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Internazionalizzazione, appalti internazionali e le infrastrutture nei paesi emergenti Valeria Rolli Banca d’Italia, Roma 27 febbraio 2014

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Internazionalizzazione, appalti internazionali e le infrastrutture

nei paesi emergenti

Valeria Rolli

Banca d’Italia, Roma

27 febbraio 2014

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I lavori

Gli investimenti in infrastrutture nei principali paesi emergentiLuca Antonelli, Lorenzo Bencivelli, Annalisa Bucalossi,

Luigi Concistrè, Raffaele De Marchi, Giorgio Merlonghi, Valeria Rolli, Giorgio Trebeschi

Imprese di costruzione e domanda estera: il procurement della Banca Mondiale

Michele Benvenuti e Luca Casolaro

Gli appalti pubblici della Banca Mondiale nel settore delle infrastrutture: la riforma in corso e le implicazioni per le imprese italiane

Tindaro Paganini e Umberto Viviani

I Fondi Fiduciari dell’Italia presso la Banca Mondiale Tindaro Paganini

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La domanda di infrastrutture dei paesi emergenti: un’enorme opportunità per le imprese ma vi sono vincoli Le infrastrutture come motore di crescita

Le esigenze di futuri nuovi investimenti

L’adeguatezza della dotazione di infrastrutture in Brasile, Cina, India, Indonesia, Messico, Russia e Turchia

Il ruolo del settore pubblico e del settore privato

Le nuove fonti di finanziamento

Quali ostacoli incontrano le imprese italiane che cercano di penetrare il settore delle infrastrutture in questi mercati?

Scaletta della presentazione – Lavoro 1

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La partecipazione delle imprese italiane al mercato del procurement finanziato dalla Banca Mondiale Tendenze di lungo periodo ed evoluzione recente

Punti di forza / debolezza della partecipazione italiana

Cenni alla partecipazione delle imprese italiane nel procurement finanziato dalle altre principali banche multilaterali di sviluppo

Le possibili criticità dalla revisione in corso delle politiche e procedure del procurement della Banca Mondiale

Scaletta della presentazione – Lavori 2 e 3

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Per la crescita economica, gli investimenti in infrastrutture hanno un doppio ruolo:

Impatto di tipo “keynesiano” sulla domanda

Canali di influenza sulla espansione dell’offerta di lungo periodo

L’intervento pubblico è giustificato da: elementi di “esternalità positive”; caratteristiche di “bene pubblico” e di “rete” (monopolio naturale) delle infrastrutture

Per le economie emergenti, la disponibilità e la qualità delle infrastrutture sono cruciali per la crescita economica: attrarre investimenti produttivi dall’estero

rendere le esportazioni più competitive

favorire una crescita economica più inclusiva

Le infrastrutture come motore di crescita nelle economie emergenti

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In quasi tutti i paesi emergenti saranno necessari nuovi e consistenti investimenti nel settore delle infrastrutture ─ soprattutto per realizzare opere completamente ex novo (“green-field”) In molti paesi la dotazione di infrastrutture esistente è lontana

dall’essere ottimale.

In prospettiva il “gap” tra offerta e domanda di infrastrutture tende ad aumentare, perché la domanda viene continuamente alimentata dai processi di crescita demografica, urbanizzazione e industrializzazione.

Tuttavia, quantificare il fabbisogno futuro di nuovi investimenti è un esercizio complesso

Il fabbisogno di investimenti in infrastrutture nelle economie emergenti

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Le stime disponibili sul fabbisogno futuro di investimenti in infrastrutture, a livello globale e per le aree emergenti, individuano forti esigenze, più elevate rispetto al livello della spesa storica nello scorso decennio

Il fabbisogno di investimenti in infrastrutture nelle economie emergenti

FONTE METODOLOGIA AREA DI RIFERIMENTO FABBISOGNO STIMATO McKinsey Global Institute (2013)

Approccio dal lato della spesa per investimenti

Livello globale

Tra il 2013 e il 2030, circa 3,4-3,7 trilioni di dollari all’anno (a prezzi del 2010), pari al 3,8-4,1 per cento del PIL mondiale.

OECD (2006 e 2012)

Approccio dal lato della dotazione fisica

Livello globale

Tra il 2010 e il 2030, circa il 3,9 per cento del PIL mondiale.

G-20, MDB Working Group on Infrastrucuture (2011)

Approccio dal lato della spesa per investimenti

Aree in via di sviluppo (escluse le regioni dell’Europa orientale e dell’Asia centrale)

Tra il 2010 e il 2020, 860-886 miliardi di dollari all’anno (a prezzi del 2005).

Rassegna pubblicata in Fay et al. (2011)

Approccio eterogeneo

Aree emergenti e in via di sviluppo

Per il 2011, tra il 2,7 e il 5,5 per cento del PIL (675-1.375 miliardi di dollari all’anno; prezzi del 2008).

Bhattacharya et al. (2012)

Approccio eterogeneo

Aree emergenti e in via di sviluppo

Partendo dalla soglia massima della riga precedente e introducendo una previsione di crescita annua del PIL del 4 per cento, entro il 2020 1,8 trilioni di dollari all’anno (a prezzi del 2008).

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Secondo la classifica internazionale del World Economic Forum ─ basata su un indice sintetico (cosiddetto "2nd Pillar") di disponibilità e qualità delle infrastrutture di base in circa 150 paesi avanzati ed emergenti ─ i 7 paesi considerati si collocano tra il 45° posto (Russia) e l’85° (India); la Cina (48°) ha un buon piazzamento; il Brasile ottiene invece solo il 71° posto, seguito a distanza dall’India (85° posto). Turchia, Indonesia e Messico occupano posizioni intermedie.

Lo stato delle infrastrutture nelle principali economie emergenti

Sotto-indice relativo alla dotazione delle infrastrutture di base1

0

1

2

3

4

5

6

7Germania: 3°

Stati Uniti: 15°Giappone: 9°

Regno Unito: 8°

Francia: 4°

Cina: 48°

Brasile: 71°

India: 85°

Indonesia: 61°

Italia: 25°

Messico: 65°Russia: 45°

Turchia: 49°

Fonte: WEF, Global Competitiveness Report 2013-14.

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I fabbisogni variano da paese a paese, come risultato degli investimenti realizzati nei decenni passati. Ad esempio:

In Brasile, in seguito alle turbolenze macroeconomiche che avevano interessato il paese, nel ventennio scorso gli investimenti erano scesi sotto il 2 per cento del PIL. La situazione ereditata è una delle più carenti in America latina (particolarmente nel settore dei trasporti).

In Cina, il comparto delle infrastrutture è stato oggetto di interventi massicci da parte del settore pubblico ─ dell’ordine dell’8,5 per cento del PIL nell’ultimo ventennio (come già avvenuto in altre economie della regione ora industrializzate). Tuttavia, la spesa non sarebbe sempre stata orientata a criteri di produttività dei progetti.

In India, sarebbero state investite nel settore risorse dell’ordine del 6 per cento del PIL nell’ultimo decennio. Tuttavia, i cambiamenti della struttura economica e degli stili di vita della popolazione stanno sottoponendo le strutture esistenti a crescenti pressioni.

Il fabbisogno di investimenti in infrastrutture nelle economie emergenti

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Secondo valutazioni di massima, nei paesi emergenti il settore pubblico provvede alla quota dominante degli investimenti in infrastrutture (intorno al 65-80 per cento). Ma…

… il ricorso all’investitore privato è ricercato per: ridurre l’incidenza delle spese iniziali sul bilancio pubblico

eliminare i problemi di inefficienza della spesa per investimenti del settore pubblico, piuttosto diffusi nei paesi emergenti.

favorire una riduzione dei costi operativi del progetto attraverso una migliore gestione dei rischi (il settore privato dovrebbe farsi carico dei rischi operativi, quello pubblico dei grandi rischi)

… l’investitore privato richiede un ritorno proporzionale al profilo di rischio del progetto, da mitigare fornendo garanzie pubbliche

Il ruolo degli investimenti pubblici e privati nel settore delle infrastrutture

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Dagli anni "90, in seguito al lancio di programmi di privatizzazione nei paesi emergenti, è aumentato il coinvolgimento privato nel settore delle infrastrutture. Negli ultimi anni si sono diffuse varie forme di partenariato pubblico-privato. La banca dati PPI ─ sui grandi progetti in infrastrutture annunciati e partecipati dal settore privato nei paesi emergenti ─ consente di tracciare alcune linee evolutive del fenomeno.

Il ruolo degli investimenti pubblici e privati nel settore delle infrastrutture

Fonte: nostre elaborazioni dalla banca dati Private Participation in Infrastructure Projects – PPI.

Investimenti privati per area geografica di localizzazione (in mld. di $ costanti)

Investimenti privati per settore e tipologia di intervento (periodo 2005 -2012; in mld. di $ costanti)

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Gli investimenti in infrastrutture nei paesi emergenti sono soggetti a vincoli finanziari: il tipo di capitale privato richiesto ─ quote di proprietà e debito a lunga scadenza ─ presenta forti limiti di offerta

In passato il sistema bancario internazionale ha fornito un contributo molto rilevante al finanziamento con capitale di debito (prestiti sindacati ascrivibili a grandi banche europee). Dopo l’ultima crisi globale, questo si è ridotto e le prospettive non sono favorevoli

Un ruolo crescente potrebbe essere svolto dai sistemi bancari domestici: nei maggiori paesi già operano banche di sviluppo nazionali, in gran parte di proprietà statale e ben capitalizzate (quelle appartenenti ai paesi emergenti del G20 gestirebbero un attivo di circa 2.100 miliardi di dollari)

Per contro, il contributo fornito dai mercati internazionali dei capitali è ancora basso

Nei paesi più poveri, con mercati domestici immaturi e minore attrazione dei finanziamenti privati esteri, una funzione rilevante continuerà a essere svolta dalle banche multilaterali di sviluppo, che, tuttavia, sono vincolate da capitali limitati

Nuove fonti di finanziamento degli investimenti in infrastrutture nei paesi emergenti

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Nel settore delle costruzioni, il giro d’affari all’estero delle imprese italiane si sarebbe quasi triplicato dalla metà del decennio scorso. L’attività nelle aree emergenti si svolgerebbe prevalentemente in Europa, nelle regioni limitrofe (Africa e Medio Oriente) e in Sud America. Nei 7 paesi emergenti investigati: presenza significativa solo in Russia e Turchia; sostanziale assenza in Asia meridionale e orientale

Attività internazionale delle imprese italiane di costruzioni nelle aree emergenti

IMPRESE ITALIANE DI COSTRUZIONI: LAVORI IN CORSO NEL MONDO NEL 2012 (CANTIERI E IMPORTO DEI CONTRATTI)

Cantieri

Importo

Importo medio

(numero) (milioni euro) (milioni euro)

% Numero dei cantieri

% Importo dei contratti

UE 98 6.809,80 69,49 13,9 11,4

Europa extra UE 59 8.010,10 135,76 8,4 13,5

Russia 11 3221,8 292,89 1,6 5,4

Turchia 8 970,2 121,28 1,1 1,6

Nord Africa 138 6.197,70 44,91 19,6 10,4

Africa Sub-Sahariana 96 7.605,20 79,22 13,6 12,8

Asia 41 2.162,40 52,74 5,8 3,6

Cina (P.R.C.) 5 329 65,80 0,7 0,6

India 2 31,9 15,95 0,3 0,1

Indonesia … … … … …

Medio Oriente 97 5.940,70 61,24 13,8 10,0

Nord America 49 2.214,80 45,20 7,0 3,7

Messico 10 364,6 36,46 1,4 0,6

Centro America 40 3174,5 79,36 5,7 5,3

Sud America 83 16.666,7 200,80 11,8 28,0

Brasile 3 116,8 38,93 0,4 0,2

Oceania 3 733,6 244,53 0,4 1,2

Totale 704 59.515,5 84,54 100,0 100,0

Totale paesi oggetto dell’indagine

39 5034 571 5,5 8,5

Fonte: Ance - Indagine 2013 (nostre elaborazioni da Allegato 2).

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Dalle interviste con imprese del settore svolte dai ricercatori della Rete emergono alcuni ostacoli oggettivi che impediscono la penetrazione delle imprese (italiane o straniere) nei 7 mercati emergenti investigati:

Ostacoli alla penetrazione delle imprese italiane nei maggiori paesi emergenti

• mercato degli appalti pubblici per opere civili opaco (soprattutto a livello sub-federale) • aziende straniere penalizzate da una struttura di costi meno competitiva rispetto alle imprese domestiche• mercati caratterizzati da elevata concentrazione, con grandi imprese domestiche che occupano posizioni dominanti• la superiorità tecnologica delle imprese internazionali costituisce una leva fondamentale solo in un limitato numero di comparti all’avanguardia• spesso necessario stabilire una presenza societaria nel paese e consorziarsi con imprese già introdotte (prevalentemente locali)• nei mercati dove l’attività delle imprese non si limita alle tradizionali commesse pubbliche, vanno sostenute le spese iniziali dell’investimento e assunti elevati rischi (per le imprese italiane, problema rappresentato dalla debole presenza internazionale delle banche commerciali italiane)• negli ultimi anni il supporto del nostro “sistema paese” sarebbe migliorato ma si avverte l’esigenza di un maggior coordinamento tra le diverse istituzioni pubbliche italiane

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Fonte e metodologia: banca dati sui singoli contratti di procurement pubblico aggiudicati alle imprese (sono incluse solo le gare soggette a controllo preventivo da parte della Banca Mondiale). Analisi statistica (andamenti e quote di mercato)

Focus: 1) tendenze recenti (periodo 2007-2012), confrontate con il periodo anteriore (2001-06) e quello ancora precedente (1995-2000). 2) procurement nello specifico comparto dei lavori pubblici. Due ordini di motivi:

prosecuzione dell’analisi contenuta nel Rapporto ICE (2007)

indagine del comportamento delle imprese italiane di costruzioni nel periodo di contrazione del ciclo immobiliare domestico

La partecipazione delle imprese italiane al procurement della Banca Mondiale

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La partecipazione delle imprese italiane al procurement della Banca Mondiale

Quote dei contratti aggiudicati per nazionalità delle imprese (procurement nel comparto delle opere pubbliche)

Dopo un arretramento nella prima metà del decennio scorso, le aggiudicazioni a imprese italiane hanno registrato una forte ripresa nel 2007-2012, guidata dal comparto dei lavori per opere pubbliche

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La partecipazione delle imprese italiane al procurement della Banca Mondiale

Distribuzione dei contratti aggiudicati a imprese italiane per mercato (procurement nel comparto delle opere pubbliche)

Nel periodo recente le aggiudicazioni a imprese italiane si sono polarizzate verso i mercati relativamente vicini dell’Europa e Asia centrale (78,3 per cento del totale) e del Medio oriente e Nord Africa

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La partecipazione delle imprese italiane al procurement della Banca Mondiale

Distribuzione dei contratti aggiudicati a imprese italiane per settore e tipo di gara (procurement nel comparto delle opere pubbliche)

Nel periodo recente le aggiudicazioni a imprese italiane per opere pubbliche si sono concentrate ancora di più nel settore dei trasporti. Come in passato, la quasi totalità dei contratti è stata aggiudicata con metodo di asta internazionale (più accessibile alle imprese straniere)

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La partecipazione delle imprese italiane al procurement delle altre Banche

Procurement delle altre principali banche multilaterali di sviluppo: quote dei contratti aggiudicati per nazionalità delle imprese

(comparto delle opere pubbliche)

Fonte: ADB (Asian Development Bank; IADB (InterAmerican Development Bank).

Il livello di partecipazione delle imprese italiane al procurement pubblico della Banca Asiatica e della Banca Interamericana si conferma basso

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La partecipazione delle imprese italiane al procurement delle altre Banche

Procurement delle altre principali banche multilaterali di sviluppo: quote dei contratti aggiudicati per nazionalità delle imprese

(comparto delle opere pubbliche)

Fonte: EBRD (European Bank for Reconstruction and Development); AFDB (African Development Bank).

La partecipazione delle imprese italiane al procurement della BERD si rafforza mentre difendiamo con difficoltà la nostra posizione nel procurement della Banca africana

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Ricapitolando… Le aggiudicazioni a imprese italiane hanno ripreso quota

nel periodo recente. Esse riguardano pochi soggetti di grandi dimensioni (le prime 5 imprese ottengono il 67 per cento degli importi), altamente specializzati e internazionalizzati, capaci di competere per progetti di valore elevato, dove l’esperienza e le competenze tecniche richieste non sono alla portata delle imprese concorrenti dei paesi emergenti

La partecipazione delle imprese italiane si conferma più forte nel procurement della Banca Mondiale rispetto a quello di altre Banche multilaterali di sviluppo. Perché?i. il procurement finanziato dalla Banca Mondiale potrebbe rispondere

a criteri di maggiore trasparenza ii. tuttavia, anche il procurement della Banca Mondiale è

sostanzialmente precluso alle imprese straniere nei mercati dell’Asia orientale e meridionale e dell’America latina

La partecipazione delle imprese italiane al procurement della Banca Mondiale

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L’impianto complessivo delle regole di procurement della Banca Mondiale è divenuto progressivamente obsoleto Regole troppo rigide Esclusione di nuove tipologie contrattuali (Public Private

Partnerships) e/o strumenti più innovativi (e-procurement)

Nel 2012 viene lanciata una riforma che prevede una revisione completa delle politiche e delle procedure Nel corso del 2013 vengono raccolte molte indicazioni ─ anche

tramite consultazioni esterne con gli stakeholders ─ e vengono stilati gli elementi portanti della riforma. La vera e propria strategia dovrà essere approvata entro il 2014 e la nuova politica introdotta nel 2015.

I principi guida della riforma appaiono condivisibili. Tuttavia, alcuni elementi sono potenzialmente pregiudizievoli per le imprese italiane ─ per il rischio di indebolimento delle regole e/o diluizione dei controlli sulle procedure di aggiudicazione

La riforma delle regole di procurement della Banca Mondiale

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Grazie per l’attenzione