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Quindicinale Anno XXX 12.11.2009 Numero 550 PERIODICO DI ATTUALITÀ DEI COMUNI DI ALANO DI PIAVE, QUERO, VAS, SEGUSINO http://digilander.libero.it/tornado Tassa pagata/Taxe Perçue/Ordinario Autorizzazione Tribunale BL n. 8 del 18/11/80 Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in A. P. - D.L. 353/2003 - (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art.1, comma 1, DCB BL Chiuso in redazione il 02.11.2009 Uomini di parola... - pag. 1 Consiglio Comunale di Alano - pag. 2 Poesia è... - pag. 3 Fast Food? No meglio Slow Food! - pag. 4/5 Rifiuti: riciclare o incenerire? Incontro pubblico a Quero - pag. 17

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Quindicinale di attualità dei Comuni di Alano di Piave, Quero, Vas e Segusino

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QuindicinaleAnno XXX

12.11.2009Numero

550periodico di attualità dei comuni di alano di piave, quero, vas, segusino

http://digilander.libero.it/tornadoTassa pagata/Taxe Perçue/Ordinario Autorizzazione Tribunale BL n. 8 del 18/11/80 Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in A. P. - D.L. 353/2003 - (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art.1, comma 1, DCB BL

Chiuso in redazione il 02.11.2009

Uomini di parola... - pag. 1Consiglio Comunale di Alano - pag. 2

Poesia è... - pag. 3Fast Food? No meglio Slow Food! - pag. 4/5

Rifiuti: riciclare o incenerire? Incontro pubblico a Quero - pag. 17

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il tornado Sede: Via J. Kennedy - 32031 FENER (Belluno). direttore responsabile: Mauro Mazzocco. redattori: Sandro Curto, Silvio Forcellini. collaboratori: Alessandro Bagatella, Francesco Dal Canton, Ivan Dal Toè, Gianni De Girardi, Antonio Deon, Foto Comaron, Fotocolor Resegati, Silverio Frassetto, Ermanno Geronazzo, Cristiano Mazzoni, Sergio Melchiori, Antonio Spada, Andrea Tolaini.abbonamenti: italia Abbonamento annuale (18 numeri) 20,00 estero Abbonamento annuale (18 numeri) 40,00.L’abbonamento può essere sottoscritto o rinnovato nei seguenti modi: 1- versando la quota sul c/c postale n. 10153328 intestato alla pRo LoCo di FENER; 2- pagando direttamente ad uno dei nostri seguenti recapiti: negoZio “da milio” - Alano; gelateria due valli - Fener; mauro maZZocco - Quero; alessandro ba-gatella - Quero; locanda solagna - Vas; antonio deon - Vas; bar “le bollicine” - Scalon; baZar di a. verri - Segusino.

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2nata in sordina alcuni anni fa ma che si sta rivelando talmente partecipata che, per il futuro, richiederà una riflessio-ne» (articolo di Fulvio Mondin, da “Il Gazzettino” di sabato 24 ottobre).

La raccolta firme promossa nella frazione è già arrivata a quota 600

Riduzione di orario alle poste di Fener, incontro interlocutorio in Prefettura

di Silvio Forcellini

Incontro interlocutorio, quello svoltosi martedì 27 ottobre in Prefettura a Belluno. Attorno al tavolo del prefetto, dottor Carlo Boffi, si sono riuniti gli amministratori di quei Comuni (Alano di Piave, Arsiè, Trichiana e Ponte nelle Alpi) inte-ressati dalla riduzione di orario messa in atto da Poste Italiane in alcuni uffici postali operanti nel territorio di compe-tenza, i rappresentanti dei comitati spontanei di cittadini formatisi in difesa dell’orario tradizionale (per la frazione fe-nerese era presente l’avvocato Sonia Rinaldo), il presidente della Provincia di Belluno Gianpaolo Bottacin e, ovvia-mente, Poste Italiane nella persona del direttore provinciale, dottoressa Francesca Massagli. I quattro sindaci (Fa-bio Dal Canton di Alano di Piave, Ivano Faoro di Arsiè, Giorgio Cavallet di Trichiana e Roger De Menech di Ponte nelle Alpi), decisi a far fronte comune contro una decisione che penalizza i propri cittadini, hanno ricordato i proble-mi di chi abita un territorio particolare come quello bellunese, contestando con argomenti inoppugnabili una deci-sione unilaterale presa a Roma da Poste Italiane sulla base di parametri validi in tutto il territorio nazionale ma che non tiene affatto conto dei disagi del vivere in montagna. Hanno sottolineato inoltre il fatto che, in occasioni prece-denti, la riduzione di orario, pur se inserita in un’ottica di razionalizzazione del servizio, non è stata altro che il primo campanello d’allarme che ha portato, alla fine, alla chiusura definitiva degli uffici. Sulla stessa lunghezza d’onda an-che il presidente provinciale Gianpaolo Bottacin, che ha dichiarato: «Iniziare a garantire un mezzo servizio ai citta-dini è solo il preludio alla cancellazione totale dello stesso, e noi non possiamo accettarlo. Soprattutto per le zone periferiche di montagna, quello degli uffici postali è un servizio storicamente essenziale e un presidio importante». Poste Italiane ha replicato manifestando anzitutto la sua intenzione a non chiudere affatto gli uffici in oggetto, ma ha motivato la riduzione d’orario con il numero di operazioni medie giornaliere che vi si svolgono, ritenute non soddi-sfacenti, promettendo altresì una maggior attenzione alla qualità del servizio nei tre giorni di apertura. A parte il fatto che la qualità del servizio dovrebbe essere una pre-condizione assodata, a prescindere dalle ore di apertura, è sta-to anche obiettato dai presenti che la chiusura nei rimanenti tre giorni della settimana comporta, a Fener come negli altri paesi interessati, il formarsi di lunghe code alla cui vista molti potenziali clienti si sottraggono preferendo recarsi in uffici meno affollati nelle vicinanze: per forza, poi, le operazioni in loco non sono quelle auspicate! La riunione in Prefettura si è conclusa con la richiesta di un nuovo incontro tra le parti, sollecitato dal prefetto Boffi e da tenersi en-tro il mese di dicembre, in cui Poste Italiane dovrebbe dare una chiara risposta in merito alle sue intenzioni future. Per il momento, dunque, l’orario dell’ufficio postale di Fener rimarrà invariato: aperto il lunedì, il mercoledì e il saba-to dalle ore 8.30 alle ore 14.00. Continua, nel frattempo, la raccolta di firme contro la riduzione dell’orario promossa nella frazione dagli avvocati Sonia Rinaldo, Cinzia Rinaldo e Matteo Maccagnani, petizione cui hanno già aderito più di 600 cittadini.

Consiglio comunale di Alano

di Ivan Dal Toè

Assente giustificato il sindaco Fabio Dal Canton, il Consiglio comunale approva il piano casa e, prevedendo un ulte-riore bonus di sconto sugli oneri di urbanizzazione, dà un forte segnale all’incentivo della bioedilizia e all’utilizzo di fonti rinnovabili. Nonostante la sintonia e l’atteggiamento di collaborazione che ha visto protagonisti maggioranza ed opposizione, l’adozione della legge regionale discussa venerdì 30 ottobre sul filo della scadenza approvativa, si è però dimostrata un parto difficile. Dubbi interpretativi in merito alla definizione di prima casa hanno visto protrarsi il dibattito per oltre un’ora necessitando dell’intervento di un tecnico comunale interpellato per sciogliere alcuni nodi. A sollevare la questione è stato il consigliere di NuovAlano Giampaolo Spada che, in merito all’ “obbligo di mante-nere la residenza per ventiquattro mesi dall’entrata in vigore della legge regionale”, ha sottolineato le ambiguità in-terpretative della dicitura. Per Spada, la formulazione di tale prescrizione consentirebbe la residenza anche per solo un giorno, se fatta a ridosso dei termini previsti. «Una possibilità - ha detto Spada - a vantaggio di chi, possessore di una seconda casa, volesse specularvi». Il dubbio interpretativo ha così innescato una discussione solo parzial-mente risolta con l’intervento di un tecnico comunale chiamato da altra sede per avere delucidazioni in merito. Alla fine, con la minoranza che ha optato per l’astensione denunciando lo scarso tempo a disposizione per valutare l’argomento, il Consiglio ha bypassato la questione affidandosi, con specifica sottolineatura messa a verbale, alle disposizioni regionali. Salvaguardate le norme sulle distanze dai confini e considerata l’estensione del centro storico che funge da vincolo per gli aumenti di cubatura, si prevede che le richieste di ampliamento siano decisamente par-che. Chi invece intendesse costruire con materiale ecologico o servirsi di energie rinnovabili potrà godere di uno sconto sugli oneri pari all’80%. La maggioranza ha infatti recepito la proposta dell’opposizione di incrementare del 20% la riduzione già prevista dalla legge. Rispetto all’interrogazione della minoranza che chiedeva delucidazioni sui tempi celeri con cui la “casa brusada” di Fener è stata abbattuta privilegiandola ad altre situazioni “più pericolose”, quali ad esempio quella che riguarda l’annosa questione della “casa dei gatti” di Campo, il vicesindaco Luigi Code-mo ha risposto che la demolizione è stata favorita dalla possibilità di usufruire dei mezzi di Veneto Strade presenti

in loco per un intervento sulla “Feltrina” e dalla più semplice situazione patrimoniale che, differentemente dalla complessa vicenda della casa di Campo, ha permesso la definizione di un accordo con la proprietà.

Gruppo “Amici del Tomatico e del Grappa”

Riuscita la gita di chiusura

di Alessandro Bagatella

Ben riuscita la gita in Trentino che ha chiuso il diciassettesimo anno escursionistico del Gruppo “Amici del Tomatico e del Grappa”. Anche in quest’occasione, per il sesto anno di seguito, abbiamo fatto il pienone: una sessantina i partecipanti che hanno aderito all’iniziativa proposta dal gruppo in collaborazione con gli Amici di Carpen. Partiti di buon mattino con il pullman della ditta Favaretto di Onigo, ci siamo diretti alla meta prestabilita del Castello di Steni-co, avamposto del potere dei principi-vescovi di Trento. Il nucleo più antico risale al XIII secolo, con ampliamenti successivi. Attualmente il maniero è sede staccata del Castello del Buonconsiglio di Trento e ospita numerosi re-perti storici della collezione provinciale, che invito vivamente a visitare. Prima della visita, il sottoscritto e i suoi validi collaboratori avevano preparato una ricca “merenda”: panini per tutti, crostate, dolcetti, il tutto “innaffiato” con vino o bibite. Dopo aver visto la Cascata Bianca e il Castello (e per qualcuno anche una sosta al bar del paese), chi a pie-di e chi in pullman, ci siamo portati al ristorante dove era previsto un pranzo con specialità locali. Parole di ringra-ziamento del responsabile nei confronti di chi ha proposto la gita e dato una mano nell’organizzazione. Un grazie particolare è stato rivolto a chi, come sempre, ha offerto la sopressa (la Pina), il pane (la Ivana) e il vino (alcuni a-mici di Carpen). Nel primo pomeriggio siamo risaliti in pullman per recarci sul lago di Molveno, con visita del paese e passeggiata sul lungolago per ammirare la bellezza del luogo, anche se in questo periodo sono chiuse il novanta per cento delle strutture, che riapriranno in occasione delle festività natalizie. Augurandomi di aver accontentato quanti hanno partecipato alla sesta gita organizzata dal gruppo, ringrazio tutti sentitamente con la speranza di ripe-terla anche il prossimo anno in un’altra località altrettanto incantevole.

Alla “Locanda Curto” di Quero-Vas Paolo Berra festeggia i vent’anni di gestione

di Alessandro Bagatella

Lo scorso 19 ottobre, alla “Locanda Curto” di Quero-Vas, si sono festeggiati i vent’anni di conduzione del gestore Paolo Berra. In questa giornata così particolare, Paolo non si è risparmiato nell’offrire da mangiare e da bere a tutti coloro che si sono recati nel suo locale per il consueto pranzo. Un turista brasiliano di passaggio, di professione giornalista, si è meravigliato a tal punto per la disponibilità del titolare (e per il piatto di pasta offertogli) da promette-re di dedicare a Paolo un articolo e spedirglielo: speriamo di vederlo presto! Anche nel corso della mattinata caffè e brioches gratis per tutti coloro che si sono soffermati al bar. Un grazie a Paolo Berra per la sua squisita generosità, con l’augurio di festeggiare anche il 40° anniversario…e oltre!

Castagnata al Carpen

di Alessandro Bagatella

Il Gruppo “Amici del Tomatico e del Grappa” e gli Amici di Carpen organizzano, sabato 28 novembre alle ore 20, una castagnata al Carpen presso la nuova sede degli Amici di Carpen. Sono invitati tutti coloro che credono nella nostra amicizia.

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cronaca

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Biblioteca dell’Unione dei Comuni del Basso Feltrino - Sette Ville

Comuni di Quero e Vas

POESIA È . . . percorsi per leggere, capire, scrivere poesia

MIGRARE Condizione cosmica perenne

QUERO (BL) Sala delle Associazioni

mercoledì 11 novembre 2009 - ore 20,30 INTRODUZIONE

Dall’origine del Cosmo all’avvento del Cristianesimo a cura di Martino Durighello

mercoledì 18 novembre 2009 - ore 20,30 OTTOCENTO E NOVECENTO

Cent’anni di emigrazione a cura di Luana Di Tommaso – Enis Pocchetto

mercoledì 25 novembre 2009 - ore 20,30 TRA STORIA E LEGGENDA

Popoli d’Europa in cammino a cura di Franco Codemo

mercoledì 2 dicembre 2009 - ore 20,30 IL MITO DI ULISSE

Verso l’irraggiungibile Itaca a cura di Daniela Todoverto

mercoledì 9 dicembre 2009 - ore 20,30 LUCIANO CECCHINEL “LUNGO LA TRACCIA”

a cura di Francesco Carbognin

mercoledì 16 dicembre 2009 - ore 20,30 NUOVO MONDO - MONDO VECCHIO

“Sbalzati lontano da una forza perversa” a cura di Martino Durighello

con la partecipazione del trio vocale Gabriele – Vittoriano – Stefano

poesia

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4no orgogliosi con le zucche di produzione propria.

Fast Food? No, meglio Slow Food!

di Antonio Miotto *

Negli ultimi anni, nella nostra società consumistica e frenetica, dove la moda e l’innovazione dettano i tempi dell’economia e in cui la globalizzazione rompe le barriere naturali della lontananza, cominciamo a sentir parlare di prodotti eno-gatronomici locali, di valorizzazione del territorio, di prodotti a km zero ma soprattutto sentiamo parlare non solo di prezzi, ma di qualità di prodotti gastronomici.

Cos’è Slow Food?

L’associazione Slow Food, fondata da Carlo Petrini nel 1986, vuole dare la giusta importanza al piacere legato al cibo, imparando a godere della diversità delle ricette e dei sapori, a riconoscere la varietà dei luoghi di produzione e degli artefici, nel rispetto dell’ambiente e dei ritmi delle stagioni. La ricetta messa a punto da Carlo Petrini e dai suoi propone di sposare, al piacere del cibo e alla rivendicazione del diritto a fruirne da

parte di tutti, un nuovo senso di responsabilità, ben definita dal termine “eco-gastronomia”. Slow Food, infatti, af-ferma la necessità dell’educazione del gusto come migliore difesa contro la cattiva qualità e le frodi e come strada maestra contro l'omologazione dei nostri pasti; opera per la salvaguardia delle cucine locali, delle produzioni tradi-zionali, delle specie vegetali e animali a rischio di estinzione; sostiene un nuovo modello di agricoltura, meno inten-sivo e più pulito, fondato sul sapere e sull’esperienza delle comunità locali, in modo da poter offrire prospettive di sviluppo anche alle regioni più povere del pianeta.

L’approccio di Slow Food nel trattare questi temi così attuali, è particolare: la filosofia del movimento, fondata sulla difesa del piacere gastronomico e sulla ricerca di ritmi di vita più lenti (da qui, appunto, il termine inglese “slow” che significa “lento”) e meditati, parte da considerazioni legate al valore del cibo per riflettere anche sulla qualità della vi-ta e arrivare al riconoscimento delle identità, con l’obiettivo di valorizzare la storia e la cultura di ciascun gruppo so-ciale in una rete di reciproci scambi. Considerare il valore di un cibo, che si tratti di una varietà di frutta o di un piatto tipico, non può prescindere dal rapporto di questo con la storia, la cultura materiale e l’ambiente da cui ha avuto o-rigine. Ecco perché Slow Food sostiene la necessità di mantenere, nella produzione agricola e zootecnica, un equi-librio di rispetto e di scambio con l’ecosistema circostante.

La rete degli oltre 83.000 associati di Slow Food è suddivisa in sedi locali - dette Condotte in Italia e Convivium nel mondo, coordinate da un Convivium leader - che si occupano di organizzare corsi, degustazioni, cene, viaggi, di promuovere a livello locale le campagne lanciate dall’associazione e di partecipare ai grandi eventi organizzati da Slow Food a livello internazionale. Sono attivi più di 800 Convivium Slow Food in 65 Paesi, comprese le 350 Con-dotte in Italia.

Il lavoro dei Presìdi

Attraverso la forma del Presidio l’associazione vuole promuovere e far cono-scere i prodotti realizzati nel rispetto di determinati valori quali la territorialità, la genuinità e la qualità. I Presìdi Slow Food sono entrati concretamente nella filiera produttiva, conoscendo i luoghi d’origine, incontrando i produttori e la-vorando con loro. Possiamo racchiudere in quattro fasi il lavoro del presidio:

1) cerca i produttori, scovandoli di malga in malga, di cascina in cascina, e li riunisce, coinvolgendo anche tecnici, istituzioni, insomma chiunque sia inte-ressato al progetto;

2) identifica l’area di produzione e, grazie al confronto con i singoli produttori, raccoglie tutte le informazioni necessarie a definire le regole per dar vita ad un prodotto tracciabile, artigianale e di alta qualità;

3) aiuta i produttori a riunirsi in un’associazione (o cooperativa, consorzio, ecc.) con un nome e un marchio comune;

4) comunica, ovvero racconta, ai consumatori di tutto il mondo che esiste un prodotto straordinario e che cercarlo, acquistarlo e assaggiarlo è non solo un grande piacere per il gusto, ma anche un modo per conoscere la storia e le tradizioni di un territorio.

Naturalmente la realtà dei Presìdi è variegata e complessa quanto il panora-ma agroalimentare del mondo, quindi ogni caso va considerato e analizzato singolarmente. In linea generale possiamo dire che un prodotto deve essere il più naturale possibile, il ché non vuol necessariamente dire “biologico”, dato che nel Presidio non vengono vietati i pesticidi e i concimi, purché l’uso sia ambientalmente sostenibile.

A proposito del “Morlach”… Un esempio di Presidio Slow Food lo possiamo trovare a pochi km da casa: “Murlak”, “Murlaco”, “Burlacco” o “Mor-lacco” erano i nomi con i quali storicamente si indicava il “Morlach”, un formaggio di latte vaccino prodotto nell’area dell’altopiano del Grappa. Pastori e boscaioli, insediatisi sul Grappa nel periodo della Repubblica di Venezia, usa-vano fare un formaggio di latte vaccino tenero, magro, a pasta cruda, che ha preso il nome dalla loro terra d’origine: la balcanica Morlacchia. Un tempo il latte era scremato totalmente e il grasso era usato per fare il burro che era venduto in pianura: con quello avanzato, invece, si produceva un formaggio “povero”, base dell’alimentazione dei malgari. Il latte era quello delle vacche Burline, unica razza bovina autoctona del Veneto oggi a serio rischio di e-stinzione. Piccoline, dal manto bianco e nero, rustiche e adatte ai magri pascoli del Grappa, producevano un buon latte ma in quantità limitata, non paragonabile alle produzioni odierne delle Frisone o delle Bruno Alpine.

Il Morlacco è ancora oggi lavorato in alpeggio con il latte scremato per affioramento della mungitura serale al quale si aggiunge quello intero munto il mattino. Le operazioni successive sono le medesime di secoli fa: si scalda fino a 38-42°C e si coagula con caglio liquido di vitello. La cagliata è rotta in grani grandi come una noce. Dopo un breve riposo si trasferisce in ceste di vimini a spurgare il siero. Le forme si salano più volte al giorno per 12 giorni rivoltan-dole accuratamente a ogni salagione. Si vende a 15 giorni dalla produzione, ma può essere consumato fino a tre mesi. I pascoli del Grappa, ricchi di ambienti naturali diversi e di una flora ricca e varia, producono un latte straordi-nario. Il Morlacco a latte crudo d’alpeggio merita di essere valorizzato e differenziato dalla produzione più banale realizzata in pianura dai caseifici con il latte pastorizzato. Il Presidio riunisce i malgari che producono in estate sui pascoli del Monte Grappa nei “cason” (casere), alcuni dei quali risalgono al Seicento, e si propone di recuperare, insieme a una produzione estiva di straordinaria qualità, anche l’allevamento delle Burline.

Il Morlacco è un formaggio tenero ma non molle, può essere abbinato con vini bianchi leggeri, anche se non è esat-to definirlo un formaggio da fine tavola perché, come vuole l’abitudine dei malgari, è il tipico alimento che si consu-mava a partire dalla colazione sino al pasto serale accompagnato da polenta, patate lesse o pane casereccio. Lo potete trovare presso: Malga Coston da Quinto (0423-53660), Malga Mure (0423-538470), Malga Paradiso (0423-538515)…

*Antonio Miotto si è laureato in Scienze Politiche con una tesi in marketing territoriale e, attualmente, grazie alla collaborazione con il “Tornado”, sta svolgendo il tirocinio del master in “Cultura del cibo e del vino” promosso dall’Università Cà Foscari di Venezia. Il progetto del tirocinio prevede una serie di articoli atti a valorizzare e pro-muovere prodotti locali del Basso Feltrino. Per chi fosse interessato a far conoscere i propri prodotti, può contattarlo al seguente indirizzo mail: [email protected].

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5Un esempio di Presidio Slow Food lo possiamo trovare a pochi km da casa: “Murlak”, “Murlaco”, “Burlacco” o “Mor-lacco” erano i nomi con i quali storicamente si indicava il “Morlach”, un formaggio di latte vaccino prodotto nell’area dell’altopiano del Grappa. Pastori e boscaioli, insediatisi sul Grappa nel periodo della Repubblica di Venezia, usa-vano fare un formaggio di latte vaccino tenero, magro, a pasta cruda, che ha preso il nome dalla loro terra d’origine: la balcanica Morlacchia. Un tempo il latte era scremato totalmente e il grasso era usato per fare il burro che era venduto in pianura: con quello avanzato, invece, si produceva un formaggio “povero”, base dell’alimentazione dei malgari. Il latte era quello delle vacche Burline, unica razza bovina autoctona del Veneto oggi a serio rischio di e-stinzione. Piccoline, dal manto bianco e nero, rustiche e adatte ai magri pascoli del Grappa, producevano un buon latte ma in quantità limitata, non paragonabile alle produzioni odierne delle Frisone o delle Bruno Alpine.

Il Morlacco è ancora oggi lavorato in alpeggio con il latte scremato per affioramento della mungitura serale al quale si aggiunge quello intero munto il mattino. Le operazioni successive sono le medesime di secoli fa: si scalda fino a 38-42°C e si coagula con caglio liquido di vitello. La cagliata è rotta in grani grandi come una noce. Dopo un breve riposo si trasferisce in ceste di vimini a spurgare il siero. Le forme si salano più volte al giorno per 12 giorni rivoltan-dole accuratamente a ogni salagione. Si vende a 15 giorni dalla produzione, ma può essere consumato fino a tre mesi. I pascoli del Grappa, ricchi di ambienti naturali diversi e di una flora ricca e varia, producono un latte straordi-nario. Il Morlacco a latte crudo d’alpeggio merita di essere valorizzato e differenziato dalla produzione più banale realizzata in pianura dai caseifici con il latte pastorizzato. Il Presidio riunisce i malgari che producono in estate sui pascoli del Monte Grappa nei “cason” (casere), alcuni dei quali risalgono al Seicento, e si propone di recuperare, insieme a una produzione estiva di straordinaria qualità, anche l’allevamento delle Burline.

Il Morlacco è un formaggio tenero ma non molle, può essere abbinato con vini bianchi leggeri, anche se non è esat-to definirlo un formaggio da fine tavola perché, come vuole l’abitudine dei malgari, è il tipico alimento che si consu-mava a partire dalla colazione sino al pasto serale accompagnato da polenta, patate lesse o pane casereccio. Lo potete trovare presso: Malga Coston da Quinto (0423-53660), Malga Mure (0423-538470), Malga Paradiso (0423-538515)…

*Antonio Miotto si è laureato in Scienze Politiche con una tesi in marketing territoriale e, attualmente, grazie alla collaborazione con il “Tornado”, sta svolgendo il tirocinio del master in “Cultura del cibo e del vino” promosso dall’Università Cà Foscari di Venezia. Il progetto del tirocinio prevede una serie di articoli atti a valorizzare e pro-muovere prodotti locali del Basso Feltrino. Per chi fosse interessato a far conoscere i propri prodotti, può contattarlo al seguente indirizzo mail: [email protected].

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attualità

GIORNATA DEL RINGRAZIAMENTO AD ALANO(s.c.) Piazza Martiri ad Alano ospiterà domenica 15 novembre la Giornata del Ringraziamento organizzata dalle sezioni Coldiretti di Alano e Quero presiedute da Roni Codemo e Oliva De Rui. Come anticipato nello scorso numero, da quest'anno, per consentire una maggior partecipazione, la manifestazione si svolgerà alternativamente un anno ad Alano e un anno a Quero.Il programma della Giornata 2009 è quello tradizionale con raduno dei mezzi e del bestiame, S.Messa nella chiesa parrocchiale, benedizione, intervento autorità e rinfresco fi nale.

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ALLA FESTA DEI COMPLEANNI. MAI VISTE TANTE TORTE. NON SIAMO RIUSCITI A MANGIARLE TUTTE!

Dopo una lunga estate in cui le occasioni di incontrarci sono state poche (gite e picnic a parte), l’esercito degli “auseriani” si è presentato in forze all’adunata per la festa dei compleanni. E così l’ospitale sala delle associazioni di Quero ha riaperto le sue porte ad una trentina di festeggiati e ad un numerosissimo seguito di “festeggiatori” che ha occupato tutti i posti disponibili. Eravamo veramente in tanti, ma non abbastanza affamati da far fuori tutte le splendide torte e gli altri dolcetti offerti dai soci nati in settembre e ottobre. Dopo una pausa dedicata ai cori, diretti come al solito dalla bella voce di Ugo, si è passati alla tradizionale castagnata, accompagnata da un ottimo vino novello. Molto partecipata anche la sottoscrizione per la solidarietà, che ha dispensato molti premi, anche di valore come pregevoli litografie ecc. L’atmosfera che si respirava nella sala era proprio quella classica dell’ autunno. E questo non per la situazione anagrafica dei partecipanti, come potrebbe insinuare qualche maligno, ma per il caratteristico profumo delle castagne arroste e per i riverberi del grande caminetto acceso. Un particolare, quest’ultimo, che non può non farci ricordare come siano trascorsi ormai 13 anni da quando la sala delle associazioni di Quero ospitò per la prima volta il nostro sodalizio, e come i nostri soci fondatori si ispirarono proprio al “caminetto” nella scelta del nome da dare al nostro circolo. E’ stato attorno a questo grande “fogolàr” che per anni abbiamo tenuto le nostre riunioni, le assemblee, le feste, i pranzi e le altre manifestazioni. Soltanto da un paio d’anni, grazie all’apertura della casa delle associazioni di Alano, la sala di Quero ha perduto l’”esclusiva” della nostra attività. Tuttavia la struttura querese, vuoi per l’ampiezza dell’ambiente e per le attrezzature di cui è dotata, vuoi per la “storia” legata alle nostre origini, resta sempre il nostro principale riferimento. Tornando alla cronaca della festa di domenica 25 ottobre, concludiamo in bellezza con la tradizionale foto “Resegati” dedicata ai soci che hanno festeggiato il compleanno in settembre e ottobre. Ecco i loro nomi. Prima fila in alto, da sinistra: Bruno Melchiori, Mariarita Rento, Delfina Porta, Angelo Dalla Favera, Jole Santimaria, Gigliola Canzi, Alessandra Buttol (seminascosta), Lino Zanella e Corrado Benvenuti. Seconda fila, sempre da sinistra: Renata Mazzocco con la nipotina Sabrina, Altea Codemo, Maddalena De Faveri, Silvia Mondin, Luce Mondin, Nadia Menin, Silvana Prosdocimo, Ottavia Rossa, Antonietta D’Ambros, Antonio Berton, Clara Mazzocco, Maria Cimolato e Clara Mazzier. In terza fila, seduti o … inginocchiati: Rosa Maria Grillo, Beatrice Mondin, Piero Piccolotto, Dino Menegon, Rocco Zucchetto, Ugo De Toffol e Resegati Antonio (questa volta davanti all’obiettivo anziché dietro). p.p.

Ricordiamo ai nostri soci e ai simpatizzanti che il nostro prossimo incontro è per domenica 13 dicembre, per la tradizionale FESTA DEGLI AUGURI, in occasione delle festività di Natale e capodanno. In quell’occasione saranno festeggiati anche i compleanni dei soci nati in novembre e dicembre. Oltre al “lauto pranzo”, ci saranno giochi, canti, premi, sorprese e tanta allegria. Notizie più dettagliate saranno fornite mediante avvisi nelle nostre bacheche oltre che, ovviamente, nell’ospitale periodico che state leggendo, e al quale facciamo i più vivi complimenti per la nuova veste coloratissima e sempre più varia e interessante.

cronaca

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Per maggiori informazioniwww.regione.veneto.it

Campagna a cura dell’Assessorato alle Politiche Sanitarie della Regione del Veneto

Che cosa è l’influenza A H1N1?È una infezione virale acutadell’apparato respiratorio.È causata da un nuovo virus influenzalea h1n1 che ha dimostrato la capacitàdi propagarsi molto rapidamentein tutto il mondo. È caratterizzatada manifestazioni cliniche lievi.Come l’influenza stagionale, può causarecomplicazioni e un peggioramentodi patologie croniche preesistenti.

Come si trasmette?Come per l’influenza stagionale,la trasmissione da persona a personasi può verificare per via aerea attraversole gocce di saliva provocate da starnutoo colpi di tosse di persone infette,per mezzo del contatto con materialeinfetto (ad esempio fazzolettini usati),toccando con le mani superficicontaminate dalle secrezioni respiratorie,e attraverso contatti stretti con personemalate (baci, abbracci…).

Tossire o starnutire in un fazzoletto di cartaQuando si tossisce o starnutisce,tenere un fazzoletto di carta davantia naso e bocca.

Gettare il fazzoletto di cartaDopo l’uso gettare sempre il fazzolettodi carta nel cestino dei rifiuti e lavarsile mani accuratamente con acqua e sapone.

Lavare le maniAccuratamente e più volte al giorno,sempre con acqua e sapone.In particolare, dopo aver tossito, starnutito,essersi soffiati il naso.

Mantenere pulite le superficiManiglie, interruttori, telefoni, tastiere,tavoli e altre superfici comuni possonovenire contaminati con diversi tipidi batteri e virus. Pulire e disinfettareregolarmente queste superfici.

Quali sono i sintomiI sintomi dell’influenza sono febbreimprovvisa, di norma superiore a 38gradi, e manifestazioni respiratorie(tosse, mal di gola, raffreddore) associatiad almeno uno dei seguenti sintomi:brividi, dolori muscolari, doloriarticolari e, in particolare nei bambini,mal di pancia, diarrea o vomito.

Rimanere a casaL’influenza a h1n1 si manifestanella grande maggioranza dei casicon sintomatologia lieve. È opportunorimanere a casa, restare a riposo,e limitare i contatti con altre personeper evitare di diffondere la malattia.

Consultare il medico o il pediatra di famigliaPer indicazioni sulla malattia e sui farmacida utilizzare mettersi in contatto conil medico o con il pediatra di famiglia.Si ricorda che in caso di influenzaè sconsigliata l’assunzione di farmacia base di acido acetilsalicilico (aspirina)in particolare da parte di bambinie ragazzi; in ogni caso consultareal riguardo il proprio medico.

Non andare al Pronto Soccorso, chiama il tuo medico di famiglia

Indicazioni da seguire in caso di sintomi

La nuova influenza A. Prevenirla si può.

attualità

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Calcio - Seconda Categoria

PRIMA VITTORIA PER LA PIAVE TEGORZO di Cristiano Mazzoni

Una Piave Tegorzo più conscia dei propri mezzi è riuscita ad inanellare due risultati utili consecutivi conquistando la tanto sospirata prima vittoria in campionato sull’Agordina e, successivamente, un buon pareggio sul campo del Foen. Una vera boccata di ossigeno per la squadra allenata da Giuseppe Prosdocimo che ha lasciato così l’ultimo posto risalendo un po’ la classifica, sebbene stazioni ancora in zona play-out. Comunque i segnali di ripresa si sono visti, ora c’è bisogno di conferme per capire se la compagine bianco-verde ha passato il brutto momento. I prossimi impegni vedranno la Piave Tegorzo affrontare domenica 15 novembre in trasferta il San Vittore, in quella successiva ospitare l’Altivolese, mentre domenica 29 novembre farà visita all’Union Maser.

6a GIORNATA: Piave Tegorzo – Agordina 3 a 1 Con un ottima prova corale la Piave Tegorzo ha centrato la prima vittoria stagionale ai danni di un’Agordina coriacea ma poco incisiva. Tre punti importanti per la squadra allenata da Giuseppe Prosdocimo che è riuscita con caparbietà a ribaltare lo svantaggio meritando ampiamente l’intera posta. La prima frazione si apriva con un tiro di Paolo Scopel al 3° bloccato da Faè. Un minuto dopo era Andrea Scopel a rendersi pericoloso con un tiro di poco alto sull’incrocio mentre al 6° era ancora Faè a compiere un ottimo intervento sull’insidioso tiro a girare di Mirko Schievenin. La prima volta che l’Agordina si faceva vedere in attacco coincideva con il vantaggio: era il 15° quando, su un cross di Manfroi, pronto era l’inserimento di Farenzena, che in spaccata trovava l’angolino.

L’attaccante Khalid Rahli

I padroni di casa non si scoraggiavano e, dopo soli tre minuti, trovavano il pareggio grazie ad un tiro di Mirko Schievenin, la cui parabola a scendere si insaccava sotto il sette. La squadra di mister Giuseppe Prosdocimo continuava a premere e, dopo un tiro dal limite di Mirko Schievenin al 29° parato da Faè, al 34° aveva l’occasione per passare in vantaggio con un rigore concesso per fallo su Matteo Codemo. Dal dischetto, però, Marco De Martin si faceva deviare il tiro dall’estremo ospite e, sul susseguente calcio d’angolo, lo stesso difensore da due passi non trovava la deviazione vincente. Ma al 40° la Piave Tegorzo usufruiva di un secondo rigore per una cintura su Matteo Codemo: questa volta dagli undici metri andava Paolo Scopel che non falliva. Nella ripresa erano ancora i bianco-verdi a fare la partita con Khalid Rahli che dapprima al 1° non arrivava per un soffio sul cross di Simone Binotto e poi al 6° calciava alto invece di servire Simone Binotto lanciato a rete. Al 13° l’Agordina si rendeva pericolosa con un bel diagonale di Farenzena parato a terra da Valter Canova ma al 19° era ancora la Piave Tegorzo ad andare a segno con Khalid Rahli abile a sfruttare un’indecisione difensiva e a superare Faè con un tocco morbido. I padroni di casa in contropiede potevano dilagare ma sia Gallon che Khalid Rahli peccavano di imprecisione. Nel finale di tempo l’ultima occasione era per l’Agordina con Valcozzena ma il suo tiro da favorevole posizione era da dimenticare.

7a GIORNATA: Foen – Piave Tegorzo 0 a 0 Si è concluso a reti bianche il derby feltrino tra Foen e Piave Tegorzo al termine di una gara equilibrata, agonisticamente valida ma povera di occasioni da rete. Un pareggio sostanzialmente giusto per quanto visto in campo, anche se i padroni di casa possono recitare il mea culpa per aver sbagliato un calcio di rigore che avrebbe potuto indirizzare diversamente l’andamento del match. Era infatti il 43° del primo tempo quando, sugli sviluppi di un calcio di punizione scodellato in area, Marco De Martin cinturava Slongo, fallo che l’arbitro sanzionava con la massima punizione. Sul dischetto si presentava Biasion ma il suo tiro veniva respinto con bravura da Valter Canova. Nella ripresa al 15° era la Piave Tegorzo ad avere la palla del vantaggio ma sul tiro di Khalid Rahli, da favorevole posizione, ottimo era l’intervento di De Bastiani che deviava sopra la traversa. Poi le squadre evitavano di scoprirsi accontentandosi del pareggio. LA CLASSIFICA DEL CAMPIONATO DOPO LA 7a GIORNATA Caerano 19, San Vittore 16, Fiori Barp Sospirolo 15, SP Calcio 2005 12, Union Maser 10, Ztll Sx Piave – Fossalunga 9, Altivolese – Bessica 8, Agordina – Valdosport 7, Foen – Lentiai – Piave Tegorzo 6. Juventina Mugnai 5, Eagles Pedemontana 4.

CalCiO

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Quero: Via Roma fiorita

Anche quest’anno Via Roma, a Quero, ha avuto le cure particolari dei residenti rinnovando il successo dell’iniziativa voluta dall’assessore Angelo Dalla Favera. I frontisti hanno provveduto a curare le aiuole, qualcuno anche a procurare i fiori, la cui maggior quantità è arrivata dalla cooperativa “Arcobaleno” di Feltre, per interessamento del vicesindaco Bruno Zanolla. Alla fine, il concorso di tutti ha permesso di avere una via dalle indubbie caratteristiche di ordine, pulizia e anche… bellezza. Un esempio di collaborazione che l’assessore tiene a sottolineare e proporre ad esempio su queste pagine, ringraziando tutti coloro che hanno collaborato alla riuscita di questa iniziativa civica.

cronaca

Tanto rumor per nulla!

Mi presento: sono la persona tacciata di “falsa moralità” (vedi lettera su “Il Tornado” n. 549) semplicemente per aver posto un piccolo post-it riportante il mio pensiero (condiviso tra l’altro da altre persone del paese) sotto le immagini di alcuni organi maschili riportati fedelmente sul papiro realizzato in occasione della laurea di Federica Mondin, esposto all’interno del bar ACLI a Campo. Non era mia intenzione offendere Federica, anche perché ho aggiunto le mie congratulazioni per il brillante risultato. Se poi ho firmato il post-it ORGOGLIOSAMENTE con il mio nome, come scrive la carissima Ida, significa che sono una persona responsabile. Preciso che non ho fatto togliere io il papiro, ma è stato tolto in seguito alla telefonata di un’altra persona. Inoltre conosco benissimo gli organi di riproduzione maschile avendo tre figli, di cui due maschi, ed avendo cambiato pannolini ai due maschi dei miei cinque nipoti. Ed è vero, non ho frequentato il Bo di Padova, la Bocconi o la Cattolica di Milano né altre università, ma non per questo mi sento sminuita come persona. E della mia moralità ne vado orgogliosa! Norma De Paoli

lEttERE al tORNaDO

Benvenuta Camilla!

Quero. Non c’erano solo i genitori Marco Bollotto e Manuela Carelle a formare il comitato di benvenuto per Camilla, ma anche la sorella Carolina (5 anni) ed il fratellino Leonardo (2), felici ora di presentarla ai lettori del nostro quindicinale, dalle cui pagine salutano il variegato mondo di nonni, parenti ed amici. Camilla è nata l’undici ottobre 2008, sotto il segno della bilancia, ed ha appena compiuto il suo primo anniversario, festeggiato muovendo per casa i primi passi. Il significato del nome: deriva dal samotracio Kadmìlos, nome di Ermes tirreno, latinizzato in Camillus, e significa "sacerdote partecipante a speciali cerimonie". L'onomastico si festeggia il 26 luglio, in memoria della beata Camilla Gentili di San Severino Marche.

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in loco per un intervento sulla “Feltrina” e dalla più semplice situazione patrimoniale che, differentemente dalla complessa vicenda della casa di Campo, ha permesso la definizione di un accordo con la proprietà.

Gruppo “Amici del Tomatico e del Grappa”

Riuscita la gita di chiusura

di Alessandro Bagatella

Ben riuscita la gita in Trentino che ha chiuso il diciassettesimo anno escursionistico del Gruppo “Amici del Tomatico e del Grappa”. Anche in quest’occasione, per il sesto anno di seguito, abbiamo fatto il pienone: una sessantina i partecipanti che hanno aderito all’iniziativa proposta dal gruppo in collaborazione con gli Amici di Carpen. Partiti di buon mattino con il pullman della ditta Favaretto di Onigo, ci siamo diretti alla meta prestabilita del Castello di Steni-co, avamposto del potere dei principi-vescovi di Trento. Il nucleo più antico risale al XIII secolo, con ampliamenti successivi. Attualmente il maniero è sede staccata del Castello del Buonconsiglio di Trento e ospita numerosi re-perti storici della collezione provinciale, che invito vivamente a visitare. Prima della visita, il sottoscritto e i suoi validi collaboratori avevano preparato una ricca “merenda”: panini per tutti, crostate, dolcetti, il tutto “innaffiato” con vino o bibite. Dopo aver visto la Cascata Bianca e il Castello (e per qualcuno anche una sosta al bar del paese), chi a pie-di e chi in pullman, ci siamo portati al ristorante dove era previsto un pranzo con specialità locali. Parole di ringra-ziamento del responsabile nei confronti di chi ha proposto la gita e dato una mano nell’organizzazione. Un grazie particolare è stato rivolto a chi, come sempre, ha offerto la sopressa (la Pina), il pane (la Ivana) e il vino (alcuni a-mici di Carpen). Nel primo pomeriggio siamo risaliti in pullman per recarci sul lago di Molveno, con visita del paese e passeggiata sul lungolago per ammirare la bellezza del luogo, anche se in questo periodo sono chiuse il novanta per cento delle strutture, che riapriranno in occasione delle festività natalizie. Augurandomi di aver accontentato quanti hanno partecipato alla sesta gita organizzata dal gruppo, ringrazio tutti sentitamente con la speranza di ripe-terla anche il prossimo anno in un’altra località altrettanto incantevole.

Alla “Locanda Curto” di Quero-Vas Paolo Berra festeggia i vent’anni di gestione

di Alessandro Bagatella

Lo scorso 19 ottobre, alla “Locanda Curto” di Quero-Vas, si sono festeggiati i vent’anni di conduzione del gestore Paolo Berra. In questa giornata così particolare, Paolo non si è risparmiato nell’offrire da mangiare e da bere a tutti coloro che si sono recati nel suo locale per il consueto pranzo. Un turista brasiliano di passaggio, di professione giornalista, si è meravigliato a tal punto per la disponibilità del titolare (e per il piatto di pasta offertogli) da promette-re di dedicare a Paolo un articolo e spedirglielo: speriamo di vederlo presto! Anche nel corso della mattinata caffè e brioches gratis per tutti coloro che si sono soffermati al bar. Un grazie a Paolo Berra per la sua squisita generosità, con l’augurio di festeggiare anche il 40° anniversario…e oltre!

Castagnata al Carpen

di Alessandro Bagatella

Il Gruppo “Amici del Tomatico e del Grappa” e gli Amici di Carpen organizzano, sabato 28 novembre alle ore 20, una castagnata al Carpen presso la nuova sede degli Amici di Carpen. Sono invitati tutti coloro che credono nella nostra amicizia.

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Per motivi familiari regalo un cane maschio (nella foto a fianco), 6 anni,

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con microchip. Per informazioni telefonare al numero 340-8531184.

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informazioni telefonare al numero 329-3711893 e chiedere di Darian.

cronaca

asTerisco

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Amici del Tomatico e del Grappa La gita del 25 ottobre scorso al Castello di Stenico e Lago Molveno, in Trentino, ha riscosso il favore dei soci e simpatiz-zanti, numerosi nell’aderire all’iniziativa. Nella foto, di Gino Colombana, vediamo il gruppo in posa per la foto ricordo, a testimonianza di una giornata trascorsa in serenità e amicizia.

cronaca

A scuola per insegnare il

Grappa

Martedì scorso, 27 ottobre, invitato dal preside dell'università per anziani di Asolo, ho avuto il piacere di tenere due ore di lezione, presentando il mio libro sul Grappa, da me pubblicato a dicembre 2002, e spiegando circa 140 fotografie con proiezione digitale. Il mio pubblico era formato da più di cento persone, tutte interessatissime. Non è stato facile per me parlare per ben due ore! La soddisfazione è stata però tanta,

gratificato anche dalle numerose domande rivoltemi dai partecipanti. Chi voleva avere nozioni sulla tecnica fotografica, chi sul paesaggio del Grappa e chi, ancora, sulla sua storia. Ringrazio sinceramente il prof. Zordan per l'opportunità che mi ha dato. E’ stato per me un pomeriggio indimenticabile. Per chi fosse interessato a questo mio lavoro sul Monte Grappa e alla fotografia mi rendo disponibile a ripetere questa mia esperienza. Settimo Rizzotto http://www.settimorizzotto.it/

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Luisa Damin e Giovanni Deon festeggiano 92 anni

A distanza di due anni, ripubblichiamo una foto di Giovanni Deon, “Nani Cot” per i paesani, che il 25 novembre festeggia il 92° compleanno. L’uomo più longevo di Vas è immortalato in versione estiva, con l’immancabile cappello per proteggersi dal sole, il bastone per camminare in sicurezza e lo specchietto per controllare di essere sempre in ordine.

Complimenti Giovanni e tanti, tanti auguri!!! Il 10 settembre ha compiuto 92 anni anche Luisa Damin, vedova di guerra, donna forte e coraggiosa, che tanto ha fatto per crescere e far studiare i suoi due figli. Ancora oggi attivissima, vive da sola nella sua casa in riva al fiume, che lei ama tanto. In questa foto la vediamo in un momento di relax, vicino al bouquet di fiori regalatogli dal figlio Giorgio, per il suo compleanno. Anche a Luisa complimenti ed infiniti auguri!!!

I premi potranno essere ritirati presso la sede della Pro Loco di Segusino in

Corte Finadri entro la giornata del 30 novembre 2009.

Per informazioni

telefonare al: 3346549197

[email protected]

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1 Tre giorni soggiorno benessere 12642 Televisore LCD 19“ con digitale terrestre 14273 Vapornet 100 1522

4 Tratt. corpo presso il centro estetico “Anima e Corpo” di San Vito di Valdobbiadene 216

5 Idromassaggio plantare 12226 Monopattino elettrico 363

7 Kit prodotti da parrucchiere offerti dall’ “Insolito Look” di Segusino 801

8 Cena per due persone presso “osteria Jodo” Maser 2166

9 Pedicure presso il centro estetco “Anima e Corpo” di San Vito di Valdobbiadene 449

10 manicure presso il centro est. “Anima e Corpo” di San Vito di Valdobbiadene 1259

11 Caffettiera elettrica 133112 Forma di formaggio S’cek 256

La foto di copertina

(M.M.) Una originale composizione autunnale per la nostra copertina, che nasce da un lavoro… di equipe. Le squisitezze della natura sono state raccolte sui poderi (si usa ancora dire così ?) del nostro abbonato Giorgio Pisan, che ne ha fatto omaggio ad Antonio Remor, il quale ha curato la realizzazione della composizione e lo scatto, facendo a sua volta omag-gio dell’immagine alla redazione. Una catena quasi solidale, che porta fino alla nostra copertina in maniera quasi incon-sapevole, dato che l’ho praticamente rubata agli autori. Alla fine, però, siamo stati autorizzati a proporla anche alla platea dei nostri lettori. Un tema e dei colori che ben si adattano alla stagione. Buona visione!

asTerisco

cronaca

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Premio ai Bellunesi che hanno onorato la Provincia in Italia e nel mondo

Come già annunciato sul sito www.bellunesinelmondo.it, la cerimonia di conferimento del “Premio ai Bellunesi che hanno onorato la Provincia in Italia e nel mondo”, giunto quest’anno alla decima edizione,

avrà luogo sabato 12 dicembre 2009 nel Centro Culturale di Quero. Tre i premiati di questa edizione: Fiorelo Zanela, segnalato dall’Associazione Bellunesi nel Mondo per il settore solidaristico, orginario del Comune di Lentiai; Carlo Doglioni, segnalato dall’Associazione Bellunesi nel Mondo e Rotary Club per il settore cultura, originario del Comune di Feltre, Antoine Specia, originario del Comune di Quero da cui è stato segnalato, per il settore professionale. Quest’ultimo i nostri lettori lo hanno già conosciuto attraverso le pagine del numero precedente. Avremo modo di ritornare sull’argomento in un prossimo futuro.

Premio Leone d'Oro del Veneto 2009

Il premio quest’anno è stato dato alla Protezione Civile del Veneto e a Renzo Rosso, titolare della Diesel. Per la Protezione Civile sono stati premiati i volontari più anziani che hanno partecipato alla emergenza Abruzzo: uno per ogni provincia del Veneto. I premi sono stati consegnati dal Presidente del Consiglio regionale del Veneto, Marino

Finozzi, nella sede di Palazzo Ducale a Venezia. Per la Provincia di Belluno è stato premiato il volontario Luigi Da Pont, dell’Associazione AVAC FENRIR di S.Giustina, Associazione che fa parte del

Coordinamento di P.C. Feltrino, il cui presidente Cadorin Pietro era presente come ospite a questo prestigioso evento. In foto: con i volontari bellunesi posa Lino Toffolo, anche lui ospite della serata.

SCULTURE DI PAOLO SCHENAL Lo scultore feltrino Paolo Schenal a partire dal 2 novembre espone le proprie

opere in Comunità Montana Feltrina. Per la rassegna Atrio d’Autore, nell’ambito della quale si sta chiudendo un mese dedicato alla pittura, si apre dunque un nuovo evento,

dedicato questa volta alla scultura su legno. Nato a Feltre e residente a Pedavena, Paolo Schenal è da sempre un appassionato della lavorazione di questo materiale. Da diversi anni si dedica alla scultura lignea di stampo naturalistico-figurativo ricavando figure umane (nudi, torsi) e animali (cavalli in particolare). Ha frequentato per diversi anni il corso di scultura su legno organizzato dall’associazione culturale “Pietro Marchioretto” di Lamon e diretto dal maestro Antonio Bottegal. Ha partecipato inoltre a svariate mostre collettive (l’ultima a Feltre proprio quest’anno) e ha realizzato una mostra personale a Pedavena nel 2007. Negli ultimi anni ha preso parte a diversi concorsi di scultura su legno, ottenendo spesso ottimi risultati (un primo posto a Siror nel 2008 e un secondo posto sempre nel 2008 a Castello Tesino). Nel 2006 ha collaborato alla realizzazione del monumento in pietra “L’età della vita” a Lamon. La mostra potrà essere visitata fino al 30 novembre, nell’atrio della Comunità Montana, negli orari di apertura dell’ente.

Chiarimenti!!!

di Gioachino Tessaro

Caro Tornado, rieccomi qui a difendermi, questa volta da un certo signor Paolo Licini. Costui credo abbia preso fi-schi per fiaschi, in quanto non il sottoscritto lo ha tirato in campo, ma il signor Silvio Forcellini (vedere Tornado del 16/7/09). Che lei abbia approvato gli scritti (riportati) del signor Forcellini, a me non me ne può importar di meno, per il semplice motivo che io non la conosco affatto. Quindi, il suo giudizio, per me, non vale assolutamente niente. In quanto alla frase da lei citata, il sottoscritto non ha detto che lei “è tesserato” ma che “potrebbe essere tesserato”, ma sempre nel contesto del discorso riportato sopra. Da qui i fischi per fiaschi. Se la rilegga bene !!! E in confiden-za, se posso, voti pure per chi vuole, il mio era solo un modo, magari un po’ provocatorio, per far vedere alla gente che, quando vi mettono un po’ di pepe sulla coda, il vostro “aplomb” va a farsi benedire. Perché dico questo? Si-gnor Paolo Licini, lei parla di “dittatori” di turno, di “alleati” e di “lacchè”: ma di cosa sta parlando? Presumo lei abbia provato sulla sua pelle la vera dittatura, e non mi dica, per favore, che ci trova un’analogia con i nostri tempi. Penso avrebbe pagato di tasca sua per avere una “feroce” e “brutale” dittatura come quella ai giorni nostri. Non lo so se lo ha letto, magari su “Repubblica”, ma ultimamente sono nati più giornali “di sinistra” che “di destra”, o neanche que-sto non si può dire? E questa sarebbe dittatura? “Ma mi facci il piacere”, …direbbe Totò.

P.S. Ormai che ci sono, volevo dare un consiglio al signor Silvio Forcellini (mi ero riproposto di lasciar perdere, ma prendo l’occasione). Incomincio dai passaggi dal “tu” al “voi”, io veramente ne ho contato solo uno. (La prossima volta, se ci sarà, dammi pure del tu). Proseguo dicendoti che quando non hai le notizie di prima mano, e quindi ri-porti i ricordi di qualcun altro, per favore mettici anche il nome e cognome, lo fa anche il prete in chiesa quando leg-ge i Vangeli. (Ti ricordi che nei giorni delle nostre schermaglie, ci siamo incontrati da Rizieri e, con mio stupore, hai ammesso di non sapere neanche chi ero, finché il signor Sandro Curto non ti ha illuminato sulla mia identità?). Sbaglio? Quindi tu hai ripreso brani della mia vita solo sul sentito dire, non ti sembra un tantino scorretto? Perciò fa’ nomi e cognomi. Almeno al tizio gli posso chiedere lumi. E lo sai perché? Perché quello che ti ha fatto la soffiata e mi ha visto con gli adesivi del “Nicaragua” e della “Padania” (nessun pentimento naturalmente), se tutto ciò è ve-ro, deve avere una memoria di ferro dato che quella macchina l’ho venduta da quasi vent'anni e non mi ricordo più neanche il colore. E chi è, uno 007 della STASI (servizi segreti ex DDR) !!!

Diavolo di un Sandro Curto, agente della Ddr!

di Silvio Forcellini

Diavolo di un Sandro Curto! Ci conosciamo da più di trent’anni e mai avrei sospettato che fosse uno 007 della Stasi, finalmente smascherato dall’implacabile Gioachino Tessaro. E, nello stesso tempo, mai avrei immaginato che l’intera comunità alanese pullulasse di agenti segreti al soldo dei comunisti, visto che “la soffiata”, come la chiama il Nostro con involontaria comicità, è giunta da più parti. Agenti un po’ sgangherati, se mi è concesso, perché non mi sembra una grande impresa accorgersi dei due adesivi ben visibili sull’auto del signor Tessaro, uno inneggiante al Nicaragua, l’altro alla Lega Nord-Liga Veneta, in un bizzarro accostamento che all’epoca, ma guarda un po’, aveva colpito anche me, anche se non conoscevo ancora il nome del proprietario del veicolo. Signor Tessaro, se lo lasci dire: era davvero il segreto…di Pulcinella, altro che Stasi, e invocare in questo caso la privacy è davvero ridicolo: se non si vuol far sapere come la si pensa, non si appiccicano i suddetti adesivi al lunotto, è così semplice! Ma tant’è, il signor Tessaro, persona eclettica come pochi, non finisce mai di sorprenderci in quanto riesce contemporaneamen-te (e non è impresa da poco, gliene do atto!) a contraddirsi ad ogni piè sospinto, offendere tranquillamente chi si permette di non pensarla come lui (salvo adombrarsi se c’è poi chi gli replica con più o meno “aplomb”) e, non con-tento, tentar persino di farsi passare per vittima di un manipolo di illiberali “comunisti” (e magari anche lettori di Re-pubblica, che orrore!) da cui si deve difendere: un triplo salto mortale che neanche al circo… A questo punto, non mi sorprenderebbe, in quella che Mauro Mazzocco ha definito ormai “una saga”, dover assistere ad ulteriori punta-te… Che so, “Gioachino Tessaro contro Maciste, Zorro e Godzilla”…

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Alla Bensol di Quero diciassette in mobilità

La trattativa ha fatto scendere gli esuberi da 25 a 17, su una settantina di dipendenti della Bensol di Quero, ma non è bastato a sedare le preoccupazioni dei lavoratori. «La notizia - spiega un dipendente - ci è stata comunicata ieri durante un incontro fra sindacato e lavoratori. Durante l’assemblea - aggiunge - siamo riusciti a strappare alcuni sgravi alla triste situazione, ma sta di fatto che, quasi sicuramente, una ventina di noi si troverà presto senza lavo-ro». Interpellato in merito, l’assessore alle attività produttive del Comune di Quero Germano Mazzocco ha detto di non essere ancora stato messo al corrente delle intenzioni dell’azienda. «Sapevo che la ditta stava attraversando un periodo di crisi - dice - e che, già all’epoca della mia visita alle aziende comunali, aveva circa 18 dipendenti in cassa integrazione. Circa un mese fa, avevo contattato il titolare, del quale sono amico, per capire se vi fossero svi-luppi, ma, all’epoca, era ancora tutto fermo. Mi impegno comunque, già nei prossimi giorni, ad incontrarmi con la di-rezione per capire come stiano effettivamente le cose». La Bensol è un’importante azienda avviata dall’indimenticabile Antonio Bennato, fondatore della storica Moda Solaris, che produce occhiali iniettati e che negli anni ha presentato nelle principali fiere mondiali decine di collezioni. Da pochi mesi la Bensol aveva incorporato la Roma Optical, una piccola azienda in forte crisi (articolo di Fulvio Mondin, da “Il Gazzettino” di mercoledì 28 otto-bre).

Nuova indagine sullo stato di salute delle attività produttive queresi

La Bensol ha annunciato la messa in mobilità di 17 dipendenti e l’assessore alle attività produttive del Comune di Quero, Germano Mazzocco, ha subito effettuato una verifica sul campo per capire lo stato di salute delle aziende queresi e, in particolare, di quelle che lo scorso mese di luglio, all’epoca della sua prima indagine conoscitiva, pre-sentavano una situazione di incertezza. «Come avevo annunciato - esordisce Mazzocco - ho incontrato il titolare della Bensol che mi ha confermato la prossima messa in mobilità di un importante numero di dipendenti anche se, a conti fatti, la situazione presenta delle sfumature che le conferiscono delle attenuanti. Infatti - sottolinea Mazzocco - dei 17 esuberi previsti, 4 sono prossimi alla pensione e per 6 verrà attivato un contratto part time. L’azienda ha fatto quanto poteva per rendere meno dolorosa possibile la decisione dovuta ad una perdita di fatturato da parte dei clienti di oltre il 40% che ha costretto ad una riduzione di produzione giornaliera che è passata da 4.500 occhiali ai 2.300 attuali. D’altronde, dopo un anno di ricorso alla cassa integrazione non sono risultate percorribili altre strade e il prossimo 9 novembre ci sarà l’incontro con l’Associazione Industriali per definire nello specifico le mosse». Per il resto l’assessore fa notare una situazione di ripresa (almeno se si guardano i numeri dei cassintegrati) rispetto a lu-glio, ma di contro il clima generale non è parso brillantissimo e molti imprenditori si dicono preoccupati per la co-stante incertezza sul futuro. «Fra martedì e mercoledì - riprende Mazzocco - ho visitato 13 aziende. Se escludiamo la Bensol, le rimanenti 12 a luglio avevano 67 dipendenti in cassa integrazione mentre ad oggi i cassintegrati di queste 12 aziende risultano complessivamente 27. Il dato triste però è che, se non cambiano le cose, entro breve, 25 si troveranno in mobilità. Nel mio giro di monitoraggio ho trovato anche belle situazioni come, ad esempio, una ditta che ha aumentato il numero dei dipendenti» (articolo di Fulvio Mondin, da “Il Gazzettino” di sabato 31 otto-bre).

Zucche giganti

a Quero Non è solo Campo a offrire “raccolti mi-racolosi” o Caorera a poter essere con-siderata “il paradiso della zucca”. Anche via Toà, a Quero, da questo punto di vi-sta si difende bene, come testimonia la foto a fianco in cui i nostri abbonati Giu-seppe Ceccato e Bruno Melchiori posa-

cronaca

asTerisco

Non è solo Campo a offrire “raccolti miracolosi”o Caorera a poter essere considerata “il paradiso della zucca”. Anche via Toà, a Quero, da questo punto di vista si difende bene, come testimonia la foto a fianco in cui i nostri abbonati Giuseppe Ceccato e Bruno Melchiori posano orgogliosi con le zuc-che di produzione propria.

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NS Ass. NOVA SOSTENIBILE

Con il Patrocinio dei Comuni di Quero, Alano di Piave e Vas

un’iniziativa

“MoFFe 2009”…Monnezza Film Festival

Pellicole d’autore ad Alano, Quero e Vas per un’altra verità sulla strana abitudine di consumare l’indispensabile

per rincorrere il superfluo

- inizio ore 20.45 - ingresso libero

13 NOVEMBRE a VAS, IMPIANTI SPORTIVI

“Home” (Francia 2009) Un film di Yann Arthus-Bertrand prodotto da Luc Besson

Com'è il nostro pianeta visto dal cielo? Come l'impronta dell'uomo l'ha modificato e messo in serio pericolo? Besson risponde a queste domande attraverso un volo ideale attorno alla Terra, focalizzando l'attenzione sull'importanza di preservare la bellezza e le risorse di una pianeta in pericolo.

20 NOVEMBRE ad ALANO DI PIAVE, CASA DELLE ASSOCIAZIONI, via Tenente De Rossi

“The End of Suburbia - La Fine dei Sobborghi” (Canada - Stati Uniti 2004) Attraverso questa pellicola, Gregory Greene e Barry Silverthorn annunciano la fine dei “suburbia living”, concetto americano tradotto con la seguente formula: (zone residenziali + strade + macchine) x petrolio = benessere economico. L'equazione che ha retto lo sviluppo occidentale non ha tenuto conto della sua più importante variabile: l’esaurimento del petrolio. Sarà presente Enrico Biasolo, curatore dell’edizione italiana ed economista

INCONTRO PUBBLICO A QUERO, CENTRO CULTURALE

27 NOVEMBRE

- ore 20.30 -

RIFIUTI: RICICLARE O INCENERIRE? a confronto soluzioni, costi e nocività

per una questione che riguarda tutti i cittadini

Interverranno:

Dott. G. Salvador, responsabile rifiuti ed energia del WWF - sezione Veneto Dott.ssa C. Poli, imprenditrice titolare del Centro Riciclo di Vedelago (TV) Dott. C. Panizza, medico, associato Isde “medici per l’ambiente” Ing. B. Zanolla, assessore provinciale e presidente Bim Infrastrutture

…e altri relatori da confermare!!!

Tutta la cittadinanza di Quero, Alano di Piave e Vas è invitata!!!

attualità

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Cilladon, Chipilo, Asolo Un viaggio lungo un secolo

Presentazione del racconto “Al prim”, scritto in veneto-chipileňo, il 28 novembre ad Asolo, Treviso, con la partecipazione del presidente dell’associazione Soraimar, Gianluigi Secco, lo scrittore e giornalista Ivano Pocchiesa e altri artisti e studiosi del fenomeno dell’emigrazione.

Il racconto “Al prim” (Il primo) narra di Giuseppe Roman (1870? - 1896), nato a Cilladon, Quero, provincia di Belluno, e morto a 26 anni d’età a Chipilo, fondatore del cimitero della comunità. Scritta interamente nella variante linguistica chipileňa della lingua veneta, che lo scorso 7 ottobre ha celebrato 127 anni di conservazione linguistica in Messico, “Al Prim”, servendosi del tema del ritorno del morto, compie un percorso attraverso i cambiamenti socio-culturali di questa comunità, utilizzando la lingua come primo termometro d’identità, ed è una allegoria della conservazione o perdita dell’identità individuale e collettiva. Su “Al prim” così si è espresso lo scrittore ed editore Gianluigi Secco: Attraverso Giuseppe, il morto-che-torna, primo ospite del cimitero del paesino, reincarnato e inviato dalle anime del ‘paradiso della Comunità a verificare le trasformazioni accadute in un secolo, si possono verificare i cambiamenti di tutte le variabili in gioco già menzionate. In questo senso il testo diventa davvero la bibbia chipilena più aggiornata, sicuramente quella più significativa perché rivissuta in modo attuale, critico e drammatico. E sulla mia scrittura in veneto, Gianluigi Secco ha commentato: Negli ultimi tempi, grazie a internet, sono entrato in contatto con Eduardo Montagner Anguiano, di Chipilo, ed ho potuto cominciare a leggere alcune sue opere in dialetto o lingua, la si chiami come si vuole, chipilese (segusinese), dialettale veneta o messicana. Credo di poter dire che si tratta di uno

scrittore vero e importante; secondo me il migliore della attuale nostra letteratura veneta. Il suo modo di scri-vere, almeno per quanto riguarda il chipilese – dato che la sua prosa di romanziere messicano non sono anco-ra in grado di valutarla – è molto poetico e sintetico nel passaggio del discorso tra diversi livelli di intuizione e di rappresentazione. È come se un filo di lucida pazzia, nel senso di percezione al di sopra, al di fuori del di-scorso, rimanesse sempre tesa, pronta a dar appiglio, conforto, alle domande dello scrittore quando egli tal-volta si fa bambino ovvero torna al suo io innocente (ne ha molto che fa capolino). Al centro del suo discorso esistenziale è, a suo modo, e non da intendersi in modo irriverente, un altro verbum che si fa carne nella sua interpretazione di tradizione come credo popolare (religio) e trova la sua massima essenza nella parola, nel suo verbo dialettale. Una tradizione e una lingua in crisi, sono l’emblema di una società che, se non in disfa-cimento, è certamente in rapida trasformazione, nei suoi comandamenti e nella sua necessità di linguaggio (o multilinguaggio). La parola come caposaldo è in crisi: Eduardo lo evidenzia continuamente sia con le sue strane coniugazioni di termini che cercano di portare linfa vitale al concetto, sia apparentemente abusando di quel termine cosar che vuol dire nulla e tutto, secondo ciò che si vuole. L’obbligo conseguente del lettore è quello di prendersi la responsabilità interpretativa di quel vuoto ammiccante ed è forse proprio questo il punto chiave della possibile risposta positiva al rinnovamento del rapporto con lingua e tradizione. Tratto da: http://eduardomontagner.blogspot.com/2009/10/presentacion-en-italia-de-la-novela-al.html

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L’esito del voto nella conca: a Bersani il 46,3%, a Franceschini il 30,9%, a Marino il 22,8%

Le “primarie” del Partito Democratico nel Basso Feltrino

di Silvio Forcellini

«Nonostante tutto, noi ci siamo». Credo sia stato questo il pensiero prevalente della maggior parte degli oltre 3 milioni di elettori e simpatizzanti del Partito Democratico recatisi domenica 25 ottobre negli oltre 10.000 seggi allestiti in tutta Italia per eleggere il segretario nazionale, i segretari regionali e le rispettive assemblee. «Noi ci siamo»: nonostante un partito - a due anni dalla nascita - dai contenuti ancora indistinti; nonostante un’opposizione sinora incerta e, in qualche caso, addi-rittura sciatta; nonostante una classe dirigente litigiosa al suo interno e “avvitata” in strategie tanto

sottili quanto perdenti; nonostante comportamenti individuali eticamente censurabili, se non penalmente rilevanti, di alcuni suoi esponenti di primo piano. «Nonostante tutto», dicevo, il “popolo del centrosinistra” ha voluto ugualmente dare un’ulteriore chance, forse l’ultima, al Pd, che si ritrova ora - grazie alle “primarie”, il suo elemento sicuramente più identitario - con un nuovo segretario e, soprattutto, con una ragguardevole base di persone su cui contare. Semplici cittadini che, in una domenica assolata, si sono recati numerosi ai seggi, si sono messi pazientemente in fila e, addirittura, hanno versato un contributo di 2 euro per poter esprimere la propria preferenza. Non perché Ber-sani, Franceschini e Marino siano leader dal travolgente carisma, né sull’onda di un entusiasmante dibattito con-gressuale, ma nella speranza di una politica migliore, con l’obiettivo di far decisamente cambiar passo al principale partito d’opposizione, renderlo più credibile e autorevole e infondergli così la forza necessaria per mandare a casa quello che è percepito come “il peggior governo della storia repubblicana”. Come ha ben ricordato il politologo Ilvo Diamanti, uno dei motivi di questa partecipazione al di sopra delle aspettative, tra l’altro proprio all’indomani dell’esplosione del caso Marrazzo, è «che gli elettori del centrosinistra sono pronti a mobilitarsi se si forniscono loro occasioni serie e ragionevoli ragioni. Come hanno fatto anche stavolta. Quasi per riflesso condizionato. Alcuni - più di quanto si pensi - per disperazione. Come estremo atto di fiducia. Per non lasciare nulla di intentato». Un atto di generosità e di responsabilità, dunque, qualità rare ai vertici. Tutto inutile? Niente affatto! Comunque la si pensi, quella del 25 ottobre è stata soprattutto una bella giornata di democrazia dal basso, che è auspicabile possa segna-re un punto di svolta nello stagnante e deprimente panorama politico italiano e dare una scossa positiva al Pd, in cerca di identità da troppo tempo, rendendolo finalmente un’appetibile alternativa di governo. Spetta però ora alla nuova dirigenza non vanificare (ancora una volta) questa apertura di credito che gli viene accordata. Emblematica la dichiarazione di un’elettrice all’uscita dal seggio: «Sono andata a votare e sono felice che tante persone abbiano partecipato. Vorrei informare il nuovo segretario che tanta partecipazione non lo autorizza a fare come gli pare. Che vogliamo un partito serio, che si liberi dei personaggi che inciuciano e intrallazzano con la criminalità, dove l’onestà e la trasparenza siano una cifra. Un partito che non trami tra le correnti, che non spartisca posti tra gli amici e si li-beri di chi ha questa mentalità. Un partito di gente onesta che lavora nell’interesse del Paese e che pensa a se stessa come “servitori dello Stato”». Tra i 3.067.821 “speranzosi” ci sono anche i 124 alanesi, queresi e vassesi che hanno votato nel seggio allestito presso l’Hotel Tegorzo dal circolo del Pd del Basso Feltrino (un dato comples-sivo che ricalca quello delle “primarie” del 14 ottobre 2007, quando a Villa Cinespa votarono in 131). Andando ai ri-sultati di queste “primarie” (in cui, per la prima volta, si è assistito a una competizione “vera”), nell’elezione per il se-gretario nazionale gli elettori del Basso Feltrino si sono così espressi: 57 voti a Pierluigi Bersani (pari al 46,3%), 38 voti a Enrico Franceschini (pari al 30,9%), 28 voti a Ignazio Marino (pari al 22,8%), più una scheda bianca. Per quanto riguarda invece la segreteria regionale, questo l’esito: 51 voti a Rosanna Filippin, mozione Bersani (pari al 42,1%), 41 voti a Felice Casson, mozione Marino (pari al 33,9%), 29 voti ad Andrea Causin, mozione Franceschini (pari al 24%), più tre schede bianche. Dati che si discostano un po’ sia da quelli nazionali, dove Ber-sani ha prevalso con il 53,15% davanti a Franceschini (34,31%) e a Marino (12,54%), che da quelli regionali, con Filippin al 46,13%, Causin al 30,82% e Casson al 23,05%. A Pierluigi Bersani, dunque, il compito di guidare un’opposizione seria nei toni, ma dura nella sostanza, più dura di quanto sia stata finora, e di affrontare il rinnova-mento interno al partito, che non sia la mera riproposizione della vecchia nomenklatura. Dando ascolto alle richieste della base, che possono efficacemente essere riassunte nell’accorato appello di un altro elettore: «Per favore, gli eletti non sprechino anche questo risultato, non deludano ancora una volta coloro che hanno dato una ennesima prova di attaccamento alla democrazia»…

Alano, la “pindolata d’autunno”

La terna composta dal capogruppo ANA Valentino Rech, dal campione uscente Ivano Masocco e da Mario Collavo, si è aggiudicata la “pindolata d’autunno” 2009 che ha visto in campo ben 69 concorrenti che si sono dati battaglia lungo via tenente De Rossi. Obiettivo cercare di essere i primi a far entrare il proprio “pindol” nel contenitore posto alla fine del percorso di gara. Un appuntamento, quello organizzato dal GS Alano e dagli ex emigranti in collabora-zione con l’Ana e l’Associazione Fanti, che, anno dopo anno, cresce costantemente restituendo sempre più allo sport del “pindol-pandol” una valenza che si era persa negli anni e che gli alanesi stanno rivalutando assieme a tan-ti altri giochi d’un tempo, come si è potuto vedere alla recente Festa dei Ciodet. «Il nostro obbiettivo - ha spiegato il presidente del GS Alano Claudio Dal Canton - è quello di avvicinare i giovani a questo sport attraverso un’iniziativa nata in sordina alcuni anni fa ma che si sta rivelando talmente partecipata che, per il futuro, richiederà una riflessio-ne» (articolo di Fulvio Mondin, da “Il Gazzettino” di sabato 24 ottobre).

La raccolta firme promossa nella frazione è già arrivata a quota 600

Riduzione di orario alle poste di Fener, incontro interlocutorio in Prefettura

di Silvio Forcellini

Incontro interlocutorio, quello svoltosi martedì 27 ottobre in Prefettura a Belluno. Attorno al tavolo del prefetto, dottor Carlo Boffi, si sono riuniti gli amministratori di quei Comuni (Alano di Piave, Arsiè, Trichiana e Ponte nelle Alpi) inte-ressati dalla riduzione di orario messa in atto da Poste Italiane in alcuni uffici postali operanti nel territorio di compe-tenza, i rappresentanti dei comitati spontanei di cittadini formatisi in difesa dell’orario tradizionale (per la frazione fe-nerese era presente l’avvocato Sonia Rinaldo), il presidente della Provincia di Belluno Gianpaolo Bottacin e, ovvia-mente, Poste Italiane nella persona del direttore provinciale, dottoressa Francesca Massagli. I quattro sindaci (Fa-bio Dal Canton di Alano di Piave, Ivano Faoro di Arsiè, Giorgio Cavallet di Trichiana e Roger De Menech di Ponte nelle Alpi), decisi a far fronte comune contro una decisione che penalizza i propri cittadini, hanno ricordato i proble-mi di chi abita un territorio particolare come quello bellunese, contestando con argomenti inoppugnabili una deci-sione unilaterale presa a Roma da Poste Italiane sulla base di parametri validi in tutto il territorio nazionale ma che non tiene affatto conto dei disagi del vivere in montagna. Hanno sottolineato inoltre il fatto che, in occasioni prece-denti, la riduzione di orario, pur se inserita in un’ottica di razionalizzazione del servizio, non è stata altro che il primo campanello d’allarme che ha portato, alla fine, alla chiusura definitiva degli uffici. Sulla stessa lunghezza d’onda an-che il presidente provinciale Gianpaolo Bottacin, che ha dichiarato: «Iniziare a garantire un mezzo servizio ai citta-dini è solo il preludio alla cancellazione totale dello stesso, e noi non possiamo accettarlo. Soprattutto per le zone periferiche di montagna, quello degli uffici postali è un servizio storicamente essenziale e un presidio importante». Poste Italiane ha replicato manifestando anzitutto la sua intenzione a non chiudere affatto gli uffici in oggetto, ma ha motivato la riduzione d’orario con il numero di operazioni medie giornaliere che vi si svolgono, ritenute non soddi-sfacenti, promettendo altresì una maggior attenzione alla qualità del servizio nei tre giorni di apertura. A parte il fatto che la qualità del servizio dovrebbe essere una pre-condizione assodata, a prescindere dalle ore di apertura, è sta-to anche obiettato dai presenti che la chiusura nei rimanenti tre giorni della settimana comporta, a Fener come negli altri paesi interessati, il formarsi di lunghe code alla cui vista molti potenziali clienti si sottraggono preferendo recarsi in uffici meno affollati nelle vicinanze: per forza, poi, le operazioni in loco non sono quelle auspicate! La riunione in Prefettura si è conclusa con la richiesta di un nuovo incontro tra le parti, sollecitato dal prefetto Boffi e da tenersi en-tro il mese di dicembre, in cui Poste Italiane dovrebbe dare una chiara risposta in merito alle sue intenzioni future. Per il momento, dunque, l’orario dell’ufficio postale di Fener rimarrà invariato: aperto il lunedì, il mercoledì e il saba-to dalle ore 8.30 alle ore 14.00. Continua, nel frattempo, la raccolta di firme contro la riduzione dell’orario promossa nella frazione dagli avvocati Sonia Rinaldo, Cinzia Rinaldo e Matteo Maccagnani, petizione cui hanno già aderito più di 600 cittadini.

Consiglio comunale di Alano

di Ivan Dal Toè

Assente giustificato il sindaco Fabio Dal Canton, il Consiglio comunale approva il piano casa e, prevedendo un ulte-riore bonus di sconto sugli oneri di urbanizzazione, dà un forte segnale all’incentivo della bioedilizia e all’utilizzo di fonti rinnovabili. Nonostante la sintonia e l’atteggiamento di collaborazione che ha visto protagonisti maggioranza ed opposizione, l’adozione della legge regionale discussa venerdì 30 ottobre sul filo della scadenza approvativa, si è però dimostrata un parto difficile. Dubbi interpretativi in merito alla definizione di prima casa hanno visto protrarsi il dibattito per oltre un’ora necessitando dell’intervento di un tecnico comunale interpellato per sciogliere alcuni nodi. A sollevare la questione è stato il consigliere di NuovAlano Giampaolo Spada che, in merito all’ “obbligo di mante-nere la residenza per ventiquattro mesi dall’entrata in vigore della legge regionale”, ha sottolineato le ambiguità in-terpretative della dicitura. Per Spada, la formulazione di tale prescrizione consentirebbe la residenza anche per solo un giorno, se fatta a ridosso dei termini previsti. «Una possibilità - ha detto Spada - a vantaggio di chi, possessore di una seconda casa, volesse specularvi». Il dubbio interpretativo ha così innescato una discussione solo parzial-mente risolta con l’intervento di un tecnico comunale chiamato da altra sede per avere delucidazioni in merito. Alla fine, con la minoranza che ha optato per l’astensione denunciando lo scarso tempo a disposizione per valutare l’argomento, il Consiglio ha bypassato la questione affidandosi, con specifica sottolineatura messa a verbale, alle disposizioni regionali. Salvaguardate le norme sulle distanze dai confini e considerata l’estensione del centro storico che funge da vincolo per gli aumenti di cubatura, si prevede che le richieste di ampliamento siano decisamente par-che. Chi invece intendesse costruire con materiale ecologico o servirsi di energie rinnovabili potrà godere di uno sconto sugli oneri pari all’80%. La maggioranza ha infatti recepito la proposta dell’opposizione di incrementare del 20% la riduzione già prevista dalla legge. Rispetto all’interrogazione della minoranza che chiedeva delucidazioni sui tempi celeri con cui la “casa brusada” di Fener è stata abbattuta privilegiandola ad altre situazioni “più pericolose”, quali ad esempio quella che riguarda l’annosa questione della “casa dei gatti” di Campo, il vicesindaco Luigi Code-mo ha risposto che la demolizione è stata favorita dalla possibilità di usufruire dei mezzi di Veneto Strade presenti

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Popolo di falsari di Martino Durighello

Noi, (probabilmente non solo noi; ma, in questo caso gli “altri” mi interessano relativamente) noi italiani siamo dei gran falsari. No, non intendo dire che coniamo monete o che stampiamo e spacciamo monete false. No, no! Noi siamo fal-sari di parole e di conseguenza di concetti, di idee, di conoscenze: noi falsiamo il linguaggio, spacciamo termini lingui-stici falsi, fasulli o in modo fasullo. Eufemismi, insomma: figure retoriche con le quali si velano idee spiacevoli o scon-ce, mitigando le espressioni. Insomma… moneta falsa! E così “truffiamo” la gente. La gente, che, già intontita da politici, conduttori, pubblicisti, “testimonials” (veramente que-sti ultimi dovrebbero essere detti, imbonitori di fiera, cialtroni, ciarlatani), la gente, che senza minimamente accorgersi della moneta (linguistica) falsa con cui è bombardata quotidianamente, finisce (o è già finita?!) per non capire più nien-te, incapace di distinguere il vero dal falso, di comprendere se ciò che si dice, si scrive, si legge è reale o fittizio. Eufemismi! Oppure volgarità gratuite. E, nell’uno o nell’altro caso, “moneta falsa”. Qualche esempio concreto? Finchè volete: ce n’è così tanta e per tutti i gusti, tanto che il problema sta solo nello sce-gliere. Un individuo è sempre così pieno come un otre? Un ubriacone, insomma? Alt! Non dirlo: potresti essere possibile di querela. Alcoolizzato, Allora. No! Parola volgare; si diceva un tempo, quando erano povera gente, individui ridotti in miseria o vagabondi, o “pelandroni”. Ora sono persone che… hanno i soldini. E i soldoni… No, “alcoolizzato” non si dice più! Al-colista? Superato! Oggi si dice “etilista”. Bella parola, elegante, che suona bene: etilista! Proprio come marmista, pro-fessionista, equilibrista, specialista, salmista… Ma il marmista lavora il marmo, il professionista esercita una professio-ne (arte nobile), l’equilibrista lavora nel circo (a meno che non sia un politico), lo specialista ha competenza in qualcosa, il salmista scrive o recita o canta i salmi… Che fa l’etilista? Non lavora, non esercita, non dà spettacolo (o forse si, ma gratis), non ha particolari competenze, non è poeta, fine dicitore, cantante; non fabbrica né estrae “etile” (radicale dell’alcool etilico, derivato dall’etano, gas conte-nuto nel petrolio; liquido incolore, molto volatile, usato in anestesia); non è nemmeno un chimico: lui ingurgita in grande quantità vini e liquori e basta! E’ un alcolizzato! No, non si dice…(del resto, ho scoperto che il significato di questo aggettivo vale… raffinato!?!) E allora? Bando agli eufemismi (verbalismi falsi): chiamiamolo semplicemente “ubriacone cronico” e tutto sarà più chia-ro, tutti capiranno alla perfezione. Un tempo colui o colei che aveva un grave difetto fisico o mentale era detto porogramo cioè povero e misero: termine dialettale che, a mio parere, non aveva nulla di offensivo; anzi: era espressione compassionevole, di pietà, di compar-tecipazione alla disgrazia altrui: povero e misero. La lingua italiana poi era ricca di termini più specifici atti ad indicare ogni tipo di menomazione fisica o mentale da cui fossero stati colpiti questi diseredati da madre natura o dalle vicende della vita. Avevamo quindi: demente, idiota, minorato, autistico, ritardato, mongoloide (poi addolcito in “affetto da sindrome di Down”!); ed ancora: zoppo, sciancato, muto, sordo, cieco… Poi tutta questa terminologia fu dichiarata “lesiva della persona” e sostituita con …cerebroleso (e/o psicolabile) e disa-bile. Ma anche questi termini suonavano troppo crudi, ed allora si passò ad “handicappato” (tanto… non è italiano e perciò nessuno capisce e quindi non può sentirsi offeso). Ma qualcuno disse che non andava bene e presto “handi-cappato” fu sostituito da “portatore di handicap”. (Handicap, termine sportivo inglese che letteralmente significa “tene-re” ( la mano) sul cappello”: gareggiare in questa posizione è indubbiamente uno svantaggio e quindi il soggetto in questione è definito semplicemente e genericamente “svantaggiato”!) Tutto bene, allora. Ma neanche per sogno! Forse qualcuno si è reso conto della stupidità di tale definizione (chiamia-mola così) o forse no, fatto sì è che l’ultima (per ora) soluzione è: diversamente abile. (In che cosa?!...) Grande idea! A me, sinceramente, questo eufemismo sembra una presa in giro. Sì, perché da tutto questo girare e rigi-rare il dito nella piaga, diseredati e incidentati non traggono alcun vantaggio. Finiamola di giocare con le parole. Con gli eufemismi non si migliora il mondo, né si cura la gente. Le si da solo…moneta falsa! Io ricordo, e, sinceramente con affetto, alcuni alanesi (sono originario di Alano e non ho conoscenza delle situazioni di altri paesi): Toni Orbo, il Sordo della Contrada, la Carmela Trula, Sesto Vento, il Mut… oggi li diremmo non vedenti, non udenti, diversamente abili; ma, il rispetto, l’affetto, l’umanità … vanno cambiati anche questi sentimenti? C’erano, una volta, le calchere: luoghi dove esistevano le fornaci e si ammonticchiavano sassi da calce: scarpate nei pressi dei torrenti dove, sparite le fornaci, si rovesciava di tutto: sassi, erbacce, ferri vecchi, bandòt di tutti i tipi e di tutte le misure, vetri e bottiglie rotte, scoaže… «Onde òe da trarla, sta roba» «Trala dό par le calchere». Non era certo una bella cosa, ma, allora, non esistevano le “isole ecologiche”. Non ce n’era bisogno: i rifiuti organici andavano sui letamai e finivano nei campi e gli “inerti”, appunto, dό par le calchere; che si trovavano un po’ fuori mano, via dal centro abitato e dalla vista della gente. Oggi ti beccheresti la multa, e giustamente; ci sono i punti di raccolta, specifici per ogni tipo di rifiuti: immondizie urbane solide, umidi, vetro, carta, plastica vanno nei cassonetti che fanno bella mostra di sé in tutte le vie e le piazze e il resto nelle “isole ecologiche”. (e i tossici? Negli appositi bidoni, dove as-solutamente non entrano…) Quando sentii la prima volta usare questo termine pensai si trattasse di discorsi (logia=discorso) scientifici relativi all’eco (ripercussione di suoni prodotti da riflessioni di onde sonore) cioè: scienze dell’eco! Ma, mi dissi: di quale suo-no? (eco=suono). Che ignorante! Ben presto capii che non di ECO (eco) trattavasi, ma di OIKOS (casa, abitazione); quindi ecologia è studio dell’ambiente degli esseri viventi! L’isola ecologica dovrebbe, perciò, essere un luogo circoscritto (l’isola è terra circondata dal mare) nel quale si studia-no gli esseri viventi e il loro habitat, cioè “luogo ove abita la vita”. In realtà è il logo dove la vita…muore! Eufemismo! Non sarebbe più logico chiamarla semplicemente discarica? Eh no! Discarica è parola “sconcia”, richiama ammasso di rifiuti! Ma lo è! Sì, però non si dice! Proprio come “porogramo”. Porigrami noi!

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Ma di eufemismi oggi si usa e si abusa a tutto spiano, vuoi per ignoranza, vuoi per malafede, snobismo, cattiva edu-cazione, finto pudore. E di volgarità, per le stesse ragioni o tutto il contrario, ma soprattutto per cattiva educazione, per abitudine, per imita-zione, per farsi notare… Spesso, convinti di parlare forbito e raffinato, molti fanno la figura, come si diceva ai miei tempi, di chi al voleva parlare in cicara e al xe cascà in piatelo. Ricordo le risate, a dir il vero piuttosto maleducate, che ci facemmo a spese di quel distinto signore che disse:«Mi di-spiace, ma sono “costipato”», senza rendersi conto di aver dichiarato di essere, non come intendeva lui “raffreddato”, ma… “stitico”! Una volta, durante un’accesa discussione, mi capitò di dare all’interlocutore (non sono nemmeno io senza peccato) del “coglione”. Giustamente si offese: «Ma bravo! E sei un maestro; bella educazione!» «Hai ragione» ammisi «Ti chiedo scusa: mi è sfuggito. Però ti devo dire che sei proprio un gran minchione!» «Già meglio» sentenziò, a denti stretti. Ma, “minchione”, termine che molti giudicano…raffinato e corretto, deriva da “minchia”, espressione dialettale sicula e volgarissima che indica il membro virile, mentre “coglione” deriva da “coglia”, vocabolo scientifico, italianissimo e di no-bile etimologia che indica la sacca dei testicoli. Un’altra volta mi capitò di dare (l’ho detto che non sono senza pecca-to…) del rompicoglioni ad una persona che si ritiene molto… pudica. Alle sue rimostranze mi scusai, ovviamente, ma precisando: «Però, se permetti, a volte sei proprio un didimoclasta» «Didimo che?» «Didimoclasta» «Ah; e che vuol di-re?» «Rompicoglioni». Eufemismi! Esistevano nei tempi andati le “case chiuse” (che è proprio un eufemismo; ed un falso, perché quelle “case” tenevano la porta aperta…) Più volgarmente erano dette “casini” (il parlamentare non c’entra) e dentro c’erano le puttane. Oggi le abbiamo per le strade, però si chiamano “professioniste del sesso”. In compenso, a parte tutti gli altri inconvenienti, rischi l’A.I.D.S. e “casino” è una parola che si dice come mangiar caramelle. È ben vero che le lingue si evolvono e le parole, nel tempo, mutano di significato. Villano oggi è un’offesa, ma significava persona di rispetto: colui che abitava in villa. Casino, che, come abbiamo detto indicava un locale non tanto perbene ed essere invitati ad andarci non era proprio garbato, ora, dacché la famigerata legge Merlin (che si potrebbe definire “legge eufemistica”) li ha vuotati, il vocabolo ha assunto l’innocuo significato di “confusione”. Però, sentire espressioni come: «Uh, che casino ho combinato» o «Che figo quel ragazzo» «Mi sono rotta, uffa!» «Ne ho piene le palle» «Fichissimo, ciò», uscire dalla bocca di tante ragazzine, lascia perlomeno perplessi. Sincerità e non eufemismi, pane al pane, sì, però… Però, ragazzine, lasciate certe espressioni in bocca ai “ragazzacci” (che non fanno, usandole, proprio bella figura) e voi vedete di non perdere la vostra “femminilità”: sarete più apprezzate anche da quei maschiacci, che le volgarità le usa-no, sì, per sentirsi uomini, per spavalderia, per darsi importanza, ma non amano sentirle da voi.

lEttERE al tORNaDO

Allevi, la musica e l'Osservatore di Roberto Cotroneo

Abbandoniamo per un giorno i temi politici. E concentriamoci su quelli culturali. Ieri su un giornale molto particolare, "L'Osservatore Romano" è apparsa una recensione davvero interessante. Il critico musicale Marcello Filotei scrive un articolo fortemente polemico nei confronti del pianista Giovanni Allevi e della sua musica. Dice: "Giovanni Allevi non è affatto "strambo", è costruito con una cura assoluta ed è la rappresentazione oleografica del compositore, così come se l'aspetta chi non ha molta consuetudine con le sale da concerto". E più avanti: " il compositore marchigiano arriva e offre al pubblico quello che già conosce... E questa è la forza culturalmente pericolosa dell'operazione Allevi: convincerci che tutto quello che non capiamo non vale la pena di essere compreso. Rassicurati sul fatto che "non siamo noi ignoranti, sono loro che non sanno più scrivere una bella melodia", potremo finalmente andare fieri di non avere mai ascoltato Stravinskij". La recensione del quotidiano della Santa Sede è molto stimolante. Non tanto per il fenomeno Allevi, che di per sè ha pochissimo di interessante, quanto sul fatto che il pianista marchigiano definisce la sua musica: "classica contemporanea". In realtà la musica classica sta ad Allevi come la pizza napoletana sta a quella che vendono surgelata in Germania. E Allevi stesso è un fenomeno commerciale, che porta con se tutti i luoghi comuni sulla musica, sul pianoforte, sull'esecuzione pianistica. Qualunque persona di media cultura musicale capisce immediatamente di che musica si tratta: roba da aereoporto o studio dentistico, perfetta per rimanere in sottofondo. Ma é soprattutto una musica che non ha ambizioni, né di essere ricordata, né di essere ascoltata con emozione. Eppure è ormai qualche anno che ci si sente ripetere sempre la stessa cosa. Allevi compositore strambo, ragazzino capace di incantare quando siede alla tastiera. E invece se lo ascolti dal vivo ti accorgi che il suo suono non è mai pulito, che la dinamica pianista di Allevi è incerta, e che persino la tecnica non è al livello di un pianista degno di questo nome. Per non parlare del livello delle composizioni. Ma queste cose non le scrive nessuno, perché i critici dei giornali non sono critici, ovvero non sono persone con una preparazione specifica per capire certe cose, ma sono giornalisti che esprimono giudizi. Ovvero persone prive di una vera preparazione che si inventano canoni che non esistono. Il critico dell'"Osservatore" aggiunge: "In un Paese come l'Italia - dove c'è chi, come Alessandro Baricco, arriva a scrivere e dirigere film per spiegare che Beethoven è sopravvalutato - è abbastanza frequente che si cada nel tranello dell'artista svagato. Certo non è colpa dell'artista in questione, ma di un sistema scolastico fatto di flauti dolci e Fra Martino campanaro che spesso non fornisce gli strumenti per distinguere Arisa da Billie Holiday, figuriamoci Puccini da Allevi". Io direi che è colpa di tutti. Di tutti quelli che hanno inventato casi, fenomeni, scrittori, geni della musica, artisti che non avevano peso e valore, per moda e per debolezza, e perché proni a un'industria culturale capace di manipolare i media. Il risultato è quello che abbiamo sotto gli occhi. È quello che vado a ripetere qui da mesi. Il crollo culturale di un paese che va di pari passo con il crollo morale. Riguardo ai flauti dolci, magari si insegnasse davvero a suonarli, sarebbe già qualcosa. 30 luglio 2009

http://www.robertocotroneo.net/

Il nostro abbonato Gilberto Meneghin Neirotti ci segnala il pezzo qui a fianco riprodotto, trovato sul sito di Roberto Cotroneo, critico musicale, e ci invita a riflettere sulla qualità dei prodotti culturali oggi propagandati dai mass-media.

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Carta d’identità: durano 10 anni anche le vecchie Quelle fatte dal 26 giugno 2003 in poi sono automaticamente prorogate di 5 anni

(M.M.) Una precisazione che va fatta dopo aver sentito qualche cittadino riferire di essersi visto rifiutare la carta d’identità, in qualche ufficio, perché priva della proroga apposta dal Comune. Questa proroga è utile perché dà la pos-sibilità istantanea di verificare la validità del documento, ma anche senza il documento resta valido, perché la proroga è automatica per forza di legge. Basterebbe che gli operatori fossero aggiornati…

Quero, la centrale idroelettrica Realizzata tra il 1957 e il 1960, la centrale idroelettrica di Quero, sul fiume Piave, è ubicata nel comune di Quero, in

provincia di Belluno. È una centrale ad acqua fluente con un bacino imbrifero di circa 1474 km2; un canale derivatore lungo 17 km (di cui 12 in galleria) convoglia le acque intercettate dallo sbarramento di Busche sul fiume Piave fino alla vasca di carico dotata di sfioratore. Lo sbarramento di Busche è costituito da una parte mobile con tre paratoie di scarico lunghe 33 metri ciascuna e provviste di ventole superiori, e da una paratoia sghiaiatrice da 10 metri; la parte fissa è costituita da un ciglio fiorante in calcestruzzo lungo 125 metri. oco prima del tratto in galleria, in località Anzù, una stazione di pompaggio provvede a pompare acqua dal torrente Sonna nella galleria di adduzione tramite due pompe da 1 m3/sec. ciascuna. La centrale è situata

sulla sponda sinistra del torrente Tegorzo, poco prima della confluenza di quest'ultimo nel Piave, in località Fener, tra i comuni di Alano di Piave e Quero. n canale di scarico lungo oltre 1 km restituisce le acque utilizzate immettendole direttamente nel bacino di calma del canale Brentella di Pederobba, da cui ha poi inizio un articolato sistema di derivazioni che consente non solo la produzione di energia elettrica in altre centrali a valle di Quero ma alimenta anche uno dei sistemi di irrigazione agricola più vasti di tutta la pianura padano-veneta. La potenza installata è pari a 30 MW.

Contattateci per visite guidate di gruppi e scolaresche Telefono 0438729938 e-mail: [email protected]

Incontrarsi alla fontana

Segnalazione di Agnese Dalla Piazza La nostra abbonata Agnese ci ha consegnato diverse fotografie da condividere con i lettori e qui ve ne proponiamo una degli anni 50 circa, con Giannina e Rita che posano mentre aspettano di caricare d’acqua la botte. L’approvvigionamento d’acqua era un compito anche gravoso e la fontana situata vicino alla chiesa di Quero era meta di numerosi viaggi. Grazie ad Agnese per questo pizzico di storia locale.

coMe eravaMo

attualità

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ASSOCIAZIONE FELTRINA DONATORI VOLONTARI DI SANGUE

LE SEZIONI DI

ALANO DI PIAVE, QUERO, MARZIAI-CAORERA-VAS

Organizzano per donatori di sangue, familiari e simpatizzanti tutti

GITA AL MERCATINO DI NATALE DI BRESSANONE E VIPITENO

DOMENICA 6 DICEMBRE 2009 Programma:

Partenza con pulmann della ditta Baratto: davanti ex occhialeria Piave Segusino …. ore 6.00 dalla piazza di Alano…………………. ore 6,10

dalla piazza di Quero ………………….. ore 6,20 dalla piazza di Vas ……………………… ore 6,25

Breve sosta lungo il percorso di andata. Ore 10.00 circa: arrivo a BRESSANONE. Visita libera al mercatino e alla città. Ore 11.45: pranzo presso un hotel di Bressanone Ore 13.15 circa: si prosegue fino a Vipiteno. Arrivo verso le ore 13.50. Visita libera al mercatino e

alla città. Ore 17.30: partenza da Vipiteno per il rientro con sosta lungo il percorso con arrivo alle ore

21.00 circa.

Quota di iscrizione € 40,00 da versare all’atto dell’iscrizione entro

SABATO 21 NOVEMBRE 2009

La quota comprende: viaggio in pulmann; pranzo in hotel

La quota non comprende: - bevande e cibi durante le soste ed extra menù - tutto quanto non menzionato nella quota comprende

Menù: Buffet di insalata

Antipasto Bis di primi Secondo di carne con due contorni

Dessert Vino, acqua e caffè

In caso di mancata partecipazione la quota di iscrizione (euro 40,00) verrà restituita solo in presenza di sostituzione

Iscrizioni: Alano: Spada Serena c/o Cartolibreria (0439 779623), Zatta Stefano (0439 779278), Dal Zuffo Giuseppe (0439 779508) Quero: Susanetto Silvano tel 0439 787592; Cartolibreria Schievenin Albertina - Via XXXI Ottobre tel. 0439.787012

Marziai-Caorera-Vas: Deon D'Orazio Annita (0439 788124), Tieppo Paola (0439 789111)

SONO APERTE LE ISCRIZIONI ALLA SECONDA CORRIERA. I POSTI A SEDERE IN PULLMAN VERRANNO ASSEGNATI IN BASE ALL’ORDINE DI ISCRIZIONE.

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Continua il dibattito sull’innocuità o meno degli inceneritori

Medici e conflitti

a cura della Dott.ssa Patrizia Gentilini (Coordinamento Nazionale dei Comitati dei Medici per l’Ambiente e la Salute)

Certo molti ricorderanno le tranquillizzanti parole del professor Umberto Veronesi intervistato da Fazio a “Che tempo che fa” circa l’innocuità degli inceneritori, quando con assoluta sicurezza affermò: “Zero rischio”.

Tuttavia, certamente un numero minore di cittadini ha potuto ascoltare le parole dell’illustre oncologo quando, intervistato su YouTube (http://www.youtube.com/watch?v=B5Zou-1MXQg), affermava: “Non sono un esperto di inceneritori” e che, quanto all’assenza di danni, si rimetteva ai suoi esperti affermando: “I miei esperti mi hanno giurato”.

Spiace davvero dover contraddire il professor Veronesi ma, proprio per la serietà in passato dimostrata e per la gratitudine che gli dobbiamo per gli indiscutibili miglioramenti nella chirurgia del carcinoma mammario, sentiamo il dovere di consigliargli di scegliere meglio i suoi esperti. Siamo infatti venuti a conoscenza di lavori che recano anche la sua firma - quali ad esempio: Veronesi U., Giugliano M., Grasso M. e Foà V., “Il recupero di energia da rifiuti: la pratica, le implicazioni ambientali e l’impatto sanitario”, Quaderni di Ingegneria Ambientale, Vol. 45, CIPA Editore Milano, 2007 - in cui, con grande stupore, abbiamo dovuto constatare che sono stati letteralmente stravolti risultati di lavori scientifici ed epidemiologici in modo da assolvere gli impianti di incenerimento, con buona pace dell’onestà intellettuale e del rigore scientifico.

Qualche esempio chiarirà meglio la questione: nel capitolo “L’impatto sanitario” di Vito Foà, a pag 54-55 vengono presi in esame quattro studi:

1. Franchini M., Rial M., Buratti E., Bianchi F., “Health effect of exposure to waste incinerator emissions: a review of epidemiological studies”, Ann. Ist. Sup. Sanità, 2004, 40 , 105-115

2. Elliot P., Shaddick G., Kleinschmidt I., “Cancer incidence near municipal solid waste incinerators in Great Britain”, British J. of Cancer, 1996, 73, 702-710

3. Hu S.W., Shy C.M., “Health effects of waste incineration: a review of epidemiological studies”, J. Air and Waste Manag. Assoc., 2001, 51, 1100-1109

4. Enhance Heath Report finale - febbraio 2004-marzo 2007: sistema di sorveglianza ambientale e sanitaria in aree urbane in prossimità di impianti di incenerimento e complessi industriali, n 2 E 0041 programma INTERREG IIIC zona Est Comune di Forlì

Di tutti viene fatto un utilizzo inappropriato, in particolare:

1. lo studio di M. Franchini viene mutilato e ne sono totalmente ignorate le considerazioni sulla relazione fra inceneritori e cancro, in particolare che: “associazioni statisticamente significative sono riportate da due terzi degli studi che hanno preso in considerazione il cancro (mortalità, incidenza o prevalenza)”.

2. lo studio di P. Elliott viene capovolto nel suo significato, aggiungendo una negazione alla frase in cui si afferma che il rischio per diversi tipi di cancro diminuisce via via che ci si allontana dalla fonte emissiva. Vito Foà, a proposito di esso, scrive infatti: “La conclusione degli Autori è che non è stata trovata alcuna evidenza di diversità d’incidenza e mortalità per cancro nei 7.5 chilometri di raggio studiati ed in particolare nessun declino con la distanza dall’inceneritore per tutti i tumori: stomaco, colon-retto e polmone oltre che per linfoma di Hodgkin e sarcomi dei tessuti molli” . Peccato che nell’originale sia scritto: “Observed-expected ratios were tested for decline in risk with distance up to 7.5 km. ... Over the two stages of the study was a statistically significant (P<0.05) decline in risk with distance from incinerators for all cancers combined, stomach, colorectal, liver and lung cancer”. Ovvero: “I rapporti osservati-attesi furono verificati in base al declino del rischio con la distanza fino a 7.5 km. … Dopo i due stadi dello studio c’era un declino statisticamente significativo (p<0,05) nel rischio con la distanza dagli inceneritori per tutti i cancri riuniti, stomaco, colon retto, fegato e polmone”.

3. dello studio di S.W. Hu si riporta solo una frase “rassicurante”: “Alcuni anni prima, nel 2001, Hu e Shy avevano condotto una revisione degli studi epidemiologici pubblicati fino ad allora. Questi Autori avevano considerato tutti i possibili effetti che potevano essere o che sono collegati alla presenza di un inceneritore di rifiuti sia municipali che industriali, arrivando alla conclusione che gli studi epidemiologici esaminati erano stati concordi nel descrivere più elevati livelli corporei di metalli pesanti, ma nessun aumento di sintomi respiratori o di declino della funzione polmonare. Le analisi effettuate avevano fornito risultati inconsistenti per rischio di cancro e di effetti sulla riproduzione” e si omette viceversa l’affermazione che attesta l’esistenza di rischio: “Several studies showed significant associations between waste incineration and lower male-to-female ratio, twinning, lung cancer, laryngeal cancer, ischemic heart disease, urinary mutagens and promutagens, or blood levels of certain organic compounds and heavy metals”. Ovvero: “Diversi studi hanno evidenziato associazioni significative tra inceneritori ed alterato rapporto maschi/femmine alla nascita, cancro al polmone, cancro alla laringe, malattie ischemiche cardiache, mutageni e pro-mutageni nelle urine, o livelli elevati nel sangue di alcuni composti organici e metalli pesanti”.

4. dello studio di Coriano Foà scrive: “Gli estensori e gli esecutori del progetto avevano ovviamente condotto una ampia analisi della letteratura già allora esistente e sono arrivati anche loro alla conclusione: non esistono prove concrete di un legame fra l’esposizione alle emissioni di inceneritori ed un aumento di tumori. Dove

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Caccia grossa anni ‘50

di Marcello Meneghin

Come cambiano i tempi! Cinquant'anni or sono si sentiva l'orgoglio di documentare con foto davanti al Municipio un avvenimento sensazionale che ai nostri giorni sarebbe giudicato né più né meno che una strage degli innocenti!

Nel 91° anniversario della fine della Grande Guerra il Museodel Piave e il Museo di Campo hanno deciso di assumere delleiniziative per celebrare degnamente l'evento "Sulle orme dellaGrande Guerra" in ricordo di eroismi e sofferenze di quanti si so-no scontrati quotidianamente ed eserciti che hanno combattutoin questi luoghi per circa un anno (tra il 1917/18) e in particolarenella mattinata del 17 dicembre 1917 quando avvenne unoscontro cruento tra il Battaglione da montagna del Württembergcomandato da Erwin Rommel e il Battaglione "Val Cismon" 7°Reggimento Alpini, dove l'Alpino Vincenzo Matteo Colognese fudilaniato dallo scoppio delle bombe.

Questo connubio, tra i due musei, è un evento importanteche ha contribuito all'intitolazione dei "Sentieri della Pace" sulleprime linee strategiche dei contrapposti eserciti, grazie al patro-cinio della Regione Veneto sono state intitolate delle targhe po-ste sulla “linea del Piave”, al massiccio del Grappa, al Pasubioecc., con la partecipazione straordinaria di rappresentanti delKobariski Muzej - Caporetto e Fondazione Poti Miru (Sentieridella Pace) che precedentemente hanno intitolato sul passo So-larie in Comune di Drenchia (UD) "Sentieri della Pace sulle trac-ce di Rommel".

"Sentieri della Pace": 1° tabella Cippo Domador quota 1.196m.; 2° quota intermedia; 3° tabella a Cima Valderoa dove è statoorganizzato il picchetto d'onore con alcuni figuranti di soldati ita-liani e austriaci con il suono di tromba.

In questo luogo sacro è stata deposta una corona d'allorodove tanti soldati furono gravemente feriti ed altri cessarono divivere.

27 Settembre 2009

Progetto“Sentieri della Pace”

Diotisalvi Perin - Presidente Museo del Piave “Vincenzo Colognese” - Caorera di Vas (BL) Luca Turchetto - Presidente Museo storico territoriale di Campo “Amici del museo della Grande Guerra” Alano di Piave (BL)

On the 91st anniversary of the end of the Great War, the“Museo del Piave” and the “Museo di Campo” have decided toassume some initiatives to worthily celebrate the event "On thetracks of the Great War", in memory of heroisms and sufferingsof all people that daily encountered and of all armies that foughtin these places for about one year (among 1917/18); and parti-cularly on 17th December morning 1917, when a bloody clashhappened between the mountain Battalion of the Württemberg,commanded by Erwin Rommel, and the Battalion "ValCismon",7th Alpine troops Regiment, where the Alpine VincenzoMatteo Colognese was torn to pieces by the burst of the bombs.

This match, among the two museums, is an important eventthat has contributed to the title of the "Paths of the Peace" on thefirst strategic lines of the contrasted armies. Thanks to the patro-nage of the Region Veneto, some plates have been entitled andset on the "line of the Piave", on the mountain Grappa, on themountain Pasubio, ect, with the extraordinary sharing of repre-sentatives of the Kobariski Muzej - Caporetto and FoundationPoti Miru (Paths of the Peace) that previously entitled, on thefootstep Solarie in Drenchia (UD), "Paths of the Peace on thetraces of Rommel."

"Paths of the Peace": 1st plate Cippo Domador at 1.196meters above sea level, 2nd plate at intermediary altitude; 3rdplate in Valderoa where the picket of honor was organized withsome walk-ons of Italian and Austrian soldiers with the sound ofthe trumpet.

In this sacred place a crown of laurel was deposed wheremany soldiers were seriously wounded and other ones died.

September 27 th 2009

Beim 91. Jahrestag vom Ende des Großen Krieges entschieddas “Museo del Piave” mit dem “Museo di Campo” einigeInitiativen anzunehmen, um würdig das Ereignis "Auf die Spurendes Großen Krieges" zu feiern, in Erinnerung von Heldentumund Leiden von allen Leuten, die täglich aufeinander stießenund von allen Armeen, die in diesen Plätzen für etwa ein Jahr(zwischen 1917/18) kämpften, und besonders am Vormittagvom 17. Dezember 1917, wenn es ein Blutzusammenstoß zwi-schen dem Gebir-gebataillon von Württemberg, kommandiertvon Erwin Rommel, und dem Bataillon "Val Cismon", 7. Alpen-regiment, gab, wo der Alpenjaeger Vincenzo Matteo Colognesevom Platzen der Bomben zerrissen wurde.

Diese Vereinigung zwischen die zwei Museen ist ein wichti-ges Ereignis, das zur Überschrift von den "Pfaden des Friedens”auf die ersten strategischen Linien von den gegensaetzlichenArmeen beitrug. Danke dem Patrozinium der Region Venetienwurden einige Schilder betitelt und auf die "Linie des Piave”, aufGrappa-Gebirge, auf Pasubio-Gebirge, usw. gestellt, mit derungewöhnlichen Teilnahme von Vertretern des Kobariski Muzej- Caporetto und Gründung Poti Miru (Pfade des Friedens), dieim Voraus "Pfade des Friedens auf die Spuren von Rommel" inDrenchia (UD) betitelten.

"Pfade des Friedens" - Erste Tabelle Cippo Domador 1.196M.; Zweite Tabelle zu Zwischenhoehe; Dritte Tabelle in Valderoa,wo der Pflock von Ehre mit einigen Figuranten von italienischenund oesterreichischen Soldaten mit dem Laut von Trompeteorganisiert wurde. Ein Siegerkranz wurde in diesem heiligenPlatz abgesetzt, wo viele Soldaten schwer verletzt wurden undandere starben.

27. September 2009

Dans le 91ième anniversaire de la fin de la Grande Guerre, le“Musée del Piave” et le “Musée di Campo”, ils ont décidé d'assumerdes initiatives pour célébrer l'événement dignement "Sur les tracesde la Grande Guerre" en souvenir d'héroïsmes et souffrances detoutes les personnes qui quotidiennement se sont heurtés et desarmées qui ont combattu dans ces endroits pour environ un an,entre 1917/18, et en particulier dans la matinée du 17 décembre1917, lorsque une collision sanglante arriva entre le Bataillon demontagne de Württemberg, commandé par Erwin Rommel, et leBataillon "Val Cismon" 7ième Régiment Chasseurs Alpins, où lechasseur alpin Vincenzo Matteo Colognese fut déchiqueté par l'ex-plosion des bombes.

Ce mariage, entre les deux musées, c'est un événement impor-tant qui a contribué au titre des "Sentiers" de la Paix sur les premiè-res lignes stratégiques des armées opposes; grâce à le parrainagede la Région Vénétie, des plaques ont été intitulées et mises sur la"ligne" du Piave, au massif du Grappa, au Pasubio etc., avec la par-ticipation extraordinaire des représentants du Kobariski Muzej -Caporetto et Fondation Poti Miru (Sentiers de la Paix) qui précé-demment ont intitulé sur le pas Solarie en Commune de Drenchia(UD) "Sentiers de la Paix sur les traces de Rommel."

"Sentiers de la Paix": 1ième tableau “Cippo Domador” cote 1.196m.; 2ième cote intermédiaire; 3ième tableau à la cime Valderoa oùla garde d'honneur a été organisée avec quelques figurants de sol-dats italiens et autrichiens avec le son de trompette.

Dans cet endroit sacré une couronne de laurier a été déposée oùbeaucoup de soldats furent blessés gravement et des autres cessè-rent de vivre.

Le 27 septembre 2009

Cima Valderoa - Intitolazione “Sentieri della Pace” sulle prime lineedei contrapposti eserciti e picchetto d’onore con deposizione di unacorona di alloro alla memoria di Vincenzo Matteo Colognese.

Cima Valderoa - Title "Paths of the Peace" on the first lines of the con-trasted armies and picket of honor with deposition of a crown of laurel inmemory of Vincenzo Matteo Colognese.

Cima Valderoa - Überschrift "Pfade des Friedens” auf die ersten Linienvon den gegesätzlichen Armeen und Pflock von Ehre mit Niederlegungeines Siegerkranz zum Gedenken an Vincenzo Matteo Colognese.

Cima Valderoa - Titre "Sentiers de la Paix” sur les premières lignes des arméesopposées et garde d'honneur avec déposition d'une couronne de laurier à lamémoire de Vincenzo Matteo Colognese.

Ob 90. obletnici konca 1.svetovne vojne sta se Museo delPiave in Museo di Campo odlocila pristopiti k pobudam, da se do-stojno obelezi dogodek «Sulle orme della Grande Guerra». Takonaj bi pocastili junastvo in trpljenje udelezencev spopadov in voj-ska, ki so se eno leto borile v teh krajih. Se posebno je spomin na-menjen dogodkom, ki so se odvijali leta 1917, 17. decembra zju-traj, ko sta se v krutem boju spopadla Würtemberski gorski batal-jon pod poveljstvom Erwina Rommla in bataljon «Val Cismon»7. alpinskega polka, pri katerem je v eksploziji min padel alpin Vin-cenzo Matteo Colognese.

To sodelovanje dveh muzejev je pomembno, ker je pripeljalo kpoimenovanju poti miru na prvih strateskih polozajih obeh armad.Pod pokroviteljstvom dezele Veneto so bile poimenovane infor-macijske table vzdolz obmocja «linea del Piave», v pogorju Grap-pa, na gori Pasubio in drugod. S sodelovanjem predstavnikov Ko-bariskega muzeja in Ustanove poti miru v Posocju so bile na pre-lazu Solarje v Obcini Dreka (Drenchia UD) ze pred tem urejenaobmocja z imenom «Poti miru po sledeh Rommla»

«Poti miru»: 1. informacijska tabla Cippo Domador 1196 m; 2.i.t. srednji vrh; 3. i.t. na vrhu Valderoa, kjer je organizirana castnastraza pripadnikov skupine v zgodovinskih uniformah italijanske inavstrijske vojske ter pozdrav s trobento.

Na tem svetem kraju je bil polozen venec v spomin mnogihvojakov, ki so bili tezko ranjeni in tistim, ki so izgubili svoja zi-vljenja.

27 September 2009

Cima Valderoa - Poimenovanje «Poti miru» na prvih frontnih crtah nasprotujocih siarmad in castna straza ob polozitvi lovorovega venca v spomin na Vincenza MatteaColognese.

PercorsoVALDEROA

ERWIN ROMMEL,primo tenente del Battaglione Württemberg, con l’insegna dell’ambitissimaonorificenza “Pour le Mérite”,attribuita per la conquista del Monte Matajur il 26/10/1917.

L’aiutante di BattagliaVINCENZO MATTEOCOLOGNESE (1894-1917) di Montebelluna. Terzo Plotone, 265ª Compagnia, Battaglione “Val Cismon”, 7° Reggimento Alpini.

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coMe eravaMo

lEttERE al tORNaDO

sono stati osservati effetti apparentemente rilevanti, questi effetti erano spesso legati ad inceneritori siti vicino ad altre fonti di emissione potenzialmente pericolose”. Peccato che ciò che viene riportato come “conclusione” è viceversa una frase tratta dall’introduzione allo studio e, nel riportare i risultati, Foà omette di evidenziare i gravi danni per la salute femminile ed il rischio di sarcomi in entrambi i sessi, messo ampiamente in risalto dagli estensori nella “discussione” dello studio.

Desta sgomento scoprire che questi lavori “scientifici” sono quelli su cui varie Amministrazioni Pubbliche (Provincia di Grosseto e Firenze, Regione Sicilia ad es.) fondano le proprie scelte irriducibilmente “inceneritoriste”, senza alcuna attenzione verso le tante alternative immediatamente percorribili per la gestione dei rifiuti e con una drammatica sottostima per le ricadute sulla salute pubblica. Ma ancora più sgomento desta constatare che anche coloro che sono vincolati dal giuramento di Ippocrate e dall’art. 30 del Codice Deontologico possono, ci auguriamo solo per distrazione, incorrere in gravi omissioni, che non fanno onore né a loro né alla categoria dei Medici cui tutti noi apparteniamo.

Ad evitare futuri “scivoloni” ricordo a cosa ci vincola l’art. 30, relativo al conflitto di interesse: “Il medico deve evitare ogni condizione nella quale il giudizio professionale riguardante l’interesse primario, quale è la salute dei cittadini, possa essere indebitamente influenzato da un interesse secondario. Il conflitto di interesse riguarda aspetti economici e non, e si può manifestare nella ricerca scientifica, nella formazione e nell’aggiornamento professionale, [….] e nei rapporti individuali e di gruppo con industrie, enti, organizzazioni e istituzioni, nonché con la Pubblica Amministrazione”. Ci sono altri conflitti, non citati nel Codice Deontologico, che riguardano quelli con la propria coscienza: fortunatamente questi, al pari dei precedenti, non ci appartengono ed almeno questa consolazione nessuno potrà togliercela: di certo nessuno potrà mai dirci: “Se i medici sapevano, perché hanno taciuto?”.

Segnalazione di Alda Panciera

Caccia grossa anni ‘50

di Marcello Meneghin

Come cambiano i tempi! Cinquant'anni or sono si sentiva l'orgoglio di documentare con foto davanti al Municipio un avvenimento sensazionale che ai nostri giorni sarebbe giudicato né più né meno che una strage degli innocenti!

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CLASSE ……ANTA CON NOI!!! ☺ Questa tappa passiamola tutti

insieme, mangiandoci sopra... Noi “giovani” di Quero e Alano, organizziamo la “cena della classe” per passare in compagnia l’importante traguardo dei 40 anni….

Si cena al Ristorante “Da Bastian” di Pederobba, sabato 21.11.09 alle ore 20,30

Se sei dei nostri, vai al “Caffè Centrale“ di Quero entro il 08.11.09 e dai la tua adesione!

Per 30 € riceverai un bigliettino numerato come ricevuta (porrai il tuo nome sulla matrice) da consegnare la sera della cena agli organizzatori. Il ritrovo per l’aperitivo è alle ore 19:30 sempre al “Centrale”, oppure alle ore 20,30 al ristorante.

INFO: X Quero: Curto Pietro 339 7792358 X Alano: Rossi Tarcisio 380 3978347

Serena Schievenin: una laurea… di corsa

Nelle frasi dette da Stefano Baldini, che Serena ha riportato anche nella tesi: <<...correre è bello… la corsa ti fa stare bene con il corpo e con la mente >>,

<<...la maratona è una bella sfida con sé stessi prima che con gli altri ...>> si può cogliere la passione con la quale la querese Serena Schievenin ha seguito il suo corso di studi che si è concluso con la laurea alla facoltà di Scienze Motorie dell'Università degli studi di Padova. Serena ha scelto di approfondire un tema particolare ed ha discusso una interessante tesi dal titolo: "Maratona: gara olimpica e fenomeno di massa". Appassionata di corsa, Serena ha scelto proprio il filone giusto di studi per cogliere anche gli aspetti più nascosti e coinvolgenti di questa pratica sportiva.

Nella foto la vediamo ritratta, felice, assieme ai genitori, Daniele Schievenin e Daniela Bardin, anch’essi orgogliosi per il traguardo raggiunto da Serena.

cronaca

asTerisco

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COSCRITTI SETTANTENNI DI VAS – QUERO – ALANO Volete festeggiare le vostre PRIME 70 PRIMAVERE?

Troviamoci il 21 NOVEMBRE PROSSIMO Ore 18,30 Messa a Quero, poi aperitivo al Bar Centrale e Cena al Tegorzo (ore 20,30)

Ricordo di Angelina Dalla Favera vedova Menegon

di Maria Rita Zuco

Il 3 ottobre, alle 14 circa, si è spenta serenamente Angelina Dalla Favera, di Alano di Piave, vedova Menegon. Aveva compiuto 100 anni il 13 marzo scorso. La sua vita è stata lunga e caratterizzata dalla sua immensa bontà d’animo. Scrivo come ad una mamma queste poche righe, perché tale lei è stata per me, essendo lontanissima la mia (in Sicilia). “Grazie, mamma! perché mi hai dato la tenerezza delle tue carezze, il bacio della buona notte, il tuo sorriso premuroso, la dolce tua mano che mi dava sicurezza. Hai asciugato in segreto le tue lacrime, hai incoraggiato i miei passi, hai corretto i miei errori, hai protetto il mio cammino, hai educato il mio spirito, con saggezza e con amore mi hai introdotta alla vita. E mentre vegliavi con cura su di me, trovavi il tempo per i mille lavori di casa. Tu non hai mai pensato di chiedere un grazie”.

YALLA ITALIA!

Una rivista nuova per una nuova Italia. I giovani di seconda generazioni si raccontano.

Yalla Italia è un’avventura iniziata informalmente alla fine del 2006. Alla base c’è un’idea semplice: dar voce e visibilità al processo d’identità delle seconde generazioni, a quelle nuove cittadinanze che mantengono le loro radici vitali nei

paesi di provenienza dei loro genitori e che fanno crescere i rami della loro vita in Italia. Nel nostro inserto mensile pubblicato da Vita Magazine, cerchiamo di comunicare l’intrigante visione del mondo a 360 gradi delle seconde generazioni, come viviamo giornalmente la sintesi tra la cultura di appartenenza e quella di provenienza, come mediamo le aspettative delle nostre famiglie con le nostre aspirazioni personali, quali scelte comporta vivere boderline tra il sacro e il profano, e spiegare quanto medio oriente c’è in noi e quanta italianità ci portiamo dentro quando giriamo il mondo. Ma anche che Italia vediamo dal nostro osservatorio privilegiato di italiani con un doppio background, con gli occhi di chi non ha una visione esclusivamente eurocentrica. In Yalla Italia comunichiamo noi stessi, quale può essere il nostro ruolo in un Italia che sta cambiando e lo facciamo con senso dell’ umorismo, con auto critica, senza essere autorefenziali, senza dare licenze di moralità alla politica e alla società, senza imporre la nostra identità a nessuno. Qualcuno ci ha definito nuovo ossigeno per l’Italia, altri un promo dell’Italia del futuro. Noi ci consideriamo dei testimonial di un nuova Italia sempre più multietnica, affascinante, globalizzata e dinamica a volte anche complessa. Prima della nascita di Yalla Italia molti di noi si limitavano a mangiare cous cous e a bere tè alla menta, lasciando sospesa la propria questione identitaria, Vita Magazine ci ha dato la possibilità di uscire in superficie e di interrogarci su

molte questioni fondamentali, come appunto il nostro ruolo nella società italiana. Ci riteniamo dei ponti di collegamento tra il passato e il futuro, la prima generazione di immigrati e la società italiana, la clandestinità e la stabilità, insomma dei mediatori che, volenti o nolenti, si ritrovano simultaneamente a far parte di due dimensioni senza mai dover rinunciare davvero ad una delle due. Lo staff di Vita, il sostegno di tanti addetti ai lavori come mediatori culturali e giornalisti, professori, studenti, lettori e amici vari sia in Italia che all’estero, ci stimolano a navigare verso orizzonti e sfide sempre più interessanti. Non sap-piamo ancora dove arriveremo, quale sarà la nostra destinazione, ma sappiamo che la direzione è quella giusta.

http://www.yallaitalia.it/index.html

cronaca

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