nothing owed - Poesie e scritti di varia natura
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Transcript of nothing owed - Poesie e scritti di varia natura
5
Daniele Garbarino legge raramente le introduzioni,
guarda i film prima di cercare le recensioni e va
spesso a dormire tardi.
Questa raccolta prende luce da parole sparse in un
taccuino, da pensieri notturni, conoscenze e
dialoghi e sguardi improbabili. Da fantasia, ricordi,
panchine scomode e fotografie.
Dalla musica, dal colore del cielo alle 6:53 del
mattino, dall'amore. Dalle paure.
Da nothing owed, che nasce e muore nel 2009.
Resuscita nell'aprile 2011.
Continua ad arrancare, oggi.
w w w . n o t h i n g o w e d . b l o g s p o t . c o m
7
tu sei il verbo
la parola di dio
sei tutti i tuoi discorsi
voragini paure
ed i miei vuoti
sei parte lesa
e giustizia
cerchi il fuoco
e resti polvere
oggi, vorresti
ma non so aprire le mie mani
non voglio
aprire le mie mani.
non hai mai insegnato niente
non ho fatto mai domande
avrei voluto scegliere
meglio
il mio ventre
• madre
8
ancora
nel cuore
io sento
parole
nascoste
di te
parlami
di te
raccontami
avvolgimi
fammi
sentire
di te
ora ascolto
il suono
della vita
che mi hai lasciato
• appendice
9
vedo le rondini in stormo
ballano sui campi
e conto le nuvole
dalla finestra
restando a letto il mattino presto
sono gli ultimi fiori d'estate
quelli ti somigliano
conto i passi
tra me e la tua porta di casa
le parole
del mio libro preferito,
tutte le tue canzoni
e la pioggia che batte
sulle mura di questa casa
ti vedo
attraverso il fumo
dell'ultima boccata
con la cenere che cade nel vento
e volando, brucia.
• cenere
10
il cielo
spaccato, riflesso
a macchie nel terreno
torniamo
a sfumare
come torna la montagna
sulle pianure
ma noi
siamo mani nelle mani
e occhi negli occhi
mentre tutti
ricominceranno ad andare a sud
• Hirundo Rustica
11
come leggi nei film
numerose sigarette dopo
dopo
io aspetto, fuori
guardo le finestre
chi entra chi esce
supero a destra
gli sguardi bassi
io aspetto
studio secondi
non penso
ci vorrebbe,
qualcosa
9.5 Richter
e sommergere tutto
• ospedale
12
ora smettila
smettila di
torturarti
quei capelli sparsi,
brilla
brilla con me
oggi è sempre
come i tuoi occhi quando
mi guardi
l'estremo perfetto disordine
che lasci in me
• mezzo miglio
13
vorrei avere tre taglie in più
per sentire meno
i colpi che mi stai dando
sul volto
dentro, profondo
alimenti questa voragine
e precipito sotto di te,
nella mia caduta
con le tue urla
le tue mani tremanti
sei la gravità ed
io il corpo in discesa.
e non parli ora
e non sono più
niente per te,
ma ancora
corro a nascondermi.
• le Amazzoni
14
sfuma il colore
dagli occhi
macchie d'inchiostro
lungo il corpo, e
che mi capiti di tutto che
io torni a dormire
come ieri come sempre
ma, sono io? o
è solo un'altra estate
che muore?
torna
la nebbia.
• bassa (de)pressione
15
sulla tua testa
crolla il mondo
asma polvere
soffocare,
e tutti parleranno
nuova inquisizione
ed i tuoi soldi buttati
non come
la sua auto nuova
non come
suo figlio che invece.
il condannato
cammina solo
• conforto
16
• quinto cerchio
giustificare
il tuo volto sbiadito
non farà smettere
proprio niente.
paludi scure
colme
di te
e soprattutto, me.
17
• occupazione retribuita
lui
ti
osserva
e vorresti
stringergli la mano
e vorresti
stronzate del genere
ma ci sono 28 gradi
28 cazzo di gradi
pensi e
non parli,
poi smetti di pensare.
sempre il tempo
a fotterci
18
ti trascini
sul bordo della strada
e con gli occhi
mi domandi perché
quelle grida fossero
sempre così lontane.
e come il vento
in autunno, forte
urlo nel tuo cuore
ma mai abbastanza a fondo
• la terza stagione
19
lentamente, la tua
pelle aderisce
al suolo umido
ti guarda e
ti respira
fagli sentire
come ti muovi
fagli vedere
fagli conoscere
come tocchi il cielo.
alba, e
acido lattico.
• acido lattico
20
mentre mi credevo troppo
dimenticavo
come uno stupido
e rovinavo cose.
è un po' un casino
spero ti piaccia quella canzone
ma scusami,
anche io sbaglio
scusa se non pensavo
quando stavi nel fastidio
di quelle parole,
avrei preferito salutarti
come la prima ed
unica volta di noi
con la pioggia e
tanti mobili nuovi
ed inutili.
• il salone del mobile
21
come l'alba ad ogni ora,
ma per come ti muovevi
per come parlavi,
tu parlavi
solo di te.
apparizioni sporadiche
in controluce
solo dopo ho compreso
non ti sarebbe interessato
fossi rimasto cieco.
• cecità
22
il terreno liscio
le braccia
la luce che non basta
e le ombre coprono tutto
coprono me
abbattono cancellano
sento il respiro
il mio il tuo,
nello stesso ritmo
balla la paura e
ride
nell'ansia dell'istante,
ma in fondo camminiamo
restiamo giù
ma camminiamo.
grazie
per avermi aspettato.
• primi dubbi supplementari
23
la voce roca
parla su un arpeggio
di pensieri di colori
parla un po' di te e di
domande, e di cieli.
certe canzoni così
troppo brevi e con
nomi troppo lunghi che
tu tremi, dentro.
invece un po' sono io
che li invidio, anzi
li invidio e basta
ma in fondo anche piangere
fa perdere peso, mi dico
• perdere peso
24
si sta sull'asfalto
di sabato pomeriggio e
canticchio canzoni francesi,
mentre ci sediamo
affondo nel fumo e
nei trentacinque gradi
di quel mare nero
che lei non sopporta proprio.
• asfalto
25
non aveva il vento
nei capelli
come l'ultima volta, lei
sapeva di fingere
ma si obbligava, continuare
a qualunque costo
anche a costo di sé stessa
bruciandosi ancora la gola
e rimanendo a guardare il vuoto,
si accascia e non capisce
non vuole
immagino sia per via della madre,
ma lui l'amava ancora
e la riaccompagnò a casa.
• le tue scarpe nel Danubio
26
mi domandavo se stessi comoda
seduta com'eri
io leggevo le tue parole
ed avevi la luce tra le mani,
parole semplici qualcosa di piccolo
grandi come le lacrime
in discesa sul mio viso.
mi asciugo su di te,
questo è il regalo migliore e
non si piange sempre per tristezza
• il compleanno
27
nulla ti ferma
mentre continui perpetua
a divorare cenere,
salti da un respiro all'altro
cresce la temperatura
e il fumo denso
dalla tua bocca
sulle tue labbra
tra i tuoi capelli
ma non c'è tempo, e
in effetti non ne hai mai avuto
(almeno) per me.
• divoratrice
28
rintanati lì sotto un
cumulo di macerie detriti
rotoliamo sui corpi ardenti
un colpo in testa e
collasso mi dimentico
di tutto, periodi secondi
poi mi tiro su mi reggo
la grancassa vibra, tuona
ma torno mi arrampico su
ma ci sono dentro. non cedo
davanti, succede tutto
e spingo scalcio e urlo
la bocca spalancata
un microfono
e quelle parole
il sale sul viso
e la pioggia nei capelli.
lei ha piccole mani graziose
e la voce degli uragani,
mi scrive dentro
• if not me
"se non da me stesso
da chi dovrei dipendere?"
29
ti vedo tra la gente
corro, abbraccio
i tuoi occhi coi miei
poi ancora divisi
da braccia sudore inchiostri
e la pelle degli altri.
ti stringo a me
in una mano hai un bicchiere di vino
di terza categoria, ridi parli
i tuoi capelli gli ultimi tre giorni
mentre sottovoce ti
dico che sei bellissima
contro i difetti che non hai,
tu barcolli
ed io ti amo.
è bello dirti
per la prima volta
ci vediamo domani.
• sottovoce
30
• complicato
ho cercato di scriverti
una poesia ma
quando penso a te
sei sempre troppe cose
troppe parole pensieri
quando penso a te
non ho proprio nulla.
è complicato descrivere
le cose meravigliose.
31
non la ascoltai però
mi divertii lo stesso,
correre
tra le auto ferme in coda
bussare ai campanelli e
scappare e correre ridere
insieme, ridere ancora.
come quando sotto le coperte
guardavamo il tuo film
preferito, come quella volta
in cui mi ammalai di sabato
• influenza
32
cammino guardandomi le scarpe
ma loro non ci pensano
non sanno
dei sassi lanciati dei
fuochi nelle vie
continuano a non sapere
e recitano bene. qui
non ci metteremo in riga,
comunque vada.
• shoegazing
34
se ne vanno
dietro mezzi sorrisi
l'imbarazzo
le parole appiattite
in fondo alla gola
cercando un gesto un cenno
assenso, dissenso
ma chiusure ermetiche
in verità
veli sul nulla.
ma è così difficile
dire grazie?
• bus stop
35
oggi ho
comprato il francobollo
per la lettera
che ti sto
scrivendo da giorni. poi
cancello
tutto
straccio brucio. mi fermo.
scrivo il
tuo nome su
carta da pacchi,
mi chiedo se
ti piacerà
il modo in cui ho scritto
ti amo.
• carta da pacchi
36
lasciami andare mentre
mi tieni qui
galleggiare più sotto che sopra,
il tempo per respirare
l'hai inghiottito
nel nostro intero tragitto dicevi, promettevi
conoscere
strada e svolte e vie
ma poi cosa poi
i tuoi dubbi tu
corrodimi l'anima e non mento
corrodimi dentro quando
i tuoi occhi si abbassavano
sulle vetrine a leggere
di te
articolo migliore dell'ambizione
incanalata in persone, file intere
regali da discount
saldi di fine stagione, richieste
e richiesta.
• la casa degli specchi
37
in fondo solo l'ultimo
ad entrarti dentro.
la casa degli specchi
stanze in denuncia silenziosa
di quei colori
che piacevano tanto a te
38
ieri notte
ci siamo distrutti
le urla il mucchio
cadere rialzarsi.
barricate
di solo rumore e
le mani
di Al Pacino.
è tardi
ho fame, apro
il frigo ma è vuoto
è finito tutto.
è finito tutto
e anche male
• Al Pacino
39
danno
un film francese
un po' brutto. mi
fischiano le orecchie
e dirti che ti amo
non è facile
come credevo, ma
lo sai
• dormo sul divano
40
vorrei dei
polmoni più grandi per avere
più parole da dirti.
mi guardi
le mani, le labbra rosse
d'un fiato
di te
• polmoni
41
non capendo
che voci seguire,
seppur certe urla inaspettate
e certe svolte
ad occhi chiusi.
tra tutte queste persone
perché dovrei ballare
proprio con te?
• ballando
43
si, è
come l'ultima volta.
quel giorno
incubi mani fredde
concentrazione lenta
giudicati e sotto accusa
cerca di non pensarci
inspiro. espiro.
ti sento
ancora
la polvere, disintegrata
sotto le tue scarpe
quel sole calava
in salita.
ma farà caldo e tu sorriderai
ma muoio dentro sempre
una volta di più
• partenze
44
• mancanze
se capirai se
riuscirai a seguirmi
guarda
ho le mani che tremano
lettere firmate male
lasciate sotto una porta
ti abbracciavo
lavavi di lacrime le scale
finestre e polvere
ore notturne
parole frasi pensieri tu
ma oggi spinge tutto
spinge tutto via
gallerie al neon
monocorsia
e vetrate scure senza più
il tuo sorriso
nel riflesso del mio sguardo
45
vedendo solo il suo viso
stupito
prima di voltarmi
ed andarmene
via
inghiottito dalle gallerie
metropolitane nelle viscere
di praga.
• praga
46
siamo l'inizio
di una fine ma non finiremo.
buttarsi a polmoni pieni
le braccia alzate,
onde
su un mare d'oceano
controcorrente.
cavi e microfoni rotti
sentiamo il sudore bruciare negli occhi
stringiamo idee da mezzo minuto
siamo la rabbia a pugni chiusi.
ammassati insieme, grida e cuori
per stanze troppo strette
e velocità velocità ancora di più
col sangue sulle ginocchia
le labbra spaccate e la
pelle strappata
siamo le schiene curve
siamo la vita che brucia.
• ossa
47
stringendoci
pestandoci i piedi ridendo
ossa sopra ossa
rovineremo insieme su noi stessi,
voci fuori campo del blackout.
siamo questo, e
non cambieremo mai.
noi siamo la tempesta.
[dedicato a tutto ciò in cui oggi credo, per tutte le persone che hanno
imparato cosa significa hardcore, sentendone addosso i lividi, per gli
abbracci di amicizie nate sotto un palco, per i compagni che credono
ancora nella musica come unione, mezzo, sfogo, vita]
48
Il trucco sbavato
dopo l'estate dell'amore.
Il sale sul tuo viso
ed i tramonti riflessi nei tuoi occhi.
Sei più bella di sempre.
• Onde
49
il telefono suona
e ancora scuse ancora anche stavolta.
cerco incidenti
per dar le colpe agli altri
colpe,
non ne hai mai avute.
dico che non mi interessa
ma mi dici sempre di non mentirti
in fondo non ho mai imparato
a farlo.
la strada, gonfia,
siamo in mille per te
una settimana di ritardi in tutto.
arrivo
un bicchiere vuoto
la sala è vuota
solo un uomo al tavolo n.5
guardo
il bicchiere
• stupidi quattordicenni smettetela di leggere
Bukowski
51
le intere settimane senza parlare
riprovarci all'improvviso
come il fischio del vento nelle vecchie serrature
ma io parlo una lingua diversa
tu ascolti le parole sbagliate.
prendi i piatti e li lasci cadere
ragnatele di ceramica doc esplodono ai tuoi piedi
e tu indossi le mie vecchie scarpe.
sono le quattro del mattino la signora del
piano di sotto
non sarà felice di noi
non sarà felice per noi.
• ceramica doc
52
mentre scivoli via veloce
sotto la luce dei lampioni d'inverno
la nebbia e l'acqua al collo
nebbia e alta marea
lo stradone scuro immenso grigio
schiaccia il respiro come
la sciarpa nera
che copre il tuo viso.
tutto il tuo viso.
preferirei essermi svegliato male
stamattina fa freddo, più di ieri.
• specchietto retrovisore
53
"potrem(mo) guardarci negli occhi
e tenerci per mano
al calare del sole
sul cavalcavia dell'autostrada
potrem(mo) conoscerci e amarci
sorriderci
odiarci
lasciarci
scriverci
innamorarci
guardarci
ballarci
toccarci
cantarci
baciarci
scoparci
rubarci
dimenticarci.
• Potrem(mo)
54
dimenticando i nostri nomi
dopo esserci presentati
restar per ore seduti
all'ombra degli alberi sulla collina
cercando di graffiare
le nuvole con le unghie
contando i capelli
che il vento ci muove
scambiarci i vestiti
ridendo l'uno dell'altra
giurando di non guardare mentendo
mentre ci stiamo spogliando
raccontare storie
episodi di vita
descriverci mostri
immaginandoci eroi
chiederci abbracciati in quale
giorno della settimana siamo nati
e invece no!
e invece no!
e invece no!
57
• il suicidio degli insetti contro le auto in corsa
le masse di quelli
aspiranti alla morte
se ne trovano a numeri
dei più grandi massacri
molti ancora verranno
molti già trapassati
così si convincono continuamente
chi più veloce
chi lentamente
siamo noi tutti un po' colpevoli
noi, che continuiamo a tacere
sapere delle stragi
e dire di non vedere
quale dottrina essi seguano
quale, l'idea che scelgano
l'arma della disperazione
guida per gli smarriti
tanto fredda da sembrar calore
si continuerà a non capire
di queste morti in fondo
58
così vicine
ad ora tarda fermarsi per guardare
quando piangendo il naufragio
avran già deciso d'andare.
59
i bambini giocano con maschere a gas nei prati di
nuova concezione. i messia passati, vendutisi,
proclamavano tempi migliori. il sultano
smise anni fa di regalare gioia al popolo.
stronzate idiota, solo stronzate.
non puoi vivere così, non possiamo vivere così.
i nuovi totem vengono innalzati a gloria
dell'incertezza, le generazioni future non sapranno
perché adoreranno il loro eroe migliore.
profeti in scatola adatti ad ogni personale
necessità, di ogni misura e colorazione,
sciolgono le pastiglie dell'amata eroina nelle
menti delle genti in adorazione.
il funereo corteo sventolava stendardi di potere e
di niente, le cerimonie sacrificali si svolgono
in 14 pollici di grandezza.
gli ultimi romantici pregano un dio in cui mai
hanno creduto, regalatogli dal baratro
in cui cadono.
• dipendenze
60
the fog inside me
like a cement wall
eat my embraces
in this prison
in this cold, tight cell
i hit the floor
silent open mouth
"why" i write scratchin' my face
i'm burning
• random powerviolence
61
another night without sleep
i'm drowning in shit
the doubts, the questions
the gray rain in me
the lost good intentions
all i tried to be
but in the end
it's nothing
like ever
but in truth i say
i'm nothing
like ever
• random powerviolence II
62
ma che cazzo ci fai tu lì/ certe parole non fanno
per te/ perché mi dici che non capisci/ io non
capisco il perché di quel tempo perso/ certo sei
ostinata/ si è il mondo ad essere in ritardo/ si
sono gli altri a non saper distinguere il rosso dal
nero/ l'anno prossimo ti regalerò uno specchio/
tu svuota l'armadietto del bagno/ io mi vomito
sulle scarpe quel che restava di te
• svuotare
63
me ne stavo lì a guardarti partire/ solo un'ora
ancora, solo un'ora ancora/ le tue valige così
pesanti affondano nel suolo/ sono piene di me e
tu lo sai/ tu lo sai e l'hai sempre saputo ma sei
brava a fingere/ inciampo nelle parole che ho da
dirti ma/ sta piovendo su di me e tu sei un fiume/
mi argini/ preferendo essere travolti piuttosto
che sfiorati/ mi accarezzi il viso e non mi guardi/
cosa significano i tuoi occhi ora?
• bagagli
64
cosa avresti detto ora?/ pesavi le parole
mordendoti le labbra/ quei tuoi denti perfetti
ancora nella mia pelle/ ti sei seduta mi hai detto/
ti prego lasciami un po' qui/ TI PREGO
LASCIAMI UN PO' QUI/ ti raggiungo dopo/ io
inciampo cado/ vedo libri uguali pagine vuote
armadi letti cucine/ gente si ammassa intorno/ e
tu rimani lì/ come oggetti di design/
• design
65
ma in fondo che ne sai, in fondo tu che ne sai
potrebbe essere oggi come potrebbe non essere
mai. mi continui a chiedere domandare
esasperare di domande a cui non so rispondere,
l'ora la sveglia la cena e tu che parli tu che urli mi
sento svenire come l'ansia di un corridoio
d'ospedale, come l'odore che c'è in ospedale.
dimentico cose ne ricordo di inutili in unione tra
me e contro di me, con le ossa rattrappite da
giorni mi frani addosso e non ho il tempo di
ricominciare a respirare come un'onda contro il
mare come l'onda contro l'uomo. mi cerco e mi
cerco di spiegare fraintendi e non capisco se
volontariamente poi ridi e cristo, ridi, mentre mi
giro dall'altra parte non sentendomi chiamare,
capelli in disordine, vestiti sformati occhiaie grige
mi chiedo perché ti chiedo come cosa, poi mi
sveglio e la faccia e lo specchio scheggiato e tu ed
io, ma ero già solo da ore. bicchieri scuri e
macchie sul pavimento, non avrei dovuto
mangiare pesante.
• capelli in disordine
66
ho bisogno di aprire le mie vene devo bere
lasciarmi andare in questo fiume che mi scorre
contro farmi portare via, ora! sento premere in
petto l'inutile bisogno di dettagli definiti ma ora
voglio solo nebbia e caos dentro e fuori me dentro
e fuori i miei occhi, solite parole le stesse
identiche parole ogni cazzo di volta mi vorrei
vedere morto lungo un marciapiede assiderato
nel pieno di questo inverno senza fine ti guardo e
grido nocche rotte lividi schiene piegate passi
lenti mentre tengo il conto alla rovescia della mia
caduta rovina distruzione particella per particella
NO! vortice stridio rumore apro la mente
immersa sott'acqua e mi lascio annegare. respiro.
• dettagli
67
cerco di muovermi a tempo ma non riesco la musica è
strana pesante, il ritmo che vola la testa che scoppia.
come nei film inquadratura bassa sulle gambe guarda
come si muove guarda quei passi, come nei film
inquadratura sugli occhi i miei occhi gonfi lucidi una
o due lacrime che scendono ho lo sguardo offuscato
doppio cerco di mettere a fuoco lo schermo del
telefono ma sono una due tre quattro esondazioni, ma
è la pioggia in primavera a far appassire il cuore.
leggo forse leggo ancora e mi dici no mi dici non va
mi dici non lo so io sento lo stomaco cadere sotto i
piedi sto camminando e non posso fermarmi e ci passo
sopra, ingoio saliva che non ho bocca asciutta e
movimenti lenti mi guardo allo specchio vorrei ci
fosse un altro, vorrei non fossi io. non capisco ancora
non sento bene mi chiamano e non rispondo cerco te
cerco di raggiungerti con le mie gambe ho mangiato la
strada, con le mie gambe sto sentendo la sabbia
arrivarmi al ginocchio nuoto respiro a fatica pastiglie
d'ossigeno per sprofondare fino ai capelli. non
lasciarmi qui. fermati aspettami parliamo eppure ti
• esondazioni
68
vedo lontana ti vorrei vicina e continua a fare più
caldo il sole mi brucia le spalle mentre aspetto ci
provo, almeno ci provo per la troppa paura di non
farlo. paura di perderti prima di averti trovata. quando
il ritmo non cambia quando tu eri il mio ritmo mentre
cambi frequenza io giro la manopola come un pazzo la
verità in fm la mia paura immensa in am. mi guardo
mi domando se è vero. sparami ora se deve esser così
ma sarai un colpo bellissimo sei un colpo bellissimo,
chiedo pietà mi inginocchio l'acqua sul capo e la
pioggia nel cuore in primavera. credimi. 'lady hear me
tonight'.
69
Passava i minuti contandoli attraverso le boccate
di nicotina ed ascoltando scorrere l'acqua della
fontana. Aveva paura. Credeva di dover aspettare
in eterno. Sentiva il peso delle gocce cadere al
suolo, attraverso le crepe nella vecchia pietra,
come su di se, a scavargli il cranio. Si era
guardato intorno più d'una volta, ed intorno non
c'era niente. Mura incolore, volti senza
espressione. All'inizio aveva sperato, davvero, di
vederla. Fermarsi in mezzo alla strada bloccando
le decine di auto, cristallizzando l'acqua,
addormentando il mondo intero, ogni piccola
anima sopra e sotto la terra, per poterla stringere.
Raccontarle del suo viso. Parlarle dei suoi occhi.
Lo sperò, con tutto sé stesso, ma lei non venne e
tutto, con la velocità produttiva della morte sulla
vita, continuò a correre, senza meta, lasciandolo
seduto a guardare le foglie cadute intorno a lui.
• Un'attesa
70
Ho un nodo allo stomaco non è perché sto male
ma non lo so è lì non sale non scende. Parlo
ascolto penso ragiono mi muovo valuto gente i
volti le fotografie il bianco e nero o a colori?
Polaroid non l'ho mai avuta cioè ce l'ho ma è
rotta e non l'ho mai usata i vecchi cimeli sono i
soprammobili delle nostre case un po' come certi
parenti diventati quadri viventi poco più reali
delle immagini nella televisione che li assorbe
giorno per giorno mentre aspettano più o meno
consciamente di andar via via autostrada notte
pioggia certa musica soffusa che rischi di
addormentarti ma poi rimani sveglio e non dormi
tutta notte. Fai una sosta. Hai dormito? Ci
vediamo domani. Riparti cambi senso di marcia
tutto cambia senso di marcia Koyaanisqatsi
veloce veloce come le inquadrature di te lungo il
cemento del porto sotto le stelle in foto sfocate
sottoesposte sovraesposte esposte di fronte al
giudizio di nessuno opere contemporanee della
• Koyaanisqatsi
71
grandiosa maestosità artistica nel più totale
nulla della vita dell'uomo. Rispondi. Ti prego
rispondi. Ti prego. Risali tutto scorre filosofia
greca le luci che scappano tu da chi da cosa da
dove scappi? Le voci le facce i corpi i movimenti il
colore di quegli occhi cristo che colore avevano
quegli occhi fermarla forse ma no in fondo no
nella vita devi rischiare ma che sia per cose serie
e la scuola il lavoro la dottrina di cui hai già letto
ho già sentito abbiamo già intuito mentre copio
me stesso. Tic nervosi. Gambe instabili. Ho
ancora lividi di te riflessi nell'acqua rimasta sui
vetri di questa scatola.
72
Il pullman delle 19:20 è semivuoto e non è ancora
uscito dalla città. Alla quarta fermata sale una
signora bionda sulla cinquantina. È con
un'amica, ha un grande sorriso e l'aria est
europea. Da giovane deve essere stata bellissima.
Avessi trent'anni di più glielo direi, quant'è bella.
Bellissima. Parla con l'amica in polacco, almeno
mi pare sia polacco, per quelle poche volte che
l'ho ascoltato. Occhiali rossi stile '80 sui lunghi
capelli raccolti in una coda. Hanno il colore
dell'oro e dell'argento. Camicetta, jeans,
mocassini. Ha una borsa di tela. A pois. Quelle
persone che vedi e danno il buon umore, con cui
parleresti, che sai ti ascolterebbero per quanto
noioso tu possa essere. Vorrei conoscerla e
sentire le tante storie che avrà accumulato in
mezza vita, vorrei abbracciarla e dirle che le
voglio bene. Vorrei essere più grande e sposarla.
Vorrei essere più piccolo ed essere suo nipote.
Vorrei fosse mia madre. Si alza e saluta l'amica.
• Bus stop
74
è l'aria della sera ad essere fredda. giornata senza
sole ed il primo acquazzone primaverile è durato
otto minuti. otto. sempre tanta scena per niente.
io ho freddo mi tremano le spalle mi fanno male
le ginocchia, esco con pantaloncini e cappuccio e
burial. nuvole di fumo, tabacco rimasto in tasca
troppo tempo. respiro male con l'addome tirato
ma vedo la seconda lucciola dell'anno, otto
centimetri sopra l'erba alta.
• moth
75
c'è sempre meno luce nella stanza mentre
tramonti dietro un francobollo. mi domandavo
spesso come riuscissi ad essere te, dicevi quelle
cose e credevo tu mi scambiassi per qualcuno di
migliore. lo stomaco sottosopra ed un nodo in
gola, ho perso il sole ed i pensieri con scritto il
tuo nome ma è ora chiudere le finestre o l'inverno
entrerà senza bussare.
• serratura
76
C'è una soffitta ed in mezzo alla soffitta, in terra,
c'è una sfera di metallo opaco. Quando era nuova,
bella lucida e pulita, ti ci potevi specchiare e
vedertici deformato, sulla sfera. Una faccia, una
mano grande come una stanza. Da bambino mi
domandavo perché quando si rompesse uno
specchio tutti sarebbero dovuti cadere in preda
ad anni di sfortune, ma poi prendevo le mie
biglie, belle lucide, e pulite, da specchiartici
sopra, e le buttavo giù dal balcone, sapendo che
tanto loro non si sarebbero rotte.
• La gente alta