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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PALERMO Facoltà di Scienze della Formazione
Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria __________________________
Indirizzo scuola dell’infanzia
Tesi di Laurea
Osservazione e descrizione di fenomeni naturali
nella scuola dell’infanzia: “l’acqua, il ghiaccio, il vapore”
Tesi di laurea di: Relatore: u Giuliana Croce Ch.mo Prof. Claudio Fazio
Matr. 0530533
ANNO ACCADEMICO 2006/2007
PREMESSA
La mia esperienza con i bambini della scuola dell’infanzia è ormai abbastanza lunga,
sono undici anni che lavoro con bambini piccoli…ma questi undici anni di lavoro,
sono stati fortemente arricchiti da un viaggio intrapreso l’anno scorso con dei
bambini della scuola primaria, e che quest’anno è continuato con i bambini della
scuola dell’infanzia. Un viaggio nel quale ho portato una valigia piena di cose
povere, pochi strumenti: un pentolino, un fornellino, un registratore, la macchina
fotografica e qualche matita colorata, affinché nulla venisse perso o dimenticato.
E malgrado l’età dei miei alunni di quest’anno, quest’esperienza è stata ancor più
arricchente e stimolante.
Spesso si ciba la mente dei bambini di storie infantili, di finte realtà che gli adulti
propinano per spiegare ai più piccoli cose che a volte sembrano troppo difficili per
essere capite: come quando si dice ai bambini che piove perché la Madonna sta
lavando i pavimenti, o tuona perché Dio è arrabbiato, o che i bimbi li porta la
cicogna, e ancora che l’arcobaleno l’ha creato Dio per far fare la pace nel mondo.
I bambini non sono poi così bambini come spesso crediamo che siano. Questi
bambini sono gli stessi che ormai utilizzano computer, video giochi, cellulari e
quant’altro offra l’elettronica e allora, se riescono a utilizzare gli “strumenti dei
grandi”, perché non possono capire in maniera più scientifica la realtà che li
circonda?
Per nessun motivo. Ed è per questo che è un’impresa importante dare ai bambini il
gusto delle scienze e svegliare la loro curiosità.
Scoprire il mondo alla scuola dell’infanzia, è portare uno sguardo curioso ed intuitivo
su ciò che ci circonda. Uno degli obbiettivi della scuola dell’infanzia è di contribuire
alla costruzione del pensiero logico.
Se l’evoluzione del pensiero dipende, in parte, dall’età dei bambini che rende
possibile certe acquisizioni, in certi momenti, esso è anche fortemente condizionato
dalle attività condotte dalla scuola.
Avanti a questo si fonda la mia esperienza nella quale ho condotto una
sperimentazione di laboratorio di didattica delle discipline scientifiche che ho
realizzato nella sezione della scuola dell’infanzia G. Bonanno di Palermo. La sezione
è composta da 22 bambini tra i tre anni e mezzo e quattro anni circa. L’esperienza è
stata molto positiva e i bambini si sono mostrati attenti e interessati a tutte le fasi del
laboratorio, in cui si alternavano momenti di osservazione, di conversazione, di
realizzazione di lavori di gruppo e di esplicazione dei concetti osservati, e nei quali
mi hanno dato prova dell’acquisizione dei concetti che stavano alla base degli
esperimenti riprodotti a laboratorio.
In questo lavoro di tesi è trascritto tutto il percorso a partire dai presupposti teorici, e
continuando con la sperimentazione vera e propria che ho riportato trascrivendo i
dialoghi, presentando sia le foto dei momenti significativi dell’esperienza, che i
lavori più significativi prodotti dai bambini singolarmente o in gruppo.
MAPPA CONCETTUALE DEL LAVORO.
Riferimenti teorici
Sit. N°7:
Che tempo fa?
Sit. N°6:
L’arcobaleno
Sit. N°5: Il ciclo
dell’acqua
Sit. N°4:
Le fonti di calore
Sit. N°3:
I passaggi di stato
Sit. N°2:
Osserviamo il ghiaccio
Sit. N°1:
Osserviamo l’acqua
Sperimentazione UDA:
“Scopro il mondo”
I riferimenti teorici sui quali si fonda la mia esperienza.
Da “scoprire il mondo alla scuola materna. Il vivente, la materia, gli oggetti.
Il processo di apprendimento del bambino è caratterizzato da due fasi complementari:
La fase di ricezione e di appropriazione del mondo esterno percepito dal
bambino;
La fase del gioco, più allegra, dove attraverso il corpo, le mani, il linguaggio,
egli esprime ciò che sa fare, qualcosa di ciò che apprende, riproducendolo e
soprattutto agendo sul mondo esterno. Ad esempio dall’osservazione di un
uccello che spicca il volo, il bambino passa al mimo del volo.
Le esperienze di laboratorio arricchiscono le conoscenze linguistiche.
Le esperienze di vita del bambino contribuiscono all’arricchimento delle conoscenze
linguistiche, tanto più le esperienze che i bambini fanno in un laboratorio di scienze
possono contribuire all’arricchimento e alla qualificazione del lessico ed alla
strutturazione della sintassi del bambino, è evidente quindi che l’acquisizione di
parole nuove e precise si consolida nelle situazioni vissute.
Grazie all’aiuto dell’insegnante, i bambini imparano a poco a poco a utilizzare
- i connettori logici, analogici, spaziali e temporali per rendere conto delle
relazioni tra i fenomeni;
- dei segni espliciti delle generalità (sempre, ogni volta che…) o delle condizioni
(se…allora)
- delle frasi spesso al presente ed il cui oggetto non è lo sperimentatore, ma uno
dei parametri della situazione fisica (“l’acqua cambia di stato a 0°C” è
differente da “si fa gelare l’acqua, si è visto che la temperatura è uguale a
0°C”)
Cosa fare nella scuola dell’infanzia?
Gli obiettivi che un insegnante decide di far raggiungere ai propri allievi, devono
sempre essere messi in relazione con le possibilità cognitive dei bambini della scuola
dell’infanzia.
Quando si dà agli allievi la possibilità ed il tempo di vivere delle situazioni, di agire,
di osservare gli effetti delle loro azioni, quando li si sollecita per riprodurre,
comparare, ottenere altri effetti, allora, anche se essi sono piccoli, possono rendersi
conto che al di là del vissuto personale ed immediato, c’è qualche cosa più generale
da comprendere.
I disegni dei bambini.
Spontaneamente i disegni dei bambini non hanno nessuna delle caratteristiche che ci
si attenderebbe da un disegno scientifico. I disegni dei bambini, al di là delle
numerose goffaggini del tracciato, sono maggiormente la manifestazione del vissuto
con l’influenza delle impronte affettive. L’evoluzione verso rappresentazioni che si
potrebbero qualificare a scientifiche, possono nascere dalla sollecitazione
dell’insegnante che ad esempio incita i propri alunni a disegnare dicendo “disegna ciò
che abbiamo fatto”.
Dall’azione all’elaborazione intellettuale.
Nella fascia di età della scuola dell’infanzia, il bambino è particolarmente sensibile al
“potere” che egli esercita su ciò che lo circonda. Quando egli manipola, si interessa a
se stesso, alle sue azioni, alle sue sensazioni, alle sue capacità. Un bambino per sua
natura ha tendenza a smontare, cercare di rompere, e non lo fa tanto per osservare
l’oggetto o per maldestra, ma semplicemente per provare il potere che egli ha su
quest’oggetto. Per questo è importante il laboratorio per i bambini, perché con il
laboratorio hanno la possibilità di mettersi in gioco in prima persona, di fare con le
loro mani, di conoscere il modo attraverso l’utilizzo del proprio corpo..
Il ragionamento di causa ed effetto nella scuola materna.
Alla scuola materna i bambini non distinguono chiaramente le cause dalle
conseguenze. Infatti nelle manifestazioni delle sue prime manifestazioni di
costruzioni linguistiche, il bambino presenta frequentemente delle caratteristiche
tipiche del pensiero infantile ad esempio “la porta si apre perché il vento vuole
entrare” oppure “il gatto ha gli artigli per acchiappare i topi”.
I progressi su questo i bambini li ottengono con scadenze a lungo termine, e si
possono agevolare presentando al bambino situazioni dove le cause e le conseguenze
si distinguono senza ambiguità (ad es.: tale oggetto è caduto perché quel tale bambino
l’ha spinto).
I limiti della casualità semplice.
Le scienze non sono semplici. Ci sono situazioni che spesso sono dovute a un insieme
di cause, che non sempre è possibile determinare in maniera esaustiva e univoca.
Riprendendo l’esempio del gatto: se il gatto può acchiappare i topi, non è solamente
perché ha degli artigli, ma anche perché si può spostare lentamente ed in silenzio,
perché è capace di saltare, di correre più svelto dei topi, di cambiare rapidamente
direzione…in breve, è un insieme di cause che bisogna considerare. E più
precisamente, gli scienziati non si chiedono perché il gatto può acchiappare i topi, ma
quali sono le caratteristiche che gli permettono di essere particolarmente adatti alla
caccia dei piccoli roditori. Le domande scientifiche non si formano sempre in termine
di “perché” ma più spesso in termine di “come, a quali condizioni, quali
caratteristiche” ecc.
Senza prendere di mira il più piccolo formalismo, resta possibile ed augurabile di fare
apprendere parzialmente questa complessità agli alunni della scuola dell’infanzia.
Un esempio per riassumere.
Un alunno è caduto scivolando sul ghiaccio. Ecco differenti evoluzioni possibili del
modo di rendere conto dell’avvenimento, poi di cercare le cause, ed infine di
generalizzare.
Si può ragionevolmente….
- “Sono caduto, sono scivolato, mi sono fatto male”, l’allievo riferisce un
avvenimento del vissuto.
- “Questa mattina c’è del ghiaccio nel cortile e sono scivolato”, l’avvenimento è
situato nello spazio e nel tempo; l’allievo realizza un inizio di messa in
relazione fra due avvenimenti: la presenza di ghiaccio e la caduta; ma il
connettore “e” non è il più appropriato.
- Sono caduto perché c’è del ghiaccio nel cortile e perché ho corso”, la presenza
di ghiaccio non la sola causa della caduta.
- “Se c’è del ghiaccio a terra, se si corre e se non si fa attenzione, allora si rischia
di cadere”, si enunciano le condizioni che rendono la caduta probabile;
notiamo che nella scuola dell’infanzia i bambini utilizzeranno senza grandi
difficoltà le congiunzioni “quando” o “allorché” al posto di “se”.
- “C’è del ghiaccio nel cortile, dunque si scivola” o “si scivola perché c’è del
ghiaccio nel cortile”, non si parla più della caduta ma di una caratteristica e del
suolo enunciando una relazione di causa ed effetto; l’abbandono della prima
persona e l’utilizzazione del presente sono i segni di una formulazione che
diviene generale.
- “Il ghiaccio è scivoloso”, si dice una proprietà generale del ghiaccio,
esattamente quali che siano il luogo e la data, è l’enunciato di un fatto
scientifico.
La preoccupazione degli insegnanti deve essere quella di gestire la transizione fra
vissuto personale immediato, ed il carattere generale e complesso della scienza e
della tecnologia.
Questa transizione è necessariamente molto progressiva e non può essere totale
alla scuola dell’infanzia. Per riprendere l’esempio del ghiaccio si può pensare che
la transizione fra “sono caduto, sono scivolato, mi sono fatto male” e “c’è del
ghiaccio per terra e si scivola” è già una tappa significativa nella scuola
dell’infanzia, anche se forse non sarà possibile andare più lontano.
Il tabulato che segue riassume le evoluzioni augurabili nel ragionamento, il modo
di formulare ed il modo ed il modo di rappresentarli. Queste evoluzioni non sono
sempre concluse alla scuola primaria, sono dunque degli obiettivi a lungo termine,
ma è importante che gli insegnanti di scuola dell’infanzia si rappresentino
chiaramente le evoluzioni, per mettere gli alunni sulla buona strada. Nello stesso
tempo, bisogna che sappiano trarre profitto dalle situazioni più concrete nelle
quali queste evoluzioni sono possibili.
Tendenze spontanee Evoluzioni augurabili
Ragionamento infantile:
- il gatto ha degli artigli per
acchiappare i topi.
Ragionamento di causa ed effetto più o
meno elaborato:
- Il gatto può acchiappare i topi
perché ha gli artigli;
- Il gatto può acchiappare i topi
perché ha gli artigli, perché può
saltare, ecc.
Interesse portato agli avvenimenti:
- legato al vissuto;
- spesso soggettivo;
- situato nello spazio e nel tempo;
- legato al caso e alle circostanze.
Interesse portato ai fatti scientifici:
- indipendentemente dal vissuto;
- oggettivo;
- indipendentemente dal luogo e dal
momento;
- dipendente da condizioni
sperimentali;
- riproducibile.
Linguaggio avvenimentale, con
connettori logici o connettori
inappropriati (“e”, “perché”…).
Descrizione delle circostanze (“questa
mattina”, “nel cortile”).
Verbi spesso al passato (“sono
scivolato”).
Linguaggio scientifico:
- presenza di connettori logici
(“perché”)
- segnalazione esplicita della
generalità (“sempre”, “ogni volta
che”) e delle condizioni (“se”)
- verbi al presente (“il ghiaccio è
Utilizzazione frequente della prima
persona: il soggetto della frase è il
bambino stesso.
scivoloso”)
- utilizzazione della terza persona; il
soggetto della frase è l’oggetto
dello studio
Rappresentazioni avvenimentali:
- rappresentazioni di personaggi, di
decori, di dettagli, di colori, senza
distinguere tra ciò che significativo
e ciò che non lo è:
- un solo disegno per rappresentare
l’avvenimento
Rappresentazioni scientifiche.
Rappresentazioni selezionate;
solo l’oggetto dello studio è
rappresentato; selezione degli aspetti da
rappresentare, astrazione dei dettagli
inutili.
Il numero dei disegni dipende da ciò che
è scientificamente significativo.
Linguaggio e scoperta del mondo.
Curiosità, esperienze, apprendimento e linguaggio.
La scuola dell’infanzia suscita tutte le occasioni di una scoperta attiva del mondo e
ne sollecita la rappresentazione. L’arricchimento ricercato delle conoscenze si fonda
sulla diversità, la qualità e l’autenticità delle esperienze vissute a scuola nel campo
della scoperta del mondo. Grazie alle sue osservazioni ed esplorazioni, alle
rappresentazioni che egli è indotto a produrre o utilizzare, l’alunno della scuola
dell’infanzia si costituisce un repertorio di esperienze alle quali egli potrà in seguito
riferirsi e gli permetteranno di impegnarsi con più certezza nella costruzione di
conoscenze a livelli più esigenti.
Queste esperienze si fondono su fenomeni reali, un ghiacciolo che fonde, dei semi
che germogliano, ecc., e in modo complementare, su delle rappresentazioni:
fotografie di un iceberg, album semi vegetali ecc.
Le attività condotte nella scuola materna nel campo della scoperta del mondo vivente
e del mondo degli oggetti e della materia, che rispondono alla curiosità insaziabile dei
bambini, sono dei momenti fecondi per lo sviluppo del linguaggio…..
Il linguaggio orale.
Le situazioni di ricerca e di esplorazione rilevanti in campo scientifico presenta una
ricchezza ed una complessità che stimolano le interazioni di ogni natura, che
stimolano l’azione e la riflessione di ognuno.
Le attività permettono un arricchimento continuo del lessico; a questo scopo, il
maestro non esita a dare le parole diverse che rendono possibile una descrizione
precisa della realtà.
Dalla sezione dei piccoli, dove le differenze fra i bambini sono importanti e gli
strumenti linguistici ancora limitati, alla sezione dei grandi dove il linguaggio è molto
arricchito, l’equilibrio fra le situazioni potrà spostarsi progressivamente verso un
tempo più lungo di scambi collettivi.
I dialoghi con l’adulto e la parola per sé.
Nel tempo dei dialoghi singolari maestro/ allievo brevi e vari, il bambino può
appoggiare la sua parola su quella dell’adulto, affermare il suo pensiero e consolidare
le forme linguistiche in corso di acquisizione.
I più piccoli hanno spesso bisogno di rifare per se stessi nel quadro di un isolamento
momentaneo, un gesto, una azione sperimentata prima di tutto. Questo tempo di
appropriazione che è loro utile gestire, è anche quello del monologo (fare e rifare,
dire e ridire). Questo monologo, più o meno interiorizzato, permette in seguito in
particolari situazioni di grande gruppo, una migliore comprensione e una
partecipazione più attiva.
Gli scambi.
L’organizzazione di scambi conduce i bambini a formulare le loro idee personali,
dunque a precisare le loro osservazioni o il loro pensiero per renderli comprensibili, a
prendere coscienza di punti di vista differenti e a tenere progressivamente conto dei
pareri o delle riflessioni degli altri.
Le acquisizioni nel campo del linguaggio si costruiscono in parte in questi momenti
comuni, in parte in piccoli gruppi.
In tutti i tipi di scambio, la riformulazione da parte dell’adulto (e/o da parte di altri
bambini), conduce a maggiore precisione e maggiori correzioni negli enunciati,
favorisce una maggiore correzione negli enunciati, favorisce una maggiore
formulazione di conoscenze sempre meglio organizzate.
L’orale e la produzione delle tracce.
Per aiutare lo sviluppo del linguaggio e fissare l’arricchimento congiunto del discorso
e del pensiero, possono essere sollecitati da supporti vari: album, foto, disegni,
immagini, impronte, bozzetti, registrazioni audio o video, scritti… basandosi su
supporti concreti il discorso del bambino può ancorarsi, precisarsi, organizzarsi,
costruirsi. Conservare delle tracce, partecipa alla capitalizzazione
dell’apprendimento.
Le tracce diversificate.
OBIETTIVO FORMATIVO Grazie all’aiuto dell’insegnante, i bambini imparano a poco a poco a utilizzare
- i connettori logici, analogici, spaziali e temporali per rendere conto delle relazioni tra i fenomeni; - dei segni espliciti delle generalità (sempre, ogni volta che…) o delle condizioni (se…allora) - delle frasi spesso al presente ed il cui oggetto non è l’esperimentatore, ma uno dei parametri della situazione fisica (“l’acqua cambia di stato a 0°C” è differente da “si fa gelare l’acqua, si è visto che la
temperatura è uguale a 0°C”). Inoltre il bambino evolve verso rappresentazioni grafiche che si potrebbero qualificare a scientifiche; con il laboratorio ha la possibilità di mettersi in gioco in prima persona, di fare con le proprie mani, di conoscere il modo attraverso l’utilizzo del proprio corpo.. Grazie all’esperienza del laboratorio di scienze i bambini evolvono nel modo di rendere conto di un avvenimento.
OSA Il sé e l’altro Lavorare in gruppo, discutendo per darsi regole di azione. Fruizione e produzione di messaggi. Parlare , descrivere, raccontare, dialogare, con i grandi e con i coetanei, lasciando trasparire fiducia nelle proprie capacità di espressione e comunicazione e scambiandosi domande, informazioni, impressioni, giudizi e sentimenti. Disegnare, dipingere, modellare, dare forma e colore all’esperienza, individualmente e in gruppo, con una varietà creativa di strumenti e materiali, “lasciando traccia” di sé. Esplorare, conoscere, progettare. Toccare, guardare, ascoltare, fiutare, assaggiare qualcosa e dire cosa si è toccato, visto, udito, odorato, gustato, ricercando la proprietà dei termini. Adoperare lo schema di investigazione del “Chi, che cosa, quando, come, perché?” per risolvere problemi, chiarire situazioni, raccontare fatti, spiegare processi. Commentare, individuare collegamenti, operare semplici inferenze, proporre ipotesi esplicative di problemi.
COMPITO UNITARIO: dopo aver riprodotto gli esperimenti in laboratorio e aver fatto delle riflessioni e delle osservazioni sui fenomeni di vita reale, l’alunno mostra di comprendere e saper “leggere” le mappe concettuali prodotte insieme alla classe.
Strumenti culturali. Alla fine del primo ciclo di istruzione il ragazzo Giunge alla descrizione- rappresentazione di fenomeni anche complessi in molteplici modi: disegno, descrizione orale e scritta, simboli, tabelle, diagrammi grafici, semplici simulazioni; esplora e e comprende gli elementi tipici di un ambiente naturale ed umano inteso come sistema ecologico; sviluppa atteggiamenti di curiosità, attenzione e rispetto della realtà naturale, di riflessione sulle proprie esperienze, di interesse per i problemi e l’indagine scientifica.
APPRENDIMENTO UNITARIO L’alunno attraverso la proposta di esperimenti riprodotti in laboratorio e sollecitazioni da parte dell’insegnante su fenomeni della vita reale, deve essere capace di osservare la realtà in maniera oggettiva e di cogliere e comprendere i fenomeni naturali. L’alunno si rende conto che al di là del vissuto personale ed immediato, c’è qualche cosa più generale da comprendere.
MACROSTRUTTURA UdA ALUNNI: Sez A SCUOLA INFANZIA G. BONANNO TEMPI: 1 MESE Scopro il mondo ETÀ’ 3 ½ - 4 ANNI
COMPETENZA Cogliere relazioni di tipo causa-effetto
Confrontare proprietà di oggetti
Osservare fenomeni della realtà
Osservare fenomeni ricostruiti in laboratorio
Rappresentare una situazione tramite disegni
Comunicare le proprie idee in un contesto di pari
Descrivere verbalmente un fenomeno osservato o un esperimento riprodotto
Descrivere la realtà sulla base di modelli spontanei
Realizzare lavori di gruppo
Costruire la mappa concettuale di un argomento
SITUAZIONI DI APPRENDIMENTO:
1. osserviamo l’acqua
2. osserviamo il ghiaccio
3. osserviamo il vapore
4. i passaggi di stato
5. le fonti di calore
6. il ciclo dell’acqua
7. l’arcobaleno
8. osserviamo il tempo
SOLUZIONI ORGANIZZATIVE: assetto laboratoriale, lavori in gruppo, lavori individuali.
VERIFICHE: osservazione qualitativa del feedback sulle attività svolte, attraverso il compito unitario.
METODI: argomentare, sperimentare, verificare.
presentazione di disegni esplicativi
brainstorming, attività svolte singolarmente,
cooperative learning, sperimentazione di
laboratorio.
TITOLO “Scopro il mondo”
VALUTAZIONE: la valutazione è di tipo qualitativo.
CONTENUTI DISCIPLINARI:
Stato liquido dell’acqua
Stato solido dell’acqua
Stato gassoso dell’acqua
I passaggi di stato
Fonti di colore
Il ciclo dell’acqua
L’arcobaleno
Il tempo meteorologico
Relazione situazioni/concetti Situazione reale Fenomeno riprodotto in
laboratorio
Concetti base Concetti
organizzatori
Sit. N° 1:
Osserviamo
l’acqua
I bambini indicano a
cosa serve l’acqua e
dove la troviamo.
Osservazione
dell’acqua attraverso i
sensi.
L’acqua che sembra colorata
con il cartoncino messo sotto il
recipiente.
La mano che si vede quando è
messa sotto il recipiente: la
trasparenza.
Bagnato,
trasparente, liquido
Stato liquido
dell’acqua.
Sit. N°2:
Osserviamo il
ghiaccio
Osservazione del
ghiaccio attraverso i
sensi
I bambini toccano e giocano
con il ghiaccio.
Freddo, scivoloso,
duro, bianco.
Stato solido
dell’acqua.
Sit. N° 3:
I passaggi di
stato
L’acqua nei suoi vari
stati
Esperienza diretta dei passaggi
di stato dell’acqua. Pentolino
con del ghiaccio posto sopra il
fornello elettrico.
Ghiaccio, acqua,
vapore, calore,
freezer.
I passaggi di stato
Sit. N°4:
Le fonti di
calore
Le fonti di calore che i
bambini conoscono: il
fuoco.
La stufa che fonde il ghiaccio. Fonti di colore Calore che
permette i
passaggio di stato
Sit. N°5:
Il ciclo
dell’acqua
Esperienza della
pioggia.
Osservazione dei passaggi di
stato dell’acqua posta sul
forellino elettrico, modello per
la comprensione del ciclo
dell’acqua.
Sole, acqua, vapore,
nuvole, pioggia,
mare
Il ciclo dell’acqua
Sit. N°6:
L’arcobaleno
Narrazione delle volte
in cui i bambini hanno
visto l’arcobaleno
I raggi di luce rifratti dal
prisma di vetro
Colori
dell’arcobaleno,
rifrazione
L’arcobaleno
Sit. N°7:
Che tempo fa?
Situazioni della vita
quotidiana in cui
l’acqua si presenta in
svariate forme.
Realizzazione del cartellone
per la rilevazione delle
condizioni climatiche.
Nuvole, sole,
pioggia.
Il tempo
meteorologico
concetti
ESITI FORMATIVI (o competenze attese)
Attraverso la seguente tabella sono evidenziati gli esiti formativi o le competenze attese che si
esplicano nelle sette situazioni di apprendimento.
A …… Cogliere relazioni di tipo causa-effetto
B ……. Confrontare proprietà di oggetti
C …… Osservare fenomeni
D ……. Rappresentare una situazione tramite disegni
E …… Comunicare le proprie idee in un contesto di pari
F …… Descrivere verbalmente un fenomeno osservato o un esperimento riprodotto
G ……. Descrivere la realtà sulla base di modelli spontanei
H …… Realizzare lavori di gruppo
I …… Comprendere la mappa concettuale di un argomento
ESITI
Situazioni
A B C D E F G H I
Sit : 1
Osserviamo l’acqua X X X X X X
Sit. : 2
Osserviamo il
ghiaccio
X X X X X
Sit: 3
I passaggi di stato X X X X X X X X
Sit. : 4
Le fonti di calore X X X X X
Sit. :5 il ciclo
dell’acqua X X X X X X X X
Sit. : 6
L’arcobaleno X X X X X X X
Sit. : 7
Che tempo fa? X X X X
SITUAZIONE DI APPRENDIMENTO N°1
OSSERVIAMO L’ACQUA Sintesi progettuale della situazione: aspetti organizzativi
Apprendimento Unitario: L’alunno attraverso la proposta di esperimenti riprodotti in laboratorio e sollecitazioni da parte dell’insegnante su fenomeni della vita reale, deve essere capace di osservare la realtà in maniera oggettiva e di cogliere e comprendere i fenomeni naturali. L’alunno si rende conto che al di là del vissuto personale ed immediato, c’è qualche cosa più generale da comprendere.
Obiettivo Formativo:
Grazie all’aiuto dell’insegnante, i bambini imparano a poco a poco a utilizzare
- i connettori logici, analogici, spaziali e temporali per rendere conto delle relazioni tra i fenomeni;
- dei segni espliciti delle generalità (sempre, ogni volta che…) o delle condizioni (se…allora)
- delle frasi spesso al presente ed il cui oggetto non è l’esperimentatore, ma uno dei parametri della situazione fisica (“l’acqua cambia di stato a 0°C” è differente da “si fa gelare l’acqua, si è visto che la temperatura è uguale a 0°C”).
Inoltre il bambino evolve verso rappresentazioni grafiche che si potrebbero qualificare a scientifiche; con il laboratorio ha la possibilità di mettersi in gioco in prima persona, di fare con le proprie mani, di conoscere il modo attraverso l’utilizzo del proprio corpo.. Grazie all’esperienza del laboratorio di scienze i bambini evolvono nel modo di rendere conto di un avvenimento.
Competenze attese:
Confrontare proprietà di oggetti Osservare fenomeni Rappresentare una situazione tramite disegni Comunicare le proprie idee in un contesto di pari Descrivere verbalmente un fenomeno osservato o un esperimento riprodotto Descrivere la realtà sulla base di modelli spontanei Luoghi: aula
Tempi 1 giorno Fasi : I l’acqua che bagna le mani II il colore dell’acqua (la trasparenza)
Contenuti disciplinari: osservazione e descrizione delle caratteristiche dell’acqua
Strumenti: vaschetta trasparente, bicchieri plastica, acqua
Metodi educativi. Modello permissivo: questo stile educativo concede una libera espressione, assecondando in maniera forte i propri interessi e la propria predisposizione:
Vocabolario: Bagnato, trasparente, liquido
- gli alunni sono in comunicazione tra loro
- la comunicazione è completa - l’apprendimento prevale
sull’insegnamento - l’insegnante comunica con gli
alunni e riceve comunicazione da essi
- la leadership è democratica - il metodo è il lavoro di
gruppo, la ricerca, l’uso di metodologia euristiche
OSA Il sé e l’altro Lavorare in gruppo, discutendo per darsi regole di azione. Fruizione e produzione di messaggi. Parlare , descrivere, raccontare, dialogare, con i grandi e con i coetanei, lasciando trasparire fiducia nelle proprie capacità di espressione e comunicazione e scambiandosi domande, informazioni, impressioni, giudizi e sentimenti. Disegnare, dipingere, modellare, dare forma e colore all’esperienza, individualmente e in gruppo, con una varietà creativa di strumenti e materiali, “lasciando traccia” di sé. Esplorare, conoscere, progettare. Toccare, guardare, ascoltare, fiutare, assaggiare qualcosa e dire cosa si è toccato, visto, udito, odorato, gustato, ricercando la proprietà dei termini. Adoperare lo schema di investigazione del “Chi, che cosa, quando, come, perché?” per risolvere problemi, chiarire situazioni, raccontare fatti, spiegare processi. Commentare, individuare collegamenti, operare semplici inferenze, proporre ipotesi esplicative di problemi.
DIARIO DI BORDO
INIZIAMO A LAVORARE
Giorno …………………..
Entro con una valigia in aula.
B: maestra ma devi partire?
M: no, non devo partire, ho portato questa valigia con delle cosine per voi. Sapete che dobbiamo
fare? Dobbiamo giocare con l’acqua.
Metto un po’ di ordine, in ordine i bambini seduti e inizio.
M: adesso vi do dei bicchieri di plastica.
Li distribuisco tra i bambini, uno ciascuno. Li riempio di acqua. I bambini sono incuriositi.
M: allora, bambini, cosa c’è nella bottiglia?
B: acqua
M: dove la troviamo l’acqua?
B: nella bottiglia
M: Cosa facciamo con l’acqua? La beviamo soltanto?
B: No, ci giochiamo
M: E poi?
B: La beviamo
M: E poi basta? Cosa facciamo con l’acqua del rubinetto?
Con l’acqua della scuola ci giochiamo? Quando andiamo in bagno cosa facciamo?
B: Ci laviamo le mani
M: Ecco, ci laviamo le mani, e dopo.
B: I denti.
M: Certo anche i denti… e basta?
B: La faccia, i capelli, la bocca.
M: E poi, la mamma cosa fa con l’acqua?
B: si lava le mani.
M: E le pulizia le fa?
B: Sì
M: E se fa le pulizia dove la mette l’acqua?
B: Nel secchio.
M: E fuori dove troviamo l’acqua? In estate?
B: A mare
M: E l’acqua del mare com’è?
B: Salata
E a me una volta l’ho bevuta e mi è venuto da vomitare.
M: Certo, perchè l’acqua del mare non si beve.
Prendo un contenitore di vetro
M: mi dite di che colore è il bicchiere?
B: Bianco
M: Il tavolino d che colore è?
B: Azzurro
M: E l’acqua?
B: Bianca
M: Come il bicchiere?
B: Si
Metto l’acqua nel contenitore di vetro vicino al bicchiere bianco
M: Guardate bene, vi sembrano dello stesso colore.
B: No
M: Allora di che colore è l’acqua?
B: Grigia
M: Grigio, siete sicuri?
Silenzio
M: Guardate l’acqua che scorre dalla bottiglia
Allora, per vedere di che colore è mettiamola nelle mani.
Ognuno si bagna le mani.
M: Le nostre mani sono bianche?
B: No
M: Allora l’acqua non è bianca!
M: Allora la mano di Manuel è del colore del bicchiere?
B: No
M: Allora l’acqua è bianca?
B: No
M: Quando ci laviamo le mano le mani le sporchiamo di colore oppure le troviamo pulite?
B: Le troviamo pulite.
M: E di che colore le ha le manine Manuel, che ha toccato l’acqua?
B: Rosa
M: Quindi se tocco l’acqua, la manina non cambia colore, ora vi spiego perché…
Metto il contenitore di vetro sopra diverse cose colorate e faccio vedere che l’acqua sembra
Blu come il maglione;
Giallo come il quadernone;
Rosa come il cartone;
Verde come il tavolo.
M: Ma l’acqua non è colorata, perché se fosse colorata e ci lavassimo il faccino ci ritroveremmo
tutto il faccino colorato, ma l’acqua è trasparente. Sapete cosa significa trasparente? Trasparente
è come questo contenitore di vetro, vuol dire che tutti i colori che metto dietro questo contenitore, si
vedono.
M: Guardate, guardate questo cartoncino. Di che colore è?
B: Rosa
Lo metto davanti alla mia pancia.
M: Vedete la mai pancia?
B: No
M: Ora guardate adesso.
Prendo un foglio trasparente e me la metto prima davanti la pancia e poi davanti la faccia.
M: Vedete la faccia?
B: Si
M: Vedete la pancia?
B: No
M: E se mi metto il cartoncino davanti la faccia, la faccia la vedete?
B: No.
M: Sapete perché? perché il cartoncino è colorato, mentre il foglio è trasparente.
Metto la mano sotto il contenitore di vetro con l’acqua. Mostro ai bambini come si vede la mia
mano.
M: Vedete la mia mano?
B: Sì
M: Allora l’acqua è trasparente.
Passo da ogni bambino e faccio vedere come si vede la mia mano.
M: Vedete se l’acqua non fosse trasparente la mia mano non la vedreste.
Guardate la mia mano dietro questo foglio di carta bianca, vedete la mia mano?
B: No
M: Perché il foglio non è trasparente.
M: Bimbi toccate l’acqua, com’è?
B: Fredda
M: E le mani come vi rimangono?
B: Bagnate.
SITUAZIONE DI APPRENDIMENTO N°2
OSSERVIAMO IL GHIACCIO Sintesi progettuale della situazione: aspetti organizzativi
Apprendimento Unitario: L’alunno attraverso la proposta di esperimenti riprodotti in laboratorio e sollecitazioni da parte dell’insegnante su fenomeni della vita reale, deve essere capace di osservare la realtà in maniera oggettiva e di cogliere e comprendere i fenomeni naturali. L’alunno si rende conto che al di là del vissuto personale ed immediato, c’è qualche cosa più generale da comprendere.
Obiettivo Formativo:
Grazie all’aiuto dell’insegnante, i bambini imparano a poco a poco a utilizzare
- i connettori logici, analogici, spaziali e temporali per rendere conto delle relazioni tra i fenomeni;
- dei segni espliciti delle generalità (sempre, ogni volta che…) o delle condizioni (se…allora)
- delle frasi spesso al presente ed il cui oggetto non è l’esperimentatore, ma uno dei parametri della situazione fisica (“l’acqua cambia di stato a 0°C” è differente da “si fa gelare l’acqua, si è visto che la temperatura è uguale a 0°C”).
Inoltre il bambino evolve verso rappresentazioni grafiche che si potrebbero qualificare a scientifiche; con il laboratorio ha la possibilità di mettersi in gioco in prima persona, di fare con le proprie mani, di conoscere il modo attraverso l’utilizzo del proprio corpo.. Grazie all’esperienza del laboratorio di scienze i bambini evolvono nel modo di rendere conto di un avvenimento.
Competenze attese:
Osservare fenomeni
Rappresentare una situazione tramite disegni
Comunicare le proprie idee in un contesto di pari
Descrivere verbalmente un fenomeno osservato o un esperimento riprodotto
Descrivere la realtà sulla base di modelli spontanei
Luoghi: aula
Tempi/ fasi : I il ghiaccio bianco e duro II il ghiaccio che scivola
Contenuti disciplinari: osservazione e descrizione delle caratteristiche del ghiaccio
Strumenti: blocchetti di ghiaccio di varie dimensioni
Metodi educativi. Modello permissivo: questo stile educativo concede una libera espressione, assecondando in
Vocabolario: Freddo, scivoloso, duro, bianco.
maniera forte i propri interessi e la propria predisposizione:
- gli alunni sono in comunicazione tra loro
- la comunicazione è completa - l’apprendimento prevale
sull’insegnamento - l’insegnante comunica con gli
alunni e riceve comunicazione da essi
- la leadership è democratica - il metodo è il lavoro di
gruppo, la ricerca, l’uso di metodologia euristiche
OSA Il sé e l’altro Lavorare in gruppo, discutendo per darsi regole di azione. Fruizione e produzione di messaggi. Parlare , descrivere, raccontare, dialogare, con i grandi e con i coetanei, lasciando trasparire fiducia nelle proprie capacità di espressione e comunicazione e scambiandosi domande, informazioni, impressioni, giudizi e sentimenti. Disegnare, dipingere, modellare, dare forma e colore all’esperienza, individualmente e in gruppo, con una varietà creativa di strumenti e materiali, “lasciando traccia” di sé. Esplorare, conoscere, progettare. Toccare, guardare, ascoltare, fiutare, assaggiare qualcosa e dire cosa si è toccato, visto, udito, odorato, gustato, ricercando la proprietà dei termini. Adoperare lo schema di investigazione del “Chi, che cosa, quando, come, perché?” per risolvere problemi, chiarire situazioni, raccontare fatti, spiegare processi. Commentare, individuare collegamenti, operare semplici inferenze, proporre ipotesi esplicative di problemi.
OSSERVIAMO IL GHIACCIO M: Ora vi faccio vedere una cosa che voi conoscete.
Prendo il ghiaccio.
M: Cosa è questo
B: Il ghiaccio
M: Tocchiamolo. Com’è?
B: Freddo
M: È più freddo dell’acqua?
B: Sì
M: Passatevelo
Lo fanno scivolare.
M: Di che colore è
B: Bianco
M: Allora non è come l’acqua vero?
B: No
Che grande che è!
M: Sì sì, ghiaccio lo possiamo fare di tutte le forme.
B: Maestra mi fa male la mano a toccarlo.
M: Perché è freddo.
M: Vedete che il ghiaccio è duro?
E l’acqua è dura come il ghiaccio.
L’acqua la possiamo prendere?
B: No
M: E il ghiaccio lo possiamo prendere?
B: Sì
M: Adesso abbiamo visto che il ghiaccio è freddo, è duro scivola ma come si fa il ghiaccio?
Silenzio
M: Allora, come si fa a fare il ghiaccio
B: Con altro ghiaccio.
M: No no!... Roberta tu lo sai come si fa il ghiaccio?
B: Con l’acqua
M: E me lo spieghi meglio?
B: Con il frigorifero.
M: E come si fa con il frigorifero?
Non lo sapete? Non l’avete visto mai.? Ora ve lo spiego.
M: Oggi voi lo farete a casa. Vi do un compitino per casa. Prendete un bicchiere di plastica e lo
riempite di acqua e mettetelo nella parte alta del frigorifero, quella fredda fredda. Domani mattina
appena vi alzate, prendete il bicchiere e vedete che l’acqua è diventata dura, non sarà più liquida e
si sarà trasformata in ghiaccio.
Oggi allora lo fate?
B: Sì
SITUAZIONE DI APPRENDIMENTO N°3
I PASSAGGI DI STATO Sintesi progettuale della situazione: aspetti organizzativi
Apprendimento Unitario: L’alunno attraverso la proposta di esperimenti riprodotti in laboratorio e sollecitazioni da parte dell’insegnante su fenomeni della vita reale, deve essere capace di osservare la realtà in maniera oggettiva e di cogliere e comprendere i fenomeni naturali. L’alunno si rende conto che al di là del vissuto personale ed immediato, c’è qualche cosa più generale da comprendere.
Obiettivo Formativo:
Grazie all’aiuto dell’insegnante, i bambini imparano a poco a poco a utilizzare
- i connettori logici, analogici, spaziali e temporali per rendere conto delle relazioni tra i fenomeni;
- dei segni espliciti delle generalità (sempre, ogni volta che…) o delle condizioni (se…allora)
- delle frasi spesso al presente ed il cui oggetto non è l’esperimentatore, ma uno dei parametri della situazione fisica (“l’acqua cambia di stato a 0°C” è differente da “si fa gelare l’acqua, si è visto che la temperatura è uguale a 0°C”).
Inoltre il bambino evolve verso rappresentazioni grafiche che si potrebbero qualificare a scientifiche; con il laboratorio ha la possibilità di mettersi in gioco in prima persona, di fare con le proprie mani, di conoscere il modo attraverso l’utilizzo del proprio corpo.. Grazie all’esperienza del laboratorio di scienze i bambini evolvono nel modo di rendere conto di un avvenimento.
Competenze attese:
Cogliere relazioni di tipo causa-effetto Osservare fenomeni Rappresentare una situazione tramite disegni Comunicare le proprie idee in un contesto di pari Descrivere verbalmente un fenomeno osservato o un esperimento riprodotto Descrivere la realtà sulla base di modelli spontanei Realizzare lavori di gruppo Comprendere la mappa concettuale di un argomento Luoghi: aula
Tempi Fasi : I il ghiaccio che diventa acqua (fusione) II l’acqua diventa vapore (evaporazione) III l’acqua che diventa ghiaccio (solidificazione)
Contenuti disciplinari: i passaggi di stato solidificazione, fusione, evaporazione
strumenti: fornellino elettrico contenitore in pirex
Metodi educativi. Modello permissivo: questo stile educativo concede una libera espressione, assecondando in maniera forte i propri interessi e la propria predisposizione:
- gli alunni sono in comunicazione tra loro
- la comunicazione è completa - l’apprendimento prevale
sull’insegnamento - l’insegnante comunica con gli
alunni e riceve comunicazione da essi
- la leadership è democratica - il metodo è il lavoro di
gruppo, la ricerca, l’uso di metodologia euristiche
Vocabolario: caldo, freddo, ghiacciato, vapore, acqua, ghiaccio.
O.S.A
Il sé e l’altro Lavorare in gruppo, discutendo per darsi regole di azione. Fruizione e produzione di messaggi. Parlare , descrivere, raccontare, dialogare, con i grandi e con i coetanei, lasciando trasparire fiducia nelle proprie capacità di espressione e comunicazione e scambiandosi domande, informazioni, impressioni, giudizi e sentimenti. Disegnare, dipingere, modellare, dare forma e colore all’esperienza, individualmente e in gruppo, con una varietà creativa di strumenti e materiali, “lasciando traccia” di sé. Esplorare, conoscere, progettare. Toccare, guardare, ascoltare, fiutare, assaggiare qualcosa e dire cosa si è toccato, visto, udito, odorato, gustato, ricercando la proprietà dei termini. Adoperare lo schema di investigazione del “Chi, che cosa, quando, come, perché?” per risolvere problemi, chiarire situazioni, raccontare fatti, spiegare processi. Commentare, individuare collegamenti, operare semplici inferenze, proporre ipotesi esplicative di problemi.
I PASSAGGI DI STATO
IL GHIACCIO DIVENTA ACQUA M: Secondo voi questo ghiaccio può diventare acqua?
B: Sì
M: E come?
Non rispondono
M: Allora ora vediamo insieme come far diventare il ghiaccio acqua.
Prendo il contenitore in pirex trasparente e lo metto sul forellino elettrico. Spiego loro che il
forellino è come quello in cui la mamma cucina la pasta e che brucia, anche se non si vede la
fiamma.
M: Questo è il fornellino che serve per riscaldare la pentole e la metto sul fuoco. Ora diventa tutto
caldo caldo, vediamo cosa succede al ghiaccio. Aspettiamo un poco.
C’era solo ghiaccio vero?
B: Sì
M : Allora bambini, guadate. Il ghiaccio sta diventando acqua. Vedete?
B: Sì
M: Secondo voi scompare il ghiaccio?
B: No
M: E il ghiaccio rimane duro sul forellino?
Cosa sta diventando?
B: Acqua
M: Allora non sta rimanendo duro
Vediamo se si scioglie tutto?
Esco il ghiaccio
M: Guadate che è diventato piccolo?
Avvivino a ciascuno il contenitore con il ghiaccio ormai sciolto e vedono come il ghiaccio sia
scomparso
M: Guardate il ghiaccio bianco come è diventato?
B: acqua
L’ACQUA DIVENTA VAPORE M: adesso guardate, cosa vedete?
B: Il fumo.
M: Bambini questo che sembra fumo non è il fumo, si chiama vapore.
Lo ripetiamo insieme?
B: vapore
M: Cosa sta succedendo all’acqua?
B: Sta bollendo!!!
M: Bravo Marco!!! Fa le bolle, sta bollendo, vedete
Ad uno ad uno faccio avvicinare la mano al vapore e vedono come il vapore sia caldo e umido.
Vedete che qui c’era il ghiaccio freddo freddo e ora c’è il vapore caldo
M: Allora bimbi vi voglio spiegare un’altra cosa
Questo vapore dove se ne sta andando?
B: In cielo
M: E ora l’acqua secondo voi si asciuga o rimane sempre qua?
Non rispondono
M: Vediamo cosa succede all’acqua.
Faccio vedere come l’acqua sta sparendo
Nel frattempo faccio ripetere una storiella per tenerli impegnati fino a che l’acqua evapori tutta.
Alla fine mostro a tutti che l’acqua è sparita e se ne è andata tutta in cielo
L’ACQUA CHE DIVENTA GHIACCIO SECONDO GIORNO
Ieri prima di andare via ai genitori ho dato una consegna: prendere insieme ai propi figli un
bicchiere di plastica riempirlo di acqua e porlo in freezer. Stamattina avrebbero dovuto portarmelo
in classe…
Infatti stamattina i bambini sono arrivati tutti contenti con il loro ghiaccio e ho scritto i nomi su
ogni bicchiere.
Faccio una ricapitolazione di ciò che abbiamo fatto il giorno prima.
Faccio nuovamente toccare il ghiaccio.
M: Allora spiegatemi cosa avete fatto? Cosa c’è in questo bicchiere?
B: il ghiaccio
M: e come lo avete fatto?
B: abbiamo preso un bicchiere con l’acqua, l’abbiamo messo nel frigorifero e stamattina era
ghiaccio.
IL CARTELLONE SUI PASSAGGI DI STATO
Per concludere questo primo percorso coinvolgo i bambini nella realizzazione di un
cartellone in cui loro lavoreranno in prima persona colorando tutti i disegni.
Accolgono il lavoro con entusiasmo.
La verifica
Il cartellone è stato realizzato e dopo averlo appeso alla parete inizio a chiede ai
bambini che cosa ci sia disegnato, e cerchiamo di capire se quello che abbiamo
colorato sia corretto.
Alle mie domande stimolo, i bambini rispondono prontamente facendo memoria
all’esperienza fatta qualche giorno prima.
Le mie domande sono state:
• Se il ghiaccio lo metto sopra il forellino cosa diventa?
• Se l’acqua la metto sopra il forellino cosa succede?
• E se metto un bicchiere di acqua nel freezer come diventa l’acqua? Rimane
liquida che ci posso mettere le manine o diventa dura.
La valutazione
La valutazione è di tipo qualitativo, l’ho fatta in base alle risposte date durante la
verifica. Noto con soddisfazione che i bambini hanno chiaro il percorso fatto durante
questa prima parte. Posso così procedere a trattare il ciclo dell’acqua.
SITUAZIONE DI APPRENDIMENTO N°4
LE FONTI DI CALORE Sintesi progettuale della situazione: aspetti organizzativi
Apprendimento Unitario: L’alunno attraverso la proposta di esperimenti riprodotti in laboratorio e sollecitazioni da parte dell’insegnante su fenomeni della vita reale, deve essere capace di osservare la realtà in maniera oggettiva e di cogliere e comprendere i fenomeni naturali. L’alunno si rende conto che al di là del vissuto personale ed immediato, c’è qualche cosa più generale da comprendere.
Obiettivo Formativo:
Grazie all’aiuto dell’insegnante, i bambini imparano a poco a poco a utilizzare
- i connettori logici, analogici, spaziali e temporali per rendere conto delle relazioni tra i fenomeni;
- dei segni espliciti delle generalità (sempre, ogni volta che…) o delle condizioni (se…allora)
- delle frasi spesso al presente ed il cui oggetto non è l’esperimentatore, ma uno dei parametri della situazione fisica (“l’acqua cambia di stato a 0°C” è differente da “si fa gelare l’acqua, si è visto che la temperatura è uguale a 0°C”).
Inoltre il bambino evolve verso rappresentazioni grafiche che si potrebbero qualificare a scientifiche; con il laboratorio ha la possibilità di mettersi in gioco in prima persona, di fare con le proprie mani, di conoscere il modo attraverso l’utilizzo del proprio corpo.. Grazie all’esperienza del laboratorio di scienze i bambini evolvono nel modo di rendere conto di un avvenimento.
Competenze attese:
Cogliere relazioni di tipo causa-effetto Osservare fenomeni Rappresentare una situazione tramite disegni Comunicare le proprie idee in un contesto di pari Descrivere verbalmente un fenomeno osservato o un esperimento riprodotto Luoghi: aula
Tempi: fasi : il ghiaccio si scioglie con la stufa
Contenuti disciplinari: altre fonti di calore, oltre al forellino elettrico, che aumentano la temperatura dell’acqua e fondono il ghiaccio.
Strumenti: stufa, bicchiere di plastica, acqua, ghiaccio
Metodi educativi. Modello permissivo: questo stile educativo concede una libera espressione, assecondando in maniera forte i propri interessi e la propria predisposizione:
- gli alunni sono in comunicazione tra loro
- la comunicazione è completa - l’apprendimento prevale
sull’insegnamento - l’insegnante comunica con gli
alunni e riceve comunicazione da essi
- la leadership è democratica - il metodo è il lavoro di
gruppo, la ricerca, l’uso di metodologia euristiche
vocabolario: Fonti di colore
O.S.A
OSA Il sé e l’altro Lavorare in gruppo, discutendo per darsi regole di azione. Fruizione e produzione di messaggi. Parlare , descrivere, raccontare, dialogare, con i grandi e con i coetanei, lasciando trasparire fiducia nelle proprie capacità di espressione e comunicazione e scambiandosi domande, informazioni, impressioni, giudizi e sentimenti. Disegnare, dipingere, modellare, dare forma e colore all’esperienza, individualmente e in gruppo, con una varietà creativa di strumenti e materiali, “lasciando traccia” di sé. Esplorare, conoscere, progettare. Toccare, guardare, ascoltare, fiutare, assaggiare qualcosa e dire cosa si è toccato, visto, udito, odorato, gustato, ricercando la proprietà dei termini. Adoperare lo schema di investigazione del “Chi, che cosa, quando, come, perché?” per risolvere problemi, chiarire situazioni, raccontare fatti, spiegare processi. Commentare, individuare collegamenti, operare semplici inferenze, proporre ipotesi esplicative di problemi.
Prendendo i bicchieri con il ghiaccio che hanno portato i bambini da casa, faccio loro vedere che
possiamo sciogliere il ghiaccio pur non avendo il forellino elettrico: con la stufa!!!
Proviamo… UN’ALTRA FONTE DI CALORE: LA STUFA COME IL FORNELLINO.
Abbiamo parlato molto di caldo e freddo, facciamo una conversazione in cui chiedo
loro quali sono le cose che per loro sono calde e quali quelle che sono fredde.
Cose calde Cose fredde
La stufa
Il forellino
Il sole
Il fuoco
Il ghiaccio
Il gelato
Coloriamo la scheda del fuoco (caldo), e la scheda del freddo (gelato)
SITUAZIONE DI APPRENDIMENTO N°5
IL CICLO DELL’ACQUA Sintesi progettuale della situazione: aspetti organizzativi
Apprendimento Unitario: L’alunno attraverso la proposta di esperimenti riprodotti in laboratorio e sollecitazioni da parte dell’insegnante su fenomeni della vita reale, deve essere capace di osservare la realtà in maniera oggettiva e di cogliere e comprendere i fenomeni naturali. L’alunno si rende conto che al di là del vissuto personale ed immediato, c’è qualche cosa più generale da comprendere. Obiettivo formativo Grazie all’aiuto dell’insegnante, i bambini imparano a poco a poco a utilizzare
- i connettori logici, analogici, spaziali e temporali per rendere conto delle relazioni tra i fenomeni;
- dei segni espliciti delle generalità (sempre, ogni volta che…) o delle condizioni (se…allora)
- delle frasi spesso al presente ed il cui oggetto non è l’esperimentatore, ma uno dei parametri della situazione fisica (“l’acqua cambia di stato a 0°C” è differente da “si fa gelare l’acqua, si è visto che la temperatura è uguale a 0°C”).
Inoltre il bambino evolve verso rappresentazioni grafiche che si potrebbero qualificare a scientifiche; con il laboratorio ha la possibilità di mettersi in gioco in prima persona, di fare con le proprie mani, di conoscere il modo attraverso l’utilizzo del proprio corpo.. Grazie all’esperienza del laboratorio di scienze i bambini evolvono nel modo di rendere conto di un avvenimento.
Competenze attese:
Cogliere relazioni di tipo causa-effetto Osservare fenomeni Rappresentare una situazione tramite disegni Comunicare le proprie idee in un contesto di pari Descrivere verbalmente un fenomeno osservato o un esperimento riprodotto Descrivere la realtà sulla base di modelli spontanei Realizzare lavori di gruppo Comprendere la mappa concettuale di un argomento Luoghi: aula
Tempi fasi : I racconto della storia della goccia Caterina II cartellone del ciclo dell’acqua
Contenuti disciplinari: il ciclo dell’acqua
Strumenti: immagini, cartelloni, colori a dita.
Metodi educativi. Modello permissivo: questo stile educativo concede una libera espressione, assecondando in maniera forte i propri interessi e la propria predisposizione:
- gli alunni sono in comunicazione tra loro
- la comunicazione è completa - l’apprendimento prevale
sull’insegnamento - l’insegnante comunica con gli
alunni e riceve comunicazione da essi
- la leadership è democratica - il metodo è il lavoro di
gruppo, la ricerca, l’uso di metodologia euristiche
Vocabolario: Sole, acqua, vapore, nuvole, pioggia,mare
O.S.A
OSA Il sé e l’altro Lavorare in gruppo, discutendo per darsi regole di azione. Fruizione e produzione di messaggi. Parlare , descrivere, raccontare, dialogare, con i grandi e con i coetanei, lasciando trasparire fiducia nelle proprie capacità di espressione e comunicazione e scambiandosi domande, informazioni, impressioni, giudizi e sentimenti. Disegnare, dipingere, modellare, dare forma e colore all’esperienza, individualmente e in gruppo, con una varietà creativa di strumenti e materiali, “lasciando traccia” di sé. Esplorare, conoscere, progettare. Toccare, guardare, ascoltare, fiutare, assaggiare qualcosa e dire cosa si è toccato, visto, udito, odorato, gustato, ricercando la proprietà dei termini. Adoperare lo schema di investigazione del “Chi, che cosa, quando, come, perché?” per risolvere problemi, chiarire situazioni, raccontare fatti, spiegare processi. Commentare, individuare collegamenti, operare semplici inferenze, proporre ipotesi esplicative di problemi.
Prendendo a modello l’esperimento riprodotto in classe sul ciclo dell’acqua, racconto
ai bambini la storia della “goccia Carolina”:
Questa è Carolina.
Carolina è una goccia di acqua
guardate come è contenta. Ride perché
gioca sempre insieme a tante altre
goccioline di acqua che sono sue
amiche.
La goccia Caterina è piccola piccola,
più piccola di una mollichina di pane.
Guardate dove vive. Nel
mare! Nuota insieme ai
pesci. Vedete?
C’è il sole, ci sono le
nuvolette…
Ecco, guardate il sole.
Com’è giallo! Ed è caldo caldo, tanto
caldo che ci possiamo bruciare.
E adesso cosa succede?
La gocciolina Carolina
sta volando via, perché
il sole è così caldo che
la sta facendo evaporare.
E dove se ne sta
andando? In cielo. Con
tutte le sue amichette.
Vedete dove sono finite tutte
le gocce d’acqua, in cielo ed
hanno formata queste grandi
nuvole piene di gocce.
Ma ce ne sono così tante
gocce che dentro la nuvole
non possono più stare
Ed è così che la goccia
Carolina insieme alle sue
amiche scende di nuovo giù
sulla terra e piove!!! Vedete?
Hoppete!!! Come si
diverte nell’acqua!!!
Guardate sembra come
quando siete sullo scivolo,
e scivolate!!!
E finalmente arriva di
nuovo nel mare a nuotare
insieme a tutte le gocce di
acqua e ai pesci del mare.
Verifica e valutazione.
Dopo aver prodotto insieme a tutti i bambini il cartellone che mostra il ciclo
dell’acqua, cerchiamo di “leggerlo” alla luce di quanto spiegato attraverso la storia
della “Gocciolina Caterina”.
In seguito i bambini vengono invitati a fare un disegno sulla nostra gocciolina di
acqua.
Alcuni dei disegni vengono riportati di seguito. I bambini hanno grosso modo
individuato le principali aspetti che entrano in gioco quando piove.
Nel disegno di Floriana G: il sole, il mare, la pioggia.
Nel disegno di Floriana M: il sole, la pioggia, il mare, Floriana, la gocciolina
Caterina.
Nel disegno di Martina: il sole, le nuvole, il mare, la pioggia
Nel disegno di Roberto: il sole, il mare, la pioggia.
SITUAZIONE DI APPRENDIMENTO N°6
L’ARCOBALENO Sintesi progettuale della situazione: aspetti organizzativi
Apprendimento Unitario: L’alunno attraverso la proposta di esperimenti riprodotti in laboratorio e sollecitazioni da parte dell’insegnante su fenomeni della vita reale, deve essere capace di osservare la realtà in maniera oggettiva e di cogliere e comprendere i fenomeni naturali. L’alunno si rende conto che al di là del vissuto personale ed immediato, c’è qualche cosa più generale da comprendere.
Obiettivo Formativo:
Grazie all’aiuto dell’insegnante, i bambini imparano a poco a poco a utilizzare
- i connettori logici, analogici, spaziali e temporali per rendere conto delle relazioni tra i fenomeni;
- dei segni espliciti delle generalità (sempre, ogni volta che…) o delle condizioni (se…allora)
- delle frasi spesso al presente ed il cui oggetto non è l’esperimentatore, ma uno dei parametri della situazione fisica (“l’acqua cambia di stato a 0°C” è differente da “si fa gelare l’acqua, si è visto che la temperatura è uguale a 0°C”).
Inoltre il bambino evolve verso rappresentazioni grafiche che si potrebbero qualificare a scientifiche; con il laboratorio ha la possibilità di mettersi in gioco in prima persona, di fare con le proprie mani, di conoscere il modo attraverso l’utilizzo del proprio corpo.. Grazie all’esperienza del laboratorio di scienze i bambini evolvono nel modo di rendere conto di un avvenimento.
Competenze attese:
Confrontare proprietà di oggetti Osservare fenomeni Rappresentare una situazione tramite disegni Comunicare le proprie idee in un contesto di pari Descrivere verbalmente un fenomeno osservato o un esperimento riprodotto Descrivere la realtà sulla base di modelli spontanei Realizzare lavori di gruppo Luoghi: aula
Tempi Fasi : I fase: racconto dell’arcobaleno II fase: il cartellone dell’arcobaleno III fase: i disegni individuali sull’arcobaleno
Contenuti disciplinari: l’arcobaleno
Strumenti: cartoncino, carta crespa, colla
Metodi educativi. Modello permissivo: questo stile educativo concede una libera espressione, assecondando in maniera forte i propri interessi e la
Vocabolario Colori dell’arcobaleno, rifrazione
propria predisposizione: - gli alunni sono in
comunicazione tra loro - la comunicazione è completa - l’apprendimento prevale
sull’insegnamento - l’insegnante comunica con gli
alunni e riceve comunicazione da essi
- la leadership è democratica - il metodo è il lavoro di
gruppo, la ricerca, l’uso di metodologia euristiche
O.S.A
OSA Il sé e l’altro Lavorare in gruppo, discutendo per darsi regole di azione. Fruizione e produzione di messaggi. Parlare , descrivere, raccontare, dialogare, con i grandi e con i coetanei, lasciando trasparire fiducia nelle proprie capacità di espressione e comunicazione e scambiandosi domande, informazioni, impressioni, giudizi e sentimenti. Disegnare, dipingere, modellare, dare forma e colore all’esperienza, individualmente e in gruppo, con una varietà creativa di strumenti e materiali, “lasciando traccia” di sé. Esplorare, conoscere, progettare. Toccare, guardare, ascoltare, fiutare, assaggiare qualcosa e dire cosa si è toccato, visto, udito, odorato, gustato, ricercando la proprietà dei termini. Adoperare lo schema di investigazione del “Chi, che cosa, quando, come, perché?” per risolvere problemi, chiarire situazioni, raccontare fatti, spiegare processi. Commentare, individuare collegamenti, operare semplici inferenze, proporre ipotesi esplicative di problemi.
Il disegno dell’arcobaleno.
Inizio con lo spiegare ai bambini, nel modo più semplice possibile, come si verifica il
fenomeno dell’arcobaleno e mostro loro un disegno esplicativo.
Il disegno che mostro loro, fa vedere un raggio di sole che attraversando una goccia
di acqua si rifrange nei sette colori dell’arcobaleno.
Poi faccio loro vedere le foto che ho fatto dopo un temporale nella zona di Catania,
nelle quali ho immortalato l’arcobaleno.
Propongo un modello per l’interpretazione del fenomeno dell’arcobaleno, e vediamo
come un prisma di vetro si comporta come una goccia di acqua, e che, se attraversato
da un raggio di luce la fa rifrangere.
Alla fine facciamo il cartellone dell’arcobaleno.
SITUAZIONE DI APPRENDIMENTO N°7
CHE TEMPO FA Sintesi progettuale della situazione: aspetti organizzativi
Apprendimento Unitario: L’alunno attraverso la proposta di esperimenti riprodotti in laboratorio e sollecitazioni da parte dell’insegnante su fenomeni della vita reale, deve essere capace di osservare la realtà in maniera oggettiva e di cogliere e comprendere i fenomeni naturali. L’alunno si rende conto che al di là del vissuto personale ed immediato, c’è qualche cosa più generale da comprendere.
Obiettivo Formativo:
Grazie all’aiuto dell’insegnante, i bambini imparano a poco a poco a utilizzare
- i connettori logici, analogici, spaziali e temporali per rendere conto delle relazioni tra i fenomeni;
- dei segni espliciti delle generalità (sempre, ogni volta che…) o delle condizioni (se…allora)
- delle frasi spesso al presente ed il cui oggetto non è l’esperimentatore, ma uno dei parametri della situazione fisica (“l’acqua cambia di stato a 0°C” è differente da “si fa gelare l’acqua, si è visto che la temperatura è uguale a 0°C”).
Inoltre il bambino evolve verso rappresentazioni grafiche che si potrebbero qualificare a scientifiche; con il laboratorio ha la possibilità di mettersi in gioco in prima persona, di fare con le proprie mani, di conoscere il modo attraverso l’utilizzo del proprio corpo.. Grazie all’esperienza del laboratorio di scienze i bambini evolvono nel modo di rendere conto di un avvenimento.
Competenze attese:
Osservare fenomeni Comunicare le proprie idee in un contesto di pari Descrivere verbalmente un fenomeno osservato o un esperimento riprodotto Descrivere la realtà sulla base di modelli spontanei Realizzare lavori di gruppo Luoghi: aula
Tempi: un giorno Fasi : produzione del cartellone per la rilevazione del tempo meteorologico
Contenuti disciplinari: osservazione del tempo meteorologico
Strumenti: cartoncino, colori a matita.
Metodi educativi. Modello permissivo: questo stile educativo concede una libera espressione, assecondando in maniera forte i propri interessi e la propria predisposizione:
Vocabolario: Nuvole, sole, pioggia.
- gli alunni sono in comunicazione tra loro
- la comunicazione è completa - l’apprendimento prevale
sull’insegnamento - l’insegnante comunica con gli
alunni e riceve comunicazione da essi
- la leadership è democratica - il metodo è il lavoro di
gruppo, la ricerca, l’uso di metodologia euristiche
O.S.A
OSA Il sé e l’altro Lavorare in gruppo, discutendo per darsi regole di azione. Fruizione e produzione di messaggi. Parlare , descrivere, raccontare, dialogare, con i grandi e con i coetanei, lasciando trasparire fiducia nelle proprie capacità di espressione e comunicazione e scambiandosi domande, informazioni, impressioni, giudizi e sentimenti. Disegnare, dipingere, modellare, dare forma e colore all’esperienza, individualmente e in gruppo, con una varietà creativa di strumenti e materiali, “lasciando traccia” di sé. Esplorare, conoscere, progettare. Toccare, guardare, ascoltare, fiutare, assaggiare qualcosa e dire cosa si è toccato, visto, udito, odorato, gustato, ricercando la proprietà dei termini. Adoperare lo schema di investigazione del “Chi, che cosa, quando, come, perché?” per risolvere problemi, chiarire situazioni, raccontare fatti, spiegare processi. Commentare, individuare collegamenti, operare semplici inferenze, proporre ipotesi esplicative di problemi.
Dopo aver tanto parlato di sole, nuvole, pioggia e goccioline di acqua i bambini sono
pronti per annotare giorno per giorno il tempo meteorologico su questo cartellone che
abbiamo colorato insieme.
Oggi per esempio c’è il sole e i bambini hanno messo la freccia sul sole!!!
Da oggi giorno per giorno rileveremo le condizioni climatiche.
Conclusioni.
La sperimentazione condotta in quest’anno scolastico è stata un’ulteriore conferma di
come i bambini piccoli possano facilmente acquisire ed elaborare saperi, anche a
livello scientifico.
L’esperienza condotta l’anno scorso nella scuola primaria mi è servita da valido
supporto per la strutturazione della sperimentazione condotta quest’anno. Avendo
infatti,un’esperienza alle spalle, sono partita avendo più cognizione di causa sul come
impostare il lavoro e su come sperimentarlo.
Mi ha molto avvantaggiato l’aver condotto il lavoro con i miei alunni, che conoscevo
e che conoscevano me. Malgrado la giovane età dei bambini, sono riuscita a trovare il
canale giuste, che li coinvolgesse con interesse e motivazione. L’assetto laboratoriale
è stato contraddistinto da momenti di gioco, in cui sono stati liberi di manipolare gli
oggetti della nostra sperimentazione (acqua, ghiaccio, contenitori….).
In altri momenti attraverso la presentazione di immagini, ho spiegato loro come e
perché avvengono determinati fenomeni. Inoltre sono stati continuamente sollecitati a
rispondere alle domande che facevo loro per sollecitare la loro osservazione. Un
momento creativo li ha ulteriormente coinvolti, sperimentando varie tecniche
pittoriche che ci sono servite per lasciare traccia del nostro operato.
La valutazione sul lavoro effettuato è stata condotta solo a livello qualitativo, a
differenza dell’anno scorso in cui ho potuto anche effettuare delle analisi quantitative
su dati raccolti sotto forma di risultati di pre e post test. Le verifiche mi hanno
dimostrato che i concetti esperiti sono stati assimilati in modo soddisfacente; È
evidente che questo mio lavoro si mostra come il primo passo verso un’ analisi
scientifica della realtà.
Durante le domande stimolo, ho potuto costatare che i bambini a quest’età non hanno
ancora molte idee riguardo al mondo che li circonda. Lo conoscono ancora poco e,
spesso, poco lo osservano.
Il ruolo dell’insegnante deve, a questo punto, essere quello di farli soffermare ad
osservare di più e con occhi più critici… . Tutto è sotto i loro occhi, ma molto,
spesso, non viene colto a quest’età. Ma il lavoro da fare da parte dell’insegnante non
è così difficile, si tratta semplicemente di sollecitarli, di far nascere in loro la
curiosità, di trovare gli strumenti adatti per coinvolgerli.
I momenti più significativi di quest’esperienza sono proprio i momenti in cui hanno
parlato i miei piccoli alunni.
Le cose che più rappresentano i nodi concettuali dell’esperienza sono:
• le difficoltà a descrivere gli elementi naturali con i quali abbiamo lavorato, per
via della povertà di linguaggio;
• il considerare l’acqua di colore bianco;
• la non conoscenza del concetto di trasparenza;
• l’inconsapevolezza che il ghiaccio non è altro che acqua solidificata;
• la conoscenza del vapore per esperienza diretta, ma il non sapere del termine
“vapore” che i bambini identificano con la parola “fumo”.
I disegni sono stati un valido supporto che ha permesso la rielaborazione dei
contenuti trattati, ma voglio sottolineare l’importanza di avere condotto un
laboratorio di scienze attraverso l’uso degli elementi dei quali abbiamo parlato, quali:
l’acqua, il ghiaccio, il vapore, il prisma (per far vedere un modello per
l’interpretazione del fenomeno dell’arcobaleno).
Nella scuola di questi anni, si tende spesso a relegare al disegno il compito di
rappresentare la realtà, che diventa così realtà virtuale … . Credo che sia necessario
cercare, ove possibile, di far vivere ai bambini le esperienze in prima persona, far
toccare di più con le loro mani e vedere con i loro occhi.
Concludo così questo mio lavoro che vuole però continuare il mio percorso intrapreso
l’anno scorso e che spero contraddistinguerà tutti i miei anni di futuro insegnamento.
BIBLIOGRAFIA (ordinarla per ordine alfabetico del cognome dell’autore)
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