Qui ho posto il cuore agosto 2015

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Siamo al numero 40 di QPC. La copertura di un periodo di oltre tre anni. Il numero 40 è altamente sim- bolico. Biblicamente, esso richiama il senso del passaggio e della vita, della prova e dell’isolamento, spesso nel deserto. Nell’antichità mediorientale si pensava che il feto nell’utero non fosse vitale fino al quarantesimo giorno. Quando la gestazione arriva- va a quella data, allora si aveva l’ini- zio della nuova esistenza, il momen- to effettivo dell’emergere della vita. Il numero indicava anche i conte- nuti del momento di passaggio. Per comprenderlo, basta rifarsi alle molte volte che la Scrittura riporta spazi e tempi legati al 40: i giorni di Mosè sul Sinai (la rivelazione) e di Elia nel deserto (la scoperta di Dio); i giorni predetti da Giona per la distruzione di Ninive (il pentimento); i 40 giorni per presentare il neonato Gesù al tempio (la consacrazione) e quelli di silenzio dell’adulto Gesù nel deserto (la preparazione al ministero). Quaranta sono gli anni dell’Esodo. E dentro c’è tutto quanto detto fin qui: il passaggio, il deserto che divide e che isola, il silenzio e la Parola rive- di Aurelio Mozzetta Esodo: Speranza perenne Segue a pag 2 lata, la ricerca di Dio e l’incontro con Lui, la prova, il pentimento, la vita al suo emergere e al suo compiersi, lo sguardo in avanti… Scrive Eugenio Montale in una sua poesia: … guarda: sotto l’azzurro fitto del cielo qualche uccello di mare se ne va; né sosta mai: perché tutte le im- magini portano scritto: “più in là”! (Maestrale) Più in là. Guardare oltre il limite. Vedere la vita nella sua luce piena, pur dal buio ristretto del ventre ma- terno; scorgere la riva, nello sballot- tolare delle onde del mare; sapere che c’è un limite della sabbia, dove il deserto finisce; credere che il male tentatore sarà sconfitto dall’esube- ranza del bene; essere certi che il peccato è perdonato dalla sovrab- bondanza della grazia. Notiziario del Santuario del Beato Luigi Maria Monti - Saronno Anno IV, n°40 - Agosto 2015 ANNO DELLA VITA CONSACRATA, 30 novembre 2014 - 2 febbraio 2016 EDITORIALE Editoriale 1-2 PER...APPROFONDIRE Padre Monti e dintorni 3 Con Maria, come Maria 5 Giocando con Dio 15 PER...PREGARE Il mio “Grazie” a Padre Monti 14 Preghiera per le vocazioni 4 Una preghiera per... 4 PER...INCONTRARSI Glossolalie 6 Vita di famiglia 8-9 Lettere alla redazione 10 PER...TESTIMONIARE Riconoscere vocazioni 12 Emanuele e Bonifacio 17 PER...CONOSCERE Forse non sapevate che... 7 La porta aperta 11 PER...CONOSCERSI La Giovinezza dei vecchi 16 PER...RIFLETTERE Le parole montiane 14 Parole e fuoco 2 Tracce per una lettera da Saronno 13 SOMMARIO

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Il periodico dell'Istituto Padre Monti di Saronno, Casa Madre della Congregazione dei Figli dell'Immacolata Concezione e sede del Santuario Beato Luigi Maria Monti.

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Siamo al numero 40 di QPC. La copertura di un periodo di oltre tre anni.

Il numero 40 è altamente sim-bolico. Biblicamente, esso richiama il senso del passaggio e della vita, della prova e dell’isolamento, spesso nel deserto.

Nell’antichità mediorientale si pensava che il feto nell’utero non fosse vitale fino al quarantesimo giorno. Quando la gestazione arriva-va a quella data, allora si aveva l’ini-zio della nuova esistenza, il momen-to effettivo dell’emergere della vita.

Il numero indicava anche i conte-nuti del momento di passaggio. Per comprenderlo, basta rifarsi alle molte volte che la Scrittura riporta spazi e tempi legati al 40: i giorni di Mosè sul Sinai (la rivelazione) e di Elia nel deserto (la scoperta di Dio); i giorni predetti da Giona per la distruzione di Ninive (il pentimento); i 40 giorni per presentare il neonato Gesù al tempio (la consacrazione) e quelli di silenzio dell’adulto Gesù nel deserto (la preparazione al ministero).

Quaranta sono gli anni dell’Esodo. E dentro c’è tutto quanto detto fin qui: il passaggio, il deserto che divide e che isola, il silenzio e la Parola rive-

di Aurelio Mozzetta

Esodo: Speranza perenne

Segue a pag 2

lata, la ricerca di Dio e l’incontro con Lui, la prova, il pentimento, la vita al suo emergere e al suo compiersi, lo sguardo in avanti…

Scrive Eugenio Montale in una sua poesia:

… guarda:

sotto l’azzurro fitto

del cielo qualche uccello di mare se ne va;

né sosta mai: perché tutte le im-magini portano scritto:

“più in là”! (Maestrale)

Più in là. Guardare oltre il limite. Vedere la vita nella sua luce piena, pur dal buio ristretto del ventre ma-terno; scorgere la riva, nello sballot-tolare delle onde del mare; sapere che c’è un limite della sabbia, dove il deserto finisce; credere che il male tentatore sarà sconfitto dall’esube-ranza del bene; essere certi che il peccato è perdonato dalla sovrab-bondanza della grazia.

ANNO DELLA VITA CONSACRATA, 30 novembre 2014 - 2 febbraio 2016

Not iz iar io de l Santuar io de l Beato Lu ig i Mar ia Mont i - Saronno

Anno IV, n°40 - Agosto 2015

ANNO DELLA VITA CONSACRATA, 30 novembre 2014 - 2 febbraio 2016

EditorialEEditoriale 1-2

PER...APPROFONDIREPadre Monti e dintorni 3Con Maria, come Maria 5Giocando con Dio 15

PER...PREgAREIl mio “Grazie” a Padre Monti 14Preghiera per le vocazioni 4Una preghiera per... 4

PER... INcONtRARsIGlossolalie 6Vita di famiglia 8-9Lettere alla redazione 10

PER...tEstImONIARERiconoscere vocazioni 12Emanuele e Bonifacio 17

PER...cONOscEREForse non sapevate che... 7La porta aperta 11

PER...cONOscERsILa Giovinezza dei vecchi 16

PER...RIFlEttERELe parole montiane 14Parole e fuoco 2Tracce per una lettera da Saronno 13

sommario

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Anno IV, n° 40 - Agosto 2015

quelli che vogliono ergersi a presunti paladini (tutti e sempre donchisciot-teschi) di para-verità, scoperte negli angoli del dove fa comodo o nelle parole altisonanti di qualche improv-visato messia.

Ci ha detto Papa Benedetto che la verità è abitata dall’amore: caritas in veritate.

Il primo essenziale atto d’amore verso gli altri consiste proprio nel dire loro la verità. Soprattutto oggi, quando essa è misurata sul metro dell’apparire, della visibilità mediatica che impera e che gestisce i criteri di ciò che si deve ritenere vero.

Spacciare per vera la menzogna

e imporla con l’ideologia, facendo perno sulle minacce e la paura, è la negazione più evidente di Dio. È quello in cui costantemente si arra-batta il demonio, nell’inutile tentativo di uccidere la verità, cioè Dio stesso.

Alla fine della quarantina di giorni o di anni c’è sempre una terra pro-messa, una salvezza. C’è un “più in là” da sfidare, che ci sfida. C’è una ri-serva d’eternità, che supera il tempo. C’è l’incontro tra la speranza, vissuta durante il cammino, e la verità.

Ogni esodo è un investimento di speranza che Dio fa sull’uomo. È come se Egli rinnovasse il suo “sì” di Creatore per la propria creatura e solennemente dichiarasse di vo-ler continuare l’impegno di fiducia espresso nell’atto creativo.

Aurelio Mozzetta

L’esodo è icona di una speranza senza fine, che dice sempre “sì” a chiunque voglia guardare “più in là”. Una opportunità che nulla riesce a consumare, a intaccare, ad annullare.

C’è un sì accogliente per ognuno che sappia dire: “padre!”. E assoluta-mente non importa né la sua situa-zione di vita né il suo stato morale, se egli sia santo o peccatore, pecora saggia nel recinto del gregge o pe-cora smarrita dietro i richiami allet-tanti del fuori-porta.

Tutto questo può essere bella-mente negato solo dall’ignoranza che fa rumore e dall’alterigia di sen-tirsi dalla “parte giusta”. È soltanto la profonda ignoranza, infatti, che fa assumere il tono dommatico e che suggerisce le classificazioni e i modi del classificare. È soltanto un dio tri-bale, piccolo piccolo, che ispira la di-stinzione tra “noi buoni-eletti” e “voi cattivi-condannati”.

L’amore di Dio, al contrario, ac-coglie ognuno dei propri figli, anche il più prodigo che si possa immagina-re. Egli, infatti, ha inviato l’Amore non per condannarci, ma per salvarci (Gv 12,47).

Affermare questo è atto di sem-plice verità, contro il tentativo di

Segue da pag 1

Esodo: Speranza perenne

. . .con l ’impegno di par lare bene e gettare semi d i parola fecondi, capaci d i donare be l lezza e vita; d i far r isorgere le parole per la re lazione; e anche d i combattere la marea d i grezza volgar i tà che vorrebbe inondarci a un ico benef ic io d i ch i cerca sold i e brama potere . . .

parolE E fuoco

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flettere

Giovane madreTi osservo, g iovane mamma,mentre pul isci e coccol ituo f ig l io.

Ricordo così carezze perdutee quel sottobosco di fras iincomp iute con cu i anche tumi n innavi, madre.

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quali, sono allontanati i Cappuccini. È forse l’unico gesto davvero buono del frate, ma che gli costerà caro. Fratel Clemente era un tipo dispotico e violento - ricordiamo il suo disprezzo per il Monti - e quasi verrà alle mani con il padre spirituale dei Cappuccini; un fatto che convincerà il Papa ad allontanarlo e solo con l’intervento di Mons. Fiorani si riesce a inviarlo a Civita Castellana.

La lettera di convocazione per il capitolo spedita al Monti, e recapitata qualche giorno dopo per un disguido postale - era stata mandata a Milano anziché a Orte - permette ai suoi eterni avversari di soffiare tutto il male possibile su di lui; convocato a Roma, viene aspramente insultato dal Mons. Fiorani. Luigi teme addirittura di essere scacciato dall’Istituto.

Qui intervengono imprevedibili amici. Sono il sindaco e i sacerdoti di Orte.

Espongono in modo chiaro la loro testimonianza a favore del Monti e con loro quella del vicario sostituto del Vescovo - purtroppo appena deceduto. Tuttavia il Fiorani

dubita, non si fida. Vuole eleggere un altro fratello a capo della Casa di Orte e prepara la sua lettera di sostituzione. Commette un errore: la lettera viene consegnata nelle mani del nuovo Vescovo di Orte, mons Mignanti. Il Vescovo, ampiamente informato dal suo clero di come Luigi si comportasse, quella lettera se la tenne nel cassetto senza mai informarne il Monti.

Qualche amico fratel Luigi l’aveva conquistato: fare il bene paga.

Siamo davvero dei poveri uomini. Prendiamo, a volte, delle decisioni per noia o non voglia di approfondire, fidando del sentito dire o, peggio, per irritazione. Quando poi si è al comando, questo stile, trascina con sé, troppo spesso, dolore e sofferenze inutili. Una vera tristezza.

Per fortuna, la pazienza e la misericordia di Dio che viceversa è sempre molto attento, sistemeranno i nostri pasticci.

Non temere.

marco

Alle volte può capitare che la gente di un piccolo paese della provincia italiana riesca a dare lezioni di bontà, amicizia, stima, affetto ai personaggi importanti che stazionano nei centri di comando.

Certo è che questi mal digeriscono le sconfitte e facilmente scaricano le loro irritazioni sui soliti: generalmente quelli che lavorano in modo serio, impegnato, senza “ sponsor” influenti.

E questa situazione, viste le precedenti tribolazioni, non doveva capitare ancora al Monti? Sì, non vi siete sbagliati, è successo ancora una volta.

Il nostro Luigi è tranquillo a Orte, benvoluto dal popolo e dai suoi rappresentanti civili e religiosi. Si adopera per migliorare la situazione dei malati, prega e aiuta a pregare Dio in una sorprendente semplicità. Quasi un’oasi felice… e non volete che “satanuccio” non ne sia immensamente infastidito? Ricorre ai suoi amici di sempre: i potenti.

Nel nostro caso Mons. Fiorani. Non che il personaggio sia una cattiva persona, tutt’altro, ma come quasi tutti i capi ha come priorità la propria carriera, anche quando capisce i problemi. Nella realtà delle cose, Mons. Fiorani assumeva il compito di dirigere l’Ospedale di Santo Spirito nella vigilante presenza dei Piemontesi. La Curia Romana, sbandata dagli eventi contingenti, si legava sempre di più alla burocrazia, vista come unica àncora di certezze. Insomma un buon momento per “satanuccio”.

Grazie a questa situazione paradossale, e a una “furbata” di fratel Clemente, allora superiore generale, anche la Congregazione coglie qualche vantaggio. Vengono approvate nuove costituzioni, con le

Amici e nemici. Orbe batte Roma

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luigi m. monti E dintorni

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sua figlia ANTONIA, morta di tumore otto mesi fa, a 37 anni.

- mons. VLADIMIR Stankovic, morto a 86 anni a Zagabria, l’11 luglio scorso. Il grazie di tutti noi per la grande opera portata avanti in favore della nostra Comunità croata e per la causa di beatificazione di Fratel Bonifacio Pavletic (vedi articolo pag. 17).

- fratel ARTURO Paoli, morto la notte del 13 luglio a 102 anni, pienezza di una vita d’intensa fedeltà a Cristo e alla Chiesa (vedi articolo pag. 7).

- CORRADO, il nonno paterno del nostro Fratel Corrado Antonio Blundo, morto all’età di 83 anni.

- MARYAM Puthuvala, la mamma di P. Roy (comunità di Bovisio), morta la sera del 29 luglio.

- per il nostro confratello padre JOSEPH Montecalvo, Manila, al quale è stata diagnosticata una malattia congenita al cuore ed è stato sottoposto a delicato intervento chirurgico. Padre Monti ti è vicino, abbine certezza!

- GIANFRANCA, 56 anni, che lotta fortissimamente, al sesto ciclo di chemioterapia, contro un tumore brutto e invadente.

PER I DEFUNtI:

- LIDIA, 81 anni, morta la notte di sabato 4 luglio, dopo lunga malattia.

- don EUGENIO Foschi, morto il 25 giugno a Cesena, fratello dell’amico Italo. Era stato ordinato sacerdote nel 1950, dal 1988 era cappellano all’Ospedale Bufalini.

- i l ricordo intenso della mamma per

cHI NE HA BIsOgNO:

- una preghiera per mio nipote, che è caduto dalla moto il 3 luglio scorso, riportando una commozione cerebrale e altre gravi ferite (HG).

- per Ornella, che combatte con grosse difficoltà e si chiede se valga la pena vivere ancora. Preghiamo, perché tu possa tornare a credere in te stessa.

PER I gIOVANI:

- perchè trovino sempre dei buoni insegnanti nella loro vita.

PER cHI E’ IN AttEsA:

- ANNA e Luigi in attesa del piccolo Raffaele, loro primo figlio. Dai, ci siamo quasi…

PER I mAlAtI: I l beato monti interceda per loro

Abbi pietàStrappami, Signore,

dai falsi centri.

Soprattutto impedisci

di porre in me stesso

il mio centro.

Come possiamo

non comprendere,

una volta per tutte,

che, ad eccezione di Te,

tutto e tutti

siamo fuori da ogni centro?

(Hélder Câmara)

Inviateci le vostre intenzioni di preghiera a: quihopostoi [email protected]

“La preghiera, figli e fratelli miei carissimi,apre i l tesoro del cuore di Dio”. Padre Monti

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prEghiEra pEr lE vocazioni

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teologo, ovvero l ’Evangelista (sec VI);

- i l transito della Beata maria Vergine, attribuito a giuseppe d’Arimatea. secondo gli studiosi è, però, del IV secolo. Vi si narra che la madonna aveva chiesto al Figlio di avvertirla della morte tre giorni prima. la promessa fu mantenuta: i l secondo anno dopo l’Ascensione di gesù, maria stava pregando quando le apparve l ’angelo gabriele. teneva un ramo di palma e le disse: “Fra tre giorni sarà la tua assunzione”. la madonna convocò al capezzale giuseppe d’Arimatea e altri discepoli del signore e annunciò loro la sua morte.

guardando il rosone, ci si accorge che è consiste in un coloratissimo mosaico a vetro prezioso, che soltanto a pulirlo ci vuole la sovraintendenza dei Beni culturali… prezioso come preziosa è la storia di maria per un fedele.

I ricordi dei festeggiamenti dell ’Assunta si susseguono nella mia memoria e nel corso di tanti anni, assieme alla processione con le candele accese, alla messa sulla spiaggia durante gran parte della

notte e dei luminosissimi fuochi pirotecnici che uniscono il religioso al profano, che ne ricordano l’evento e vogliono esaltare la grandezza e la gloria di maria.

I l termine assunzione riporta alla mia memoria anche la richiesta del mio relatore, a fine università: “la consegna per la correzione della tesi sarà il prossimo 15 Agosto, anche se è giorno di festa”… con il significato e l ’augurio che alla discussione della tesi seguisse una “assunzione”, con un lavoro vero che affrancasse la mia vita di studente a tempo pieno.

la lingua italiana fa strani giochi di parole… ma questo ricordo mi riporta ogni anno, proprio nel giorno di “maria Assunta in cielo” a fare memoria di tutti i disoccupati, con lo stesso augurio del mio relatore: che i disoccupati, grazie a maria nostra madre, possano ancora una volta trovare lavoro.

lo so, c’entra poco con il significato religioso, ma è il mio personalissimo modo di pregare per tutti quell i che soffrono a causa della mancanza di lavoro.

Barbara colacchia

Nel paese in cui mi trovo c’è, nella chiesa parrocchiale, un grande rosone che troneggia sopra al portone d’ingresso, che raffigura l ’Assunzione di maria. Ogni volta che mi avvicino, ripenso al dogma di fede e alla storia che accompagna l ’assunzione al cielo della nostra cara madre.

l’Assunzione di maria afferma che, terminato il corso della vita terrena, lei fu trasferita in paradiso, con l ’anima e con il corpo, cioè fu assunta, accolta in cielo. I l dogma è stato proclamato da Pio XII i l 1 novembre 1950, anno santo, attraverso la costituzione apostolica munificentissimus Deus (incipit latino, traducibile: “Dio generosissimo”).

l’Assunzione di maria, nel pensiero teologico cattolico, sta a significare l ’anticipazione della resurrezione della carne, che per tutti gli uomini avverrà soltanto alla fine dei tempi, con il giudizio universale.

le prime indicazioni sull ’Assunzione risalgono al periodo compreso tra fine secolo IV e fine del V:

- Efrem il siro († 373) sosteneva che il corpo di maria non aveva subito corruzione dopo la morte;

- timoteo di gerusalemme (sec. IV) scriveva che la Vergine era rimasta immortale perché il cristo l ’aveva trasferita nei luoghi della sua ascensione;

- Epifanio di salamina († 403) affermava che la fine terrena di maria fu “piena di prodigio” e che quasi certamente la Vergine possedeva già con la carne il regno dei cieli;

- l ’operetta siriaca Obsequia Beatae Virginis riferisce che l ’anima di maria, subito dopo la morte, si era riunita nuovamente al corpo.

tra gli scritti apocrifi dell ’epoca i più noti sono:

- la Dormizione della santa madre di Dio, attribuita a san giovanni il

Preziosa è la storia di Maria

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con maria, comE maria

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Creatività, il dono dei bambini

Da bambina vivevo a Roma. A quattro o cinque anni i miei genitori mi portarono, con i miei fratelli, a Firenze per vedere la galleria degli Uffizi.

I racconti, in famiglia, sono che io mi bloccai incantata davanti alla “Nascita di Venere” del Botticelli, tanto da procurare sorrisi di stupore alle persone che stavano visitando il museo.

Ho una lontana sensazione, un lontano ricordo: Botticelli, artista affascinante, poetico ed emozionante del Rinascimento italiano, simbolo di creatività di un periodo storico in cui la ricerca interiore esplode all’esterno nella rappresentazione del mondo tramite le arti.

Il mondo in sé, lo spettacolo della natura, l’osservazione di ogni sua forma, è nutrimento per una mente creativa.Il semplice passeggiare, osservare, è fonte d’ispirazione, perché porta a sentirci più vicini al Creato.Alexsander Calder, scultore del Novecento, racconta come una mattina osservava una corda arrotolata fissata sul

soffitto davanti ad una finestra, in sfondo da un lato della corda l’inizio di un’alba fiammeggiante e, al termine della corda, la luna che calava. Fu la prima visione di Calder dei suoi famosi Mobiles.

Joan Mirò affermava che il continuo contatto con la vita quotidiana, rumore delle ruote di legno dei carri, cavalli in campagna, grilli, alimentavano la tensione emotiva e psicologica necessaria per la sua pittura.

Tante volte Mirò ha eseguito un opera per poi buttarla, distruggerla e ricrearla daccapo: ciò che conta, per lui, non è ciò che resta, l’opera in sé, ma ciò che ha portato a creare quel determinato pezzo, quello è davvero eterno.

L’impulso creativo, dunque, più importante dell’oggetto creato, perché collegamento e contatto con l’eternità.Ritengo che creando, sprigionando la nostra creatività, ringraziamo per il dono che abbiamo ricevuto e ancor più

ci doniamo a Dio Creatore.Chi crea, sia un’idea uno scritto o un oggetto concreto, ha nel momento della creazione un totale isolamento da

tutto ciò che lo circonda.Nel momento del “creare” ogni essere umano entra nel contatto profondo con se stesso, perché in quel momento

“si ascolta”… Imparare ad ascoltare l’anima di ciascuno di noi è il modo più naturale di connettersi con il Creato e quindi con Dio.

Il termine “ispirazione” deriva da Spirito ed è la sorgente della creatività.Per Antony Gaudì, architetto geniale, in ogni opera creativa c’è Dio.Essere originali è tornare all’origine, la Creazione è opera di Dio. “La creazione continua, e il Creatore, Dio, si avvale

delle sue creature, per creare”.L’architetto Fank O’Ghery racconta che alla base del suo lavoro ci sono le letture da bambino, con suo nonno,

del Talmud e le continue domande che il testo si pone: “Perché così? Perché non altrimenti?”La sua architettura creativa, che ha sperimentato forme nuove e rivoluzionarie, nasce per lui dagli stimoli datigli da

un testo sacro, da piccolo.La creatività, come la fantasia, sono una componente innata dei bambini.Crescendo, educazione, carattere, habitat, possono portare a dei mutamenti e tendere a soffocarla, azzittirla. Ma

la creatività, proprio per la sua indole naturale, può essere ri-stimolata: la persona meno fantasiosa e più razionale, se portata a contatto con luoghi creativi, vedrà, con il tempo, il ritorno della fantasia e dello stimolo creativo.

Torniamo ai bambini… Il creativo ha una parte fanciullesca che si porta dentro… Ed i bambini non sono forse ciò che l’uomo deve prendere ad esempio per entrare nel Regno di Dio? (Alessia, del negozio di artigianato “sottosopra Idee e creatività”)

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glossolaliE: appunti, ricordi e saluti dal mondo

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... a spulciar gli archivi e rimescolar le carte della storia, per sapere...

Quel gradino che portava da Arturo...

letto e riletto, letto e poi riletto e letto ancora, quante volte?... per ritrovare lo stesso Uomo che avevo conosciuto ormai oltre 30 anni fa.

Prendo solo tre piccoli passi di quel testo:

1 ringrazio il Padre Celeste del dono delle amicizie che hanno reso ovunque lieta la mia esistenza e consolato negli inevitabili contrasti… Chiedo a tutti, parenti e amici che ho teneramente amato sulla terra, di pregare il Salvatore che mi accolga fra gli eletti.

Vi ritrovo l’Arturo tenero amante della vita e dei suoi simili, amici, fratelli e sorelle, sua passione e sua vocazione. Una vita così intensa da restare in piedi anche quando scossa da avversità e contrasti, per tutti i suoi 102 anni, senza cedere, senza venir meno, senza fuggire.

2 Se mi si chiedesse a quale Chiesa appartengo, quella cui aderisco direi, senza esitazioni, è quella del Concilio Vaticano II, è quella della Lumen Gentium, della Gaudium et Spes e confesso, senza tortuose ipocrisie, che penso che i due pontefici succeduti a Paolo VI sono incorsi nel rimprovero-lamento espresso da Gesù in Mt 16 e in Lc 12, sui “segni dei tempi”.

Vi ritrovo l’Arturo uomo di verità e parresia, senza infingimenti né tortuose ipocrisie, capace di gridare “ti amo” senza riserve e di denunciare le inadeguatezze, anche ai livelli più alti. Per tale verità, quest’uomo ha pagato durante tutta la vita, mettendo in gioco il nome e la propria pelle.

3 Ma vorrei dire a tutti coloro che mi ricordano che non dimentichino mai che il nostro luogo di nascita si professa cristiano-cattolico, ma presentemente noi facciamo parte di un sistema politico il più antievangelico immaginabile.

… io l’ho passato tante di quelle volte da averne perso il conto. Sempre sicuro di un’accoglienza talmente semplice da sembrare l’atto di un familiare, uno di casa con il quale da una vita hai relazioni d’affetto scolpite nella carne.

E da lui cercavo parola e speranza. Quando uscivo dal perdono che egli mi offriva nel sacramento, a nome di Dio, dopo la confessione delle mie magagne, tornavo a sentirmi genuino.

E quando potevo ritrovare luce e serenità nelle sue parole, di fronte a qualche problema di quelli da novanta, me ne uscivo con il cuore saltellante come giovane cerbiatto.

Era un grande, Arturo, uno che aveva davvero compreso la parola: “se non diventerete come bambini…”. Solo chi è davvero grande ha un cuore bambino! Come lo aveva lui.

Ripenso alla sua energia che pareva inesauribile, quando, davanti a decine di giovani in silenzio pressoché adorante, parlava per due ore di Gesù, senza dare né procurare segni di stanchezza.

- Ma quanti anni ha? - chiedeva l’ultimo arrivato, che lo ascoltava per la prima volta.

- Novantaquattro - rispondevamo noi (o 88 oppure 92 o anche solo 80…).

E tutti i riferimenti saltavano nella testa del richiedente, perché non gli pareva più possibile, davanti a quell’incrollabile fedeltà, giochicchiare ancora con catalogazioni del genere giovane-vecchio, antico-moderno, antiquato-aggiornato…

Arturo Paoli è morto lo scorso 13 luglio. Ho avuto tra mani il suo Testamento Spirituale. L’ho

Vi ritrovo l’Arturo profeta, scomodo come la sua opera “Camminando s’apre cammino”, e “uomo cosmico”, denuncia vivente della cultura di morte da cui siamo alluvionati, la quale si riveste anche di paludamenti cristiani, ma che è del tutto contraria a Dio e al Vangelo.

Dopo che mi ero abbondantemente nutrito, da giovane frate, dei suoi libri, quando finalmente ebbi l’occasione di conoscerlo e incontrarlo la prima volta, non stavo più nella pelle e mi dicevo: che bel dono, che grazia, che fortuna!

Oggi, dopo averglielo ripetuto tante e tante volte a tu per tu, posso dire solo una parola: grazie.

P. Aurelio

... a spulciar gli archivi e rimescolar le carte della storia, per sapere...

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forsE non sapEvatE chE... Breviario di curiosità montiane

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Questa non ce la lasciamo scappare. Il nostro amico don CORRADO MELIS, parroco a Villacidro (CA), è stato nominato dal Santo Padre nuovo VESCOVO di OZIERI (Ss). Nato nel 1963, è stato ordinato sacerdote nel 1988. Fin da molto giovane e ancora seminarista egli ha collaborato con la nostra comunità nel lavoro vocazionale e nell’organizzazione dei campi-scuola, particolarmente presso la Casa SS.ma Annunziata a Cuglieri. Ai fedeli della sua nuova Diocesi egli ha scritto: “Gesù, amore, Vangelo, gioia: quattro parole che sono certo potranno diventare la forza di tutti. Personalmente vengo a voi con il desiderio di tradurle in vita e ringrazio fin d’ora tutti per la bontà e la pazienza che vorrete riservarmi”. Il Signore ti benedica sempre e anche Padre Monti ti doni nuovi segni del suo amore paterno.

Corrado Vescovovita di famiglia

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(nell’aula magna dell’Università NSBC, a Tirana, P. Franco Sartori tiene un incontro con i giovani)

Montiani Albania 2015Il Terzo Incontro dei Giovani

Montiani d’Europa si è tenuto dal 25 al 30 luglio a TIRANA, Albania, sul tema: “Testimoni di periferia: dall’Albania al mondo”.

Il prossimo Incontro, nel 2016, si terrà in Polonia, a Radom.

Cresce la voglia di Padre Monti, che tutti noi vorremmo diffondere, come una sorta di benefica e santa “malattia” contagiosa. Ai nostri giovani un grande applauso! (vedi articolo pagina 11)

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vita di famiglia

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Taizè: attualità della vocazione religiosa

Una settimana di riflessione sull’attualità della vocazione alla vita religiosa si è tenuta a Taizé (Francia), dal 5 al 12 luglio u.s. Vi hanno partecipato 350 donne e uomini consacrati, venuti dai vari continenti, espressioni vive delle diverse chiese cristiane, cattoliche ortodosse e luterane.

Per la nostra Congregazione erano presenti nove Fratelli: Ruggero, Saiju, Michel-Angel, Anish, Ajo, Valentine, Jorge, Gilbert e Corrado.

L’incontro è stato da tutti considerato una notevole opportunità per valorizzare e stimare la comune vocazione alla fraternità nel nome di Gesù.

La Comunità monastica ecumenica di Taizé fu fondata settant’anni fa da fratel Roger Schutz. Ogni anno migliaia di giovani si recano nel paesino francese, per un tempo dedicato alla preghiera e al confronto su tematiche di vita spirituale e sociale.

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Commissione storicaUn piccolo passo avanti. Sua

Eminenza Agostino Vallini, Cardinale Vicario di Roma, ha nominato la COMMISSIONE dei Periti Storici ed Archivistici nella CAUSA di Beatificazione e Canonizzazione del Servo di Dio Fratel Ivan Bonifacio PAVLETIC, nelle persone di P. Aurelio Mozzetta (presidente), Don Zvonimir Kurečić, Sig. Giovanni Gennari.

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Anno IV, n° 40 - Agosto 2015

- Interessante l’editoriale, mi sembra proprio che tu viva con gioia e ottimismo i l tuo sacerdozio!

- Anch’io voglio ringraziarti per la bella e saporosa rivista. Condivido pienamente l’editoriale e ci fa riflettere a noi sacerdoti, religiosi e fedeli cristiani. Questa mattina nella liturgia della messa si è letto i l Vangelo dove c’è la chiamata dei dodici e ho fermata la mia attenzione al termine del vangelo “strada facendo” si tratta di camminare e lasciare cadere nel solco di ogni esistenza l’annuncio che è capace di rimetterci in piedi e ridare vigore al cammino. I dodici apostoli avevano tutti un mestiere, ma sono chiamati a guarire ogni malattia, materiale e spirituale. Allora si potrebbe essere sacerdoti, religiosi, cristiani anche bravi dal punto di vista

- Grazie. Anche qui fa un caldo da... arrostire! Ciao e grazie per i l tuo continuo ricordo.

- Grazie di tutto. Buona vacanza, se ne avrai tempo e possibi lità

- Carissimo, Ok GRAZIE: buone vacanze a te e ai cari Fratelli di Saronno.

- Grazie fratello. Apro adesso la posta e ricambio con tanto affetto. Prima delle vacanze ti vengo a trovare. Sempre bello ciò che leggo…

- QPC bellissimo. Grazie.

- Ho letto i l giornale. Sempre gradevole... Ho trovato due preghiere interessanti: posso pubblicarle sulla mia pagina FB?

Un caldo da arrostire L’Editoriale di luglio

Scriveteci a quihopostoi [email protected]

Lettere alla redazioneprofessionale, ma a che serve se non lasciamo cadere sempre i l seme della speranza. Solo così, con i l “braccio aperto che sparge semente, orientato alla terra, all’orizzonte e al cielo”, si compie la propria missione. Tanti saluti e non intristiamoci, ma sempre pieni della Parola. p. Giuseppe Decina

- Grazie per QPC di luglio, sempre gradito. La cosa che vado sempre a leggere subito è i l tuo editoriale, e stavolta leggendolo pensavo alle folle che abbiamo visto intorno a Francesco in questi giorni, e anche l ’ultima volta che sono stata in piazza San Pietro: sembra come se le persone non riescano a staccarsi da lui, e sempre mi chiedo perché... Mi pare di comprendere che sì, la sua forza è nella Parola, ed è una parola che si sente vissuta, gustata, amata. Non dico di p iù, di certo tu avresti molto da aggiungere.

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i vostri mEssaggi: e-mail e lettere dal mondo

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Questa Rubrica, LA PORTA APERTA, è messa a disposizione di tutti, e particolarmente dei CONSACRATI, per l’intero Anno della Vita Consacrata, proclamato dal Papa. Ognuno di voi èinvitato a mandarci il proprio contributo di approfondimento, riflessione, proposta, preghiera e simili.

Il Terzo Incontro dei Giovani Montiani si è tenuto dal 25 al 30 luglio 2015 in Albania, con sede presso l’Università della Congregazione a Tirana, sul tema: “Testimoni di periferia: dall’Albania al Mondo”.

L’occasione ci è stata data dalla nostra Famiglia religiosa, per riflettere sulla chiamata ad essere testimoni dell’amore di Cristo in mezzo al mondo.

Domenica 25 abbiamo riflettuto sul coraggio della testimonianza, ascoltando il Sig. Rik Prendushi, che è stato in carcere per 28 anni durante il periodo del comunismo.

Il secondo giorno ci siamo soffermati sulla realtà dei Fratelli Montiani in Albania e su una grande figura della carità del secolo scorso: la Beata Madre Teresa di Calcutta.

Dopo aver sentito il contributo dato per l’edificazione della Chiesa Cattolica durante e dopo il comunismo, ci siamo recarti nella sua casa di accoglienza per le donne bisognose, in cui lavorano le sue suore. Lì abbiamo visto e ascoltato la testimonianza del vangelo secondo il carisma della carità che Madre Teresa stessa ha lasciato alle sue suore.

Il terzo giorno è stato il culmine del nostro incontro e ci ha portato a Scutari - nel nord dell’Albania - a visitare il carcere trasformato in un convento di Suore clausra di Santa Chiara, dopo la caduta del comunismo.

Sentendo la testimonianza della Sr. Lula, che ha conoscuito le atrocità del comunismo, ci siamo tutti commossi, alcuni di noi in modo visibile e inconsolabile…

Ecco cosa hanno dovuto subire

Montiani, dall’Albania al mondo

queste persone: avevano il pane solo due volte al giorno; il latte era riservato solo per le donne in gravidanza e per i bambini di 0-1 anno; i genitori cristiani aspettavano che i bambini fossero già addormentati, prima di pregare, perché temevano che i piccoli potessero raccontarlo agli altri bambini e la cosa potesse arrivare alle orecchie delle spie del comunismo: era un reato punito severamente, con il carcere, per tutta la famiglia. Non si poteva fare nemmeno il segno della croce, pena le stesse condanne...

Abbiamo incontrato anche il vescovo di Scutari, Mons. Massafra, che ci ha parlato dei martiri della fede in Albania del XX secolo, di preti e laici portati in carcere e poi uccisi a causa della loro fede… di come i comunisti avevano di mira la classe intellettuale albanese, di cui i preti facevano parte.

L’ultimo giorno di riflessione abbiamo parlato del martirio invisibile, cioè di coloro che sono perseguitati oggi per la loro fede.

La domanda di Sr. Lula mi fa ancora riflettere: che cosa facciamo, oggi, con la nostra libertà di culto?

Durante il comunismo, insegnare a pregare ad un bambino era un pericolo per tutta la famiglia perché era un reato; fare il segno di croce, era lo stesso: noi oggi cosa facciamo con la nostra libertà?

Ritengo, dopo le riflessioni di quest’incontro, che dobbiamo essere capaci di una fede che può sopravvivere anche senza strutture… come quella del popolo albanese durante il comunismo.

Ritengo inoltre, come dice Papa Benedetto XVI, che la chiesa cresce con la testimonianza di ogni cristiano e non con le riforme.

La nostra preghiera è cambiata, di fronte a questi testimoni della fede. Che cambi anche la nostra vita, per trasformarci in testimoni della fede.

P. Elvis Lukong

Giovani religiosi montiani all’Incontro di Tirana. Da sinistra: Antonio (Guinea Equatoriale), Jorge (Argentina), Miroslaw (Polonia), Valentine (Camerun), Anish (India), Elvis (Camerun), Gilbert (Congo).

Questa Rubrica, LA PORTA APERTA, è messa a disposizione di tutti, e particolarmente dei CONSACRATI, per l’intero Anno della Vita Consacrata, proclamato dal Papa. Ognuno di voi èinvitato a mandarci il proprio contributo di approfondimento, riflessione, proposta, preghiera e simili.

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la porta apErta: incontri, ricordi e proposte di montiani vecchi e nuovi

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Anno IV, n° 40 - Agosto 2015

Sono olandese. Sono vissuta in un mondo laico e senza Dio. Ero fiera della mia vita, f ino a quando qualcosa ha smosso in me un macigno di pregiudizi e preconcetti. Delle signore italiane vennero a parlare in università agli studenti olandesi. Parlavano di Dio, di donare la vita, della missione “educazione”… Non compresi tutto allora, ma le andai a cercare dopo la conferenza e parlai a lungo con loro. Non capivo come fosse possibi le credere in un Dio crocifisso né come esse potessero descrivere una modalità di donare la vita totalmente estranea ad ogni mia idea.

Studiavo lingue in una delle più importanti e antiche università olandesi. Quelle signore tornarono poco dopo in Italia, ma avendo scambiato i nostri indirizzi, rimanemmo in contatto fino al termine dei miei anni universitari.

I l cambiamento fu lento. Trovai un prete che potesse aiutarmi; e mantenni una continua corrispondenza con quelle donne che, solo dopo capi i, erano suore “laiche”.

Mi feci battezzare, presi i sacramenti. Tutto mi affascinava di quella nuova religione… non capivo tante cose, ma con l’aiuto di quelle persone potei fare scoperte che da sola non avrei mai fatto.

Alla fine dell’università ci fu quell’invito: “Vieni a Roma a trovarci!”.

Lo senti i come un richiamo aperto e stuzzicante. Andai e non fui p iù la stessa.

Vidi come vivevano quelle “monache” laiche, capi i perché facevano quello che facevano o dicevano… erano credibi li, sì. Nella loro laicità c’era la profondità di una chiamata monastica.

Decisi di fare domanda d’entrata.

Da un mondo laico e senza Dio

Mi ritrovai affianco, nel mio stesso percorso, a tante ragazze provenienti da tutto i l mondo. Mi venne chiesto di ricominciare l’università: i l biennio di Fi losofia, poi Teologia, poi i l Biblico… non so dirvi che gioia per me è stato scoprire che quel percorso era ciò che io avevo cercato e voluto da sempre.

Mi avevano letto nel pensiero. O era stato i l pensiero di quelle suore isp irato da Dio? Quel Dio che non conoscevo, ma che stava lentamente prendendosi cura di me.

Vengo da una esperienza di ateismo, non mi è faci le credere a tutto. Sicuramente si è trattato di una scelta radicale; i l problema è che radicali sono anche le mie domande e le risposte che cerco. All’università metto in discussione tesi vecchie di millenni. I nostri professori ci dicono che la sana critica è alla base della ricerca. Faccio ricerca sì, ho sempre

fatto ricerca; ma voglio fare anche sintesi. Sintesi credibi li per me e per i l mio mondo: laddove per spiegare un predicato ci sono fiumi di libri, bisogna saper arrivare all’essenziale.

E l’essenziale io l’ho trovato. È quel Dio che mi è venuto a cercare in Olanda tramite queste consacrate, che mi hanno aperto i l cuore e la mente. Lo ringrazio di questo e chiedo a tutti una preghiera: che ciascun uomo o donna possa arrivare alla fede, a una sintesi del proprio essere in spirito di fede! Qualunque sia lo stato di vita.

Oggi io sono consacrata nel mondo, ma altri, con lo stesso spirito di fede, potrebbero entrare in congregazioni e ordini oppure semplicemente e non banalmente sposarsi e moltip licare coloro che della fede possano fare baluardo di vita.

(in foto: un gruppo di Apostole della Vita Interiore, comunità di donne consacrate nel mondo)

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riconoscErE vocazioni a cura dei cercatori di dio

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Non s’attenua la scia del dolore

CARA AMICA MIA,posso solo inginocchiarmi di fronte alla quantità e alla qualità di sofferenza

descritta nella tua lettera. Fare si lenzio. Perché dire parole può essere soltanto banale, inuti le e

perfino dannoso. Sul p iano puramente umano, nessuna parola può abbracciare così tanto

e intenso soffrire.Posso solo mettermi al tuo fianco, in si lenzio, stringere la mano e stare lì. Io so che c’è un’energia che passa attraverso vicinanza e mani strette:

anche se invisibi le e inavvertibi le, è energia umana che lavora e costruisce. Niente di magico né di miracoloso… solo umana vicinanza, umano guardare e sapere che una presenza c’è.

Poi però penso che la condivisione ha bisogno anche di parole, necessarie per quanto insufficienti.

Le prime sono quelle che rivolgo a Dio per te … perché so che tutte le nostre preghiere per gli altri sono sicurissimamente ascoltate.

Egli non dimentica né si accanisce contro alcuno dei suoi f igli. Perché dovrebbe?

Dio è affianco… siamo noi, troppo spesso come ciechi, che non lo vediamo.

Tutte le croci sono ingiuste. A chi potrei dire: la vuoi la mia?Eppure, tutte le croci sono della giusta dimensione, cioè adatte alle spalle

che le portano: Dio non prova mai al di sopra delle nostre forze, dice la Scrittura.

Io credo a questa parola e sono certo di poter portare i l mio dolore e prima o poi trovargli anche un senso; pur se molte volte, ed anche adesso, preferirei tanto scrollarmelo di dosso.

Se dovessi non crederci, vedrei sempre e solo i l dolore che provo, e finirei per innalzarlo a un punto tale da farlo diventare i l p iù grande del mondo, impossibi le da gestire. E concluderei che Dio è crudele e assurdo…

Così, senza pretesa di risolvere alcunché, ti propongo un’altra parola, quella di Dio, che nel libro della Sapienza (Sap 1,13-14) dice:

Dio non ha creato la morte e non gode per la rovina dei viventi.Egli infatti ha creato tutto per l’esistenza, le creature del mondo sono sane,in esse non c’è veleno di morte, nè gli inferi regnano sulla terra, perché la giustizia è immortale

e, un po’ più avanti, Sap 2,23-24, continua:

Sì, Dio ha creato l’uomo per l’immortalità, lo fece a immagine della propria natura.Ma la morte è entrata nel mondo per invidia del diavoloe ne fanno esperienza coloro che gli appartengono.

Ti chiederei, molto sottovoce, di rif lettere un attimo su queste parole.Non è teoria e non è tempo perso. Intanto io faccio si lenzio affianco a te.

CARO PADRE MIO, non ce la faccio più… perché

tanto soffrire? perchè così tanto e proprio a me? cosa ho fatto di male?

Dio mi vuole punire?, per cosa?, o forse s’è totalmente dimenticato di me?

Quando la scia della sofferenza non si attenua ed anzi sembra approfondirsi, da che parte posso guardare per avere un po’ di speranza? (…)

Lucia

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traccE pEr una lEttEra da saronno: chi scrive a chi

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Capire la tua semplicità

Beato Padre Monti,

dammi la forza e la grazia di capire la tua semplicità.

Aiutami a non dimenticare gli altri che sono nel bisogno.

Tieni le tue mani sopra i l mio capo.

Tu, che alla luce del Signore conosci i nostri bisogni spirituali e

materiali, prega per noi.

Grazie per tutto quanto hai fatto fin qui.

Antonio

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il mio “graziE” a padrE monti

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La casa dell’ImmacolatalE parolE montianE

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I l Superiore in quell’istante promise di adoperarsi quanto poteva per far fiorire l’Istituto: e che avendo di già concepito di fare una casa e chiesa della Immacolata Concezione, coll’intenzione, oltre i Fratelli Novizi, di tenere 24 orfanelli (d’indole buona e docile) aspiranti all’Istituto; procurando dargli i studi i e formar uomini, ossia giovini di criterio, scienza e spirito religioso.

A tale scopo i l Superiore offre £. 12 (risparmi fatti nei piccoli bisogni, in luogo di prendere i l tramvai, carrozza andando per Roma) che i l giorno 28 del medesimo, aprì un libretto alla Banca Romana; col fine di aggiungere altre somme quando l’Immacolata, e S. Giuseppe ci avrebbero provveduto. Infatti i l medesimo giorno, ebbi l’elemosina di mille franchi. La casa dell’Immacolata Concezione, fiorirà sempre, quando vi regneranno l’umiltà, la carità, e la S. purità.

(BLM, Diari, dicembre 1984)

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Conto alla rovescia

Giocare con Dio? Con Dio mica si scherza: c’è la vita eterna in gioco! Chi non l’ha preso sul serio è stato cacciato dal Paradiso Terrestre, trasformato in statua di sale, ha dovuto girovagare per il deserto per quarant’anni prima di vedere la terra promessa, se non affogare in piogge torrenziali cadute per quaranta giorni e quaranta notti. Dunque?

Lo so: ho perso un’altra volta e sta a me contare perché tu, Dio, hai deciso di giocare un’altra volta a nascondino con me. Inizio a contare e, mentre conto, novantanove, novantotto…, il mio pensiero va al mio amico malato terminale di cancro. Sono stato a trovarlo. Il suo peso si è ridotto della metà rispetto a quando stava bene in salute; poi, quasi d’un tratto, i dolori, le indagini, le analisi, i medici che dapprima non ci si raccapezzano e dopo non poco tempo giungono alla diagnosi di certezza: carcinoma prostatico, purtroppo già accompagnato da un certo numero di metastasi in altri organi. Chemioterapia, terapia del dolore, trasfusioni… Un calvario. Settantacinque, settantaquattro, settantatré, …

Giobbe era “un uomo integro e retto, timorato di Dio e lontano dal male”. Aveva sette figli e tre figlie, possedeva settemila pecore e tremila cammelli, cinquecento paia di buoi e cinquecento asine, una servitù molto numerosa. Quest’uomo era il più grande fra tutti i figli d’oriente. I suoi figli e le sue figlie amavano la bella vita, mangiavano e bevevano, si

Giocare con Dio? Con Dio mica si scherza: c’è la vita eterna in gioco! Chi non l’ha preso sul serio è stato cacciato dal Paradiso Terrestre, trasformato in statua di sale, ha dovuto girovagare per il deserto per quarant’anni prima di vedere la terra promessa, se non affogare in piogge torrenziali cadute per quaranta giorni e quaranta notti.

divertivano. Forse nel loro cuore pure, e inspiegabilmente, maledicevano Dio, ma Giobbe, personaggio anche scrupoloso, offriva sacrifici a Dio per conto loro e pensava alla loro purificazione. Satana s’inserisce tra Dio e Giobbe insinuando che questi, una volta toccato nei suoi averi, non solo non sarebbe più stato così integro e timorato, ma avrebbe fin maledetto Dio. Dio permette pertanto a Satana di irrompere nella vita di Giobbe per mezzo dei Sabei, che uccidono gli schiavi dei suoi figli rubando loro buoi e asine; del fuoco, che brucia pecore e guardiani; del vento impetuoso, che devasta la casa del suo figlio maggiore, provocandone il crollo su fratelli e sorelle e uccidendo tutti. Giobbe, però, non maledice il Signore suo Dio, bensì prega: “Il Signore ha dato, il Signore ha tolto, sia benedetto il nome del Signore!”, dimostrando pure un grande distacco dalle cose che fino a poco prima avevano fatto di lui un uomo arrivato, ricco e potente. Sessantuno, sessanta, …

Ecco allora che Satana ritorna da Dio questa volta per insinuare che Giobbe, toccato nella sua persona, avrebbe apertamente maledetto Dio. Dio consegna Giobbe nelle mani di Satana a patto che ne fosse risparmiata la vita. Giobbe viene così colpito da una piaga che ne devasta la pelle provocandogli prurito in tutto il corpo, da capo a piedi. Sua moglie lo incita alla maledizione di Dio, ma egli, incrollabile nella sua integrità, le dice: “Se da Dio accettiamo il bene, perché non dovremmo accettare da

lui il male?”

Non ho ancora finito di contare che mi giro e grido: “Dio: che cosa vuoi da me? Non ho chiesto di vivere, di essere qui. Perché devo assistere alla sofferenza mortale di un amico?”

Nel silenzio che mi circonda, risuonano le parole dello stesso Giobbe: “Comprendo che tu puoi tutto e che nessun progetto per te è impossibile… Davvero ho esposto troppe cose che non capisco, troppo meravigliose per me, che non comprendo. Ascoltami ed io parlerò, io ti interrogherò e tu mi istruirai! Io ti conoscevo solo per sentito dire, ma ora i miei occhi ti hanno veduto. Perciò mi ricredo e mi pento sopra polvere e cenere”.

O Dio, i tuoi disegni sono imperscrutabili ma una cosa mi hai dato da capire: che tutto inizia e finisce nel tuo immenso amore. Fa’ che il mio amico non soffra e accoglilo tra le tue braccia quando tu lo vorrai. Amen.

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la giovinEzza dEi vEcchi

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Preghiera secondo i ritmi del quotidiano

Siamo nel cuore dell’estate: tempo di ferie, di vacanze, con orari dilatati, giornate più lunghe; figli e nipoti, a turno, lontani da casa, in luoghi generalmente poco adatti per i vecchi.

Mentre scrivo queste riflessioni, mio marito ed io siamo ancora a Saronno ed è già provvidenziale il balconcino: lungo due metri, largo uno, con un davanzale sul quale poggiano vasi con erbe aromatiche, fiammeggiano dei garofani, sorridono due ortensie che preferirebbero sgranchirsi le radici più comodamente se trapiantate in un giardino.

Eppure… questo angolo all’aria aperta è proprio adatto per stare seduta a “sferruzzare davanti al volto di Dio”, come suggerisce Antony Bloom ad una signora che gli aveva posto il problema di avere pregato, per anni, quasi incessantemente, senza mai avere avvertito la presenza del Signore.

(Ho trovato questo suggerimento in un libretto scritto da don Angelo Casati “ASCOLTO E PREGHIERA” per la rivista “ORE UNDICI” e gli sono grata!).

A me piace il consiglio e mi è congeniale: sferruzzo da eterna principiante, col vantaggio che, invece di stare a mani giunte, posso contemporaneamente portare avanti un lavoro che non mi impegna più di tanto, ma il ticchettio dei ferri da calza non disturba la possibilità di avvertire la presenza di Dio!

Un refolo d’aria mi ricorda l’episodio di Samuele che trova la parola del Signore proprio in un alito leggero di vento.

Il profumo dei fiori mi fa sperare di riuscire a trascorrere, anche quest’anno, qualche tempo nel verde: a mezza collina, non su cime maestose, ma proibite, e di sussurrare un convinto “Magnificat” al Creatore.

Là non sarò più sola, come spesso ormai in casa, ma, non essendo per natura una mistica, sarò ben lieta di trovare il Suo Volto avvicinando persone, condividendo pensieri,

azzardando qualche suggerimento: disponibile però anche ad ascoltarne, magari da persone più sagge di me, che sanno tessere il quotidiano impreziosito da trame divine delle quali potrebbero essere anche inconsapevoli… E, proprio per questo, testimoni e maestri di un ritmo del quale non vorrei mai perdere le note.

SIL

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Una pozione di santità al giorno fa bene alle coronarie e ridona la voglia di vivere.Parole, pensieri e preghiere in compagnia di Fratel Emanuele STABLUM e Fratel Bonifacio PAVLETIC

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Una pozione di santità al giorno...

Mons. Vladimir STRANKOVIĆ

Kutina, 11 luglio 2015

Carissimi confratelli, alle ore 5,10 di questa mattina 11 Luglio 2015, Mons. Vladimir STANKOVIĆ si è spento serenamente, presso la casa di riposo dei

sacerdoti anziani di Zagabria.

Monsignore, oltre che essere stato collaboratore strettissimo dei Car-dinali Šeper, Kuharić e Josip Bozanić, è stato il primo promotore della

Causa di beatificazione di Fratel Bonifacio Pavletić in Croazia.

Egli è anche un munifico benefattore della nostra Famiglia Religiosa dei Figli dell’Immaco-lata Concezione, avendole donato la casa di sua proprietà, casa dove oggi abita la Comu-nità di Kutina.

Amico strettissimo della nostra comuntà, suo benefattore fino alla fine della vita, sacerdote intelligentissimo e sa-piente, ci mancherà qui sulla terra, ma siamo sicuri che ci accompagnerà dal cielo assieme a fratel Bonifacio, che tanto amava.

Con ammirazione e rispetto, tributiamo onore a una figura di primo piano della Chiesa di Croazia, amico fraterno e persona importante della nostra Congregazione.

Ti accolgail Signore della vitanella sua pace

(Comunità di Kutina, i Fratelli: Passerini Mariano, Hayohay Jerouz, Cerkvenac Krunoslav)

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Nel Cuore della CaritàMontiana

18(Nessun collaboratore percepisce compenso. Questo Notiziario è realizzato da volontari)

Direttore: Saverio Clementi

Redazione: Aurelio Mozzetta Raffaele Mugione

Collaboratori di questo numero: Aurelio Mozzetta, Marco Perfetti, Barbara Colacchia, Alessia, Fratel Ruggero Valentini, Antonio, P. Giuseppe Decina, SIL, P. Elvis Lukong, Lucia, I cercatori di Dio, PG, P. Mariano Passerini, Raffaele Mugione.

Direzione:Via San Giacomo, 5 - 21047 Saronno (VA)Tel.02 96702105 - Fax 02 96703437e-mail: [email protected] sito web: www.padremonti.org

santuario dEl BEato luigi maria monti - saronno

Conto corrente bancario intestato a: Provincia Italiana della Congregazione dei Figli Dell’Immacolata ConcezioneBANCA DI CREDITO COOPERATIVO DI BARLASSINA, Filiale di SARONNOEUR IBAN: IT 44 P 08374 50520 00000 8802614 - per bonifici dall’estero: codice BIC: ICRA IT RRAE 0 (zero)Causale: Offerte pro-Santuario o Sante Messe

Via A.Legnani,4 - 21047 Saronno (VA) - Tel. 02 96702105 - Fax 02 96703437e-mail: [email protected] sito web: www.padremonti.org C.F.: 93054190892

GIORNI FERIALI6.30 Lodi del Mattino (lunedì in cripta)7.00 Santa Messa (lunedì in cripta)9.00 Santa Messa18.50 Rosario e Vespro

TUTTI I GIOVEDì18.30 Adorazione Eucaristica per le Vocazioni

P. Aurelio Mozzetta, rettore - P. Pierino Sosio - P. Michel Ange N’Galulaka Fratel Rolando Sebastiani - Fratel Corrado Blundo

ORARIO DELLE CELEBRAZIONI DEL SANTUARIO

SACERDOTI E FRATELLI A DISPOSIZIONE IN SANTUARIO

OFFERTE

DOMENICA E FESTIVI8.20 Lodi del Mattino9.00 Santa Messa19.00 Santa Messa