Emozioni steca 1
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EMOZIONIEMOZIONI
“Non bisogna farsi trascinare dalle emozioni”
“E’ meglio decidere a mente fredda”
“Occorre separare il cuore dalla ragione”
Emozione vs. Pensiero/Ragionamento
“Ci ragionai su e mi calmai”
“Tutti sanno che cos’è un’emozione, fino a che
non si chiede loro di definirla. In questo caso
sembra che nessuno lo sappia”
(Fehr e Russell,1984, p. 464)
EMOZIONIEMOZIONI
Stato d’animo
Umore
Affetto
Sentimento
Le emozioni sono risposte complesse
ad eventi particolarmente rilevanti
per la persona, caratterizzate da
determinati vissuti soggettivi e da
un’articolata reazione biologica
Le emozioni sono risposte intense,
temporalmente circoscritte e di
breve durata
Stati d’animo e Umore (mood) sono caratterizzati da:
� bassa intensità
� lunga durata
� decorso temporale meno definito
EMOZIONI ed UMORE
�originano da eventi meno specifici, circoscritti e chiaramente identificabili (anche la pioggia può condizionare il nostro umore…)
Secondo Davidson (2001) le emozioni influenzano principalmente le azioni delle persone, mentre gli stati d’animo influenzano maggiormente i processi attentivi e valutativi.
EMOZIONI e SENTIMENTI
Come gli stati d’animo sono più duraturi e
meno circoscritti temporalmente delle
emozioni
A differenza degli stati d’animo i sentimenti
sono focalizzati e sono rivolti in maniera
relativamente stabile verso uno specifico
oggetto o una classe di oggetti (si provano
sentimenti verso qualcuno o qualcosa)
Stati d’animo e sentimenti possono, in determinate circostanze, “predisporre” a determinate emozioni
Es. L’inasprirsi di un umore depresso può sfociare in tristezza se ci capita di dover affrontare delle difficoltà dover affrontare delle difficoltà lavorative
Es. Un sentimento di amore per qualcuno può sfociare in momenti di intensa gioia, se la persona amata ci sorprende con un regalo desideratoe inatteso
Affetto è un termine molto ampio e generico, usato solitamente per indicare il carattere “non-cognitivo”
EMOZIONI e AFFETTO
indicare il carattere “non-cognitivo” (e quindi affettivo) dell’esperienza emotiva, e che concerne principalmente la qualità positiva o negativa degli eventi che danno luogo alle emozioni
MODELLI
DIMENSIONALI
STRUTTURA e ORGANIZZAZIONE delle emozioni
DIMENSIONALI
MODELLI
CATEGORIALI
I modelli dimensionali individuano una serie di fattori, o
dimensioni, che definiscono uno spazio affettivo universale
all’interno del quale è possibile collocare le diverse
emozioni.
MODELLI DIMENSIONALI
• Gran parte dei modelli
+
-+
-
FATTORE 1
FATTORE 2
• Gran parte dei modelli
dimensionali ipotizza
l’esistenza di due dimensioni:
la similarità tra le emozioni è
indicata dalla loro vicinanza
all’interno dello spazio
affettivo definito dai due
fattori
ELEVATA ATTIVAZIONE
Attivato
Eccitato
Entusiasta
FeliceSconvolto
Stressato
Nervoso
Teso
Mappa affettiva di Barrett e Russell (2009)
BASSA ATTIVAZIONE
VALENZA
POSITIVA
VALENZA
NEGATIVA
Felice
Contento
Sereno
Rilassato
Calmo Stanco
Annoiato
Depresso
Triste
Sconvolto
+
-+
AFFETTIVITA’ POSITIVA
Watson e Tellegen, 1985
AFFETTIVITA’
NEGATIVA
•Le tendenze a sperimentare affetti positivi e negativi variano indipendentemente
•Esistono stati emotivi complessi, in cui coesistono positività e negatività
--
NEGATIVA
MISURARE LE EMOZIONI ESPERITE con strumenti carta-matita
Positive and Negative Affect Scale (PANAS – Watson et al., 2000)
Il presente questionario contiene un certo numero di aggettivi che descrivono differenti
sentimenti ed emozioni. Leggi ciascun aggettivo e segna la risposta che ritieni appropriata,
nello spazio vicino alla parola. Indica il grado in cui ti senti nello stato indicato dall'aggettivo
generalmente, cioè nella media delle situazioni.
1 (per nulla) – 5 (estremamente) INTENSITA’
1 (mai) – 5 (sempre) FREQUENZA1 (mai) – 5 (sempre) FREQUENZA
Interessato _____
Angosciato _____
Eccitato _____
Turbato _____
Forte _____
Colpevole _____
Spaventato _____
Ostile _____
Entusiasta _____
Orgoglioso _____
Irritabile _____
Vigile _____
Vergognoso _____
Ispirato _____
Nervoso _____
Determinato _____
Attento _____
Agitato _____
Attivo _____
Timoroso _____
PRINCIPALE CRITICA AI MODELLI
DIMENSIONALI:
Non sono in grado di cogliere le
differenze qualitative fondamentali
tra i diversi stati emotivi
Eccitato
Attivato
Lieto
Felice
Anche se collocate nello stesso quadrante,
corrispondono a stati emotivi diversi
I modelli categoriali ipotizzano che emozioni differenti
sono fenomeni qualitativamente distinti
Individuano categorie discrete di emozioni, ognuna delle
quali rappresenta una famiglia di emozioni, ovvero un
insieme di esperienze emotive accomunate da un ampio
MODELLI CATEGORIALI
insieme di esperienze emotive accomunate da un ampio
numero di caratteristiche
Gioia provata per il raggiungimento
di obiettivi personali
Gioia provata per i successi di
un nostro amico
Condividono molte
caratteristiche che ne
fanno due esemplari
della categoria
emozionale “gioia”
MODELLI
CATEGORIALI
Come si individuano le categorie di emozioni?
basati sul
linguaggio
naturale
basati su
fattori
biologici
Modelli categoriali basati sul linguaggio naturale
•Si analizza la struttura della conoscenza delle
emozioni, chiedendo alle persone di raggruppare
in categorie i termini che si riferiscono alle
emozioni
•Le ricerche hanno riscontrato una
organizzazione gerarchica che includeva un livello
di base composto da cinque emozioni: rabbia,
paura, gioia, amore e tristezza
Modelli categoriali basati su fattori biologici
•Diverse emozioni corrispondono a meccanismi
biologici distinti (in particolare specifici circuiti
neurali)
•I circuiti neurali specifici per le varie emozioni si
sono sviluppati come adattamento evolutivo alle
circostanze ambientali che la specie umana ha dovuto
affrontare frequentemente nel corso della sua
evoluzione. Ne deriva che le emozioni hanno un
carattere di universalità
Le COMPONENTI delle emozioni
EVENTI EMOTIGENI “Sono molto arrabbiato; mi hanno rubato
la macchina e dovrò ricomprarla”
REAZIONI FISIOLOGICHE “Avevo molta paura e il cuore mi batteva
forte”
VALUTAZIONE COGNITIVA
“Sono spaventato. Con quel gesto voleva
minacciarmi e io non sarò in grado di VALUTAZIONE COGNITIVA minacciarmi e io non sarò in grado di
difendermi”
MOTIVAZIONE “Avevo perso ogni altra ragione. Ero spinto
solo dalla rabbia”
COMPORTAMENTO “Gli saltai al collo dalla grande gioia”
RISPOSTE ESPRESSIVE “Sgranai gli occhi e rimasi a bocca aperta
per la grande sorpresa”
VISSUTO SOGGETTIVO “Mi sento triste, a modo mio”
I VARI APPROCCI TEORICI CHE SI SONO SUSSEGUITI NELLO STUDIO DELLE EMOZIONIHANNO DIVERSAMENTE POSTO L’ACCENTO SULL’UNA O SULL’ALTRA COMPONENTE
LA TRADIZIONE
EVOLUZIONISTICAEVOLUZIONISTICA
LA TRADIZIONE DEI
FISIOLOGI e NEUROLOGI
LA TRADIZIONE
COGNITIVISTA
LA TRADIZIONE
EVOLUZIONISTICA
LA TRADIZIONE DEI LA TRADIZIONE DEI
FISIOLOGI e NEUROLOGI
LA TRADIZIONE
COGNITIVISTA
Le emozioni sono universali?
La TRADIZIONE EVOLUZIONISTICA
Charles Darwin,
L’espressione delle emozioni nell’uomo e negli animali (1872)
Le espressioni facciali delle emozioni:
a) mostrano nei neonati e nei bambini la stessa forma che hanno negli adulti
b) sono identiche in persone nate cieche e in individui b) sono identiche in persone nate cieche e in individui normovedenti
c) sono simili in razze e gruppi umani molto diversi e geograficamente distanti
d) assumono una forma simile in molti animali, specialmente nei primati
Le espressioni emotive si sono evolute per assolvere funzioni adattive e i risultati di questo processo sono analoghi in tutte le specie umane e, almeno in parte, nelle specie animali superiori
Charles Darwin,
L’espressione delle emozioni nell’uomo e negli animali (1872)
Quelle che chiamiamo espressioni delle emozioni sono, secondo Darwin, degli atti motori che nella storia delle specie hanno accompagnato o sono stati parti di comportamenti con un elevato valore adattivo
Il digrignare/mostrare i denti della rabbia
Preparazione di un atto motorio: l’attacco
Modifica l’interfaccia sensoriale del nostro organismo (allargamento degli occhi e del naso) con il mondo esterno:
Espressione facciale della paura
Altre emozioni hanno conservato la loro funzione originale
esterno:
- incrementando il campo visivo totale- rendendo gli occhi capaci di movimenti più rapidi e dando loro la possibilità di intercettare stimoli periferici- aumentando la velocità e il volume del respiro inalato, con una conseguente maggiore ossigenazione del cervello.
In questo modo ci prepara ad affrontare la minaccia percepita
Nel corso dell’evoluzione della specie, accanto o in sostituzione alla loro funzione adattiva originaria, le espressioni delle emozioni hanno assunto una funzione comunicativa, finalizzata a indicare esteriormente lo stato emotivo provato dall’individuo
Se osserviamo queste espressioni sappiamo che qualcosa di negativo sta accadendo o sta per accadere …
Le teorie psicoevoluzionistiche o neoevoluzionistiche
Come Darwin ritengono che le emozioni siano associate alla soddisfazione di bisogni universali, connessi alla sopravvivenza della specie e dell’individuo
Tomkins (1984): le emozioni (affetti) sono come schemi innati di risposta, “ospitati” nelle aree subcorticali del cervello, e finalizzati a garantire la sopravvivenza dell’organismo. Gli affetti primari sono: rabbia, interesse, disprezzo, disgusto, paura, gioia, sono: rabbia, interesse, disprezzo, disgusto, paura, gioia, vergogna e sorpresa
Izard (1991): la vita emozionale si sviluppa da dieci emozioni primarie: interesse, gioia, sorpresa, disagio, rabbia, disgusto, disprezzo, paura, vergogna e colpa. Ogni emozione è attivata da categorie di stimoli rilevanti per la sopravvivenza e il benessere dell’individuo; ciascuna rappresenta un processo che coinvolge il sistema nervoso e specifiche riposte motorie ed espressive.
MAX e AFFEX: strumenti per la codifica delle espressioni facciali delle emozioni
Ekman (1994): l’esperienza emotiva umana è riconducibile ad alcune famiglie di emozioni di base, o primarie, implicate nella gestione di situazioni che hanno una chiara connessione con la sopravvivenza individuale e della specie: rabbia, gioia, tristezza, paura, disgusto e sorpresa. Ogni famiglia è costituita da un tema comune, biologicamente radicato in programmi di risposta innati, e da numerose variazioni, che derivano dall’esperienza e dalle influenze culturali. Le emozioni più complesse, o secondarie, derivano dalla mescolanza delle emozioni primarie
Plutchik (1994): otto emozioni primarie relative a specifici comportamenti adattivi finalizzati a gestire determinate situazioni
Comportamenti adattivi Emozioni
Incorporazione Accettazione
Rifiuto Disgusto Rifiuto Disgusto
Protezione Paura
Distruzione Rabbia
Riproduzione Gioia
Reintegrazione Tristezza
Orientamento Sorpresa
Esplorazione Anticipazione
ESPRESSIONI UNIVERSALI
PRESENZA IN ALTRI ANIMALI
MECCANISMI FISIOLOGICI DISTINTIVI
ANTECEDENTI SPECIFICI E UNIVERSALI
Caratteristiche delle emozioni primarie
ANTECEDENTI SPECIFICI E UNIVERSALI
COERENZA TRA I VARI ASPETTI DELLA RISPOSTA
EMOTIVA
INSORGENZA RAPIDA E SPONTANEA
BREVE DURATA
ASSENZA DI VALUTAZIONE COGNITIVA O VALUTAZIONE
COGNITIVA AUTOMATICA E INCONSAPEVOLE
Le configurazioni espressive facciali per manifestare le emozioni sono: �gestalt unitarie�universalmente condivise�sostanzialmente fisse�di natura categoriale
Programma delle espressioni facciali delle emozioni
�di natura categoriale�specifiche per ogni emozione �controllate da specifici e distinti programmi
neuromotori innati
Invariabilità culturale delle espressioni facciali delle emozioni e universalità della loro produzione e riconoscimento
Ogni emozione attiva uno specifico programma facciale, attraverso una serie di “istruzioni” codificate dal sistema nervoso e da quello endocrino, che la dota di invariabilità ed universalità. L’espressione delle emozioni, tuttavia, è regolata da una serie di display rules (regole d’espressione),
La teoria neuro-culturale di Ekman
una serie di display rules (regole d’espressione), apprese nel corso dello sviluppo individuale e specifiche dei diversi contesti culturali: - Accentuazione (per intensificare l’espressione)- Attenuazione (per rendere meno intensa l’espressione)- Neutralizzazione (per inibire l’espressione)- Simulazione (per nascondere un’emozione si assume l’espressione che ne caratterizza un’altra)
rabbia gioia tristezza paura disgusto sorpresa
Materiale iconografico utilizzato da
Ekman
�Facial Action Coding System (FACS): analisi di singoli movimenti muscolari facciali definiti unità di azione.
�Ogni unità d’azione è definita da un numero e un nome (es. “movimento che gonfia le guance”, “movimento che genera “movimento che genera fossette”).
�Da sole o in combinazione, le unità d’azione consentono di coprire tutte le espressioni facciali visibili
http://www.cs.cmu.edu/afs
/cs/project/face/www/facs.
htm
http://www.youtube.com/wa
tch?v=fV48HByutJc
http://www.benjaminbuttonfx.com/
http://www.ted.com/talks/ed_ulbrich_shows_how_benjamin_button_got_his_face.html
Critiche metodologiche ai lavori di Ekman
le fotografie mostravano espressioni “pure”
scelta forzata tra alternative
Ricerche recenti mostrano che:
�il grado di riconoscimento è maggiore quando attore (colui che esprime le emozioni) e decoder(colui che deve riconoscere le emozioni espresse) appartengono alla stessa cultura - Dialect Theoryappartengono alla stessa cultura - Dialect Theory
�il grado di riconoscimento diminuisce notevolmente quando, al posto di espressioni prototipiche, si utilizzano immagini tratte da situazioni quotidiane, nelle quali si riscontrano spesso pattern espressivi incompleti
- Morfologia: alcuni muscoli sono scarsamente controllabili dalla persona- Simmetria: le espressioni sincere sono più simmetriche di quelle insincere- Durata: più lunga o più breve nelle espressioni false di quella caratteristica delle espressioni sincere (da 1
Scoprire le espressioni ingannevoli
di quella caratteristica delle espressioni sincere (da 1 a 5 secondi)- Pattern temporale: più fluido e graduale nelle espressioni sincere.
METT (Micro Expression Training Tool): strumento sviluppato da Ekman (2003) per valutare ed incrementare la capacità di identificare le espressioni facciali delle emozioni di base
Sono le espressioni a causare le emozioni (e non viceversa), in virtù di solide connessioni fra le componenti emotive dovute a programmi neuromotori innati per le emozioni di base
Ipotesi del feedback facciale
innati per le emozioni di base
Nella sua versione più debole tale ipotesi sostiene che il feedback facciale possa amplificare (vs. attenuare) l’intensità dell’emozione, se viene esagerata l’espressività in senso compatibile (vs. incompatibile) con l’emozione stessa
ELEVATA ATTIVAZIONE
VALENZA
POSITIVA
VALENZA
NEGATIVA
.. .
.
..
.
.. .
.
BASSA ATTIVAZIONE
POSITIVANEGATIVA .
.
.. ... .
..
�Secondo alcuni siamo più sensibili e responsivi alle emozioni negative (e alle esperienze negative più in generale) perché esse hanno un maggiore valore adattivo
�Secondo altri la maggiore attenzione attribuita alle emozioni (e alle esperienze) negative e alle loro conseguenze ha fatto sì che esse assumessero una maggiore rilevanza
Un esame dei più importanti articoli scientifici a carattere psicologico scritti dal 1887 al 2000, ha evidenziato che 8072 articoli avevano come tema la rabbia, 57700 articoli l’ansia e 70856 articoli la depressione; solo 852 lavori menzionavano la gioia, 2958 la felicità e 5701 la soddisfazione di vita. Gli articoli che trattavano di emozioni negative erano 14 volte superiori a quelli che parlavano di emozioni positive
La teoria dell’ampliamento (broaden) e della costruzione (build) di Barbara
Fredrickson
La teoria dell’ampliamento (broaden) e della costruzione (build) di Barbara
Fredrickson
�Le emozioni positive ampliano il repertorio momentaneo di pensiero ed azione e contribuiscono alla costruzione di risorse personali stabili
�Le emozioni positive ampliano il repertorio momentaneo di pensiero ed azione e contribuiscono alla costruzione di risorse personali stabili
Evidenze sperimentaliEvidenze sperimentali
�La sperimentazione di emozioni positive amplifica il focus dell’attenzione (es. Basso et al., 1996) e stimola strategie di pensiero creative, diversificate e flessibili (es. Isen et al., 1985; 1987; Estrada et al., 1997)
�La sperimentazione di emozioni positive amplifica il focus dell’attenzione (es. Basso et al., 1996) e stimola strategie di pensiero creative, diversificate e flessibili (es. Isen et al., 1985; 1987; Estrada et al., 1997)
�L’induzione di stati emotivi positivi favorisce un �L’induzione di stati emotivi positivi favorisce un �L’induzione di stati emotivi positivi favorisce un più rapido apprendimento e una migliore prestazione intellettiva (es. Bryan et al., 1996)
�L’induzione di stati emotivi positivi favorisce un più rapido apprendimento e una migliore prestazione intellettiva (es. Bryan et al., 1996)
�Le emozioni positive contrastano l’effetto di “riduzione” causato dalle emozioni negative, contribuendo a ristabilire determinati parametri fisiologici, come l’attività cardiovascolare (es. Fredrickson et al., 1998)
�Le emozioni positive contrastano l’effetto di “riduzione” causato dalle emozioni negative, contribuendo a ristabilire determinati parametri fisiologici, come l’attività cardiovascolare (es. Fredrickson et al., 1998)
Un’interessante legame biologicoUn’interessante legame biologico
�Numerose evidenze empiriche hanno dimostrato come il rilascio di DOPAMINA caratterizzi vari tipi di prestazione cognitiva (maggiore flessibilità, creatività, ecc.) e sia implicata nei processi di apprendimento “tramite premio”
�L’esperienza di un’elevata affettività positiva si
�Numerose evidenze empiriche hanno dimostrato come il rilascio di DOPAMINA caratterizzi vari tipi di prestazione cognitiva (maggiore flessibilità, creatività, ecc.) e sia implicata nei processi di apprendimento “tramite premio”
�L’esperienza di un’elevata affettività positiva si �L’esperienza di un’elevata affettività positiva si associa al rilascio di dopamina nel sistema meso-cortico-limbico e nigrostriatale in vario modo connessi all’attività cognitiva
�L’influenza dell’affetto positivo sulla performance cognitiva potrebbe verosimilmente essere mediato dal rilascio di dopamina (Ashby, Isen e Turken, 1999)
�L’esperienza di un’elevata affettività positiva si associa al rilascio di dopamina nel sistema meso-cortico-limbico e nigrostriatale in vario modo connessi all’attività cognitiva
�L’influenza dell’affetto positivo sulla performance cognitiva potrebbe verosimilmente essere mediato dal rilascio di dopamina (Ashby, Isen e Turken, 1999)
LA TRADIZIONE
EVOLUZIONISTICA
LA TRADIZIONE DEI LA TRADIZIONE DEI
FISIOLOGI e NEUROLOGI
LA TRADIZIONE
COGNITIVISTA
Fisiologia delle emozioni
METODI DI INDAGINE e INDICATORI
�Resoconti verbali o autovalutazioni dello stato emotivo soggettivo (percezione che i soggetti hanno delle modificazioni corporee connesse hanno delle modificazioni corporee connesse alle emozioni)
�Indici comportamentali, come espressioni facciali e posturali
�Biosegnali relativi ai cambiamenti fisiologici indotti dal sistema nervoso e dal sistema endocrino
Sistema/Attività Biosegnale
Cerebrale Elettroencefalogramma
Potenziali evocati
Muscolare Elettromiogramma
Cardiovascolare Frequenza cardiaca
Pressione arteriosa
SecrezioneGastrica Secrezione
Motilità
Cutanea Sudorazione
Attività elettrodermica
Conduttanza cutanea
Temperatura
Oculare Risposta pupillare
Sebbene la ricerca abbia dato contributi importanti, manca ancora una chiara delineazione dei pattern fisiologici distintivi delle diverse emozioni
Es. l’aumento della frequenza cardiaca è presente sia nel caso di emozioni negative presente sia nel caso di emozioni negative (come la rabbia e la paura), sia in emozioni positive come la gioia. Esso, inoltre, si associa anche ad uno stato generico di eccitazione, così come alla preparazione ad un evento che richiede un grande sforzo. Di per sé non può essere considerato un segnale distintivo di alcuna emozione.
I PRIMI MODELLI – I PERIFERALISTI (Lange e James, 1922)
�evento emotigeno (a) �emozione (b) �reazione fisiologica (c)
a b c
morte di una persona cara tristezza piangiamo
a c b
�Secondo i periferalisti, prima si ha la reazione fisiologica, specifica per emozione, e poi l’emozione
“Il senso comune dice che ci accade qualcosa di brutto,
siamo dispiaciuti e singhiozziamo (…). [La mia ipotesi] è
che ci sentiamo dispiaciuti perché piangiamo, arrabbiati
perché ci accaloriamo, impauriti perché tremiamo”
(James, 1890)
“Cambiamenti corporei seguono direttamente la
percezione del fatto stimolante (…) e la sensazione dei
cambiamenti stessi mentre si verificano è l’emozione” cambiamenti stessi mentre si verificano è l’emozione”
(James, 1884)
STATO
FISIOLOGICO
SPECIFICO
ESPERIENZA
DI
PAURA
I PRIMI MODELLI – I CENTRALISTI(Cannon (1927) e successivamente da Bard (1934)
Critiche ai periferalisti:
�il SNA reagisce troppo lentamente per spiegare la rapida comparsa delle emozioni (es. ci si può sentire imbarazzati ben prima che compaia il tipico rossore sulle guance)
�alcuni cambiamenti del SNA (es. la secrezione gastrica che diminuisce nella paura) sono difficili da rilevare diminuisce nella paura) sono difficili da rilevare introspettivamente
�alcuni stimoli non emotigeni (es. una corsa nel parco) possono provocare lo stesso pattern di attivazione fisiologica tipico di alcune emozioni, in assenza del relativo vissuto soggettivo
�non sono stati riscontrati tanti pattern di attivazione fisiologica quante sono le emozioni che possiamo sperimentare
Lo stimolo scatena simultaneamente l’attività
del sistema nervoso autonomo e quella del SNC
(prima sottocorticale poi corticale), dove ha
luogo l’esperienza emozionale (che ha appunto
sede nel cervello)
SNC
STATO
FISIOLOGICO
SPECIFICO
ESPERIENZA
DI
PAURA
SNC
Stimolo Talamo Emozione
Attivazione fisiologica e modificazioni somatiche
�LA TEORIA DI CANNON
�LA TEORIA DI BARD
Stimolo Ipotalamo Emozione
Centro per la regolazione omeostatica
MODELLI PIU’ COMPLESSI
Il CIRCUITO DI PAPEZ (1937): da un unico centro
sottocorticale a un circuito sottocorticale
Neocorteccia Conoscere
Talamo
Stimolo
N. ant. talamo Ippocampo
Ipotalamo
Sentire
Cingolo
Rettiliano -
primitivo
Neocorteccia-
razionale
Il CERVELLO UNO E TRINO DI MCLEAN (1970)
MODELLI PIU’ COMPLESSI
primitivo
Limbico -
emotivo
razionale
La teoria di Panksepp (1998) - assunti fondamentali:
• i processi emotivi umani sono simili a quelli di altri mammiferi
•
DA UN UNICO CIRCUITO A PIU’ CIRCUITI CEREBRALI – indagini sulla diversificazione
neurofisiologica delle emozioni
• distinti processi emotivi riflettono l’attività di specifici circuiti cerebrali
• tali circuiti sono in numero limitato e corrispondono alle emozioni primarie
• la loro combinazione, in associazione ai processi di apprendimento sociale, dà origine alle emozioni più complesse
Panksepp ipotizza l’esistenza di quattro circuiti cerebrali, caratterizzati da sei attributi fondamentali:
�hanno base genetica e assolvono la funzione di rispondere a stimoli connessi a situazioni che rappresentano delle sfide per la sopravvivenza
�attivano o inibiscono risposte comportamentali e fisiologiche che nella storia della specie si sono dimostrate utili a fronteggiare le situazioni di sfida
�possono apprendere dall’esperienza, regolando soprattutto la sensibilità agli stimoli emotigeni
�la loro attività può perdurare anche oltre le circostanze che li hanno attivati
�la loro attività può essere condizionata a rispondere a stimoli originariamente neutri (è dunque sensibile all’apprendimento)
�la loro attività interagisce con i meccanismi responsabili della cognizione, consentendo una selezione più raffinata delle reazioni emozionali. selezione più raffinata delle reazioni emozionali.
Le risposte emotive, infatti, non sono uniche e fisse, ma ogni circuito ha a disposizione un insieme di risposte possibili, tra le quali di volta in volta si sceglie in base alle circostanze, ai processi di apprendimento e dai feed-back ricevuti in precedenti occasioni
I quattro circuiti cerebrali o “sistemi di comando delle emozioni”:
1) sistema dell’aspettativa (nell’ipotalamo laterale), viene attivato da situazioni di rottura dell’equilibrio omeostatico del corpo a causa di presenza o assenza di incentivi ambientali. La sua funzione è quella di attivare risposte finalizzate a reperire oggetti adeguati a soddisfare i bisogni dell’organismo e quindi a ripristinare l’omeostasi. Le emozioni associate a questo sistema, come la gioia e la speranza, sono tutte positive dal momento che l’aspettativa, nell’ipotesi di Panksepp, è sempre di qualcosa di buono e vantaggioso per l’organismo
2) sistema della rabbia (nell’ipotalamo ventro-laterale e ventro-mediale), genera comportamenti di attacco ed aggressione fisica e verbale, associati ad emozioni negative etichettabili come rabbia e collera
I quattro circuiti cerebrali o “sistemi di comando delle emozioni”:
3) sistema della paura (nell’ipotalamo anteroventrale), la cui attivazione dà luogo a emozioni di paura e ansia, media i comportamenti di fuga di fronte a stimoli pericolosi i comportamenti di fuga di fronte a stimoli pericolosi
4) sistema del panico (in alcune aree nell’ipotalamo dorso-mediale e nell’amigdala), che viene nettamente distinto dalla paura e che corrisponde più precisamente alla tristezza e al dolore scatenate da situazioni di separazione e di isolamento sociale
•Differenze individuali nell’asimmetria emisferica sono
associate a tendenze croniche a sperimentare affetti
positivi o negativi
Lateralizzazione emisferica
Individui con dominanza dell’emisfero sinistro hanno
riportato più esperienze affettive positive (Tomarken
et al., 1992)
Nei neonati una maggiore attivazione frontale destra
predice uno stress maggiore in risposta alla
separazione dalla madre (Davidson, 1994)
Il ruolo dell’amigdala
Studi su soggetti sani hanno confermato il ruolo dell’amigdala nella valutazione di informazioni e nella regolazione di comportamenti
Lesioni all’amigdala sono associate ad un disturbo nel riconoscimento di espressioni facciali impaurite e alla mancata attivazione di indici fisiologici tipici della paura (aumento della pressione sanguigna, freezing, variazione della frequenza cardiaca)
valutazione di informazioni e nella regolazione di comportamenti connessi alla paura: -la stimolazione elettrica dell’amigdala elicita comportamenti tipici della risposta ad uno stimolo spaventoso (es. il riflesso di sobbalzo)-l’esposizione rapida, anche inconsapevole, a volti che provano paura aumenta l’attività dell’amigdala mostra un aumento di attività
Il compito di valutazione svolto dell’amigdala avviene molto rapidamente e senza il bisogno di molte informazioni
•L’amigdala è interconnessa con altre regioni del cervello
implicate nella risposta emozionale
La via rapida e la via lenta della paura
Corteccia sensoriale
VIA ALTALe afferenze
sensoriali ricevute dal
Talamo
sensoriale Amigdala
Stimolo
emozionale
Risposta
emozionale
VIA BASSA
sensoriali ricevute dal talamo sono elaborate dall’amigdala in una
forma primitiva, unicamente in
relazione alla loro rilevanza emozionale, positiva o negativa,
per il benessere dell’individuo.
TALAMO
CORTECCIA
AMIGDALA
�La via rapida spiega perché noi possiamo avere
paura di qualcosa senza sapere di cosa si tratta (ovvero
senza averlo valutato)
TALAMO
CORTECCIA
AMIGDALA
Non c’è da preoccuparsi, è una maschera!
�La via lenta ci consente di valutare lo stimolo e, in
alcuni casi, modificare l’emozione provata
IL CONTRIBUTO DI DAMASIO - “L’Errore di Cartesio”, 1994
L’emozione è un fenomeno mentale che ha come “teatro” il corpo, dal momento che ha origine dall’attività sinergica del
sistema integrato mente-cervello e corpo
-PRIMARIE: risposte innate dell’organismo a certe qualità degli stimoli. Cinque gruppi: gioia, tristezza, rabbia, paura e disgusto
ST
IMO
LO
CERVELLO
CORPO
stimoli. Cinque gruppi: gioia, tristezza, rabbia, paura e disgustoSono sempre spontanee poiché dipendono dall’attività valutativa di strutture neurali (tra cui l’amigdala) che attivano delle risposte automatiche e adattive del corpo (la “via rapida”)
-SECONDARIE: risposte a stimoli complessi il cui valore emotigenonon è intrinseco ma deriva dall’esperienza dell’individuo. La valutazione avviene a livello della corteccia prefrontale che elabora il valore emozionale dello stimolo (la “via lenta”) e lo trasmette ad altre strutture (tra cui l’amigdala) che innescano un processo emozionale simile a quello delle emozioni primarie
•Secondo Damasio il pensiero è costituito in gran parte da immagini connotate emotivamente, la cui funzione principale è quella di anticipare le conseguenze degli eventi.
•Nel processo di decisione ha luogo una preliminare
Emozioni - Ragionamento - Decisione
•Nel processo di decisione ha luogo una preliminare selezione automatica che porta a scartare le alternative connotate da emozioni negative.
•Tale processo è reso possibile dai marcatori somatici, ovvero risposte somatiche prodotte nell’organismo in risposta ad esperienze emotive precedenti, che differenziano le opzioni in piacevoli e spiacevoli.