Quotidiano 30 aprile

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Q ui quotidiano Direttore Responsabile Giuseppe Tagliente Reg. al Tribunale di Vasto n.102 del 22/06/2002 Redazione: Corso Italia n.1 Vasto Tel & Fax 0873.362742 Pubblicità: Editoriale Quiquotidiano Corso Italia 1,Vasto www.quiquotidiano.it mail: [email protected] 30 Aprile 2013 Anno 10 -N.23 San Gabriele conquista il titolo Under 16 Sport pag.9 Le palme di Vasto Marina sono morte. Le piante che donavano al tratto più frequentato e preferito dalla movida estiva di viale Dalmazia un’immagine caratteristica sono un ricordo del passato, di quando crescevano sane e verdi. La loro agonia è iniziata diversi mesi fa: sulle pagine web del QuiQuotidiano avevamo intervistato esperti che lamentavano l’inefficacia e il ritardo dei trattamenti effettuati dagli addetti sulle palme già da settembre 2012. Che fossero state attaccate dal famigerato Punteruolo Rosso, un coleottero che si ciba prevalentemente della sua corteccia divorando a poco a poco tutta la pianta, era da subito evidente a tutti, del resto in tutto il mondo questo insetto rappresenta ancora il numero uno dei nemici delle palme. Per trovare una soluzione definitiva utile ad annientare la minaccia del Punteruolo sono state proposte numerose soluzioni, continua in seconda IL NOSTRO “PALMARES” Le prossime cartoline di Vasto Marina saranno così?

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Quiquotidiano

Direttore ResponsabileGiuseppe Tagliente

Reg. al Tribunale di Vasto n.102del 22/06/2002

Redazione:Corso Italia n.1 Vasto

Tel & Fax 0873.362742Pubblicità:

Editoriale QuiquotidianoCorso Italia 1, Vasto

www.quiquotidiano.itmail: [email protected]

30 Aprile 2013Anno 10 -N.23

San Gabriele conquista

il titolo Under 16

Sport pag.9

Le palme di Vasto Marina sono morte. Le piante che donavano al tratto più frequentato e preferito dalla movida estiva di viale Dalmazia un’immagine caratteristica sono un ricordo del passato, di quando crescevano sane

e verdi. La loro agonia è iniziata diversi mesi fa: sulle pagine web del QuiQuotidiano avevamo intervistato esperti che lamentavano l’inefficacia e il ritardo dei trattamenti effettuati dagli addetti sulle palme già da settembre

2012. Che fossero state attaccate dal famigerato Punteruolo Rosso, un coleottero che si ciba prevalentemente della sua corteccia divorando a poco a poco tutta la pianta, era da subito evidente a tutti, del resto in tutto

il mondo questo insetto rappresenta ancora il numero uno dei nemici delle palme. Per trovare una soluzione definitiva utile ad annientare la minaccia del Punteruolo sono state proposte numerose soluzioni,

continua in seconda

Il nostro “Palmares”Le prossime cartoline di Vasto Marina saranno così?

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2 Qui30 Aprile 2013Prima pagina

molte delle quali hanno anche funzionato, altre invece sono state del tutto inutili. A Vasto invece si è preferito temporeggiare, in barba a qualunque consiglio degli esperti, non provando nemmeno (seriamente) a mettere in salvo quelle palme ai primi sintomi della loro malattia. In una nostra intervista risalente ai primi giorni di ottobre, dopo l’intervento proposto da Ignazio Rullo, dirigente dei servizi comunali, delle “irrorazioni dall’alto” sulle palme, interveniva così il dott. Daniele Fiore, entomologo, Pest Management Consultant (consulente nella gestione degli infestanti): “La lotta al Punteruolo rosso non si attua concentrandosi su un solo metodo ma attraverso la “Lotta Integrata”, in inglese I.P.M. (Integrate Pest Management). Se non si utilizza questo metodo

non si ha la consapevolezza di risolvere definitivamente il problema.” Senza un metodo valido si è lasciato quindi che fossero attaccate tutte e che il Punteruolo si saziasse con la speranza che scomparisse per sempre. Così naturalmente non è stato: non solo il coleottero le ha divorate ma alcuni rami secchi si sono staccati piombando sulla strada e tra i passanti; sono morte tutte e di loro resta soltanto una misera fila di “monconi” dall’aspetto sinistro. Che fare ora che tutti hanno capito che quelle piante sono morte? Nonostante ci si aspetti una decisione che salvaguardi almeno l’immagine turistica di quel tratto del lungomare vastese (ricordiamo che i turisti inizieranno ad arrivare tra poco più di un mese) serpeggia una domanda sconcertante: “Vuoi vedere che tutto resterà

continua dalla prima

“Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave senza nocchiero in gran tempesta, non donna di provincie ma bordello!” In questa terzina di Dante c’è l’Italia oggi: il dolore, le sofferenze degli ita-liani, la grande “tempesta” derivante dall’esito delle elezioni di febbraio, il “bordello” che noi preferiamo ad-domesticare nel politicamente cor-retto “escort house”, e anche “nave senza nocchiero” nel senso che per la tempesta che scuote oggi l’Italia, non basta un semplice “nocchiero” buono per una navicella, un pattìno, ma un Orazio Nelson su una coraz-zata. Tornando ad oggi e tralascian-do le metafore più o meno forzate, non si può fare a meno di osserva-re come questo governo, nato per fare fronte ad una tempesta politi-co-economica come non se n’era vista neanche nel 1929, dà l’idea di una lancia di salvataggio con dentro un equipaggio di marinai alle prime armi, marinai da canotto di plastica! Certo c’è Alfano tre le figure di pri-mo piano: e forse è l’unico “pezzo grosso” che ha accettato di far par-te di una compagine destinata ad affondare o incagliarsi. Certo ci sa-ranno dei buoni motivi per fare una scelta di questo tipo: evidentemen-te questo governo è destinato ad avere vita breve o vita grama: pro-babilmente dovrà adattarsi a fare delle scelte impopolari e da ciò la scelta di evitare, sia in casa PD, che in casa PdL, che in casa Scelta Civi-ca, di “bruciare” le figure di primo piano e sacrificare, eventualmente, le figure di secondo livello. Scelta civica, UdC, Radicali, Pd e PdL han-no evidentemente deciso di tenere gli assi di riserva, come la cavalleria che una volta serviva a ribaltare le sorti di una battaglia. Ma se battaglia doveva essere perché non mette-re in campo i migliori? Forse che questi di oggi possono essere più facilmente manipolabili?

Elio Bitritto

“ahi, serva Italia di dolore ostello …”CONSIDERAZIONI

DOLOROSE SUL “GOVERNINO” LETTA

IL NOSTRO “PALMARES”

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Prima pagina 3Qui 30 Aprile 2013

com’è?”. Se per iniziare a curare quelle palme si è aspettato che morissero, figuriamoci quanto si dovrà attendere prima che esse siano sradicate, lasciando magari il posto ad altri alberi,

considerando che andrebbero scelti con cura per non fare i conti nuovamente con questo inconveniente. L’attesa quindi lascia il posto alla rassegnazione. Dovremo allora frequentare una

Vasto Marina sostanzialmente “brutta”? Le palme resteranno chissà per quanto in quello stato pietoso, monumento all’inoperosità del comune?

Stefano Lanzano

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4 Qui30 Aprile 2013Attualità

In un Paese come l’Italia è facile fare le cassandre e non solo a livello locale, come nel nostro caso, ma anche a livello nazio-nale. Una campagna di odio in servizio permanente effettivo che porta alla discriminazione ideologica, politica fino a quella fisica non possono che deter-minare queste conseguenze: due carabinieri feriti, uno gra-vemente, da un persona cosid-detta normale. Cosa fa questa persona normale? ai suoi pro-blemi, che sono quelli di un gran numero di famiglie italiane, aggiunge i messaggi che quoti-dianamente invitano alla discri-minazione: vale a dire gli insulti, che satira non sono, di “impre-sentabile”, “troie”, “energume-no in miniatura”, “alieno”, “cer-vello piccolo come la statura”, “fascisti”, “che tipo di funera-

le”, eccetera. Tutte espressioni, queste, che non solo denotano l’imbecillità di chi le pronuncia, soprattutto denunciano quale è il vero tasso di democrazia di cui si vantano di avere il copy-right. Se alle difficoltà econo-miche dello sparatore di Roma si aggiunge il risentimento che queste espressioni inducono nell’uomo, ecco che la conse-guenza è il gesto estremo che

solo per un miracolo non ha prodotto due cadaveri. L’atten-tatore dice che voleva colpire i politici: io non so se questi conosceva qualche politico in particolare ma ne dubito; quin-di voleva colpire “un politico” e chiedersi perché è inutile. Dopo oltre due mesi dalle elezioni si giunge ad un governo “logico” stante il risultato elettorale: ciò significa che il PD ha fatto perdere due mesi agli italiani per pura discriminazione poli-tica creando un danno enorme al Paese. Ma nella Costituzione italiana non è vietata la discri-minazione sotto qualsiasi for-ma o tipo? E siamo sicuri che questo gesto non sia imitabile continuando nelle esternazioni al veleno provenienti dal SeL, dal PD, dal M5S? in una situa-zione di emergenza si collabora per uno scopo comune (come è successo alla fine della guer-ra): invece qui siamo tornati alla guerra civile del 1945. è ora che gli ultimi “giapponesi” alla Rosi Bindi o alla Niki Vendola, si fer-mino a constatare che la guer-ra è finita.

I fruttI dell’odIosei colpi davanti a Palazzo Chigi, feriti due carabinieri

Gesto isolato. Gesto imitato?

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5Qui 30 Aprile 2013 La posta dei lettori

Rassegna St...ramba

a cura di Piero Lisandrini

VOLEVO SPARARE AI PO-LITICIHa fatto male i calcoli. Gli unici degni di “sparo” (tanto per fare un po’d’ironia) non sono mai facili bersagli

I SEI COLPI A PALAZZO CHIOGI RIMBOMBANO AL QUIRINALEPolitici. Bersagli in doppio-petto. Come le divise.

SI SALVA UN TERZO MI-LITARE: GIACCA FORATA DA UN PROPIETTILEEsempio di tempestività. Valu-tata la situazione, aveva fatto in tempo a sfilarsi la divisa.

COLPITO ALLA COLON-NA VERTEBRALE IL BRIGA-DIERE RISCHIA AL PARALI-SI.Siamo tutti colpevoli: perché un tempo solo a vedere una

divisa si girava al largo in pre-da a timore. La civiltà, il pro-gresso, il diritto e tutte le me-nate che ne conseguono sono tali che – ora - chi indossa una divisa deve quasi defilar-si per proteggere la propria incolumità. Questo è il mon-do che tutti insieme abbiamo confezionato per i nostri figli. E i ciarlatani da strapazzo ci stanno aiutando a completare la disfatta.

L’ALLARME DEGLI 007: “GE-STI ISOLATI CAUSATI DAL-LA CRISI”.Come dire: “Quel ch’è Stato è stato”.

QUELLI CHE CONTANO: NON CI STIAMO A FARE DA PARAFULMINICapito? Paraculi, si. Parafulmi-ni, no.

ENRICO LETTA: IL MIO IM-PEGNO: GIÙ LE TASSETra il dire e il non fare ci sono di mezzo altre elezioni. D’ALIA: “STATALI FANNUL-

LONI? VOGLIO PREMIARE CHI LAVORA”Allora devi premiare solo gli impiegati. Perché il resto cam-pa – benissimo – alle spalle di chi lavora tantissimo

N’ALIA: SULLE AUTO BLU RAFFORZERÓ I TAGLI GIA AVVIATI – NON SARANNO PIU’ SINONIMO DI PRIVI-LEGIO. Provate a immaginare un politico che viaggia su una jeep o, in caso di numerose personalità, a cassetta di un camion. Quasi quasi sorrido beffardamente.

I LUMBARD. ESECUTIVO SUDISTA. MA MARONI FRENA E ASPETTA LETTAEcco che i polentoni hanno ripreso fiato. Ignorando che fin dalla prima guerra d’indipendenzaI Terun che sono saliti in Italia oltre che combatter si sono dati da fare eccome. E oltre al sangue hanno versato embrioni di spiccata intelligenza

aro Peppino, voglio rac-contare la storia di mia

moglie e ti prego di scriver-la per capire che burocrazia ci sta in Italia. Mia moglie ha lavorato in un bar per ben 11 anni e mezzo ed è stata assunta per un totale di 2 anni. Nel 2009 aspettava due gemelli e pur con il pancio-ne ha lavorato ogni sera In quel periodo il padrone le aveva fatto un contratto di quattro ore al giorno ma mia

moglie ne faceva sempre otto. Al quinto mese di gravidanza, per gli sforzi e perchè il pa-drone non le aveva concesso il periodo di maternità, ha per-so i gemelli. Quindi per rabbia abbiamo intrapreso una causa di lavoro dove dai calcoli risul-ta che mia moglie deve avere ben 219 mila euro di risarci-mento e di ore lavorative non pagate. Caro direttore, dopo ben quattro anni e dopo che anche lo stesso padrone ha

C ammesso che mia moglie ha lavorato per lui per ben 12 anni, stiamo ancora aspettan-do una sentenza con tutte le ragioni dalla nostra parte. E’ vergognoso che per avere giustizia bisogna aspettare così tanto. Per ogni rinvio passano sem-pre almeno sei mesi. Non ne possiamo più e tieni conto che gli avvocati si pagano. E questa l’Italia. Lettera firmata

Incinta, perde due gemelli per il lavoro

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Qui30 Aprile 2013Cultura6

Il 27 aprile 1937 moriva, a Roma, un grande esponente del pen-siero filosofico, del giornalismo e della politica: Antonio Gram-sci (Ndòni Nëgramëshìut), sar-do ma di schiettissime origini arbëreshë! Fondatore ed anima primigenia del Movimento Co-munista Italiano, lasciò pregevo-lissimi scritti, pur viziati (secon-do il giudizio di alcuni studiosi) da una visione alquanto partico-laristica e periferica della Storia nonché della società italiana. Noi, invece, osiamo affermare che l’illustre filosofo e rivoluzio-nario arbëresh ha sicuramente permeato di sé, al pari di Bene-detto Croce e di Giovanni Gen-tile, la cultura italiana (con signi-ficativi riverberi anche europei) del secolo XX. Una brevissima digressione. È doveroso ricor-dare che siamo tutti dei poveri mortali. Pertanto anche i gigan-ti della cultura possono essere, a volte, prigionieri di una loro (seppure momentanea) défail-lance comportamentale intrisa

di cinismi, narcisismi, invidie, me-schinità e quant’altro! Citiamo, ad esempio, il caso del nostro Antonio Gramsci. Sappiamo che si spense (clinica romana “Qui-sisana”) nell’isolamento ideale più completo. Neppure dai co-munisti che gli erano compagni di carcere era riuscito a farsi intendere, e taluno l’aveva anzi accusato di opportunismo e di abbandono della causa; non mosso a ciò da fanatismo, ma da letterale fedeltà alla linea sancita dal Sesto Congresso Mondiale dell’Internazionale Comunista effettivamente lontanissima da quella gramsciana. Come risulta dalla lettera alla cognata Tatiana Shucht del 3 settembre 1933, questa incapacità di comunica-re, questa impressione di esse-re abbandonato dai suoi, aveva influito sul peggioramento delle sue condizioni di salute almeno altrettanto, se non più delle du-rezze della vita di recluso. Ab-biamo visto che il mondo gior-nalistico e politico della Sinistra

italiana ha celebrato, nove anni fa, due ottantesimi importanti. Il primo concerneva la nascita (12 febbraio 1924) del quoti-diano comunista L’UNITÀ, l’al-tro l’elezione (6 aprile 1924) a Deputato del Regno d’Italia di Antonio Gramsci. Noi, invece, (eternamente “irretiti” dalla Verità storica e rosi dal tarlo di evidenziare, a tutti i costi, i fatti nudi e crudi!) intendiamo ricordare in altro modo questo illustre figlio arbëresh della Sar-degna. Desideriamo, in ultima analisi, rendere edotti i nostri lettori circa alcuni punti emble-matici e poco noti, volutamente negletti o minimizzati dalla mag-gior parte degli studiosi e bio-grafi di Gramsci.1° - UN IMPIETOSO E TER-RIBILE “J’ACCUSE!” /// Nel dicembre 1937 in un articolo di Ezio Taddei (esponente del-la diaspora intellettuale anti-mussoliniana), comparso su un giornale antifascista americano, parlando dei comunisti nelle

Spigolature biografiche “proibite”antonIo GramscI

di Tiberio Occhionero

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7Qui 30Aprile 2013 Cultura

galere fasciste, si afferma: «Là essi hanno visto Roveda (1), che era della Centrale, com-prare l’olio e il lardo rubato in cucina ai detenuti. Là hanno co-nosciuto Gramsci, dominatore e dominante, geloso della sua posizione; e a Turi di Bari sono rimasti perplessi, quando han-no visto che quelli con i quali Gramsci non andava d’accordo venivano trsferiti dalla casa di salute in una reclusione ordi-naria. Gramsci, avaro taccagno, nutrirsi di pasticcini, mentre gli altri crepavano! Uno di loro, un umile, povero operaio, mori-bondo nell’infermeria: Gramsci gli manda ... un fiore. L’opera-io grida nell’ultimo rantolo: “E’ rosso, ma l’ha toccato quella ca-rogna ... Buttalo nel bugliolo!”. È vero Lisa (2)? Là Gramsci ha sputacchiato Grieco (3) per ge-losia. Là i giovani hanno saputo che il Fascismo non aveva nulla da temere dal Partito Comuni-sta Italiano, perché Togliatti (4) giocava la doppia partita. Ogni processo è una sorpresa per i giovani. Chi è che parla? Il capo, il funzionario! Lui, lo stipendia-to! E, dopo aver fatto la spia da-vanti al Tribunale Speciale, nella reclusione continua a fare il pa-drone». Fin qui le parole al ve-triolo di Taddei! A questo punto saremmo tentati di proferire un

“no comment” perentorio, ma non è possibile. Con sincera ed infinita amarezza dobbiamo ri-levare che la figura di Antonio Gramsci, come si evince chiara-mente, esce alquanto malconcia da queste tremende rivelazioni. I comunisti, nondimeno, tente-ranno (a partire dal giorno del-la sua morte) pervicacemente di farne una specie di “santo” del Bolscevismo, una vittima del Regime fascista, mentre la realtà è che Gramsci, dopo un breve periodo di permanenza nel reclusorio di Turi, ebbe la concessione di vivere in cliniche semiprivate o completamen-te private. E morì di malattia, non di piombo, come succede-va ai generali, ai diplomatici, ai gerarchi comunisti dell’Unione Sovietica, quando dissentivano (anche un poco) da Jòsif Vissa-riònoviç Dzugashvìli (alias “Sta-lin”) e come sarebbe accaduto a Gramsci stesso se fosse andato a Mosca!2° - IL DRAMMA DI CHIA-MARSI GRAMSCI /// Ventidue anni fa, quando cadde il cen-tenario della sua nascita (An-tonio Gramsci vide la luce ad Ales, nell’attuale provincia di Oristano, il 22 gennaio 1891, molti, come di prammatica, ri-cordarono il suo pensiero e la sua vita travagliata, i suoi difficili

rapporti con il Partito Comu-nista Italiano (leggi: Togliatti!) e la sua detenzione nelle carceri fasciste. Nessuno ebbe, però, il coraggio di riesumare dalle brume del passato una storia familiare del nostro Nino (così Gramsci veniva chiamato in famiglia) che non poco peso avrebbe avuto nella vita del grande pensatore arbëresh. È la storia parallela di un fratello minore di Antonio, che ebbe la sventura di vestire la camicia nera! Si chiamava MARIO ed aveva due anni meno del fra-tello. Aveva combattuto nella Prima Guerra Mondiale con i gradi di sottotenente. Dopo la fine del conflitto sposa una ragazza dell’aristocrazia vare-sina, Anna MAFFEI PARRAVI-CINI. Aderisce al Movimen-to Fascista e diventa il primo Segretario Federale fascista di Varese. Invano Antonio Gram-sci cercò di scoraggiarlo dal suo impegno. Non lo dissua-sero nemmeno le bastonate dei compagni di suo fratello, che lo aggredirono e colpiro-no a sangue. Mario Gramsci non mancò tuttavia di aiutare il fratello, in difficoltà con la “giustizia” del Regime. Mario partì volontario per la guerra d’Abissinia (ottobre 1935) e poi combattè in Africa (Secon-da Guerra Mondiale). Aderì alla REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA, fu fatto prigioniero e deportato in Australia. Rien-trò, in Italia, nel 1945 con la morte nel petto. E difatti morì subito dopo il rimpatrio, per le malattie contratte e le anghe-rie subite durante la prigionia. Morì in un ospedale di terz’or-dine, obliàto da tutti. Nessuno può dimenticare la dura sorte capitata ad Antonio Gramsci. Ma Antonio Gramsci, vittima del Fascismo, finì i suoi giorni assistito e amnistiato, ormai

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Qui30 Aprile 2013Cultura8

Note:(1) - Giovanni Roveda / Nato a Mortara (Pavia) nel 1894 e mor-to nel 1961. Membro del Partito Comunista Italiano dalla fonda-zione (gennaio 1921), nel 1922 fu eletto Segretario della Camera del Lavoro di Torino. Arrestato nel 1926 fu condannato dal Tribunale Speciale a 20 anni di reclusioine. Liberato dal confino nel febbraio 1943, partecipò alla Resistenza in qualità di membro del Centro In-terno del PCI. Fu quindi Deputato alla Costituente e, nel 1948, Sena-tore di diritto. (2) - Athos Lisa / Nel 1930, mentre era ristretto nel car-cere di Turi, prese parte (assieme

ad altri quadri comunisti come Le-onetti, Treso e Ravazzoli) alle con-versazioni con Gramsci, tenute du-rante le ore “d’aria”. (3) - Ruggero Grieco / Nato a Foggia nel 1893 e morto nel 1957. Tra i fondatori del PCI, fu eletto Deputato nel 1924. Emigrò in Francia dopo le leggi ec-cezionali del 1926 e fu tra i diri-genti del Partito nel decennio tra il 1930 e il 1940. Passato nell’URSS nel 1939, partecipò, con il grado di Generale dell’Armata Rossa alla difesa di Mosca. Rientrato in Italia, nel 1946, fu nominato Alto Com-missario per l’epurazione. (4) - Pal-miro Togliatti / Nato a Genova nel

1893. Laureato in Giurisprudenza nel 1919, fondò con Gramsci e Umberto Terracini, il settimanale ORDINE NUOVO. Aderì al PCI al momento della sua fondazione. Nel 1923 venne eletto nel Comi-tato Esecutivo. Dopo il suo rien-tro in Italia, nell’aprile 1944, fece parte nel Governo presieduto da Pietro Badoglio e, successivamen-te, del secondo Governo di Ivanoe Bonomi (dicembre 1944), assunse le funzioni di Vicepresidente del Consiglio dei Ministri. Fu Segreta-rio Generale del PCI fino alla data della sua morte, avvenuta in Rus-sia nell’agosto 1964.

libero cittadino, curato in una grande clinica romana per con-to dello Stato italiano, per una malattia che si portava dentro fin dall’infanzia. Mario Gramsci, invece, finì i suoi giorni mala-mente, per malattie contratte in campo di concentramento. Nessuno pretende che Ma-rio Gramsci sia ricordato alla

stessa stregua del suo fratello maggiore, che ha contato non poco nella storia italiana. Ma in Mario Gramsci si pos-sono ricordare i fratelli minori non solo in senso anagrafico, di un’Italia minore che fu dalla parte sbagliata. Ricordarlo non guasta se siamo fratelli d’Italia non per modo di dire.

3° - VENTICINQUE APRILE 1997 /// Piero Pierini, primo cittadino di Bagnone (Massa Carrara), unico sindaco tosca-no appartenente ad Alleanza Nazionale, dedica una strada ai fratelli Gramsci, il noto An-tonio (comunista) e lo sco-nosciuto Mario, che invece fu fascista.

In foto parata di camicie nere. Mario Gramsci, fratello di Antonio, aderì al fascismo arrivando a ricoprirela carica di primo segretario federale del PNF di Varese

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Qui 30 Aprile 2013 Sport 9

E’ la forza del gruppo, grazie anche a una terna consolida-ta di tecnici - Ettore Marco-vecchio, Maria Luisa Chec-chia e Caterina De Marinis -, a regalare alla BCC San Ga-briele Vasto Volley un altro trofeo con la conquista del titolo regionale Under 16. Il presidente del sodalizio va-stese, fratel Michele Ciaffi, particolarmente soddisfatto per l’ennesimo traguardo, sta avendo qualche proble-ma perché non sa più dove collocare i tanti trofei che le sue atlete continuano a vin-cere. Scherzi a parte, l’Un-der 16 si è laureata campio-ne regionale nella final four di Pratola Peligna, dopo aver battuto in semifinale l’Anto-niana Pescara per 3-0 e, con lo stesso punteggio, le pa-drone di casa in finale. In so-cietà rimarcano che, mentre Antoniana Pescara e Pratola Peligna hanno utilizzato atle-te di più società, la BCC San Gabriele è scesa in campo con ragazze esclusivamente

del proprio vivaio.L’11 e il 12 maggio, a Ter-moli, ci sarà la fase interre-gionale con il Nola, il Mar-sciano e il Termoli, con la squadra campana e quella umbra date per favorite, ma Gaia Genovesi e compagne hanno tutte le intenzioni di non fermarsi proprio ora. Le vastesi sono arrivate a lau-rearsi campionesse regionali dopo aver conquistato il ti-tolo provinciale in una finale ‘in famiglia’, contro la forma-zione B della stessa società.

Ora tocca alle ragazze Under 14 eguagliare le compagne

San Gabriele Volley

conQuIstato Il tItolo reGIonale under 16

Si chiude con un pareggio in trasferta il campionato della Vastese Calcio 1902, già promossa con due giornate d’anticipo: 2-2 il risultato con la Val di Sangro grazie alla doppietta di Aquino (9’ primo tempo e 36’ secondo tempo)

che porta a venti le reti personali in questa stagione. C’è da dire che i sangrini si sono portati in vantaggio per due volte, dopo 3’ di gioco con Giannico e al 16’ della ripresa, sempre con Giannico ma su calcio di rigore. Nei tre mesi di guida tecnica

affidata all’allenatore Nicola Di Santo, la Vastese Calcio 1902, che ha chiuso il campionato con 76 punti in classifica del girone B, ha collezionato dieci vittorie e due pareggi.

M.D.P.

Di seguito i nomi delle neo campionesse: Gaia Genovesi, Maria Vittoria De Lena, Mar-tina Di Santo, Bibiana Mo-scariello, Claudia Celenza, Alessandra Di Tizio, Caroli-na Bologna, Rossella Cucca-ro, Chiara Addona, Camilla Fiorillo, Claudia Scampoli e Giada Russo.La BCC San Gabriele sarà nuovamente impegnata per il titolo regionale, ma con la squadra Under 14.

Michele Del Piano

la Vastese chiude il torneo con un pareggioE’ il secondo della gestione di Nicola Di Santo

VaSTeSe CalCio 1902

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E’ calato il sipario sulla stagio-ne regolare del campionato di Eccellenza che, dopo aver de-cretato la promozione del Sul-mona, non vedrà la disputa dei play off regionali, quindi il Cit-tà di Giulianova, vice capolista con 67 punti, battendo (2-1) il Casalincontrada, accede di-rettamente ai play off nazionali grazie ai dieci punti di distacco dall’inseguitrice Montorio (57). Si conferma al quarto posto il San Salvo (53) di mister Precali che, sconfitto dal Pineto per 3-2, deve mordersi le dita perché, specialmente nelle ultime due giornate, ha buttato alle ortiche quanto di buono fatto vedere da qualche mese a questa parte, al punto da far sentire il proprio

fiato al Giulianova che ha avu-to la certezza di non affrontare la fase regionale solo all’ultima giornata. Le reti biancazzurre portano la firma di Marinelli.Chiude la stagione con una sconfitta, 4-0 con il Miglianico, anche il Vasto Marina dell’alle-

Il Vasto marIna chIude la staGIone con una sconfIttaPer il San Salvo, che perde con il Pineto, niente play off

30 Aprile 2013Sport10CalCio eCCellenza

NON PASSA IL BENEVENTOVaSTo baSkeT 73 - pallaCaneSTro beneVenTo 61

Con il secondo posto consolidato da qualche tempo nel girone G, la BCC Vasto Basket chiude la stagio-ne regolare battendo, al PalaBCC, la Pallacanestro Benevento per 73-61. Al palazzetto di Via dei Conti Ric-

ci, dunque, non passano neppure i campani che non avevano più nulla da chiedere al campionato naziona-le DNC. Archiviata questa vittoria, ora i biancorossi di coach Sandro Di Salvatore sono chiamati ad affronta-

natore Antonaci che ha raggiun-to la salvezza domenica scorsa, con un turno d’anticipo. I bian-corossi si piazzano all’ottavo posto in classifica, con 44 punti, insieme a Casalincontrada, Civi-tella Roveto e Francavilla. MDP

re i play off promozione con i quarti di finale: l’avversario è la Bls Lan-ciano che sarà a Vasto sabato o domenica (si attende la decisio-ne della Federazione), con la prima sfida. MDP

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