CD HHHHH - Conservatorio

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BACH BACH Tra rarita `, risco- perte e ricostru- zioni, il reperto- rio per strumenti ad ancia della fa- miglia Bach e ` al centro delle tre incisioni in oggetto. Seppur muovendo su un terreno comune, esse appaiono non di me- no animate da tre differenti visioni estetiche, tre diversi approcci inter- pretativi. Essenzialmente vocale e ` quello te- nuto da Pauline Oostenrijk: non a caso dedica tutto il primo volume della sua incisione, intitolata « Oboe Passion », a una ricca scelta di arie per soprano con oboe obbligato, in cui la parte del canto e ` affidata al timbro cristallino e al fraseggio d’elegante naturalezza della sorella Nienke. Prediligendo l’impiego di un colore omogeneo sull’intera gamma dello strumento, di un’emissione costan- temente morbida, sostiene una linea tutta giocata sui piccoli accenti, deli- catamente appoggiata sui picchi acuti della frase. Anche nei Concerti che occupano il secondo volume conserva un analogo taglio interpretativo; qui, pero `, ricorre a una tavolozza tim- brica piu ` ampia e varia, e a uno spettro dinamico assai meno conte- nuto, disciplinato alla perfezione (sfoggiando, tra l’altro, un controllo spettacolare delle messe di voce). Per contro, Anna Starr – il cui di- sco e ` dedicato a Carl Philipp Ema- nuel Bach – imposta le proprie let- ture sull’opposto versante dell’esa- sperazione dei contrasti: i passaggi di tessitura e di registro (tanto fre- quenti nel linguaggio tutto im- prontato allo « stile sensibile » del- l’autore in questione) sono dram- maticamente sottolineati dal brusco distanziarsi dei colori. Il discorso musicale procede frantumato in spezzoni di frase giustapposti, mo- bilmente sfumati nella libera varieta ` d’accenti di un eloquio strumentale esemplificato anche qui sulla voce umana. In questo caso, il suo mo- dello di riferimento non e ` tuttavia la vocalita ` del cantante, bensı ` la re- torica dell’attore. Si pone a mezza strada, in fine, lo stile adottato dai musicisti capitanati da Sergio Azzolini che lo affiancano nei Concerti per fiati ricostruiti da quest’ultimo elaborando e combi- nando parti di altri lavori bachiani – operazione forse spregiudicata, ma condotta con gusto, competen- za e avvedutezza. Sfaccettata in uno sfavillı `o d’inflessioni e di tinte – di un cromatismo acceso e lucente, di marca veneziana – l’invenzione musicale s’articola dolcemente in un flusso privo di angolosita `, ani- mato dalle ragioni del canto. Luca Rossetto Casel CD BACH Invenzioni e Sinfonie clavicem- balo Luigi Corti ALTRISUONI AS 313 DDD 52:18 . A H H H H H H H H H H Le problemati- che relative agli abbellimenti nel repertorio baroc- co rappresentano un nodo delicato che non riguarda tanto le modalita ` con cui realizzare le fioriture, ormai ampiamente chiarite dalla filologia, quanto l’opportunita ` di introdurre fioriture anche in assenza di indica- zioni nei manoscritti e nelle parti- ture a stampa. Luigi Corti affronta di petto la questione in queste in- terpretazioni ariose e pulite delle Invenzioni a due voci e delle Sinfonie a tre voci bachiane. Tempi moderati, fraseggio ordinato e poco incline a bizzarrie, ma soprattutto un’abbon- danza insolita di abbellimenti. Basta ascoltare il vivace gioco di terzine con cui viene trasformata la prima delle Invenzioni a due voci, che assu- me un aspetto totalmente nuovo alle orecchie dell’ascoltatore. In realta ` Corti non ha seguito il suo estro improvvisativo, una scelta che comunque sarebbe stata legittima. Tenendo come base la bella copia autografa del 1723 delle Invenzioni e delle Sinfonie, ha tratto gli abbelli- menti dalle copie degli allievi di Bach, sulle quali compaiono le va- rianti suggerite di volta in volta dal- l’illustre maestro, un po’ come av- viene per le copie dei Notturni chopiniani usate dagli allievi di Chopin. Paragonata alla maggior parte delle interpretazioni del panorama attua- le, molto parsimoniose nell’uso del- le fioriture, questa lettura mette in discussione l’immagine di un Bach serioso e compito vulgata dalla tra- dizione tedesca. Luigi Corti, che per l’etichetta Altrisuoni ha gia ` in- ciso le Suites francesi, riesce a essere brillante pur senza staccare tempi troppo rapidi, come invece avviene nella brillantissima – ma compitissi- ma – interpretazione al pianoforte di Angela Hewitt. La pianista cana- dese stacca l’Invenzione n. 7 a una velocita ` quasi doppia (cfr. n. 221 di MUSICA), ma anche quando non ar- riva a questi estremi\ le sue letture sono sempre improntate alla veloci- ta ` e alla leggerezza del tocco. Rispetto all’approccio distaccato e un poco freddo della Hewitt, in Luigi Corti si avverte una cordialita ` parlante (si veda la Sinfonia n. 6), anche perche ´ le fioriture sono in- trodotte a scopo espressivo e non astrattamente virtuosistico. Siamo lontani anche dal Bach sublimato e casto di un pianista come Andrea Bacchetti (cfr. n. 213 di MUSICA), altro interprete che comunque non ha timore ad aggiungere qualche abbellimento, sia pure con una cer- ta ritrosia. Dove Bacchetti, per esempio nell’ Invenzione n. 14, ce- sella il fraseggio con cura meticolo- sa, Corti risponde con un’eloquen- za variegata e mossa. Luca Segalla CD BACH Suite Francesi BWV 812-817; Toccata in MI BWV 816; Partita n. 2 in DO BWV 826 pianoforte Andrea Bacchetti SONY 88691965102 DDD 133:36 . A H H H H H H H H H H Andrea Bacchetti inaugura la sua collaborazione con Sony prose- guendo nella sua indagine su Bach, fulcro del suo repertorio: dopo le Variazioni Goldberg, le Toccate, le In- venzioni a due e a tre voci , le Suite Inglesi, ora tocca a quel capolavoro di felice invenzione e di sapienza costruttiva, dissimulata sotto accatti- vanti movenze di danza, rappresen- tato dalle Suite Francesi. Bacchetti vi si accosta con quell’a- morevole cura che tali musiche ri- 47 musica 239, settembre 2012

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BACHBACH

Tra rarita, risco-perte e ricostru-zioni, il reperto-rio per strumentiad ancia della fa-miglia Bach e al

centro delle tre incisioni in oggetto.Seppur muovendo su un terrenocomune, esse appaiono non di me-no animate da tre differenti visioniestetiche, tre diversi approcci inter-pretativi.Essenzialmente vocale e quello te-nuto da Pauline Oostenrijk: non acaso dedica tutto il primo volumedella sua incisione, intitolata « OboePassion », a una ricca scelta di arie persoprano con oboe obbligato, in cuila parte del canto e affidata al timbrocristallino e al fraseggio d’elegantenaturalezza della sorella Nienke.Prediligendo l’impiego di un coloreomogeneo sull’intera gamma dellostrumento, di un’emissione costan-temente morbida, sostiene una lineatutta giocata sui piccoli accenti, deli-catamente appoggiata sui picchiacuti della frase.Anche nei Concerti che occupanoil secondo volume conserva unanalogo taglio interpretativo; qui,pero, ricorre a una tavolozza tim-brica piu ampia e varia, e a unospettro dinamico assai meno conte-nuto, disciplinato alla perfezione(sfoggiando, tra l’altro, un controllospettacolare delle messe di voce).Per contro, Anna Starr – il cui di-sco e dedicato a Carl Philipp Ema-nuel Bach – imposta le proprie let-ture sull’opposto versante dell’esa-sperazione dei contrasti: i passaggidi tessitura e di registro (tanto fre-quenti nel linguaggio tutto im-prontato allo « stile sensibile » del-l’autore in questione) sono dram-maticamente sottolineati dal bruscodistanziarsi dei colori. Il discorsomusicale procede frantumato inspezzoni di frase giustapposti, mo-bilmente sfumati nella libera varietad’accenti di un eloquio strumentaleesemplificato anche qui sulla voceumana. In questo caso, il suo mo-dello di riferimento non e tuttaviala vocalita del cantante, bensı la re-torica dell’attore.Si pone a mezza strada, in fine, lostile adottato dai musicisti capitanatida Sergio Azzolini che lo affiancanonei Concerti per fiati ricostruiti daquest’ultimo elaborando e combi-nando parti di altri lavori bachiani

– operazione forse spregiudicata,ma condotta con gusto, competen-za e avvedutezza. Sfaccettata in unosfavillıo d’inflessioni e di tinte – diun cromatismo acceso e lucente, dimarca veneziana – l’invenzionemusicale s’articola dolcemente inun flusso privo di angolosita, ani-mato dalle ragioni del canto.

Luca Rossetto Casel

CDBACH Invenzioni e Sinfonie clavicem-balo Luigi CortiALTRISUONI AS 313DDD 52:18 .AHHHHHHHHHH

Le problemati-che relative agliabbellimenti nelrepertorio baroc-co rappresentanoun nodo delicato

che non riguarda tanto le modalitacon cui realizzare le fioriture, ormai

ampiamente chiarite dalla filologia,quanto l’opportunita di introdurrefioriture anche in assenza di indica-zioni nei manoscritti e nelle parti-ture a stampa. Luigi Corti affrontadi petto la questione in queste in-terpretazioni ariose e pulite delleInvenzioni a due voci e delle Sinfoniea tre voci bachiane. Tempi moderati,fraseggio ordinato e poco incline abizzarrie, ma soprattutto un’abbon-danza insolita di abbellimenti. Bastaascoltare il vivace gioco di terzinecon cui viene trasformata la primadelle Invenzioni a due voci, che assu-me un aspetto totalmente nuovoalle orecchie dell’ascoltatore.In realta Corti non ha seguito il suoestro improvvisativo, una scelta checomunque sarebbe stata legittima.Tenendo come base la bella copiaautografa del 1723 delle Invenzionie delle Sinfonie, ha tratto gli abbelli-menti dalle copie degli allievi diBach, sulle quali compaiono le va-rianti suggerite di volta in volta dal-

l’illustre maestro, un po’ come av-viene per le copie dei Notturnichopiniani usate dagli allievi diChopin.Paragonata alla maggior parte delleinterpretazioni del panorama attua-le, molto parsimoniose nell’uso del-le fioriture, questa lettura mette indiscussione l’immagine di un Bachserioso e compito vulgata dalla tra-dizione tedesca. Luigi Corti, cheper l’etichetta Altrisuoni ha gia in-ciso le Suites francesi, riesce a esserebrillante pur senza staccare tempitroppo rapidi, come invece avvienenella brillantissima – ma compitissi-ma – interpretazione al pianofortedi Angela Hewitt. La pianista cana-dese stacca l’Invenzione n. 7 a unavelocita quasi doppia (cfr. n. 221 diMUSICA), ma anche quando non ar-riva a questi estremi\ le sue letturesono sempre improntate alla veloci-ta e alla leggerezza del tocco.Rispetto all’approccio distaccato eun poco freddo della Hewitt, inLuigi Corti si avverte una cordialitaparlante (si veda la Sinfonia n. 6),anche perche le fioriture sono in-trodotte a scopo espressivo e nonastrattamente virtuosistico. Siamolontani anche dal Bach sublimato ecasto di un pianista come AndreaBacchetti (cfr. n. 213 di MUSICA),altro interprete che comunque nonha timore ad aggiungere qualcheabbellimento, sia pure con una cer-ta ritrosia. Dove Bacchetti, peresempio nell’Invenzione n. 14, ce-sella il fraseggio con cura meticolo-sa, Corti risponde con un’eloquen-za variegata e mossa.

Luca Segalla

CDBACH Suite Francesi BWV 812-817;Toccata in MI BWV 816; Partita n. 2in DO BWV 826 pianoforte AndreaBacchettiSONY 88691965102DDD 133:36 .AHHHHHHHHHH

Andrea Bacchettiinaugura la suacollaborazionecon Sony prose-guendo nella suaindagine su Bach,

fulcro del suo repertorio: dopo leVariazioni Goldberg, le Toccate, le In-venzioni a due e a tre voci, le SuiteInglesi, ora tocca a quel capolavorodi felice invenzione e di sapienzacostruttiva, dissimulata sotto accatti-vanti movenze di danza, rappresen-tato dalle Suite Francesi.Bacchetti vi si accosta con quell’a-morevole cura che tali musiche ri-

47musica 239, settembre 2012