Newsletter ottobre 2014 Word - CATANIA VIVA ... · lotta contro la povertà della strategia Europa...

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Newsletter Ottobre 2014 Pag. 1 Newsletter Ottobre 2014 Contenuti: Raggiunto un accordo sulle forniture di gas tra Unione europea, Russia e Ucraina Al via l'utilizzo dei fondi UE 2014-2020 in Italia: un investimento in crescita e occupazione La grande sfida di Junker e la complessa eredità di Barroso La Commissaria Malmström si rallegra per l’avvio dell’operazione Triton Come il Parlamento difende i diritti umani Kobane: i deputati chiedono alla Turchia un maggior sostegno alla città siriana sotto la minaccia dell'ISIS Migranti clandestini: più informazioni sull'operazione di polizia "Mos Maiorum" Bandi Aperti 2014

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Newsletter Ottobre 2014

Contenuti:

Raggiunto un accordo sulle forniture di gas tra Unione europea, Russia e Ucraina

Al via l'utilizzo dei fondi UE 2014-2020 in Italia: un investimento in crescita e occupazione

La grande sfida di Junker e la complessa eredità di Barroso La Commissaria Malmström si rallegra per l’avvio dell’operazione Triton

Come il Parlamento difende i diritti umani Kobane: i deputati chiedono alla Turchia un maggior sostegno alla città siriana sotto la minaccia dell'ISIS

Migranti clandestini: più informazioni sull'operazione di polizia "Mos Maiorum"

Bandi Aperti 2014

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Raggiunto un accordo sulle forniture di gas tra Unione europea, Russia e Ucraina

Dopo ben sette cicli di negoziati, si sono concluse ieri sera le trattative tra Bruxelles, Mosca e Kiev per le forniture di metano durante i mesi invernali. L'Unione europea fornirà alla Russia le garanzie finanziarie per i pagamenti dell'Ucraina. Approvato un accordo da 4,6 miliardi di dollari.

L'accordo siglato a Bruxelles regola i termini economici e i prezzi delle forniture di metano fino al mese di marzo 2015: un ottimo risultato per la Commissione uscente di José Manuel Barroso, il quale ha dichiarato di essere molto soddisfatto del raggiungimento di questa fondamentale intesa alla vigilia dello scadere del suo mandato. Anche Günther H. Oettinger, vicepresidente della Commissione europea, responsabile per

l'Energia, ha definito l'intesa un svolta fondamentale: "Questo passo decisivo non solo garantisce all'Ucraina forniture sufficienti per il riscaldamento in pieno inverno, ma rappresenta anche un importante contributo all'allentamento delle tensioni tra Russia e Ucraina". L'accordo siglato ieri è composto di due documenti: - un protocollo giuridicamente vincolante, firmato dalla Commissione europea (vicepresidente Oettinger), Federazione Russa (Ministro dell'Energia Alexander Novak) e Ucraina (Ministro dell'Energia Yuri Prodan). - un addendum all'esistente contratto di forniture di gas, firmato da Gazprom Russia (Amministratore Delegato Alexey Miller) e Naftogaz Ucraina (Amministratore Delegato Andriy Kobolyev); I punti principali dell'accordo sono

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l'estinzione dei debiti dell'Ucraina (a Mosca sono stati assicurati i pagamenti di 3,1 miliardi di dollari di debiti) e i termini commerciali per le nuove forniture (l'Ucraina pagherà meno 385 dollari per mille metri cubi, grazie a detrazioni fiscali sulle tasse d'esportazione per la Russia). http://ec.europa.eu/italy/news/2014/20141031_accordo_gas_uerussiaucraina_it.htm

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Al via l'utilizzo dei fondi UE 2014-2020 in Italia: un investimento in crescita e occupazione

La Commissione europea ha adottato l'accordo di partenariato con l'Italia sull'uso dei fondi strutturali e di investimento per la crescita e l'occupazione nel 2014-2020. La Commissione europea ha adottato un "accordo di partenariato" con l'Italia in cui si definisce la strategia per un uso ottimale dei Fondi strutturali e di investimento europei in tale paese. L'accordo odierno apre la via all'investimento di 32,2 miliardi di euro di finanziamenti totali a titolo della politica di coesione nel periodo 2014-2020 (a prezzi correnti, compresi i finanziamenti nel campo della cooperazione territoriale europea e lo stanziamento per l'iniziativa a favore dell'occupazione giovanile). L'Italia riceve inoltre

10,4 miliardi di euro per lo sviluppo rurale e 537,3 milioni di euro per il settore marittimo e della pesca. Johannes Hahn, Commissario responsabile per la Politica regionale, ha affermato: "[…] Quest'accordo di partenariato rispecchia la determinazione comune alla Commissione europea e all'Italia di fare l'uso più efficiente possibile degli investimenti dell'UE e di evitare gli errori del passato. I nostri investimenti devono avere una portata strategica, conformemente alla nuova politica di coesione, ed essere incentrati sull'economia reale, sulla crescita sostenibile e sull'investimento nelle persone. Cosa altrettanto importante, essi devono essere accompagnati da strutture amministrative salde ed efficienti ad ogni livello […]". Anche László Andor,

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Commissario responsabile per l'Occupazione, gli affari sociali e l'inclusione, ha commentato: "[…] Sono estremamente compiaciuto per il fatto che l'Italia abbia deciso di usare 10,5 miliardi di euro del Fondo sociale europeo (FSE) in modo da assicurare che le azioni finanziate dall'FSE abbiano un impatto significativo al fine di raggiungere gli obiettivi occupazionali e di lotta contro la povertà della strategia Europa 2020. Apprezzo anche il fatto che sia stata attribuita una priorità elevata alla lotta contro la disoccupazione giovanile, anche attraverso un programma che attua l'iniziativa a favore dell'occupazione giovanile […]" Gli investimenti dell'UE contribuiranno ad affrontare il problema della disoccupazione e ad incentivare la competitività e la crescita economica, dando sostegno

all'innovazione, alla formazione e all'istruzione negli ambiti urbani e nelle zone rurali. Essi serviranno anche a promuovere l'imprenditoria, a combattere l'esclusione sociale e ad aiutare lo sviluppo un'economia ecocompatibile ed efficiente sul piano della risorse. I Fondi strutturali e di investimento europei (Fondi SIE) in Italia sono: • il Fondo europeo di

sviluppo regionale

• il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca

• il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale

• il Fondo sociale europeo

http://ec.europa.eu/italy/news/2014/20141028_accordodiparte

nariato_ue_italia_it.htm

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La grande sfida di Junker e la complessa eredità di Barroso Sono stati dieci anni tra i più difficili e tormentati della storia dell'integrazione europea. Nel momento in cui avviene il passaggio delle consegne tra José Manuel Barroso e Jean Claude Juncker alla guida della nuova Commissione di Bruxelles (dopo il via libera del Parlamento europeo) non si può fare a meno di guardare con spirito pragmatico, ma in qualche caso anche critico, al bilancio dei due mandati dell'ex-premier portoghese e alla complessa eredità che egli lascia al suo successore. Nel 2004 l'Unione contava quindici membri, completava l'allargamento ad Est per inglobare il mondo ex-comunista, al tempo stesso cercava uno storico avanzamento con il progetto di una Costituzione europea; ma subiva ben presto i contraccolpi dell'ampliamento cui si aggiungeva lo choc della bocciatura referendaria del progetto costituzionale da parte di Francia e Olanda.

Si apriva una fase di paralisi istituzionale faticosamente superata con il Trattato di Lisbona del 2009. Ma poi sopraggiungeva la grande crisi finanziaria che metteva a dura prova la stessa sopravvivenza dell'Unione. La commissione Barroso era costretta a navigare a vista tra questi marosi e non c'è dubbio che non ha torto chi sostiene che in questi anni, soprattutto negli ultimi, ci sia stata una modifica degli equilibri istituzionali a vantaggio del Consiglio (e quindi degli Stati nazionali) nei confronti della Commissione. Ma attribuire a Barroso e alla sua squadra la responsabilità principale di questa involuzione intergovernativa è obiettivamente eccessivo. E d'altra parte, lo stesso presidente uscente ha difeso con energia il proprio operato nel discorso d'addio pronunciato davanti all'Europarlamento in cui ha

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sottolineato come "la crisi economica non è stata creata dall'Ue" e ha rilevato che oggi la Commissione detiene più poteri di dieci anni fa in tema di governance della zona euro, con una Bce che ha la supervisione delle banche europee (prospettiva inimmaginabile qualche tempo fa). Secondo Barroso per uscire dalla crisi all'Europa "non serve una rivoluzione ma servono compromessi". Diagnosi condivisibile a patto che il suo successore, Juncker, comprenda che non più tempo di compromessi al ribasso. Serve una svolta sia sul versante istituzionale (anche per fronteggiare e neutralizzare la crescente deriva euroscettica) sia e soprattutto sul versante politico ed economico-finanziario. Dopo aver superato rapidamente il critico passaggio del voto dell'Europarlamento sulla nuova Commissione – con

il rimpasto in conseguenza della bocciatura della slovena Alenka Bratusek e con il cambio di portafoglio per il commissario uscente, Sefkovic – Junker è pronto ad assumere la guida dell'esecutivo comunitario. Lo scopo dichiarato è quello di rimettere in moto l'Europa. In che modo? Secondo il nuovo Presidente bisogna puntare su tre priorità: riforme strutturali, credibilità fiscale e investimenti. In particolare, l'attenzione sarà concentrata sulla terza voce, poiché gli investimenti sono calati in Europa del 20 per cento dal 2007 ad oggi e sarà necessario un compromesso; ma non un compromesso qualsiasi bensì un grande compromesso tra i ventotto Stati membri e le forze politiche per uscire dalla crisi attuale. In tale contesto, Juncker si è impegnato a presentare entro Natale un piano dettagliato per 300 miliardi

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di euro di investimenti pubblici e privati; un piano che va incontro in modo particolare alle richieste e alle esigenze dei governi di Italia e di Francia. L'obiettivo strategico della nuova Commissione è chiaro: dopo anni di rigore e di austerità, imposti soprattutto dalla Germania, bisogna voltare pagina. La grande sfida consiste riuscire a spingere l'acceleratore sulla crescita senza toccare le regole della stabilità ma con i margini di flessibilità consentiti dai trattati vigenti. Riuscirà l'Unione ad invertire la marcia e a ridurre nei Paesi membri il tasso ormai insopportabile di disoccupazione? La grande esperienza sui temi economici del lussemburghese Juncker è una garanzia così come la presenza nel nuovo team dell'italiana Federica Mogherini, nei panni di Alto rappresentante per gli affari esteri e la sicurezza nonché

di vicepresidente della Commissione costituisce un auspicio che l'Ue acquisisca quel ruolo ormai inderogabile nella politica estera mondiale. "O riusciamo a riavvicinare i cittadini o sarà il fiasco totale", ha detto il neo-presidente nel discorso d'insediamento a Strasburgo. Nei prossimi cinque anni alle parole dovranno seguire i fatti. http://ec.europa.eu/italy/news/2014/20141029_juncker_barros

o_it.htm

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La Commissaria Malmström si rallegra per l’avvio dell’operazione Triton

Le dichiarazioni della Commissaria Malmström alla vigilia del lancio dell'operazione Triton Alla vigilia del lancio dell'operazione Triton nel Mediterraneo, la Commissaria Malmström ha rilasciato la seguente dichiarazione: "Sono lieta di annunciare che l’operazione Triton richiesta dall’Italia avrà inizio il 1º novembre come previsto. Frontex ha infatti ricevuto da parte della stragrande maggioranza degli Stati membri un numero sufficiente di offerte per la messa a disposizione di strumentazione e il distaccamento di guardie di frontiera. L’Agenzia è pertanto pronta a lanciare questa operazione “ad hoc” andando incontro a tutte le

richieste formulate dalle autorità italiane. Triton è uno strumento importante per integrare gli sforzi delle autorità italiane e rappresenta una dimostrazione dello spirito di solidarietà europeo. Al contempo è una delle numerose misure attuate dalla Commissione europea per aiutare l’Italia a fare fronte alla crescente pressione migratoria e di richieste di asilo nel Mediterraneo, che è un mare europeo e rappresenta una responsabilità europea. Grazie alla partecipazione di 21 Stati membri e paesi associati Schengen, Triton è una dimostrazione concreta di assistenza europea: desidero quindi ringraziare tutti i paesi che hanno offerto attrezzature e risorse umane. Sono fiduciosa che Triton, la più grande operazione marittima mai coordinata da Frontex, aiuterà a salvare vite umane in mare

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e contribuirà agli sforzi umanitari italiani. L’operazione verrà attuata nel pieno rispetto degli obblighi internazionali e dell’UE per quanto riguarda la salvaguardia dei diritti dei migranti e il principio di non respingimento, che non consente il rinvio di migranti. Con l’operazione «Mare Nostrum» l’Italia sta compiendo un eccellente lavoro per aiutare migliaia e migliaia di profughi che hanno rischiato la vita nel tentativo di attraversare il Mediterraneo a bordo di precarie imbarcazioni. Quella sul futuro di Mare Nostrum resterà in ogni caso una decisione italiana, ma appare chiaro che l’operazione Triton non può e non intende sostituirsi a Mare Nostrum. Triton è uno strumento che mettiamo a disposizione delle autorità italiane su loro domanda e in base alle loro specifiche richieste in materia di attrezzature e risorse umane.

Triton non incide in alcun modo sulla responsabilità dell’Italia di controllare la propria parte delle frontiere esterne dell’UE, nonché i suoi obblighi in materia di ricerca e salvataggio delle persone bisognose di soccorso. Confido nel fatto che l’Italia continuerà ad assolvere tali obblighi. Per avere successo, tali sforzi compiuti in mare devono essere integrati da altre misure. È indispensabile che gli Stati membri dell’UE diano piena attuazione al sistema europeo comune di asilo, e che sia intrapreso un serio sforzo per creare un vero programma europeo per il reinsediamento dei rifugiati." http://ec.europa.eu/italy/news/2014/20141032_triton_dichiara

zioni_malmstrom_it.htm

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Come il Parlamento difende i diritti umani Il Parlamento europeo rappresenta un forte promotore dei diritti umani e richiama l'attenzione sulle loro violazioni in tutto il mondo durante ogni sessione plenaria a Strasburgo. Questa settimana il Parlamento discuterà la situazione in Russia, Uzbekistan e Messico. Per saperne di più segui in diretta i dibattiti sul nostro sito. Le discussioni su casi di violazione dei diritti umani, della democrazia e dello stato di diritto avvengono ogni giovedí al termine della sessione plenaria e sono seguiti dall'adozione di risoluzioni. Contribuiscono a sensibilizzare e fare pressione sui governi interessati ad adottare misure per fermare le violazioni dei diritti umani. Un commissione, una delegazione interparlamentare, un gruppo politico o almeno 40 deputati possono chiedere per un dibattito.

La Conferenza dei presidenti redige una lista di tre temi al massimo per ogni plenaria. I dibattiti di oggi La risposta russa all'organizzazione non governativa Memorial, vincitrice del Premio Sakharov 2009. Dopo essere stato indicato come un agente straniero per la sua "attività politica", Memorial sta per essere dissolta a seguito di un ricorso del Ministero della Giustizia russo nel mese di ottobre. La situazione di insicurezza in Messico, dove sono stati svelati i legami tra i cartelli della droga e le autorità locali in seguito alla morte di 6 persone durante le manifestazioni nello stato di Guerrero il 26 settembre. Dopo l'incidente non sono ancora stati ritrovati 43 studenti. Le continue violazioni dei diritti umani in Uzbekistan, dove un numero

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significativo di cittadini uzbeki è imprigionato per motivi politici. Recenti rapporti indicano che sono ancora molto diffusi il lavoro forzato e il lavoro minorile. Il Parlamento europeo e i diritti umani Il Parlamento europeo considera seriamente tutte le violazioni dei diritti umani. Non importa dove si svolgono. I deputati denunciano regolarmente abusi, sostengo l'osservazione delle elezioni in tutto il mondo, garantiscono che i diritti umani siano protetti durante gli accordi economici e commerciali esterni all'Unione europea, e votano ogni anno il vincitore del Premio Sacharov per la libertà di pensiero. http://www.europarl.europa.eu/news/it/news-

room/content/20141017STO74418/html/Come-il-Parlamento-

difende-i-diritti-umani

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Kobane: i deputati chiedono alla Turchia un maggior sostegno alla città siriana sotto la minaccia dell'ISIS

La Turchia dovrebbe fare di più per sostenere i curdi nel combattere la minaccia dell'ISIS a Kobane, hanno dichiarato molti deputati in un dibattito sulla città siriana assediata il 22 ottobre. Hanno inoltre condannato le violenze dell'ISIS e hanno richiesto sforzi maggiori per affrontare il gruppo terroristico e aiutare le sue vittime. Alcuni hanno anche sollevato la potenziale minaccia di armi chimiche e chiedendo una più ampia strategia per il Medio Oriente. Benedetto Della Vedova, in sostituzione di Catherine Ashton, Alto rappresentante dell'UE per gli affari esteri, ha sottolineato che Kobane è diventato il simbolo dello stato di terrore dell'ISIS. "Tutto ciò è inaccettabile per l'Unione europea e per i suoi partner. È giunto il momento di dimostrare che siamo risoluti a contenere e sconfiggere l'ISIS".

Arnaud Danjean (PPE, Francia) ha sottolineato che la Turchia è anche un alleato della NATO e di fronte ad una minaccia comune "dobbiamo sostenere il regime siriano e la lotta contro i terroristi allo stesso tempo". Victor Boştinaru (S&D, Romania) ha detto che la Turchia, come candidato per l'UE e come membro della Nato, dovrebbe mostrare disponibilità a cooperare con l'UE e la NATO. "Questo non è il caso in questo momento", ha detto. "Negli ultimi giorni la Turchia ha finalmente fatto alcuni passi avanti". Charles Tannock (ECR, Regno Unito): "Fonti credibili affermano che i combattenti dell'ISIS possiedono armi chimiche. Si tratta di una delle terribili conseguenze del pericolo rappresentato dalla minaccia dell'ISIS. Una minaccia che deve essere totalmente sconfitta".

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"È arrivato il momento di adottare una politica relativa all'ISIS" ha detto Fernando Maura (ALDE, Spagna). Ha anche aggiunto che è il momento "per esercitare una pressione diplomatica su Ankara affinché possa riconsiderare le sue politiche nella parte settentrionale della Siria". Marie-Christine Vergiat (GUE/NGL, Francia) ha invitato la Turchia a riavviare il processo di pace con il PKK e ad aprire le sue frontiere per tutti i combattenti curdi: "I curdi, e non solo i peshmerga, dovrebbe poter attraversare il confine, e l'unico posto dove questo è possibile è la Turchia. " Barbara Lochbihler (Verdi/ALE, Germania) ha dichiarato: "L'UE ha bisogno di una strategia regionale di ampio respiro che comporterebbe il rafforzamento del governo iracheno portando avanti i colloqui di Ginevra sotto

l'egida dell'ONU comprendendo anche i paesi come l'Iran". Fabio Massimo Castaldo (EFDD, Italia) ha ricordato la terribile sofferenza del popolo di Kobane sottolineando che la presenza della comunità internazionale si è allontanata attraverso un atteggiamento passivo nei confronti di questo disastro umanitario. Konstantinos Papadakis (NI, Grecia): "Oggi la NATO, l'Unione europea, gli Stati Uniti e gli alleati hanno usato tutto questa situazione come un alibi per eviatre i veri problemi - come pretesto per attaccare queste zone e prendersi le loro preziose risorse" ha aggiunto. http://www.europarl.europa.eu/news/it/news-

room/content/20141017STO74417/html/Kobane-un-

maggior-sostegno-alla-citt%C3%A0-siriana-sotto-la-

minaccia-dell'ISIS

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Gli attacchi dell'ISIS a Kobane.

©BELGAIMAGE/Eyevine/H. Sari Xinhua

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Migranti clandestini: più informazioni sull'operazione di polizia "Mos Maiorum"

I punti principali del dibattito di mercoledì sera sull'operazione di polizia a livello europeo sui migranti clandestini, nota come "Mos Maiorum", tra i deputati e la Presidenza italiana del Consiglio - rappresentata da Benedetto Della Vedova - sono stati le preoccupazioni per il rispetto dei diritti fondamentali e del principio di non-discriminazione dei migranti e la necessità di raccogliere informazioni per smantellare le reti criminali che traggono profitti dal traffico di esseri umani.

I deputati hanno chiesto maggiori informazioni sull'operazione di polizia congiunta intrapresa dalla Presidenza italiana del Consiglio, sul ruolo dell'agenzia Frontex nel controllo alle frontiere UE e su cosa succede alle persone che sono arrestate. Hanno poi esortato la Presidenza a ritornare in

Parlamento per presentare i risultati dell'operazione. Alcuni deputati hanno sottolineato la necessità di adottare un sistema comune su immigrazione legale, sottolineando come tale operazione mostri l'insufficienza dei regolamenti di Dublino (che stabiliscono quale paese UE debba esaminare le domande di asilo) e chiedendosi, inoltre, se tali operazioni ad hoc siano gli strumenti idonei per risolvere il problema dell'immigrazione irregolare. Molti deputati hanno poi ricordato che i paesi settentrionali dell'UE dovrebbero mostrare più solidarietà ai paesi che si trovano ai confini meridionali dell'Unione. Alcuni hanno chiesto, infine, che ci siano controlli più rigorosi alle frontiere. http://www.europarl.europa.eu/news/it/news-

room/content/20141017IPR74305/html/Migranti-clandestini-

pi%C3%B9-informazioni-sull'operazione-di-polizia-Mos-

Maiorum

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Bandi Aperti 2014

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Strumento per la democrazia e i diritti umani 2007-2013

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Orizzonte 2020 - Primi bandi 2014-2015

ORIZZONTE 2020 (2014-2020)

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Bando EAC/S11/13: 1° bando Erasmus+

ERASMUS+ Aperto

Attori non Statali e autorità locali nello sviluppo - Bandi 2013/2014 per Paese

DCI 2007-2013 - Attori non statali e autorità locali

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EIDHR - Bandi 2013/2014 per Paese**Aggiornati 07/04/2014**

Strumento per la democrazia e i diritti umani 2007-2013

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DCI 2007-2013 - Attori non statali e autorità locali

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