L’ACCESSO AI SERVIZI SANITARI: SCENARI DI EVOLUZIONE...

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L’ACCESSO AI SERVIZI SANITARI: SCENARI DI EVOLUZIONE Lorenzo Sornaga Responsabile Sanità LAZIOcrea S.p.a.

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L’ACCESSO AI SERVIZI SANITARI:

SCENARI DI EVOLUZIONE

Lorenzo Sornaga

Responsabile Sanità

LAZIOcrea S.p.a.

Un CUP regionale, il ReCUP

18 aziende

760

sportelli

250

postazioni

call center

1.500

farmacie

250.000 h di

back office

oltre

12.000.000

prenotazioni

oltre

5.000.000

incassi

oltre

1.500.000

disdette

più di

1.500

operatori

1.500

medici

tempi di attesa non rispettati

i pazienti ‘girano’ per le strutture

non vi è una effettiva presa in carico

le agende sono ‘secretate’

Il «girone» della prenotazione

Prescrizione

Prenotazione

VisitaPrescrizione

Prenotazione

Visita

20 %

non risposto

anche per un ‘controllo’ previsto il cittadino è costretto, il più delle volte, a chiamare il

servizio di prenotazione

Il pagamento

…. e se poi non sei esente …..

per pagare !

solo il 5% utilizza canali alternativi alla cassa (es.

SISAL)

meno del 10% dei pagamenti alle casse avviene con moneta

elettronica.

Contesto

necessità di un miglioramento dei processi organizzativi interni

aumentare il livello di trasparenza delle agende

ridurre il numero di ‘interazioni’ con le strutture da parte del paziente per poter avere una assistenza efficace, efficiente e tempestiva

responsabilizzazione delle figure professionali impegnate nella presa in carico e nella gestione del percorso del paziente

costruire strumenti idonei alle gestione

Azioni

costituzioni delle ‘Case della salute’

riorganizzazione della rete dei medici di famiglia

standardizzazione di presa in carico attraverso PDTA

Il modello «Casa della Salute» del Lazio

La Casa della Salute (CdS) è da intendersi come la sede pubblica dove

trovano allocazione, in uno stesso spazio fisico, i servizi territoriali che

erogano prestazioni sanitarie, ivi compresi gli ambulatori di Medicina

Generale e Specialistica ambulatoriale, e sociali per una determinata e

programmata porzione di popolazione. In essa si realizza la prevenzione

per tutto l’arco della vita e la comunità locale si organizza per la

promozione della salute e del ben-essere sociale.

OBIETTIVO DELLA CDS È UN’EFFICACE PRESA IN CARICO DEL

PAZIENTE, IN PARTICOLARE DEL PAZIENTE CRONICO, IN GRADO DI

RIDURRE GLI ACCESSI IMPROPRI AL PRONTO SOCCORSO ED I

RICOVERI RIPETUTI IN OSPEDALE.

Nella CdS operano medici del distretto, medici di medicina generale,

medici specialisti territoriali e ospedalieri (che garantiscono anche le

attività di diagnostica strumentale), psicologi, infermieri oltre ad

operatori dedicati alle attività di accoglienza (Punto Unico di Accesso ai

servizi socio sanitari [PUA], Centro Unico di Prenotazione [CUP] ecc.) e

ad altre figure professionali in relazione alle specificità dei singoli

territori. In alcune realtà operano Pediatri di libera scelta.

Le UCP nella «Casa della Salute» del Lazio

All’interno della casa della Salute, operano le Unità di Cura Primaria (UCP).

Le UCP è una forma associativa dei Medici di Medicina Generale. I partecipanti, da un min. di 3

ad un max. di 16, hanno una scheda sanitaria individuale informatizzata condivisa tra i

membri e tutti sono collegati in rete in modo da poter condividere i dati di tutti i loro assistiti.

Le UCP hanno lo scopo di perseguire i seguenti obiettivi di carattere generale:

• facilitare l’accesso dei cittadini agli studi dei medici di medicina generale;

• organizzare risposte sanitarie e, se necessario, socio sanitarie complesse, a partire dalle

case della salute;

• sviluppare il governo clinico dell’assistenza, quale continua tensione al miglioramento

dei servizi, con adeguata formazione;

• sviluppare la medicina d’iniziativa anche al fine di promuovere corretti stili di vita, con

particolare attenzione agli interventi di prevenzione vaccinale su popolazione e

categorie a rischio, educazione e informazione sanitaria

• contribuire a diminuire, per quanto di competenza, gli accessi impropri al pronto

soccorso, tramite percorsi condivisi, agli altri servizi ambulatoriali e distrettuali;

• avviare, in accordo con la ASL di riferimento, la presa in carico dei pazienti cronici,

anche con modalità di gestione in telemedicina.

PDTA : l’impostazione nella regione Lazio

DCA n.376 del 2014 “Riorganizzazione dell’Assistenza territoriale e la medicina di iniziativa”

DCA n.474 del 2015 “Linee di indirizzo per la gestione a livello territoriale della presa in carico

e relativo percorso attuativo”

DCA n.113 dell’11 aprile 2016 “Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA) per

Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva (BPCO) e Diabete - prestazioni prescrivibili“

PDTA : esempio della scheda PDTA diabete

PDTA : dove gestirli informaticamente

La natura stessa dei PDTA pone la necessità, per prima cosa, di avere da

parte del cittadino, un consenso “trasversale”, che consenta da subito cioè

la condivisione di informazioni sanitarie fra medici e strutture diverse.

Altro fattore da considerare è che diversi saranno i soggetti e i sistemi che

un paziente cronico “incontrerà” nel suo percorso. Se pensiamo al diabete,

per esempio, ci saranno: il medico di famiglia, lo specialista, l’oculista, il

cardiologo ed il laboratorio di analisi. Ognuno di questi ha un proprio

sistema informatico.

PDTA : alza il livello del FSE

L’avvio dei PDTA è una azione necessaria, che non solo introduce una

migliore qualità dell’assistenza per i pazienti cronici ma li prova a

sperimentare direttamente sul FSE regionale, facendo avanzare anche il

concetto di FSE stesso.

Infatti la gestione sul FSE dei PDTA alza il livello del Fascicolo, da sistema di

distribuzione di documenti a sistema di gestione dei dati sanitari del

cittadino.

PDTA : il workflow

PDTA : una visione

GRAZIeLorenzo Sornaga

Responsabile Sanità

LAZIOcrea S.p.a

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