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OLTRE LA CRISI: STRATEGIE E STRUMENTI PER LE PMI IL RUOLO DEGLI INTERVENTI FINANZIARI DI SOSTEGNO PER LE PMI Gli strumenti finanziari e la crisi economica: l’impatto sulle strategie finanziarie delle PMI Andrea Uselli , Università degli Studi dell’Insubria Varese, Centro Congressi Ville Ponti 8 maggio 2009

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OLTRE LA CRISI: STRATEGIE E STRUMENTI PER LE PMI

IL RUOLO DEGLI INTERVENTI FINANZIARIDI SOSTEGNO PER LE PMI

Gli strumenti finanziari e la crisi economica: l’impattosulle strategie finanziarie delle PMI

Andrea Uselli , Università degli Studi dell’Insubria

Varese, Centro Congressi Ville Ponti 8 maggio 2009

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Agenda dell’intervento

• Breve cronistoria della crisi• La congiuntura creditizia attuale e le prospettive per

il 2009• Le misure anti-crisi• I sistemi di rating e Basilea 2: colpe e virtù• Gli impatti sulle strategie finanziarie delle imprese• Nuove vie per il rapporto banca/impresa?

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Breve cronistoria della crisi

• Estate 2007: innesco della crisi (mutui sub-prime e prodotti “strutturati”)

• 2008: propagazione delle turbolenze ad altri comparti del sistema finanziario e nel mondo• fallimento e nazionalizzazione di alcune banche internazionali• crisi di liquidità: blocco del mercato interbancario, sostegno

BC/Governi nazionali• II metà 2008: le maggiori economie mondiali sono entrate in

recessione• inizio 2009: primi timidi segnali di rallentamento della crisi e di

parziale ripresa della fiducia

• 2010: punto di svolta?Il tema si è spostato dalla “adeguatezza patrimoniale delle banche” all’innesco di un circolo “vizioso” tra credito e congiuntura 4

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La congiuntura creditizia attuale e le prospettive per il 2009

• Rallentamento della crescita degli impieghi su base annua

• Particolare rallentamento della crescita degli impieghi alle PMI e microimprese

• Spostamenti di quote di mercato nel credito verso BCC (segnale importante del localismo)

• Segnali di crescita delle sofferenze

ESAMINIAMO LA CONGIUNTURA CREDITIZIA

DA DUE PUNTI DI VISTA

… dal lato della domanda di credito

… dal lato dell’offerta di credito

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La domanda di creditoLa domanda di fondi si è fortemente ridotta� problemi urgenti per fabbisogno di liquidità� al momento poca domanda per investimenti, a causa del forte

ridimensionamento dei piani di investimento� solo qualche timido (e confuso) segnale di ottimismo� … anche se la situazione è piuttosto differenziata per settori

� inasprite le condizioni di accesso al credito

Almeno in Italia e soprattutto per le PMI poche sono le alternative al “credito bancario” …

• poco capitale di rischio (scoraggiato anche dall’andamento pesantemente negativo delle quotazioni di Borsa)

•poco venture capital/private equity (4,2 mld. di euro nel 2007, 0,3% del PIL – dati AIFI)

•riduzione ricorso a corporate bond (emissioni 2008: 4 mld. di euro, -9 mld. rispetto 2007)

… e le PMI – come confermano diverse ricerche – scontano tali maggiori difficoltà, anche a causa di equilibri finanziari più precari

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L’offerta di credito

� prospettive di redditività in calo (anche sul 2009)� aspettative di peggioramento della qualità del credito� obiettivi generalizzati di aumento della capitalizzazione

(deleveraging)Ritengo che il tema dell’offerta del credito, tuttavia, non possa essere disgiunto da una più “complessiva” valutazione del modello di business degli intermediari finanziari

•Da un lato , la “crisi ha esaltato la centralità del ruolo delle banche nei sistemi finanziari di tutti i paesi” (Tarantola, Vice Direttore Generale BdI, marzo 2009)

•Dall’altro , la “complementarità tra banche e mercati nello svolgimento delle funzioni di raccolta e allocazione del risparmio, di gestione dei rischi, di agevolazione degli scambi”può portare a risultati ben diversi da quelli desiderabili (ib.)

“Degenerazione”verso il modello

Originate-to-Distribute (OTD)

… e ora back to basics e recupero

della fiducia (di famiglie e imprese)

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Le misure anti-crisi

• Obiettivo: assicurare che la restrizione dell’offerta di credito non si scarichi sulle PMI e microimprese, anello debole nelle relazioni negoziali con le banche ma anche nei rapporti industriali e di subfornitura

• Interventi in termini di maggiori disponibilità finanziarie (“i soldi veri”, cit. Marcegaglia) e di “riqualificazione” dei meccanismi già esistenti di sostegno del credito

D.L. 185/2008

•Tremonti Bond – Protocollo di intesa ABI-MEF

•Stanziamenti aggiuntivi fondo di garanzia PMI e consorzi fidi (consistenza fondo 1,615 mld. di euro)

•sostegno Cassa DD&PP

“Un’efficiente ed efficace relazione tra banche imprese

è uno dei fattori chiave per lo sviluppo dell’economia.

In Italia le relazioni tra le banche e le imprese hanno

da sempre avuto un ruolo centrale nell’economia del

Paese. Il credito è infatti la più importante forma di

finanziamento esterno per le imprese”

“Le banche si impegnano … a

mettere a disposizione delle

PMI per il prossimo triennio

risorse finanziarie non in

decremento” rispetto all’ultimo

biennio, a fronte di una

corrispondente domanda e

mantenendo “nel rispetto del

principio della sana e prudente

gestione bancaria un’adeguata

qualità del credito”8

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Evidenze• Indagine conoscitiva sulle tematiche relative al

sistema bancario e finanziario, Audizione del Governatore della Banca d’Italia Mario Draghi alla Commissione VI della Camera dei Deputati (Finanze), Camera dei Deputati, 17 marzo 2009• Il credito delle banche italiane ha

decelerato nettamente: a gennaio 2009 il tasso di crescita su 3 mesi dei prestiti erogati al settore privato è sceso al 2,3% su base annua (settembre 2008: +8,6%)

Il rallentamento ha interessato tutte le categorie di debitori. Imprese: crescita +5,5% (circa -3% risp. settembre), mentre sono diminuiti i prestiti alle imprese con meno di 20 addetti e all’industria manifatturiera

Fonte: BdI, Boll. Eco, n°46, aprile 2009

Fonte: BdI, Boll. Eco, n°46, aprile 2009

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segue• Politica più cauta delle banche nella concessione di prestiti a famiglie e imprese

(evidenze BLS gennaio 2009)

• A livello Area Euro la % di banche segnalanti un irrigidimento dei criteri per la concessione di prestiti a favore delle imprese è rimasta sostanzialmente elevata, ma stabile (e le PMI non sembrano più penalizzate delle grandi imp rese ).• I principali fattori all’origine dell’irrigidimento sono stati ancora una volta le

aspettative riguardo all’attività economica in gener ale e quelle relative alle prospettive settoriali o specifiche di singole impr ese

• È inoltre rimasto elevato l’irrigidimento dei termini e delle condizioni diverse dal prezzo: quasi la metà delle banche ha dichiarato di aver irrigidito i criteri di concessione del credito agendo sull’entità dei prestiti o delle linee di credito e sui requisiti per le garanzie

• Domanda di credito : Secondo le banche interpellate la domanda netta di prestiti da parte delle imprese è calata ancora una volta in misura considerevole, continuando a risultare negativa (-40%). Ciò è imputabile alla diminuzione del fabbisogno collegato agli investimenti fissi ed a un’ulteriore riduzione della domanda connessa con operazioni di finanza straordinaria

• Le banche italiane partecipanti segnalano come le condizioni di credito sarebbero state moderatamente ristrette; domanda di credito imprese sostanzialmente stagnante

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segue• Maggiore cautela delle banche nell’erogazione di credito deriva dalle

difficoltà sui mercati della provvista e daldeterioramento del merito di credito della clientela• Rallentamento nei tempi di erogazione

(con aumento incertezza)• Richiesta di maggiori garanzie• Applicazione rigida dei rating

• Sta diventando centrale il tema della qualità del credito• “La recessione sta incidendo sulla qualità del credito. Il rapporto tra nuove

sofferenze e impieghi alle imprese è in rapido aumento: alla fine del 2008 ha raggiunto il 2%” (valore record degli ultimi 10 anni, con l’esclusione del periodo del crack Parmalat), cfr. Draghi 2009. Il peso degli incagli (temporanee difficoltà di pagamento) sul totale prestiti è raddoppiato nel 2008 (da 1,5% a 3%)

• Qualità del credito “viaggia” in parallelo con “qualità” della struttura finanziaria delle imprese: rispetto al passato la condizione finanziaria delle imprese italiane appare oggi più solida. Alla fine del 2007 il rapporto tra indebitamento e capitale proprio, calcolato sulla base dei bilanci di oltre 50.000 imprese, era pari a circa il 50%, -7% rispetto all’inizio degli anni novanta; soprattutto è oggi più ampio il grado di copertura degli oneri finanziari con le fonti interne di finanziamento (Draghi 2009)

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Da un eccesso di finanziarizzazione

al rischio opposto? Troppa

prudenza fa male?

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I sistemi di rating e Basilea 2: colpe e virtù

• Le banche dispongono oggi di sistemi di valutazione del merito di credito e di misurazione del rischio di credito più sofisticati e oggettivi

• Merito di B2. Ma si parla (impropriamente, di B3!). C’è ampio dibattito su regulation• la crisi ha messo in luce, in una certa misura, un fallimento della cooperazione

internazionale in merito alla regolamentazione degli intermediari e dei mercati finanziari. Il “nuovo” sistema finanziario globale dovrà basarsi su regole certe, per tutti, non necessariamente più restrittive, ma certamente che non lascino spazio ad arbitraggi regolamentari o “aree grigie”

• Modelli di rating basati su dati quali-quantitativi. I dati devono essere buoni!

• L’arte del banchiere è un valore!• “Il credito è e deve restare attività imprenditoriale, basata su un prudente

apprezzamento professionale della validità dei progetti aziendali. Le banche imprudenti prima o poi finiscono in dissesto e smettono anche di far credito. Ma la prova sollecitata dalla crisi è severa e richiede di sapere essere bravi banchieri anche quando l’economia va male. Di fronte all’inevitabile peggioramento della qualità del credito dovuta alla recessione occorrono scelte lungimiranti: non basta tenere i conti in ordine.” (Draghi 2009)

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Obiettivi e finalità• Salvaguardia della stabilità del

settore bancario (controllo e adeguata gestione dei rischi assunti)

• Generare un nuovo legame tra banca e impresa, fondato su fiducia reciproca, informazioni reali, da aggiornarsi continuamente, vincolate alla effettiva capacità di produrre reddito

Le critiche• La formazione del personale

bancario (conoscenza e uso –talvolta meccanicistico – dei modelli)

• Automatismo del rating• La rotazione del personale sul

territorio e le relazioni di clientela (“spersonalizzazione” del rapporto”

• Impostazione tradizionale delle banche (dati di bilancio, dati qualitativi, garanzie)

• I sistemi di rating sono essenzialmente backward looking

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Gli impatti sulle strategie finanziarie delle imprese

• importanza della gestione finanziaria• siamo in grado di calcolare il rendimento di un progetto di investimento (o

almeno di valutarne la convenienza rispetto a progetti alternativi)? siamo in grado di calcolare il costo di un progetto di finanziamento?

• la nostra struttura patrimoniale/finanziaria è equilibrata?• siamo in grado di strutturare un business plan (profili eco/finanz./organizzativo/ mkg)?• analisi di bilancio (ma non solo…)

• analisi di simulazioni e scenari• autovalutazione nella logica del “rating”, attraverso set di indici quali/quantitativi (indicatori

organizzativi, di governo aziendale, RU, comunicazione, innovazione, marketing, scenario di riferimento/operatività)

• cultura e formazione finanziaria• necessità di “servizi finanziari ” e non solo di accesso al credito (partnership

associative per la “costruzione” di piattaforme tecnologiche e informative/relazionali per un efficace dialogo banca/impresa)

• Basilea 2 in questo senso è/è stata un’occasione for midabile. Non è comunque vero che non esistono margini di flessibilità e di a utonomia nella gestione del credito. La vera difficoltà ora è quella di far cogli ere le specificità delle PMI in termini di rischio e solvibilità all’interno di “mod elli di rating” e “procedure standardizzate” ormai completati

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segue: una esemplificazione

• Quale è il nostro posizionamento?

• Qual è la strategia da attuare?

• non tutte le difficoltàprovengono da Basilea 2 e/o dalla crisi economico/finanziaria attuale, ma certamente questi fattori hanno contribuito ad aggravare il quadro

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equilibrata

criticacritiche buone

IMPRESE SANE: margini e CF positivi

Strategia: consolidare il business

Performance economiche

Situ

azio

ne fi

nanz

iaria

-pat

rimon

iale

CRISI AZIENDALE: margini e CF negativi

Strategia: ristrutturazione aziendale

CRISI FINANZIARIA: margini positivi (business sano), ma

CF negativiStrategia: ristrutturazione

finanziaria

CRISI DI BUSINESS: margini negativi, CF in

peggioramentoStrategia: rilancio del

business

Fonte: Lazzari, A&F, 2/2009

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Nuove vie per il rapporto banca/impresa?

• Non si vedono particolari e sostanziali aperture verso forme di finanziamento davvero nuove (es. project financing)

• Ma porsi come interlocutore serio, affidabile e consapevole è già un passo nel riequilibrio delle relazioni

• Trasparenza verso gli stakeholder

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Conclusioni

• 7 maggio 2009:• – 220.000 posti di lavoro (dati Unioncamere su campione di 57.000 imprese)• BCE porta i tassi all’1% (erano al 4,25% meno di un anno fa)

• primi risultati dello stress test condotto su 19 big banks USA: ancora bisogno di 75 mld. di $ per “rilanciare” l’operatività normale

• … ma intravediamo primi segnali di ripresa (aumento della fiduciadelle imprese ad aprile) e non solo rallentamento della crisi

• conferma ruolo Confidi, anche attraverso processi di consolidamento

• rapporto fiduciario banca/impresa• “il mondo è cambiato” e servono nuove “logiche strategiche”: conoscere i driver

utilizzati dalle banche per valutare le imprese• comunicazione, qualificazione professionale e crescita “culturale” delle imprese

sul profilo finanziario• partnership imprese / intermediari finanziari (banche e Confidi) / Associazioni

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Contatti

Andrea UselliUniversità degli Studi dell’Insubria

Facoltà/Dipartimento di Economia

Via Monte Generoso, 71 – 21100 Varesetel +39.0332.39.5527

e-mail: [email protected]

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