Red sauerazienda 2012

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ARMI J. P. Sauer & Sohn 260 anni di armi Grazie agli ottimi rapporti sia commerciali sia personali che intercorrono fra la famiglia Berti (Bignami) e la Sauer & Sohn, abbiamo potuto effettuare, unici giornalisti italiani, un interessante e istruttivo factory tour dei nuovi stabilimenti di assemblaggio delle carabine Sauer, da poco (2009) trasferitisi a Isny, nel sud della Germania; la Sauer è infatti entrata a far parte, insieme a due altri colossi del rigato tedesco, Mauser e Blaser, del gruppo Lüke-Ortmeier, che ha voluto concentrare tutta la produzione in questo nuovo polo che ha più l’immagine di una clinica privata piuttosto che di una fabbrica d’armi… Ordine, gentilezza, professionalità e massima pulizia sono sempre un ottimo biglietto da visita! testo e foto di M.C. di Danilo Liboi & C.

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J. P. Sauer & Sohn260 anni di armi

Grazie agli ottimi rapporti sia commerciali sia personali che intercorrono fra la famiglia Berti (Bignami) e la Sauer & Sohn, abbiamo potuto effettuare, unici giornalisti italiani,

un interessante e istruttivo factory tour dei nuovi stabilimenti di assemblaggio delle carabine Sauer, da poco (2009) trasferitisi a Isny, nel sud della Germania; la Sauer è infatti entrata a far parte,

insieme a due altri colossi del rigato tedesco, Mauser e Blaser, del gruppo Lüke-Ortmeier, che ha voluto concentrare tutta la produzione in questo nuovo polo che ha più l’immagine

di una clinica privata piuttosto che di una fabbrica d’armi… Ordine, gentilezza, professionalità e massima pulizia sono sempre un ottimo biglietto da visita!

testo e foto di M.C. di Danilo Liboi & C.

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Non sono certo “solo” gli uomi-ni a mantenere alta la qualità e l’alone di serietà professio-

nale e di armi “fatte bene” che circon-da il marchio Sauer & Sohn; ma certo è che quando, in veste professionale, ci troviamo di fronte a un direttore generale ben sotto i cinquant’anni (e sto parlando di Matthias Klotz), caccia-tore (perticolare non da poco) e con un’energia e un entusiasmo davvero contagiosi, l’idea che l’uomo giusto al posto giusto possa decidere le sorti di un’azienda prende sempre più forza. Certo, la Sauer & Sohn ha radici così ben attecchite nel tessuto venatorio mondiale e una storia alle spalle così importante (si tratta della più vecchia fabbrica d’armi europea, seconda a livello mondiale) che potrebbe tran-quillamente “tirare a campare”, ma dall’arrivo di Klotz e dalla sempre più stretta collaborazione con Bignami, non è più così: Sauer ha intenzione di affermare la propria autorevolezza nel mondo delle armi rigate da caccia e lo sta facendo con una forza che deriva dalle capacità del “comandante”, dallo staff che Klotz ha riunito attorno a sé e, naturalmente, anche grazie agli impor-tanti investimenti effettuati dal gruppo Lüke-Ortmeier, che ha riunito a Isny i propri “cavali di razza”, Sauer, Mauser e Blaser, con un’unica officina che produce tutti i componenti delle armi (ferri e legni) dei tre brand e tre diffe-renti stabilimenti dove le armi vengono assemblate e testate. La prima impres-sione che si prova entrando nel nuovo stabilimento Sauer è quella di… aver sbagliato indirizzo e di essere finiti in un reparto di rianimazione di una cli-nica privata! A parte gli scherzi, senza dubbio il fatto che in questa fabbrica le armi vengano solamente assemblate e provate rende tutto molto più pulito (e silenzioso), ma quella che salta imme-diatamente all’occhio nei vari reparti, a iniziare dal controllo qualità dei vari componenti che arrivano dalle officine esterne, passando attraverso tutte le linee di assemblaggio, per arrivare al poligono di prova e quindi alla prepa-razione per la spedizione, è una grande professionalità, unita a orgoglio e senso di appartenenza, che si riflettono posi-tivamente su tutta la produzione. Già, la produzione, che vede un imple-

J. P. Sauer & Sohn260 anni di armi

Grazie agli ottimi rapporti sia commerciali sia personali che intercorrono fra la famiglia Berti (Bignami) e la Sauer & Sohn, abbiamo potuto effettuare, unici giornalisti italiani,

un interessante e istruttivo factory tour dei nuovi stabilimenti di assemblaggio delle carabine Sauer, da poco (2009) trasferitisi a Isny, nel sud della Germania; la Sauer è infatti entrata a far parte,

insieme a due altri colossi del rigato tedesco, Mauser e Blaser, del gruppo Lüke-Ortmeier, che ha voluto concentrare tutta la produzione in questo nuovo polo che ha più l’immagine

di una clinica privata piuttosto che di una fabbrica d’armi… Ordine, gentilezza, professionalità e massima pulizia sono sempre un ottimo biglietto da visita!

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mento continuo di nuovi progetti e alcune modifiche, che originano dalle prove sul campo, di armi già esistenti, come la S 202 SF, con caricatore mag-giorato e pomello dell’otturatore in-grandito per facilitare una ripetizione veloce, carabina che nasce per le battu-te in quei Paesi dove le semiauto sono proibite; SF è l’acronimo di Schwarzwild Fieber, e non crediamo necessitino traduzioni. Rimanendo nel “campo” delle bolt e della 202 in particolare (che ricordiamo essere stata la prima carabina modulare al mondo), ecco la Synchro XT, con calciatura in sintetico, thumb hole e dorso del calcio regolabile: un “mostro” dal fascino estremamente accattivante e dall’ergonomia indiscu-tibile. Così come è estremamente affa-scinante la 202 Hatari, camerata solo in big bore (375 H&H, 416 RM e 458 Lott), con il suo mirino anteriore ribaltabile e la sua linea africana, o la Forest XT, con canna da 51 cm e magliette laterali, per un porto più comodo nella vegetazio-ne fitta, che nasce per le esigenze della disciplina del recupero. Ma la vera no-vità di quest’anno non è una carabina, ma un particolare… Un particolare per niente insignificante e che potreb-be cambiare il modo di pensare la cac-cia con la carabina: si tratta del nuovo BMT. Il Black Magic Trigger (che non è una canzone di Santana, ma il nome del nuovo pacchetto di scatto montabi-le su tutte le S 303) devo dire che ci ha messi decisamente in difficoltà. Perché noi non siamo amanti delle semiauto, per i mille motivi che abbiamo sempre sostenuto, ma una S 303, magari una Elegance, che per capire che non è una bolt devi guardarla bene, con slitta di armamento dorsale (tipo Handspan-nung) e con uno scatto come il BMT, a rottura di cristallo, pulito e prevedibile, anche se giustamente (vista la tipologia di arma) ancora un po’ pesantino per le nostre abitudini (sgancia a circa

Camminare con mio figlio nella nostra riserva e condividere con lui il suo crescente entusiasmo per la natura e la caccia è per me una gioia grande almeno quanto la caccia stessa. Una nuova generazione di cacciatori sta crescendo, lo spero vivamente. Il mondo attorno a noi nel frattempo cambierà più in fretta che mai. Ma la caccia rimarrà, nella sua essenza e nei suoi valori, quella di sempre: un confronto leale tra le capacità creative e manuali dell’uomo e i sensi ampiamente superiori degli ani-mali; anche questo lo spero vivamente. Un valore costante nel tempo, ecco ciò che contraddistingue più di 260 anni di storia della J. P. Sauer & Sohn. Una chiara scelta a favore della precisione meccanica, della qualità senza compromessi e del design senza tempo, che supera ogni moda temporanea. Per questo Sauer & Sohn non è solo

il più antico produttore di armi della Germania e a livello mondiale la seconda fabbrica d’ar-mi in fatto di longe-vità, ma soprattutto un’Azienda di successo, con solide basi storiche e chiare visioni per il futuro. Armi da caccia create per ben più di una generazione, og-gi come 260 anni fa. Weidmannsheil!

Matthias Klotz, direttore generale

Sauer & Sohn

La parola a Matthias Klotz

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1.

La prima impressione che si prova entrando nel nuovo stabilimento Sauer

è quella di… aver sbagliato indirizzo e di essere finiti in una clinica privata:

ordine e pulizia impeccabili!

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S 202 Schwarzwild Fieber

S 202 Synchro XT

S 202 TD Hatari

S 303 Classic XT

S 303 Elegance

S 303 GTI

S 303 Hardwood

S 303 Synchro XT ZF

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930/950 grammi), potrebbe davvero diventare un’arma “universale”. Questo dubbio ce lo siamo portati appresso durante la visita di tutti i reparti, dove l’ordine regna sovrano, fino al fatidico momento della prova al poligono (lo splendido poligono “virtuale” interno al polo armiero), dove è stato finalmente dissipato: le S 303 con montato il BMT tirano come delle carabine a otturatore girevole-scorrevole: la fucilata parte pu-lita, senza strappi (anche nel tiro mira-

- 1751 La ditta Sauer viene fondata a Suhl da Lorenz Sauer, come manifattura di armi da caccia, e con l’entrata in società dei figli acquisisce grandezza e reputazione.- 1838 Il regime prussiano insiste sulla realizzazione, da parte della famiglia Sauer, di un gran numero di fucili per l’esercito Sassone e così l’Azienda diviene la “Regia Fabbrica” e si assicura la prima fornitura di ben 2.650 fucili.- 1870 L’anno del primo grande contratto per la fornitura di 150.000 armi. La fabbrica cresce notevolmente di dimensioni. - 1873 A partire dal 1° gennaio l’Azienda viene ufficialmente denominata “Johann Paul Sauer & Sohn” e decide ben presto di concentrarsi sulla produzione di armi da caccia.- 1881 All’Expo Mondiale di Melbourne, la qualità della Sauer & Sohn viene onorata con la consegna dell’ambita medaglia d’oro per il fucile Express Sauer con canna ottagonale. Lo stesso anno l’Azienda regi-stra il brevetto per il fucile a tre canne (drilling). Questi due grandi eventi caratterizzano l’impostazione che avrebbe contraddistinto la Sauer & Sohn per sempre: tradizione, qualità e innovazione. La scelta dei materiali è da allora un elemento fondamentale. In collaborazione con Friedrich Krupp/Essen viene

sviluppato un acciaio per canne di un livello eccezionale, che viene ancora utilizzato quasi senza modifiche in ogni arma da caccia Sauer: l’acciaio Krupp “Dreiring” (ovvero a tre anelli).- 1918 Per fronteggiare la crisi che segue la Prima Guerra Mondiale, Sauer si dedica alla produzione di macchine da scrivere e solo dopo qualche anno alle armi civili, con una notevole espansione delle armi da caccia.- 1951 Un nuovo inizio: espropriata dal regime comunista a Suhl (DDR) dopo Seconda Guerra Mondiale, l’Azienda viene ricostruita dalla famiglia Sauer, con l’aiuto di appassionati cacciatori, a Eckernfoerde, nelle Germania dell’Ovest. L’unico prodotto su cui lavora in questo periodo la nuova azienda è la doppietta liscia. - 1958 L’Azienda si espande ancora, con grande coraggio. Sauer produce le carabine Weatherby su licenza del produttore americano. Questo contratto scadrà solo nel 1971, con quasi 100.000 carabine prodotte!- 1972 Sauer lancia sul mercato il modello 80, le cui innovazioni rivoluzionano il design del settore. Affidabilità, precisione e un ottu-ratore dalla fluidità eccezionale rendono “immortale” il modello 80 e il suo successore Sauer 90.- 1976 L’Azienda cambia proprietà. La SIG Holding AG acquista la maggioranza delle azioni e da questo momento in poi la Sauer & Sohn riprende la costruzione di armi corte (Sig-Sauer). - 1984 Dalla geniale idea di Ennio Mattarelli nasce il Sauer 200, la prima carabina modulare al mondo (che permette il cambio di canna, calibro e calcio). - 1993 L’evoluzione del modello 200 raggiunge un’eleganza, una precisione e una versatilità senza precedenti.- 2000 Nel suo 250° anno e poco prima dei festeggiamenti per questo giubileo, l’Azienda viene rilevata da Michael Lüke e Thomas Ort-meier, che danno nuovo slancio alla più antica azienda tedesca.- 2003 Un’altra rivoluzione: la Sauer 202 Take Down rende per la prima volta possibile ciò che pareva impossibile, un vero sistema take down a un prezzo abbordabile.- 2005 La J.P. Sauer & Sohn istituisce la linea Sauer Individual, un custom-shop dedicato alla creazione di armi finemente incise, per-sonalizzate e realizzate a mano.- 2006 Il prestigio Sauer, l’eleganza, la precisione: tutti gli elementi fondamentali si fondono in una carabina semiautomatica: la Sauer 303 è una classica carabina da caccia, con particolare affinità per la battuta. - 2009 I due settori “caccia” e “difesa” vengono definitivamente divisi e mentre la produzione delle pistole Sig-Sauer rimane a Ecker-nfoerde, la sezione dedicata alla caccia viene spostata in uno stabilimento di circa 3.100 m2, completamente nuovo, realizzato con le tecnologie più avanzate, nel sud della Germania, a Isny.- 2012 All’IWA viene presentata la più prestigiosa carabina Sauer mai costruita. Anni di ricerche per trovare le fonti storiche corrette e per abbinare al meglio contributi artistici epocali. Il tutto per creare un’arma dedicata a un tema classico, ma da sempre emozionante, realizzata con stile e dettagli eccezionali: la 202 Gladiator.

Un po’ di storia

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to), la sicurezza è garantita dalla monta manuale del percussore e la precisione è assolutamente assimilabile a quella di una bolt. Per tutti coloro che praticano le due forme di caccia più diffuse in Italia (ricordo che stiamo parlando di rigato), quindi il cinghiale in battuta/braccata/girata e la selezione, una S 303 in una delle tante configurazioni (que-sta è una scelta dipesa da gusti personali, quindi non influenzabile, né opinabile) potrebbe davvero essere la soluzione ot-timale, magari utilizzando due differenti tipologie di ottiche da puntamento. La Sauer ha davvero cambiato marcia ed è intenzionata ad affermare la propria leadership nel settore delle armi rigate da caccia; la S 202 L Higland in 7x64 che occhieggia da dentro la sua custodia appoggiata in un angolo del mio studio (senza piaggerie una delle migliori bolt che abbia mai tenuto in mano) me lo ricorda in continuazione…Per info: www.bignami.it t G

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2.

Matthias Klotz, il giovane direttore generale di Sauer & Sohn, a destra, insieme a Andy De Santis, purchasing department manager di Bignami; davvero coinvolgenti l’entusiasmo e l’energia del nuovo “comandante” della blasonata Azienda tedesca3.

Tutte le armi che escono dallo stabilimento di Isny vengono provate nel poligono interno, con linee a 50 e 100 metri; notare la slitta di armamento dorsale armata della semiauto S 303 Classic, particolare importante, che caratterizza tutta la serie, chiaro indizio che la sicurezza è uno dei cavalli di battaglia di Sauer4.

La vera novità Sauer di quest’anno non è una carabina, ma un particolare; un particolare per niente insignificante e che potrebbe cambiare il modo di pensare la caccia a palla: si tratta del nuovo pacchetto di scatto BMT (Black Magic Trigger)5.

L’autore al tiro con una S 303 Synchro XT calibro 308 Winchester nel poligono virtuale che si trova all’interno del polo armiero di Isny; l’ergonomia della calciatura con thumb hole e lo scatto BMT hanno davvero fatto miracoli!6.

Il peso di sgancio del nuovo pacchetto di scatto, montabile su tutte le S 303, si attesta intorno ai 950 grammi, ma è pulitissimo e perfettamente gestibile

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