RELAZIONE DI VALUTAZIONE DI IMPATTO PAESISTICO
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PROPRIETARIO PROGETTISTA COMMESSA CODICE TECNICO
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METANODOTTO SERGNANO-AGNADELLO DN 500 (20”), DP 75 bar ed opere connesse (allacciamenti/ricollegamenti) Pag. 1 di 50
Metanodotto:
SERGNANO-AGNADELLO DN 500 (20”), DP 75 bar
ed opere connesse (allacciamenti/ricollegamenti)
RREELLAAZZIIOONNEE DDII VVAALLUUTTAAZZIIOONNEE DDII IIMMPPAATTTTOO PPAAEESSIISSTTIICCOO
(ai sensi del Titolo IV del Piano Paesaggistico Regionale)
1 04.11.14 Aggiornamento Tracciato Caruba Battisti Luminari
0 22.01.14 Emissione Caruba Battisti Luminari
Rev. Data Descrizione Elaborato Verificato Approvato
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INDICE
1. INTRODUZIONE ................................................................................................... 3
2. QUADRO NORMATIVO RIFERIMENTO .............................................................. 5
3. INQUADRAMENTO TERRITORIALE E TUTELA PAESISTICA ......................... 7
3.1 Inquadramento territoriale .............................................................................................. 7
3.2 Piano Paesaggistico Regionale – PPR Lombardia ..................................................... 10 3.2.1 Tav. A - Indirizzi di tutela delle unità tipologiche di paesaggio ............................................... 10 3.2.2 Tav. B – Elementi identificativi e percorsi panoramici ............................................................ 13 3.2.3 Tav. C – Istituzioni per la tutela della natura .......................................................................... 14 3.2.4 Tav. D – Tutela paesistica degli ambiti di elevata naturalità .................................................. 15 3.2.5 Tav. E – Viabilità di rilevanza paesistica ................................................................................ 16 3.2.6 Tavv. F e G - Riqualificazione ambiti e contenimento processi di degrado ........................... 17 3.2.7 Rete idrografica naturale ........................................................................................................ 19 3.2.8 Infrastruttura idrografica artificiale della pianura (navigli, canali di bonifica, rete irrigua)....... 19
3.3 Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale - PTCP Cremona .......................... 25
3.4 Tutela paesistica comunale o sovracomunale ........................................................... 27
4. CARATTERISTICHE DEL METANODOTTO ..................................................... 29
4.1 Criteri progettuali di base ............................................................................................. 29
4.2 Gasdotto ......................................................................................................................... 30
4.3 Descrizione del tracciato .............................................................................................. 34
5. IMPATTO PAESISTICO (SENSIBILITA' DEL SITO) ......................................... 36
6 INCIDENZA DEL PROGETTO ........................................................................... 41
6.1 Metodologia ................................................................................................................... 41
6.2 Azioni Progettuali .......................................................................................................... 43
6.3 Grado di incidenza del progetto ................................................................................... 44
7. GIUDIZIO DI IMPATTO PAESISTICO E CONCLUSIONI .................................. 47
ALLEGATI ..................................................................................................................... 49
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1. INTRODUZIONE
L’opera in oggetto ha lo scopo di migliorare le attuali condizioni di esercizio adeguando
l’infrastruttura di trasporto agli attuali standard di sicurezza richiesti.
L’innovazione tecnologica maturata in questi anni sia in ambito dei materiali sia in ambito delle
tecniche costruttive consentirà di realizzare la nuova infrastruttura di trasporto gas con notevoli
vantaggi rispetto ad oggi; basti citare tra questi quelli principali:
Miglioramento della qualità ed affidabilità dei materiali impiegati conformi alle attuali norme
europee;
Razionalizzazione ed ammodernamento degli impianti di intercettazione.
Aumento delle quote di interramento della condotta lungo tutto il suo tracciato ma anche in
tratti particolari come attraversamento di corsi d’acqua, ecc..
L’opera in progetto, situata in Lombardia nel territorio della Provincia di Cremona, è costituita da
una tubazione principale, denominata metanodotto SERGNANO – AGNADELLO DN 500 (20”)
– DP 75 bar del diametro nominale di 500 mm (20”) e lunghezza di 12+322 km, e dai relativi
allacciamenti e ricollegamenti.
L’area progettuale ricade interamente in Provincia di Cremona ed interessa i Comuni di
Sergnano, Capralba, Torlino Vimercati, Pieranica, Vailate ed Agnadello.
Le opere in progetto sono soggette a Valutazione Paesistica in quanto, ai sensi dell’Art. 35 delle
NTA del Piano Paesaggistico Regionale (PPR), ricadono parzialmente nel territorio di due
Parchi Locali di Interesse Sovracomunale (PLIS) denominati “PLIS del Tormo” e “PLIS dei
Fontanili”, senza peraltro essere soggette ad autorizzazione paesaggistica in quanto non
presentano interferenze con aree vincolate secondo il DLgs n. 42/2004.
La Valutazione è stata redatta ai sensi della Parte IV (Art. 35 e seguenti) delle NTA del Piano
Paesaggistico Regionale (PPR) e delle “Linee guida per l’esame paesistico dei progetti”,
approvate con DGR n. 7/11045 del 08/11/2002.
Il procedimento di Valutazione dell’impatto paesistico consiste nel considerare e determinare:
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a) la sensibilità paesistica del sito di intervento, attraverso una completa ed esauriente analisi
delle componenti ambientali interessate dal progetto;
b) l’incidenza del progetto proposto, cioè il grado di perturbazione prodotto in quel contesto
dalle opere in progetto attraverso l’analisi delle azioni progettuali e dei fattori d’impatto.
Dalla combinazione delle due valutazioni deriva la definizione del livello di impatto paesistico
della trasformazione proposta, in vista di un giudizio paesistico e quindi dell’approvazione o
meno della stessa da parte dell’amministrazione pubblica.
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2. QUADRO NORMATIVO RIFERIMENTO
Strumenti di tutela paesistica nazionali
DLgs n. 42 del 22/01/2004, Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell'art. 10 della
L. 06/07/2002, n. 137, pubblicato sui S.o. della G.U. n. 45 del
24/02/2004.
DPCM 12/12/2005 Codice dei beni culturali e del paesaggio (Linee guida Relazione
Paesaggistica), pubblicato sulla S.G. della G.U. n. 25 del . 31-01-
2006.
Strumenti di tutela paesistica regionali
DCR n. 951 del 19/01/2010 – Approvazione del Piano Territoriale Regionale (PTR) e del Piano
Paesaggistico Regionale (PPR), come sezione del Piano Territoriale
Regionale.
DCR n. 56 del 28/09/2010 - Approvazione modifiche e integrazioni al Piano Territoriale
Regionale.
Il Piano Territoriale Regionale (PTR), in applicazione dell’art. 19 della L.R. 12/2005, ha natura
ed effetti di piano paesaggistico ai sensi della legislazione nazionale (DLgs.n.42/2004),
includendo il Piano Paesaggistico Regionale (PPR). Il PTR in tal senso recepisce consolida e
aggiorna il Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR) vigente in Lombardia dal 2001,
integrandone e adeguandone contenuti descrittivi e normativi e confermandone impianto
generale e finalità di tutela.
DGR n. 9/2727 del 22/12/2011 - Criteri e procedure per l’esercizio delle funzioni amministrative
in materia di beni paesaggistici in attuazione della legge regionale
11 marzo 2005, n. 12 - Contestuale revoca della DGR n. 2121/2006
DGR n. 8/10974 del 30/12/2009 - Linee guida per la progettazione paesaggistica di reti
tecnologiche e impianti di produzione energetica in aggiornamento
dei Piani di Sistema del Piano Territoriale Paesistico Regionale
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LR n.12 dell’11/03/2005– Governo del Territorio - La legge 12/05 detta le norme di governo del
territorio lombardo, definendo forme e modalità di esercizio delle
competenze spettanti alla Regione e agli enti locali.
DGR n. 7/11045 dell’8/11/2002 - Linee guida per l’esame paesistico dei progetti.
Strumenti di tutela paesistica provinciali
DCP n. 116 del 23/12/2013 – Approvazione Variante PTCP Cremona.
DGP n. 435 del 12/08/2003 – PLIS Parco dei Fontanili nel Comune di Capralba, ampliato con
D.G.P n. 681 del 19/12/2006 e D.G.P n. 192 del 22/05/2012 nel
Comune di Torlino Vimercati.
DGP n. 375 del 28/06/2004 – PLIS Parco interprovinciale del Fiume Tormo. Comuni di Pandino
e Dovera. Ampliamento con DGP P n. 405 del 08/08/2006 ai
Comuni di Agnadello, Monte Cremasco e Palazzo Pignano. DGP n.
187/2012 Modifica confini Comune Pandino.
Strumenti di tutela paesistica comunali
DCC n. 6 del 13/02/2009 – Comune di Sergnano (CR) - Approvazione PGT vigente.
DCC n. 20 del 09/07/2012 – Comune di Capralba (CR) - Approvazione PGT in salvaguardia
urbanistica.
DCC n. 19 del 14/05/2009 – Comune di Pieranica (CR) - Approvazione PGT vigente.
DCC n. 38 del 20/12/2010 – Comune di Torlino Vimercati (CR) - Approvazione PGT vigente.
DCC n. 20 del 21/04/2009 – Comune di Vailate (CR) - Approvazione PGT vigente.
DCC n. 30 del 17/12/2007 – Comune di Agnadello (CR) - Approvazione PGT vigente.
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3. INQUADRAMENTO TERRITORIALE E TUTELA PAESISTICA
3.1 Inquadramento territoriale
L’area in cui si snoda il tracciato delle opere è localizzata in provincia di Cremona e in
particolare nel territorio dei comuni di Sergnano, Capralba, Pieranica, Torlino Vimercati, Vailate
e Agnadello.
Il tracciato ricade nel foglio IGM 46 a scala 1:100.000 (v. Fig 1) e nei fogli C6B4, C6B3 e C6A3
della cartografia tecnica regionale della Regione Lombardia a scala 1:10.000.
Figura 1 – Stralcio planimetria CTR con localizzazione dell’area di intervento
La zona in esame è localizzata nella pianura padana lombarda nella fascia di transizione tra
alta e bassa pianura, compresa tra i corsi d’acqua del F. Serio ad est e del F. Adda ad Ovest.
La morfologia è del tutto pianeggiante con quote comprese tra i 90 e i 100 m s.l.m.m. con una
blanda pendenza verso sud dell’ordine dello 0.3 %.
In Figura 2 è rappresentata l’immagine aerea, tratta da Google Earth.
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Figura 2 – Immagine aerea dell’area di intervento (tratta da Google Earth) con indicati il tracciato del metanodotto Sergnano-Agnadello e i principali impianti
Dal punto di vista geologico, il settore di pianura in esame è costituito sostanzialmente da
depositi continentali di origine fluvioglaciale e da depositi alluvionali riferibili al quaternario,
sovrapposti a sedimenti marini.
Lungo il tracciato, come si può vedere dalla carta geologica allegata (stralcio della Carta
geologica d’Italia, IGM 1:100.000, v. fig. 3), la parte compresa da Sergnano fino a quasi
Agnadello è costituita dai depositi fluvioglaciali (fgWR in legenda) e nel tratto terminale dai
depositi alluvionali terrazzati del F. Adda (a1 in legenda).
Per quanto attiene l’idrografia di superficie, la zona interessata dal tracciato ricade interamente
nell’ambito del bacino del F. Adda ed è compresa tra i corsi d’acqua del F. Serio e del F. Adda.
Essa, pur non solcata da corsi d’acqua naturali di rilievo, è invece attraversata da numerose
rogge e da una fitta serie di canali artificiali a scopo irriguo. Tra i principali si segnalano roggia
Alchina. roggia Misana (Cremasca), roggia Comuna e Unite (Cremasca).
Un particolare aspetto caratteristico della zona è la presenza di numerose risorgive e fontanili,
cioè di affioramenti in superficie di acqua di falda, spesso captata ed utilizzata per scopi agricoli.
SERGNANO
AGNADELLO
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Figura 3 – Stralcio della carta geologica d’Italia a scala 1:100.000, Fg. 46
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3.2 Piano Paesaggistico Regionale – PPR Lombardia
Gli elaborati del Quadro di Riferimento Paesistico del P.P.R. sono così articolati:
Tavola A - Ambiti geografici e unità tipologiche di paesaggio
Tavola B - Elementi identificativi e percorsi di interesse paesaggistico
Tavola C - Istituzioni per la tutela della natura
Tavole D - Quadro di riferimento della disciplina paesaggistica regionale
Tavola E - Viabilità di rilevanza paesaggistica
Tavola F - Riqualificazione paesaggistica: ambiti ed aree di attenzione regionale
Tavola G - Contenimento dei processi di degrado e qualificazione paesaggistica: ambiti ed
aree di attenzione regionale
Tavola H - Contenimento dei processi di degrado paesaggistico: tematiche rilevanti
3.2.1 Tav. A - Indirizzi di tutela delle unità tipologiche di paesaggio
Il tracciato si sviluppa integralmente nell’ambito del Cremasco, ed esattamente nella Fascia di
bassa pianura, comprendente le unità paesaggistiche delle Colture foraggere e delle Fasce
fluviali.
Area interessata dal tracciato
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Ambito geografico: CREMASCO
Il Cremasco occupa la porzione nord-occidentale della provincia di Cremona, compresa fra il
Fiume Adda e un vasto lembo oltre la sponda sinistra del Serio. Tale territorio, emerso dopo il
prosciugamento dell’antico lago Gerundio, fu portato a bonifica a partire dal XII secolo; l’assetto
insediativo si originò proprio dalla collocazione lievemente sopraelevata rispetto alla
depressione alluvionale. Lembo di pianura fortemente contraddistinto dalla rete irrigua,
mantiene ancora vivi i suoi caratteri paesaggistici.
Ambiti, siti, beni paesaggistici esemplificativi dei caratteri costitutivi del paesaggio locale.
Componenti del paesaggio fisico:
Pianura alluvionale a predominante carattere irriguo, scarpate e terrazzi di valle, paleo-alvei.
Componenti del paesaggio naturale:
Fascia delle risorgive fra Adda e Oglio.
Componenti del paesaggio agrario:
Rogge, cavi, canali; alberature dei coltivi, alberature stradali; nuclei di particolare connotazione
storico-agraria (Vailate, Agnadello)
Componenti e caratteri percettivi del paesaggio:
Orizzonti visuali dalle arginature e dai ponti.
FASCIA DELLA BASSA PIANURA
La bassa pianura si fa iniziare dalla linea delle risorgive che attraversa longitudinalmente l’intera
Lombardia. Il paesaggio lungo tale linea dall’alta alla bassa pianura non è percepibile a prima
vista: la presenza delle risorgive, con cui inizia naturalmente la pianura umida, che l’uomo ha
attrezzato con un esteso sistema irriguo, introduce però una maggior presenza di verde, oltre
agli elementi che si legano a un’agricoltura più ricca e diversamente organizzata.
Gli assi stradali (soprattutto quelli diretti verso Milano) fungono da direttrici di attrazione
industriale e residenziale. Essi corrono in senso longitudinale o trasversalmente lungo le aree
inter-fluviali, cosicché le fasce attraversate dai fiumi hanno potuto conservare una loro
dimensione naturale che ne fa, anche qui, delle presenze fondamentali del paesaggio.
Formazioni boschive o pioppeti d’impianto rivestono gli spazi golenali sin dove iniziano le
arginature, ormai quasi tutte artificiali.
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Il sistema irriguo ha qui come principale fonte di alimentazione l’Adda. I grandi canali di
derivazione sono allacciati con i canali di scarico e di drenaggio, e alimentano tutta una minore
rete irrigua che capillarmente bagna una superficie di 700 mila ettari; ad essa danno contributo
notevole anche le risorgive.
Paesaggi della pianura irrigua (a orientamento foraggero) e indirizzi di tutela.
Questa tipologia, distinta nella cartografia a seconda degli orientamenti colturali prevalenti
(foraggero in questa parte), si estende con grande uniformità in quasi tutta la bassa pianura
lombarda. Rappresenta una delle terre più ricche e fertili in Europa ed il sistema irriguo, derivato
dai fiumi e dai fontanili, è alla base della vocazione agricola, della sua organizzazione e del
paesaggio. Soggetta alla meccanizzazione, l'agricoltura ha ridotto le partiture poderali e,
conseguentemente, gli schermi arborei e talvolta anche il sistema irriguo, mediante
l'intubamento.
La rete idrografica superficiale artificiale è uno dei principali caratteri connotativi della pianura
irrigua lombarda. Storicamente la cura nella progettazione e realizzazione di queste opere ha
investito tutte le componenti, anche quelle minori: chiuse, livelle, ponti ecc.
I paesaggi della bassa pianura irrigua vanno tutelati rispettandone sia la straordinaria tessitura
storica che la condizione agricola altamente produttiva.
Si sottolinea l’urgenza di una tutela integrale e di un recupero del sistema irriguo della bassa
pianura, soprattutto nella fascia delle risorgive, e nelle manifestazioni colturali collegate a
questo sistema (marcite, prati marcitori, prati irrigui). Vanno promossi azioni e programmi di
tutela finalizzati al mantenimento delle partiture poderali e delle quinte verdi che definiscono la
tessitura territoriale. (Rif. Artt. n. 21 e 24 NTA PPR).
Paesaggi delle fasce fluviali e indirizzi di tutela.
Sono ambiti della pianura determinati dalle antiche divagazioni dei fiumi, i cui disegni ne
seguono e circondano ancor oggi il corso. Si tratta, generalmente, di aree poco urbanizzate
oggi incluse nei grandi parchi fluviali lombardi.
La rete di acque che i fiumi formano ha intessuto largamente la pianura, costituendone il
fondamento ordinatore sia in senso naturale che antropico, delimitando ambiti geografici e
insediamenti. Nonostante le loro evoluzioni nel tempo e nello spazio, con alvei abbandonati e
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grandi piani di divagazione (per esempio, l’antico lago Gerundio fra Lodi e Crema), e
nonostante i successivi interventi antropici di controllo e regimazione, tutte le valli fluviali di
pianura conservano forti e unici caratteri di naturalità (lanche, mortizze, isole fluviali, boschi
ripariali, greti, zone umide ... ).
I limiti di queste fasce sono netti se si seguono gli andamenti geomorfologici (la successione
delle scarpate, il disporsi delle arginature), ma sono, al tempo stesso, variamente articolati
considerando le sezioni dei vari tratti fluviali, minime in alcuni, massime in altre.
In questi ambiti sono compresi, ovviamente, i fiumi, con scorrimento più o meno meandrico, i
loro greti ghiaiosi o sabbiosi, le fasce golenali e le zone agricole intercluse, lievemente
terrazzate.
La tutela degli elementi geomorfologici, solo debolmente avvertibili da un occhio profano, sono
importanti per diversificare una dominante paesaggistica di vasta, altrimenti uniforme pianura.
Tale tutela deve essere riferita all’intero spazio dove il corso d’acqua ha agito, con terrazzi e
meandri, con ramificazioni attive o fossili. Delle fasce fluviali vanno protetti innanzitutto i
caratteri di naturalità dei corsi d’acqua, i meandri dei piani golenali, gli argini e i terrazzi di
scorrimento. Va potenziata la diffusione della vegetazione ripari a, dei boschi e della flora dei
greti. Si tratta di opere che tendono all’incremento della continuità “verde” lungo le fasce fluviali,
indispensabili per il mantenimento di “corridoi ecologici” attraverso l’intera pianura padana. (Rif.
Art. n. 20 NTA PPR).
3.2.2 Tav. B – Elementi identificativi e percorsi panoramici
In tale tavola sono indicati:
i luoghi dell’identità regionale;
i tracciati guida paesistici
le visuali sensibili
gli ambiti di rilevanza regionale
In questo ambito non si rilevano interferenze con i tracciati dei metanodotti in progetto.
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Area interessata dal tracciato
3.2.3 Tav. C – Istituzioni per la tutela della natura
In tale tavola sono indicati:
i siti di importanza comunitaria;
i siti di importanza nazionale;
gli ambiti urbanizzati;
il Parco dello Stelvio;
i Parchi Regionali
I tracciati dei metanodotti in progetto non interferiscono con alcuna istituzione per la tutela della
natura e con gli ambiti urbanizzati.
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Area interessata dal tracciato
3.2.4 Tav. D – Tutela paesistica degli ambiti di elevata naturalità
Nella tavola sono indicati :
I Parchi Regionali approvati ed istituiti (Parco Regionale dell’Oglio Nord e Sud);
Le aree di particolare interesse ambientale paesistico (ambiti di contiguità al Parco
Regionale dell’Oglio Nord e Sud);
Le zone di criticità (ambiti territoriali di successivo approfondimento paesistico).
Ai sensi dell'art. 17 comma 1 delle Norme Attuative del PPR, ai fini della tutela paesistica si
definiscono di elevata naturalità quei vasti ambiti nei quali la pressione antropica, intesa come
insediamento stabile, prelievo di risorse o semplice presenza di edificazione, è storicamente
limitata.
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Area interessata dal tracciato
In questo ambito, gli interventi sono soggetti alla disciplina seguente:
la realizzazione di nuove strade di comunicazione e di nuove linee per il trasporto di energia
e fluidi, che non siano meri allacciamenti di strutture esistenti, è consentita individuando le
opportune forme di mitigazione, previa verifica dell’impraticabilità di soluzioni alternative a
minore impatto da argomentare con apposita relazione in sede progettuale.
Non subiscono alcuna specifica limitazione per effetto del presente articolo, le seguenti attività:
manutenzione ordinaria e straordinaria, restauro e risanamento conservativo,
ristrutturazione edilizia ed eventuale ampliamento dei manufatti esistenti, nonché gli
interventi ammessi nelle situazioni indicate al successivo comma 11, purché gli interventi
siano rispettosi dell’identità e della peculiarità del costruito preesistente;
opere di adeguamento funzionale e tecnologico di impianti e infrastrutture esistenti.
3.2.5 Tav. E – Viabilità di rilevanza paesistica
In tale Tavola sono riportati:
le strade panoramiche;
i tracciati guida paesistici;
i canali.
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I tracciati dei metanodotti in progetto non interferiscono con tracciati guida.
Area interessata dal tracciato
3.2.6 Tavv. F e G - Riqualificazione ambiti e contenimento processi di degrado
Il tracciato delle opere in progetto si sviluppa attraverso ambiti ed aree ed in prossimità di
elementi localizzati quali :
- 1.2 Aree agricole sottoposte ad abbandono
- 2.1 Ambito di possibile “dilatazione” del Sistema metropolitano lombardo
- 2.1 Neo-urbanizzazione
- 4.1 Cave abbandonate
Ai fini paesaggistici, le aree e gli ambiti ove si registra la “perdita, deturpazione di risorse
naturali e di caratteri culturali, storici, visivi, morfologici testimoniali”, ovvero la banalizzazione,
l’impoverimento e la perdita dei caratteri paesaggistici identitari, vengono assunti quali aree e
ambiti compromessi o degradati ovvero a rischio di degrado secondo le definizioni indicate.
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Area interessata dal tracciato
La determinazione del grado di “sensibilità paesistica” delle aree paesisticamente compromesse
o degradate, sono da considerarsi di principio a “sensibilità elevata o molto elevata”, a seconda
delle caratteristiche del contesto, e di conseguenza dovrà essere attentamente considerata
l’incidenza paesistica dei singoli interventi; nel caso di situazioni solo parzialmente degradate o
compromesse e riferite a contesti non contraddistinti da connotazioni paesaggistiche di elevata
integrità o eccezionalità, la predefinizione della sensibilità può attestarsi sul valore medio. In
ogni caso nella fase di lettura della sensibilità del sito, la valutazione dovrà tenere in attenta
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considerazione le connotazioni del contesto “sovralocale” con il quale il sito specifico si
relaziona.
Per queste aree il Piano prevede Indirizzi di Riqualificazione e di Contenimento e Prevenzione
del Rischio comprendenti azioni e riferimenti a linee guida e/o buone pratiche per l’integrazione
degli aspetti paesaggistici nelle politiche e nelle azioni di Pianificazione territoriale e di settore
(PTCP, aree protette, Piani cave, etc.), di Governo locale del territorio (PGT), di progettazione
urbana e di progettazione tecnica di settore.
In questo caso sono già state considerate, in ambito progettuale, le indicazioni (vedi 3.2.9) delle
Linee guida per l’attenta progettazione paesaggistica di reti tecnologiche e impianti di
produzione energetica.
3.2.7 Rete idrografica naturale
Ai sensi dell'Art.20 delle Norme Attuative del PPR, la Regione riconosce il valore paesaggistico
dell’idrografia naturale superficiale quale struttura fondamentale della morfologia del paesaggio
lombardo e riferimento prioritario per la costruzione della rete verde regionale.
La tutela e riqualificazione paesaggistica di fiumi, torrenti e corsi d’acqua naturali di Lombardia è
volta a:
a. Salvaguardare e migliorare i caratteri di naturalità degli alvei e degli ambiti dei corsi d’acqua,
anche tramite un’attenta gestione della risorsa idrica e degli interventi di regimazione
idraulica, al fine di garantire un’adeguata presenza d’acqua;
b. Tutelare le specifiche connotazioni vegetazionali e gli specifici caratteri geo-morfologici dei
singoli torrenti e fiumi, quali, ad esempio, meandri, lanche e golene;
c. Salvaguardare e valorizzare il sistema di beni e opere di carattere storico-insediativo e
testimoniale che connotano i diversi corsi d’acqua, quale espressione culturale dei rapporti
storicamente consolidati tra uomo e fiume;
d. Riqualificare le situazioni di degrado ambientale e paesaggistico in coerenza con le finalità
di salvaguardia e tutela sopraindicate.
3.2.8 Infrastruttura idrografica artificiale della pianura (navigli, canali di bonifica, rete irrigua)
Ai sensi dell'Art.20 delle Norme Attuative del PPR, la Regione riconosce quale sistema di
specifica connotazione e grande rilevanza paesaggistica della pianura lombarda
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l’infrastrutturazione idrografica operata nei secoli dalle società insediate, per la bonifica e
l’irrigazione del territorio e il trasporto su acqua.
La tutela dell’infrastruttura idrografica artificiale persegue l’obiettivo di salvaguardare i principali
elementi e componenti della rete, nelle loro diverse connotazioni, garantendone il
funzionamento anche in riferimento alle potenzialità di risorsa paesaggistica e ambientale.
La rete irrigua nel suo complesso costituisce un valore paesaggistico regionale, le province e i
parchi individuano, con i consorzi irrigui e i consorzi di bonifica, criteri e modalità di
manutenzione e riorganizzazione della stessa tendo conto del valore ecologico, del valore
storico-testimoniale e del ruolo di strutturazione del disegno del paesaggio rurale delle diverse
componenti. I P.T.C. di parchi e province definiscono in tal senso misure, azioni, criteri e cautele
in merito a:
- salvaguardia e integrazione vegetazione ripariale, con specifico riferimento al
potenziamento della rete verde provinciale e regionale,
- preservazione fondo naturale, con specifico riferimento ai corsi d’acqua di maggiore
rilevanza dal punto di vista ecologico-ambientale,
- tutela e recupero opere idrauliche e opere d’arte di valore storico e tradizionale,
- salvaguardia e integrazione delle zone alberate e dei filari,
- cautele relative ad interventi di gestione o adeguamento della rete.
I fontanili ancora attivi sono da salvaguardare, riqualificare e valorizzare in riferimento alla loro
funzionalità idrica ed ecosistemica, alla particolare connotazione vegetazionale e al significato
simbolico e testimoniale che rivestono nel sistema paesistico rurale, tenendo conto di quanto
indicato nella scheda n. 2.1.4 dell’allegato B alla DGR 2727/2011 “Criteri e procedure per
l’esercizio delle funzioni amministrative in materia di tutela dei beni paesaggistici in attuazione
della legge regionale 11 marzo 2005 n.12”; al fine di valorizzare il ruolo storico e le valenze
paesaggistiche e ambientali di questi luoghi, la pianificazione locale, tramite i P.T.C. di parchi e
province e i P.G.T. dei comuni, impedisce opere di urbanizzazione e nuova edificazione per una
fascia di almeno 10 metri intorno alla testa del fontanile e lungo entrambi i lati dei primi 200
metri dell’asta e ne promuove:
- il recupero e la riqualificazione, in correlazione con la definizione della rete verde provinciale
e del sistema verde e dei corridoi ecologici comunali, e con riferimento alla promozione di
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percorsi di fruizione paesaggistica del territorio e alla realizzazione di punti di sosta nel
verde;
- la tutela dell’alimentazione idrica, limitando, ove necessario, i prelievi delle acque
sotterranee all’intorno e prevedendo modalità efficaci di corretta e costante manutenzione
impedendo azioni o interventi che possano compromettere le risorse idriche superficiali e
sotterranee, in particolare le alterazioni del capofonte e del relativo micro-ambiente.
3.2.9 Infrastrutture a rete - Il sistema degli oleodotti e metanodotti
Alcuni elementi relativi alla progettazione dei metanodotti vengono trattati nel PPR con una
serie di prescrizioni, di seguito descritte:
Punti di intercettazione di linea - richiedono, per motivi di sicurezza, il rispetto di alcune
condizioni:
che sia presente una recinzione di sicurezza;
che le aree siano libere da piantumazioni di alto fusto al fine di non creare impedimenti
all’accessibilità e alla rapidità di manovra in caso di intervento.
Anche per tale tipologia di impianti, al fine di un armonico inserimento nel paesaggio, risulta di
grande importanza la scelta di localizzazione degli impianti che, ove possibile e
compatibilmente con le vigenti norme di sicurezza, dovranno essere ubicati in posizione defilata
o prossima a macchie vegetali di mascheramento (cespuglietti, vegetazione ripariale ecc.). I
manufatti accessori, anche se di dimensioni contenute, devono essere oggetto di specifica
progettazione al fine di assicurarne il corretto inserimento e l’attento dialogo con i caratteri
connotativi del contesto.
Vista l’impossibilità di mascherare le attrezzature attraverso alberature di alto fusto, le opere di
mitigazione degli impatti visivi potranno prevedere unicamente siepi e cespugli sempre verdi di
altezza contenuta. Fondamentale risulta la scelta delle tinteggiature da adottare per le
attrezzature e le recinzioni in relazione ai cromatismi propri degli spazi dominanti di fondo,
tenendo conto delle indicazioni degli Enti preposti.
Impianti di riduzione della pressione - Sono impianti adibiti alla riduzione della pressione del gas
naturale normalmente posti in prossimità dei bacini di utenza finali e possono quindi essere
ubicati anche in vicinanza o all’interno dei centri abitati.
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Nell’area di pertinenza vengono installate: le apparecchiature per la riduzione di pressione,
quelle per il filtraggio, l’intercettazione e, ove necessario, gli apparati di misura e controllo e di
preriscaldo (...).
Per le apparecchiature di regolazione è normalmente prevista la realizzazione di appositi muri
tagliafiamma in cemento armato ed inoltre possono venire installati appositi edifici prefabbricati
(...) adibiti a contenere le apparecchiature di telecontrollo e telecomando. Negli impianti di
regolazione le tubazioni sono normalmente interrate, mentre vengono posti fuori terra gli organi
di manovra e le apparecchiature.
Gli impianti di riduzione della pressione occupano normalmente aree di una certa dimensione
(fino a 1.000 mq.) e pertanto occorre operare per una riduzione del loro impatto visivo.
In linea di principio è opportuno optare per l’interramento della maggior parte delle
apparecchiature e, per quelle non interrate, nel caso di impianti finalizzati alla distribuzione
locale, per l’alloggiamento in fabbricati che riprendano tipologie già diffuse nel contesto locale.
Ciò è tanto più importante per gli impianti da realizzarsi in prossimità o all’interno dei centri
abitati dove è opportuno, nel rispetto delle norme di sicurezza vigenti, l’impiego di forme e
materiali vicini a quelli propri dell’edilizia locale pur non disdegnando l’evidenziazione della
funzione prettamente tecnologica del manufatto.
Particolare attenzione, in sede di realizzazione di nuovi impianti di riduzione e negli interventi di
manutenzione degli stessi, dovrà essere posta alla sistemazione degli spazi esterni, del verde e
degli arredi, valutando a seconda del sito di intervento e del contesto l’opportunità di
realizzazione di prati o l’utilizzo di pavimentazioni in materiali affini a quelli d’uso locale.
Per quanto riguarda le recinzioni, la scelta dell’ubicazione preferenziale di tali impianti e il loro
mascheramento si fa riferimento a quanto già indicato per altre tipologie di impianti.
Segnaletica ed esalatori di gas - La segnaletica di sicurezza è costituita da alcuni tipi
standardizzati di cartelli aventi lo scopo di segnalare la presenza della condotta interrata (...). Gli
esalatori di gas, o sfiati, sono installati lungo la condotta in corrispondenza di opere di
protezione al metanodotto prescritte nelle norme di sicurezza e da altre normative tecniche (...).
Tali elementi comportano ingombri minimi e uno scarso impatto sul paesaggio nonostante
l’esigenza di essere visti da più punti. Risulta comunque opportuno evitare l’ubicazione di tali
elementi accanto a edifici di pregio storico e artistico e a giardini o monumenti arborei di pregio,
privilegiandone ove sia possibile l’installazione in prossimità di altre infrastrutture.
Non è da trascurare la possibilità che un’attenta ricerca progettuale possa caratterizzarne
maggiormente la presenza proponendoli come nuovi riferimenti puntuali nel paesaggio.
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Condotte - Le condotte, ai sensi della normativa vigente a livello nazionale (DM 17.04.2008), si
possono distinguere in:
a) dorsali, finalizzate al grande trasporto nazionale;
b) derivazioni, atte alla penetrazione in un bacino d’utenza;
c) allacciamenti, atti al collegamento delle singole utenze industriali o alle reti cittadine per la
distribuzione urbana.
Come per i grandi elettrodotti, la ricerca di un corretto inserimento nel paesaggio parte dalla
scelta del tracciato più idoneo e di minore impatto tenendo conto delle migliori economie di
trasporto, di un adeguato grado di sicurezza, della possibilità di servire in modo ottimale il
bacino di utenza.
Si dovrà, pertanto, garantire il più possibile il rispetto delle zone boschive, di quelle agricole, dei
corsi d’acqua e dei laghi, delle situazioni di elevato pregio naturalistico, paesistico,
monumentale, dei punti di osservazione e godimento del paesaggio.
Occorre rilevare, tuttavia, che la pratica attualmente più in uso nell’installazione delle condotte è
quella dell’interramento.
Gli impatti più rilevanti sul paesaggio sono, dunque, quelli derivanti dalle operazioni di scasso e
scavo e dalla conseguente maggiore o minore possibilità di ripristinare il soprassuolo con
sistemazioni forestali o ricostruzione delle qualità vegetative preesistenti.
Gli impatti generati dall’interramento, come nel caso degli elettrodotti, possono distinguersi in
temporanei e permanenti.
Sono, ad esempio, impatti temporanei:
in agricoltura, la distruzione dei raccolti presenti lungo il percorso;
il rumore delle operazioni di cantiere;
l’impatto dato dall’accatastamento delle tubature e dall’apertura di piste di lavoro;
l’impatto visivo delle strutture di cantiere, degli scavi, delle discariche.
Sono da considerarsi impatti permanenti:
l’abbattimento di alberi per l'esecuzione dei lavori e l'ubicazione della struttura;
la modificazione delle colture agricole lungo la linea;
la modificazione della struttura del suolo in superficie;
la modificazione del flusso naturale delle acque.
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Al fine di procedere ad un corretto inserimento nel paesaggio delle opere dovranno essere
messe in atto tutte le modalità esecutive per limitare il peso dell’intervento sull’ambiente e
adottare opportune operazioni per il miglior ripristino possibile. In particolare si dovrà prestare
attenzione:
nella fase di apertura pista, al taglio della vegetazione, che dovrà essere limitato al numero
di essenze arboree strettamente indispensabile;
in fase di scavo, allo scotico e al deposito a lato del terreno fertile;
in fase di posa e rinterro, al buon compattamento del materiale.
Gli aspetti relativi al ripristino devono essere considerati fin dalle fasi progettuali; il ripristino
dovrà avvenire subito dopo la posa della condotta, avuto riguardo, per quanto concerne il
recupero arboreo, alla stagione più propizia per l’attecchimento.
Si dovrà di preferenza evitare l’attraversamento di aree interessate da impianti agricoli
specializzati.
Dove ciò non risulta possibile, il ripristino dovrà riguardare, oltre che le colture in atto, anche le
forme antropiche del paesaggio (ad es. vigneti, terrazzi a secco, ronchi, piantate ecc.).
Nelle zone montane si dovrà procedere alla sistemazione dei suoli e alla ricostituzione del
profilo originario, specie in situazioni di crinale, ed ottenere la stabilità del terreno per impedire
forme di dilavamento, anche con la posa di canalette e la infissione di palizzate o fascinate. In
particolari situazioni sono ammessi manufatti fuori terra atti a garantire stabilità dei versanti
interessati. Tali manufatti dovranno di preferenza essere realizzati con materiali
tradizionalmente impiegati nel luogo e/o tramite le tecniche dell’ingegneria naturalistica.
In generale, andrà proibita l’alienazione di individui arborei di pregio o di considerevole età
mentre è opportuno che tutti gli attraversamenti dei corsi d’acqua avvengano in subalveo.
In linea di principio dovrà essere evitato l’impianto di qualsiasi tipo di metanodotti o oleodotti
negli ambiti assoggettati a tutela paesaggistica ai sensi della Parte III del DLgs. 42/2004, e in
particolare nelle aree di cui all’art. 142 lettera e) ghiacciai e circhi glaciali; lettera f), per quanto
riguarda parchi e riserve naturali; lettera i), zone umide; lettera m), zone archeologiche.
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3.3 Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale - PTCP Cremona
Con riferimento al PTCP di Cremona, le cui cartografie relative alla sensibilità paesistica e alla
normativa territoriale sono visibili in allegato (PG-SP-001 Strumenti di tutela e di pianificazione
provinciali, PG-PP-001 Carta del sistema paesistico provinciale), la Tav. A Carta degli indirizzi
per il sistema paesistico-ambientale, ricalca i contenuti paesistici del Piano Paesaggistico
Regionale (PPR) ad un maggior dettaglio, pur non prevedendo indirizzi normativi se non
confermando quelli del PPR.
Le opere interferiscono quindi con le seguenti aree o elementi lineari:
a) Ambiti geografici provinciali: Cremasco
Paesaggi delle fasce fluviali
Paesaggi della pianura irrigua
b) Ambiti di prevalente valore naturale
Rilevanza ambientale (PLIS riconosciuti)
Rilevanza geomorfologica (Scarpate principali)
Teste di fontanile
c) Ambiti di prevalente valore storico e culturale
Aree a rischio archeologico
Centuriazione
Con riferimento al PTCP di Cremona, Tav. D Carta delle tutele e delle salvaguardie, le opere in
progetto interferiscono con aree interessate dai seguenti articoli relativi a disciplina del territorio:
- art. 15.4 e 15.5 – Aree soggette a regime di tutela di leggi e atti di pianificazione regionale
(Parchi Regionali e PLIS). Riguardo al Parco Regionale Adda Sud si fa riferimento al Piano
Territoriale di Coordinamento del parco. Per i PLIS L’articolo prevede l’istituzione di una
normativa specifica nell’ambito dei PGT comunali.
- art. 16 – Aree soggette a regime di tutela del PTCP
- art. 16.4 e 16.5 – (Scarpate e Fontanili). La possibilità di effettuare interventi e
trasformazioni che alterino tali elementi (scarpate) è ammissibile solamente per la
realizzazione di opere di pubblica utilità a fronte di interventi di parziale compensazione
naturalistica da definire in base alle caratteristiche del comune, alla natura dell'intervento e
ai criteri di sostenibilità previsti dal PTCP. Riguardo ai fontanili, non sono consentite opere di
urbanizzazione e di nuova edificazione per un raggio di 50 metri dalla testa del fontanile e
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per una fascia di 10 metri su entrambi i lati lungo i primi 200 metri dell'asta, ad esclusione
degli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, di ristrutturazione edilizia, di
restauro, di risanamento conservativo e di adeguamento funzionale. Non sono altresì
consentiti azioni o interventi che possano compromettere le risorse idriche superficiali e
sotterranee, in particolare le alterazioni del sistema idraulico del capofonte e del relativo
microambiente, ad eccezione delle normali operazioni di manutenzione.
- 16.7 – (Corridoi). Non è consentita alcuna nuova espansione urbana e industriale, né sono
consentiti interventi di carattere edificatorio, ad esclusione, per gli edifici esistenti e per le
opere di urbanizzazione primaria, degli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria,
di ristrutturazione edilizia, di restauro, di risanamento conservativo e di adeguamento
funzionale.
- 16.9 – (Aree a rischio archeologico non tutelate DLgs 42/04). Gli interventi che comportino
una modifica sostanziale dell’assetto originario, andando ad interessare il sottosuolo (e non
il suolo), devono essere preventivamente valutati e approvati dalla competente
Soprintendenza archeologica della Lombardia a cui va inviato stralcio del progetto per la
formulazione di un parere vincolante. Nel caso della realizzazione di opere pubbliche che
interessino aree a rischio archeologico si applicano le previsioni dell’art. 28, comma 4, del
Dlgs. 42/2004 nonché degli artt. 95 e 96 del Dgls. 163/2006 e del relativo regolamento (DM
beni culturali n.60 del 20/03/2009).
- 16.10 – (Percorsi panoramici). Ogni intervento realizzato lungo le strade provinciali,
classificate di interesse naturalistico, paesaggistico e storico–culturale nella Carta delle
tutele e delle salvaguardie, dovrà essere condotto garantendo coni visivi liberi per tutta
l’ampiezza della fascia di rispetto stradale. Gli interventi realizzati al di fuori della fascia di
rispetto stradale dovranno considerare le problematiche legate all’ostruzione ed intrusione
visiva nel rispetto del PTPR.
- 16.14 – (Rete Ecologica Regionale). La Provincia, in sede di verifica di compatibilità dei
piani di governo del territorio (PGT) e delle loro varianti verifica l’applicazione dei criteri
regionali per il mantenimento ed il potenziamento della RER al fine di garantire la
conservazione della biodiversità.
- art. 19.6 – Rete provinciale percorsi ciclabili. Sono sottoposte a salvaguardia, da recepire
nel PGT comunale. In particolare, in prossimità degli incroci con le altre infrastrutture
della mobilità non devono verificarsi interruzioni o costituirsi barriere alla continuità delle
piste ciclabili al fine di garantirne una adeguata funzionalità.
- art. 19bis.1 – Ambiti destinati all’attività agricola di interesse del PTCP. E’ previsto il
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mantenimento delle attività agricole e restano efficaci, ove operanti, i regimi di tutela previsti
dagli articoli precedenti.
***
La modalità di realizzazione delle opere, comprese quelle di ripristino previste, le lavorazioni in
ambito di cantierizzazione, e la documentazione prodotta, rispondono alle indicazioni e alle
prescrizioni riportate dalla normativa del PTCP di Cremona.
La presente Relazione Paesistica risponde alle esigenze di valutazione dell’impatto
paesaggistico delle opere in assenza di vincoli DLgs 42/2004 ed in presenza di aree di
interesse paesaggistico-naturalistico (Parchi Locali di Interesse Sovracomunale).
Riguardo alle interferenze con i fontanili ed i corsi d’acqua in genere, una Relazione di
Compatibilità Idraulica verrà inviata ai Comuni di competenza ed alla Provincia di Cremona (Uff.
Territorio) .
3.4 Tutela paesistica comunale o sovracomunale
Riguardo alle interazioni con la pianificazione urbanistica, vengono riportate anche le
interferenze relative ai PLIS, essendo questi di competenza e gestione intercomunale.
Comune di Sergnano (CR)
Nessuna interferenza di tipo ambientale-paesaggistico
Comune di Capralba (CR)
Art. 10 - Parco dei Fontanili (PLIS)
Art. 11.5 - Fasce di rispetto fontanili.
Presenza PLIS dei Fontanili.
Comune di Torlino Vimercati (CR)
Art. 27 - Aree di salvaguardia delle risorse idriche (fontanili).
Presenza PLIS dei Fontanili.
Comune di Pieranica (CR)
Nessuna interferenza di tipo ambientale-paesaggistico
Comune di Vailate (CR)
Art. 25.D - Fasce di rispetto (fontanili).
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Comune di Agnadello (CR)
Art. 5 NGT (Norme geologiche di attuazione) – Fontanili.
Presenza PLIS del fiume Tormo.
In generale la normativa comunale consente la realizzazione di infrastrutture tecnologiche.
Nella pianificazione urbanistica comunale, la fascia di rispetto dei fontanili corrisponde a 50 m
attorno alla testata del fontanile ed una fascia di 10 m su entrambi i lati lungo i primi 200 m
dell’asta. Eventuali infrastrutture pubbliche e di interesse pubblico possono essere realizzate
solo se non altrimenti localizzabili; dovranno comunque essere puntualmente e attentamente
valutate in funzione del grado di rischio che determinano l'ambito di pericolosità/vulnerabilità
omogenea. A tal fine, alle istanze per l'approvazione da parte dell'autorità comunale, deve
essere allegata apposita relazione idrogeologica che dimostri la compatibilità degli interventi
previsti con la situazione di rischio.
***
Come già specificato, alcuni metanodotti interferiscono con aree di parco intercomunali definite
da un Piano Particolareggiato condiviso.
PLIS dei Fontanili. Il Comune di riferimento (Capralba) prevede delle norme di tutela e
prescrizioni ove si esplicita che :
Art. 10 - Parco dei Fontanili (PLIS). In queste aree, in assenza del relativo Piano Attuativo,
sono consentiti gli ampliamenti delle attività agricole in atto e gli interventi finalizzati al
mantenimento e/o recupero dei manufatti esistenti. Gli interventi saranno sottoposti a
quanto indicato dal PTCP art.19bis – Salvaguardie territoriali: ambiti destinatati all’attività
agricola di interesse strategico del PTCP.
PLIS del Fiume Tormo. Il Comune di riferimento (Pandino) prevede delle norme di tutela e
prescrizioni ove si esplicita che :
Art.20 Ambiti del PLIS del Tormo. In questo caso non sono ammessi movimenti di terra che
modifichino definitivamente la morfologia del terreno, devono essere conservati gli elementi
della trama della rete irrigua del territorio. Le piante arboree isolate o inserite in filare,
nonché le siepi arboree e arbustive esistenti lungo i margini dei corsi d’acqua, strade e
coltivi devono essere mantenute nel miglior stato di conservazione colturale; il loro taglio è
soggetto a preventiva denuncia, indicando il numero di piante da abbattere e i reimpianti
che si intendono effettuare.
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4. CARATTERISTICHE DEL METANODOTTO
4.1 Criteri progettuali di base
La definizione del tracciato dei metanodotti oggetto del presente studio, individuato sulle
planimetrie scala 1:10.000 allegate, è stata condizionata dal rispetto della legislazione vigente e
dalla normativa tecnica relativa alla progettazione di metanodotti, al fine di garantire la
sicurezza e l’efficienza nel tempo delle condotte.
In linea generale, nella ricerca di un tracciato, è necessario in primo luogo considerare le
caratteristiche dell’area da attraversare, nonché le difficoltà tecniche di realizzazione dell’opera.
Tenendo presente quanto sopra, la scelta finale del tracciato è ricaduta su quello che più di ogni
altro risponde ad alcuni fondamentali criteri di base che possono essere così definiti:
- Mantenere la distanza di sicurezza dai fabbricati e da infrastrutture civili ed industriali
secondo quanto indicato nel DM 17/04/08;
- Individuare i tracciati in base alla possibilità di ripristinare le aree attraversate riportandole
alle condizioni morfologiche e di uso del suolo preesistenti l'intervento, minimizzando così
l'impatto sull'ambiente;
- Ubicare i tracciati il più possibile in aree a destinazione agricola, evitando così zone
comprese in piani di sviluppo urbanistico e/o industriale;
- Seguire il più possibile il parallelismo con i metanodotti e le altre infrastrutture (oleodotti,
elettrodotti, strade, canali ecc.) presenti nel territorio, per ridurre al minimo i vincoli alle
proprietà private, derivanti da servitù di passaggio;
- Evitare zone con fenomeni di dissesto idrogeologico in atto o potenzialmente tali;
- Evitare di interessare aree di rispetto delle sorgenti e captazioni di acque ad uso potabile;
- Evitare i siti inquinati o limitare il più possibile la percorrenza al loro interno;
- Interessare il meno possibile aree boscate o con colture di pregio;
- Evitare di interessare zone umide, paludose o terreni torbosi;
- Ridurre il numero degli attraversamenti fluviali, ubicandoli in zone che offrano la maggior
garanzia di sicurezza per la condotta, prevedendo la realizzazione sub-alveo e tutte le opere
di ripristino e regimazione idraulica necessarie;
- Utilizzare, per quanto possibile, le fasce di servitù già in essere per limitare il peso di nuove
servitù alle proprietà private;
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- Garantire l'accesso agli impianti e l'operabilità in condizioni di sicurezza al personale
preposto all'esercizio ed alla manutenzione;
- Prevedere la posa del metanodotto lontano dai nuclei abitati e dalle aree di sviluppo urbano.
- Evitare, per quanto possibile, zone di valore paesaggistico ed ambientale, zone boscate o di
colture pregiate;
I tracciati sono stati quindi definiti dopo un attento esame degli aspetti sopra citati e sulla base
delle risultanze dei sopralluoghi e delle indagini effettuate nel territorio interessato.
Durante la progettazione viene data massima importanza alla valutazione ed al confronto fra le
diverse possibili soluzioni progettuali sia sotto l'aspetto della salvaguardia dell'ambiente che
delle tecniche di montaggio, dei tempi di realizzazione e dei ripristini ambientali. In tal senso
sono state così analizzate e studiate tutte le situazioni particolari, sia di origine naturale che di
natura antropica, che potrebbero rappresentare delle criticità sia per la costruzione che per la
successiva gestione dell'opera.
4.2 Gasdotto
I gasdotti e le varianti in progetto sono costituiti dalle seguenti tubazioni:
1. METANODOTTO SERGNANO- AGNADELLO DN 500 (20”)- DP 75 bar
Diametro nominale (DN): 500 mm (20”);
Lunghezza: Km 12+322;
2. Allacciamento Comune di Capralba DN 100 (4”)- DP 75 bar
Diametro nominale (DN): 100 mm (4”);
Lunghezza: Km 0+070;
3. Allacciamento Comune di Torlino Vimercati DN 100 (4”)- DP 75 bar
Diametro nominale (DN): 100 mm (4”);
Lunghezza: Km 0+018;
4. Allacciamento Comune di Agnadello DN 100 (4”)- DP 75 bar
Diametro nominale (DN): 100 mm (4”);
Lunghezza: Km 0+052;
5. Allacciamento Brocca DN 100 (4”)- DP 75 bar
Diametro nominale (DN): 100 mm (4”);
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Lunghezza: Km 0+554;
I gasdotti sono costituiti da tubi in acciaio saldati di testa interrati con una copertura minima di
0,90 m (come previsto dal D.M. 17.04.2008), e sono corredati dai relativi accessori, quali
armadietti per apparecchiature di controllo e per la protezione catodica, sfiati delle opere di
protezione e cartelli segnalatori.
ACCESSORI DI LINEA Gli accessori di linea che rimangono in superficie sono costituiti generalmente da:
Punto di misura elettrica
E' generalmente costituito da un tubo fuoriuscente dal terreno dell'altezza di circa 1,00 m posto
lateralmente, quando presente, ad uno sfiato. Alla sommità di questo tubo viene posta una
cassetta, contenete dei capicorda collegati con cavi elettrici alla condotta. In corrispondenza di
questi capicorda è possibile, attraverso appositi strumenti di misura, effettuare delle letture di
corrente elettrica e quindi determinare il grado di protezione elettrica della condotta.
Cartelli di segnalazione aerea
Sono costituiti da cartelli segnalatori a forma di tetto di colore rosso contenenti delle sigle per il
controllo aereo della condotta. Altri tipi sono realizzati con cartelli a forma tronco conica di
colore rosso, posti su paletti di segnalazione.
Paline di segnalazione
Sono costituiti da tubi del diametro di 2", colorati in giallo e sormontati da cartelli di
segnalazione che indicano la posizione della condotta interrata. Altri cartelli segnalatori specifici
(portali) sono posti in corrispondenza degli attraversamenti fluviali e torrentizi.
La tipologia e le dimensioni degli accessori sopra descritti sono riportati nei disegni standard
allegati.
FASCIA DI ASSERVIMENTO La costruzione ed il mantenimento di un metanodotto sui fondi altrui sono legittimati da una
servitù il cui esercizio, lasciate inalterate le possibilità di sfruttamento agricolo di questi fondi,
limita la fabbricazione nell’ambito di una fascia di asservimento a cavallo della condotta (servitù
non aedificandi).
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La società Snam Rete Gas S.p.A. acquisisce la servitù stipulando con i singoli proprietari dei
fondi un atto autenticato, registrato e trascritto in adempimento di quanto in materia previsto
dalle leggi vigenti.
Nel caso specifico, per tutti i metanodotti in progetto, la distanza minima proposta è di 13,5 m in
caso di tubo libero. Per le condotte DN 100 (4”), nel caso in cui siano posate in tubo di
protezione e/o cunicolo la suddetta distanza si può ridurre a 3,5 m.
IMPIANTI Gli impianti sono costituiti da tubazioni, valvole e pezzi speciali, prevalentemente interrati,
ubicati in aree recintate con pannelli in grigliato di ferro verniciato alti 2 m dal piano impianto, su
cordolo di calcestruzzo armato.
Gli impianti comprendono inoltre, apparecchiature per la protezione elettrica della condotta.
Le aree sono in parte pavimentate con autobloccanti prefabbricati e devono essere dotate di
strada di accesso carrabile.
o Impianti di intercettazione di linea
In accordo al D.M. 17.04.2008, le condotte devono essere sezionabili in tronchi mediante
apparecchiature, collocate all’interno di aree recintate, denominate punti di intercettazione
(PIL, PIDI, PIDS, PIDA).
Detti impianti sono costituiti da tubazioni e valvole di intercettazione e da apparati per lo scarico
del gas in atmosfera (da attivarsi eccezionalmente per la messa in esercizio della condotta e
per operazioni di manutenzione straordinaria).
In ottemperanza a quanto prescritto dal D.M. 17.04.2008 la distanza massima fra i punti di
intercettazione è di 10 km.
In corrispondenza degli attraversamenti di linee ferroviarie, le valvole di intercettazione, devono
essere poste a cavallo di ogni attraversamento ad una distanza fra loro non superiore a 1 km.
Nel caso in esame sono previsti in totale n. 7 impianti di cui 3 ubicati sulla linea principale
Met. SERGNANO-AGNADELLO DN 500 (20”)-DP 75 bar, 1 sull’Allacciamento al Comune di
Torlino Vimercati DN 100 (4”)-DP 75 bar, 1 sull’Allacciamento al Comune di Agnadello
DN 100 (4”)-DP 75 bar e 2 sull’Allacciamento Brocca DN 100 (4”)-DP 75 bar.
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o Impianti di lancio e ricevimento PIG
Per il controllo e la pulizia interna della condotta, si utilizzano dispositivi, detti pig, che
consentono l’esplorazione, dall’interno, delle caratteristiche geometriche e meccaniche della
tubazione.
Il punto di lancio e ricevimento dei “pig”, è costituito essenzialmente da un corpo cilindrico,
denominato “trappola”, di diametro superiore a quello della linea per agevolare il recupero del
pig.
La "trappola”, gli accessori per il carico e lo scarico del pig e la tubazione di scarico della linea
sono installati fuori terra, mentre le tubazioni di collegamento e di by-pass all’impianto vengono
interrate, come i relativi basamenti in c.a. di sostegno.
All’interno del Nodo di Sergnano unitamente all’impianto P.I.D.I. n.1 è ubicata la stazione di
lancio e ricevimento pig denominata “trappola” impianto n.1.
La “trappola” impianto n.4 sarà realizzata, unitamente al PIDI n.4 da realizzarsi all’interno
dell’area dell’impianto di riduzione di Agnadello, per la quale è previsto l’ampliamento.
L'ubicazione degli impianti viene riportata nelle seguenti tabelle
METANODOTTO SERGNANO-AGNADELLO DN 500 (20”)-DP 75 bar
Impianto Progr. (km) Provincia Comune Superficie impianto
(m2)
Strada di accesso (m)
DIS.
PIDI N°1 + Trappola
- Cremona Sergnano - (-)
ST. I
570-GB-3B-62051
PIL N°2 3+815 Cremona Capralba 100,00 285,0 ST. I 01
PIDI N°3 4+648 Cremona Capralba 116,00 18,0 ST. I 02
PIDI N°4 + Trappola (**)
12+242 Cremona Agnadello 4480,00 (-) ST. I 03
Allacciamento Comune di Torlino Vimercati DN 100 (4”)-DP 75 bar
Impianto Progr. (km) Provincia Comune Superficie
(m2) Strada di
accesso (m) DIS.
PIDA 0+000 Cremona Torlino
Vimercati 11,95 7,0 ST. I 04
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Allacciamento Comune di Agnadello DN 100 (4”)-DP 75 bar
Impianto Progr. (km) Provincia Comune Superficie
(m2) Strada di
accesso (m) DIS.
PIDA (*) 0+000 Cremona Agnadello 28,65 17,0 ST. I 05
Allacciamento Brocca DN 100 (4”)-DP 75 bar
Impianto Progr. (km) Provincia Comune Superficie
(m2) Strada di
accesso (m) DIS.
PIDS (*) 0+000 Cremona Agnadello 28,65 17,0 ST. I 05
PIDA 0+554 Cremona Agnadello 10,90 (-) ST. I 06
Nota (-): Accesso da viabilità esistente.
Nota (*): Impianti ricadenti all’interno della stessa area impiantistica.
Nota (**): Impianti ricadenti all’interno di area impiantistica esistente da ampliarsi.
4.3 Descrizione del tracciato
Il Metanodotto SERGNANO – AGNADELLO DN 500 (20”) - DP 75 bar in progetto, riportato
sulle planimetrie in scala 1:10.000 allegate, ha origine all’interno dell’impianto Snam Rete Gas
denominato Nodo di Sergnano e termina in Comune di Agnadello, in corrispondenza
dell’impianto trappola da realizzarsi all’interno dell’impianto di riduzione di Agnadello esistente,
per il quale è previsto l’ampliamento.
Il suo tracciato, della lunghezza complessiva di 12,322 Km, si sviluppa da Est verso Ovest,
rimanendo parallelo inizialmente al met. Zimella - Cervignano DN 1400 (56”) - DP 75 bar e,
successivamente, ai met. Sergnano-Rivolta DN 400 (16”) MOP 60 bar e Met. Sergnano -
Rivolta Raddoppio DN 400 (16”) MOP 64, questi ultimi da porsi fuori esercizio dopo la
realizzazione e la messa in esercizio del met. SERGNANO – AGNADELLO DN 500 (20”) – DP
75 bar in progetto.
Il metanodotto si sviluppa nelle sezioni C6B4, C6B3, C6A3 della cartografia tecnica regionale
della Regione Lombardia a scala 1:10.000, attraversando i Comuni di Sergnano, Capralba,
Pieranica, Torlino Vimercati, Vailate e Agnadello, tutti in provincia di Cremona.
Le percorrenze nei singoli territori comunali sono riportate nelle seguenti tabelle.
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METANODOTTO SERGNANO-AGNADELLO DN 500 (20”)-DP 75 bar
Allacciamento Comune di Capralba DN 100 (4”)-DP 75 bar
n. COMUNE da km a km km parz. km tot.
1 Capralba (CR) 0,000 0,070 0,070 0,070
Allacciamento Comune di Torlino Vimercati DN 100 (4”)-DP 75 bar
n. COMUNE da km a km km parz. km tot.
1 Torlino Vimercati (CR) 0,000 0,018 0,018 0,018
Allacciamento Comune di Agnadello DN 100 (4”)-DP 75 bar
n. COMUNE da km a km km parz. km tot.
1 Agnadello (CR) 0,000 0,052 0,052 0,052
Allacciamento Brocca DN 100 (4”)-DP 75 bar
n. COMUNE da km a km km parz. km tot.
1 Agnadello (CR) 0,000 0,554 0,554 0,554
n. COMUNE da km a km km parz. km tot.
1 Sergnano (CR) 0,000 1,871 1,871 Totale: Km. 1,871
2 Capralba (CR) 1,871 5,696 3,825 Totale: Km. 3,825
3 Pieranica (CR) 5,696 6,104 0,408 Totale: Km. 0,408
4 Torlino Vimercati (CR) 6,104 7,069 0,965 Totale: Km. 0,965
5 Vailate (CR) 7,069 8,426 1,357 Totale: Km. 1,357
6 Agnadello (CR) 8,426 12,322 3,896 Totale: Km. 3,896 Lunghezza Totale: Km. 12,322
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5. IMPATTO PAESISTICO (SENSIBILITA' DEL SITO)
Si definisce “sito” interessato dal progetto, in termini paesistici, l’insieme costituito dalla zona
interessata materialmente dalle opere progettate e dal contesto che interagisce percettivamente
con essa. Il metodo di un’analisi di questo tipo consiste non tanto nell’individuare e valutare
l’oggetto della visione, quanto nell’identificare, nell’ambito del territorio in esame, i luoghi o le
direttrici che offrono una elevata opportunità di veduta (individuazione dei bacini visivi).
La sensibilità del sito è uno dei fattori che rientrano nella valutazione degli impatti dei progetti
(Norme di Attuazione del PPR regionale: criteri e parametri per la valutazione della sensibilità
paesistica dei luoghi); ai fini della valutazione finale viene preso in considerazione l’aspetto che
presenta la più alta sensibilità tra quelle relative ai quattro modi di valutazione adottati. In
particolare se un sito ha alto valore naturistico e nessun interesse storico artistico, la sua
sensibilità non è la media dei valori, ma è quella degli ecosistemi naturali presenti; in definitiva
la sensibilità di un sito è quella relativa al singolo aspetto che presenta la sensibilità più elevata .
L’area vasta interessata dalla posa della condotta del metanodotto in progetto e dei vari
allacciamenti/ricollegamenti è situata nell’ambito geografico cremasco, costituito dalla fascia
della bassa pianura e attraversa i paesaggi delle fasce fluviali e della pianura irrigua ad
orientamento foraggero.
Il tracciato delle opere in progetto attraversa zone per lo più agricole eccetto alcuni passaggi, di
maggiore sensibilità per la presenza di fontanili e della rete irrigua.
La valutazione MORFOLOGICO-STRUTTURALE (sistemica) considera e valuta la sensibilità
del sito sulla base della sua partecipazione ad un sistema o rete. Le chiavi di lettura sono il
sistema di interesse naturalistico ambientale (parco, habitat, corridoio ecologico, ecc.), il
sistema di interesse storico urbanistico (centro storico, centuriazione, ecc.), il sistema di
relazione (percorso, punto d’accesso, ecc.).
Le Norme di Attuazione del PPR nell’Allegato D “Quadro di riferimento degli indirizzi di tutela e
di operatività immediata” definiscono le zone di particolare interesse ambientale paesistico.
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Il sito interessato dalla posa dei metanodotti in progetto appartiene a sistemi paesistici
considerabili sia a livello sovralocale che locale:
- di interesse naturalistico, ovvero con elementi naturalistico-ambientali significativi per quel
luogo, quali i fontanili.
- di interesse storico agrario, quali rogge ed elementi della rete irrigua e relativi manufatti
(chiuse, ponticelli), centuriazione.
- di relazione (tra elementi storico-culturali, tra elementi verdi e/o siti di rilevanza
naturalistica), quali i PLIS (Parchi locali di interesse sovracomunale), istituiti appunto a
causa delle caratteristiche sopra menzionate.
Il sito appartiene ad un sistema paesistico comprendente due PLIS, con caratteristiche
naturalistiche e storico-agrarie legate alla presenza dei fontanili ed a elementi della rete irrigua
con manufatti tipici e centuriazione. Il livello di sensibilità stimato è medio, cioè in classe 3.
Foto n.1 – Territorio interessato dal progetto
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Il modo di valutazione VEDUTISTICO esamina il sito e come questo partecipa ai rapporti di
co-visibilità ad ampio raggio, interferendo con un punto di vista panoramico, con un percorso
panoramico o una veduta panoramica. I parametri considerati per la valutazione sono sia
l’importanza e notorietà del sito che la sua integrità prima dell’intervento in questione.
Il sito interessato dalla posa dei metanodotti in progetto sia a livello sovralocale che locale, non
presenta interferenza e/o contiguità con:
- punti di vista panoramici, quali un belvedere o uno specifico punto panoramico o
prospettico;
- percorsi sovralocali o locali di fruizione paesistico-ambientale, quali piste ciclabili, sentieri
naturalistici, ecc.;
- relazioni visuali tra elementi locali significativi di interesse storico, artistico e monumentale di
quel territorio, consolidate e rispettate.
- percorsi ad elevata percorrenza quali tracciati stradali anche di interesse storico o tracciati
ferroviari .
Non si rilevano elementi interessanti dal punto di vista vedutistico; il livello di sensibilità stimato,
relativamente a questo tipo di valutazione è basso cioè pari alla classe 2.
Foto n.2 – Territorio interessato dal progetto
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Foto n.3 – Territorio interessato dal progetto
La valutazione SIMBOLICA non considera tanto le strutture materiali o le modalità di
percezione, quanto il valore simbolico che le comunità locali e sovralocali attribuiscono al luogo,
ad esempio, in quanto teatro di avvenimenti storici o leggendari, o in quanto oggetto di
celebrazioni letterarie, pittoriche o di culto popolare.
Il sito interessato dalla posa dei metanodotti in progetto sia a livello sovralocale che locale, non
presenta interferenza e/o contiguità con luoghi contraddistinti da uno status di rappresentatività
nella cultura locale quali:
- luoghi che pur non essendo oggetto di celebri citazioni rivestono un ruolo rilevante nella
definizione e nella consapevolezza dell’identità locale (luoghi celebrativi o simbolici).
- luoghi connessi sia a riti religiosi (percorsi processionali, cappelle votive) sia ad eventi o ad
usi civili (luoghi della memoria di avvenimenti locali, luoghi rievocativi di leggende e racconti
popolari, luoghi di aggregazione e di riferimento per la popolazione insediata).
Non si rilevano elementi interessanti dal punto di vista di rappresentatività simbolica nella
coltura locale (consapevolezza di identità locale o luoghi dal particolare valore simbolico), se
non, marginalmente, la presenza dei fontanili.
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In conclusione, la valutazione per l’aspetto in esame è bassa ed ha portato a classificare il sito
in classe 2.
Giudizio complessivo: Il sito è ritenuto di sensibilità medio-bassa, considerando di modesto
rilievo solamente gli aspetti morfologico - strutturali.
Le discrete caratteristiche intrinseche del sito in esame, hanno comunque portato a classificare
il sito, per l’aspetto in esame, al livello 3.
Foto n.4 – Territorio interessato dal progetto
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6 INCIDENZA DEL PROGETTO
6.1 Metodologia
Si definisce incidenza paesistica di un progetto, l’entità e la natura del condizionamento che
questo esercita sull’assetto paesistico del contesto in ragione delle dimensioni geometriche di
ingombro planimetrico e di altezza, del linguaggio architettonico con il quale si esprime, della
natura e delle attività che è destinato ad ospitare.
Nel presente capitolo viene quindi analizzata l’incidenza del progetto che secondo i parametri
previsti dalle Norme di Attuazione del PPR rientra nella definizione di Progetto costituito dalla
posa ed esercizio di una condotta interrata e da alcune opere fuori terra.
I criteri e parametri utilizzati riguardano:
Incidenza morfologica e tipologica – Oltre alla coerenza dell’opera nel contesto, i rischi di
compromissione morfologica sono fortemente connessi alla perdita di riconoscibilità o alla
perdita tout court di elementi caratterizzanti i diversi sistemi territoriali. In questo senso, per
esempio, l’incidenza di movimenti di terra (eliminazione di dislivelli del terreno) o di interventi
infrastrutturali che annullano elementi morfologici e naturalistici (abbattimento di aree forestali) e
ne interrompono le relazioni, può essere superiore a quella di molti interventi di nuova
edificazione.
Incidenza linguistica – Sono valutate con grande attenzione, basandosi principalmente sui
concetti di assonanza e dissonanza con il contesto, nella misura in cui l’intervento in
realizzazione o in trasformazione può arrivare a stravolgerne completamente immagine e
caratterizzazione storica.
Incidenza visiva – consiste nel valutare, assumendo uno o più punti di osservazione significativi,
l’ingombro visivo, l’occultamento di visuali rilevanti, il prospetto su spazi pubblici. Può essere
usata per mettere in evidenza da quali punti particolarmente critici (ad esempio, punti
panoramici, strade importanti) il nuovo manufatto non riduca la percezione panoramica o non si
proponga come elemento estraneo in un quadro panoramico.
Incidenza ambientale – Permettono di valutare quelle caratteristiche del progetto che possono
compromettere la piena fruizione paesistica del luogo. Gli impatti più frequenti sono
sicuramente quelli acustici, olfattivi, che hanno spesso portato all’abbandono e al degrado di
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luoghi paesisticamente qualificati, in alcuni casi anche con incidenza rilevante su un ampio
intorno.
Incidenza simbolica – Mirano a valutare il rapporto tra progetto e valori simbolici e di immagine
che la collettività locale o più ampia ha assegnato a quel luogo. In molti casi il contrasto può
esser legato non tanto alle caratteristiche morfologiche quanto a quelle di uso del manufatto o
dell’insieme dei manufatti. Per esempio, a livello locale, un intervento che provochi forti rumori o
illuminazione violenta, nelle vicinanze di un luogo di quiete e raccoglimento non compromette
direttamente gli elementi fisici caratterizzanti il luogo ma impedisce di fatto la piena fruizione
dei caratteri simbolici riconosciuti e vissuti dalla popolazione.
Riguardo agli interventi in progetto vengono considerate, oltre alle lavorazioni cantieristiche (di
incidenza temporanea), l’incidenza su elementi ambientali e morfologici quali il profilo dei
terreni, la rete irrigua ed i fontanili, e l’incidenza visuale delle opere fuori terra.
Per la parte costruita fuori terra, vi sono n. 7 impianti di linea di nuova realizzazione di cui 3
ubicati sulla linea principale Met. SERGNANO-AGNADELLO DN 500 (20”)-DP 75 bar,
1 sull’Allacciamento al Comune di Torlino Vimercati DN 100 (4”)-DP 75 bar, 1 sull’Allacciamento
al Comune di Agnadello DN 100 (4”)-DP 75 bar e 2 sull’Allacciamento Brocca DN 100 (4”)-DP
75 bar. La localizzazione, l’ingombro e le vie d’accesso a questi impianti sono trattati nel
paragrafo 4.2 - Impianti.
In generale essi sono atti a consentire l’interconnessione con altre condotte o l’alimentazione
delle condotte derivate e il sezionamento della condotta. Questi impianti sono costituiti da
tubazioni e valvole d’intercettazione sia interrate che aeree e da apparecchiature per la
protezione elettrica della condotta racchiuse in un’area delimitata da una recinzione in grigliato
metallico.
I parametri per valutare l’incidenza paesaggistica di queste opere fuori terra sono il modo di
aggregazione o di inserimento (compatibilità con il tessuto esistente), le tipologie edilizie
(riferibilità a modelli presenti nel contesto), l’altimetria (altezza di gronda) e la planimetria
(allineamento ed orientamento rispetto ai tracciati guida).
Maggiore sarà il contrasto con il contesto, maggiore sarà la classe d’attribuzione dell’incidenza.
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6.2 Azioni Progettuali
Il progetto in esame, considerando sia la fase di costruzione che quella d’esercizio, risulta
divisibile in una serie di azioni progettuali di potenziale impatto nei confronti dell’ambiente
circostante, sia in maniera positiva che negativa.
Nella tabella seguente (TAB.6.2/A), che sintetizza le principali azioni di progetto e le relative
attività di dettaglio, emerge che l’opera interferisce con l’ambiente per la maggior parte in fase di
costruzione.
TAB.6.2/A – Azioni progettuali
Azioni progettuali Fase Attività di dettaglio Apertura fascia di lavoro costruzione − taglio eventuale vegetazione
− realizzazione opere provvisorie − apertura strade di acceso − piazzole di accatastamento tubi
Scavo della trincea costruzione − accantonamento terreno vegetale − scavo trincea − posa del materiale
Realizzazione attraversamenti con tubo di protezione
costruzione − scavo del pozzo di spinta; − impostazione dei macchinari − esecuzione della trivellazione mediante l’avanzamento del tubo di protezione
Posa e rinterro della condotta
costruzione − sfilamento tubi − saldatura di linea − controlli non distruttivi − posa della condotta − rivestimento dei giunti − sottofondo e ricoprimento − attraversamenti fluviali e di infrastruttura
Collaudo idraulico della condotta
costruzione − pulitura della condotta − riempimento e pressurizzazione − svuotamento
Ripristini costruzione − ripristini geomorfologici − ripristini vegetazionali
Opere fuori terra costruzione / esercizio
− porzioni di impianti di intercettazione − recinzione − segnaletica
Manutenzione esercizio − verifica dell’opera
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6.3 Grado di incidenza del progetto
Sulla base di quanto previsto dal PPR vengono ora descritti i parametri che concorrono a
valutare l’incidenza del progetto.
Incidenza morfologica e tipologica
L’incidenza del progetto, essendo il metanodotto un’opera di tipo lineare, varia a seconda della
situazione urbanistica interessata lungo il suo percorso. La situazione urbanistica attraversata
risulta pressoché costante lungo tutto il tracciato e vengono attraversati terreni per lo più
agricoli.
La condotta è un’opera interrata, per cui una volta completata la costruzione non provoca
alterazione dei caratteri morfologici e tipologici del sito, non modificandone profili, prospetti e
volumi.
Le opere fuori terra (sia gli spazi esterni dei punti di linea che le recinzioni), data l’estraneità con
il contesto, possono essere classificati nella classe 3 d’incidenza.
Questi valori d’incidenza, considerando che si tratta di opere ribassate che facilmente si
prestano ad essere mascherate e considerando che il contesto in cui si verranno a trovare è
pianeggiante, verranno ridotti con un’adeguata mitigazione a verde esterna ottenuta sia dalle
colorazioni sia da ripristino vegetale arbustivo, capace di mascherare l’opera e di meglio
inserirla nel contesto esistente. Vista l’impossibilità di mascherare le attrezzature attraverso
alberature di alto fusto, le opere di mitigazione degli impatti visivi prevedranno unicamente siepi
e cespugli sempre verdi di altezza contenuta.
Il grado di incidenza medio per le opere sia in sotterranea che fuori terra potrà così raggiungere
un valore posto nella classe 2.
Incidenza linguistica
Fondamentale, per le opere fuori terra, oltre al mascheramento dato da vegetazione arbustiva,
risulta la scelta delle tinteggiature da adottare in relazione ai cromatismi propri degli spazi
dominanti di fondo. Le scelte cromatiche adottate per le attrezzature saranno estese anche alle
recinzioni.
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L’incidenza degli impianti fuori terra viene considerata ad opera finita, cioè comprensiva delle
opere di mitigazione a verde per il mascheramento e di inserimento paesaggistico dell’impianto.
Il valore di incidenza medio per le opere fuori terra potrà così raggiungere il valore d’incidenza
posto nella classe 2.
Incidenza visiva
Nulla da segnalare, essendo l’opera di minimo impatto contestuale relativamente a visuali
rilevanti, ecc.
Incidenza ambientale
L’incidenza delle opere sull’indotto ambientale è presente essenzialmente durante la fase di
messa in opera, peraltro temporanea e limitata al periodo di cantierizzazione. I fattori esaminati
per il parametro “indotto ambientale” sono la “generazione di traffico”, di “rumore” e di
“emissione in atmosfera”. Questi fattori danno un contributo alla situazione esistente solo
temporaneamente nella fase di messa in opera.
In generale il contributo alle componenti generazione traffico, rumore e emissione in atmosfera,
pur interessando la viabilità esistente, specie nella fase iniziale della cantierizzazione, quando
avviene il trasporto dei materiali, successivamente si svolge essenzialmente sulla pista di
lavoro, cioè in uno spazio ben delimitato e ristretto con un’incidenza realmente ristretta e
localizzata. Una volta realizzata e messa in servizio l’opera, si rileva invece una riduzione di
questi fattori per la riduzione del traffico dovuto al precedente trasporto, via gomma, delle fonti
energetiche trasportate dalla condotta stessa.
Le considerazioni precedenti portano ad attribuire un’incidenza marginale (classe 2) durante la
fase di cantierizzazione all’indotto sull’ambiente; mentre si può con certezza affermare che una
volta realizzata l’opera, l’incidenza per i tre fattori sopra esposti è minima (classe 1) se non
assente per i fattori rumore ed atmosfera e comunque minima (classe 1) per il traffico generato
dalle normali ispezioni per la manutenzione della linea.
L’alterazione della continuità delle relazioni tra elementi naturalistici e/o storico agrari, quali
rogge, rete irrigua e fontanili, verrà mitigata tramite modalità di attraversamento in sotterranea
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che ne manterranno sia le funzionalità che la realtà simbolica e paesaggistica nell’ambito dei
parchi locali (PLIS) che ne tutelano la presenza.
In corrispondenza di tali situazioni, infatti, la condotta verrà posata con la tecnica dello
spingitubo ad adeguata profondità in modo da non arrecare alcun disturbo al corso d’acqua né,
nel caso dei fontanili, alla testa o all’asta del fontanile stesso, lasciando inalterate le condizioni
idrogeologiche del sottosuolo.
Il valore di incidenza ambientale del progetto, comprensivo di condotte e di opere fuori terra,
viene quindi attribuito alla classe 2.
Grado di incidenza complessivo
L’opera comporta una bassa incidenza sul contesto paesaggistico, essendo fondamentalmente
un’opera sotterranea. Gli elementi fuori terra saranno di bassa estensione e profilo, con un
impatto vistale mitigato da colorazioni adeguate e sistemazioni botanico-vegetazionali di
mascheramento.
Il valore di incidenza complessiva del progetto, comprensivo di condotte e di opere fuori terra,
viene quindi attribuito alla classe 2.
Foto n.5 – Territorio interessato dal progetto e piccolo impianto
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7. GIUDIZIO DI IMPATTO PAESISTICO E CONCLUSIONI
L’impatto paesistico esprime l’entità degli effetti prevedibili sul paesaggio conseguenti alla
realizzazione dell’intervento progettato.
Secondo le Norme di Attuazione del PPR, l’impatto paesistico viene valutato come
combinazione della sensibilità del sito e della incidenza del progetto, definendo alcune soglie di
criticità e di tolleranza all’interno delle quali il progetto può considerarsi approvabile o da
sottoporre a specifica verifica paesistica o a priori inaccettabile.
Le soglie sono così determinate:
- interventi sotto la soglia di rilevanza: 0 4
- interventi oltre la soglia di rilevanza: 5 15
- interventi oltre la soglia di tolleranza: 16 25
Secondo quanto scaturito dall’analisi della sensibilità del sito e dell’incidenza dell’intervento
sulla componente paesistica, riassumibili in:
− sensibilità del sito: classe 3
− incidenza del progetto: classe 2
l’impatto paesistico delle opere in progetto viene classificato al di sotto della soglia di tolleranza,
in quanto il prodotto della classe di sensibilità del sito e la classe di incidenza del progetto è pari
a 6.
SCHEMA CONCETTUALE PER LA DETERMINAZIONE DELLA CRITICITA’PAESISTICA DEGLI INTERVENTI
Criticità = sensibilità del sito x incidenza dell’intervento CLASSEDI SENSIBILITA’
DEL SITO CLASSE DI INCIDENZA DELL’INTERVENTO 1 2 3 4 5
5 5 10 15 20 25 4 4 8 12 16 20 3 3 6 9 12 15 2 2 4 6 8 10 1 1 2 3 4 5
L’impatto paesistico, pur essendo la sensibilità del sito classificata buona, rimane al minimo
sopra la soglia di rilevanza, grazie alla bassa incidenza del progetto, in quanto una volta
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interrata la condotta ed eseguiti gli opportuni ripristini morfologici e vegetazionali, le interferenze
sono molto ridotte e le opere fuori terra sono di facile mitigazione e mascheramento.
In generale, si può affermare che, nella realizzazione di un metanodotto, i disturbi all’ambiente
sono quasi esclusivamente concentrati nel periodo della costruzione dell’opera e sono legati
soprattutto alle attività di cantiere. Si tratta perciò di disturbi in gran parte temporanei e
mitigabili, sia con opportuni accorgimenti costruttivi sia con mirate operazioni di ripristino
vegetazionale e morfologico.
In fase di esercizio, infatti, le uniche interferenze sono quelle relative alle opere fuori terra e alla
manutenzione; nel caso delle opere fuori terra si tratta di manufatti con basso impatto visivo,
tenuto conto anche delle opere di mitigazione previste; mentre nel caso della manutenzione,
l’impatto è trascurabile perché legato unicamente alla presenza periodica di addetti con compiti
di controllo e di verifica dello stato di sicurezza della condotta.
Con la realizzazione degli interventi di mitigazione e ripristino dell’impatto visivo (quali ad
esempio il mascheramento delle opere fuori terra con la messa a dimora di siepi e cespugli
sempre verdi di altezza contenuta e le tinteggiature da adottare), da realizzarsi anche tenendo
conto delle indicazioni degli Enti preposti, gli impatti residui potranno essere notevolmente ridotti
fino a diventare trascurabili.
Il disturbo ambientale che si viene a creare con la realizzazione dell’opera in progetto è
essenzialmente temporaneo e presente durante la fase di cantierizzazione e nel periodo limitato
di tempo necessario affinché i ripristini ambientali abbiano ristabilito gli equilibri precedenti alla
realizzazione delle opere.
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ALLEGATI
PG-TP-001 Tracciato di Progetto (1:10.000) PG-PGT-001 Strumenti di pianificazione urbanistica (1:10.000) PG-SP-001 Strumenti di tutela e di pianificazione provinciali (1:10.000) PG-PP-001 Carta del sistema paesistico provinciale (1:10.000) PG-SN-001 Strumenti di tutela e di pianificazione nazionali (1:10.000) PG-US-001 Uso del Suolo (1:10.000)
DISEGNI TIPOLOGICI DI PROGETTO
ST.A 01 Area di passaggio normale
ST.A 02 Area di passaggio ristretta
ST.A 08 Particolare della segnalazione condotte esistenti
ST.B 01 Sezioni tipo dello scavo e nastro di avvertimento
ST.B 02 Rinterro
ST.B 03 Letto di posa: sottofondo e prereinterro
ST.B 06 Depressione della falda con well-points
ST.B 07 Depressione della falda con pozzi drenanti
ST.C 01 Attraversamento tipo di corsi d’acqua minori (fossi, scoline)
ST.C 04 Attraversamento interrato tipo di ferrovie di stato e in concessione
ST.C 07 Attraversamento tipo di strade della categoria B – C – D
ST.C 15 Particolari di montaggio tubo di sfiato
ST.H 01 Strada di accesso
ST.H 11 Armadio di controllo in vetroresina
ST.H 12 Cartello segnalatore
Impianti Met. SERGNANO-AGNADELLO DN 500 (20”)-DP 75 bar
ST. I 570-GB-3B-62051 P.I.D.I. N°1 e Stazione di Lancio/Ricevimento Pig
ST. I 01 P.I.L. N°2
ST. I 02 P.I.D.I. N°3
ST. I 03 P.I.D.I. N°4 e Stazione di Lancio/Ricevimento Pig
Impianti Allacciamento Comune di Torlino Vimercati DN 100 (4”)-DP 75 bar
ST. I 04 P.I.D.A.
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Impianti Allacciamento Comune di Agnadello DN 100 (4”)-DP 75 bar
ST. I 05 P.I.D.A.
Impianti Allacciamento Brocca DN 100 (4”)-DP 75 bar
ST. I 05 P.I.D.S.
ST. I 06 P.I.D.A.