ARCHEOLOGIA. ARCHITETTURA LAVIAEMILIA AFrampton … filenendo con un lungo salto nel passato diversi...

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Piero Capone Nel 193 a.C., da costruttore edile, realizzò a Roma un nuovo porto fluviale. Qual- che anno dopo, da console, ri- portò una schiacciante vitto- ria sui Liguri. Ma passò alla storia anche per un altro mo- tivo: progettò e realizzò la via Emilia, strada per unire alcu- ne città da lui fondate, parten- do da Rimini per arrivare a Piacenza. Stiamo parlando di Marco Emilio Lepido, il console romano dal quale prende il nome la Via Emilia. Una mostra aperta fino al 1° luglio nelle sale del Museo ci- vico Spallanzani di Reggio Emilia, intitolata «On the road», vuole fare riemergere ai giorni nostri, sulla famosa via di transito, la figura del console romano e la vita quo- tidiana di quei tempi. L’ini- ziativa è nata per celebrare i 2.200 anni dalla nascita di Parma e Modena, che furono fondate da Emilio Lepido. Di- verse città attraversate dalla Via Emilia hanno dato vita a iniziative culturali (per esem- pio, la mostra «Mutina splen- didissima» al Foro Boario di Modena, da poco terminata). Non poteva mancare nelle ce- lebrazioni Reggio Emilia, l’unica città emiliana a con- servare nel nome il ricordo del suo fondatore e del co- struttore della strada dalla quale prenderà il nome, più in grande, l’intera Regione. Considerata all’epoca il con- fine fra l’Italia romana e quel- la di altri popoli, la Via Emi- lia non solo divenne un im- portante asse delle comunica- zioni della pianura Padana, ma riuscì anche a unificare genti di culture e lingue diver- se. Il tratto Piacenza-San Do- nato fu aggiunto successiva- mente, ma ancora oggi, nono- stante l’autostrada del Sole, la Via Emilia rimane un im- portante collegamento per i traffici commerciali. Curata dall’etruscologo Ro- berto Macellari, l’archeologo Luigi Malnati, e dall’architet- to Italo Rota, la mostra espo- ne più di 400 reperti archeo- logici calati nel contesto at- tuale, in modo che l’antico possa essere apprezzato an- che per analogia con la con- temporaneità. Per esempio, accanto a reperti di mansio- nes, i posti di ristoro per uo- mini e cavalli, sono evocati con gusto non banale, distri- butori di benzina e motel. Il visitatore potrà vedere ri- costruzioni in scala dei princi- pali ambienti di vita dell’anti- ca strada romana, valorizzan- do i reperti archeologici espo- sti anche attraverso la proie- zione di scene tratte da cele- bri film peplum. Proprio grazie alle installa- zioni multimediali, la Via Emilia antica si sdoppia su due carreggiate, come in uno specchio che riflette la via mo- derna e induce a sua volta il visitatore a riflettere sul futu- ro del territorio e dei suoi abi- tanti. Il visitatore «giocherà» insomma con il tempo. Si ac- cede al Museo attraverso un atrio, dove un portale evoca la facciata di un tempio roma- no sul quale spicca il fregio della Basilica Aemilia di Ro- ma, che rappresenta Marco Emilio Lepido in qualità di costruttore di città. Da qui comincia il percorso espositivo vero e proprio con la sezione «La via Emilia pri- ma della Via Aemilia», propo- nendo con un lungo salto nel passato diversi fossili fra cui una balena di 3,6 milioni di anni fa trovata a Castellara- no, nel territorio reggiano. Se- guono reperti archeologici che documentano il tracciato da est a ovest in età preroma- na, in particolare del I millen- nio a.C., quando gli Etruschi crearono nella Cispadana un sistema di comunicazioni che fece del territorio reggia- no uno dei primi nell’Italia settentrionale. Teatro anche di diffusione della scrittura. Ai piedi dello scalone che conduce ai piani superiori del museo si viene accolti da un grande cippo miliare pro- veniente dai Musei archeolo- gici di Bologna. Dedicato an- cora a Marco Emilio Lepido, il cippo è una rara testimo- nianza del console come co- struttore di strade. Il periodo preromano è bene illustrato anche al secondo piano, dove risaltano la stele di un sepol- cro rinvenuto a Bologna e i cippi di Rubiera, in provincia di Reggio Emilia. La stele, trovata in una tomba della ne- cropoli di via Saffi a Bologna, documenta il preesistente tracciato lungo il quale si tro- vava la necropoli etrusca. Al- cune ceramiche attiche pre- senti nella sepoltura permise- ro di datarla al V secolo a.C. I cippi etruschi di Rubiera sono invece due colonnette di pietra arenaria, istoriate, dipinte e iscritte, che segnala- vano le tombe di personaggi di altissimo rango. Erano col- locate fra la Val di Secchia e la direttrice che divenne poi Via Emilia. Documentano non solo la precoce acquisi- zione della scrittura, ma an- che un’attività istituzionale, come quella di un magistrato o forse di un re etrusco. È nei grandi ambienti del terzo piano che si possono ap- prezzare gli importanti reper- ti dell’età romana. Anzitutto, uno dei quattro vasi o bicchie- ri d’argento rinvenuti a Vica- rello sul lago di Bracciano, in rappresentanza di una stazio- ne intermedia lungo l’itinera- rio tra Cadice e Roma, di cui la Via Emilia era parte impor- tante. E la scultura dell’agri- mensore con la groma (stru- mento per tracciare allinea- menti tra loro ortogonali, quindi necessari per i confini dei campi, per creare nuove città, quartieri e strade). Vie- ne da Roma, dal Museo della civiltà romana. Oppure un ra- ro modello di lituo in bronzo, proveniente da Sant’Ilario d’Enza (Reggio Emilia) con l’insegna dell’augure, magi- strato-sacerdote addetto alla fondazioni di città e strade. In una lunga parete, si di- spiega una infografica con tutti i numeri della Via Emi- lia. Le distanze fra le città e i tempi di percorrenza sono messi in relazione con altre più recenti vie di collegamen- to che l’hanno poi affiancata come la ferrovia comune, quella ad Alta Velocità, l’auto- strada e le rotte aeree. Nella sala centrale, la via fondata da Emilio Lepido continua a correre fra passato e presen- te. Alle due estremità della sa- la sono evocati i due capoli- nea: a est Ariminum (Rimi- ni), all’innesto della Via Emi- lia nella Via Flaminia, rappre- sentata dal corredo funerario di uno dei primi coloni roma- ni della città; a ovest Placen- tia (Piacenza), con uno straor- dinario fregio d’armi che co- ronava un monumento fune- rario, rinvenuto proprio all’incrocio fra la Via Emilia e un’altra via consolare, la Via Postumia. Si vedono poi set- te «espositori-scenici» a te- ma: il Limite, il Ponte, le Se- polture, il Commercio, il Fo- ro, la Locanda e la Casa. Su una grande parete cam- peggiano le vicende di anti- chi romani raccontate da grandi attori di film storici, come Orson Welles, Kirk Douglas, Russel Crow, Mar- lon Brando e Liz Taylor. E ci sono le testimonianze scritte e probabili ritratti di «stranie- ri» integrati nella romanità, come la bella ligure che si era arresa assieme ai suoi dopo un’ultima resistenza sulla Pie- tra di Bismantova (Appenni- no reggiano). Un’installazio- ne multimediale a soffitto mostra la Via Emilia nella vi- ta quotidiana con i volti e le attività di oggi. Mentre nelle sale laterali ne è illustrata l’archeologia, con le tombe che attiravano l’attenzione dei viandanti, le statue dei personaggi più autorevoli. Infine, la sala dedicata a Re- gium Lepidi (Reggio Emilia) e a Marco Emilio Lepido. Il suo busto, inserito nella rico- struzione di una tenda conso- lare da campo, l’unico suo ri- tratto fisiognomico esisten- te, viene dal Museo Archeolo- gico di Luni (La Spezia), al- tra città fondata dal console progettista nel 177 a.C. MEDICINA. Lenuovefrontieredellaricerca:simoltiplicanoitest Diagnosi veloci non invasive Così si affrontano i tumori ARCHEOLOGIA. Finoal1°lugliounagrandemostraaReggioEmiliaraccontalacelebrestrada LA VIA EMILIA SOTTO I PIEDI CostruitadalconsoleMarcoEmilioLepido,contribuì aromanizzareeunireipopolidellaGalliaCisalpina Il primo test al mondo che diagnostica i tumori sulla ba- se dell’analisi delle urine è ar- rivato alla sperimentazione sull’uomo. Lo ha annunciato l’azienda giapponese Hita- chi, che arruolerà 250 perso- ne alla ricerca di marker sui tumori al seno e al colon ret- to. La ricerca è iniziata valu- tando la presenza di oltre 1.300 sostanze nelle urine di pazienti con tumore, confron- tati con quelli di persone sa- ne. Da queste sono stati indi- viduati 10 potenziali biomar- ker che sono entrati a far par- te del test, in questa fase limi- tato ai tumori d mammella e colon retto. Il test durerà fino a settembre, e gli ideatori spe- rano di metterlo in commer- cio entro il 2020. Se il meto- do funzionerà non ci sarà bi- sogno di andare in ospedale per un test del sangue. La caccia a un metodo me- no invasivo per la ricerca dei tumori rispetto a biopsie e al- tri tipi di esami è aperta in tut- to il mondo. Pochi mesi fa la John Hopkins University ha annunciato che un gruppo di suoi ricercatori ha messo a punto un test del sangue per otto tipi di tumore. Ora gli studiosi della Medical Uni- versity of South Carolina han- no individuato due proteine nel plasma che altro non so- no che marcatori tumorali che possono permettere una diagnosi precoce del tumore al polmone. Lo studio rappre- senta un ulteriore passo avan- ti verso le nuove metodiche di diagnostica della biopsia li- quida. L’obiettivo di questa e di altre ricerche è di valutare e trattare rapidamente i pa- zienti con noduli cancerosi, senza esporre quelli che non hanno il cancro a procedure invasive costose e rischiose. C’è infine un altro sistema di allerta rapida dei tumori: un neo artificiale che si «atti- va» sulla pelle quando nel sangue sono presenti livelli anomali di calcio, tipici delle prime fasi di malattia. Pro- dotto grazie alla biologia sin- tetica e impiantato sotto cu- te, il sistema ha dimostrato nei primi test su animali di riconoscere precocemente i quattro tipi di tumore: pro- stata, polmone, colon e mam- mella. Ma ci vorrà almeno una decina di anni perchè questo tatuaggio biotech pos- sa essere usato sull’uomo. LaViaPostumiaèun’altra anticaviaromana,fatta costruirenel148a.C.dal consoleSpurioPostumio AlbinoneiterritoridellaGallia Cisalpina(laPianuraPadana) perscopiprevalentemente militari.L’intentoeradiunirei dueprincipaliportiromanidel nordItalia,quellodi Genovae quellodiAquileia,valicando l’Appenninopressol’odierno PassodellaBocchetta, proseguendopericrinali anzichéperilfondovalle.Poila ViaPostumia sicongiungeva a Piacenza,inserendosinellaVia EmiliaprovenientedaRimini (Ariminum)easuavolta collegataaRomaattraversola ViaFlaminia.Proseguendoda Piacenza,laViaPostumia arrivavaaCremonadopoavere attraversatoilPo.Dirigendosi versoest, passavaper Bedriacum,l’odiernaCalvatone esidiramavafinoaMantova, mailsuopercorsoprincipale proseguivafinoaVerona,dove attraversaval’Adige.Da VeronalaPostumia raggiungevaAquileia,sulMare Adriatico,passandoda Vicenza,Oderzoel’odierna ConcordiaSagittaria(Iulia Concordia). P.C. LaPostumia fucreata perisoldati Unastradaromana:laViaEmiliaerafralepiùimportanti VENEZIA Sarà attribuito a Kenneth Frampton, architetto ingle- se, storico, critico ed educato- re, il Leone d’oro alla carriera della 16esima Mostra Inter- nazionale di Architettura del- la Biennale di Venezia. La decisione è stata presa dal consiglio di amministra- zione della Biennale presie- duto da Paolo Baratta, su pro- posta delle curatrici, Yvonne Farrell e Shelley McNamara. Il riconoscimento sarà conse- gnato il 26 maggio prossimo a Ca’ Giustinian nel corso del- la cerimonia di premiazione e inaugurazione della Bienna- le Architettura 2018. Formatosi alla Architectu- ral Association School of Ar- chitecture di Londra, Framp- ton insegna dal 1972 alla Gra- duate School of Architecture, Planning and Preservation della Columbia University di New York. Come architetto, scrittore e critico, come inse- gnante e studioso, ha influen- zato e ispirato diverse genera- zioni di studenti e architetti. «Attraverso il suo lavoro Kenneth Frampton», è la mo- tivazione, «occupa una posi- zione di straordinaria intui- zione e intelligenza, combina- ta con un senso di integrità unico. Si distingue come la voce della verità nella promo- zione dei valori chiave dell’architettura e del suo ruo- lo nella società. «La sua filosofia umanisti- ca, in relazione all’architettu- ra, è radicata nella sua scrittu- ra e ha costantemente argo- mentato questa componente umanistica attraverso tutti i vari “movimenti“ e tendenze dell’architettura, spesso fuor- vianti, nel XX e XXI secolo». «Non c’è studente delle fa- coltà di architettura», ha det- to il presidente della Bienna- le, Paolo Baratta, «che non abbia avuto tra le mani la sua Storia dell’architettura mo- derna. Un testo fondamenta- le. Il Leone d’oro va quest’anno a un maestro e in tal senso vuole essere anche un riconoscimento all’inse- gnamento critico dell’archi- tettura». ARCHITETTURA A Frampton il Leone alla carriera della Biennale IlconsoleMarcoEmilioLepido L’esempio CULTURA & SPETTACOLI Telefono 045.9600.111 Fax 045.9600.840 | E-mail: [email protected] Tel. 045/8065035 Tel. 045/8065035 VERONA - Via Madonna del Terraglio, 18 Tel. 045 912666 – Fax 045 912677 www.istitutoguardini.it - [email protected] ISTITUTO TECNICO ECONOMICO – INDIRIZZO TURISMO Romano Guardini romano guardini La nostra offerta formativa dispone di: Orario scolastico articolato su 5 giorni Laboratori linguistici pomeridiani Stage formativi in Italia e all‛estero Scambi culturali e soggiorni linguistici Aule studio per attività pomeridiane DAL 1980 FORMIAMO ESPERTI NEL SETTORE TURISTICO AZIENDALE POSSIBILITÀ DI VISITARE LA SCUOLA TUTTI I GIORNI L'ARENA Giovedì 19 Aprile 2018 55 clic:438842

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Piero Capone

Nel 193 a.C., da costruttoreedile, realizzò a Roma unnuovo porto fluviale. Qual-che anno dopo, da console, ri-portò una schiacciante vitto-ria sui Liguri. Ma passò allastoria anche per un altro mo-tivo: progettò e realizzò la viaEmilia, strada per unire alcu-necittà da lui fondate, parten-do da Rimini per arrivare aPiacenza. Stiamo parlandodi Marco Emilio Lepido, ilconsole romano dal qualeprende il nome la Via Emilia.

Una mostra aperta fino al 1°luglio nelle sale del Museo ci-vico Spallanzani di ReggioEmilia, intitolata «On theroad», vuole fare riemergereai giorni nostri, sulla famosavia di transito, la figura delconsole romano e la vita quo-tidiana di quei tempi. L’ini-ziativa è nata per celebrare i2.200 anni dalla nascita diParma e Modena, che furonofondate da Emilio Lepido. Di-verse città attraversate dallaVia Emilia hanno dato vita ainiziative culturali (per esem-pio, la mostra «Mutina splen-didissima» al Foro Boario diModena, da poco terminata).Non poteva mancare nelle ce-lebrazioni Reggio Emilia,l’unica città emiliana a con-servare nel nome il ricordodel suo fondatore e del co-struttore della strada dallaquale prenderà il nome, piùin grande, l’intera Regione.

Considerata all’epoca il con-fine fra l’Italia romana e quel-la di altri popoli, la Via Emi-lia non solo divenne un im-portante asse delle comunica-zioni della pianura Padana,ma riuscì anche a unificaregenti di culture e lingue diver-se. Il tratto Piacenza-San Do-nato fu aggiunto successiva-

mente, ma ancora oggi, nono-stante l’autostrada del Sole,la Via Emilia rimane un im-portante collegamento per itraffici commerciali.

Curata dall’etruscologo Ro-berto Macellari, l’archeologoLuigi Malnati, e dall’architet-to Italo Rota, la mostra espo-ne più di 400 reperti archeo-logici calati nel contesto at-tuale, in modo che l’anticopossa essere apprezzato an-che per analogia con la con-temporaneità. Per esempio,accanto a reperti di mansio-nes, i posti di ristoro per uo-mini e cavalli, sono evocaticon gusto non banale, distri-butori di benzina e motel.

Il visitatore potrà vedere ri-costruzioni in scala dei princi-pali ambienti di vita dell’anti-ca strada romana, valorizzan-do i reperti archeologici espo-sti anche attraverso la proie-zione di scene tratte da cele-bri film peplum.

Proprio grazie alle installa-zioni multimediali, la ViaEmilia antica si sdoppia sudue carreggiate, come in unospecchio che riflette la via mo-derna e induce a sua volta ilvisitatore a riflettere sul futu-ro del territorio e dei suoi abi-tanti. Il visitatore «giocherà»insomma con il tempo. Si ac-cede al Museo attraverso unatrio, dove un portale evocala facciata di un tempio roma-no sul quale spicca il fregiodella Basilica Aemilia di Ro-ma, che rappresenta MarcoEmilio Lepido in qualità dicostruttore di città.

Da qui comincia il percorsoespositivo vero e proprio conla sezione «La via Emilia pri-ma della Via Aemilia», propo-nendo con un lungo salto nelpassato diversi fossili fra cuiuna balena di 3,6 milioni dianni fa trovata a Castellara-no, nel territorio reggiano. Se-

guono reperti archeologiciche documentano il tracciatoda est a ovest in età preroma-na, in particolare del I millen-nio a.C., quando gli Etruschicrearono nella Cispadana unsistema di comunicazioniche fece del territorio reggia-no uno dei primi nell’Italiasettentrionale. Teatro anchedi diffusione della scrittura.

Ai piedi dello scalone checonduce ai piani superioridel museo si viene accolti daun grande cippo miliare pro-veniente dai Musei archeolo-gici di Bologna. Dedicato an-cora a Marco Emilio Lepido,il cippo è una rara testimo-nianza del console come co-struttore di strade. Il periodopreromano è bene illustratoanche al secondo piano, doverisaltano la stele di un sepol-cro rinvenuto a Bologna e icippi di Rubiera, in provinciadi Reggio Emilia. La stele,trovata in una tomba della ne-cropoli di via Saffi a Bologna,documenta il preesistentetracciato lungo il quale si tro-vava la necropoli etrusca. Al-cune ceramiche attiche pre-senti nella sepoltura permise-ro di datarla al V secolo a.C.

I cippi etruschi di Rubierasono invece due colonnettedi pietra arenaria, istoriate,dipinte e iscritte, che segnala-vano le tombe di personaggidi altissimo rango. Erano col-locate fra la Val di Secchia ela direttrice che divenne poiVia Emilia. Documentanonon solo la precoce acquisi-zione della scrittura, ma an-che un’attività istituzionale,come quella di un magistratoo forse di un re etrusco.

È nei grandi ambienti delterzo piano che si possono ap-prezzare gli importanti reper-ti dell’età romana. Anzitutto,uno dei quattro vasi o bicchie-ri d’argento rinvenuti a Vica-

rello sul lago di Bracciano, inrappresentanza di una stazio-ne intermedia lungo l’itinera-rio tra Cadice e Roma, di cuila Via Emilia era parte impor-tante. E la scultura dell’agri-mensore con la groma (stru-mento per tracciare allinea-menti tra loro ortogonali,quindi necessari per i confinidei campi, per creare nuovecittà, quartieri e strade). Vie-ne da Roma, dal Museo dellaciviltà romana. Oppure un ra-ro modello di lituo in bronzo,proveniente da Sant’Ilariod’Enza (Reggio Emilia) conl’insegna dell’augure, magi-strato-sacerdote addetto allafondazioni di città e strade.

In una lunga parete, si di-spiega una infografica contutti i numeri della Via Emi-lia. Le distanze fra le città e itempi di percorrenza sonomessi in relazione con altrepiù recenti vie di collegamen-to che l’hanno poi affiancatacome la ferrovia comune,quella ad Alta Velocità, l’auto-strada e le rotte aeree. Nellasala centrale, la via fondatada Emilio Lepido continua acorrere fra passato e presen-te. Alle due estremità della sa-la sono evocati i due capoli-nea: a est Ariminum (Rimi-ni), all’innesto della Via Emi-lia nella Via Flaminia, rappre-sentata dal corredo funerariodi uno dei primi coloni roma-ni della città; a ovest Placen-tia (Piacenza), con uno straor-dinario fregio d’armi che co-

ronava un monumento fune-rario, rinvenuto proprioall’incrocio fra la Via Emilia eun’altra via consolare, la ViaPostumia. Si vedono poi set-te «espositori-scenici» a te-ma: il Limite, il Ponte, le Se-polture, il Commercio, il Fo-ro, la Locanda e la Casa.

Su una grande parete cam-peggiano le vicende di anti-chi romani raccontate dagrandi attori di film storici,come Orson Welles, KirkDouglas, Russel Crow, Mar-lon Brando e Liz Taylor. E cisono le testimonianze scrittee probabili ritratti di «stranie-ri» integrati nella romanità,come la bella ligure che si eraarresa assieme ai suoi dopoun’ultima resistenza sulla Pie-tra di Bismantova (Appenni-no reggiano). Un’installazio-ne multimediale a soffittomostra la Via Emilia nella vi-ta quotidiana con i volti e leattività di oggi. Mentre nellesale laterali ne è illustratal’archeologia, con le tombeche attiravano l’attenzionedei viandanti, le statue deipersonaggi più autorevoli.

Infine, la sala dedicata a Re-gium Lepidi (Reggio Emilia)e a Marco Emilio Lepido. Ilsuo busto, inserito nella rico-struzione di una tenda conso-lare da campo, l’unico suo ri-tratto fisiognomico esisten-te, viene dal Museo Archeolo-gico di Luni (La Spezia), al-tra città fondata dal consoleprogettista nel 177 a.C.•

MEDICINA.Lenuove frontiere dellaricerca: simoltiplicanoi test

DiagnosivelocinoninvasiveCosìsiaffrontanoitumori

ARCHEOLOGIA.Finoal1°lugliouna grandemostra aReggio Emiliaraccontalacelebre strada

LAVIAEMILIASOTTOIPIEDICostruitadal consoleMarco Emilio Lepido,contribuìaromanizzare eunire ipopolidella GalliaCisalpina

Il primo test al mondo chediagnostica i tumori sulla ba-se dell’analisi delle urine è ar-rivato alla sperimentazionesull’uomo. Lo ha annunciatol’azienda giapponese Hita-chi, che arruolerà 250 perso-ne alla ricerca di marker suitumori al seno e al colon ret-to. La ricerca è iniziata valu-tando la presenza di oltre1.300 sostanze nelle urine dipazienti con tumore, confron-tati con quelli di persone sa-ne. Da queste sono stati indi-viduati 10 potenziali biomar-

ker che sono entrati a far par-te del test, in questa fase limi-tato ai tumori d mammella ecolon retto. Il test durerà finoa settembre, e gli ideatori spe-rano di metterlo in commer-cio entro il 2020. Se il meto-do funzionerà non ci sarà bi-sogno di andare in ospedaleper un test del sangue.

La caccia a un metodo me-no invasivo per la ricerca deitumori rispetto a biopsie e al-tri tipi di esami è aperta in tut-to il mondo. Pochi mesi fa laJohn Hopkins University ha

annunciato che un gruppo disuoi ricercatori ha messo apunto un test del sangue perotto tipi di tumore. Ora glistudiosi della Medical Uni-versity of South Carolina han-no individuato due proteinenel plasma che altro non so-no che marcatori tumoraliche possono permettere unadiagnosi precoce del tumoreal polmone. Lo studio rappre-senta un ulteriore passo avan-ti verso le nuove metodichedi diagnostica della biopsia li-quida. L’obiettivo di questa e

di altre ricerche è di valutaree trattare rapidamente i pa-zienti con noduli cancerosi,senza esporre quelli che nonhanno il cancro a procedureinvasive costose e rischiose.

C’è infine un altro sistemadi allerta rapida dei tumori:un neo artificiale che si «atti-va» sulla pelle quando nelsangue sono presenti livellianomali di calcio, tipici delleprime fasi di malattia. Pro-dotto grazie alla biologia sin-tetica e impiantato sotto cu-te, il sistema ha dimostratonei primi test su animali diriconoscere precocemente iquattro tipi di tumore: pro-stata, polmone, colon e mam-mella. Ma ci vorrà almenouna decina di anni perchèquesto tatuaggio biotech pos-sa essere usato sull’uomo.•

LaVia Postumiaèun’altraanticaviaromana, fattacostruirenel148 a.C. dalconsoleSpurioPostumioAlbinoneiterritori dellaGalliaCisalpina(laPianura Padana)perscopi prevalentementemilitari.L’intentoeradiunireidueprincipali portiromanidelnordItalia, quellodi GenovaequellodiAquileia,valicandol’Appenninopresso l’odiernoPassodellaBocchetta,proseguendoper i crinalianzichéper ilfondovalle. Poi laViaPostumia sicongiungeva aPiacenza,inserendosi nellaViaEmiliaproveniente daRimini(Ariminum)ea sua voltacollegataaRomaattraverso laViaFlaminia. ProseguendodaPiacenza,la Via Postumiaarrivavaa Cremonadopoavereattraversatoil Po. Dirigendosiversoest, passavaperBedriacum,l’odiernaCalvatoneesidiramava finoa Mantova,mail suo percorsoprincipaleproseguivafinoa Verona, doveattraversaval’Adige. DaVeronala PostumiaraggiungevaAquileia,sul MareAdriatico,passandodaVicenza,Oderzo el’odiernaConcordiaSagittaria(IuliaConcordia). P.C.

LaPostumiafucreataperisoldati

Unastrada romana:la ViaEmiliaera fralepiù importanti

VENEZIA

Sarà attribuito a KennethFrampton, architetto ingle-se, storico, critico ed educato-re, il Leone d’oro alla carrieradella 16esima Mostra Inter-nazionale di Architettura del-la Biennale di Venezia.

La decisione è stata presadal consiglio di amministra-zione della Biennale presie-duto da Paolo Baratta, su pro-posta delle curatrici, YvonneFarrell e Shelley McNamara.Il riconoscimento sarà conse-gnato il 26 maggio prossimoa Ca’ Giustinian nel corso del-la cerimonia di premiazionee inaugurazione della Bienna-le Architettura 2018.

Formatosi alla Architectu-ral Association School of Ar-chitecture di Londra, Framp-ton insegna dal 1972 alla Gra-duate School of Architecture,Planning and Preservationdella Columbia University diNew York. Come architetto,scrittore e critico, come inse-gnante e studioso, ha influen-zato e ispirato diverse genera-zioni di studenti e architetti.

«Attraverso il suo lavoroKenneth Frampton», è la mo-tivazione, «occupa una posi-zione di straordinaria intui-zione e intelligenza, combina-ta con un senso di integritàunico. Si distingue come lavoce della verità nella promo-zione dei valori chiavedell’architettura e del suo ruo-lo nella società.

«La sua filosofia umanisti-ca, in relazione all’architettu-ra, è radicata nella sua scrittu-ra e ha costantemente argo-mentato questa componenteumanistica attraverso tutti ivari “movimenti“ e tendenzedell’architettura, spesso fuor-vianti, nel XX e XXI secolo».

«Non c’è studente delle fa-coltà di architettura», ha det-to il presidente della Bienna-le, Paolo Baratta, «che nonabbia avuto tra le mani la suaStoria dell’architettura mo-derna. Un testo fondamenta-le. Il Leone d’oro vaquest’anno a un maestro e intal senso vuole essere ancheun riconoscimento all’inse-gnamento critico dell’archi-tettura».•

ARCHITETTURA

AFramptonilLeoneallacarrieradellaBiennale

Ilconsole MarcoEmilioLepido

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