Qui ho posto il cuore agosto 2014
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Ogni tanto, al mio indirizzo internet,
giungono mail di intrepidi paladini del-
la fede, difensori della chiesa, propu-
gnatori della purezza dottrinale, scan-
dalizzati da qualche dialogo teologico
in corso, che denunciano scivoloni ere-
tici ad ogni parola
che suoni storta ai
loro orecchi. Cosa
dovuta, a me pare,
non tanto alla ca-
rente ortodossia
dei dialoganti, qua-
nto all’abissale i-
gnoranza dei criti-
canti.
Non ne possia-
mo più di pacchiani
monumenti d’igno-
ranza (anche in te-
levisione, anche sui
giornali) – eretti,
non si sa bene da
chi, a profeti
dell’ultima verità
corrente - che pre-
tendono di disqui-
sire di tutto e che
nel filone religione/
chiesa hanno trova-
to un’ot-tima vena
per fare scoop e
intascare soldi a palate.
E non ne possiamo più neppure di
tanti cristiani bambolette-non-cresciute
e messaggio-dipendenti (che fanno ma-
gistralmente il gioco dei sopra detti
pseudo-profeti), bolliti come gnocchi
nell’acqua dell’ultimo grido fondamen-
talista a difesa della dottrina “vera”.
È una pena leggere quelle mail arzi-
gogolate, che intentano processi ad
intenzioni e identità personali. Ad ogni
costo vogliono analizzare, tagliare, rim-
brottare, minacciare, invocare scomuni-
che; richiamare all'ortodossia per ogni
parola che non sia
secundum quid, at-
tendere al varco il
deflagare dello scan-
dalo di turno, stare
all'erta per deviazioni
nascenti; fare pelo e
contropelo, esercitar-
si al poligono di tiro,
catalogare buoni e
cattivi; cercar per for-
za litigio e scisma
nelle domande che
qualcuno pone sul
paragrafo tale del
codice canonico…
Immancabilmente,
poi, forse a sottoline-
are la necessità di
purezza ed ingenuità,
esse si appellano alla
"piccola” santa
“Teresina” ed alla sua
"piccola via"… che
ormai tutti sanno es-
sere un falso, una
pura invenzione delle amate sorelle di
Teresa. Ma quale piccola! Quella era un
gigante di pensiero e di sofferenza
(anche a causa di certa chiesa!) proprio
perché aveva le idee chiare ed un amo-
re adulto e sconfinato per questa Chie-
sa "meretrix" e "casta", e sempre nostra
madre.
Le teste pensanti non amano l’analisi logica
S O M M A R I O :
Editoriale 1
Il mio grazie a
Padre Monti
2
Luigi M. Monti
e dintorni
3
Una preghiera
per…
4
Preghiere per
le vocazioni
4
Con Maria,
come Maria
5
Parole mon-
tiane
5
Glossolalie 6
Vita di Fami-
glia
7-8
Parole e fuoco 8
Forse non
tutti sapevate
9
I Vostri mes-
saggi
10
La Porta aper-
ta
11
Riconoscere
vocazioni
12
Tracce per
una lettera da
Saronno
13
La Giovinezza
dei vecchi
14
Giocando con
Dio
15
D A T A
Notiziario del Santuario del Beato Luigi Maria Monti
Anno III n. 28 - AGOSTO 2014
SANTUARIO DEL BEATO LUIGI MARIA MONTI—SARONNO Via A. Legnani, 4 - 21047 - Saronno (VA) 02 96 702 105 02 96 703 437
e-mail: [email protected] sito web: www.padremonti.org C.F.: 93054190892
Conto corrente bancario intestato a: Istituto Padre Monti EUR IBAN: IT 88 Z 08374 50520 000008802348 - BIC (da estero) ICRA IT RR AE 0
presso BANCA DI CREDITO COOPERATIVO DI BARLASSINA – Filiale di SARONNO Causale: Offerte pro-Santuario o Sante Messe
di Aurelio Mozzetta
L’Ed
itoriale
Segue a pag. 2
P A G I N A 2 qui ho posto il cuore
A N N O I I I , N U M E R O 2 8 – A G O S T O 2 0 1 4
Le teste pensanti non amano l’analisi logica Non si diventa dotto-
ri della Chiesa raccon-
tando barzellette pulite
per chierichetti innocen-
ti.
Mi chiedo sempre se
quella gente non abbia
altro da fare.
Che un uomo di chie-
sa, un prete o un vesco-
vo, esprima idee pro-
prie, vivaddio! Non è
costretto a vendersi il
cervello all'ammasso:
non c'era scritto, que-
sto, nelle promesse fat-
te il giorno dell'ordina-
zione.
Avendo professato
obbedienza alla Chiesa,
in piena sintonia con
essa, noi affermiamo
che una testa pensante
è preferibile mille volte
a qualunque opzione
pecoreccia, per quanto
suadente questa sia.
Nella biografia di
papa Francesco di Evan-
gelina Himitian
(Francesco, il Papa della
gente) trovo scritto: …è
l’epoca del pensiero de-
bole. E se giunge una
parola saggia, cioè se
qualcuno incarna la sfi-
da della grandezza an-
che a costo di non poter
realizzare gran parte
dei nostri desideri,
allora la nostra me-
diocrità non si placa
finché non l’avrà fat-
to precipitare. Vengo-
no gettati dalla rupe
eroi nazionali, uomini
illustri, artisti, scien-
ziati o semplicemente
coloro il cui pensiero
va oltre l’incosciente
retorica dominante.
Terribile! Terribile
davvero.
Anche in un perio-
do debole, però, esi-
stono uomini pensan-
ti! Gli spiriti liberi fan-
no bello il mondo. E
forse conviene ricor-
dare che lo Spirito di
Dio è libertà, dove c’è
lo Spirito c’è libertà
(2Cor 3,17) e, pertan-
to, tutto ciò che non
sia libero e non doni
libertà non è cristiano
e non è secondo Dio.
Malgrado questa
sia dottrina di Paolo,
se dovesse suonare
troppo libertaria, le
affiancherei un altro
suo passo: se qualcu-
no ha il gusto della
contestazione, noi
non abbiamo questa
consuetudine e nean-
che le Chiese di Dio
(1Cor 11,16). Non è il
gusto di dare addosso
che ci guida, ma
l’amore alla verità.
Paolo fa quel-
l’affermazione nel chie-
dere il rispetto delle
“sane tradizioni” in me-
rito all’uso del velo per
le donne nell’assemblea
liturgica; tema-simbolo
di una precisa mentalità
molto datata, che per i
nostri parametri cultura-
li è del tutto irrilevante
oltre che stonato. A Dio
i riti non servono e non
interessano affatto. Ma
il problema non è que-
sto. Il problema è avere
testa e cuore liberi.
Penso ad A. che mi scri-
ve: la rassegna stampa
che ascolto ogni mattina
in radio mi fa venire
mal di stomaco. Ecco.
Vorrei poter rispondere:
hai ragione! La nostra
lotta per un’atmosfera
p u l i t a c o m i n c i a
dall’indignazione contro
chiunque, di qualunque
credo, inquini la cultura
che respiriamo.
Aurelio Mozzetta
>>> segue dalla
prima pagina
Caro padre, ho sentito parlare di te
per la prima volta oggi e ciò che ho
sentito e visto mi ha incantato. So-
no ammirata da questo posto così
bello e sereno. E gli amici che mi
han portato qui mi dicono che tu
sei un meraviglioso padre. Sto se-
guendo un cammino di fede ed ho
bisogno di forza per continuare a
sperare nella vita che mi resta. Farai
parte dei miei pensieri e ti chiederò
aiuto nelle mie preghiere. Grazie.
Loredana
Il mio
Grazie a
Padre
Monti
Farai parte di me
P A G I N A 3
La Tomba del Beato
Monti nella Cripta del
Santuario di Saronno
La visita di Pio
IX° all’Ospedale
di Santo Spirito
del 21 Ottobre
1858 aveva,
come detto,
portato una
ventata di
serenità ai frati
“Concettini”.
Tuttavia non
tutto si
aggiusta con
un gesto, per
quanto
importante,
come quello
del Papa. Luigi
è ora costretto
ad affrontare
difficoltà che
toccano
direttamente la
sua persona.
qui ho posto il cuore
Luigi
Maria e
dintorni
Lasciare e continuare Una storia da “gattopardo” o d’amore
La visita di Pio IX°
all’Ospedale di Santo Spi-
rito del 21 Ottobre 1858
aveva, come detto, porta-
to una ventata di serenità
ai frati “Concettini”. Tut-
tavia non tutto si aggiu-
sta con un gesto, per
quanto importante, come
quello del Papa. Luigi è
ora costretto ad affronta-
re difficoltà che toccano
direttamente la sua per-
sona.
I fatti: Il commendato-
re Narducci, richiamato
dal Papa per il suo atteg-
giamento duro nei con-
fronti dei Concettini, in-
tende collaborare con
loro con più attenzione.
Tuttavia non tollera la
presenza del Superiore di
quel gruppo, fratel Crispi-
no, perché troppo legato
ai Frati Cappuccini.
Occorrono nuove
elezioni. Viene no-
minato così, a mag-
gioranza, Luigi Mon-
ti.
La scelta era la
più logica, infatti,
tutti riconoscevano
le doti organizzative
di Luigi, unite alla
sua forte spirituali-
tà. Inoltre con lui
andavano consoli-
dandosi le novità a
suo tempo presenta-
te dal Pezzini.
La scelta più a-
datta. Già, ma non
la più gradita. Era,
infatti, ben noto il
motivo che lo aveva
spinto a Roma: la
fondazione di un
nuovo Istituto di
Frati infermieri. E
questo non era ciò
che desideravano i frati
Cappuccini. Luigi è dun-
que nel dilemma: se ac-
cetta, si inimica il padre
spirituale, Padre Angelo
dal Tufo, e con lui i Supe-
riori dell’Ordine; se rifiu-
ta, ora che iniziano le
pratiche per l’autonomia
e il riconoscimento giuri-
dico dell’Istituto corrono
il rischio di infossarsi. È
nota, infatti, la propensio-
ne della Chiesa “di andare
coi piedi di piombo”: al
comparire di qualche in-
certezza, per non sbaglia-
re, essa cestina.
Alla fine, il Monti deci-
de di chiedere che si ripe-
tano le elezioni, rinun-
ciando per amore
dell’Istituto alla propria
nomina.
È opportunismo oppu-
re amore?
Credo che Luigi
sapesse bene a cosa
rinunciava, e quali
conseguenze il suo
gesto avrebbe avuto.
L’Amore verso
l’Istituto sarà, però, la
costante di tutta la
sua vita, non importa
quale sacrificio esso
avrebbe comportato.
Da uomo intelligente,
capisce che gli occhi
dei superiori sono
puntati su di lui, e la
sua creatura, l’Istituto,
è in pericolo.
Si sacrifica. Aiuta la
nomina di fratel Bona-
ventura. Quest’uomo,
privo d’esperienza
della vita religiosa, ha
il delicato compito di
dare identità giuridica
all’Istituto.
Mi domando
sei io sarei
stato capace
di un simile
gesto d’amore
come quello
di Luigi. Non
credo, data la
mia fragilità!
Questi fatti mi
fanno tuttavia
capire che
molte cose il
Beato Luigi
Monti me le
può insegnare
con il suo e-
sempio, con la
sua passione,
con il suo a-
more.
Non temere.
Marco
A N N O I I I , N U M E R O 2 8 – A G O S T O 2 0 1 4
P A G I N A 4
Una
preghiera
per...
qui ho posto il cuore
PER CHI NE HA BISOGNO: - S. e la sua famiglia, che
lottano contro la povertà
estrema.
PER I GIOVANI: - per tutti i GIOVANI CON-
FRATELLI, provenienti da 9
diverse nazioni, che hanno
trascorso un periodo di vita comune nella nostra Casa di
Saronno, molti di essi per la prima volta, venendo a con-
tatto diretto con i luoghi del Padre Monti. Li guidi e li
sostenga, il nostro padre, nel
loro cammino.
PER GLI AMMALATI: il
beato Monti interceda per
loro: - Carla, Manuel e Marco:
possano trovare risposte e soluzioni efficaci nella loro
malattia.
- i suoceri di C., i quali
hanno seri problemi di salu-te che coinvolgono l’intera
pace a un uomo giusto, buo-
no e saggio.
- IDA, 74 anni, la mam-
ma di Lorella, morta il 3
luglio scorso.
.
Sacerdoti innamorati di Te, Signore Preghiera
per le
vocazioni
Inviateci le vs. intenzioni di preghiera a: [email protected]
“La preghiera, figli e fratelli miei carissimi, apre il tesoro del cuore di Dio”. Padre Monti
famiglia. Il sostegno di tutti renda la loro vita più serena
possibile.
PER CHI SOFFRE: - Confido che papà non
partirà per il Cielo prima del
mio arrivo. Prega per noi, so-prattutto per mamma, perché
è quella che soffre di più. Io mi sento serena,
sempre nella certezza che
nulla va per-duto e che il
Signore guida ogni cosa
secondo la Sua Volontà,
volontà di un Padre che ci
ama.
PER I DE-
FUNTI: - EZIO, marito
di Carla, morto l’8 luglio scor-
so. Il Signore doni riposo e
Signore, dacci santi sacerdoti:
uomini generosi,
disposti a perdere tutto pur di trovare Te
e rispondere alla tua chiamata;
uomini in continuo dialogo con il Tuo Cuore,
e come Te capaci di ascolto,
di comprensione e d’amore gratuito.
Capaci di soffrire con chi soffre
e di gioire con chi gioisce.
Dacci, Signore,
sacerdoti sinceramente innamorati di Te e della Chiesa,
instancabili dispensatori della Parola,
che diffondano il profumo della tua misericordia,
della tua bontà e della tua gioia …
e sappiano attirare a Te molti cuori!
PENELOPE PITTI
A N N O I I I , N U M E R O 2 8 – A G O S T O 2 0 1 4
P A G I N A 5
Durante gli esercizi spiri-
tuali in preparazione alla
vestizione religiosa
(dicembre 1852), il giovane
Luigi Monti lascerà, tra le
sue meditazioni spirituali,
quello che possiamo consi-
derare il vademecum della
sua consacrazione a Dio, un
atto d’affidamento che co-
stituisce un vero percorso
vocazionale, un vero testa-
mento e che rappresenta il
primo testo da cui possia-
mo comprendere la sua for-
tissima devozione mariana:
“Oh, Madre mia SS.ma, de-
gnatevi a me vostro inde-
gno figlio, d’un vostro beni-
gno sguardo: io, ho posto
in Gesù vostro divin figlio,
tutte le mie speranze, e bra-
me pel mio destino! Mam-
ma, Mamma, per mezzo
Vostro, spero il mio felice
esito: per mezzo Vostro, in
Gesù io spero tutto, o dol-
cissima mia Madre! Mater
Sanctae spei! Ave, ave spes
nostra, salve”.
In questa sentita dichiara-
zione d’amore, Monti affer-
ma anzitutto il fortissimo
sentimento filiale che nutre
per Maria, considerata co-
me sua Madre. Si tratta di
una relazione personalissi-
ma, che si fonda sulla gra-
tuità e sul dono, poiché
poggia sulla consapevolez-
za che egli ha dell’indegnità
umana di riconoscersi Figlio
di Maria. Come per Maria
nella concezione immacola-
ta, nell’annunciazione e
nella sequela del Figlio e
come per ogni relazione
con il prossimo, la gratuità
è condizione necessaria,
perché quella data realtà e
la partecipazione dell’uomo
siano possibili.
E così, nella stessa linea
di indegnità, umiltà e gra-
tuità, Monti si rivolge a Ma-
ria come a sua Madre, anzi
Mamma, sapendo che sotto
il suo “benigno sguardo”
avrà l’aiuto necessario per
lavorare nella vigna del Fi-
glio. L’umiltà è allora consa-
pevolezza del gratuito, vale
a dire di ciò che non dipen-
de da diritti e doveri, non
emana da forza e potere, ed
è sinonimo di inutilità e
debolezza.
L’affidamento a Maria
non ha però la fine in Lei,
ma in Cristo, centro della
fede di Luigi Monti: la sua
speranza e il suo destino
sono in Lui, mentre la Ma-
dre, Madre della speranza e
Madre della salvezza, è il
mezzo per avvicinarsi a Ge-
sù.
Questo risponde piena-
mente alla mentalità religio-
sa e alla devozione del suo
tempo, l’Ottocento, che
“non è né il pensiero né
l’azione, ma l’intuizione e il
sentimento. Essa aspira ad
intuire l’Universo; vuole
stare a guardarlo pienamen-
te nelle sue manifestazioni
e nelle sue azioni originali;
vuole farsi penetrare e riem-
pire dei suoi immediati in-
flussi con passività infanti-
le” (F. Schleiermacher).
Questa ratifica cristocen-
trica del battesimo sarà
l’azione fondamentale che
guiderà tutta l’esperienza
spirituale e pastorale del
Beato Luigi Maria Monti.
P. Emmanuel Mvomo
Con
Maria,
come
“Oh, Madre mia
SS.ma, degnatevi
a me vostro
indegno figlio,
d’un vostro
benigno sguardo:
io, ho posto in
Gesù vostro divin
figlio, tutte le mie
speranze, e
brame pel mio
destino! Mamma,
Mamma, per
mezzo Vostro,
spero il mio felice
esito: per mezzo
Vostro, in Gesù io
spero tutto, o
dolcissima mia
Madre! Mater
Sanctae spei! Ave,
ave spes nostra,
salve”.
qui ho posto il cuore
Con la Grazia Vostra Mio Dio! Voglio con la grazia vostra incominciare a-
desso a servirvi fedelmente. Divino mio Gesù, date-
mi la grazia di corrispondere alla tanta bontà che
avete avuto in sopportarmi fin d’esso con tante mie
miserie: sì, da qui in avanti o mio Gesù vi sarò più
fedele; anzi, con la vostra grazia voglio farmi Santo;
e se a voi piace, un gran Santo.
(Luigi Monti, dicembre 1852)
Le Parole
montiane
Affidamento filiale
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P A G I N A 6
Dalle
Comunità di
Padre Monti
nel mondo
qui ho posto il cuore
Un concerto di lingue per Mama Mary.
La presenza a Lourdes di Fratelli della Congregazione, provenienti da diversi
Paesi del mondo, per dire grazie a Dio, tramite l’intercessione della Beata Vergi-
ne.
L’unità visibile della Famiglia, che si esprime intorno all’Immacolata Madre e
che in essa trova motivo per affermar-
si, rinnovarsi e fortificarsi.
Il Signore sta nel mezzo, sempre
presente laddove si esprima fraternità.
Concluso l’Anno Mariano, il cammi-
no riprende dallo Spirito, dalla fonte e
dalla grotta.
Come nel dicembre 1854, come nel
settembre 1857, come nel febbraio
1858… quando a Roma e poi a Lourdes
si fece presente il segno di Dio nella
visibile manifestazione di Maria, Imma-
colata e Madre.
Chiusura dell’Anno
Mariano a Lourdes
9-13 Luglio 2014, Si
chiude l’Anno Ma-
riano a Lourdes.
Nelle foto i religiosi
dell’Immacolata
Concezione giunti
da tutto il mondo,
gli amici, i fedeli..
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P A G I N A 7
189 anni e non li dimostra … il 24 luglio abbiamo festeggiato il 189simo compleanno del Beato Luigi Maria
Monti. Giorno prezioso e santo, portatore di benedizioni. La comunità, arricchita
dalla presenza di molti Fratelli provenienti dal pellegrinaggio a Lourdes, si è rac-
colta nella Santa Messa del mattino e poi, la sera alle ore 21, ha partecipato alla
concelebrazione a BOVISIO, paese natale del Fondatore. Il giorno anniversario
non poteva non concludersi che nel cortile della
Casa natale di Padre Monti, nell’allegra fraternità…
anche davanti ad una rinfrescante fetta di cocome-
ro. Laus tibi, Domine!
qui ho posto il cuore
Il Carisma del Beato
Luigi Maria Monti: il
Desiderio di Servire Dio
e gli Ultimi
è il titolo della tesi di baccalaureato
in Teologia del nostro Fratel Corrado
Blundo, presso la Facoltà Teologica
di Sicilia (Studio teologico San Paolo
di Catania), difesa il 20 giugno scor-
so. Auguri e lunga strada nel Signo-
re!
(nella foto, il manifesto di Feliz Cumpleaños al
Beato, dalla Familia Montiana della Provin-
cia Latinoamericana, in Argentina)
A N N O I I I , N U M E R O 2 8 – A G O S T O 2 0 1 4
P A G I N A 8
Vita di
famiglia
qui ho posto il cuore
E qui invece siamo in Africa Prima nel CAMERUN del nord-ovest, a Bamenda, dove il Fratel Al-
bert Thierry AWANA è stato ordina-
to diacono lo scorso 28 giugno…
… e poi in NIGERIA, a Enugu, do-
ve il Fratel Cyprian OBIOHA sarà
ordianto sacerdote il 9 agosto.
Insieme ad essi le locali comuni-
tà montiane e tutti i Fratelli che,
nella lode quotidiana, rendono gra-
zie al Signore per i benefici ricevu-
ti.
Parole e
fuoco
La candela Il mio candelabro
porta una sola candela.
È rimasta accesa tutta la notte,
come stella luminosa.
Si è consunta per annullare il
il buio della mia ignoranza.
È un moccolo
questa mattina.
La prossima notte
non basterà.
Aiutatemi.
… con l’impegno di parlare
bene e gettare semi di parola fecon-
di, capaci di donare
bellezza e vita; di far risor-
gere le parole per la relazione; e
anche di combattere la marea
di
grezza volgarità che vorreb-
be inondarci a unico beneficio di chi
cerca soldi e brama potere …
A N N O I I I , N U M E R O 2 8 – A G O S T O 2 0 1 4
Carità senza confini (seconda parte)
P A G I N A 9
… a spulciar
gli archivi e
rimescolar le
carte della
storia,
per sapere…
qui ho posto il cuore
UCRAINA
La carità in
campo educati-
vo: qui i ragazzi
sono persi, non
hanno riferi-
menti. Dopo la
caduta del co-
munismo son
venute meno le
istituzioni che
si occupavano
di loro. Per que-
sto la vera mis-
sione è
l’educazione a
360 gradi, che
non può essere
procrastinata
né delegata agli
enti statali.
UCRAINA - La carità in campo educativo: qui
i ragazzi sono persi, non hanno riferimenti.
Dopo la caduta del comunismo son venute
meno le istituzioni che si occupavano di loro.
Per questo la vera missione è l’educazione a
360 gradi, che non può essere procrastinata
né delegata agli enti statali. Anche la famiglia
vive una profonda crisi: gli uomini sottopaga-
ti, non lavorano e spesso sono preda
dell’alcool; le donne scappano in Europa occi-
dentale per cercare un’occupazione; restano
solo le nonne che senza aiuti non reggono il
peso d’una famiglia. Il magone viene al pen-
siero che questo non fa più notizia.
Sfilano davanti alla mente le tante situazioni
tristi che ho incontrato in questi vent’anni
devastati da decenni d’ideologia comunista
che ha lasciato in eredità l’incendio sociale e
la deflagrazione degli animi.
EccoVolodja che ha visto la madre con il
coltello piantato in pancia. Vitaljk la cui madre
drogata, ora in prigione, aveva l’abitudine di
spegnere la sigaretta sul braccio del figlio: ne
porta ancora i segni. Leonjd che doveva lavare
le siringhe per il padre che si drogava. Anton
che chiedeva l’elemosina assieme alla nonna e
mangiava solo pane: venuto da noi non sape-
va che poteva mangiare anche companatico.
Ecco Dima, dimenticato per due notti in un
bosco dalla madre, allegra ubriacona in festa e
in turpitudini con colleghi di bevute. Per caso
fu trovato da un passante fermatosi a fare i
bisogni al limitar del bosco e attratto da grida
di pianto. Il povero Dima ha ancora chiazze di
capelli bianchi per la paura vissuta. Anche
Yurii diciottenne sveglio e simpatico ha le sue
tragedie. Mi ha rivelato tra le lacrime la sua
pena tenuta a lungo nascosta: all’età di 12
anni la nonna ubriaca ubriacò pure lui e lo
costrinse a giacere a letto insieme a lei… così
egli ha scoperto l’orrore dell’amore.
L’elenco è lungo ed i protagonisti sono figli
di alcolizzati, drogati, carcerati.
Maxsim, altra storia terribile. Madre morta,
padre in carcere o forse fuggito in altra città. Il
figlio ormai cresciuto, uno dei più adulti della
casa-famiglia, si mette alla ricerca. Riesce ad
avere la chiave della soffitta aveva vissuto anni
prima. Decide di andare a vedere cosa sia ri-
masto. Agghiacciante, macabra scoperta: il
padre penzolava dal soffitto, impiccato. Il fo-
glio di spiegazione e di scuse lasciato sul ta-
volo recava la data di cinque anni prima. Il
cadavere mummificato… i vicini pensavano
che il tanfo provenisse da qualche carogna
nella zona.
Serghjei, al primo incontro, dopo un lungo
silenzio, guardandomi cupo, mi dice: “Io non
voglio bene a nessuno, nessuno ne ha mai
voluto a me”. Che dire di Taras? Ho dovuto
visitarlo alcune volte in carcere minorile e poi
perorarne la causa in tibunale. Venne assolto
per tenerezza verso questo prete straniero
che, noncurante degli errori di lingua, insiste-
va a dire al giudice che doveva assolverlo.
C’è poi il gruppo di ragazzini impegnati nel
gioco. Il parco che li ospita è vasto, ci sono
laghi, boschi, acquitrini circondati da canneti
e sterpaglie. Di fronte ad uno di essi le loro
grida festose ammutoliscono: si trovano da-
vanti un cadavere nudo. Non meno scioccante
l’incontro fatto da un confratello invitato a far
visita ad un internato statale. All’entrata
s’imbatte in alcune ragazzine che gli doman-
dano: “Quanto ci dai per ogni prestazione”? Si
sa che molte allieve di questi internati hanno i
primi rapporti con i loro cosidetti educatori, i
quali poi procurano clienti a pagamento.
Se passiamo all’altra sponda della vita, agli
anziani abbandonati alla solitudine nei sanato-
ri, che contano i giorni prima della fine. Du-
rante la prima settimana del mese non voglio-
no ricevere visite perchè, se hanno ricevuto la
pensione, cosa che non succede tutti i mesi,
se la bevono fino all’ultimo spicciolo e sono
ubriachi e intrattabili per l’intera settimana.
C’è posto per misericordia e tenerezza?
“Prendete cura specialmente degli ammalati,
dei fanciulli, dei vecchi, dei poveri”, diceva
don Bosco. La ricompensa gioiosa si riceve già
qui! Porto nel cuore quella che mi ha lasciato
Bogdan al termine dell’anno scolastico: “Non
sapevo nulla di Dio, della Madonna. L’Ave Ma-
ria che mi hai insegnato la reciterò ogni sera
per te che resterai mio amico per sempre!”.
Amare, voce del verbo servire, educare…
Amare come Dio che è amore, come Cristo
immolato per amore. Egli cammina con noi
dietro le faccende d’ogni giorno, compagno
anche nella mediocrità, nei momenti insignifi-
canti, nelle preoccupazioni grame e svogliate,
nei ripostigli grigi del nostro tempo. Egli, infa-
ticabile viandante nelle strade spesso infanga-
te della terra. Occorre scorgere la sua icona
nel cuore di ogni uomo. “Ma se non si ama, il
nome di Dio va in frantumi” (Turoldo).
Don Rino Pistellato, salesiano
(missionario in Ucraina)
A N N O I I I , N U M E R O 2 8 – A G O S T O 2 0 1 4
P A G I N A 1 0
Email e
lettere dal
mondo
Lettere alla Redazione EDITORIALE DI LUGLIO
- Ho iniziato a leggere il
numero di luglio di QPC:
bello e provocante l'edito-
riale.
- Per ora ho ritagliato solo
il tempo per l’editoriale.
“Investimento in umanità”:
bello! L’esempio di chi lo fa
davvero c’è, peccato che la
maggior parte delle perso-
ne guardi altrove. Per rea-
lizzare le inversioni, occor-
rerebbe seguirlo a frotte,
con coraggio e testa libera.
- Leggo con piacere il Bol-
lettino sempre più stimo-
lante, farcito con titoli e
colori che invitano al
“silenzio creativo”.
- Leggo sempre volentieri
i vari articoli... Anch'io so-
no stata molto contenta
della bellissima giornata
passata a Dulzago, ho go-
duto della musica molto
speciale, del commento al
salmo, come sempre molto
concreto e stimolante. Gra-
zie per tutti gli incontri
dell'anno, spero che ripren-
dano in autunno, c'è sem-
pre tanto bisogno di aiuto
per meditare!
CHIUSURA dell’ANNO MA-
RIANO
- Voglio far pervenire un
sentito ringraziamento a
Fratel Ruggero per la bellis-
sima lettera in cui ci fa ri-
flettere sul pellegrinaggio a
Lourdes, che richiama la
Roccia, la Luce, l'Acqua con
i nostri impegni. La mia
preghiera vuole accompa-
gnare i confratelli che vi si
recano per l'Anno Mariano.
Mi sento unito e mi
"sintonizzo su questo cana-
le di comunicazione spiritu-
ale", anche se non sono
presente fisicamente e vo-
glio rispondere alle parole
della Vergine "fate quello
che vi dirà". In questo peri-
odo di vacanza si pre-
parano le valigie. La
parola del Signore ci
ricorda che il modo
migliore per riposare è
quello di semplificare,
alleggerire al massimo
il bagaglio, "il fardello
per camminare spedito"
del nostro cuore, per
non paralizzare le no-
stre relazioni con tutti
ed è chiaro che così
facendo saremo in rela-
zione con Gesù e Ma-
ria. Il primo passo è
entrare tra i "piccoli",
essere piccoli significa
essere "amati", questa
certezza va "verificata"
ogni giorno e permette
al cuore riposo, a noi e
a quanti incrociano il
nostro cammino. Il no-
stro impegno potrebbe
essere quello di non
lasciar cadere nessuna
occasione per solleva-
re, consolare, incorag-
giare. Se lo facciamo
sarà un sollievo anche
per noi. Ci aprono la
strada gli ammalati e i
ragazzi più bisognosi
che avremo sempre tra
noi. p. Giuseppe Decina
- Ora che ci accingiamo
al "Passaggio a Lour-
des", momento impor-
tante che definirà la
chiusura dell’Anno Ma-
riano, vorrei sottolinea-
re la ricchezza delle
riflessioni che ci propo-
ne p. Emmanuel Mvo-
mo. Se avessimo il pia-
cere di raccogliere tutti
i contributi mensili, ne
verrebbe fuori una ric-
chezza che testimonia
la qualità della Devo-
zione Mariana che gira
tra noi. Sento di dover
ringraziare p. Emma-
nuel per quanto ci ha
dato. Davanti alla Grot-
ta di Lourdes andrà per
lui una preghiera rico-
noscente, che si tradu-
ca in tante benedizioni
per la sua persona. In
fraternità fratel Rolando
Sebastiani
ALTRO
- Ho letto l’articolo
“Giocando con Dio” che
invita a riflettere e ad
approfondire la nostra
inadeguata conoscenza
della Parola di Dio, per
arrivare ad essere in gra-
do, come S. Tommaso di
trasformare la nostra in-
credulità con una convin-
ta affermazione: "Mio
Signore e mio Dio". Pure
io recito spesso la pre-
ghiera di Focauld, ma
confesso che ciò che dico
con le labbra ancora non
corrisponde pienamente
al mio essere in grado di
abbandonarmi alla volon-
tà di Dio! Così come non
riesco, al mare o in pisci-
na, a "fare il morto" per
paura di annegare!? sil
- Tante grazie per il gior-
nale e per gli auguri per
una serena vacanza, ma
soprattutto per le pre-
ghiere per mio figlio Ivan
e per l'annuncio fatto nel
giornale. Il Signore vi be-
nedica e l'Immacolata
Concezione assieme a
Padre Monti vi protegga-
no. Serene vacanze. Gio-
vanni.
- Sto leggendo QPC. Mi
piacciono tutti gli artico-
li, ma specialmente quel-
lo del missionario in U-
crania. Ritengo quella
testimonianza molto im-
portante e da far cono-
scere: molto educativa, fa
molto riflettere oltre che
pregare con responsabili-
tà grande. Grazie.
- Molte grazie! inoltro alle
amiche, anch’esse assetate
di Parola.
Scriveteci
a
I Vostri
mess@ggi
qui ho posto il cuore
A N N O I I I , N U M E R O 2 8 – A G O S T O 2 0 1 4
P A G I N A 1 1
Ci prepariamo alla FESTA DEL BEA-
TO MONTI, con il pensiero rivolto alla
CASA:
- la Casa natale di Lui a Bovi-
sio, che la Congregazione sta
cercando di acquisire, dopo tanti
tentativi non andati in porto nel
passato;
- la Casa di Saronno, dove
egli aveva “posto il cuore”, come
punto-luce per tutta la Congrega-
zione montiana ed oggi Casa-
Madre;
- la Casa di Maria, Nazaret,
luogo di vita quotidiana, di fati-
ca, di graduale crescita “in età,
sapienza e grazia” nel nome del
Signore;
- la Casa del santuario,
“luogo di santità”, luogo dove
abita la santità dell’Altissimo,
tenda e tempio e altare;
- la Casa rappresentata da
ognuna delle presenze, delle ca-
se e delle comunità dei religiosi
montiani nel mondo.
In ognuna di esse, in modo
misterioso e fecondo, il Beato
Luigi Maria è presente e vivo.
Siete tutti invitati. Venite alla
casa, venite a casa.
Tutti sentiamoci a casa, insie-
me a Luigi e Maria, nostri Antici-
patori di cammino nel quotidia-
no andare a Dio.
qui ho posto il cuore
Luigi, Maria e la Casa Nella Casa
del Beato
Monti di Sa-
ronno si av-
verte la pre-
senza silen-
ziosa e vigo-
rosa dello
Spirito che,
da questo
luogo santo,
si diffonde
nelle Case di
Padre Monti
nel mondo
per animarle
e donare lo
Spirito di Ca-
rità montia-
no a chi le
abita e le vi-
ve nel nome
di Luigi Ma-
ria Monti.
A N N O I I I , N U M E R O 2 8 – A G O S T O 2 0 1 4
P A G I N A 1 2 qui ho posto il cuore
Caro padre,
secondo te
potrebbe essere
possibile che io
abbia trovato una
congregazione
qui, dopo così
tanti anni e tanti
tentativi fatti nel
passato? Non
farmi domande,
perché non so
rispondere. Una
cosa è certa: io
non ci credo, ma
mi sento
fortemente
attratta. Mi dico
basta, chiuso il
discorso; e non
trovo
argomentazioni
contro. Sto per
chiedere di fare
un’esperienza,
probabilmente ad
agosto, durante le
vacanze. Mi chiedo
se sono ammattita
tutt’a un tratto.
Seguirò il cuore,
ma tu prega, per
favore! Ti ripeto:
non ci credo più,
mi ero abituata
all´idea di stare
sola. Non ci credo,
eppure…
CD
Rubrica a cura dei
Cercatori di Dio
a che ora, Signore? Un gran signore un giorno uscì a cercare lavoratori per il suo campo, glie-
ne servivano cinque, vide un gruppo di gente e disse a cinque di essi: andate
al mio campo. Un lavoratore, giovane e forte, gli chiese: ed io? Abbi pazienza
– rispose il signore – magari più tardi.
- Uscì di nuovo, infatti, e ne scelse altri, secondo necessità. Il lavoratore
ancora non scelto, disse: perché non io, neanche stavolta? Perché mi serve
gente che sappia fare questo e questo e tu non lo sai fare.
- Uscì ancora verso la metà del giorno, cercò operai tra i tanti che bighello-
navano in piazza e li mandò. Il lavoratore giovane non c’era: stanco di far nul-
la sotto il sole in attesa, se n’era andato a comprarsi un gelato per rinfrescar-
si un po’. Il signore passò proprio nel momento dell’assenza di lui e l’uomo
perse la scelta. Chissà forse sarebbe stata la volta buona.
- A mezzogiorno il signore trovò la piazza vuota. Ognuno era andato a ca-
sa propria o al bar a mangiar qualcosa. Il lavoratore, che voleva un lavoro ad
ogni costo, ingoiò in fretta due bocconi, tornò di corsa alla piazza, ma non
trovò nessuno. Solo il caldo silenzio. Le cicale accompagnavano in sottofondo
lo scorrere dell’acqua della fonte.
- Il signore uscì ancora verso le due, gli servivano sguatteri e lavapiatti ca-
paci di sistemare cucina e sala per un banchetto di nozze. Il lavoratore in at-
tesa disse: questo non fa per me, io m’aspetto ben altro!… non rispose
all’appello e anche questa volta non fu chiamato.
- Uscì per l’ennesima volta a mezzo pomeriggio, ne chiamò ancora diversi
e li inviò. Una volta fatto, guardò in giro e vide dietro l’angolo il lavoratore
affranto, seduto per terra, gli occhi persi e la testa fra le mani… Neppure
s’era accorto della nuova venuta del signore. Era talmente stanco d’attendere,
che aveva ormai perso fiducia e si stava abituando all’idea di non esser de-
gno, di restar solo, di non avere una chiamata riservata a sè. Il signore gli an-
dò vicino e poté solo toccargli leggermente la testa e sussurrare: coraggio,
tornerò ancora! L’altro neppure lo sentì.
- Era quasi sera quando il signore uscì di nuovo e stavolta andò diretta-
mente a cercare il lavoratore. Vieni, tocca a te! – gli disse – devo affidarti un
lavoro speciale, tu sei la persona adatta, prima non avrei potuto, adesso è
tempo di metterci mano, insieme a questo gruppo di amici che vedi qui attor-
no.
(Si racconta che il lavoratore esitò molto… Aveva ormai perso speranza,
vigore ed entusiasmo. Non credeva più alle parole del padrone. Riguardava
indietro la giornata persa nell’attesa e si diceva: “il tempo è passato”. Avesse
capito - o qualcuno gli avesse detto - che il suo turno sarebbe arrivato sul far
della sera, non avrebbe buttato via la giornata a smaniare per le non chiamate
e le sconfitte…
… ma queste cose, noi servi, le veniamo a conoscere sempre dopo, dato
che il padrone è lui e il campo è suo ed egli solo sa il lavoro che gli serve ora,
stasera o domani o dopo… L’errore mio e di tutti è pensare: “non è più tem-
po”, come se la vocazione andasse in menopausa!)
un servo del Signore
Riconoscere
Vocazioni
A N N O I I I , N U M E R O 2 8 – A G O S T O 2 0 1 4
P A G I N A 1 3 qui ho posto il cuore
Carissimo,
mi sono concesso un periodo di riflessione, su quanto successo in questi tre anni
di Primavera Montiana, per esprimere poi le mie impressioni.
I Salmi, parola misteriosa per la maggior parte dei fedeli, me compreso.
I Salmi, queste sconosciute preghiere che riempiono le liturgie delle ore.
I Salmi, che racchiudono i sentimenti dell’umanità verso Dio, paure, sicurezze, ri-
sentimenti, esaltazioni. Sono, senza vergogna né condizionamenti, una grande ri-
cerca dell’uomo verso il bisogno di una nostra conoscenza e un avvicinamento a
Dio.
Questo ritengo sia il risultato di quanto ho percepito nei tre anni (22 incontri) in cui
finalmente ci sono state rivelate le parti nascoste di queste grandi preghiere.
Ci giungono da un lontano passato, ma si sono dimostrate attuali e valide anche
nel nostro presente.
Come di frequente dici, non bisogna guardare chi o come esprime la Parola di Dio,
ma recepirla nel proprio essere.
La conclusione di questa avventura – lo dico non in senso dispregiativo, ma avven-
tura vera - è che nessuno avrebbe potuto pensare e forse sperare in una partecipa-
zione così numerosa e coinvolta. Con una presenza, per tutto il lungo periodo, di
solidale partecipazione e vicendevole spontaneo supporto, condivisione e preghiera
per le necessità altrui.
La conclusione di questa “Primavera Montiana”, preparata con gli hallel, si è dimo-
strata veramente un Alleluia. Per me lo Spirito ci ha dimostrato la sua potenza.
Nel terminale incontro alla Badia di Dulzago, la sorpresa era svelata.
Dopo giorni piovosi, grigi e quasi autunnali, ci siamo trovati immersi in una giorna-
ta di grande luce primaverile, con un sole splendente e felice sorpresa, la chiesa
che ci aspettava, sembrava sorta per accogliere dei salmodianti cori gregoriani.
In loro vece, durante la Celebrazione Eucaristica, abbiamo avuto
l’accompagnamento del nostro coro, quello del nostro Santuario Beato Monti… e,
come dice S. Agostino, se canti preghi due volte. Pensa quanto più se canti… bene!
Mi accusano di essere innamorato del nostro coro, ma penso che gli spetti un gra-
zie infinito per quanto ci offre. Cosa sarebbero le nostre funzioni senza la loro gra-
ditissima presenza? Guarda come ci sentiamo orfani durante le vacanze estive!
Concludo, poiché mi sono già troppo dilungato. Dulcis in fundo, Anna ed i suoi mu-
sici ci hanno allietato con sublimi melodie. L’unica cosa un po’ ostica mi è rimasta
la parte recitata, non la recita ma i contenuti. Non so capire se mi sono trovato im-
preparato o forse mi mancava uno scritto per seguirla con la lettura e una riflessio-
ne su quanto sentivo.
Grandiosa giornata, comunque e tanti e grandi partecipanti con la loro attenzione.
Ma non ti piange il cuore nel pensare di lasciare un gruppo così voglioso di parteci-
pare ad altre lectiones su argomenti da troppo tempo abbandonati?
Medita, medita… hai tutta un’estate per farlo.
Scusa l’impertinente, con vero affetto ti saluto. Gio
Tracce per
una lettera
da Saronno
CHI SCRIVE A CHI
A margine della Primavera Montiana
C’è tanta bellezza
sparsa in giro, così
tanta e così bella
che neppure ci fac-
ciamo più caso…
Diamo per scontato
che debba esserci e
non l’apprezziamo
più, non mettiamo a
fuoco il suo enorme
valore. Chi, invece,
se ne accorge, dice
grazie. Noi tutti, a
nostra volta, dob-biamo ringraziare
queste persone,
perché esse ci per-
mettono di svegliar-
ci e di vedere che
Dio sta seminando
miracoli in mezzo a
noi. Grazie a Dio, i
miracoli hanno la
faccia più ordinaria
e normale che si
possa pensare …
A N N O I I I , N U M E R O 2 8 – A G O S T O 2 0 1 4
P A G I N A 1 4 qui ho posto il cuore
La
Giovinezza
dei vecchi
Ne abbiamo
dieci e più
invecchiamo,
più vorremmo
averli ospiti,
dal momento
che non siamo
più in grado di
raggiungerli
noi e ci manca-
no: come ci
mancano!
Nipoti Ne abbiamo dieci e più invecchiamo, più vorremmo averli ospiti, dal mo-
mento che non siamo più in grado di raggiungerli noi e ci mancano: come ci
mancano!
Anni fa bastava che il nonno preparasse in cucina qualche specialità e tutti
erano attirati dal profumo di manicaretti allettanti. La nonna era utile per aiu-
tare nei compiti: anche se vecchia, una maestra esercita ancora un fascino per
i piccoli che pendono dalle sue labbra, se tra un esercizio di aritmetica e il ri-
passo di una pagina di storia, inframezza favole o miti che si prestano
per fare loro interpretare ruoli di eroi o di principesse…
Ora sono grandi: i maggiori magari sono a dieta o hanno scoperto che
da McDonalds, con gli amici, è più divertente mangiar pizza; i loro im-
pegni scolastici necessitano, se proprio sono in difficoltà, di specialisti
in grado di offrire un aiuto più competente per le diverse discipline nel-
le quali quasi tutti, per fortuna, eccellono!
Forse l'esca per attirarli potrebbero essere generose mance, ma i nonni,
sempre più ricchi di amore, sono benestanti solo a Natale, quando mettono a
loro disposizione la tredicesima della pensione… e poi ritengono umiliante
essere eventualmente visitati, per il fruscio di banconote: non si compera l'af-
fetto!
I due minori, sollecitati dai genitori che hanno tanti impegni di lavoro, qual-
che volta arrivano per i compiti delle vacanze che sono obbligatori e devono
essere sbrigati nelle sempre più brevi ore libere. I preparativi da parte nostra,
come da copione, sempre gli stessi: ci si preoccupa di avere in casa le meren-
dine alle quali sono abituati; meglio ancora se il nonno si cimenta in qualche
ricetta salutare, di quelle che ricreano un'atmosfera proustiana dal sapor di
prima infanzia.
La nonna ha imparato a usare il computer e li fa sentire importanti, perché
loro sono più abili di lei tecnologicamente e dispensano suggerimenti prezio-
si, disposta come è lei, ad ascoltarli.
Questi piccoli rimangono, comunque, un libro aperto e sono pronti a raccon-
tarsi: la nonna si abbevera dei loro discorsi, pronta ad interventi limitati, ma
ancora apprezzabili.
Semi di saggezza? Mah...
Ieri è arrivato improvvisamente F., quinta elementare e una gran voglia di
scuola media. F. è una macchina instancabile d’idee e di progetti, ogni tanto
va frenato, perché, a casa, poi vorranno vedere quante pagine ha completato
nel pomeriggio.
Ieri era lunedì e il nipotino, tra l'altro, aveva domande da porre relative alle
letture della Messa festiva: non aveva ben capito l'episodio dell'Arca di Noè e
si chiedeva (e mi chiedeva) se è giusto pensare che Dio si penta di avere crea-
to uomini cattivi.
Non mi par vero di perdere tempo per scoprire insieme il significato del
racconto!
Il dialogo serrato ci prende e le conclusioni le tira lui. Dice: “Nonna, ma
non esiste per noi un Dio che si pente; sarebbe il Signore del Bene, ma
anche del Male”.
Lo bacerei, se non fosse per lui imbarazzante: il mio piccolo teologo in
erba, capace di sbarazzarsi di dubbi inquinanti!
Perché i nipoti ci sono concessi così poco? Ci sarebbero vantaggio ed ar-
ricchimento reciproco molto più importanti del saper utilizzare le equiva-
lenze in un problema nel quale si chiede quante piastrelle occorrono per rifare
il pavimento del bagno.
Mentre se ne va F. dice: “Lo so che oggi non mi dai la mancia, ma non è
importante, posso aspettare!”.
Anch'io. Anche con le lacrime agli occhi. SIL
A N N O I I I , N U M E R O 2 8 – A G O S T O 2 0 1 4
P A G I N A 1 5 qui ho posto il cuore
Giocando
con Dio
Le domande che
sempre ci facciamo
ed alle quali non
troviamo risposta
di Raffaele Greco
L’evangelizzazione Da duemila anni, dal giorno della
prima Pentecoste, si parla di evange-
lizzazione, consistente, come noto,
nella duplice attività dei cristiani di
annunciare al mondo la buona novel-
la (euangelizein) e di adeguarla allo
spirito di vita secondo il Vangelo di
Gesù Cristo.
Evangelizzare, però, è semplice-
mente ”annunciare”?
Certamente no. Prima di comuni-
care, infatti, due importanti azioni si
presentano alla vita del cristiano:
conoscere ciò che si comunica e, so-
prattutto, credere in ciò che si comu-
nica.
E così torniamo al problema della
“fede”, che, spesso, parlando di
Chiesa, di Gesù, di Dio, diamo per
scontato.
Cosa è veramente credere?
Secondo il mio modesto parere,
credere è sentire Dio in noi, avvertire
la Sua presenza in ogni atto, in ogni
pensiero, in ogni decisione della no-
stra vita.
È, quindi, la fede ad annunciare la
buona novella.
Quella stessa fede che Dio - gio-
cando? - chiese ad Abramo, il quale
fu pronto a immolare il proprio fi-
glio, non perché glielo chiedeva il
suo SuperCreatore, ma perché pos-
sedeva una superfede in Lui.
È sempre la stessa fede, in realtà
alquanto tiepida, degli apostoli, che
Dio-Gesù volle scuotere, dormendo
durante la tempesta, quasi un gioco:
Perché avete paura? Non avete anco-
ra fede?
E cosa sono i “miracoli” di ieri e di
oggi, se non un magnifico gioco sul-
la tenuta della fede, a cominciare dal
super-miracolo dell’incarnazione e
della stessa resurrezione?
Evangelizzare, allora, è essere e
vivere con Dio, ben più che parlare,
comunicare, stare. È partecipare al
Suo gioco, iniziato tanto tempo fa,
quando Egli sfidò i nostri due proge-
nitori con l’albero del bene e del ma-
le, origine dei nostri guai.
Fabrice Hadjadj, nel libro “Come
parlare di Dio oggi?”, commenta con
magistrale intuizione le parole di
Paolo davanti all’Areopago, che e-
splicitamente afferma: Dio non è lon-
tano da ciascuno di noi. In Lui, infat-
ti, noi viviamo, ci muoviamo ed esi-
stiamo (At 17,27-28).
Possiamo perciò parla-
re a qualcuno di Dio sol-
tanto se siamo capaci di
riconoscere in che cosa
egli stesso lo adora già
nell’oscurità della propria
anima.
È questo il modo di
evangelizzare?
A N N O I I I , N U M E R O 2 8 – A G O S T O 2 0 1 4
Nel Cuore della Carità Montiana
QUI HO POSTO IL CUORE
Direttore: Saverio Clementi. Redazione: Aurelio Mozzetta, Raffaele Mugione
Hanno collaborato per questo numero:
Aurelio Mozzetta, Penelope Pitti, Marco Perfetti, P. Emanuel Mvomo, Loredana,
P. Giuseppe Decina, Fr. Rolando Sebastiani, don Rino Pistellato, Sil, Giovanni Pre-
moli, I cercatori di Dio, Raffaele Greco, Raffaele Mugione.
Direzione: Via San Giacomo, 5
21047 – Saronno (VA) : 02 96 702 105 : 02 96 703 437 e-mail:
sito web: www.padremonti.org
(Nessun collaboratore percepisce compenso. Questo Notiziario è
realizzato da volontari)
Santuario del Beato Luigi Maria Monti Saronno
Orario delle Celebrazioni del Santuario
GIORNI FERIALI
6.30 Lodi del Mattino (lunedì in cripta)
7.00 Santa Messa (lunedì in cripta)
9.00 Santa Messa
18.50 Rosario e Vespro
TUTTI I GIOVEDI’
18.30 Adorazione Eucaristica per le Vocazioni
DOMENICA E FESTIVI
8.30 Lodi del Mattino
9.00 Santa Messa
19.00 Santa Messa
SACERDOTI A DISPOSIZIONE IN SANTUARIO
P. Aurelio Mozzetta, rettore P. Pierino Sosio
P. Roy Puthuvala P. Elvis Lukong
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