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I CANTIERI di UTILIZZAZIONE del P I O P P O Sistemi di lavoro, tempi e produttività P. Cielo, P. Settembri, R. Zanuttini Federazione Italiana delle industrie del legno, del sughero, del mobile e dell’arredamento Associazione Provinciale Industriale del legno,sughero e affini

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I CANTIERI di UTILIZZAZIONE del P I O P P O

Sistemi di lavoro, tempi e produttività

P. Cielo, P. Settembri, R. Zanuttini

Federazione Italianadelle industrie del legno,del sughero, del mobilee dell’arredamento

Associazione Provinciale Industriale del legno,sughero e affini

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Progetto Grafico e impaginazioneElena Palazzini

E d i t o r e: Compagnia delle Foreste ©Sede operativa: Via P. Aretino 8, 52100 Arezzo - Tel./fax 0575.370846E-mail [email protected] Internet www.compagniadelleforeste.it

E

2 0 0 1 ©

AGRO.SELVI.TER.Agronomia, Selvicoltura e Gestione del Territorio, Università degli Studi di Torino (Grugliasco)

I CANTIERI di UTILIZZAZIONE

del P I O P P O

Sistemi di lavoro, tempi e produttività

P. Cielo, P. Settembri, R. Zanuttini

A u t o r iPaolo Cielo, Laureato in Scienze Forestali. Dottore diR i c e rca in "Scienze del Legno". Libero professionista. Altempo della ricerca borsista oggi collaboratore delDipartimento AGRO.SELVI.TER. dell’Università di Torino. Paolo Settembri, Laureato in Scienze Forestali eAmbientali. Collaboratore del DipartimentoA G R O . S E LVI.TER. dell’Università di To r i n o .Roberto Zanuttini, Laureato in Scienze Fore s t a l i .P ro f e s s o re associato di "Tecnologia del legno".Dipartimento AGRO.SELVI.TER., dell’Università di To r i n o .

P. Cielo ha curato l’impostazione del lavoro e la stesura deltesto, coordinando le fasi di rilievo ed elaborazione dei dati.P. Settembri ha curato l’elaborazione dei dati ha collabo -rato ai rilievi in campo e alla stesura del testo. R. Zanuttini ha collaborato all’impostazione del lavoro edha curato la revisione critica delle elaborazioni e del testo

Il lavoro è stato eseguito con il contributo di:- Associazione Provinciale Industriali del Legno Sughero ed Affini dell’Unione Industriali di Torino- Federlegno Arredo – assoPannelli- Ministero delle Politiche Agricole e Forestali nel-l’ambito del Progetto “RI.SELV.ITALIA” sottoprogetto“Arboricoltura da legno con specie a rapido accresci-mento (pioppicoltura)”.

Stampato da Tipolitografia Petruzzi Corrado & C. S.n.c.Città di Castello (PG)

Finito di stampare nel Gennaio 2002

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INTRODUZIONE 9

1 STATO DELL'ARTE 10

2 MATERIALI E METODI 10

2.1 Articolazione delle attività sperimentali 10

2.2 Rilievo dei tempi di lavoro 11

2.2.1 Metodo di rilievo 11

2.2.2 Descrizione della giornata tipo 11

2.2.3 Supporti informatici 11

2.3 Rilievo dei parametri stazionali e delle quantità di legname lavorate 12

2.4 Descrizione del sistema di lavoro 12

2.4.1 Sistema tradizionale (T e Ta) 12

2 . 4 . 1 . 1 Modalità operative e organizzazione del cantiere 12

2 . 4 . 1 . 2 Composizione della squadra 16

2 . 4 . 1 . 3 Attrezzature impiegate 17

2.4.2 Sistema a meccanizzazione avanzata (A) 17

2 . 4 . 2 . 1 Modalità organizzative e operative del cantiere 17

2 . 4 . 2 . 2 Composizione della squadra 18

2 . 4 . 2 . 3 Attrezzature impiegate 18

2.5 Aspetti relativi alla sicurezza del cantiere 18

3 TEMPI DI LAVORO 19

3.1 Distribuzione dei tempi fra le principali operazioni 20

3.2 Analisi dei tempi morti 20

3.3 Analisi delle produttività 21

3.4 Calcolo dei costi 22

3.4.1 Generalità 22

3.4.2 Costi unitari e metodo di calcolo 23

3.4.3 Costi di utilizzazione 23

4 DISCUSSIONE DEI RISULTATI E PROSPETTIVE 24

5 RIASSUNTO 25

SUMMARY 26

6 RASSEGNA FOTOGRAFICA DELLE ATTREZZATURE IMPIEGATE NEI CANTIERI DI UTILIZZAZIONE DEL PIOPPO 27

7 INDICE E DIDASCALIE TABELLE 29

INDICE E DIDASCALIE FIGURE 29

INDICE E DIDASCALIE FOTO 29

8 BIBLIOGRAFIA 30

9 RINGRAZIAMENTI 31

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isulta sempre più importante e neces-sario “coltivare il legno” come materia

prima e come prodotto industriale, in conside-razione della sua importanza prestazionale edeconomica.

Per la piena valorizzazione di questa preziosarisorsa Fe d e rlegno-Arredo ha dato vita al“Progetto Legno”, destinato a coordinare le ini-ziative di promozione, comunicazione e docu-mentazione relativa all’utilizzo del legnamelungo la filiera legno-arredo e di reperire risor-se e progettare interventi finalizzati alla cresci-ta e alla qualificazione della domanda di legnoe dei suoi derivati.

“Progetto Legno” vuole essere il punto di ri fe ri-mento e d’incontro di tutte le realtà nazionali ei n t e rnazionali che s’interessano di legno ecome tali sono impegnate alla sua promozione.

Sono quindi felice di collaborare comeFederazione alla pubblicazione di questo volu-me, che rappresenta la prima ricerca pubblica-ta nel contesto e nella filosofia della riscopertadel legno, la più antica risorsa naturale rinno-vabile.

Rodrigo RodriquezPresidente Federlegno-Arredo

’Associazione Provinciale degliIndustriali del Legno, Sughero ed Affini

dell’Unione Industriale di Torino, alla qualefanno capo molte aziende del settore (seghe-rie, produttori di imballaggi, di vari pannelli,allestitori di stand ecc.) e di cui mi onoro diessere l’attuale Presidente, ha inteso co-finan-ziare la presente ricerca sui cantieri di utilizza-zione del pioppo in quanto degna prosecuzio-ne di tre precedenti studi, da noi ugualmentepatrocinati, sulle caratteristiche, la disponibilitàe le prospettive di una risorsa legnosa cheriveste un’importanza strategica per l’interocomparto produttivo nazionale.

In questo contesto, la fase di raccolta a matu-rità rappresenta senza dubbio un momentodelicato e conclusivo del ciclo colturale diqualsiasi impianto di arboricoltura da legno. Lemodalità operative con cui essa viene general-mente eseguita sembrano tuttavia oggetto dipossibili miglioramenti, con ricadute positive intermini di aumento della produttività del lavoro,riduzione dei costi e maggior sicurezza per glioperatori coinvolti. A questo proposito, le indi-cazioni emerse dalle indagini svolte offronospunti interessanti e meri t evoli di ulteri o r eattenzione.

L’iniziativa rientra quindi pienamente tra leazioni di promozione scientifica e divulgazio-ne, mirate ad affrontare argomenti e proble-matiche di attualità e comune interesse per laC a t e g o ria, verso le quale la nostraAssociazione ha da sempre mostrato una par-ticolare sensibilità.Ringrazio tutti coloro che, a vario titolo, hannocollaborato alla realizzazione di questo proget-to nella certezza che esso costituirà un prezio-so approfondimento di conoscenze sul temaconsiderato.

Ettore Durbiano

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La funzione economico-produttiva delle fo rm a-zioni arboree viene sempre più di frequentedelegata a specifiche iniziative di arbori c o l t u ra

da legno, nell'ottica di una progr e s s i va art i f i c i a l i z-zazione delle fonti di approvvigionamento dellam a t e ria prima legnosa destinata alla tra s fo rm a z i o-ne industri a l e. Le esigenze legate alla produzionein serie trovano infatti positiva risposta nella possi-bilità di pianificazione degli approv v i g i o n a m e n t i ,nella costanza ed omogeneità delle dimensioni ec a ra t t e ristiche tecnologiche degli assort i m e n t iri t raibili da tali impianti.In questo contesto la pioppicoltura rappresenta, findai suoi albori, una valida altern a t i va all'impiegodelle risorse forestali convenzionali, fo rnendo dal30 al 50% della produzione nazionale annua di ton-dame da lavo r o. Rispetto ad una produzione inter-na di circa 8 milioni di m3 di tondame, i pioppetihanno infatti fo rnito nell'ultimo decennio un vo l u m ecompreso fra 1 e 2 milioni di m3 a l l ' a n n o, pur inte-ressando una superficie di soli 70-80.000 ha distri-buita per la massima parte fra Lombardia,Piemonte ed Emilia Romagna (BO R E L L I, 1997).L'omogeneità tipica del materiale legnoso prove-niente da popolamenti clonali, unitamente allaridotta densità basale del legno, al suo colore chia-ro non sempre ri s c o n t rabile in altre specie, alla fa c i-lità di lavo ra z i o n e, incollaggio e ve rn i c i a t u ra, confe-riscono ai semilavo rati ottenibili dalla lavo ra z i o n edel pioppo una serie di requisiti in grado di soddi-s fare al meglio le esigenze funzionali ed estetico-d e c o ra t i ve richieste dall'industria dei pannelli abase di legno.Il successo economico della coltivazione del piop-po è tuttavia fo rtemente influenzato dalle cara t t e ri-stiche degli assortimenti ri c avabili a fine ciclo, la cuiri p a rtizione percentuale può va riare anche inm a n i e ra considerevole in relazione agli interve n t ic o l t u rali eseguiti ed alle cara t t e ristiche della stazio-n e. E' infatti fondamentale riuscire a produrrelegname di qualità nella misura più elevata possibi-l e, in modo da assorbire anche i costi dovuti aglia s s o rtimenti di minor pregio la cui commercializza-zione è sempre più difficoltosa. Negli ultimi annii n fatti, le poche industrie cart a rie ancora presentisul terri t o rio nazionale si sono indirizzate all'ap-p r ovvigionamento estero, determinando un fo rt edecremento della domanda di tondelli da cart i e ra dip i o p p o. Pa rimenti, nel comparto dei pannelli di par-t i c e l l e, le recenti disposizioni legislative (D. l g s

22/97) e la continua ricerca di fonti di approv v i g i o-namento altern a t i ve e più economiche hannod e t e rminato un calo della domanda e del prezzo dicimali e ra m a g l i e, fino ad un livello non più suffi-ciente a coprire i costi di lavo razione (ZA N U T T I N I eCI E L O, 1998). I costi di coltivazione elevati e ampia-mente anticipati rispetto ai ri c avi possono compor-tare la decisione di non ri n n ovare la coltura, sopra t-tutto nei periodi di maggior tensione delle quotazio-ni degli assort i m e n t i . Al mancato ri n n ovo delle pian-tagioni consegue una contrazione nel medio term i-ne della disponibilità di tondame per usi industri a l i ,cui corrisponde in genere una lievitazione dei prez-zi, automatico incentivo per la messa a dimora dinu ove piantagioni (GI AU, 1995). Tale meccanismoad andamento ciclico della domanda e offe rta si èperò interrotto negli ultimi anni destando non pochepreoccupazioni circa il futuro della pioppicoltura inI t a l i a . I n fatti, in seguito alle minori disponibilità dilegname di pioppo sul mercato intern o, il settorei n d u s t riale si è ri volto in modo massiccio alle impor-tazioni provenienti dalla Francia e da alcuni Pa e s iest-europei (BRU N e GI A N O L A, 1995), mentre i soste-gni finanziari a favore della pioppicoltura (Reg. C E E2080/92) non hanno finora portato i risultati attesi int e rmini di nu ovi impianti (BI S O F F I et al., 1998). S idelinea così uno stato di crisi del settore, ched ov r e bbe far riflettere i responsabili delle politicheforestali e gli stessi utilizzatori di questa materi ap rima, in quanto nel medio periodo essi potrebb e r onon avere garanzie circa la costanza degli approv-vigionamenti provenienti dall'estero né di quellin a z i o n a l i .In tale contesto, a circa 20 anni dagli ultimi studisistematici sull'argomento (PR E VO S TO, 1980) sivuole fare il punto della situazione su attrezzature,tecniche e sistemi operativi adottati nella ra c c o l t adel prodotto a fine ciclo. Più in part i c o l a r e, le inda-gini svolte riguardano il ri l evo dei tempi e la stimadei costi di lavo razione nelle operazioni di utilizza-zione dei pioppeti, al fine di proporre o quantome-no discutere possibili prov vedimenti di ra z i o n a l i z z a-zione ed innovazione delle attività di cantiere. E 'i n fatti opinione dei ri c e r c a t o ri che vi siano ancoraampi margini di miglioramento in questa fase dellat ra s fo rmazione del legno di pioppo, e che questisiano da individuare e attuare per ra f forzare lacompetitività dell'intera filiera, anche in base al ri n-n ovato interesse per il legno come fonte energeti-ca, che potrebbe offrire nu ove prospettive per glia s s o rtimenti meno pregiati ri t raibili da questo tipo dip i a n t a g i o n i .

I C A N T I E R I D I U T I L I Z Z A Z I O N E D E L 9

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ti fasi del lavo r o, le relative produtti-vità e stimare i costi ri fe riti alle pri n c i-pali operazioni ed ai singoli assort i-m e n t i .

2.2 RILIEVO DEI TEMPI DI LAVORO

2.2.1 Metodo di rilievoPoiché nei cantieri di utilizzazionedel pioppo possono trovare impie-go da due a nove addetti, contem-poraneamente impegnati in opera-zioni e nell'uso di macchine diffe-renti, risulta difficile analizzare indettaglio le varie fasi del lavoro conil metodo del rilievo separato dei tempi, comunemen-te adottato in Italia nel settore forestale. Il rilievo èstato perciò condotto con la tecnica delle "osserva-zioni ad intervalli regolari" che, attraverso una regi-strazione sequenziale discontinua delle attività in cuiè impegnato ciascun operaio, consente la ripartizionedel tempo complessivamente lavorato fra le diverseoperazioni e fasi considerate (BERTI et al., 1990). Sel'intervallo di osservazione è breve rispetto alla dura-ta delle singole fasi ed il periodo di osservazione èsufficiente, tale metodo consente anche di ottenereuna valida stima della durata delle diverse fa s i(HABERLE, 1961).Al fine di conseguire una buona attendibilità di rilievo,è stato prescelto un intervallo di osservazione com-preso fra 15 e 20 secondi. Conseguentemente, lamole di dati da rilevare, registrare e trascrivere è risul-tata considerevole e compresa fra 5.000 e 20.000osservazioni per cantiere.

2.2.2 Descrizione della giornata tipoPer la suddivisione dei tempi di lavoro sono stateseguite le indicazioni del “Manuale di rilievo dei tempidi lavoro”messo a punto presso l'Università di Firenze(BERTI et al, op. cit.), suddividendo il lavoro in opera-

zioni e fasi e distinguendo i tempinetti (TN) da quelli morti (TM).Questi ultimi sono stati a loro voltaclassificati in tempi soggettivi(TMS), di manutenzione delle mac-chine (TMA), organizzativi (TMO)e vari (TMV). I tempi di preparazio-ne del cantiere, previsti ad inizio efine giornata, sono stati inseriti neitempi morti essendo in tutti i can-tieri ridotti a pochi minuti. Si tratta,infatti, di squadre che lavorano aritmi sostenuti e le operazioni dim a nutenzione stra o r d i n a ria dellemacchine vengono svolte in gene-re fuori dall'ora rio di lavo r o.Quest'ultimo varia da squadra a

squadra e prevede da 8 a 10 ore lavorative al giornoper 5 giorni alla settimana. Le produttività riscontratesono state calcolate riferendole al tempo lordo di lavo-ro (TL = TM+TN), salvo diversa specificazione.

2.2.3 Supporti informaticiIn considerazione dell'elevato numero di dati dag e s t i r e, è stato messo a punto un sistema info rm a t i-co per automatizzare l’attività di registrazione e tra-s c rizione delle osserva z i o n i . Per quanto riguarda ladotazione h a r d wa r e è stato utilizzato un c o m p u t e rpalmare INFOS di produzione italiana (Figura 1)mentre il software prescelto "Sifreq" è stato svilup-pato dal Danish Forest and Landscape ResearchInstitute (SP I N E L L I, 1995). Tale s o f t wa r e, semplice dausare e abbastanza flessibile nelle possibilità d’im-p i e g o, consente il ri l i evo dei tempi e dei para m e t ridel lavoro secondo il metodo delle osservazioni adi n t e rvalli regolari . Per rendere compatibili h a r d wa r ee s o f t wa r e è stato sviluppato un applicativo per ilt ra s fe rimento dei dati e la loro conversione dal fo r-mato originale ad uno utilizzabile dai comuni pro-grammi di calcolo in ambiente MS W i n d ow s ® ; i nF i g u ra 2 è rappresentato schematicamente il siste-ma adottato per la raccolta dei dati.

I C A N T I E R I D I U T I L I Z Z A Z I O N E D E L 11

1 STATO DELL'ARTE

Non essendo previsti interventi intercalari, l'utilizza-zione di un pioppeto implica un solo taglio raso dimaturità che si articola nelle operazioni di abbatti-m e n t o, allestimento, concentra m e n t o, (eve n t u a l eesbosco) e carico del legname sui mezzi di trasporto.Escludendo le attività in vivaio, tali operazioni posso-no incidere fino al 50% dei tempi totali di coltivazionee richiedono il maggior apporto di manodopera(BALSARI, 1992).A seconda della qualità tecnologica del legname edelle fluttuazioni dei prezzi degli assortimenti mer-cantili, i costi di utilizzazione possono rappresentaredal 15 al 40% del valore di macchiatico. I principaliprogressi tecnologici nelle operazioni di raccolta dellegno nei pioppeti sono state registrate alla fine deglianni '60 con l'introduzione della motosega, ed allafine degli anni '70 con la diffusione dei bracci carica-tori, determinando un incremento delle produttivitàdel lavoro da circa 1 t/d UL rispettivamente a 5 e 10t/d UL (Tabella 1).Nel sistema attuale permane il punto debole dellalavorazione degli assortimenti di piccole dimensioni,che viene condotta con motosega, roncola o accettae con grande dispendio di manodopera.Anche le suc-cessive fasi di concentramento e carico di tale mate-riale vengono eseguite per buona parte manualmen-te. Le ramaglie minute, cioè sotto i 3-4 cm di diame-tro, vengono lasciate sul terreno in ragione di circa50-60 kg per pianta (peso fresco), equivalenti a circa15 t/ha di biomassa che potrebbe venire in buonaparte utilizzata piuttosto che bruciata in loco (BALSARI,op. cit.). Il sistema di lavoro descritto è inoltre stretta-mente legato alle condizioni climatiche poiché non sipuò accedere al pioppeto con mezzi pesanti quandoil terreno, in seguito a precipitazioni, non ha sufficien-te portanza, mentre la produttività e la sicurezza del-l'esbosco diminuiscono fo rtemente anche solo aseguito di brevi piogge che rendono il fondo scivolo-so.In passato alcuni Autori hanno sperimentato e propo-sto metodi di lavoro diversi da quello tradizionale,individuando nell'esbosco a strascico di piante intereo di fusti lunghi una valida alternativa (BALDINI, 1973;

VRATARIC, 1982; HARTSOUGH et al, 1992). Questi studinon hanno avuto peraltro seguito, anche perché il set-tore ha trovato fino ad oggi sufficienti margini econo-mici per coprire i costi delle operazioni di utilizzazio-ne, sia rivalendosi sulla quotazione offerta per l'ac-quisto della materia prima in piedi, sia potendo assor-bire le diminuzioni di prezzo di un assortimento conuna tendenza al rialzo di quelli destinati ad altriimpieg h i . In conseguenza delle tra s fo rmazioni econo-miche e tecniche ve rificatesi di recente sul mercato dellegno e nei principali comparti produttivi, la pioppicoltu-ra ha inoltre visto ridimensionare progr e s s i vamente lap r o p ria importanza, con una tendenziale ri d u z i o n edella domanda e dei prezzi degli assortimenti di mino-ri dimensioni. Per contro, trovano crescente diffusione,anche nel nostro Pa e s e, sistemi di lavoro ad alta mec-canizzazione che si basano sull'impiego di modern emacchine abb a t t i t rici (fe l l e r), abb a t t i - s ra m a - d e p e z z a t ri-ci (h a r we s t e r) e sminu z z a t rici (SP I N E L L I, 1 9 9 9 ) .

2 MATERIALI E METODI

2.1 ARTICOLAZIONE DELLE ATTIVITÀSPERIMENTALIL'attività speri m e n t a l e, svolta nel quinquennio 1995-2000presso il Dipartimento Agr o. S e l v i . Te r. d e l l ' U n i versità diTo ri n o, ha inizialmente censito un campione significativodi cantieri e ditte di utilizzazione al fine di ri l evare i siste-mi di lavo r o, le macchine e attrezzature impiegate e l'or-ganizzazione delle squadre.Per ciascuna situazione esa-minata è stata compilata una scheda descri t t i va e sonostate ri l evate numerose info rmazioni relativamente aiseguenti aspetti:- caratteristiche stazionali e colturali;- composizione della squadra;- numero, età e qualifica degli addetti;- sistema di lavoro;- macchine ed attrezzature impiegate;Nei 7 cantieri considerati di maggiore interesse e ra p-presentativi delle tecniche di lavoro più diffuse sonostate ri l evate le cara t t e ristiche dendrometriche dellepiante in piedi, i tempi di lavoro e le quantità di legnamel avo rato suddivise per assort i m e n t i . Sulla base dei datiraccolti è stato possibile calcolare i tempi per le diffe r e n-

10 I C A N T I E R I D I U T I L I Z Z A Z I O N E D E L

Figura 2 - Schema del sistema informatizzato messo a punto per il rilievo dei tempi di lavoro.

Figura 1 - Computer palmare INFOS dotato dia u r i c o l a re per perc e p i re anche in ambienti ru m o-rosi i segnali acustici emessi dal software SIFREQutilizzato per il rilievo dei tempi di lavoro .

A n n o Livello di meccanizzazione (secondo H I P P O L I T I , 1997) P roduttività del lavoro (t/h) ( 1 )

e principali attr e z z a t u r e impiegateA b b a t t i m e n t o A l l e s t i m e n t o Esbosco e carico C o m p l e s s i v a

1 9 5 0 * 0 – lavoro esclusivamente manuale 0 , 5 0 , 4 1 , 0 0 , 21 9 8 0 * 1a – motosega e trattore con caricatore fro n t a l e 6 , 3 1 , 4 2 , 0 0 , 71 9 9 0 * * 1b – motosega e trattore con gru idraulica 1 8 , 8 2 , 0 9 , 9 1 , 5

*PR E V O S T O, 1980; **BA L S A R I, 1992.

Tabella 1 - Evoluzione della produttività del lavoro nei cantieri di utilizzazione del pioppo negli ultimi 50 anni.

(1) Salvo diversa specificazione, la produttività viene riferita all’unità lavorativa (UL).

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I C A N T I E R I D I U T I L I Z Z A Z I O N E D E L 1312 I C A N T I E R I D I U T I L I Z Z A Z I O N E D E L

A s s o rt i m e n t i Requisiti dimensionali Requisiti qualitativi Va l o re *(Lit./t franco

a rrivo X 1.000)Da sfogliatura( 4 ) (per compensato) ø min alla testata minore: 22 cm. Regolarità della sezione trasversale,

Lunghezze varie: 310; 260; 220; ridotta rastremazione, assenza di fessurazioni190; 180; 160; 130 cm. da tensioni interne, colore chiaro anche 1 8 0 - 2 3 0

nella porzione più interna, rettilineità, 2 1 0 - 2 8 0assenza di legno di tensione. Tollerati lievi danni

da insetti nella porzione più interna della sezione trasversale.

Da sfogliatura (per imballaggi ø min alla testata minore: 20 cm. Regolarità della sezione trasversale, assenzao rt o f ru t t i c o l i ) Lunghezze varie in multipli di 110 cm. di fessurazioni da tensioni interne, 1 6 0 - 2 2 0

c o l o re chiaro anche nella porzione più interna, 2 1 0 - 2 4 0assenza di legno di tensione. Tollerati danni

da insetti nella porzione intern a .

Da segagione (per listellare ) ø min alla testata minore: 16 cm. Facilità di essiccazione, elevate caratteristicheLunghezze varie (solitamente: 190 cm.) di stabilità dimensionale. 1 8 0 - 2 0 0

Assenza di danni da insetti.

Da segagione (per mobili o ø min alla testata minore: 25 cm. Rettilineità, ridotta rastre m a z i o n e . 1 8 0 - 2 5 0impieghi di falegnameria) Lunghezze varie > 310 cm. Assenza di danni da insetti. 2 2 0 - 2 8 0

Da segagione (per pallets) ø compreso tra 18 e 25 cm. R e t t i l i n e i t à .Lunghezze varie Tenuta del legno ai chiodi 1 0 0 - 1 1 0

Da cart i e r a ø compreso tra 9 e 18 cm. Assenza di carie o di graviLunghezza: 200 cm. alterazioni del colore . 8 0 - 9 0

Da triturazione ø tra 4 e 10 cm; N e s s u n o 2 5 - 3 0Lunghezza: 220 cm.

* P rezzi riferiti all'autunno 1999.

Tabella 3 - Requisiti dimensionali, qualitativi e prezzi degli assortimenti di pioppo.

C a n t i e r e A s s o r timenti ricavati (t) ( 5 ) Totale (t)S f o g l i a t u r a S e g h e r i a C a rt i e r a Tr i t u r a z i o n e

Valenza (Al) 5 9 4 3 7 1 1 7 1 6 9 9 1 7Casale (Al) 8 9 - 4 6 3 2 1 6 7C e rvignasco (To ) 2 9 4 1 2 0 8 3 1 3 8 6 3 5C e rcenasco (To ) 1 0 3 3 8 4 8 4 2 2 3 1Virle (To ) 5 8 3 3 5 5 3 0 1 7 6Palaia 1 (Pi) - 1 1 2 - 9 0 2 0 2Palaia 2 (Pi) - 2 6 0 - 2 1 7 4 7 7T O TA L E 1 . 1 3 8 6 0 0 3 4 9 7 1 8 2 . 8 0 5

Tabella 4 - Assortimenti prodotti nei cantieri esaminati.

(5) Con Decreto del Ministero dell'Industria, del Commercio ed e l l ' A rtigianato, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 27 del 2 febbraio2001, è stata recentemente recepita a livello nazionale la Dire t t i v a1999/103/CE sull’armonizzazione delle unità di misura dei Paesi membridell’UE. Il provvedimento, sostituisce e integra le precedenti Dire t t i v e80/181/CEE e 89/617/CEE sull’argomento. Con la suddetta Direttiva la dataultima per l’adozione obbligatoria delle nuove unità di misura re l a t i v ealle grandezze fisiche fondamentali viene pro rogata al 31 dicembre2009. Tale data rappresenta pertanto il termine del periodo transitorio entro ilquale il sistema attualmente in vigore potrà continuare ad essere usatodagli operatori economici. Per misurare la massa, scompariranno adesempio il quintale e le ulteriori indicazioni in unità diff e renti da quellelegali e si dovrà usare esclusivamente la tonnellata. Il SI è descritto dall’ISO( I n t e rnational Organisation for Standardisation) nella norma ISO 1000 enella norma ISO 31 che riguardano rispettivamente i principi generaled’impiego e i fattori di conversione tra le diverse unità di misura.

2.3 RILIEVO DEI PARAMETRI STAZIONALI E DELLE QUANTITÀ DI LEGNAME LAVORATE Per ogni lotto sono stati rilevati i principali parametristazionali (Tabella 2), è stato contato il numero dipiante in piedi e, su un campione significativo, sonostati rilevati la circonferenza a 1,30 m, l'altezza edaltre caratteristiche dendrometriche utili per l’applica-zione delle tavole di cubatura(2).In seguito è stato registrato il peso degli assortimentiprodotti, le cui caratteristiche dimensionali e qualitati-ve sono risultate conformi a quelle tradizionalmentepreviste nel settore per il tipo di impiego previsto. Atale proposito si veda la Tabella 3 nella quale sonoriportati i requisiti di riferimento per l'assortimentazio-ne. Nella Tabella 4 sono riportate le quantità dei variassortimenti prodotti nei diversi cantieri, mentre nelgrafico di Figura 3 è rappresentata la ripartizione per-centuale, in termini di massa, dei diversi tipi di assor-timento allestiti nei 7 cantieri esaminati.

2.4 DESCRIZIONE DEL SISTEMA DI LAVORONella ricerca svolta sono stati individuati due sistemidi lavoro: il primo, definito tradizionale (T), è quelloadottato da tutte le squadre analizzate ad eccezione

di quella indicata con la lettera M, e corrisponde alsistema seguito dalla maggior parte delle imprese delsettore. Esso è attribuibile al primo livello di mecca-nizzazione (HIPPOLITI(3), 1997) e prevede una dotazio-ne di macchine polivalenti, eventualmente equipag-giate con attrezzature portate specializzate (gruidraulica, pinza di strascico). Il sistema tradizionaleviene applicato con un certo numero di varianti, aseconda dell’organizzazione della squadra e dellasua dotazione in macchinari. Fra queste, quella piùm o d e rna e interessante prevede l'impiego di unmezzo semovente gommato munito di braccio carica-tore montato su ralla girevole in sostituzione del tradi-zionale trattore agricolo (sistema Ta).Il secondo sistema di lavoro, adottato dalla squadraM, è classificabile nel secondo livello ovvero "a mec-canizzazione avanzata" (A) e in quanto tale richiedemacchine specializzate e più costose. Esso è di note-vole interesse e rappresenta effettivamente un’evolu-zione della meccanizzazione e organizzazione dellavoro in pioppeto.

2.4.1 Sistema tradizionale (T e Ta)2.4.1.1 Modalità operative e organizzazione del cantiereDi seguito viene descritto il sistema più comunemen-te adottato, facendo cenno alle principali variantiriscontrate.

Foto 1 - Abbattimento eseguito secondo il sistema tradizionale.

C a n t i e r e S q u a d r a Caratteristiche stazionali Caratteristiche del popolamento Entità del campione per l’analisi dei tempi e

delle pr o d u t t i v i t à ( g i o rni UL)

Pendenza media (%) G e o m o rf o l o g i a Distanza dalla strada N. piante C l o n e Età (anni) Spaziatura C rf. 1,30 Altezza cormom. Peso mediocamionabile (m) ( m ) media (cm) ø 10 cm (t) per pianta (t)

Valenza (Al) D 1 0 P i a n u r a 3 0 0 6 2 4 I - 2 1 4 1 8 6 x 6 1 1 9 2 7 1 , 5 7 2Casale (Al) D 1 0 P i a n u r a 2 0 0 3 0 3 I - 2 1 4 1 1 6 x 6 8 8 2 1 0 , 5 1 6C e rvignasco (To ) N 0 P i a n u r a 0 5 0 5 N . R . * N . R * 7x5 1 1 4 2 8 1 , 3 3 6C e rcenasco (To ) N 0 P i a n u r a 3 0 0 1 4 0 I - 2 1 4 1 5 8 x 5 1 2 8 2 5 1 , 6 1 0Virle (To ) N 0 P i a n u r a 1 0 0 1 0 1 I - 2 1 4 1 9 8 x 5 1 3 5 2 5 1 , 7 8Palaia 1 (Pi) M 5 C o l l i n a 1 5 0 5 8 6 I - 2 1 4 1 1 4 x 5 7 7 1 5 0 , 3 5Palaia 2 (Pi) M 1 0 C o l l i n a 3 0 0 6 4 1 I-214; Av a n z o 1 1 4 x 5 1 0 0 1 9 0 , 7 1 2

*N.R. non rilevato

Tabella 2 - Caratteristiche stazionali e dendrometriche dei cantieri oggetto di campionamento.

(2) In particolare è stata adottata la tavola di cubatura a doppiaentrata per la stima del peso fresco del clone “I 214” allevato con spa -ziatura media nelle provincie di Alessandria e Udine (FRISON G., 1980).

(3) La classificazione si articola in tre livelli: 1° meccanizzazione ini -ziale; 2° meccanizzazione avanzata; 3° meccanizzazione spinta(HIPPOLITI, 1997).

(4) Nella pratica commerciale tali assortimenti sono a volte indicaticome tondame da “trancia”. Tale termine è errato poiché nonostan -te sfogliatura e tranciatura siano entrambe lavorazioni che determi -nano un’azione di taglio per fenditura, esse sono eseguite da mac -chinari concettualmente diversi. Pur essendo tecnicamente possibilientrambe le lavorazioni, la quasi totalità degli assortimenti basali dipioppo ritenuti idonei vengono destinati alla sfogliatura.

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dividuazione rapida del diametro minimo di depezzatura( Foto 4). La misurazione può venire svolta direttamented a l l ’ i n d u s t ria acquirente con personale tecnico specializ-zato nel collaudo degli assortimenti da sfo g l i a t u ra oppu-re dalla stessa squadra addetta all'abb a t t i m e n t o. Si tra t-ta, in ogni caso, di un’operazione relativamente lunga,non part i c o l a rmente difficile ma che richiede una cert ae s p e ri e n z a .- Sramatura: consiste nella recisione dei rami tramitemotosega. Viene eseguita in genere in sequenza,procedendo dall’esterno verso il fusto. D a p p ri m aviene tagliata la porzione più esterna della chioma,che non è peraltro raccolta fra gli assortimenti da tri-turazione. Successivamente la sramatura è completa-ta dal taglio dei monconi residui eseguito contestual-mente alla depezzatura dei fusti. L’operazione svoltain due tempi agevola il lavoro dell'addetto alla misura-zione e permette di separare le ramaglie più fini,lasciate sul letto di caduta, da quelle di diametro mag-giore, utilizzate come assortimenti da triturazione. Laprima sottofase viene eseguita subito dopo l’abbatti-mento; in seguito la pianta viene spostata di qualchemetro su un'area sgombra da ramaglie dove vieneeseguita la restante lavorazione. Qui rimangono sulterreno le sole porzioni di chioma che presentanoqualche destinazione commerciale. La sramatura indue tempi consente di lavorare "nel pulito", con mag-

giore sicurezza e agio per gli operatori addetti allap r e p a razione dei relativi assortimenti, sopra t t u t t odurante la stagione vegetativa.- Depezzatura: consiste nel taglio trasversale del tron-co e nella sua riduzione in toppi di lunghezza prede-terminata. Viene eseguita con motosega, contempo-raneamente o meno alla sramatura. In genere sitende a separare le due operazioni, nel senso che unoperaio depezza le prime porzioni del fusto mentre unaltro, procedendo alla sramatura, si occupa di quellesommitali da cui si ricavano assortimenti da cartiera etriturazione (Foto 5). Quest'ordine permette di limitaregli spostamenti dell'operaio lungo il fusto, riducendol’intervallo temporale fra un taglio e l’altro.- Allestimento di cimali e ramaglie gr o s s o l a n e: la part eutile delle ramaglie viene ridotta alla lunghezza di 2,2 mcirca con una roncola o un'accetta a manico lungo. Ipezzi destinati alla tri t u razione ed alla cart i e ra ve n g o n oc o n c e n t rati manualmente in piccoli mucchi per il suc-c e s s i vo carico sui mezzi di tra s p o rt o. In quest’opera z i o-ne l’accetta a manico lungo viene anche usata comezappino per spostare a strascico per brevi tratti i pezzipiù pesanti, e raccogliere da terra quelli più leggeri ev i-tando piegamenti della schiena.- Sistemazione della ramaglia minu t a: le ramaglie di dia-metro infe riore a 3-4 cm vengono lasciate sul terreno,a m mucchiate per mezzo del caricatore frontale del tra t-tore o con la lama di un mezzo cingolato apripista e suc-c e s s i vamente bru c i a t e.Concentramento del tondame da lavoroI toppi destinati alla segagione o alla sfo g l i a t u ra in alcu-ni casi possono venire riuniti in piccole cataste prima delc a rico sui mezzi di tra s p o rt o. Q u e s t ' o p e razione vienespesso eseguita in concomitanza del carico di una part edei toppi giacenti sul letto di caduta. Ad esempio, mentrevengono caricati gli assortimenti da sfo g l i a t u ra, l'opera-tore alla gru concentra quelli da segagione per ve l o c i z-z a rne il successivo cari c o.Carico ed esboscoNei pioppeti, normalmente, l'esbosco viene condottocon gli stessi mezzi usati per il trasporto: autotreni edautoarticolati vengono caricati raccogliendo diretta-mente gli assortimenti sul letto di caduta. L'esbosco,nell'accezione tradizionale del term i n e, è quindiassente o comunque difficilmente separabile dallafase di carico. Si fa eccezione quando il terrenoumido, o strade eccessivamente strette o sconnesse,non consentono l'accesso a mezzi pesanti, ed illegname deve essere di conseguenza portato fuoridall’area di taglio con rimorchi agricoli e poi trasbor-dato su autocarri. A tal proposito, si possono verifica-re molte combinazioni, anche in relazione alla pro-prietà dei mezzi di trasporto: i camionisti addetti al tra-s p o rto conto terzi non vogliono generalmente portare ip r o p ri mezzi fuori dalle strade principali ed allora illegname viene prima esboscato e poi tra s fe rito suimezzi di tra s p o rt o. Le ditte di utilizzazioni che dispon-gono di mezzi propri tendono invece a caricare il mate-riale direttamente sugli autotreni, trainandoli eve n t u a l-

I C A N T I E R I D I U T I L I Z Z A Z I O N E D E L 15

AbbattimentoLa recisione al piede e l'atterra-mento della pianta sono ese-guiti da un solo opera t o r e, sup-p o rtato dall’azione di un tra t t o-r e( 6 ) munito di braccio spingi-tronchi, anteriore o posteri o r e,nei casi in cui i fusti pendano inuna direzione di caduta dive r s ada quella vo l u t a . Nelle situazio-ni più difficili la pianta viene tira-ta con funi, sempre per mezzodel tra t t o r e. L ' a bb a t t i m e n t oviene condotto in seri e, su due-quattro filari per volta, caden-zando il lavoro a gruppi di 30-50p i a n t e.Nei lotti con presenza di ve g e-tazione arbu s t i va l’abb a t t i t o r epuò essere preceduto da un operaio munito di moto-sega o di roncola, incaricato di ripulire la zona circo-stante la base della pianta. Ta l volta la terra intorno aquest'ultima viene scalzata con una zappa, in modo dap e rmettere all'abbattitore di eseguire il taglio più inbasso possibile ed utilizzare così una maggiore porzio-ne di fusto.L’abbattimento prevede la realizzazione di una taccadi direzione di altezza ridotta e piuttosto profonda, da1/2 a 2/3 del diametro, seguito da un taglio di abbatti-mento condotto velocemente e con rilascio della cer-niera. La tacca profonda risulta utile per far inclinarela pianta nella direzione di caduta voluta, mentre lasua altezza limitata permette di contenere il più pos-sibile gli scarti di intestatura. Il taglio di abbattimentodetermina poi l’atterramento della pianta. Tale tecnicaconsente di velocizzare l'operazione, indirizzando lepiante nella direzione voluta, nei casi favorevoli anchesenza l’ausilio del braccio spingitronchi applicato altrattore (vedi “Rassegna fotografica”). Essa si basa,comunque, su un equilibrio di forze piuttosto precarioe la sua esecuzione, possibile solo con piante bari-centriche o che pendono già nella direzione di cadu-ta prevista, non è esente da rischi per l’incolumità fisi-ca degli operatori a causa del possibile verificarsi discosciature a carico del toppo basale.Concentramento dei fustiLe piante abbattute vengono concentrate in modo daposizionare su un unico allineamento quelle che inpiedi erano disposte su tre o quattro file, ottenendocosì una serie di fusti affiancati e ravvicinati, comodiper il successivo allestimento. Questa fase è statadenominata "concentramento fusti" (Foto 2 e Foto 3).AllestimentoNell’ambito dell’utilizzazione del pioppo, l’allestimento

consiste nelle fasi di seguito descri t t e :- Collaudo e misura z i o n e: p r evede l'individuazione e lademarcazione sul tronco degli assortimenti da sfo g l i a t u-ra, segagione e di quelli destinabili alla cart i e ra, secon-do lunghezze prestabilite. Queste va riano leggerm e n t eda lotto a lotto in base alle cara t t e ristiche delle piante edalle richieste dell’acquirente. L’ o p e razione viene condot-ta da un operaio munito di asta graduata, raschietto fo r e-stale ed, in alcuni casi, di un ferro sagomato ad U per l'in-

14 I C A N T I E R I D I U T I L I Z Z A Z I O N E D E L

Foto 4 - Operazione di misurazione e collaudo dei tronchi dasegagione e sfogliatura.

Foto 5 - Depezzatura del tondame da lavoro.

Figura 3 - Ripartizione del legname fra i diversi tipi di assortimento.

Foto 2 - Concentramento dei fusti mediante braccio caricatoreapplicato al trattore agricolo.

Foto 3 - Concentramento dei fusti mediante pinza di strascico.

Va l e n z a C a s a l e C e rv i g n a s c o C e rc e n a s c o Vi r l e P a l a i a 1 P a l a i a 20 %

2 0 %

4 0 %

6 0 %

8 0 %

1 0 0 %

c a rt i e re e t r i t u r a z i o n e 4 5 % 4 6 %

Tr i t u r a z i o n e 1 8 % 1 9 % 2 2 % 1 8 % 1 7 %

C a rt i e r a 1 3 % 2 8 % 1 3 % 2 1 % 3 1 %

Tondame da lavoro(fino a diametro 18 cm) 6 9 % 5 3 % 6 5 % 6 1 % 5 2 % 5 5 % 5 4 %

(6) Generalmente le macchine impiegate per l’utilizzazione dei pioppeti sonotrattrici agricole appositamente modificate, per le quali però viene abitual -mente impiegato il termine trattore che in ambito forestale è più comune -mente usato per indicare un trattore 4RM o art i c o l a t o .

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Chi opera da almeno 15-20anni, e soprattutto ha av u t omodo di estendere la propri aattività dalla sfe ra art i g i a n a l e,di abbattimento conto terzi, aquella commerciale di acqui-sto di lotti in piedi e ve n d i t adiretta degli assortimenti ri c a-vati, ha potuto in passato rea-lizzare discreti profitti, testi-moniati anche dalla disponi-bilità di un parco macchineben fo rn i t o.

2.4.1.3 AttrezzatureimpiegateNella Tabella 5 vengonori p o rtate le principali cara t t e ristiche delle imprese esami-n a t e, relativamente alle risorse umane ed alle attrezza-ture disponibili, nonché un computo della quantità dipotenza motore espressa in kW, impiegata per unitàl avo ra t i va .Per quanto riguarda specificamente le attrezzature, nelsistema di lavoro tradizionale vengono usati tra t t o ri 4RMdi potenza nominale compresa fra 60 e 100 kW, mu n i t idi attrezzature specializzate portate o montate in modofisso sul tra t t o r e. Di queste la più diffusa è la gru idra u l i-ca con pinza per l'affe r raggio dei tronchi. Essa è appli-cata posteri o rmente al tra t t o r e, precludendo la possibi-lità di utilizzo dell'attacco a 3 punti e del gancio di tra i n o.Il posto di comando della gru può essere indipendenterispetto a quello di guida del trattore ed è ubicato allorain alto, posteri o rmente alla cabina, per consentire lamigliore visuale all'operatore addetto al cari c o.Tale solu-zione comporta però una certa scomodità, in quanto èn e c e s s a rio scendere dal trattore e ri s a l i rvi ogni qualvo l-ta lo si debba spostare. I bracci cari c a t o ri sono dotatisempre di piedi di appoggio, che risultano indispensabi-li per la stabilità del mezzo. Esistono diverse tipologie dip i n ze di strascico montate sull'attacco a 3 punti del tra t-t o r e, che in questo caso è più piccolo di quello adibitoall'uso della gru . Tali pinze, azionate idra u l i c a m e n t e,sono costituite da due ganasce per l'affe r raggio del ton-dame ed un'asta spingitronchi che serve per direzionarei fusti nella fase di abb a t t i m e n t o.In altern a t i va al trattore 4RM con gru idraulica, negli ultimi5 anni hanno fatto registrare una certa diffusione i mezzis e m oventi gommati o cingolati, muniti di braccio e pinzai d raulici, montati su ralla girevo l e. Questi sono più veloci estabili non dovendo abbassare i piedi di appoggio prima diazionare il bra c c i o. I n o l t r e, grazie alla maggiore massa,sono in grado di spostare più facilmente le piante interes volgendo anche il lavoro di "concentramento fusti" nor-malmente eseguito con la pinza di esbosco. Avendo adisposizione tali mezzi, anche le fasi dell'allestimentosono svolte secondo una diversa successione: in questocaso viene prima sramato e depezzato il tronco da lavo r o,poi le chiome sono ulteri o rmente concentrate e ri a l l i n e a t e,

ed infine depezzate in pezzidella lunghezza di 2 m, desti-nati alla cart i e ra o alla tri t u ra-zione a seconda del diame-t r o. L'impiego di questi mezzis e m oventi rappresenta ill i vello più elevato di mecca-nizzazione del sistema dil avoro tradizionale e nel pro-sieguo viene pertanto indica-to come sistema tra d i z i o n a l eavanzato (Ta ) .

2.4.2 Sistema ameccanizzazioneavanzata (A)

E’ opportuno premettere che il sistema A, al tempodei rilievi impiegato a livello nazionale da una solas q u a d ra, rappresenta un anello assai import a n t everso la completa meccanizzazione di questo tipo dicantieri che in base agli ultimissimi dati è in corso dirapida diffusione.

2.4.2.1 Modalità organizzative e operative del cantiereQuesto sistema diffe risce dal precedente per le ope-razioni di abbattimento e di allestimento degli assort i-menti di piccole dimensioni. L ' a bbattimento viene ese-guito con una testa abb a t t i t rice montata sul braccio diun escavatore cingolato (fe l l e r - bu n c h e r) (Foto 9).La pianta viene afferrata, recisa alla base e poi con-trollata nella sua caduta per mezzo del braccio dell'e-scavatore. In questo modo essa può essere corretta-mente direzionata e successivamente affiancata aquelle precedentemente abbattute, in modo da otte-nere una disposizione dei fusti simile a quella delsistema tradizionale. Le due operazioni di abbatti-mento e concentramento dei fusti vengono eseguitein modo concatenato e quasi simultaneo da un solooperatore alla guida del mezzo semovente.Le successive fasi di misurazione, depezzatura (inquesto caso fino a 18 cm di diametro) e sramatura deltronco utile vengono eseguite in modo simile al siste-ma tradizionale, con un operatore per il collaudo e lamisurazione e due addetti alla sezionatura, sramatu-ra ed intestatura. I toppi vengono caricati con unmezzo semovente cingolato munito di caricatore epinza afferratronchi.Sotto il predetto diametro le chiome, lasciate intere,vengono ammucchiate con l'ausilio di un mezzo apri-pista cingolato, in modo da formare cataste di volumesufficiente per alimentare con continuità una cippatri-ce per un certo periodo di tempo. Quest'ultima, avvi-cinatasi ai mucchi formati, afferra con la propria gruidraulica una o più porzioni di chioma, le sminuzza eproietta i cips nel cassone di un autocarro dispostolateralmente (Foto 10).

I C A N T I E R I D I U T I L I Z Z A Z I O N E D E L 17

mente con tra t t o ri per agevo l a rne l’uscita dal pioppeto( Foto 6). Frequentemente accade che il rimorchio del-l'autotreno venga caricato sul letto di caduta, e la motri-c e, più pesante, fuori dal pioppeto.L'operazione di carico (Foto 7) è in massima partemeccanizzata anche se alcune squadre adottanoancora fasi manuali. E' il caso del carico degli scartid'intestatura e depezzatura destinati alla triturazione,che per le loro caratteristiche morfologiche e l’irrego-lare distribuzione sul terreno non si prestano ad esse-re afferrati con la normale pinza per tronchi. Quindi ilcarico prosegue meccanicamente, ma è necessarioche un operaio rimanga sul pianale per sistemare almeglio il materiale legnoso di forma irregolare e dipiccole dimensioni, che occuperebbe altrimenti trop-po spazio e darebbe luogo ad un carico poco stabile(Foto 8 e Foto 11). Una squadra fraquelle esaminate si è invece dotata diuna speciale pinza a forma di gabbia(vedi rassegna fotografica delle mac-chine e attrezzature impiegate), ido-nea all'afferraggio degli scarti di inte-statura, che vengono caricati su unautotreno munito di sponde di altezzaadeguata. Anche per gli assortimentida cartiera o di lunghezza limitata èrichiesto l'intervento di un addetto allasistemazione del carico sul pianale. E'opportuno evidenziare che l'operazio-ne è pericolosa sia perché questiopera in equilibrio su legna tonda eumida, sia perché sosta nel raggiod'azione della gru idraulica. Il caricodegli assortimenti di maggiori dimen-sioni viene invece eseguito general-mente dal solo addetto alla gru idrau-lica.La produttività del lavoro varia in fun-zione del volume unitario dei pezzi edella loro distribuzione spaziale all’in-terno del pioppeto (cioè a secondo

che essi siano o meno stati preventivamente concen-trati).

Triturazione dei ceppiL’impresa di utilizzazione non si occupa invece della tri t u-razione dei ceppi che in genere è svolta da contoterzistispecializzati su incarico del propri e t a rio o dell'acquirentedel lotto (commerciante o industri a l e ) . In altern a t i va aquesto sistema, anche in considerazione della crescentep e ricolosità di accendere fuochi (sia per ragioni di pre-venzione incendi che per motivi legati al contenimentodelle emissioni in atmosfe ra), per la ri p u l i t u ra del terrenosi sta diffondendo l'impiego di decespugliatori pesantip o rtati dal tra t t o r e, che sminuzzano le ramaglie e la por-zione di ceppo rimasta fuori t e r ra . Poiché questa fase nonfa parte dell’attuale organizzazione della filiera delle ope-

razioni di utilizzazione, non è stata ogget-to di studio del presente lavo r o.

2.4.1.2 Composizione della squadraLe squadre che operano in questo tipo dicantiere sono solitamente ditte art i g i a n e.Sono composte da più membri dellastessa famiglia e talvolta impiegano per-sonale dipendente. Questi sono in gene-re assunti a tempo indeterm i n a t o, salvoqualche lavo ratore saltuario (ad es.m a n o d o p e ra agricola nella stagionei nve rnale) che lavo ra "a giornata" perp e riodi limitati. I dipendenti svo l g o n og e n e ralmente le operazioni manuali econ motosega, mentre i titolari dell'impre-sa conducono i tra t t o ri e le macchine piùc o s t o s e. L’età media dei titolari si aggirai n t o rno ai 50 anni a confe rma di quantod i c h i a rato dagli intervistati, secondo iquali da qualche anno il settore si trova inuna situazione di crisi con fo rte irregola-rità della domanda e diminuzione degliutili, che scoraggiano l’entrata sul merca-to di nu ovi imprenditori o di fo r ze giova n i .

16 I C A N T I E R I D I U T I L I Z Z A Z I O N E D E L

Foto 9 - Il Feller-buncher è costituito da una testa abbattitriceKohering Wa t e o rus 20 montata su un escavatore PMI 925; gra-zie alle sue caratteristiche costruttive la macchina è in grado dio p e r a re anche su terreni con moderata pendenza.

Foto 6 - Quando le condizioni del terreno non consentono unasufficiente aderenza, i mezzi di trasporto, soprattutto se a duesole ruote motrici, possono essere aiutati ad uscire dal pioppe-to trainandoli con un trattore.

Foto 7 - Carico del tondame da lavoro sul rimorchio dell'auto-treno, effettuato direttamente sul letto di caduta.

Foto 8 - Te rminato il carico degli assor-timenti da triturazione, un addettop rovvede a re f i l a re con la motosega ipezzi sporgenti. Questa è una delle fasipiù pericolose del lavoro a causa dell’e-quilibrio precario dell’operatore, dellaposizione della motosega sopra allespalle e del ritorno elastico dei tondellipiù piccoli.

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I C A N T I E R I D I U T I L I Z Z A Z I O N E D E L 19

2.4.2.2 Composizione della squadraLa squadra è costituita da 7 operai, di cui uno addet-to al mezzo abbattitore, uno alla cippatrice, uno alcarico, 3 all'assortimentazione dei toppi ed uno confunzioni va ri e. Ciascun conduttore dei mezzi ècomunque in grado di guidare ogni tipo di macchina,compresi gli autocarri per il trasporto. Fanno partedella squadra, sebbene raramente presenti in cantie-re e quindi non considerati ai fini del presente studio,anche 2 autisti e un titolare addetti alla guida dei 5mezzi di trasporto, autotreni ed autoarticolati, di pro-prietà della ditta. Per questo sistema di lavoro, cheprevede ritmi serrati, è molto importante la pienadisponibilità dei mezzi di trasporto, onde evitare i ral-lentamenti che necessariamente insorgono nel casoin cui ci si avvalga di trasportatori che operano contoterzi. La sequenza di lavorazione prevede margini diautonomia per le singole unità funzionali;in ogni casoè importante evitare interruzioni di durata superiore a1-2 h in una delle operazioni, in quanto esse avreb-bero ripercussioni negative sull'intero cantiere.

2.4.2.3 Attrezzature impiegateL'unità di abbattimento è costituita da una testaabbattitrice Kohering Wateorus 20 montata su unescavatore PMI 925, con massa di 17 t, carro allun-gato e pattini della larghezza di 55 cm. Latesta è dotata di due dispositivi di afferraggiodel fusto a ganasce, ed uno di taglio, costitui-to da un disco di acciaio di 1100 mm di dia-metro, munito di grossi denti in acciaio durocon sagoma a pialla idonea ad asportare illegno. Il fusto viene afferrato rigidamente soloquando il taglio è stato completato, in mododa evitare che esso sia soggetto a sollecita-zioni e scosciature. La testa è teoricamentein grado di recidere fusti fino a 55 cm di dia-metro al piede, ma per motivi di stabilità delm e z zo è possibile lavo rare agevo l m e n t epiante fino a 30-35 cm di diametro; per

dimensioni maggiori è opportuno impiegare mezzidotati di châssis più largo di 2,50 m, che presentanoperò alcune difficoltà per il trasporto su strada.La sminuzzatura è realizzata da un mezzo cingolatocostruito in proprio su cui è montata una cippatrice adisco Gandini, ampiamente modificata soprattutto nelsistema di alimentazione del materiale legnoso all'or-gano di taglio. La cippatrice monta un motore dellapotenza nominale di circa 150 kW ed è dotata di unagru idraulica per l'alimentazione del legname allabocca, che viene occasionalmente impiegata ancheper caricare i mezzi.I caricatori sono costituiti da mezzi semoventi gom-mati o cingolati aventi massa compresa fra 9 e 10 t,motore di potenza nominale di 100-120 kW e sonomuniti di braccio caricatore montato su ralla girevole.Le trasmissioni a tutti gli organi sono idrauliche; lacapacità di sollevamento è compresa fra 1 e 1,2 t almassimo sbraccio, pari a 7 m circa.

2.5 ASPETTI RELATIVI ALLA SICUREZZA DEL CANTIERERispetto ad altri cantieri forestali, nei pioppeti i ritmi dilavoro molto serrati e la ripetitività delle operazionisottopongono gli operatori ad un elevato livello distress psico-fisico che accresce il pericolo del verifi-

18 I C A N T I E R I D I U T I L I Z Z A Z I O N E D E L

carsi di incidenti anche gravi. Per contro le condizionioperative relativamente facili permettono di escluderealcune tipologie di incidenti tipiche dei cantieri di mon-tagna, quali ad esempio quelli causati direttamente oindirettamente dalla pendenza ed accidentalità delterreno o che si verificano nell’uso di funi per il con-centramento e l’esbosco.Nel corso dei rilievi condotti sono stati registrati alcu-ni lievi infortuni quali contusioni, tagli, piccole lacera-zioni e punture di insetti, che in alcuni casi avrebberopotuto portare conseguenze ben più gravi se non miti-gati dall'utilizzo di dispositivi di protezione individuale.In un caso l’addetto all’allestimento, dopo aver persoil controllo della motosega, essendo stato investito dauno sciame di vespe, si è prodotto sulla schiena untaglio non profondo ma lungo una ventina di centime-tri. Dalle dichiarazioni degli operatori si è appreso diincidenti anche molto gravi accaduti in passato. Talievenienze possono, almeno in parte, essere evitate oridotte tramite l'utilizzo da parte degli operai di dispo-sitivi di protezione individuale e macchine munite diidonei sistemi di sicurezza. Dai rilievi effettuati emer-ge invece la scarsa dotazione e impiego di tali dispo-sitivi da parte delle squadre. Scarponi e guanti sonoimpiegati in modo abbastanza sistematico, gli otopro-tettori saltuariamente; il casco viene utilizzato rara-mente e generalmente dal solo operaio addetto all'ab-battimento. Ancorché ne venga riconosciuta l'utilità, ipantaloni antitaglio non vengono utilizzati perchésono considerati scomodi da indossare e di impaccioper l'operatore. Specialmente nella bella stagione edin occasione di temperature elevate alcuni operaisono soliti lavorare indossando pantaloncini e magliaa maniche corte, aumentando ulteriormente il rischiodi lesioni.Per quanto riguarda le macchine, la mancanza disicurezza è da ricollegare alla rimozione degli appo-siti dispositivi (tipicamente viene rimosso il freno-cate-na della motosega) o a comportamenti pericolosi, chea volte sono richiesti dal sistema di lavoro adottato. L efasi più pericolose sono legate alla lavo razione deglia s s o rtimenti di piccole dimensioni, soprattutto per lasistemazione e carico dei tondelli sul cassone deglia u t o c a r ri adibiti al tra s p o rt o. In base alle osserva z i o n ie f fettuate si può stimare l’evenienza di un incidente di

l i eve gravità, che non comporta inabilità tempora n e e,ogni 2.000 t di legname lavo ra t o, e uno di media grav i t à ,con inabilità da 3 a 15 gg, ogni 10.000 t.Per quanto riguarda le patologie conseguenti all’e-sposizione ai potenziali fattori di rischio, non sonostate condotte osservazioni specifiche.La formazione professionale del personale potrebbeindubbiamente concorrere a migliorare la situazione,ma in base ai dati raccolti nella maggior parte dellesquadre la scarsità di manodopera qualificata spingegli imprenditori ad assumere personale inesperto perpoi formarlo direttamente in campo. In tale contesto,le probabilità del verificarsi di incidenti o la possibilitàda parte degli operatori di contrarre patologie croni-che in conseguenza di comportamenti peri c o l o s iaumentano sensibilmente. E' quindi auspicabile inter-venire in questa direzione cercando di promuoverecorsi di formazione professionale rivolti agli operatoridel settore.

3 TEMPI DI LAVOROComplessivamente i rilievi hanno riguardato 7 cantie-ri per un totale di 1.369 ore pari a 159 giornate dilavoro uomo (UL). Due dei cantieri esaminati hannoadottato il metodo di lavoro tradizionale (T), tre quellotradizionale avanzato (Ta) e due quello avanzato (A).Si evidenzia, come già accennato nel paragrafo pre-cedente, che i cantieri di utilizzazione dei pioppetipresentano alcune anomalie per quanto riguarda ilsusseguirsi delle fasi di lavoro rispetto a quelli allesti -ti nei boschi naturali. In particolare il concentramentodei fusti viene eseguito immediatamente dopo l'ab-battimento, al fine di consentire una razionale eimmediata organizzazione della successiva fase diallestimento; l'esbosco inoltre, così come tradizional-mente inteso (trasporto del legname dal letto di cadu-ta alla strada o all'industria), non viene quasi maieffettuato giacché i mezzi di trasporto sono caricatidirettamente sulla tagliata. Quando le condizioni diorografia e giacitura del pioppeto richiedono un esbo-sco vero e proprio del materiale legnoso, le distanzesono comunque contenute entro poche centinaia dimetri.L’articolazione del lavoro in operazioni e fasi è ripor-

Foto 11 - La sistemazione degli assortimenti minori sul pianaledi carico è affidata ad un addetto che opera in equilibrio pre-cario. Il rischio di caduta per il fondo sconnesso e scivoloso èelevato.

Cantier e Sistema Addetti Mezzi semoventidi lavor o Trattori 4RM Escavatori Bulldozer-pale Cippator e Totaleadottato

n° n° kW * n° kW * n° kW* n° kW * n°Valenza tradizionale 5 2 175 1 100 3Casale tradizionale 4 2 175 1 100 3Cervignasco,Cercenasco,Virle tradizionale

avanzato 7 2 210 1 112 3Palaia 1,Palaia 2 avanzato 7 1 100 3 335 1 100 1 150 6

* Il dato si riferisce alla sommatoria delle potenze nominali dei mezzi utilizzati dalla squadra.

Foto 10 - Sminuzzatura del legname con diametro inferiore a18 cm. I cips vengono indirizzati direttamente nel cassone dellamotrice.

Tabella 5 - Numero di addetti e dotazione in macchine delle squadre al lavoro nei cantieri di studio.

Attrezzature portate Indice dotazioneSollevatori Pinze Braccio Totale macchine

a braccio idraulico di strascico spingifustikW * n° n° n° n° kW/ UL

275 1 1 2 55275 1 1 2 69

322 1 1 2 46

685 1 1 98

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resto è dovuto a pause attri buibili a motivi organizza-tivi o a cause va ri e, solo in parte eliminabili.Fra i due sistemi di lavoro analizzati non emergono dif-fe r e n ze significative : ciò indica, da una part e, che itempi di riposo nel sistema T sono ridotti al minimo,d a ll ' a l t ra che una più avanzata meccanizzazione delcantiere non comporta maggiori tempi di manu t e n z i o n ené di organizzazione, almeno nei casi esaminati.C o m p l e s s i vamente si ritiene difficile ridurre ulteri o rm e n-te i tempi morti evidenziati per questo tipo di cantieri .Nella Tabella 7 si ri p o rtano i dati relativi ai tempi mort iper unità di prodotto dei cantieri in esame.

3.3 ANALISI DELLE PRODUTTIVITÀI tempi di lavoro lordi, suddivisi fra le principali ope-razioni, sono stati rapportati alle masse di legnamelavorato. In tal modo sono state calcolate le produtti-vità lorde relative alle principali operazioni, ai singoliassortimenti e quelle totali. Per rendere confrontabilii dati dei diversi cantieri, si è reso necessario scor-porare i tempi impiegati nell'esbosco del legname(eseguito solo in alcuni casi) e considerare unaquota parte di tempi morti costante per tutti i cantie-ri computata in ragione del 20% dei tempi lordi (valo-re medio riscontrato nei diversi cantieri) (Tabella 8).Livello di meccanizzazioneA parità di altre condizioni la produttività del cantieredipende in primo luogo dal livello di meccanizzazione.Nei tre livelli considerati (T, Ta ed A) essa passa ri s p e t-t i vamente da 1,3 a 1,7 e 3,3 t/h con piante di mediedimensioni (peso 0,6 t, circonferenza 100 cm e altez-za corm o m e t rica 23 m). L'incremento tra il sistema Te Ta è riconducibile principalmente all'adozione delc a ricatore semovente gommato. Questa macchinavelocizza la fase di allineamento delle piante abb a t t u-te ed il concentramento dei toppi depezzati, grazie allaralla girevole e al fatto che non ha bisogno di abb a s-sare i piedi di appoggio prima di azionare il bra c c i o

I C A N T I E R I D I U T I L I Z Z A Z I O N E D E L 2120 I C A N T I E R I D I U T I L I Z Z A Z I O N E D E L

Figura 7 - Ripartizione dei tempi lordi in tempi netti (TN) e tempi morti (TM).

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Esbosco e caricoC i p p a t u r aAllestimento tondame da lavoroA b b a t t i m e n t o

Figura 5 - Distribuzione dei tempi di lavoro fra le principali opera-zioni nel sistema a meccanizzazione avanzata (A).

1 0 0 %9 0 %8 0 %7 0 %6 0 %5 0 %4 0 %3 0 %2 0 %1 0 %0 %

A s s o rtimenti da triturazione e cart i e r a

Tondame da lavoro

Figura 6 - Ripartizione percentuale dei tempi di lavoro per tipo diassortimento.

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9 0 %

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tata nella Tabella 6.

3.1 DISTRIBUZIONE DEI TEMPI FRALE PRINCIPALI OPERAZIONINei grafici di Figura 4 e di Figura 5 è riportata la distri-buzione dei tempi lordi di lavoro fra le operazioni diabbattimento, allestimento e carico del legname a cui,nel solo sistema A, si aggiunge la cippatura .L'abbattimento incide in tutti e tre i sistemi per il 10%circa, il tempo dedicato all'allestimento varia fra il 50e 60%, mentre quello per il carico (concentramentoed eventuale esbosco compresi) può andare da pocopiù del 20 a poco meno del 40%. Queste proporzionisono assai differenti da quelle riscontrabili nella mag-gior parte dei cantieri boschivi, ove l'abbattimento eallestimento raggiungono in genere un terzo dei tempidi lavoro complessivi, mentre i restanti due terzi sonooccupati dalle operazioni di concentramento ed esbo-sco. I dati trovano conferma anche nella suddivisionedei tempi di lavoro per assortimenti riportati nellaFigura 6, dalla quale emer-ge come nel sistema tradi-zionale solo il 30-40% deltempo complessivo di lavo-ro è dedicato alla prepara-zione degli assortimenti dimaggior pregio, che costi-tuiscono, sia come massache come valore, la produ-zione più import a n t e. S inoti inoltre che, all'incre-mento del livello di mecca-n i z z a z i o n e, corri s p o n d egiustamente un progressi-vo aumento della quotap a rte di lavoro dedicataalla preparazione deglia s s o rtimenti di maggiorpregio.Nel sistema A, vo l e n d oridurre ulteri o rmente i

tempi, è necessario intervenire sulla lavorazione degliassortimenti principali. Infatti l'incidenza dei tempi diallestimento diminuisce rispetto al caso precedenteforse meno dell'atteso (Figura 5), indicando l'opportu-nità di valutare un’ulteriore meccanizzazione di que-st'operazione tramite l'uso di macchine complesse ecombinate che svolgano contemporaneamente sra-matura, misurazione e depezzatura del fusto. In talsenso alcune esperienze di allestimento meccanizza-to già effettuate nelle piantagioni di pioppo dimostra-no l'efficienza di queste macchine, specie nell'allesti-mento degli assortimenti destinati alla segagione chenon presentano requisiti dimensionali e qualitativitroppo rigidi (SPINELLI, 1999). Su questo argomento siritornerà alla fine della trattazione.

3.2 ANALISI DEI TEMPI MORTII tempi morti assommano in media al 20% del tempolordo di lavoro in tutti i cantieri esaminati con l’eccezio-ne di quelli di Cercenasco e V i rl e, dove la loro più alta

incidenza è ri c o n d u c i b i l ealle av verse condizionimeteorologiche ed alla diffi-cile percorribilità del lotto( F i g u ra 7). Tale dato è infe-riore al 30%, valore assuntoc o nvenzionalmente comeri fe rimento medio da altriAu t o ri (Spinelli et al, 1998).I n o l t r e, a confe rma del ri t m odi lavoro intenso delle squa-dre esaminate, la parte ditempi morti attri buibile apause di riposo del persona-le (TMS) non è superiore adun terzo del totale dei tempim o rti, e pari solo al 6% deltempo lordo di lavoro (Figura8 ) . La manutenzione dellemacchine occupa in media il20-30% dei tempi mort i . I l

O p e r a z i o n e F a s iSistema T e Ta Sistema A

(tradizionale) e (tradizionale avanzato) (meccanizzazione avanzata)A b b a t t i m e n t o - Abbattimento (taglio e atterr a m e n t o ) - Abbattimento (taglio e atterr a m e n t o )

- Concentramento fusti - Concentramento fustiA l l e s t i m e n t o - Sramatura con motosega - Sramatura con motosega

- Collaudo e misurazione - Collaudo e misurazione- Depezzatura - Depezzatura- Allestimento dei cimali e

delle ramaglie gro s s o l a n e- Sistemazione della ramaglia minuta

C a r i c o - Concentramento dei tronchi da lavoro - Concentramento dei tronchi da lavoro- Esbosco (eventuale) - Esbosco (eventuale)- Carico del legname sui mezzi di trasport o - Carico del legname sui mezzi di trasport o- Manovre dei mezzi di trasporto - Manovre dei mezzi compreso il loro traino

a l l ' i n t e rno del cantiereC i p p a t u r a - - Concentramento dei cimali

- Sminuzzatura

Tabella 6 - Suddivisione del ciclo di lavoro in operazioni e fasi.

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Esbosco e caricoA l l e s t i m e n t oA b b a t t i m e n t o

Figura 4 - Distribuzione dei tempi di lavoro fra le principalioperazioni nel sistema a meccanizzazione tradizionale (T) e tra-dizionale avanzato (Ta).

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I C A N T I E R I D I U T I L I Z Z A Z I O N E D E L 23

c a ri c a t o r e ; questi due fa t t o ri consentono dis vo l g e r e, in pochi istanti e con un'unicam a n ov ra, l'allineamento delle piante abb a t-tute ed il concentramento dei toppi, opera-zioni che nel sistema T richiedono inve c ed i verse manovre del trattore con pinza dis t rascico e gru idra u l i c a . L'incremento dellaproduttività nell'operazione di abb a t t i m e n t oriconducibile all'utilizzo del cari c a t o r es e m ovente è del 90% circa, passando da18 a 35 t/h. Pa rimenti, nell'operazione dic a rico del legname sui mezzi di tra s p o rt o,grazie al caricatore semovente la produtti-vità è aumentata da 6 t/h del sistema T a 9t/h del sistema Ta, con un incremento per-centuale pari al 50%. L'adozione del cari-catore semovente influisce quindi sia sullefasi di allineamento delle piante abb a t t u t ee concentramento dei toppi che in quelle dic a rico vero e propri o. Nel sistema a mecca-nizzazione avanzata (A) l'abbattimentocompletamente meccanizzato ha fatto regi-s t rare produttività di circa 40 t/h. Tali ri s u l t a t isono in linea con quelli ottenuti da altri Au t o riin condizioni opera t i ve analoghe (SP I N E L L I e ta l ., 1998). L ' u t i l i z zo della sminu z z a t rice haconsentito di allestire gli assortimenti minori(diametro infe riore a 18 cm) con una pro-duttività pari a circa 13 t/h, ov vero circa ottovolte superiore a quella dei sistemi T e Ta ,evidenziando un’elevata efficienza. Il sistema a mecca-nizzazione avanzata comporta un incremento com-p l e s s i vo della produttività del cantiere, che raggiunge ilvalore di circa 3 t di legname all'ora, due volte superi o-re rispetto al sistema T.Dimensioni delle pianteA parità di livello di meccanizzazione del cantiere ilparametro che più influenza la produttività è la dimen-sione media delle piante. Considerando 100 la pro-duttività lorda con piante di 0,6 t, in prima approssi-mazione si può considerare, per piante di 1 e 1,5 t, unaumento della produttività rispettivamente del 10 edel 15% circa per il sistema T e del 10 e 20% circa peril sistema Ta. Nei cantieri a meccanizzazione avanza-ta non è stato possibile verificare tale correlazione acausa di alcuni contrattempi che hanno inciso negati-vamente sui tempi di lavoro. Sarà quindi necessarioeseguire ulteriori rilievi in proposito.All'interno del singolo cantiere i valori di produttivitàaumentano all'aumentare delle dimensioni degliassortimenti. Così ad esempio per produrre 1 t dilegname da sfoglia sono necessarie circa 0,3 h UL,mentre è richiesta circa 1 h UL per l’equivalente pesodi tondelli da triturazione.

Accessibilità dei cantieriSulla produttività del lavoro influiscono anche, seppurin misura inferiore, la giacitura del pioppeto e la sua

percorribilità con i mezzi di trasporto. Per tutti e tre isistemi di lavoro analizzati, infatti, l'esigenza di esbo-scare dal 60 al 100% del legname su distanze varia-bili dai 100 ai 300 metri ha comportato decrementidella produttività compresi tra il 10 e il 15% massimo.

3.4 CALCOLO DEI COSTI

3.4.1 GeneralitàSulla base delle produttività al lordo del 20% di tempim o rti sono stati calcolati i costi di utilizzazione com-plessivi, quelli ri fe riti alle singole operazioni e ai dive r s itipi di assort i m e n t o. L ' a t t ri buzione dei tempi di lavo r oall’unità di prodotto e, conseguentemente, il calcolo deicosti ha ottemperato un cri t e rio strettamente tecnico,volto ad individuare punti critici e possibilità di ra z i o n a-lizzazione del ciclo di lavo ra z i o n e, a prescindere dalvalore commerciale degli assort i m e n t i . Nell'ottica delladitta boschiva che viene remu n e rata per unità di pro-dotto tra s fo rmato da pianta in piedi a legname cari c a t osui mezzi di tra s p o rt o, indipendentemente dalle cara t-t e ristiche dimensionali e qualitative, l'analisi si proponedi correlare rigorosamente l'impiego di manodopera e ifa t t o ri produttivi con l'unità di prodotto ottenu t o.V i c eversa, qualora si intendesse analizzare l'opera z i o-ne di utilizzazione nel ciclo di coltivazione del pioppo ela sua incidenza sui costi complessivi di produzione,

22 I C A N T I E R I D I U T I L I Z Z A Z I O N E D E L

l'analisi non potrebbe prescindere dalla considera z i o n eche il prodotto principale è rappresentato dal tondameda sfo g l i a t u ra, mentre gli assortimenti da tri t u razione ec a rt i e ra rappresentano un prodotto secondario cui nonsi può ri nu n c i a r e, se non a scapito di maggiori costi diri p ristino del terreno per la successiva coltura . Il cri t e ri oa d o t t a t o, d'altra part e, è ampiamente giustificato anchedal fatto che coltivazione del pioppo e utilizzazionevengono eseguiti da opera t o ri economici diffe r e n t i : l ap rima dall'azienda agricola conduttrice dei fondi, laseconda dall'acquirente del lotto o dalle ditte boschiveda questi incari c a t e.Nel calcolo non è stato peraltro tenuto conto dei costidi tra s p o rto del personale sul luogo di lavo r o, né dellespese generali di gestione ed amministrazione dell'im-presa di utilizzazione. Pa rimenti non è stato conteggia-to l'utile d'impresa, che pure dov r e bbe essere significa-t i vo in un lavoro così faticoso e non esente da peri c o l ie responsabilità nei confronti dei dipendenti. I n f i n e, siricorda che i ri l i evi non hanno riguardato il tra s p o rto dellegname e conseguentemente i risultati non considera-no questa fa s e.

3.4.2 Costi unitari e metodo di calcoloSono stati adottati i seguenti costi orari unitari, riferitial 1999:- M a n o d o p e ra come da contratto dell'Art i g i a n a t o, livello D,Settore Legno e Arredo: 35.000 Lit.- Trattore 110 kW munito di gru idraulica, impiegato per leo p e razioni di cari c o : 68.043 Lit. (impiego medio annu o1.000 h)( 7 ).- Trattore 70 kW, impiegato nello strascico delle piante inte-re e nell'ausilio all'abb a t t i m e n t o : 29.315 Lit. ( i m p i e g omedio annuo 500 h ).-Motosega di media potenza: 6.500 Lit. (impiego annu o700 h)- C a ricatore semovente gommato: 73.479 Lit. ( i m p i e g oa n nuo 1.000 h).- Fe l l e r - bu n c h e r: 95.061 Lit. (impiego medio annuo 1.000h ) .- Cippatore: 80.138 Lit. (impiego medio annuo 500 h).- C a ricatore semovente cingolato: 71.146 Lit. ( i m p i e g o

a n nuo 1.000 h).Tali costi sono stati calcolati adottando il metodo impiega-to in Au s t ria nel settore forestale e descritto nella pubbl i-cazione "Geräte- und Ko s t e n blätter" (AA.VV., 1998), attri-buendo para m e t ri specifici per i cantieri di pioppo desuntidalle osservazioni qualitative e quantitative svo l t e. I costidelle attrezzature complementari al trattore sono stati con-s i d e rati maggiorando quelli di acquisto dello stesso.

3.4.3 Costi di utilizzazioneIl costo complessivo di utilizzazione, considerando dipoter accedere al lotto con i mezzi di trasporto, dimi-nuisce all'aumentare del livello di meccanizzazionedel cantiere. Analizzando i costi complessivi ottenuti(Tabella 9) si può osservare come essi siano conte-nuti per entrambi i sistemi, ma piuttosto elevati seconfrontati con il prezzo di mercato di 27.000 Lit./tnormalmente pattuito fra impresa di utilizzazione ecommittente.Nel sistema T il costo di preparazione degli assort i-menti aumenta al diminuire delle loro dimensioni unita-ri e. Così la produzione di una tonnellata di legname dat ri t u razione costa più del doppio dell'equivalente inpeso di tondame da lavo r o. I costi di preparazione ditale assortimento rappresentano il 30% di quelli totali e,se ad essi si aggiungono quelli deri vanti dai tondelli dac a rt i e ra, si raggiunge il 50% (Figura 9). Nel sistema A,i nve c e, circa il 70% dei costi sono imputabili alla pre-p a razione degli assortimenti di pregio, mentre il restan-te 30% deri va dalla sminu z z a t u ra . In tutti i sistemi esa-minati permane un’importante componente di lavo r om a nu a l e, soprattutto nell'allestimento (Tabella 10). E ’interessante notare che anche nel sistema a mecca-nizzazione avanzata i costi della manodopera ri s u l t i n op r evalenti e pari al 60% di quelli totali.

( 7 ) A titolo indicativo dai rilievi effettuati i mezzi vengono impiegati giorn a l -mente come segue: trattore 110 kW 6 ore, trattore 70 kW 2 ore, semovente 6o re, Feller-buncher 4 ore, cippatore 3 ore .

Cantier e Peso medio Operazione Totale per pianta (t) utilizzazione

Abbattimento Allestimento Sminuzzatura CaricoSISTEMA DI LAVORO T

Casale 0,5 15,5 2,2 * 4,5 1,3Valenza 1,5 18,0 2,7 * 5,7 1,6

SISTEMA DI LAVORO T aCervignasco 1,2 26,1 3,0 * 7,1 2,0Cercenasco 1,6 34,6 2,7 * 9,0 2,1Virle 1,7 26,0 2,9 * 9,2 2,2

SISTEMA DI LAVORO APalaia 1 0,3 35,8 6,5 13,9 7,6 3,5Palaia 2 0,7 39,6 6,3 12,6 5,2 3,1

* Non prevista dal sistema di lavoro .

Tabella 8 - Produttività lorda espressa in t/h in funzione del sistema di lavoro e delle dimensioni delle piante.

Cantier e Tempi mortimin/UL giorno min/t

Valenza 18 7Casale 26 10Cervignasco 8 3Cercenasco 20 9Virle 20 8Palaia1 26 5Palaia2 26 5

Tabella 7 - Tempi morti per unità lavorativa e per unità di prodotto.

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T M V T M A T M O T M S

Figura 8 - Suddivisione dei tempi morti in tempi vari (TMV), tempi di manuten-zione delle macchine (TMA) e tempi organizzativi (TMO) e soggettivi (TMS).

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di prodotti alternativi e/o di provenienza estera grazie aduna riduzione dei costi di tra s fo rmazione e alla ra z i o n a-lizzazione del lavo r o. In part i c o l a r e, volendo indicare unordine di pri o rità nelle misure di sviluppo da implemen-t a r e, sembra assai auspicabile una rapida diffusione deisistemi di sminu z z a t u ra degli assortimenti di piccoledimensioni, che si augura possano essere supportati daun'adeguata strategia industriale e politica energetica,mentre si ritiene necessario svolgere ulteri o ri studi pervalutare appieno i benefici e le conseguenze dello svi-luppo della meccanizzazione nell’abbattimento e allesti-mento del tondame di maggiori dimensioni, i cui costi dil avo razione sono già contenuti rispetto al valore del pro-dotto con i sistemi attualmente in uso.Pa rticolare attenzione dovrà essere dedicata alle ri c a d u t edi un elevato livello di meccanizzazione sulla sicurezza delluogo di lavoro e il comfo rt psicofisico degli opera t o ri .

5 RIASSUNTOA circa 20 anni dagli ultimi studi sull'argomento, il docu-mento presenta lo stato dell'arte su attrezzature, tecni-che e sistemi di lavoro adottati nell'utilizzazione dei piop-p e t i . In particolare le indagini svolte hanno riguardato l'a-nalisi dei tempi ed il calcolo dei costi di lavo razione neisistemi di lavoro più frequentemente adottati nella ra c-colta del legno di pioppo, che con circa 1,5 Mm3 c o n t ri-buisce per il 40 % alla produzione di tondame da lavo r on a z i o n a l e. Le operazioni esaminate ra p p r e s e n t a n o,secondo dati ri p o rtati in lettera t u ra sino al 1992, il 40 %dei tempi totali di coltiva z i o n e, mentre i relativi costi pos-sono incidere dal 15 al 40 % del valore di macchiatico.In particolare è stato condotto il ri l i evo dei tempi di lavo-ro su sette cantieri rappresentativi del settore, secondo ilmetodo delle "osservazioni ad intervalli regolari" checonsente di seguire e registrare le singoleo p e ra z i o n i / fasi del lavoro svolte contempora n e a m e n t eda più operai e di calcolare in maniera indiretta ma atten-dibile la durata delle stesse.G razie ad un sistema info rmatico messo a punto per las p e rimentazione sono stati raccolti ed elaborati circa250.000 record in 160 giornate di lavoro nelle quali sonostate lavo rate 2.800 t di legname di pioppo.

Sono stati presi in considerazione il sistema di lavoro tra-dizionale (T) ascrivibile al primo livello di meccanizza-z i o n e, ed uno avanzato (A), ascrivibile al secondo live l l o"a meccanizzazione avanzata" (secondo la classificazio-ne di HI P P O L I T I, 1997). Nell'ambito del sistema (T) è stataindividuata una va riante basata sull'utilizzo del cari c a t o-re semovente gommato, denominata sistema tra d i z i o-nale avanzato (Ta ) .E n t rambi i sistemi prevedono la lavo-razione del legname a lunghezza d'impiego finale già sulletto di caduta (short wood system). Nel sistema tra d i-zionale T tutte le operazioni di taglio sono condotte conla motosega e quelle di sollevamento del legname con ilb raccio caricatore applicato al trattore agri c o l o, sostituitonella va riante avanzata (Ta) da un caricatore semove n t eg o m m a t o. Nel sistema a meccanizzazione avanzata (A)l ' a bbattimento è condotto con una testa abb a t t i t ri c emontata su un escava t o r e, l'allestimento del legname dal avoro è eseguito con motosega mentre quello deglia s s o rtimenti di diametro infe riore a 18 cm è svolto conuna macchina sminu z z a t ri c e.I dati raccolti mostrano un quadro dettagliato delle pri n-cipali operazioni di cantiere, della distri buzione di tempinetti e morti e fo rniscono stime attendibili della produtti-vità in funzione delle dimensioni delle piante e dell'ac-cessibilità dei lotti.Per piante di medie dimensioni (peso 0,6 t, circonfe r e n-za 100 cm e altezza corm o m e t rica 23 m), la produttivitàdel lavoro aumenta da 1,3 a 1,7 a 3,3 t/h UL nel pas-saggio ri s p e t t i vamente dai sistemi T, Ta e A. Il sistema dil avoro tradizionale si è dimostrato efficace per il prodot-to principale ma non per gli assortimenti minori .L'adozione del sistema di lavoro altamente meccanizza-to è, inve c e, risultato efficace soprattutto per gli assort i-menti minori . Nel sistema tra d i z i o n a l e, l'adozione delc a ricatore semovente ha comportato una significativad i m i nuzione dei tempi e dei costi per unità di prodotto.Nel sistema a meccanizzazione avanzata l'abb a t t i t ri c es e m b ra aver incrementato la capacità di lavoro senzaperò ridurre i costi. Sulla base dei dati ri l evati, i costi dil avo ra z i o n e, pur sensibilmente infe ri o ri a quelli delle altrel avo razioni boschive, sono risultati part i c o l a rmente altinel sistema T per gli assortimenti da tri t u razione e supe-ri o ri al loro valore di mercat o. S e m b ra quindi assai

I C A N T I E R I D I U T I L I Z Z A Z I O N E D E L 25

4 DISCUSSIONE DEI RISULTATI E PROSPETTIVEI risultati ottenuti consentono di affe rmare che il sistemadi lavoro tradizionalmente impiegato nell'utilizzazione deipioppeti risulta efficiente per il prodotto pri n c i p a l e, ov ve-ro per gli assortimenti da sfo g l i a t u ra e segagione. m e n-tre è poco razionale per la preparazione di quelli di minord i a m e t r o. Agli attuali prezzi di mercato (Tabella 3), e con-s i d e rando un costo di tra s p o rto pari a 20.000 Lit./t, ri s u l-ta chiaro che la tri t u razione è un assortimento a mac-chiatico negativo, ov vero i costi di tra s fo rmazione supe-rano il ri c avo ottenu t o. Tale bilancio potrebbe indurre glio p e ra t o ri del settore a non raccogliere più tale tipo dia s s o rt i m e n t i . Si può stimare che la ri nuncia alla ra c c o l t ae lavo razione di tale materiale consentirebbe di realizza-re un ri s p a rmio di circa 6.000 Lit./t, ponendo però inter-rogativi sui maggiori costi di ri p ristino dell'appezzamen-to e soprattutto sul considerevole e deprecabile sprecodi materia prima (almeno il 20%). S a r e bbe quindi oppor-tuno individuare sistemi di lavoro che abbattano i costi diallestimento di questo assort i m e n t o, oltre a fo rme d'im-piego degli stessi in grado di offrire una maggiore remu-n e ra z i o n e, magari ri volgendosi al settore della produzio-ne di energia. La sminu z z a t u ra dei cimali e delle parti ditronco che vengono destinati alla produzione di tondellida cart i e ra è ad esempio una valida altern a t i va, in gra d odi ridurre significativamente i costi di preparazione deglia s s o rtimenti minori che, nei casi esaminati, non hannos u p e rato 15.000 Lit./t.Il sistema a meccanizzazione avanzata sembra quindiri s o l vere con soddisfazione da un punto di vista tecnicoed economico tale probl e m a . La convenienza economi-ca permane anche se si confronta la cippatura con l'op-zione di non lavo rare il materiale più fine, il cui abb a n d o-no in base ai dati raccolti non appare quindi giustificabi-l e. L'impiego energetico del legno, inoltre, sta ri s c u o t e n-do sempre maggior interesse e, con il consolidarsi diquesto mercato, gli ingenti volumi di cippato ri t raibili daipioppeti potrebbero costituire un’importante fonte dia p p r ovvigionamento per alcune centrali term i c h e.L ' u t i l i z zo della macchina abb a t t i t rice si è dimostrato effi-cace nel ridurre i tempi di lavo razione consentendo pro-duttività circa 2 volte superi o ri se ra p p o rtate al sistemat ra d i z i o n a l e, ma non altrettanto valida dal punto di vistae c o n o m i c o, avendo costi confrontabili con quest’ultimo.A questo proposito è opportuno ri l evare però che lamacchina abb a t t i t rice permette di ridurre considerevo l-mente i rischi intrinseci all'operazione di abb a t t i m e n t os volta con la motosega.Ve rificata l'efficacia del sistema a meccanizzazioneavanzata, si possono prevedere ulteri o ri sviluppi. L emisure di razionalizzazione e di meccanizzazioned ov r e bbero prevedere l'introduzione di macchine combi-nate (h a rve s t e r) in grado di abb a t t e r e, sra m a r e, misura-re e depezzare il legname lavo ra t o. Studi preliminari

s volti da altri Au t o ri ( SP I N E L L I, op. cit.) hanno ri l evato pertali macchine produttività nell'allestimento del tondameda lavoro fino a 45 t/h, ov vero va l o ri circa 8 volte supe-riori a quelli riscontrati nei cantieri esaminati.O s s e rvazioni preliminari sull'impiego di tali macchine neipioppeti fanno però emergere alcuni elementi di cri t i c i t à ,ricollegabili da un lato alla non perfetta lavo razione eaccidentale scort e c c i a t u ra del tondame di pioppo, difo rma più irregolare rispetto agli assortimenti di conife r eper i quali tali macchine sono state ori g i n a riamente pro-g e t t a t e, dall'altro al regime fo n d i a rio dei pioppeti in quan-to macchine di tale tipo richiedono lotti di dimensionim e d i o - grandi che permettono di contenere i tempi ecosti di spostamento da un cantiere all'altro.L'introduzione di macchine abb a t t i - s ra m a - d e p e z z a t ri c ic o m p o rt e r e bbe inoltre l'introduzione di tra t t o ri port a n t ifo r warder per il pronto carico ed esbosco del materi a l el avo ra t o, richiedendo quindi nel complesso un eleva t oi nvestimento di capitali, ammortabili peraltro solo nelcaso in cui si raggiunga una soglia minima di continu i t àd ’ i m p i e g o.Pe raltro alcune ditte del settore mostrano interesseverso tali soluzioni perché sono in gra d o, grazie alla loroe l evata produttività, di fare fronte ai picchi di domandadel mercato che non sarebbero in grado di soddisfa r econ il sistema tra d i z i o n a l e.Il lavoro svolto ha consentito di evidenziare i punti diforza e debolezza dei sistemi attualmente adottati nell'u-tilizzazione dei pioppeti e di analizzare criticamente ipossibili sviluppi del settore, indicando l’assoluta neces-sità di un incremento del livello di meccanizzazione, chepotrà consentire al settore di sostenere la concorrenza

24 I C A N T I E R I D I U T I L I Z Z A Z I O N E D E L

Fattori pr o d u t t i v i O p e r a z i o n e C o m p l e s s i v oA b b a t t i m e n t o A l l e s t i m e n t o S m i n u z z a t u r a C a r i c o

SISTEMA DI LAVORO TM a n o d o p e r a 7 0 9 5 * 4 5 7 0M a c c h i n e 3 0 5 * 5 5 3 0To t a l e 1 0 0 1 0 0 * 1 0 0 1 0 0

SISTEMA DI LAVORO TaM a n o d o p e r a 6 0 9 0 * 4 0 7 0M a c c h i n e 4 0 1 0 * 6 0 3 0To t a l e 1 0 0 1 0 0 * 1 0 0 1 0 0

SISTEMA DI LAVORO AM a n o d o p e r a 3 0 9 0 3 5 4 0 6 0M a c c h i n e 7 0 1 0 6 5 6 0 4 0To t a l e 1 0 0 1 0 0 1 0 0 1 0 0 1 0 0

* Non prevista dal sistema di lavoro .

Tabella 10 - Incidenza percentuale dei principali fattori produttivi sui costi delle operazioni di utilizzazione.

Figura 9 - Ripartizione percentuale dei costi di utilizzazioneper tipo di assortimento.

Sistema di lavor o Costi complessivi (Lit./t)Tradizionale (T) 35.000Tradizionale avanzato (Ta) 26.000Avanzato (A) 20.000

Tabella 9 - Costi delle operazioni di utilizzazione per unità di pro-dotto nei sistemi di lavoro esaminati

1 0 0 %9 0 %8 0 %7 0 %

6 0 %5 0 %4 0 %3 0 %2 0 %

1 0 %0 %

A s s o rtimenti da triturazione e cart i e r a

Tondame da lavoro

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I C A N T I E R I D I U T I L I Z Z A Z I O N E D E L 27

o p p o rtuno diffondere l’impiego di macchine sminu z z a-t rici che sono in grado di ridurre ad un terzo i costi dil avo razione del legname di dimensioni infe ri o ri . Ta l imisure di razionalizzazione e meccanizzazione ve n g o-no commentate, assieme ad altre possibili linee di svi-l u p p o, nel quadro complessivo del settore.

5 S U M M A R YThe harvesting of poplar plantations: wo rking systemsand yield.At the distance of about 20 years from the first studieson this topic, this wo rk presents the “state of the art ”about equipment, techniques and wo rking systemsadopted during the harvesting of poplar plantations.The research concerns the wo rking time and the pro -cessing cost analysis of the system more currently usedfor the harvesting of poplar logs that, with a total quantityof about 1.5 Mm3/ye a r, shares 40 % of the Italian pro -duction of roundwood destined to the industrial manu -fa c t u ri n g .Basing on data from litera t u r e, the operations ex a m i n e dc o n t ri bute for 40 % of the total time spent for cultiva t i o nwhile their costs can weigh from 15 to 40 % of the treesva l u e.In part i c u l a r, the determination of wo rking time has beenexecuted, on seven representative ya r d s, complying tothe method based on “ multi-moment studies with con -stant interva l s ” that consents to oversee and record thesingle operations/phases simultaneously done by diffe -rent wo rkers and to compute, indirectly but reliabl y, theird u ra t i o n .Using a software specially realized for this study we col -lected more than 250,000 records in 160 wo rking day sd u ring which 2,800 t of poplar timbers have been harve -s t e d .The traditional wo rking system (T), attri bu t a ble to the firstl evel of mechanization (basing on the classification fromHippoliti, 1997) and the advanced one, ascri b a ble to thesecond level, have been considered.T system is chara c t e ri zed by the va riant of the use of as e l f - m oving wheeled log loader which has been called“ t ra d i t i o n a l - a d vanced system (Ta ) ” . Both (T and Ta )belongs to the short wood system (SWS) that consistson cross-cutting the log in bolts of the final length direc -tly in the felled area.In the traditional system all cutting operations are madeusing the chainsaw while loading is done by the cra n eapplied to a fa rm tra c t o r.This last in the Ta system is sub -stituted by the above mentioned self-moving wheeledlog loader.In the A system, felling is made with a head mounted ona digger, the preparation of the assortments for industri a luse is done by the chainsaw while the processing ofsmall diameter pieces (< 18 cm) is realized through ac h i p p e r.The data obtained show a detailed picture of the maino p e rations done into the ya r d s, considering the distri bu -

tion of the wo rking time and giving reliable estimations ofthe yield related to the diameter of the trees and theaccessibility of the parcels.Ave rage dimension (0.6 t of weight, 33 cm dbh and 3.3

t/h for each wo rke r, adopting the T, Ta and A systemr e s p e c t i ve l y.The traditional wo rking system appeared efficient for theprocessing of the main assortments only while the adop -tion of the highly mechanized (A) is part i c u l a rly adequa -te for the small pieces.In the T system, the introduction of the self-moving loa -der has determined a significant reduction of time andcost for unity of product.In the A system, the use of the felling head seems toh ave increased the productivity but without influencingthe costs.From the results obtained, the wo rking costs, even ifl ower than those of other forest opera t i o n s, appearedp a rt i c u l a rly prominent in the T system for the small logsdestined to the production of particle panels and higherthan their commercial va l u e.It seems therefore ve ry appropriate to promote the useof a chipper that can reduce to a third the costs for pro -cessing the minor assort m e n t s.The mean for optimizing and mechanizing the harve -sting in poplar yards are then annotate together withother perspectives and possible evolutions in this field.

26 I C A N T I E R I D I U T I L I Z Z A Z I O N E D E L

Foto VI - Testa abbattitrice Kohering Wateorus 20 montata suescavatore PMI 925 della massa di 17 t.

Foto V - Benna a gabbia in acciaio, per caricare rapidamentegli scarti di intestatura e di depezzatura.

Sistema a meccanizzazione avanzata (A)

Foto I - Tr a t t o re agricolo munito di pinza di strascico e braccios p i n g i t ronchi, per dire z i o n a re le piante durante l'abbattimento.

Foto II - Trattore agricolo munito di braccio caricatore per ilcarico ed il concentramento del legname.

Foto III - Trattore agricolo munito di pinza di strascico e forcamontata sul sollevatore anteriore, per ammucchiare le rama-glie minute non utilizzabili nell’industria dei pannelli.

Foto IV - Caricatore semovente gommato OP Macchine T80forestale.

6 RASSEGNA FOTOGRAFICA DELLE ATTREZZATURE IMPIEGATE NEI CANTIERI DI UTILIZZAZIONE DEL PIOPPO

Sistema tradizionale (T) Sistema tradizionale avanzato (Ta)

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I C A N T I E R I D I U T I L I Z Z A Z I O N E D E L 29

Tabella 1 - Evoluzione della produttività del lavoro nei cantieri di utilizzazione del pioppo negli ultimi 50 anni 10

Tabella 2 - Caratteristiche stazionali e dendrometriche dei cantieri oggetto di campionamento 12

Tabella 3 - Requisiti dimensionali, qualitativi e prezzi degli assortimenti di pioppo 13

Tabella 4 - Assortimenti prodotti nei cantieri esaminati 13

Tabella 5 - Numero di addetti e dotazione in macchine delle squadre al lavoro nei cantieri di studio 18

Tabella 6 - Suddivisione del ciclo di lavoro in operazioni e fasi 20

Tabella 7 - Tempi morti assoluti per unità lavorativa e per unità di prodotto 22

Tabella 8 - Produttività lorda espressa in t/h in funzione del sistema di lavoro e delle dimensioni delle piante 23

Tabella 9 - Costi delle operazioni di utilizzazione per unità di prodotto nei sistemi di lavoro esaminati 24

Tabella 10 - Incidenza percentuale dei principali fattori produttivi sui costi delle operazioni di utilizzazione 25

Figura 1 - Computer palmare INFOS dotato di auricolare per percepire anche in ambienti rumorosi i segnali

acustici emessi dal software SIFREQ utilizzato per il rilievo dei tempi di lavoro 11

Figura 2 - Schema del sistema informatizzato messo a punto per il rilievo dei tempi di lavoro 11

Figura 3 - Ripartizione del legname fra i diversi tipi di assortimento 14

Figura 4 - Distribuzione dei tempi di lavoro fra le principali operazioni nel sistema a meccanizzazione

tradizionale (T) e tradizionale avanzato (Ta) 20

Figura 5 - Distri buzione dei tempi di lavoro fra le principali operazioni nel sistema a meccanizzazione avanzata (A) 2 1

Figura 6 - Ripartizione percentuale dei tempi di lavoro per tipo di assortimento 21

Figura 7 - Ripartizione dei tempi lordi in tempi netti (TN) e tempi morti (TM) 21

Figura 8 - Suddivisione dei tempi morti in tempi vari (TMV), tempi di manutenzione delle macchine (TMA) e

tempi organizzativi (TMO) e soggettivi (TMS) 22

Figura 9 - Ripartizione percentuale dei costi di utilizzazione per tipo di assortimento 24

Foto 1 - Abbattimento eseguito secondo il sistema tradizionale 12

Foto 2 - Concentramento dei fusti mediante braccio caricatore applicato al trattore agricolo 14

Foto 3 - Concentramento dei fusti mediante pinza di strascico 14

Foto 4 - Operazione di misurazione e collaudo dei tronchi da segagione e sfogliatura 15

Foto 5 - Depezzatura del tondame da lavoro 15

Foto 6 - Quando le condizioni del terreno non consentono una sufficiente aderenza dei mezzi di trasporto,

soprattutto se a due sole ruote motrici, questi possono essere aiutati ad uscire dal pioppeto

trainandoli con un trattore 16

Foto 7 - Carico del tondame da lavoro sul rimorchio dell'autotreno, effettuato direttamente sul letto di caduta 16

Foto 8 - Terminato il carico degli assortimenti da triturazione, un addetto provvede a refilare con la motosega

i pezzi sporgenti.Questa è una delle fasi più pericolose del lavoro a causa dell’equilibrio precario

dell ’o p e ra t o r e, della posizione della motosega sopra alle spalle e del ri t o rno elastico dei tondelli più piccoli 1 6

Foto 9 - Il Feller-buncher è costituito da una testa abbattitrice Kohering Wateorus 20 montata su un escavatore

PMI 925; grazie alle sue caratteristiche costruttive la macchina è in grado di operare anche su terreni

con moderata pendenza 17

Foto 10 - Sminuzzatura del legname con diametro inferiore a 18 cm. I chips vengono indirizzati direttamente

nel cassone della motrice 18

Foto 11 - La sistemazione degli assortimenti minori sul pianale di carico è affidata ad un addetto che opera

in equilibrio precario. Il rischio di caduta per il fondo sconnesso e scivoloso è elevato 18

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9 RINGRAZIAMENTI

Si ringraziano le ditte del settore per la disponibilità dimo-strata durante le fasi di rilievo ed i suggerimenti forniti, ilprezioso aiuto per individuare le fasi critiche del lavoro econfermare o confutare le tesi proposte, ed in particolare:Legnami Romano, Dighera Sergio & C., RomanoCanavese (TO), Massoni P. & M. S.n.c. (LU), NasiGiancarlo commercio legnami Vigone (TO).

Si ringrazia inoltre il dott. D. Poncino e il dott. G. Boetto peraver collaborato alle fasi di rilievo dei dati in campo.

I C A N T I E R I D I U T I L I Z Z A Z I O N E D E L 3130 I C A N T I E R I D I U T I L I Z Z A Z I O N E D E L

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Federazione Italianadelle industrie del legno,del sughero, del mobilee dell’arredamento

Associazione Provinciale Industriale del legno,sughero e affini