Giornalino di informazione e formazione della Parrocchia … · 2020. 9. 6. · Giornalino di...
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Giornalino di informazione e formazione della Parrocchia S.STEFANO da NICEA
Pagine scritte in tempo di emergenza COVID19
Anche questo numero del giornalino da spazio ad alcune esperienze vissute nel
tempo di Coronavirus, perché sia fatto tesoro di ciò che è stato maturato
a cura degli Operatori Caritas
Il lungo e interminabile periodo di isolamento dovuto all'epidemia di coronavirus, ci ha costretti a rimodulare i nostri bioritmi e la nostra vita sociale. Abbiamo avuto tanto tempo per pensare, per soffermarci su di noi; l'analisi si è rivelata necessaria ed il lavoro introspettivo ha portato anche a risultati positivi. In ognuno di noi ha risvegliato sentimenti, emozioni sopiti da un po' di tempo. Tutti abbiamo perso le nostre certezze, ma soprattutto la presunzione di essere superiori e di poter bastare a noi stessi. È diventato vitale aprire gli occhi, scrollarsi di dosso le cose inutili, aprire le porte del cuore, aprirsi "all'altro" e donarsi, corrispondendo alle richieste di aiuto, con un autentico atteggiamento interiore di disponibilità senza condizioni. Non possiamo certo nascondere che i momenti iniziali sono stati difficili, eravamo disorientati e increduli, poi però abbiamo raccolto le forze e ci siamo concentrati su quello che potevamo continuare a fare. Un pensiero unico ci ha accumunato: dare un senso a ciò che siamo. I sentimenti di solidarietà e di condivisione hanno prevalso su tutto e ci siamo mobilitati per dividerci i compiti e mettere in campo le scelte più accurate in base alla operatività del gruppo Caritas parrocchiale. Cosi i nostri “angeli del cucito” si sono attivati alacremente e sono riusciti a confezionare le mascherine che in seguito p. Aldo ha distribuito a tutta la comunità. Altresì siamo riusciti ad organizzare ogni due settimane la distribuzione di generi alimentari, medicine e vestiti, sempre in ottemperanza delle norme di sicurezza: in una prima fase i nostri assistiti lasciano le loro borse vuote identificate con il loro
2°
serie
SOMMARIO - Dov’è carità e amore ................. 1 - Un boom di ascolti ..................... 2 - Covid19-Effetti e riflessioni .....3-5 - Legio Mariae sempre presente .. 6 - I giovanissimi in quarantena ...... 7 - Vocazione al dono e Covid19 .... 8 - Esperienze in tempo di .........9-11 - Poeti di casa nostra ............12-13 - Sapienza di vita in proverbi ..... 14
- Anagrafe, turni, bilancio ........... 15
2020
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nome e numero; in un secondo momento vengono preparate dagli operatori e quindi ritirate presso gli addetti al servizio di consegna. Nell'arco di questi mesi, diversi esercizi commerciali ci hanno donato generi di prima necessità. Infatti abbiamo potuto organizzare distribuzioni alimentari extra, rispetto all'ordinario, come in occasione delle feste Pasquali, con la consegna di ovetti di cioccolato e colombe pasquali. Abbiamo anche sostenuto con tutti i mezzi disponibili (grazie anche alle generose offerte in denaro fatte da singoli) quelle famiglie più deboli, che in seguito all'emergenza hanno perso il lavoro o non sono state tutelate in modo adeguato. Abbiamo pure assicurato mensilmente il servizio di mensa nella formula “da asporto”. Siamo veramente soddisfatti e grati della solidarietà che la comunità ha dimostrato e ribadiamo che l'opportunità che ci è stata data, ci ha fatto riscoprire fratelli della grande famiglia umana e cristiana, ricordandoci un canto che recita: "DOV'È CARITÀ E AMORE, QUI C'È DIO"
“Il Padre cerca adoratori
che lo adorino in spirito e verità” /8
Un boom di ascolti di Stefania Tripodi
La preghiera è la via privilegiata di comunicazione con Dio. E proprio nel
momento più difficile del nostro secolo, laddove l’umanità necessitava di pregare
ininterrottamente il proprio Dio, le porte delle nostre comunità parrocchiali si sono
chiuse lasciando i fedeli attoniti e smarriti.
Chi nella propria vita, se non per cause urgenti o perché no, anche per decisioni
personali, non ha avuto la possibilità di riceve il corpo di Cristo per più di due
mesi? Chi il giorno di Pasqua non si è recato a messa a gioire della Resurrezione
di nostro Signore Gesù Cristo? Chi non ha pianto durante la passione di Nostro
Signore durante la Domenica delle Palme o nel suo viaggio al Calvario nella Via
Crucis del Venerdì Santo? E chi, con i propri congiunti durante la quaresima del
2020 non ha chiesto a Dio “Padre se vuoi allontana da me questo calice”?
Durante tutto questo periodo vari sono stati i sacerdoti, vescovi, arcivescovi, e
persino il Santo Padre che hanno messo a disposizione di noi fedeli tutto ciò che
era in loro potere per darci la possibilità di pregare comunque sempre insieme. E
la nostra risposta è stata sconvolgente, per citare un esempio, la via crucis del
Venerdì Santo trasmessa da Papa Francesco ha registrato 7.927.000 telespettatori,
dato che sicuramente va moltiplicato se si considerano tutti i componenti delle
famiglie riunite di fronte allo schermo. Che questo momento vissuto, nel quale
tutti, per la prima volta, ci siamo “Trovati sulla stessa barca” possa dare al mondo
la possibilità “di ritornare a vivere” in Dio “fonte della vita”.
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Covid19 - Effetti e riflessioni Andrea Saraceno
Marzo 2020: in un giorno imprecisato di questo mese, senza che nessuno
se l’aspettasse, la nostra vita è stata stravolta. Le abitudini più semplici,
come incontrarsi con gli amici, prendere un caffè, abbracciare chi si ama,
stringere una mano sono diventate vietate. Un invisibile microrganismo,
un virus al quale eravamo totalmente impreparati, ci ha fatto vivere le
giornate come fossimo in una bolla asettica: mascherine, guanti, igiene
personale portata al paradosso, distanziamento
sociale, incertezza del futuro. Di una cosa
eravamo sicuri: bisognava uscire da questa
situazione ed andare avanti. Semplice a dirsi,
difficile a farsi.
È complicato trascorrere le giornate chiusi tra
le mura domestiche, catturare un raggio di sole
sul balcone o affacciati alla finestra, allenarsi
nella propria camera, rinunciare a tutte quelle
cose che ci facevano sentire bene, come andare a prendere una pizza con
gli amici, recarsi al campo per una partita con gli amici, frequentare
l’oratorio, andare al cinema… Anche se il cambiamento è una delle poche
certezze della vita, lo è altrettanto faticare ad abituarsi ad esso.
Per abituarci a convivere con la pandemia del coronavirus abbiamo fatto
ricorso ai mezzi più disparati. Siamo esseri sociali ed abbiamo bisogno
vitale della socialità in tutti i suoi aspetti. Per non perdere i contatti con i
nostri simili nei primi giorni di lock-down ci siamo scatenati in flashmob
musicali dai nostri balconi cercando di ritrovarci nello
sguardo dei nostri dirimpettai e di darci fiducia
reciproca. Col trascorrere dei giorni ci siamo dovuti
organizzare diversamente incrementando l’uso dei
social: nei rapporti interpersonali, a scuola, nelle
parrocchie, negli uffici si è fatto ricorso alle dirette in
streaming, evitando così l’isolamento e portando anche
una parola di conforto ai più deboli. Si è attivato il
canale della solidarietà attraverso svariate donazioni e prestazioni di
volontariato.
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Il tempo della pandemia in Italia, per fortuna ormai quasi superato, oltre
ad apportare disagi in ogni ambito di vita sociale ed economica, ci ha fatto
comunque un grande dono: più tempo libero da condividere con i propri
cari e maggiore possibilità di riflessioni profonde.
Abbiamo avuto modo di conoscere meglio i
nostri familiari; di stringerci tutti ad
ascoltare le dirette streaming della nostra
parrocchia e fare un percorso di fede più
intimo; di aiutare i nostri figli nello
svolgimento dei compiti; di imparare a
cucinare; di giocare al computer e a carte con
i nostri cari; di scrivere: di leggere; di imparare a suonare, anche di litigare
pensando quanto sia inutile quando ci sono problematiche più importanti:
insomma tutte attività che in tempo ordinario, presi e fagocitati dal ritmo
frenetico della vita, facciamo saltuariamente e spesso in modo svogliato.
In tempi normali molte attività ci sembrano ordinarie e non facciamo caso
alla loro importanza nella nostra società. Abbiamo avuto così modo di
apprezzare tutte le persone che si sono prodigate nell’interesse della
collettività: i medici, gli infermieri, i volontari della sanità; le forze
dell’ordine che hanno cercato di far osservare i decreti ministeriali, gli
operatori scolastici (professori e personale), che hanno dato continuità alla
didattica, i sacerdoti che, oltre a dare aiuto ai più bisognosi attraverso i
canali caritatevoli, si sono dovuti attivare per portare, attraverso le
possibilità tecnologiche, la parola del Signore ai fedeli, i commercianti che
si sono sobbarcati un surplus di lavoro, i nostri politici che, per il benessere
della nazione, spesso hanno assunto posizioni impopolari, tutti i
professionisti che hanno offerto il loro sapere al servizio delle collettività.
Accanto a queste eccellenze, la crisi globale derivante dalla pandemia ha
rappresentato un’opportunità per alcuni riflessioni di natura socio-
economico-politica ed alle quale dobbiamo dare una risposta veloce e
concreta.
L’emergenza globale sanitaria ha cambiato
radicalmente le nostre abitudini. In poche
settimane è diventato normale indossare
mascherine protettive, fare scorte di beni
essenziali, annullare qualsiasi incontro
sociale e di affari, dimenticarsi di viaggiare e
per i più fortunati riorganizzare il proprio
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lavoro e i propri studi scolastici e universitari dal salotto di casa. Gli effetti
di queste nuove abitudini probabilmente dureranno a lungo dopo che i lock-
down causati dal virus si allenteranno e cambieranno le strategie delle
imprese e i consumi globali.
Nessuno ancora può prevedere quale sarà l’impatto sociale ed economico di
questo cambiamento, ma certamente ci saranno effetti microeconomici
evidenti che dureranno a lungo come: controlli più rigorosi alle frontiere, una
copertura assicurativa più ampia, l’affermarsi di nuovi modelli di lavoro
come lo smart-working inteso un’alternativa reale andando incontro alle
esigenze delle persone anche in tempi “normali” oltre a un inasprimento
delle norme igieniche sui consumi e al ripensamento dei modelli sanitari
globali, un nuovo modo di comunicare
attraverso i canali digitali.
In campo sanitario i governi di tutto il
mondo dovranno considerare di mettere a
bilancio più denaro per l’assistenza
sanitaria per evitare i costi enormi associati
alle epidemie, per esempio, e la comunità
internazionale dovrà pensare di investire
molto di più nella prevenzione nei Paesi
poveri.
Nel campo della scuola e degli enti pubblici e privati bisogna riorganizzare
il tutto snellendo la burocrazia ed aumentando il ricorso alla “tecnologia”
In campo educativo, e ci riferiamo principalmente ai nostri ragazzi, bisogna
incrementare oltre ai quelli ordinari, canali alternativi di assistenza e modelli
di sviluppo congrui che siano solo complementari e non principali; nessun
canale digitale può sopperire all’apprendimento sociale dato dalla presenza
fisica nelle scuole, negli oratori o in altri ambiti aggregativi e relazionali.
Riusciremo a trarre lezione di quanto successo finora e i rimedi da adottare
possono sembrare tutti utopie? In definitiva è come se il virus avesse lanciato
al mondo un avviso di come la nostra
società sia concepita in modo sbagliato.
Quello che la nostra società consumistica
ci impediva di vedere ce lo ha mostrato un
microorganismo invisibile. Ora tocca a noi
porre i giusti rimedi e tracciare le linee
guida per una società ecosostenibile e
solidale.
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Legio Mariae sempre presente di Maria Siracusa
Siamo pronti a celebrare l’Acies domenica 22 marzo? Chi organizza
l’offertorio, chi si occupa dell’accoglienza, chi prepara la preghiera dei
fedeli, chi posiziona l’altarino e chi restaura il Vexillum? Nell’entusiasmo
generale dei preparativi di questa festa centrale per la nostra associazione,
tutto improvvisamente si blocca!!!!! A causa della pandemia tutte le nostre
attività: adunanza, servizio legionario, visite agli ammalti, catechesi,
oratorio, partecipazione alla S. Messa si sono inesorabilmente interrotte.
Senza ombra di dubbio è stato un
momento molto difficile da
interiorizzare e accettare. Ma non ci
siamo abbattuti e nonostante ciò ci
siamo attrezzati da casa pregando
tutti assieme lo stesso giorno e alla
stessa ora della riunione. Tra i due
il gruppo più tecnologico, Regina
Pacis, è riuscito ad organizzare
degli incontri via Skype. Anche il contatto con gli ammalati non si è
interrotto, ognuno di noi si è proposto di contattarli telefonicamente per
stargli accanto nonostante le distanze. E per citarne un esempio, abbiamo
vissuto, grazie alle nuove tecnologie, un piccolo momento di festa per il
compleanno di una nostra cara amica di 99 anni, con una piccola, ma
calorosa videochiamata.
Il 25 marzo don Nino Iannò in collegamento da Arghillà e padre Aldo da
Santo Stefano hanno concelebrato l’Acies regalandoci la possibilità di
partecipare ad un momento spirituale meraviglioso seppur via Facebook e
YouTube. Con le minori
restrizioni abbiamo vissuto la
gioia di tornare in chiesa a
celebrare l’Eucarestia. Ancora
non è possibile riprendere le
adunanze e il servizio
legionario, ma ci incontriamo
in chiesa o all’aperto per
pregare assieme e per leggere
un brano del nostro Manuale.
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I giovanissimi in quarantena di Stefania Tripodi
Per un educatore il compito più difficile è quello di capire ciò che il
ragazzo è e vuole diventare, fuoriuscendo dai propri parametri, lasciandosi
guidare interamente da lui. Nel reciproco interscambio educativo,
l’educatore viene nella fattispecie guidato dall’educando.
E avvenne proprio che, durante il
lockdown generale, nel completo
disorientamento, i ragazzi del
gruppo giovanissimi manifestarono
la loro esigenza di non interrompe
il proprio percorso iniziato lo
scorso ottobre. Con forza, tenacia e
caparbietà hanno reso possibile il
susseguirsi degli incontri via
streaming, dando la possibilità a noi educatori di modificare il nostro
progetto in virtù di uno scenario nuovo di cui prendere atto e da cui trarre
spunto per imparare davvero e una volta per tutte quello che può essere il
progetto di Dio su di noi. All’interno dei nostri incontri ci siamo più volte
interrogati del perché di quanto accaduto, di come il nostro potere sul
mondo sia relativo e di quanto l’affidamento nel Signore possa essere
l’unica via di salvezza.
Dalle varie riflessioni è emerso che l’uomo afferma il suo valore nella
misura in cui riesce a donarsi agli altri, parenti, amici, sconosciuti; che è
necessaria e indispensabile una profonda analisi di sé stessi che ci consente
di capire quali strade intraprendere nella nostra vita, perché ci siamo ben
resi conto che da un momento all’altro tutto potrebbe capovolgersi e il
terreno sicuro che ci ritroviamo sotto i piedi potrebbe risucchiarci. Ma
soprattutto abbiamo capito che il Signore non vuole il nostro male, perché
noi figli dell’amore, siamo stati creati per essere felici, e per esserlo
davvero dobbiamo iniziare a vivere le persone che ci respirano accanto,
tralasciando tutto ciò che ci può limitare come telefonini, social e così via.
E abbiamo pertanto deciso che da ora in poi, non ci accontenteremo più
della superficie ma punteremo sempre più in alto, raggiungendo mete
impensabili perché, “Se non puoi essere un pino sul monte, sii una
saggina nella valle, ma sii la migliore piccola saggina sulla sponda del
ruscello.”
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Vocazione al dono e Covid-19 di Matteo De Pietro
Se tra qualche anno ci chiederanno cosa ricordiamo di questo 2020 molto
probabilmente diremo che è stato l’anno del covid-19. Il rischio è proprio
questo, ricordare l’anno che stiamo vivendo per questa terribile pandemia
che ha fatto il giro di tutto il mondo, senza guardare in faccia nessuno. Il
covid-19 non ha fatto sconti a nessuno, non ha chiesto la carta di credito per
sapere se una persona è ricca o povera, l’unica discriminante è che ha toccato
una delle fasce più fragili: gli anziani.
Eppure al di là del tragico evento, il covid-19 ha il merito di aver messo al
centro le domande di grande portata esistenziale, tipo: che valore ha la vita?
Come voglio vivere la mia vita? Quale senso dare ai giorni che passano?
I giorni in cui il covid- 19 ha raggiunto il picco, io sono tornato a casa dal
seminario per stare vicino a mia madre, ed appena uscito ho sentito da subito
che nell’aria c’era molta paura e angoscia. Tutto questo ha reso il mio vivere
da una parte insopportabile perché il dolore tagliava il mio corpo in due parti;
dall’altro parte ho avvertito forte la mancanza di quei piccoli gesti che hanno
di sapore di quotidianità e che riempiono e rendono ricca la mia vita. Cosa
può essere un abbraccio, una stretta di mano in una società come la nostra
dove l’avere prevale sull’essere, dove bisogna sempre essere in qualche
modo connessi altrimenti si rischia di rimanere fuori dal giro delle
“relazioni”?
Eppure è proprio l’esperienza di contatto in momenti in cui bisogna rispettare
le distanze “interpersonali” che si riscopre fondamentale, così come il corpo
ha bisogno dell’aria per respirare lo stesso “corpo – cuore” ha bisogno
dell’altro, come un altro me in cui identificarsi. Ed è proprio all’altro che
l’esperienza del covid-19 ci richiama.
Credo che questo tempo è servito a farci
riflettere sulla vita intesa come “vocazione al
dono”: la vita se non si dona si “svuota” e non
mi riferisco solo al sacerdozio, o all’essere
suora o alla vocazione religiosa, ma a tutte le
forme di vocazioni che nella diversità dei
carismi e dei ministeri, sono destinate nel
dono reciproco ad arricchirsi e moltiplicarsi.
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Il mondo è pieno di figure che hanno fatto dono della propria vita, non
bisogna certamente andare a scomodare figure di santità straordinaria per
comprendere il senso della vita, ci sono tante persone che nella loro
“ordinaria quotidianità” madri o padri di famiglia, parroci o sacerdoti che
nella loro semplice quotidianità santità hanno lasciato un segno indelebile
sulla propria ed altrui vita, ed ancora oggi sono un esempio importante per
tutti noi.
Esperienze in tempo di Covid-19 Riportiamo alcune note personali della vita in tempo di epidemia
Ora et labora di E.C.
La forzata permanenza in casa per evitare il contagio da corona virus ha
sicuramente modificato la vita di tutti lasciando tracce profonde.
Accogliendo l'invito di padre Aldo, ora che in Italia la paura per le
conseguenze della pandemia sembra attenuata, è possibile fare un primo
bilancio personale.
Dopo l'immediato shock, lo sgomento e la paura, subentrava in me
gradatamente la cautela e l'accettazione.
Bisognava sopravvivere ad un evento così imprevedibile e catastrofico di
cui nessuno conosceva l'epilogo e bisognava farlo al meglio, appunto con
cautela, ma nello stesso tempo mettendo in campo una forte reazione vitale
che si contrapponesse a tanta morte che ci circondava e che sembrava
stesse prendendo il sopravvento su tutto e su tutti.
Bisognava reagire con gli strumenti di cui si era in possesso. Per me sono
stati l'operosità, la vicinanza telefonica a persone sole e bisognose di
conforto, dalle quali traevo a mia volta conforto, e soprattutto la preghiera.
Ogni giorno mi davo dei compiti da fare ed a fine giornata riuscivo a
provare una serena soddisfazione per quanto ero riuscita a concludere.
Questa dimensione minima, ma operosa della vita, mi dava forza.
Mi dava forza anche non sentirmi isolata: se fisicamente ognuno era
rinchiuso nella propria abitazione, i collegamenti Internet permettevano di
stare in contatto con una forma di vicinanza particolarmente sentita.
Così anche padre Aldo è riuscito a tenere uniti e vicini i suoi parrocchiani.
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Quello che però ricorderò sempre, con profonda gratitudine a Dio, è stata
l'opportunità di ascoltare ogni
mattina alle 7.00 la messa
celebrata dal Papa a S. Marta e
trasmessa in diretta tv.
Un appuntamento che aspettavo
con trepidazione dalla sera
precedente e che rendeva le
parole del Papa nel commento
alle letture come un balsamo per
la mia anima. La severa e raccolta celebrazione favoriva la mia
concentrazione in preghiera e la mia fede è stata nutrita come non mai:
davvero un grande dono di Dio in un periodo così triste, una grande
consolazione ed una grande pace interiore che ancora conservo.
Malattia in tempo di pandemia di Enzo Foti
La Pandemia, l'ho vissuta quasi in prima persona, perchè per più di un
mese sono stato dentro ammalato. Sono uscito come chiesto di grazia a
Gesù per la celebrazione delle Sacre Ceneri e l'inizio della Quaresima, poi
vi è stato, purtroppo, il crescendo dell' epidemia e dei tanti morti e
contagiati; ci siamo avvicinati tramite i social e i mezzi streaming molto di
più spiritualmente alla Parola di Dio e alla preghiera. Chiediamo
l'intercessione di Maria e la preghiera dei nostri fratelli Santi, in particolare
in preparazione e in onore aa sua imminente Memoria Liturgica di
S.Stefano da Nicea ,Santo Patrono delka Nostra Oarocchia.Grazie a Gesu' e
a Maria per questa nuova ripartenza..
Tre ricordi della pandemia di Salvatore Criaco
L'anno 2020 sicuramente verrà ricordato come l'anno della pandemia da
coronavirus Covid-19, che sta sconvolgendo le nostre abitudini quotidiane;
durante questa terribile pandemia, che sta che sta causando migliaia di
morti, penso spesso al fragilità del genere umano, nonostante le tante
scoperte scientifiche e tecnologiche. La forza che mi fa andare avanti sono
le parole consolanti di Gesù nel vangelo: “Io sarò con voi tutti i giorni fino
alla fine del mondo”.
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Andando indietro di qualche mese tre scene mi sono rimaste indelebili nella
mia mente: prima le immagini televisive dei camion militari nella
bergamasca con centinaia di morti senza un saluto e un degno funerale da
parte dei familiari; 2° le bellezza “spettrali” delle nostre città d'arte (Roma,
Firenze, Venezia) straordinariamente deserte; 3° (non per ordine di
importanza) la preghiera straordinaria di
Papa Francesco (27 marzo 2020) in una
inconsueto e affascinante vuota piazza San
Pietro con la benedizione finale urbi et
orbi alla città Roma e al mondo,
solitamente impartita a Natale e a Pasqua.
Infine voglio rivolgere una brevissima
preghiera a Maria, Madre del perdono e
delle consolazione: liberaci da tutti i mali che ci affliggono
Durante il periodo di covid 19 ho vissuto, seppure in casa, l'entusiasmo di
partecipare attivamente con i social alle attività pastorali proposta dalla
parrocchia. Ciò mi ha consentito di vivere la fede con “vicinanza” viva a
Gesù, nonostante la lontananza fisica da luogo spirituale. Grazie a p. Aldo
che ha mantenuto vivo l'interesse e la partecipazione ecclesiastica (Titty
D’Angelo)
La zolletta di Archi di Emanuela Bruzzese
Erano i primi di marzo quando dalla TV, giornali e radio ci comunicavano
che il virus Covid-19 era arrivato in Italia e vennero fatte delle restrizioni:
non uscire di casa se non solo per necessità assoluta. Una cosa simile mai
vista: la tv parlava di centinaia di migliaia di contagi e purtroppo morti,
tanti morti. Dalla TV si diceva di cantare l'inno di Mameli, ma io, insieme
ad altre persone, abbiamo pensato di pregare.
La sera ci vedevamo dalle finestre e dai
balconi: all'inizio eravamo tre o quattro
persone, ma pian piano siamo arrivati a circa
20 famiglie a pregare per migliaia di
contagiati e morti che ci sono stati. Dopo
circa tre mesi ci siamo ritrovati le persone che
prima pregavamo dai balconi a pregare
davanti alla grotta di Lourdes della nostra
parrocchia.
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poesie in tempo di coronavirus
M'ASSETTU E PENZU M' assettu e penzu
supra na petra du me paisi m'assettu e sentu
u sciauru da me terra comu na vota
m'assettu e dicu
chi billizzi c'avi stu mari chi plinduri chi avi stu suli
m'assetu e penzu cusi senza senzu
m'assettu stancu cu cori a mmanu rammaricatu
pirchi sacciu chi sta petra l'ajiu a dassari
e n'autra mi ndaiu a truvari
Peppe Ventura
Maggio Vergine sposa rosa luminosa cielo stellato da togliere il fiato. Azzurro manto conforto nel pianto provvidenza amorosa su noi lo sguardo posa. Strada sicura bianca dolce e pura cammini al nostro fianco il passo mai è stanco. La croce hai incontrato e come fosse un prato di profumati fiori li hai coltivati per i nostri cuori. Con lacrime e preghiere fervide e sincere il buio già scompare un gran bagliore appare. Meraviglia e stupore immenso e infinito amore canto gaudio e candore la luce di un diamante e il suo splendore
Speranza Tripodi
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Sindicu assessuri e cunzzigghieri
'A ogni angulu' a ogni cuntrata spazzatura ammenza strhata ma nto'strhatuni e via Marina brilla 'a strhata ogni matina.
'Nta' stu cazzu di Comuni su na massa di 'mbrugghiuni e ndi rinnu chistu e chiddhu ma 'ndi inchunu di piddhu.
Sindicu, cunsigghieri e assessuri mi' ndi varda u Signuri: siti seri e pigghiati na decisioni, magari inziemi 'o presidenti da Regioni.
Ma' nto Comuni sti quattru cessi curunu sulu i so interessi e 'nta Riggiu brisci e scura e ntè riuni muntagni i spazzatura.
Avr 'ncurpa ‘u Comuni chi 'nciavi a' dari milioni e sti mari sbinturati avi misi chi 'nzu' pavati.
Mi pari 'u jiocu ri tri carti c'è cu si fumi 'a megghiu parti ma na cosa è certa e sicura chi Riggiu è china i spazzatura.
Caru sindicu, assessuri e cunzigghieri ma na viriti st'a' spazzatura peri, peri? ma a vostra facci è cusi dura chi facistu i Riggiu na spazzatura.
Sindicu, cunzigghieri e assessuri si timunu nu pocu di russuri facinnu di Riggiu nu gioiellu città metropolitana cu fiori all’occhiellu.
Nino Panuccio
ADDIO COVID Come mai non si va a scuola nell'aria qualcosa vola. Un virus è arrivato è il Covid così chiamato. In testa ha una corona e vuol prendere ogni persona. Stai attento se puoi, vuole attaccare tutti noi. Ci ha rinchiusi per 3 mesi ma noi non ci siamo arresi; ci siamo armati con distanza, mascherine e guanti. Il caldo e il mare dal Covid sono nemici, ma adesso continua le regole a rispettare: il Covid così se ne potrà andare.
Domenico Pennestrì
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Sapienza di vita in Proverbi a cura di Maria Cartella e Pino Calabrò
'U megghjiu serbizzu e'sti chiddrhu chi' tti fai tu. (il miglior servizio è quello che ti fai tu).
Quello che ti fai con le tue mani è il miglior lavoro.
'Cu' zzappa 'rridendu,' rricogghi ciangendu. (Chi zappa ridendo, raccoglie piangendo).
Quando un lavoro si fa con superficialità e leggerezza, verrà fatto male.
Muzzica prima e 'ppoi' nghjiutti. (mordi prima e poi inghiotti).
Fai le cose con calma e ordine
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NASCITE e BATTESIMI
il 8 marzo è nato Romeo ANTONINO figlio di Bruno e Lo Giudice
Anna
il 8 aprile è nata Maio ATHENA figlia di Andrea e Lucania Angela
DEFUNTI il 13 aprile è morta Spanò CAROLINA di anni 79
il 13 aprile è morta Di Salvo MARIA di anni 71
il 25 aprile è morta Vinci GIANFRANCA coniugata Delia di anni 59
il 27 aprile è morto Panuccio FERDINANDO di anni 74
il 27 maggio è morta Autelitano ANNA MARIA di anni 74
il 31 maggio è morto Vadalà DIEGO GAETANO di anni 83
il 8 giugno è morto Pedullà LUCIANO di anni 55
il 14 giugno è morto Passero PIETRO PAOLO di anni 77
Bilancio Parrocchiale di GIUGNO 2020
ENTRATE USCITE
collette SS.Messe 453,00 culto-ceri liturgici 102,50
funerali 200,00 pulizia chiesa 183,00
carità pro famiglie bisognose 150,00 carità: famiglie 235,00
carità da Diocesi pro famiglie 875,69 carità alle famiglie-Diocesi 875,69
carità da distribuzione 224,00 carico viveri+deposito carità 220,00
offerte pulizia d.chiesa 234,90 ferramenta-giardino 20,00
offerte dai malati 35,00 telefono 31,00
ministero parroco 470,00 pro-vocazioni 100,00
candele 105,00 abbonamento sito web 42,00
offerte personali pro-Facciata 590,00 manutenzione immobili-luci 185,00
sottoscrizione Lotti pro-Facciata 266,50 capitaria 100,00
TOTALE entrate 3.604,59 TOTALE uscite 2.084,29
p.g. pro Vocaz.+Carità d.Papa 200,00 attivo mensile 1.520,30
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vita parrocchiale in breve
Rosario e messa “estiva” Si sono avviate, in occasione della festa patronale, le 2 iniziative “estive” di preghiera davanti alla grotta della Madonna: il rosario ogni giovedì alle 21,30 e la messa domenicale serale, sempre fuori, alle 20,30 (in sostituzione delle 19.00). Inoltre, vista la positiva esperienza fatta a conclusione del mese di maggio, una volta al mese (durante il rosario serale del giovedì) il quadro della Madonna della Consolazione sarà fatto girare (sopra la macchina) lungo le vie del nostro quartiere.
25° anniversari di… In questo mese di luglio celebriamo 2 diversi anniversari sacerdotali: il 10 luglio ricorre il 25° anniversario della morte di don Giovanni Laganà, che sarà ricordato durante la messa serale. Invece al 26 luglio alle ore 19.00 è stata spostata la messa di ringraziamento per il 25° anniversario di ordinazione sacerdotale di p. Lorenzo Fortugno (che ricorreva il 13 maggio scorso).
Festa patronale parrocchiale Quest’anno la festa patronale di S. Stefano da Nicea ha un formato tutto “spirituale”: anche questo particolare ci aiuti a ridefinire le priorità nella vita pastorale parrocchiale, rispetto a ciò che deve essere un “contorno”!
Cambio del parroco Come già annunciato, durante l’estate si procederà al cambio del parroco. Affinchè questo passaggio delicato possa essere fatto nel modo più positivo possibile, all’inizio di agosto sarà presente per alcuni giorni p. Fabio Locatelli (il nuovo parroco) per un primo contatto con la parrocchia e i suoi gruppi.
Oratorio e catechesi? Purtroppo non abbiamo per ora indicazioni certe circa i modi e tempi di ripresa dell’oratorio e catechesi. Per ora abbiamo escluso di organizzare l’oratorio estivo. Circa le Prime Confessioni – Comunioni - Cresime siamo ancora in attesa di indicazioni dalla Diocesi.
CALENDARIO pastorale
LUGLIO
2-4: triduo preparazione festa
5 d.: festa S.STEFANO da Nicea
9-16-23-30 g: rosario ser. (21.30)
10 v.: 25° ann. morte di don Laganà
23 g.:giro Mad.Consolazione (21.30)
26 d.: 25° ordin. di p.Lorenzo F. (19)
31 m.: incontro dei Patrizi (17.00)
….: incontri dei gruppi parrocchiali
….: inc.CPP
AGOSTO
6-13-20-27 g: rosario ser. (21.30)
15 s.: ASSUNTA
20 g: giro Mad.Consolazione (21.30)
SETTEMBRE
3-10-17-24 g: rosario ser. (21.30)
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