La nuova lobbying in 12 libri

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LA NUOVA LOBBYING IN 12 LIBRI LA NUOVA LOBBYING IN 12 LIBRI

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LA NUOVA LOBBYING IN 12 LIBRI

LA NUOVA LOBBYING IN 12 LIBRI

Mettiamo insieme 12 libri e un gruppo di amici scelti, per discutere insieme come cambia la lobbying.

Perché ne parliamo sfogliando libri? Perché nessuno possa più dire o pensare che la lobbying è un'attività

per praticoni (o - peggio - per maneggioni). Al contrario, il mondo che si trasforma richiede a chi fa il nostro

mestiere nuove capacità di elaborazione, maggiori approfondimenti, visione critica e specializzazione ad un

tempo. Nessun timore, però. I nostri recensori affronteranno temi complessi in maniera breve e didascalica,

con agili Power Point. Ne discuteremo un po' insieme, e in un paio d'ore ce la sbrigheremo. Per affrontare

poi l'impegno di un sobrio aperitivo. Sopravviveremo alla prova, siatene certi. Il tutto si svolgerà dal 5

ottobre, per tre lunedì di seguito, dalle ore 18. A Reti, in via degli Scialoja 18. Insomma, cambia il modo di

fare lobbying ma non cambia la nostra voglia di fare network e il piacere di condividere idee.

Claudio Velardi

LA NUOVA LOBBYING IN 12 LIBRI ROMA 5-12/10/15

LA NUOVA LOBBYING IN 12 LIBRI

LA NUOVA LOBBYING IN 12 LIBRI

Chi governa il mondo?

LA NUOVA LOBBYING IN 12 LIBRI ROMA 5/10/15

Recensione di Giusi Gallotto

Prima parte

Un’analisi rigorosa e serrata sul ruolo degli Stati nazionali nell’era della globalizzazione. Il mondo è ormai governato dalla global polity. Governi, amministrazioni nazionali, istituzioni intergovernative, corti ultrastatali e domestiche, network e organismi ibridi pubblico-privati, imprese, organizzazioni non governative e persino singoli individui agiscono congiuntamente. Stati e istituzioni internazionali non regolano più la società da soli.

LA NUOVA LOBBYING IN 12 LIBRI

•“Governance without government”: non esistono un unico ordine giuridico né un governo globali, bensì molti regimi settoriali senza che ve ne sia uno gerarchicamente sovraordinato.

•Non c’è distinzione né gerarchia tra il piano globale e nazionale: i governi sono al contempo mandanti e mandatari.

•“Regime complex”: i diversi regimi regolatori globali sono autonomi ma creano interconnessioni e collegamenti.

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La global polity

• La disciplina globale funziona tramite una rete di interazioni e influenze tra differenti regimi e soggetti. • Nella global polity non esiste un’autorità suprema: il governo del mondo si basa su accordi.

•“Constitution of Private Governance”: non c’è distinzione tra pubblico e privato in un sistema autonomo di produzione di diritto oltre lo Stato.

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La global polity

•La democrazia dibattimentale e l’accountability procedimentale responsabilizzano le istituzioni globali nei confronti della società civile. • Il processo di partecipazione nell’arena globale è complesso e si fonda su relazioni triadiche (singoli, governi nazionali, istituzioni globali).

• Diritti e obblighi sono stabiliti senza l’introduzione di un chiaro bilanciamento di poteri ma nelle procedure di adjudication.

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La global polity e la partecipazione

•Il diritto globale è formato da più regimi diversi, separati e autonomi: ciascun regime ha il proprio principio di due process.

• La partecipazione nella global polity sta, tuttavia, diventando un vero e proprio “diritto umano” con un forte effetto di spill-over da un regime all’altro.

• La partecipazione ha una funzione di legittimazione, di coinvolgimento dello Stato nella global governance e di garanzia del diritto di difesa.

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La global polity e la partecipazione

• La globalizzazione fornisce agli Stati nuovi parametri per legiferare e crea un ulteriore livello di governo che necessita di essere legittimato.

• Il diritto che assicura la consultazione è globale, l’autorità che lo attua è nazionale, la “corte” che controlla è, di nuovo, globale.

• L’introduzione della democrazia o la sua protezione contro derive autoritarie non sono processi necessariamente nazionali.

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La global polity, il diritto e la democrazia

•Elezioni periodiche non bastano ad assicurare che vi sia democrazia, occorre controllare e contenere la prevalenza di alcuni interessi su altri.

• I regimi democratici non sono perfetti, i controlli esterni possono migliorare le istituzioni e le prassi.

• Le istituzioni ultrastatali stabiliscono standard non tanto per imporre, quanto per promuovere e favorire lo sviluppo della democrazia degli Stati.

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La global polity, il diritto e la democrazia

•Le istituzioni globali usano indicatori e altri mezzi di valutazione per promuovere, aiutare, controllare, giudicare e imporre la democrazia.

• I sistemi ultrastatali agiscono per introdurre negli Stati istituzioni democratiche o per rafforzare la democrazia nei paesi in cui è a rischio.

• La global polity è ancora imperfetta e incompleta, manca di organicità e avanza in modo asimmetrico.

LA NUOVA LOBBYING IN 12 LIBRI

La global polity, il diritto e la democrazia

Il libro rispecchia una visione non manichea del rapporto tra la regolamentazione della globalizzazione e gli Stati nazionali. Un manuale assolutamente da leggere per capire come stanno cambiando gli equilibri dei poteri e i processi decisionali. L’attività di decision making e dunque anche quella di influenza, lobbying e advocacy devono intrecciarsi ad una maggiore e più costante consapevolezza dello scenario interdipendente globale e con le reti giuridiche descritte. Per essere efficaci e intervenire in anticipo sui trend strategici non basta Roma né Bruxelles.

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La fine del potere

LA NUOVA LOBBYING IN 12 LIBRI ROMA 5/10/15

Recensione di Ciro Gravino

LA NUOVA LOBBYING IN 12 LIBRI

E‘ un libro che parla del potere, inteso come elemento ordinatore della società, e di come si è trasformato nel corso del tempo: oggi chi lo detiene è più vincolato rispetto a un tempo, il suo controllo è molto meno saldo di quello detenuto dai suoi predecessori e la sua permanenza in carica più breve.

● Il potere è la capacità di indirizzare o ostacolare il corso o le azioni future di gruppi e individui, e si esprime attraverso quattro canali: i muscoli, il codice, l’imbonimento e la ricompensa.

● La chiave per esercitare il potere nella società moderna, secondo Weber, era l’organizzazione burocratica: senza una burocrazia, il potere non si poteva esercitare.

● Le più grandi sfide al potere sono derivate da mutamenti delle condizioni basilari dell’esistenza: come viviamo, dove, quanto a lungo e quanto bene.

LA NUOVA LOBBYING IN 12 LIBRI

Il potere e la sua evoluzione

● La nostra è un’epoca di abbondanza, di gente che si sposta sempre di più e che non dà più nulla per scontato.

● Questi mutamenti stanno attaccando il modello di organizzazione del

potere tradizionale: la decadenza del potere. ● Il potere è sempre più nelle mani dei micropoteri, i quali logorano,

ostacolano, minano e sabotano il potere politico, militare e di mercato.

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L’epoca dei micropoteri

● Ai centri di potere tradizionali se ne aggiungono di nuovi, capaci di influenzare ma incapaci di determinare i processi in modo unilaterale.

● Le elezioni più frequenti e il declino delle maggioranze elettorali sono le

due principali sfide per i leader politici, i quali stanno sperimentando i maggiori limiti posti al loro raggio d’azione .

● Il potere sta abbandonando le “cariche politiche”.

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La decadenza del potere politico

● I micropoteri “negano” la vittoria ai grandi protagonisti in conflitti irregolari e asimmetrici.

● Il ricorso alla barbarie non è più politicamente accettabile. ● Nei conflitti moderni è l’efficacia del potere dei grandi protagonisti che

è diminuito, non il suo potenziale.

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La decadenza del potere militare

● Le tradizionali barriere all’ingresso (dimensioni, risorse, regole), che hanno forgiato le strutture economiche per gran parte del XX secolo, sono diventate porose.

● E’ aumentata la concorrenza: i grandi protagonisti di ieri non hanno la

stessa libertà goduta dai loro predecessori. ● I settori economici che un tempo erano considerati monopoli naturali

(elettricità, telefonia) sono diventati contendibili.

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La decadenza del potere di mercato

● Le grandi strutture gerarchiche e centralizzate del potere religioso sono insediate da una costellazione di piccoli e agili soggetti autonomi.

● La storia dei grandi sindacati è una storia di declino: diminuzione sia della densità sindacale che della copertura della contrattazione.

● La rivoluzione della beneficenza globale: dalla filantropia alla celantropia.

● I più grandi conglomerati mediatici subiscono l’avanzata delle aziende tecnologiche e del giornalismo su piccola scala.

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La decadenza degli altri

● La decadenza del potere ha creato società più libere, con una maggiore offerta elettorale e più scelta per i consumatori.

● La decadenza del potere è uno dei motivi per cui i governi non sono

sempre in grado di prendere le decisioni necessarie per affrontare i problemi del loro Paese.

● Quando il potere si frammenta e si diluisce in questo modo si rischia

una paralisi che compromette stabilità, sicurezza e prosperità.

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Viva la decadenza del potere, anzi no

Moisès Naìm ha il merito di descrivere lo scenario entro cui si svolge l’esercizio del potere: maggiore libertà e contendibilità si accompagnano al rischio di paralisi nell’attività di governo.

Se il primo aspetto concede un maggior protagonismo a tutti i soggetti che concorrono alla definizione dei processi decisionali, il secondo ci induce a uno sforzo ulteriore: l’attività di influenzare le istituzioni è tanto più efficace quanto più si riesce a mettersi in relazione con l’agenda politica del Paese.

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Il potere non è finito

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In difesa della politica

LA NUOVA LOBBYING IN 12 LIBRI ROMA 5/10/15

Recensione di Antonio Iannamorelli

Un tentativo di difendere la politica, svolta da una persona che non ha mai fatto politica. Un tentativo interessante perché sistematizza concetti ed idee ben presenti nell’ “inner circle” di chi fa parte del “Palazzo”, ma che nessuno ha il coraggio di dire per paura di essere “divorato” dalla piazza.

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● Difendere la politica significa difendere la democrazia, perché non esiste una democrazia senza politica. Può esistere però una politica senza democrazia.

•Con tutte le sue deficienze, la democrazia è senza alternative. Altrimenti non si capirebbe perché un uomo è pronto a darsi fuoco per difenderla.

•La politica è complessità e fatica. Purtroppo i cittadini non se ne rendono conto.

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• I cittadini non si rendono conto della fatica della politica, perché - sostanzialmente- sono ignoranti.

• Le nuove tecnologie hanno aggravato il problema e si sono rivoltate contro la politica, che inizialmente le aveva cavalcate.

•La politica, ostaggio del consenso popolare, si è “piegata” a trasformare la democrazia in “democrazia del monitoraggio”.

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•La democrazia del monitoraggio presuppone un overload di controlli sulla politica, perché non ci si può fidare della politica.

• La democrazia del monitoraggio scambia la trasparenza per vouyerismo, indagando ogni aspetto della vita privata del politico.

• La democrazia del monitoraggio ha imposto un eccesso di accountability, per cui conta solo chi sei e che fai mentre non hanno alcuna rilevanza le condizioni di contesto generale in cui si opera.

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•Per rispondere alla crescente sfiducia i politici hanno alzato l’asticella delle promesse creando il “Gap delle aspettative”. La conseguenza è stata un aumento delle delusioni.

• I cittadini sono i responsabili perché rivolgono alla politica domande irragionevoli, non rendendosi conto del contesto. Non si può volere la moglie ubriaca e la botte piena.

• La partecipazione ha una funzione di legittimazione, di coinvolgimento dello Stato nella global governance e di garanzia del diritto di difesa.

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• Ci hanno convinto che il mercato è meglio della politica, così la democrazia si è messa a scimmiottare l’impresa. Ma il mercato non è affatto migliore della politica (servizi pubblici).

• La negazione della politica come luogo delle soluzioni ha legittimato luoghi altri e non eletti (BCE). • E’ stata data la colpa delle crisi alla politica, l’abbiamo indebolita e così l’abbiamo resa impotente nel combattere le crisi stesse.

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● I media hanno contribuito al “Gap delle aspettative”, con la distanza tra conoscenza e informazione.

• Internet ha sostanzialmente peggiorato le cose, gli attivisti politici sono sempre gli stessi, mentre aumentano i populisti. • I politici si sono infiacchiti e la caduta delle ideologie, che davano ai politici uno spazio di sicurezza in cui muoversi, li ha lasciati in balia del consenso popolare disintermediato.

LA NUOVA LOBBYING IN 12 LIBRI

• Riallineare aspettative e risposte, ridimensionando le promesse. • Modellare gli impegni alle effettive risorse disponibili.

• Recuperare fiducia in se stessi, nella possibilità di generare cambiamento e rinnovamento.

LA NUOVA LOBBYING IN 12 LIBRI

Il libro è davvero un incentivo alla disintermediazione. Prima tra tutti la rimozione - tra la democrazia e la partecipazione -, della intermediazione degli studiosi. Flinders mette in fila considerazioni condivisibili. Ma non fa i conti con la “realtà del perché”. Loda politica e democrazia, esalta lo spirito di sacrificio dei politici e denuncia l’assalto, singolo e mediatico, alle persone. Ma non spiega il vero “come” ribaltare questo sistema. Suggerisce di rallentare, ignorando che ci sarà sempre qualcuno pronto a sorpassare. Stigmatizza il progresso, evitando di fare i conti con la sua ineluttabilità. Scrive per molti, ma parla a pochi, ottenendo - paradossalmente - l’obiettivo contrario a quello che si è posto.

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LA NUOVA LOBBYING IN 12 LIBRI

La politica non serve a niente

LA NUOVA LOBBYING IN 12 LIBRI ROMA 5/10/15

di Stefano Feltri

La politica ha perso potere. A livello nazionale è capace solo di prendere decisioni prive di effetti rilevanti, a livello europeo il processo decisionale è troppo lento Ma quel potere si è spostato, verso i cittadini e le imprese. La tecnologia sta cambiando l'economia e la società. Non può tupire che cambi anche la politica.

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Partiti come Leviatani fragili: poco controllo sulla Pa, scalabili, poche clientele partiti con ambizioni di governo con il “programma unico” vs le “grandi idee” del populismo competizione per la governance e non per il governo gap delle aspettative: promesse – insoddisfazione – populismo – promesse

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I numeri del Def 2015

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•Abolizione Tasi prima casa •Jobs Act •Obbligo dei giorni di chiusura dei negozi •Potere dei presidi •Tagli sanità

•Imprese: costo marginale zero (Spotify, servizi telefonici, Facebook), per la prima volta interesse privato può coincidere con benessere pubblico

•Cittadini: la sfera pubblica si è allargata, minore necessità di intermediazioni (Ice Bucket Challenge, salvare la Grecia)

•Politica: proteggere le vittime del cambiamento, redistribuzione, istruzione

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•Si riduce la capacità di controllo della politica dei partiti •Dobbiamo (e possiamo) farcela da soli: meno necessarie soluzioni collettive •Nuovi compiti delle imprese •Ma: la politica deve capire come sta cambiando la società, invece di ignorare i problemi che non sa gestire

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Politica e menzogna

LA NUOVA LOBBYING IN 12 LIBRI ROMA 12/10/15

Recensione di Claudio Velardi Ospite Francesco Nicodemo

Seconda parte

La storia si è sempre nutrita di menzogne, di invenzioni e negazioni, fattoidi e dissimulazioni. Oggi solo la verità può tenere vivo il rapporto di fiducia tra cittadini e politica su cui si reggono le democrazie, a maggior ragione in un'epoca nella quale il flusso incessante e la velocità delle comunicazioni dà valore all'istantaneo, genera perdita di senso del futuro e indifferenza verso il falso.

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● La menzogna assoluta produce nell'opinione pubblica l'attivazione di una divisione ideologica; così consegna alla memoria un pezzo di verità

● La menzogna strategica si trasforma sempre in una strategia che - per essere credibile - ha bisogno di una messa in scena sempre più artificiosa

● La menzogna per debolezza mira a garantire la sopravvivenza politica, ma non lascia scampo: nulla è più avvincente della distruzione morale dell'ex-potente

● Le menzogne tattiche servono a conquistare consenso

● Le varianti sul tema: la demagogia, la reiterazione, la dissimulazione

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Piccola tassonomia delle menzogne

● In democrazia le menzogne sono una regolare componente della vita pubblica, nelle dittature sono eccezioni assolute

● Sturzo: "La menzogna... combatte avversari, previene attacchi, getta le premesse di un'azione utile, etc...: è un'arma politica"

● Il successo della menzogna deriva dalla sua accettazione sociale. Dove il principio della responsabilità personale è più radicato, la menzogna è un atto grave

● Nell'Italia cattolica manca una diffusa riprovazione sociale della menzogna

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La menzogna come arma politica

● La lingua della politica non si limita a riflettere e comunicare la realtà, ma la crea

● Il discorso politico può essere razionale o emozionale. Non sono in antitesi: l'argomentazione razionale può essere suggestiva se non è consequenziale

● Il discorso emozionale ha bisogno di una leadership e di un mito

● La politica deve riscoprire nel suo rapporto con la società la figura della narrazione

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La lingua biforcuta della politica

● Da tempo la storia è uno dei grandi mezzi di comunicazione: se ne fa sempre più un "uso pubblico" (Habermas )

● Le teorie complottistiche sono iperrealiste: creano coerenza tra aspetti del reale, interessi veri o presunti e il pregiudizio dell'inaffidabilità del potere reale

● I retroscena ne sono una versione in sedicesima: i "poteri forti" tramano nell'ombra, le smentite vengono respinte attraverso fonti non nominabili

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La storia come comunicazione

● La rete, a differenza di altri mezzi, consente tre operazioni: inviare un messaggio ad un numero infinito di destinatari; inviare infiniti messaggi a un solo destinatario; filtrare i messaggi in arrivo

● Il postmoderno, secondo cui "non esistono fatti, ma solo opinioni", è il miglior alleato della menzogna

● Il verosimile appare superiore al vero perché è coerente e privo delle contraddizioni e della volgarità del reale

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L'iperpotere della rete e il trionfo del verosimile

● La menzogna sistematica è frutto di una concezione padronale del potere politico, che antepone la propria salvezza alla conoscenza della verità (Arendt)

● Quando la verità viene a galla, i regimi democratici si consolidano, mentre quelli totalitari franano

● Una stampa autorevole, una magistratura indipendente, una opposizione agguerrita sono i tre fattori di difesa della democrazia

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Come difendere la democrazia

Il libro è interessante perché mette al centro un tema (la verità) che è stato espulso dal dibattito e dalla prassi politica, analizza le ragioni anche teoriche della sua scomparsa dall'orizzonte pubblico, sottolineando le responsabilità specifiche dell'informazione e della magistratura.

Le tesi sostenute hanno fortissime venature eticiste. L'obiettivo generale è ambizioso ma illusorio: immagina di risolvere problemi inediti, ben descritti, nella cornice antica della difesa della democrazia.

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Pensieri lenti e veloci

LA NUOVA LOBBYING IN 12 LIBRI ROMA 12/10/15

Recensione di Massimiliano Pennone

Kahneman prova a dare una visione del funzionamento della mente basata sulle teorie della psicologia cognitiva e sociale, attraverso un ricco elenco di casi, aneddoti ed esempi di tipo statistico. L’intento è smantellare sia le credenze del lettore riguardo il comportamento umano nella vita di tutti i giorni, che quelle erronee radicate all’interno della comunità degli studiosi di Economia.

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Il sistema 1 agisce in maniera automatica ed è in grado di: notare che un oggetto è più lontano di un altro; orientarsi verso la sorgente di un suono improvviso; completare la frase «pane e…»; fare la «faccia disgustata» davanti a un’immagine orribile; Il sistema 1 non è in grado di “capire i numeri” e si accontenta delle menzogne. Produce continuamente spunti per il sistema 2: impressioni, intuizioni, intenzioni e sensazioni, che questo può verificare o accettare.

Il sistema 1

Agisce in maniera “cosciente” in condizioni di alto carico cognitivo ed è in grado di mantenere l’attenzione. È in grado di: prepararsi al colpo di pistola dello starter in una corsa e scavare a fondo nella memoria per cercare spiegazioni agli eventi più complesse; riesce a comprendere le statistiche e i numeri che regolano la realtà. L’incertezza, il dubbio e la “non credenza” sono propri del sistema 2.

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Il sistema 2

Le euristiche sono sostituzioni automatiche di domande con altre che prevedono una risposta più semplice e meno dispendiosa dal punto di vista cognitivo (es. “Quale pena penso sia adeguata per i politici corrotti?” diventa “Quanto mi fanno arrabbiare i politici corrotti?”). Non sono scelte, bensì conseguenze del controllo impreciso che abbiamo delle nostre risposte a determinati interrogativi. Quando sostituire queste domande comporta errori sistematici e risposte disadattive, questi si chiamano bias.

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Le euristiche

La dimostrazione più evidente dell’incapacità del sistema 1 di comprendere le relazioni statistiche fra gli eventi.

descrive la comune tendenza umana a fare troppo affidamento sulle prime informazioni che si trovano quando si cerca di prendere una decisione.

Un errore che si ripete in tutti i contesti. + o - di 114? + o - di 35?

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Bias dell’ancoraggio

Confirmation bias: Ricercare e selezionare informazioni e attribuire maggiore credibilità a quelle che confermano le proprie convinzioni o ipotesi. Viceversa, ignorare o sminuire le informazioni che le contraddicono.

Framing: La "confezione" di una notizia in modo da incoraggiare certe interpretazioni e scoraggiarne altre.

Base rate fallacy: Si privilegia un’informazione specifica a scapito della probabilità primaria.

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I bias dell’informazione

Bias degli opinionisti: Hindsight bias (“Te l’avevo detto, perché non mi hai ascoltato!”).

Bias dei manager: Bias dell’ottimismo (“Andrà tutto bene, fidatevi di me!”).

Bias dei politici: Self serving bias (“Non sono stato io a sbagliare, è colpa di chi c’era prima!”)

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Bias per tutti

Il libro è un testo fondamentale per tutti i professionisti della comunicazione. Inoltre rappresenta uno dei primi grandi esempi di lavoro interdisciplinare fra due materie per troppo tempo rimaste lontane l’una dall’altra.

Il più grande uso che si possa fare dei concetti espressi nel libro è proprio quello di applicarli ai mass media, alla comunicazione politica, alla comunicazione aziendale e alla comunicazione commerciale.

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Conclusioni

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La politica nell’era dello storytelling

LA NUOVA LOBBYING IN 12 LIBRI ROMA 12/10/15

Recensione di Nicolò Scarano

Il libro è il seguito ideale di “Storytelling: la fabbrica delle idee”, nel quale Salmon descrive la nuova tecnica comunicativa della narrazione, in voga nel privato come poi nell’agone pubblico. Lo storytelling è da subito raccontato come la “cerimonia cannibale” di una politica così poco capace di incidere nella realtà da doversi autodivorare in preda alla sovraesposizione mediatica.

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La politica nell’era dello storytelling

Globalizzazione neoliberale ---> leader di Stato ‘insovrano’ I vestiti nuovi dell’imperatore di Andersen: il RE è NUDO! “ma gli abiti falsi dello storytelling lo rendono degno di ammirazione”

Il mondo è caduto nel ‘post-...’, dominato da “illusioni liriche”

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Christian Salmon

Il neoliberismo, condizione o funzione ‘neopolitica’: crisi generale di fiducia e rappresentazione; crisi del debito; ‘costruzione europea’ → crisi dello Stato Decisori impotenti e ‘decisioni senza volto’ → de-democratizzazione.. dallo STATECRAFT allo STAGECRAFT I politici, sia ‘performer’ che vittime: l’autodivoramento mediatizzato

LA NUOVA LOBBYING IN 12 LIBRI

Christian Salmon

Storytelling è “diventare rappresentazione collettiva”: uso del racconto; vocabolario subliminale; agenda-setting; viralità. I tre momenti della ‘mitologia’ obamiana: a Berlino da rockstar; Sarah Palin; Lehman Brothers. Il DISCORSO politico non è più TOP-DOWN, ma oggetto di costante riappropriazione sociale INTERAZIONE CROSSMEDIALE → obbligo di PERFORMATIVITA’

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Christian Salmon

Se il PROTOCOLLO portava al rispetto della TRADIZIONE, la comunicazione TRANSMEDIALE moltiplica le OPINIONI.. SOVRANO → ACCESSIBILE / LONTANO → VICINO i sondaggi e l’esaltazione del PRESENTE: SONDAGGI: democrazia = RATING: credito

LA NUOVA LOBBYING IN 12 LIBRI

Christian Salmon

La DESTRA ‘Tea Party’ la metafora delle FRONTIERE (i confini e le differenze), La SINISTRA ‘Bartleby’, dei ‘valori’ sconfessati ← acculturazione neolib scelta tra liberismo e keynesismo? “preferirei di no” TERRORISMO: l’interruzione della politica, il ‘raid sulle coscienze’ drammaturgia dai personaggi già scritti

LA NUOVA LOBBYING IN 12 LIBRI

Christian Salmon

Lo storytelling neoliberista dell’AUSTERITY: “cosa farebbe una buona famiglia?” → stringere la cinghia Poi però si sveglia il popolo: “i cinici la chiamano IRRAZIONALITA’, Deleuze parla di divenire RIVOLUZIONARIO → “aprire le possibilità” ‘Nuova lingua’ → cambiamento sociale ideologia del RACCONTO al posto di strategie e programmi

LA NUOVA LOBBYING IN 12 LIBRI

Christian Salmon

• La SOVRANITA’ scappa.. erosione del POTERE e dello STATO • Rivoluzione DIGITALE e managerialità → PERFORMANCE • Da fedeltà e radicamento.. a MOBILITA’ e FLESSIBILITA’ Thatcher: “riformare le esistenze” • Dominio dello SHORT TERM → ‘istantanea obsolescenza’ • Nella CACOFONIA del mondo occidentale, il bisogno di un’AGENDA • L’antica PARRESIA, il ‘parlar chiaro’, è stato pervertito

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Christian Salmon

Politica ed economia dell’ATTENZIONE → lo storytelling sposta tutto dalla SOSTANZA allo STILE L’IPERMEDIALITA’ di Clinton, lo SCANDALO di Strauss-Kahn, il ‘volontarismo impotente’, la continua retorica della ‘rottura’ Il CAPITALISMO era minato dal saggio di caduta del profitto, il NEOLIBERISMO dal crollo di FIDUCIA?

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Christian Salmon

Interessante lettura, scorrevole e ben scritta, ma il punto è: Lo storytelling - come tecnica comunicativa per la politica - è GIA’ MORTO? Davvero lo ‘Stato Insovrano’ è il problema della politica, o la sua incapacità di agire con atti concreti e di comunicarlo? La (presunta) egemonia neoliberista ←→ ipermediatizzazione: una relazione necessaria?

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Christian Salmon

LA NUOVA LOBBYING IN 12 LIBRI

Il segnale e il rumore

LA NUOVA LOBBYING IN 12 LIBRI ROMA 12/10/15

Recensione di Federico Velardi

Una lunga indagine di Nate Silver nel mondo delle previsioni. Tra Wall Street, il baseball, i terremoti, gli scacchi, fino a Pearl Harbor. Un ampio saggio da cui emerge la visione del più importante statistico americano del momento, che ha cambiato i modelli di predizione delle contese elettorali.

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Il segnale e il rumore

• Giocatore semi-professionista di poker

• Statistico per la MLB

• Analista politico, ha predetto le elezioni del 2008 con un margine di

errore stupefacente (ha fallito, invece, le previsione delle elezioni britanniche dando i Labour vincenti). Fondatore del blog FiveThirtyEight

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Nate Silver

• Produciamo ogni giorno 2,5 exabyte di informazioni, 167mila volte le informazioni contenute nella biblioteca del Congresso degli Stati Uniti.

• Le semplici diramazioni di informazioni comportano sconvolgimenti epocali, come accadde con l’invenzione della stampa a caratteri mobili nel 1455.

• “Internet cambia l’intero contesto, tutte le equazioni e tutte le dinamiche di propagazione dell’informazione” Tim Barnes Lee 1990.

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Il Rumore

• Thomas Bayes, ministro di culto presbiteriano autore del “Saggio sulla soluzione di un problema sulla dottrina del caso (1763)” padre della moderna teoria della probabilità.

• “Il prigioniero della caverna di Platone vede il sole sorgere per la prima volta. All’inizio egli non saprà se è un evento tipo o una spaventosa eccezione. Ma ogni giorno che sopravvive e in cui il sole sorge di nuovo, la sua fiducia nel ritenere che si tratti di un fenomeno permanente della natura cresce.”

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Il Segnale

•X: Probabilità a priori •Y: Probabilità evento condizionata a X •Z: Probabilità evento non condizionata a X

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Teorema di Bayes

xy

xy+ z(1- x)

•Correlazione ≠ casualità – Scambiare la relazione di due variabili per un rapporto di causa-effetto. Es. Pil-lavoro/ Legge di Okun

•Overfitting – Adattamento eccessivo dei modelli alle previsioni passate. Solitamente modelli che spiegano > 85% della variabilità. Es. Fukushima

•Ciò che non ci è familiare diventa improbabile – Bias per cui ciò che ci sembra strano diventa automaticamente improbabile. Es. 9/11

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Errori comuni

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Legge di Gutemberg - Richter

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Quant’è prevedibile la prevedibilità?

•I big data aumenteranno la quantità di segnali, ma ancor di più, aumentaranno il rumore.

•I nostri processi di previsioni sono gli stessi dai di Bayes, con l’aggiunta dei recenti contributi di Kahneman.

•Il framing statistico è - e sarà sempre di più - parte fondamentale del mondo politico.

LA NUOVA LOBBYING IN 12 LIBRI

Previsioni e Big Data

LA NUOVA LOBBYING IN 12 LIBRI

Lobbying The art of political persuasion

LA NUOVA LOBBYING IN 12 LIBRI ROMA 19/10/15

Recensione di Massimo Micucci

Scritto da un famoso lobbista Un manuale all’inglese. Come influenzare la politica in un paese in cui tra le tradizioni c’è l’Habeas Corpus, ma anche the House of Lords Pragmatismo e tradizionalismo

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• Una lunga e dettagliata To Do list delle ragioni, della meccanica, tools e progettazione (4 Capitoli 25%)

• Una Guida per conoscere nel dettaglio regole, metodologie e procedure di Lobbying nelle Istituzioni del Regno Unito (38%)

• USA, ASIA e Medio Oriente (35%) • Una raccolta di consigli pratici

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Cosa c’è nel libro

Chi riguarda e perché

• Riguarda chi vuole avvicinarsi alla lobbying • Importante l’esperienza politica, o gli stage di lobbying • Riguarda chi vuole servirsi dell’attività di lobbying può scegliere se

avere inhouse, dare il servizio stabilmente o meno ad una società o ad un free lance

• Ma ci si orienta sempre più su progetti

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• Le radici (Magna Carta risultato della attività di lobbying dei nobili) • Le caratteristiche fisse/stabili dell’attività politica e istituzionale sono

rappresentate come più rilevanti di quelle evolutive e questo è un punto di vista tradizionalista

• Rigidità è compensata dalla presa d’atto che formazione dell’ agenda politica, posizioni dei decision makers e provvedimenti sono considerati il prodotto di fattori e procedure complesse che evolvono.

• Ma lentamente 20 leggi del governo e 2 o 3 con possibilità di approvazione

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Cosa analizza e come

• Lobbying è una attività di comunicazione persuasione politica che deve tenere conto delle molte forme, procedure, sensibilità e fattori che influenzano la politica nei singoli paesi

• Con un particolare ruolo dei media (concorrenti gelosi della influenza) e della comunicazione, che evolve con i social media

• Un buon network a prescindere dalla collocazione front benchers o back benchers (Corbyin) o dei partiti

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Cosa analizza e come

• Molto dettagliate forme e strumenti di regolamentazione e autoregolamentazione, così sovrapposte ed intrecciate che non risolvono da sole i problemi

• Criteri: rispettare la legge, non pagare MP o collaboratori, sliding doors che dovrebbero riflettersi sia in codici di condotta dei lobbisti che degli eletti.

• Crescente e definito sia il ruolo e regole dei civil servants , e crescente degli SpAds e delle loro funzioni

• Abbastanza formalizzata la dimensione programmatica attraverso consultazione libri verdi (abbiamo un problema) e libri bianchi (vorremmo risolverlo)

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Cosa analizza e come

DEFINIZIONI Secondo il Consiglio dei Public affairs del Regno Unito • Fare Lobbying in modo professionale vuol dire cercare di influenzare CHI le istituzioni pubbliche in

qualsiasi tema di loro competenza • I Lobbisti sono coloro che esercitano professionalmente l’attività di influenzare CHE COSA?

– la formulazione , modificazione o adozione di qualsiasi misura legislativa compresa la definizione di proposte di legge, regole regolamenti o qualunque altro programma o posizione politica

– Lo sviluppo amministrativo o la esecuzione di un programma di governo o di carattere pubblico nel Regno Unito includendo anche la negoziazione o la attribuzione di un contratto, un credito, prestito, permesso o licenza delle Istituzioni o del governo, locali o di altri organi pubblici (estensivo)

• I Public Affairs includono Lobbying e servizi come monitoraggio , consulenza di comunicazione strategica, definizione e posizionamento del profilo analisi del processo di decision-making e servizi di verifica della percezione

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Alcune definizioni

• Tipi di Campagna: costruzione di un profilo in tempi di pace, • Lobbying insider e outsider (l’influenza autonoma dei civil servants) • Le forme della politica: i partiti (magg e opposizone) restano molto importanti • Schemi di analisi mappatura. (KDM-KOI) Chi sono, cosa pensano, perché mi

interessa • Monitoraggio e intelligence (importante e professionalizzato)

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Tipologia di campagne e mappature

Molto favorevole

Favorevole

Neutrale

Ostile

Molto ostile

Alta influenza Basso Interesse

Alto Interesse Alta Influenza

Basso interesse Bassa influenza

Alto interesse Bassa influenza

Alta Familiarità, Bassa Favorevolezza

Alta Familiarità Alta Favorevolezza

Bassa Familiarità Bassa Favorevolezza

Bassa Familiarità Alta Favorevolezza

• Notevole importanza ai Partiti alle loro convention con regole di comportamento per Dummies (quanto bere, quando fare un evento, quanto spendere), ai loro programmi e manifesti. Far capire ai decision makers un altro punto di vista

• Una guida per turisti, un Manuale per Brits, una raccolta di tips di buon senso, pochi esempi da manuale (tabacco), molta attenzione al savoir faire

• Non compare un ruolo di makers tra cittadini, interessi e decisori e della Trasparenza

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Conclusioni

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Cosa fare come fare

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Recensione di Caterina Nigo

Terza parte

Il libro descrive, attraverso esperienze concrete, i metodi da applicare per permettere la partecipazione pubblica nel momento in cui si deve prendere una decisione nell’interesse collettivo. Scopo principale del libro è quello di dimostrare come i processi di confronto pubblico si possano applicare anche nel nostro Paese

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Il problema di decidere

Per risolvere il problema di decidere bisogna:

• Uscire dalla gabbia del conflitto - bisogna far emergere la volontà di lottare e affrontare il conflitto senza rinunciare al dialogo. Occorre trasformare il conflitto in opportunità

• Riuscire ad ascoltare e rompere la dissonanza cognitiva: opinioni che confliggono creano un disagio che porta l’individuo ad eliminare o ridurre l’incoerenza

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Il problema di decidere

• Il confronto ci fa passare dalla contrapposizione frontale a una disposizione comune orientata alla risoluzione del problema.

• Capire se la volontà di cambiare lo stato delle cose sia superiore alla frustrazione che nasce dal non risolvere nulla

• La sfiducia diffusa fra i cittadini e i centri del potere decisionale spesso frena il confronto. Per rompere il circolo vizioso bisogna intercettare gli anelli di congiunzione tra i due mondi dimostrando che l’alternativa esiste: Comitati e associazioni di cittadini; i partiti e i media

•Il come vale più del cosa: la differenza di un buon accordo o di un buon progetto non la fa l’eccellenza della soluzione tecnica adottata, ma la condivisione della scelta •Passare dal generale al particolare permette di ridurre le strumentalizzazioni e concentra l’attenzione sulle soluzioni concrete e commisurate al problema

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I vantaggi del decidere insieme

Gli ostacoli principali all’emergere di pratiche di confronto o mediazione: • La mancata conoscenza degli strumenti e del loro potenziale • Il timore che queste pratiche possano sostituirsi a valori, quali la

democrazia rappresentativa e il ruolo delle assemblee elettive, il sapere tecnico degli esperti

Intorno all’argomento c’è molta confusione tanto che può parlare di “false

credenze”

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Gli ostacoli e le false credenze

Le principali false credenze: • La mediazione è un modo per eliminare il conflitto • Non si può parlare con i cittadini di questioni complesse • Aprire il confronto a tutti gli interessi vuol dire finire nel caos

Il dibattito può favorire un confronto strutturato e informato che può aiutare a prendere decisioni, senza che nessuno rinunci al proprio ruolo

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Gli ostacoli e le false credenze

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Cosa si può fare e come

Si indicano tre modelli:

•La democrazia deliberativa: valutazione approfondita e orientamento alla decisione da intraprendere

• Il consensus building: mediazione dei conflitti per costruire scelte condivise

• Il dibattito pubblico: propone di fare il giro degli argomenti (faire le tour des arguments) con i pubblici interessati e non di pervenire alla decisione su una soluzione finale.

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Il confronto pubblico:

•Deve essere obbligatorio per tutte le opere di interesse nazionale sopra un certo valore •Deve riguardare l’opportunità dell’opera quanto le caratteristiche •Deve svolgersi prima della definizione del progetto preliminare •Deve essere gestito da figure professionali e avere regia affidata ad una commissione nazionale indipendente •I risultati devono avere valore consultivo

Proposta di legge sul confronto pubblico

I metodi proposti aprono la discussione la tema della rappresentanza degli interessi. Una volta istituzionalizzati, se ben utilizzati, possono rappresentare un nuovo spazio per veicolare i messaggi a un largo numero di soggetti. I cittadini sono pronti a prendersi le loro responsabilità?

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Quindi?

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Semplice. L’arte del governo nel terzo millennio

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Recensione di Federico Velardi

Il racconto e la descrizione del policymaking nell’amministrazione Obama. Scritto dal direttore del dipartimento per i regolamenti, giurista comportamentale, e ideatore dei nudge.

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Semplice

•OIRA – Office of Information and Regulatory Affairs, ufficio diretto da Sunstein durante il primo mandato di Obama

•BIT - Behavioral Insights Team, creata da Cameron nel 2010, ora è una società di consulenza comportamentale

•Social and Behavioral Science Team, creata da Obama nel 2014. Eredità comportamentale del presidente

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I nudge nel mondo

L’approccio socialista intende promuovere il benessere dei cittadini attraverso la modificazione delle loro scelte

L’approccio liberale pone la libertà di scelta al di sopra di qualsiasi valutazione sul benessere dei singoli comportamenti

I nudge vogliono preservare la libertà di scelta migliorando i comportamenti e il benessere.

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Better regulation

• L’ architettura della scelta definisce l’ambiente sociale e regolativo in cui siamo chiamati a prendere scelte.

• Come i supermercati, le librerie, amazon, etc. anche i governi hanno la

responsabilità di creare il giusto design per le scelte.

• Il framing delle scelte incide sulle scelte quasi più della scelta stessa.

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Architettura della scelta

• Spesso i disincentivi economici vengono visti con diffidenza per la loro ambiguità o per l’intromissione nella vita dei cittadini, raramente vengono percepiti come strumenti di protezione della salute.

• L’entità delle tasse non è l’unico punto importante come pensa l’economia classica.

1. Le tasse sulle bevande alcoliche devono comparire sul prezzo esposto?

2. Le tasse sulle bevande alcoliche vengono calcolate alla cassa?

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Tasse sull’alcool

• “Il meraviglioso sistema dei prezzi è un meccanismo perfetto per comunicare informazioni con la velocità del vento anche nelle regioni più remote” «Friedrich von Hayek»

• Il governo, rendendo le informazioni più importanti di un prezzo salienti,

può partecipare al miglioramento del sistema dei prezzi.

• Assicurarsi che le informazioni più importanti siano divulgate migliora l’euristica della disponibilità utilizzata dai cittadini e dai consumatori.

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Disclosure

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Consumo automobili

•Default bias – Qualsiasi sia la scelta vi sarà sempre una cospicua parte del campione che opterà per la scelta automatica (o non sceglierà)

•Pertanto il governo deve assicurarsi che la scelta automatica sia quella più auspicabile. Oppure deve rendere obbligatoria la scelta attiva

•Es. La transizione del mercato energetico italiano

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Default e scelte attive

• Le teorie comportamentali permettono un nuovo tipo di analisi delle politiche pubbliche

• Le teorie comportamentali creano nuovi strumenti di intervento per il legislatore e l’esecutivo

• Di conseguenza tutti i soggetti che intervengono nel processo legislativo,

saranno chiamati ad utilizzare questi strumenti e ad svilupparne di nuovi

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Conclusioni: che cosa c’entra la lobby?

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Partiti a tutti i costi

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Recensione di Ylenia Citino

Una ricostruzione storica del finanziamento dei partiti dal fascismo ad oggi. Questioni ancora irrisolte nella complessa legislazione in materia, da ultimo modificata con il d.l. n. 149/2013. Storie di corruzione e politica, cosa si è disposti a fare per finanziare la “democrazia”. Alla ricerca del modello migliore di finanziamento. LA NUOVA LOBBYING IN 12 LIBRI

• Finanziamento interno o estero • Finanziamento pubblico o privato • Privati sostenitori o big donors • Sistemi misti di finanziamento • Finanziamenti di tipo indiretto • Definizione di partito o movimento politico • “Registro” dei partiti • Incidenza dei controlli contabili • Regolamentazione delle fondazioni politiche

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Nozioni base sul finanziamento

• ART. 49 COST.

• Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per

concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale.

• ELEMENTI COSTITUTIVI DEI PARTITI POLITICI [Martines]: • Pluralità di persone + organizzazione + patrimonio + scopo (o ideologia)

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•Natura ambivalente del partito politico (privatistica e pubblicistica) •Ragioni storiche legate al finanziamento: oportet ut scandala eveniant •Politica dei “professionisti”. Territorializzazione, correnti, stipendificio. •Ragioni teoriche sull’opportunità del finanziamento •Voracità dei partiti e loro crisi. Ragioni ostative al finanziamento. LA NUOVA LOBBYING IN 12 LIBRI

Problmematiche connesse al finanziamento

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Quadro normativo

• Legge n. 195/1974 (Legge Piccoli) • Legge n. 659/1981 • Legge n. 515/1993 • Legge n. 2/1997 • Legge n. 157/1999 • Legge n. 156/2002

• D.L n. 273/2005 (Milleproroghe) • Legge n. 244/2007 • D.L. n. 78/2010 • D.L. n. 98/2011 • Legge n. 96/2012 • D.L. n. 149/2013 • Legge n. 11/2015

“Questo disegno di legge è in sostanza un lenitivo, un calmante, una specie di droga che deve dare sollievo all’ammalato, per inibirgli di prendere chiara coscienza della vera natura del suo male. Consumato l’effetto della droga, e ciò accadrà entro un breve periodo di tempo, noi tutti ci troveremo dinanzi ad un male aggravato in una situazione obiettiva in cui sarà più difficile e più rischioso aggredirlo”.

S. Valitutti, Contro il finanziamento pubblico dei partiti, Roma, 1975

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A proposito della Legge Piccoli

• Abolizione del finanziamento pubblico • La non attuazione dell’art. 49 cost. • Statuto interno e Registro dei partiti politici • Certificazione esterna e controlli di regolarità e conformità sui bilanci • Parità di accesso alle cariche elettive • La contribuzione volontaria agevolata e indiretta • Pubblicazione su internet e trasparenza • Questioni di diritto transitorio

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Il finanziamento dei partri oggi: IL D.L. 149/2013

DISPOSIZIONI PER L’ATTUAZIONE DELL’ARTICOLO 49 DELLA COSTITUZIONE IN MATERIA DI DEMOCRAZIA INTERNA E TRASPARENZA DEI PARTITI

Art. 1. (Finalità)

1. La presente legge reca disposizioni per la disciplina dei partiti politici, in attuazione dell’articolo 49 della Costituzione.

Art. 2. (Natura giuridica dei partiti)

1. I partiti politici sono associazioni riconosciute dotate di personalità giuridica, ai sensi dell'articolo 1 del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica

10 febbraio 2000, n. 361.

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DDL. N. 260 (Zanda-Finocchiaro)

• La Commissione di garanzia non riesce a completare il suo lavoro prima dei termini previsti per le erogazioni dei finanziamenti in scadenza (anno finanziario 2013-2014): integrazione di 7 unità a fini di piena operatività

• Il ddl. approvato dalla Camera, ora in Comm. Aff. Cost. Senato, esonera la Commissione dai controlli di verifica conformità bilanci 2013-2014 e sblocca i relativi fondi.

• Consente ai partiti l’applicazione dei benefici degli ammortizzatori sociali (cassa integrazione straordinaria), anche nei confronti dei partiti non iscritti al registro nazionale e delle sezioni territoriali autonome.

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L’emendamento Boccadutri (DDL. S. 2054)

• Cosa accadrà prima del 2017, quando cesseranno del tutto i

finanziamenti pubblici? • I partiti stanno davvero riorganizzando le loro risorse? • Il caso del Movimento 5 Stelle, senza statuto, senza registrazione, ma

con tante donazioni. • Necessità di profondo riordino della disciplina, ancora oggi segnata da

contraddizioni frutto della stratificazione normativa. • Importante la comparazione con gli ordinamenti stranieri.

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Spunti finali di riflessione