no-me, e la sua scomparsa sarebbe statacausata, intorno al IX secolo, da attacchisaraceni e longobardi.

    Ambienti del battistero

    Il battistero pu essere costituito dauno o vari ambienti strettamente collega-ti: nelle basiliche di una certa importanza

  • due o tre locali che lo circondano o nedipendono. La funzione di queste camerenon si pu sempre determinare con esat-tezza; anzi sovente gli studiosi non sonoaffatto daccordo sulla loro destinazione.Anche in questi casi vengono fatti nomied ipotesi, che la prudenza suggerisce diaccogliere con molte riserve, anche se cchi esclude a priori ogni possibilit.

    Il Lemerle ritiene che spesso i locali at-tigui al battistero furono ambienti di ser-vizio, buoni ad ogni uso e senza una fun-zione particolare.

    Ci in realt contrasta col criterio di ri-gorosa funzionalit che contraddistinguelarchitettura cristiana. Il silenzio dei testi,se deve indurre alla prudenza, non impe-disce di supporre che tutte le varie partidel rito battesimale, disponendosi di variambienti, potessero ripartirsi tra quei lo-cali. Del testo diventa assurdo pensareche gli ambienti annessi al battistero diSalona, di cui si parler pi avanti, possa-no essere eccezionalmente, soltanto lo-cali di servizio.

    Si ritiene generalmente che il com-plesso degli edifici battisteriali compren-da almeno due ambienti: la sala con lavasca e una camera attigua, posta ad oc-cidente, nella quale il vescovo avrebbeamministrato il crisma: il consignatoriumo rismrion. Una prova decisiva verrebbefornita dalla presenza dellabside, che fa-rebbe supporre lesistenza della cattedrae quindi del vescovo per il rito della cresi-ma, anche questo vano per molto ra-ro; anzi si trova piuttosto nel battistero,dove evidentemente si amministravanoambedue i sacramenti. Altro indizio signi-

    ficativo sarebbe il banco addossato allaparete di uno dei locali dipendenti; inquesto caso si tratterebbe dellambientedestinato ad accogliere i catecumeni perlistruzione prebattesimale, il cosiddettocatecumeneo.

    Le sole indicazioni utili delle fonti let-terarie si trovano nelle Catechesi di S. Ci-rillo, ove si distingue un vestibolo dal bat-tistero, chiamato per contrasto, am-biente interno, o anche, corrispondenteal sancta sanctorum o sacrarium diS. Ambrogio. Tuttavia il vestibolo cui ac-cenna S. Cirillo si trova ad esempio nelbattistero lateranense, ma manca in mol-tissimi altri monumenti.

    Un esempio di come sia possibile trar-re il massimo profitto dagli elementi a di-sposizione potrebbe considerarsi quelloche il Dyggve ha creduto di ricostruireper il battistero cattolico di Salona. Allin-gresso i battezzandi si portavano nel ca-tecumeneo, dove ricevevano listruzionee venivano preparati spiritualmente a ri-cevere lacqua lustrale; di l, attraverso unportico situato tra il battistero e la basili-ca, passavano in un locale fornito di ban-chi lungo le pareti, e attendevano il mo-mento della cerimonia. Giunto il loro tur-no, entravano in un locale a deporre gliabiti e da l venivano introdotti nel batti-stero; quivi si sottoponevano allesorci-smo e alla triplice immersione nella vascacruciforme.

    Una volta battezzati, passavano inunaltra stanza per lunzione, davanti allacattedra, dalla quale il vescovo presenzia-va il rito; quindi, ripercorrendo il porticoesterno in senso longitudinale, erano

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    ammessi nella basilica per partecipare al-lEucaristia. Se questa geniale ricostruzio-ne rispondesse al vero, sarebbe meritodel Dyggve aver individuato a Salona uncomplesso di battistero paleocristiano,veramente completo sia dal punto di vi-sta liturgico che architettonico. Ma do-veroso avvertire che la funzione di qual-che ambiente va ritenuta puramente ipo-tetica.

    La forma dei battisteri

    La pi grande variet di forme dominalarchitettura dei battisteri.

    Della comune origine negli edificitermali dellet classica, gli artisti cri-stiani ritennero soprattutto la costruzio-ne a simmetria accentrata, per le carat-teristiche stesse di tale forma che per-metteva visibilit totale ed uniformeverso il punto centrale: la vasca battesi-male. Tenendo fermo quel principio co-struttivo, non rimase loro che la libertdi scegliere il tipo del perimetro esternoe quello della vasca, ambedue interdi-pendenti nei rapporti estetici e funzio-nali, e strettamente connessi nel lin-guaggio simbolico che, nel caso deibattisteri, non esagerato individuarecome il tessuto stesso della disposizionestrutturale.

    Il simbolismo infatti viene chiaramentespiegato sia nella decorazione musivache epigrafica: liscrizione di Sisto III nelbattistero lateranense esalta i vantaggidella grazia acquistata dallacqua rigene-ratrice; gli otto distici di S. Ambrogio nel

    battistero di S. Tecla a Milano illustrano,tra laltro, il significato della forma otta-gonale.

    Del resto, almeno in Oriente, anche lebasiliche trassero dai battisteri la sugge-stione per lo schema a pianta centrale,per la volta e per la cupola; e dovunqueal battesimo e allacqua purificatrice si-spirarono talvolta le decorazioni delle ab-sidi e gli affreschi dei cubicoli cimiteriali.

    Nelle forme dei battisteri sincontratutta la gamma di varianti dello schema asimmetria accentrata: figure semplici co-me il circolo, il quadrato e il poligono; fi-gure complesse ricavate con laggiunta dinicchie nei lati del perimetro, linserimen-to di un tetraconco o quadrifoglio, lin-crocio di due triconchi componenti unesagono di absidi, cio uno schema stel-lare. Fra tutte prevale tuttavia lottagono,nelle diverse combinazioni, che possonoessere classificate come segue:

    *ottagono semplice con o senza nic-chie inscritte o ricavate nellambito delmuro perimetrale: battisteri di S. Stefano,S. Giovanni, S. Aquilino presso S. Loren-zo a Milano (sec. IV), di Albenga (sec. V),di Parenzo (sec. VI), degli Ortodossi oNeoniano (458) e degli Ariani (sec. VI) aRavenna;

    *ottagono con incrocio di un tetra-conco con uno schema cruciforme:battisteri di Novara (sec. V), S.Vitale (sec.V?), Nevers (sec. VI), Qal at Sem~n (sec.V-VI) ;

    *ottagono libero o inscritto in unquadrato con giro interno di colonne.

    Il peribolo (recinto di un luogo sacro)pu essere:

  • addossato agli angoli del poligono:Frjus (inizi sec. V), Tabarka o Tha-braka in Tunisia (sec. VI);

    indipendente: Aix-en-Provence (sec.IV-V), Riez (sec. V), S. Mena in Egitto,basilica grande;

    a colonne binate: Marsiglia, dovefanno da pendant ad una serie oppo-sta poggiata al perimetro interno (sec.IV?), Bir-bou-Rekba (Siagu in Tunisia),in cui la massa si articola sensibilmen-te per le tricore inserite in ciascun latodel poligono, battistero Lateranense aRoma, nella sistemazione di Sisto III(432-440), la cui evoluzione mostra ilpassaggio dallo schema circolare aquello poligonale.

    Le vasche battesimali

    La variet riscontrata nella formadegli edifici si ripete e anzi si accentuanei riguardi delle vasche. Quando siparla di forma della vasca, sarebbe ne-cessario distinguere quella esterna dal-la interna: per quando non c altraesplicita indicazione, si intende soloquella esterna.

    Ci premesso, si ricordano tra le for-me pi diffuse di vasche:

    * lottagonale, internamente crucifor-me o a quadrifoglio: Betlemme e NeaAnchialos in Grecia, Marsiglia e Frjus inFrancia, Albenga e Nocera in Italia, Sah-ratha e Tabarka in Africa; * la circolare:basilica di Serbus a Sbeitla, Ain Zigara, Si-di Ferruch, Tigzirt, Tipasa in Africa; S. Se-verina in Italia; basilica A di Lesbo in Gre-

    cia; a Coo; basilica maggiore di S. Menae Medamd in Egitto; Bersabea, Mada-ba, Taibeh, Kerak, Megreh in Palestina;

    * lovale o a foggia di barca: a Gera-sa, ad Apollonia in Cirenaica; nel batti-stero presso la basilica di S.Vitale a Sbei-tia; a Vega del Mar in Spagna;

    *la rettangolare: Giil-Baktsch in Ana-tolia; Eleona, Evron in Palestina;

    * la quadrata, spesso con quadrifogliointerno: Gemila, Matifu, Morsott, basilicadi Uppenna in Africa; S. Sepolcro;

    * lesagonale: Parenzo, Timgad, Der-mech, Damus el-Karita, Bir Ftua, Garizim;

    * la cruciforme: Dodecanneso; Sbaita,Smakieh in Palestina; Oued Ramel in Tu-nisia; Leptis Magna in Tripolitania; batti-steri di Salona;

    * a quadrifoglio: Bet Awa, Amwas,Keratiya in Palestina; Asaaba in Tripolita-nia;

    * la rosacea o stellare: Tebessa in Algeria; Sidi Mansur, Sfax, Hamman Lif,Henchir-Chigarnia, Zaghuan, Henchir-el-Hakaima nella Tunisia, regione nellaquale sembra essersi maggiormente diffusa.

    La presente classificazione non putener conto naturalmente dei molti batti-steri che ebbero vasche mobili, probabil-mente ancora esistenti, ma non ricono-scibili, mancandovi un qualunque indiziodi vasca, che la prova determinantedella funzione dellambiente.

    La conoscenza, piuttosto inadeguata,di queste vasche mobili lascia un angolooscuro nel quadro delle notizie di cui sidispone relative alla costruzione delle va-sche. Per costruzione non sintende il

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    materiale impiegato, di regola muraturanei tipi comuni, tappezzata esternamentedi mosaici, oppure un semplice monolitocon parca decorazione, bens il criterio,se vi fu, che regol la profondit del reci-piente e il suo rapporto con la quota delpavimento della stanza.

    La profondit di una vasca non puessere stabilita in una quota media, es-sendo molto sensibile il divario tra la mi-sura minima e la massima. Si passa daun minimo di m. 0,35 a Tebe di Tessa-glia basilica A ad un massimo di m. 2accertati ad Asabaa e nella basilica meri-dionale di Sabratha in Tripolitania; inol-tre, rispetto alla quota del pavimento, levasche si tengono elevate di poco colbordo inferiore e normalmente presen-tano due o pi rampe di scalini per per-mettere di toccare il fondo delle stesse.Al contrario della norma comune, cheesige la vasca in muratura scavata nelpavimento, vi sono casi di vasche so-praelevate, raggiungibili con scale ad-dossate: i massimi toccano i m. 0,90 neibattisteri di Gifna e Kh. Zacarieh e addi-rittura i m. 0,94 a Betlemme, sempre inPalestina. Il Bagatti, pubblicando questidati, si chiede se non sia il caso di pen-sare che le vasche sopraelevate fosserodestinate al battesimo dei bambini; li-potesi sarebbe accettabile, qualora sa-pessimo con certezza che il tipo incas-sato, cio sotto il pavimento, fosse ri-servato al battesimo degli adulti, ma inrealt levidente scomodit delle vaschealte non esclude lutilizzazione da partedelle donne, che verrebbero ad essere inparte isolate dallo sguardo di tutti.

    Altro problema strettamente legatoalla misura della profondit della vasca quello del tipo di battesimo: per immer-sione o per effusione.

    ovvio che in una vasca di cm. 40 dialtezza o anche poco di pi non solo nonsi pu parlare di immersione, ma si sta-rebbe scomodi anche stando in ginoc-chio. La diffusione di vasche pocoprofonde e anche il loro numero fannoescludere la prevalenza di una forma dibattesimo sullaltra e stanno piuttosto adimostrare che il battesimo ad immersio-ne e quello per effusione non soffrironodi sensibili preferenze presso le comunit.La forma del battesimo destinata a ri-manere dubbia in un sol caso, quando laprofondit della vasca media, cio suicm. 50-60. A tal proposito non si com-prende ad esempio, come sia possibileper il Lassus asserire che la vasca del bat-tistero di Dura Europos, profonda cm.65, sia servita per il rito dellimmersione,quando lo stesso potrebbe dirsi per ilbattesimo ad effusione.

    In alcuni battisteri, oltre alla vascagrande, si trova una pi piccola: cos aSbaita e Amwas in Palestina e probabil-mente a Dolojman in Romania, dove unpiccolo bacino angolare farebbe supporrelesistenza di una vasca maggiore portati-le. Si crede che tali vaschette servisseroper lolio, ma tale opinione non sempreaccettabile: in qualche caso ci daescludersi, per cui appare pi probabileche venissero adoperate per il battesimodei bambini.

    Unultima interessante curiosit ine-rente alle vasche quella dello scarico e

  • delladduzione delle acque. Dai monu-menti superstiti si possono accertare que-sti fatti: un certo numero di vasche serbano o

    mostrano di aver avuto la tubaturaper lafflusso dellacqua e limpiantoper lo scarico;

    la maggioranza delle vasche disponedi un sistema di deflusso, ma nonmostra traccia alcuna di dispositivoportatore;

    un gruppo considerevole di vaschenon ebbe mai impianti del genere. Ovviamente la presenza di un impian-

    to presuppone la possibilit di poter di-sporre di quantitativi dacqua piuttostoelevati, dato il numero di coloro che ac-cedevano al battesimo.

    Diremo allora che i battisteri forniti didispositivi idrici si trovavano presso pisci-ne o depositi dacqua di ogni genere, ca-paci di alimentare a sufficienza gli im-pianti; il secondo caso riflette la condizio-ne quasi generale dei battisteri: di trovar-si cio a dover disporre di un limitatoquantitativo dacqua, per cui si provvideallimpianto di scarico, ma lalimentazio-ne si affid esclusivamente al personaleincaricato del trasporto.

    Qui per va tenuta presente laprofondit della vasca, giacch un reci-piente poco profondo poteva essere adi-bito solo per il battesimo ad effusione.

    Il gruppo delle vasche prive dimpian-ti erano invece totalmente tributarie disistemi artificiali; in questo caso la diffi-colt e la lunghezza del lavoro induconoa supporvi praticato il battesimo per ef-fusione e richiamano le raccomandazio-

    ni contenute nella Didach e nella Tradi-zione Apostolica dIppolito: lacqua siaviva, cio fluente, ma in mancanza diessa, ogni acqua fredda, calda o sta-gnante buona per somministrare ilbattesimo.

    Il posto della vasca entro la sala diregola al centro in Occidente, dentrolabside si pu trovare in Oriente, spe-cialmente in Palestina e in Siria; se pernellabside si trova collocato laltare, essaviene spostata verso Ovest. La vasca puessere scoperta ovvero chiusa entro unbaldacchino marmoreo, sorretto da co-lonne. Un esempio pregevole di baldac-chino viene conservato a Gemila in Afri-ca : su quattro colonne poggia un mo-nolito cupoliforme con volticelle a velanellintradosso e il gancio al centro per lalampada. Nella vasca quadrata si scendeper due scalini; di fronte allingresso, ol-tre la vasca, in una piccola abside era si-stemata la cattedra, fiancheggiata dadue salette laterali; e, alla sua sinistra,cera una porta di comunicazione, a de-stra lambiente per la cresima: il consi-gnatorium. I neofiti, una volta battezzatie unti col crisma, passavano nellannessabasilica del sec. IV.

    A Gemila, la vasca non presenta deco-razione musiva; ci in un certo sensouneccezione, perch lAfrica, come laPalestina, ha serbato esempi mirabili dipiscine, interamente coperte di mosaici.

    Certamente il lettore si chieder il mo-tivo di questa lunga e dotta dissertazionesui battisteri paleocristiani che abbiamotratto dalla ponderosa opera di P.TestiniArcheologia cristiana .

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    Nellera paleocristiana, e in seguito, ilsacramento del Battesimo era ritenutouno straordinario dono di Dio che chia-ma i credenti a diventare Suoi figli : Nonvoi avete scelto me, ma io ho scelto voi(Gv 15, 16). Per tale motivo di ecceziona-le pregnanza trascendente in ogni comu-nit cristiana sparsa nel mondo, comeabbiamo ampiamente testimoniato, illuogo del battesimo era vigorosamentesegnato da forme artistiche veramenteeccellenti.

    Oggi?

    Spesso, troppo spesso ci si accontentadi un semplice recipiente per la raccoltadellacqua versata sul capo del battez-zando svalutando e decontestualizzandoil grande sacramento delliniziazione cri-stiana: ingresso alla partecipazione allavita della Chiesa e quindi alla vita di Dio.

    Come sempre solo lamore per il Si-gnore risorto, che ci chiama alla salvezza,diventa stimolo e sollecitazione a circon-dare questo grande sacramento di quelriguardo e quella premura che ci giungo-no con forza dai secoli precedenti.

    1 C.Capomaccio, Dalla ecclesia domestica alla basilica, in Culmine e Fonte, n3, Roma 2007, 9.2 Ibidem, nota 8, 13 Quella di Dura Europos fu costruita nel 232 dC, come attesta un graffito. Il suo eccellen-

    te stato di conservazione dovuto al fatto che, essendo stata inglobata nella cinta muraria costruita nel III

    secolo per proteggere la citt dagli attacchi, rimase sepolta dal crollo del terrapieno delle mura stesse duran-

    te lassedio dei Parti nel 258 dC. La casa non distinta dalle altre abitazioni, ma normalmente inserita nel

    tessuto urbano. Il pianterreno ci offre una nitida visione di quello che doveva essere laspetto delle prime

    chiese comunitarie. Ledificio provvisto di un atrio circondato da ambienti di varie dimensioni e da un porti-

    co. La chiesa vera e propria la stanza pi grande del piano terra. Essa si apre a sud dellatrio, ed costituita

    dallunione di due ambienti pi piccoli mediante labbattimento del muro divisorio. Sulla parete est dellaula

    visibile la cattedra per il presbitero: il sedile per lanziano a capo della comunit. Adiacente a questa sala e

    comunicante con essa il catecumeneo: il locale destinato alla catechesi per la preparazione al battesimo,

    ubicato sul lato ovest dellatrio e comunicante con questultimo attraverso una larga apertura. Infine, da un

    piccolo passaggio sulla parete nord del catecumeneo, si accede al battistero: un vano di modeste dimensioni,

    con una vasca battesimale alla parete ovest ed affreschi raffiguranti scene del Vecchio e del Nuovo Testamen-

    to: particolarmente notevoli sono le figure di unorante e di un Buon Pastore, la cui funzione, pi che deco-

    rativa, era prettamente simbolica. Al piano superiore erano le camere destinate ad abitazione.

  • GENS SACRANDA POLIS HIC SEMINE NASCITUR ALMOQUAM FOECUNDATIS SPIRITUS

    EDIT AQUAS.MERGERE, PECCATOR

    SACRO PURGANDE FLUENTOQUEM VETEREM ACCIPIET PROFERET UNDA NOVUM.

    NULLA RENASCENTUM EST DISTANTIAQUOS FACIT UNUM

    UNUS FONS, UNUS SPIRITUS, UNA FIDES.VIRGINEO FETU

    GENETRIX ECCLESIA NATOSQUOS SPIRANTE DEO CONCIPIT

    AMNE PARIT.INSONS ESSE VOLENS

    ISTO MUNDARE LAVACRO,SEU PATRIO PREMERIS CRIMINE

    SEU PROPRIO.FONS HIC EST VITA

    ET QUI TOTUM DILUIT ORBEMSUMENS DE CHRISTI VULNERE PRINCIPIUM.

    COELORUM REGNUM SPERATE HOC FONTE RENATI

    NON RECIPIT FELIX VITA SEMEL GENITOS.

    NEC NUMEROS QUEMQUAM SCELERUM, NEC FORMA SUORUM TERREAT

    HOC NATUS FLUMINE, SANCTUS ERIT.1

    Nasce qui, da seme divino,un popolo da santificare, che lo Spirito fa sorgere

    da queste acque rese feconde: immergiti, peccatore

    che vuoi essere purificato, nel sacro fiume:

    lacqua restituir nuovo quello che avr accolto vecchio.

    Non c pi distanza tra coloro che rinascono

    e che una sola fonte, un solo Spirito, una sola fede uniscono.

    La madre Chiesa in questacqua genera con parto verginale i nati

    che concep alla morte di Dio. Se vuoi essere desto,

    purificati in questo lavacro, sia che ti opprima la colpa dei padri,

    sia la tua. Questa fonte la vita e,

    prendendo principio dalla ferita di Cristo,lava tutto il mondo.

    Sperate il Regno dei Cieli, voi che siete rinati qui:

    la vita dei beati non accoglie coloro che sono nati una volta sola.

    N il numero, n la qualit dei peccati atterrisca alcuno:

    chi nato in questo fiume sar salvo.

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    Iscrizione dellepoca di Sisto IIIBattistero Lateranense (432 - 440)

    1 Liscrizione, in lettere capitali, non ha punteggiatura. I punti sono stati aggiunti solo per comodit di

    lettura.

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    l Battesimo sacramento dellafede, secondo lespressione tra-dizionale della teologia latina.

    Non soltanto il sacramento che dona lafede ma, anzitutto, il sacramento cheesprime la fede. il sacramento nel qualela fede si professa e si compie.

    Liter redazionale del Rituale OrdoBaptismi parvulorum trova unitarietattorno alle preoccupazioni di origineprevalentemente dottrinale; cos scri-veva Annibale Bugnini nellarticolo ap-parso su LOsservatore Romano del21 agosto 1969. Diceva che occorrevaevidenziare in modo corretto il rapportoFede-Battesimo, lintrinseco riferimentodel Battesimo al Mistero Pasquale e ilsuo significato allinterno del pi ampioquadro dellIniziazione Cristiana, comead esempio, esprimere meglio la con-nessione tra il rito battesimale e il temadellaggregazione / introduzione al po-polo di Dio.

    Dando uno sguardo storico, la pre-parazione del rito del Battesimo degliadulti e del rito del Battesimo dei bam-bini venne affidato al Coetus XXII, coa-diuvato dal Coetus XXIII del Consiliumad exsequendam de sacra liturgia. Il re-

    latore fu M. Gy, mentre S. Mazzarellofunse da segretario. Certamente, lascelta del Coetus fu di estrema atten-zione al dato teologico, accanto allapreoccupazione pastorale. Il criterio fuche i diversi elementi dottrinali fosserocapaci di provocare interrogativi prove-nienti dallesperienza pastorale. Limpo-stazione dottrinale appare, dunque,fondamentale; a essa si deve affiancarela preoccupazione di calare nel nuovoRituale i contenuti teologici percepiticome prioritari nella teologia sacra-mentaria [v. i Praenotanda generalia].

    Il nuovo ordo del rito del battesimodei bambini venne promulgato il 15maggio 1969. Una Editio typica altera stata pubblicata il 24 giugno 1973, ein essa si notano diversi cambiamenti.Ci fu poi una nova impressio nel 1986.Il Concilio aveva chiesto di ovviare aldisagio di una celebrazione del Battesi-mo fatta con i bambini, ma costruitacon gli elementi dellantica celebrazio-ne per gli adulti (tale era lantico ritualedel 1614). In questo modo, per la pri-ma volta nella tradizione della Chiesacompare un rito del battesimo costrui-to proprio per i bambini.

    La prima formula di benedizione dellacqua

    p. Juan Javier Flores Arcas, osb

    I

  • L Ordo Baptismi Parvulorum ha unprofondo senso dottrinale: lo si nota dalli-ter redazionale, che rivela pi di una sem-plice preoccupazione pastorale. Dunque, ilnuovo rituale non poteva ispirarsi a mo-delli preesistenti poich, fin dalla TraditioApostolica, i bambini sono battezzati lostesso giorno e allo stesso modo degliadulti. Il Sacramentarium o GelasianumVetus, come lOrdo XI, consideravano ibambini come se fossero degli adulti. Al-latto della riforma liturgica si dovevanocreare elementi nuovi, adattarne altri econservarne altri ancora. E, siccome la di-sciplina attuale della Chiesa non consentepi di conferire i tre sacramenti nello stes-so tempo ai bambini, nata anche lesi-genza di separare il rituale della Confer-mazione da quello dellEucaristia.

    Si pu dire che nellOrdo BaptismiParvulorum sono piuttosto rari i riferi-menti al legame del Battesimo con laConfermazione e lEucaristia. A tale ri-guardo interessante il commento di S.Marsili su queste due parti: Si halim-pressione che i redattori dei Praenotan-da Generalia sullIniziazione Cristiana, aparte la nota teologica degli articoli 1-2,non siano riusciti a sganciarsi dallo sche-ma che veniva loro fornito dal Rituale Ro-manum prima del Vaticano II Infatti,tutto il discorso verte unicamente sul Bat-tesimo, come sacramento a s stante,senza nessun riferimento alla sua posizio-ne nel complesso dellIniziazione Cristia-na, dalla quale pure si erano prese lemosse1.

    Ai numeri 1 e 2 dei praenotanda ge-neralia dell Ordo Initiationis Christianae

    Adultorum viene dato un certo rilievoalla prospettiva unitaria, prima di proce-dere allanalisi dei singoli sacramenti, inbase alla quale tutto quello che indicaunadeguata comprensione di ciascunsacramento non pu prescindere dallaconsiderazione dei nessi che li colleganoluno allaltro. La frase conclusiva del n. 2 sottolinea che nella loro reciprocainter-relazione che i tre sacramenti sonodecisivi in ordine alla costituzione diunidentit compiutamente delineata.Tutto il n 2 si occupa dellidentit pro-pria dei singoli sacramenti determinan-do gli effetti specifici di ciascuno di essi,i quali contribuiscono a fondare lespe-rienza concreta della vita cristiana: Triaigitur initiationis christianae sacramentaita inter se coalescunt, ut ad plenamstaturam perducant christifideles, quimissionem totius populi christiani in Ec-clesia et in mundo exercent. Lordine,che si recepisce dai Praenotanda Gene-ralia, significativo: al Battesimo seguela Confermazione, mentre il vertice del-lIniziazione individuato nella pienapartecipazione allAssemblea eucaristica(ad plenitudinem adducant), attraversola comunione sacramentale.

    Procedendo oltre, i PraenotandadellOrdo Baptismi Parvulorum, cio lepremesse al rito vero e proprio, offrono igrandi temi e gli orientamenti dottrinaliattorno ai quali la celebrazione deve arti-colarsi. Essi sono: il rapporto battesimo-fede; battesimo-mistero pasquale; batte-simo-ingresso nella comunit ecclesiale e,infine, il battesimo nellinsieme dellIni-ziazione Cristiana. Non compito pro-

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    prio di un rituale quello di offrire una ric-ca e complessa teologia, tanto che non latroviamo in questi 31 numeri dei Praeno-tanda, ma si pu vedere che c una riccasintesi di tutto quello che deve essere ilbattesimo dei bambini.

    Ci interessa particolarmente il n 9, cheparla del rapporto tra il Battesimo ed ilMistero Pasquale: Ad illustrandam Bap-tismi indolem paschalem, commendaturut sacramentum in Vigilia paschali cele-bretur aut die dominica, in qua Ecclesiaresurrectionem Domini commemorat.Come si pu notare, la Veglia pasquale ela domenica sono i veri giorni per la cele-brazione del battesimo, ma il periodo incui si conferir il battesimo variabile.Ci richiama nuovamente al n 8 dei Prae-notanda. In sintesi, i nn 44-46 contem-plano la Sacra Verbi Dei Celebratio. Unadelle grandi novit di tutti i rituali pro-prio questa nuova Liturgia della Parolache offre la possibilit di stabilire un lega-me tra Parola e Sacramento. Questa litur-gia composta da letture, omelia e pre-ghiera universale.

    La celebratio Baptismi

    La Celebratio Baptismi. descritta ainn 53-66, dove troviamo il rito, compo-sto dalle seguenti parti:

    Benedictio et invocatio Dei superaquam (nn 54-55).

    Abrenuntiatio et professio fidei(nn 56-59).

    Baptismus (nn 60-61).

    Ritus explanativi (nn 62-66). Questi ritisono composti dalle seguenti parti:

    Unctio post Baptismum (n 62). Impositio vestis candidae (n 63). Traditio cerei accensi (n 64). Effeth (nn 65-66).

    Questi riti e queste formule sonoidentiche a quelle della iniziazione degliadulti, con monizioni diverse. La celebra-zione inizia con la solenne preghiera dibenedizione dellacqua, preziosa cate-chesi sullacqua nella storia della salvezzafino al battesimo istituito da Cristo; se-gue limpegno solenne dei genitori, deipadrini e delle madrine a nome del bam-bino.

    Benedictio et invocatio Dei superaquam (nn 54-55).

    La preghiera di benedizione dellac-qua contiene una grande catechesi bat-tesimale. La triplice rinunzia e la tripliceprofessione di fede nel loro movimentorappresentano come la sintesi della vitacristiana e costituiscono la preparazioneimmediata allatto battesimale. La primaformula di preghiera di benedizione del-lacqua nellattuale rito battesimaledevessere considerata come un tuttunocon lazione battesimale stessa, data lasua ricchezza biblica e il suo valore teolo-gico-sacramentale.

    Lacqua, fuori del tempo pasquale, sarbenedetta a ogni battesimo. Tale era laprassi nei primi secoli e cos si fa ancora

  • oggi nelle Chiese dOriente. Nella Chiesalatina tale prassi fu conservata solo fino al-lalto Medioevo, perch poi si afferm lu-so di pronunciare questa benedizione sol-tanto nelle vigilie di Pasqua e di Penteco-ste (nell Ordo Hebdomadae Sanctae del1956 solo nella Veglia Pasquale). La rifor-ma liturgica ha stabilito che, fuori del tem-po pasquale, lacqua sia benedetta nellastessa celebrazione del sacramento (SC70; Praenotanda n 21). Lo scopo di taleprescrizione in ordine alla comprensionedel mistero battesimale, alla luce della sto-ria della salvezza: Sacramenti autem ce-lebratio proxime preparatur tum celebran-tis sollemni oratione quae, Deum invocan-do eiusque salutis consilium recolendo,aquam Baptismi vel benedicit vel eius be-nedictionem commemorat (n 18,1).

    Dunque, parte della celebrazionequesta solenne Benedictio et invocatioDei super aquam nella quale, invocandoDio e ricordando il suo disegno di salvez-za, egli benedice lacqua battesimale. Larubrica dice che: Deinde, ad fontemconversus, extra tempus paschale, cele-brans profert benedictionem sequen-tem (n 54).

    Come prex stato scelto un antichis-simo testo che si trova anche in altri luo-ghi della liturgia rinnovata, cos nel Mes-sale Romanum, nella sua tertia edityo ty-pica, appare la stessa preghiera con il ti-tolo Benedictio aquae baptismatis2. An-che nell Ordo Initiationis christianaeadultorum3 appare con il seguente titolo:Benedictio aquae. LOrdo Baptismi Parvu-lorum invece intitola: Benedictio et invo-catio Dei super aquam.

    Il testo proviene dal SacramentariumGelasianum Vetus4. Il tutto precedutodal seguente titolo: Inde descendis cumlitania ad fontem. Benedictio fontis.Nella Sezione XLIV, ai numeri 444-448,si trova questa lunga preghiera che si mantenuta fina ad oggi nella liturgia la-tina. Il testo mette in rilievo alcune figu-re sia dellAntico, sia del Nuovo Testa-mento, come ad esempio, lacqua ama-ra che diventa dolce, lacqua sgorgatadalla roccia, lacqua trasformata in vinoa Cana, lacqua sulla quale Ges cam-min, lacqua del Battesimo e lacquache esce dal costato di Cristo. Dunque,si tratta di una grande Benedizione del-lacqua5, strutturata secondo lanamne-si che indica tutti i momenti nei qualilacqua stessa ha assunto un ruolo salvi-fico.

    B. Neunheuser che ha studiato tuttele fonti delle preghiere di benedizionedellacqua dice chiaramente come la be-nedizione appartiene al sacramento:quod totius celebrationis sacramentibaptismi culmen primum est sanctificatioaquae, quam sequitur, ut culmen sedun-dum, actus baptismalis. Istud vero pri-mum culmen, invocatio scilicer consecra-toria, est praecise benedictio aquae bap-tismalis6. Lo stesso autore chiama aquesta importante preghiera invocatio-nem eucharisticam o invocationem con-secratoriam7.

    Al riguardo di questo argomento svi-luppato, bene leggere un bel commen-to a questa preghiera, fatto da A. Nocentil quale divide la benedizione in nove pa-ragrafi8. Le fonti di questa famosa pre-

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    ghiera si possono leggere in questo stu-dio di Nocent. Conclude cos: Sembraquindi pi probabile pensare che il testodi questa benedizione fosse conosciuto aRavenna allinizio del V secolo, ma com-posto a Roma9.

    La preghiera gelasiana di benedizio-ne dellacqua contiene una antichissimabenedizione dellacqua battesimale lacui origine gi si trova in Tertulliano. Es-sa inizia cos: Omnipotens sempiterneDeus, adesto magne pietatis tuae my-steriis, adesto sacramentis et ad crean-dos novos populos, quos tibi fons bapti-smatis parturit, spiritum ad / optionisemitte, et quod humilitatis nostrae ge-rendum est ministerio, tuae virtutiscompleatur effectus10. Si tratta diunintroduzione che ricorda, in primoluogo, lopera della Creazione e la ge-nerazione di un nuovo popolo generatodal l acqua battesimale. Il n 444 del sacramentario gelasiano in-tende pregare per i ministri, umili stru-menti di tanto mistero, ma tale intenzio-ne preceduta dalla solenne proposizio-ne a Dio dellopera salvifica che si vacompiendo e si chiede il dono dello Spi-rito Santo per far nascere nuovi popolidal seno del fonte battesimale.

    La seconda parte della preghiera gela-siana costituita dal n 445 dove vienemessa in evidenza la potenza delloperadi Dio, secondo queste parole: Deus,qui invisibili potentia tua sacramentorumtuorum mirabiliter operaris affectum, etlicet nos tantis misteriis exequentis simusindigni, tu tamen gratiae tuae dono.Proprio con queste parole incomincia la

    Benedictio et invocatio Dei super aquamdell OBP nel numero 54.

    Possiamo considerare il testo del nuo-vo ordo come un testo antico, con alcunicambiamenti, che diventa una vera cate-chesi sullacqua.

    La preghiera ha una struttura trinita-ria: si rivolge a Dio Padre, compiendo lamemoria, lanamnesi degli atti salvifici dalui operati nella storia in preparazione delsacramento del battesimo, invoca linfu-sione dello Spirito, della sua virt, dellasua potenza nellacqua, onde santificarlae renderla santificante, onde renderlaelemento sacramentale, per la mediazio-ne del Figlio Ges Cristo nostro Signore11.

    La possiamo dividere in diverse parti.1.- Lacqua, segno sacramentale del

    battesimo:

    Deus, qui insibili potentia per sacra-mentorum signa mirbilem operaris ef-fectum, et creaturam aquae multis modispraeparasti, ut Baptismi gratiam demon-straret.

    Le azioni salvifiche del passato si at-tualizano nel presente sacramentale. Laprima parte della preghiera mostra co-me i sacramenti debbano essere vistiquali meraviglie di salvezza, operatedalla potenza invisibile di Dio per mezzodei segni sacramentali del tempo dellachiesa. In tal modo, il battesimo postonel contesto di tutta lhistoria salutis edelle grandi opere che Dio realizza nel-lattivit sacramentale della chiesa. I sa-cramenti sono segni in cui si dispiegano

  • le meraviglie della salvezza nel tempoattuale. Dio ha usato tutta la sua peda-gogia nella storia biblica, che permetteai credenti di comprendere le meraviglieche egli opera attualmente nellacquabattesimale.

    La preghiera si riferisce a sei grandiazioni divine, tre dellAntico Testamentoe tre del Nuovo Testamento. Si ha cosuna duplice serie di tre anamnesis chemanifestano ed esprimono lefficacia sal-vifica propria dellacqua battesimale.

    2.- Lacqua della prima creazione:Deus, cuius Spiritus super aquas interipsa mundi primordia ferebatur, ut iamtunc virtutem sanctificandi aquarum na-tura conciperet.

    Si incomincia con unanmnesis nel-la quale lazione salvifica passata si at-tualizza e va in ultima analisi presentatae fatta valere davanti a Dio, affinchegli se ne ricordi e la conduca al suocompimento escatologico12. Il primo ri-ferimento al racconto della creazione,dove si parla dello Spirito di Dio chealeggiava sulle acque, rendendole fe-conde di vita per la potenza della paro-la divina. Lesegesi della tradizione pa-tristica parler della fecondit delle ac-que primordiali per mostrare la fecon-dit delle acque battesimali. Lo stessoTertulliano scrive nel suo trattato sulbattesimo che lo Spirito di Dio eraportato sulle acque, egli che avrebbe ri-creato i battezzati13. La preghiera dibenedizione, evocando il dato biblico

    dello Spirito Santo sulle acque primor-diali, accoglie e fissa questa interpreta-zione. Come lo Spirito di Dio agiva sulleacque primitive per suscitarvi la primacreazione, cos lo Spirito agisce ora sulleacque battesimali per suscitarvi la nuo-va creazione. Lo Spirito di Dio infatti creatore. Lacqua il segno mediantecui la potenza di Dio opera la nuovacreazione. Il battesimo cos unoperadi creazione parallela allopera creatriceche ha dato origine alluniverso, ed dello stesso ordine delle altre grandiopere creatrici dellhistoria salutis. Leespressioni ipsa mundi primordia fere-batur e in ipsa diluvii effusione signasti,sono chiari riferimenti allacqua dellacreazione e al Diluvio come tipologiadel Battesimo. Si tratta dellacqua dellaCreazione sulla quale aleggia lo Spirito,mentre il Diluvio il simbolo del maleche viene distrutto ed estirpato, nonchlinizio della virt.

    3.- Lacqua del diluvio: Deus, qui rege-nerationis speciem in ipsa diluvii effusio-ne signasti, ut unius eiusdemque elemen-ti mysterio et finis esset vitiis et origo vir-tutum.

    Lepisodio biblico evocato in questosecondo momento della preghiera quello del diluvio, in cui lacqua assumeun nuovo significato simbolico: non piun ambiente di fecondazione, ma un ele-mento di distruzione del peccato delmondo e - nello stesso tempo - di salvez-za per un giusto, il quale destinato a di-ventare la primizia di una nuova creazio-

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    ne. Questa tipologia delle acque del dilu-vio appare nella prima lettera di Pietro3,18-2114 che stabilisce tra il diluvio, lamorte di Cristo in croce e il battesimouna analogia teologica. Il diluvio prefi-gurazione del battesimo, perch in mez-zo, al centro della storia, si pone leventodecisivo della morte di Cristo in croce, se-guito dalla sua risurrezione. La costanteche permane in tutti i tre momenti la-zione giudicante di Dio che distrugge unmondo di peccato e d inizio ad un mon-do nuovo. Il segno che permette di met-tere in relazione il diluvio col battesimo lacqua. Il battesimo un mistero di im-mersione nella morte di Cristo e di nasci-ta nuova in virt della risurrezione diCristo mediante il segno sacramentaledellacqua.

    4.- Lacqua del Mar Rosso: Deus, quiAbrahae filios per mare Rubrum sicco ve-stigio transire fecisti, ut plebs, a Pharao-nis servitute liberata, populum baptizato-rum praefiguraret.

    Questo evento centrale nella storiadella salvezza e viene continuamente ri-chiamato nellAntico Testamento per pro-clamare lesodo nuovo dei tempi escato-logici. Nel Nuovo Testamento, Paolo vedeil tipo del battesimo e delleucaristia (1 Cor 10, 1-4.6). Tutta la tradizione cri-stiana ha ampiamente utilizzato leventodellesodo per descrivere la portata delbattesimo come passaggio dalla vechiaalla nuova vita e come vittoria di Cristosul peccato e sulla morte. Dice san Basi-lio che il mare figura del battesimo poi-

    ch ha effettuato la separazione dal fa-raone, come il bagno del battesimo ci li-bera dalla tirannia del diavolo. Nel suoseno quel mare uccideva il nemico, nelbattesimo muore la nostra inimicizia conDio. Da quel mare il popolo usc inden-ne, dallacqua anche noi risaliamo viventidi tra i morti, salvati dalla grazia di coluiche ci ha chiamati. Quanto alla nuvola,essa lombra del dono che ci viene dal-lo Spirito15. Questa terza tipologia dellapreghiera di benedizione sottolinea il si-gnificato dellacqua battesimale comenuovo esodo: il popolo dIsraele che pas-s attraverso il mare figura del nuovopopolo dei battezzati in cammino versola terra promessa.

    5.- Lacqua del Giordano: Deus, cuiusFilius, in aqua Iordanis a Ioanne baptiza-tus, Sancto Spiritu est inunctus.

    Questo riferimento inizia le comme-morazioni del NT e lo fa con il battesi-mo di Ges, testimoniato dai vangelisinottici. Lepisodio illustrato da Gesstesso, quando inaugura la sua predi-cazione nella sinagoga di Nazaret e ap-plica a s il detto del libro di Isaia:Spiritus Domini super me: propterquod unxit me, evangelizare pauperi-bus misit me, sanare contritos corde,praedicare captivis remissionem, etcaecis visum, dimittere confractos in re-missionem, praedicare annum Dominiacceptum et diem retributionis16. Lostesso Spirito di Dio che aleggiava sulleacque della prima creazione fecondan-dole, ha consacrato Ges. Lacqua delGiordano il segno del battesimo di

  • Ges e dellunzione dello Spirito. Il bat-tesimo presenta il tipo della morte edella vita: lacqua figura della morte,lo Spirito diventa la caparra della vita.In questo modo bisogna passare dallamorte per avere la vita, cio lo Spiritoche ci dato nel battesimo.

    6.- Lacqua del costato trafitto di Ge-s: Et, in cruce pendens, una cum san-guine aquam de latere suo produxit, ac,post resurrectionem suam, discipulis ius-sit: Ite, docete omnes gentes, baptizan-tes eos in nomine Patris et Filii et SpiritusSancti.

    Il riferimento di questa evocazione alla morte di Ges in croce, quando isoldati, venuti da Ges e vedendo cheera gi morto, non gli spezzarono legambe, ma uno dei soldati gli colp ilfianco con la lancia e subito ne usc san-gue ed acqua (Gv 19, 33-34). Sullacroce si compie la profezia di Zaccaria14, 8; Ez 47,1: dal costato di Cristo sca-turisce la sorgente dacqua viva che,unita al sangue della sua passione, di-venta il simbolo dello Spirito Santo do-nato ai credenti e la prefigurazione delbattesimo della salvezza. Lacqua il se-gno sacramentale del battesimo. Que-stacqua, opera della creazione di Dio, stata collegata alle grandi opere dellasalvezza dellAT e del NT e pu dunqueessere assunta quale segno sacramenta-le della salvezza che il Signore risortovuole comunicare a tutta lumanit. Perquesto si fa ora esplicito riferimento alcomando di Cristo che affida agli apo-

    stoli e ai loro successori la missione dievangelizzare e battezzare, mentre la-zione battesimale appare come unazio-ne propriamente trinitaria che consacraluomo al Padre, al Figlio e allo SpiritoSanto.

    7.- Dallanamnesis allepiclesi. Respicein faciem Ecclesiae tuae, eique dignarefontem Baptismatis aperire. Sumat haecaqua Unigeniti tui gratiam de SpirituSancto, ut homo, ad imaginem tuamconditus, sacramento Baptismatis a cunc-tis squaloribus vetustatis ablutus, in no-vam infantiam ex aqua et Spiritu Sanctoresurgere mereatur.

    Dopo lanamnesi delle meravigliedella salvezza, la preghiera domanda aDio Padre la loro attuazione qui e ora,nel tempo della Chiesa e nellesistenzadi coloro che stanno per ricevere il bat-tesimo. Colui che opera questa attualiz-zazione delle meraviglie della salvezzaper mezzo dellacqua battesimale loSpirito Santo che viene per questo invo-cato, affinch infonda nellacqua la suapotenza creatrice, di liberazione e disantificazione, e nei battezzati sia ristau-rata limmagine di Dio e la conformitcon Ges Cristo. Linvocazione si svolgein tre momenti: summa haec aqua; uthomo...; in novam infantiam. Lespres-sione: Respice, Domine, in faciem ec-clesiae tuae et multiplica in ea genera-tiones tuas, quae gratiae tuae effluentisimpetum. Il testo vede il fonte comelutero nel quale viene generata la nuo-va creazione: questo un tema molto

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    caro ai Padri della Chiesa, come Cle-mente Alessandrino e Tertulliano. Il fon-te la madre che partorisce una nuovacreatura. Lacqua non soltanto genera,ma anche distrugge il male. Dunque,genera il bene e purifica dal male.

    8.- La virtus Spiritus Sancti. Il bagnobattesimale e linserimento nel misterodella morte e risurrezione di Cristo: De-scendat, quaesumus, Domine, in hancplenitudinem fontis per Filium tuum vir-tus Spiritus Sancti, ut omnes, cum Chri-sto consepulti per Baptismum in mortemad vitam cum ipso resurgant.

    La preghiera si conclude con linvoca-zione diretta dello Spirito Santo, lepicle-si vera e propria. Alla parola si accompa-gna il gesto. Il ministro infatti, diacono,presbitero o vescovo, pronunciando que-sta invocazione, tocca lacqua con la ma-no. Si rinnova la scena del fiume Giorda-no: Ges, santificato dallo Spirito discesosu di lui, toccando lacqua con il suo cor-po ed essendo toccato dallacqua, le co-munic la sua santit e la sua virt santi-ficante. Il battesimo , a un tempo, se-poltura e risurrezione, e ci in relazioneal mistero pasquale unico di Cristo. perquesto che anticamente i cristiani eranobattezzati nella notte di Pasqua: scende-vano a tre riprese nella piscina battesi-male, per simboleggiare i giorni trascorsida Cristo nella tomba e nel regno dellamorte e riemergevano come creature ri-sorte, indossando la veste bianca dellavita di grazia e portando il cero accesodella fede e della testimonianza cristia-

    na, in cammino verso la mensa del Panee del vino e la conquista della beatitudi-ne eterna. Forse la parte pi propria-mente epicletica, dal momento che sitratta della benedizione dellacqua verae propria. Lacqua raffigurata in quat-tro fiumi, che indicano sia lorigine dellaCreazione, sia lacqua che il popolo elet-to berr nel deserto. Si tratta di una ti-pologia che richiama alla realt di Cristoe al battesimo cristiano. Si chiede che ol-tre al naturale effetto di lavare i corpi,queste acque siano efficaci anche a puri-ficare gli spiriti. Questacqua svolge lafunzione di purificazione: essa trascendela sua funzione naturale, esprimendolefficacia battesimale.

    Lespressione: Descendat in hanc ple-nitudinem fontis virtus spiritus tui et to-tam huius aquae substantiam regeneran-dis fecundet effectu17 chiaramenteepicletica. Ci si trova dinanzi a unepiclesiancora pi pronunciata e resa evidentedalla parola Discendat18.

    La preghiera si conclude con la tradi-zionale dossologia Per Christum Domi-num nostrum.

    Conclusione.

    La preghiera di benedizione dellac-qua battesimale contiene la dottrina sa-cramentale sul battesimo e, al contempo,sullidentit del battezzato.

    A partire dal segno dellacqua si puseguire litinerario di ogni battezzato, per-ch con il sacramento del Battesimo om-nes, cum Christo consepulti per Bapti-

  • smum in mortem ad vitam cum ipso resur-gant. Adesso luomo, fatto a immagine diDio, lavato ormai dalla macchia del pec-

    cato grazie allacqua e allo Spirito Santo,rinasce come nuova creatura e quindi di-venta cristiano.

    73, n 445, linee 6-14); 6) Unde benedico te, creatu-ra aquae baptizantes eos in nomine Patris et Filii etSpiritus Sancti (v. p. 73, n 446, linee 15-26: Si trattapropriamente della benedizione dellacqua della qualesono utilizzati i tipi, di cui si detto sopra); 7) Haecnobis praecepta purificandis mentibus efficaces (v.p. 73, n 447, linee 27-31: lacqua che purifica glispiriti); 8) Discendat in hanc plenitudinem nova in-fantia renascatur (v. p. 73, n 448, riga 32 e p. 74, ri-ga 1: indica la pienezza dello Spirito che rende fecondalacqua per la rigenerazione ); 9) Per Dominum (v.p. 74, linee 1-3). A. NOCENT, I tre sacramenti dellini-ziazione cristiana, in Anamnesis 3/1. La liturgia, i sa-cramenti. Teologia e storia della celebrazione, ed. A.CHUPUNGCO, Marietti, Genova 1986, 52-55.

    9 NOCENT, op. cit. 54.10 Gel V. 444.11 G. FERRARO, I sacramenti e lidentit cristiana, Piem-

    me, Casale Monferrato 1986, 50.12 E. MAZZA, La liturgia come anmnesis: una nozio-

    ne da riesaminare? Didaskalia XXXVII (2007)/2, 13-26, la citazione a pagina 14.

    13Tunc ille sanctissimus Spiritus super emundata et be-nedicta corpora libens a Patre descendit (Matth., III,16) superque baptismi aquas, tanquam pristinam se-dem recognoscens conquiescit columbae figura de-lapsus in Dominum, ut natura Spiritus Sancti declara-retur per animal simplicitatis et innocentiae quodetiam corporaliter ipso felle careat columba, cf. TER-TULLIANO, De Baptismo,VIII, 3, (Corpus christiano-rum series latina 1), Brepols, Turnhout 1954, 283.

    14 Quia et Christus semel pro peccatis nostris mortuusest, iustus pro iniustis, ut nos offerret Deo, mortifica-tus quidem carne, vivificatus autem spiritu. In quo ethis, qui in carcere erant, spiritibus veniens praedica-vit: qui increduli fuerant aliquando, quando exspec-tabant Dei patientiam in diebus Noe, cum fabricare-tur arca: in qua pauci id est octo animae salvae fac-tae sunt per aquam. Quod et vos nunc similis formaesalvos facit baptisma: non carnis depositio sordium,sed conscientiae bonae interrogatio in Deum per re-surrectionem Iesu Christi.

    15 Cf. BASILIO MAGNO, De Spiritu Sancto XIII, 31, ed.B.Pruche (Sources chrtiennes 17 bis), Cerf, Paris1968, 354-359.

    16Lc 4, 18.

    17 Tale formula si trova nellOICA 215: si tratta di unabenedizione che accompagna con la teologia, dalGelasiano in poi, tutti i riti dellIniziazione Cristiana.

    18 Il testo gelasiano legge discendat.

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    1 S. MARSILI, I due rituali dellIniziazione Cri-

    stiana, in Iniziazione Cristiana: problema della Chiesadi oggi. Atti della IV settimana di studio dellAPL,EDB, Bologna 21979, 143-166.

    2 pp. 367-368 si trova il textus sine cantu.3 nella sua edityo typica 1972 a pp. 88-89.4 Liber sacramentorum Romanae Aeclesiae ordinis an-

    ni circuli (Cod. Vat. Reg. Lat. 316/ Paris Biblil. Nat7193, 41/56) (Sacramentarium Gelasianum), eds.L.C. Mohlberg-L. Eizenhfer-P. Siffrin (Rerum Eccle-siaticarum Documenta. Series Maior. Fontes 4), Her-der, Roma 1960.

    5 Essa indica la pienezza dello Spirito che feconda lac-qua per la rigenerazione. proprio una preghierapienamente romana. Nel Sacramentario Veronense sitrova, n 1331, una formula molto breve che fa allu-sione allo Spirito che aleggia sulle acque nel raccon-to della Genesi; si ricorda anche lacqua del Giorda-no e si evoca il mistero di Pasqua, che cancella il pec-cato e fa rinascere in Cristo.

    6 B. NEUNSEUSER, De benedictione aquae baptismalisEphemerides Liturgicae 44 (1930) 487. Si tratta di unriassunto della sua tesi di dottorato che si trova nelnumero 44 di questa rivista nelle seguenti pagine194-207; 258-281; 369-412; 455-492. sempre in-teressante. A. STENZEL, Il battesimo di Ges. Genesied evoluzione della liturgia battesimale, Paoline, Al-ba 1962.

    7E aggiunge: Sub hoc nomine intelligenda est illagratiarum actio de magnalibus Dei praesertim circaaquam gestis, in qua invocatur nomen Dei, ut aquasanctificetu: Ibidem, 490.

    8 Secondo P. Nocent, tali paragrafi sono: 1) Omnipo-tens sempiterne Deus compleatur (v. n 444, linee17-21: unintroduzione nella quale si ricorda la crea-zione di un popolo nuovo, generato nellacqua battesi-male e ladozione realizzata attraverso il sacramento);2) Deus qui invisibili potentiaaures tuae pietatis in-clina (v. n 445, linee 22-25: Dio opera delle meraviglienei suoi sacramenti e non abbandona luomo); 3)Deus cuius spiritusorigo virtutum (v. n 445, linee26-30: si ricorda lacqua primordiale della creazionesulla quale aleggia lo Spirito. Fino ad allora lacqua erapreparata per santificare. Il Diluvio tipo dello stermi-nio del male e punto di partenza della virt); 4) Respi-ce, Domine, in faciem ecclesiaegratia mater infan-tia (v. n 445, p. 72, linee 31-33 e col 73, n 445, li-nee 1-6: il fonte battesimale aperto alle nazioni. Lac-qua della rigenerazione stata preparata da secoli.); 5)Procul ergo hinc indulgentiam consequantur (v. p.

  • Formazione LiturgicaCulmine e Fonte 1-2009

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    Testi e Documenti

    uasi descrivendo un percorso diiniziazione, la prima parte dellE-sortazione apostolica Sacramen-

    tum Caritatis intitolata Eucaristia, mi-stero da credere, la seconda Eucaristia,mistero da celebrare e infine la terza par-te, di cui trattiamo, ha per argomentolEucaristia come mistero da vivere. De-lineando le coordinate della Forma eucari-stica della vita cristiana, il documento evi-denzia infatti come il mistero dellEucari-stia creduto e celebrato, posseggain s un dinamismo che ne fa principio divita nuova in noi e forma dellesistenza cri-stiana. Comunicando al Corpo e al San-gue di Ges Cristo, infatti, veniamo resipartecipi della vita divina in modo semprepi adulto e consapevole. Infatti non la-limento eucaristico che si trasforma in noi,ma siamo noi che veniamo da esso miste-riosamente cambiati.

    Quindi la Celebrazione eucaristica ap-pare in tutta la sua forza quale fonte eculmine dellesistenza ecclesiale, in quan-to lEucaristia trasforma tutta la nostra vitain culto spirituale gradito a Dio. Nella esor-tazione che San Paolo rivolge ai Romani(Vi esorto dunque, fratelli, per la miseri-cordia di Dio, ad offrire i vostri corpi comesacrificio vivente, santo e gradito a Dio; questo il vostro culto spirituale) emergelimmagine del nuovo culto come offertatotale della propria persona in comunionecon tutta la Chiesa. Linsistenza dellApo-

    stolo sullofferta dei nostri corpi sottolinealumana concretezza di un culto tuttaltroche disincarnato. Secondo la dottrina cat-tolica infatti, lEucaristia, in quanto sacrifi-cio di Cristo, anche sacrificio della Chie-sa, e quindi dei fedeli.

    Il nuovo culto cristiano quindi abbrac-cia ogni aspetto dellesistenza, trasfiguran-dola. LEucaristia, coinvolgendo la realtumana del credente nella sua concretezzaquotidiana, rende possibile, giorno dopogiorno, la progressiva trasfigurazione del-luomo chiamato per grazia ad essere adimmagine del Figlio di Dio. La novit radi-cale del culto portata da Cristo con lEuca-ristia consiste nel fatto che il culto a Dionellesistenza umana non relegabile adun momento particolare e privato, ma pernatura sua tende a pervadere ogni aspettodella realt dellindividuo. Il culto gradito aDio diviene cos un nuovo modo di viveretutte le circostanze dellesistenza in cuiogni particolare viene esaltato, in quantovissuto dentro il rapporto con Cristo e co-me offerta a Dio.

    Fin dalle origini, le prime comunit cri-stiane hanno avvertito il profondo influssodella Celebrazione eucaristica nel loro mo-do di vivere, nel loro stile di vita. SantIgna-zio di Antiochia presentava i cristiani comecoloro che vivono secondo la domenica.Con tale espressione veniva messo chiara-mente in luce lo stretto legame tra la realteucaristica e lesistenza cristiana nella sua

    Sacramentum Caritatis 9Stefano Lodigiani

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    Formazione LiturgicaCulmine e Fonte 1-2009 Testi e Documenti

    quotidianit. Inoltre questa espressionesottolinea pure il valore di questo giorno,la domenica, rispetto ad ogni altro giornodella settimana. La domenica il giornoin cui il cristiano ritrova quella forma euca-ristica della sua esistenza secondo la quale chiamato a vivere costantemente. Vive-re secondo la domenica quindi vuol direvivere nella consapevolezza della liberazio-ne portata da Cristo e svolgere la propriaesistenza come offerta di se stessi a Dio,perch la sua vittoria si manifesti piena-mente a tutti gli uomini attraverso unacondotta intimamente rinnovata.

    LEsortazione apostolica ribadiscelimportanza per tutti i fedeli del precettodomenicale come fonte di libert autenti-ca, per poter vivere ogni altro giorno se-condo quanto hanno celebrato nel giornodel Signore. La vita di fede, infatti, in pe-ricolo quando non si avverte pi il deside-rio di partecipare alla Celebrazione eucari-stica in cui si fa memoria della vittoria pa-squale. Partecipare allassemblea liturgicadomenicale, insieme a tutti i fratelli e lesorelle con i quali si forma un solo corpoin Cristo Ges, richiesto dalla coscienzacristiana e al tempo stesso forma la co-scienza cristiana. Smarrire il senso delladomenica come giorno del Signore dasantificare sintomo di una perdita delsenso autentico della libert cristiana, la li-bert dei figli di Dio.

    Richiamando quanto affermato da Gio-vanni Paolo II nella Lettera apostolica DiesDomini sulle diverse dimensioni della do-menica per i cristiani, lEsortazione racco-manda che nel giorno del Signore lerealt ecclesiali organizzino, intorno alla

    Celebrazione eucaristica domenicale, ma-nifestazioni proprie della comunit cristia-na: incontri amichevoli, iniziative per la for-mazione nella fede di bambini, giovani eadulti, pellegrinaggi, opere di carit e mo-menti diversi di preghiera. Risulta poi diparticolare urgenza nel nostro tempo ricor-dare che il giorno del Signore anche ilgiorno del riposo dal lavoro. Nellaugurarsiche anche la societ civile permetta di es-sere liberi dalle attivit lavorative in questagiornata, senza venire per questo penaliz-zati, lEsortazione sottolinea che sempre icristiani hanno visto nel giorno del Signo-re anche il giorno del riposo dalla faticaquotidiana. Ci ha un suo preciso senso,perch costituisce una relativizzazione dellavoro, che viene finalizzato alluomo: il la-voro per luomo e non luomo per il lavo-ro. nel giorno consacrato a Dio che luo-mo comprende il senso della sua esistenzaed anche dellattivit lavorativa.

    La domenica richiama anche la relazio-ne intrinseca tra la vittoria di Ges sul malee sulla morte e la nostra appartenenza alsuo Corpo ecclesiale. Ogni cristiano, in-fatti, nel Giorno del Signore ritrova anchela dimensione comunitaria della propriaesistenza redenta. Partecipare allazione li-turgica, comunicare al Corpo e al Sanguedi Cristo vuol dire nello stesso tempo ren-dere sempre pi intima e profonda la pro-pria appartenenza a Colui che morto pernoi. La comunione ha sempre ed insepara-bilmente una connotazione verticale eduna orizzontale: comunione con Dio e co-munione con i fratelli e le sorelle. Le duedimensioni si incontrano misteriosamentenel dono eucaristico. (continua)

  • La parola di Dio celebrataCulmine e Fonte 1-2009

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    Prima lettura: Dt 18,15-20Salmo responsoriale: dal Sal 94 (95)Seconda lettura: 1Cor 7,32-35Vangelo: Mc 1,21-28.

    Il salmo responsoriale evoca leventocentrale della storia biblica, la liberazioneofferta da Dio nellesodo dallEgitto. La sto-ria di Israele ci posta dinanzi come ammo-nimento: Della maggior parte d