Le origini della lingua italiana
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Le origini della lingua italianaLe origini della lingua italiana
La lingua italiana deriva dal latino volgareLa lingua italiana deriva dal latino volgare
1.
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Latino letterario e latino Latino letterario e latino volgarevolgare
Lingua ufficiale
dell’impero romano
Lingue nazionali. Nascono dal crollo
dell’impero
LATINO
Latino parlato dal popolo
SERMO VULGARIS
LINGUE ROMANZE
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Le lingue neolatine in EuropaLe lingue neolatine in Europa
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Le lingue romanzeLe lingue romanze
Gruppo di lingue moderne derivate dal latino, parlate da circa 500 milioni di persone soprattutto in Europa, Africa, America del Nord e del Sud.
Appartengono alla grande famiglia delle lingue indoeuropee e si formarono durante il Medioevo sviluppandosi dalle forme colloquiali di latino che si parlavano nelle varie regioni dell'impero romano, quando queste vennero a contatto con le lingue germaniche durante le invasioni barbariche.
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I dialetti in ItaliaI dialetti in Italia
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I dialetti romanziI dialetti romanzi
Sono comprensivamente un centinaio le lingue locali parlate sul territorio italiano. I dialetti italiani non derivano in alcun modo dall'italiano standard e non rappresentano adattamenti locali o corruzioni della lingua nazionale, ma sono a tutti gli effetti idiomi indipendenti, direttamente evolutisi dal latino e dotati di fonetica, grammatica e lessico autonomi. Sarebbe per questo motivo più appropriato parlare di "dialetti romanzi", in parallelo con le lingue romanze.
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L’indovinello veroneseL’indovinello veroneseUno dei più antichi documenti che testimoniano l’evoluzione linguistica dal latino al volgare. Si tratta di tre righi di testo, scoperti nel 1924 in un codice della Biblioteca Capitolare di Verona. E’una sorta di indovinello che assimila il lavoro dell’amanuense a quello del seminatore nei campi.
Se pareba boves, alba pratalia araba, albo versorio teneba, et negro semen seminaba
“Spingeva i buoi (le dita), arava il campo bianco (la pagina), teneva il bianco aratro (la penna d’oca), e seminava il nero seme (l’inchiostro)”
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Il Placito CapuanoIl Placito Capuano
sono scritti in latino ma contengono, sostanzialmente identica, una formula di giuramento in volgare, perchè pronunciata da persona non colta. La più nota è quella del “placito” di Capua, in una causa che vide contrapposti il nobile Rodelgrimo e l’abate di Montecassino, e in cui un contadino attesta i diritti dell’abate affermando:
Un documento giuridico emanato, nel contesto di una causa per controversie di confine, nel 960 da un giudice di Capua . I “placiti” o “sentenze”, conservati nell’abbazia di Montecassino,
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Il Placito CapuanoIl Placito Capuano
Sao ko kelle terre, per kelle fini que ki contene, trenta anni le possette parte Sancti Benedicti,
“So che quelle terre, entro quei confini che sono qui (cioè in questo documento) riferiti, le possedette per trenta anni il
monastero di San Benedetto”.
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La questione della linguaLa questione della linguaDibattito sulle caratteristiche della lingua letteraria italiana,
sviluppatosi in Italia dal Trecento ai giorni nostri.
Il dialetto che finì per prevalere su tutti fu il fiorentino colto, perché
1. Non era lontano dal latino letterario
2. La Toscana è al centro della penisola
3. Nel duecento e Trecento nei comuni toscani si impone la necessità di una lingua che superasse le differenze dialettali
4. La letteratura delle origini fu toscana: Dante, Petrarca e Boccaccio