iCordai Anno 1 Numero 1 dicembre 2006

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mensile per S. Cristoforo a cura del G.A.P.A. Centro di aggregazione popolare Direttore Responsabile: Riccardo Orioles Anno Primo n• uno Dicembre 2006 S ono trascorsi un bel pò di anni, eppure ricordo ancora quando mio nonno, di questo periodo, ini- ziava l'allestimento del presepe. Con le sue sapienti mani, trasforma- va un semplice contenitore di latte in cartone in un magnifico ponte, diversi stuzzicadenti in un laborioso recinto per pecore. C'era poi un castello, un bel castello, forse inseri- to apposta a sfigurare, ad essere deriso di fronte alla genuinità di tante povere ma oneste case di pastori, contadini, gente comune. Era lì, messo in disparte, lontano dal resto del presepe che non badava affatto ad esso, che badava a seguire la Stella. Tutto era condito da un'au- ra di semplicità, lentezza, calma. Era Natale, sapevo che lo era. È trascorso un decennio, mio nonno non c'è più, il suo presepe è scomparso con lui. La nebbia dei ricordi si dirada, tra i suoi banchi si fa largo la frenesia che mi circonda. Gente ansiosa, spa- smodica, di corsa s'accavalla per le strade del centro. E' difficile capire che festa sia: è semplicemente una festa. Ancora una volta una qualsia- si festa da sacrificare sull'altare del consumismo. Dicono sia Natale. Non so se lo è. Certo, trovo gente che addobba l'albero, qualcuno addirittura abbozza un presepe. Panettoni, pandori, non mancano sulle tavole imbandite a festa. Nessuno si chiede il perché di tutto ciò. Un perverso meccanismo con- torto, dice che è ora di far festa, che è giunta l'ora di spendere. E' il momento di mostrarsi belli, felici, gioiosi, anche se in realtà non lo si è, anche se in realtà tante, troppe cose, si mostrano ingiuste. Ma il calenda- rio l'esige: è questa la più importan- te delle motivazioni. Qualcuno per magia, si ricorda che c'è chi proprio bene non se la passa: si fa carità. E' l'apoteosi dell'ipocrisia. Non è più Natale. Le semplici figure del presepe di mio nonno, non ci sono più. Nessuno vuol più fare il mite pastorello, nessuno il pastore… Dominano la scena schie- re di centurioni, di esattori, di finti re magi che indicano, mostrano, seguono luci artificiali, anche loro ormai subordinati al volere della società, al costume, all'imperatore di turno: anche loro hanno perso di vista la stella, anche loro non la riconoscono più. Tante povere case fanno da contorno, ma nessuno più genuina. Fanno a gara nel mostrarsi meno povere. Tutte hanno aggiunto alla propria costruzione una torretta, magari un pò fatiscente, estetica- mente brutta, ma che le faccia rasso- migliare al castello, che intanto si mostra magnificente in primo piano: adesso invece di essere deriso, deri- de le tante scadenti imitazioni. Ma da lontano ancora risuona una dolce melodia. Una dolce "ciara- mella" col suo triste suono, invade le strade del presepe. L'abbagliante luce della stella rischiara ancora la vista a qualcuno, un suonatore per adesso considerato semplicemente pazzo. Forse c'è ancora speranza affinché sia Natale. Salvo Ruggieri Lettera al Sindaco 4 Una carovana contro la mafia 2 L’arte del mestiere a S. Cristoforo 3 Novità per l’Andrea Doria 2 foto: Ag. Liberaimmagine Natale a San Cristoforo Natale a San Cristoforo

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iCordai Anno 1 Numero 1 dicembre 2006

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mensile per S. Cristoforo a cura del G.A.P.A. Centro di aggregazione popolareDirettore Responsabile: Riccardo Orioles Anno Primo n• uno Dicembre 2006

Sono trascorsi un bel pò di anni,eppure ricordo ancora quando

mio nonno, di questo periodo, ini-ziava l'allestimento del presepe.Con le sue sapienti mani, trasforma-va un semplice contenitore di lattein cartone in un magnifico ponte,diversi stuzzicadenti in un laboriosorecinto per pecore. C'era poi uncastello, un bel castello, forse inseri-to apposta a sfigurare, ad esserederiso di fronte alla genuinità ditante povere ma oneste case dipastori, contadini, gente comune.Era lì, messo in disparte, lontano dalresto del presepe che non badavaaffatto ad esso, che badava a seguirela Stella. Tutto era condito da un'au-ra di semplicità, lentezza, calma.Era Natale, sapevo che lo era.

È trascorso un decennio, mio

nonno non c'è più, il suo presepe èscomparso con lui.

La nebbia dei ricordi si dirada, trai suoi banchi si fa largo la frenesiache mi circonda. Gente ansiosa, spa-smodica, di corsa s'accavalla per lestrade del centro. E' difficile capireche festa sia: è semplicemente unafesta. Ancora una volta una qualsia-si festa da sacrificare sull'altare delconsumismo. Dicono sia Natale.Non so se lo è. Certo, trovo genteche addobba l'albero, qualcunoaddirittura abbozza un presepe.Panettoni, pandori, non mancanosulle tavole imbandite a festa.Nessuno si chiede il perché di tuttociò. Un perverso meccanismo con-torto, dice che è ora di far festa, cheè giunta l'ora di spendere. E' ilmomento di mostrarsi belli, felici,

gioiosi, anche se in realtà non lo si è,anche se in realtà tante, troppe cose,si mostrano ingiuste. Ma il calenda-rio l'esige: è questa la più importan-te delle motivazioni. Qualcuno permagia, si ricorda che c'è chi propriobene non se la passa: si fa carità. E'l'apoteosi dell'ipocrisia.

Non è più Natale. Le semplicifigure del presepe di mio nonno,non ci sono più. Nessuno vuol piùfare il mite pastorello, nessuno ilpastore… Dominano la scena schie-re di centurioni, di esattori, di fintire magi che indicano, mostrano,seguono luci artificiali, anche loroormai subordinati al volere dellasocietà, al costume, all'imperatore diturno: anche loro hanno perso divista la stella, anche loro non lariconoscono più. Tante povere case

fanno da contorno, ma nessuno piùgenuina. Fanno a gara nel mostrarsimeno povere. Tutte hanno aggiuntoalla propria costruzione una torretta,magari un pò fatiscente, estetica-mente brutta, ma che le faccia rasso-migliare al castello, che intanto simostra magnificente in primo piano:adesso invece di essere deriso, deri-de le tante scadenti imitazioni.

Ma da lontano ancora risuona unadolce melodia. Una dolce "ciara-mella" col suo triste suono, invadele strade del presepe. L'abbaglianteluce della stella rischiara ancora lavista a qualcuno, un suonatore peradesso considerato semplicementepazzo. Forse c'è ancora speranzaaffinché sia Natale.

Salvo Ruggieri

Lettera al Sindaco 4Una carovana contro la mafia 2 L’arte del mestiere a S. Cristoforo 3Novità per l’Andrea Doria 2

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2 iCordai / Numero Uno

Il 24 agosto 2006 la scuola mediaAndrea Doria di via Cordai nel quartie-

re di San Cristoforo, rischiò lo sfratto permorosità, da parte della congregazionedelle Orsoline, proprietaria del plesso.

Infatti la giunta Scapagnini, non pagaval'affitto dal gennaio 2005.

Il giorno dell'esecuzione dello sfratto, leparti trovarono un accordo; questo consi-steva nel congelare il provvedimento finoal mese di dicembre 2006 e nell'impegnoda parte della giunta a saldare le sommearretrate ed a pagare puntualmente ognimese l'affitto. Nel frattempo l'amministra-zione comunale ha messo in campo l'ipo-tesi di acquistare il plesso.

Noi non sappiamo se l'accordo è statorispettato, ma sappiamo che il pericolo disfratto è comunque scongiurato per tuttol'anno scolastico grazie all'intervento dellaprefettura di Catania.

Abbiamo chiesto, al preside della scuo-la media Doria, professore Santonocito, sesu questo argomento ci sono delle novità.

Il preside ci racconta che tutto procedebene, conferma che sarà completato l'an-no scolastico, e che le trattative sull'acqui-sto sono in una fase dove bisogna decide-re, se acquistare tutto il plesso, così comevorrebbe il preside, o solo una buonaparte, come vorrebbero le suore Orsoline.

Il preside ribadisce la necessità che lascuola rimanga nel quartiere, ed è fiducio-so che ciò avverrà. Aggiunge, che ci sonobuone notizie per il completamento dellascuola di via Case Sante, plesso chepotrebbe soddisfare le esigenze scolasti-che della prima municipalità.

Infatti, dovrebbero riprendere a feb-braio i lavori di completamento dellascuola "Giovanni Paolo II", lavori giàappaltati e che dovranno essere finiti entro24 mesi.

La notizia che ci comunica, il professo-re Santonocito, è confermata dalle dichia-razioni dell'assessore ai LL. PP. FilippoDrago e dal presidente della municipalitàAlessandro Messina.

Ci auguriamo che le vicende drammati-che delle scuole di San Crstoforo eCappucini siano risolte, anche se la crona-ca di questi giorni ci racconta di atti van-dalici e furti di termosifoni, infissi ed altroproprio a danno della scuola di via CaseSante, così come è avvenuto in passato nelplesso della succursale della scuola ele-mentare Livio Tempesta.

Rispetto a questi episodi noi crediamoche non basta fare o rifare più volte, congrande spreco del denaro pubblico, scuo-le, piazze, ma che questi beni vanno dife-si, curati e protetti nel tempo. Discorsoche va ribadito alle istituzioni, che piùvolte, sono stati poco attenti, mettento indificoltà i servizi utili per la città.

Giovanni Caruso

"Amiamo viaggiare, vedere, sco-prire, per questo abbiamo ini-

ziato un viaggio appassionante e peri-coloso, difficile ma entusiasmante, unviaggio verso ipotesi nuove di esisten-za, un viaggio che possa dare alleidee, alle parole, ai gesti, Libertà".

Con questo slogan partiva nel 1994la prima Carovana Antimafia promos-sa dall'ARCI Sicilia, due anni dopo lestragi di Capaci e via D'Amelio.

Da allora ogni anno si rinnova que-sto appuntamento, ma la Carovanapresenta sempre qualche novità.Infatti anno dopo anno ha inseritonuove tappe, ha coinvolto più regionid' Italia, ha assunto una connotazionenazionale e poi europea e internazio-nale.

Quest'anno si ripropone con unaveste innovativa, poiché laManifestazione si svolgerà in molteregioni italiane, percorrendo non ununico percorso nord-sud, ma seguen-do un percorso specifico e program-mato all'interno di ogni regione, inpoche parole verrà gestita autonoma-mente dalle regioni con il coordina-mento nazionale.

Queste le tappe in Sicilia che laCarovana percorrerà a partire da gior-no 4 al 15 Dicembre : "Palermo,Roccamena, Trapani, Agrigento,Sciacca, Ragalmuto, Licata, Gela,Bronte, dove ci sarà l'intervento diGiovanni Impastato, Giarre, Catania.

La Carovana ospite dell'ARCI diCatania, giorno 15 mattina parteci-perà alla manifestazione con la FIN-LEA, nel pomeriggio si sposterà nelquartiere di Monte Pò dove si mesco-lerà e si confronterà con la realtà delquartiere grazie alla reciproca colla-borazione dei gruppi associativi cata-nesi, ARCI, GAPA, MANITESE,LIBERA, AGESCI, IQBAL MASIH,KERÉ, ecc.

Qui i volontari delle diverse asso-ciazioni trascorreranno il pomeriggioinsieme ai bambini e ragazzi del quar-tiere con lo scopo di creare un'atmo-sfera di gioco e di socializzazionesempre tenendo presente uno degliobiettivi della Carovana: "Lavorare alcambiamento sociale partendo daibambini".

Il programma di quest'anno cidimostra come la partecipazione alla

Carovana Antimafia sta aumentando ea tal proposito chiudiamo il discorsocitando le parole di unCapocarovaniere, Calogero Parisi,invitandovi tutti a partecipare.

"La Carovana ha la forza del conta-gio, sprigiona risorse sempre nuove ecrea momenti di incontro, ma ha

anche un altro merito: quello di rac-contare. Già, proprio così: raccontareil percorso di questi anni difficili, diquesta isola dimentica e dimenticata,in cui troppo spesso i luoghi comunihanno la meglio sui segnali di cam-biamento."

Gaetano Mirabella

Novità per l’AndreaDoria: scongiuratolo sfrattoLa carovana antimafia arriva a Catania il 14 Dicembre

UNA CAROVANA CONTRO LA MAFIA

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ERRATA CORRIGEL’articolo de "iCordai" numero 10 dal titolo “L’obbligo di sostare in blu” conteneva un errore. Lostipendio percepito dal Presidente della Sostare non è 15 milioni di euro ma bensì 15 mila euro.

Ottobre 2003 - Carovana Antimafia a San Cristoforo

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La Redazione de

augura a tutti i lettoriBuone Feste

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3iCordai / Numero Uno

Via Plebiscito, una delle strade piùcaotiche di Catania, è un antico

centro commerciale della città doverisaltano parecchie macellerie equine.

La macelleria del signor GiuseppeRapisarda è una di queste. La botteganon è molto grande, ma ciò che risaltasubito all'occhio è una lucidissima pen-tola in alluminio, nella quale il signorRapisarda fa bollire la carne equina chepoi vende già cotta ai suoi clienti.

Il signor Rapisarda, 66 anni, è unapersona molto a modo, che ha un otti-mo rapporto con la clientela e che si èreso subito disponibile a parlare di sé.

- Signor Pippo fino a che età èandato a scuola?

Io a scuola non ci sono mai andato.Sono stato solo alla scuola seralequando facevo il militare a Torino e lìsono riuscito a prendere la licenza ele-mentare. A tredici anni ho iniziato alavorare in una macelleria e a sedicitagliavo già la carne. Io sono nato perfare il macellaio.

Quando ero ancora più giovanefacevo il panettiere a San Cristoforo invia Iuvara. Avevo circa sette o ottoanni, mi davano la bicicletta e portavoil "cufino" sulle spalle per portare ilpane a domicilio. Ho fatto anche ilcapraio, in una traversa di via OttantaPalmi.

Anche mia nonna abitava lì e avevale capre per potere vivere. Girava perle strade e vendeva il latte portandoloa domicilio. Allora si camminava conle capre d'appresso e quando i clientichiamavano si mungeva il latte diretta-mente dalla capra e se ne vendeva arichiesta. Era un latte genuino e senzaconservanti, perché il latte appenaspremuto era caldo e saliva anche laschiuma. Aveva tutto un altro sapore.

- Come ha deciso di fare il macel-laio?

Era un lavoro che avevo visto faread altri e mi è piaciuto. E poi, a stare acontatto con le persone io ci sto bene.

Adesso vendo carne equina, maquando facevo il militare a Torinolavoravo anche con la carne di vitello.Lì a Torino stavo bene, e poi i mare-scialli mi volevano bene. Avevo rispet-

to da parte loro….- Quando lavorava da bambino,

come si comportavano con lei i suoidatori di lavoro?

Diciamo che si comportavano "unpo' schifosi", perché quando si erabambini si ricevevano sempre calci erimproveri. Allora era così.

Io da bambino al lavoro non stavomale, ma quando mi minacciavano nesoffrivo molto. In tanti anni di lavoronon sono quasi mai stato messo in rego-la come sarebbe stato giusto. Pertanto,non avendo versato i contributi mi ritro-vo con una pensione minima.

- Da dove provengono i cavalli chevende?

Da vari posti. Da San FilippoD'Agira, da Lentini e da alcuni paesidell'Etna. Comunque sono locali, sem-pre dalla Sicilia. I commercianti michiamano, io vedo i cavalli e poi licompro.

Una volta una ragazza di Canicattìmi doveva vendere un cavallo e mi hachiesto cosa ne avrei fatto. Appena laragazza ha capito il lavoro che facevo,quasi mi alzava le mani e mi ha detto:"Che le dò il mio cavallo per farloammazzare?" e non me lo ha venduto.

Comunque provvedo io stesso a por-tare i cavalli al mattatoio per la visitamedica e la macellazione.

Spesso mi aiuta mia moglie Maria,soprattutto nei momenti di maggiorlavoro. È come un uomo perché èall'altezza della situazione. Con iltempo ha imparato a lavorare bene.Una donna può fare i lavori più legge-ri di questo mestiere, come ad esempiotagliare la carne, ma se deve sollevarei quarti di cavallo, diventa troppopesante per lei.

A me piace insegnare l'arte del miolavoro. A tutti i miei collaboratori hoinsegnato a fare il macellaio e gliapprendisti che ho avuto adesso sonoall'altezza di guadagnarsi il pane perconto proprio.

- Ci sono giovani che voglionointraprendere questo mestiere?

Ci sono pochi giovani che sono inte-ressati a questo mestiere. Questo è unlavoro particolare, noi siamo come imedici perché dobbiamo sapere dovemettiamo le mani. Insomma il nostrolavoro è un'arte e fino a quando sonoin piedi lo voglio fare.

Marcella Giammusso

Anche il nostro quartiere SanCristoforo ha la sua squadra di

calcio la Real San Cristoforo, questamilita nel girona A della 3' Categoriacon aspirazione di alta classifica.

La società è stata rilevata nel 2005dall'attuale Presidente Paolo Di Sil-vestro, spinto dalla passione delfiglio Carmelo e quest'ultimo fian-cheggia e sostiene la squadra con lasua presenza. Lo sforzo economico èsostenuto tutto dal Presidente DiSilvestro non avendo nessun aiutoeconomico esterno e per di più oltrele spese di gestione è costretto apagare il campo comunale diFontanarossa, luogo dove si allena lasquadra. Il comune di Catania man-tiene la sua condotta di insensibilitàal fabbisogno sportivo dei propri cit-tadini.

La squadra allenata dal misterSalvo Bonaccorsi gioca presso ilcampo sportivo Duca D'Aosta. Ècomposta da giovani lavoratori e stu-denti che con grande impegno e sacri-ficio sostengono i colori della società,"questa è determinata e pronta a supe-rare ogni avversità" come dice unodei dirigenti Francesco Ecora.

Ecco i risultati dall'inizio delCampionato di calcio a tutto il mesedi Novembre 2006:

Real San Cristoforo - Catenanuova2-1; Nesima 2000 - Real San Cristoforo2-4; Real San Cristoforo - San Giorgio2-4;Misterbianco - Real San Cristoforosospesa.

Adesso si aspetta la squadra RealSan Cristoforo alla prima partitacasalinga del mese di dicembre 2006.

Paolo Parisi

Fare il macellaio è un’arte

Arrivano le“Merengues” di San Cristoforo

L’ARTE DEL MESTIERE A SAN CRISTOFORO REALSANCRISTOFORO

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Vi augura BUONE FESTE!!!Sede: Via Feliciotto, 11, Catania - tel./fax: 095 281791

Deposito ed Esposizione: Via Plebiscito, 215, Catania - tel./fax: 095 341498Esposizione: Via Plebiscito, 176, Catania

SE VOLETE CONTATTARCITELEFONATE AL

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DALLE 16:00 ALLE 17:30

Page 4: iCordai Anno 1 Numero 1 dicembre 2006

4 iCordai / Numero Uno

Redazione “i Cordai”Direttore Responsabile: Riccardo OriolesReg. Trib. Catania 6/10/2006 nº26Via Cordai 47, [email protected] - www.associazionegapa.orgtel: 348 1223253

Stampato dalla Tipografia Paolo Millauro,Via Montenero 30, - CATANIA

Grafica: Massimo GuglielminoFoto: Ag.Liberaimmagine, Paolo Parisi,Archivio Giovanni Caruso

Hanno collaborato a questo numero:Salvo Ruggieri, Elena Majorana, Paolo Parisi,Marcella Giammusso, Fina Marino, CinziaBisicchia, Gaetano Mirabella, Toti Domina,Giovanni Caruso

Ha ragione il sindaco Scapagnininella sua ultima intervista a "La

Sicilia" (domenica 5 novembre2006): Catania non è un "comunepovero" Infatti è "un povero comu-ne"!

Perché povero e sventurato è quelcomune, quella città, in cui non sologli amministratori hanno dato provadi non saper amministrare, ma checontinuano ad arrampicarsi suglispecchi per convincerci, inutilmente,del contrario.

Ed ecco, fra le tante, qualche preci-sazione:

Servizi Sociali:Scapagnini dice: "questa ammini-

strazione non ha intaccato minima-mente la spesa per il sociale".

Noi rispondiamo: "Questa ammini-strazione ha intaccato pesantementela spesa per il sociale: la scuola A.Doria è in fase di sfratto, l'asilo nidodi Via D'Annunzio è stato sfrattato, glistipendi di molti operatori impiegatinelle cooperative sociali non vedonopagato il proprio stipendio da Marzo2006". "Sono spariti i servizi per isenza fissa dimora" e per la preven-zione e cura della tossicodipenden-za…

Finanziaria:Scapagnini dice: "Voi immaginate

un'industria di 5000 persone che nelgiro di 3 anni si veda decurtare lerisorse del 33%".

Noi chiediamo: "Come mai prote-sta soltanto ora visto che i tagli sonostati costanti già da 3 anni a questaparte?".

È importante inoltre verificare inqualche modo (non studiando il bilan-cio perché non vi è indicato nulla ariguardo) i crediti vantati dal Comunedal momento che il Sindaco nell'inter-vista stessa afferma "A coloro chedicono che le Casse del Comune sonovuote, consiglio di fare bene i contiinvece di lanciare accuse".

E dunque i crediti vantati dal

Sindaco Scapagnini sono i seguenti:- 22.000 pratiche di sanatorie del

valore complessivo di circa 50 milio-ni di €.

- 54 milioni di € di credito nei con-fronti del Ministero di Grazia eGiustizia per affitti e manutenzioneordinaria degli uffici giudiziari.

- 57 milioni di € di credito nei con-fronti dell' IACP (Istituto CreditoCase Popolari).

- 70 milioni di € di credito in con-tenzioso nei confronti della BancaMonte dei Paschi di Siena.

- 24 milioni di € di trasferimentidalla Regione.

E' possibile verificare la autenticitàdi questa affermazioni, a nostro pare-re, importantissime?

A tutto ciò, aggiungiamo altri disa-gi non meno gravi, anche se passa-ti(?):

1) La Sicilia 09/06/2005: Le ausi-liarie della cooperative "Spazio bam-bini" e "Citta' nuova" che operanonegli asili nido comunali, protestanooccupando dieci dei quindici asilinido perche' non ricevono lo stipendioda quattro mesi.

2) I Cani randagi continuano a cir-colare liberamente perché i canilicomunali non funzionano per man-canza di fondi.

3) I buoni libro scolastici non sonopiu' anticipati dalle librerie perche'queste non hanno ricevuto il paga-mento di quelli degli anni scorsi.Conseguenza: le famiglie devonoanticipare i soldi per vederseli rimbor-sati dalle librerie quando (e se) li rice-veranno dal Comune. (tratto da avvisiesposti nelle librerie nel settembrescorso)

4) Il rimborso delle spese di abbo-namento AMT per studenti deve esse-re ancora effettuato a partire dall'A.S.2004/2005.

Speriamo, intorno a questi fatti, diavere dal sindaco risposte chiare eprecise.

CITTAINSIEME GIOVANI

LETTERA AL SINDACO

"La ricetta di Natale da zà Fina": Baccalà alla portoghese

Con il pizzo l’illegalità si fa stato:diciamogli “addio”

Il pizzo: i siciliani sanno che è "malemafioso", ma la gran parte di loro lo con-sidera inestirpabile.

"Contro la criminalità organizzata e lesue prevaricazioni non c'è niente da fare":questo è ciò che comunemente si ammettecon svilimento e rassegnazione, e non puòdirsi, in coscienza, che si tratti dell'affer-mazione di siciliani vigliacchi e stanchi.

I delinquenti si detestano, ma fannopaura. E così non ci si può stupire se ilpanetteriere, il fioraio, il macellaio, il tito-lare di un negozio di onoranze funebripaghino il pizzo a Catania o in ogni altro"dove" siciliano, in cui opera la loroimpresa. Allo stesso modo, sapere che ilricatto degli estorsori, secondo la Procuradella Repubblica, vince sul 70% dei com-mercianti siciliani è sì fonte di sfiducia e dirabbia, ma non di imbarazzo.

Chiunque vorrebbe che la realtà dellecose fosse diversa, ma pochi si impegnanoa crederci.

Eppure questi "pochi", compensandol'esitazione dei molti, sono scesi in guerracontro il pizzo. Il "Manifesto del cittadi-no/consumatore per la legalità e lo svilup-po" è il loro progetto e sta raccogliendonumerosi consensi.

Nata a Palermo, la campagna"Addiopizzo" propone una nuova forma ditutela dei commercianti, piegati dall'estor-sione mafiosa, attraverso l'impegno dei

consumatori ad acquistare i soli prodottidelle imprese che non pagano il pizzo oche hanno avuto il coraggio di denuncia-re il racket delle estorsioni, di cui sonostate vittime: si tratta dell'obiettivo "con-sumo critico".

La finalità ultima è quella di incremen-tare i profitti dei commercianti, che diconoNO al ricatto della criminalità organizza-ta, rendendo il senso di giustizia "econo-micamente conveniente".

Così facendo, si incentivano le impresea mutare la loro linea imprenditoriale,scegliendo di non cedere al pizzo, unitedalla solidarietà dei consumatori.

Perché tale iniziativa operi nella realtàe non decada dopo qualche tempo, verràcostituita una "Commissione di garanzia",il cui compito sarà quello di creare unalista degli operatori economici che nonpagano il pizzo o che hanno denunciato iloro estorsori, in modo che i consumatoripossano scegliere, con consapevolezza esenso di responsabilità, dove effettuare iloro acquisti.

Per chi voglia aderire al progetto odavere maggiori informazioni al riguardo,il comitato Addiopizzo di Catania si trovain via S. Euplio, n. 146 (tel. 0957151764).

Si ricordi, inoltre, che la disciplina atutela delle vittime del pizzo è contenutanella l. 44/1999.

Cinzia Bisicchia

Ingredienti per 6 persone: 1kg di baccalà a bagno fi kg di patate2 cipolle150 gr di olive nere1 spicchio d'aglio1 bicchiere d'olioPrezzemoloSalePepe

1) Lessate in una casseruola con acquafredda il baccalà tagliato a pezzi e ben lava-to, scolandolo dopo una decina di minuti

2) Lasciate cuocere le patate scolandoleun poco al dente, quindi fate rassodare leuova, che poi taglierete a rondelle

3) Preparate il soffritto facendo rosolare,in metà dose d'olio, le cipolle e lo spicchiod'aglio tritati, fino a quando si sarannocoloriti.

4) Disponete in una teglia unta d'oliouno strato di patate affettate.

5) Ricoprite con uno strato di baccalà euno di uova sode a rondelle.

6) Cospargete la superficie con parte delsoffritto, poi spolverizzate con sale e pepe

7) Continuate a formare i vari strati finoad esaurimento degli ingredienti, comple-tando infine con olive nere e con il restanteolio.

8) Lasciate cuocere in forno per ventiminuti circa, quindi, prima di servire,cospargete con un trito di prezzemolo.