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Rassegna Stampa di martedì 11 febbraio 2014 SNALS / CONFSAL Giornale di Sicilia 11/02/2014 TAGLI ALLA SCUOLA, SCONTRI FRA SINDACATI E REGIONE Il Mattino - Ed. Caserta 11/02/2014 PROVVEDITORATO, OGGI L'ESORDIO DI ROMANO IN VIA CECCANO Il Quotidiano di Sicilia 11/02/2014 FORMAZIONE PROFESSIONALE E GIALLO STIPENDI: SCILABRA, "TUTTI PAGATI" Il Quotidiano di Sicilia 11/02/2014 TROPPE DISFUNZIONI, I CONTI NON TORNANO A NESSUNO Il Secolo XIX - Ed. Imperia 11/02/2014 "A SCUOLA DI COMPETENZE" AL VIA CORSO DI FORMAZIONE Marketpress.info 11/02/2014 ASSESSORE CALABRIA HA PRESIEDUTO UN INCONTRO CON I RAPPRESENTATI SINDACALI DELLA SCUOLA Italia Oggi 11/02/2014 L'ENERGIA E' UNA ZAVORRA il Tempo 11/02/2014 DOPPIE FILE, DISSUASORI, SCALE COSI' SI "SPENGONO"I VIGILI DEL FUOCO Giornale di Sicilia - Ed. Siracusa-Ragusa 11/02/2014 FESICA CONFSAL: NO ALL'APERTURA PER PASQUETTA Il Cittadino (Lodi) 11/02/2014 SCONTRO APERTO TRA PARTI SOCIALI E SINDACO SU SANTA CHIARA Il Giorno - Ed. Lodi- Crema-Pavia 11/02/2014 AUDIZIONE IN REGIONE PER SANTA CHIARA ORA ASSEMBLEA E FIACCOLATA DI PROTESTA Il Quotidiano di Sicilia 08/02/2014 LA PARTECIPATA CON L'ACQUA ALLA GOLA SDIFFERENZIARE PUO'A Testate on line 11/02/2014 ARTICOLI PRESI DAL WEB Scuola, Formazione, Università, Ricerca Corriere della Sera 11/02/2014 GLI ADOLESCENTI E LA RETE: DIECI REGOLE PER RENDERLA SICURA la Repubblica 11/02/2014 SCUOLA, IL PASTICCIO DEI FONDI PER COMBATTERE LA DISPERSIONE Italia Oggi 11/02/2014 AL GINNASIO SOLO I PROF DI GRECO E LATINO. FUORI QUELLI DI ITALIANO (A051) Italia Oggi 11/02/2014 IL NUOVO SOSTEGNO TAGLIA I PRECARI Italia Oggi 11/02/2014 QUINDICI MILIONI ANTI DISPERSIONE Italia Oggi 11/02/2014 PERSONALE AFAM, ENTRO IL 28 FEBBRAIO LE ISTANZE PER LA PENSIONE Italia Oggi 11/02/2014 QUOTA 96, PRIMO SI' ALLA CAMERA Italia Oggi 11/02/2014 ATA, SOLUZIONE CERCASI Italia Oggi 11/02/2014 EDILIZIA, NUOVA ANAGRAFE AL VIA Italia Oggi 11/02/2014 I PERCORSI ABILITANTI SPECIALI PROROGATI FINO AL 2015/2016 il Messaggero 11/02/2014 LA CASSAZIONE: NELLA DIAZ POLIZIOTTI COME NEI REGIMI Avvenire 11/02/2014 STUDENTE DISABILE SENZA SOSTEGNO: MINISTERO MULTATO L'Unita' 11/02/2014 SCUOLA, COMPARARE NON CONVIENE Corriere della Sera - ed. Milano 11/02/2014 PADRE E MADRE CANCELLATI L'OPPOSIZIONE PROVA A FERMARE LA DECISIONE Il Tempo - Cronaca di Roma 11/02/2014 CONCORSO SCUOLA SCENDONO IN PIAZZA VINCITORI E IDONEI la Gazzetta del Mezzogiorno 11/02/2014 CORSI D'ITALIANO GRATIS (DAVVERO) PER INTEGRARSI

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Rassegna Stampa di martedì 11 febbraio 2014

SNALS / CONFSAL Giornale di Sicilia 11/02/2014 TAGLI ALLA SCUOLA, SCONTRI FRA SINDACATI E REGIONE Il Mattino - Ed. Caserta 11/02/2014 PROVVEDITORATO, OGGI L'ESORDIO DI ROMANO IN VIA CECCANO Il Quotidiano di Sicilia 11/02/2014 FORMAZIONE PROFESSIONALE E GIALLO STIPENDI: SCILABRA, "TUTTI

PAGATI" Il Quotidiano di Sicilia 11/02/2014 TROPPE DISFUNZIONI, I CONTI NON TORNANO A NESSUNO Il Secolo XIX - Ed. Imperia

11/02/2014 "A SCUOLA DI COMPETENZE" AL VIA CORSO DI FORMAZIONE

Marketpress.info 11/02/2014 ASSESSORE CALABRIA HA PRESIEDUTO UN INCONTRO CON I RAPPRESENTATI SINDACALI DELLA SCUOLA

Italia Oggi 11/02/2014 L'ENERGIA E' UNA ZAVORRA il Tempo 11/02/2014 DOPPIE FILE, DISSUASORI, SCALE COSI' SI "SPENGONO"I VIGILI DEL

FUOCO Giornale di Sicilia - Ed. Siracusa-Ragusa

11/02/2014 FESICA CONFSAL: NO ALL'APERTURA PER PASQUETTA

Il Cittadino (Lodi) 11/02/2014 SCONTRO APERTO TRA PARTI SOCIALI E SINDACO SU SANTA CHIARA Il Giorno - Ed. Lodi-Crema-Pavia

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Il Quotidiano di Sicilia 08/02/2014 LA PARTECIPATA CON L'ACQUA ALLA GOLA SDIFFERENZIARE PUO'A Testate on line 11/02/2014 ARTICOLI PRESI DAL WEB Scuola, Formazione, Università, Ricerca Corriere della Sera 11/02/2014 GLI ADOLESCENTI E LA RETE: DIECI REGOLE PER RENDERLA SICURA la Repubblica 11/02/2014 SCUOLA, IL PASTICCIO DEI FONDI PER COMBATTERE LA DISPERSIONE Italia Oggi 11/02/2014 AL GINNASIO SOLO I PROF DI GRECO E LATINO. FUORI QUELLI DI

ITALIANO (A051) Italia Oggi 11/02/2014 IL NUOVO SOSTEGNO TAGLIA I PRECARI Italia Oggi 11/02/2014 QUINDICI MILIONI ANTI DISPERSIONE Italia Oggi 11/02/2014 PERSONALE AFAM, ENTRO IL 28 FEBBRAIO LE ISTANZE PER LA

PENSIONE Italia Oggi 11/02/2014 QUOTA 96, PRIMO SI' ALLA CAMERA Italia Oggi 11/02/2014 ATA, SOLUZIONE CERCASI Italia Oggi 11/02/2014 EDILIZIA, NUOVA ANAGRAFE AL VIA Italia Oggi 11/02/2014 I PERCORSI ABILITANTI SPECIALI PROROGATI FINO AL 2015/2016 il Messaggero 11/02/2014 LA CASSAZIONE: NELLA DIAZ POLIZIOTTI COME NEI REGIMI Avvenire 11/02/2014 STUDENTE DISABILE SENZA SOSTEGNO: MINISTERO MULTATO L'Unita' 11/02/2014 SCUOLA, COMPARARE NON CONVIENE Corriere della Sera - ed. Milano

11/02/2014 PADRE E MADRE CANCELLATI L'OPPOSIZIONE PROVA A FERMARE LA DECISIONE

Il Tempo - Cronaca di Roma

11/02/2014 CONCORSO SCUOLA SCENDONO IN PIAZZA VINCITORI E IDONEI

la Gazzetta del Mezzogiorno

11/02/2014 CORSI D'ITALIANO GRATIS (DAVVERO) PER INTEGRARSI

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il Tempo 11/02/2014 LO SPAZIO VITALE PER LA CRESCITA DELL'ITALIA Corriere del Mezzogiorno – Campania (Corriere della Sera)

11/02/2014 COMITATO RICERCA, UN SOLO MERIDIONALE

la Repubblica - ed. Napoli

11/02/2014 TAGLI, POLEMICHE INTERNE E DISSAPORI CON IL MINISTRO MARRELLI LASCIA L'INCARICO+++

Economia, Lavoro, Previdenza il Sole 24 Ore 11/02/2014 NEL 2012 FINANZIATI 40MILA CORSI REGIONALI la Stampa 11/02/2014 Int. a R.Bergomi: "LA MIA VITA DA FRONTALIERE INDESIDERATO" Giorno/Resto/Nazione 11/02/2014 INDUSTRIA DI NUOVO IN PICCHIATA GELO SULLA RIPRESA, LA SVOLTA

NON C'E' Corriere della Sera 11/02/2014 MONTI E I COLLOQUI DELL'ESTATE 2011 ASSE GRILLO-FI CONTRO IL

COLLE Corriere della Sera 11/02/2014 RENZI AL QUIRINALE, LA MEDIAZIONE DI NAPOLITANO il Messaggero 11/02/2014 LA TASI IN ALTO MARE A RISCHIO DELEGA FISCALE E DESTINAZIONE

ITALIA il Giornale 11/02/2014 IL TESORO: "NESSUN AIUTO ALLE BANCHE"

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Formazione professionale e giallo stipendi: Scilabra, “Tutti pagati” I dipendenti denunciano arretrati per oltre un anno ma la Regione garantisce di avere pagato tutto. L’assessore regionale ha annunciato l’avvio di un’ispezione in tutti gli enti siciliani PALERMO - Finanziamenti incassati oppure c’è l’ennesima truffa dietro il sistema della formazione professionale siciliana? Su questo interrogativo ruota la questione degli enormi arretrati vantati dai dipendenti degli enti: in molti casi viene denunciato che di stipendi non se ne vedono da un anno. Ma a sconfessare tutti ci ha pensato l’assessore regionale alla Formazione professionale in persona, Nelli Scilabra, che invece racconta tutt’altra storia: “Tutto è stato pagato sia nella passata che nell’attuale annata dei corsi. Avvieremo un’ispezione in Sicilia per capire dove siano finiti questi soldi”. E quando partono le ispezioni nel mondo della formazione siciliana non c’è mai da stare allegri perché puntualmente viene fuori uno scandalo. Riguardo alle dichiarazioni dell’assessore i sindacati si sono messi al lavoro per cercare di capire come stanno le cose. Lo ha fatto in primo luogo la Uil scuola che ha effettuato un resoconto sullo stato dei trasferimenti finanziari della Regione agli enti. Secondo le notizie in possesso del sindacato per il primo anno la quasi totalità degli enti ha ricevuto acconti pari all’80 per cento del finanziamento e tutti gli organismi sono in attesa di rendicontare per ricevere il saldo del 20 per cento. Per ciò che concerne il secondo anno, ovvero il periodo che va dall’8 giugno 2013 al 7 giugno 2014, risulta che oltre 300 decreti di finanziamento siano stati registrati ma che solo 6 enti abbiano ricevuto il primo acconto del 25 per cento del finanziamento assegnato. “Abbiamo controllato le news pubblicate a dicembre 2013 nel nostro sito – precisa il coordinamento regionale della Uil scuola - e leggiamo che al 27 dicembre 2013, alla Cassa Regionale, erano stati trasmessi solamente i titoli di spesa di Anfe Sicilia, Ires, Enaip Palermo, Enfaga Palermo, Ecap Messina e Centro Studi Aurora. Le dichiarazioni dell'assessore sembrano invece accreditare la notizia che tutti gli enti abbiano ricevuto addirittura l'80 per cento del finanziamento. Al fine di tutelare al meglio i nostri iscritti, siamo molto interessati a conoscere come stanno le cose e pertanto, chiediamo all'assessore di conoscere l'elenco dei mandati di pagamento controllati dalla Ragioneria del Dipartimento Istruzione e Formazione e trasmessi al Tesoro entro i termini stabiliti dall'assessorato regionale dell'Economia con la circolare di fine anno”. Intanto, proprio su questo fronte, dopo le proteste dei dipendenti del Cefop, a seguire a ruota si sono anche quelli dei dipendenti dell’Enfap di Catania e Messina che dal giugno 2013 non ricevono lo stipendio. A comunicarlo è lo Snals, il sindacato nazionale autonomi lavoratori Scuola. I lavoratori denunciano la mancanza di nove mesi di stipendio: “Siamo stanchi di continuare a subire – scrivono i lavoratori – e chiediamo all’ente di appartenenza e al Dipartimento regionale Istruzione e Formazione Professionale, che ha il dovere istituzionale di garantirci, l’immediato pagamento degli stipendi da giugno 2013 a gennaio 2014 compresa la tredicesima”. L’approfondimento. Troppe disfunzioni, i conti non tornano a nessuno Secondo lo Snals, molti lavoratori segnalano disfunzioni e ritardi nell’erogazione delle mensilità di dicembre 2013, gennaio 2014, e della quota di tredicesima per l’anno 2013. Il sindacato, con una nota, ha

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chiesto al direttore e il presidente del Ciapi di Priolo di intervenire. Per la Regione, il Ciapi di Priolo è l’ente dove dovrebbero confluire tutti i dipendenti della formazione provenienti da quelli che hanno perso l’accreditamento. Una sorta di “rifugio” per i lavoratori che rischiano il licenziamento a causa del mancato accreditamento degli enti. I ritardi nell’erogazione dei finanziamenti sia negli Interventi formativi che nell’IeFp (ex Oif) hanno messo in ginocchio enti formativi e lavoratori. E se aggiungiamo che la procedura di rendicontazione finale delle attività corsuali è ferma la “misura è colma”. Sull’avvio delle attività a valere sul “Piano giovani” gli enti formativi hanno accusato una montagna di problemi, costretti ad avviare le attività senza un euro nelle ‘casse’ e con i lavoratori stanchi, sfiduciati e senza il becco di un quattrino per raggiungere le sedi di lavoro. Evidentemente la nascita di un apposito ufficio stralcio alla Regione per accelerare le rendicontazione degli anni pregressi ha fallito.

Mondo scolastico incerto Pensionamenti in aumento Aumenta il personale della scuola che va in pensione: un anno fa erano stati 42 i pensionamenti raccolti dalla Cisl Scuola di Sondrio lievitati nel 2014 a 60. Si tratta di docenti, collaboratori scolastici, tecnici, dirigenti scolastici, personale di segretaria che dal prossimo settembre diranno addio al pianeta istruzione locale. Un dato, questo, che è ancora parziale perché rappresenta solo il numero di pratiche seguite dal sindacato di via Bonfadini fino al 7 febbraio, termine ultimo per la presentazione delle domande (per i presidi scade il 28 febbraio). Numero che dunque è destinato a crescere una volta completato con i dati di Flc Cigl, Snals e Uil. «I primi dati evidenziano che il primo settembre 2014 andrà in pensione un numero di lavoratori della scuola superiore all’anno precedente. Ritengo che il personale docente, ad una certa età, non ce la faccia più a rimanere a scuola – sostiene Cesare Peroni, segretario generale della Cisl Scuola del capoluogo -. Ne è prova l’abbandono con l’opzione donna molto penalizzante, pari al 33%. Un campione molto significativo, non un dato conclusivo sicuramente, ma che in percentuale mi sembra comunque molto alto e che non mi sarei mai aspettato». Dei 60 pensionamenti, 20 infatti riguardano lavoratrici che si sono presentate alla Cisl che hanno scelto «di usufruire della cosiddetta opzione donna – ovvero andare in pensione con 57 anni e tre mesi e 35 anni di contributi entro il 31 dicembre 2013 – che è penalizzante in quanto comporta una decurtazione della pensione attorno ad un meno 25-30%». Stando ai dati e ai nominativi in mano alla Cisl, tra sei mesi andranno in pensione un dirigente scolastico, 12 lavoratori della scuola dell’infanzia, 19 della primaria, 13 della secondaria di primo grado o scuola media, sette invece che oggi ancora stanno lavorando nelle superiori, un dirigente di segreteria, quattro collaboratori scolastici e tre assistenti amministrativi. Per Peroni un fattore che contribuisce a spingere il personale della scuola, non appena in possesso dei requisiti, a dire addio al posto di lavoro, sarebbe «l’incertezza per il futuro» con normative che continuano a cambiare «chi si fida a restare?». E poi, forse, secondo il sindacalista, «manca la motivazione a rimanere. A parole la scuola “riparte”, poi invece se si guarda nel concreto - conclude - ecco che si parla della questione scatti, di mancati investimenti, delle sempre maggiori difficoltà a dare risposte di qualità all’utenza a fronte di un continuo calo di risorse». n D. Luc.

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Data 11-02-2014

COBBIEBE DELLA SEBA Pagina 19 Foglio 1

Il convegno Esperti. istituzioni e studenti delle scuole insieme a Milano nella sede del «Corriere» per confrontarsi in occasione del Safer Internet Day

Gli adolescenti e la Rete: dieci regole per renderla sicura Difendersi da cyberbullismo e furti di personalità. L'appello dei ragazzi: «Non lasciateci soli»

Quanto incide la Rete sulle nuove generazioni? Moltissimo. Ai nostri tempi per fare una ricer­ca andavamo in biblioteca o dalla compagna di classe che aveva l'enciclopedia universale; agli ainici di penna scrivevamo spo­radiche lettere in un corsivo in­certo; e per incontrare qualcuno andavamo in panoccbia. Oggi tutte quest.e cose si possono fare restando nella propria cameretta con il computer o lo smartphone accesi.

È di sicuro una opportunità, con un potenziale stenninato. Ma bisogna mettere in conto i riscbi. Un adolescente/bambino che na­viga da solo su Internet può in­correre nel Gatto e la Volpe ver­sione 2.0. «Adescamento online, .gioco d'azzardo, furto della per­sonalità, cyberbullismo, addic-

ldecalogo

tion»: ieri il presidente di Telefo­no Azzurro Ernesto Caffo ha illu­strato il peggio del web per lan­ciare un appello alla vigilia del «Safer Internet Day 2014», la giornata voluta dieci anni fa dalla Commissione europea e da lnho­pe (lnternational association of Internet botlines) per promuove­re un uso responsabile dei nuovi media Caffo ha anticipato l'ap­puntamento con un convegno che si è svolto nella Sala Monta­nelli del Corriere della Sera a Mi­lano, dove docenti, esponenti delle istituzioni, insegnanti, tec­nici si sono confrontati con degli interlocutori molto particolari: gll studenti delle medie e delle superiori. A loro è stato chiesto che cosa li spaventa di più della Rete e come possiamo aiutarli a sfruttarne le potenzialità. Lari-

sposta più forte è stata una: non lasciateci soli. Ed è stato questo il filo conduttore di tutti gli inter­venti improntati all'autocritica, che hanno portato a definire una sorta di decalogo per creare, dav­vero, #laretecbecipiace.

Sul palco si sono avvicendati parlamentari italiani ed europei, esponenti di Prefettura e Questu­ra, psicologi, pedagogisti, mana­ger delle aziende che operano sul web. Il viceministro allo Svilup­po economico Antonio Catricalà ha messo in evidenza che Inter­net non è «gratis» come si pensa: «Tutte le informazioni che digi­tiamo le paghiamo di persona, sono la nostra ricchezza e dob­biamo vigilare perché nessuno ce la sottragga>>.

L'ex ministro Michela Vittoria Brambilla ba proposto di rendere

obbligatoria l'educazione digitale nella scuola dell'obbligo. Il pro­curatore aggiunto di Milano Pie­tro Forno ha ricordato che ci sono strumenti per liberarsi dei <<lllO­lestatori>> online, siano cyberbul­li o altro: la denuncia o, prima an­cora, l'ammonimento del questo­re. «Bisogna procedere per gradi, e il vostro primo punto di riferi­mento devono essere i genitori e la scuola>>, ha detto.

Esistono anche modelli di Rete che funziona, ha evidenziato il direttore di Wired Massimo Rus­so nelle vesti di moderatore. Un esperimento a tema è quello di Twigis, community per bimbi, di cui ha parlato Enrico Fili, diretto­re Rcs E-commerce New Digitai Business.

Elvira Serra

Il ruolo dei genitori I Scuola (in)formata Aziende responsabili Libertà e anonimato Quando si denunda ·

11 genitori devono accompagnare I figli, essere Interlocutori attivi, capaci di affrontare e condividere dubbl nelle situazioni più delicate

Fare gruppo

I può escludere dal 2 La scuola oggi non

propri spazi la cultura digitale. Anche gli Insegnanti devono essere (In) formati

I la consapevolezza

6 Usare il gruppo come 7 Creare consapevolezza strumento per tra i ragazzi: portarli a contrastare i cyberbulli chiedersi. prima di Aiutare I ragazzi a pubblicare una frase o creare un contro una foto, sé la movimento che aiuti vorrebbero vedere

chi è stato preso di mira ' --•r•ife.ri•ta•a•lo•ro••-

31 provider e le aziende che operano in Rete devono continuare a cercare modi di agire responsabili e una strategia di autoregolamentazione

Mostrare i rischi

4 La libertà nella Rete, di cui i nickname fanno parte, è una conquista e non va demolita a colpi di legge. L'anonimato In caso di denunce può essere smontato

Le potenzialità

5 Denunciare un cyberbullo è possibile Un altro strumento è l'ammonimento del questore: a lui il compito di chiamare l'interessato. Funziona

Senza ideologie

giovani I rischi di un condividere con i leggi. codice si 8Mostrareaìpiù g Mostraredi 1 o Parolecome

uso dislnvolto della ragazzi le potenzialità sono svuotate. Il Rete che lascia tracce positive della Rete. Non rischio In Rete è difficilmente cedere all'equazione I un problema che cancellabili nel della paura per cui va affrontato

•••t•em- po••••• I rischio= danno •••••se•n•za. ld•eo- log. ie•

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Data 11 -02-2014

la Repubblica Pagina 18 Foglio 1

Dcaso Dalministeropiùsoldialle Regioni dove l'emergenz.aèminoreJI pd Faraone: "~1lfdo,così si allarga il divariotraNordeSud"

Scuola, il pasticcio dei fon di per combattere la dispersione SALVO INTRAVAIA

PER contrastare la dispersione scolastica, il ministero assegna più fondi alla Lombardia, dove il fenomeno è meno grave, che alla Campania, regione con una vera emergenza in corso .11 ministero per l'Istruzione ha pubblicato ieri il decreto che fissa la ripartizione dei 15 mi­lionidieurostanziaticoldecre­to-scuola per combattere un fenomeno nel quale, purtrop­po, l'Italia eccelle in Europa. Spulciando tra i numeri forniti dallo stesso provvedimento, emerge una situazione para­dossale: alle regioni del mezzo­giorno, dove abbandoni scola­stici e bocciature abbondano e le competenze in lettura e ma-

I numeri

tematica sono tra le più scarse d'Europa, arrivano meno fondi rispetto alle regioni dell'Italia settentrionale e centrale. Alla Lombardia, per esempio, dove ladispersionetoccail 15,34 per cento, il decreto assegna 2,2 milioni di euro, mentre alla Campania, dove il fenomeno sfiora il 22 per cento, ne dà 1,8.

Com'è possibile? La riparti­zione dei fondi è stata effettua­ta non tenendo conto delle ci­fre della dispersione, main ba­sealnumero dialunniiscrittiin ogni singola regione. Cosìla Si­cilia, cheha piùalunni del Lazio e una dispersione di 10 punti più alta- 25 contro 13 per cen­to-riceve l,56milionicontroil rnilionee36lmiladellaregione

Lazio. Il sottosegretario Marco Rossi Do ria spiega le ragioni di questa scelta: «La dispersione scolastica è una grande que­stione nazionale. E i dati ci di­cono che anèhe nelle periferie urbane del centro-nord gli ab­bandoniharino raggiunto e su­perato i livelli di guardia. Cam pania, Calabria, Puglia e Sicilia, inoltre, hanno avuto 50 milioni di fondi europei per il biennio in corso e stanno lavorando già per battere la· dispersione. Il bando punta a rispondere alle diverse esigenze dei territori, fra cui anche l'integrazione e il

successo formativo degli alun­ni di cittadinanza non italia­na>>. Ma il decreto non convin­ce i sindacati, che «non sono

La replica del govmno:piaga univenale. ED Mezzoglomoha già risone daDa Ve

stati neppure interpellati per progetti che con tutta probabi­lità vedranno impegnati anche i docenti interni alle scuole». E contro quelle tabelle si schiera anche Davide Faraone, re­sponsabilewelfare nella segre­teria pd di Matteo Renzi: «Nella ripartizione dei fondi - attacca Faraone - si è tenuto conto più della popolazione scolastica che della dispersione: così fa­cendo però il divario tra scuola delNordedelSudnonsiridurrà mai. 11 Pd propone invece una vera e propria task force sul mezzogiornochestudilerealtà più a rischio e tenga conto di tutte le problematiche esisten­ti e, sulla base di questi dati, tro­vi soluzioni mirate e ad hoc».

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!1!!~!/E!!foi i i~~~!!~J.1!!!1l1o."·· mento del regol~ento da eman~si ai

Le t~belle di confluenza, con le sensi dell'art. 17, comm_a 2, legge 400188». quali il ministero dell'istruzio- E quindi il riordino delle clas!li di concor­ne ha consentito ai docent\ delle so non poteva avvenire con una semplce scuole superiori di insegnare altre nota ministeriale come.era effettivamen­

discipline, oltre a quelle relativa all'ahi- te avvenuto (si vedano le note 2916 del litazione posseduta, sono illegittime. Le 21.3.2013 e ,4405 del 7.5.2013). tabelle, infatti, realizzano una revisione Oltretutto, il decreto legge 112/2008 deUe classi di concorso che avrebbe dovut.o -poneva -un limite di dodici mesi entro il essere effettuata con un apposito regola- quale l'amininistrazione avrebbe dovuto ment.o. E siccome il ministero ha ritenut.o provvedere ad emanare il regolament.o. E di procedere con delle semplici note, tutt.o tale termine è ormai decorso. l'impianto è da ri,fare. Di qui l'accoglimento del ricorso e l'an-

È quanto si evince da una sentenza nullamento delle note ministeriali, limita­del Tar del Lazio depositata il 3 febbra- tamente alla que&tione oggett.o del giudi­io scorso (1305/2014). Il ricorso era stat.o zio. E cioè nella parte in cui la tabella di presentat.o da un gruppo di docenti della confluenza stabilisce la corrisponden.za classe di concorso A052 (greco e latino) che tra classi di concorso e materie insegnate avevano lamentato l'utilizzo di insegaan- nell'ambito del liceo classico, equipal"ando ti di un'altra e.lasse di concorso 0a A051, la classe A051 a quella A052 per l'inse­italiano e latino) nel biennio del ginnasio. gnrunent.o delle materie di italiano, lati­E cioè in un percorso di studi nel quale, no, storia e geografia nel biennio del liceo secondo la normativa in vigore mai abro- classico. La' sentenza è immediatamente gata, dovrebbero insegnare solo i docenti esecutiva, anche nelle more di un even­di greco e latino. . . tuale giudizio di impugnazione davanti al

Il ricorso era stato argomentato facendo Consiglio di stato (art.33, comma 2 e 112, riferimento all'articolo 64, comma 4, del comma 2, del codice del processo ammini­decreto legge 112/2008 "il quale sancisce strativo). E quindi l'amministrazione do­ch~ ogni e qualunque intervent.o di revi- vrebbe conformarsi al co~qrontenut!> sìone, riorganizzazione, razionalizzazione nella pronuncia, modificarid'o ·gli &rganiçi (anche mediante accorpamento) delle clas- in tal senso.

Data 11-02-2014 Pagina 35 Foglio 1

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Data 11-02-2014 ItaltaOggi Pagina 35

Foglio 1

ll A1iur ha già presentato ai sindacati una bozza di accordo sulla mobilità alle superiori

Il nu~vo sostegno taglia i precari La creazione dell'area unica inciderà sui trasferimenti

DI CARLO FORTE

L' unificazione delle aree del sostegno nelle scuole supe­riori si farà già da

quest'anno. E con lei sono a rischio moltissimi posti cli la­voro nella scuola.

Il ministero dell'istruzione sta spingendo il piede sull'ac­celeratore e ha già presentato alle organizzazioni sindacali una bozza di accordo.

La proposta dell'ammini­strazione centrale è diretta a modificare l'ipotesi di contrat­to sui trasferimenti e sui pas­saggi s.i_glata il 17 dicembre scorso ed inviata alla funzione pubblica il 22 gennaio.

L'intenzione del dicastero di viale Trastevere è quella di procedere celermente cosi da chiudere l'accordo in tempo per le prossime operazioni di mobilità. Che secondo quanto risulta alta.liaOggi dovrebbe­ro pru,i:ire nel mese di marzo con la presentazione delle domande on line. Se non ci saranno intoppi, la sottoscri­zione definitiva dell'ipotesi di contratto potrebbe avvenire già il 24 febbraio prossimo. Fermo restando che, per l'uni­ficazione delle areet bisogne­rà sottoscrivere un accordo a parte, che gli addetti ai lavori chiamano «sequenza contrat­tuale».

Il testo del nuovo accordo andrà a sostituire l'articolo 30 del contratto sulla mobilità è disporrà l' unificazione delle 4 aree (ADOl, AD02; AD03; AD04) in cui attualmente sono

suddivise le specialità del so­stegno delle superiori. Il tutto in analogia con quanto già av· viene nelle scuole secondarie di I grado. In buonasostanza, dunque, l'amministrazione scolastica avrebbe deciso cli non attendere la mobilità annuale per dare attuazione all'articolo 13, del decreto leg­ge n. 104192 (così come modifi· cat.o dall'art. 15, comma 3 bis, della L. 12812013).

E ciò, sempre secondo quanto risulta a ltaliaOggi, coinciderebbe con precise in­dicazioni che sarebbero state impartite direttamente dal ministro, Maria Chiara Car­rozza.

Il rischio che si corre, con l'applicazione della nuova di­sciplina, è quello di ingenerare una forte riduzione dei posti di lavoro per i docenti a tempo detP.rminato. E la fase più ri­schiosa per i precari è proprio quella dei trasferimenti. Al momento, infatti, il passaggio sul sostegno (che si configura gil,lridicamente come un tra­sferimento) può essere chiesto solo con riferimento all'area di appartenenza. E ciò limita for­t.emente le probabilità di ott.e­nere il movimento richiesto.

Ma se la possibilità del passaggio sarà consentita su qualsiasi area, a prescindere da quella di appartepenza, il numero dei docenti che otter­ranno il passaggio è destinato a salire vertiginosamente. Ciò determinerà una forte con­trazione delle disponibilità di posti sul sostegno già nell'or-

ganico di diritto, E poi il colpo di grazia in­

terverrà al momento delle utilizzazioni. In tale fase, infatti, oltre ai movimenti e alle conferme dei docenti della Dos (dotazione orga-

nica del sostegno) e cioè dei docenti di sostegno di ruolo che insegnano alle superiori, verranno disposti anche più provvedimenti di utilizzazione sul sostegno. Proprio perché, mancando il vincolo dell'area di appartenenza, gH interes-

sati avranno molte più proba­bilità di ottenere i movimenti richiesti (sulla Dos). E ciò farà diminuire sensibilment.e le di­sponibilità per gli incarichi di supplenza. Di qui il rischio, più che fondato, che molti do­centi precari rimangano senza

lavoro. . Va detto subito, però, che

l'interpretazione del mìnist.ero non è indenne da elementi di criticità. Il decreto Carrozza, infatti, nel disporre in gene­rale l'unificazione delle aree del sostegnoJ reca una serie di disposizioni di dettaglio che sembrerebbero orientare l'in­t.erprete nel senso dell'applica­bilità delle nuove disposizioni solo ai fini del reclutamento. Per giunta, ai soli concorsi che saranno banditi dopo l'entrata in vigore della riforma. Salvo unagi:aduale applicazione an­che alla disciplina delle sup­plenze da conferire tramite lo scorrimento delle graduatorie di istituto.

Ed è proprioihnantenimen­to in vita delle disposizioni sul

reclutamento, tramite lo scor­rimento delle graduatorie a esaurimento e dei concorsi ordinari già esistenti, che induce a ritenere che gli organici continueranno ad essere compilati recando l'indicazione della tipologia di posto.

E l'assenza di disposi­zioni di legge modificative dei criteri di compilazioné degli organici non fa che confortare la tesi, secondo la quale, i docenti di ruolo che sono stati assunti con il vecchio sistema dovrebbero continuare ad i nsegnare su posti dell'area per la quale sono stati assunti.

In caso contrario si an­drebbe in rotta di collisione con jl principio di infungi­bilità degli insegnamenti . Che preclude la spendibilità in altri insegnamenti dei ti~ tolì profession1W posseduti dai docenti attualmente in servizio.

Sussistono, dunque, rischi concreti di incrementare il contenzioso. Specie se si pensa che, cambiare le re­gole del gioco mentre si sta ancora giocando, proprio adesso che il mini.stero ha emanato la circolare con le disposizioni per le immissio­ni in ruolo sul sostegno Oa n. 362 deJ 6 febbraio scorso, si veda anche ItaliaOggi di martedì scorso) rìschia di mandare in fumo le legitti­me aspettative di centinaia di precari giunti, dopo anni di attesa, a un passo dall'as­sunzione.

----C>RiproWlzwne ~rooia----

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Via libera in Commissione wiificata al decreto che dà attuazione all'art. 7 del dl Istrnzione

Quindici milioni anti dispersione Entro il 2812 vanno presentati progetti di didattica integrativa

DI EMANUELA Micucc1

Battaglia lampo del Miur contro la di­spersione scolasti­ca con i 15 milioni

di euro previsti dall'artico-lo 7 del decreto legge Istruzione.

Giovedì scorso il via libera della Conferenza unificata al decreto ap­plicativo, che fissa i cri­teri per la distribuzione delle risorse, 3,6 milioni per l'anno scolastico in corso e 11,4 per il prossi­mo, e un bando naziona­le per la presentazione dei progetti di didattica integrativa e innovativa da parte delle scuole o di reti di scuole, anche attraverso il prolunga­mento dell'orario scola­stico. Venerdì la firma del ministro dell'istruzione Maria Chiara Carrozza sul provvedimento.

Fino al 28 febbraio istituti comprensivi, circoli didattici e, per il biennio, scuole supe­riori presenteranno i progetti per prevenire gli abbandoni precoci in corso d'anno o tra

un anno e l'altro; rafforzare le competenze di base per diminuire ripetenze e debiti formativi alle superiori (so­prattutto in italiano, mate.­matica e inglese), assenze e sanzioni disciplinari; miglio­rare i risult.ati dei test Invalsi in matematica e lettura; inte­grare gli alunni stranieri.

Tre obiettivi trà cui ogni scuola ne individuerà alme­no due, indicando eventuali partner esterni (università, enti locali, associazioni, isti­tuzioni). Sarà, infatti, una progettazione partecipata, in raccordo con il territorio, le famiglie e gli studenti.

I ~rcorsi sono -personalizza-ti, rivolti sia a picco li gruppi di 7-10 studen-ti a rischio, per almeno 4 ore a settimana, sia a tutti gli alunni della scuola con attività integra-t ive culturali, artistiche, spor-tive o ricreative, anche prolun-gando l'orario scolastico.

Per le supe­riori i progetti dovranno· in parte collocarsi all'inizio dell'anno scolastico come azione di verifica della ~ltà o del percorso forma­tivo e come ri-orientamento. In questo caso il ruolo del docente è quello di tutor accompagnatore e mediato­re. Entro la metà marzo le commissioni di valutazione degli uffici scolastici regiona­li, selezioneranno i progetti e assegneranno le risorse alle scuole sulla base dell'impat­to sul rischio di dispersione (35 punti), deÙ'innovazione didattica, (35 punti) della trasferibilità degli interventi (10 punti) e della solidità del­le partnership (20 punti).

«Abbiamo scelto di ricono­scere e sostenere», sottolinea il sottosegretario all'istruzio­ne Marco Rossi Doria, «quelle azioni già sperimentate con successo, specialmente se con il coinvolgimento diret­to degli enti locali. La nostra speranza è che questo bando aiuti a dare continuità e ad estendere le cose che sappia­mo che funzionano bene».

Tempi stt:etti, dunque, ma obbiettivi mirat i . Per ini-

ziare le attività nell'ultimo quadrimestre di quest'anno scolastico e proseguirle per tutto il 20014/2015.

Perché la dispersione è un'emergenza: 34.806 ragaz­zi a rischio abbandono nel 2011/12 secondo l'anagrafe degli studenti del Mìur, 3.409 alle medje e altri 31.397 alle superiori. Il 17 ,6% dei giovani italiani dai 18 ai 24 anni che nel 2012 avevano solo la licenza media e ave­vano abbandonato studi o formazione pone l'Italia al quintultimo posto nell'Ue, allontanando l'obiettivo di scendere al di sotto del 10% entro il 2020. Il decreto ministeriale as­

segna la fetta più ampia di risorse a Lombardia con 2,2 milioni di euro e un tasso di­spersi del 15,3%, Campania con 1,8 milioni e il 21, 7% di abbandoni, Sicilia con 1,5 milioni e il 25%. Segue il La­zio con 1,3 milioni e il 13% di dispersi, seconda regione per aumento d·el fenomeno nel 2007-12 (+2;2%). Fana­lino di coda il Molise con 22mila euro, l'unico terri­torio già sotto al 10%. Ad accompagnare e monitora­re l'andamento dei progetti staff degli usr .

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TEMPI E MODALITÀ INDICATE IN UN DECRETO DIRETTORIALE DEL 28 GENNAIO SCORSO

Personale Afam, entro il 28 febbraio le istanze per la pensione che per gli insegnanti e per personale Ata in servizio

elle istituzioni Maro (Alta ormazione Artistica, Musi­

cale e Coreutica) è tempo di decidere, possedendone i requisiti, se andare in pensione o continuare a prestare servizio. Tempistica e modalità per la domanda di pensione o di permanen­za in servizio sono state stabilite dal decreto direttoriale del 28 gennaio 2014, n. 482.

Domanda di cessazione dal servizio. Per presentare la do­manda di cessazione dal servizio o di trattenimento in servizio oltre il limite di età e, limitatamente al per­sonale tecnico ed amministrativo, la domanda di trasformazione del rap­porto di lavqro in tempo parziale con contestuale riconoscimento del trat­tamento di pensione, avente effetto dal 1° novembre 2014, il personale in servizio nelle accademie di belle arti, nei conservatori di musica, nelle ac­cademie nazionali di danza e di arte drammatica e negli istituti superiori per le industrie artistiche ha tempo fino al 28 febbraio. ·

Entro e non oltre tale data le do­mande dovranno essere presentate aJl'istituzion.e scolastica di titolarità. Nella domanda di cessazione, in par­ticolare, deve essere contenuta una

dichiarazione dell'interessato circà la volontà di cessare comunque dal servizio o di permanere in servizio qualora venga accertata l'eventuale mancanza dei requisjti per accede­re al trattamento pensionistico. La eventuale rinuncia alle domande di cessazione o di trattenimento in servizio è consentita esclusivamente entro il 7 m.atzo 2014.

Domanda di pensione. La do-

manda di accesso al trattamento pensia,nistico deve essere presentata all'inps, gestione ex inpdap, avvalen­dosi esclusi\l'amente della modalità telematica di invio scegliendone una delle seguenti:

1) presentazione della domanda on-line accedendo al sito dell'istituto previdenziale (www.inpsjt), previa registrazione;

2) presentazione della domanda tramite il Contact Center integrato (numero verde 803164)

3) presentazione telematica della domanda tramite l'assistenza gratu­ita dei patronati.

Requisiti per l'accesso al tratta­mento pensionistico dal 1° oovem­bre 2014. ·

Nei confronti del personale in ser­vizio nelle istituzioni Afam trovano parziale applicaii.Qne le disposizioni generali in vigore per il personale

della scuola statale. Pertant.o, pot.rà andar.e in pensione dal 1° novembre 2014 il personale che alla data del 31 dicembre2011 poteva fare valere i requisiti anagrafici e contributivi richiesti dalla legge 243/2004 e dal­la legge 247/2007( pensione <li vec­chiaia: uomo 65 anni di età e almeno venti. dì contnbuzione; donne 61 anni di età e almeno venti dì contribuzio­ne; pensione di anzianità: uomini e donne con almeno 60 anni di età e 36 di contribuzione o almeno 61 anni di età e 35 di contribuzione, oppure, indipendentemente dall'età anagra­fica, 40 anni di contribuzione).

Il personale che non rientra nella precedente categoria potrà andare in pensione dal 1° novembre 2014 se po­trà dare valere i seguenti requisiti:

1) per la pensione di "l.{ecchiaia: col­locament.o a riposo d'ufficio, se entro

il 31ottobre2014 avrà maturato 66 anni e 3 mesi di età unitamente ad almeno 20 anni di contribuzione; col­lOC31:J1ento a riposo a domanda se età e contnottti saranno maturati al 31 dìcembre 2014;

2) per la pensione anticipata: in­dipendentemente dall'età anagra­fica, 41 anni e 6 mesi di anzianità contributiva maturati, se donna, al 31 dicembre 2014; 42 anni e 6 mesi maturati, se uomo, sempre entro il 31

dicembre 2014. Per il solo personale femminile che opti per la pensione liquidata con il sistema contributivo, per accedere al trattamento pensio­nistico a decorrere dal l° novembre 2014 devono avere maturato i re­quisiti richiesti( minimo 57 anni e 3 mesi di età) e( minimo 35 anni di con­tributi) entro il 31 dicembre 2013.

Trattenimento in servizio. Uistituto del trattenimento in ser­vizio continua ad essere regolamen­tato, anche per il personale Afam, dalla normativa previgente l'entra­ta in vigore della nuova disciplina previdenziale (riforma Fornero). Lo ribadisce il decreto direttoriale in esame che elenca anche i soggetti che possono presentare la domanda ili tratl.enimento in servi~io e le con­dizioni oggettive per l'accoglimento della istanza da parte del consiglio di amministrazione dell'istituto in cui il richiedente presta servizio.

Non potranno comunque essere accolte le istanze di trattenimento in Servizio del personale che aveva già maturato entro il 31 dicembre 2011 la massima anzianità contri­butiva prevista dalla precedente normativa(40 anni), e che entro il 31 ottobre 2014 consegue anche il requisito del compimento dei 65 anni di età.

~·4111~1 1u.u,...,.J r "·"'C...- "•",...O ... __ ..........,......, __ Quota 96, primo sì alla Camera ""'"'J.1~-lifi<fwl""t'~U.ol ,..i....,1.o*'P"""""""' ;tl1j' ~ • 1'-.-.N t> ~--~<1 .. 1-~r., f A::.:::....-; ... , ... i..,_,,_..,,.~- l

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Il ddl Ghizzoni-Marzana ha ottenuto parere favorevole dalla commssione lavoro

Quota 96, primo sì alla Camera Ma sulle modifiche previdenziali si attende il parere del Mef

Pagina a cura ne N1coLA MoNDELLI

Ancora un passo avan­ti verso la trasforma­zione in legge delle proposte di legge

presentate da Ghìzzoni(Pd) e Marzana(M5S) contenenti modifiéhe. alla normativa in materia di requisiti di acces­so al trattamento pensioni­stico per il personale della scuola.

Le due proposte di legge, in un testo unificato attualmen­te all'esame della XI commis­sione lavoro della Camera, presieduta da Cesare Damia­no, ha infatti ottenuto, nella settimana scorsa, il parere favorevole, ma con condizio­ne, della VII commissione cultura, scienza e istruzione presieduta da Giancarlo Ga­Jan. Manca ancora il parere della V commissione bilancio che è presieduta da France~ sco Boccia, parere che avreb­be dovuto essere formulato nella riunione di mercoledì 4 febbraio.

Nel corso della riunione si sono purtroppo dovuti regi­strare da parte del relatore,

Barbara Saltamartini (Ndc), richieste di ulteriori chiari­menti che il sottosegretario all'economia Alberto Giorget­ti si è riservato di fornire in tempi brevi.

Come si è avuto modo di ri­ferire su ItalÌ(l,Oggi di marte­dì 21 gennaio, il nuovo testo

fissa in quattromila il nume­ro del personale della scuola che, se lo chiederà, potrà an­dare in pensione, a decorrere dal 1° settembre 2014, pur­ché in possesso dei requisiti previgenti prima dell'entrata in vigore dell'articolo 24 del decreto legge 201/2011 ma­turati entro l'anno scolastico 2011/2012.

Se la proposta di legge sarà trasformata in legge, come è auspicabile, entro il prossimo mese di aprile, il termine ultimo per la pre­sentazione della domanda di 11ensione all'i.st.ituto na­zionale di previdenza(lnps) potrebbe essere quello del 31 maggio 2014.

Nel caso in cui il numero delle domande di pensione presentate nei termini doves­se essere superiore a quello fissato da]]a legge, l'istituto di previdenza dovrà predi-

sporre un elenco di priorità sulla base (è la condizione posta dalla VII commissio­ne cultura) di un criterio progressivo risultante dalla somma dell'età anagrafica e dell'anzianità contributiva posseduta alla data di sca­denza della domanda.

La condizione posta dal­la commissìone cultura, nel fissare al 31 maggio il ter­mine per determinare l'età anagrafica e l'anzianità con­tributiva da trasformare in punteggio per l'inserimento nell'elenco, ha sicuramen~ te l'obiettivo di prevenire sempre possibili cause di discriminazione tra sogget­ti vantanti gli stessi diritti, quelli appunto di andare in pensione dal 1° settembre 2014 potendo fare valere i requisiti richiesti dalla nor­mativa previgente l'entrata in vigore del citato articolo 24, maturati entro il 31 ago­sto 2012 (per la pensione di anzianità: 60 anni di età e 36 di contribuzione,o 61 anni di età e 35 di contribuzione, oppure, indipendentemente dall'età anagrafica, 40 anni di contribuzione; per la pen· sione di vecchiaia: se donna,

(.... Domande di cessazione dal servizio,_ arriva la proroga al 14 febbraio

11 termine finale per la. presentazione, da parte del pel"SOnale docente ed Ata delle domande di collocamento a ri,POSO avente decoJTenza dal 1° settembre 2014, thlsato al 7 febbrajo dal decreto ministeriale n. 1058 del 23 dicembre 2013, è stato p.ro­rogato al 14 febbraio.

E quant.o si è appreso nella giornata del 7 febbraio da un avviso comparso sul sito deIMiut. ,

La modifica, mediante tiJ semplice av­vliw, di un termine ili ~~a stabilito da un decreto ministeriale. non so]Q àon ap}>ué il mas.simo. sotto il proftlo della conoscenza di un PJ'<!VVedimento ehe coin­"Voige migliaia di personale ma, nel merito, risehia di creare n.ot.evole confusione. Ad evitarla sarebbe suftlcient;e fornire rispo-

ste ufficiali alle seguenti domande, La proroga al 14 febbraio riguarda solo

la domanda di collocamento a riposo o anche quena di revoca di una domanda già p~sentata? Riguarda anche la doman­da di dimissioni volontarie d.al servizio e quella di trattenimento in servizio oltre il raggiungimento del limite di et.à? Si appli­ca anche nei confronti del personale che desideri cessare anticipatamente rispetto alla data finale indicata nel provvedi.men­to di trattenimento in servizio e a quello che, non avendo raggjunto il limite di età e di servizio, voglia chiedere la trasfor­mazione· del rapporto di la.voro a tempo panlale, con· contestpale ric-011oscbnentò del tratiamen,to di pensione?

Nicola Mon.delli

61 anni di età e 20 di contri­buzione, se uomo, 65 anni di età e 20 di contribuzione).

TI giudizio sui criteri pro­posti dalla VII commissione non può che essere positivo ma solo perché hanno l'obiet­tivo di prevenire eventuali discriminazioni tra soggetti che vantano gli stessi dirit­ti.

Preoccupazione di discri­minazioni legittima ma che tuttavia, nello specifico, non dovrebbero sussistere tenuto conto che gli interessati non solo non dovr ebbero esse­re più di 4.000 mila, ma se anche lo fossero, non tutti coloro che si riconoscono nella "quota 96" sembrano orientati a cessare dal ser­vizio dal 1° settembre 2014. Se ne hanno la possibilità molti preferiranno rimanere in servizio. L'obiettivo della loro battaglia, il riconosci­mento appunto di un dirit­to, sarebbe stato conseguito. La vera preoccupazione è, invece, quella che all'ultimo momento qualcosa o qualcu­no possa rimettere i bastoni tra le ruote. In tal senso il riQ.vio disposto dalla com­missione bilancio potrebbe costituire un seppur lieve campanello di allarme.

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IL NODO È LA RESTITUZIONE DELLE SOMME

I Ata, soluz ione cercasi ' DI FRANCO BAS11ANINI

Fumata grigia, ma tendente al nero, quella scaturita al termine-Oell'ìncontro augli Ata che si è svolto il30 genna­io tra il Miur e le organizzazioni sindacali. J.Jincontro do­veya servire anche ad individuare una soluzione capace dì risolvere positivamente la vertenza in atto che coinvol­ge direttamente circa 12.000 assistenti amministrativi, tecnici e collaboratori scolastici titolari della prima o della seconda posizione economica ai qùali il ministero dell'istruzione e ministero dell'economia chiedono la re­stituzione di quanto percepito in for za dell'attribuzione di una delle due predette p()sizioni.

Una richiesta questa duramenw contestata dai sin­dacati che sostengono, invece, la legittimità dell'attri­buzione delle posizioni economiche conferite, a decor­rere dal 1° settembre 2011, al personale A'ta che aveva frequentato, con esìto favorevole, un apposito cor so di formazione. ·

I funzionari ministeriali avrebbero infatti confermato che gfi interessati dovranno restituire le somme percepi­te con decorrenza settembre 2013 ( 6 euro lorde mensili ai collaborat()ri e 138 euro lorde rne~li agli aJ3Sistentì). Gli stessi funzionari avrebbero invece ribadito che, nelle more tiella definizione complessiva della materia, testa sospesa la richiesta di restituzione delle somme corri­sposte ai tit;olari delle due posizioni ecònorniChe dal 1° settembre 2011al31agosto2013.

ta eVidente situazione di stallo venutasi p. creare, anche a seguito di un rimpallo di resy<>n$abilità tra i due ministeri coinvolti, la'scia prevedete la imminen­te proclamazione, da parte di tutte le prganizzazioni ~indacali, di mobilitazione della categoria unitamen­te, C"ome ha dichiarato tra l'altro Massimo Di Menna, segretario generale della Uil-Scuola, all'invito àgli in­teressati di sospendere lo svolgimento di quei compiti dovuti per effetto dell':;ittribu~ione di una delle posizioni economiche(}' assìstènza ag1\ alunni diversamente abili e l'òrganizzazion~e degli interventi di primo soccorso, da parte dei collaboratori scolastici; compiti di collaborazì.o­neanuninistrativa e tècnica c::;(tatt:eri~ati da au tonomia e resp0nsabilità operativa e la sòstitu:tione del tlSGA, da parte Q.egli assistenti amministrativi e tecnici.

-O R;produzi.ofui ri.oerrata---

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Il via libera, dopo 20 anni di attesa, è arrivato giovedì dalla Conferenza unificata

Edilizia, nuova anagrafe al via Si chiama Snaes e si basa sulle banche dati regionali

DI EMANUELA Micucc1

Si chìamaSnaes la nuo­va anagrafe dell'edili­zia scolastica. Anzi, il Sistema nazionale

delle anagrafi dell 'edilizia scolastica, a cui la Conferenza unificata ha dato il via libera giovedì.

«Dopo anni di inerzia del Miur le regioni hanno propo­sto che l'anagrafe nazionale fosse costruita sulla base di quelle regionali», spiega Stella Targetti, coordinatrice della Commissione istruzione per la Conferenza delle regio­ni. Infatti, già 11 regioni che si sono dotate cli una propria anagrafe dell'edilizia scolasti­ca completa e aggiornata, con un sistema di gestione a costi irri1evanti, poiché l'anagra­fe nazionale, prevista dalla legge 23 del 1996, non è mai decollata: dalle prime due, Pie­monte e Toscana, ad Abruzzo, Calabria, Emilia-Romagna, Liguria, Marche, Puglia, Um­bria, Venet.o e Valle d'Aosta.

Il nuovo Sistema delle ana-

grafi sarà costituito da due componenti: uno nodo nazio­nale al Miur, che gar;µitirà le conoscenze per la pianificazio­ne e il controllo, e nodi regio­nali in rapporto fra loro per lo scambio reciproco di dati, as­sicurando la programmazione del patrimonio edilizio e la sua gestione provinciale, comunale e di singole scuole.

Piena l'int.egrazione e l'inter­connessione degli archivi delle anagrafi con gli altri strumenti informativi, in particolare con

l'anagrafe degli studenti e del dimensionamento scolastico e dell'offerta formativa.

L'aggiornamento sarà co­stante per le anagrafi regiona­li, annuale entro i l 1 dicembre per il date base del Miur. Ma già alla fine dell'anno scolasti­co il ministero invierà i propri dati sugli edifici scolastici per verificarli sul territorio e met­terà a disposizione un servizio di consultazione nazionale.

Mentre le regioni supporte-

ranno comuni, province e scuo­le per costruire, aggiornare,

consultare il nodo regionale, fornendo gli accessi necessari per i propri dati.

Favorevole allo Snaes l'Anci: «dà un impulso alla realizza­zione effettiva dell'anagrafe, anche aggiornando la metodo­logia e la modalità di rilevazio­ne dei dati, nonché il set in­formativo dei dati che saranno individuati con un successivo accordo di Conferenza unifi­cata». Intanto, quello attuale prevede anche una nuova for­mulazione dell'Osservatorio sull'edilizia per rendere effica­ci gli interventi previsti dalla normativa e garantire una loro efficiente programmazione.

«Due strumenti fondamen­tali per una maggiore traspa­renza e una migliore gestione dei dati», commenta il mi­nistro dell'istruzione Maria Grazia Carrozza «Senza dati non si può intervenire, così potremmo averli in tempo re­ale. Staio, regioni, provincie e comuni devono lavorare tutti insieme».

L'Osservatorio, istituito

p1·esso il Miur, ha compiti di verifica della funzionalità del sistema e la conformità alle re­gole tecniche, di promozione, indirizzo e attività di studio sull'edilizia scolastica.

Inoltre, supporterà i sogget­ti interessati agli interventi operativi e a definire le linee guida per il piano nazionale e i piani regionali, predisposti sulla base delle richieste e de­gli enti locali.

Sarà composto da un rap­presentante dei ministeri di istruzione, trasporti, economia e finanze, beni culturali e da due degli enti locali indicati dalle regioni, uno per l'Anci e uno per l'Upi. «Chiediamo che «periodicamente vengano convocate o almeno consul­tate le associazioni da tanti anni impegnate sull'edilizia scolastica», precisa Adriana Bizzarri cli Cittadinanzattiva. Analoga la richiesta di Legam­ùieuLe. Primo banco ùi prova per l'Osservat.orio: i 15 milioni di euro stanziati dal DL Istru­zione per l'edilizia scolastica, banditi entro il 28 febbraio.

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Data 11 -02-2014 ItaltaOggi Pagina 38

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tl!·*i;1413·1jQWr4?J·1M914!1#;\iilj;jj91'i(!fol3h'·~ .. I Percorsi ablitanti speciali prorogati fino al 201512016 DI ANTIMO DI GERONIMO

Gatenei,i conservatori e le accademie potranno continuare ad organizzare i as (percorsi abilitanti speciali) fino

all'anno 2015/2016. Dopo questa data, per ottenere l'abilitazione all'insegna­mento bisognerà seguire il percorso ordinario. E i vecchl titoli di accesso alle classi di con­corso non saranno più validi. Sono queste al­cune delle novità più importanti contenute in una boz7a di decretn, che sarà varato a breve dal ministero dell'istruzione (si veda Italia Oggi del 28 marzo scorso). Il provvedimento

I reca alcune modifiche al regolamento sulla formazione iniziale. E quando tali modifiche

I andranno a regime, l'effetto sarà quello cli ri-disegnare completamente la geografia dei titoli di ac.cesso alle classi di concorso. La possibili­tà di istituire i Pas, che altro non sono se non abilitazioni riservate, rientra nella disciplina transitoria contenuta nel decreto 249/2010. Che prevede la sostituzione dei vecchi tit.oli cli accesso elencati ool dooreto 39198, con le lauree specialistiche o magistrali del nuovo ordina-

t mento. Va detto subito, peraltro, ohe l'introdu-

1 zione della nuova disciplina non comporterà la cessaziope della validità dei vecchi titoli di

Il studio. Che continueranno ad essere y. alidi ai fini della prosecuzione del rapporto di lavoro

I dei docenti di ruolo, sìa aì fini della permanen-za nelle graduatorie a esaurimento e nella I e

I II fascia delle graduatorie di istituto. Vale a

I ~·o~~ ele~cbi ~ cuiris~~. ? attualnien~ mclus1 gli aspiranti docenti già m possesso d1

I abilitazione all'insegnamento. E in ogni caso, i titoli del vecchio ordinamentn continueranno a conservare la 1oro validità ai fini dell'inseri-

l mento nelle graduatorie di Ill fascia di isti­, tuto. Cambierà, però, il sistema di acce..."SO aì

percorsi di studio ordinari finalizzati al conse­guimento delle abilitazioni all'insegnamento. Che sono gli attuali titoli di accesso ai concorsi ordinari. A differenza che in passato, adesso, aì concorsi ordinari si accede solo se si è già in possesso dell'abilitazjone all'insegnamento. E il superamento dei concorsi non dà più titolo all'abilitazione. Insomma, la nuova disciplina prevede un vero e proprio filtro in entrata, che renderà più difficile accedere all'insegnamen­to. Anche perché allungherà di molto i tempi di conseguimento dei titoli. J.:ult.eriore differenza tra la nuova e la vecchia disciplina è costituita anche dalla definitiva cancellazione di quello che una volta si chiamava <<doppio canale>>. Allo stato attuale, infatti, il reclutamento dei docenti avviene al 50"h tramite lo scorrimento delle graduat.orie dei conoorsi ordinari e, per il restante 50%, mediante lo scorrimento delle graduatorie a esaurimento. Quando la nuova disciplina andrà a regime, invece, il recluta­mento avverrà solo ed esclusivamente tramite lo scorrimento delle graduatorie dei concorsi ordiT)ari. ChA Raranno handiti mett.i:mclo a concorso solo i posti affettivamente vacanti e disponibili. Ciò non cancellerà gli incarichi di supplellUI. Più semplicemente: la nuova disci­plina; a regime, servirà a sgravare gli uffici scolastici dalle procedure di assunzione dei supplenti, che saranno assunti solo tramite lo scorrimento delle graduatorie di istituto. Fer­mo restando, però, che ciò potrà avvenire solo quando le graduatorie provinciali si saranno esaurite. Sempre che il legjslatore non decida di introdurre fasce aggiuntive éhe, di fatto, con il passare degli anni, hanno vanificato l'intento del legislatore che, all'atto della trasformazio­ne delle graduatorie permanenti in elenchi ad esaurimento, intendeva chiudere a chiave le graduatorie provinciali.

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Data 11-02-2014 Pagina 8 Foglio 1

scuola. Studente disabile senza sostegno: ministero multato

Il Tar della Sicilia ha condannato il Miur a risarcire una famiglia con mille euro per ogni mese di ritardo

PAOLO f ERRARIO Mu.ANo

A Ilo studente disabile grave de­ve essere garantita la presenza dell'insegnante di sostegno

per «l'intero orario di servizio setti­manale», paii a 18 ore. Soltanto così è possibile instaurare quel rapporto 1: 1 che garantisce il diritto all'istruzioneaJ portatore di handicap. Questo orien­tamento è stato ribadito dal 'frìbuna-

le am.mùùstrativo della Sicilia, che, a seguito del ricorso dei ge1ùtori di lUlO

studente gravemente disabile dell'I­stituto superiore statale "Mario Rulel­li" di Pale1mo1 ha condaimo il Mi1ù­stero dell'fst.ruzione a 1isarcire la fa­miglia con miUeew·o per ogni mese di

MIUR Il ministero dell'Istruzione

mancata assegnazione della cattedra completa di sostegno. Allo studente e­rano, infatti, state assegnate soltanto nove ore settimanali di sostegno, che gli haimo comportato, scrivono i giu­dici airuninistrativi, «il sacrificio del diritto allo studio». Inoltre, senza un adeguato monte ore di sostegno, lo studentedisabilegraverischiadifrui­re «solo nominalmente del percorso di istruzione, essendo impossibilitalo ad accedere ai contenuti dello stesso in assenza di adeguate rnisLU·e com -pensative e che raie rapporto di ade­guatezza va parametralo in funzione dello specifico e concreto ciclo scola­stico frequentato». «Ancora una volta-commenta Mar­cello PacUìco, presidente Anief, il sin­dacalo che da quest'anno scolastico ha deciso di tutelare i diJitti dei disa­bili con l'iniziativa "Sostegno: non un'ora di meno" - il Ministero dell'I­struzione si rende protagonista di ri­duzioni immotivate di sostegno: de­terminando un'inaccettabile viola­zionedel di.tilla al! 'istruzione degli a­lunni con disabilità. 11 problema è che le ore di sostegno altivate dall'ammi-

Distrazione, quindi.la quantità di do­centispecializzati nell'insegnamento ai disabili, non sono suf'ficienti a co­pri.re il reale fabbisogno di questi a­lunnL Ed è davvero avvilente - eon­e] ude Pacifico - che si debba ricorre­re ai giudici per tar valere un diJitto così macroscopico». Proprio nei giorni scorsi, il Miur ha av­viato la prima tranche di assunzioni, pari a 1.648 posti di sosLegno, su un totale di 4.447previstedalla legge "I.: i­struzione riparte''. «Contes-tualmente - dice Nicola 1à­gliani, psicologo dell'Osservatorio sco­lastico dell'Associazione persone Oo'Wn - devono partire i corsi di ag­giornamento, in servizio, pertutti i do­centi curricolari, per favorire l'inclu­sione scola<;tica dei disabili. Un obiet­tivo cui Luuo il corpo insegnanLedeve tendere e non soltanto i docenti di so­stegno. La cura degli studenti disabili non è loroesclusivamadevecoinvol­gere tutti gli insegnanti della classe)>. A questo proposito, il Miur ha stan­ziato 10 milioni di euro per la fmma­zione iniziale e l'aggiorna.men!o del personale docente. 0 Alf"AOOUUONC MJ:M::RVATA.

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L'intervento

Scuola, comparare non conviene Benedetto Vertecchì

6 MENTRE SI CONTINUA A DISCETTARE SUL­

- LA POSIZIONE MODESTA (PER USARE UN EUFEMISMO) CHE LE NOSTRE SCUOLE OCCUPA­

NO NELLE GRADUATORIE messe a punto in ba­se ai risultati delle rilevazioni comparative deil'Ocse, non sembra suscitare altrettan­to interesse la ricerca delle ragioni del ma­lessere del sistema educativo. Tutti si af­fannano a dichiarare la centralità dell'edu­cazione per lo sviluppo del Paese, ma po­chi sì sforzano di superare interpretazioni di breve momento per individuare le radi­ci di un malfunzionamento sempre piC1 evi.­de.o te. Accade anche di peggio, e cioè che si p1·etenda di superare la crisi con annun­ci sempre meno credibili di innovazioni che starebbero per essere introdotte, sen­za peraltro mai indicare elementi obiettivi che dovrebbero giustificare un atteggia­mento di fiducia. Si dixebbe che ormai si sia rinunciato a spiegare le ragioni della crìsi e si utilizzino cascami interpretativì presi a prestito da altri settori della vita sociale, o si sfruttìo.o gli aloni positivi asso­ciati a elementi di razionalità impliciti nel­lo sviluppo tecnologico, per coprire l'as­senza di interpretazioni e progetti orjgina­li per lo sviluppo del sistema educativo.

Eppure, proprio cercando di capire qua­li siano gli scenari che nei djver.si Paesi ca­ratterizzano l'attuale fase di trasformazio­n.e dei sistemi edocativi. si potrebbero trar­re utili indicazioni circa le direzioni verso cui tendere. Anche se i11 modo schemati­co, ponemmo separare nelle poUtiche sco­lastiche alcuni principali orientamenti. n primo è quello di Paesi in cui l'analfabeti­smo continua a costituire una piaga diffu­sa e nei quali la miseria diffusa, unita a con­dizioni politiche sfavorevoU, impedisce che si promuova la crescita dei sistemi edu­cativi. Un secondo orientamento è quello di Paesi che hanno effettuato scelte per uscire dalla marginalità delle condizioni posrcolo11iali e seguire un percorso di svi­luppo che riguardi insieme la vita civile e politiea. il sistema produttivo e l'educazio­ne. Il terzo orientamento è quello che si manifesta in Paesi tesi a un potenziamen­to dalle strutture produttive che prescinde dal perseguimento di traguardi ugualmen­te impegnativi nella vita sociale. l nfine, c'è da considerare l'orienramemo dei Paesi europei e dj quelli che, in altri continenti, sip~n~ono in contin uità con la medesima

traa 1z10ne. Le comparazioni Ocse riguardano so­

prattutto quest'ultimo orientamento. So-

no POl>'te in evidenza le diversità che si ma­nifestano tra un Paese e l'altro, ma le gra­duatorie sulle quali si richiama l'attenzio­ne indkano, bene che vada, che ci sono Paesi che ottengono risultati migliori dj al­tri, man on che quei risultati sono da consi­derare di per sé positivi. Ciò ha favorito l'inserimento in chiave concorrenziale nel­le posizioni elevate delle graduatorie del terzo orientamento, presente soprattutto in alcuu1 Paesi dell'estremo Oriente e, dall'ultima rilevai.ione (2012), in Cina, o al­meno nella provincia presa in considera­zione, quella dì Sbangaì.

Solo per il prevalere nell'attività dell'Oc­se di una logica di globalizzazione si è potu· to accettare di comporre in un unico qua­dro modelli educativi tanto lontani fra loro come souo quelli europei rispetto a quelli di alcuni Paesi che recentemente banno co­nosciuto un rapido sviluppo dell'educazio­ne scolastica, come quelli che prima sono stati menzionati. ln quei Paesi il livello di competitività alla base del successo scola· stico è incomparabile rispetto a quello che si osserva in Europa. Il successo è persegui­to ad ogni costo, anche a quello di sacrifica­re altri aspetti importanti dell'educazione scolastica, sono quelli che si collegano alla socializzazione e allo sviluppo affettivo.

Gli esami sono fortemente selettivi, ein conseguen;(;a.già a quindici anni (l'età pre­sa in considerazione per le comparazioni Ocse) il percorso educativo appare segna­to dagli effetti dj una competizione esaspe­rata, non dj rado all'origine di un'autodi­struttività che contraddice il ruolo

dell'educazione, quello d i favorire l'adatta· mento alla vita delle nuove generazioni. Ha senso comparare dati sul successo sco­lastico che si rifeTiscono a situazioni così diverse?

Ma, anche restando all'intero o del quar­to orientamento, quello della scuola euro­pea, ci si trova di fronte a differenze che riducono fortemente la capacità delle gra­duatorie di dar conto della capacità dei si­stemi educativi di perseguire determinati intenti.. Si passa da sistemi scolastici che si sono progressivamente caratterizzati per la loro capacità d i organizzare una parte prevale.ate del tempo di vita degli adole­scenti a sistemi che si limitano ad assicura­re un cerro numero di lezioni, senza tenei­conto della necessità di radicare l'appren­dimento degli allievi attraverso attività che compo.rti.no l'esercizio di un saper fare intelligente. Nelle comparazioni interna-

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ILTEllPO ROMA

Scuola Concorso insegnanti I vincitori in piana •Vincitori e idonei del concorso della scuola 2012 del Lazio sono sul pjcde di guerra, Pronti a mà!lifestme venerdì I 4 davantiall'Ufficioscola­stico regionale e il 28 nei pressi del Ministero. J primi, quasi 12mila. aspettano ancora di essere assWlti (le graduatorie nel Lazio non sono state pubblicate) glialtti. 3000. chiedonolagraduato­riadimerìto. Su lutti pende unaspadadi Damo­cle: l'imminente nuovo concorso. Temono di pesdere defirùtivamente tutti i diritti acquisiti.

Poggi -+ a pagina 15

Data 11-02-2014 Pagina 3 Foglio 1

1114 e il 28 febbraio

Concorso scuola Scendono in piana vincitori e idonei • Cose dell'altro mondo succedono solo nel pianetascuola (italiana): venerdì 14, festa degli innamorati, manifesteràdavantiall'Ufficiosco­lastico regionale e il 28 nei pressi del Ministero dell'Istruzione un nutrito gruppo cli candidati "aspiranti docenti con posto fisso" che hanno partecipato al Concorso a cattedere del 2012 (quello indetto con rumor di grancassa dall'ex ministro Profumo) e che sono r isultati idonei, cioè hanno superato tutte le prove ma sono fuo­ri dalla graduatoria ufficiale.

Comemaiscendono in pia:tzaivincitori (mo­rali) di un concorso? In pratica questi poveri cristi, circa tremila, sono in LUia posizione buo­na .ma non utile rispetto ai posti da ricoprire. Nonostante abbiano superato un esameimpos­sihile (emoltocritìcato) sì trovan,o<<impri.giona­ti» in una sorta di limbo e ora chiedono di poter comunqueaccedereintu1agraduatoriadimeri­to triennale nella speranza che a poco a poco siano tutti assorbiti concontratli a tempo inde­terminato. Inoltre.chi non ce l'ha, chiede pure di avere l'abilitazione cosi come è sempre suc­cesso nei concorsi precedenti.

In verità tutti i partecipanti al concorso della scuola 2012 della' Regione Lazio sono idonei. Anche quelli che a quest' ora avrebbero dovuto insegnare nelle classi assegnate perché assunti in pianta s tabile. Parliamo di 11.542 posti che non sono stati ancora coperti perché nel Lazio, a tutt'oggi, non rutte le graduarorie sono state pubblicate. Ci sono ampie assicurazioni che la situazione si sbloccherà per iJ prossimo armo scolastico. Nel frattempo una minacciosa spa· da <li Damocle pende sulla testa degli idonei. Si vocifera clrn il Ministero dell'Istruzione abbia intenzione di indire w1 nuovo concorso nel 2014 {oalmassimo201 5). T'dntoèbastatoaren­derelenotti insonni agli idonei e.x.tra-graduato­ria (e anche a quelli che invece ci sono dentro). Quest'ultimi temono che si finirebbe per creare ancora più confusione e verrebbero penalizzati pme loro con gli idonei. Per queste ragioni ido­nei'( e vincitori), provenienri da diverse regioni d'Italia, urleranno la loro protesta davanti allo Ufficìo Scolastico regionali il 14 febbraio e da­vanti al Ministero della Pubblica istruzione il prossimo 28 febbraio. Il trun tam corre su face­book. La rabbia è tanta: parliamo di persone che, per un motivo o per l'altro. si sentonò de· fraudate del loro futuro. I quasi dodicimila vin· citori che dovevano essere assunti il l settem­bre 2013 almeno di un amJo di lavoro che non polià più essere recuperato. Gli idonei della spe­ranza di tm 'as·sunzione che spetterebbe loro di diritto avendo superato un concorso.

Natalia Poggi

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IA GAZZETIA DELMEZZOGIORNO

CITI A METICCIA

Corsi d'italiano gratis ( dawero) per integrarsi riniziativa della «Igino Giordani»

di GIANLUIGI DE VITO

tudiare per il futuro? Per noi immigrati il domani è il buio.

Quando ci capita di incontrarlo, il futuro è già presente11: Paula ha lasciato il Sud America pri­ma, e la Spagna poi. Voleva l'Eu­ropa, ha conosciuto un barese nella movida di Ibiza, s'è trasfe­rita per amore a Bari. Dove vive !!alla giornata!!. E nelle cose da fare, ogni giorno, ci sono gli eser­cizi di grammatica e di !!comple­tamento!!: italiano per stranieri. !!La lingua è una trappola, spes­so fa paura. È facile entrare in una trappola, per uscirne c'è da sudare. Avevo fretta e paura. E la paura si vergognava a uscire. Al­la fine è uscita e se n'è andata!!. Cosa più bella non avrebbe po­tuto dirla a proposito degli inse­gnanti e dei compagni di classe della <!Igino Giordani!!: è un'as­sociazione nata da un gruppo di amici, accomunati da un'appar­tanenza cattolica. Nel 2007 deci­sero di «fare qualcosa!! davanti agli arrivi senza sosta dai Bal­cani e non solo da lì. Tutti in­segnanti, o quasi tutti, gli amici di fede. La cosa dafarefu or­ganizzare corsi gratuiti di italia­no per stranieri. Dal 2007 la !!Scuola di italiano!! della Igino Giordani è attiva nelle sale let­tura e consultazione della Teca del consiglio regionale, in via Pe­troni. E dai sei anni i soci della !!Igino Giordani!! si spendono per fare in modo che la scuola offra quanti più corsi possibile. Gratis, è bene ribadirlo: da quando il pacchetto sicurezza ha posto la

conoscenza della nostra lingua come requisito essenziale per l'adempimento dell'accordo di integrazione (ne abbiamo parla­to in !!Città Meticcia!! pubblicata il 4febbraio), l'italiano alimenta business e iniziative sulle quali si addensano molte nuvole scure.

Non si tratta solo di insegnare a parlare e comprendere la lin­gua, ma di portare lo straniero a un livello di conoscenza certifi­cata. E anche gli esami di cer­tificazione stanno diventato un business. Che finisce coll'arrichi­re, come accade in molti settori dell'immigrazione, soprattutto gli italiani. Alcune associazioni presentano il conseguimento del­la certificazione come specchietto perle allodole: iscriviti da noi, pagherai solo il costo per conse­guire l'esame, è la proposta ri­corrente. Gratta gratta e scopri che se a sostenerlo fosse diretta­mente il migrante, il costo per le spese dell'esame di certificazione è in realtà più basso di quello che viene richiesto da alcune associa­zioni culturali o di volontariato. Non è così chef an tutti. Sia chia­ro. Ci sono istituti di cultura e organizzazioni che sono chiari allo scarto indicando costi e ser­vizi. E ci sono associazioni divo­lontariato che davvero non pre­tendono nemmeno l'iscrizione all'associazione stessa. Ed è il ca­so della !!Igino Giordani!!: due corsi, per il livello Al-A2 e Bl-B2 (in base al quadro di riferimento liguistico europeo). In pratica tre corsi, uno di livello avanzato (B2-Bl), e due di livello medio (A2); lezioni dal lunedì al vener­dì escluso il martedì.

!!Ogni anno aumentano le

Data 11-02-2014 Pagina IX Foglio 1 / 2

iscrizioni, e non c'è posto per tut­ti!!, dice soddisfatta la presidente dell'associazione, Domi Calabre­se. Aggiunge: !!È il nostro modo difare accoglienza!!. Non è l'uni­co, ma la conoscenza della lin­gua rimane lo strumento più im­portante per vivere meno il di­sagio da forestiero. L'italiano per vivere, non solo per lavorare; l'italiano non più come lingua da apprendere, ma come lingua di contatto tra madfrelingua di­versi che convivono in uno stesso spazio. Infondo integrare signi­fica fare un tutto. E per quanto abbia uno slittamento semantico assimilazionista, integrazione -declina KofiAnnan - ffè una stra­da a doppio senso: gli immigrati devono adattarsi alle nuove so­cietà, le società devono adattarsi a loro voltai!. Fiorella Lomartire, insegnante in pensione di latino e greco: !!Ojfire corsi gratis è il modo vero per fare entrare l'altro nella nostra comunità come per­sona!!. Il marito, ex preside del liceo Fermi, Giacomo Colapietro, è il responsabile della scuola d'italiano: !!Siamo una piccola pattuglia che vuole agire dal bas­so e sul senso della vita: amare queste persone significa agire concretamente offrendo strumen­ti per la loro crescita!!. !!E noi ci basta un sorriso!!,Ja eco Tina De Palma. Non sono sole le quattro. La scuola d'italiano della !!Igino Giordani!! è un piccolo miracolo (gli esiti positivi ai test hanno percentuali altissime) firmato anche da Elisabetta Fresa, Giu­liana Ottomelli, Mimmo Oziosi, Silvia Tateo, Sabrina Porcelli, Caterina Mascolo e Rita Monna.

devito@gazzettamezzogiomo

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Maria Chiara Carrozza

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Lo spazio vitale per la crescita dell'Italia Michele Pieni*

e hissà se erd necessar.io uno scandalo per far parlare deU'Agenziaspaziale italiana.

Se tutti hanno potuto apprendere dell'inchiesta giudiziaria c:Iieba por­tato alle dimissioni del presidente. non sono in tanti a conoscere il ruolo e la porcnzialjtà cli quesra struttura pubblica. Il settoreaerospaziale rap­presenta infatti u nastraordimuia op­portunità di crescita per il nostro Pae­se ed è questa la ragione per cul il destino deU'Asi deve divenire una priorità del governo. del presidente Letta, del 111inistro Carrozza e delle forze politiche. L'obiettivo è indica­re una vera e propria strategia. ln questo campo, l'Italia non è all'anno zero né in termini di ricerca né in ter­mini industriali. L'interesse di mer­cato per una realtà come quella di Avio né è solo W1 esempio. Fra pochi giorni ,perc:ir;:ire unaltror:<lsO positl­vo,sru:àlanciatoAthena Fidus, unsa­teUite :franco-italiano per telecomu­nicazioni a bandalarga perusìmilica­rie civili Lasuamessain orbitaattJa­verso il vettore Ariane 5, sarà gestita congiuntamente dal sito Thai es Ale­nia Space di Cannes e dal Centro di Controllo del Fucino di Telespazio. società Pinmeccanica-Thales.

Un altro successo che portai colo­ri dell'Italia e che conferma, con le parole del sonosegretarìo al Mim Gianluca Galletti, come L'Asi sia «una eccellenza in campo della ricerca L'attività dell'agenzia -s piega Gallet­ti - ha un impatto sulla nostra vita quotidiana molto maggiore di quan­to si possa pensare. NonsoJo perché ci consente l'osservazione dello spa­zio, ma anche perché rende possibi­le osservare dallo spazio la nostra Terra, controllandone la conserva­zione e lo stato di salute. L'i\si- con­clude il sottosegretru"io del Miur · è una grande risorsa per il Paese dal punto di vista industriale. Lo dimo­strano le pannersbip imernazionali di cui J 'Jtalia è stata esa essere prota­gonista>>. Per consolidare questa ca­pacità competitiva non è necessaria una nuova legge eleuorale, ma la ca­pacità da parte del governo di indivi­duare nell'Agenzia spaziale quel luo­go di eccellenza che deve essere.

" [email protected]

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Maria Chiara Carrozza

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Il caso La ministra Carrozza inserisce tra i consulenti Sandulli del Suor Orsola

Comitato ricerca, un solo meridionale di ANGELO LOMONACO

e' è un professore napoletano nel nuovo Comitato di esperti

per la politica della ricerca nominato dalla ministra Maria Chiara Carrozza. È Aldo Sandulli, ordinario di diritto amministrativo all'Università Suor Orsola Benincasa. Ed è anche l'unico rappresentante degli atenei meridionali nel Cepr. Circostanza che non è sfuggita allo stesso Lucio d'Alessandro, rettore del Suor Orsola.

CONTINUA A PAGINA 12

Ricerca, un solo prof meridionale tra i consulenti della ministra

SEGUE DALLA PRIMA

La scelta, sottolinea d'Alessandro, «evidenzia il grande valore scientifico del corpo docenti della nostra facoltà di Giurisprudenza, già premiata dalle valu­tazioni dell' Anvur, ma nel contempo evidenzia ancora una volta un certo squilibrio geografico nella valutazione del valore delle università e dei loro do­centi>>. Intorno alla stessa Anvur, I' Agen -zia ministeriale di valutazione, due an­ni fa, quando l'allora ministra Mariastel­la Gelmini ignorò i prof del Sud, si acce­sero aspre polemiche. Massimo Marrel­li, rettore della Federico II, polemica -mente notò: <<Non c'è nessun ricercato­re del sistema universitario meridiona­le».

Tornando al Cepr, ora è Marco Di Lel­lo, del Psi, componente della commis­sione Cultura della Camera, a protesta­re: «Purtroppo assistiamo di nuovo, an­che con la ministra Carrozza, a una sot­tostima della qualità degli atenei meri­dionali. Eppure la ricerca nel Sud, tra l'altro, esprime l'attuale presidente del Cnr, Nicolais». Di Lello promette di sol­lecitare chiarimenti. Come Luisa Bossa, del Pd, anche lei deputata della commis­sione Cultura: <<Chiederemo alla mini­stra quali siano stati i criteri per i quali ha scelto in questo modo, ma non cre­do che nel Sud non ci siano altri ricerca­tori di qualità>>. Critica pure Angela Cor­tese, segretaria della commissione Cul­tura della Regione Campania, a sua vol­ta del Pd: «Non stupisce, purtroppo, che nel nuovo Cepr il professor Sandul­li sia solo a rappresentare il Mezzogior­no. Da tempo mi batto al fianco di alcu -ni intellettuali che, inascoltati, hanno sollevato l'incresciosa questione del­l'esclusione dei grandi poeti e autori del Sud dalle Indicazioni nazionali del ministero dell'Istruzione. Tra l'altro -e lancia una stoccata a Marco Rossi Do­ria - ricordo che al Miur c'è un sottose­gretario napoletano, figlio di un illustre meridionalista, che finora non ha dato riscontro di alcuna rappresentanza del Mezzogiorno». Meno tranchant il pro-

rettore della Federico II: <<All'Anvur spiega Gaetano Manfredi la situazio­ne è stata parzialmente sanata quando Novelli è stato eletto rettore a Tor Verga­ta e al suo posto il ministro ha inserito Andrea Graziosi, uno dei nostri storici. Anche questa volta lascia sorpresi che ci sia un solo rappresentante del Sud: lo faremo presente di nuovo».

Ma quali sono i compiti del Cepr? Isti­tuito nel 'g8 da un ministro campano, Ortensio Zecchino, inattivato tra il 2000 e il 2009, poi ricostituito nel 2010, il Co­mitato dovrà innanzitutto valutare le candidature proposte per le «Chiamate dirette», in base alle quali gli enti di ri -cerca potranno assumere ricercatori ita­liani e stranieri che si sono distinti per merito. Sotto la presidenza della mini -stra, tale compito toccherà al gruppo di esperti nominati insieme con Sandulli: il vicepresidente Andrea Carlo Moro, linguista di Pavia; Roberto Battiston, fi­sico di Trento; Oliana Carnevali, docen -te di anatomia comparata e citologia al­l'Università Politecnica delle Marche; Micaela Morelli, farmacologa di Caglia­ri; Gustavo Piga, ordinario di economia politica a Tor Vergata; Filippomaria Pon­tani, filologo classico dell'Università Ca' Foscari di Venezia; Maria Gabriella Si­gnorini, docente associata di bioinge­gneria elettronica al Politecnico di Mila­no; e Luciano Modica, matematico nato in Sicilia ma a Pisa fin da ragazzo.

<<Forse la questione non è tanto geo­grafica ma di qualità>>, commenta Gui -do Trombetti, prof di analisi matemati -ca, ex rettore, oggi assessore al ramo e vicepresidente della giunta regionale. «Conosco e apprezzo Sandulli - dice - come conosco Modica. Vinse lo stes­so mio concorso, nell'8o, non ne discu -to la preparazione. Però è anche ex sena­tore e responsabile della ricerca del Pd, molto legato alla politica. Più in genera­le, non sono entusiasta di comitati e sot­tocomitati. Secondo me c'era già l'An­vur che in qualche maniera sarebbe in grado di dare suggerimenti al mini­stro».

Angelo Lomonaco (~ì RIPRODUZIONF RISFRVATA

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Maria Chiara Carrozza

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la Repubblica Ed. Napoli

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Ateneo Federico Il

Tagli, polemiche interne e dissapori con il ministro Marrelli lascia l'incarico ll rettore: ''Non mi piace chi è incollato alla poltrona ''

BIANCA DE FAZIO

IL DOCUMENTO con il quale annuncia che va via è al proto­collo già da gioml. «Non mi pia­ce chi resta incollato alla poltro­na. Sono contrai"io alla geronto­crazia accademica. Dunque va­do via,). JI rettore della Pederico Il, Massimo Manelli, è passato dalle parole ai fatti Dopo aver annunciato, a fin e novembre . che avrebbe interrotto i l suo mandato con due anni di antici­po (la legge Celmini, intervenu­ta successivdlllente alla sua ele­zione prollmgava a6 gli armi del­l'incaiico), MarreJli è andato ol­tre. Non lascia solo la poltrona di rettore, ma chiede il pensiona­mento anticipato. Ne ha parlato pubblican1ente. qualche giorno fa, nel corso di una giornata di studi organizzata persalutare un docente di Economia, il profes­sor Marcello Del Monte, andato

Va.a alla caanpagna elettO&'ale per il successOa"e: si vota in primavera. In corsa Man&ecli

in pensione. «Tra qualche mese tiraggiungoancbeio»,glihadet­to. «Me ne vado». «Che ci pensi­no igiovaniagovernarel 'univer­sità».

Smentito chi credeva che si trattasse di "w1'uscita" estem ­poranea, legata al I e difficoltà del momento - i tagli imposti da Ro-

ma, i dissapori con il minisu·o Marfa Ch iara Ca1TOzza. il pres­s ing dei colleghi che gli chiede­vai10 di far valere le ragioni della Federico Il, polemiche interne, un pe1iodoclisconforto -Marrel­li ha tagliato la testa al toro. Ri­nunciandononsoloal lacaricadì rettore, ma anche al suo posto dì docente e ricercatore (ruoli ai quali non harinunciatoneppw·e durru1te gli armi del rettorato, continuando a seguire i suoi stu­denti , a presentarsi a lezione. a fare esanù, a studiare). «Ormai ho deciso. Non tomo indietro» dicevd a "Repubblica", a lla vigi-

li punto

I COLLEGHI

lia di un Senato accademico in cuiavrebhecomunicatoufficial­mente agli organi dell'ateneo la sua decisione. Con parole chia­re: «Non nù awarrò delle proro­gheintrodottedal la leggeGelmi­n h> e <Noglio ribadire, in modo coerente,lavolontàdifacilitareil ricambio generazionale».

«Questi anni sono stati fatico­si. Non hoavuto w1 attimo di tre­gua. Adesso basta». Anni faticosi persino nei rapporti con i colle­ghi: «Impossibile acconte11tare tutti» disse Marrelli a "Repubbli­ca". Jmpossihile evitare che in tanti partissero lancia in resta quando il rettore si scagliò con­tro «i professori fannulloni» col­pevoli di abbassare il punteggio della Pede1ico tr quanto a qualità della ricerca. Adesso si va alle elezioni, che saraiu10 indette in tempi hrevi dal decano dell 'ate­neo. Porma.lmenteMaJTelliresta in caiica fino a fui e ottobre, ma

L'ANNUNCIO Marrelli annunciò già a novembre che avrebbe interrotio il suo mandato

Alla base delle dimissioni i tagli imposti da Roma e le polemiche con i colleghi

LA CARICA Marrelli ha rinunciato alla carica di rettore, di docente e ricercatore

già in primavera il timone pas­serà nelle mani del successore. Docenti ch e abbia.no ufficial­mente avanzato la propria can­dìdatura non ce nesono. l Dipar­timenti si contano, nùsurai10 le forze e le aUeai1Ze, rivendicai10 richieste. Ma fuio ad ora l'uiùco nome che rimbalza da un'area a ll 'altradell'ateneo è quello del­!' attuale prorettore Gaetano Manfredi. Che in questi anni ha affiancato Marrelli ed ha "stu­dia10" per la successione. Ed ha anagraficamente, oltre che per esperie11Za, diplomazia e presti­gio scientifico, il profilo giusto lquello tracciato anche da Mar­rell i quando dice«largo ai gjova­ni»)-11 suo programma sarànoto solo quando, indette le elezioni, le cai1didature saram10 ufficia­lizzate. rmanto Marrellihastabi­lito le date - il 4 es marzo - per le elezioni dei 47 rappresentami del personale tecnico-ammini­strativo e dirigente che voteran­no per l'ele1ione del rettore.

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Data 11 -02-201 4 Pagina 39 Foglio 1

Isfol. La formazione con fondi pubblici ha coinvolto 670mila allievi

Nel 20U finanziati 40mila corsi regionali Claudio Tucd ROMA

Sono l'informaticp di base e la salute e la sicurezza sul luo­go di lavoro i corsi principali re­alizzati dalle strutture formati­ve regionali. · Unastruttutasuquattro(con maggior presenza nel Nord­ovest) ha attivato, anche, corsi per far apprendere 1e lingue straniere. Nel Nord-Est invece sono risultate più diffuse mate­rie come la meccanicae la la vO­razione dei metalli.

L'offerta di formazione pro-

lL QUADRO Informatica, lingue, meccanica e sicurezza sul lavoro hanno coinvolto di più i giovani inoccupati. Pochi gli over SO e gli extracomunitari

fessionale regionale ha svilup­pato nel 2012 oltre 4omila corsi, pari a più di 9 milioni di ore di formazione, che hanno coinvol­to circa 67omila allievi.

In media ognì stJ:Uttura for­mativa ha erogato 17 corsi in un anno (interessando280 studen­ti), con una durata media di ol­tre 220 ore e 1,lna frequenza di circa16allievipercorso.Piùnu­merosi sono stati i corsi di for­mazione continua e permanen­te. Ma hanno avuto una durata inferiore se confrontati con quelli di formazione iniziale o

di alta formazione: 97,6 ore in media per corso contro le 6u ore medie per quelli di alta for­mazione o formazione iniziale.

L'indagine realizzata dall'lsfol ha evidenziato, anche, come siano i giovani (18-34 an­ni) .i principali fruitori di questi corsi (finanziati con fondi pub­blicO. Gli over50 hanno avuto invece una ~~presenza residua­le». E i non occupati hanno rap­p resentato quasi il doppio degli occupati, con un vero e proprio picco al Sud Licenza media e di­ploma si confermano i titoli di

studio maggiormente diffusi tra gli allievi. della formazione pi;ofessionale, nelle cui fil~ pe­rò, ci SQilO ancora pochi cittadi­ni extracomunitari

Certo la crisi ba influito sull'intero settore. Con finanzia­menti pubblici ridotti (ciò ha pe­sato soprattutto nel Nord-Est) e ritardi nell'erogazione delle ri­sorse disponibili (qui a patire è stato principalmente il Meridio­ne). Tutto ciò si è tradotto, per quasilaroetà dei çasi, in una sen­sibile riduzione delle attività of­ferte. E in un caso su tre; anche, nel ritardo dei pagamenti degli stipendi al personale.

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I LA STAMPA

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REPORTAGE DA FRONTALIERE

INDESIDERATO" Ml(:l f W,/$ BRAMHILl:t\ INVIATO A LUGANO

Parto per la Svizzera con uno dei sessanta­mila frontalieri italiani,

ossia con uno dei «topi», co-, me li hanno gentilmente ri­

battezzati l'Ude e la Lega ti­cinese. L'appuntamento è al­le 5,40 a Carugo, provincia di Como, dove abita il nostro uomo, che si chiama Roberto

"Clima p.esante In Ticino c'è gente

che fa paura" I

Bergomi, ha 31 anni. ex giar- . diniere, oggi viticoltore.

I Partiamo da casa sua che In Viaggio con il frontaliere Roberto: ci chiamano topi

è buio pesto. - CONTINUA A PAGINA 9 •

MlCJ ll·iJ,B BHA:\IBJU,A INVIATO A LUGANO SEGUE DALLA PRIMA PAGINA

P iù che un orario da fron­taliere, è un orario da contrabbandiere. Da due anni Bergomi fa 112 chilo­metri al giorno per gua­

dagnarsi il pane in un'azienda vini­cola di Lugano: fanno merlot e ca­bernet sauvignon. «D'estate», mi racconta, «comincio alle 6,30, quin­di parto un po' prima». Oggi è un giorno speciale: il primo dopo che gli svizzeri, con un referendum, ci banno intimato il loro raus, sciò, foe­ra di ball come diceva Bossi ad altri immigrati più a Sud di noi.·

Mi spiega perché lo fa: «.Oggi è difficile trovare un posto, anche qui al Nord. E poi a Lugano guadagno il doppio di quello che guadagnavo qui da giardiniere». Paga tutto in Svizzera: tasse, pensione, assicu­razione infortuni ~ Tfr; poi da là mandano qui ib Italia, al comune di residenza, una parte delle tratte­nute. «Mi pagano in franchi e ho dovuto aprire un conto in Svizzera: voglio dire, non è che là di so~di non ne restino». Eppure gli italiani non sembrano graditi. «l miei titolari sono persone splendide, ci sentia­mo in famiglia». Ma in Ticino il cli­ma è brutto: «Non capisco l'accani­mento. I leghisti ti-

. cinesi fanno paura, altro che quelli ita­liani. Io vorrei dire loro: primo, siamo

·uomini come voi; secondo, se sono

quà è perché un'azienda del vostro che vengono dalla provincia di Vare­Paese mi ba chiamato». se. I cartelli segnalano gli inflessibili

Siccome tutti - governo, impren- limiti orari: ldO all'ora fino a Mendri­ditori e sindacati - erano contrari a sio, poi 80. questo referendum, viene il sospet- A Lugano saluto Bergotni che en­to che sia solo xenofobia. Comincia tra in azienda e gli chiedo se è preoc­così il nostro viaggip verso il Canton cupato: «Per la gente che trovo qui Ticino, dove sette abitanti su dieci dentro, no. Però senti del referendum non vorrebbero farci entrare: è la e ti vien da pensare: vieni qua a farti il prima volta che due che si chiamano mazzo e ti trattano a pesci in faccia». Bergomi e Brambilla si sentono meri- Cosl, capita di sentirsi stranieri. nel­dionali. Si riscopre cosl l'amor patrio: l'unico Paese in cui noi italiani non noi abbiamo Dante Mìchelangelo Le- siamo in difficoltà con la lingUa: l'in­onardo la Ferrari il mare, e voi? E la glese zoppica ma lo svizzero lo sap­moda, non parliamo della moda: co- piamo alla perfezione, c'è solo da te­me si vestono gli svizzeri? Ah ah. ner presente qualche piccola varia-

Loro però hanno capito una cosa: zione, per esempio postino si dice bu­che una comunità deve darsi delle re- ralista, il cellulare è un. nàtel, il gabi­gole. «Per esempio i miei datori di la- netto un destro, minimizzare si dice voro», dice Bergomi, «sono gentillssi- bagatellizzare, chi ha un capogiro ha

mi con gli italiani. . . , . Ma chiedòno rispet- ~.b~lo~·done e le donne nei g'lorm cn­to. Giustam'ente. In ~cl s1 dice che «hanno le bar-acc~e>>. A Svizzera c'è molto ogni buon c?nto, p~r non farinl sma: più rispetto che da scherare nei bar d1 Lugano, cerco di noi: lo vedi già en- accentuare.la zet~. . . . .. trando in autostra- ~asfo~hando 1 tre quot1diaru t1~1-

da, se vai a 40 all'ora dove c'è il limite ne~1 n~n s1 avv~:te .nulla della ca~c1a dei 30 ti ritirano la patente. A me all 1t~h~o. Il p1u ~ffuso - ~C?rn.ere l'hanno ritirata per tre. mesì». Ogru del Ticino)> -s~ttolmea nell ed1tor1ale tanto però- racconta - la polizia gioca la stranezza d1. una scelta _fatt~ <<mal­d'astuzia, sembrano quasi italiani: ti g;a~o la cres~1ta ec?nomica, il tasso tallonano e ti fanno i fari, se fai l'err~- di diso~cupaz1o~e r1-re di accelerare ti superano e ti fanno ~otto e 1 ~uccess1 ?el-accostare, favorisca i documenti. l econ~IDJ~ e~v~ti~a,

Alle 6,20 passiamo la frontiera di nonche l myidi~b1le benessere d1 cm go­

Brogeda senza alcun controllo: i do- diamo in un contesto ganieri hanno ormai una specie di ri- internaiionale di cri-tlesso pavloviano, fanno ininterrotta- sb>. TI quotidiano «La Regione Tici­mente ((avanti» roteando il braccio. 00}) è critico, scrive che «Se un popo­lo autostrada c'è già traffico, tutte lo non crede nei propri mezzi e non macchine che vengono dal Comasco: vede rosee prospettive, spesso cerca poco più avanti si incrociano quelle un nemico o, nella migliore de1le ipo-

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LA STAMPA

tesi, si chiude a riccio». Il più conten­to del risultato sembra essere il cat­tolico «Giornale del Popolo», che nel fondo· del direttore Claudio-Mésoniat («Cara Berna, la pentola è scoppia­ta») rivendica con orgoglio il ruolo

· decisivo del Canton Ticino, dove ol­tre il 68 per cento ha votato.«S}»: «Di storico c'è anche un fatto numerico che mette di per sé il nostro Cantone

· PARTENZA ALLE 5,40

<<l titolari sono ottime persone. Non ca,,pisco

certi accanimenti>>

al centro della politica federale». ·Niente di che. Ma si sa che i giornali non sono la pancia di un Paese.

Alle quattro del pomeriggio Rober-to Bergomi esce dal lavoro, gli chiedo

se in ditta banno parlato del referen­dum: «Solo con il mio capo, un vare­sotto;.lui non è pre-

PRO E CONTRO

«Guadagno il doppio che da no~ ma pago tutto n

Anche loro ci guadagnano»

Centunetrf LASJAMPA

Vìticolt.ore lloberto Bergomi, 31 anni, alla frontiera di

Brogeda,, Chiasso, che attraversa tutti i giorni

Data 11-02-2014 Pagina 1 Foglio 2 / 3

occupato, dice che tanto ci arrangiamo

sempre». Ripartiamo, la nostra Italia si avvicina, noto che i limiti di velocita sono più alti rispetto al senso di mar­cia in entrata: 100 dove nella carreg­giata opposta sono 80; 120 nel tratto finale, dove di l.à sono 100. Sembra che i cartelli vogliano dire: andateve­ne in fretta fuori dai piedi. Ma è sicu­ramente solo un'impressione.

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QN n.. GIORN'O ilResfo de1Carlino LA NAZIONE

Data 11-02-2014 Pagina 2/3 Foglio 2 / 2

' NDAMENTO ------------------------

... ' . . . . . . . . ..... ~ .... . 90 ········· ········· .................. ··-·· ··· ........... ...... .

dic gen feb mar apr mag giu ott nov dic

2012 Fonte: lstat (Indice; base: 2010=100) 2013

Nel 2013 sono state aperte circa 527 mila

nuove partite Iva; · in confronto al 2012

si registra un leggero decremento (-4,4%). Una piccola ripresina

a dicembre: +2, 9 per cent_o

La flessione che si potrebbe avere

per gli investimenti pubblici in infrastrutture · nel 2015, confrontati

con il livello del 2009. Il calo nel 2012

era già del 23,2%

Migliora il superindice dell'Ocse che misura

lo slancio dell'economia in Italia. In generale, il dato sale in tutta l'Eurozona, mentre

si consolida la crescita in Germania e Stati Uniti

-2,4°/o . LE AUTO

- · -. - -· ·- ··--·---..i

Il calo della produzione industriale nel 2013', dati

lstat. A dicembre, l'indice grezzo ha tuttavia

registrato un aumento dell'8,8%,. dell'1, 9%

quello corretto per effetti di calendario

CASO ELECTROWX Ieri il mini.rtro Zanonato ha riferito.alla Camera confennando la volontà del govemo df«non conse>tlre il trasferimenllO in altri Paesi come la Polonia>>. I sin~ intanto sollecitano ...,. wilpolClà concrete»

ANSA.,.:.entime.tri

l Tengono le vendite __ ...do.PQ_2.9nnifQr:tei:nerite_

negativi. Al netto dell'e-commerce il calo

sarebbe del 2,9%. La spesa, nel periodo

di sconti invernali, è per ora di 1,2 miliardi