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PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO PIANO DELLE REGOLE Settore Urbanistica Governo del Territorio approvazione con Delibera di Consiglio Comunale n. 32 del 16/07/2009 pubblicazione sul BURL n. 44 del 04/11/2009 variante alle norme tecniche di attuazione approvazione con Delibera di Consiglio Comunale n. 50 del 15/11/2011 pubblicazione sul BURL n. 48 del 30/11/2011 variante recepimento piani di settore ed atti sovraordinati approvazione con Delibera di Consiglio Comunale n. 48 del 29/10/2012 pubblicazione sul BURL n. 03 del 16/01/2013

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PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO PIANO DELLE REGOLE

Settore Urbanistica Governo del Territorio

approvazione con Delibera di Consiglio Comunale n. 32 del 16/07/2009 pubblicazione sul BURL n. 44 del 04/11/2009

variante alle norme tecniche di attuazione

approvazione con Delibera di Consiglio Comunale n. 50 del 15/11/2011 pubblicazione sul BURL n. 48 del 30/11/2011

variante recepimento piani di settore ed atti sovraordinati

approvazione con Delibera di Consiglio Comunale n. 48 del 29/10/2012 pubblicazione sul BURL n. 03 del 16/01/2013

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Sindaco Giorgio Oldrini

Assessore alla Pianificazione Urbanistica

Vicesindaco Demetrio Morabito

Segretario Generale dott. Giovanni Romagnano

Settore Urbanistica Servizio Governo del Territorio

Responsabile del Procedimento di adozione e progettista arch. Fulvia Delfino

Responsabile del Procedimento di approvazione dott. ing. Gianmauro Novaresi

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Città di Sesto San Giovanni - PGT – Documento di Piano

I

Il Piano di Governo del Territorio è stato redatto dal settore Urbanistica . Direttore del settore per il procedimento di adozione e progettista: architetto FULVIA DELFINO Direttore del settore per il procedimento di approvazione: dott. ingegner GIANMAURO NOVARESI I tecnici: architetto Leonardo Visco Gilardi, architetto Enrico Piazza, architetto Francesco Ardizzone, architetto Alessandro Casati, architetto Valeria Cerruti, architetto Anita Corbella, ingegner Valentina Dalmanzio, architetto Livia Loffi Randolin, architetto Francesca Prada, architetto Andrea Ratti, architetto Marco Vittorio Rota, architetto Massimo Spirlandelli La segreteria: Nunzia Di Diano, Lucia D’Amico

Hanno collaborato per il Documento di Piano e il Piano dei Servizi i Settori: Progetti Strategici e riqualificazione ambientale Trasformazioni urbane, reti e mobilità

Per il Piano dei Servizi i Settori e i Servizi: Qualità urbana Demanio, patrimonio comunale e impianti Servizi educativi Cultura, politiche educative, sport Servizi alla persona e promozione sociale Osservatorio casa E inoltre: C.A.P. spa, CO.RE. spa, PROARIS srl, Energie Locali srl

Per il Piano delle Regole i Settori e i Servizi: Affari istituzionali e legali Ufficio commercio

Hanno inoltre collaborato i consulenti: Per il sistema commerciale Istituto per le ricerche sociali e dei consumi Policleto: dottor ANGELO STRAOLZINI Per la componente geologica : geologo FLORIANO VILLA, geologo Luca Siena Per gli aspetti giuridici : avvocato GUIDO BARDELLI, avvocato Alessandra Bazzani

Si ringrazia per il contributo informativo: le associazioni di categoria locali, l’Osservatorio della Banca di Credito Cooperativo di Sesto San Giovanni, la Fondazione ISEC (Istituto di Storia dell’Età Contemporanea).

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Città di Sesto San Giovanni - PGT – Documento di Piano

II

Per gli elaborati, in variante al Piano di Governo del Territorio, approvati con Deliberazione di Consiglio Comunale n. 48 del 29 ottobre 2012: Sindaco Monica Chittò Assessore alla Pianificazione Urbanistica Edoardo Marini Segretario Generale dott.ssa Gabriella di Girolamo Settore Governo del Territorio Responsabile del Procedimento dott. ing. Gianmauro Novaresi arch. Caterina Benaglia, arch. Andrea Bigatti, arch. Gabriele Calmanti, arch. Valeria Cerruti, Lucia D’Amico, arch. Massimiliano Merlo, arch. Laura Milani, dott.ssa Manuela Moccia, arch. Francesca Prada, Maria Antonietta Roselli, dott.ssa Sonia Vadori, arch. Leonardo Visco Gilardi

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Città di Sesto San Giovanni - PGT – Documento di Piano

III

Indice

INTRODUZIONE p. 1

I CONTENUTI DEL PIANO DELLE REGOLE p. 1

GLI OBIETTIVI E LA STRUTTURA DEL PIANO DELLE REGOLE DI SESTO SAN GIOVANNI p. 4

IL RECEPIMENTO DEI CONTENUTI PRESCRITTIVI SOVRAORDINATI p. 5

IL PIANO TERRITORIALE REGIONALE E IL PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE p. 5

I VINCOLI SOVRAORDINATI p. 7

ELABORATO TECNICO RISCHIO DI INCIDENTE RILEVANTE p. 13

L’ASSETTO GEOLOGICO, IDROGEOLOGICO E SISMICO p. 15

LA LOCALIZZAZIONE DELLE STAZIONI RADIO BASE PER LA TELEFONIA MOBILE p. 19

LA ZONIZZAZIONE ACUSTICA DEL TERRITORIO COMUNALE p. 23

GLI AMBITI DEL PIANO DELLE REGOLE p. 25

LE AREE DESTINATE ALL’AGRICOLTURA p. 25

LE AREE NON SOGGETTE A TRASFORMAZIONE URBANISTICA p. 26

LA STRUTTURA E LA FORMA URBANA p. 28

GLI ELEMENTI DI RILEVANZA TERRITORIALE ED AMBIENTALE p. 43

La Carta del Paesaggio p. 47

La Carta della Sensibilità Paesistica p. 51

I Parchi p. 56

LA CLASSIFICAZIONE DEL TESSUTO URBANO CONSOLIDATO E L’ARTICOLAZIONE DELL’IMPIANTO NORMATIVO p. 63

LA CLASSIFICAZIONE DEL TERRITORIO COMUNALE p. 63

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IV

GLI INDIRIZZI NORMATIVI GENERALI p. 68

ALLEGATI

Allegato A: Pianificazione urbanistica e territoriale in prossimità degli stabilimenti a rischio di incidente rilevante Allegato B: Regolamentazione delle modalità di insediamento e rilocalizzazione delle stazioni radio base per la telefonia mobile Allegato C: Elenco dei beni di interesse artistico e storico; Allegato D: adeguamento dello studio geologico e sismico – Norme Tecniche di Attuazione Allegato E: mappe di vincolo ex art. 107 del Codice della Navigazione

TAVOLE

CP 03 - Carta del Paesaggio CP 04 - Carta della Sensibilità Paesistica VE 01 - Vincoli Sovraordinati PR 01 - Ambiti del Tessuto Urbano Consolidato

NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE DEL PIANO DELLE REGOLE

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INTRODUZIONE

Città di Sesto San Giovanni - PGT - Piano delle Regole 1

INTRODUZIONE

I CONTENUTI DEL PIANO DELLE REGOLE

Il Piano delle Regole costituisce lo strumento gestionale degli ambiti (aree e fabbricati) del tessuto urbano consolidato, inteso come insieme delle parti di territorio su cui è già avvenuta l’edificazione o la trasformazione dei suoli, comprendendo in essi le aree libere intercluse o di completamento. Rappresenta, pertanto, lo strumento di controllo della qualità urbana e territoriale, disciplinando cartograficamente con norme l’intero territorio comunale, secondo criteri insediativi e morfologici, fatta eccezione per le aree comprese negli ambiti di trasformazione individuati nel Documento di Piano.

In tal senso il Piano delle Regole, basandosi sul quadro conoscitivo del territorio comunale, partecipa al perseguimento delle strategie dichiarate nel Documento di Piano attraverso i seguenti obiettivi:

- definizione di un coerente disegno della città per un miglioramento della qualità paesaggistica del territorio secondo le strategie del Documento di Piano;

- definizione dell’ambito del tessuto urbano consolidato, ovvero le caratteristiche fisico-morfologiche che connotano l’esistente, i caratteri distintivi inerenti la forma, la tipologia, la natura e la caratterizzazione funzionale;

- individuazione degli immobili assoggettati a tutela in base alla normativa statale e regionale (vincoli edilizi e vincoli ambientali);

- recepimento delle previsioni sovraordinate, prevalenti e vincolanti, contenute nel Piano Territoriale Regionale, nei Piani Provinciali, nei Piani di Settore sovraordinati;

- individuazione delle aree e degli edifici a rischio di compromissione o degrado e a rischio di incidente rilevante;

- individuazione delle aree agricole;

- individuazione delle aree non soggette ad interventi di trasformazione urbanistica;

- individuazione delle aree di valore paesaggistico-ambientale ed ecologiche;

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INTRODUZIONE

Città di Sesto San Giovanni - PGT - Piano delle Regole 2

- individuazione dei vincoli e classi di fattibilità, della componente geologica, idrogeologica e sismica.

Inoltre il Piano delle Regole, sulla scorta di eventuali ulteriori indagini conoscitive, individua:

- i nuclei di antica formazione ed i beni ambientali e storico-artistici-monumentali.

Infine, il Piano deve fornire le regole prestazionali, i requisiti e i riferimenti per la progettazione in grado di garantire sia le forme di tutela dei nuclei di antica formazione e l’omogeneità del tessuto consolidato che la qualità della città futura indirizzandone i connotati funzionali, morfologici e tipologici, mediante parametri di tipo quantitativo, morfologico, funzionale e prestazionale. Tali parametri sono definiti, in relazione alle caratteristiche morfo-tipologiche e funzionali del tessuto consolidato, per singolo lotto per ambiti più ampi, secondo i succitati criteri prevalenti di caratteristiche tipologiche o funzionali.

In sintesi il Piano delle Regole è lo strumento che governa la forma urbana garantendone la qualità in relazione alle proprie peculiarità, assicurando l’ottimale integrazione tra le diverse componenti del tessuto edificato e disciplinando:

- l’assetto morfologico per parti di tessuto urbano che risultano omogenee per caratteristiche funzionali, insediative, ambientali e di paesaggio urbano;

- le norme differenziate in relazione alla diversità degli edifici e dei luoghi (posizionamento dell’edificio nel lotto, rapporto tra costruito e spazi liberi);

- i parametri quantitativi in termini di volume o superficie lorda di pavimento espressi in indici o in valori assoluti;

- il rapporto di copertura e le altezze massime e minime che possono essere espresse in assoluto o in rapporto ad altre grandezze, quali la larghezza della strada, la distanza da altri edifici, il soleggiamento, ecc.;

- le specifiche destinazioni d'uso non ammissibili;

- gli allineamenti e gli orientamenti degli edifici per dare continuità alle strade e agli spazi pubblici;

- le prescrizioni atte a consentire la continuità degli spazi a verde e le modalità di integrazione paesaggistica;

- i parametri qualitativo-prestazionali riguardanti in particolare materiali, tecnologie, elementi costruttivi, ecc., per assicurare la qualità degli interventi in rapporto all’efficienza energetica, alla riduzione dell'inquinamento, al risparmio di risorse naturali, al miglior inserimento nel contesto.

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INTRODUZIONE

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INTRODUZIONE

Città di Sesto San Giovanni - PGT - Piano delle Regole 4

GLI OBIETTIVI E LA STRUTTURA DEL PIANO DELLE REGOLE DI SESTO S. GIOVANNI

Il Piano delle Regole si articola in tre sezioni principali che riguardano il recepimento dei vincoli sovraordinati, l’individuazione e l’azzonamento delle diverse parti della città costruita e le modalità di intervento previste su di esse.

Per quanto riguarda il recepimento dei vincoli sovraordinati si fa riferimento alle indicazioni previste dal Piano Territoriale Regionale e da quello Territoriale di Coordinamento Provinciale in materia di tutela dei beni di interesse storico e paesaggistico. Vengono pertanto normati gli interventi sui beni culturali, su fiumi e corsi d’acqua e sui parchi. Tra i vincoli presenti sul territorio di Sesto San Giovanni vi sono anche quelli legati agli areoporti di Bresso e Linate nonché le fasce di rispetto delle infrastrutture, siano esse in soprasuolo che in sottosuolo. Fanno parte di questo capitolo anche l’Elaborato Tecnico di Rischio di Incidente Rilevante, le valutazioni circa l’assetto idrogeologico del territorio comunale, la zonizzazione acustica e l’individuazione della localizzazione delle stazioni radio base per la telefonia mobile.

Il Piano delle Regole verifica l’assenza di aree agricole e individua quelle non soggette a trasformazione urbanistica; analizza nel dettaglio la struttura e la forma della città individuando gli ambiti di rilevanza territoriale ed ambientale.

Il tessuto urbano consolidato viene classificato in differenti ambiti che prevedono modalità di intervento differenti attraverso le Norme tecniche di Attuazione.

Il Piano delle Regole contiene i seguenti elaborati:

• elaborati descrittivi:

- tavola CP03: Carta del Paesaggio – tavola CP04: Carta della Sensibilità Paesistica

• elaborati prescrittivi:

- tavola PR 01: Ambiti del Tessuto Urbano Consolidato - tavola VE 01: Vincoli Sovraordinati

- Norme Tecniche di Attuazione del Piano delle Regole

• allegati:

- Allegato A: Elaborati dello Studio Rischio di Incidente Rilevante

- Allegato B: Variante Elettromagnetismo

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IL RECEPIMENTO DEI CONTENUTI PRESCRITTIVI SOVRAORDINATI

Città di Sesto San Giovanni - PGT - Piano delle Regole 5

IL RECEPIMENTO DEI CONTENUTI PRESCRITTIVI SOVRAORDINATI

IL PIANO TERRITORIALE REGIONALE E ILPIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE

Il capitolo “Il recepimento degli atti di pianificazione e programmazione regionali e provinciali” e l’Allegato A del Documento di Piano, a cui si rimanda, compiono una ricognizione degli strumenti di governo del territorio di competenza della Regione e della Provincia, vigenti e in corso di adeguamento, nonché dei progetti di riqualificazione urbana di interesse sovracomunale dei comuni contermini.

Il Piano Territoriale Regionale (PTR) della Regione Lombardia articola tre macro-obiettivi territoriali:

1. rafforzare la competitività dei territori della Lombardia;

2. riequilibrare il territorio lombardo;

3. proteggere e valorizzare le risorse della regione.

I macro-obiettivi si articolano poi in un sistema di ventiquattro obiettivi territoriali del PTR che collegano gli altri livelli di pianificazione a concreti interventi. In particolare, si riporta di seguito il quinto, quello a cui il Piano delle Regole maggiormente si richiama:

5. Migliorare la qualità e la vitalità dei contesti urbani e dell’abitare nella sua accezione estensiva di spazio fisico, relazionale, di movimento e identitaria: contesti multifunzionali, accessibili, ambientalmente qualificati e sostenibili, paesaggisticamente coerenti e riconoscibili, attraverso:

- la promozione della qualità architettonica degli interventi

- la riduzione del fabbisogno energetico degli edifici

- il recupero delle aree degradate

- la riqualificazione dei quartieri di ERP

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IL RECEPIMENTO DEI CONTENUTI PRESCRITTIVI SOVRAORDINATI

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- l’integrazione funzionale

- la promozione di processi partecipativi

Per quanto attiene alla pianificazione provinciale, il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) della Provincia di Milano in avanzato corso di adeguamento conferma i macro-obiettivi del PTCP vigente e introduce alcune condizioni per valutare la compatibilità della pianificazione comunale.

In particolare, il Piano delle Regole recepisce e sviluppa il primo degli obiettivi di sviluppo sostenibile e contenimento dell’uso del suolo:

- prevedere azioni di densificazione, riuso e completamento del tessuto urbano consolidato.

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IL RECEPIMENTO DEI CONTENUTI PRESCRITTIVI SOVRAORDINATI

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I VINCOLI SOVRAORDINATI

I vincoli ricognitivi e conformativi sono trattati nel capitolo “I vincoli sovraordinati” del Documento di Piano e rappresentati nella tavola Vincoli sovraordinati VE 01. Per comodità ed efficacia di consultazione dei documenti che compongono il PGT del Comune di Sesto S. Giovanni si riporta di seguito integralmente il capitolo succitato.

Il territorio della città di Sesto San Giovanni è interessato da vincoli sovraordinati, ricognitivi e conformativi, e, in particolare nella parte Est della città lungo il fiume Lambro, da vincoli di natura idrogeologica e paesaggistica di seguito elencati e sintetizzati.

Il corso del fiume Lambro è soggetto, per una fascia di 150 metri di profondità per ciascuna delle sponde, al vincolo di tutela delle zone di particolare interesse ambientale ai sensi del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio1.

Lungo il breve tratto del Naviglio Martesana che interessa Sesto San Giovanni in prossimità del confine con il Comune di Milano, e che lambisce la parte Sud del Parco della Media Valle del Lambro, oltre al citato vincolo di tutela delle zone di interesse ambientale, è presente un vincolo di tutela paesistica 2.

Le aree Est del territorio comunale lungo il fiume Lambro sono inoltre interessate dai vincoli posti dal “Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico del bacino idrografico del fiume Po” (PAI) redatto dall’Autorità di Bacino3. Le aree sono collocate in larga misura nella fascia C “area di inondazione per piena catastrofica”. Vincoli più restrittivi sono previsti per la “fascia A di deflusso della piena”, che interessa in sostanza il corso del fiume Lambro e le aree della discarica Falck adiacenti allo stabilimento Concordia dismesso, e per

1 Art. 142, lett. c, D. Lgs. 22 gennaio 2004, n. 42, “Codice dei beni culturali e del paesaggio” (cd. Codice Urbani), che ha inglobato il D. Lgs. n. 490/1999 “Testo unico in materia di beni culturali e ambientali”, che a sua volta aveva inglobato la cd. “Legge Galasso” n. 431/1985. 2 Il vincolo ex lege 1497/1939, oggi art. 136 del citato D. Lgs. 22 gennaio 2004, n. 42, è stato apposto dalla Commissione provinciale per le bellezze naturali di Milano con verbale n. 2 del 2 dicembre 1998. La Commissione identifica i confine delle aree tutelate in Sesto con: “la linea di confine dei comuni di Milano e Sesto S. Giovanni partendo dall’intersezione con la via San Mamete; la strada che conduce a Molino del Tuono e che, come indicato nell’allegata cartografia, prosegue sino ad incontrare la linea di confine dei comuni di Sesto S. Giovanni e Cologno Monzese; la linea del confine comunale di Sesto sino ad incontrare nuovamente la via San Mamete”. 3 Piano approvato con D.P.C.M. 24 maggio 2001, ai sensi della L. n. 183/1989, art. 17. Il fiume Lambro è interessato dal progetto di Variante al PAI approvato con deliberazione n. 4 del 03/03/2004 dell’Autorità di Bacino del fiume Po.

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IL RECEPIMENTO DEI CONTENUTI PRESCRITTIVI SOVRAORDINATI

Città di Sesto San Giovanni - PGT - Piano delle Regole 8

la “fascia B di esondazione”, che riguarda prevalentemente le aree comprese fra le anse del fiume e la barriera fisica costituita dal rilevato del Peduncolo autostradale4.

Sempre lungo il fiume Lambro è presente un impianto di depurazione, interessato da una fascia di rispetto ai sensi delle norme per la tutela delle acque dall’inquinamento5.

Una discreta incidenza territoriale hanno inoltre i vincoli di rispetto del metanodotto6, presso il quartiere Pelucca, e i vincoli di rispetto degli elettrodotti, numerosi in particolare nelle zone adiacenti le ex aree industriali dismesse7.

All’interno del tessuto urbano è da segnalare la presenza di tre edifici oggetto di tutela dei beni di interesse artistico e storico come beni culturali: Cascina Torretta, Villa Pelucca e la chiesa di S. Maria Assunta8.

Il tessuto urbano è inoltre largamente interessato dalla presenza delle zone di tutela assoluta (raggio 10 m) e delle fasce di rispetto (200 m) dei pozzi d’acqua potabile previste ai sensi del Testo unico dell’Ambiente n. 152/20069.

Il territorio comunale è interessato dal Parco regionale Nord Milano, oggetto di un Piano territoriale di coordinamento prevalente sulla pianificazione urbanistica comunale (per il dettaglio si rimanda al successivo capitolo)10. All’interno del Parco Nord, con la L.R. n. 23/2006 è stato inoltre istituito il Parco naturale Nord Milano11.

4 Va però sottolineato che una parte considerevole della fascia C nel territorio di Sesto San Giovanni è classificata “fascia di progetto” per la quale “i comuni competenti, in sede di adeguamento degli strumenti urbanistici, […] sono tenuti a valutare le condizioni di rischio e, al fine di minimizzare le stesse ed applicare anche parzialmente, fino alla avvenuta realizzazione delle opere, gli articoli delle presenti norme relative alla fascia B (Art. 31, comma 5, delle Norme tecniche di attuazione del Piano Stralcio dell’Assetto Idrogeologico attualmente vigenti)”. 5 Min. LL. PP. “Criteri, metodologie e norme tecniche generali di cui l'art. 2, lett. b), d) ed e), della L. 10 maggio 1976, n. 319 recante norme per la tutela delle acque dall'inquinamento". 6 D.M. 24 novembre 1984 “Norme di sicurezza antincendio per il trasporto, la distribuzione, l’accumulo e l’utilizzazione del gas naturale con densità non superiore a 0,8”, tab. 1. 7 D.P.C.M. 8 luglio 2003, art. 6, “Fissazione dei limiti di esposizione, dei valori di attenzione e degli obiettivi di qualità per la protezione della popolazione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici generati a frequenze comprese tra 100 kHz e 300 GHz”. 8 Art. 10 del citato D. Lgs. 22 gennaio 2004, n. 42. 9 D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152, “Norme in materia ambientale”, art. 94, punto 3 Zona di tutela assoluta e punto 6 Zona di rispetto individuata con criterio di perimetrazione geometrico.

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IL RECEPIMENTO DEI CONTENUTI PRESCRITTIVI SOVRAORDINATI

Città di Sesto San Giovanni - PGT - Piano delle Regole 9

Alcuni vincoli sopraordinati sono stati inoltre aggiornati a seguito di recenti modifiche legislative.

Il territorio della città di Sesto San Giovanni è interessato dalle zone di rispetto aeroportuali degli aeroporti di Bresso e di Milano Linate.

Nell’ottobre 2005 è entrato in vigore il D. Lgs. n. 96/2005 che ha adeguato alla normativa internazionale la parte aeronautica del Codice della navigazione e, in particolare per quanto di interesse della pianificazione urbanistica, la disciplina sulle fasce di rispetto aeroportuali, superando quanto previsto dalla pre-vigente Legge n. 58/196312. La nuova normativa sui vincoli alle proprietà private nelle aree limitrofe agli aeroporti (articoli 707-716 del Codice della navigazione) risponde ad una logica differente rispetto a quella precedente, che si basava sul criterio della distanza dall'aeroporto e prescriveva in via generale una zona di rispetto di inedificabilità assoluta di 300 metri dal perimetro, superati i quali, venivano imposte limitazioni all’edificazione decrescenti con l'aumentare della distanza.

Il D.Lgs. n. 96/2005, rinviando alla normativa internazionale e quindi alle regole tecniche dell'Annesso 14 (International Civil Aviation Organization) ICAO, elimina ora i vincoli generici di inedificabilità assoluta e relativa e, per garantire in modo efficace ed effettivo la sicurezza della navigazione aerea, si basa sul criterio del rispetto delle superfici di decollo e di atterraggio, calcolate secondo le caratteristiche specifiche del singolo aeroporto.

L’ENAC (Ente Nazionale per L’aviazione Civile) a tal fine individua, e indica su apposite mappe, “le zone da sottoporre a vincolo nelle aree limitrofe agli aeroporti e stabilisce le limitazioni relative agli ostacoli per la navigazione aerea ed i potenziali pericoli per la stessa (articolo 707)”.

10 Piano territoriale di coordinamento del Parco Nord Milano, approvato con L.R. 21 marzo 1990 n. 63 e successive varianti approvate con D.G.R. n. 7/10206 del 6 agosto 2002 e n. 7/20136 del 23 dicembre 2004. 11 L.R. 19 ottobre 2006 n. 23, “Istituzione del parco naturale Nord Milano”. 12 D. Lgs. 9 maggio 2005, n. 96 “Revisione della parte aeronautica del Codice della navigazione”; in seguito integrato con il D. Lgs. 15 marzo 2006, n. 151 “Disposizioni correttive e integrative al D. Lgs. 9 maggio 2005, n. 96, recante la revisione della parte aeronautica del Codice della navigazione”. Sulla normativa internazionale si veda la Convenzione sull'aviazione civile internazionale, stipulata a Chicago il 7 dicembre 1944 e relativi Annessi e Allegati tecnici redatti dall'ICAO l'Organizzazione Internazionale dell'aviazione civile. In particolare si vedano le prescrizioni dell'Annesso 14 della Convenzione di Chicago, peraltro già recepite in Italia dal D.M. 23 maggio 2002 e dal conseguente Regolamento ENAC del 2003.

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IL RECEPIMENTO DEI CONTENUTI PRESCRITTIVI SOVRAORDINATI

Città di Sesto San Giovanni - PGT - Piano delle Regole 10

In attesa del deposito presso il Comune delle succitate mappe, gli uffici hanno provveduto a verificare le modifiche apportate dalla nuova normativa alle zone di rispetto aeroportuali ricadenti nel territorio comunale13.

Per quanto attiene l’aeroporto di Bresso, il territorio comunale di Sesto San Giovanni è in parte interessato da una zona di rispetto corrispondente alla “superficie orizzontale interna” (IHS, Inner Horizontal Surface). Il bordo esterno dell’IHS è definito da una circonferenza il cui centro è nel punto medio dell’asse della pista e il cui raggio è 2.500 metri. All’interno dell’IHS le altezze massime degli eventuali ostacoli (costruzioni, piantagioni arboree, rilievi orografici…) non possono superare i 45,00 m sul livello medio dell’aeroporto (per l’aeroporto di Bresso 147,39 m slm).

Per quanto riguarda l’aeroporto di Linate, la nuova normativa non modifica le zone di rispetto precedenti: il territorio comunale di Sesto San Giovanni è interessato dalla presenza della “Superficie di avvicinamento” (Approach Surface). La superficie di avvicinamento è un piano inclinato o una combinazione di piani che si estende per 15.000 metri a partire da 60 m dopo la “soglia di pista”, e i cui bordi divergono uniformemente rispetto al prolungamento dell’asse di pista. In tale fascia il limite di 45 m sul livello medio dell’aeroporto (per l’aeroporto di Milano Linate 107,42 m slm) può essere superato di 1 metro ogni 40 metri di distanza.

Per quanto riguarda le infrastrutture della rete ferroviaria che attraversano il territorio comunale, su esplicita richiesta di RFI S.p.a., la conformazione della fascia di rispetto rappresenta l’attuale assetto degli impianti, e comprende la scalo ferroviario. L’area dello scalo ferroviario ad oggi sottoutilizzato, non più funzionale alla attività industriale e quindi dichiarato dalla stessa RFI dismettibile è compreso in ambito di trasformazione. L’odierna conformazione della fascia di rispetto permarrà pertanto tale fino all’entrata in vigore degli strumenti attuativi per la diversa utilizzazione delle aree.

Sempre relativamente ai vincoli conformativi, il territorio comunale di Sesto San Giovanni è interessato dalle fasce di rispetto stradale, in particolare per le aree contigue al Peduncolo della Tangenziale Est ed alla Tangenziale Nord14, e dalla fascia di rispetto cimiteriale15, con le conseguenti restrizioni edificatorie imposte dalle relative normative settoriali.

13 Oltre ai citati decreti legislativi, il “Regolamento per la costruzione e l’esercizio degli aeroporti” edito da ENAC il 21/10/2003 e successivamente emendato il 18 maggio 2005. 14 Ai sensi dei D. Lgs. 30 aprile 1992, n. 285 “Nuovo codice della strada”, e D.P.R. 16 dicembre 1992, n. 495 “Regolamento di esecuzione e di attuazione del nuovo codice della strada”, articoli 26 e 28. Il Piano generale del traffico urbano della città di Sesto S. Giovanni è stato adottato con delibera di giunta comunale n. 140 del 22 aprile 2008. 15 Testo unico delle leggi sanitarie n. 1256/1934, art. 338 e s.m.i. La fascia di rispetto cimiteriale è stata ridotta dai 200 m prescritti dalla normativa citata ai 100 m citati, con D.C.C. n. 6 del 10 gennaio 1996.

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Per quanto attiene alle fasce stradali, si segnala che il Piano Generale del Traffico Urbano (PGTU) propone, rispetto a quanto riportato nella tavola dei vincoli sovraordinati allegata al PRG 2004, un declassamento dal punto di vista della classificazione delle strade ai sensi del Codice della strada di viale Fulvio Testi da categoria B “strada extraurbana principale” a categoria D “strada urbana di scorrimento”. Il Piano Generale del Traffico Urbano prevede altresì l’inserimento nella stessa categoria D di via Carducci e l’inserimento dell’intero Ring (comprensivo del prolungamento di viale Edison) nonché di via Di Vittorio e del tratto Nord di viale Italia nella categoria D-E “strade interquartiere” introdotta dal D. Min. LL. PP. 12 aprile 1995.

Per le strade di categoria A è prevista una fascia di rispetto dal confine stradale di 30 metri all’interno del centro abitato e di 60 metri all’esterno del centro abitato da rispettare nelle nuove costruzioni, nelle demolizioni e conseguenti ricostruzioni o negli ampliamenti fronteggianti le strade stesse; per le strade di categoria D è prevista una fascia di rispetto di 20 metri dal confine stradale all’interno del centro abitato. Per le strade di categoria D-E, il Piano Generale del Traffico Urbano prevede una fascia di rispetto di 15 metri.

Per quanto riguarda il Cimitero nuovo in via Marzabotto, infine, è stata aggiornata la fascia di rispetto riportata nella tavola dei vincoli sovraordinati del PRG 2004 a seguito della riduzione del previsto ampliamento del cimitero stesso.

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ELABORATO TECNICO RISCHIO DI INCIDENTE RILEVANTE

Il Piano delle Regole, ai sensi dell’art. 10, comma 1, lett. c), della legge regionale 11 marzo 2005 n. 12, deve individuare “le aree e gli edifici a rischio di compromissione o degrado, e a rischio di incidente rilevante”.

Già, il Piano territoriale di coordinamento (PTCP) della Provincia di Milano, come si evince dalla fig. 15 allegata alla Relazione generale, individuava i Comuni, fra i quali Sesto San Giovanni, interessati da stabilimenti a rischio di incidente rilevante ex D.Lgs. 334/99 sulla base dei dati forniti dalla Regione Lombardia al dicembre 2002, allora in corso di verifica. La tavola 2/d “difesa del suolo” identificava in via indicativa uno stabilimento a rischio di incidente rilevante nel territorio comunale.

Più recentemente, il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare ha aggiornato l’inventario nazionale degli stabilimenti suscettibili di causare incidenti rilevanti ai sensi dell’art. 15, comma 4 del decreto legislativo 17 agosto 1999, n. 334, redatto in collaborazione don APAT – Servizio Rischio Ambientale. Nella città di Sesto, ai sensi dell’art. 8 del citato D.Lgs. 334/99, è individuato il deposito di oli minerali Elyo Italia srl (codice Ministero ND221).

Al fine di approfondire il tema anche in relazione alla redazione del Piano di Governo del Territorio, con determina n. 34 del 20 dicembre 2005 è stato conferito un incarico professionale per la predisposizione dell’elaborato tecnico “rischio di incidenti rilevanti (R.I.R.)” di cui all’art. 1 del D.M. LL.PP. 9 maggio 2001 e di assistenza tecnica all’adeguamento della strumentazione urbanistica del Comune di Sesto San Giovanni alla Società Theos.

L’elaborato tecnico sviluppato da Theos, con la collaborazione degli uffici tecnici comunali, costituisce un elaborato autonomo ma con un iter di approvazione contemporaneo e contestuale all’approvazione del Piano di Governo del Territorio, ed è sintetizzato nei paragrafi che seguono per stralci desunti dall’elaborato integrale riportato in allegato A.

Elyo Italia srl, via Barcellona 3

L'attività è classificata come stoccaggio e movimentazione di combustibile liquido, di categoria C (gasolio) ai sensi dell'art. 1 del D.M. 31/07/1934. Sempre ai sensi del decreto citato il deposito è classificabile in classe 8a "Depositi con serbatoi fuori terra (o interrati), o magazzini di merce imballata capacità totale superiore a 1.000 mc (oli combustibili)".

Sino all’entrata in vigore della disposizione legislativa che ha recepito la Direttiva 2003/105/CE, in virtù delle modifiche al D.Lgs. 334/1999 apportate dal D.Lgs. 21 settembre 2005, n. 238, la ditta era soggetta agIi adempimenti di cui all'art. 8 del D.Lgs. 334/1999

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"attività soggette a rischio di incidente rilevante" in quando comportava lo stoccaggio di sostanze pericolose, in quantità superiore ai limiti di soglia previsti dall'allegato 1 parte II, art. 8. Con il recepimento della normativa europea, la ditta ricadeva nel campo di applicazione dell’art. 6 del D.Lgs. 334/1999 e s.m.i., nel quale le soglie di applicazione per il gasolio sono rispettivamente fissate in 2.500 e 25.000 tonnellate.

Nel 2006 la ditta ha dato il via ad una ristrutturazione e modifica dell’impianto. I serbatoi fuori terra sono stati smantellati e demoliti previa bonifica. Uno dei serbatoi è stato demolito solo parzialmente ed è stato trasformato in un magazzino destinato al deposito di fusti di gasolio da 200 l, per uno stoccaggio massimo di 150 fusti (30 mc). A seguito delle modifiche apportate all’impianto e alle bonifiche effettuate la quantità di prodotto stoccato risulta oggi inferiore ai quantitativi minimi previsti dal D.Lgs. 334/99. Elyo Italia esce pertanto dal campo di applicazione della norma sugli stabilimenti a rischio di incidente rilevante.

In ogni caso si possono esprimere alcune considerazioni.

In merito all’individuazione dei possibili scenari incidentali, nel caso di un eventuale versamento dei prodotti, il prodotto rimarrebbe confinato nei bacini di contenimento, per poi essere assorbito e smaltito secondo quanto previsto dalla legge. Nell’eventualità di un travaso dovuto ad un ribaltamento o rottura di un'autobotte all'interno del deposito, il prodotto verrebbe convogliato nella rete fognatura interna verso un bacino di decantazione e successivamente ad un disoleatore, impedendo così di indirizzare prodotti oleosi verso la fognatura comunale. Il gasolio pur essendo combustibile, non è classificato come liquido infiammabile, ciò significa che l'innesco del gasolio, nelle condizioni di temperatura e pressione prese in esame, è molto difficile. Si evidenzia pertanto un basso livello di rischio associato allo stabilimento in relazione alle caratteristiche di incendiabilità e tossicità delle sostanze presenti, tenuto conto delle misure di contenimento del livello di rischio di tipo tecnico, organizzativo e procedurale già adottate.

La possibilità di rilascio in acqua superficiale comportante contaminazione ambientale è una ipotesi considerata trascurabile sulla base del layout di impianto e per la presenza di una muratura posta a guardia del fiume Lambro penetrante nel terreno per circa 400 cm e fuori terra per 85 cm, inoltre date le caratteristiche chimico fisiche del gasolio si può stimare un tempo di intervento di bonifica inferiore ai due anni dall’inizio dell’intervento e pertanto il danno che ne deriva può essere definito significativo ma non grave.

Gli elaborati dello studio rischio di incidente rilevante sono integralmente riportati nell’allegato A al presente Piano delle Regole.

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L’ASSETTO GEOLOGICO, IDROGEOLOGICO E SISMICO

Per agevolare la consultazione unitaria dei documenti del PGT e del presente Piano delle Regole di seguito si riporta il capitolo “Problematiche ambientali emergenti – L’assetto geologico, idrogeologico e sismico” del Documento di Piano, che sintetizza i contenuti dello studio geologico, idrogeologico e sismico aggiornato secondo quanto disposto dalla legge regionale 12/2005.

La definizione dell’assetto geologico, idrogeologico e sismico comunale e l’individuazione delle aree a pericolosità e vulnerabilità geologica, idrogeologica e sismica nonché le norme e le prescrizioni a cui le medesime aree sono assoggettate in ordine alle attività di trasformazione territoriale, sono state affrontate nello studio geologico allegato al PRG 2004 (riconosciuto conforme alle direttive regionali emanate in applicazione dell’art. 3 della L.R. 41/97 con delibera di Giunta regionale n. 6/37920 del 6 agosto 1998 e approvato con delibera di Consiglio Comunale n. 14 del 5 aprile 2004) adeguato ai sensi dell’articolo 57 della L.R. n. 12/2005, nonché della D.G.R. n. 8/1566 del 22 dicembre 2005 “Criteri ed indirizzi per la definizione della componente geologica, idrogeologica e sismica del Piano di Governo del Territorio”.

L’adeguamento ha riguardato in particolare la componente sismica, le cartografie dei vincoli, di sintesi e di fattibilità, e la relativa normativa tecnica.

L’incarico per l’adeguamento dello studio geologico, idrogeologico e sismico a supporto della redazione del Piano di Governo del Territorio è stato affidato al prof. F. Villa.

Lo studio geologico, idrogeologico e sismico costituisce un elaborato autonomo ma con un iter di approvazione contemporaneo e contestuale all’approvazione del Piano di Governo del Territorio.

Il presente paragrafo sintetizza gli elementi di novità dello studio di adeguamento rispetto allo studio geologico allegato al PRG 2004, mentre per il dettaglio delle analisi finalizzate alla definizione dell’inquadramento geologico, geomorfologico e idrogeologico si rimanda agli elaborati integrali dello studio, correlato al Documento di Piano.

In merito alla componente sismica, lo studio ha valutato gli scenari di pericolosità sismica locale (PSL) redigendo una specifica cartografia in cui vengono riportate le perimetrazioni areali delle situazioni in grado di determinare effetti sismici locali come instabilità o amplificazioni sismiche. A livello di inquadramento sismico generale, la città è classificata in zona sismica 4 “sismicità irrilevante” (ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n°3274/03). In merito al comportamento sismico locale, la gran parte

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del territorio comunale ricade all’interno della PSL – Z4a “Zona di fondovalle con presenza di depositi alluvionali e/o fluvio-glaciali granulari e/o coesivi”, mentre le aree corrispondenti alle vecchie cave, dove esistono dei cigli di scarpata superiori a 10 m, ricadono nella categoria PSL Z3a “Zona di ciglio H > 10 m”. Entrambe le PSL rientrano nella classe di pericolosità sismica H2 (secondo livello di approfondimento) e non sono presenti altri scenari di pericolosità sismica.

Lo studio enuncia le prescrizioni geologiche da inserire nelle Norme Tecniche di Attuazione del Piano delle Regole, che precisano, con riferimento alle classi di fattibilità identificate (classe 1 fattibilità senza limitazioni – non presente sul territorio comunale -; classe 2 fattibilità con modeste limitazioni; classe 3 fattibilità con consistenti limitazioni; classe 4 fattibilità con gravi limitazioni), gli interventi ammissibili, le precauzioni da adottare e le indicazioni per gli eventuali studi di approfondimento.

Per le aree comprese in classe 2, in generale, sono ancora ammissibili tutte le categorie di opere edificatorie, fatto salvo l'obbligo di verifica della compatibilità geologica e geotecnica ai sensi delle nuove norme tecniche per le costruzioni, per tutti i livelli di progettazione previsti per legge. In caso di edifici che prevedano la realizzazione di piani interrati, sarà necessaria l'acquisizione di un parere geologico-geotecncico preventivo, finalizzato alla verifica della compatibilità delle previsioni di progetto con lo stato dei luoghi.

Per le aree comprese in classe 3, la progettazione e la realizzazione di nuove infrastrutture con sopraelevazioni e/o ampliamenti dell’esistente che comportino variazioni dei carichi trasmessi dovranno essere attentamente valutate alla luce di specifici studi geologici e geotecnici.

Nelle aree in classe 4, non sono ammesse nuove edificazioni, sono però consentiti interventi di manutenzione ordinaria, straordinaria e di restauro e risanamento conservativo, sempre corredati da studi geologici e geotecnici.

Le norme proposte riguardano inoltre gli ambiti ricadenti nella fascia C del Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico (PAI).

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LA LOCALIZZAZIONE DELLE STAZIONI RADIO BASE PER LA TELEFONIA MOBILE

Con Variante a procedura semplificata ai sensi della L.R. 23/1997 per la regolamentazione delle modalità di insediamento delle stazioni radio base per la telefonia mobile sul territorio comunale (cd. Variante Elettromagnetismo), approvata con deliberazione consiliare n. 24 luglio 2005, la città di Sesto S. Giovanni si è dotata di una specifica disciplina per la localizzazione di impianti di radiotelefonia mobile.

Nell’ambito del processo di valutazione ambientale strategica (VAS) del Documento di Piano, si è proceduto ad identificare gli enti territorialmente interessati, i soggetti competenti e i portatori di interesse, compresi gli operatori della telefonia mobile, al fine di attivare specifici Tavoli Tecnici Tematici locali e sovralocali, rivolti all’analisi concertata delle singole componenti ambientali/antropiche, alla valutazione dei relativi indicatori prestazionali, all’individuazione del corrispondente livello di priorità in rapporto alle esigenze della città. Gli Enti e i portatori di interesse, fra i quali gli operatori della telefonia mobile, sono stati invitati sia alla seduta introduttiva della conferenza di valutazione della VAS del PGT ed alla partecipazione ai tavoli tecnici, che alla seduta conclusiva della conferenza di valutazione.

Ravvisato che il quadro normativo in materia di stazioni radio base per la telefonia mobile, dal 2005 sino ad oggi, non ha subito sostanziali modifiche, il presente Piano di Governo del Territorio recepisce e allega alla documentazione costituente il piano gli elaborati predisposti per la Variante succitata, effettuati gli aggiornamenti alla cartografia e alla normativa tecnica necessari ai fini del coordinamento e della coerenza con il nuovo strumento urbanistico generale.

In particolare, le norme tecniche vigenti, che vengono nella sostanza confermate, prevedono la possibilità di localizzare le stazioni radio base per la telefonia mobile in “localizzazioni puntiformi” e in “ambiti areali”.

Nei siti di tipo “A” (localizzazioni puntiformi) la localizzazione delle apparecchiature e dei supporti potrà avvenire esclusivamente nella posizione già individuata dalla cartografia di Piano o nell’intorno strettamente necessario al posizionamento di tutte le apparecchiature utili per il funzionamento degli impianti (shelters, armadi, gruppi di alimentazione, ecc.).

Nei siti di tipo “B” (ambiti areali) la localizzazione delle apparecchiature e dei supporti potrà avvenire in qualsiasi punto interno al perimetro definito dalla cartografia, sia mediante supporti a terra appositamente eretti, sia sulla sommità di edifici esistenti, previo conseguimento delle necessarie autorizzazioni e nulla osta della proprietà.

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La progettazione e la realizzazione degli impianti di radiotelefonia mobile dovrà avvenire in modo da produrre i valori di campo elettromagnetico più bassi possibile, secondo il principio fondamentale di minimizzazione delle esposizioni, nonché quello di precauzione sancito dall’Unione Europea e dalle leggi statali di riferimento. Tutte le installazioni dovranno risultare compatibili con le esigenze della circolazione stradale e di tutela dei valori paesaggistici, storici ed ambientali individuati dal Piano oltre che conformi alle vigenti disposizioni di legge e regolamentari.

Gli elaborati per la regolamentazione delle modalità di insediamento delle stazioni radio base per la telefonia mobile sul territorio comunale, cui si rimanda per la trattazione esaustiva dei temi qui sintetizzati, sono:

- Relazione integrativa (*)

- norme tecniche di attuazione (**);

- relazione tecnica descrittiva;

- tavola 1: catasto impianti esistenti (**);

- tavola 2: rappresentazione delle nuove aree di ricerca;

- tavola 3: proposta nuove localizzazioni SRB;

- tavola 4: verifica distanze dei siti proposti dagli edifici sensibili;

- tavola 5: localizzazione dei siti idonei;

- tavola prescrittiva: individuazione dei siti idonei (**).

Con il simbolo (*) sono individuati i nuovi elaborati e con simbolo (**) gli elaborati modificati e/o integrati rispetto alla Variante Elettromagnetismo del 2005 ai fini del coordinamento con la normativa del PGT.

Gli elaborati di adeguamento della “Variante Elettromagnetismo” sono integralmente riportati nell’allegato B al presente Piano delle Regole.

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LA ZONIZZAZIONE ACUSTICA DEL TERRITORIO COMUNALE

L’Amministrazione comunale di Sesto San Giovanni, con deliberazione di Consiglio Comunale n. 17 del 6 aprile 2004, ha approvato la Zonizzazione acustica del territorio comunale in ottemperanza ai disposti del D.P.C.M. 1 marzo 1991, della Legge 26 ottobre 1995 n. 447 “Legge quadro sull’inquinamento acustico” e della Legge regionale 10 agosto 2001 n. 13 con l’intento di:

- conoscere le principali cause di inquinamento acustico presenti del territorio comunale;

- prevenire il deterioramento di zone non inquinate dal punto di vista acustico;

- risanare le zone dove attualmente sono riscontrabili livelli di rumorosità ambientale che potrebbero comportare effetti negativi sulla salute della popolazione residente;

- valutare gli interventi di risanamento e di bonifica da mettere in atto in relazione al punto precedente, nei modi e nei tempi previsti dalla legislazione vigente in materia di inquinamento acustico.

La zonizzazione acustica in particolare è finalizzata a coordinare la pianificazione generale urbanistica del proprio territorio con l’esigenza di garantire la massima tutela della popolazione da episodi di inquinamento acustico.

Il perfezionamento dell’iter di approvazione del presente Piano di Governo del Territorio – piano che promuove grandi interventi di sviluppo e riqualificazione urbana e ambientale, sia sulle aree industriali dismesse che nel tessuto consolidato e nei parchi territoriali - renderà necessario aggiornare la zonizzazione acustica oggi vigente alla nuova classificazione del territorio comunale.

Tale aggiornamento è reso opportuno anche dall’intervenuta emanazione del D.P.R. 30 marzo 2004, n. 142 “Disposizioni per il contenimento e la prevenzione dell’inquinamento acustico derivante dal traffico veicolare, a norma dell’articolo 11 della legge 26 ottobre 1995, n. 447”, che ha integrato la disciplina regionale definendo i valori limite da attribuire alle infrastrutture stradali.

L’approvazione delle integrazioni alla zonizzazione acustica vigente seguirà, come ammesso dalla normativa vigente, una procedura autonoma e successiva all’iter procedurale di approvazione del Piano di Governo del Territorio.

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GLI AMBITI DEL PIANO DELLE REGOLE

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GLI AMBITI DEL PIANO DELLE REGOLE

LE AREE DESTINATE ALL’AGRICOLTURA

Per effetto dell’ininterrotto sviluppo urbano e industriale vissuto sin dai primi anni del secolo scorso, come ampiamente descritto nel capitolo “Il quadro conoscitivo - Lo sviluppo urbano” del Documento di Piano, la città di Sesto S. Giovanni non presenta oggi aree residue destinate ad attività produttive agricole.

Tale situazione era già stata rilevata negli anni ’70 dal Piano Regolatore Generale di Piero Bottoni, che dal punto di vista urbanistico non identificava zone E destinate all’agricoltura ai sensi del D.M. 1444/68, e successivamente è stata confermata dalla Variante Generale redatta dallo Studio Gregotti Associati e dalla Variante Generale al PRG oggi vigente.

Il Piano delle Regole inoltre, in riferimento alle aree agricole, “deve coerenziarsi con gli ambiti destinati all’attività agricola, così come definiti nel PTCP. […] L’efficacia del PTCP ha infatti, ai sensi dell’art. 18, comma 2, lett. c) della L.R. 12/05, carattere prevalente sulla pianificazione comunale, ferma restando la possibilità da parte del Comune di apportare, in sede di redazione del Piano delle regole, rettifiche, precisazioni e miglioramenti all’individuazione degli abiti agricoli effettuata in sede di PTCP”.

La proposta di adeguamento del Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Milano, a tale proposito, riconosce l’assenza di attività agricole nella città di Sesto S. Giovanni, come si evince anche dalla tavola 7D “Ambiti destinati all’attività agricola”, riportata nell’allegato A al Documento di Piano “Il contesto socio-economico e territoriale del nord Milano. Le indicazioni della pianificazione sopraordinata. Cartografia di riferimento”.

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GLI AMBITI DEL PIANO DELLE REGOLE

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LE AREE NON SOGGETTE A TRASFORMAZIONE URBANISTICA

Con “aree non soggette a trasformazione urbanistica” le modalità attuative della legge 12/2005 definiscono “[…] tutte quelle parti del territorio comunale esterne al tessuto urbano consolidato che, per ragioni oggettive e/o per scelta di piano, sono sottratte a qualunque forma di utilizzazione che comporti uno scostamento urbanisticamente significativo rispetto allo stato di fatto”.

In relazione a tale definizione, le modalità per la pianificazione comunale indicano:

a) tutte quelle aree che, in base ad oggettive condizioni di fatto, siano inidonee agli usi urbanistici, quali quelle preordinata alla coltivazione delle sostanze minerarie di cava o gravate da usi civici;

b) la aree che per ragioni geologiche, morfologiche, di acclività e simili sono tecnicamente non idonee ad essere urbanizzate;

c) le aree soggette a rischio geologico ed idraulico elevato a molto elevato;

d) le area opportunamente localizzate in prossimità dei beni storico-culturali e paesaggistici cha caratterizzano l’immagine consolidata dei luoghi al fine di salvaguardarli da incongrue sovrapposizioni cha ne comprometterebbero l’identità e par migliorarne la fruizione visiva;

e) tutte le altre aree non funzionali ad un'attività agricola produttiva e di scarso valore paesaggistico, ambientale ed ecosistemico, spesso caratterizzate da un elevato livello di naturalità che richiede comunque un impegno manutentivo anche significativo per evitare fenomeni di dissesto idrogeologico e di progressivo degrado ambientale e paesaggistico.

Il territorio comunale, come evidenziato nel “Quadro conoscitivo” del Documento di Piano già richiamato in questa relazione, in particolare in merito allo studio geologico, idrogeologico e sismico e ai beni storico-documentali, non presenta aree non soggette a trasformazione urbanistica ricadenti nelle categorie sopraelencate.

In dettaglio, il territorio comunale non presenta aree caratterizzate da un elevato livello di naturalità, né aree che per ragioni geologiche, morfologiche, di acclività e simili sono tecnicamente non idonee ad essere urbanizzate, o aree soggette a rischio geologico ed idraulico elevato e molto elevato, come si evince dallo studio geologico, idrogeologico e sismico.

Il territorio presenta due ambiti di cava cessata, come riportati nella tavola del PTCP n. 2 “Difesa del suolo”, riportata nell’allegato A del Documento di Piano “Il contesto socio-economico e territoriale del nord Milano. Le indicazioni della pianificazione sopraordinata. Cartografia di riferimento”. Queste ultime sono inserite nel perimetro del Parco locale di interesse sovracomunale

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GLI AMBITI DEL PIANO DELLE REGOLE

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(PLIS) della Media Valle del Lambro, approvato con DGP n. 954 del 4 dicembre 2006, e destinate alla realizzazione di verde pubblico di livello territoriale con la previsione di ripristino ambientale.

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LA STRUTTURA E LA FORMA URBANA

Il capitolo “Il quadro conoscitivo – Il sistema urbano” del Documento di Piano, cui si rimanda, descrive e documenta lo sviluppo più recente dall’inizio del novecento a oggi di un territorio fino ad allora scarsamente abitato con forte connotazione agricola.

La rapida trasformazione da territorio agricolo a città industriale ha portato all’attuale forma urbana fortemente segnata dalle infrastrutture che hanno sostituito il sistema produttivo prevalentemente metalmeccanico e siderurgico: ferrovia ed autostrada. Contemporaneamente in maniera quasi costante nel corso del novecento, con particolari accelerazioni nel primo e secondo dopoguerra, è cresciuta la città residenziale per accogliere il flusso migratorio richiamato dalle grandi fabbriche.

Il declino del sistema produttivo e la parziale riconversione in corso da qualche decennio ha lasciato praticamente inalterata la struttura urbana e significativi vuoti nel tessuto già urbanizzato.

[da Documento di Piano “I sistemi insediativi”, pag. 111]

La città intesa come un insieme di sistemi insediativi richiama un’idea di città basata sulla relazione degli elementi costitutivi che la compongono. In questa logica sistemica diventa fondamentale esaminare la struttura urbana nella sua entità formale e funzionale.

L’analisi conoscitiva è stata estesa a tutto il territorio comunale; sono stati effettuati sopralluoghi diretti tra il febbraio ed il luglio 2007, al fine di definire tutti gli aspetti conformativi del sistema urbano. Sulla base delle indagini condotte è stato possibile determinare una lettura puntuale dello stato effettivo di uso del territorio e delle caratteristiche tipologiche degli edifici che costituiscono la città consolidata. La sintesi finale è stata restituita con la stesura di un’idonea cartografia tecnica che ha raccolto un patrimonio di informazioni che sono state organizzate in un Sistema Informativo Territoriale, collegate ad una base cartografica tramite il software GIS ArcView 9.1 di ESRI.

La restituzione delle informazioni è contenuta in una serie di elaborati cartografici (in parte già analizzati nel Documento di Piano) che si riferiscono a diversi aspetti del quadro conoscitivo:

- i sistemi funzionali:

- tavola US 01: Usi del suolo

- tavola US 02: Sistema del commercio

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- tavola US 03: Sistema delle attività produttive e ambientali-tecnologiche

- tavola US 04: Sistema del verde

- tavola SE 01: Sistema dei Servizi Esistenti

- le caratteristiche tipo-morfologiche

- tavola US 05: Tipologie edilizie

- tavola US 06: Altezze degli edifici

- tavola US 07: Rapporto di copertura per isolati

- tavola US 08: Densità di s.l.p. per isolato

- tavola US 09: Densità insediativa per sezione di censimento

La lettura comparata delle tavole elencate consente di riconoscere la forma e la struttura della città consolidata in relazione all’intero territorio comunale e contermine, fortemente urbanizzata attraversata da nord-est/sud-ovest dalla linea ferroviaria e delimitata:

- a est dal peduncolo del sistema tangenziale-autostradale che si sovrappone quasi al corso del fiume Lambro, rappresentando con quest’ultimo la cesura con l’edificato del comune di Cologno Monzese;

- a ovest dalla direttrice Milano/Monza di viale Fulvio Testi/Lombardia che quasi coincide con il confine con il territorio di Cinisello Balsamo, senza rappresentare un’interruzione del continuo urbanizzato, anche se costituisce una barriera difficilmente attraversabile;

- a sud il confine con Milano è in parte assolutamente non percepibile intorno a v.le Monza/Marelli, più irrisolto verso via Rimembranze-Crescenzago e via Marx-Livorno verso il quartiere Adriano e la Gobba;

- a nord di nuovo una infrastruttura autostradale, la Milano Venezia A4 delimita il territorio verso Monza.

La città consolidata è inoltre attraversata dalla direttrice storica Milano-Monza. Ancora riconoscibili benché parzialmente interrotti, come il tracciato da v.le Marelli verso Casiraghi e Gramsci.

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Dal punto di visto tipo morfologico una descrizione ci porta ad individuare tre città:

[Documento di Piano “Le determinazioni di piano”, pag. 251]

‐ ad Ovest della ferrovia la città novecento con frammentarie permanenze di attività produttive di diverso grado di tenuta dal punto di vista dell’efficienza, della vivacità imprenditoriale, nonché della compatibilità con i tessuti in cui sono insediati; un tessuto residenziale essenzialmente solido, in gran parte rinnovato, con alcune sacche di degrado rappresentate da carenze di servizi e scarse porosità che ne permettano un riequilibrio;

‐ ad Est della ferrovia la città storica più disomogenea per epoca di costruzione con permanenze dell’attività agricola rappresentata essenzialmente dalle ville padronali ora sede di servizi cittadini, con un tracciato viario minuto e disordinato;

‐ a Sud/Est oltre viale Edison la città giardino della seconda metà del secolo scorso, che soffre in parte di un incipiente degrado edilizio tipico delle tecniche e dei materiali costruttivi dell’epoca, con una forte presenza di edilizia residenziale pubblica, tuttavia più ariosa con grandi viali alberati che però non sono riusciti a diventare boulevard urbani con conseguente effetto città.

Una quarta città nella città è rappresentata dalle vaste porzioni di territorio già occupate dalle grandi fabbriche dove il percorso di riconversione avviato ha prodotto risultati soprattutto a Sud/Ovest (ex Breda e parte della ex Marelli) sia con sostituzioni funzionali prevalentemente terziarie sia con processi di riorganizzazione e ammodernamento della produzione manifatturiera (Cimi.Montubi, Mercegallia, Vetrobalsamo…), costituzione di distretti per piccole imprese.

Il tessuto insediativo dal punto di vista funzionale dell’uso del suolo si presenta variegato con la presenza prevalente della residenza a cui si alternano tessuti appartenenti alla categoria commercio minuto, al terziario direzionale ed al produttivo di valenza artigianale.

Le aree più densamente edificate, sia in termini di copertura del suolo che di concentrazione volumetrica, si localizzano principalmente lungo le direttrici nord/sud dei viali Matteotti, F.lli Casiraghi, Marelli e Gramsci e nelle aree tra loro intercluse, a cui corrispondono tipologie edilizie assimilabili all’edifico a corte storica, a ballatoio e del fabbricato in linea a comporre delle corti, ad eccezione di alcuni elementi puntuali appartenenti alla casa uni-bifamiliare che oramai risultano quasi tutte assorbite dal tessuto urbanizzato dell’isolato urbano, fatto salvo alcuni particolari tessuti di forte riconoscibilità tipologica ubicati principalmente lungo il viale Gramsci e via Camagni.

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Parallelamente si riscontra, invece, nelle zone collocate a sud/est di v.le Edison, la presenza di insediamenti quasi esclusivamente residenziali con caratteristiche e forme insediative completamente diverse rispetto ai precedenti, rispondenti per lo più alle politiche per la casa, in risposta alle esigenze di espansione residenziale determinata dalla crescita occupazionale dovuta all’attività delle grandi fabbriche, con rapporti di occupazione del suolo che privilegiano lo spazio libero ed aperto, con concentrazioni edificatorie rade a cui corrispondono tipologie edilizie che si sviluppano principalmente in altezza ed appartenenti alle categorie dell’edificio in linea semplice e della torre.

Gli spazi dedicati prevalentemente alla produzione si collocano principalmente ai margini del tessuto centrale di Sesto S.G., ovvero sul versante sud occidentale del territorio comunale occupando il sedime degli impianti produttivi della ex-Breda, sul versante sud all’interno delle aree dell’ex Marelli e adiacenze e sul versante sud occidentale in adiacenza al sistema autostradale della tangenziale est a diretto contatto con il PLIS della Media Valle del Lambro.

Altre presenze produttive di più ridotta dimensione risultano presenti a nord, nell’enclave compreso tra il viale Fulvio Testi e il viale F.lli Casiraghi così come anche nelle adiacenze delle aree ex Vulcano lungo la via Trento.

Si evidenzia inoltre, la forte presenza nel territorio di ambiti e aree dimesse che interessano anche luoghi posti all’interno delle aree più centrali del territorio comunale e che sono il frutto dell’esaurimento di quel modello produttivo e modello insediativo, accompagnate anche dalla presenza di aree incolte e degradate sulle quali si concentrano obiettivi strategici del Documento di Piano.

Relativamente al sistema delle attività commerciali, risultano diffuse sul territorio comunale attività commerciali di vicinato ubicate principalmente nelle zone più densamente urbanizzate, a cui si somma un sistema delle medie strutture di vendita. Nella zona sud-orientale rispetto al viale Edison, la struttura commerciale di vicinato risulta meno diffusa a causa della tipologia edilizia predominante, che come già sopra indicato, corrisponde essenzialmente all’edificio in linea semplice e alla torre che non si prestano agevolmente all’inserimento di attività commerciali.

Si evidenzia inoltre che il territorio comunale si caratterizza per la presenza di due grandi strutture di vendita di recente realizzazione, la prima ubicata sull’estremo versante sud-occidentale al confine con Milano, la seconda sull’estremo versante nord-orientale di viale Italia sulle aree ex Vulcano.

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In sintesi, la lettura comparata delle tavole permette di formulare le principali seguenti valutazioni:

• la presenza di edificazioni a cortina con destinazione funzionale residenziale, generalmente localizzate nella Città consolidata, è caratterizzata da elevati rapporti di copertura ed alte densità edilizie; viceversa la realizzazione pianificata dei quartieri di ERP si caratterizza per rapporti di copertura e di densità edilizia più contenuti;

• all’interno degli ambiti maggiormente densi si verifica una maggior concentrazione di abitanti costituendosi come ulteriore elemento negativo della qualità dell’abitare di quelle porzioni di città;

• la ricognizione delle attività commerciali al piede degli edifici evidenzia la presenza di consistenti fronti commerciali all’interno della città: tali fronti si localizzano solo in parte all’interno di assi commerciali che riescono a sviluppare forme di sinergia sufficienti a garantire il permanere delle attività insediate. All’esterno di tali localizzazioni gli esercizi commerciali generalmente evidenziano una diffusa difficoltà al mantenimento delle attività: tale fenomeno determina una spinta alla trasformazione funzionale mediante cambi di destinazione d’uso che hanno per l’esito l’insediamento di residenza all’interno degli ex esercizi;

• La ricognizione delle aree ad utilizzo industriale evidenzia da un lato i grandi recinti su cui le attività di trasformazione trovano attivazione mediante procedure e programmi complessi. Per quanto riguarda il patrimonio di dimensione medio/piccola è in questo caso da evidenziare una spinta alla modifica della destinazione d’uso in senso residenziale anche in ragione alle richieste in questo senso espresse dal mercato immobiliare.

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GLI ELEMENTI DI RILEVANZA TERRITORIALE E AMBIENTALE

Per l’elaborazione del Piano delle Regole, che detta, tra l’altro, la disciplina di gestione degli interventi sul tessuto urbano

consolidato e sulle aree di valore paesaggistico-ambientale ed ecologico, è stata necessaria la ricognizione dello stato di fatto del

patrimonio edilizio esistente in rapporto alle caratteristiche generali del contesto ed allo specifico valore storico e documentale dei

manufatti.

Il Piano delle Regole individua nel panorama dell’architettura sestese alcuni edifici o manufatti di interesse storico e di rilevanza

ambientale e territoriale, la cui qualità architettonica o il cui valore testimoniale è meritevole di forme di tutela.

Il percorso che ha portato a tale individuazione si avvale del quadro conoscitivo del Documento di Piano e del lavoro per la

redazione del Dossier per l’inserimento della città nella lista del Patrimonio mondiale dell’umanità dell’Unesco cui hanno contribuito

alcuni settori dell’Amministrazione comunale ed il Comitato promotore.

Nell’Allegato B del Documento di Piano sono stati censiti e schedati numerosi edifici o complessi di edifici, suddivisi per categorie,

che costituiscono il punto di partenza necessario per riconoscere caratteristiche e modalità di crescita del contesto urbano in

relazione alla trasformazione del territorio da rurale ad industriale.

All’interno del patrimonio censito spiccano i beni individuati come particolarmente significativi e pertanto considerati elementi

testimoniali dell’identità industriale di Sesto San Giovanni. La città rappresenta infatti una testimonianza storica di eccezionale

valore quale luogo in cui la civiltà industriale, la cultura del lavoro e quella d’impresa si sono potuti incontrare e confrontare.

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Dal Dossier “Sesto San Giovanni per l’Unesco” La cultura del lavoro a Sesto San Giovanni è un patrimonio unico che necessita di essere salvaguardato e tutelato attraverso una consapevole valorizzazione, che consenta alle future generazioni di conservare la memoria di una società ormai scomparsa.

L’eccezionale concentrazione di spazio e di tempo caratteristica della trasformazione di Sesto San Giovanni ne ha determinato in modo assolutamente peculiare la struttura urbana, che è interamente segnata dalla tumultuosa espansione industriale: Sesto ha visto la progressiva inclusione della città all’interno dell’area industriale, invece che la creazione di un’area industriale all’esterno del centro urbano come in molte altre realtà industriali.

Sesto San Giovanni costituisce indubbiamente un caso unico nel panorama internazionale, quello di una città che agli inizi del ‘900 rapidamente si è industrializzata e che quasi altrettanto velocemente, alla fine del secolo, ha perso le sue grandi fabbriche, travolte da crisi internazionali e famigliari. Dal punto di vista delle strutture industriali sono stati costruiti complessi ed edifici di grande valore architettonico ed edilizio, a cominciare dalle enormi cattedrali dove avvenivano i processi di fonderia o di laminazione. Attorno alle fabbriche poi sono cresciuti i villaggi degli operai, degli impiegati o dei dirigenti ed i circoli cooperativi, “bianchi” e “rossi”.

L’altra caratteristica di Sesto San Giovanni è stata infatti di avere sviluppato una forte coesione sociale basata sulla solidarietà, che ha avuto, naturalmente, i suoi luoghi dove esplicarsi: tale è stato, per un periodo, lo stesso Villaggio Falck.

Alla fine del ‘900 però le grandi fabbriche, una dopo l’altra, hanno chiuso i battenti.

L’amministrazione comunale insieme alle forze politiche, sociali, imprenditoriali della città ha dovuto evitare che ci fosse un dramma sociale di proporzioni immense, e nello stesso tempo ha cercato di immaginare, progettare e poi realizzare un futuro economico, sociale, culturale all’altezza delle tradizioni migliori di Sesto San Giovanni. Per questo si è scelto di salvare il patrimonio architettonico ed edilizio più rilevante, utilizzando edifici che sono parte della storia di questa città, dell’Italia e di tutta la civiltà industriale, dando loro un ruolo e una funzione del tutto nuovi, in una evoluzione che sottolinea un principio fondamentale della nostra politica, che la memoria di una città o di una nazione sono la base ineludibile su cui costruire il futuro. La volontà dell’amministrazione di tutelare il paesaggio culturale evolutivo presente nel territorio di Sesto San Giovanni si esplicita attraverso strumenti e misure dirette a conservare e proteggere gli edifici e le aree con valore storico-industriale.

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L’unicità del tessuto urbanistico sestese è conseguenza del suo processo evolutivo, cui partecipano molteplici componenti, tutte

riconducibili all’identità di città del lavoro e delle fabbriche. Gli edifici che si intende mantenere e tutelare presenti all’interno dei

comparti di trasformazione si caratterizzano per la loro imponenza: si tratta di grandi capannoni industriali in carpenteria metallica,

di lunghi edifici in calcestruzzo con copertura a shed, di torri piezometriche ecc.; un’altra componente peculiare della città

industriale è rappresentata dalla presenza diffusa di case per le famiglie operaie, costruite inizialmente dalle aziende per i propri

dipendenti: emblematico è l'esempio dal villaggio Falck dove la dotazione di servizi collettivi quali asili, scuole, chiese, e luoghi per il

tempo libero. è circoscritta nell'immediato intorno degli stabilimenti. Isolato dal contesto urbano, è composto da case in linea

corredate da orti e lavatoi comuni, attestate su lotti definiti dalla viabilità interna.

Altri insediamenti sono dedicati alle maestranze: case e casette Breda, alberghi operai, condomini, quartieri di edilizia popolare, e

numerose strutture adibite ad uso collettivo, come circoli ricreativi di quartiere, asili nido e centri sportivi. Un cenno particolare

merita il villaggio C.E.C.A. progetto pilota, in cui si sperimentarono nuove tecniche costruttive applicate all'uso dell'acciaio.

L'intervento realizzato degli architetti dello studio B.B.P.R. (Banfi, Belgioiso, Peressutti e Rogers) si articola con una serie di

costruzioni disposte in uno spazio verde.

I beni materiali ed immateriali che richiamano la memoria industriale di Sesto San Giovanni sono dislocati all'interno del perimetro

comunale, proposto interamente per l'iscrizione alla Lista del patrimonio Unesco. Le forme di tutela si estendono pertanto al

territorio nel suo complesso, e si esplicano attraverso diverse strategie: dalla messa in sicurezza di alcuni edifici di origine

industriale in attesa di rifunzionalizzazione, alla normativa riferita ai villaggi o quartieri operai, significativi nel loro valore d’ insieme,

alla definizione degli interventi possibili sui singoli elementi.

La salvaguardia dei fattori che compongono l’identità urbana si avvale di una vasta gamma di strumenti da attivare, con la

consapevolezza che l’equilibrio tra una normativa troppo rigida o vincolistica e la carenza di regole è la migliore garanzia per

operare nel rispetto degli interessi generali.

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L’obiettivo, evidentemente, non è di cristallizzare tutto il territorio: occorre individuare e comprendere i molteplici e stratificati valori

di cui un territorio è portatore, preservandone i caratteri distintivi anche quando si attuano trasformazioni radicali, anche in relazione

all’individuazione di tutti quelle elementi antropici e non che, comunque, contribuiscono e costituiscono il paesaggio del territorio.

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La Carta del Paesaggio

Il Documento di Piano, sulla base del quadro conoscitivo e del quadro programmatorio, definisce la strategia paesaggistica

comunale e gli obiettivi di qualità che questa persegue.

A Sesto, la concezione del termine “paesaggio” assume una valenza del tutto particolare; gli elementi ad esso tradizionalmente

riconducibili, devono essere declinati in funzione della specificità del luogo..

La realtà di Sesto costituisce un paesaggio unico, dato dalla sommatoria di luoghi e di memorie, dove il valore del patrimonio

storico artistico o naturalistico riveste un aspetto quasi marginale,: il nostro tessuto affonda le sue radici nella cultura intangibile del

lavoro e delle attività umane connesse alle funzioni industriali che per tanti anni hanno costituito l’ossatura dello sviluppo della città..

La rappresentazione del paesaggio che ne deriva, nasce dalla necessità di leggere il territorio nel suo complesso, di identificarne i

caratteri costitutivi e la connessione, spesso irriconoscibile, tra i suoi diversi ambiti, e di comunicarne i luoghi e gli edifici più

rilevanti, riconoscendo allo spazio pubblico, nel contempo, una particolare dimensione sociale e identitaria. In questo momento di

grande intensità trasformativa, è importante restituire l’impianto paesistico del territorio, e riscoprirne il valore collettivo in quanto

luogo in cui si concentrano esigenze diverse.

Il territorio è un serbatoio che veicola valori culturali, di appartenenza, storici, morfologici, la cui coniugazione definisce il

“paesaggio”.

La cartografia allegata al presente documento evidenzia gli elementi caratterizzanti il tessuto urbano della città, sia in quanto singoli

edifici, sia nella loro qualità di insieme, sia per la valenza naturalistica/ecologica che rappresentano.

La conoscenza è uno dei punti di forza per utilizzare le nostre risorse paesistiche, per un continuo lavoro di confronto e di

aggiornamento sulle necessità del presente e su quelle prevedibili del futuro: con questa consapevolezza è stata redatta la Carta

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del Paesaggio che restituisce la realtà di Sesto con riferimento alle due fondamentali classificazioni che compongono il territorio: il

tessuto costruito e agli ambiti di parco.

Riprendendo le informazioni contenute nell’allegato B del Documento di piano, i beni storico documentali della città delle fabbriche,

sono stati individuati nelle seguenti categorie:

• Gli edifici industriali (EI) che rappresentano la memoria delle fabbriche, cioè che caratterizzano i luoghi un tempo sede

delle industrie sestesi, per la quasi totalità non più attive, che segnano il territorio, sia come “reperti” di un momento storico

fondamentale per la città, sia come elementi morfologicamente e tipologicamente di grande rilevanza.

• La residenza pubblica e popolare (RPP) gli elementi riportati rappresentano la risposta dell'Istituto Fascista per le Case

Popolari, poi l'Istituto Autonomo Case Popolari, alla crescente domanda abitativa che l’espansione industriale comporta. I progetti

attuati sono esemplari degli interventi pubblici del periodo, che prevedono la realizzazione di edifici residenziali e servizi collettivi. Si

tratta di quartieri organizzati su di un preciso disegno urbano (Razza, Edison, case Ina) che costituiscono “pezzi” significativi della

città, e che ne hanno determinato in parte lo sviluppo.

• La residenza e i villaggi operai (RVO) elementi peculiari del patrimonio sociale e culturale di Sesto, che, sorti per ospitare i

lavoratori delle grandi fabbriche , sono testimonianza dell’atteggiamento paternalistico, anche se illuminato, della classe padronale

sestese.

• Le ville storiche (VS) e i giardini di loro pertinenza: si tratta delle “ville di campagna” quali la Torretta, la villa Pelucca, la villa

Visconti D'aragona-De Ponti, la villa Zorn, la villa Mylius, la villa Puricelli-Guerra, ancora oggi riconoscibli ed elementi emergenti

all'interno del tessuto edificato. Le ville presentano impianti tipologici differenti, contraddistinti soprattutto dal rapporto che l'edificio

assume rispetto alla strada.

• I complessi di origine agricola (COA) si tratta delle cascine, un tempo numerose e spesso interne al tessuto edilizio

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consolidato, di cui, oggi, restano alcuni esemplari, tre dei quali sono interni al perimetro del PLIS della Media Valle del Lambro

• I servizi e le attrezzature collettive e tecnologiche(SACT) si tratta degli edifici disseminati per la città, che storicamente

hanno rappresentato i luoghi delle attività e delle funzioni collettive o di servizio alla collettività.

Sono altresì stati individuati due nuclei di antica formazione, sostanzialmente rappresentati dal nucleo centrale e dal borgo

agricolo di cascina Gatti, il cui pregio è prevalentemente di carattere testimoniale. Questi ambiti presentano una configurazione

morfologica riconducibile al sistema insediativo che strutturava la campagna, benché l’organizzazione spaziale originaria risulti oggi

interrotta da demolizioni e rifacimenti. Il borgo del centro si sviluppa per aggregazioni successive lungo i percorsi che portavano ai

campi, mentre l'ambito di Cascina Gatti, si configura come una struttura autonoma rispetto all'insediamento urbano.

Alla definizione del paesaggio urbano, contribuiscono anche alcuni edifici che, pur non essendo stati schedati, vengono segnalati

sulla cartografia in quanto rappresentano significativi punti di riferimento nell’organizzazione e nella riconoscibilità dei luoghi.

• Le ville liberty: contornate da giardini privati; nei primi anni del Novecento, nell'area compresa tra v.le Gramsci e la nuova

linea ferroviaria, vengono edificate alcune ville che si configurano ancora oggi come una pausa all’interno del tessuto consolidato..

Sono residenze destinate ad una nuova borghesia composta da tecnici, ingegneri e piccoli imprenditori industriali che eleggono la

propria residenza nelle vicinanze delle imprese che possiedono o dirigono. Di modeste dimensioni, poste all’interno del lotto, sono

caratterizzate dalle facciate particolarmente curate e dai giardini, spesso con alberature consistenti.

• L’edilizia residenziale della prima metà del ‘900: si tratta di edifici concentrati nella zona in prossimità della ferrovia,

prevalentemente ad ovest di questa; le costruzioni si attestano lungo la strada, con facciate che presentano decorazioni in cemento,

a volte di pregevole fattura. Sono espressione della locale borghesia imprenditoriale che realizza piccoli insediamenti produttivi e

palazzine di tre o quattro piani con il piano terra destinato ad attività artigianali e commerciali.

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GLI AMBITI DEL PIANO DELLE REGOLE

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• Gli edifici moderni morfologicamente significativi, i centri commerciali: l’individuazione di alcuni manufatti moderni o

contemporanei, non comporta un giudizio di merito sul valore architettonico, ma vuole riconoscere anche la città che cambia e che

offre nuovi scenari e nuovi luoghi di richiamo e di identità per i cittadini.

• Gli edifici di culto: sono emergenze morfologiche che fanno parte della tradizione della città, e che sono punto di riferimento

perla valenza religiosa, ma anche civica, che i luoghi di culto rappresentano.

• Il verde pubblico esistente: la scelta di riportare tutte le aree a verde pubblico esistenti nel territorio cittadino, sottolinea il

valore che si attribuisce al sistema del verde, quale fondamentale elemento di raccordo e coesione tra le diverse parti della città

Sulla tavola del paesaggio vengono inoltre riportati tutti gli ambiti e gli elementi di rilevanza provinciale: tra questi l’albero di interesse

monumentale nel parco di villa Zorn e i principali corridoi ecologici dei corsi d’acqua, nonché gli elementi tutelati in quanto beni di

interesse artistico e storico

Le norme regolamentano la compresenza nello stesso spazio di patrimoni naturali, sedimenti culturali e presenze umane. L’attività

di disegno e governo del paesaggio, si configura come un sistema coerente di atti da compiere nel tempo e la definizione dei modi

e degli strumenti per compierli: la garanzia dell’integrità del paesaggio urbano, non comporta la cristallizzazione territorio, ma la

necessità di sovrintendere al suo sviluppo armonico.

Non tutte le situazioni segnalate corrispondono a elementi di grande pregio, ma la città è il risultato della stratificazione degli

interventi che hanno conformato il suo territorio. La normativa che segue specifica per ciascuna categoria di riferimento, criteri,

modalità, possibilità di intervento, articolati in quanto diverso è il grado di tutela che si ritiene opportuno esercitare su ciascuna di

esse, ma con attenzione puntuale alle peculiarità che le contraddistinguono.

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GLI AMBITI DEL PIANO DELLE REGOLE

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La Carta della Sensibilità Paesistica

A seguito dei passaggi ricognitivi e interpretativi condotti nell’elaborazione della Carta del Paesaggio è stata redatta una Carta della sensibilità paesistica, secondo quanto richiesto dalle modalità attuative della legge 12/2005, che individua nel territorio comunale, gli ambiti, gli elementi e i sistemi a maggiore o minore sensibilità/vulnerabilità dal punto di vista paesaggistico.

Per coerenza con il PTR e con le Linee guida per l’esame paesistico dei progetti, sono identificate 5 classi di sensibilità (sensibilità molto bassa, sensibilità bassa, sensibilità media, sensibilità alta e sensibilità molo alta):

- nella “classe di sensibilità molto alta” sono inseriti il Parco Nord, il Parco della Media Valle del Lambro, gli edifici storico-documentali della città delle fabbriche (interessati dalla candidatura Unesco) con le relative visuali e le ville storiche sestesi con i rispettivi giardini, considerati i sistemi o gli elementi di maggiore attenzione dal punto di vista paesaggistico;

- nella “classe di sensibilità alta” sono inseriti l’ambito di trasformazione Falck ed il viale Italia, che saranno centrali nella riqualificazione dell’intera città;

- i centri di Sesto vecchia e Sesto nuova, Cascina de’ Gatti e i quartieri operai sono collocati nella “classe di sensibilità media”;

- il tessuto cittadino è generalmente inserito nella “classe di fattibilità bassa”;

- le zone industriali esistenti lungo la linea ferroviaria, in prossimità del cimitero e lungo il fiume Lambro in prossimità della zona industriale di Cologno sono inseriti nella “classe di sensibilità molto bassa”.

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GLI AMBITI DEL PIANO DELLE REGOLE

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I PARCHI

Il Parco Nord

Come descritto nel capitolo “La programmazione sovraordinata e i vincoli – Gli elementi di rilevanza territoriale e ambientale” del Documento di Piano, il “Parco di interesse regionale Nord Milano” è stato istituito dalla Regione Lombardia con la L.R. n. 78 dell'11 giugno 1975 e in seguito inserito nel Piano regionale delle aree protette con la L.R. n. 86 del 30 novembre 1983. Con la L.R. 19 ottobre 2006 n. 23, in seguito confluita nel testo unico delle leggi regionali in materia di istituzione di parchi (L.R. 16 luglio 2007, n. 16) è stato individuato e istituito all’interno del Parco regionale il “Parco naturale Nord Milano”.

Il Parco si estende su una superficie di circa 620 ettari (oltre 60 in Comune di Sesto San Giovanni) nel contesto densamente urbanizzato fra i Comuni succitati.

La gestione del Parco è affidata ad un Consorzio tra la Provincia di Milano e i Comuni territorialmente interessati di Sesto San Giovanni, Milano, Cinisello Balsamo, Bresso, Cormano e Cusano Milanino.

Dal punto di vista urbanistico, il Parco Nord è disciplinato dal Piano Territoriale di Coordinamento (PTC), approvato con delibera di consiglio Regionale del 21 marzo 1990; successivamente oggetto di Variante con le delibere di giunta regionale 6 agosto 2002, n. 7/10206 e 23 dicembre 2004, n. 7/20136. L’azzonamento aggiornato del PTC è riportato nell’Allegato A - Il contesto socio-economico e territoriale del Nord Milano. Le indicazioni della pianificazione sopraordinata. Cartografia di riferimento.

Il PTC è, come noto, uno strumento urbanistico di carattere sopraordinato: le previsioni del PTC prevalgono rispetto alla pianificazione comunale, sono recepite di diritto negli strumenti urbanistici generali comunali e sostituiscono con efficacia immediata eventuali previsioni difformi che vi siano contenute. Alla pianificazione comunale, in conformità ai criteri e alle disposizioni del PTC, compete la disciplina degli immobili compresi nella “Zona edificata”, ai sensi dell’art. 9, paragrafo I, comma 2 della L.R. 63/1990 e s.m.i.

Dal punto di vista normativo, pertanto, il Piano delle regole, richiamati gli estremi dello strumento di pianificazione sovraordinato vigente, disciplina unicamente l’”Ambito produttivo consolidato del Parco Nord”, confermando in sostanza la destinazione d’uso principale produttiva esistente e limitando il mutamento verso altre possibili destinazioni non compatibili con il Parco stesso.

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Veduta Aerea del Parco Nord e campo volo di Bresso

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Il Parco della Media Valle del Lambro

Nel dicembre 2006, la Provincia di Milano ha riconosciuto l’ampliamento del Parco Locale di Interesse Sovracomunale (PLIS) della Media Valle del Lambro, in precedenza istituito per i Comuni di Brugherio e Cologno Monzese, al Comune di Sesto San Giovanni, concludendo il complesso iter procedurale avviato nei primi anni Novanta, e solo in parte concluso, dalla Regione Lombardia.

Il Parco interessa una superficie di circa 280 ettari, circa 180 dei quali nel territorio di Sesto San Giovanni.

La gestione del Parco è disciplinata dalla “Convenzione per la promozione e la gestione del Parco della media valle del Lambro” sottoscritta nel luglio 2006 dai Sindaci dei Comuni co-interessati.

La pianificazione/programmazione del Parco della Media Valle del Lambro è disciplinata dal Programma Pluriennale degli Interventi (PPI) approvato con deliberazione consiliare n. 28 del 8 luglio 2008.

Il PPI individua le opere e le azioni da realizzare nel triennio di validità ed indica le risorse economiche e le modalità di finanziamento necessarie in relazione agli strumenti di programmazione economica dei Comuni cointeressati.

Gli obiettivi strategici del PPI del Parco della Media Valle del Lambro sono:

- il recupero della qualità ecologica dell’area mediante l’individuazione delle azioni e degli interventi, di ri-naturalizzazione del sistema fluviale, di mitigazione degli impatti ambientali, ed in particolare di contenimento, o eliminazione, dei fenomeni di dissesto idrogeologico;

- la connessione ai fini ambientali e fruitivi delle aree a verde del Parco locale, esistenti e previste, fra loro, e con il sistema dei parchi, del verde e dei percorsi storici anche fluviali di area più vasta, creando o valorizzando le relazioni esistenti o potenziali con il più vasto contesto territoriale;

- la fruizione del Parco da parte della cittadinanza sia ai fini ricreativi che didattico-culturali anche al fine di consolidare la conoscenza del territorio ed innescare logiche di presidio diffuso del suo territorio.

La tavola programmatoria del PPI è riportata nell’Allegato A - Il contesto socio-economico e territoriale del Nord Milano. Le indicazioni della pianificazione sopraordinata. Cartografia di riferimento.

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La Delibera di Giunta Regionale n. 8/6148 del 12 dicembre 2007, “Criteri per l’esercizio da parte delle Province della delega di funzioni in materia di Parchi locali di Interesse Sovracomunale (art. 34, comma 1, LR n. 86/1983; art. 3 comma 58, LR n. 1/2000)”, disciplina i rapporti fra PGT e PLIS e, in dettaglio, prevede che il Documento di Piano contenga (i) il perimetro e il quadro conoscitivo del territorio, (ii) la definizione dei criteri di intervento all’interno del PLIS e (iii) la definizione dei criteri di compensazione e mitigazione; che il Piano dei servizi disciplini l’uso delle aree a verde e i corridoi ecologici ricedenti nel perimetro del Parco; e che infine il Piano delle Regole normi l’uso delle aree incluse nel perimetro del PLIS.

Dal punto di vista normativo, il Piano delle Regole propone una specifica norma di tutela e valorizzazione i nuclei di origine rurale interni al perimetro del PLIS, che costituiscono elementi fondamentali di caratterizzazione del paesaggio e nei quali gli interventi saranno finalizzati alla tutela, al recupero e alla valorizzazione del patrimonio edilizio esistente anche per quanto attiene i rapporti con l’ambiente (alberature, direttrici visuali e di accesso, aree di pertinenza, rete irrigua). Per gli edifici e nuclei di origine rurale sono ammessi manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria, restauro, risanamento conservativo. Per le parti esterne dell’edificio deve essere mantenuto il carattere degli elementi costruttivi, dei materiali e dei colori della costruzione originaria. Sulle aree di pertinenza delle costruzioni non sono consentiti interventi di nuova costruzione. Per gli edifici e nuclei di origine rurale sono ammesse le seguenti destinazioni: residenza, laboratori artigianali, funzioni ricreative, di ristoro e agrituristiche, e attività ludico-sportive.

La norma ha carattere transitorio e rimanda ad un successivo Piano attuativo, ai sensi della DGR n. 8/6148 del 12 dicembre 2007, da redigere in forma coordinata con i Comuni co-interessati e gli organi di gestione del Parco e da approvare secondo le procedure previste per i Parchi locali di interesse sovracomunale, che definirà in dettaglio la disciplina del Parco della Media Valle del Lambro.

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GLI AMBITI DEL PIANO DELLE REGOLE

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Programma Pluriennale degli Interventi per il Parco della Media Valle del Lambro

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GLI AMBITI DEL PIANO DELLE REGOLE

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Le superficie del Parco nei Comuni per destinazione

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GIOVANNI TOTALE MONZESE ha %* ha %* ha %* ha %**

Area agricola 49,62 61,1 // 15,747 11,3 65,37 24,3

Area incolta 0,682 0,84 6,352 13,2 38,39 27,5 45,42 16,9

Verde e attrezzature pubbliche // 1,848 3,85 18,58 13,3 20,428 7,6

Area recuperata a parco urbano // 29,49 61,4 0,343 0,25 29,835 11,1

Orti 5,464 6,72 0,973 2,03 4,994 3,58 11,431 4,25

Cava Melzi attiva // // 16,515 11,8 16,515 6,14

Cava Melzi cessata // 0,47 0,98 8,743 6,26 9,213 3,43

Artigianale/ Produttivo 4,256 5,24 1,835 3,82 11,094 7,94 17,185 6,4

Residenza 3 3,7 // 2,848 2,04 5,848 2,17

Servizi e impianti tecnologici 12,51 15,4 2,467 5,14 15,632 11,2 30,609 11,4

Area usi impropri 5,717 7 4,582 9,54 6,751 4,83 17,05 6,34

Totale PLIS MVL (escluse aree stradali e fiume) 81,25 100 48,02 100 139,64 100 268,91 100

* percentuali riferite alla superficie del PLIS ricadente nel Comune (escluse le aree stradali e fiume)

** percentuali riferite alla superficie totale del PLIS (escluse le aree stradali e fiume)

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GLI AMBITI DEL PIANO DELLE REGOLE

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LA CLASSIFICAZIONE DEL TESSUTO URBANO CONSOLIDATO E L’ARTICOLAZIONE DELL’IMPIANTO NORMATIVO

Città di Sesto San Giovanni - PGT - Piano delle Regole 63

LA CLASSIFICAZIONE DEL TESSUTO URBANO CONSOLIDATO E L’ARTICOLAZIONE DELL’IMPIANTO NORMATIVO

LA CLASSIFICAZIONE DEL TERRITORIO COMUNALE

Il Piano delle Regole suddivide il tessuto urbano consolidato in ambiti, intesi come insieme delle parti di territorio su cui è già avvenuta l’edificazione o la trasformazione dei suoli ai sensi dell’art. 10 della L.R. n. 12/2005, in ordine alle caratteristiche tipologiche, alla morfologia urbana, ai tipi edilizi, alle destinazioni d'uso ed ai parametri di edificabilità.

- Ambito consolidato prevalentemente residenziale

- Ambito consolidato prevalentemente residenziale con presenza di elementi di pregio ambientale

- Ambito residenziale da riconversione produttiva

- Ambito produttivo consolidato

- Ambito commerciale consolidato

- Ambito terziario-direzionale consolidato

- Ambito impianti di distribuzione carburante per autotrazione

L’Ambito consolidato prevalentemente residenziale è un ambito del tessuto urbano consolidato caratterizzato dalla presenza di insediamenti prevalentemente residenziali; è composto in parte dal tessuto edilizio della città compatta sviluppatasi sin dai primi decenni del ‘900 attorno al centro rurale storico e ad ovest del tracciato ferroviario, e in parte da tessuti edificati in periodi più recenti, in particolare a partire dal secondo dopoguerra nella parte sud-est del territorio comunale, come la “città giardino”. L’ambito comprende aree urbanizzate quasi completamente edificate ed è costituito sia da isolati delimitati dalle sedi stradali e da fronti edilizi compatti, in particolare nella città consolidata, che da isolati misti con presenza di fabbricati a centro lotto, in particolare nella città giardino. Nell’Ambito consolidato prevalentemente residenziale vengono perseguiti: l’adeguamento degli edifici esistenti; il completamento e la riqualificazione del tessuto urbanistico-edilizio mediante soluzioni planivolumetriche atte a garantire

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LA CLASSIFICAZIONE DEL TESSUTO URBANO CONSOLIDATO E L’ARTICOLAZIONE DELL’IMPIANTO NORMATIVO

Città di Sesto San Giovanni - PGT - Piano delle Regole 64

omogeneità ed armonia con gli edifici facenti parte dello stesso contesto; ed il miglioramento della qualità del tessuto urbano, data la variegata presenza di tipologie edilizie, a favore di una ricomposizione tipologica dell’isolato, ovvero al consolidamento e recupero degli allineamenti in cortina verso un miglioramento dei caratteri scomposti ed alternanza di pieni e vuoti presenti.

L’Ambito consolidato prevalentemente residenziale con presenza di elementi di pregio ambientale è un ambito urbano che risulta contraddistinto da insediamenti residenziali, con edifici centro lotto e aree di pertinenza caratterizzate da elevato valore ambientale e dalla presenza di essenze arboree pregiate. Le finalità perseguite per questo ambito sono essenzialmente la salvaguardia e valorizzazione dei caratteri complessivi dell’ambiente ed in particolare della quantità e qualità dei giardini e delle masse arboree esistenti, in particolare con la conservazione delle singole piante notevoli per età, altezza, specie e portamento; e il mantenimento e salvaguardia dei caratteri tipologici, architettonici e morfologici dei fabbricati edilizi ed in particolare del rapporto fra il singolo edificio e il giardino.

L’Ambito residenziale da riconversione produttiva è costituito da ambiti puntuali occupati da attività produttive esistenti, per le quali una conversione ad altro uso appare desiderabile in ragione della loro collocazione in rapporto al tessuto residenziale ed alla maglia stradale. Il Piano pertanto individua tali ambiti come parti del territorio che necessitano di interventi di riorganizzazione funzionale e di sostituzione delle strutture edilizie. Le finalità perseguite dal Piano per questo ambito sono la riconversione funzionale con l'introduzione di funzioni ed edifici coerenti con la collocazione urbana; e la sostituzione delle strutture edilizie incompatibili con il tessuto residenziale circostante.

L’Ambito produttivo consolidato riguarda zone nelle quali risultano insediate attività produttive industriali od artigianali o che il Piano delle Regole destina all'esercizio delle attività stesse. Per questo ambito il permanere della destinazione produttiva appare appropriata in relazione alla sua collocazione, estensione ed accessibilità rispetto all’agglomerato urbano. Vengono quindi previsti il mantenimento ed il completamento degli insediamenti esistenti nonché la realizzazione di nuovi insediamenti produttivi e di attrezzature al servizio delle attività.

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LA CLASSIFICAZIONE DEL TESSUTO URBANO CONSOLIDATO E L’ARTICOLAZIONE DELL’IMPIANTO NORMATIVO

Città di Sesto San Giovanni - PGT - Piano delle Regole 65

L’Ambito commerciale consolidato riguarda zone nelle quali risultano insediate attività prettamente commerciali occupate prevalentemente da insediamenti commerciali appartenenti alla media e grande distribuzione. Per questo ambito il piano persegue, in via principale, il mantenimento e l'adeguamento degli edifici esistenti.

L’Ambito terziario-direzionale consolidato è costituito da aree site in zona consolidata urbana che risultano occupate da insediamenti destinati ad attività terziarie e direzionali. Per questo ambito il piano persegue, in via principale, il mantenimento e l'adeguamento degli edifici esistenti.

Il Piano delle Regole detta inoltre una normativa transitoria per gli ambiti soggetti a strumenti attuativi e convenzioni ancora vigenti alla data di approvazione del PGT:

- Ambito piani attuativi in esecuzione

- Ambito Contratto di Quartiere in esecuzione

La norma del Piano delle Regole si limita a recepire e rimandare alle previsioni degli strumenti di pianificazione ed agli obblighi degli atti convenzionali vigenti. Le tavole di Piano definisce altresì la disciplina di tali ambiti allo scadere della validità degli atti.

Per quanto riguarda l’area ex Marelli è stata rappresentata la proposta di modifica dell’Accordo di Programma in corso di istruttoria.

Per quanto riguarda il Piano Particolareggiato Vulcano, è indicato lo stato di diritto che potrà essere oggetto di revisione secondo i criteri del Documento di Piano, almeno per quanto riguarda gli aspetti infrastrutturali.

Il Piano delle Regole classifica altresì il territorio esterno al tessuto urbano consolidato di valore paesaggistico, ambientale ed ecologico e individua:

- Ambito Parco Regionale Nord Milano

- Ambito Parco Locale di Interesse Sovracomunale della Media Valle del Lambro

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LA CLASSIFICAZIONE DEL TESSUTO URBANO CONSOLIDATO E L’ARTICOLAZIONE DELL’IMPIANTO NORMATIVO

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L’Ambito Parco Regionale Nord Milano riguarda la parte del territorio comunale compresa nel Parco regionale Nord Milano istituito con L.R. 11 giugno 1975, n. 78 e riconosciuto come parco di cintura metropolitana ai sensi dell’art. 38-bis della L.R. 30 novembre 1983, n. 86 e successive modificazioni e integrazioni. La disciplina dell’ambito recepisce le prescrizioni urbanistiche del Piano Territoriale di Coordinamento del Parco regionale Nord Milano approvato con L.R. 21 maggio 90 n. 63 e smi.

L’Ambito Parco Locale di Interesse Sovracomunale della Media Valle del Lambro riguarda la parte del territorio comunale compresa nel Parco locale di interesse sovracomunale (PLIS) della Media Valle del Lambro, riconosciuto, ai sensi dell’art. 34 della L.R. 30 novembre 1983, n. 86 e smi, con DGP 954 del 4 dicembre 2006. La norma ha carattere transitorio e rimanda ad un successivo Piano attuativo, ai sensi della DGR n. 8/6148 del 12 dicembre 2007, da redigere in forma coordinata con i Comuni co-interessati e gli organi di gestione del Parco e da approvare secondo le procedure previste per i Parchi locali di interesse sovracomunale, che definirà in dettaglio la disciplina del Parco della Media Valle del Lambro.

Il Piano delle Regole disciplina infine i seguenti ambiti:

- Beni storico-documentali della “città delle fabbriche”

- Nuclei di antica formazione, suddivisi in

o borghi rurali

o villaggi e quartieri operai

L’Ambito di tutela e valorizzazione dei beni storico-documentali della “città delle fabbriche” elenca i beni storici, architettonici e documentali meritevoli di tutela; tra questi rientrano i siti segnalati e schedati nel dossier predisposto per la promozione della candidatura della città di Sesto San Giovanni a patrimonio dell’umanità dell’Unesco nella categoria “Paesaggio industriale evolutivo”. Fermo restando l’obbligo a carico dei proprietari di conservare e mettere in sicurezza tali beni, ai fini della tutela, della valorizzazione e della riqualificazione degli stessi, il Piano definisce le tipologie di intervento e le destinazioni d’uso ammissibili.

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LA CLASSIFICAZIONE DEL TESSUTO URBANO CONSOLIDATO E L’ARTICOLAZIONE DELL’IMPIANTO NORMATIVO

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Tra i Nuclei di antica formazione, gli Ambiti di origine rurale - borgo di Cascina Gatti e borgo del Centro - pur non presentando rilevanti valori artistico-architettonici, risultano caratterizzati dalla presenza di elementi di testimonianza storica e di valori ambientali che il Piano considera meritevoli di tutela e valorizzazione.

Sempre tra i nuclei di antica formazione, in base alle caratteristiche generali del contesto e alle specifiche caratteristiche storiche funzionali, al loro valore documentario e testimoniale, si ritengono meritevoli di valorizzazione e/o riqualificazione i Villaggi operai emergenti per qualità storico-documentali e rilevanti per l’impianto unitario originario e i Quartieri operai e di edilizia popolare rilevanti per l’impianto unitario originario.

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LA CLASSIFICAZIONE DEL TESSUTO URBANO CONSOLIDATO E L’ARTICOLAZIONE DELL’IMPIANTO NORMATIVO

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GLI INDIRIZZI NORMATIVI GENERALI

Il Piano delle Regole, al fine di promuovere un miglioramento della qualità urbana e paesaggistica e una coerente pianificazione sotto l’aspetto insediativo, tipologico e morfologico, detta norme differenziate sull’utilizzo delle aree del tessuto urbano consolidato. Il Piano delle Regole è redatto in coerenza con gli obiettivi definiti dal Documento di Piano e con la disciplina definita dal Piano dei Servizi. La disciplina delle trasformazioni urbanistiche ed edilizie si coordina inoltre con le previsioni del Piano urbano del traffico, dei parcheggi e della mobilità e con i Piani di settore.

Il Piano delle Regole suddivide il tessuto urbano consolidato negli ambiti descritti nel paragrafo precedente.

Per tali ambiti, di norma, si prevede un indice di utilizzazione fondiaria (Uf) di 0,70 mq/mq, o pari alla slp esistente, salvo che per gli ambiti produttivi consolidati (Uf ≤ 1,00 mq/mq) e per gli ambiti consolidati prevalentemente residenziali con presenza di elementi di pregio ambientale (Uf ≤ 0,20 mq/mq).

L’attuazione del Piano delle Regole avviene ordinariamente mediante intervento diretto.

Al fine di controllare la qualità progettuale degli interventi ed evitare la realizzazione di episodi edilizi incongrui con il tessuto urbano consolidato circostante, in ambiti di superficie fondiaria pari o superiore a 2000 mq e negli ambiti residenziali da riconversione produttiva – ovvero le parti del territorio che necessitano di interventi di riconversione funzionale con l'introduzione di funzioni ed edifici coerenti con la collocazione urbana e di sostituzione delle strutture edilizie incompatibili con il tessuto residenziale circostante - l’attuazione avviene tramite pianificazione attuativa o permesso di costruire convenzionato. Il permesso di costruire convenzionato è composto da tavole progettuali che disciplinano gli elementi plani-volumetrici e da una convenzione, la cui sottoscrizione è condizione del rilascio del titolo abilitativo alla costruzione.

Il Piano delle Regole identifica inoltre gli ambiti nei quali sono previsti piani o programmi attuativi come presupposto per significativi interventi di trasformazione urbanistica ed edilizia nel tessuto urbano consolidato. Il ricorso al Piano attuativo, oltre ad assicurare il controllo sulla qualità progettuale dell’intervento, ricerca una sinergia fra l’intervento di valorizzazione privato e l’arricchimento e la riqualificazione della dotazione di spazi pubblici del tessuto urbano consolidato.

Per agevolare la lettura delle norme di Piano è stata costruita una matrice che incrocia gli ambiti del tessuto consolidato disposti in colonna con le destinazioni funzionali non ammesse secondo il dettato della legge regionale 12/05.

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LA CLASSIFICAZIONE DEL TESSUTO URBANO CONSOLIDATO E L’ARTICOLAZIONE DELL’IMPIANTO NORMATIVO

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Ai fini della tutela e della valorizzazione dei beni storico-documentali, il Piano delle Regole disciplina inoltre i beni storici, architettonici e documentali meritevoli di tutela ai fini della valorizzazione della memoria storica della “Città delle fabbriche” e i nuclei di antica formazione.

La tutela e la valorizzazione dei beni storico-documentali della “città delle fabbriche” - tra i quali rientrano i siti segnalati e schedati nel dossier predisposto per la promozione della candidatura della città di Sesto San Giovanni a patrimonio dell’umanità dell’Unesco nella categoria “Paesaggio industriale evolutivo” – rimanda, fermo restando l’obbligo a carico dei proprietari di conservare e mettere in sicurezza tali beni, agli strumenti urbanistici o agli atti convenzionali vigenti (per concessioni o programmi integrati di intervento), o demanda la disciplina di detti beni alle previsioni del Piano dei Servizi ed alla pianificazione esecutiva degli Ambiti di trasformazione del Documento di Piano. Gli interventi ammissibili sono di norma quelli che consentono di mantenere efficiente la struttura, nel rispetto dei caratteri tipologici della stessa, ed il servizio erogato.

I nuclei di antica formazione sono classificati in ambiti, in base alle caratteristiche generali del contesto e alle specifiche caratteristiche storiche funzionali, al loro valore documentario e testimoniale, al loro stato di compromissione e ai criteri assunti per la loro valorizzazione.

Gli ambiti dei borghi rurali - Borgo di Cascina Gatti e Borgo del Centro - confermano i parametri e le destinazioni esistenti, ed ammettono interventi di manutenzione ordinaria, straordinaria, restauro e risanamento conservativo da attuare mediante il rilascio di titoli abilitativi diretti nel rispetto di specifici criteri tipo-morfologici.

Gli ambiti dei villaggi e quartieri operai comprendono sia villaggi operai emergenti per qualità storico-documentali e rilevanti per l’impianto unitario originario che quartieri operai e edilizia popolare rilevanti per l’impianto unitario originario. Per i villaggi operai emergenti per qualità storico-documentali e rilevanti per l’impianto unitario originario, prevalentemente destinati a residenza, si ammettono interventi di manutenzione ordinaria, straordinaria, restauro e risanamento conservativo da attuare mediante il rilascio di titoli abilitativi diretti nel rispetto di specifici criteri tipo-morfologici. Per i quartieri operai e edilizia popolare rilevanti per l’impianto unitario originario prevalentemente destinati a residenza, si ammettono interventi di manutenzione ordinaria, straordinaria, restauro e risanamento conservativo ed il recupero sottotetti, da attuare mediante il ricorso a piani attuativi o programmi di recupero anche di iniziativa pubblica e devono essere ricompresi in un progetto unitario che coinvolga l’intero complesso originario.

In merito alle politiche per il commercio, il PGT, come spiegato nell’allegato C “ Relazione riferita alle problematiche del settore commerciale al dettaglio” e richiamato nel capitolo “Le politiche per il commercio del Documento di Piano, individua 4 linee

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programmatiche di sviluppo correlate agli obiettivi generali dello strumento riguardanti gli assi commerciali, i quartieri periferici, le aree dismesse ed il commercio su aree pubbliche.

Il Documento di Piano, nella tavola US 02 “Sistema del Commercio” individua gli assi commerciali ed enuncia l’intento programmatico di garantire in tali ambiti “il consolidamento della presenza degli esercizi di vicinato e specializzati, agendo soprattutto sui fattori di accessibilità, arredo urbano, trasformazione, attraverso progetti integrati pubblico privato”.

In applicazione dell’indirizzo sopra enunciato, potrà ad esempio essere promossa la partecipazione a bandi di finanziamento regionale per la valorizzazione e lo sviluppo delle attività commerciali, anche in forma parternariale con le rappresentanze degli operatori commerciali.

Il Piano delle Regole inoltre, integra queste indicazioni programmatiche con una norma specifica finalizzata a limitare lungo gli assi commerciali individuati nella cartografia di Piano gli episodi di “rottura” evidenziati quale criticità nell’Allegato C “Relazione sulle problematiche del settore commerciale” sopra menzionati. Al fine di preservare la continuità dei percorsi commerciali e la vitalità dei medesimi anche al di fuori degli orari di ufficio, la norma impedisce che al piano terra degli edifici lungo gli assi commerciali le nuove attività bancarie, assicurative e di intermediazione finanziaria possano occupare più di una luce sul fronte principale.

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GD: Ammesso solo dove specificatamente indicato in tavola PR 01

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